capitolo 8: la segmentazione ed analisi dei bisogni della clientela
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capitolo 8: la segmentazione ed analisi dei bisogni della clientela
CAPITOLO 8: LA SEGMENTAZIONE ED ANALISI DEI BISOGNI DELLA 50 CLIENTELA Di: Patrizia Polonia Lo scenario economico italiano è stato caratterizzato negli ultimi anni da un fenomeno di progressiva polarizzazione della ricchezza che ha determinato la crescita per numerosità e consistenza patrimoniale della clientela finanziariamente più solida e in particolare del mercato del private banking, ovvero della clientela con disponibilità finanziarie superiori a 500.000 euro. Attratti dalla crescita del mercato private, sullo scenario competitivo italiano sono apparsi nuovi player con modelli di business e value proposition progressivamente più sofisticate e la dinamica competitiva si è intensificata. Ad oggi sul mercato italiano si contendono la clientela private, oltre alle divisioni dedicate o alle private bank autonome, emanazione delle grandi banche nazionali, anche le filiali italiane delle principali investment bank internazionali, le filiali italiane delle principali banche svizzere e alcune boutique finanziarie focalizzate su segmenti di mercato specifici o con una offerta di prodotti peculiari. Per un intermediario finanziario che vuole raggiungere una posizione di leadership in tale scenario, reso ancora più complesso dalla crescente sofisticazione e competenza finanziaria dei clienti, diventano sempre più importanti aspetti quali la qualità del servizio offerto, la completezza, l’innovazione e la personalizzazione della gamma prodotti, la competenza, la professionalità e la riservatezza dei banker, la capacità di fornire informazioni trasparenti sul patrimonio gestito e reportistica chiara su differenti tematiche economiche e finanziarie. E’ altresì importante saper mescolare e calibrare tali aspetti per poter costruire una offerta sartoriale e rispondere ai diversi bisogni dei clienti. Un cliente che riceve i giusti prodotti, con un livello di servizio adeguato e da un banker con cui ha affinità elettive sicuramente sarà soddisfatto, rimarrà fedele, parlerà bene del proprio banker e genererà cosi valore per la propria banca. Quasi tutti gli intermediari hanno compreso l’importanza della segmentazione dei clienti come primo passo per costruire un modello di servizio e una offerta dedicata e perseguire una strategia di crescita. Tuttavia superare la semplice segmentazione patrimoniale rimane una ambizione estremamente sfidante. Per raggiungere tale obiettivo è infatti necessario avere a disposizione un numero significativo di informazioni sui clienti, definire una segmentazione efficace della clientela che possa essere calata concretamente nella realtà operativa andando oltre il puro esercizio teorico, e infine realizzare i necessari interventi organizzativi, di evoluzione dei sistemi informativi e di orientamento della gestione delle relazioni tra banker e clienti. Obiettivo di questo paper è approfondire i temi legati alla segmentazione della clientela private e in particolare: Caratteristiche del mercato private: dimensioni e clienti Vantaggi di una efficace segmentazione della clientela private Tipologie di segmentazione Possibile approccio per definire la strategia di marketing e commerciale 50 Per un approfondimento si rimanda al libro di Theo Delia Russell e Antonello Di Mascio, Marketing e Private Banking, Egea Milano II Edizione 2006 I - Il mercato del Private Banking: analisi di scenario 8.1 Il contesto di riferimento: il mercato e le caratteristiche dei clienti private Il mercato private in Italia A partire dal 1995 il mercato italiano del private banking è cresciuto ad un tasso medio annuo pari a circa il 10%; tale crescita deriva, oltre che dalla performance dei mercati finanziari, dall’effetto combinato di diversi fattori, quali: il progressivo invecchiamento della popolazione italiana associato a significativi tassi di risparmio, la polarizzazione del reddito nella fascia di clientela più facoltosa, i provvedimenti di scudo fiscale, la liquidità generata dai processi di disinvestimento di patrimoni immobilizzati o di IPO, i processi di passaggio generazionale della ricchezza (es. eredità), etc. Nel 2005, circa il 50% del mercato era servito da operatori specializzati, che nel tempo hanno saputo maggiormente approfittare della crescita del mercato, riuscendo a conquistare quote di mercato pari a quelle degli operatori generalisti. Figura: 8.1: Crescita del mercato private Tavola 1. Crescita Mercato Private CAGR ’02-’05 ~10% CAGR ’95-’02 ~11% ~786 ~580 A ~50% 30-40% ~280 Specialisti e Banche universali con modelli specializzati ~2% 60-70% ~98% ~50% Banche universali senza iniziative PB 1995 , Fonte: 2002 2005 “ Analisi McKinsey, “Stima del mercato italiano degli HNWI ” AIPB-PWC Anno 2005 Fonte: Analisi McKinsey Stima del mercato italiano degli HNWI - AIPB PWC Anno 2005 Per il 2006 l’Associazione Italiana Private Banking (AIPB) stima un’ulteriore crescita del mercato fino ad arrivare in termini di consistenza patrimoniale a circa 820 Mld di euro e in termini di numerosità a circa 700.000 famiglie private. A livello geografico la clientela private si concentra in particolare su poche regioni: Lombardia (25,9%), Lazio (9,8%), Emilia Romagna (9,0%), Veneto (8,6%), Piemonte (8,5%); complessivamente le prime 5 regioni coprono oltre il 60% del mercato nazionale. I clienti private Metà delle 700.000 famiglie private sono ancora servite da banche tradizionali e forse nemmeno sanno che sul mercato ci sono operatori specializzati che offrono servizi e prodotti finalizzati specificamente a soddisfare le loro esigenze. Gli operatori specializzati possono beneficiare ulteriormente della crescita del mercato e acquisire nuove quote approfondendo la comprensione delle principali caratteristiche personali dei clienti private, delle loro peculiari esigenze di gestione della ricchezza complessiva in tutte le fasi della vita e di quali sono le principali motivazioni di scelta dell’intermediario finanziario di riferimento. 116 8.La segmentazione ed analisi dei bisogni della clientela 1. Caratteristiche socio-comportamentali del cliente private La ricerca AIPB/Eurisko 2006 disegna il profilo del cliente private tipo: un uomo maturo, aperto all’innovazione, con cultura elevata e competenze finanziarie medie e con l’obiettivo di incrementare il capitale che prevale su quello di conservarlo. Figura 8.2: Profilo del Cliente private Tavola 2. Profilo del Cliente private Uomo Giovane Donna Maturo Tradizionale Cultura Competente Conservare capitale elevata +++ ++ + + ++ +++ Innovativo Cultura modesta Incrementare Non capitale competente Fonte: Ricerca Eurisko/ AIPB - Il mercato attuale e potenziale del Private Banking – Giugno 2006 Fonte: Ricerca Eurisko/ AIPB - Il mercato attuale e potenziale del Private Banking - Giugno 2006 Analizzare questi aspetti, congiuntamente ad altri, quali l’origine della ricchezza, la professione e le inclinazioni caratteriali, è indispensabile per comprendere i bisogni, le attese e i comportamenti in ambito finanziario dei clienti private. Di seguito sono approfonditi alcuni aspetti particolarmente significativi: Professione e origine della ricchezza: un cliente può aver generato una ricchezza con il lavoro manageriale o imprenditoriale, può averlo ereditato dalla famiglia, oppure può aver fatto investimenti finanziari che gli hanno permesso di incrementare il patrimonio iniziale. In base alle differenti origini della ricchezza, diversi possono essere gli atteggiamenti del cliente in ambito finanziario. Il cliente che ha accumulato con fatica il denaro può essere infatti più propenso a conservarlo e guardare con sospetto investimenti che rischino di erodere il suo patrimonio; colui che invece ha ereditato, tende a vedere il proprio denaro come un vantaggio acquisito e propende per utilizzarlo cercando di trarne il massimo profitto, anche accettando condizioni di rischio più accentuate. Ovviamente a questi fattori si sommano anche aspetti comportamentali di ciascuna persona come l’ambizione, l’avidità o la stessa volontà di utilizzare il denaro per il raggiungimento di qualche finalità specifica (es. beneficenza o eredità per la famiglia). Fase del ciclo di vita: un giovane imprenditore o un manager con una brillante carriera davanti a sé è particolarmente attraente, perché ha flussi di reddito consistenti e potenzialmente è generatore di ingenti patrimoni futuri. La capacità del banker di supportarlo nella gestione della sua ricchezza, ottimizzando il profilo di spesa necessario a rispondere ai suoi bisogni immediati (la casa, la famiglia, etc.) e massimizzando i ritorni dei risparmi investiti, tende ad aumentarne la capacità di generazione di ricchezza per la banca. 117 I - Il mercato del Private Banking: analisi di scenario Un pensionato d’altra parte può essere attraente perché ha già consolidato un patrimonio finanziario e immobiliare, foriero di rendite ricorrenti; egli verosimilmente sarà caratterizzato da minori esigenze di spesa nell’immediato e avrà nella maggior parte dei casi la finalità tramandare il patrimonio agli eredi e talvolta anche di liquidare le attività immobilizzate. Figura 8.3: Esempio di ciclo di vita e ricchezza di un imprenditore Tavola 3. Esempio di ciclo di vita e ricchezza di un imprenditor e Ricchezza totale netta Ricchezza Ricchezza liquida Vendita Vendita azienda azienda Tempo -up Start Startup Livello di istruzione e cultura finanziaria: la maggior parte dei clienti private ha un livello di istruzione elevato e una cultura finanziaria buona. Sempre più consapevoli delle dinamiche dei mercati finanziari, grazie all’informazione specialistica attinta dai giornali o dalla televisione, essi sono consci delle potenziali implicazioni di ciascuno scenario di mercato e hanno una chiara idea delle più opportune linee di intervento da adottare sulla gestione del patrimonio. La banca deve rispondere alle esigenze di tali clienti con un modello di servizio fortemente relazionale, facendo leve sulle competenze di banker particolarmente preparati, supportati se necessario anche da specialisti di prodotto/servizio. Attitudini psico-comportamentali: i clienti, e in particolare quelli private che hanno ingenti e complessi patrimoni da gestire, spesso si trovano a dover fare scelte di investimento in condizioni di incertezza. Tali scelte spesso non sono determinate da ragionamenti razionali ma sono invece accompagnate da emozioni come paura, ansia, gioia e speranza e a volte anche da pericolose “distorsioni cognitive”. La relazione tra finanza e psicologia è un tema talmente rilevante e di interesse che lo psicologo Daniel Kahneman ha vinto nel 2002 il premio Nobel per l’economia “per aver integrato argomenti della ricerca psicologica con le scienze dell'economia, con particolare riguardo ai processi decisionali e di giudizio nelle incertezze”. Facendo quindi riferimento ai principi della finanza comportamentale da cui non si può prescindere quando si cerca di capire i comportamenti dei clienti, emerge che il cliente non sempre è in grado di mettere a fuoco i propri bisogni, spesso nel momento della decisione di investimento la mente umana prende scorciatoie e cosi spesso ci si allontana dai paradigmi che governano la finanza classica. Per il cliente ad esempio non è facile scomporre e analizzare il suo portafoglio nella globalità, è invece più immediato percepire il proprio 118 8.La segmentazione ed analisi dei bisogni della clientela portafoglio come un insieme di programmi di vita, di ambizioni, ciascuno dei quali rappresenta uno specifico bilancio mentale con specifici livelli di rischio ed orizzonti temporali. Per il cliente inoltre il suo portafoglio ha una storia, le decisioni non vengono prese solo in funzione delle aspettative future ma anche del percorso e delle emozioni che il cliente ha vissuto nel realizzare quel portafoglio. Il cliente non sempre accetta di buon grado di vendere in perdita, ammettere lo sbaglio fa male, aver fatto una scelta che si rivela poi sbagliata crea un grosso rimorso. Ecco quindi spiegate le decisioni di tenere titoli in perdita nella speranza che un giorno possano recuperare, perchè è scritto nella natura umana il fatto che perdere 100.000 euro genera un disagio più grande della gioia che può portare il guadagno della stessa cifra. Altri aspetti tipici che allontanano il cliente da una scelta razionale sono l’overconfidence, cioè il prestare eccessiva fiducia nelle proprie capacità di scelta dell’investimento corretto, e l’effetto gregge, cioè il lasciarsi influenzare dall’opinione comune o dalla stampa specializzata. Questi sono solo alcuni aspetti della finanza comportamentale che non si possono trascurare nel momento in cui ci si pone come obiettivo la comprensione e la conoscenza dei bisogni e delle caratteristiche dei clienti private con l’obiettivo di aiutarlo a fare le scelte di investimento migliori. Approccio nella gestione del patrimonio personale e aziendale Poiché gli imprenditori rappresentano una quota significativa del totale della clientela private, anche in considerazione dell’elevato tasso di piccole medie imprese che riscontriamo nel mercato italiano, occorre prestare particolare attenzione all’approccio di tali clienti nella gestione del patrimonio finanziario personale e di quello aziendale. Nella maggior parte dei casi essi tendono a separare nettamente la gestione del loro patrimonio personale da quello aziendale, non cogliendo i benefici di una visione integrata; diventa quindi distintiva la capacità della banca sia di sapersi porre come partner di fiducia nella gestione del patrimonio finanziario in ottica integrata a quello aziendale, che di sapere adeguatamente supportare il cliente su specifici temi che riguardano l’azienda come la governance, la pianificazione successoria e fiscale mediante l’utilizzo di strumenti sofisticati come il trust o il fondo patrimoniale. Ancora più importante è il ruolo della banca nel far capire all’imprenditore che anche l’azienda deve essere considerata “un investimento” e come tale deve essere integrata nelle riflessioni di asset e wealth management della famiglia. 2. Il rapporto del cliente private con gli intermediari finanziari Per comprendere la clientela private, un elemento rilevante da approfondire è sicuramente il rapporto che tali clienti impostano con gli intermediari finanziari. In tale ambito si è assistito nel tempo ad un’evoluzione dell’atteggiamento del cliente che progressivamente è diventato meno passivo e più consapevole, animato spesso da obiettivi di verifica e confronto dei prodotti/servizi e delle performance offerte da differenti intermediari, al fine di scegliere il partner che meglio risponde ai propri bisogni. Di seguito sono dettagliati i comportamenti dei clienti privati con riferimento ad alcuni elementi chiave: Numero di intermediari finanziari per cliente I clienti private hanno in media rapporti con più banche. L’atteggiamento spesso alla base di questo comportamento è di utilizzare ciascun intermediario per diversi tipi di investimento in funzione della specializzazione di ciascun intermediario; oppure di diversificare la 119 I - Il mercato del Private Banking: analisi di scenario dipendenza dagli intermediari comparandoli in termini di servizi offerti, condizioni negoziate, rendimenti ottenuti, qualità della consulenza erogata. Figura 8.4: Numero istituti finanziari con cui il cliente ha rapporti Tavola 4. Numero istituti finanziari con cui il cliente ha rappo rti Numero istituti finanziari Percentuale Clienti 1 3 8 2 1 9 3 4 5 o più % 3 4 % % 6 % 3% Numero medio istituti finanziari: 22 Fonte: Ricerca Eurisko/ AIPB - Il mercato attuale e potenziale del PrivateBanking – Giugno 2006 Fonte: Ricerca Eurisko/ AIPB - Il mercato attuale e potenziale del Private Banking – Giugno 2006 Criteri in base ai quali i clienti scelgono gli intermediari finanziari I clienti ritengono la qualità del servizio, la riservatezza e la qualità della consulenza agli investimenti come le tre principali ragioni per scegliere un intermediario. Seguono nell’ordine la reputazione, i referral da parte di clienti attuali, la performance degli investimenti, il pricing e la completezza della gamma prodotti. Si evidenzia che la percezione dei clienti non coincide perfettamente con quella degli intermediari, che pongono al primo posto l’immagine e la reputazione dell’intermediario finanziario. Figura 8.5: Criteri usati dai Clienti nella scelta dell’intermediario finanziario. Percezione dei Clienti vs. percezione delle banche 120 8.La segmentazione ed analisi dei bisogni della clientela ’ Tavola 5. Criteri usati dai Clienti nella scelta dell ’intermediario finanziario – Percezione dei Clienti vs. percezione delle banche Percezione del Cliente private Priorità Percezione della Banca Elementi rilevanti Elementi rilevanti 11 Qualit à del livello di servizio e del reporting gestionale Immagine e reputazione dell’intermediario finanziario 22 Confidenzialit à e sicurezza Qualità del livello di servizio e del reporting gestionale 33 Qualit à della consulenza all’investimento Qualità della consulenza all’investimento 44 Immagine e reputazione dell’intermediario finanziario Passaparola positivo da clienti della banca 55 Passaparola positivo da clienti della banca Performance dell’investimento finanziario 66 Performance dell’investimento finanziario Confidenzialit à e sicurezza Fonte: IBM – European Wealth and Private Banking Industry Survery, 2005 Fonte: IBM – European Wealth and Private Banking Industry Survey 2006 Aree di miglioramento richieste agli intermediari finanziari Confrontando gli elementi rilevanti per i clienti nella selezione dei loro intermediari finanziari di riferimento con la percezione evidenziata dalle banche, è possibile identificare le aree di miglioramento richieste dalla clientela private agli intermediari. In particolare l’attenzione cade su elementi quali: il reporting gestionale, la conoscenza della situazione personale e patrimoniale del cliente, nuovi prodotti e servizi a valore aggiunto, sistemi evoluti di wealth management e un atteggiamento commerciale orientato alla proattività. Figura 8.6: Aree di miglioramento su cui gli intermediari devono focalizzarsi per aumentare la loro capacità di offerta ai clienti private Tavola 6. Aree di miglioramento su cui gli intermediari devono focalizzarsi per aumentare la loro capacit à di offerta ai clienti private Sistema di wealth management Reporting gestionale Adeguamento delle strutture di reporting gestionale alle esigenze dei clienti Database clienti Proporre un approccio integrato alla consulenza finanziaria, Cliente private Ottenere una migliore conoscenza della situazione personale e patrimoniale del cliente Proattività commerciale Dimostrarsi maggiormente proattivi nella gestione della relazione con il cliente Fonte: IBM – European Wealth and Private Banking Industry Survery, 2005 Fonte: IBM – European Wealth and Private Banking Industry Survey 2006 121 Nuovi prodotti a valore aggiunto Sviluppare e offrire ai clienti prodotti e servizi a sempre più elevato valore aggiunto I - Il mercato del Private Banking: analisi di scenario 8.2 Perchè segmentare i clienti private I clienti private manifestano alcuni tratti comuni nel comportamento, cui tuttavia si aggiungono esigenze diversificate in termini di sofisticazione di prodotti/servizi richiesti e di attitudine verso la gestione del denaro e del rischio. Nel servire i clienti private, molti intermediari finanziari focalizzano la loro attenzione sull’efficienza operativa o sull’aumento dell’efficacia commerciale o ancora cercano di replicare modelli di operatori di successo sui mercati esteri. Purtroppo ciò non basta. Cosa fare allora per differenziarsi dai competitor e costruire una reale posizione di vantaggio competitivo? In uno scenario, dove il livello di competitività interno tende ad aumentare e i clienti sono condivisi tra più banche, la segmentazione può rappresentare il primo passo per costruire una strategia di sviluppo di medio-lungo periodo basata sulla differenziazione. Dopo aver suddiviso il mercato in segmenti, ciascuno costituito da clienti aventi le medesime caratteristiche e bisogni, e identificato i segmenti che si vogliono servire facendo leva sui propri punti di forza, è possibile dar vita ad una strategia di marketing efficace caratterizzata da specifiche opzioni strategiche per ciascun segmento: fidelizzazione, sviluppo e up-selling, ribilanciamento dei portafogli finanziari, etc. Il disegno di un’efficace segmentazione della clientela consente in generale di ottenere i seguenti benefici: Identificazione di opportunità di crescita per i prodotti/servizi già in portafoglio della banca relativamente ai segmenti non efficacemente serviti dai competitor; Definizione di un posizionamento di prodotto/servizio efficace per ciascun segmento di mercato, beneficio spesso conseguito semplicemente personalizzando la comunicazione sui benefici dei prodotti in portafoglio per ciascun segmento; Identificazione di opportunità di sviluppo di nuovi prodotti e servizi, possono infatti essere individuati alcuni segmenti che al momento sono mal serviti dai competitor e su cui è possibile ottenere una crescita rapida a seguito dell’offerta di nuovi prodotti e servizi; Individuazione dei più profittevoli segmenti di mercato e delle priorità strategiche e commerciali della banca. Per conseguirli, a valle della segmentazione del mercato private e di una accurata valutazione della situazione attuale e del potenziale di ciascun segmento, dovranno essere intraprese una o più delle seguenti azioni di marketing: a) Ridisegno della strategia di posizionamento di mercato; b) Revisione della gamma offerta di prodotti e servizi; c) Rafforzamento del modello di relazione banker-cliente. a) Ridisegno della strategia di posizionamento di mercato Capire i gruppi di clienti serviti e i loro bisogni é il primo passo per decidere su quali focalizzarsi, e per quali costruire una value proposition distintiva. A seguito della valutazione comparata rispetto ai competitor dei punti di forza e di debolezza della banca nel servire ciascun segmento sarà possibile identificare i segmenti di clientela target e da qui valutare le più opportune opzioni di offerta per ogni segmento. Supportando i banker con adeguati strumenti di marketing per ciascun segmento target del mercato, la banca potrà acquisire nuovi clienti, incrementare lo share of wallet sui clienti esistenti e conseguentemente aumentare la sua quota di mercato. b) Revisione della gamma di offerta di prodotti/servizi 122 8.La segmentazione ed analisi dei bisogni della clientela Al fine di definire la value proposition ottimale per ciascun segmento di clientela è importante che siano correttamente identificati i bisogni e le esigenze di ciascun segmento e sulla base di essi sia costruita una gamma di prodotti/servizi specifici. Un cliente soddisfatto con modalità distintive vede la banca come un interlocutore diverso dagli altri intermediari finanziari, capace di “guardare il mondo con i propri occhi, e conseguentemente apporta patrimonio incrementale (detraendolo da quello allocato originariamente presso altri intermediari), genera passaparola positivo con amici e conoscenti, rafforza e stabilizza la sua relazione con il banker e infine diventa più fedele anche nei momenti di volatilità di mercato. c) Rafforzamento del modello di relazione banker-cliente A seconda del segmento di clientela target, potranno essere necessari anche interventi di adeguamento o ottimizzazione del modello di relazione tra il banker e il cliente. Attraverso l’incrocio della segmentazione della clientela private con una adeguata segmentazione dei banker complementare alla prima, sarà possibile assegnare a ciascun banker il più opportuno portafoglio di clienti con l’obiettivo di massimizzare la capacità/possibilità del banker di rispondere al meglio alle esigenze di relazione espresse da ciascun segmento di clientela. In tal modo sarà possibile servire ciascun segmento di clientela in modo coerente con il valore economico da esso sviluppato/sviluppabile. 8.3 Come segmentare i clienti private Dopo aver evidenziato l’importanza della segmentazione e dell’interesse crescente degli intermediari verso metodologie di segmentazione sempre più sofisticate, vediamo le diverse metodologie di segmentazione, i vantaggi, i limiti e i particolari obiettivi di ciascuna di esse. Esistono molte modalità di segmentare il mercato, in particolare in relazione a quelli che sono gli obiettivi di marketing e le risorse finanziarie a disposizione. Se l’obiettivo è ottenere una migliore comprensione del mercato, sarà opportuno segmentare i clienti in base a variabili quali i benefici attesi, le necessità e le occasioni d’uso dei prodotti/servizi offerti. Se invece l’obiettivo è ottimizzare la gamma di prodotto/servizio, allora la segmentazione più opportuna della clientela dovrà essere basata sulla ricerca delle caratteristiche di prodotto/servizio cui i clienti attribuiscono maggiore valore. Se la segmentazione viene realizzata con l’obiettivo di definire la più opportuna strategia di comunicazione, dovranno essere privilegiate, nell’analisi, variabili quali i benefici attesi, le preferenze di brand, il lifestyle del cliente e le modalità di utilizzo dei media. Se infine l’obiettivo è il lancio di un nuovo prodotto o servizio, la modalità più efficace di segmentazione del mercato dovrà basarsi su variabili quali la reazione dei clienti a nuovi prodotti o la sensitività al pricing. E’ possibile segmentare i clienti sia a partire dal patrimonio di informazioni già in possesso della banca, sia tenendo conto di ulteriori elementi acquisiti direttamente dal mercato attraverso ricerche specifiche. I possibili elementi da utilizzare come cardine della segmentazione della clientela, sono: Il patrimonio finanziario; Le variabili socio-demografiche; I bisogni finanziari e l’approccio all’investimento del cliente; Il valore e il potenziale del cliente; Il livello di fidelizzazione verso la banca Mix di variabili patrimoniali/ socio-demografiche/ comportamentali a) Il patrimonio finanziario 123 I - Il mercato del Private Banking: analisi di scenario L’approccio più comunemente utilizzato dagli intermediari per la differenziazione dei clienti è quello per fasce di patrimonio detenuto presso la stessa banca o di patrimonio potenziale complessivo detenuto presso diversi istituiti finanziari. Figura 8.7: Segmentazione per fascia Patrimoniale Tavola 7. Segmentazione per fascia Patrimoniale Very HNWI 50 50mln mln€€ Ultra HNWI 55mln mln€€ High Net Worth Individuals 0,5 0,5mln mln€€ Affluent Molte banche hanno situazioni dove gran parte del patrimonio (valori anche intorno all’80%) è riconducibile ad una parte di clientela molto ristretta (valori anche intorno al 20%); obiettivo della segmentazione per fasce di patrimonio è di valorizzare questo aspetto considerando implicitamente che la dimensione del patrimonio sia proporzionale alla sofisticatezza dei bisogni. In questo modo si focalizza l’attenzione sulla clientela più ricca/rilevante per la banca, sia nella fase di definizione della gamma di prodotto/servizio, che in quella di determinazione delle logiche di relazione commerciale. Tale metodo ha in se tuttavia dei limiti, soprattutto con riferimento alla capacità di valutare e comprendere i reali bisogni dei clienti e il potenziale che essi possono sviluppare in prospettiva per la banca. Una segmentazione per fasce di patrimonio infatti andrebbe costruita a partire dalla conoscenza del patrimonio complessivo del cliente. In tal modo sarebbe possibile raggruppare correttamente i clienti, considerando anche quelli che hanno ingenti patrimoni non finanziari (es. azienda o immobili) o ricchezza assegnata in gestione ad altri intermediari e conseguentemente massimizzare le opportunità di aumento del patrimonio amministrato in futuro dalla banca. b) Variabili socio-demografiche La segmentazione di tipo socio-demografico utilizza variabili personali e familiari quali l’età, la professione, la residenza geografica, il sesso e la numerosità della famiglia. Alla base di tale segmentazione vi è l’assunto che sia possibile individuare gruppi omogenei di clienti caratterizzati dalle medesime variabili socio-demografiche, cui corrispondano anche diversi bisogni. Ad esempio a clientela con età medio-alta di solito si associa un’esigenza di gestione del passaggio generazionale e conseguentemente la strategia di offerta della banca deve fondarsi su servizi di pianificazione fiscale e successoria. 124 8.La segmentazione ed analisi dei bisogni della clientela Per quanto concerne la condizione lavorativa, normalmente si fa riferimento a professioni che possano rappresentare un’approssimazione sia della capacità di generare ricchezza e dare importanti informazioni sul grado di cultura finanziaria del cliente e del suo profilo di rischio e rendimento atteso dagli investimenti finanziari. c) Bisogni finanziari e approccio all’investimento Tale segmentazione è realizzata a partire dall’analisi di variabili rappresentative del comportamento finanziario del cliente: la competenza finanziaria, l’avversione al rischio, le aspettative e i bisogni, l’orientamento alla delega, il rendimento obiettivo, lo stile di investimento, l’orizzonte temporale degli investimenti. Ad esempio relativamente alla competenza finanziaria possono essere definiti i seguenti gruppi di clienti: disinteressati, attenti, lettori, studiosi, appassionati, esperti, dominatori. Con riferimento al grado di avversione al rischio potremmo invece distinguere gruppi quali: prudenti (basso profilo di rischio); realisti (medio-basso profilo di rischio); aggressivi (medio-alto profilo di rischio); ossessionati (alto profilo di rischio). Con riferimento all’orientamento alla delega possiamo distinguere i seguenti profili di clientela: distaccato, indifferente, passivo, delegatore, partecipativo, diffidente, proattivo, autonomo. Tali clusterizzazioni della clientela possono poi essere sovrapposte e integrate, al fine di individuare gruppi di clienti caratterizzati dai medesimi profili con riferimento a più variabili. La segmentazione basata sul comportamento finanziario infatti è costruita a partire dai profili relativi alla propensione alla delega e alla cultura finanziaria del cliente. Figura 8.8: Segmentazione in base al comportamento finanziario Tavola 8. Segmentazione in base al comportamento finanziario Alto Alto Propensione alla delega Propensione alla delega FIDUCIOSI FIDUCIOSI DELEGATORI DELEGATORI DIFFIDENTI DIFFIDENTI AUTONOMI AUTONOMI Basso Basso Basso Alto Cultura Dalla segmentazione dei clienti in base alla cultura finanziaria e alla propensione alla delega possiamo identificare i seguenti gruppi di clienti: Delegatori: sono i clienti caratterizzati da cultura finanziaria medio-alta ed elevata propensione alla delega; essi hanno sviluppato nel tempo una relazione di profonda stima nei confronti del proprio banker e conseguentemente tendono a delegare a quest’ultimo la quasi totalità delle loro scelte di investimento e gestione del patrimonio. Il loro livello di competenza finanziaria medio-alto impone tuttavia un modello di servizio fondato su banker 125 I - Il mercato del Private Banking: analisi di scenario fortemente preparati, solo così sarà possibile sviluppare nel tempo la relazione di fiducia, cui almeno in prospettiva tendono tali clienti. Fiduciosi: caratterizzati da cultura finanziaria medio-bassa essi tendono a delegare totalmente al banker le proprie scelte di gestione del patrimonio. Sono in generale clienti con cui il rapporto di delega si sviluppa sin dal primo momento, tuttavia la cultura non elevata può rappresentare una barriera al mantenimento della relazione soprattutto nel caso di difficoltà dei mercati finanziari, allorquando il banker può trovare significative difficoltà nel far comprendere al cliente le proprie scelte di investimento. Autonomi: tali clienti hanno capacità e tempo per gestire direttamente ed in autonomia le proprie scelte di investimento. Essi tendono a utilizzare i banker esclusivamente con obiettivi di execution delle loro scelte finanziarie e possono diventare clienti delegatori solo a seguito di cambiamenti del loro stile di vita (es. variazione della professione) cui si associa la relazione con banker particolarmente competenti. Diffidenti: caratterizzati da cultura finanziaria medio-bassa, essi per natura dovrebbero farsi supportare nelle scelte di investimento da banker esperti e competenti, tuttavia il loro elevato livello di diffidenza gli impedisce di sviluppare una relazione di fiducia con gli specialisti finanziari. Tali clienti sono in genere una porzione minore della clientela private. Tale segmentazione dà linee guida molto nette relativamente al modello di servizio ottimale e al profilo ideale dei banker ideali per seguire ciascun cluster, meno evidenti sono i suggerimenti in termini di stile di investimento e tipologia di prodotto ideali. d) Valore e potenzialità di crescita del cliente Tale segmentazione tiene conto della probabile evoluzione del valore o potenziale del cliente e viene effettuata a partire dalla combinazione di diversi fattori rappresentativi di quella che sarà la più probabile evoluzione della situazione finanziaria (flussi) e patrimoniale (attività investite) del cliente. Il pregio evidente di tale logica è riuscire ad anticipare la situazione prospettica del cliente e dare indicazioni alla banca su quei segmenti di clienti che, seppur nel breve non presentano le caratteristiche del profilo private, hanno tuttavia il potenziale per diventare clienti nel futuro. Lo svantaggio invece risiede nel richiedere la stima del potenziale del cliente; tale stima è generalmente effettuata a partire da variabili già note alla banca o comunicate dai banker. Figura 8.9: Segmentazione in base al potenziale del Cliente 126 8.La segmentazione ed analisi dei bisogni della clientela Tavola 9. Segmentazione in base al potenziale del Cliente Alto Clienti multibancarizzati da sviluppare Clienti Core da sviluppare Potenziale Clienti Core da fidelizzare Clienti Marginali Basso Basso Alto Patrimonio e) Livello di fidelizzazione La fidelizzazione della clientela private è il primo obiettivo da perseguire per la banca. Un cliente fidelizzato è anche un cliente soddisfatto del servizio ricevuto e presumibilmente, oltre a mantenere il proprio patrimonio in gestione presso l’intermediario finanziario, realizzerà sul mercato un passaparola attivo verso i suoi peer e consentirà alla banca di ottenere nuovi clienti in prospettiva. Figura 8.10: 100% Tavola 10. Segmentazione in base al livello di fidelizzazione del Cliente CLIENTI FEDELI Clienti fedeli Fonte di potenziali referral Clienti infedeli Rischio decremento share of wallet in favore di altri istituti 50% Share of wallet CLIENTI A RISCHIO CLIENTI MARGINALI CLIENTI SVILUPPABILI Clienti fedeli Potezialità di divenire istituto di riferimento 0% Clienti Infedeli Clienti a rischio di perdita Basso Alto Fidelizzazione Tale segmentazione può essere inoltre efficacemente utilizzata in abbinamento al peso del cliente per la banca in termini ad esempio di share of wallet. Come evidenziato nella tabella precedente, da tale abbinamento emergono 4 diverse tipologie di segmenti, per ognuno dei quali si può pensare a differenti strategie commerciali da adottare. In particolare si possono distinguere i seguenti cluster: 127 I - Il mercato del Private Banking: analisi di scenario Clienti Fedeli: sono quelli che, pur essendo importanti per la banca, hanno maturato anche un elevato livello di fidelizzazione. Rappresentano i principali asset dell’intermediario finanziario e possono porsi come suoi efficaci sponsor di mercato per l’aumento della customer base. Clienti Sviluppabili: sono clienti non rilevanti per la banca, ma comunque molto fidelizzati. In tal caso il banker deve fare leva sull’elevato grado di fidelizzazione per indirizzare al meglio la gestione del patrimonio del cliente e assicura capitali in prospettiva alla banca; nel caso di clienti con potenziale prospettico non elevato è possibile comunque utilizzare la leva della fidelizzazione per acquisire referral e acquisire nuovi clienti. Clienti a Rischio: sono i clienti su cui è necessario che la banca sviluppi un vero e proprio sistema di early warning. Essi hanno un peso rilevante per la banca, ma sono stati acquisiti da poco tempo o comunque tendono a non sviluppare relazioni di fedeltà nel tempo, mantenendo la banca e il banker sistematicamente sotto esame. Per tali clienti è necessario un modello di servizio outstanding (il banker non può in tal caso permettersi errori) e la predisposizione di adeguati strumenti che permettano di aumentare il churn rate della banca. Clienti Marginali: non hanno un peso rilevante per la banca e neppure sono caratterizzati da elevati livelli di fidelizzazione. Anche per tali clienti esiste un rischio di abbandono, tuttavia la loro non elevata rilevanza per la banca suggerisce di adottare un priorità nell’attenzione del banker ridotta rispetto al cluster precedente, eventualmente delegano il monitoraggio al solo sistema di early warning. f) Mix di variabili patrimoniali/ socio-demografiche/ comportamentali Gli approcci alla segmentazione sopra descritti forniscono informazioni efficaci per alcune decisioni di marketing operativo, tuttavia evidenziano alcuni punti di attenzione: Forniscono una rappresentazione semplificata della realtà, non riuscendo a cogliere tutte le sfaccettature che contraddistinguono il comportamento del cliente private; Non danno indicazioni sufficienti per la definizione di offerte dedicate a soddisfare i bisogni dei diversi segmenti di clientela; La maggior parte dei competitor possono segmentare il mercato più o meno allo stesso modo, con conseguenti battaglie per l’acquisizione dei medesimi segmenti di clienti, senza una grande differenziazione dell’offerta. L’approccio alternativo prevede la considerazione simultanea di variabili di diverse tipologie. Le variabili considerate simultaneamente possono far riferimento a caratteristiche socio-demografiche, al patrimonio del cliente, al comportamento finanziario, espresso anche in termini di grado di utilizzo dei diversi prodotti e servizi della banca e di attitudine al rischio, e infine di attrattività del cliente (valore e potenzialità di crescita).Tale metodo consente di ottenere risultati più concreti, tuttavia è più complesso da implementare, perché richiede diverse informazioni, l’identificazione di quelle più significative e la conseguente ricomposizione delle medesime nell’ambito di un determinato sistema di cluster analysis. Le elevate capacità informatiche di cui le banche dispongono, unitamente alla disponibilità di software specifici di cluster analysis consentono oggi di realizzare tali analisi multivariate in modo molto più immediato che nel passato. Obiettivo della cluster analysis è classificare la clientela in gruppi in modo da raggiungere simultaneamente un duplice risultato: Massimizzazione delle differenze tra i diversi segmenti Minimizzazione delle diversità interne a ciascun segmento. Il numero di segmenti individuati deve essere ragionevole (3-8 segmenti), ovvero non troppo elevato ai fini della successivamente definizione delle più opportune strategie di marketing e di offerta di prodotti e servizi. 128 8.La segmentazione ed analisi dei bisogni della clientela Il risultato può essere una segmentazione di grande impatto per la banca, ma il metodo va applicato cercando il giusto compromesso tra la precisione dell’analisi, la fattibilità di raccogliere e gestire tutte le informazioni necessarie, la fruibilità dei risultati per realizzare attività concrete. La scelta del mix di variabili da utilizzare per segmentare i clienti non è univoca o scontata. L’importanza attribuita a ciascuna variabile è peculiare di ogni banca e rappresenta il terreno su cui ciascun operatore si confronta con il mercato. Riuscire a creare un approccio alla segmentazione che possa essere concretamente calato nella realtà operativa della banca, può rappresentare un elemento distintivo che porta un intermediario finanziario ad acquisire un vantaggio competitivo e per tale via ad assumere sul mercato un ruolo di leadership. Nell’approccio di seguito descritto, a titolo esemplificativo, le variabili ritenute rilevanti fanno riferimento alle diverse categorie patrimoniali, socio-demografiche e comportamentali del cliente. A seconda dei valori assunti dalle variabili selezionate ciascun cliente verrà ricondotto ad uno di 6 cluster di clienti. Figura 8.11: Variabili di analisi e Segmenti Tavola 11. Variabili di analisi e Segmenti Variabili patrimoniali Patrimonio Flussi reddituali Segmenti Variabili sociodemografiche Età Professione Origine ricchezza Cultura finanziaria VIP VIP Professional Professional di successo di successo Anziani Anziani redditieri redditieri Accumulatori Accumulatori Variabili comportamentali Propensione al rischio Propensione alla delega Tipologia rendimento atteso Esperti Esperti accentratori accentratori Giovani Giovani promesse promesse Vediamo ora le principali caratteristiche di ciascun cluster: VIP: Clienti con patrimonio superiore a 15 milioni di euro, indipendentemente da variabili socio-demografiche e comportamentali, sono clienti che hanno esigenze complesse perchè il loro patrimonio è complesso, spesso ripartito su più intermediari e hanno bisogni legati alla gestione del patrimonio non strettamente finanziario. In generale hanno un approccio razionale alla gestione della ricchezza, spesso si rivolgono a più intermediari finanziari e li mettono in concorrenza in termini di servizi offerti, performance ottenuta con gli investimenti . hanno la facoltà di richiedere e pretendere prodotti customizzati e innovativi per ottimizzare il loro profilo rischio rendimento e coprire eventuali esigenze specifiche. Ricercano un istituto finanziario di cui avere fiducia , capace di gestire al meglio la loro ricchezza e in grado di rispondere a esigenze specifiche in termini relazionali e di prodotti. Questi clienti sono estremamente esigenti ma possono rappresentare per la banca un buon ritorno in termini reputazionali e di generazione di referral 129 I - Il mercato del Private Banking: analisi di scenario Professional di successo: Imprenditori e liberi professionisti ancora in attività e, con età superiore a ai 35 anni, quindi generatori di potenziali flussi futuri, con propensione al rischio medio alta e elevata propensione alla delega. Hanno poco tempo e lo dedicano alla loro professione. Hanno creato la loro ricchezza ma per la gestione delle finanze si rivolgono a intermediari da cui pretendono una buona consulenza finanziaria per ottenere una buona performance. Esperti egocentrici: Hanno una elevata cultura finanziaria, spesso accompagnato da un background nel settore bancario o da interessi nel settore finanziario. A ciò si accompagna una bassa propensione alla delega, preferiscono cioè definire in autonomia le proprie strategie di investimento. Hanno bisogno di contattare il banker per sporadici consigli e per concordare le attività di investimento. Gradiscono avere a disposizione una gamma completa di prodotti anche innovativi ma non necessariamente costruiti su misura. Anziani redditieri: Età media elevata, non più occupati. Desiderano avere un banker di riferimento. Hanno bisogno di preservare la ricchezza accumulata, quindi hanno profilo di rischio medio basso, per trasferirla agli eredi o per garantirsi un adeguato stile di vita. La ricchezza deve quindi essere gestita in ottica di generare flussi integrativi oltre a quelli derivanti da eventuali altri investimenti non finanziari. Non sono richiesti prodotti finanziari particolarmente sofisticati o personalizzati, quanto eventuali supporti nel passaggio generazionale. Giovani promesse: hanno un età inferiore ai 35 anni, con cultura finanziaria medio bassa ed elevata propensione alla delega. Spesso sono ancora studenti o hanno un lavoro nell’azienda di famiglia. Il denaro è stato tramandato dai parenti ricchi. Dal punto di vista finanziario non hanno esigenze particolarmente sofisticate e si affidano ai consigli del loro banker. Spesso sono figli e nipoti di altri clienti private Accumulatori previdenti: hanno età media, sono prevalentemente lavoratori dipendenti e hanno costruita la loro ricchezza con elevati tassi di risparmio. Hanno propensione alla delega media e preferiscono rendimenti assoluti. La complessità dei prodotti è media e non hanno bisogni specifici in termini relazionali. Ciascuno di questi cluster ha esigenze diverse sia in termini relazionali che di personalizzazione e tipologia di servizio. Posizionandoli in una matrice “Personalizzazione prodotti vs. modello di servizio” si evidenziano le differenze tra ciascun segmento, nei riguardi della più opportuna strategia di marketing. Figura 8.12: 130 8.La segmentazione ed analisi dei bisogni della clientela VIP Professional di successo Banker e specialisti prodotto Modello di servizio Team wealth managemnt Tavola 12. Segmentazione con utilizzo di più variabili – Cluster Analysis Anziani redditieri Accumulatori Banker Esperti accentratori Giovani promesse Basso Alto Personalizzazione prodotti e servizi Il passo successivo a tale segmentazione è quello della scelta della strategia di posizionamento di marketing e degli eventuali segmenti target. Se la banca ha sufficienti risorse, possono essere considerati target più segmenti e per taluno di esse viene disposta una differente proposta di valore (in termini di marketing mix). Alcuni criteri che generalmente sono analizzati allo scopo di effettuare le scelte di targeting sono i seguenti: Dimensione dei segmenti; Tassi di crescita; Sensitività al prezzo; Redditività; Fit strategico con i punti di forza della banca; Capacità operativa della banca di mettere a disposizione del cliente prodotti e servizi valutati positivamente e distintivamente rispetto ai competitor; Rilevanza del brand della banca per ciascun segmento; Posizionamento competitivo dei competitor in ciascun segmento; Barriere all’ingresso in ciascun segmento. Mentre molti cercano una formula matematica per combinare tali criteri in una funzione che dia come risultato l’attrattività per la banca di ciascun segmento, in realtà il targeting rimane più un’arte che una scienza, infatti esso si fonda sulla differente visione che ciascun manager ha della possibile evoluzione futura di ciascun segmento e sulla percezione dei punti di forza e di debolezza della banca con riferimento ai segmenti di clienti. Con riferimento all’esempio di segmentazione sopra descritto possiamo fare i seguenti esempi di scelte di targeting: Figura 8.13: 131 I - Il mercato del Private Banking: analisi di scenario VIP Banca Private di derivazione investment banking Professional di successo Banker e specialisti prodotto Anziani redditieri Banca Private tradizionale Accumulatori previdenti Banker Modello di servizio Team wealth managemnt Tavola 13. Esempi di logiche di targeting dei segmenti private Esperti accentratori Banca Private con modello di servizio semplificato Giovani promesse Basso Alto Personalizzazione prodotti e servizi Banca Private Boutique di emanazione investment banking: In questo caso ci si focalizza sui clienti più ricchi e sofisticati. della banca. La proposta di valore deve basarsi su Prodotti innovativi altamente customizzati (private equity, IPO) e il modello di servizio prevede Team di wealth management altamente qualificati e con competenze tecniche di elevato livello. Banca Private tradizionale: Gamma completa di prodotti in architettura aperta, banker generalisti e offerta non chiaramente differenziata per tipologia di clienti Banca Private con modello di servizio semplificato: gamma completa di prodotti e servizio con modello semplificato anche dei clienti che ad oggi non hanno un patrimonio inferiore alla soglia private Una volta valutato il modello in funzione dei punti di forza dell’istituto finanziario e del potenziale di ciascun segmento è necessario declinare in dettaglio l’offerta per ciascun segmento e comunicarla in modo coerente al mercato. 8.4 La segmentazione dei banker L’identificazione dei segmenti di clienti target e della proposta di valore per ciascuno di essi non è sufficiente per garantire il raggiungimento degli obiettivi desiderati. E’ infatti indispensabile che anche la fase di implementazione, che pone in primo piano il ruolo del banker come punto focale nella gestione della relazione col cliente, sia realizzata con attenzione e impegno. Un passo sicuramente importante per una implementazione efficace ed efficiente della strategia disegnata è assegnare ai diversi gruppi di clienti un banker adeguato sia per competenze tecniche che per attitudini relazionali. Anche per i banker non esiste una segmentazione univoca, è possibile segmentare in base a diverse dimensioni, l’importante è che vi sia coerenza e complementarietà con la segmentazione dei clienti In questo modo il cliente servito dal “giusto” banker potrà instaurare un legame di fiducia col banker stesso e con la banca, si sentirà compreso sia nei bisogni finanziari che in quelli relazionali e sarà più fedele anche a fronte di volatilità di mercato significative. Alcune variabili rilevanti possono essere: 132 8.La segmentazione ed analisi dei bisogni della clientela Competenze: i banker possono avere competenze generiche su tutta l’offerta della banca e interfacciarsi con gli esperti di prodotto della direzione per tematiche specifiche; possono altresì avere competenze specialistiche su molteplici tematiche grazie alle quali possono fare consulenza al cliente anche in completa autonomia. Ruolo/Responsabilità: i banker possono decidere di dedicarsi all’approfondimento delle proprie competenze tecniche e nella gestione della relazione col cliente, oppure di imboccare un percorso manageriale che li porti a guidare micro-team di banker e a supportarli in tutte le condizioni anche le più critiche Attitudini caratteriali e comportamentali: ciascun banker nella relazione col cliente farà emergere sicuramente caratteristiche tipiche della propria sfera caratteriale, avremo quindi banker autorevoli che sanno far valere il proprio parere, passivi che subiscono la proattività dei clienti, relazionali che sanno porsi in un rapporto consulenziale col cliente, con approccio preciso e metodico oppure creativo. E’ possibile anche combinare le precedenti variabili per avere una segmentazione più accurata. Ad esempio in una prima fase possono essere applicati congiuntamente i criteri per Competenze e Ruolo/Responsabilità per individuare i 4 seguenti gruppi di banker: Banker generalista: bunker dedito alla attività col cliente e non al coordinamento interno di banker junior o di altre risorse, ha competenza generaliste Banker executive: come il banker generalista le sue attività sono principalmente dedite all’attività sul cliente, ha competenze estremamente specialistiche tale per cui può gestire anche i clienti più sofisticati ed esigenti in autonomia Team Leader: ha competenze generaliste e attitudine al coordinamento di risorse, utilizza le sue competenze e qualità per coordinare e supportare un gruppo di banker Banker referente di prodotto: si occupa parzialmente della gestione dei clienti e soprattutto è il referente per un gruppo di banker su tematiche specifiche, diviene quindi il referente con la direzione della banca e coordina poi la trasmissione e la formazione dei banker di cui è il referente. Figura 8.14: Coordinamento Commerciale/ Relazionale Ruolo/ Responsabilità Tavola 14. Segmentazione dei Banker TEAM LEADER TEAM LEADER BANKER BANKER REFERENTE DI REFERENTE DI PRODOTTO PRODOTTO BANKER BANKER GENERALISTA GENERALISTA BANKER BANKER EXECUTIVE EXECUTIVE Generaliste Specialistiche Competenze 133 I - Il mercato del Private Banking: analisi di scenario In linea di principio possiamo affermare che ai banker executive possono essere assegnati i clienti più complessi in termini di bisogni di consulenze specifiche e di supporto relazionale, ai generalisti clienti con assetto patrimoniale semplificato e/o maggiormente autonomi. Per finalizzare ulteriormente l’associazione cliente-banker, sarà poi opportuno tenere conto anche degli aspetti relazionali e cercare di assegnare i clienti più egocentrici a banker più diplomatici e relazionali, clienti con elevata propensione alla delega e più emotivi a banker invece più autorevoli con l’obiettivo di creare una alchimia relazionale che porta il cliente ad essere più soddisfatto e fedele. 8.5 Esempi di segmentazione dei clienti e il caso Intesa Private Banking Recenti ricerche hanno dimostrato che circa l’80% degli intermediari in Europa ritiene che la segmentazione debba tenere in considerazione gli aspetti comportamentali e i bisogni del cliente, oltre al suo patrimonio finanziario. Figura 8.15: Tavola 15. Logiche di segmentazione della clientela generalmente adottate dagli intermediari finanziari Percezione della Banca - E’ opportuno segmentare i Clienti per obiettivi e attitudine al rischio? (Per cento rispondenti) Fortemente d’accordo 25 D’accordo 52 Neutrale 15 Non d’accordo Fortemente in disaccordo 7 1 Fonte: IBM – European Wealth and Private Banking Industry Survery, 2005 Dai siti web di alcuni dei principali player si evidenzia una crescente attenzione per le tematiche relative alle esigenze dei clienti e alle modalità utilizzate per servirli al meglio. Ad esempio Bnp Paribas Private Banking dichiara come principale priorità l’identificazione dello stile di asset management per ciascun cliente in base al suo profilo di investimento che tiene conto di aspetti come gli obiettivi e l’orizzonte temporale dell’investimento, la tolleranza al rischio del unitamente a considerazione sue inflessioni personali e caratteriali del cliente.. In particolare vengono identificati i 3 seguenti stili di gestione per 3 diversi segmenti di clientela private: Discretionary Portfolio Management: “Management with complete peace of mind…” Advisory Portfolio Management: “Management in a close relationship” Custody and Execution Account: “Management as you please…” 134 8.La segmentazione ed analisi dei bisogni della clientela Citibank invece dichiara di aver identificato 3 specifici gruppi di clienti da servire facendo leva soprattutto sulle competenze della banca sui temi del Risk Management. Tali 3 gruppi rappresentano i principali generatori di ricchezza private in tutto il mondo: Investitori immobiliari; Imprenditori; Financial Sponsor Citibank ha evidenziato che tali segmenti hanno comuni problematiche di illiquidità e di elevata concentrazione del rischio nella loro attività. Una volta identificati i gruppi e i loro principali bisogni, Citigroup si pone come partner per aiutare il cliente a 360°, con la finalità di consolidare il business e costruire un portafoglio finanziario con rischio non correlato a quello della loro attività professionale o imprenditoriale. In Europa il caso forse più significativo è Coutts che ha costruito la sua reputazione sulla “comprensione dei bisogni dei clienti, in qualsiasi stadio della vita, e sulla capacità della banca di darvi risposta con efficacia e discrezione” Coutts ha creato team di private banker dedicati per dieci differenti gruppi di clienti con bisogni finanziari simili. L’obiettivo è sviluppare competenze, esperienze e soluzioni dedicate ai clienti, tenendo conto di elementi quali la propensione al rischio, i bisogni giornalieri del cliente, le persone a suo carico, etc. I segmenti di clienti con bisogni simili sono identificati con riferimento alla professione e per ciascuno di essi è predisposto un modello di servizio dedicato: Figura 8.16: Modelli di offerta della banca per categorie professionali Categorie professionali Imprenditori Manager Liberi professionisti Immigrati Sportivi e show-man Proprietari terrieri o di immobili Stranieri Modello di offerta della Banca Servizi per la gestione del patrimonio personale dell’imprenditore, con riferimento a tutte le possibili problematiche legate al business, ai differenti stadi dell’attività dallo start-up alla vendita dell’attività o al passaggio del patrimonio ai figli Team di banker dedicato, sulla base del presupposto che i manager non hanno molto tempo da dedicare alla gestione delle proprie finanze e alla protezione della ricchezza Focus sui clienti piuttosto che sulle loro finanze; l’obiettivo è aiutare i clienti a proteggere e far crescere la loro ricchezza, permettendo ai clienti di concentrarsi sulla loro attività professionale Residenti ma non domiciliati in UK, devono affrontare una serie di problematiche finanziarie inclusa in particolarmente modo l’ottimizzazione del carico fiscale Banker dedicati con competenze specifiche e particolare focus sul servizio a clienti che hanno ciclo di generazione della ricchezza peculiare, solitamente concentrato nella prima fase della vita o comunque caratterizzato da un’elevata variabilità dei flussi in ingresso e da una elevata incertezza sul futuro In genere sono clienti interessati a diversificare le loro attività al fine di garantirsi un adeguato stile di vita e di passare il patrimonio alle generazioni future. I bisogni sono fortemente legati alla gestione del patrimonio, in presenza di flussi finanziari invece limitati Focus del modello di servizio sulla soddisfazione sui bisogni legati alla gestione finanziaria in ottica internazionale Fonte: siti web, rassegna stampa 135 I - Il mercato del Private Banking: analisi di scenario 8.6 Il caso di Intesa Private Banking Intesa Private Banking segmenta i clienti seguendo un approccio a tre stadi. Il primo prevede una segmentazione patrimoniale, il secondo per profilo di rischio e il terzo per comportamento in ambito finanziario. In base al patrimonio viene definito il livello di personalizzazione dei prodotti (che hanno soglie specifiche di accesso); in base al profilo di rischio viene ricavato il portafoglio ideale da proporre in termini di asset class e infine dal comportamento finanziario di ricava la strategia più adatta per il cliente in funzione di classi di strumenti e del loro grado di correlazione all’andamento degli indici di mercato di riferimento. Figura 8.17: Fase 1: Personalizzazione dell’offerta in funzione del patrimonio ’ Tavola 16. Fase 1: Personalizzazione dell ’offerta in funzione del patrimonio Prodotti altamente personalizzati, con hedge fund puri e privateequity diretto, fondo immobiliare ad apporto,servizi diwealth management, valutazione Multi Asset del Patrimonio totale, Servizi Fiduciari, Crediti, polizze estere personalizzate > 5 mln di euro Prodotti personalizzati, fondi di fondi hedge e di private equity, fondo immobiliare,sicav multimanager, servizi diwealth management, polizze estere personalizzate 1,5 – 5 mln di euro Prodotti standard,sicav di terzi, fondo di fondo hedge, fondo immobiliare, polizze 0 – 1,5 mln di euro Figura 8.18: Tavola 17. Fase 2: Personalizzazione dell’offerta in funzione del profilo di rischio e del comportamento finanziario AGGRESSIVO DINAMICO ATTIVO MODERATO PRUDENTE DIFENSIVO DIFENSIVO PLUS LIQUIDO Alto Razionalità nella gestione degli investimenti SPECULATIVO Comportamento finanziario - > Strategie investimento STRATEGIA DI PICKING STRATEGIA DI PROTEZIONE STRATEGIA DI OTTIMIZZAZIONE STRATEGIA DI DECORRELAZIONE Basso Profili di rischio - > Asset Class Basso Alto Propensione alla delega 136 8.La segmentazione ed analisi dei bisogni della clientela Conclusioni Segmentare i clienti, andando oltre la logica meramente patrimoniale è sfidante, richiede notevoli sforzi in termini di raccolta delle informazioni sul cliente, di analisi e interpretazione dei dati significativi, di disegno del modello di servizio e dell’offerta di prodotti. Per rendere poi operativo il disegno tracciato sono necessari interventi organizzativi, di implementazione di sistemi informativi di supporto al banker, di formazione delle risorse che richiedono grossi investimenti di denaro e di tempo. La segmentazione quindi non è fine a se stessa ma è il primo passo di un approccio a 360 gradi che richiede una forte volontà di perseguire e realizzare cambiamenti con il chiaro obiettivo di servire in modo sempre più mirato il cliente, guadagnarsi la sua fiducia e creare un legame che va oltre il semplice prodotto finanziario. 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