Comprendere il mondo Iran • Le regole per gli

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Comprendere il mondo Iran • Le regole per gli
#5
NEWSLETTER D’INFORMAZIONE ECONOMICA E GIURIDICA
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Comprendere il mondo Iran
Le regole per gli investitori
In quali settori investire
La piazza finanziaria iraniana
Operare con successo in Iran
Giugno 2016
Un Eldorado
chiamato Iran
La fine delle sanzioni economiche apre
l’Iran a nuove importanti prospettive.
Gli investitori si accalcano alla ricerca di
contratti lucrativi…ma sarà davvero un
nuovo Eldorado?
Vi proponiamo qui un primo assaggio
del pianeta Iran!
TEHRAN Da quando le sanzioni economiche sono state tolte lo scorso 16 gennaio, con l’accordo
denominato Joint Comprehensive Plan of Action
(JCPOA), delegazioni governative e investitori stranieri affollano gli hotel di Tehran e si accalcano negli uffici e nei palazzi governativi per firmare i primi
memorandum of understanding (strumento molto
diffuso a quelle latitudini con cui, di solito, si usa
benedire un primo riuscito approccio, ma nulla più)
e possibilmente i primi accordi commerciali (sicuramente più difficili da ottenere).
Tutti si attendono infatti che l’Iran, con la sua economia da 400 miliardi di dollari, si risvegli dal lungo
letargo impostogli dalle sanzioni per entrare in un
boom economico che, quantomeno, lenirebbe le
sofferenze provenienti dalla crisi che oggi attanaglia quelle che sono state, nella scorsa decade, le
principali economie emergenti (BRICS, EMMEA e
Tigri varie ora in disgrazia).
Il Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran,
Hassan Rouhani, si è posto tra gli obiettivi quello di diversificare un’economia sin qui basata sul
2 Il Punto #5 [speciale iran]
petrolio e la World Bank già si lancia in previsioni
di crescita “à la chinoise” con un 6% previsto per
quest’anno e un bel 7% per l’anno prossimo.
L’Iran, sostantivo in lingua farsi con cui la Persia veniva chiamata dai propri abitanti (che significa “Paese
degli Arii”) e nome ufficiale del Paese dal 1935, ha
una superficie di un milione e 648mila km2, vale a
dire quasi come Italia, Germania, Francia e Spagna
messe insieme! Il paese si estende dalla Turchia al
Pakistan, affacciandosi sul Golfo Persico da un lato
e sul Mar Caspio dall’altro, incuneandosi così tra le
porte dell’Europa e l’anticamera delle Indie, tra il
mondo arabo e alcune ex repubbliche sovietiche.
Una posizione assolutamente strategica, dunque, per
un paese “big size” con una popolazione di circa 80
milioni di abitanti, di cui l’80% sotto i 30 anni, con una
capacità manifatturiera senza rivali nel Medio Oriente.
In più, risorse naturali in abbondanza, comprendenti petrolio e gas ovviamente (che rappresentano però solo il 10% del PIL iraniano), ma anche
metalli (industriali, rari e preziosi) e minerali a iosa.
Teoricamente c’è di che far felici gli analisti econo-
mici, sempre più avviliti di fronte agli anemici dati provenienti dalle nostre spompate e collassanti
economie, tenute in piedi unicamente dal metadone delle banche centrali e dai risparmi di genitori
e nonni accumulati durante l’irripetibile epoca del
boom economico e della Milano da bere.
Gli investitori di tutto il mondo si fregano le mani
di fronte alla miriade di progetti e di opportunità
d’investimento in Iran, che alcuni ritengono l’occasione più “hot” degli ultimi 20 anni. Tutti eccetto
gli americani, dal momento che le sanzioni USA sono rimaste tuttora in essere e rendono pressoché
impossibile per le società americane creare una
presenza fisica in Iran, possedere partner iraniani
finanche vendere i propri prodotti in Iran.
Le uniche eccezioni riguardano alcuni prodotti alimentari (CocaCola, Fanta e Sprite manco a dirsi
sono state più forti delle sanzioni e campeggiano
trionfanti sulle mense iraniane dove, per contro, latita inspiegabilmente sua maestà l’acqua minerale
frizzante, tanto cara agli italiani), i farmaci (meno
male), i mezzi di trasporto, gli aerei e alcuni prodotti IT (toglieteci tutto, ma lasciateci l’Iphone, anche
se Youtube è oscurato).
Inoltre, alcune compagnie americane possono
chiedere la licenza all’US Treasury Office of Foreign
Asset Control per poter operare nel paese in alcuni
settori considerati in linea con gli interessi politici a
stelle e strisce, che includono l’immancabile oil&gas
e l’aviazione.
Al riparo dalla concorrenza dei supereroi americani,
i gruppi europei si accaparrano contratti multimiliardari. Citiamo, ad esempio, Airbus, che fornirà 118
apparecchi alla compagnia di bandiera Iran Air; Peugeot, che potrà ammodernare la propria fabbrica e
produrre automobili; Renault-Nissan, che sta intensificando il dialogo con i partner locali SAIPA e Iran
Khodro per espandere la produzione di veicoli.
Un discorso a parte riguarda il settore bancario,
con la Central Bank of Iran (CBI) che ha comunicato gli obiettivi per il nuovo anno iraniano (iniziato
il 20 marzo), tra i quali ridurre l’inflazione (peraltro
già scesa da oltre il 40% nell’ottobre 2013 al 12.6%
nel febbraio 2016), migliorare l’efficienza e la trasparenza nel mercato monetario, proseguire nel
cammino delle riforme orientandosi alla disciplina
monetaria e finanziaria, trascurata, secondo alcuni,
dal governo precedente.
A partire dal mese di gennaio di quest’anno, il sistema bancario iraniano ha stabilito relazioni con
264 banche straniere, mentre in questo periodo sono state emesse circa 1’200 lettere di credito sulla
base dei dati rilasciati dalla ILNA.
L’Europäisch-Iranische Handelsbank di Amburgo,
la banca fondata nei primi anni '70 da commercianti iraniani per sostenere il commercio tra la Persia
e l’Europa, ancora oggi vera e propria istituzione
nell’ambito delle relazioni commerciali con l’Iran,
ha ricominciato a erogare i propri servizi verso l’Iran
a partire dal 1 marzo scorso, aprendo una linea di
credito di 480 milioni di euro per le banche iraniane.
A questo proposito, la CBI ha emanato delle linee
guida per l’apertura di linee di credito, che saranno
possibili, oltre che in euro, anche in franchi svizzeri,
yen giapponesi e rial dell’Oman (Bank of Muscat
ha annunciato che emetterà LC per l’Iran per un
controvalore di 200-250 milioni di dollari).
Si sta pure lavorando alacremente per completare la riconnessione delle banche iraniane allo
SWIFT, il sistema di comunicazione interbancaria
che consente le transazioni internazionali, operazione teoricamente già possibile, ma che richiederà ancora del tempo per dirsi perfezionata dopo
quattro anni di blackout forzato.
Le sanzioni americane ancora in atto tuttavia impediscono gli scambi in dollari e vietano alle banche americane di prendere parte alle transazioni.
Questi divieti spaventano pure le istituzioni bancarie non americane (leggasi: quelle europee) che
temono di finire sotto la scure del Department of
Justice – Swiss Bank Program docet – in caso di
passi considerati falsi da qualche incattivito prosecutor d’oltre atlantico. Quindi meglio non rischiare
del tutto e mantenere alta la guardia - di fatto lasciando tutto come prima del 16 gennaio - verso
tutto ciò che batte bandiera iraniana. Con le relative difficoltà operative per le imprese iraniane che
commerciano con l’estero e le imprese straniere
che commerciano con l’Iran, costrette a ricorrere
alle impervie vie alternative fin qui praticate.
Mancano inoltre le carte di credito (americane)
Visa, Mastercard e Amex, che rendono tuttora disagevole effettuare pagamenti in Iran da parte
degli stranieri che vi si recano, attualmente anco-
Il Punto #5 [speciale iran] 3
Investire in
Iran: Istruzioni
per l’uso
La progressiva normalizzazione dei
rapporti tra Iran e la comunità internazionale rappresenta senza dubbio una
notevole opportunità di business per
le aziende straniere. Vediamo in sintesi
cosa prevede l’accordo sul nucleare
iraniano (JCPOA), quali sono i settori
su cui puntare e come effettuare
investimenti in Iran.
ra costretti a partire da casa portandosi dietro una
buona dose di cash. Vita dura anche per gli iraniani
quando si recano all’estero e quando si tratta di
effettuare transazioni online, di fatto impossibili
senza una carta di credito internazionale.
Un’importante incognita ancora tutta da decifrare
riguarda l’attuale regime dei tassi di cambio, che
prevede un tasso di cambio ufficiale e un tasso di
cambio commerciale, praticato da autorizzate agenzie di cambio. La differenza tra i due tassi di cambio
si è assottigliata negli anni ed ammonta, al mese di
giugno 2016, a circa il 14%: 30'465 rials per 1 dollaro (33'826 rials per 1 euro) al cambio ufficiale versus 34'730 rials per 1 dollaro (38'950 rials per 1 euro)
presso le agenzie di cambio nelle vie di Tehran.
Tra gli obiettivi della CBI vi è l’unificazione dei due
tassi di cambio il prossimo anno. Questo passo
comporterà una normalizzazione dei tassi di interesse (si pensi che attualmente il correntista iraniano riceve una remunerazione dal 18% al 24% sui
propri averi in rials sul conto corrente, mentre gli
euro vengono remunerati del 5% e i dollari del 4%),
lasciando così al mercato la funzione di trovare i tassi
di equilibrio e mettendo fine a una situazione anomala che favorisce artigianali quanto pericolose strategie di carry-trade a tutte spese della CBI.
L’unificazione dei tassi di cambio avrà, inoltre, conseguenze per gli investimenti esteri, dal momento che
finora afflussi e deflussi di valuta con finalità d’investimento vengono convertiti in rials al cambio ufficiale.
Nonostante le incognite e le difficoltà citate, a cui
in vero ci si abitua abbastanza facilmente al pari
dell'astinenza dall’alcol (qui vietatissimo, altro che
4 Il Punto #5 [speciale iran]
Dubai!), il che contribuisce a rendere la permanenza in Iran anche una gradevole esperienza disintossicante, il gigante mediorientale offre sicuramente
sterminate opportunità all’investitore straniero.
I progetti governativi sono centinaia e centinaia,
spaziando dalle piattaforme petrolifere, alle raffinerie (di cui, contrariamente a quanto si possa
pensare, il Paese necessita, dal momento che attualmente esporta greggio e importa benzina), a
strade, autostrade, ponti, ospedali e via discorrendo, ce n’è per tutti gusti!
Imprenditori attenzione però: niente mordi e fuggi! Non si cercano furbetti che vendano i loro prodotti da lontano per poi scomparire, ma imprenditori con la “I” maiuscola, che intendano investire in
Iran, creando partnership con entità locali e contribuendo così allo sviluppo tecnologico del Paese, oltre che all’occupazione. A questo proposito,
l’Iran vanta una popolazione con un ottimo grado di
istruzione e un’apertura culturale e sociale da fare
invidia agli ormai immusoniti e altezzosi europei…
Eldorado sì dunque, ma a determinate condizioni
e con determinate incognite, dove probabilmente
avrà successo chi saprà lanciarsi per primo (mai come ora vale la teoria del “first mover advantage”)
e chi avrà una visione di lungo periodo (dote ormai
rara nel mondo delle trimestrali obbligatoriamente
sempre in crescita).
Khodafez, dunque, possa Dio essere il vostro guardiano in quest’avventura decisamente stimolante!
L’accordo JCPOA
Il 14 luglio 2015, a Vienna, gli Stati E3/EU+3 (Cina, Russia, USA,
Germania, Francia e Gran Bretagna), da un lato, e la Repubblica Islamica dell’Iran, dall’altro, hanno sottoscritto un accordo
sulla vertenza nucleare denominato Joint Comprehensive Plan
of Action (JCPOA).
Questo accordo prevede interventi a tutto campo da parte
dell'Iran per limitare e controllare il suo programma nucleare
e, in contropartita, l'annullamento delle sanzioni dell'ONU,
dell'UE e degli USA.
In particolare, l’accordo JCPOA contiene un Implementation
Plan articolato in cinque step che si estendono sulla durata di
10 anni e che, in estrema sintesi, prevedono quanto segue:
1. Finalisation Day (14 luglio 2015): approvazione dell’accordo JCPOA a Vienna; definizione tra Iran e Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) delle misure di
controllo sul nucleare iraniano.
2. Adoption Day (90 giorni dopo il Finalisation Day, 18 ottobre 2015): entrata in vigore del JCPOA; adozione di provvedimenti volti a eliminare le prime restrizioni e sanzioni
contro l’Iran a partire dall’Implementation Day.
3. Implementation Day (180 giorni dopo il Finalisation Day,
16 gennaio 2016): verifica da parte dell’AIEA del rispetto da parte iraniana degli impegni presi sul nucleare;
abrogazione da parte di UE, USA e ONU di alcune misure restrittive e sanzioni contro l’Iran, in particolare delle
sanzioni indirette/secondarie degli USA verso società e
persone non US.
4. Transition Day (8 anni dopo l’Adoption Day, previsto
il 18 ottobre 2023, oppure, se antecedente, la data di
attestazione dell’AIEA dell’utilizzo esclusivamente pacifico del materiale nucleare iraniano): abrogazione da
parte di UE e USA delle rimanenti misure restrittive e
sanzioni contro l’Iran.
5. Termination Day (10 anni dopo l’Adoption Day, previsto il
18 ottobre 2025, a condizione che l’ONU non abbia frattanto ripristinato le sanzioni contro l’Iran): cessazione del
JCPOA e abrogazione definitiva da parte dell’UE delle
restrizioni contro l’Iran.
Il JCPOA prevede inoltre una Joint Commission composta da
membri dei paesi E3/EU+3 e dell’Iran che avrà il compito di
sorvegliare l’attuazione dell’accordo. Importante, inoltre, notare che il JCPOA prevede un meccanismo di snap back, ossia di
ripristino immediato delle misure restrittive in caso di inadempimento dell’accordo da parte iraniana.
Come evidenziato, nonostante gli entusiasmi della prima ora,
la fine di misure restrittive e sanzioni è un processo ancora lungo e tortuoso, che rende incerte le condizioni quadro all’interno delle quali gli imprenditori stranieri si troveranno ad operare.
Andrea Artioli
[email protected]
Il Punto #5 [speciale iran] 5
I settori
su cui puntare
• Infrastrutture
Una delle priorità del governo iraniano è la creazione di una
vera e propria rete ferroviaria nazionale. Al momento, l’Iran
dispone di una rete ferroviaria di meno di 13'000 chilometri di
estensione, suppergiù la stessa estensione della rete ferroviaria inglese, che però serve circa lo stesso numero di cittadini
su un territorio grande un settimo rispetto a quello iraniano!
Le ferrovie iraniane (Republic of Iran Railways, RAI) hanno
annunciato, a fine 2015, nuovi progetti per 25 miliardi di dollari più una serie di incentivi per attrarre investitori locali e
stranieri. Entro il 2025 si punta a raddoppiare l’attuale rete ferroviaria, costruendo 12'000 chilometri di nuove linee,
nonché ad elettrificare e rendere a doppio binario le linee
esistenti.
Sempre nel settore delle infrastrutture, si intendono realizzare una miriade di progetti, tra i quali menzioniamo: 5'600
chilometri di autostrade e 3'000 chilometri di strade principali, due nuovi terminal di transito presso l’aeroporto internazionale Imam Khomeini di Tehran, 4 milioni di nuove unità
abitative, impianti idrici per 14 miliardi di dollari, impianti di
trattamento acque per 5 miliardi di dollari.
Iran non significa solo petrolio ed enormi sono le opportunità offerte alle imprese straniere in moltissimi settori, tra i quali
quelli legati alle infrastrutture, all’automotive e all’agricoltura.
• Oil & gas
In base alle statistiche dell’OPEC, l'Iran occupa il quinto posto a livello mondiale per riserve di petrolio, stimate in 157
miliardi di barili. Nel 2015 la produzione iraniana di petrolio è
stata pari a 3,117 milioni di barili al giorno. La gran maggioranza delle riserve iraniane si trova negli enormi campi petroliferi nella provincia del Khusestan, nel sudest del paese,
vicino al confine con l'Iraq.
Invece, per quanto riguarda il gas naturale, il paese occupa
il secondo posto al mondo per le sue riserve, stimate in 33.6
trilioni di metri cubi. La sua produzione nel 2015 ha superato
i 212 miliardi di metri cubi.
Il settore energetico domina l'80% delle esportazioni del
paese e rappresenta circa il 65% delle entrate pubbliche. Le
oscillazioni del prezzo del petrolio influenzano pertanto pesantemente l'economia del paese.
Nonostante l’ampissima disponibilità di petrolio, l’Iran ha una
capacità di raffinazione limitata a 1,65 milioni di barili al giorno, nonché patisce un’insufficiente rete interna di oleodotti
scoraggiata peraltro dall’asperità del territorio. Per quanto riguarda il consumo interno, inoltre, si assiste ad una situazione
paradossale in cui l’Iran ha maggior convenienza nell’esportare il greggio dai porti sul Golfo Persico e importare benzina
raffinata dai terminal sul Mar Caspio, situazione che lo rende
il secondo importatore al mondo di benzina dopo gli USA.
Con la fine delle sanzioni, l’UE ha tolto le misure restrittive
riguardanti i divieti di commercializzare i prodotti petrolchimici e di prestare servizi di assicurazione, riassicurazione e
trasporto di petrolio e materiali bituminosi. Si spalancano
quindi enormi possibilità per le imprese straniere nel settore
oil & gas, seppur con alcune limitazioni importanti.
Infatti in Iran gli investimenti nel settore petrolifero sono regolamentati dalla Costituzione, che affida la gestione dello
sfruttamento delle risorse petrolifere alla Compagnia nazionale del petrolio iraniano (NIOC), ente statale sotto la supervisione del ministro del petrolio.
L’Iran ha recentemente implementato un nuovo modello per i
contratti oil & gas denominato Iran Petrioleum Contract (IPC),
che va a rimpiazzare i precedenti contratti di buyback che impedivano agli investitori stranieri di detenere interessi nelle
società iraniane.
L’IPC rappresenta uno strumento maggiormente attrattivo per
le società petrolifere internazionali in quanto offre condizioni più
flessibili rispetto a fluttuazioni di prezzo e rischi d’investimento.
Inoltre gli investitori stranieri hanno ora la possibilità di partecipare al capitale azionario di joint ventures, le quali devono essere tuttavia detenute per la maggioranza da un socio locale.
I vecchi contratti di buyback comprendevano solo le attività
di esplorazione e sviluppo, con NIOC che ritirava i campi petroliferi una volta concluse queste fasi. Per contro, il modello
IPC permette termini contrattuali fino a 25 anni.
A fine 2015 il governo iraniano ha messo a disposizione degli
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investitori stranieri più di 50 progetti nel settore oil & gas, per
un valore di 25 miliardi di dollari, da sviluppare con il coinvolgimento di partner locali.
Sempre in campo energetico, l’Iran intende portare la propria
capacità di generazione di energia elettrica a 73 GW mediante
la costruzione di impianti a gas, a ciclo combinato, idroelettrici
e sfruttando le energie rinnovabili (solare, biomasse ed eolico).
• Automotive
Dopo l’oil&gas, l'industria automobilistica rappresenta il settore più importante dell'economia iraniana con circa il 10%
del PIL e il 4% della forza lavoro impiegata.
Il mercato automobilistico iraniano è dominato da IKCO e
SAIPA, filiali dell’Industrial Development and Renovation Organization.
IKCO (Iran Khodro), fondata nel 1962, è il più grande produttore di auto in Medio Oriente. La sua produzione va dalle automobili, tra le quali Peugeot e Renault, ai camion, bus e minibus.
SAIPA (Société Anonyme Iranienne de Production Automobile), la seconda casa per importanza, è stata fondata nel 1966
per assemblare le Citroën per il mercato iraniano e oggi assembla modelli coreani, oltre a una propria gamma di motori
e di vetture.
Nel periodo tra il 2000 e il 2013 si è assistito ad un boom nella
produzione locale di autovetture, sostenuto da elevati dazi
d'importazione (si pensi che un Opel Insignia costa l’equivalente di 74'500 dollari, mentre una Maserati Granturismo
arriva a costare la bellezza di 542mila dollari!) e una classe
media in crescita.
Inoltre, l’imposizione di nuove sanzioni nel luglio 2013 ha impedito alle case costruttrici iraniane di importare molte componenti su cui si basano le autovetture nazionali, provocando
così un crollo delle esportazioni a beneficio della Turchia che
ha portato via all’Iran il ruolo di primo produttore di veicoli
nella regione mediorientale.
• Agricoltura
L’agricoltura è uno dei settori più importanti dell'economia
iraniana, rappresentando l’11% del PIL, il 23% della popolazione attiva e il 15% dei ricavi in valuta estera.
L’Iran intende ridurre la dipendenza dall’estero (pagata con
i proventi della vendita del petrolio), puntando a diventare
uno dei maggiori esportatori di prodotti agricoli e manufatti
alimentari.
In effetti, durante il periodo delle sanzioni l’Iran ha lavorato
molto per incrementare la propria autosufficienza, realizzando fabbriche per la produzione di molti prodotti che vengono esportati: prodotti confezionati, latticini, succhi e concentrati di frutta, acqua minerale e pasta. Non solo pistacchi e
zafferano dunque!
L’Iran importa in misura sempre maggiore tecnologie alimentari, in particolare le apparecchiature per il trattamento e il
confezionamento di cibi e bevande, settore quest’ultimo in
rapida ascesa.
Come investire in Iran
Se è certamente vero che l’Iran rappresenta un’opportunità
di business ad alto potenziale, è altrettanto vero che approcciare il mercato iraniano non è privo di insidie. Infatti fare
affari in Iran è tutt’altro che facile e l’imprenditore che vi si
affaccia per la prima volta si troverà confrontato con caratteristiche normative, commerciali e culturali che complicheranno
la vita soprattutto a coloro i quali tenteranno il “fai da te”
tanto caro agli italiani.
L’imprenditore nostrano scoprirà che in Iran tutto è complicato: dalla comunicazione, alla negoziazione, al trasporto delle
merci finanche a fare e ricevere pagamenti.
Operare in Iran senza disporre di un adeguato supporto in loco è altamente sconsigliabile, anche perché il lungo periodo
di isolamento ha ostacolato lo sviluppo di un clima di business “normale”, fatto che ha finito per attribuire all’aspetto
relazionale - la creazione di fiducia tra le parti - un’importanza
centrale e imprescindibile. Creare fiducia ovviamente richiede
tempo e impegno, in altre parole chi tenta il “mordi e fuggi”
è destinato a tornare a casa con le cosiddette pive nel sacco.
Fare business in terra iraniana comporterà un'adeguata dose
di pratica “sul campo” e l’imprenditore dovrà essere pronto a
prendere in considerazione anche inevitabili costi d’apprendimento, per non dire disavventura, che tuttavia potranno
in seguito essere ampiamente recuperati grazie alle enormi
possibilità offerte da questo mercato.
Andiamo quindi ad illustrare le principali caratteristiche del
“business climate” iraniano, nonché a fornire qualche suggerimento a tutti coloro che si apprestano ad operare con l’Iran.
• Diritto societario
La normativa commerciale iraniana risale al 1932 ed è ispirata
al diritto francese (codice civile), venendo successivamente
adeguata al diritto anglosassone per la parte relativa alle società per azioni. Il diritto societario iraniano prevede, in tutta
analogia con quanto prevede anche il nostro codice civile, le
seguenti forme societarie:
- Joint Stock Company
(Sherkat Sahami Khass oppure Sherkat Sahami Am)
- Limited liability company
(Sherkat ba Masouliyat Mahdoud)
- General partnership (Sherkat Tazamoni)
- Limited partnership (Sherkat Mokhtalet Gheyr Sahami)
- Mixed joint stock partnership (Sherkat Mokhtalet Sahami)
- Proportional liability partnership (Sherkat Nesbi)
- Production and consumption cooperative
(Sherkat Ta'avoni Towlid va Masraf)
La maggior parte delle società registrare in Iran hanno la forma delle Joint Stock Companies (ossia di società per azioni),
mentre le Limited Liability Companies (società a responsabilità limitata) rappresentano solo il 20% dell’intero panorama
societario.
Le Joint Stock Companies possono essere di due tipi: “public” (Sherkat Sahami Am, SSA) se quotate in borsa oppure
“private” (Sherkat Sahami Khass, SSK).
Per quanto riguarda la SSK, il capitale minimo è di 1 milione
di Rials (al cambio attuale circa 30 euro). I soci fondatori (minimo 3) devono sottoscrivere il 100% del capitale e versare
almeno il 35% dei conferimenti in denaro e il 100% dei conferimenti in beni. Gli amministratori di una SSK devono essere
almeno due.
Gli azionisti della SSK partecipano al capitale, ai profitti, alle
perdite e alla liquidazione in proporzione alla loro quota azionaria. La responsabilità di ogni azionista è limitata al valore
della sua quota, fatti salvi i casi di frode. La SSK possiede
personalità giuridica e, pertanto, può citare ed essere citata
in giudizio.
Non esistono restrizioni legali in merito alla nazionalità dei
soci fondatori di una SSK, che, pertanto, possono essere tutti
stranieri. Il Governo iraniano tuttavia può imporre vincoli qualora l’impresa operi in settori ritenuti di importanza nazionale.
•Fiscalità
In Iran l’anno fiscale inizia il 21 marzo e termina il 20 marzo
successivo, in ossequio al calendario iraniano che celebra, in
occasione dell’equinozio di primavera, la festa del “Nouruz”,
un antico rituale persiano di origine zoroastriana.
Il Punto #5 [speciale iran] 7
L’autorità fiscale iraniana, vale a dire il Ministero delle Finanze
e dell’Economia, ha inoltre la facoltà di stabilire una tassazione iniziale, calcolando un utile figurativo in base alle dimensioni dell’impresa e al settore nel quale essa opera, fatto che
ovviamente genera incertezza nell’investitore straniero.
Le imprese straniere, così come le joint venture e le branch di
società estere, sono chiamate a corrispondere le imposte al
pari delle imprese nazionali.
A dipendenza del tipo di attività svolta, possono essere
previsti sgravi ed esenzioni fiscali. In particolare, le nuove
aziende situate all’interno di “aree speciali” possono beneficiare di un’esenzione fiscale per un periodo dai quattro
agli otto anni. Inoltre, è previsto uno sgravio dell’80% sui
profitti delle imprese attive nel settore minerario, manifatturiero e degli impianti d’assemblaggio e relativo engineering (in base al FIPPA tale sgravio arriva al 100% per 10
anni se la produzione avviene nelle zone meno sviluppate
del paese). L’attività agricola e zootecnica inoltre è esente
da imposte.
L’IVA è stata introdotta in Iran nel 2008 ad un’aliquota iniziale
del 3%, salita poi rapidamente fino all’odierno 9%.
La Festa del Nouruz
Il 21 marzo è il capodanno persiano, che coincide con il
primo giorno di primavera. Nouruz (o Nowruz) in persiano
vuol dire nuovo giorno, il giorno dell’equinozio di primavera, quando il sole entra nel segno zodiacale dell'Ariete. Il
Nouruz per gli iraniani è la festa più importante dell'anno, in
occasione della quale si fanno i regali ai bambini e si parte
per le vacanze. Tra gli elementi simbolici del Nouruz vi sono
i pesci rossi, venduti sulle bancarelle per strada, che rappresentano la vita e la fine dell'anno astrale precedente, che si
conclude appunto con la costellazione dei Pesci.
Il budget del governo iraniano è finanziato per il 55% dai proventi della vendita di petrolio e gas, mentre per il restante
45% da tasse e imposte.
L’evasione fiscale è un fenomeno molto diffuso in Iran e si
stima che fino al 25% del PIL nazionale venga perso a causa
di questo fenomeno.
La tassazione è stata semplificata negli ultimi anni e, in particolare, prevede per le persone fisiche aliquote comprese tra
il 10% e il 30%, mentre per le persone giuridiche una flat rate
pari al 25% degli utili (per le royalties la tassazione effettiva va
dal 5% al 7.5%).
In via generale, l’Iran conosce due tipi di leggi che regolano
l’attività delle imprese straniere sul proprio territorio. La prima di esse è il Foreign Investment Promotion and Protection
Act (FIPPA), legge che si rivolge direttamente alle imprese
straniere, mentre in seconda battuta troviamo leggi specifiche per le imprese straniere all’interno dell’apparato fiscale
ordinario iraniano, quali ad esempio la legge fiscale e la legge sul lavoro.
8 Il Punto #5 [speciale iran]
•FIPPA
Gli investimenti stranieri in Iran sono regolati da una legge denominata “Foreign Investment Promotion and Protection Act”
(FIPPA), ratificata dal Parlamento nel 2002.
La FIPPA garantisce agli investitori stranieri gli stessi diritti, le
stesse tutele e le stesse strutture a disposizione degli investitori domestici. Questo include la possibilità di investire in tutti i
campi in cui l'attività privata è consentita, così come la facoltà di
detenere fino al 100% del capitale di entità giuridiche iraniane.
È garantita la protezione contro l'esproprio e la nazionalizzazione, fatte salve le circostanze in cui prevalgano ragioni di interesse pubblico. In tali casi, l'esproprio dovrà seguire una procedura
non discriminatoria e l'investitore dovrà ottenere un adeguato
risarcimento sulla base del valore reale dell'investimento.
La FIPPA comprende, inoltre, disposizioni che garantiscono il
libero trasferimento all'estero di capitale straniero e dei profitti provenienti dagli investimenti stranieri (dividendi). A questo
proposito, gli investitori stranieri potranno richiedere la conversione del Rial iraniano nella valuta estera necessaria ai fini
di tali trasferimenti.
Sono altresì previste una serie di agevolazioni per quanto riguarda i visti di entrata ed uscita, i permessi di residenza e di
lavoro per gli investitori, i manager, i direttori e gli esperti, così
come per le loro famiglie.
La FIPPA definisce quale “investitore straniero” qualsiasi persona fisica o giuridica, non iraniana o anche iraniana, che utilizzi capitale di origine straniera, a condizione che abbia ottenuto
la licenza d'investimento. Per “capitale straniero” si intendono
tutti i tipi di capitale, tra cui conferimenti in denaro e in natura,
che sono stati importati in Iran dall’estero.
Per ottenere una licenza di investimento, si dovrà inoltrare
apposita domanda all’Organizzazione per l'assistenza tecnica ed economica per gli investimenti esteri in Iran (OIETAI).
La licenza potrà essere concessa a condizione che gli investimenti esteri favoriscano la crescita economica, il progresso tecnologico e la qualità della produzione, nonché portino all’aumento dell'occupazione, favoriscano la nascita di
opportunità e incrementino le esportazioni.
Eventuali controversie tra il Governo iraniano e gli investitori
stranieri in relazione a investimenti oggetto del FIPPA sottostanno alla legge iraniana, a meno che un altro meccanismo di
risoluzione delle controversie sia stato concordato per mezzo
di un accordo bilaterale con il governo del paese dell’investitore straniero.
•
Rimedi giuridici
La legge iraniana permette di poter scegliere liberamente la
legislazione dei contratti conclusi in Iran; tuttavia il Codice Civile Iraniano stabilisce che questi sottostiano al diritto iraniano.
Questa contraddizione tuttora non risolta comporta che gli investitori stranieri che concordano con la controparte iraniana
di ricorrere al diritto di un altro paese, firmino i contratti fuori
dall’Iran e li facciano autenticare da un notaio del luogo.
In Iran risulterà problematica anche l’esecuzione di sentenze di
tribunali stranieri a causa della mancanza di strumenti di reciproco riconoscimento ed esecuzione di sentenze tra l’Iran e il
paese nel quale il giudizio è stato emesso.
Tuttavia, l’investitore straniero potrà concordare con la controparte iraniana il ricorso ad un arbitrato internazionale, dal
momento che l’Iran ha sottoscritto la Convenzione di New York
del 1958 per il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze
arbitrali straniere.
•
Proprietà intellettuale
L’Iran è membro della World Intellectual Property Organization
(WIPO) e ha sottoscritto vari accordi internazionali sulla tutela
della proprietà intellettuale (tra cui la Convenzione di Madrid
e la Convenzione di Parigi), ponendo così le basi legali per la
protezione della proprietà intellettuale appartenente agli investitori stranieri.
•
Trattati bilaterali
L’Iran ha sottoscritto oltre 50 accordi sulla reciproca promozione e protezione degli investimenti, in particolare con Italia
e Svizzera, che mirano a favorire e a tutelare gli investimenti
stranieri.
Oltre a ciò, l’Iran ha stipulato una serie di convenzioni contro la
doppia imposizione, tra cui con la Svizzera, ma non con l’Italia;
quest'ultima, nonostante sia stata firmata a Tehran nel 2005, è
stata successivamente bloccata a seguito delle sanzioni internazionali. Con l’arrivo dell’accordo JCPOA, si attende ora la
ratifica di questa importante convenzione che favorirà gli investitori italiani in Iran.
Le zone franche operano sotto la supervisione dell'High Council of Free Trade & Industrial Zone, che fa capo al presidente
della Repubblica Islamica dell'Iran.
Le Free Zone Organizations sono state esentate da molte leggi in vigore nel paese (in particolare normative fiscali e monetarie) e operano come entità indipendenti.
Nelle zone franche, gli investitori stranieri possono possedere
fino al 100% delle azioni di una società operante sul territorio.
Inoltre i capitali e i profitti inerenti alle attività possono entrare
e uscire liberalmente dalle zone franche.
La legislazione sull'impiego di forza lavoro è molto flessibile
e gli specialisti stranieri possono essere assunti per una quota
pari al 10% della forza lavoro complessiva. È prevista, inoltre,
l’esenzione dai dazi doganali sull’importazione di materie prime e macchinari industriali.
Nelle zone franche le operazioni bancarie sono libere: ciò significa che le banche straniere possono aprire filiali ed offrire qualsiasi tipo di servizio, incluse lettere di credito, garanzie
bancarie e finanziamenti.
Conclusioni
La rimozione delle sanzioni internazionali grazie all’accordo
JCPOA non sarà immediata e comporterà un lungo periodo
di normalizzazione, che servirà all’Iran per ricostruire le basi necessarie per potersi reinserire all’interno della comunità d’affari
internazionale.
Le basi legali create dal Governo iraniano a tutela degli investitori esteri rappresentano un importante quadro normativo che permetterà di attirare risorse economiche e umane
dall’estero, che si confida diano slancio all’economia iraniana
in recessione da anni.
Nonostante i numerosi miglioramenti in atto, permangono
molte peculiarità sia a livello legale, che economico e ambientale, che richiedono un’attenta analisi allorquando si intenda effettuare un investimento in Iran. In particolare, ogni
operazione d’investimento andrà valutata singolarmente in
base alle proprie caratteristiche specifiche, ricorrendo ad un
adeguato supporto professionale.
Il nostro Team sarà lieto di mettere a Vostra disposizione la
propria esperienza e la propria professionalità.
•
Zone franche
Con l’obiettivo di attirare e promuovere gli investimenti stranieri, in Iran sono state create delle zone franche (Free Trade Zones)
e delle zone economiche speciali (Special Economic Zones).
Le free trade zones sono le seguenti
-
Isola di Kish, nel Golfo Persico
-
Isola di Qeshm, nello stretto di Hormoz
-
Chabahar, città portuale al confine con il Pakistan
-
Aras, nella provincia dell’Azerbaijan Orientale
-
Anzali, nella provincia di Ghilan
-
Arvand, nella provincia di Khuzestan
-
Makou, nella provincia dell'Azerbaijan Occidentale
Andrea Artioli
[email protected]
Il Punto #5 [speciale iran] 9
Tutto da scoprire:
Il settore
finanziario
iraniano
Un affare da quindici miliardi di euro:
è questo il giro d’affari stimato per
i prossimi cinque anni sul mercato
finanziario iraniano.
Scopriamo a che punto siamo e chi
per primo ha colto questa grande
opportunità.
Niente paura: non siete in ritardo!
L’altra mattina (1 giugno) leggevo un quotidiano
finanziario alla ricerca di quelle quotazioni che non
seguo giornalmente su uno degli 8 schermi che mi
assillano dal lontano 2000.
Libor (che, salvo manipolazioni, dovrebbe rimanere
allo 0, per diverso tempo), bond olandesi e messicani a 10 anni, ETF, stagno, cotone…
Insomma nulla di strano per un intossicato dalla
finanza come me, se non che il quotidiano in questione non viene stampato nei laccatissimi centri di
Londra o New York, ma a Tehran.
Cosa? Come? Ma non era solo nucleare e integralismo l’Iran?
Eh no, l’Iran è molto altro e, con l’inizio della fine
delle sanzioni, sta cominciando a dimostrarlo al
mondo.
I suoi mercati finanziari sono strutturati sostanzialmente come i nostri:
• una borsa ufficiale, il Tehran Stock Exchange (TSE),
che ha visto il suo indice principale (il Tedpix) chiudere a 76084 in rialzo del 23,3% da inizio anno;
• una serie di indici secondari dedicati ai vari settori, anch’essi in forte rialzo rispetto al 2015;
10 Il Punto #5 [speciale iran]
• un mercato Over The Counter, Farabourse, posseduto dalla borsa ufficiale iraniana (TSE) e dalle
principali istituzioni finanziarie del Paese;
• un mercato valutario, o Forex, su cui troviamo un
cambio ufficiale (1 Euro equivale a 33826 Rial) e
uno commerciale (1 Euro equivale a 38950 Rial);
• un mercato dei futures attivo dalle 9:30 alle
12:30 (altro che rimanere in ufficio fino alle 23 ad
aspettare la chiusura del Nasdaq…);
• un mercato dedicato alle monete d’oro;
• un mercato per i tassi di interesse in forte fermento dato che la valuta locale è remunerata al
24% su base annua;
• un mercato dedicato agli Exchange Traded
Fund, ora agli inizi, ma con un grande potenziale
di sviluppo.
La borsa ufficiale TSE ha oggi una capitalizzazione
di circa 100 miliardi di Euro e 321 società quotate.
Vi si può accedere o direttamente con opportuna
licenza e utilizzando uno dei 104 broker locali o attraverso fondi (ETF) dedicati agli stranieri. Su alcune società permangono delle sanzioni e non sono
ad oggi negoziabili.
Il settore maggiormente rappresentato è chiaramente quello oil & gas; automobili, acciaio, telecomunicazioni e banche completano il quadro, facendo del TSE il mercato più diversificato dell’intero
Medio Oriente.
Venticinque società hanno una capitalizzazione
superiore al miliardo di euro, con la Parsian Gulf
Petrochemical Industry che, dall’alto dei suoi 6,8
miliardi di Euro di market cap, non teme rivali: la
Mobile Communication of Iran, seconda, si attesta
sui 3 miliardi di Euro.
Gli scambi si aggirano intorno ai 900 milioni di euro
al mese, una cifra molto bassa a causa dell’embargo
made in USA che fa vivere dei veri e propri incubi
agli uffici di compliance delle istituzioni finanziarie.
Recente è il via libera dato dal governo iraniano
alla quotazione di MBS (Mortgage Backed Securities), segno evidente che si sta cercando di stimolare il mercato immobiliare tramite un adeguato
sostegno finanziario.
Non manca anche qui il tipico fondo sovrano
Middle East di proprietà statale (National Development Fund of Iran) che sta utilizzando la zona
franca dell’isola di Kish per farsi conoscere alle controparti europee e asiatiche. Obiettivo: trovare una
collocazione redditizia ai 50 miliardi di Euro di cui
dispone entro i prossimi 5 anni.
Internamente, invece, l’attenzione statale è rivolta
al mercato dei bond governativi passati dagli 1,8
miliardi di Euro del 2014 ai 3 del 2015. Cifre modeste, ma, e questo è l’importante, in crescita.
Negli ultimi tempi è, inoltre, in atto un processo
di privatizzazione delle società quotate nonché di
informatizzazione degli scambi che aumenterà sicuramente l’accessibilità al mercato finanziario iraniano entro il 2020.
L’Iran è, dunque, una grande opportunità sia culturale, che finanziaria.
Culturale perché ci riporta alle origini dei nostri mercati finanziari, origini che nessuno di noi (almeno mi
auguro) ha vissuto in prima persona. Le inefficienze, gli esperimenti, gli insuccessi, le strade in salita
ci sono e ci saranno ancora per diverso tempo, ma
a me piace chiamare tutto ciò con una sola parola:
opportunità.
Opportunità di conoscere una cultura nuova per l’Occidente, ma che ha un passato nobile e ricchissimo.
Opportunità di partecipare alla costruzione di un
mercato nuovo invece di essere un semplice numero
nella City o a Wall Street.
Opportunità di portare la nostra esperienza a chi
esperienza non ne ha.
Opportunità di creare una nuova rete di conoscenze.
Opportunità di guadagnare: eh sì, diciamolo, da
noi guadagnare è sempre più difficile e il futuro
non promette nulla di buono.
E allora ringraziamo l’Iran, Cuba, il Vietnam.
E ringraziamo anche gli Stati Uniti che, con le loro
sanzioni, ci levano di torno i nostri più grandi competitors: loro stessi!
Detto ciò, bisogna ammettere che la strada è ancora lunga. È evidente che, per addentrarsi in un
mercato non US friendly, intraprendenza e capitali
non bastino; occorrono soprattutto stabilità e indipendenza. Ecco quindi che ai consueti “colossi
dai piedi di argilla” si sono sostituiti tre attori assai
preparati e motivati: Svizzera, Svezia e Austria.
Tre Paesi “di montagna”, con una popolazione al
di sotto dei 10 milioni di abitanti, governi stabili,
finanze in buono stato e una efficace interconnessione tra il settore pubblico e quello privato.
La Svizzera sfrutta il fatto di essere da sempre un
partner diplomatico di eccellenza per l’Iran. Tra l’altro, le recenti tensioni tra Tehran e Riyad non hanno fatto altro che rafforzare la posizione strategica
degli elvetici.
Oltre a questo, la forte connotazione internazionale del sistema bancario svizzero aiuta molto in un
Paese dove le banche locali iniziano ora a muovere
i primi passi con partner esteri.
Svezia e Austria fanno, invece, leva su politiche
finanziarie molto aggressive, che le porteranno a
breve a lanciare le prime quotazioni di società iraniane e di fondi europei specializzati in investimenti sul mercato iraniano.
Last but not least, i tre sono ben visti anche per un
altro motivo: la loro moneta. Nonostante le numerose difficoltà dovute alla scarsità di valuta estera e
all’assenza di un circuito di carte di credito, il fatto
di poter contare su euro e franchi, invece che sul
dollaro, sta senza dubbio costituendo un grosso
vantaggio sul mercato finanziario iraniano.
Perché aspettare? First come, first served!
Luca Foglia
[email protected]
Il Punto #5 [speciale iran] 11
MISSION:
POSSIBLE –
Scouting in Iran
con successo!
Quali sono gli ingredienti per operare
con successo in Iran? Come trovare
partner adeguati e nuovi clienti?
La parola magica è Scouting!
Maggio 2016: Anche quest’ultimo viaggio in Iran è
stato sancito dalla nascita di una nuova collaborazione, con la sottoscrizione di un contratto tra un’importante azienda italiana attiva internazionalmente
nel settore farmaceutico ed uno dei più importanti
distributori iraniani del campo: MISSIONE COMPIUTA con successo! La soddisfazione per questo
traguardo premia la doviziosa attività di scouting
svolta per condurre ed accompagnare step by step
l’azienda sul mercato iraniano, mercato frizzante, affascinante e che, come ogni nuovo mercato in cui
si intende operare, richiede preparazione, competenza ed un’accurata analisi per evitare spiacevoli
inconvenienti.
La ricerca di nuove controparti commerciali estere
può essere una delle chiavi del successo di un’azienda. In un mercato globale come quello attuale
si è costantemente stimolati ed attratti dalla libertà
di poter scegliere ed approcciare nuovi territori, alla ricerca di inesplorate - e magari insperate - opportunità per il proprio business. Muoversi da soli,
però, può essere molto rischioso e celare numerose
insidie. Prima di fare la valigie ed imbarcarsi alla cieca sul primo aereo per Tehran, è opportuno essere preparati e consapevoli. Sono molte le imprese
che, deluse da precedenti missioni imprenditoriali
in Iran organizzate da improvvisate associazioni e
connotate da una sterile rigidità organizzativa, sono rimaste con una maratona di meeting senza alcun seguito in mano, non avendo purtroppo avuto
la possibilità di entrare concretamente in contatto
con il Paese, le sue peculiarità e possibilità, costrette unicamente al rispetto di un pressante ed eccessivamente stringente calendario di vacue attività
utili unicamente a dire “SONO STATO IN IRAN”.
Al fine di evitare vani sprechi di tempo e denaro per
le aziende che si rivolgono a noi con il desiderio di
12 Il Punto #5 [speciale iran]
esplorare ed operare in Iran, ci prendiamo cura di
tutte le fasi propedeutiche e funzionali al buon esito del viaggio, sia dal punto di vista organizzativo
(visto, voli, hotel, transfer, servizi di interpretariato,
…), che dal punto di vista operativo-consulenziale,
ad alto valore aggiunto.
La prima fase dell’attività di scouting - attività di
esplorazione volta all’individuazione di partners e
controparti commerciali - è la fase informativa, nel
corso della quale si analizza l’azienda, le proprie
caratteristiche, punti di forza, limiti, profilo del partner auspicato, esigenze ed obiettivi, rapportandoli
alle peculiarità del mercato iraniano per un’azione
commerciale qualificata.
Sulla base delle informazioni raccolte nella fase
informativa, accertata la recettività per il prodotto
dell’azienda sul mercato iraniano, si procede, dunque, alla ricerca e selezione dei possibili partner e,
più ampiamente, delle controparti commerciali più
idonee. Una volta individuate, effettuiamo degli
incontri preliminari per verificare personalmente
l’effettiva rispondenza dei soggetti identificati alle
necessità dell’impresa che affianchiamo, studiandone l’organizzazione, la struttura, know-how, referenze, processi operativi e la presenza sul mercato,
per evitare all’imprenditore inutili viaggi a vuoto:
l’obiettivo non è far collezionare interminabili liste
di meeting, bensì creare concrete opportunità di
incremento del business “su misura” delle imprese
che si rivolgono a noi.
Qualora i soggetti individuati risultino realmente idonei per l’azienda, ha inizio la fase di reporting, nel corso della quale quest’ultima viene resa
edotta delle informazioni raccolte in relazione alle
potenziali controparti commerciali affinché sia possibile passare, consapevoli e preparati, alla definizione dei meeting in loco.
Il Punto #5 [speciale iran] 13
Solo a questo punto, completate le fasi descritte,
si è pronti a partire con l’azienda per studiate azioni mirate in loco. Può, così, avere inizio il viaggio,
addolcito da suggestivi paesaggi, tradizioni, ambrati thè e dall’attraente vivacità di un mercato in
fermento, con delicate dinamiche, consuetudini
ed equilibri che è giusto conoscere e rispettare. In
quest’ultima fase continuiamo ad accompagnare
in modo strutturato l’azienda, partecipando attivamente ai meeting e alle trattative con gli operatori
locali, discutendo e definendo le strategie di sviluppo della collaborazione, sino alla formalizzazione e
sottoscrizione dell’accordo commerciale.
Potreste pensare che, a questo punto, il nostro intervento sia pressoché terminato: tutt’altro. Inizia
ora la delicata fase della “messa in opera” della
cooperazione sancita contrattualmente, che, soprattutto inizialmente, richiede un lavoro fianco a
fianco con l’azienda per l’adozione di precipui accorgimenti ad hoc, al fine di rispondere con successo alle quotidiane necessità per la registrazione, il
trasporto, lo sdoganamento, le modalità di pagamento della merce fornita e per non lasciare nulla
al caso, pronti a far fronte tempestivamente agli
imprevisti.
Solo attraverso una presenza diretta in Iran ed un
percorso consolidato per step di attività ed azioni
mirate, unitamente ad alacri ed incessanti attività in
loco anche di follow-up, è realmente possibile sostenere l’imprenditore. A questo proposito vi prego di scusarmi, IranAir mi aspetta: devo ritornare a
Tehran per un’altra Mission…Possible!
Ornella Pianezza
[email protected]
14 Il Punto #5 [speciale iran]
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