6 ottobre - Badia di Ganna
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6 ottobre - Badia di Ganna
Le Giardiniere: patriote e musiciste nel Risorgimento d’Italia a cura Associazione Amici della Badia di San Gemolo in Ganna Gaetano Donizetti (1797-1848) Al dolce guidami castel natio (da Anna Bolena) La salonnière Sonia Grandis La nobile pianista Francesca Rivabene Il Maestro Michele Fedrigotti La virtuosa soprano Gabriella Locatelli Serio Gli invitati d’onore: Satoko Tsujimoto, clarinetto; Lello Narcisi, flauto Franz Liszt (1811-1886), Fryderyk Chopin (1810-1849) e altri Héxameron: morceau de concert. Grandes variations de bravoure pour piano sur la Marche des Puritains de Bellini composées pour le concert de la princesse Belgiojoso au bénéfice des pauvres (introduzione e estratti) Vincenzo Bellini (1801-1835) Casta diva (da Norma, riduzione per canto e pianoforte di Fryderyk Chopin) Cirilla Cambiasi Branca (1810-1883) Variazioni per pianoforte dedicate all’ill.ma sig.ra Marchesa D.na Franca Cagnola D’Adda Dama di Palazzo Introduzione storica di Pinuccia Carrer Franz Liszt (1811-1886) Quand tu chantes bercée dall’Album di Matilde Juva Branca per soprano e pianoforte (per gentile concessione della National Széchényi Library Music Collection) Elisa Beltrami Barozzi (1818-1909) L’esule (romanza per voce e pianoforte) Ritrovarsi alla Badia di Ganna Eugenia Appiani (1828-dopo il 1870) Fantasia per pianoforte sopra motivi del Rigoletto di G. Verdi Luigi Bassi (1833-1871) / Alamiro Giampieri (1893-1963) Rigoletto, fantasia di concerto per clarinetto e pianoforte Frères Billema (Carlo e Raffaele, sec. XIX) Aida de Verdi: fantaisie pour piano à quatre mains, op. 92 Emanuele Krakamp (1813-1883) La traviata, Fantasia op. 248 per flauto e pianoforte Giuseppe Verdi (1813-1901) Sempre libera degg’io (da La traviata) domenica 6 ottobre ore 16.30 Musica Parola e 2013 Stagione patrocinio COMUNE DI VALGANNA studio paolozanzi, ph. Paolo Zanzi Giuditta Pasta (1797-1865) Invito alla campagna (per voce e pianoforte) Le Giardiniere: una storia nella storia di Pinuccia Carrer G iardiniere: così si definirono le donne della Carboneria; da “apprendiste”, le aspiranti Giardiniere acquisivano gradualmente il titolo di “maestre” potendo così presiedere le riunioni, vigilare sulle nuove adepte e condurre attività clandestine non di rado pericolose, che sovente le condussero davanti ai temibili interrogatori del nemico. È rimasta famosa, tra le Giardiniere, Maria Gambarana Frecavalli, che nascondeva nelle trecce, quasi una risorgimentale staffetta, i messaggi in codice, o Bianca Milesi, che ideò la carta frastagliata, un sistema crittografico per identificare i messaggi in codice inseriti in lettere di argomento frivolo. Tenendo fede al loro nome, le Giardiniere si riunivano nei giardini dei palazzi; i nuclei di base, formati da nove affiliate, erano soprannominati “aiuole”. Portavano un pugnale nella giarrettiera, il loro motto era “Onore e virtù”, il segno di riconoscimento un semicerchio tracciato in aria, seguito da un tocco prima sulla spalla sinistra, poi sulla destra e infine da tre colpi della mano destra battuti sul cuore. Le donne che aderirono alla Carboneria “al femminile”, amate dai patrioti e invise alle autorità austriache, ebbero una lunga storia che da Napoli le portò via via verso il Lombardo-Veneto: tutte erano motivate dalla voglia quasi viscerale di combattere la tirannia asburgica, aspirando alla libertà politica e individuale. L’elenco delle patriote è lungo e assai diversificato per tipologie. Incontriamo i loro nomi a diverso titolo, talvolta inaspettatamente, anche nella storia della musica, come ispiratrici, dedicatarie, committenti, interpreti, compositrici. Spesso il loro nome è legato al salotto, luogo di incontro, ma anche di cospirazione, prima e dopo l’unificazione dell’Italia, per tutto l’Ottocento. Molte donne all’epoca usavano il loro fascino per carpire segreti e passarli ai compagni nella clandestinità. Il programma del concerto si apre con Giuditta Pasta (Saronno 1797- Blevio 1865), patriota coraggiosa e impulsiva al punto da salire sulla collina di Brunate per lì piantare il tricolore. Tra i suoi “cavalli di battaglia” il ruolo di Anna Bolena, modellato sulle sue capacità vocali e attoriali da Felice Romani, il librettista, e da Gaetano Donizetti. Il successivo ci porta a incontrare un’altra donna d’eccezione, Cristina Trivulzio (Milano 1808-1871): Giardiniera, personaggio di spicco dell’Italia pre e post unitaria, perseguitata dagli Asburgo al punto da doversi rifugiare a Parigi, la principessa Belgiojoso – così era chiamata anche dopo il divorzio dal principe Enrico di Belgiojoso – non fu, come Giuditta, una cantante o una compositrice, ma il suo ruolo nella storia musicale fu di ispiratrice e committente, oltre che dedicataria. Cristina ospitò nel suo salotto parigino i più bei nomi dell’arte, della musica, della cultura e molti patrioti esuli. Vincenzo Bellini fu tra i suoi ospiti prediletti e quando egli morì, a soli 33 anni, la Belgioioso lo volle ricordare, un collage di brani sul tema dei Puritani. Le migliori firme del pianoforte (Sigismund Thalberg, Johann Peter Pixis, Henri Herz, Carl Czerny e Fryderyk Chopin insieme a Franz Liszt “supervisore”) si unirono per scrivere una serie di variazioni di autentica forza espressiva: la prima esecuzione nel salotto della principessa ebbe lo scopo di raccogliere fondi per i patrioti indigenti. Il richiamo a Bellini e a Giuditta Pasta, è qui proposto nella riduzione di Chopin, musicista che spesso viene definito “belliniano” per il carattere delle sue melodie. Tra i salotti più noti a Milano, nel primo Ottocento, spicca il salotto di casa Branca, il “tempio delle muse”: le quattro sorelle Branca studiarono tutte musica ed ebbero la fortuna di incontrare nella loro casa i famosi compositori del tempo quali Donizetti, Mercadante, Rossini, Liszt. Nel quartetto delle sorelle, spicca il duo Cirilla e Matilde. Cirilla, definita “il Liszt delle pianiste lombarde” per come suonava, scrisse pagine pianistiche assai elaborate: le variazioni in programma sono dedicate a un’altra nobile compositrice, amica di molte patriote ma su posizioni politiche filo-asburgiche, la contessa Francesca Nava d’Adda. Matilde, immortalata nel 1851 in uno dei più bei ritratti di Hayez, fu compositrice e cantante: Liszt non mancava nei suoi viaggi milanesi di passare dal suo salotto, e un giorno le scrisse, sull’album delle visite, la delicata e cullante pagina di assai rara esecuzione. Il viaggio attraverso brani musicali che rievocano le identità straordinarie delle protagoniste del Risorgimento fa tappa su una delle tante romanze da camera di Elisa Beltrami Barozzi (Venezia 1818-1909). Elisa ebbe un ruolo da protagonista durante i moti del ’48 a Cremona, la città dove visse a lungo dopo il matrimonio con il glittografo Giovanni Beltrami. Cantante e compositrice, bellissima quanto misteriosa (a giudicare dal ritratto dipinto da Giovanni Carnovali detto Il Piccio) musicò molti testi di natura patriottica, come, una poesia di Domenico Coletti, dove nostalgia, amor di patria e amori lontani vengono sottolineati da una musica intensa e appassionata. Eugenia Appiani (Milano 1828-dopo il 1870) è di una generazione più giovane, ma la madre, Giuseppina Strigelli, la educò sin da subito oltre che alla musica all’amor di patria. Nel salotto di famiglia, in contrada Monforte a Milano, venne accolto molte volte l’ancor giovane Giuseppe Verdi e non a caso nella produzione pianistica e da camera della compositrice (lei stessa elogiata pianista) appaiono molte fantasie ispirate alle opere verdiane, in particolare su Stiffelio e Rigoletto. L’ultima parte del programma, anche in omaggio agli anniversari così fitti in questo 2013, ripiega sulle note verdiane, amate in tutti i salotti e dedicate non solo al pianoforte (particolarmente brillante la fantasia su dei fratelli Carlo e Raffaele Billema, che hanno dedicato al quattro mani una cospicua produzione) ma anche ad altri strumenti protagonisti della musica da salotto, come clarinetto o flauto. Le parafrasi venivano composte sovente dagli strumentisti “virtuosi”, prime parti nelle orchestre come Luigi Bassi (Cremona 1833-Milano 1871), clarinetto al Teatro alla Scala, o da affermati concertisti, come Emanuele Krakamp, messinese nonostante il nome e nato nello stesso anno di Verdi (1813-Napoli 1883). Conclude il concerto un omaggio a Verdi e alla sua Violetta, una donna appassionata, vera e generosa, come tante donne Giardiniere e non solo.