Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne

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Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
Mara Mauri Jacobsen
La "formazione"
della contingenza:
Se una notte d'inverno e
"racconto"
il
lacaniano sull'amore
Il
capitolo sesto, centrale in Se una notte d'inverno un viaggiatore, presenta, in
"memoria"
della tradizione retorica,
un'importante chiave
della
"musa"
di lettura.
È
classica "invocazione
la
musa" e
alla
capitolo dedicato alle varie metamorfosi
il
Lettrice di cui la prima, "la Sultana che, in base al contratto matri-
moniale, deve ricevere una congrua dose quotidiana di narrativa, è una reincar-
nazione di Sharazad
.
."
.
come
lettura
la Lettrice
mai appagato
quaderno
le
una narrazione "in
voci più pessimistiche,
di riflessioni, in cui
un cannocchiale
ovvio
immagini della
è la nuova Sharazad che mantiene in vita col suo bisogno
la narrazione;
il
.
crisi",
quella di un autore che
sarebbe messo a scrivere un diario, un
si
non succede mai
niente, solo
i
d'animo e
suoi stati
paesaggio che egli contempla per ore dal balcone, attraverso
la descrizione del
È
la molteplicità delle
matrice del desiderio da cui origina e verso cui tende la scrittura. In
questo senso
"secondo
Ma
(Segre 183).
un trascendimento a favore della funzione stessa della
Lettrice' ne costituiscono
.
."
(Se una notte 121).
riferimento a Palomar e a quel "blocco" di Calvino nei confronti
del "racconto" di cui Se
una notte rappresenta
L '"invocazione"
la soluzione.
al
desiderio della lettura diviene la necessaria premessa all'inasprirsi delle difficoltà del "viaggio": qui la
Inoltre,
i
al livello
le incertezze dello scrivibile.
possono essere
letti
come una
rifrazione
metaforico del romanzo di quella tematica dell '"incontro" che,
vedremo, percorre
ne, c'è
meditazione sui dubbi e
capitoli sesto, settimo e ottavo
una
sia
storia (la
i
romanzi
inseriti
decima ed ultima
che
la cornice.
di quelle inserite nella cornice)
che merita
particolare attenzione perché, riprendendo noti motivi calviniani, riscrive
le del
Bildungsroman
e, subito
mento"
La
tradizionale,
2
qui, in
dopo, nella cornice, suggerendo
"Quale
come
lettura parallela
storia è quella di
un
La
fina-
il
"depotenzia-
delirio di potenza, di controllo, di possibilità assoluta,
città
scompare
sotto lo
sguardo vittorioso del narratore
che cancella burocrazie e gerarchie, regole e situazioni
re
il
storia laggiù attende la fine?"
del pensiero del "racconto" lacaniano sull'amore.
di creatività sterminata.
ci,
come
Proprio in questa direzio-
stabilite,
impiegati e funzionari, passanti e sconosciuti: semplificare
con palazzi e
il
uffi-
mondo, elimina-
impegni e costrizioni, ridurre all'essenziale, estrarre dal cumulo della fastidio-
sa rete di relazioni obbligate
il
nucleo di piacere, di
QUADERNI d'italianistica Volume XIII,
libertà, di scelta, di "allegria".
No.
2,
1992
8
Mara Mauri Jacobsen
21
È
un'esperienza già descritta in Marcovaldo in "La città smarrita nella neve":
svegliarsi
ma
un mattino e trovare
mondo
il
trasformato.
Non
più
del possibile, quello della creazione, della "scrittura": ".
il
regno del dovere
non c'era
la città
.
da un foglio bianco" (Marcovaldo 25). Qualcosa è però
più, era stata sostituita
cambiato:
il
.
personaggio di vent'anni-dopo-Marcovaldo sa "giocare" con
prie potenzialità.
non è più
possibile
Il
il
dono
naturale, la
"neve"
le pro-
fortuita
che
crea lo spazio del desiderio; chi parla (e scrive) costruisce orizzonti e sa di poterli
distruggere:
"Ora mi spiego
la
sensazione che avevo d'essere andato più in
là d'altre volte nell'esercizio di far sparire
Ma la dissoluzione
notte 251-52).
che separa
"baratro",
"non
si
"burrone",
il
il
mondo che mi
mondo come
il
mondo,
è ancora 1 '"evento",
al di là dell'intenzione;
oltre la fragile linea
del
il
il
mistero,
"segreto" che
il
"sempre" dal "mai",
'"abisso"; è, di nuovo,
1
circonda" (Se una
nulla è pur
come
riescono a scrivere altro che parole astratte,
stende
tutto dal niente; è
il
"foglio di carta"
il
sempre
si
se tutti
i
ma
nomi
il
su cui
concreti
fossero finiti" (254).
Cesare Segre, a proposito
"Un sogno,
"Quale
di
probabilmente, che
blemi dell'espressione letteraria
il
e,
Il
è sempre più vuoto ...
il
notte 252).
Siamo dunque
romanzi
inseriti),
come
altri
"La
in
momento, era
il
si
.
davvero" (Se una
finito
che
caratteristica essen-
3
neve", per Marcovaldo
spegne in un vorticar
di
mentale del possibile. La "natura",
il
sogno fantasia-potenza,
tormenta che distrugge con
il
la
caso, la circostanza, produr-
avventure successive l'apertura di nuovi squarci, parentesi di "scrittura"
in
una quotidianità velocemente illuminata
tra realtà
e desiderio
gli
L'ambiguità fantastica è
dall'illusione.
"desiderio" e
il
la via di
come
pleanno del poeta,
il
ben vedere,
suoi oscillamenti
il
sogno è
realtà.
fuga del personaggio. Per l'autore è già (o an-
una notte d'inverno,
si
parla:
sono
il
i
far convivere nella loro irriducibile diversità.
"lettura montaliana" in occasione dell'ottantesimo
la scelta di
Calvino (sono
gli
com-
anni in cui sta scrivendo Se una
notte d'inverno un viaggiatore), cade su "Forse un mattino
vetro". Così
i
"nulla" sono invece sulla pagina, sono ciò di cui
due opposti da coniugare, da
1977,
Ma
restano sconosciuti: la vita è sogno e
cora) l'immagine di un'esperienza "indebolita". In Se
Nel
(e soprattutto)
questo testo (e forse in tutto Calvino) mentre, a mio
città smarrita nella
lo spazio
in ogni
hanno già osservato, costituiscono una
illusione-sovvertimento
A
ma
Ma
non riguarda
in quell'area di "vertigini e oscuri presentimenti"
ziale del percorso calviniano.
ranno
altri
.
Segre considera marginali
parere, e
pro-
ai
il vuoto
dramma del suo protagonista è il "vuoto": ".
mondo che io credevo cancellato da una decisione della
mia mente che potevo rievocare
neve
abbastanza evidente
rapporto mondo-rappresentazione o mondo-finzione
il
rapporto mondo-nulla.
In
modo
prima ancora, della nominazione" (207).
problema qui posto da Calvino (come negli
solo
di
storia laggiù attende la fine?", osserva:
riferisce in
si
andando
in un'aria di
commento:
la
molla che scatena
il
"miracolo" è l'elemento naturale, cioè atmo-
sferico, l'asciutta cristallina trasparenza dell'aria invernale,
che rende
le
cose tanto
Se una notte d'inverno e
da creare un
nitide
sfuma
vetro è
effetto d'irrealtà, quasi
paesaggio
il
.
.
.
s'identifichi
che
si
stesso effetto).
Il
che l'alone di foschia che abitualmente
peso dell'esistere
lo spessore e
È
che scompare.
fa diafana fino a
sbocca nel senso del nulla (mentre
.
.
L'aria-
.
in
determinatezza del medio che
la
Leopardi è l'indeterminatezza che raggiunge lo
O per esser più precisi, c'è un senso di sospensione
.
.
.
(1032-33)
.
senso di sospensione, aggiunge Calvino, è dato dal "Forse" iniziale.
"Se"
il
con
219
vero elemento di questa poesia, e la città mentale in cui la situo è una città
il
di vetro,
"racconto" lacaniano sull'amore
il
di
cammino
Come
Se una notte d'inverno. Anche qui qualcuno che va, qualcuno
in
che resta sospeso per
la
nell'aria gelida dell'inverno, verso qualcosa
durata di nove romanzi interrotti, fino
ad un'ennesima
al
decimo
in cui
il
"viaggiatore" approda
che sorge e svanisce nel ghiaccio, nell'irrealtà dell'aria
città
di
vetro, nella trasparenza del cristallo, degli elementi "determinati" e "diafani" di
cui
sono composte
si
le città di
Marcovaldo e
regge sul niente: "Salto da una sponda
do
ma
solo
gliati nel
Il
il
vuoto;
mondo
il
vuoto dietro
il
i
all'altra,
mente,
castelli della
sta sgretolando
si
il
e in basso
'"altra faccia" del "miracolo".
non vedo alcun fon-
Montale
terrore di ubriaco")
Miracolo è
"me-
mondo
sparpa-
(Se una notte 254).
.
"terrore di ubriaco" di
me, con un
/ di
."
.
le
Montale anche quest'ultima
di
nulla che continua giù all'infinito; corro su pezzi di
panico del narratore è
spalle,
1
calviniane "Città invisibili":
le
Come
tafore d'assenza".
nulla alle
("il
mie
che Calvino vede come
contrapposta
la rivelazione del nulla
all'"inganno consueto" della presenza del mondo: "La scoperta è salutata dal
poeta con favore
.
ma
.
.
anche sofferta come vertigine spaventosa
."
.
.
("Forse un
mattino" 1034). In "Quale storia laggiù attende la fine?", nell'ultima metamor-
un Marcovaldo, per
fosi del "viaggiatore", c'è
il
quale la scomparsa del quoti-
diano è l'apertura dell'orizzonte del desiderio, e c'è un "ubriaco", che barcolla
nella vertigine dell'impossibile:
l'illusione, dall'altra la
L'intero
voragine
romanzo Se una
spazio dell'illusione.
"pagina" in cui
seriti
il
i
il
stende tra la realtà e
si
si
sostiene sull 'acca-
via di fuga del "Lettore" e della "Lettrice" è nella
mondi
possibili: la tensione è tra realtà e
Ma
immagina-
nei romanzi in-
personaggio è colui che vive sull'abisso del nulla. Per
che è e quello che
che ne stravolgerà
cui tutti
che
nulla.
la "quotidianità" della cornice e la "lettura" c'è lo
è una facciata, lo "schermo"
lico tra quello
il
e città invisibile, "villaggio" e "Castello".
nella cornice
mondo
La
iscrivono
si
rio, città visibile
4
lo spazio
tra la realtà e
notte d'inverno un viaggiatore
Tra
vallarsi di queste ipotesi.
da una parte
5
su cui
si
sta per essere:
muovono
il
"mistero",
destino. L'"essere" è là, è quello che
ma che
segni rimandano
non
si
può
lui
il
punto
di
passaggio
non appare, è quello a
definire, afferrare.
Tutto ciò è esplicito nella narrazione di Calvino: questo suo personaggio lo
lo racconta dal
momento
in cui dice "Io", in cui si rivela
nell'attesa tra passato e futuro,
(16),
le
che aspetta
in
esistenziale che mentre
come
di
limbo illuminato sospeso
dei binari e della città nebbiosa" (14).
si
sa,
colui che vive
un viaggiatore "che ha perso una coincidenza"
una stazione, "questa specie
due oscurità del fascio
il
figure provvisorie in bi-
Una
tra
situazione
dichiara normale ("esperienza di tutti"), afferma la
Mara Mauri Jacobsen
220
propria "differenza"; la differenza del "rischio",
tuazione limite, sospesa tra
romanzo;
fuori dal
il
le
6
una
del "pericolo" (16) di
si-
due incognite del passato e del futuro che sono
con chi dice: "Io appunto mi trovo
rischio di identificarsi
qui senza un qui né un altrove" (17).
L'Io che
muove da un
si
romanzo
inizio di
morfosi, in lotta con un alter-ego,
si
all'altro è al
come
vive
confine di una meta-
La
"bifronte".
"vertigine",
"precipizio", la "breccia", lo "squarcio", sono ciò di cui esiste: è
del vuoto, l'equilibrista dei
che richiama
(35).
fili
sospesi. In "Fuori dell'abitato di
"senso della perdita,
lettore sul
il
magica formula
di
passaggio
mondo
di
come non
natura vera delle cose
lui la
cercare
"la
breccia,
uno squarcio irreparabile"
mondo
la fine del
da un
era avve-
d'una metamorfosi,
forse
"Senza temere
(66). In
ne": "In un turbamento che dura un istante,
un
la
rivela "solo nello sfacelo" (56); af-
si
d'un'evasione,
via
Montale è
di
facessi che precipitare
resurrezione" (63); sente che nell'ordine perfetto dell'universo
sente:
lui
dissoluzione"
In "Sporgendosi dalla costa scoscesa" scri-
e in ognuno arrivassi poco dopo che
all'altro
nuta" (55). Per
ferma
Malbork" è
la vertigine della
che nel commento calviniano
al nulla.
aver "provato un senso di vertigine,
di
il
protagonista
suo viaggio nel futuro inizia con una porta aperta su "una nuvola di vapo-
Il
re nell'aria di gelido vetro", quella
ve
il
mi pare
di stare
il
si
d'una
è "aperta una
vento e la vertigi-
sentendo quel che
lei
che ogni vuoto continua nel vuoto, ogni strapiombo anche minimo dà su
altro strapiombo, ogni voragine
di linee
sbocca nell'abisso infinito" (82). In "Una rete
che s'allacciano" vorrebbe trasmettere
"il
senso d'essere indifeso, senza
riparo in presenza di qualcosa che ci raggiunge da spazi estranei e sconosciuti"
(133); mentre nell'inizio precedente,
"Guarda
in basso
dove l'ombra s'addensa",
avverte che la banalità di quella storia è una strategia narrativa per indicare indi-
rettamente la foresta "che s'estende da tutte
le parti e
non
lascia passare la luce
tanto è folta" (109) del narrabile che resta al di là del romanzo: le "altre storie
che potrei raccontare e forse racconterò o chissà che non abbia già raccontato in
altra
occasione
."
.
.
(109).
Insomma, raccontandosi e riraccontandosi,
il
viandante-narratore, lo "Scrit-
tore"-personaggio (quel "lui" che diventa immediatamente "io"
stante
i
perdersi
"pericoli" e
il
i
"tu" del Lettore,
dell'autore implicito,
tanti
"rischi",
il
come
ed anzi a causa
il
quello dell'universo dei dialoganti e degli interpre-
lettore:
il
dettaglio: perché "il
voce narrante che
si
narra,
8
Può cambiare
romanzo" è
da una stazione
gna, da una città dell'Est, da un
si
chiama "romanzo"), que-
la stessa storia.
un nome ripetuto da una
stesso vocabolario, la stessa situazione.
circostanza,
riflette
altri
so-
lo scenario, l'ambiente, la
in realtà "i
di provincia,
campus americano o
Le "tracce"
storia all'altra, lo
romanzi";
da una cucina
dal
ma
di
questa
campa-
Giappone ha una sola
avventura da raccontare. La vicenda è personale, individuale
"specchio che
che vuole
"lei" della Lettrice, l'"io" dell'autore vero e quello
dunque, finisce per riscrivere sempre
no seminate ovunque per
perché nono-
di essi, è in quell '"io"
che ruotano dentro e intorno a ciò che nel testo
sto scrittore
7
ma
insieme
specchi", "caleidoscopio dei destini", perché, in
Se una notte d'inverno e
il
quanto spazio del romanzo non
"racconto" lacaniano sull'amore
come
è,
ci
l'altrove: è la
zona bianca, è
"romanzo"
pone qui come negazione
si
dell '"incontro" e della
Come possiamo
ricorda
protagonista, né
il
accettare, trasformandolo,
il
della "contingenza";
si
.
Una zona
.
Cosa è questa forza che
destino?
dell'esperienza è avvistata da Nietzsche:
C'è un enigma da
potrebbe credere
monte o
di
—un'esperienza
eccezionale.
Il
faccia
l'altra
verifica nell'esperienza:
permette di essere deboli, e questa nuova debolezza che sembra
.
qui né
il
l'attesa tra "la città" e "il fascio dei binari".
"trasformazione" che
abituali, le categorie normali.
221
lì
non valgono più
non riguarda
sciogliere: e
Non
misure
le
—come
si
cima
al
c'è bisogno di salire in
scendere nel fondo dell'abisso. L'esperienza è
ci
forza più grande?
la
ogni
la nostra, quella di
giorno. (Rovatti 33)
problema affrontato qui da Pier Aldo Rovatti è
Il
romanzo
nel
pre" e
come coniugare
di Calvino:
"mai", l'illusione e
il
cui l'ordine
diverso?:
si
"È
incontra col disordine,
possibile
È
la realtà.
il
lo stesso che prende
e l'impossibilità,
la necessità
possibile
un sapere
"globale" con
un sapere della contingenza?"
il
il
"sem-
di quella regione in
"locale", l'uguale
E
(39).
forma
con
il
domanda
questa la
che Rovatti individua (dopo Nietzsche) in Peter Handke come in Michel Serres e
in
Jacques Lacan.
In
Handke
come insieme
ciò che balza in primo piano è la "normalità"
di
"banalità", di azioni apparentemente insignificanti, legate tra loro da scarti casuali,
da piccole "catastrofi" che spiazzano: "Piacere
cile conquista di
la 'normalità' è
un
tale piacere
appunto
oscillante di piccole
che è normale:
di ciò
che pure sembra a portata
di
mano
vissuti",
ma non
l'atomizzazione
intacca
del
.
.".
.
quotidiano.
nell'esperienza è fatto di "incontri" e di "accordi" mancati.
di accordi
sale
il
ma
.
diffi-
Scoprire
Ma
si
C'è un per"deposito
il
Il
tratta
viaggio
davvero
mancati o dell'unico accordo possibile a partire dalle differenze?
Così per Serres perde
meta. Per
.
spezzettamento dell'esperienza, tessuto
la scoperta dello
mosse che esige un'osservazione diversa
corso che è insieme "casuale" e "significativo"; c'è la "memoria",
dei
.
di significato
il
viaggio lineare, razionale, verso una
9
il
suo Zenone non c'è più Elea: ha capito che
singolare, che
"il
'globale' è
un
la
ragione non è univer-
'locale' storicamente sedimentato",
che
viaggio non ha sbocchi, che "Elea (cioè la nostra identità) sta piuttosto nel
viaggio stesso: in una randonnée, dice Serres, un girare, un giro, un andare in giro,
ma
anche random, caso,
que che
il
bisogno
scelta,
chance, e certamente rischio" (38). Ecco dun-
comprensione
di
quell'altro senso che
non è
si
sposta dall'"ordine" verso
riducibile a
"vita" e alla "storia" vuol dire assumerne la complessità:
sordine non ne sono
fora è
sempre
domanda
il
i
residui irrazionali,
viaggio: è una
e, indirettamente:
stiamo muovendoci?" (39),
"E
possibile
il
"disordine", a
ma
le chiavi di
".
.
.
alla
contingenza e di-
accesso" (39). La meta-
nuova "iniziazione" con diverse "prove". Se
di Rovatti e di Serres diventa
contingenza?"
il
un modello. Rivolgere lo sguardo
la
dunque: "È possibile un sapere della
"Riusciremo a comprendere entro quale viaggio
romanzo
di
Calvino prospetta una questione simile:
una 'formazione' della contingenza?".
Mara Mauri Jacobsen
222
romanzo come "iniziazione" è Giuliano Gramigna che
Sul
di
Calvino: "Potremo costruire romanzi
manzo come
si
romanzo sono
gioca a scacchi, con assoluta
un
quelli di
che abbiamo dentro e fuori
Se una notte d'inverno
ci
.
.
lettore, finirà
...
." (5).
E
.
.
ci riporta le
parole
potremo giocare
al ro-
siccome
romanzo
il
finirà per coinvol-
in quale direzione
collochi la ricerca di
si
viene suggerito da Calvino stesso in quel capitolo 8 che
La
crisi di
nell'impossibilità di coniugare
da Segre)
la totalità sia contenibile nel linguaggio;
non-scritto,
non-scrivibile" (181).
il
E
il
"descrivere" l'istante
come
il
romanzo
si
era con
Lacan,
mio problema
situa
"Ma
del non-scrivibile che
io
lo
vi-
non credo
è ciò che resta fuo-
primo programma, quello
il
Palomar praticamente
testimonianza del non-scrivibile.
È con
si
si
ancora, e sempre, la parabola di Cal-
vino dalla "nausea" alla "vertigine", e se
diventa
"nucleo gene-
due "programmi" opposti: da una parte c'è
vo"; dall'altra, lo stesso scrittore "insoddisfatto" che afferma:
ri, il
il
"senso" dello scrittore Silas Flannery
che dice "La sola verità che posso scrivere è quella dell'istante che
scrittore
che
schemi del
gli
per rimettere in gioco tutto quello
costituisce (secondo le dichiarazioni dell'autore citate
rativo" del romanzo.
.
Ma
lealtà.
rito di iniziazione
malgrado autore e
gerci nostro
'artificiali'
si
esaurito,
10
la sfida di
di
oggi
fa contingenza; della contingenza
11
ricorda Rovatti, che ci troviamo a "costruire" là dove le teorie
ci
indeboliscono. Se non
sono più ragioni
ci
forti
questo non significa la perdita
totale del senso. Si tratta di guardare all'esperienza: "Necessità e impossibilità,
dice Lacan, possono, anzi devono coniugarsi: l'una e
mutano
identità.
E
il
nel loro tagliarsi,
l'altra,
soggetto con loro" (40).
Per Lacan l'importante di ciò che è stato rivelato dal discorso psicanalitico è
nel rapporto tra
consci"
si
il
sapere e l'amore.
incontrano:
È
d'amore che due "saperi
nel rapporto
in-
sapere inconscio della "necessità" (della idealizzazione
il
dell'amore nel "sempre") e dell '"impossibilità" che è invece del reale. Lacan
definisce con la formula "non cessa di scriversi"
reale.
Il
un "godimento" sempre inadeguato rispetto
genza", definita da Lacan
momentaneo
di
come
sioni e di costruire su di ciò
tra
in
grado
Il
necessario,
il
un "senso" che non
non
È
in
questo
vista
si
da Lacan come
presenta né
ma
si
"dramma" e
risultato
il
prodotto
come
rinuncia né
sull'occultamento
conserva
in sé la traccia di
negazione
al
di "destino".
momento
di
"sospen-
sussistendo che nel 'cessa di
'non cessa di scriversi', non
non cesserà" (Lacan 146). Questa condizione viene
termini di
"contin-
infatti
opera in un
momento che "Ogni amore, non
scriversi', tende a far passare la
cessa,
il
"sempre", viene assunto nella contingenza nell'unica
forma possibile, come "sostituzione" che
sione".
La
scriversi", è
di "riconoscere" impossibilità e illu-
suo "incontro" non sorge
Il
il
quei due opposti, reso possibile dal loro
dell'impossibilità o sulla rinuncia all'illusione,
entrambi.
non
non è
una conoscenza, da
"sapere inconscio".
La contingenza sembra
una "maturità" dell'inconscio
come compromesso.
al
ciò che "cessa di
una conciliazione
reciproco indebolimento.
di
"necessario", che
il
reale è caratterizzato dalla "impossibilità", cioè da
descritta
da Lacan
in
Se una notte d'inverno e
il
223
"racconto" lacaniano sull'amore
come
Necessità e impossibilità sono agli antipodi,
il
"sempre" e
"mai". Ep-
il
pure sono entrambe qualità dell'amore (come di ogni "esperienza"). L'incontro
ma
avviene nel "momento", nel "qui" e "ora" della contingenza,
per attuarsi ha
bisogno dell'illusione di eternità e, insieme, della consapevolezza del limite del
È
reale.
un momento
come
"riconoscimento",
di
dice Lacan, di questi due e-
stremi e di "coraggio" nell'accettazione di un destino. L'incontro
crea nel
si
"sapere" che la fuga verso l'illusione assoluta del "sempre" porta all'idealizzazione
mancato;
dell'incontro
l'ancoraggio
al
è
'"impossibilità"
1
presente, che crea la contingenza: ".
del
.
.
reale
che
permette
qui non c'è altro che in-
contro, l'incontro nel partner dei sintomi, degli affetti, di tutto quel che in cia-
scuno segna
la traccia del
finitamente quanto
qualcosa ...
si
suo esilio
al livello
iscriva nel destino di
tingenza alla necessità, ecco
(Lacan
.
il
.
qualcosa
ma
incontra che
si
ognuno ... Lo spostamento
di sospensione cui ogni amore
opera una sostituzione:
si
"sempre" (ma nella consapevolezza della sua impossibilità) e
Si chiede Rovatti
due tracce
d'esilio
che cosa mantenga
"non esplodano
estranei e lontani" (41).
È
sità assoluta e
Così è per
la realtà
onnipotente
il
non
."
.
.
la
si
ci
.
si
in-
dalla con-
.
attacca"
si
illude
si
del
coglie l'"ora".
contingenza, che cosa permetta che le
non diventino
in direzioni opposte,
appunto l'indebolimento del sempre, è
zione" di cui parla Nietzsche; è
senza limite: "Se
può variare
che, per un istante, dà l'illusione che
.
punto
Nell'inconscio
145-46).
.
del sapere,
la
veri esili,
"modera-
peso del reale che impedisce l'illusione del
il
rivelasse impossibile,
crederemmo
nella neces-
(Rovatti 41).
protagonista di Calvino nell'ultimo dei romanzi interrotti di Se
una notte d'inverno un viaggiatore.
Si intitola
"Quale
storia laggiù attende la fi-
ne?" ed è una storia sull'incontro del sempre e del mai, del necessario (ciò che
non ha
fine) e dell'impossibile (ciò
che deve
finire). Il
spetto della voce narrante che ha preso la
forma
finire, la
un personaggio-scrittore so-
di
speso nel labirinto del proprio racconto) deve finire
Il
romanzo deve
deve concludersi. La voce narrante (quell'a-
storia del Lettore e della Lettrice
il
proprio discorso.
discorso è una parabola che parla dell'illusione del potere, del controllo as-
soluto
che
sull'esperienza,
scontra con
si
"riconoscimento" nasce T'incontro",
con ciò che è "fuori" dal romanzo.
gno dell'inconscio che
il
Il
il
realtà
la
rapporto con
romanzo
12
del
l'altro,
limite.
con
Da
diventa allora in Calvino
Lettore e la Lettrice attraversano per riconoscere
sorietà della "via di fuga" dell'infinita possibilità e l'abisso del niente.
"formazione" che
Bildungsroman
li
porta a quello che apparentemente è
vano
il
il
il
re-
l'illu-
E una
finale tradizionale del
classico.
Secondo Franco Moretti:
glese, e nella
questo
la quotidianità,
".
.
.
nel
'romanzo familiare' della tradizione
forma classica del Bildungsroman
—
le
loro senso nel condurre ad un finale particolarmente marcato
—
retorica teleologica
in-
trasformazioni narrative tro-
a dare senso agli eventi è sempre e soltanto
il
.
.
.
Questa
—
loro scopo
è l'equivalente normativo del pensiero hegeliano, cui l'accomuna d'altronde una
spiccata vocazione normativa: gli eventi acquistano senso nel condurre a uno
Mara Mauri Jacobsen
224
scopo, e uno soltanto" (16).
È un romanzo
che Moretti assimila
alla "favola"
mutamenti e sappiamo come
nella sua ricerca delle certezze contrapposte ai
la
favola sia l'eterno modello invocato a proposito della narrativa di Calvino. Questo è particolarmente vero nel caso di
ferimento
nale "e vissero felici e contenti".
con
dell'identificazione
"rischio" di cui
il
13
Ma c'è
T'accordo" è
T'incontro",
trimonio,
Se una notte d'inverno e soprattutto
una differenza:
il
protagonista dei "romanzi";
il
.
che altro è
.
Se una
in
notte,
la perdita del
un "rotolare
ma-
come
il
fuori centro":
centro se non la dichiarazione, la sanzione che
La
il
dell'accettazione del
personaggio parla nel presentarsi, nel riconoscersi
ro "forte" è ormai insostenibile?
in ri-
tradizio-
il
un "attraversamento";
di
risultato
portatore di una dimensione in bilico sul nulla, di
.
con
finale, direttamente identificato dai più
matrimonio
al
pensie-
il
situazione tipica del pensiero "forte" è infatti
si pensa sono solidali: si tengono
una corrispondenza speculare. La situazione che Nietzsche vede è
caratterizzata, invece, dalla possibilità di perdersi: l'uomo è giunto dinanzi a un
limite, un passo oltre e potrà sprofondare, perdersi completamente. Il luogo in cui il
quella in cui pensante e pensato, chi pensa e cosa
in
una
stretta, in
riattivarsi è avvistabile solo di qui,
senso potrà
Per Rovatti l'alternativa è
rinuncia (dichiarare invalicabile questo limi-
tra la
e l'avventurarsi in un "cammino"
te)
cammino", un cammino
drammaticamente. (Rovatti 29-30)
difficile.
di cui l'ultima storia
personaggio di Calvino è "in
Il
sembra indicare
il
"senso", la pos-
i
nove precedenti
sibile direzione.
Anche
questa storia c'è un incontro, quello che in
in
tutti
ma
romanzi interrotti è sullo sfondo: un incontro potenziale,
bile;
un incontro mancato: due "tracce d'esilio" che
esplodono
in
direzioni opposte. Perché
e l'abisso del mai: quel rapporto è
su cui invariabilmente
si
"romanzo"?
Ma
la ricerca del
sfiorano,
si
personaggio vive
"tutto" verso cui corre
È
questo
il
romanzo è
tra la
il
si
mancano,
fuga del sempre
romanzo e
il
niente
"vero" viaggio? Quello che
Lettrice vanno cercando investendo
Lettore e la
del
il
sospende.
il
in realtà impossi-
il
la "quotidianità" nella ricerca
in realtà la ricerca del
suo
finale.
C'è bisogno di "finale", c'è bisogno di "incontro".
Così
il
"limite" e
tracciare possibilità infinite vuole salvare qualcosa del suo mondo:
la "possi-
la realtà
di
protagonista di "Quale storia laggiù attende la fine" nel suo cancellare
il
minuta, limitata, soffocante, nel suo tentativo di cancellare
bilità" dell'incontro,
suale,
non
... né io né
lei
sgombrato
Franziska
qualche
il
ci si
modo
.
.
.
senza
i
deve restare
tale,
ca-
limiti della realtà.
facciamo mai nulla per provocare un incontro; forse perché sappiamo
la stessa cosa.
campo da
Ora, in un
mondo
semplificato e ridotto, in cui
tutte quelle situazioni prestabilite
veda più spesso implicherebbe una relazione
definita, magari in vista di un matrimonio
questi condizionamenti
piacevole
ma
definita; reale
che non sarebbe più
sia
una
possibilità che nelle sue intenzioni
(248)
.
.
.
.
per cui
tra noi
.
.
il
fatto
che
io e
che andrebbe in
una volta
spariti tutti
l'incontrare Franziska dovrebb'essere ancora più bello e
Se una notte d'inverno e
Ma
il
"nulla" ha preso
il
"racconto" lacaniano sull'amore
il
sopravvento sul "tutto",
225
la possibilità illimitata si è
trasformata nel suo contrario, l'incontro svanisce con la scomparsa del suo contesto reale: ".
.
.
mondo amico e ostile, le cose di cui rallegrarsi o
Lo penso con tutte le mie forze ma ormai so che esse non
presenza del
la
contro cui battersi ....
bastano a farlo esistere:
il
nulla è più forte e ha occupato tutta la terra" (253).
Quella che nella formula lacaniana è
soluta che per
scriversi":
Ma
il
un momento ha
"non cessa
il
illuso
il
di scriversi", la creatività as-
protagonista, è ora
"non cessa
il
di
non
vuoto, l'assenza.
è proprio qui che Calvino, con un gesto in extremis, ci restituisce la con-
tingenza. C'è un salto nel vuoto, nello spazio che
mondo
"incontro", su quel
ve non
si
si
riescono a scrivere altro che parole astratte
decide, che afferra, che crea una nuova "scrittura".
momento, che
quella del
verso
di rotolare
momento
nel
spalanca
l'uomo e
tra
"una crosta gelata", a un "foglio
ridotto a
si
."
.
.
Non
illude di essere
È
(254).
il
suo
di carta
do-
quel balzo che
ma
la scrittura eterna,
il
"sempre" pur sapendo
"mai".
il
Nella prima parte di Se una notte e soprattutto nel capitolo settimo, Calvino
stabilisce
tato.
un parallelo
tra lettura e
is
that reading, like sex,
allow escape from separateness for either reader or author
doomed
lationships are therefore just as
Non
.
.
"Non
c'è rapporto sessuale perché
'a'
così Calvino)
il
—perverso da un
—
Lacan
si
quale af-
il
godimento dell'Altro preso come
lato, in
quanto l'Altro
e dall'altro, dirò folle, enigmatico" (Lacan 145);
non
re-
to failure as sexual relationships" (152).
corpo è sempre inadeguato
all'oggetto
does not
Reader-author
.
c'è dubbio che qui Calvino sia sulla stessa posizione di
ferma:
commen-
rapporto sessuale su cui molti hanno
Così Wiley Feinstein: "Calvino's doubt
si
riduce
ma Lacan
(e
ferma qui: "Non è forse dallo scontro con questa impasse,
con questa impossibilità da cui
messo
definisce un reale, che è
si
alla
prova
l'amore? Del partner, l'amore può realizzare solo ciò che ho chiamato con una
sorta di poesia, per farmi intendere,
il
coraggio, nei confronti di questo destino
fatale" (145).
"Labor of love",
ricorda Teresa de Lauretis, è la definizione di Calvino del
ci
"lavoro della scrittura" (82) ed è qui che in Se una notte
tra la
rapporto sessuale non coincida con
ma
si
vicenda dei protagonisti e T'incontro" autore-lettore.
stabilisca invece
il
il
stabilisce
Non
finale del libro (è infatti a
il
rapporto
è un caso che
metà
il
del testo),
parallelo tra due ricerche che continuano: per la Lettrice
quella del "partner fantasmatico", deH'"apocrifo visitatore dei suoi sogni" (Se
una notte
156); per lo "scrittore" quella della sua "vocazione": "Forse la
mia vo-
cazione vera era quella d'autore d'apocrifi, nei vari significati del termine: per-
ché scrivere è sempre nascondere qualcosa perché venga poi scoperto; perché
verità
che può uscire dalla mia penna è come una scheggia
grande macigno
ma
.
frammenti
ficile di
no non
.
tanto,
come
."
(193). Dal "piacere del testo" al testo
di verità.
Il
altri
la
da un
come conquista
parallelo testualità-sessualità è
Feinstein ed
un invito ad andare
saltata via
dif-
dunque per Calvi-
hanno osservato, un pretesto per umorismo,
oltre. D'altra parte
anche Segre metteva
in
guardia contro
Mara Mauri Jacobsen
226
un'interpretazione statica: "Tuttavia la forte emergenza dell'eros, così
riflessioni sul
manqué,
ma
presenza non dichiarata
la
come
le
evidente del concetto di
pulsione, ci insinuano che sarebbe parziale, e in sostanza falsa, un'interpretazio-
ne statica
ri
libro è invece percorso
Il
Il
Lettore e la Lettrice imparano la lezione e
come qualcuno ha
vino,
non è
così.
Lettore e della Lettrice:
gne
sua luce.
la
Ma
si
Il
14
difficili.
"Un grande
avventure
in
La
difficile,
le vostre letture
Il
viaggio, metaforizzato da Calvino nella let-
"finale", l'incontro, è
mondi
sempre provvisorio,
riapre su orizzonti
si
la
O
il
E
nei sogni, nei miti, nelle illusioni.
conoscenza del nostro essere
in riferimento a Nietzsche: ".
.
romanzo è
la stessa
una
di
uno
stare
che può produrre ugualmente lo sviluppo della massima potenzialità e
definitivo sprofondamento.
forca senza soluzione.
Non
Le due
è più una dialettica,
rietà essere la
ma
un cammino che
possibilità stanno insieme: questo bilico è,
Come può
Nietzsche, la situazione dell'uomo contemporaneo.
massima forza?"
(31-32).
La
forza
identifica
si
bisogna aggrapparsi ad un appiglio per non cadere,
permette di coniugare nell'attimo
di
contingenza
la
il
in bilico.
l'immagine è quella
.
la
viaggio nell'inconscio,
situazione di equilibrio instabile su una piccola superficie d'appoggio,
in bilico
che
possibili, l'altra faccia della quotidianità, l'unica
rinnoviamo
da Rovatti
armonia raggiunta:
di
mai raggiunto completamente, richiede un
situazione rappresentata da Calvino nei dieci inizi di
descritta
Ma
sceneggiatura sommessa, non lontana dal malessere degli
negli inferni, nelle paure degli abissi.
in cui
"lieto fine".
matrimoniale accoglie
renda vivibile. La lettura è qui un percorso iniziatico, è
luogo
un
di
presenta la nuova quotidianità del
Nessun trionfalismo, nessuna favola
viaggio complicato" (Rovatti 36).
Il
comunque
Lettore continua solitario: sta per finire Se una notte d'inverno
"L'accordo è comunque
tura, continua.
letto
ci
sposano. Troppo banale per Cal-
si
trattasse
Ludmilla, l'infaticabile Lettrice, è stanca di leggere e spe-
E una
un viaggiatore.
Amori
osservato, se
L'ultimo quadro della cornice
parallele" (262).
di
da turbamenti. Anche da vertigini e oscu-
presentimenti" (209).
ma
si
il
bi-
secondo
una simile preca-
con
la
debolezza:
è questo appiglio che
pesantezza e
la leggerezza, di
attraversare la "vertigine" per conoscerla.
E
1
il
"matrimonio" finale una resa
alla realtà e alle sue
convenzioni
o,
come
'"incontro" di Lacan, un esempio di quella traccia di conoscenza che permette
l'esistenza del reale, di quei nuclei di esperienza che
un desiderio e
la
si
creano
tra l'intuizione di
percezione del suo limite?
Questo "sapere della contingenza"
l'amore" (146). Per Calvino è
è,
per Lacan,
la possibilità di
"il
destino e
un diverso
il
dramma
"finale"; di
del-
una diversa
"formazione".
University of California at Berkeley
NOTE
1
Per quanto riguarda
il
personaggio della Lettrice
cfr.
anche
Ferretti
il
quale vede in Lud-
Se una notte d'inverno e
milla
tore
personaggio centrale di
"il
medio
disinteressato,
"racconto" lacaniano sull'amore
il
tutta l'operazione"
ma anche
227
come adulazione
(130) intesa
del let-
aproblematico, per una precisa scelta di mercato.
Non
condivido questo giudizio che non mi sembra motivato né dal testo né dalle dichiarazioni
di
Calvino (riportate da
Ferretti). Direi
invece che la scelta di "medietà" della Lettrice (e
del Lettore) va nella direzione di quella "normalità" che vuole essere la caratteristica dei
due protagonisti della cornice contrapposta
inseriti. Inoltre
Calvino gioca con
"romanzesco" dei personaggi dei romanzi
al
immagini dei media
le
sua Ludmilla è
(la
la
donna rap-
presentata e presupposta dalla pubblicità e dalle riviste femminili: cfr. descrizione scoper-
tamente leziosa 143-44), e con
gli stereotipi
(vedi la sorella-antitesi Lotaria).
"sublimazioni" di Calvino sono sempre relative e se c'è una "musa" non è
la "lettura".
Per un discorso più generale sul ruolo della
Musa
Insomma
le
ma
la Lettrice
ispiratrice nella letteratura,
vedi Maria Corti 9-11.
Scrive Luisa
Guy che
cornice
la
".
openness suggested by
ironically negates the idea of
.
.
Secondo questa interpretazione
the ten unfinished novels" (66).
Lettore e
la storia del
della Lettrice ha un finale tradizionale dato dal matrimonio e dalla conquista del tesoro
perduto, in questo caso
ma
romanzo
il
(non abbiamo nessuna garanzia che
ro
il
romanzo
finire ricomincia), e
trice, se sarete
si
propone
di finire nell'ulti-
Calvino mi sembra molto più ambigua
mani del Lettore questa volta
libro tra le
il
Lettore
il
sia
davve-
meno che riesca, come noi, a finirlo: la storia più che
matrimonio finale, come anticipa a metà del romanzo la voce nar-
Calvino né tanto
di
rante, è solo la
Calvino che
di
Ma la "conclusione" di
pagina di Se una notte.
il
promessa
di
una "debole" e provvisoria armonia: "Domani, Lettore e Let-
come una coppia
insieme, se vi coricherete nello stesso letto
assestata,
ognuno accenderà la lampada al suo capezzale e sprofonderà nel suo libro; due letture parallele accompagneranno l'approssimarsi del sonno; prima tu poi tu spegnerete la luce;
reduci da universi separati, vi ritrovate fugacemente nel buio dove tutte
cancellano, prima che sogni divergenti vi trascinino ancora tu
da una parte e
lontananze
le
tu dall'altra
si
."
.
.
(157).
Vedi Paolo Fabbri:
cerca e del suo
stile
".
.
.
nausea e vertigine:
.
."
.
so secondo cui: "L'essere
tificarsi
con
il
con
nulla,
il
i
cui senso
"In
modo
qualche
un'alternativa al
mondo
patemi
si
gioca
reale,
la
ed
in
La fine
posta della sua
ri-
come
rinchiuso fra
termini
i
129).
possibile
verità
la
all'interno di quel discor-
recuperare è un essere che tende a iden-
si tratta di
caratteri effimeri dell'esistere,
della nascita e della morte" (Vattimo,
Vattimo:
tra questi
È una ricerca che colloca Calvino
(28).
dell'arte
consiste
nel
presentare
questo senso la chiamo illusione" (Filosofìa 59). Vat-
timo riprende da Heidegger l'idea dell'esperienza estetica come "dislocazione", come
"rappresentazione di una molteplicità di possibilità di esistenza che rendano
te la
nostra singola esistenza" (64);
una delle sue ultime
interviste.
A
Borges anni prima ("Perché tenta
in
il
Nascimbeni che
gli
poneva
la stessa
di figurarsi altre vite diverse dalla
un certo senso, vorrebbe essere stato 'con
i
Borges (che affermava
scersi nella risposta di
meno cogen-
che concorda con quanto dichiarato da Calvino
domanda
in
rivolta a
sua? Perché anche
lei,
bisonti dell'aurora'?"), rispose di riconodi inseguire quelle fantasie
perché era un
po' stanco di essere Borges) aggiungendo: "Sono sempre insoddisfatto. Cerco di immaginare dove mi avrebbe portato
re ai libri
l'altra strada,
quella che non ho scelto. Così, anziché pensa-
che sarebbe naturale scrivessi, mi capita di pensare
posso scrivere,
ai libri
che scriverebbe un
altro
.
.
.
Ma c'è
di
.
tela
che non so e non
desiderio, la necessità
.
dizionalmente resa da poeti e drammaturghi con metafore
tuisce al
il
."
epoca in maniera più rivelatrice
(3).
Montale e Calvino così commenta: "L'illusione del mondo veniva
di interpretare la nostra
L'immagine è
ai libri
anche
mondo come
teatro
il
mondo come
il
il
tra-
nostro secolo sosti-
cinematografo, vorticare d'immagini su una
bianca" ("Forse un mattino" 1037). Per Calvino
notte, diventa la "pagina bianca":
teatrali;
la
metafora, da Marcovaldo a Se una
mondo come romanzo e
il
romanzo come "mondo".
L'uso da parte di Calvino del termine "rischio" per designare
la
condizione del perso-
21
Mara Mauri Jacobsen
228
sua funzione di mediazione tra il lettore (e l'autore) e ciò che resta inconoed è questo qualcosa d'altro che rende rischioso identificarsi con me, per te
.", Se una notte 16), non sembra casuale. Cfr. Vattimo, Al di là
e per lui autore
naggio-io e
la
scibile (".
.
lettore
.
.
.
".
del soggetto:
perché
la
.
.
Heidegger analizza anche
sua funzione è quella di mettere
diazioni, in relazione al
Caos originario ...
temporalità vissuta, incontra
come
7
nulla e
il
il
il
condizione del poeta
la
mondo
il
me-
che
l'alterità radicale
proprio essere-per-la-morte,
physis e
gli si
dà
silenzio" (90).
il suo suggeritore": "La cultura moderna ha elaborato quemolto ingombrante e scomoda che è l'io. Lo scrittore, sapendo di avere un
problema: o di scrivere con l'io, convincendosi che l'io sia uno strumento
pone
io, si
il
della scrittura; oppure di
Se una
non sapere dove metterlo, questo
notte, questo io identico e diverso
gramma annunciato da
Silas Flannery,
un
altro io, un'altra voce,
mondo
illeggibile,
altro
nome,
personaggio-scrittore che nel
il
ma
rinascere;
senza centro, senza io" (180).
dello stesso Calvino nell'articolo citato: ".
me
.
.
il
mio scopo
Vedi
inoltre Segre:
notare che
come
in
è di catturare nel libro
il
in cui
mette
mano
un personaggio che è un se
a
stes-
.
Zenone
del viaggiatore,
la felice
la
.".
.
"Per questo è facile rilevare
scano a rappresentare una compatta unità
Da
romanzo prende
discosta dalle conclusioni
si
momento
lo scrittore al
Per ulteriori esemplificazioni dei rimandi da una storia
(7-9).
(5). In
stesso e trovare per ogni libro un
che non
Il
un'opera indossa una maschera, assume una voce, entra
so speciale
durante la scrittura"
io,
e molteplice diventa la traduzione del pro-
uno
parola in quanto scrittore: "Anch'io vorrei cancellare
9
come
poeta, incontrando l'essere
il
Cfr. Calvino, "Il romanziere e
sta categoria
8
in termini di rischio,
dell'esperienza articolata, delle
come
di
all'altra
come
i
vedi Nuccia Bencivenga
romanzi
dieci
inseriti
.
.
.
rie-
di esplorazione "(208).
Elea compare anche nel testo di Calvino, all'inizio della vicenda
parola d'ordine che avrebbe permesso
conclusione del viaggio.
Ma
la
riconoscimento dell'altro e
il
parola non sarà mai pronunciata e
il
viaggiatore,
Zenone di Serres, rimane senza meta, nel "caso" e nel "rischio".
10 A proposito di Palomar come progetto precedente a Se una notte d'inverno un viaggiatore vedi il mio recente articolo "Palomar e il viaggio di Calvino dall"esattezza' alla
lo
'leggerezza'" (Italica, Winter 1992).
Per una discussione sulla visione della scrittura
1
vedi
1
II
il
Calvino-Flannery "al limite del sacro"
in
saggio di Olds.
romanzo che
notte d'inverno,
il
Lettore e la Lettrice leggono in quanto personaggi,
come romanzo
letto dal lettore reale che,
distanza dei "lettori" e degli "autori"
13 Cfr. tra gli
marry and
altri
JoAnn Cannon: "In
live happily
fittizi,
this
percorre
most
ever after" (108). Per
il
is
Ma
Calvino avrebbe scelto una strategia così perdente per dimostrare
letteraria
dialogo tra
il
il
testo e
il
unsuccessful; rather than
merely underlines the degree to which
it
the text cannot be controlled or closed by the author" (108).
di proposito usi la più
mediazione e
boy and girl
Cannon questa conclusione esprime il de-
bringing the text back within the author's sphere,
Calvino
anche Se una
traditional of possible endings,
la
diventare portatore di significato: "But this strategy
sua produzione critica e
la
proprio viaggio nel "romanzo".
siderio di Calvino di incorporare la parte nel tutto, di controllare
lettore, di
ma
pur attraverso
non
il
si
capisce perché
contrario di quanto la
andava da tempo affermando. Mi sembra invece che
banale e scontata delle chiusure proprio per sottolinearne
la
valenza completamente diversa nel contesto di questo romanzo e di quella condizione
postmoderna a cui continuamente
si
richiama. Se
avviene è proprio perché avendo perso
sta la strategia di
desiderato,
come
Calvino nei romanzi
il
romanzo
si
iscritti
come
riferimento agli
può essere
di
nuovo
momentaneo, soluzione provvisoria, esperienza contingente
molteplici esperienze. Per una interpretazione della "favola" di
Calvino orientata nel senso del "caos" e della "molteplicità" vedi
II
e definitorie (ed è que-
nella cornice),
equilibrio
destinata ad aprirsi su altre
14
conclude, se l'"incontro"
le caratteristiche definitive
Amori
difficili
il
seggio di Beard.
è di Teresa de Lauretis nel saggio citato in cui discute Se
.
Se una notte d'inverno e
il
229
"racconto" lacaniano sull'amore
una notte d'inverno un viaggiatore come rifacimento postmoderno
La questione
quella raccolta: "L'avventura di un lettore".
Lauretis è quella della rappresentazione della donna:
".
re-contained within the frame of the book as merely a character
to a portrait, an image, a figure of the
male imaginary
.
.
dei racconti di
the female reader here
.
.
uno
di
centrale qui affrontata dalla de
is
finally
man's fiction, reduced
È un discorso molto im-
in
." (82).
portante e complesso che merita una trattazione a parte, e in riferimento a tutta la produ-
Mi sembra infatti che tutti i personaggi femminili di Calvino, dalla VioBarone rampante, alle donne delle Cosmicomiche e delle Città invisibili come di
zione di Calvino.
la del
Sotto
la
ni,
come
sole giaguaro, quei personaggi "positivi", "femminili" e "intelligenti", che,
il
Ludmilla
Se una notte, hanno mandato
di
abbiano, chi più chi meno,
sumere
in "istintività",
in visibilio la
maggior parte dei critici-uomi-
gli attributi stereotipi della
femminilità che possiamo rias-
"forza naturale" contrapposta
raziocinio maschile. Questo è
al
particolarmente evidente in Se una notte perché Ludmilla viene affiancata dalla sorella
"The Non-Feminine Woman",
Lotaria,
a feature that
in Italian literature
e
la critica
since Pavese
.
.
Mi sembra però che proprio l'insistenza di
modo tipicamente postmoderno di "prendere le
(76).
raria e
l'immaginario dei media e spingendo
"altre"
donne
oltre la perfezione
cercare
gli "altri" finali oltre
è poi
risultato a cui arriva
il
il
il
da copertina
"lieto fine" di
scrittrice
has
.
femminista dalla voce roca:
come
to
".
.
denote symbolic castration"
Calvino sugli stereotipi potrebbe essere
il
distanze", riscrivendo la tradizione lette-
lettore a decostruirne
di
i
feticci:
Ludmilla e l'aggressività
a cercare
le
di Lotaria; a
Se una notte d'inverno un viaggiatore. Che
Teresa de Lauretis nella sua decostruzione del personaggio di
Lotaria.
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