Sorpresa: Savini in salita batte anche Contador
Transcript
Sorpresa: Savini in salita batte anche Contador
SABATO 16 APRILE 2011 LA GAZZETTA DELLO SPORT R CICLISMO DALLA SPAGNA Sorpresa: Savini in salita batte anche Contador Tappone della Castilla y Leon: il fuoriclasse attacca, fora 2 volte, l’ultima ai 1800 metri. Così esulta il romagnolo della Colnago MARCO PASTONESI 5 RIPRODUZIONE RISERVATA d Un giorno in paradiso: viaggio di andata e ritorno. È successo a Johan Vansummeren, che ha vinto la Parigi-Roubaix davanti a Fabian Cancellara. Ed è successo anche a Filippo Savini, che nella tappa-regina della Vuelta a Castilla y Leon ha rifilato 3’ ad Alberto Contador. Savini ha 25 anni, è romagnolo di Solarolo, 4 mila abitanti e una percentuale di corridori inspiegabile: da «Pipaza» Minardi a Davide Cassani, da Fabiano Fontanelli ai due professionisti di oggi, Savini e Alberto Contoli. Finora più gli anni di professionismo che le vittorie: una tappa in Malesia e una in Turchia nel 2008, questa è la terza. Anche perché, per vincere, Savini deve staccarli proprio tutti: siccome non è veloce, in una volata da solo Savini rischia di farsi battere anche dalla propria ombra. Matteo Ciccaglioni va all’assalto del Challenge Formula Renault 2.0 Italia con il team SG Motors. Il pilota laziale ha rinnovato anche quest’anno il proprio impegno nel campio nato della Fast Lane Promotion, in cui si era messo già in lu ce la scorsa stagione, salendo tra l’altro sul podio in occasio ne della gara di Vallelunga. Con la squadra di Sandro Giulia ni l’obiettivo è di puntare nuovamente in alto e, a partire dal prossimo appuntamento di Imola, la livrea della sua mono posto si fregerà anche del “tricolore”. Ciccaglioni (nella fo to) sarà infatti il testimonial di una speciale iniziativa della Biblioteca Paroniana di Rieti (la sua città natale) per il 150º anniversario dell’Unità d’Italia: una mostra bibliografica, ideata e promossa dalla direttrice della biblioteca Gabriella Gianni, che verrà inaugurata il prossimo 18 maggio. Momento chiave: Alberto Contador, 28 anni, fermo per la foratura REUTERS Presagi E pensare che ieri — terza tappa, da Benavente a Laguna de los Peces, 157 km con due colli di prima categoria — Savini aveva solo cattivi presagi: «Il giorno prima avevo avuto mal di stomaco, non sapevo se avevo recuperato, e il percorso sembrava impegnativo». Sulla prima salita, Alto del Penon, Savini ha scollinato nel secondo gruppo, insieme con Contador: «Ma lui, a un chilometro e mezzo dalla cima, ha forato». Il gruppo si è ricompattato prima della seconda salita, decisiva, lunga (una ventina di km) RISULTATI Mollema leader Arrivo: 1. Filippo SAVINI (Colna go Csf) 157 km in 3.58’25", me dia 39,561; 2. Mollema (Ola) a 7"; 3. Pozzovivo; 4. Anton (Spa) a 10"; 5. Tondo (Spa); 28. Conta dor (Spa) a 2’50". Classifica: 1. Bauke MOLLEMA (Ola, Rabobank); 2. Tondo (Spa) a 3"; 3. Anton (Spa); 4. Pozzovi vo a 6"; 5. Cioni a 14"; 26. Conta dor (Spa) a 2’43". Oggi: crono a Zamora, km 11,2 ma pedalabile (pendenza media al 4%): «Tre uomini in fuga, il passo non era impossibile, mi è venuta voglia di attaccare, ma ho aspettato i -4. Ho ripreso i fuggitivi, sono rimasto da solo con Dario Cioni, e quando lui mi ha chiesto un cambio, io sono partito». Partito e arrivato: «Con un inizio di crampi. Ma felice. La solitudine è emozionante». Decisivo Per Savini una giornata da consacrare, per Contador da oscurare: «I miei compagni Richard Porte e Jesus Hernandez avevano fatto un il compleanno di M. PAST. 5 RIPRODUZIONE RISERVATA Poupou Poulidor, 75 anni Il più famoso di Francia mai una volta in giallo CONTRO ANQUETIL Una delle tappe più famose della storia del Tour: 1964, arrivo in salita sul Puy de Dome. Con mezzo milione di persone a bordo strada, Raymond Poulidor (a destra) e la maglia gialla Jacques Anquetil testa a testa per ogni metro della salita BETTINI CICCAGLIONI “TRICOLORE” NEL CHALLENGE F. RENAULT Filippo Savini, 25 anni BETTINI lavoro eccezionale per riportarmi davanti prima della salita finale. Ma lì, nel momento decisivo, a 1800 metri dal traguardo, ho forato ancora. Jesus mi ha dato la ruota, poi ho avuto problemi con la catena, non c’è stato più niente da fare, e ho preferito proseguire più tranquillo». Morale: all’arrivo 28˚ a 2’50" da Savini, in classifica 26˚ a 2’43" dall’olandese Bauke Mollema. Oggi penultima tappa, una crono di 11,2 km a Zamora. Contador: «Sarà un altro giorno. E spero di avere una sorte migliore». T Non è lui l’eterno secondo. Non può essere eterno secondo uno che, per dirne solo tre, ha vinto Milano Sanremo, Freccia Vallone e Vuelta di Spagna, e per dirne altre tre (che poi sarebbero cinque), ha vinto Parigi Nizza (due volte), Delfinato (due volte) e Gp Nazioni. Non è stato eterno secondo neanche al Tour de France: tre volte secondo, vero, ma anche cinque volte terzo, l’ultima quando aveva 40 anni. E se poi, comunque, fosse meglio arrivare secondi? Il primo entra nella storia, il secondo nel cuore. Così è successo a Raymond Poulidor, che ieri ha compiuto 75 anni. Da contadino a corridore, da gregario a capitano, da uomo a simbolo. Quello che lottava e sfiorava, quello che soffriva e sognava, quello che s’immolava eppure incontrava sempre — almeno al Tour — un altro corridore più veloce o più leggero o più svelto di lui. E con l’aggravante di un cognome che alludeva a vittorie se non a trionfi. In 18 anni di professionismo, in 14 Tour corsi, e in 12 finiti, non c’è stato un solo benedetto giorno in cui Poulidor sia riuscito a indossare la maglia gialla di leader. Nel cronoprologo del 1973 l’ha sfiorata per un niente quantificato in 8 centesimi. È stato secondo dietro ad Anquetil, e quando non c’era Anquetil è stato secondo dietro a Gimondi, e quando non c’erano Anquetil e Gimondi è stato secondo dietro a Merckx. Poulidor racconta che Anquetil, quasi in punto di morte, gli telefonò: «Non ce la farai neanche stavolta, arriverai secondo». Ma siccome il popolo lo adora, come se fosse un Garibaldi di Francia, da 20 anni segue il Tour con la camicia gialla di uno sponsor: e tra autografi e fotografie, tra ricordi e sorrisi, tra assaggi e brindisi, regala un istante di eternità. Perché non è lui l’eterno secondo no, ma eterno lo è già. Perché Poulidor è diventato un modo, un ruolo, un valore, una parola. Come Stakhanov, come Lapalisse, come Malabrocca. Sport e cultura, rivolta soprattutto ai giovani, è il messag gio diretto agli appassionati. Il Challenge Formula Renault 2.0 Italia scende in pista con la “storia” e per Ciccaglioni questo è un ulteriore motivo di orgoglio. Dopo l’esordio sta gionale di Monza, il 25enne driver reatino si prepara così ad affrontare il secondo atto del campionato in programma fra tre settimane sul circuito del Santerno. TEAM COSTA RICA E FACONDINI RACING INSIEME PER PUNTARE IN ALTO Il Challenge Formula Renault 2.0 Italia come campionato d’ingresso per i più giovani. È questo il concetto con cui il Team Costa Rica e Facondini Racing hanno creato una siner gia per essere anche quest’anno insieme al via della serie tri colore. Una “porta aperta” per i piloti centro sudamericani, con l’obiettivo di accompagnarli sempre più in alto, verso la Formula Renault 2.0 Alps e l’Eurocup. Sulla pista di Monza il messicano Luis Michael Dörrbec ker (classe ‘93) ha iniziato con due ottavi posti. Ma è da se gnalare anche il positivo debutto del 15enne costaricano Ja mes Adams (ottimo sesto in Gara 2) e di Angelo Mezzatesta, l’unico driver italiano tra le fila della compagine che si av vale appunto dell’esperienza di Maurizio Facondini e della competenza del team manager Eduardo Aguilar. Un discorso a parte merita la giovanissima Valeria Carbal lo (nella foto): il suo percorso dal kart alle monoposto si è concretizzato sul circuito brianzolo. Un tracciato difficile, estremamente veloce, su cui l’unica ragazza al via del cam pionato 2011 ha ben figurato, concludendo nona sempre in Gara 2. La sfida si rinnoverà a Imola il 7 e 8 maggio. www.renaultsportitalia.it a cura di RCS Pubblicità