Il mercato dell`usato
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Il mercato dell`usato
Il mercato dell’usato di Giorgia Gessner C Un interessante colpo d’occhio sulle mille chimere-trappole vendute di seconda mano hiunque abbia visitato il salone nautico di Genova oppure uno dei molteplici e ridondanti saloni in giro per il mondo sa cos’è il mercato nautico del nuovo mentre l’usato non compare mai e viene tutt’al più trattato a parte dai singoli cantieri. Fino ai tempi dello scoppio della bolla (2008) nella grande maggioranza dei casi l’usato veniva ritirato al cliente in occasione dell’acquisto di una barca nuova e scafi usati si trovavano talvolta in qualche manifestazione di secondo livello ma non si vedevano certamente a Genova, Parigi, Londra e Düsseldorf. Talvolta nei saloni in acqua, cosiddetti galleggianti, soprattutto quelli dedicati ai megayacht come Cannes, si vedevano esposti scafi di seconda mano, destinati perlopiù ai broker e dedicati al charter (un settore oggi ancora abbastanza florido). La grande crisi ha cambiato tutto ciò, specialmente da noi. Con le leggi Salvaitalia il Governo Monti ha compiuto inizialmente, per inesperienza e spinto da pressioni populiste, un grave errore, quello di ripristinare la tassa di stazionamento sul naviglio da diporto. L’esperienza di pochi anni fa in Sardegna aveva dimostrato che era una tassa tutta in passivo, giacché l’esazione costava di più dei cespiti previsti, e soprattutto penalizzava fortemente il turismo nautico proveniente dall’estero. Così, per sfuggire alla legge, centinaia di imbarcazioni si sono trasferite dai porti italiani in quelli esteri. Il fenomeno è stato particolarmente forte in Adriatico, a favore dei marina turistici della Slovenia e della Croazia, ottimi e a buon mercato. Ravvedutosi dell’errore, anche sotto pressione delle associazioni di categoria, UCINA in testa, il governo ha poi modificato la tassa di stazionamento in tassa di possesso, forse influenzato da una statistica, mai provata, che molte imbarcazioni risultavano intestate a soggetti fiscali che dichiaravano Irpef risibili. Molte barche sono tornate in Italia, ma in gran parte sono state messe in vendita a causa della crisi che non accenna a finire, anche perché molti armatori hanno cominciato a rendersi conto che mantenere un treno di vita come nel passato non è più possibile. In più ci sono gli accertamenti demagogici della Finanza a dare il colpo di grazia al traballante settore. Chi non riesce ad affrontare le spese della barca (ormeggio, nuova tassa di possesso, manutenzione, gestione ordinaria e straordinaria e altro ancora) la mette dunque in vendita. I cantieri dal canto loro, se vogliono vendere il nuovo devono necessariamente ritirare l’usato dei loro clienti, pena la rinuncia all’acquisto. In quanto alle banche e alle società di leasing, se il cliente a cui hanno concesso il finanziamento smette di pagare, si ritrovano con barche che non sanno come vendere e che si deprezzano ogni giorno che passa. Risultato: si dice (nessuno però le ha contate) che ci siano migliaia di offerte a prezzi stracciati in giro per l’Italia, dal piccolo natante al grande megayacht, che per i venditori comportano spese, immobilizzo di capitali e manutenzioni costanti. settembre-ottobre 2012 15 Una fila di belle imbarcazioni tutte tirate scrupolosamente a lucido ammicca, dall’ormeggio, al potenziale acquirente; sembrano tutti ottimi affari, ma ci sarà da fidarsi? In apertura, allettanti specchietti per allodole Da un certo punto di vista è dunque un momento favorevole all’acquisto di una barca usata. Molti economisti sostengono infatti che i migliori affari si fanno quando i mercati sono in recessione. Dall’altro, è ovvio, la situazione economica generale sconsiglia di fare investimenti, piccoli o grandi che siano. Ma non sempre la passione (e quella per il mare in particolare) è razionale. Dunque, ecco alcuni suggerimenti per chi, comunque, ha deciso di acquistare una barca usata. Essi valgono sempre, ma ancor più in questo momento in cui, spinto dalla necessità, il venditore con pochi scrupoli è portato a minimizzare i difetti e ad esaltare le qualità. In linea generale è meglio scegliere un modello di un marchio noto e di un cantiere ancora esistente, meglio se garantito dallo stesso costruttore, che ha tutto il vantaggio di non perdere il buon nome rifilando un catorcio a quello che domani potrebbe essere un cliente del nuovo. L’ideale sarebbe provare la barca in offerta o meglio, se si tratta di un cabinato, noleggiarla per una crociera in maniera da sincerarsi se il modello in questione corrisponda davvero ai propri programmi di navigazione e alle proprie esigenze. Naturalmente, le precauzioni da prendere sono differenti a seconda del tipo di barca in oggetto. Per esempio, nel caso di una nave da diporto (cioè sopra i 24 metri al galleggiamento) difficilmente la tratta- Nel caso di imbarcazioni medie (tra i 10 e i 24 metri) come questo splendido Azimut, è meglio non correre rischi, e lasciar controllare la barca da un perito professionista 16 settembre-ottobre 2012 tiva si svolgerà con il proprietario: occorrerà rivolgersi al cantiere costruttore oppure ai broker, che per altro pubblicizzano l’usato disponibile con tutti i mezzi (stampa, riviste specializzate, internet). Pochi sanno che recentemente è nata un’apposita società: Jupiter (www.secondlifetopyachts.it) che si occupa appunto di mediazione di grandi yacht, soprattutto se i venditori sono banche, società di leasing, aste giudiziarie (ma non solo), fornendo anche tutta una serie di servizi accessori (perizie, riparazioni, assicurazione, controllo documenti, posto d’ormeggio in marine convenzionate ecc.) in maniera di semplificare al massimo le trattative. Tutto ciò ha un costo, è ovvio, ma non sempre risparmiare conviene, soprattutto se si tratta di cifre importanti. Un caso, oggi abbastanza frequente, è quello di un cliente che ordina uno yacht custom e versa l’anticipo al cantiere, ma non riesce più a fare i successivi versamenti in corso d’opera e lascia lo yacht al cantiere rinunciando agli acconti versati. È la soluzione ideale: il cantiere ha tutto l’interesse di sbarazzarsi al più presto dell’imbarcazione e chiede una somma ridotta, mentre il nuovo cliente può intervenire sul layout e gli arredi ottenendo un mezzo quasi su misura a un prezzo conveniente. Per trovare queste occasioni occorre tuttavia visitare i cantieri che costruiscono mezzi simili a quelli desiderati. Tutt’altra procedura occorre quando si tratta di imbarca- zioni medie (10/24 metri). In questo caso, se non si è del tutto esperti, conviene rivolgersi a un perito che vaglierà minuziosamente scafo e interni con la lente di ingrandimento. Per prima cosa dovrà sincerarsi se lo scafo ha subito un’avaria grave o una collisione, magari nascosta con una mano di stucco e di vernice. Poi esaminerà il motore e le eliche, le vele, le attrezzature di coperta, il teak (se c’è), i verricelli, il salpancora, la piattaforma da bagno, la scaletta e così via. Infine passerà agli interni. Per prima cosa la sentina, i cassetti, gli armadi, l’impianto idraulico (e segnatamente i wc), la cuL’accattivante e sobria linea tradizionale di questa “vecchia signora” non deve far si che l’entusiacina, gli imbottiti (materassi, smo prevalga sulla razionalità, specialmente proprio quando ci si trova davanti a imbarcazioni di legno e di una certa età divani e poltrone). Controllerà anche i documenti, le annotaglierlo nella propria zona di navigazione per risparzioni di sicurezza, l’anno di costruzione e quello, miare i costi del trasporto. eventuale, di revisione, le ore d’uso o di moto. La verifica si può fare di persona per quanto riguarda Questa perizia consentirà anche di controllare colo scafo: basta armarsi di un martelletto e picchiettarme il precedente proprietario ha tenuto la barca. Se lo in tutta la sua superficie; se suona sordo (o comuncon scarsa cura, la barca è da scartare perché certaque diverso) in qualche zona vuol dire che è stato rapmente salteranno fuori altre magagne. Poi c’è il capezzato in seguito ad avaria o collisione; un bravo pitolo dell’elettronica, probabilmente da sostituire meccanico vi saprà dire le condizioni del motore. data la velocità con cui si evolve il relativo mercato. Per un gommone o un RIB bisogna prestare molta atA questo punto, con la perizia in mano, ci si dovrà ritenzione all’integrità del tessuto gommato. Se si tratvolgere a un cantiere per farsi fare un preventivo delta di una barca a vela il padiglione e le vele saranno le riparazioni e sostituzioni necessarie. Sono molti oggetto di verifiche particolari e se invece si tratta di coloro che trasecolano davanti alla somma richiesta un piccolo cabinato vale quanto detto sopra. che, se aggiunta a quella di acquisto, rende la barca Un settore a parte è quello dei velieri d’epoca: essi assai più costosa del previsto. A proposito di costo firappresentano un’ottima rivalutazione del loro vanale aggiungete sempre la sostituzione delle dotalore, ed è proprio nell’usato che si possono reperire zioni di sicurezza anche se quelle presenti sono anle migliori occasioni. cora valide: è meglio che siano nuove. Sull’enciclopedia francese Nautilus Pierre Jallois ha Molto più semplice la scelta e l’acquisto di un nascritto, in merito all’usato: sul mercato ci sono “molte tante (sotto i 10 metri al galleggiamento). La trans■ trappole e poche vere occasioni”. Tenetene conto. azione avviene spesso tra privati e si preferisce sce- Giorgia Gessner - È una giornalista nautica di lungo corso, ha diretto alcuni mensili specializzati e oggi lavora come free lance per le riviste di un noto editore milanese. Ha scritto alcuni libri a soggetto marinaro e tecnico per Mursia, De Agostini e altri editori e ne ha tradotto molti altri dal francese e dall’inglese. È un’appassionata di barche e navigazione e, anche nel tempo libero, ha effettuato crociere, quasi sempre a vela, in tutti i mari del mondo. Vive e lavora a Milano. settembre-ottobre 2012 17