Da 50 anni il packaging dell`ima parla tutte le lingue del mondo

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Da 50 anni il packaging dell`ima parla tutte le lingue del mondo
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Dicembre 2011
Periodico della Camera di commercio di Bologna
L'intervista
Marco
e Alberto Vacchi
Da 50 anni
il packaging dell’Ima parla
tutte le lingue del mondo
Alberto Vacchi, classe
1964, è presidente e amministratore delegato di Ima. Dal giugno
scorso è presidente di Unindustria
Bologna e resterà in carica fino al
2015. Lo abbiamo incontrato per
parlare del gruppo di cui è a capo.
Ima è un gruppo da tempo globalizzato: in questi anni turbolenti quali sono i vostri mercati
più promettenti e quelli più difficili?
<Ima esporta oltre il 90 per cento
del proprio fatturato ed è presente
in oltre 70 paesi, sostenuto da una
rete commerciale composta da 16
Leader nel confezionamento di té del caffè, farmaceutici e
alimentari. L’export assorbe oltre il 90 per cento
di Marco Montaguti
filiali e più di 50 agenzie. Gli stabilimenti di produzione sono 22 in
Italia, Germania, Regno Unito Stati
Uniti, India e Cina. Questi ultimi
due mercati sono tra i più promettenti e presentano buone prospettive di crescita>.
Dopo il packaging del té e del
caf fè siete diventati leader
nella farmaceutica ed ora state
crescendo nell’alimentare. Non
avete la tentazione di passare
da confezionatori e produttori,
ovvero di partecipare ad aziende dei singoli settori produttivi?
<Uno dei nostri obiettivi per
quest’anno e per i prossimo futuro
è il consolidamento del business
del packaging alimentare di nicchia, anche dopo le ultime acquisizioni (Gima e Gruppo Sympak
Corazza) e dell’alleanza Ima-Sacmi
nel settore del cioccolato. Si tratta di un percorso strategico che
abbiamo intrapreso perché crediamo nelle potenzialità di crescita di
questo settore che potrà integrarsi
alla leadership già da tempo conquistata nei settori del confezionamento del tè e del caffè. In seguito alle ultime acquisizioni l’assetto
organizzativo del gruppo prevede
due principali realtà: Ima Industries
(macchine per confezionamento té
e caffè, alimentari e cosmetici) e
Ima Pharma ( confezionamento farmaceutici). Per quanto riguarda le
partecipazioni Ima ne detiene varie,
pari al 20-30 per cento in alcune
Ricavi in crescita
Il gruppo Ima ha chiuso i primi nove mesi del 2011 con ricavi consolidati in crescita a 437 milioni (+48,8% rispetto al 30 settembre del 2010).
Il margine operativo lordo prima degli oneri non ricorrenti è in crescita a
44,3 milioni, il risultato operativo è salito a 25,5 milioni e il risultato prima
delle imposte ha toccato il 18,3 milioni. Il portafoglio ordini consolidato ha
raggiunto i 408,9 milioni rispetto ai 310 dello stesso periodo 2010 grazie
alla finalizzazione di numerose trattative nei core business del gruppo.
I dipendenti aiutano
gli ipovedenti
Sui 39 progetti presentati dai dipendenti, durante la celebrazione dei 50 anni di attività del gruppo Ima sono stati proclamati i tre progetti vincitori: Auxilia: un’altra
visione. Il progetto propone un’ausilioteca mobile per la riabilitazione delle persone ipovedenti; La prevenzione non ha colore: il progetto si rivolge alla componente femminile dell’immigrazione e contemporaneamente alle più gravi delle
patologie che spesso non vengono diagnosticate per ragioni culturali; Con noi
dalla prima alla terza: il progetto prevede una attività di supporto alla formazione
con forte impiego di volontariato.
La nuova macchina per il confezionamento di tè in sacchetti filtro ecologici
(600 sacchetti filtro/minuto).
Periodico della Camera di commercio di Bologna
Dicembre 2011
L'intervista
piccole aziende del territorio, in
gran parte si tratta di fornitori del
gruppo. La decisione di entrare con
quote di minoranza in queste piccole aziende è stata presa per fidelizzare i fornitori, in quanto è importante poter contare su un’efficiente
rete di fornitori in grado di realizzare velocemente tutto ciò che serve
per assemblare una macchina automatica o una linea completa>.
La vostra strategia di crescita
ha sempre affiancato alla linea
interna quella delle acquisizioni. Avete in programma nuove
acquisizioni in Italia o nei paesi
in cui siete presenti?
<In questo momento stiamo consolidando le ultime acquisizioni nel
settore alimentare di nicchia, ma
non escludiamo questa possibilità
in futuro>.
mi interni in modo migliore e nel
nostro territorio c’è una base di
esportatori molto importante>.
Il quadro complessivo delle
Qual è la situazione sui mercati
imprese bologneorientali, in particolasi vede una rilevante
re Cina ed India?
stagnazione per tutti i
<La Cina e l’India sono
comparti, tranne che
tra i mercati più interesper la meccanica di
santi e hanno buone proPer restare
precisione legata alle
spettive di crescita. Noi
competitivi
espor tazioni. Come
siamo in Cina ed India
la crescita
vede il prossimo anno?
è obbligatoria dal ’95 con sedi produtti<Si salverà solo chi esporve in entrambi i paesi. In
ta: per chi si basa solo sul
questi mercati abbiamo
mercato interno le previregistrato un incremento
sioni sono catastrofiche.
delle vendite nel 2010 e
La situazione però non
nei primi nove mesi del
sarà del tutto negativa perché chi
2011, confermando il trend degli
esporta riesce a sopperire ai probleanni precedenti>.
Ima ha scelto da tempo di essere presente sul proprio territorio con interventi a favore della
cultura, della collettività e delle
fasce più deboli. Quali progetti
avete realizzato o in programma?
<Per i 50 anni di Ima abbiamo promosso un’iniziativa verso i nostri
dipendenti per la realizzazione di
progetti di responsabilità sociale
sul territorio. Nel luglio scorso
abbiamo pubblicato un bando con
330mila euro per finanziare tre
progetti da realizzare nell’arco di
tre anni. In settembre i dipendenti
hanno presentato 39 progetti che
testimoniano la grande attenzione
dei nostri collaboratori ai problemi della società ed alle sofferenze
delle persone>. •
La nuova linea blister integrata (700 blister/minuto e 500 astucci/minuto).
L’avventura cominciò
con la macchina per l’Idrolitina
L’Ima, gigante bolognese del packaging, ha compiuto 50 anni: una crescita costante dalla macchina per
impacchettare l’Idrolitina realizzata
in un garage ai numeri dell’esercizio
2010 con ricavi consolidati pari a 503,3
milioni, e produzioni per oltre il 91
per cento destinate all’estero. Cosa c’è
alla base di questi risultati? Per Marco
Vacchi, oggi presidente onorario del
gruppo, <la scelta fondamentale è stata
quella, presa già negli anni ’90, di crescere sui mercati internazionali. Già
allora avevo capito_ dice_ che per il
nostro mestiere il mercato locale non
esisteva, c’era e andava conquistato,
quello che oggi si chiama mercato
globale. Per noi la globalizzazione è
cominciata presto e non finirà mai>.
L’Ima viene fondata nel 1961 dall’ingegner Renato Taino, fresco di laurea e dal cognato, Andrea Romagnoli,
progettista uscito dalla fucina tradizionale delle Aldini Valeriani. In quegli anni, il geometra Vacchi lavorava
nella Idice, azienda paterna fondata
nel 1938, specializzata in lavori pub-
Marco Vacchi, ‘commesso viaggiatore’
scopre da subito il mercato globale
blici. Vacchi conosceva Taino <perché
_ spiega _ risolveva i problemi elettrici delle nostre draghe nella bonifica
del Mezzano. E siccome non aveva i
mezzi per far crescere la neonata Ima
ci chiese di finanziarlo. Cosa che facemmo, rilevando il 52 per cento (quota
che abbiamo ancora oggi) e affidando progettazione e gestione a Taino e
Romagnoli. Ma nel 1989, con la morte
di Taino Marco Vacchi prende le redini
dell’azienda: <ero presidente, ad e direttore generale _ ricorda sorridendo_
ma non ero tanto competente. Allora
cominciai a viaggiare in tutto il mondo,
visitando i nostri agenti. E a tutti rivolgevo la stessa domanda: quanto lavoro
vale per lei l’Ima? La media era il 5 per
cento. Capii che la crescita era fondamentale>. Così comincia il processo
di crescita globale di Ima. <E’ stato, il
nostro, un lungo processo di acquisizio-
ni, sia con filiali nostre che con aziende
comprate_ continua Vacchi_ ; ma sempre con una logica di fondo, quella di
realizzare sinergie per il gruppo. Così
è stato, dopo il té, con l’entrata, a metà
degli anni ’80, nel settore della farmaceutica dove oggi siamo il primo player
al mondo. In quegli anni siamo anche
andati in Borsa>.
Lavoro, quindi e crescita costante sono stati e restano le stelle fisse
di Vacchi. La crescita. <Mia madre _
ricorda Vacchi_ mi diceva ma perché
cresciamo tanto, non ti basta quello
che hai già? E allora le spiegavo che
non cresciamo per megalomania ma
perchè indispensabile: l’esempio che
faccio sempre è questo: siamo su una
tavola di legno insaponata e inclinata;
se stiamo fermi scivoliamo di sotto.
Quindi dobbiamo muoverci continuamente verso l’alto. E per noi vuol dire
investire continuamente in ricerca, sviluppo eccetera e che se va bene ti fa
crescere. Non c’è niente da fare, per un
imprenditore è una condanna quella di
crescere. Ho sempre detto che finché
la famiglia è in grado di seguire lo sviluppo bene, se non lo sarà più dovrà
passare la mano: prima di tutto viene
l’azienda. E l’Ima, con 3.400 dipendenti
è un’azienda che chiede un enorme
impegno>. Ma per ora la guida è all’interno della famiglia: <Grazie al cielo ho
un figlio e un nipote bravi che hanno
voglia di fare e di continuare. E siamo al
passaggio generazionale. <In un’azienda oggi non serve più tanto il grande
tecnico, ma serve l’imprenditore con
una visione sicura di dove va il mondo
e con il coraggio delle scelte, giuste o
sbagliate che siano. E per fare questo
non deve più esserci il babbo a fare da
consigliere. Si deve scegliere e si sceglie sempre da soli. E’ per questo _ conclude Vacchi_ che a 70 anni ho lasciato
tutte le cariche a mio figlio Alberto. Ho
lavorato 55 anni: direi che basta>.
ma. mo.
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