Diapositiva 1 - USP di Piacenza
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Diapositiva 1 - USP di Piacenza
L’autocontrollo in classe: un intervento per Mattia… ma non solo! 3ª elementare Mucinasso (PC) Insegnante Fausto Lombardelli Tirocinante Giovanna Di Carlo Gli insegnanti presentano il caso “Mattia è un bambino un po’ vivace, spesso ha atteggiamenti provocatori, disturba la classe mentre si lavora... Tuttavia è un bimbo in gamba, affettuoso, che ha bisogno del contatto (soprattutto fisico) e dell’attenzione degli altri. Credo che sia il candidato ideale per questo tipo di progetto perché ritengo che la sua situazione sia, tutto sommato, recuperabile” Osservazioni occasionali “Il maestro Fausto (Matematica) mi presenta alla classe. Il primo a rivolgermi la parola e a riempirmi di domande è proprio Mattia che mi dice divertito: “Non sei qui per me, vero?!”. …Mentre gli altri leggono Mattia borbotta e ripete parola per parola quello che dicono, come una sorta di caricatura. Fausto lo sgrida dicendogli di smetterla. Ma lui si distrae ripetutamente, gioca con le penne, con l’astuccio, con il diario... Ad un certo punto Mattia ed Anna iniziano a litigare, lui si allontana e si siede su un altro banco, poi ritorna e comincia a spingere il banco e la sedia della compagna. La bimba dice: “Fausto, Mattia mi spinge!”; il maestro risponde: “Mattia, smettila!” …Entro in classe, Mattia sembra contento che sia tornata. Dice a tutti: “Adesso vi faccio ridere!... Maestro posso dire una cosa? Grazie SIGNOOOOR PROFEEESSSORE!”, e guarda se gli altri gli stanno prestando attenzione.” Osservazioni occasionali ….Si rivolge ad un compagno e dice: “Taci babbuino!!!” ed il maestro commenta: “Mattia, compito assegnato”; viene diverse volte a farmelo vedere. Ad un certo punto però inizia a stuzzicare la sua compagna di banco; lei cerca di allontanarlo ma lui continua a provocarla toccandola con una penna sporca della sua saliva. Mi dice: “Sai come faccio quando lei mi dà fastidio? Le dico: Smettila! Altrimenti ti tocco con la mia biro tutta ciucciata!” e ride. Continua a parlare e a scimmiottare gli altri, anche quando il maestro lo riprende. …..Continua a disturbare le sue compagne, allora la maestra stacca il suo banco e lo mette addossato al muro. Lui risponde con una faccetta provocatoria dicendo: “Guarda, mi tocco la cerniera!”, (non c’entra nulla, ma è giusto un modo per farle vedere che non gliene importa niente e che è lui ad avere l’ultima parola)” Qualche esempio di Analisi Funzionale ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENTE La maestra detta alla classe Mattia si rivolge alla compagna di banco (Nicoletta) dicendo: “Guarda io scrivo senza guardare!!!” Nicoletta lo ignora, fa finta di niente Nicoletta lo ignora, fa finta di niente Mattia la tocca, la scuote per attirare la sua attenzione Nicoletta, infastidita, gli dice di togliere le mani dal suo banco e chiama la maestra. La maestra sgrida Mattia Mattia fa finta di niente Si calmano le acque e tutti continuano a lavorare La classe continua a scrivere il dettato Mattia si gira verso Nicoletta e le dice: “Vuoi togliere le mani dal mio banco?!” (è solo un pretesto per attaccar briga) Nicoletta gli risponde: “Uffa Mattia la smetti?!” Nicoletta gli dice: “La smetti di darmi fastidio?!” Mattia risponde: “Solo tu puoi dirmi di togliere le mani dal tuo banco?!” Nicoletta sbuffa, gira gli occhi e fa finta di ignorarlo Nicoletta lo ignora Mattia si intristisce, mette il broncio e non parla più. Nessuno gli presta attenzione La classe continua a disegnare Mattia urla ad alta voce: “Maestra io faccio un BABBUINOOO!” La maestra lo ignora, nessuno gli presta attenzione Nicoletta tenta di strappare a Mattia la formina che sta usando per disegnare Mattia si arrabbia e le tira via le mani violentemente Nicoletta rimane ferma, non dice nulla e lo lascia stare Su cosa lavoriamo? - Diminuire la frequenza di alcuni comportamenti inadeguati, di disturbo di Mattia (verbali, motori..) - Incrementare la frequenza di alcuni comportamenti adeguati, in parte già presenti (interazioni positive con i compagni, rispetto di alcune regole elementari) Osservazione sistematica 1. Abbiamo definito “operazionalmente” i comportamenti Non bastava dire che Mattia disturbava, ma bisognava cercare di specificare i comportamenti di disturbo: es. disturba fisicamente i compagni (tira i capelli, li tocca con la penna insalivata, afferra di scatto le loro penne); provoca verbalmente i compagni insultandoli o prendendoli in giro (es. dice: “Taci babbuino!” “Puzza via!”); fa versi e smorfie con la bocca; sposta i banchi e le sedie con violenza... 2. Abbiamo costruito una griglia per registrarne la frequenza in intervalli di tempo predefiniti (40 minuti) 3. Abbiamo stabilito, dopo aver effettuato un numero sufficiente di osservazioni sistematiche (circa 8), una linea di base dei vari comportamenti registrati, in modo da avere un quadro completo e dei dati numerici della situazione prima di iniziare l’intervento. Comportamenti Frequenza COMPORTAMENTI DA ESTINGUERE Rumore di disturbo Fa versi e smorfie con la bocca Sposta il banchi e le sedie con violenza, li spinge Giocherella con oggetti, li sbatte, tira pugni sul banco o al muro Comportamento motorio Disturba fisicamente i compagni (es. tira i capelli, li tocca con la penna insalivata, “ciucciata”, afferra di scatto le loro penne, sposta i loro libri) Comportamento verbale Fa interventi poco pertinenti (dice frasi, parolacce o parole strane per far ridere i compagni; ripete ciò che dicono gli altri, es. caricatura ) Interviene interrompendo insegnanti o compagni; replica alle richieste o ai rimproveri degli insegnanti Provoca verbalmente i compagni insultandoli o prendendoli in giro (es. dice: “Taci babbuino!” “Puzza via!) COMPORTAMENTI DA INCREMENTARE Interviene alzando la mano e dopo aver ricevuto il permesso di parlare Fa interventi pertinenti dopo aver ricevuto il permesso di parlare Interagisce in modo adeguato con i compagni (chiede con garbo informazioni, oggetti in prestito..) Antecedente Comportamento Conseguente Su quale di questi comportamenti interveniamo? Abbiamo iniziato da quelli più frequenti, che arrecavano più disturbo al normale svolgimento della lezione: • Rumore di disturbo: - Canticchia, fa versi e smorfie con la bocca • Comportamento verbale: - Fa interventi, commenti poco pertinenti (dice frasi, parolacce o parole strane per far ridere la classe) - Provoca verbalmente i compagni Quali tecniche cognitivo-comportamentali abbiamo applicato per l’intervento? 1. Drammatizzazione paradossale Abbiamo realizzato delle scenette in cui la tirocinante interpretava la parte dell’alunno (assieme alla maestra che faceva la parte di un compagno di classe) e Fausto quella dell’insegnante. Abbiamo messo in atto una serie di atteggiamenti inadeguati, tipici di alcuni bambini della classe (che rispecchiavano le regole sulle quali avevamo intenzione di lavorare). Per far emergere le regole di Mattia, abbiamo imitato una serie di suoi atteggiamenti tipici: versi con la bocca, parole, frasi strane per far ridere gli altri.. La tirocinante ha iniziato ad urlare frasi tipo: “Proprietà pipitativa..ah ah” , “C come cavolo”, “Tettonica come tette”, “Adesso vi faccio ridere!..Maestro posso dire una cosa? Grazie SIGNOOOOR PROFEEESSSORE ” Si è messa ad offendere i compagni dicendo: “Taci babbuino!” “Che c’è da ridere bambocci?!” Ripeteva ciò che dicevano gli altri o l’insegnante (come una sorta di caricatura). Tutto questo per far emergere la regola: Uso la bocca in maniera adeguata cercando di - non fare versi - non dire parolacce o parole strane - non offendere i compagni. 2. Icartelloni delle regole i verdi i gialli i rossi Mattia 3. Token economy Un viaggio “a spasso nel tempo” Dal big bang ad oggi Il maxi puzzle “La linea del tempo” L’assegnazione dei token 4. Auto-osservazione Al termine di ogni osservazione chiedevamo ai bambini un’autovalutazione del loro comportamento riferita a quell’intervallo temporale e alle regole personali che erano tenuti a rispettare. 5. Rinforzamento • Sociale: sorriso, attenzione, elogio, commenti positivi premiando e avvalorando di volta in volta i comportamenti adeguati dei bambini. • Simbolico: token “un dinosauro a spasso nel tempo”. I token guadagnati venivano scambiati (in base a criteri ben precisi) con un tassello del maxi puzzle “La linea del tempo”. Inoltre, per limitare atteggiamenti competitivi, veniva assegnato, alla fine di ogni osservazione, un Jolly solo se tutti guadagnavano 2 token (un intervallo più lungo, un’attività piuttosto che un’altra) • Dinamico: al termine della token economy, possibilità di vedere una videocassetta o di fare una piccola gita a tema. 6. Rinforzamento differenziale ed estinzione Gli insegnanti e la tirocinante ignoravano Mattia quando disturbava la classe, faceva dei versi o diceva cose inopportune (estinzione). Lo rinforzavano quando, ad esempio, eseguiva delle attività in modo tranquillo, alzava la mano per intervenire, interagiva con gli altri in modo adeguato ecc…(rinforzamento differenziale). I risultati Fa versi e morfie con la bocca BASELINE TRATTAMENTO 25 frequenza 20 15 10 5 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 osservazioni Provoca verbalmente i compagni insultandoli o prendendoli in giro TRATTAMENTO BASELINE 6 frequenza 5 4 3 2 1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 osservazioni Fa interventi poco pertinenti: dice parolacce o parole strane per far ridere la classe TRATTAMENTO BASELINE 35 frequenza 30 25 20 15 10 5 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 osservazioni I commenti dell’insegnante “...Fausto continua a spiegare ed è quasi imbarazzato dal silenzio che c’è in classe. Riesce a lavorare tranquillamente; dopo un po’ mi si avvicina e mi dice: “Dovremmo farti stare sempre qui con noi.. Guarda come sono bravi.. È incredibile.. Sembra assurdo ma è davvero questione di motivazione!” Io rispondo: “Hai visto?...Non è stato impossibile come credevamo.. e poi non è legato necessariamente alla mia presenza tutto questo.. con i mezzi che abbiamo adesso e con la consapevolezza che abbiamo acquisito di alcune cose durante questa esperienza, si può pensare a come estendere i risultati raggiunti anche al momento in cui io non ci sarò più…” I bambini... Mattia: Questo gioco è servito a farci imparare alcune regole. Le mie le ho seguite perché stavo zitto e non dicevo parolacce (anche se qualche parola strana mi scappava!)… Certo, quando non c’eri tu e non facevamo il gioco sono stato un po’ meno bravo.. Giulia: Io penso di essere molto migliorata sulla regola “Alzo la mano prima di intervenire”… Fausto sapeva che noi eravamo dei bambini intelligenti e che potevamo imparare delle regole attraverso questo gioco! Filippo: Per me è stato difficile all’inizio... Non ero molto abituato a stare seduto in maniera composta... Da quando abbiamo iniziato il gioco, però, ho imparato a impegnarmi e penso di essere migliorato tanto. ...Prospettive future Alla luce di questa bellissima esperienza, dei notevoli risultati raggiunti, delle difficoltà rilevate e soprattutto delle riflessioni maturate assieme credo che si possa continuare su questa strada cercando di: lavorare su regole chiare, esplicite (anche usando semplici cartelloni..). Non molte, preferibilmente personalizzate. Stabilire dei momenti di osservazione, ribadendo ai bambini le regole in base alle quali vengono valutati, informarli sulla durata delle osservazioni. Non si può pretendere inizialmente che i bambini si comportino bene per tutta la giornata (8 ore!), ma si deve procedere gradualmente: 1ora, 2 ore..fino a tutta la mattinata.. Stabilire, prima delle osservazioni, dei piccoli e semplici rinforzatori. Ad es. il Jolly ha riscosso notevole successo! Fargli fare una piccola attività al pomeriggio, concedergli qualche minuto in più di pausa… Rinforzarli verbalmente per i loro comportamenti adeguati, specificandoli. (Non dire semplicemente bravo, bensì “sei stato molto bravo perché sei intervenuto alzando la mano….”). In questo modo sarà più “sentito” ed efficace. Mantenere i patti, ricordando gli obiettivi sui quali si lavora. Ad es. se un bimbo iperagitato riesce a stare seduto composto per 1 ora, però non riesce a fare tutti gli esercizi, noi dobbiamo comunque rinforzarlo se il nostro obiettivo è il primo. Non dobbiamo fare l’errore di dire: “Eh sì, è stato seduto, ma non mi ha combinato nulla!” Cercare di concedere, nei giusti limiti, qualcosa di diverso a chi lo “richiede”. Mattia un giorno.. Parlando della regola cerco di non dire parolacce o parole strane mentre si fa lezione, mi dice: “Gianna, io la sto rispettando, ma continua a non piacermi tanto perché io facevo ridere i miei compagni dicendo quelle cose..”. Io gli rispondo: “Sì, ti capisco.. ma secondo me potresti farli ridere di più in un altro modo.. Cosa ne pensi se chiediamo a Fausto che ti conceda, sempre a patto che tu ti comporti bene, 5 minuti alla fine per fare un po’ lo spiritoso davanti ai tuoi compagni raccontando ad es. una barzelletta? Lui ha sgranato i suoi occhioni e ha urlato: “Sì, dai!!! Ne so tantissime!!! Soprattutto sui carabinieri!” …ci sono dei buoni presupposti... Fausto: “… Per me è molto più bello darvi dei premi piuttosto che punirvi..”. Se vi comportate bene siete contenti voi perché riuscite ad ottenere il jolly ed io perché riesco a lavorare tranquillamente e posso concedervi del tempo in più per giocare o fare dell’altro al pomeriggio. Per questo io e Silvia cercheremo di mantenere alcune cose del gioco che abbiamo fatto finora con Gianna... Vi osserveremo come ha fatto finora lei e magari stabiliremo delle nuove regole da seguire...”