news letter equal italiano - Confindustria Veneto SIAV
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Newsletter Nr. 1 Giugno 2003 The Community Initiative FRANCIA PRELUDE ITALIA GLOCAL Articoli di particolare interesse L'Iniziativa Comunitaria EQUAL: cooperare per un mercato del lavoro accessibile a tutti L'Iniziativa Comunitaria EQUAL: cooperare per un mercato del lavoro accessibile a tutti Immigrazione, governance e diversity management: una sfida europea L'accordo di cooperazione transnazionale tra Italia, Francia e Svezia Indice Articolo di fondo 2 progetto PRELUDE 3 progetto GLOCAL 4 progetto DISI 5 progetto transnazionale 6 progetto transnazionale 7 Iniziativa Comunitaria EQUAL SVEZIA DISI Diversity Governance & Management 8 L'Iniziativa comunitaria EQUAL è finalizzata alla promozione di nuovi strumenti per combattere tutte le forme di discriminazione e di disuguaglianza presenti nel mercato del lavoro attraverso la cooperazione transnazionale. L'Iniziativa nasce in un momento di profonda trasformazione delle economie e dei mercati, che, se da un lato ha contribuito alla modernizzazione del modello di sviluppo italiano, dall'altro ha generato o accentuato specifici fenomeni di diseguaglianza. Fattori di natura oggettiva (età, sesso, livello di istruzione) e fattori di natura soggettiva (atteggiamento passivo nella ricerca di un impiego, presenza di uno stato di svantaggio sociale, inadeguatezza delle competenze professionali) costituiscono infatti per molte persone un ostacolo a svolgere pienamente il loro ruolo nel mercato del lavoro o, in generale, nella società. In tal senso, EQUAL intende promuovere il processo di scambio delle migliori prassi sperimentate a livello europeo nel campo dell'occupazione attraverso nuove strategie di intervento finalizzate a facilitare l'accesso al mercato del lavoro, sia per i gruppi sociali già inseriti nel mercato, sia per quanti ne sono esclusi, con particolare attenzione alla situazione dei richiedenti asilo. Immigrazione, governance e diversity management: una sfida europea L'immigrazione ha in tutta Europa dimensione strutturale, sia per quanto riguarda l'economia, il mercato del lavoro così come la vita sociale e civile. Non è quindi fenomeno contingente, legato a situazioni particolari o a cicli di breve periodo. L'immigrato viene sempre più considerato in quanto “risorsa”, per l'economia e la società europea, non come soggetto debole o un pericolo per la sicurezza dei cittadini. Il nuovo approccio si è imposto per i processi reali, nei fatti, al di là delle ideologie che permangono in alcune forze politiche e in parte dell'opinione pubblica. La necessità di adeguarsi alla realtà ha anche portato a modifiche legislative profonde nei Paesi europei, anche in quelli in cui il rapporto con l'immigrazione è legato a radici storiche e culturali profonde. Questa modifiche hanno favorito, nei fatti, se non complessivamente negli schemi culturali di riferimento, un avvicinamento dei diversi approcci culturali e delle tipologie di relazione e di intervento nei confronti dell'immigrazione. In questa direzione vanno le ipotesi guida del progetto EQUAL, che considera la visibilità non solo del singolo immigrato ma del suo gruppo di appartenenza, con specifica identità culturale (relativa al lavoro e all'organizzazione sociale e familiare), in tutte le fasi del percorso migratorio: dall'ingresso (che è determinato da una catena di legami familiari e amicali già nel Paese di provenienza), al lavoro (in cui si realizza una sorta di “specializzazione etnica” anche se il termine è improprio), alle problematiche della cittadinanza (rispetto alle quali il riconoscimento delle differenze è condizione dell'integrazione).problematiche della cittadinanza (rispetto alle quali il riconoscimento delle differenze è condizione dell'integrazione). ARTICOLO DI FONDO Immigrazione, governance e diversity management: una sfida europea Questo percorso è valido non solo dal punto di vista dell'immigrato ma, in modo particolare, nella logica, per le convenienza dell'impresa singola e del sistema aziendale territoriale (personale qualificato e con professionalità accresciuta, stabile e flessibile, adeguato alla specifica organizzazione, sviluppo della competitività nei mercati esteri). Ciò comporta: ! non assimilazione, omologazione, ma arricchimento reciproco di culture e competenze: connessione tra competenze tecniche-professionali, organizzative e fattori antropologici, culturali; ! investimento nelle risorse umane, all'interno dell'azienda, come gruppo di provenienza diversa e quindi “multiculturale” e, all'esterno, per la preparazione (selezione, orientamento) e riqualificazione a partire dai Paesi d'origine, in base alle “catene” specializzate migratorie; ! assunzione da parte dell'azienda di responsabilità sociale nei confronti del gruppo di immigrati, con attenzione nei confronti delle condizioni di cittadinanza dell'immigrato nel territorio e delle condizioni nella realtà di origine (con cui l'immigrato mantiene costanti rapporti); ! riconoscimento da parte delle singole imprese di appartenere ad un sistema imprenditoriale e istituzionale: il distretto costituisce un insieme di sapere, relazioni, professionalità. E' in questo sistema che l'immigrato si inserisce, non nelle singole imprese ed è, specularmente, questo sistema che opera nei confronti dell'insieme degli immigrati come polo di attrazione e di iniziativa; ! governo del sistema dei flussi e dell'integrazione nel lavoro e nel territorio attraverso il dialogo sociale tra le parti sociali ed istituzionali: approccio bottom up, dal basso, in un quadro normativo leggero attraverso interventi positivi nelle diverse fasi. Carlo Bolpin (AGFOL) Un caso Venezia: la città stessa è “fabbrica” di cultura, di merci, di lavoro. Improntata alle relazioni interculturali, la città porta nei commerci questa sua immagine e realtà, riproducendola nei suoi percorsi e aprendosi alle differenti identità che creano nella città proprie rappresentanze prima di tutto culturali, acquisendo e creando ricchezza e cultura. Lo scambio commerciale diventa quindi inseparabile da quello interculturale. PROGETTO FRANCESE PRELUDE PRELUDE, una rete europea per combattere la discriminazione razziale sul lavoro. Per combattere la discriminazione razziale in ambito di lavoro, i partner di sviluppo in questo progetto mirano ad adottare un metodo strutturale e sistematico comune che cerca di analizzare i fattori culturali nel razzismo e che postula che la discriminazione, in particolare nel processo di assunzione, è dovuta al rifiuto dei gruppi etnici le cui caratteristiche culturali sono sfasate rispetto a determinate identità professionali. Per quanto riguarda il lavoro e la stabilità del lavoro, è necessario andare oltre un metodo basato esclusivamente sulle competenze per includere una dimensione interculturale, essendo l'unica via per promuovere l'accettazione reale della persona sia da parte dei suoi superiori che dai suoi pari-gruppo. PRELUDE propone di tenere conto della situazione della persona prima che lavori (reclutamento e processi di assunzione) e mentre lavora (stabilità del lavoro a cambiamenti di carriera all'interno dell'azienda), indicando la conoscenza specifica, il know how e le competenze che sono collegate al suo bagaglio culturale. Attività previste Le attività previste verranno indirizzate a differenti livelli: ! L'individuo: Verrà fatto un lavoro sugli strumenti di progettazione volti a identificare, raccogliere, implementare e descrivere le conoscenze, il know how e le competenze sociali delle vittime della discriminazione tenendo in grande conto l'esperienza, il percorso di vita e l'eredità culturale delle stesse. ! L'interfaccia: Le attività includeranno uno studio sullo stato dell'arte per quanto riguarda i fattori di discriminazione, basato su una sintesi del lavoro esistente, la capitalizzazione degli strumenti esistenti (per innalzare il livello di consapevolezza, per la formazione, per la mediazione e per la fornitura di servizi di supporto), la progettazione di moduli formativi sulla mediazione in contesti di lavoro basata su un approccio interculturale indiscriminato, l'uso di questi moduli per formare tutte le persone coinvolte, la creazione, lo sviluppo e la messa in rete di partenariati, e la creazione di strumenti e messi di comunicazione progettati per diffondere “buone pratiche”. ! L'azienda: Sessioni di informazione/formazione per imprenditori, sindacati e lavoratori su come gestire la diversità culturale. Sessioni di informazione formazione per manager su come integrare i lavoratori migranti, formazione per imprenditori sulla comprensione e utilizzo del “passaporto/portfolio per il riconoscimento delle conoscenze e competenze”, studio congiunto con gli imprenditori sulle possibilità di crescita del “passaporto/portfolio per il riconoscimento delle conoscenze e competenze” come parte di una politica di Management orientato al futuro per il lavoro e le competenze. Inoltre sono previsti piani per adattare lo schema della “Validazione delle competenze professionali acquisite” in modo da aiutare coloro che intendono rientrare nei loro paesi di origine. COMPOSIZIONE DEL PARTENARIATO: Soggetto promotore capofila: CIEP/CR2i Enti educativi coinvolti: Créteil, Versailles, Rheims, Aix-Marseilles, Corsica, Guyana, Guadeloupe, Martinique, Lyons, Grenoble Livello statale: Delegazione Regionale per la parità dei diritti delle donne Livello semi statale: il Fondo per l'Azione Sociale Nazionale (in Francia, il “FAS”), AFPA di Ile-deFrance Region Associazioni: the “Ateliers de Travaux Sociologiques” (Sociology Workshops), the ARIFOR of the Champagne-Ardennes Region, AEFTI Ardennes, L'ATLAS Insertion, AVA BASTA, IRFED Europe, the “Institut Régional du Travail Social” (Paris), the “Mission locale d'Aubervilliers” (93), the “Association Mission Locale Jeunes de Cluses” (74), FOCEL (77), UPROMI, F.O.L. Aziende e partner sociali: Sonacotra Marseille, Club Méditerranée, sindacati, etc. Direction de l'enseignement scolaire Réseau des GRETA PROGETTO ITALIANO GLOCAL GLOCAL: “Immigrazione, Competenze, Sviluppo nei Sistemi Territoriali” Il problema dell'immigrazione rappresenta per il nostro Paese un fenomeno strutturale sino ad ora non (o solo limitatamente) strutturato: un tentativo di darvi una risposta è rappresentato dal progetto GLOCAL “Immigrazione, Competenze, Sviluppo nei Sistemi Territoriali” inserito nell'Iniziativa Comunitaria EQUAL e promosso da una partnership di sviluppo che vede riunite Parti Sociali di diversa connotazione, imprenditoriale e sindacale e di natura sia pubblica che privata, collegata ad un network internazionale tra Italia, Francia e Svezia, Paesi ove i fenomeni migratori hanno presentato caratteristiche diverse in termini di natura, tempi di origine e provenienza geografica. I suoi obiettivi si possono sintetizzare in: ! ! ! ! messa a punto e realizzazione di azioni conoscitive su alcuni aspetti dei processi e flussi migratori per individuare e realizzare azioni innovative ed incisive sui versanti sia dell'integrazione sociale che dell'organizzazione del lavoro; ! sperimentazione di “laboratori interculturali” che coinvolgano i soggetti del territorio per sviluppare progetti di integrazione degli immigrati ! studio dei processi di integrazione in un ! ! sistema “a reti corte” di industrializzazione diffusa sul territorio e di prevalenza quasi assoluta di p.m.i. quale quello Veneto, evitando la formazione di “ghetti” urbani od industriali; realizzazione di azioni di formazione professionale permanente e di prassi integratrici rivolte alla sviluppo della forza lavoro immigrata già inserita in Azienda, con lo scopo di migliorare sia lo sviluppo personale sia l'apporto di competenze per la competitività aziendale; sviluppo di competenze gestionali valide per iniziative di delocalizzazione di processi di produzione o servizio, anche nei Paesi di origine della forza lavoro immigrata stessa; valorizzazione delle specializzazioni professionali attraverso il riconoscimento delle risorse di qualsiasi origine presenti nel territorio; avvio di forme di confronto/apprendimento sulle tematiche della globalizzazione per operatori aziendali di livello medio-alto formatisi sia nel territorio che in contesti internazionali; supporto al dialogo sociale e sostegno degli attori territoriali in modo che i processi di crescita professionale vadano a costituire un punto di forza per l'integrazione. Col supporto di un Comitato di Esperti, composto da studiosi di problematiche del lavoro, sociali, economiche e migratorie, sono stati avviati tre filoni di ricerca volti allo studio ed alla caratterizzazione dei fenomeni migratori nel Veneto in termini di: Specificazione Etnica e Settori Merceologici lo studio dei fattori che legano la provenienza geografica ed etnica degli immigrati al settore di prevalente inserimento consentirà di verificarne le origini, la causalità (se programmata o no), l'entità (e quindi la significatività). Governance dei Distretti ed Integrazione l'analisi dei meccanismi di integrazione della popolazione locale con quella immigrata punterà a cogliere i fattori di “governance” del fenomeno immigratorio. Globalizzazione e Flussi di Competenza i processi di Internazionalizzazione e di Delocalizzazione delle Imprese Venete stanno facendo emergere delle prassi di esportazione delle competenze maturate nel territorio che vengono utilizzate come propulsore nello sviluppo delle economie locali, mentre i processi di Fusione ed Acquisizione portano ad importare competenze che devono integrarsi con quelle esistenti. Il confronto tra Aziende con politiche di internazionalizzazione diverse consentirà di evidenziare i vari processi di integrazione, il loro percorso, la loro efficacia; “L'occupazione di lavoratori stranieri necessita di un processo di inserimento a livello sociale finalizzato alla protezione delle condizioni di sussistenza, alla partecipazione civile, all'integrazione ed alla permanenza nel posto di lavoro.” Se volete saperne di più sul progetto GLOCAL vi preghiamo di visitare il nostro sito all'indirizzo: www.equalglocal.com L'elemento che tradurrà in pratica l'applicazione dei risultati di ricerca e quindi la continuità delle azioni del Progetto sarà la costituzione di un “Centro di Competenze” nel cui ambito verranno raccolte ed elaborate le informazioni e, grazie alla costante collaborazione tra pubblico e privato, si punterà a cogliere i versanti dell'offerta di lavoro sia sul territorio (impresa) sia nel Paese di origine ed a costruire percorsi formativi che colgano le specificità del fenomeno migratorio, dando la possibilità di progettare e realizzare sistemi di erogazione di formazione continua adeguatamente tarati. PROGETTO SVEDESE DISI DISI Sviluppare la diversità della forza lavoro nell'industria Svedese “creare condizioni di vita e di lavoro per una cooperazione paritaria tra gli individui con differenti prospettive e competenze” “Diversità deve essere incorporata negli ordini del giorno standard dei gruppi dirigenziali.” Se volete saperne di più sul progetto DISI vi preghiamo di visitare il nostro sito all'indirizzo: http://extra. ivf.se/disi. DISI (Diversità nell'Industria Svedese) è un progetto centrato sul cambiamento. L'obiettivo del progetto è di cambiare le attitudini a e il lavoro con la diversità in sette imprese, compresa IVF. La diversità diventerà una parte della strategia di business delle aziende. I risultati del progetto saranno distribuiti ad altre aziende attraverso i vari mezzi, compresa questa Newsletter. In Svezia si mira a realizzare lo sviluppo sostenibile. Un ostacolo è la carenza di forza di lavoro. E' importante comprendere e utilizzare le abilità di tutti gli individui con la giusta competenza. Come è parimenti importante sviluppare una vasta base di competenza e di abilità attraverso gli individui con differenti prospettive ed esperienze. Siamo convinti che la diversità nella forza lavoro rinforzerà la competitività dell'industria. Le differenze possono essere identificate in questioni come il genere, l'origine etnica, la religione, l'orientamento sessuale, l'inabilità fisica, l'educazione, i rapporti di famiglia, l'età e molti altri fattori. DISI si focalizzerà sulla diversità e sull'uguaglianza etnica, ma prenderà in considerazione anche gli altri aspetti. Il concetto di CSR, o Responsabilità Sociale di Impresa, è destinato ad avere un impatto enorme nel mondo. Il nostro scopo è rendere la problematica della diversità parte della CSR. DISI si è avviato a maggio 2002 e continuerà fino a settembre 2005. Jan Bäck (IVF) Svezia, un paese diverso La diversità già da tempo non è più l'eccezione, ma la situazione prevalente oggi in Svezia. Entro l'anno 2015, la percentuale della popolazione con un background straniero in Svezia si sarà sviluppata fino al 27 per cento. Il tempo in cui la Svezia era una società omogenea culturalmente ed etnicamente è passato da un pezzo. La società in cui noi viviamo oggi è una società mista, sfaccettata, caratterizzata da queste stesse differenze. Le differenze trovano espressione nel fatto che alcune abitudini stanno cambiando e che altre implicazioni culturali si intrecciano con quelle peculiari svedesi. Le differenze hanno cambiato una volta per tutte il paesaggio culturale. La Svezia è diventata più internazionale. Nelle stesso tempo ci sono molte aziende svedesi che appaiono nel contesto internazionale, estendendo i loro affari e localizzando le loro operazioni in altre regioni del mondo. La fusione delle aziende ha accelerato il processo di internazionalizzazione ed ha aperto la strada per i contatti con altre culture. Questa internazionalizzazione ha un impatto sulla manifattura dei prodotti così come sulla loro commercializzazione. I beni che noi produciamo vengono usati da persone che vivono in altre parti del mondo. I nostri nuovi clienti sono dall'altra parte del globo. Questo è un mondo che cambia e quelle aziende che investono nel cambiamento avranno i mezzi per estendere sempre di più la loro base di clientela. Si tratta di governare un processo di cambiamento al fine di creare gruppi di lavoro con più ampia competitività. Gruppi di lavoro che possono utilizzare le abilità, competenze ed esperienze diverse dei lavoratori a buon fine, e renderle parte della competenza creativa dell'azienda. Si tratta anche di creare ambienti di lavoro che ispirino la collaborazione e la creatività. “La diversità deve essere incorporata negli ordini del giorno standard dei gruppi dirigenziali”. Le aziende che creano la maggiore diversità come componente della loro strategia di business aumentano il loro margine di competitività. Lavorare per integrare le disparità nelle aziende nel loro business quotidiano fa parte della responsabilità sociale delle imprese. Nuove sfide ci attendono nel futuro. Noi guardiamo al mondo che cambia, nel quale la sua diversità è confermata attraverso dal comune impegno per la collaborazione e la creatività. Jorge Plada (CEMPA) DIVERMENT TCA DIVERSITY GOVERNANCE AND MANAGEMENT Accordo di cooperazione transnazionale Nell'ambito dell'iniziativa Equal i tre partenariati di sviluppo hanno deciso di creare una rete di lavoro internazionale tra Italia, Francia e Svezia, partendo dalla considerazione delle specifica situazione dei tre Paesi, nei quali il fenomeno migratorio ha differenti caratteristiche in termini di origine, storici e geografici. Il primo risultato di questa decisione è stata la sottoscrizione di un accordo di cooperazione transnazionale che è stato denominato “Diversity Governance and Management”. Quali sono gli interessi comuni dei tre differenti Paesi europei? Tutti e tre i progetti (DISI, GLOCAL e PRELUDE) propongono strategie di azione orientate alla lotta contro la discriminazione degli immigrati sia in ambito professionale che sociale. I progetti condividono un approccio strutturale e sistemico della risposta al problema evidenziato. L'immigrazione, infatti, viene considerata un fenomeno complesso che richiede una risposta articolata su più livelli: a livello degli individui, a livello delle imprese, a livello sociale. I progetti muovono dalla consapevolezza che il sapere professionale condiziona la libertà di scelta del proprio lavoro, le corrispondenti opportunità di reddito e le forme di tutela nel tempo, anche nel caso in cui non sia garantita un'occupazione stabile. L'occupazione di lavoratori stranieri è parte di un processo di negoziazione sociale che ne tutela le condizioni di sussistenza e di lavoro e la partecipazione civile. Il problema, quindi, si lega alle prospettive dello Stato Sociale, del mercato e dell'organizzazione del lavoro, alle modalità e capacità di gestione della diversità ed al sistema formativo. Quali sono gli obiettivi dell'accordo di cooperazione transnazionale? L'obiettivo principale è apprendere, sperimentare e diffondere prassi innovative relative alla Governance ed al Diversity Management (Gestione della Diversità), finalizzate al riconoscimento ed alla valorizzazione della risorsa immigrata e della sua cultura come fattore di sviluppo sia per le imprese che per il contesto sociale. Gli obiettivi del progetto transnazionale sono perciò rappresentati dallo scambio di prassi innovative, metodi e strumenti di gestione della risorsa immigrata nelle imprese, nella formazione e nel più ampio sistema sociale. Questi obiettivi verranno realizzati attraverso: ! il trasferimento del Know How sviluppato nei singoli paesi; ! il Benchlearning relativamente alla funzionalità delle politiche e delle strategie locali di lotta all'esclusione dal mercato del lavoro; ! il Benchlearning relativamente alle pratiche di Diversity Management e reclutamento di forza lavoro sviluppate all'interno delle imprese; ! il Benchlearning relativamente alle esperienze di governance dell'immigrazione e della responsabilità sociale delle imprese (CSR). I tre progetti, nell'ambito di “Diversity Governance and Management” svilupperanno congiuntamente un approccio che tenga conto dell'individuo, della società e dell'impresa. Verrà inoltre studiata ed elaborata la futura suddivisione di responsabilità tra società e azienda per quanto riguarda la discriminazione. Verranno evidenziate le opportunità e le difficoltà insite nelle diversità delle persone, sia da una prospettiva individuale che da quella aziendale. La globalizzazione che interessa le imprese verrà comparata con le abilità delle imprese stesse a gestire le differenze nell'ambito dei limiti dei propri paesi di origine. “L'immigrazione è un fenomeno complesso che richiede una risposta articolata a livello di individuo, impresa e società” “Verrà studiata ed approfondita la futura divisione di responsabilità tra la società e l'impresa per quanto riguarda la discriminazione” DIVERMENT TCA DIVERSITY GOVERNANCE AND MANAGEMENT Accordo di cooperazione transnazionale Quali sono i temi principali del progetto transnazionale? a) la promozione di interventi finalizzati alla creazione di nuove competenze, in grado di gestire i processi di cambiamento e di evitare la marginalizzazione dei lavoratori immigrati sia nelle imprese che nella società nel suo complesso. Per quanto concerne gli immigrati ciò significa potenziare il bagaglio di competenze professionali mentre, sul piano delle imprese, si traduce nel sostenere l'approccio al diversity management sia da parte dei dirigenti che dei quadri. A livello sociale si tratta di rafforzare la conoscenza e l'applicazione dei meccanismi di governance. b) lo sviluppo di strategie che permettano ai datori di lavoro di utilizzare la diversità della forza lavoro non come atto sociale ma come opportunità che consenta alle imprese di aumentare la propria competitività. Il modello di Corporate Citizenship è un chiaro proposito di collegare le strategie aziendali di grandi imprese e sub-fornitori di medie dimensioni con le istanze della società civile responsabilizzando congiuntamente tutti i suoi membri. Il valore aggiunto per i tre partenariati in cooperazione Il valore aggiunto della transnazionalità si colloca nell'ambito della collaborazione tra Paesi con una diversa storia rispetto al fenomeno dell'immigrazione, con un diverso livello di sviluppo e diversi sistemi socioeconomici e formativi. In questo ambito i partner potranno lavorare sullo stesso argomento seguendo approcci complementari che favoriscano un rapido trasferimento alle attività dei singoli progetti nazionali. Inoltre, il valore aggiunto deriverà dalla validazione di approcci e strategie comuni in materia di innovazione dei modelli per quanto concerne il Management Diversity, la formazione continua, le strutture di supporto e sviluppo, al servizio dei sistemi economici locali. PRELUDE contribuirà, grazie alla vasta rete di partner locali di cui dispone su tutto il territorio nazionale, all'individuazione ed elaborazione di materiali ed approcci innovativi riguardanti la formazione agli immigrati e le strategie di governance; GLOCAL, sulla base del proprio contesto di riferimento e della specificità del fenomeno migratorio e dei contesti produttivi, darà il proprio contributo in riferimento alle strategie di governance dei sistemi territoriali ad economia diffusa, alla formazione continua degli immigrati e alla gestione dei flussi delle competenze, intesa come uno degli strumenti di pianificazione dell'economia territoriale e della formazione. AGFOL, Agenzia Formazione Lavoro, partner del partenariato di sviluppo italiano, a causa della sua lunga esperienza nella gestione di progetti di cooperazione con imprese e enti pubblici in Europa, America Latina e Medio Oriente, svolge ruolo di coordinatore delle attività transnazionali previste dal progetto “Diversity Governance and Management”. Quali le attività previste dalla cooperazione transnazionale? La cooperazione transnazionale realizza svariate e diverse attività: ! Trasferimento di conoscenza e di esperienze ! ! ! In particolare: DISI apporterà il proprio contributo specifico per quanto concerne lo sviluppo e la condivisione dell'argomento “Diversity Management”; ! ! tra i partners a vari livelli, da quello operativo a quello delle politiche; Comparazione attiva sull'identificazione e definizione di strategie di azione e pianificazione, specialmente a livello delle amministrazioni locali, per promuovere la strategia del mainstreaming verticale (comparando realtà legislative e orientamenti di pianificazione, implementazione di misure legislative dal sistema legislativo dei paesi partner e viceversa); Sviluppo di conoscenza congiunta sulla Responsabilità Sociale delle Imprese (CSR) Implementazione di un efficace sistema di comunicazione tra i partner per permettere uno scambio continuo di idee e informazioni Partecipazione attiva e congiunta nelle attività di valutazione del progetto Sviluppo e realizzazione di attività di disseminazione a livello transnazionale The Community Initiative L'Iniziativa EQUAL è caratterizzata dai seguenti elementi: MAINSTREAMING INNOVAZIONE L'Iniziativa intende offrire un contributo innovativo in termini di metodologie, strumenti e prodotti, in grado di incidere sulle politiche occupazionali a livello locale, nazionale ed europeo. In particolare, il carattere innovativo delle proposte progettuali dovrà essere riconducibile all'integrazione tra le politiche del lavoro e le politiche sociali, alla costruzione della Società dell'Informazione accessibile a tutti e allo sviluppo locale, sociale e occupazionale. PARTECIPAZIONE ATTIVA É il principio fondamentale dell'Iniziativa, e quindi l'elemento chiave di ciascuna PS. Ciò significa, in primo luogo, che tutti i soggetti che intervengono nella realizzazione delle attività dovranno partecipare al processo decisionale, favorendo la diffusione dell'innovazione a tutti i livelli, dai singoli destinatari degli interventi agli attori del territorio; la partecipazione attiva dovrà inoltre favorire il coinvolgimento attivo dei destinatari finali degli interventi. È bene ricordare che la scelta relativa alla composizione delle PS non dovrà privilegiare tanto la numerosità dei partner, quanto la loro significatività e quindi la coerenza con l'idea progettuale. L'Iniziativa EQUAL intende incidere sui sistemi e sulle politiche locali e nazionali attraverso il trasferimento delle innovazioni sperimentate dalle PS; pertanto, è indispensabile identificare, fin dall'inizio, le potenziali ricadute delle attività realizzate nell'ambito dei progetti, e, in particolare, delle attività tematiche, individuando una specifica strategia di diffusione dei caratteri innovativi. Tale strategia dovrà appor- tare, grazie alle innovazioni sperimentate, cambiamenti su due livelli: a livello progettuale mainstreaming orizzontale e, a livello politico mainstreaming verticale. Inoltre, al fine di assicurare il massimo impatto dell'Iniziativa, i risultati dovranno essere analizzati, confrontati e diffusi a tutti i livelli degli Stati membri dell'Unione. TRANSAZIONALITÀ Obiettivo della transnazionalità è promuovere il trasferimento di know-how tra gli Stati membri, integrando le sperimentazioni realizzate dalle PS a livello nazionale con le attività di cooperazione transnazionale. Al fine di privilegiare uno sviluppo progettuale comune, sarà necessario coinvolgere il maggior numero possibile di attori, nonché creare partnership caratterizzate da un elevato livello di coerenza interna, sia per quanto riguarda le scelte tematiche, sia in relazione alle modalità attuative della collaborazione. Diversity Governance & Management attività e iniziative Sviluppo di ricerche, studi e scambio di esperienze e strumenti su 3 differenti argomenti: ! Pratiche di Diversity Management e ricerca e selezione di personale in azienda ! Politiche e strategie locali di lotta all'esclusione dal mercato del lavoro ! governance dell'immigrazione e responsabilità sociale delle imprese Realizzazione di tre seminari transnazionali: ! 14 - 15 maggio 2003, in Svezia, Gothenburg ! novembre 2003, in Italia, Venezia ! aprile 2004, in Francia, Parigi Redazione e layout Realizzazione di una conferenza internazionale: ! ottobre 2004, in Belgio, Bruxelles Incontri del Comitato di Pilotaggio: ! ottobre 2002, in Italia, Venezia ! novembre 2002, in Francia, Parigi ! maggio 2003, in Svezia, Mölndal ! novembre 2003, In Italia, Venezia ! aprile, 2004, in Francia, Parigi ! ottobre 2004, in Belgio, Bruxelles Redazione di rapporti comparativi tematici Pubblicazione di Newsletter Diffusione dei risultati Piano di Mainstreaming AGFOL Via Ca' Marcello 67/D - I - 30172 Venezia Mestre Tel. +39 041 2594 314 - Fax +39 041 2594 350 Luisa Moar [email protected] Stefano Zecchinato [email protected] Website: www.agfol.it No. Giugno 2003 Se non desiderate piu' ricevere questa Newsletter, vi preghiamo di inviare una e-mail all'indirizzo:[email protected] , per rimuovere ill suo nome dalla nostra mailing list Per ulteriori informazioni sul nostro progetto … PROGETTO DISI IVF Industrial Research and Development Jan Bäck Tel. +46 (0)31-706 60 15 [email protected] Volvo Car Corporation Randi Jerndal Tel. +46 (0)31-325 31 33 [email protected] PROGETTO GLOCAL Industriali Veneto SIAV Gabriella Bettiol Tel. +39 041-2517511 [email protected] AGFOL Agenzia Formazione Lavoro Beniamino Caputo Tel. +39 041-2594 320 [email protected] Veneto Lavoro Tiziano Barone Tel. +39 041 2919311 [email protected] AICCRE Veneto Giovanna Gradella Tel. +39 041 2719564 [email protected] ANOLF Veneto Associazione Oltre Le Frontiere Lucia Brusegan Tel. +39 041 977992 [email protected] PROGETTO PRELUDE CIEP Centre International d'Etudes Pédagogiques --CR2i Centre de Ressources et d'Initiatives pour l'International Maria Rudowski Tel. +33 (0)1 40324914 [email protected] ouv.fr Françoise EPPSTEIN Tel. +33 (1) 40324914 [email protected] AISPJA CAFOC de Lyon CRÉDIJ GIP - Cafoc de Reims Groupement d'établissements pour les formations générales à finalité profession I.R.T.S. Paris SNEPAT FO Section Club Med UPROMI UNSA Education