Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
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Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
Mara Mauri Jacobsen La "formazione" della contingenza: Se una notte d'inverno e "racconto" il lacaniano sull'amore Il capitolo sesto, centrale in Se una notte d'inverno un viaggiatore, presenta, in "memoria" della tradizione retorica, un'importante chiave della "musa" di lettura. È classica "invocazione la musa" e alla capitolo dedicato alle varie metamorfosi il Lettrice di cui la prima, "la Sultana che, in base al contratto matri- moniale, deve ricevere una congrua dose quotidiana di narrativa, è una reincar- nazione di Sharazad . ." . come lettura la Lettrice mai appagato quaderno le una narrazione "in voci più pessimistiche, di riflessioni, in cui un cannocchiale ovvio immagini della è la nuova Sharazad che mantiene in vita col suo bisogno la narrazione; il . crisi", quella di un autore che sarebbe messo a scrivere un diario, un si non succede mai niente, solo i d'animo e suoi stati paesaggio che egli contempla per ore dal balcone, attraverso la descrizione del È la molteplicità delle matrice del desiderio da cui origina e verso cui tende la scrittura. In questo senso "secondo Ma (Segre 183). un trascendimento a favore della funzione stessa della Lettrice' ne costituiscono . ." (Se una notte 121). riferimento a Palomar e a quel "blocco" di Calvino nei confronti del "racconto" di cui Se una notte rappresenta L '"invocazione" la soluzione. al desiderio della lettura diviene la necessaria premessa all'inasprirsi delle difficoltà del "viaggio": qui la Inoltre, i al livello le incertezze dello scrivibile. possono essere letti come una rifrazione metaforico del romanzo di quella tematica dell '"incontro" che, vedremo, percorre ne, c'è meditazione sui dubbi e capitoli sesto, settimo e ottavo una sia storia (la i romanzi inseriti decima ed ultima che la cornice. di quelle inserite nella cornice) che merita particolare attenzione perché, riprendendo noti motivi calviniani, riscrive le del Bildungsroman e, subito mento" La tradizionale, 2 qui, in dopo, nella cornice, suggerendo "Quale come lettura parallela storia è quella di un La fina- il "depotenzia- delirio di potenza, di controllo, di possibilità assoluta, città scompare sotto lo sguardo vittorioso del narratore che cancella burocrazie e gerarchie, regole e situazioni re il storia laggiù attende la fine?" del pensiero del "racconto" lacaniano sull'amore. di creatività sterminata. ci, come Proprio in questa direzio- stabilite, impiegati e funzionari, passanti e sconosciuti: semplificare con palazzi e il uffi- mondo, elimina- impegni e costrizioni, ridurre all'essenziale, estrarre dal cumulo della fastidio- sa rete di relazioni obbligate il nucleo di piacere, di QUADERNI d'italianistica Volume XIII, libertà, di scelta, di "allegria". No. 2, 1992 8 Mara Mauri Jacobsen 21 È un'esperienza già descritta in Marcovaldo in "La città smarrita nella neve": svegliarsi ma un mattino e trovare mondo il trasformato. Non più del possibile, quello della creazione, della "scrittura": ". il regno del dovere non c'era la città . da un foglio bianco" (Marcovaldo 25). Qualcosa è però più, era stata sostituita cambiato: il . personaggio di vent'anni-dopo-Marcovaldo sa "giocare" con prie potenzialità. non è più possibile Il il dono naturale, la "neve" le pro- fortuita che crea lo spazio del desiderio; chi parla (e scrive) costruisce orizzonti e sa di poterli distruggere: "Ora mi spiego la sensazione che avevo d'essere andato più in là d'altre volte nell'esercizio di far sparire Ma la dissoluzione notte 251-52). che separa "baratro", "non si "burrone", il il mondo che mi mondo come il mondo, è ancora 1 '"evento", al di là dell'intenzione; oltre la fragile linea del il il mistero, "segreto" che il "sempre" dal "mai", '"abisso"; è, di nuovo, 1 circonda" (Se una nulla è pur come riescono a scrivere altro che parole astratte, stende tutto dal niente; è il "foglio di carta" il sempre si se tutti i ma nomi il su cui concreti fossero finiti" (254). Cesare Segre, a proposito "Un sogno, "Quale di probabilmente, che blemi dell'espressione letteraria il e, Il è sempre più vuoto ... il notte 252). Siamo dunque romanzi inseriti), come altri "La in momento, era il si . davvero" (Se una finito che caratteristica essen- 3 neve", per Marcovaldo spegne in un vorticar di mentale del possibile. La "natura", il sogno fantasia-potenza, tormenta che distrugge con il la caso, la circostanza, produr- avventure successive l'apertura di nuovi squarci, parentesi di "scrittura" in una quotidianità velocemente illuminata tra realtà e desiderio gli L'ambiguità fantastica è dall'illusione. "desiderio" e il la via di come pleanno del poeta, il ben vedere, suoi oscillamenti il sogno è realtà. fuga del personaggio. Per l'autore è già (o an- una notte d'inverno, si parla: sono il i far convivere nella loro irriducibile diversità. "lettura montaliana" in occasione dell'ottantesimo la scelta di Calvino (sono gli com- anni in cui sta scrivendo Se una notte d'inverno un viaggiatore), cade su "Forse un mattino vetro". Così i "nulla" sono invece sulla pagina, sono ciò di cui due opposti da coniugare, da 1977, Ma restano sconosciuti: la vita è sogno e cora) l'immagine di un'esperienza "indebolita". In Se Nel (e soprattutto) questo testo (e forse in tutto Calvino) mentre, a mio città smarrita nella lo spazio in ogni hanno già osservato, costituiscono una illusione-sovvertimento A ma Ma non riguarda in quell'area di "vertigini e oscuri presentimenti" ziale del percorso calviniano. ranno altri . Segre considera marginali parere, e pro- ai il vuoto dramma del suo protagonista è il "vuoto": ". mondo che io credevo cancellato da una decisione della mia mente che potevo rievocare neve abbastanza evidente rapporto mondo-rappresentazione o mondo-finzione il rapporto mondo-nulla. In modo prima ancora, della nominazione" (207). problema qui posto da Calvino (come negli solo di storia laggiù attende la fine?", osserva: riferisce in si andando in un'aria di commento: la molla che scatena il "miracolo" è l'elemento naturale, cioè atmo- sferico, l'asciutta cristallina trasparenza dell'aria invernale, che rende le cose tanto Se una notte d'inverno e da creare un nitide sfuma vetro è effetto d'irrealtà, quasi paesaggio il . . . s'identifichi che si stesso effetto). Il che l'alone di foschia che abitualmente peso dell'esistere lo spessore e È che scompare. fa diafana fino a sbocca nel senso del nulla (mentre . . L'aria- . in determinatezza del medio che la Leopardi è l'indeterminatezza che raggiunge lo O per esser più precisi, c'è un senso di sospensione . . . (1032-33) . senso di sospensione, aggiunge Calvino, è dato dal "Forse" iniziale. "Se" il con 219 vero elemento di questa poesia, e la città mentale in cui la situo è una città il di vetro, "racconto" lacaniano sull'amore il di cammino Come Se una notte d'inverno. Anche qui qualcuno che va, qualcuno in che resta sospeso per la nell'aria gelida dell'inverno, verso qualcosa durata di nove romanzi interrotti, fino ad un'ennesima al decimo in cui il "viaggiatore" approda che sorge e svanisce nel ghiaccio, nell'irrealtà dell'aria città di vetro, nella trasparenza del cristallo, degli elementi "determinati" e "diafani" di cui sono composte si le città di Marcovaldo e regge sul niente: "Salto da una sponda do ma solo gliati nel Il il vuoto; mondo il vuoto dietro il i all'altra, mente, castelli della sta sgretolando si il e in basso '"altra faccia" del "miracolo". non vedo alcun fon- Montale terrore di ubriaco") Miracolo è "me- mondo sparpa- (Se una notte 254). . "terrore di ubriaco" di me, con un / di ." . le Montale anche quest'ultima di nulla che continua giù all'infinito; corro su pezzi di panico del narratore è spalle, 1 calviniane "Città invisibili": le Come tafore d'assenza". nulla alle ("il mie che Calvino vede come contrapposta la rivelazione del nulla all'"inganno consueto" della presenza del mondo: "La scoperta è salutata dal poeta con favore . ma . . anche sofferta come vertigine spaventosa ." . . ("Forse un mattino" 1034). In "Quale storia laggiù attende la fine?", nell'ultima metamor- un Marcovaldo, per fosi del "viaggiatore", c'è il quale la scomparsa del quoti- diano è l'apertura dell'orizzonte del desiderio, e c'è un "ubriaco", che barcolla nella vertigine dell'impossibile: l'illusione, dall'altra la L'intero voragine romanzo Se una spazio dell'illusione. "pagina" in cui seriti il i il stende tra la realtà e si si sostiene sull 'acca- via di fuga del "Lettore" e della "Lettrice" è nella mondi possibili: la tensione è tra realtà e Ma immagina- nei romanzi in- personaggio è colui che vive sull'abisso del nulla. Per che è e quello che che ne stravolgerà cui tutti che nulla. la "quotidianità" della cornice e la "lettura" c'è lo è una facciata, lo "schermo" lico tra quello il e città invisibile, "villaggio" e "Castello". nella cornice mondo La iscrivono si rio, città visibile 4 lo spazio tra la realtà e notte d'inverno un viaggiatore Tra vallarsi di queste ipotesi. da una parte 5 su cui si sta per essere: muovono il "mistero", destino. L'"essere" è là, è quello che ma che segni rimandano non si può lui il punto di passaggio non appare, è quello a definire, afferrare. Tutto ciò è esplicito nella narrazione di Calvino: questo suo personaggio lo lo racconta dal momento in cui dice "Io", in cui si rivela nell'attesa tra passato e futuro, (16), le che aspetta in esistenziale che mentre come di limbo illuminato sospeso dei binari e della città nebbiosa" (14). si sa, colui che vive un viaggiatore "che ha perso una coincidenza" una stazione, "questa specie due oscurità del fascio il figure provvisorie in bi- Una tra situazione dichiara normale ("esperienza di tutti"), afferma la Mara Mauri Jacobsen 220 propria "differenza"; la differenza del "rischio", tuazione limite, sospesa tra romanzo; fuori dal il le 6 una del "pericolo" (16) di si- due incognite del passato e del futuro che sono con chi dice: "Io appunto mi trovo rischio di identificarsi qui senza un qui né un altrove" (17). L'Io che muove da un si romanzo inizio di morfosi, in lotta con un alter-ego, si all'altro è al come vive confine di una meta- La "bifronte". "vertigine", "precipizio", la "breccia", lo "squarcio", sono ciò di cui esiste: è del vuoto, l'equilibrista dei che richiama (35). fili sospesi. In "Fuori dell'abitato di "senso della perdita, lettore sul il magica formula di passaggio mondo di come non natura vera delle cose lui la cercare "la breccia, uno squarcio irreparabile" mondo la fine del da un era avve- d'una metamorfosi, forse "Senza temere (66). In ne": "In un turbamento che dura un istante, un la rivela "solo nello sfacelo" (56); af- si d'un'evasione, via Montale è di facessi che precipitare resurrezione" (63); sente che nell'ordine perfetto dell'universo sente: lui dissoluzione" In "Sporgendosi dalla costa scoscesa" scri- e in ognuno arrivassi poco dopo che all'altro nuta" (55). Per ferma Malbork" è la vertigine della che nel commento calviniano al nulla. aver "provato un senso di vertigine, di il protagonista suo viaggio nel futuro inizia con una porta aperta su "una nuvola di vapo- Il re nell'aria di gelido vetro", quella ve il mi pare di stare il si d'una è "aperta una vento e la vertigi- sentendo quel che lei che ogni vuoto continua nel vuoto, ogni strapiombo anche minimo dà su altro strapiombo, ogni voragine di linee sbocca nell'abisso infinito" (82). In "Una rete che s'allacciano" vorrebbe trasmettere "il senso d'essere indifeso, senza riparo in presenza di qualcosa che ci raggiunge da spazi estranei e sconosciuti" (133); mentre nell'inizio precedente, "Guarda in basso dove l'ombra s'addensa", avverte che la banalità di quella storia è una strategia narrativa per indicare indi- rettamente la foresta "che s'estende da tutte le parti e non lascia passare la luce tanto è folta" (109) del narrabile che resta al di là del romanzo: le "altre storie che potrei raccontare e forse racconterò o chissà che non abbia già raccontato in altra occasione ." . . (109). Insomma, raccontandosi e riraccontandosi, il viandante-narratore, lo "Scrit- tore"-personaggio (quel "lui" che diventa immediatamente "io" stante i perdersi "pericoli" e il i "tu" del Lettore, dell'autore implicito, tanti "rischi", il come ed anzi a causa il quello dell'universo dei dialoganti e degli interpre- lettore: il dettaglio: perché "il voce narrante che si narra, 8 Può cambiare romanzo" è da una stazione gna, da una città dell'Est, da un si chiama "romanzo"), que- la stessa storia. un nome ripetuto da una stesso vocabolario, la stessa situazione. circostanza, riflette altri so- lo scenario, l'ambiente, la in realtà "i di provincia, campus americano o Le "tracce" storia all'altra, lo romanzi"; da una cucina dal ma di questa campa- Giappone ha una sola avventura da raccontare. La vicenda è personale, individuale "specchio che che vuole "lei" della Lettrice, l'"io" dell'autore vero e quello dunque, finisce per riscrivere sempre no seminate ovunque per perché nono- di essi, è in quell '"io" che ruotano dentro e intorno a ciò che nel testo sto scrittore 7 ma insieme specchi", "caleidoscopio dei destini", perché, in Se una notte d'inverno e il quanto spazio del romanzo non "racconto" lacaniano sull'amore come è, ci l'altrove: è la zona bianca, è "romanzo" pone qui come negazione si dell '"incontro" e della Come possiamo ricorda protagonista, né il accettare, trasformandolo, il della "contingenza"; si . Una zona . Cosa è questa forza che destino? dell'esperienza è avvistata da Nietzsche: C'è un enigma da potrebbe credere monte o di —un'esperienza eccezionale. Il faccia l'altra verifica nell'esperienza: permette di essere deboli, e questa nuova debolezza che sembra . qui né il l'attesa tra "la città" e "il fascio dei binari". "trasformazione" che abituali, le categorie normali. 221 lì non valgono più non riguarda sciogliere: e Non misure le —come si cima al c'è bisogno di salire in scendere nel fondo dell'abisso. L'esperienza è ci forza più grande? la ogni la nostra, quella di giorno. (Rovatti 33) problema affrontato qui da Pier Aldo Rovatti è Il romanzo nel pre" e come coniugare di Calvino: "mai", l'illusione e il cui l'ordine diverso?: si "È incontra col disordine, possibile È la realtà. il lo stesso che prende e l'impossibilità, la necessità possibile un sapere "globale" con un sapere della contingenza?" il il "sem- di quella regione in "locale", l'uguale E (39). forma con il domanda questa la che Rovatti individua (dopo Nietzsche) in Peter Handke come in Michel Serres e in Jacques Lacan. In Handke come insieme ciò che balza in primo piano è la "normalità" di "banalità", di azioni apparentemente insignificanti, legate tra loro da scarti casuali, da piccole "catastrofi" che spiazzano: "Piacere cile conquista di la 'normalità' è un tale piacere appunto oscillante di piccole che è normale: di ciò che pure sembra a portata di mano vissuti", ma non l'atomizzazione intacca del . .". . quotidiano. nell'esperienza è fatto di "incontri" e di "accordi" mancati. di accordi sale il ma . diffi- Scoprire Ma si C'è un per"deposito il Il tratta viaggio davvero mancati o dell'unico accordo possibile a partire dalle differenze? Così per Serres perde meta. Per . spezzettamento dell'esperienza, tessuto la scoperta dello mosse che esige un'osservazione diversa corso che è insieme "casuale" e "significativo"; c'è la "memoria", dei . di significato il viaggio lineare, razionale, verso una 9 il suo Zenone non c'è più Elea: ha capito che singolare, che "il 'globale' è un la ragione non è univer- 'locale' storicamente sedimentato", che viaggio non ha sbocchi, che "Elea (cioè la nostra identità) sta piuttosto nel viaggio stesso: in una randonnée, dice Serres, un girare, un giro, un andare in giro, ma anche random, caso, que che il bisogno scelta, chance, e certamente rischio" (38). Ecco dun- comprensione di quell'altro senso che non è si sposta dall'"ordine" verso riducibile a "vita" e alla "storia" vuol dire assumerne la complessità: sordine non ne sono fora è sempre domanda il i residui irrazionali, viaggio: è una e, indirettamente: stiamo muovendoci?" (39), "E possibile il "disordine", a ma le chiavi di ". . . alla contingenza e di- accesso" (39). La meta- nuova "iniziazione" con diverse "prove". Se di Rovatti e di Serres diventa contingenza?" il un modello. Rivolgere lo sguardo la dunque: "È possibile un sapere della "Riusciremo a comprendere entro quale viaggio romanzo di Calvino prospetta una questione simile: una 'formazione' della contingenza?". Mara Mauri Jacobsen 222 romanzo come "iniziazione" è Giuliano Gramigna che Sul di Calvino: "Potremo costruire romanzi manzo come si romanzo sono gioca a scacchi, con assoluta un quelli di che abbiamo dentro e fuori Se una notte d'inverno ci . . lettore, finirà ... ." (5). E . . ci riporta le parole potremo giocare al ro- siccome romanzo il finirà per coinvol- in quale direzione collochi la ricerca di si viene suggerito da Calvino stesso in quel capitolo 8 che La crisi di nell'impossibilità di coniugare da Segre) la totalità sia contenibile nel linguaggio; non-scritto, non-scrivibile" (181). il E il "descrivere" l'istante come il romanzo si era con Lacan, mio problema situa "Ma del non-scrivibile che io lo vi- non credo è ciò che resta fuo- primo programma, quello il Palomar praticamente testimonianza del non-scrivibile. È con si si ancora, e sempre, la parabola di Cal- vino dalla "nausea" alla "vertigine", e se diventa "nucleo gene- due "programmi" opposti: da una parte c'è vo"; dall'altra, lo stesso scrittore "insoddisfatto" che afferma: ri, il il "senso" dello scrittore Silas Flannery che dice "La sola verità che posso scrivere è quella dell'istante che scrittore che schemi del gli per rimettere in gioco tutto quello costituisce (secondo le dichiarazioni dell'autore citate rativo" del romanzo. . Ma lealtà. rito di iniziazione malgrado autore e gerci nostro 'artificiali' si esaurito, 10 la sfida di di oggi fa contingenza; della contingenza 11 ricorda Rovatti, che ci troviamo a "costruire" là dove le teorie ci indeboliscono. Se non sono più ragioni ci forti questo non significa la perdita totale del senso. Si tratta di guardare all'esperienza: "Necessità e impossibilità, dice Lacan, possono, anzi devono coniugarsi: l'una e mutano identità. E il nel loro tagliarsi, l'altra, soggetto con loro" (40). Per Lacan l'importante di ciò che è stato rivelato dal discorso psicanalitico è nel rapporto tra consci" si il sapere e l'amore. incontrano: È d'amore che due "saperi nel rapporto in- sapere inconscio della "necessità" (della idealizzazione il dell'amore nel "sempre") e dell '"impossibilità" che è invece del reale. Lacan definisce con la formula "non cessa di scriversi" reale. Il un "godimento" sempre inadeguato rispetto genza", definita da Lacan momentaneo di come sioni e di costruire su di ciò tra in grado Il necessario, il un "senso" che non non È in questo vista si da Lacan come presenta né ma si "dramma" e risultato il prodotto come rinuncia né sull'occultamento conserva in sé la traccia di negazione al di "destino". momento di "sospen- sussistendo che nel 'cessa di 'non cessa di scriversi', non non cesserà" (Lacan 146). Questa condizione viene termini di "contin- infatti opera in un momento che "Ogni amore, non scriversi', tende a far passare la cessa, il "sempre", viene assunto nella contingenza nell'unica forma possibile, come "sostituzione" che sione". La scriversi", è di "riconoscere" impossibilità e illu- suo "incontro" non sorge Il il quei due opposti, reso possibile dal loro dell'impossibilità o sulla rinuncia all'illusione, entrambi. non non è una conoscenza, da "sapere inconscio". La contingenza sembra una "maturità" dell'inconscio come compromesso. al ciò che "cessa di una conciliazione reciproco indebolimento. di "necessario", che il reale è caratterizzato dalla "impossibilità", cioè da descritta da Lacan in Se una notte d'inverno e il 223 "racconto" lacaniano sull'amore come Necessità e impossibilità sono agli antipodi, il "sempre" e "mai". Ep- il pure sono entrambe qualità dell'amore (come di ogni "esperienza"). L'incontro ma avviene nel "momento", nel "qui" e "ora" della contingenza, per attuarsi ha bisogno dell'illusione di eternità e, insieme, della consapevolezza del limite del È reale. un momento come "riconoscimento", di dice Lacan, di questi due e- stremi e di "coraggio" nell'accettazione di un destino. L'incontro crea nel si "sapere" che la fuga verso l'illusione assoluta del "sempre" porta all'idealizzazione mancato; dell'incontro l'ancoraggio al è '"impossibilità" 1 presente, che crea la contingenza: ". del . . reale che permette qui non c'è altro che in- contro, l'incontro nel partner dei sintomi, degli affetti, di tutto quel che in cia- scuno segna la traccia del finitamente quanto qualcosa ... si suo esilio al livello iscriva nel destino di tingenza alla necessità, ecco (Lacan . il . qualcosa ma incontra che si ognuno ... Lo spostamento di sospensione cui ogni amore opera una sostituzione: si "sempre" (ma nella consapevolezza della sua impossibilità) e Si chiede Rovatti due tracce d'esilio che cosa mantenga "non esplodano estranei e lontani" (41). È sità assoluta e Così è per la realtà onnipotente il non ." . . la si ci . si in- dalla con- . attacca" si illude si del coglie l'"ora". contingenza, che cosa permetta che le non diventino in direzioni opposte, appunto l'indebolimento del sempre, è zione" di cui parla Nietzsche; è senza limite: "Se può variare che, per un istante, dà l'illusione che . punto Nell'inconscio 145-46). . del sapere, la veri esili, "modera- peso del reale che impedisce l'illusione del il rivelasse impossibile, crederemmo nella neces- (Rovatti 41). protagonista di Calvino nell'ultimo dei romanzi interrotti di Se una notte d'inverno un viaggiatore. Si intitola "Quale storia laggiù attende la fi- ne?" ed è una storia sull'incontro del sempre e del mai, del necessario (ciò che non ha fine) e dell'impossibile (ciò che deve finire). Il spetto della voce narrante che ha preso la forma finire, la un personaggio-scrittore so- di speso nel labirinto del proprio racconto) deve finire Il romanzo deve deve concludersi. La voce narrante (quell'a- storia del Lettore e della Lettrice il proprio discorso. discorso è una parabola che parla dell'illusione del potere, del controllo as- soluto che sull'esperienza, scontra con si "riconoscimento" nasce T'incontro", con ciò che è "fuori" dal romanzo. gno dell'inconscio che il Il il realtà la rapporto con romanzo 12 del l'altro, limite. con Da diventa allora in Calvino Lettore e la Lettrice attraversano per riconoscere sorietà della "via di fuga" dell'infinita possibilità e l'abisso del niente. "formazione" che Bildungsroman li porta a quello che apparentemente è vano il il il re- l'illu- E una finale tradizionale del classico. Secondo Franco Moretti: glese, e nella questo la quotidianità, ". . . nel 'romanzo familiare' della tradizione forma classica del Bildungsroman — le loro senso nel condurre ad un finale particolarmente marcato — retorica teleologica in- trasformazioni narrative tro- a dare senso agli eventi è sempre e soltanto il . . . Questa — loro scopo è l'equivalente normativo del pensiero hegeliano, cui l'accomuna d'altronde una spiccata vocazione normativa: gli eventi acquistano senso nel condurre a uno Mara Mauri Jacobsen 224 scopo, e uno soltanto" (16). È un romanzo che Moretti assimila alla "favola" mutamenti e sappiamo come nella sua ricerca delle certezze contrapposte ai la favola sia l'eterno modello invocato a proposito della narrativa di Calvino. Questo è particolarmente vero nel caso di ferimento nale "e vissero felici e contenti". con dell'identificazione "rischio" di cui il 13 Ma c'è T'accordo" è T'incontro", trimonio, Se una notte d'inverno e soprattutto una differenza: il protagonista dei "romanzi"; il . che altro è . Se una in notte, la perdita del un "rotolare ma- come il fuori centro": centro se non la dichiarazione, la sanzione che La il dell'accettazione del personaggio parla nel presentarsi, nel riconoscersi ro "forte" è ormai insostenibile? in ri- tradizio- il un "attraversamento"; di risultato portatore di una dimensione in bilico sul nulla, di . con finale, direttamente identificato dai più matrimonio al pensie- il situazione tipica del pensiero "forte" è infatti si pensa sono solidali: si tengono una corrispondenza speculare. La situazione che Nietzsche vede è caratterizzata, invece, dalla possibilità di perdersi: l'uomo è giunto dinanzi a un limite, un passo oltre e potrà sprofondare, perdersi completamente. Il luogo in cui il quella in cui pensante e pensato, chi pensa e cosa in una stretta, in riattivarsi è avvistabile solo di qui, senso potrà Per Rovatti l'alternativa è rinuncia (dichiarare invalicabile questo limi- tra la e l'avventurarsi in un "cammino" te) cammino", un cammino drammaticamente. (Rovatti 29-30) difficile. di cui l'ultima storia personaggio di Calvino è "in Il sembra indicare il "senso", la pos- i nove precedenti sibile direzione. Anche questa storia c'è un incontro, quello che in in tutti ma romanzi interrotti è sullo sfondo: un incontro potenziale, bile; un incontro mancato: due "tracce d'esilio" che esplodono in direzioni opposte. Perché e l'abisso del mai: quel rapporto è su cui invariabilmente si "romanzo"? Ma la ricerca del sfiorano, si personaggio vive "tutto" verso cui corre È questo il romanzo è tra la il si mancano, fuga del sempre romanzo e il niente "vero" viaggio? Quello che Lettrice vanno cercando investendo Lettore e la del il sospende. il in realtà impossi- il la "quotidianità" nella ricerca in realtà la ricerca del suo finale. C'è bisogno di "finale", c'è bisogno di "incontro". Così il "limite" e tracciare possibilità infinite vuole salvare qualcosa del suo mondo: la "possi- la realtà di protagonista di "Quale storia laggiù attende la fine" nel suo cancellare il minuta, limitata, soffocante, nel suo tentativo di cancellare bilità" dell'incontro, suale, non ... né io né lei sgombrato Franziska qualche il ci si modo . . . senza i deve restare tale, ca- limiti della realtà. facciamo mai nulla per provocare un incontro; forse perché sappiamo la stessa cosa. campo da Ora, in un mondo semplificato e ridotto, in cui tutte quelle situazioni prestabilite veda più spesso implicherebbe una relazione definita, magari in vista di un matrimonio questi condizionamenti piacevole ma definita; reale che non sarebbe più sia una possibilità che nelle sue intenzioni (248) . . . . per cui tra noi . . il fatto che io e che andrebbe in una volta spariti tutti l'incontrare Franziska dovrebb'essere ancora più bello e Se una notte d'inverno e Ma il "nulla" ha preso il "racconto" lacaniano sull'amore il sopravvento sul "tutto", 225 la possibilità illimitata si è trasformata nel suo contrario, l'incontro svanisce con la scomparsa del suo contesto reale: ". . . mondo amico e ostile, le cose di cui rallegrarsi o Lo penso con tutte le mie forze ma ormai so che esse non presenza del la contro cui battersi .... bastano a farlo esistere: il nulla è più forte e ha occupato tutta la terra" (253). Quella che nella formula lacaniana è soluta che per scriversi": Ma il un momento ha "non cessa il illuso il di scriversi", la creatività as- protagonista, è ora "non cessa il di non vuoto, l'assenza. è proprio qui che Calvino, con un gesto in extremis, ci restituisce la con- tingenza. C'è un salto nel vuoto, nello spazio che mondo "incontro", su quel ve non si si riescono a scrivere altro che parole astratte decide, che afferra, che crea una nuova "scrittura". momento, che quella del verso di rotolare momento nel spalanca l'uomo e tra "una crosta gelata", a un "foglio ridotto a si ." . . Non illude di essere È (254). il suo di carta do- quel balzo che ma la scrittura eterna, il "sempre" pur sapendo "mai". il Nella prima parte di Se una notte e soprattutto nel capitolo settimo, Calvino stabilisce tato. un parallelo tra lettura e is that reading, like sex, allow escape from separateness for either reader or author doomed lationships are therefore just as Non . . "Non c'è rapporto sessuale perché 'a' così Calvino) il —perverso da un — Lacan si quale af- il godimento dell'Altro preso come lato, in quanto l'Altro e dall'altro, dirò folle, enigmatico" (Lacan 145); non re- to failure as sexual relationships" (152). corpo è sempre inadeguato all'oggetto does not Reader-author . c'è dubbio che qui Calvino sia sulla stessa posizione di ferma: commen- rapporto sessuale su cui molti hanno Così Wiley Feinstein: "Calvino's doubt si riduce ma Lacan (e ferma qui: "Non è forse dallo scontro con questa impasse, con questa impossibilità da cui messo definisce un reale, che è si alla prova l'amore? Del partner, l'amore può realizzare solo ciò che ho chiamato con una sorta di poesia, per farmi intendere, il coraggio, nei confronti di questo destino fatale" (145). "Labor of love", ricorda Teresa de Lauretis, è la definizione di Calvino del ci "lavoro della scrittura" (82) ed è qui che in Se una notte tra la rapporto sessuale non coincida con ma si vicenda dei protagonisti e T'incontro" autore-lettore. stabilisca invece il il stabilisce Non finale del libro (è infatti a il rapporto è un caso che metà il del testo), parallelo tra due ricerche che continuano: per la Lettrice quella del "partner fantasmatico", deH'"apocrifo visitatore dei suoi sogni" (Se una notte 156); per lo "scrittore" quella della sua "vocazione": "Forse la mia vo- cazione vera era quella d'autore d'apocrifi, nei vari significati del termine: per- ché scrivere è sempre nascondere qualcosa perché venga poi scoperto; perché verità che può uscire dalla mia penna è come una scheggia grande macigno ma . frammenti ficile di no non . tanto, come ." (193). Dal "piacere del testo" al testo di verità. Il altri la da un come conquista parallelo testualità-sessualità è Feinstein ed un invito ad andare saltata via dif- dunque per Calvi- hanno osservato, un pretesto per umorismo, oltre. D'altra parte anche Segre metteva in guardia contro Mara Mauri Jacobsen 226 un'interpretazione statica: "Tuttavia la forte emergenza dell'eros, così riflessioni sul manqué, ma presenza non dichiarata la come le evidente del concetto di pulsione, ci insinuano che sarebbe parziale, e in sostanza falsa, un'interpretazio- ne statica ri libro è invece percorso Il Il Lettore e la Lettrice imparano la lezione e come qualcuno ha vino, non è così. Lettore e della Lettrice: gne sua luce. la Ma si Il 14 difficili. "Un grande avventure in La difficile, le vostre letture Il viaggio, metaforizzato da Calvino nella let- "finale", l'incontro, è mondi sempre provvisorio, riapre su orizzonti si la O il E nei sogni, nei miti, nelle illusioni. conoscenza del nostro essere in riferimento a Nietzsche: ". . romanzo è la stessa una di uno stare che può produrre ugualmente lo sviluppo della massima potenzialità e definitivo sprofondamento. forca senza soluzione. Non Le due è più una dialettica, rietà essere la ma un cammino che possibilità stanno insieme: questo bilico è, Come può Nietzsche, la situazione dell'uomo contemporaneo. massima forza?" (31-32). La forza identifica si bisogna aggrapparsi ad un appiglio per non cadere, permette di coniugare nell'attimo di contingenza la il in bilico. l'immagine è quella . la viaggio nell'inconscio, situazione di equilibrio instabile su una piccola superficie d'appoggio, in bilico che possibili, l'altra faccia della quotidianità, l'unica rinnoviamo da Rovatti armonia raggiunta: di mai raggiunto completamente, richiede un situazione rappresentata da Calvino nei dieci inizi di descritta Ma sceneggiatura sommessa, non lontana dal malessere degli negli inferni, nelle paure degli abissi. in cui "lieto fine". matrimoniale accoglie renda vivibile. La lettura è qui un percorso iniziatico, è luogo un di presenta la nuova quotidianità del Nessun trionfalismo, nessuna favola viaggio complicato" (Rovatti 36). Il comunque Lettore continua solitario: sta per finire Se una notte d'inverno "L'accordo è comunque tura, continua. letto ci sposano. Troppo banale per Cal- si trattasse Ludmilla, l'infaticabile Lettrice, è stanca di leggere e spe- E una un viaggiatore. Amori osservato, se L'ultimo quadro della cornice parallele" (262). di da turbamenti. Anche da vertigini e oscu- presentimenti" (209). ma si il bi- secondo una simile preca- con la debolezza: è questo appiglio che pesantezza e la leggerezza, di attraversare la "vertigine" per conoscerla. E 1 il "matrimonio" finale una resa alla realtà e alle sue convenzioni o, come '"incontro" di Lacan, un esempio di quella traccia di conoscenza che permette l'esistenza del reale, di quei nuclei di esperienza che un desiderio e la si creano tra l'intuizione di percezione del suo limite? Questo "sapere della contingenza" l'amore" (146). Per Calvino è è, per Lacan, la possibilità di "il destino e un diverso il dramma "finale"; di del- una diversa "formazione". University of California at Berkeley NOTE 1 Per quanto riguarda il personaggio della Lettrice cfr. anche Ferretti il quale vede in Lud- Se una notte d'inverno e milla tore personaggio centrale di "il medio disinteressato, "racconto" lacaniano sull'amore il tutta l'operazione" ma anche 227 come adulazione (130) intesa del let- aproblematico, per una precisa scelta di mercato. Non condivido questo giudizio che non mi sembra motivato né dal testo né dalle dichiarazioni di Calvino (riportate da Ferretti). Direi invece che la scelta di "medietà" della Lettrice (e del Lettore) va nella direzione di quella "normalità" che vuole essere la caratteristica dei due protagonisti della cornice contrapposta inseriti. Inoltre Calvino gioca con "romanzesco" dei personaggi dei romanzi al immagini dei media le sua Ludmilla è (la la donna rap- presentata e presupposta dalla pubblicità e dalle riviste femminili: cfr. descrizione scoper- tamente leziosa 143-44), e con gli stereotipi (vedi la sorella-antitesi Lotaria). "sublimazioni" di Calvino sono sempre relative e se c'è una "musa" non è la "lettura". Per un discorso più generale sul ruolo della Musa Insomma le ma la Lettrice ispiratrice nella letteratura, vedi Maria Corti 9-11. Scrive Luisa Guy che cornice la ". openness suggested by ironically negates the idea of . . Secondo questa interpretazione the ten unfinished novels" (66). Lettore e la storia del della Lettrice ha un finale tradizionale dato dal matrimonio e dalla conquista del tesoro perduto, in questo caso ma romanzo il (non abbiamo nessuna garanzia che ro il romanzo finire ricomincia), e trice, se sarete si propone di finire nell'ulti- Calvino mi sembra molto più ambigua mani del Lettore questa volta libro tra le il Lettore il sia davve- meno che riesca, come noi, a finirlo: la storia più che matrimonio finale, come anticipa a metà del romanzo la voce nar- Calvino né tanto di rante, è solo la Calvino che di Ma la "conclusione" di pagina di Se una notte. il promessa di una "debole" e provvisoria armonia: "Domani, Lettore e Let- come una coppia insieme, se vi coricherete nello stesso letto assestata, ognuno accenderà la lampada al suo capezzale e sprofonderà nel suo libro; due letture parallele accompagneranno l'approssimarsi del sonno; prima tu poi tu spegnerete la luce; reduci da universi separati, vi ritrovate fugacemente nel buio dove tutte cancellano, prima che sogni divergenti vi trascinino ancora tu da una parte e lontananze le tu dall'altra si ." . . (157). Vedi Paolo Fabbri: cerca e del suo stile ". . . nausea e vertigine: . ." . so secondo cui: "L'essere tificarsi con il con nulla, il i cui senso "In modo qualche un'alternativa al mondo patemi si gioca reale, la ed in La fine posta della sua ri- come rinchiuso fra termini i 129). possibile verità la all'interno di quel discor- recuperare è un essere che tende a iden- si tratta di caratteri effimeri dell'esistere, della nascita e della morte" (Vattimo, Vattimo: tra questi È una ricerca che colloca Calvino (28). dell'arte consiste nel presentare questo senso la chiamo illusione" (Filosofìa 59). Vat- timo riprende da Heidegger l'idea dell'esperienza estetica come "dislocazione", come "rappresentazione di una molteplicità di possibilità di esistenza che rendano te la nostra singola esistenza" (64); una delle sue ultime interviste. A Borges anni prima ("Perché tenta in il Nascimbeni che gli poneva la stessa di figurarsi altre vite diverse dalla un certo senso, vorrebbe essere stato 'con i Borges (che affermava scersi nella risposta di meno cogen- che concorda con quanto dichiarato da Calvino domanda in rivolta a sua? Perché anche lei, bisonti dell'aurora'?"), rispose di riconodi inseguire quelle fantasie perché era un po' stanco di essere Borges) aggiungendo: "Sono sempre insoddisfatto. Cerco di immaginare dove mi avrebbe portato re ai libri l'altra strada, quella che non ho scelto. Così, anziché pensa- che sarebbe naturale scrivessi, mi capita di pensare posso scrivere, ai libri che scriverebbe un altro . . . Ma c'è di . tela che non so e non desiderio, la necessità . dizionalmente resa da poeti e drammaturghi con metafore tuisce al il ." epoca in maniera più rivelatrice (3). Montale e Calvino così commenta: "L'illusione del mondo veniva di interpretare la nostra L'immagine è ai libri anche mondo come teatro il mondo come il il tra- nostro secolo sosti- cinematografo, vorticare d'immagini su una bianca" ("Forse un mattino" 1037). Per Calvino notte, diventa la "pagina bianca": teatrali; la metafora, da Marcovaldo a Se una mondo come romanzo e il romanzo come "mondo". L'uso da parte di Calvino del termine "rischio" per designare la condizione del perso- 21 Mara Mauri Jacobsen 228 sua funzione di mediazione tra il lettore (e l'autore) e ciò che resta inconoed è questo qualcosa d'altro che rende rischioso identificarsi con me, per te .", Se una notte 16), non sembra casuale. Cfr. Vattimo, Al di là e per lui autore naggio-io e la scibile (". . lettore . . . ". del soggetto: perché la . . Heidegger analizza anche sua funzione è quella di mettere diazioni, in relazione al Caos originario ... temporalità vissuta, incontra come 7 nulla e il il il condizione del poeta la mondo il me- che l'alterità radicale proprio essere-per-la-morte, physis e gli si dà silenzio" (90). il suo suggeritore": "La cultura moderna ha elaborato quemolto ingombrante e scomoda che è l'io. Lo scrittore, sapendo di avere un problema: o di scrivere con l'io, convincendosi che l'io sia uno strumento pone io, si il della scrittura; oppure di Se una non sapere dove metterlo, questo notte, questo io identico e diverso gramma annunciato da Silas Flannery, un altro io, un'altra voce, mondo illeggibile, altro nome, personaggio-scrittore che nel il ma rinascere; senza centro, senza io" (180). dello stesso Calvino nell'articolo citato: ". me . . il mio scopo Vedi inoltre Segre: notare che come in è di catturare nel libro il in cui mette mano un personaggio che è un se a stes- . Zenone del viaggiatore, la felice la .". . "Per questo è facile rilevare scano a rappresentare una compatta unità Da romanzo prende discosta dalle conclusioni si momento lo scrittore al Per ulteriori esemplificazioni dei rimandi da una storia (7-9). (5). In stesso e trovare per ogni libro un che non Il un'opera indossa una maschera, assume una voce, entra so speciale durante la scrittura" io, e molteplice diventa la traduzione del pro- uno parola in quanto scrittore: "Anch'io vorrei cancellare 9 come poeta, incontrando l'essere il Cfr. Calvino, "Il romanziere e sta categoria 8 in termini di rischio, dell'esperienza articolata, delle come di all'altra come i vedi Nuccia Bencivenga romanzi dieci inseriti . . . rie- di esplorazione "(208). Elea compare anche nel testo di Calvino, all'inizio della vicenda parola d'ordine che avrebbe permesso conclusione del viaggio. Ma la riconoscimento dell'altro e il parola non sarà mai pronunciata e il viaggiatore, Zenone di Serres, rimane senza meta, nel "caso" e nel "rischio". 10 A proposito di Palomar come progetto precedente a Se una notte d'inverno un viaggiatore vedi il mio recente articolo "Palomar e il viaggio di Calvino dall"esattezza' alla lo 'leggerezza'" (Italica, Winter 1992). Per una discussione sulla visione della scrittura 1 vedi 1 II il Calvino-Flannery "al limite del sacro" in saggio di Olds. romanzo che notte d'inverno, il Lettore e la Lettrice leggono in quanto personaggi, come romanzo letto dal lettore reale che, distanza dei "lettori" e degli "autori" 13 Cfr. tra gli marry and altri JoAnn Cannon: "In live happily fittizi, this percorre most ever after" (108). Per il is Ma Calvino avrebbe scelto una strategia così perdente per dimostrare letteraria dialogo tra il il testo e il unsuccessful; rather than merely underlines the degree to which it the text cannot be controlled or closed by the author" (108). di proposito usi la più mediazione e boy and girl Cannon questa conclusione esprime il de- bringing the text back within the author's sphere, Calvino anche Se una traditional of possible endings, la diventare portatore di significato: "But this strategy sua produzione critica e la proprio viaggio nel "romanzo". siderio di Calvino di incorporare la parte nel tutto, di controllare lettore, di ma pur attraverso non il si capisce perché contrario di quanto la andava da tempo affermando. Mi sembra invece che banale e scontata delle chiusure proprio per sottolinearne la valenza completamente diversa nel contesto di questo romanzo e di quella condizione postmoderna a cui continuamente si richiama. Se avviene è proprio perché avendo perso sta la strategia di desiderato, come Calvino nei romanzi il romanzo si iscritti come riferimento agli può essere di nuovo momentaneo, soluzione provvisoria, esperienza contingente molteplici esperienze. Per una interpretazione della "favola" di Calvino orientata nel senso del "caos" e della "molteplicità" vedi II e definitorie (ed è que- nella cornice), equilibrio destinata ad aprirsi su altre 14 conclude, se l'"incontro" le caratteristiche definitive Amori difficili il seggio di Beard. è di Teresa de Lauretis nel saggio citato in cui discute Se . Se una notte d'inverno e il 229 "racconto" lacaniano sull'amore una notte d'inverno un viaggiatore come rifacimento postmoderno La questione quella raccolta: "L'avventura di un lettore". Lauretis è quella della rappresentazione della donna: ". re-contained within the frame of the book as merely a character to a portrait, an image, a figure of the male imaginary . . dei racconti di the female reader here . . uno di centrale qui affrontata dalla de is finally man's fiction, reduced È un discorso molto im- in ." (82). portante e complesso che merita una trattazione a parte, e in riferimento a tutta la produ- Mi sembra infatti che tutti i personaggi femminili di Calvino, dalla VioBarone rampante, alle donne delle Cosmicomiche e delle Città invisibili come di zione di Calvino. la del Sotto la ni, come sole giaguaro, quei personaggi "positivi", "femminili" e "intelligenti", che, il Ludmilla Se una notte, hanno mandato di abbiano, chi più chi meno, sumere in "istintività", in visibilio la maggior parte dei critici-uomi- gli attributi stereotipi della femminilità che possiamo rias- "forza naturale" contrapposta raziocinio maschile. Questo è al particolarmente evidente in Se una notte perché Ludmilla viene affiancata dalla sorella "The Non-Feminine Woman", Lotaria, a feature that in Italian literature e la critica since Pavese . . Mi sembra però che proprio l'insistenza di modo tipicamente postmoderno di "prendere le (76). raria e l'immaginario dei media e spingendo "altre" donne oltre la perfezione cercare gli "altri" finali oltre è poi risultato a cui arriva il il il da copertina "lieto fine" di scrittrice has . femminista dalla voce roca: come to ". . denote symbolic castration" Calvino sugli stereotipi potrebbe essere il distanze", riscrivendo la tradizione lette- lettore a decostruirne di i feticci: Ludmilla e l'aggressività a cercare le di Lotaria; a Se una notte d'inverno un viaggiatore. Che Teresa de Lauretis nella sua decostruzione del personaggio di Lotaria. OPERE CITATE Beard, P. W. "Once upon a Time in Calvino's If on a Winter's Night a Traveler". Italian Quarterly 115-16 (Winter-Spring 1989): 55-63. 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