Epistolario Calabria-Bardellini

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Epistolario Calabria-Bardellini
S. Giovanni Calabria - P. FiliPPo bardellini
“Amici di Dio, servi degli ultimi”
ePiStolario
A cura di
Giuseppe Perazzolo
verona 2002
trascrizione dei testi a cura della Postulazione della Causa di Canonizzazione di don Calabria:
don l. Piovan con la collaborazione di don M. Sometti - C. bertolini - d. Corradi - d. Simonetti
PreSentazione
L’amicizia fra due grandi anime
ancora una volta i disegni della divina Provvidenza sintonizzano sulla medesima lunghezza d’onda S. Giovanni Calabria e il Servo di dio padre Filippo
bardellini d. o., nostro venerato fondatore.
È ricorso nel 2001 il centenario dell’ordinazione sacerdotale di San Giovanni Calabria (11 agosto 1901) e il centenario dell’entrata nella Congregazione
dei Preti dell’oratorio di San Filippo neri di verona, di padre Filippo bardellini (8 aprile 1901), nonché l’ottantesimo anniversario di fondazione dell’istituto
“Poverette della Casa di nazareth”.
lo scambio epistolare tra questi due santi fondatori, in questo studio introduttivo-storico, curato con perizia del prof. Giuseppe Perazzolo, così puntualmente ed attentamente documentato, suggella un’amicizia di vecchia data che
continuerà per tutta la vita,
Con il passar degli anni, nel trascorrere del tempo e delle alterne vicende,
questa “lunga e santa amicizia” acquisterà sempre più luce e calore, andrà sempre più rinsaldandosi aumentando in splendore, sorgente di una luminosa energia vitale.
lo stesso padre Filippo, in una circolare inviata alle sue suore, il 15 febbraio 1949, ci tratteggia a larghe linee la figura, la personalità, di San Giovanni
Calabria.
«(...) il mio caro Padre don Giovanni Calabria... già ci conoscevamo ancor
prima che tutti e due mettessimo la veste da Chierico. vi dico il vero che io lo
vidi sempre diverso da tutti gli altri giovani. egli non pensava a tanti giochi, ai
teatri parrocchiali, a gite od altro.
egli era sempre dominato da due grandi pensieri: dio e le aniMe. tu lo
vedevi o nelle Chiese o negli ospedali o dagli ammalati privati.
Se casualmente andavo a S. Chiara, lo vedevo prostrato in estatica preghiera
davanti al Santissimo Sacramento.
il nostro don Giovanni capì tutta l’estensione di questa grande parola
“aniMe!”».
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a sua volta, San Giovanni Calabria con una Sua lettera del 10.12.1903 riportata in apertura del carteggio epistolare, quando padre Filippo era ancora
chierico, documenta questa loro reciproca intima conoscenza di vecchia data
come, appunto, dice padre Filippo: «già ci conoscevamo...».
San Giovanni Calabria, padre Filippo bardellini: due Grandi aniMe!
È detto tutto.
ecco due uomini che il Signore ha voluto vicini per l’attuazione dei suoi disegni: disegni grandi, disegni nuovi, propri del tempo presente.
Sono disegni che, come tutti i “disegni divini”, vengono delineandosi tenuemente, a piccoli tratti, sommessamente.
le “opere di dio” nascono dal nulla e si sviluppano nell’umiltà, nel silenzio, nel nascondimento, gettando nell’oscurità dell’“humus” radici profonde,
fondamenta solide e sicure perché poggiate sull’incrollabile roccia della Parola di dio.
esse non hanno “schemi prefabbricati”.
Seguono soltanto l’impulso divino, l’intreccio delle provvidenziali disposizioni divine, il soffio dello Spirito Santo, lo Spirito Paraclito.
Come già detto, l’amicizia tra San Giovanni Calabria e padre Filippo, con il
trascorrere del tempo e nelle alterne vicende della vita, si faceva sempre più intima, sempre più grande e profonda, sempre più universale, abbracciando ideali soprannaturali.
È bello e doveroso ricordare con commossa gratitudine l’interessamento
che San Giovanni Calabria ebbe sempre per l’opera delle “Poverette della Casa di nazareth”.
dopo aver alla nascente istituzione dato egli stesso il nome, che da solo è
tutto un programma spirituale, la seguiva sempre con la preghiera e la sofferenza.
Quante volte venne in visita inaspettata a qualcuna delle nostre case!
Sempre portava con sé un raggio di sole, una parola di luce, di bontà, di
consolazione, d’incoraggiamento.
non mancavano mai un consiglio fraterno, una delicata esortazione. Quanti
aneddoti graziosi si potrebbero narrare a questo riguardo!
Com’è commovente contemplare una istantanea dell’ultimo periodo di vita
di questi due grandi e santi amici!
Si vede San Giovanni Calabria che sta spingendo la carrozzella di padre Filippo. È l’affettuosa espressione della loro santa amicizia che è durata, inalterata, per tutta la loro lunga vita.
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anzi, col passare degli anni, si faceva sempre più viva, più intensa.
il carattere allegro ed espansivo, proprio di un autentico veronese, del nostro venerato padre fondatore faceva quasi da contrasto con l’indole pensosa e
seria di San Giovanni Calabria.
eppure si amavano tanto e si stimavano reciprocamente, tanto che un giorno si scambiarono perfino il portafoglio con il magro contenuto!
i Fratelli religiosi della “Casa buoni Fanciulli” ricordano ancora con commozione le visite del nostro Padre Filippo a San Giovanni Calabria.
S. Giovanni Calabria e padre Filippo erano veramente “due corpi ed un’anima sola”: “fratres in unum”.
il loro cuore batteva all’unisono in una santa, profonda e amichevole fratellanza.
Fu trovato, fra gli scritti del nostro venerato fondatore, una nota nella quale
c’è scritto che lui e San Giovanni Calabria, il giorno 17 agosto 1917, insieme
si offrirono a dio con il voto di vittima per la pace nel mondo.
S. Giovanni Calabria e padre Filippo bardellini: “FratreS in UnUM”.
Così ebbe ad affermare don luigi Pedrollo, primo superiore generale dei
“Poveri Servi della divina Provvidenza” e nostro visitatore apostolico, di venerata memoria, morto in concetto di santità.
Una “sintonia spirituale”, un “medesimo sentire” esistenziale: entrambi
confidavano pienamente nella divina Provvidenza con semplicità e abbandono
filiale.
tutto l’encomiabile studio introduttivo-storico del prof Giuseppe Perazzolo
trova un’autorevole piena conferma nella parola stessa di don luigi Pedrollo:
«Si aiutavano a vicenda, con le parole e con l’esempio a praticare sode devozioni».
la pietà eucaristica, la pietà mariana, la pietà liturgica, la Santa Messa, le
ore di adorazione, le ore Sante, il Santo rosario nutrivano la loro devozione, la loro vita interiore, il loro fervore. alimentavano, in una parola, la loro
santità.
Ma come fraternizzavano nello spirito!
la medesima attività, il medesimo spirito li affratella.
di padre Filippo si dirà che era la semplicità in persona, di don Calabria
si disse che era l’umiltà in persona. la stessa adesione alla santa volontà di
dio; la stessa fiducia e lo stesso filiale abbandono alla divina Provvidenza;
la stessa aspirazione a donarsi, ad offrirsi vittime per le anime, per la Chiesa, per il mondo, senza dimenticare le opere che la Provvidenza aveva loro
affidate.
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a coronare il “vivere all’unisono” la Santità del Sacerdozio di Cristo ecco
“la bellissima lettera di don Calabria” – è ancora don luigi Pedrollo che scrive
– per il 50° di sacerdozio di padre bardellini, in data 10 agosto 1954, scritta
quindi a soli quattro mesi prima che don Calabria ritornasse al Padre celeste e
sempre trascritta nel contesto dell’epistolario.
È ricca di sentimento e di spirituale affetto, quasi fosse il suo implicito
commiato dall’esilio per la Patria celeste.
È l’addio “tra due grandi amici. amici, nel più vero senso della parola”.
Per noi, rimane come tesoro da non perdere. È la loro eredità spirituale dell’eterno sacerdozio di Cristo.
“ora in Cielo sarà sublimata questa santa loro amicizia, mentre non cesserà
la loro intercessione per le opere loro affidate dal buon dio, a cui sia onore e
gloria perché è mirabile nei Suoi Santi e nelle loro opere”.
San Giovanni Calabria e padre Filippo bardellini... noi li vogliamo ricordare così: due vite spese unicamente e totalmente per il medesimo ideale “la Gloria di dio”; ambedue bruciate in un’unica fiamma “l’amore delle anime”.
a nome della Comunità religiosa Casa nazareth esprimo la più viva riconoscenza al Centro di Cultura e Spiritualità Calabriana, che ha sostenuto con
entusiasmo e con ampia disponibilità l’iniziativa di pubblicare le lettere intercorse fra padre Filippo bardellini e don Giovanni Calabria.
Un particolare e profondo apprezzamento rivolgo al prof. Giuseppe Perazzolo, che ha affrontato con passione e con professionalità il delicato lavoro di
stesura dello studio storico-introduttivo all’epistolario, fornendoci, in sede di
revisione e di trascrizione dei testi del carteggio, utili indicazioni e preziosi
consigli.
Ponton di S. ambrogio di valpolicella
20 aprile 2002
Madre liliana zanonCello
Superiora Generale
“Poverette della Casa di Nazareth”
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FratreS in UnUM
di Giuseppe Perazzolo
verona, nei secoli XiX e XX, ha conosciuto uno straordinario stuolo di santi che sforzandosi anzitutto di amare in forma radicale dio, considerato come
l’unico vero bene della loro vita, hanno dato anche una risposta seria a molte
domande e bisogni degli uomini.
due di questi furono certamente san Giovanni Calabria, fondatore di istituti
di assistenza ed educazione per la gioventù bisognosa e delle Congregazioni dei
Poveri Servi e delle Povere Serve della divina Provvidenza, e il Servo di dio P.
Filippo bardellini d. o., fondatore di istituti di assistenza per portatrici e portatori di handicap e della Congregazione delle Poverette della Casa di nazareth.
Si conobbero fin dagli ultimi anni dell’ottocento, si frequentarono per tutta la
vita, ebbero grande stima ed amicizia l’uno per l’altro – fratres in unum (Sl. 132,
1) – e intrattennero un rapporto anche di carattere epistolare, dalla loro giovinezza fino alla morte del più anziano che per soli cinque anni era don Calabria.
ebbero sempre chiara coscienza di seguire dei percorsi per così dire paralleli, sia nella vita spirituale che nell’attività filantropica. le testimonianze in
questo senso sono molte, mi limito a citarne tre.
nel maggio del 1930 san Giovanni Calabria, in vista dell’onomastico del
Servo di dio P. Filippo bardellini d. o., scriveva all’amico: «Caro Padre penso
spesso a lei, alle sue opere, vado ricordando tutte quelle piccole circostanze,
fatti, giochi che la Provvidenza ha usato verso entrambi, adesso siamo ormai
alla somma, sono curioso di vedere il risultato, se al Signore piace di farmelo
vedere».
e qualche anno dopo, nel 1934: «Sono qui seduto al mio tavolo, davanti al
mio Crocefisso e penso a lei e alle sue opere in modo tutto particolare, dico
tutto particolare perché io la ricordo spessissimo, e in certi momenti direi quasi
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eccezionali perché sento, o meglio, mi pare di sentire qualche cosa di grande
che il Signore voglia da noi e che Satana fremendo, sbuffando, cerca ogni via
per far deviare i divini disegni; ma credo che non riuscirà, perché sono stati
troppi i segni chiari e palesi della nostra azione...».
a sua volta, nel 1947, padre bardellini, nel ringraziare don Calabria che per
l’onomastico gli aveva fatto dono di due colombe, gli faceva eco: «...commosso le scrivo queste quattro righe di mille ringraziamenti. Significantissimo fu
il dono delle due colombe viaggiatrici messe nella scatola con un legno di separazione. Una la scatola, due le colombe, separate e non separate e che compiono la stessa missione della maggior gloria di dio, del maggior bene delle
anime...».
Perché pubblicare il loro carteggio?
le loro lettere, biglietti, documenti vari, sono una straordinaria testimonianza dell’itinerario umano e spirituale di due uomini che hanno condiviso lo stesso ideale: dio e le anime; e che hanno praticamente fatto la stessa scelta evangelica: servire i poveri, gli ultimi.
Per alcuni di noi questi scritti potrebbero essere l’occasione ed un grosso incentivo quanto meno a riflettere sul senso, e i valori di riferimento della propria esistenza.
nel licenziare alle stampe il lavoro sento il dovere di ringraziare don luigi
Piovan P.S.d.P., Postulatore della Causa di beatificazione e Canonizzazione di
don G.Calabria, con l’équipe dei suoi collaboratori per la non facile trascrizione dei testi, suor teresa Cavazza delle Poverette della Casa di nazareth ed il
prof. enzo Fedrigo che si sono prestati per la revisione della trascrizione dei
testi di P. bardellini, e don Mario Gadili P.S.d.P. per la revisione della trascrizione dei testi di don Calabria.
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San Giovanni CaLabria
(1873-1954)
Cenni biografici
San Giovanni Calabria,1 figlio di luigi Calabria ed angela Foschio, nacque
a verona, in vicolo disciplina 7, parrocchia dei Santi apostoli, l’8 ottobre
1873.
a causa delle condizioni economiche disagiate della famiglia trascorse l’infanzia e l’adolescenza in estrema povertà.
Presso le Scuole delle Stimate fondate da San Gaspare bertoni, frequentò,
negli anni dal 1881 al 1885, le quattro classi degli studi elementari, che fu costretto ad interrompere, per due volte, per guadagnare con lavori precari qualcosa da vivere per sé e per la sua famiglia.
orfano di padre a dodici anni – nel 1886 morì infatti il padre luigi – venne
avviato al lavoro (1886-1889) appunto per le gravi difficoltà economiche della
famiglia. Svolse le mansioni di garzone in alcuni negozi del centro cittadino.
Probabilmente la fede e la laboriosità della mamma, già allieva dell’istituto
fondato da don Mazza, lo fecero crescere sereno ed altruista nonostante che la
sua famiglia vivesse in estrema povertà.
durante gli anni 1889-1992 il rettore della Chiesa di S. lorenzo don Pietro
Scapini, amico e protettore della famiglia Calabria, lo aiutò a realizzare la sua
vocazione al sacerdozio, provvedendo a fargli proseguire gli studi privatamente.
1
Sono state prodotte, dal 1958 al 1999, diciassette opere, in lingua italiana, alle quali può attribuirsi il titolo di biografia. in questo studio intendo avvalermi e citare solo le due biografie che
sono da considerarsi ufficiali, perché commissionate e scritte per conto della Congregazione dei
Poveri Servi della divina Provvidenza, e perché gli autori delle due pubblicazioni hanno lavorato avendo a disposizione testimoni e fonti archivistiche di prima mano.
o. FoFFano, Don Giovanni Calabria, verona 1958, pp. 515.
M. Gadili, San Giovanni Calabria. Biografia ufficiale, Cinisello balsamo (Milano) 1999, pp. 423.
Per maggiori indicazioni bibliografiche si rimanda comunque a G. Perazzolo, Per una bibliografia di don Giovanni Calabria, in Bollettino dell’Archivio per la storia del Movimento Sociale
Cattolico in Italia, 2 (2000) 193 - 202.
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in tre anni, con l’aiuto di qualche amico sacerdote, lo preparò egli stesso
agli esami di ammissione, come privatista, al liceo presso il Seminario di verona. ed avendoli superati il 10 novembre 1892, il Calabria fu ammesso, come
alunno esterno, alle Scuole del Seminario.
Poté frequentare il i e ii corso liceale, ed iniziò il iii, che però dovette interrompere, il 7 dicembre 1894, perché chiamato per il servizio di leva presso la
va Compagnia di Sanità, di stanza all’ospedale Militare di verona.
durante il servizio militare esercitò un intenso apostolato vocazionale e di
carità, distinguendosi soprattutto nel curare i malati, e nell’atto eroico di offrirsi spontaneamente all’assistenza dei soldati colpiti da tifo.
nella Chiesa dei Carmelitani, contigua all’ospedale Militare, ebbe modo di
incontrare il padre natale di Gesù, che egli scelse come suo confessore e direttore spirituale. a lui si deve attribuire il merito di aver saputo leggere in alcuni
fatti straordinari capitati al Calabria, e nelle disposizioni interiori manifestategli dal giovane “il prescelto dal Signore con speciale predilezione” per fondare
“un istituto proprio per i tempi attuali”.
Congedato il 2 settembre 1896, il Calabria poté finalmente frequentare, dopo due anni da considerarsi persi ai fini scolastici, il iii corso liceale nell’anno
scolastico 1896-97. Passò quindi nell’anno scolastico 1897-98 agli studi teologici, che avevano allora una durata quadriennale, e che vennero da lui completati nel 1901.
durante gli studi si dedicò ad opere a servizio dei poveri. Fondò, infatti, ancora chierico, nel 1898 la “Pia Unione per l’assistenza agli ammalati poveri”; e
trovato sulla soglia della sua casa uno zingarello che era fuggito dai suoi padroni lo accolse, condividendo con lui la mensa, e addirittura offrendo il proprio letto.
Fu quello il seme della “Casa buoni Fanciulli” che però inizierà ufficialmente qualche anno più tardi: il 26 novembre 1907, a verona, in vicolo Case
rotte.
il 2 Marzo 1901 fu ordinato diacono; l’11 agosto 1901 venne ordinato sacerdote dal card. bartolomeo bacilieri, vescovo di verona.
l’11 febbraio 1907, dopo un periodo di servizio pastorale come coadiutore
della Parrocchia cittadina di S. Stefano e contemporaneamente come confesso-
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re del Seminario, venne nominato vicario della rettoria di S. benedetto al
Monte di verona.
il 26 novembre 1907, come si è già detto, fondò la “Casa buoni Fanciulli”,
la cui sede venne portata a San zeno a Monte l’anno seguente, il 6 novembre
1908. don Calabria vi si trasferì stabilmente dal 1911 fino alla morte avvenuta
santamente il 4 dicembre 1954.
Sperimentò nella sua vita due momenti di difficoltà e di dolore particolari:
il periodo della visita apostolica (1934-1947) – se ne riparlerà più avanti –, ed
il biennio 1949-1951 che si rivelò per lui un periodo di grande sofferenza fisica
e morale.
Precursore convinto del Movimento ecumenico,2 intrattenne relazioni epistolari con eminenti personalità della Chiesa anglicana, luterana ed ortodossa
rumena.
Fortemente interessato al rinnovamento della Chiesa, fece pubblicare alcuni
libri che riportavano indicazioni e possibili percorsi per una riforma della
Chiesa – ci limitiamo a ricordare il primo: Apostolica vivendi forma3 –; promosse uno scambio di idee e concrete iniziative attraverso rapporti personali
ed epistolari che intrattenne con ecclesiastici ed eminenti personalità della
Chiesa italiana: card. i. Schuster4 arcivescovo di Milano, l’abate Generale della Congregazione benedettina Sublacense p. emanuele Caronti,5 mons. a. bernareggi6 vescovo di bergamo e assistente nazionale del Movimento laureati
Cattolici, P. a. Gemelli e mons. F. olgiati dell’Università Cattolica del Sacro
Cuore, p. riccardo lombardi Sj,7 ed altri.
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G. Calabria - C.S. lewiS, Una insolita gioia. Lettere tra un prete cattolico e un laico anglicano, a cura di l. Squizzato, Milano 1995, pp. 307.
Apostolica vivendi forma, verona 1945, pp. 206.
G. Calabria - i. SChUSter, Le lettere (1945-1954 ), Milano 2000, pp. 250.
G. lUnardi, Uomo di Dio e della Chiesa. Ab. Emanuele Caronti O.S.B., noci (ba) 1982, pp. 137146. la biografia, che riguarda la figura del Caronti, tratta anche del ruolo da lui avuto come visitatore apostolico della Congregazione dei Poveri Servi della divina Provvidenza. non dà, e non
poteva dare conto del notevole carteggio, a tutt’oggi per la gran parte inedito, Calabria - Caronti.
nell’archivio dei Poveri Servi della divina Provvidenza è conservato l’interessantissimo carteggio Calabria G. - bernareggi a.
aa.vv., Adriano Bernareggi Vescovo di Bergamo, in Studi e memorie 7, bergamo 1979, pp. 444.
l. zantedeSChi, Uniti nella carità. L’epistolario fra don Giovanni Calabria e Padre Riccardo
Lombardi, tesi discussa presso l’istituto Superiore di Scienze religiose S. Pietro Martire di verona. relatore prof. rino Cona - anno accademico 1997/1998.
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Fondatore del tutto disinteressato, provvide alla formazione spirituale ed intellettuale di molti giovani poveri ma con vocazione, che accolse a titolo gratuito nelle sue Case. ad essi, compiuti gli studi ginnasio - liceali e quindi ormai giunti alle soglie della teologia, lasciava la libertà piena di optare o per l’istituto da lui fondato, o per una diocesi o per altre Congregazioni od ordini.
aiutò con il consiglio e con l’incoraggiamento, e talora su iniziativa ed
incarico dell’autorità ecclesiastica competente, la nascita di altri istituti religiosi.8
Fu sicuramente uno dei primi ecclesiastici italiani che avvertì che era maturato il tempo dei laici. ad essi assegnò nel suo istituto un ruolo profondamente
innovativo, se lo rapportiamo alla prassi e al diritto religioso allora vigenti; e,
oltre a ciò, previde un ramo esterno per il proprio istituto con la fondazione appunto della “Famiglia dei Fratelli esterni”: semplici secolari che, in seno alla
loro famiglia e nell’ambito della loro professione civile, si studiano di vivere lo
spirito della Congregazione.
inoltre si adoperò, con la parola e con gli scritti, per sollecitare il contributo
diretto del laicato cattolico alla ricostruzione di una società più umana e cristiana: questo in special modo dal secondo dopoguerra alla fine della sua vita.9
vastissimo fu l’apostolato di don Calabria: ragazzi, vecchi, malati, sacerdoti
in difficoltà, carcerati, e una folla anonima di anime in cerca di luce, di conforto e di consiglio che egli riceveva, e con le quali tenne una vastissima corrispondenza epistolare, pur tra continue sofferenze a malattie.
Fondatore di due Congregazioni: i Poveri Servi della divina Provvidenza, e
le Povere Serve della divina Provvidenza, don Calabria fu beatificato a verona
da Giovanni Paolo ii il 17 aprile 1988, e canonizzato a roma il 18 aprile
1999.
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M. Gadili, Tutto il mondo è di Dio [ titolo provvisorio], in via di pubblicazione.
il Gadili, che già nella sua biografia del Calabria (pp. 339-352) aveva parlato di 13 fondazioni
religiose che avevano avuto rapporti con don Calabria, in questo nuovo e più completo studio
presenta più di una ventina di fondatori di istituti religiosi, che hanno avuto consigli, incoraggiamento ed aiuto da S. Giovanni Calabria.
M. Gadili - G. Perazzolo, Una Casa per “Incontri d’anime”. San Giacomo di Vago: le origini
di un progetto, San Giacomo di vago (verona) 2001.
Fondazioni assistenziali - educative, e religiose:
Poveri Servi della Divina Provvidenza e
Povere Serve della Divina Provvidenza.
nell’800 verona fu un’importante piazza militare per l’austria, e, dopo l’unificazione, anche per l’italia.
la presenza massiccia di truppe, che vivevano nelle numerose caserme ubicate entro la cinta muraria della città, e concomitanti fenomeni sociali di notevole portata, quali l’impressionante tasso di emigrazione stagionale o permanente, le gravi situazioni di inurbamento e di disoccupazione, l’alta mortalità
per pellagra, tubercolosi, vaiolo e colera10 sono stati sicuramente tra i principali
fattori che hanno provocato l’insorgere, o quantomeno il protrarsi del problema
dell’assistenza ai minori, già drammatico all’inizio del XiX secolo, anche nella
seconda parte dell’ottocento e nei primi decenni del novecento.
tant’è che alla fine dell’ottocento l’allora Prefetto di verona, il Sormani
Moretti,11 in aggiunta ai quattro istituti civili esistenti,12 pensava ad un ulteriore
istituto di assistenza appunto per risolvere l’emergenza data dalle torme di ragazzi che scorrazzavano per la città, e turbavano la quiete pubblica. le stesse
scuole per l’istruzione primaria elementare, che allora erano ancora a carico e
di gestione del Comune,13 probabilmente erano insufficienti o non frequentate.
istituti maschili e femminili, a gestione religiosa, non mancavano, ma anche
questi si rivelavano insufficienti al bisogno.
don Giovanni Calabria, che per sensibilità umana e per carità cristiana fu
sempre attento al mondo dei poveri, si credette in dovere di dare una concreta
risposta al problema dell’infanzia abbandonata, o comunque in difficoltà:
«Fin da giovane mi sono sempre sentito chiamato a fare qualcosa di speciale per il bene delle anime per mezzo della carità. la mia inclinazione mi portava all’assistenza dei malati e pensavo che questo sarebbe stato il mio campo;
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G. zalin, La Società Agraria Veneta del secondo Ottocento, Padova 1978, pp. 72-112.
e. Franzina, Storia dell’emigrazione veneta: Dall’Unità al Fascismo, verona 1991, pp. 170.
l. SorMani Moretti, La provincia di Verona: monografia statistico - economico - amministrativa, Firenze 1898.
G. Perazzolo, Momenti di storia della Congregazione Religiosa dei Poveri Servi della Divina
Provvidenza: evoluzione giuridica (dagli inizi al 1932), vol. i, verona 1994, pp. 37-40.
G. GenoveSi, Storia della scuola in Italia dal Settecento ad oggi, roma - bari 2000, pp. 76-86.
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tanto è vero che messo a S. Stefano come coadiutore insieme a don bovo, ed
essendo incaricato della gioventù io e degli infermi l’altro, ci scambiammo le
mansioni.
la divina Provvidenza però con tratti e segni particolari mi condusse a dedicarmi anche alla gioventù povera ed abbandonata, dapprima saltuariamente
in casa mia, poi sistematicamente con la Casa buoni Fanciulli...».14
il sacerdote veronese incominciò dunque a raccogliere ragazzi sistemandoli
presso di sé fin dal 1906. il 26 novembre 1907 diede inizio, in modo formale,
alla prima “Casa” in vicolo Case rotte a verona, che nell’autunno del 1908
trasferì a San zeno in Monte.
nacque così la prima “Casa dei buoni Fanciulli”.
dal regolamento databile attorno al 1912,15 e da altri documenti, veniamo a
sapere che nella “Casa” venivano accolti fanciulli, quindi dall’età di 7 anni ai
12 anni, moralmente o materialmente abbandonati, cui si voleva fornire, al di
là del vitto ed alloggio, un’istruzione scolastica - professionale ed una educazione cristiana.
Con l’istruzione professionale, un vero e proprio apprendistato, che veniva
impartita nei laboratori interni all’istituto: calzoleria, falegnameria, laboratorio
per fabbri, tipografia, si perseguiva la finalità di insegnare un mestiere “acciò
possano un giorno guadagnarsi onestamente da vivere”.
i giovani – solo nel primo anteguerra 1906-1915 ne furono accolti 255 –
potevano comunque rimanere nell’istituto fino all’età di 18 anni, e al massimo
di 20.
la vita quotidiana dei ragazzi era scandita da incombenze scolastiche e di
studio, e dal lavoro nei laboratori specie per i più grandi, da pause riservate alla ricreazione, e da momenti dedicati a qualche pratica religiosa.
alla domenica, ed anche al giovedì per chi frequentava la scuola, ci si dedicava al passeggio in città, o sulle torricelle (i colli che circondano verona a
nord est).
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G. Calabria, Note per l’Abbate Dom Emanuele Caronti (Marzo 1935), ms. - archivio P.S.d.P.
verona: fascicolo 111, doc. 8715.
Regolamento della Casa Buoni Fanciulli (1912?), stampato - archivio P.S.d.P. verona.
nel “Cenno cronologico sulla Casa Buoni Fanciulli”, che è una specie di
introduzione alle bozze di stampa delle Sante regole del 1920, si trova scritto:
«lì vivevano da poveri figlioli, sotto la guida del Curato di S. Giovanni. di
giorno in giorno cresceva il numero delle domande e ai primi altri e altri si aggiunsero fino ad occupare tutta intera la casa.
e i mezzi? la divina Provvidenza ancora una volta voleva dimostrare la
verità delle parole di Gesù Cristo: Quaerite primum Regnum Dei et justitiam
eius, et haec omnia adjicientur vobis. i mezzi dunque si assunse il Signore
stesso di provvederli mediante elargizioni generose e segrete, che egli voleva
rimunerare senza ombra di gloria umana.
niente domandare, fu il motto d’ordine fin dal principio, né con parole né
con rèclame, né con altro che la prudenza umana può consigliare; molto pregare, aspettando dal Signore i mezzi necessari al sostentamento. le prime 50 lire,
che la Provvidenza mandò il primo giorno, furono la semenza di altre ed altre,
sempre secondo i bisogni...».16
don Calabria, per la gestione del nuovo istituto, si avvalse fin dall’inizio dell’opera di alcuni collaboratori che raccolse da vari ambienti socioculturali ed ecclesiali: don diodato desenzani, luigi adami, ed altri tre collaboratori e primi
maestri a San zeno in Monte: Massimo besozzi, il conte avv. Francesco Perez,
Giovanni Marchi, che provenivano dal movimento sociale dei cattolici italiani.17
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G. Perazzolo, op. cit., pp. 48-50.
a. GaMbaSin, Il movimento sociale dell’Opera dei Congressi (1874-1904):contributo per la
storia del cattolicesimo sociale in Italia, roma 1958, pp. 741.
della ampia bibliografia, di vario indirizzo storiografico, citiamo solo alcuni studi pregevoli, per
non dire in qualche caso fondamentali, e facilmente reperibili:
G. de roSa, Il Movimento Cattolico in Italia: dalla restaurazione all’età giolittiana, bari 1988, pp. 357.
a. Canavero, I Cattolici nella società italiana: dalla metà dell’800 al Concilio Vaticano II,
brescia 1991, pp. 375.
G. Martina, La Chiesa e la questione sociale, in Storia della Chiesa da Lutero ai nostri giorni:
IV L’età contemporanea, brescia 1995, pp. 29-80.
F. Fonzi, La Chiesa e lo Stato Italiano, in aa.vv., La Chiesa in Italia: dall’unità ai nostri
giorni, Milano 1996, pp. 213-298.
Per la storia del Movimento Sociale dei Cattolici a verona si possono reperire informazioni relative al nostro periodo in:
M. de anGeli, L’ azione sociale dei cattolici veronesi (1891-1903), in “vita veronese” 1(1972)
17-24; 2(1972) 99-107; 3(1972) 166-174; 4(1972) 246-252; 5(1972) 312-322.
G. CaPPelletti, Quanto lavoro in cento anni: Storia dell’Azione Cattolica Veronese, verona
1976, pp. 214.
17
Per illustrare la figura di questi collaboratori, prendendone uno tra gli altri,
desidero ricordare la figura di Fratel Massimo, come veniva allora chiamato.
Massimo besozzi, nato a verona nel 1862 e morto il 5 Settembre 1943 presso i benedettini di Praglia (Pd), era stato Capo operaio all’arsenale di verona,
Consigliere Comunale della minoranza cattolica, membro influente della Unione del lavoro di verona.18
Si era molto impegnato nel “Patronato” degli Stimmatini, che nei primi
del ’900 aveva raggiunto oltre mille allievi:
«Quando gli Stimmatini furono costretti a chiudere le scuole, perché la maggioranza dei religiosi-docenti erano trentini e le alleanze della politica estera italiana erano cambiate, loro dovettero chiudere le scuole ma diedero vita a un Patronato, con scuole professionali che ben presto accolsero quasi 1300 iscritti:
besozzi era uno degli organizzatori oltre che docente di queste scuole».19
Si unì a don Calabria, ed operò a San zeno in Monte dal 2 Febbraio 1909 al
1915, fornendo un contributo determinante per la costruzione degli edifici, ma
soprattutto dal lato dell’organizzazione e degli aspetti formativo - disciplinari
della “Casa buoni Fanciulli”, sovrapponendosi e modificando l’impostazione
del primo direttore di San zeno in Monte don diodato desenzani.20
Ma non solo, egli, avvalendosi delle sue esperienze lavorative e di quelle
maturate nella redazione e pubblicazione del giornale “il lavoro”, ebbe il
grande merito di «avviare le scuole di lavoro»21 del nuovo istituto secondo le
esperienze più avanzate del tempo.22
18
19
20
21
22
18
M. de anGeli, op. cit., 319-320.
Giovanni Cappelletti ne sintetizza con queste parole l’attività svolta nell’ambito del Movimento
Cattolico prima di entrare nell’istituto di don Calabria:
« basti un esempio: il tipografo Massimo besozzi fonda 21 Casse rurali, 20 Società di mutuo
soccorso, 15 Unioni del lavoro; conclude 13 affittanze collettive; apre 19 Circoli Giovanili, 18
Saloni Sociali, 4 Scuole di lavoro, 3 biblioteche popolari e tiene ai veronesi qualcosa come 600
conferenze... Un nuovo settimanale “il lavoro” organizza le forze, comunica i programmi, agita
i problemi. È l’espressione di una azione Cattolica nuova a sfondo popolare... lo coadiuva nella settimanale fatica Massimo besozzi. il buon tipografo è animato dall’entusiasmo del neofita.
Sente la causa. ama i lavoratori. la buona volontà e l’inclinazione naturale lo piazzano tra gli
operai della penna. il foglio tratta problemi concreti e settimana per settimana si arricchisce delle molteplici esperienze del valido cronista... (G. CaPPelletti, op. cit., pp. 101-102)».
e. bUttUrini, La chiesa veronese tra Ottocento e Novecento: iniziative educative e sociali, in
Bollettino dell’Archivio per la storia del Movimento Sociale Cattolico in Italia, 2 (2000) 151.
d. deSenzani, Memorie, ms. Cartella 533 - archivio P.S.d.P. verona.
(l. adaMi), La Casa, in “l’amico dei buoni Fanciulli” 3 (1936) 26.
o. FoFFano, Don Giovanni Calabria, verona 1958, pp. 183-185.
la Casa buoni Fanciulli, fin dall’inizio, può avere mutuato le proprie scelte, in fatto di professionalizzazione degli allievi, dall’istituto Pavoniano degli artigianelli, che aveva una Filiale a
non rientra certamente nelle finalità di questo studio offrire una «storia»
completa della prima Casa buoni Fanciulli, che fu quella di San zeno in Monte a
verona, né tantomeno delle altre ripetute in varie parti d’italia a cominciare dalla
Casa buoni Fanciulli di Costozza, vicenza, aperta nel primo dopoguerra (1919).
Chi comunque desiderasse maggiori ragguagli sulle vicende, e sull’aspetto
educativo adottato nella Casa buoni Fanciulli di San zeno in Monte, li può
agevolmente trovare in altre due pubblicazioni.23
assieme alla Casa buoni Fanciulli nacque la Congregazione P.S.d.P.24
Si scrive infatti nelle Costituzioni dei Poveri Servi della divina Provvidenza,
bussolengo (vr), o dall’istituto di don bosco che ebbe una Filiale a verona nel 1891. Furono
infatti due istituzioni educative nelle quali il giovane don Calabria aveva collocato alcuni ragazzi bisognosi. Scuole di arti e Mestieri erano comunque presenti a verona presso il civico Collegio degli artigianelli di via Cantarane, e presso l’istituto dei derelitti, anche questo a gestione
pubblica, e presso il Patronato degli Stimatini fondato da P. Fantozzi.
J. M. Prellezo - r. lanFranChi, Educazione e pedagogia nei solchi della storia. Dalla rivoluzione industriale all’era informatica, vol. iii, torino 1999, pp. 75-93.
Si tratta di un manuale che offre un primo panorama sintetico sulle Scuole di arti e Mestieri.
F. boSSi, Le scuole artigiane in S. Barnaba, in Lodovico Pavoni fondatore del Pio Istituto di S. Barnaba in Brescia e della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata. Per inserire nel mondo del
lavoro la gioventù orfana abbandonata povera, trento 1992, pp. 144-174: nel prospetto delle arti e
lavori in attività dell’istituto S. barnaba di brescia (1831) si parla di tipografia, legatoria, Cartoleria, Calzoleria, Falegnameria, lavorazione dell’argento, officina per fabbri ferrai.
23
24
In pace Christi, in L’Amico dei Buoni Fanciulli, 12 (1953), 176: nel necrologio del 1953 relativo allo
stimatino p. luigi Fantozzi (scritto da don l. adami?) si afferma «...dopo varie mansioni, venne a
verona, e vi iniziò quel famoso Patronato Professionale delle Stimate, che fu un modello precorritore
dei tempi per la elevazione degli operai, specialmente dei giovani. C’erano Scuole di vario genere,
tutte gratuite, e con insegnanti tra i più qualificati Professionisti di verona, che prestavano la loro
opera per amore di dio e dei giovani...». Massimo besozzi fu appunto uno di questi professionisti.
G. Perazzolo, Il colle di San Zeno in Monte e l’Istituto don Calabria, verona 1998, pp. 156.
S. Marina, «Sotto qualunque corteccia». Le radici evangeliche dell’azione educativa di San
Giovanni Calabria, in Studi calabriani 3, verona 1999, pp. 327.
non esiste, al momento, una vera e propria storia della Congregazione di don Calabria. Fatti e
persone, e i passaggi principali si possono però agevolmente trovare nelle due biografie ufficiali, già citate, del Foffano e del Gadili. Per informazioni più dettagliate e complete sotto il profilo
dell’evoluzione giuridica dell’istituto, si rimanda sia ai due volumi dell’autore di questo studio,
come anche a due capitoli della biografia di don Calabria del Gadili:
M. Gadili, dalle Sante Norme alla Costituzioni (1908-1932), in San Giovanni Calabria. Biografia ufficiale, Milano 1999, pp. 205-226.
M. Gadili, La Congregazione si espande (1935-1951), in San Giovanni Calabria. Biografia ufficiale, Milano 1999, pp. 227-241.
19
pubblicate nel 2000: «la Congregazione dei Poveri Servi della divina Provvidenza considera come sua data di nascita il 26 novembre 1907».25
Per presentare la storia della Congregazione di don Calabria, sia pur sinteticamente, penso convenga dividerla, per il periodo che va dal 1907 al 1954 anno della morte di san Giovanni Calabria, in tre fasi, sia pur di ineguale estensione temporale:
1. dagli inizi all’approvazione ecclesiastica diocesana (11/2/1932)
2. dal 1932 all’approvazione ecclesiastica pontificia: “decretum laudis”
del 1949.
3. dalla metà del 1949 alla fine del 1954
tra i maestri d’arte ed educatori, che collaborarono con don Calabria fin
dall’inizio (in via Case rotte), alcuni, dopo matura riflessione e lunga preghiera, scelsero di stare con lui in modo permanente.
li chiamò fratelli, e come tali sempre volle che vivessero sulla base di poche e semplici linee di vita dettate nel 1908, 1909, 1910, 1911.
nelle “Sante norme” del 1908, praticamente alcuni appunti per delle conferenze ai responsabili interni della Casa buoni Fanciulli, si parlava di spirito di
fraternità tra i membri, e si affermava che «il fine per cui la divina Provvidenza ci ha uniti insieme è doppio; primo perché maggiormente attendiamo alla
nostra santificazione e poi perché ci adoperiamo a tutto potere per la salute dei
poveri fanciulli abbandonati, i quali per mancanza di una mano amica vanno
sulla via della perdizione...».
nei regolamenti del 1909, del 1910 e del 1911, vi sono elementi che testimoniano già chiaramente il formarsi del nuovo istituto religioso. Si parla ad
esempio di forma laicale dei componenti della Casa: «i componenti della Casa
siano secolari, non portino nessun vestito religioso, ma abbiano la virtù dell’apostolo», e di emissione di quattro voti: povertà, castità, obbedienza e abban-
24
25
20
G. Perazzolo, Momenti di storia della Congregazione Religiosa dei Poveri Servi della Divina
Provvidenza: evoluzione giuridica (dagli inizi al 1932), in Studi e documenti di storia e liturgia
VIII/1, verona 1994.
G. Perazzolo, Momenti di storia della Congregazione Religiosa dei Poveri Servi della Divina
Provvidenza: evoluzione giuridica (1932-1949), in Studi e documenti di storia e liturgia VIII/2,
verona 1993.
Costituzioni e Direttorio della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, verona 2000, pp. 23-24.
dono alla divina Provvidenza: cioè dei tre tradizionali comuni anche agli altri
ordini e Congregazioni religiose più un quarto del tutto inedito.
don l. adami, che fu uno dei primi che seguirono don Calabria, ci ha lasciato una descrizione del rito con il quale i “fratelli” si consacravano a dio, ed
implicitamente alla comunità:
«don Giovanni ne introdusse la pratica con voti semplici annuali, privati,
emessi nelle sue mani, il giorno dell’immacolata.
era bello, suggestivo, vedere i fratelli inginocchiarsi all’altare della Madonna, in chiesa attorno al Padre: don Giovanni recitava alcune preghiere, faceva
una esortazione per il grande atto, e diceva insieme con tutti la formula di voto
annuale. anzi, nei primi anni, ci aggiungeva un quarto quasi voto: l’abbandono
alla divina Provvidenza per quanto riguarda i beni materiali».26
e, fin dall’inizio, sorse un reparto speciale dove venivano formati i futuri
“fratelli” sia sacerdoti che laici, ma sulla formazione dei primi si manifestarono gravi difficoltà da parte dell’autorità ecclesiastica:
«Sua eminenza il Cardinale bacilieri vedeva bene l’opera dei fratelli, ma i
sacerdoti mi diceva dovevano andare in Seminario ed essere formati là, anche
per aderire al ricordo che gli aveva lasciato il defunto suo antecessore il Cardinale di Canossa di non permettere studenti fuori del Seminario; io invece sentivo che per il bene dell’opera stessa dovevano essere formati nella Casa, e
con lo spirito dell’opera e formare un tutt’uno coi Fratelli: sacerdoti “remi”,
fratelli “barca”».27
nel primo periodo, che potrebbe essere individuato come “Gli anni della
crescita: 1912 - 1914”, vi furono avvenimenti di assoluto rilievo: l’apertura di
una prima filiale a S. benedetto, sempre nel quartiere di veronetta, la nascita
del ramo femminile dell’opera, il tentativo, purtroppo senza esito, di aprire
uno studentato teologico a belluno.
nel periodo a cavallo della prima guerra mondiale (1914 al 1920) si ebbero
due altre importanti fondazioni di filiali: a Costozza (vi) nel 1919, ad este
26
27
G. Perazzolo, Momenti di storia della Congregazione Religiosa dei Poveri Servi della Divina
Provvidenza: evoluzione giuridica (dagli inizi al 1932), in Studi e documenti di storia e liturgia
VIII/1, verona 1994, p. 71.
G. Perazzolo, op. cit., p. 76.
21
(Pd) nel 1920 Fu anche costituito formalmente uno Studentato con il suo regolamento (1916), e vennero redatte le “regole del 1918”.
Queste si presentano come un documento assai importante in ordine alla
configurazione del nuovo istituto. il testo poligrafato, di 81 pagine più uno
Statuto allegato, si divide in due parti.
nella seconda, che ai fini istituzionali può essere considerata la più interessante, sono presenti alcuni capitoli dedicati alle varie categorie di religiosi della Casa: uno con 47 regole per i religiosi laici, uno con 12 regole per i novizi,
uno per i candidati al sacerdozio e infine uno per i sacerdoti.
Ma non è tanto la quantità di regole che conta quanto la sostanza di alcune
disposizioni. Si dice, ad esempio: «la Casa... sia formata di fratelli effettivi secolari. Questa è la volontà di dio nei tempi di adesso. a Capo dei fratelli sia un
fratello eletto a voti comuni ogni tre anni. Questi avrà la direzione della Casa,
sarà direttore. il sacerdote deve precedere [?] all’andamento spirituale...».28
nelle “norme speciali” al paragrafo a si ribadisce:
«ricordo e voglio che l’opera sia composta di secolari con lo spirito del sacerdote e del religioso: questa è la volontà di dio per i tempi tristi di adesso. il
sacerdote attenda alla parte spirituale...».
nello “Statuto di quest’opera” però si stabilisce che a dirigere la Casa – in
questo caso mi sembra che il termine venga usato come sinonimo di istituto –
sia un Superiore ecclesiastico che è il Custode dell’opera, il depositario dello
spirito, al quale deve uniformarsi l’opera.
negli articoli dal 45 al 48 si evidenzia un’altra peculiarità del nuovo istituto:
«l’indole di quest’opera è di non possedere mai nulla, di non mettere mai
danari a frutto. tutto quello che si ha e che dio manda si deve spendere,
diffondere: anime - anime - anime. Quest’opera deve assolutamente avere
questo programma di assoluto e totale abbandono in dio e nella sua divina
Provvidenza, perché così si viene a manifestare chiaramente dio... iddio permetterà per provare la nostra fede qualche tempo un po’ critico, allora più fede,
più fede».29
28
29
22
G. Perazzolo, op. cit., pp. 94-95.
G. Perazzolo, op. cit., p. 95.
alla fine degli anni venti don Calabria accentuò il suo impegno per la organizzazione di uno Studentato di candidati al sacerdozio con il quale intendeva
far fronte alle proprie necessità, ma nel contesto più ampio di quella che egli
reputava una necessità per la Chiesa: cioè l’istituzione di una Casa per la formazione di preti apostolici a servizio dei vescovi.30
dal suo Diario sappiamo che egli, il 5 novembre 1919, si recò a venezia dal
Patriarca card. Pietro la Fontaine «per trattare a nome di Gesù un grandissimo
affare di anime».
infatti nel suo Diario, alla data 6/11/1919, scrisse:
«ho sofferto alquanto, i miei peccati, il diavolo non volevano che andassi
da quel santo Cardinale, che è il Patriarca di venezia, la Fontaine. Fui ricevuto
con carità di apostolo, ho detto nel Signore ciò che Gesù vuole, un nucleo di
sacerdoti (regionali) tutti apostolici nel senso vero della parola, e che i giovani
che si sentono chiamati a questa vocazione vengano formati nella Casa. il Cardinale ha detto che questo è il suo pensiero e che senz’altro si deve incominciare o a verona, o a venezia. lui, a venezia mette a disposizione il Palazzo
vescovile e mi dice che farà da padre, (e si deve cominciare per l’immacolata)...».31
a venezia purtroppo non venne realizzato alcunchè; comunque essendosi liberata la Casa di S. benedetto per il trasferimento delle Sorelle e dei bambini
nella nuova Casa di este, don Calabria la destinò a Studentato Casa buoni
Fanciulli per la formazione dei sacerdoti.
e sempre nel suo Diario san Giovanni Calabria stesso indicò indole e finalità
del nuovo32 ramo di attività, che si aggiungeva a quello dei fanciulli abbandonati:
«...a S. benedetto siano raccolti giovani di probata pietà che diano speranza
di vocazione sacerdotale, e che siano poveri, di modo che non possano andare
in Seminario per mancanza di mezzi.
30
31
32
M. Gadili, op. cit., p. 199: «lentamente si andava concretizzando nella sua mente l’idea di una
istituzione sacerdotale. Un’opera che doveva formare sacerdoti apostolici a servizio dei vescovi
diocesani e del Papa. “Squadra volante, pronti ad andare alla maniera degli apostoli dove ce
n’è più bisogno”. ne parlò con molti vescovi: col Patriarca di venezia la Fontaine, che si mostrò interessato ed offrì una abitazione nella sua diocesi; col vescovo di belluno, monsignor
Giosuè Cattarossi, che per primo ospitò tre chierici di don Calabria; con monsignor adriano
bernareggi, vescovo di bergamo...».
G. Calabria, Laus Deo Deiparae [Diario]: 6/11/1919, ms. archivio P.S.d.P. verona.
nuovo, nel senso di attività organizzata e con finalità definite.
23
Sotto le ali della divina Provvidenza siano informati allo spirito del Santo
vangelo, abbiano un indirizzo spirituale a parte, e frequentino le scuole ginnasiali e liceali in Seminario.
terminate le scuole, se corrisponderanno quelli che sentono la vocazione allo stato sacerdotale, ma una vocazione ordinaria, questi andranno ai loro seminari e in pochi anni saranno buoni sacerdoti nelle loro diocesi (per ora veneto),
gli altri che si sentiranno chiamati ad una vocazione speciale, ossia apostolica,
questi resteranno nella Casa e diventeranno sacerdoti apostolici, in mano ad
nutum dei vescovi (del veneto).
oh, che benedizione per la società, se avesse a crescere questa pianta. Satana freme, ma dio la vuole quest’opera».33
Per quanto riguarda la preparazione religiosa dei religiosi laici, che nel periodo dal 1915 al 1927 sotto la supervisione e guida di Fratel Francesco Perez
venivano formati «in seno all’ambiente normale di crescita, insieme con gli altri giovinetti, per plasmare i caratteri, collocando quelli che gli parevano idonei
a fianco dei Fratelli già formati, affinché ne apprendessero lo spirito e lo stile
di vita...»,34 ebbero dal 1927, a San zeno in Monte, un ambiente separato e diretto da fr. ignazio Faccia, che fungeva da una specie di Casa di formazione
per aspiranti alla vita religiosa laicale.
nel 1920 ci fu, auspice il gesuita p. Giuseppe Stanislao leonardi, un primo
tentativo senza esito per ottenere l’approvazione ecclesiastica,35 sulla base delle regole del 1918 messe in bozza di stampa) e completate, a mo’ di introduzione, da un importante “Cenno cronologico sulla Casa buoni Fanciulli”.
Un ulteriore tentativo, sollecitato dal p. adeodato Piazza o.C.d. e sempre
nei primi anni venti, per avere l’approvazione ecclesiastica diocesana non
andò a buon fine anche per la sopraggiunta morte del vescovo card. b. bacilieri. intanto nel 1921 era stato ordinato sacerdote, a Feltre, fr. luigi adami. Fa-
33
34
35
24
G. Calabria, Dopo la mia morte al Padre Natale [Diario]: 11/06/1920, ms. archivio P.S.d.P.
verona.
o. FoFFano, Don Giovanni Calabria, verona 1958; v edizione: verona 1981, p. 208. nella
lettera del 24 ottobre 1984 a don luigi Piovan, Postulatore della Causa, don Foffano riconosce
che nella v edizione, cioè in quella che aggiunge - in rapporto alla i edizione del 1958 - il paragrafo “aspiranti fratelli” collocandolo dopo “religiosi del XX secolo”, «...le aggiunte, o le precisazioni, soprattutto di ordine storico, sono state fatte me consenziente, perché non alterano minimamente la vera biografia del venerato Padre...».
G. Perazzolo, op. cit., pp. 117-120.
ceva parte, anzi presiedeva un gruppetto di religiosi (cinque in tutto) preposto
alla gestione del Patronato vittorino da Feltre. tra di essi si trovavano i primi
chierici di don Calabria che avevano la possibilità di frequentare gli studi teologici in Seminario pur vivendo nel proprio istituto.
nacque, alla fine degli anni venti, il ramo dell’apostolato parrocchiale
quando venne affidata a don Calabria, nel 1927, la rettoria del Santuario della
Madonna della Pace a verona, e soprattutto con l’affidamento della Parrocchia
di S. Filippo neri alla Pineta Sacchetti (roma) nel 1932.
Fu trasferito nel natale del 1930 da S. benedetto all’ex villa vescovile di
nazareth, sul colle di S. Pietro a verona, il primo dei progettati istituti apostolici. Purtroppo non supereranno il numero di due; e il secondo, quello di roma,
non avrà purtroppo gran successo.
dal 1929 al 1932 furono predisposte, in vista dell’approvazione diocesana,
ben tre redazioni successive delle Costituzioni da parte di don Pedrollo, ed un
testo in bozze di stampa del 1931, il quale servì come documento base per il
confronto definitivo tra due rappresentanti dell’istituto: don l. Pedrollo e don
a. Cogo, con la supervisione di don Calabria, e mons. l. zenati della curia veronese, con la supervisione del vescovo mons. Girolamo Cardinale.
l’11 febbraio 1932, festa della Madonna di lourdes, il vescovo lesse, a San
zeno in Monte durante i vespri solenni, il decreto di erezione; il 4 marzo successivo approvò le Costituzioni dei Poveri Servi della divina Provvidenza in una
stesura, che don Calabria accettò per obbedienza: «non voglio che l’opera nasca
male, piuttosto accetto la Congregazione come desidera e intende il vescovo».
l’insoddisfazione di don Calabria si riferiva al fatto – certamente non di poco conto – che in una congregazione clericale non era permesso ai religiosi laici, secondo il Codice di diritto Canonico del 1917, di far parte della direzione
generale, né di essere superiori religiosi nelle varie Case, quindi anche dei sacerdoti ivi residenti: in una parola non si dava alcuna parità giuridica.
tutto questo infatti contrastava con la fisionomia di congregazione che il
fondatore veronese si era andato costruendo, in un lungo e sofferto sforzo di
lettura della volontà di dio, sulla base delle proprie ispirazioni interiori, delle
indicazioni e dell’opera di discernimento del suo confessore, e delle varie circostanze della vita.
lui assegnava ai religiosi laici, fatto salvo il carattere clericale della Congregazione, un ruolo rilevante. tra i tanti documenti calabriani, che trattano
questo argomento, credo basti riportarne uno; il promemoria del 17/9/1933:
25
«Quello che dei Sacerdoti come dei Fratelli capivo era che i Fratelli avevano una grande missione da compiere, un grande apostolato, non solo nell’opera, ma anche fuori nel mondo, e che dovevano essere centro e vita ove dovevano far capo, col tempo, esterni informati allo spirito di fiducia in dio e di abbandono alla sua divina Provvidenza, e uniti fra loro mediante l’obbedienza ad
alcune regole opportune loro date.
Così si dica dei Sacerdoti: Sacerdoti apostolici, ai quali con il tempo dovevano aderire altri e vivere vita ordinata e sacerdotale; e così si andava avanti, senza però l’approvazione della S. Chiesa; questa si aspettava, la si desiderava...».36
e dato che dopo il marzo 1932 la gestione e la vita dell’istituto continuavano pressoché come prima, furono sollevati dei problemi, da parte di alcuni
membri, riguardo a diritti e doveri di sacerdoti e fratelli nell’ambito dell’istituto, e a presunte inadempienze nei confronti delle Costituzioni.
Così, dopo una infruttuosa visita Pastorale effettuata nel 1933 da mons. l.
zenati per conto del vescovo G. Cardinale, il 3 marzo 1935 venne inviato dalla
S. Congregazione dei religiosi (S. Sede) come visitatore apostolico l’abate
benedettino dom emanuele Caronti.37
in questo modo i responsabili del dicastero romano vollero dare un seguito
al ricorso inviato da alcuni religiosi sacerdoti, che facevano capo idealmente o
materialmente all’istituto apostolico di nazareth.
il Caronti svolse l’incarico, dal quale venne sollevato nel 1947, in due tempi: 1° ad referendum (...fare una inchiesta accurata circa le cause del deplorevole stato in cui si trova l’istituto di diritto diocesano “Poveri Servi della divina Provvidenza”...), 2° ad resolvendum e (...di restaurare la pace e il retto andamento della vita religiosa in quell’istituto...).38
l’abate, che da subito si rese conto dei fatti e appoggiò il governo di don
Calabria, prese, su delega della S. Sede, anche delle decisioni disciplinari, tanto che nel 1937 tutto sembrava ormai chiarito:
36
37
38
26
G. Calabria, Promemoria del 17 sett. 1933, ms. stampato nel Fasc. 72, doc. 5909 - archivio
P.S.d.P. verona.
G. lUnardi, Uomo di Dio e della Chiesa Ab. Emanuele Caronti O.S.B., noci - bari 1982, pp.
137-146.
G. Perazzolo, op. cit., pp. 61-69.
«...raggiunta la pacificazione di fatto – sto citando un Promemoria di don
Calabria del 22 giugno 1944 – il Padre abate riconobbe la necessità di rivedere le Costituzioni, per togliere in radice tutto quello che aveva dato occasione ai malintesi e inconvenienti, e perfezionare secondo il pensiero primitivo del Padre qualche punto. in data 9 agosto 1937 il p. abate scrive: ...Stamane in un lungo colloquio con S.e. mons. Pasetto abbiamo trattato a fondo
tre questioni che riguardano la nostra Cara Congregazione: le Costituzioni, il
Decretum Laudis, le Sorelle: 1° le Costituzioni: ho avuto l’incarico ufficiale
per la revisione; non ho ancora il rescritto, ma mi sarà comunicato fra giorni. Mi accingerò al lavoro con tutta la devozione possibile secondo gli indirizzi che la P.v. ha fissato. e prima di presentare alla s. Sede discuteremo insieme...».39
a proposito del testo delle Costituzioni che venne proposto dal visitatore
apostolico nel 1943, don Calabria scrisse: «...Sento proprio in questi giorni,
e questo con particolare insistenza che la nostra Congregazione deve chiamarsi ed essere praticamente una Famiglia e con questo nome deve indicarsi
sostituendolo all’altro di Congregazione. il nome di famiglia deve esprimere
quali siano i vincoli e le relazioni fra i diversi membri di essa, ossia i vincoli di perfetta fratellanza nei religiosi tra loro, vincoli di figli negli inferiori
rispetto ai superiori e di stretta unione di tutti verso il Casante che è il padre.
desidererei che fosse messo in evidenza che i nostri Fratelli non sono come
i conversi di altri ordini, ma assunti in piena collaborazione con i sacerdoti
nelle varie attività, mansioni, uffici; per questo dovranno possedere o acquistare una conveniente e sufficiente cultura conseguendo anche quanto ciò è possibile abilitazioni, titoli e lauree. tuttavia i Sacerdoti e Fratelli devono essere disposti a tutto, anche agli uffici più umili...».40
la prima approvazione pontificia, il decreto di lode, arrivò il 25 aprile
1949, anche per il fattivo interessamento e il contributo intelligente ed appassionato di don ottorino Foffano, che era il parroco di S. Filippo neri alla Pineta Sacchetti di roma.
39
40
G. Perazzolo, op. cit., p. 71.
G. Perazzolo, op. cit., pp. 73-74.
27
il nuovo testo delle Costituzioni riconobbe – e sembra che resti a tutt’oggi
un unicum nella Chiesa Cattolica – la parità giuridica tra i membri sacerdoti e
fratelli (art. 10), la possibilità per i laici di diventare Superiore locale (art. 11),
e la presenza di tre fratelli laici nel Consiglio Generalizio (art. 249).
nel frattempo, cioè nel ventennio dal trenta al Cinquanta, la Congregazione si era ulteriormente estesa. erano sorte altre strutture ed attività: la Casa di
S. Pancrazio (a verona), di roncà (vr), l’abbazia di Maguzzano di lonato
(bS), il “Collegino” di Primavalle (rM).
all’inizio degli anni Cinquanta sorsero la Casa di Milano e la Casa di S.
Giacomo al vago.
28
P. FiLiPPo barDeLLini D.o.
(1878-1956)
Cenni biografici
Filippo bardellini41 nacque in vicolo Pallone 3, nel rione dei Filippini di verona, il 19 maggio 1878 da Pietro ermenegildo e Giordani angela.
la famiglia bardellini, che ebbe tre figli: elisa, anna e Filippo, poteva contare su di un buon reddito annuo, tra stipendio e gratifiche, del capo famiglia il
quale, impiegato in un primo tempo presso un istituto bancario della città, era
diventato successivamente capo computista dell’amministrazione Municipale
di verona.
Poterono infatti, in un secondo tempo, trasferirsi in una spaziosa casa di vicolo Filippini, 3, detta la “Casetta”.
Filippo venne battezzato a S. Fermo Minore in braida nella festa liturgica di
S. Filippo: il 26 maggio 1878.
nel 1885, il 25 maggio, Filippo ricevette la Cresima dal card. luigi di Canossa, vescovo di verona; nella solennità liturgica di San zeno, Patrono della
diocesi veronese, il 12 aprile 1889, fu ammesso alla prima comunione.
Fece gli studi elementari, iniziati nell’anno scolastico 1885/86 presso la
Scuola Comunale del rione, negli anni seguenti presso la scuola elementare
maschile alle Stimate (dei PP. Stimatini); e presso lo stesso istituto scolastico
frequentò le scuole ginnasiali, esattamente dall’anno scolastico 1891/92 all’anno scolastico 1896/97.
41
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis et canonizationis servi Dei Philippi Bardellini sacerdotis Congregationis Oratorii fundatoris Piae Societatis Paupercularum a Domo Nazarethana (1878-1956) Positio super virtutibus, roma 1994, pp.
9-109.
M. dell’aGnolo, Profilo storico del Padre Filippo Bardellini e delle sue opere, Pro manuscripto s. d.
i. SilveStrelli, «don Scarpassa...». Meditazione su p. Filippo Bardellini Servo di Dio, Gargagnago - verona 1981.
G. CaPPelletti, Padre Filippo Bardellini servo degli ultimi, Milano 1986.
29
Presentato dai PP. Filippini frequentò, negli anni scolastici 1897/98 1899/1900, i tre corsi liceali come alunno esterno del Seminario vescovile di
verona; e dal 1900/01 al 1903/04 come chierico filippino i quattro corsi teologici presso lo stesso Seminario di verona.
a ventidue anni, l’8 aprile 1901, fu accettato nella Congregazione
Filippina.42 Un mese dopo iniziò il suo periodo triennale di noviziato, avendo
già fatta la vestizione religiosa il 5 maggio 1901.43
Fu ordinato dal vescovo diocesano card. bartolomeo bacilieri diacono il 19
marzo 1904, e sacerdote nella Cattedrale di verona il 10 agosto 1904. Celebrò
la sua Prima Messa solenne nella Chiesa dei Filippini il 14 agosto successivo.
Fu di aiuto per una decina d’anni nella Parrocchia dei Filippini, in particolar
modo provvedendo all’attività amministrativa (pagamenti, acquisti, compravendite, pratiche burocratiche) in un contesto di modestia dei mezzi a disposizione, e alla gestione delle strutture e delle opere (decidere gli interventi, provvedere gli operai, sorvegliare l’esecuzione).
Fu incaricato dell’assistenza nell’oratorio, a più riprese, prima come prefetto dei ragazzi piccoli, e poi dei grandi.
42
43
30
a. CiStellini, Oratoriani, in Dizionario degli Istituti di Perfezione diretto da G. Pelliccia (19621968) e da G.C. rocca (1969-), vol. vi, roma 1980, coll. 765-775.
il primo oratorio fu fondato a roma nel 1575 da S. Filippo neri come società di vita apostolica
per sacerdoti secolari. ogni comunità, chiamata Congregazione, è una autonoma Società clericale
di diritto pontificio, soggetta all’ordinario del luogo, composta da preti secolari, chierici e laici
che vivono insieme senza voti, giuramenti o promesse secondo le costituzioni per santificarsi nell’osservanza libera dei consigli evangelici e nella pratica fedele della vita comune. le singole case autonome sono erette dalla S. Sede, e dal 1943 sono riunite nella Confederazione dell’oratorio
di San Filippo neri. le attività pastorali (in genere pastorale giovanile, direzione spirituale, ministero del confessionale, predicazione familiare della parola di dio...) sono di competenza della
singola Congregazione, che opera tenendo presente le finalità contenute nelle Costituzioni approvate dalla Sede apostolica. l’oratorio Filippino, con annessa la Parrocchia di S. Fermo Minore
di brà, fu aperto a verona il 20 aprile 1713. dopo il periodo napoleonico i Filippini rientrarono a
verona il 28 novembre 1820, ed hanno ora la loro residenza in via Filippini, 16.
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis et canonizationis servi Dei Philippi Bardellini sacerdotis Congregationis Oratorii fundatoris Piae Societatis
Paupercularum a Domo Nazarethana (1878-1956) summarium super dubio, roma 1994, p. 3.
Per p. ottorino Chiavegato d. o., secondo la regola, chi chiede di far parte della Congregazione
Filippina in verona, è tenuto a fare tre anni di noviziato, sottoponendosi dopo il primo e il terzo
anno al giudizio di approvazione della Congregazione sulla propria candidatura.
il 1 gennaio 1916, su indicazione della Congregazione Filippina, il vescovo
gli affidò la rettoria della Chiesa di S. Pietro incarnario a verona, ubicata nell’ambito del territorio parrocchiale.
la nomina fu assai ben accolta dal bardellini perché gli consentiva di
«esercitare il suo servizio sacerdotale in un ambito conforme al suo carisma di
Prete dell’oratorio».44
Presso la Chiesa di S. Pietro incarnario esistevano un oratorio per i ragazzi
ed un oratorio per gli adulti, che gli consentivano di attuare una pastorale di tipo Filippino.
le caratteristiche di questa pastorale si possono riassumere in quattro punti:
1° - l’oratorio come luogo di preghiera, 2° - l’oratorio come scuola di evangelizzazione, 3° - l’oratorio come palestra di carità, 4° - l’oratorio come occasione per esercitare la direzione spirituale delle anime.
la sua figura di uomo e di sacerdote, sia nella sua attività pastorale a S. Pietro incarnario che nella gestione delle sue iniziative assistenziali, fu sempre
quella di una persona che sapeva unire il suo genio pratico45 ad una forte sensibilità per le sofferenze e difficoltà altrui: il tutto poi condito da una grande bonomia e giocondità. Per qualcuno fu semplicemente “il prete del sorriso”.
P. Filippo bardellini si sentiva, e fu sempre integralmente un “Prete dell’oratorio”, e volle restare sempre fedele alla fisionomia atipica della Congregazione dell’oratorio voluta da S. Filippo neri: cioè ad una semplice società di vita comune.
Quando, negli anni successivi alla promulgazione del Codice di diritto Canonico del 1917, si trattava, per tutti gli istituti religiosi, di rivedere i propri
Statuti al fine di coordinarli con il nuovo testo della legge generale della Chie-
44
45
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis et canonizationis servi Dei Philippi Bardellini sacerdotis Congregationis Oratorii fundatoris Piae Societatis
Paupercularum a Domo Nazarethana (1878-1956) positio super virtutibus, roma 1994, p. 35.
Suor a. antonelli testimonia: «...Padre Filippo ...era un sacerdote instancabile, abituato a tutto,
dedito ai lavori più umili, nei quali egli transfondeva anche le sue non comuni capacità creative,
il suo spirito di iniziativa. non disdegnava, all’occorrenza, di togliersi la veste talare per indossare un ampio grembiule ed attendere a lavori di manovalanza; era anche un ingegnoso muratore
[...] Fu lui ad ideare ed a realizzare i lavori di decorazione della nostra Cappellina, fu lui ad eseguire in essa con le sue mani la singolare riproduzione della Grotta di lourdes».
e. FedriGo, La paternità maternità di Padre Filippo Bardellini, in Padre Filippo oggi. Periodico semestrale dell’Istituto “Poverette della Casa di Nazareth”, 1 (1996) 11.
31
sa, c’era chi (P. Cesare nanni, Preposito dell’oratorio di roma) voleva riformare l’istituzione filippina secondo il modello delle congregazioni religiose
(con le relative connotazioni: governo centrale affidato ad un Superiore Generale, la dipendenza giuridica delle varie Case locali dalla Casa generalizia, l’emissione pubblica di voti religiosi...).
P. Filippo, appassionato difensore della prassi in atto che faceva riferimento
alla redazione delle costituzioni del 1610, approvate il 24 febbraio 1612 da
Paolo v con il breve Christifidelium, partecipò nella sua qualità di Preposito
della Congregazione di verona, all’Adunanza delle Congregazioni Filippine
italiane (S. vittore di bologna: 15-18 novembre 1932), e si schierò per la conservazione della tradizione.
Finì anzi per essere inviato dai padri congressisti a riferire tale opzione,
condivisa dai partecipanti al Convegno, al Prefetto della S. Congregazione dei
religiosi di roma.46
Fu eletto all’ufficio di Preposito della Congregazione dell’oratorio di verona, per la durata di tre anni, il 7 giugno 1932, e l’8 gennaio 1946.47
Chiese però, in occasione di questo secondo mandato, di essere sostituito e
per l’età, e per il suo sofferto dissenso nei confronti di alcune correnti di pensiero
che riguardavano l’impostazione da dare alle Congregazioni Filippine, e, non ultimo, anche per i suoi gravi impegni nei confronti delle sue opere assistenziali.
venne di fatto sostituito, su interessamento del visitatore P. Caresana, nel
gennaio del 1948 da p. raimondo Calcagno dell’oratorio di Chioggia.
e, a proposito del rapporto personale di p. bardellini con l’istituzione filippina, un teste al Processo Cognizionale per la beatificazione del Servo di dio
assicurò: «non aveva gesti ieratici, era sempre devoto, composto, senza singolarità. era diligente nell’osservanza delle regole, costituzioni e tradizioni filippine; era sempre puntuale negli atti comuni».48
Gli inizi dell’istituzione del p. Filippo infatti, dato che egli fu sempre attivo
e fedele nei suoi impegni di Congregazione, non furono affatto contrastati dai
confratelli, i quali, lasciandolo fare, finirono per concedergli una approvazione,
sia pur implicita, per le sue iniziative assistenziali.
46
47
48
32
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis... p. 283.
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis... p. 271.
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis... p. 40.
a norma della Costituzioni dell’oratorio – forse favorisce la comprensione
ricordarlo – ogni confratello, con il benestare della Congregazione, può attivare un’opera anche a titolo personale. tale opera comunque può essere in seguito assunta dalla Congregazione stessa come opera propria.49
il medico dr. P. Colombo nel marzo del 1948 consigliò un ricovero urgente
in ospedale per tosse reumatica cardiaca, ma il paziente preferì farsi portare alla sua Casa di Ponton.50
nel maggio dello stesso anno una gamba cominciò a gonfiarsi per insufficienza circolatoria.
«l’accentuarsi del gonfiore per cause trombotiche, accompagnato dal dolore e mancanza di forze agli arti inferiori, lo ridusse a servirsi di una carrozzella
per spostarsi da un luogo all’altro. don Calabria gli ottenne il permesso di celebrare stando seduto...».51
P. bardellini, che di suo aveva un carattere piuttosto dinamico, in pochi mesi dovette restare infermo: appunto dal 1948 alla sua morte, per circa otto anni.
Un aspetto da ricordare dell’attività apostolica, esercitata dal padre bardellini durante gli anni dell’infermità, è quello relativo alle sue pubblicazioni di
carattere religioso, anche perché diede luogo – siamo all’inizio degli anni Cinquanta – ad un rapporto dialettico con l’allora visitatore apostolico della Congregazione dell’oratorio p. enrico romolo Compagnone o.C.d., ufficiale del
Sant’Uffizio, e dal 1953 vescovo di anagni.
il visitatore si mostrò contrario alla pubblicazione da parte del Servo di dio
di opuscoli di natura sostanzialmente devozionale, che non apprezzava né per
la forma, né per il contenuto. in una lettera del 4 novembre 1952, ad esempio,
p. Compagnone scriveva al Servo di dio: «...ho letto da capo a fondo tutto il
manoscritto sul Sacrificio della S. Messa [...] non c’è bisogno di aggiungere
una pubblicazione che, mi perdoni la schiettezza, che del resto lei stesso desidera, è un minestrone in cui sono raccolte molte belle cose, ma così sconclusionate e sconnesse fra di loro...».52
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52
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis... p. 283.
i. SilveStrelli, «don Scarpassa..., p. 106.
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis... p. 92.
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis... p. 93.
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis... pp. 292-293.
33
Ma al riguardo si deve dire che la linea adottata dal visitatore risulta per lo
meno ingenerosa in rapporto alle finalità che si proponeva p. bardellini, e che
il suo giudizio resta del tutto personale di fronte ad altri autorevoli pareri.
tralasciando il fatto, comunque non secondario, che i suoi scritti prima di
essere pubblicati avevano sempre ottenuto l’imprimatur, la sua attività di stampa era incoraggiata da san Giovanni Calabria, dal vicario Generale della diocesi di verona e docente di alcune discipline teologiche in Seminario mons. P.
albrigi, e soprattutto era stata approvata dal precedente visitatore apostolico
dell’oratorio lo spagnolo p. arcadio larraona C.M.F.53
il 10 agosto 1954 nella Chiesa di S. lorenzo di verona p. bardellini assistette, assieme al gruppo dei sacerdoti superstiti, alla cerimonia ufficiale per il
50° dell’ordinazione sacerdotale della classe del 1904: in pratica alla celebrazione di S. Messa solenne da parte di mons. lino Chiaffoni, con l’assistenza
pontificale del vescovo mons. Girolamo Cardinale.
il 15 agosto successivo fu lui a celebrare la cosiddetta S. Messa d’oro nella
Chiesa Parrocchiale del rione Filippini, e il giorno seguente nella Casa del suo
istituto a Ponton.
il 22 luglio 1955 ricevette, e ne ebbe grande gioia, la visita, inattesa, del
nuovo vescovo di verona mons. Giovanni Urbani.
il Servo di dio celebrò l’ultima Messa l’11 agosto 1956. Cessò di vivere a
Ponton alle ore 15 di venerdì 24 agosto 1956: aveva 78 anni, 3 mesi e 5 giorni.
venne sepolto nel cimitero di verona, nella tomba dei p. Filippini.
Su richiesta del Postulatore p. nello dalle vedove, stimatino, l’istruttoria
diocesana per la canonizzazione di p. Filippo bardellini fu iniziata presso la
Curia di verona il 20 gennaio 1982 e conclusa a verona il 23 maggio 1989. Gli
atti furono approvati dalla S. Congregazione romana delle Cause dei Santi il
27 novembre 1991.
Quaranta anni dopo la sua morte, il 3 febbraio 1996, la salma del Servo di
dio venne traslata e tumulata nella Cappella della Casa Generalizia della congregazione religiosa di diritto diocesano “Poverette della Casa di nazareth” di
Ponton.
53
34
P. arcadio M. larraona, Professore ordinario di diritto romano al Pontificio istituto Utriusque
Juris S. apollinare, in quegli anni era Sottosegretario della Congregazione dei religiosi. Fu poi
cardinale ed ebbe importanti incarichi in vari dicasteri della Curia romana.
Fondazioni religiose del p. bardellini:
Congregazione Poverette della Casa di nazareth
«l’occasione di dar vita ad una nuova istituzione caritativa fu offerta a p.
Filippo dal bisogno di provvedere ad una povera fanciulla che non aveva trovato accoglienza in altri istituti. la sorella di p. Filippo, elisa, ma chiamata comunemente “lisetta”, che era religiosa orsolina esterna, diede il primo aiuto
per l’iniziativa del fratello.
i due posero a disposizione la casa ereditata dai loro genitori [...] per accogliere i primi assistiti e buone giovani che volevano dedicarsi alla vita comune
e alla carità.
Già prima del 1920 p. Filippo aveva riunito alcune giovani desiderose di vivere in Comunità sotto la direzione di lui per un ideale di vita evangelica...».54
Fin dal 1910 p. Filippo iniziò a portare nella sua casa paterna prima una
bambina, figlia di una persona in difficoltà, e poi altre due. Per un decennio le
accudì la sorella elisa.
il 1 giugno 1921 teresa Scaglia, seguendo il consiglio di don Calabria, entrò all’età di quaranta anni nella nascente opera di padre bardellini, che era
suo confessore, diventando il tal modo la sua prima collaboratrice.55
viene pertanto datata dal 1921 la nascita dell’istituto “le Poverette della
Casa di nazareth”.56
54
55
56
a. orlandi, Storia della Pia Società Poverette della Casa di Nazareth, in aa.vv., Padre Filippo
Bardellini fondatore delle Poverette Casa di Nazareth e la sua opera di cristiana bontà, numero unico: 19 maggio 1978 (Celebrazione del Centenario della nascita del Filippino p. Filippo bardellini).
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis..., p. 283:
« le prime sorelle dell’istituto erano penitenti di p. Filippo, e si riunivano nella casa di proprietà
sua e di sua sorella elisa per opere di bene e quasi sotto la tutela della stessa sorella elisa».
Figure eminenti tra le prime Sorelle: Madre Teresa Scaglia (21/9/81 - 9/8/1958), in Padre Filippo
oggi. Periodico semestrale dell’Istituto “Poverette della Casa di Nazareth”, 2 (1995) 4-5.
Madre teresa Scaglia, prima Superiora e prima Madre Generale dell’istituto delle Poverette della
Casa di nazareth, nacque a S. briccio di lavagno (vr) il 21/9/1881. nei primi anni della sua giovinezza per necessità economiche fu costretta a cercare lavoro, assieme alla madre, a verona dove, alloggiando nelle vicinanze di S. Pietro incarnario, fu per molti anni collaboratrice domestica
presso la contessa Cipolla. alla morte della madre la Scaglia seguì la sua vocazione religiosa.
Morì a verona il 9 agosto 1958, all’età di settantasette anni.
P. Calliari, Sorelle Poverette della Casa di Nazareth, in Dizionario degli Istituti di Perfezione diretto da G. Pelliccia (1962-1968) e da G. C. rocca (1969-), vol. viii, roma 1988, coll. 1918-1919.
35
P. bardellini, ricorrendo al consiglio di don Giovanni Calabria e aspettando
qualche indicazione della divina Provvidenza, diede progressivamente forma
al suo istituto. Con l’entrata nel 1922 di altre tre aspiranti alla vita religiosa,
una nel 1925 e un’altra nel 1926, pensò di costituire una comunità di vita contemplativa che aveva nella Sacra Famiglia il proprio modello.57
Facevano vita comune, emettevano voti privati, osservavano un regolamento dettato da p. bardellini.58
Si mantenevano facendo lavori di cucito, di ricamo e di riassetto della biancheria per alcuni istituti della città, ed anche questuando.
il 30 luglio 1925 acquistò un appezzamento di terreno in località Ponton di
domegliara, dove fece costruire una casa, ultimata nel 1928, per accogliere le
dimesse dal sanatorio provinciale che sorgeva nelle vicinanze, e del quale potevano ancora usufruire per completare le cure.59
l’istituto venne chiuso qualche anno dopo; e nel 1936 la comunità religiosa
delle Poverette della Casa di nazareth e gli ospiti si trasferirono in via domegliara, sempre a Ponton, in quella che sarà poi la Casa generalizia della Congregazione.
Ma già nel 1927, a verona, presso la casa paterna, la “Casetta”, p. bardellini aveva dato inizio con la collaborazione delle prime Sorelle “Poverette
della Casa di nazareth”, all’attività assistenziale ed educativa per la promo-
57
58
59
36
M. dell’aGnolo, Profilo storico del Padre Filippo Bardellini e delle sue opere, Pro manuscripto s. d., p. 20:
«in un primo tempo il Padre, pensò di fondare un ordine di religiose claustrali che si dedicassero completamente alla vita contemplativa...».
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis et canonizationis servi Dei Philippi Bardellini sacerdotis Congregationis Oratorii fundatoris Piae Societatis
Paupercularum a Domo Nazarethana (1878-1956) summarium super dubio, roma 1994, p. 22.
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis et canonizationis servi Dei Philippi Bardellini sacerdotis Congregationis Oratorii fundatoris Piae Societatis
Paupercularum a Domo Nazarethana (1878-1956) Positio super virtutibus, roma 1994, p. 50:
«nell’esercizio del mio ministero Sacerdotale, mi incontrai in tante miserie fisiche e morali, così pure conobbi che spesso l’una conduce all’altra. erano tisiche uscite dal sanatorio e che non
trovavano rifugio...».
le donne ammalate, una volta dimesse dai sanatori, spesso tornando nella loro famiglia venivano a mancare, almeno in parte, di adeguata assistenza, della necessaria alimentazione e ricadevano non raramente nella stessa malattia; oltre a tutto potevano diventare un veicolo di contagio
per gli stessi familiari.
zione umana e cristiana della gioventù debole mentale abbandonata, povera e
bisognosa.
in una lettera dell’11 febbraio 1950 l’episodio viene così ricordato da p.
bardellini:
«io da principio raccolsi bambine di varie condizioni, ma poi visto che vi
sono tanti collegi di tal genere pensai ad un’opera che mancava affatto nella
nostra Provincia, quella di provvedere ai poveri deficienti che sono abbandonati e derisi...».60
le finalità, che egli perseguiva nel raccogliere i deboli di mente, erano unicamente quella di salvaguardare la loro dignità, sottraendoli alle derisioni, ai
maltrattamenti e al disinteresse dei familiari, e quella di salvare le loro anime
preservandoli dai pericoli morali.61
nel marzo del 1930 acquistò a verona l’ex filanda “Pellizzari”, già essiccatoio delle gallette, situata in via Filippini, 17-19, che pagò e ristrutturò con
l’aiuto di un generoso benefattore e con il denaro ricavato dalla vendita, sollecitata dall’amministrazione Provinciale, della casa pro-convalescenti di Ponton.
l’8 dicembre 1930 Sorelle e bambine, assai accresciute nel numero, si trasferirono dalla Casetta nella nuova residenza di via Filippini, 17.
dal punto di vista economico il nuovo istituto s’industriò a vivere sulla base del ricavato di alcuni lavori femminili, delle varie forme di liberalità di alcune famiglie agiate, e talora di qualche elargizione da parte di qualche commerciante, ma non bastava.
P. bardellini propose perciò alle sue suore la questua.
60
61
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis..., pp. 53-54.
o. viCentini, La spiritualità di Padre Filippo Bardellini. Discorso d’apertura, in Celebrazioni
commemorative del 1° centenario della nascita di Padre Filippo Bardellini d.O., verona 1978:
«C’era invece un’altra malattia, che non essendo per un verso né mortale né contagiosa e per un
altro essendo ritenuta insanabile, non riceveva nessuna o quasi nessuna considerazione: quella
dei minorati psichici o difettosi mentali, veri emarginati dalla famiglia e dalla società. anche
senza essere propriamente maltrattati, quando non erano abbandonati all’ozio, erano il più delle
volte adibiti ai servizi più umilianti, vestiti di quello che si scartava e alimentati con quello che
avanzava. esclusi dalle soddisfazioni propriamente umane, spesso dagli affetti, sempre dalla
cultura, erano bloccati a un livello di vita subumana. non amati quindi, ma tollerati e, al più,
compassionati; non raramente fatti oggetto di divertimento e di scherno a buon mercato. eppure
anche in queste creature c’è un anima immortale, anche queste sono immagini di dio...».
37
«le munì dei permessi e della autorizzazione civile per la provincia di verona e che dopo si allargherà anche alle provincie vicine. Partivano le buone
Sorelle a due a due [...]. Partivano liete dopo aver chiesto la benedizione a Gesù nel Santo tabernacolo, in un primo tempo a piedi, poi usavano il treno e infine il Padre commosso per tanto sacrificio procurò loro una piccola auto che
poi cambiò con un’altra più grande e più comoda. Si presentavano a tutte le
porte e chiedevano la carità per le povere creature che avevano da sostentare
come fossero le loro mamme...».62
Ma, nell’intento di amministrare fruttuosamente la beneficenza che riceveva, già nel novembre 1930 p. bardellini aveva acquistato a volargne di dolcè
(vr) un rustico e del terreno suddiviso in tre piccoli appezzamenti, che erano
situati nelle contrade: “Corte Casale”, “Farina”, “la boscarola”.
i tre poderi, ubicati due da un lato, e un terzo dall’altro della linea ferroviaria verona - brennero, furono affidati a mezzadri perché provvedessero alla
coltivazione dei campi e all’allevamento del bestiame, con l’obbligo di fornire
derrate alimentari (latte, frutta e verdura, vino) all’istituto di verona.
«il 7 dicembre 1931 il prete filippino, aveva allora 53 anni, acquista a Ponton una casa rustica, non più adiacente ai padiglioni dell’ospedale Psichiatrico,
ma posta nelle vicinanze della chiesa parrocchiale, di modeste dimensioni, entrando pure in possesso dell’ampio terreno circostante, ove sorgerà, poi, la sede
principale dell’opera, della quale padre Filippo fu architetto, capomastro, manovale.
nella nuova Casa, “che voleva comoda e spaziosa – come scrive Suor Maddalena dell’agnolo – bene arieggiata, con camerate, refettori e sale di soggiorno moderne e funzionali, trasferirà due anni dopo la comunità di Casa nazareth.
la casa era una dolce realtà ed una giuliva schiera di bambini presero il volo da verona e si accomodarono nel nuovo nido”».63
negli anni 1935 e 1936 acquistò dell’altro terreno adiacente alla Casa di
Ponton, che andò ad aggiungersi, per creare spazio, a quello comperato nel
1931.
62
63
38
M. dell’aGnolo, Profilo storico..., pp. 27-28.
l. zanonCello, Alle origini di casa Nazareth. Anniversari, in Padre Filippo oggi. Periodico
semestrale dell’Istituto “Poverette della Casa di Nazareth”, 1 (2001) 9.
il 15 agosto 1933, pur non esistendo ancora un riconoscimento canonico
che, per altro, p. bardellini non aveva richiesto,64 per la prima volta con una
funzione pubblica accettò i voti privati delle Sorelle per quella che può essere considerata la “prima professione religiosa” delle sue collaboratrici. e
consegnò loro, come abito religioso, la “medaglia miracolosa della vergine”
che le Sorelle portavano appesa al collo con un cordone rosso sopra un abito
modesto.
nel 1933 nella sua casa paterna iniziò ad accogliere anche bambini handicappati, che trasferì poi in un ambiente più adatto nel 1938: nel “Casale” di
volargne che aveva fatto ristrutturare a tale scopo.
Mentre la “Casetta”, rimasta libera, la destinò a Casa per la formazione di
un ramo maschile della sua opera: i “Poveretti della Casa di nazareth”.
nel 1940 nell’appezzamento “la boscarola” sorgerà la Casa del Suffragio,
dove p. bardellini stabilì una Comunità di “Poverette della Casa di nazareth”
dedicate, oltrechè al lavoro, alla preghiera in suffragio delle anime del Purgatorio e in riparazione delle offese fatte a dio dall’umanità, e il piccolo Santuario dedicato alla Madonna di lourdes.
il 21 novembre 1944 il “Casale”, a volargne di dolcè, dove p. bardellini
aveva iniziata nel 1938 l’opera assistenziale - educativa a favore dei ragazzi
deboli mentali, venne distrutto da una esplosione bellica. le vittime furono
venti: quattro suore, due religiosi laici, due cooperatori, due accolte e dieci tra
bambine e bambini handicappati.
i bambini superstiti vennero trasferiti da volargne a Ponton di domegliara.
Con il ricavato ottenuto dai risarcimenti dei danni di guerra e dalla vendita
della proprietà del Casale di volargne (18 e 26 agosto 1955) poté acquistare
64
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis..., p. 61.
nella sua fondazione p. bardellini si lasciò guidare dall’impostazione “filippina”, che dovette
difendere anche nell’ambito della sua Congregazione dell’oratorio. risulta evidente anche dallo
scritto sotto riportato:
«le consorelle vivono insieme da religiose, non essendo religiose, ma avendo tutte lo spirito di
religiose. non si fanno voti pubblici di comunità ma ciascuno potrà privatamente col suo confessore fare un qualche voto o niente: si vive come una famiglia dove le figlie obbediscono alla
madre per amore, onde nella comunità deve regnare il vincolo della carità...».
39
villa rossi a Corrubio di negarine (vr) che destinò a una nuova sistemazione
dei fanciulli e ragazzi del Casale che erano stati provvisoriamente ospitati a
Ponton.
nel 1956, non avendo la futura congregazione delle Poverette né approvazione ecclesiastica formale, né approvazione civile come ente Morale, p. bardellini con due atti giuridici cedette tutti i suoi beni alla Congregazione dell’oratorio con la clausola che «...la donazione è fatta allo scopo che l’ente donatario, di preferenza, continui l’opera di assistenza e di educazione delle persone
minorate mentali e fisiche, opera attualmente esistente e funzionante...».65
È doveroso rilevare che l’atto di donazione, disposto da padre Filippo bardellini a beneficio della Congregazione dei Padri Filippini di verona, pur essendo encomiabile per la finalità cui era diretto, originò un avvertito disagio all’interno della Comunità Poverette della Casa di nazareth.
Per offrire alla stessa l’opportunità di continuare la benemerita opera di accoglienza e di assistenza verso le persone portatrici di handicap psico-fisico, su
richiesta dell’ordinario diocesano venne nominato dalla Sacra Congregazione
dei religiosi un visitatore apostolico nella persona di don luigi Pedrollo, primo successore di don Giovanni Calabria, il quale si prodigò assiduamente con
il fondamentale scopo di pervenire all’ottenimento del decreto di approvazione
religiosa della nascente congregazione, che venne infatti eretta, il 25 dicembre
1958, in Pia Società dall’amministratore apostolico di verona, con poteri di
vescovo residenziale, mons. Giovanni Urbani, Patriarca eletto di venezia.
trenta anni dopo, con decreto del 15 agosto 1988, mons. Giuseppe amari,
vescovo di verona, eresse canonicamente l’associazione Pubblica “Poverette
della Casa di nazareth” in istituto religioso di diritto diocesano.
Conviene anche ricordare che, con decreto n. 140 del 6 febbraio 1961, l’allora Presidente della repubblica Giovanni Gronchi riconobbe all’istituto Poverette della Casa di nazareth personalità giuridica come ente senza fini di lucro,
con sede in Ponton (Comune di Sant’ambrogio di valpolicella).
65
40
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis..., pp. 104-105.
raPPorti PerSonaLi
in un articolo, pubblicato nel numero Unico per le Celebrazioni Centenarie
(1878-1978: 19 maggio) che successivamente verrà riportato integralmente
nella “Positio”,66 l’assistente Generale e poi successore di don Calabria sintetizzò i rapporti tra i due Servi di dio fondatori di opere assistenziali - educative
e religiose con una espressione altamente significativa, tolta dal primo versetto
del Salmo 132, “fratres in unum”.
Sulla natura e qualità dei loro rapporti esiste un numero considerevole di testimonianze, e non le posso certamente riportare tutte in questa semplice introduzione all’epistolario dei Servi di dio.
Mi limiterò pertanto ad avvalermi nel mio lavoro della testimonianza del
già citato don luigi Pedrollo, di Suor Maddalena dell’agnolo e della Madre
Suor liliana zanoncello.67
don Calabria e p. bardellini si conobbero come alunni esterni del Seminario di verona durante gli studi liceali, da parte del bardellini, e teologici da
parte del Calabria, e forse anche in antecedenza durante gli studi liceali del Calabria, perché «quand’erano ancora giovani studenti, ebbero modo, prima di
abbracciare la vocazione Sacerdotale, di incontrarsi quasi quotidianamente lun-
66
67
l. Pedrollo, Don Calabria e p. Filippo fratres in unum, ossia collaborazione fraterna, in
aa.vv., Padre Filippo Bardellini fondatore delle Poverette Casa di Nazareth e la sua opera di
cristiana bontà, numero unico: 19 maggio 1978 (Celebrazione del Centenario della nascita del
Filippino p. Filippo bardellini), pp. 12-14.
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis et canonizationis servi Dei Philippi Bardellini sacerdotis Congregationis Oratorii fundatoris Piae Societatis Paupercularum a Domo Nazarethana (1878-1956) summarium super dubio, roma 1994,
pp. 64-67.
M. dell’aGnolo, Profilo storico del Padre Filippo Bardellini e delle sue opere, Pro manuscripto s. d., pp. 95-100.
l. zanonCello, San Giovanni Calabria e il Servo di Dio Padre Filippo Bardellini. Amici, confidenti, collaboratori, in Padre Filippo oggi. Periodico semestrale dell’Istituto “Poverette della
Casa di Nazareth”, 1 (1999) 3-6.
nella revisione di questo studio ho potuto avvalermi di alcune indicazioni puntuali di una studiosa
dell’istituto Poverette della Casa di nazareth, suor lina borgo, che in parte ho riportato nel testo.
41
go via Carducci che porta alla sede del Seminario, dovendo passare entrambi
per il Ponte nuovo».68
È noto comunque che gli alunni esterni, oltre ad assistere, fianco a fianco,
alle lezioni ed ai momenti di ricreazione che le intervallavano, dovevano anche
partecipare ad alcune pratiche di pietà comuni: ad esempio la giornata di ritiro
Mensile, che dal 1860 al 1895, fu predicata in Seminario dal Filippino p. luigi
Perez.69
È il padre bardellini stesso, il 15 febbraio 1948, a ricordare in una Circolare
alle sue religiose e religiosi quegli anni lontani:
«Permettete che ancora vi esponga le mie riflessioni alle parole del mio caro Padre don Giovanni Calabria. Già ci conoscevamo ancora prima che tutti e
due mettessimo la veste da chierico, vi dico il vero, io lo vidi sempre diverso
da tutti gli altri giovani. egli non pensava a tanti giochi, teatri parrocchiali, gite
od altro... egli era sempre dominato da due grandi pensieri: dio e le anime. tu
lo vedevi o nelle chiese o negli ospedali, o dagli ammalati in casa privata. Se
andavi in S. Chiara lo vedevi prostrato in estatica preghiera davanti al SS. mo
Sacramento».70
nel 1902 don Calabria venne nominato confessore in Seminario per gli
alunni del liceo; è però difficile dire se anche l’allora chierico bardellini abbia
approfittato del suo ministero.
tutto lascia credere che p. Filippo, dopo la sua ordinazione sacerdotale, si
sia avvalso del ministero del Calabria per la sua confessione ordinaria, e per
la direzione Spirituale. Si sa comunque – e se ne trova traccia nel suo
diario71 – che la relazione con don Giovanni Calabria, almeno per ciò che riguardava la direzione spirituale e la confessione, venne osteggiata negli anni
1912-1913 dal Preposito della Congregazione Filippina p. albino Scarmagnani.
68
69
70
71
42
l. zanonCello, San Giovanni Calabria..., p. 4.
M. GranCelli, Vita del R. P. Luigi Perez della Congregazione dell’Oratorio, verona 1908, pp.
118-124.
M. dell’aGnolo, Profilo storico del Padre Filippo... pp. 95-97.
diario (9 dicembre 1912): «...per il bene della Congregazione, per non dare scandalo ai fratelli,
per non creare precedenti dopo quella Filippica, pro bono pacis [...], finché fosse rimasto quello
stato di cose, non si sarebbe confessato da una persona estranea...».
il suo primo biografo, p. igino Silvestrelli, così ricorda l’episodio: «il giovanissimo Filippino intendeva scegliere d. Giovanni come confessore e direttore di spirito: si sentì rispondere, secco secco: “don Calabria? Quel Prete fanatico, esaltato? andar su da quele quattro donete che le tien verto el grembial perché vegna la mana dal ciel...?”. Per il momento non gli fu concesso il permesso: Filippo obbedì e pazientò, anche se questo gli costava molto. Poi le cose si
appianarono e potè frequentare il venerato Servo di dio per circa 40 anni».72
al di là delle su citate considerazioni del p. Scarmagnani circa l’idoneità o
meno di san Giovanni Calabria a guidare spiritualmente p. Filippo, è certo che
la Comunità Filippina, sicuramente sollecitata da p. Filippo, aiutò economicamente più volte la Casa dei buoni Fanciulli fin dal 1911.73
restano comunque da chiarire, in relazione agli anni in cui p. bardellini
poté frequentare san Giovanni Calabria, la natura e modalità della da più parti
asserita direzione spirituale da parte di quest’ultimo,74 anche perché nell’epistolario esistono cenni e allusioni di non facile interpretazione.
il 2 maggio 1917 p. bardellini offerse un agnellino75 a don Calabria, che ne
fu molto contento.
72
73
74
75
i. SilveStrelli, «don Scarpassa...»... p. 39.
G. Calabria, Lettera a p. Bardellini (13/7/1911), ms. doc. 3078 - archivio Poveri Servi della
divina Provvidenza - verona.
nella revisione di questo studio ho potuto avvalermi di alcune indicazioni puntuali di una studiosa dell’istituto Poverette della Casa di nazareth, suor lina borgo. Mi è molto piaciuto, e desidero riportare il suo parere al riguardo di questo tema: «don Giovanni Calabria fu il suo direttore di Spirito. Padre Filippo visse la direzione spirituale come aMiCizia. non esiste parola
migliore per definire il rapporto che legò per l’intero arco dell’esistenza queste due “Grandi
aniMe” (Padre luigi Pedrollo).
aMiCizia significava: reciproco rispetto, stima, preghiera, scambio di consiglio, di conforto,
di aiuto morale e materiale.
aMiCizia era l’interpretazione della volontÀ di dio, la condivisione di ideali, di intenti e di
progetti senza interferire o sostituirsi nella propria particolare missione. Padre Filippo considerava
l’“aMiCizia” con don G. Calabria come un singolare beneficio ricevuto da dio, dalla Provvidenza: “Ammira la Divina Provvidenza e il gran dono che Dio ti fece nel farti conoscere e amare don
Giovanni Calabria. È un uomo veramente di Dio: Più che puoi, fai tesoro di questo dono per la casa e per la città. Vede le cose in Dio e parla e sente secondo Dio” (note personali di p. bardellini)».
l. Pedrollo, Don Calabria e p. Filippo fratres in unum..., p. 13.
Una lettera del bardellini a don Calabria del 2 maggio 1937 sembra però riportare l’episodio
agli anni immediatamente precedenti alla ii Guerra Mondiale.
43
due giorni dopo, il primo venerdì del mese e l’8 maggio 1917 don Calabria76 e p. bardellini fecero il voto di vittima.77
Sicuramente si trattava di una pratica devozionale, del cui carattere si parlerà
più avanti, che presupponeva una frequentazione reciproca e una sintonia spirituale notevoli. e la conferma di tutto questo ci viene puntuale da una lettera del 4
novembre 1918, che p. bardellini scrive al Calabria: «...io sono stato unito dalla
divina Provvidenza in modo speciale nel 4 Maggio 1917, nell’atto di Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù, ma confesso che fino ad ora, sono stato unito quasi materialmente [...] È un po’ di tempo che per sentire più sensibilmente questa
unione con lei, non potendo fare più quella via, una volta così frequente alla sua
Casa, faccio ogni giorno la via Crucis, come fosse un viaggio a San zeno...».78
nell’ultimo giorno di carnevale, il 17 febbraio 1920, il p. bardellini condusse 30 buoni Fanciulli a fare una pratica devozionale, legata alla spiritualità filippina, la cosiddetta “visita alle 7 Chiese”.79 e, sempre nel 1920, p. Filippo
76
77
78
79
44
G. Calabria, Laus Deo Deiparae: 4 maggio 1917 [diario 30/11/1916 - 6/10/1919], ms. archivio Poveri Servi della divina Provvidenza - verona: «4 Maggio 1917... oggi è il primo venerdì
del mese, assieme al r. Padre Filippo ho rinnovato davanti a Gesù sacramentato la promessa di
essere vittima».
l. Pedrollo, Don Calabria e p. Filippo fratres in unum..., p. 13:
«noi don Giovanni Calabria e p. Filippo bardellini, per le mani della vergine immacolata, Signora del Sacro Cuore di Gesù, doniamo e consacriamo al S. Cuore di Gesù, nostro Signore, la
nostra persona, la nostra vita, le nostre azioni pene e sofferenze per non più servirci di alcuna
parte del nostro essere se non che per amarlo e glorificarlo.
noi vogliamo essere irrevocabilmente tutti di lui e tutto fare per suo amore. rinunziamo con tutto il nostro cuore a tutto ciò che potrebbe dispiacergli. noi vi prendiamo adunque pel protettore
di nostra vita, per la sicurezza della nostra salute, per il rimedio della nostra incostanza, per il riparatore di tutti i difetti della nostra vita e per il sicuro asilo nell’ora della nostra morte. Siate
adunque, o cuore di bontà, la nostra giustificazione presso iddio Padre, e stornate da noi le saette
della sua giusta collera, o cuore d’amore, noi mettiamo tutta la nostra speranza in voi, imperciocché tutto temiamo dalla nostra debolezza, ma tutto ancora speriamo dalla vostra bontà. Consumate adunque in noi tutto ciò che può dispiacervi ed opporvi resistenza, fate sì che il vostro puro
amore si imprima così profondamente nel nostro cuore che giammai noi possiamo dimenticarvi,
o da voi separarci. vi scongiuriamo per la vostra bontà, che il nostro nome sia scritto in voi, poiché noi vogliamo collocare tutta la nostra felicità nel vivere e morire in qualità di vostri schiavi.
P. Filippo bardellini d.o. i° venerdì ed otto maggio 1917 i° - venerdì ed otto maggio 1919».
F. bardellini, Lettera a don Calabria (4/11/1918), ms. archivio Poverette della Casa di nazareth - Ponton di domegliara (vr).
G. Calabria, Al Padre Natale dopo la mia morte: 17 febbraio 1920 [diario 9/11/1919 6/06/1923], ms. archivio Poveri Servi della divina Provvidenza - verona:
«Questa mattina più di 30 ragazzi sono andati assieme al Padre Filippo a fare la visita delle 7
Chiese...». la pratica devozionale “visita alle 7 Chiese” fu praticata e diffusa da S. Filippo neri.
bardellini donò a don Calabria un libro sullo Spirito Santo di G. Joergensen: Il
fuoco sacro.80
don Calabria e p. bardellini erano due uomini spirituali, e consideravano
“cose importanti” avvenimenti che riguardassero le celebrazioni liturgiche, le
pratiche devozionali. È perciò un fatto degno di nota, e la dice lunga sul loro
rapporto personale, che egli porti ad este, all’inaugurazione della adorazione
perpetua, tra le persone a lui più vicine p. Filippo bardellini:
«domenica 10 ottobre fui a este assieme a tutti gli studenti, don Giacomello, don bovo, padre Filippo, don belfi, fr. antonio, Stanislao, bonomelli, Pagan, e altri Fratelli con i cantori, per la festa dell’inaugurazione dell’adorazione
perpetua nella Filiale e per grazia di dio riuscì benissimo, sebbene funestata da
tempo pessimo. Che Gesù Sacramentato regni sovrano».81
Forse è da attribuire al periodo che va dal 1923 al 1935 quella collaborazione materiale, di cui parla il Pedrollo: «alcune “sorelle” erano mandate da p.
Filippo alla questua: ufficio invero fecondo di umiliazioni e irto di difficoltà.
di quanto raccoglievano, specialmente di generi alimentari, ogni tanto p. Filippo faceva parte con don Giovanni.
talvolta, in certi momenti più difficili, don Calabria metteva nelle mani dell’amico il suo portafogli, l’unica cassaforte della Casa buoni Fanciulli, e dopo
di averlo anche battuto sopra e sotto con il palmo della mano, com’era suo costume di fare, gli permetteva di togliersi quanto gli faceva bisogno, un “self
service” di nuovo tipo, con piena libertà di spirito, da una parte e dall’altra.
altra volta era p. Filippo che consegnava a don Giovanni il suo portafogli, e
si ripeteva l’operazione con santa letizia nel Signore...».82
dall’epistolario appare chiaro come don Calabria, più di una volta, raccomandi a p. bardellini alcune persone per un aiuto materiale e per una sistemazione.83
80
81
82
83
G. JoerGenSen, Il fuoco sacro, torino 1920. il volume si trova conservato nelle vetrine presenti
nell’appartamento privato di don Calabria.
G. Calabria, Al Padre Natale dopo la mia morte: 12 ottobre 1920 [diario 9/11/1919 6/06/1923], ms. archivio Poveri Servi della divina Provvidenza - verona.
l. Pedrollo, Don Calabria e p. Filippo fratres in unum..., p. 12.
lettere di don Calabria del 2/5/1919, 24/2/1920, 1/7/1922, 27/7/1921, 2/10/1924, 20/4/1926,
1/7/1927, 13/7/1929...
45
inoltre, secondo una testimonianza scritta , p. Filippo – siamo probabilmente nel periodo che va dal primo dopoguerra all’inizio della visita apostolica nell’istituto don Calabria (1935) – «venne varie volte chiamato a predicare» nell’ambito di ritiri ai ragazzi, al reparto aspiranti, e al reparto
Studenti.84
interessante, e rivelatore del tipo di rapporti che intercorrevano tra p. Filippo e don Calabria, è un episodio del 1929 legato alla vicenda dell’acquisto da
parte di don Calabria dell’ex villa vescovile S. Maria di nazareth sul colle di
S. Pietro di verona.
don Calabria aveva fatto nel 1928 sopralluoghi ed avviato le procedure per
l’acquisto dalla Mensa vescovile di un luogo e degli immobili da adattare a residenza del suo istituto apostolico per la formazione dei sacerdoti, fidando sulla promessa di una persona facoltosa che si era liberamente impegnata a coprire le spese d’acquisto.
il preliminare di compravendita, con versamento della caparra di 15.000 lire, era stato sottoscritto dalle parti il 4 aprile 1929. dovevano essere versati entro il 31 dicembre di quell’anno altri 50.000 lire, ma nel frattempo il benefattore aveva cambiato idea.
insomma un grosso problema, del quale don Calabria sembra abbia messo al corrente l’amico p. bardellini se questi – lo sappiamo da un una lettera
del 7 aprile successivo – giunse a dichiararsi disponibile a mettere lui le
50.000 lire mancanti, addirittura accendendo un’ipoteca su di un immobile,
purché si fosse verificata una certa operazione da parte di una sua benefattrice.85
84
85
46
G. Sonato, Rev.da Madre Direttrice [lettera], in Padre Filippo oggi. Periodico semestrale dell’Istituto “Poverette della Casa di Nazareth”, 2 (2000) 48:
«rev.da Madre direttrice, sfogliando vecchie foto, è venuta alla luce l’immagine del vostro santo Fondatore Padre Filippo, mia vecchia conoscenza fin dai primi anni ginnasiali (1928) nella
Casa buoni Fanciulli di San benedetto in verona. Padre Filippo veniva spesso per trovare il suo
grande amico don Giovanni Calabria: sembravano due anime gemelle; si fermava spesso a parlare anche con noi studenti; aveva sempre una parola buona, piena di fede, di speranza, incoraggiante e piacevole nel nostro bel dialetto veronese...».
F. bardellini, Lettera a don Calabria (7/4/1929), ms. archivio Poverette della Casa di nazareth - Ponton di domegliara (vr).
Sappiamo tutti quanto don Calabria e p. Filippo fossero devoti della Madonna. tutti due si recarono in pellegrinaggio a lourdes: don Calabria nel
1912,86 p. Filippo bardellini alla fine di luglio del 1935.
nell’archivio P.S.d.P. si conserva una cartolina, che mostra la folla dei pellegrini che si reca alla Grotta Miracolosa, e che venne inviata da lourdes
(29/7/35) da un p. bardellini “commosso” all’amico di San zeno in Monte.
Quando avvenne il disastro di volargne, la notizia venne subito partecipata anche a don Calabria, che sentì come cosa propria la tragedia toccata a p. bardellini.
ecco come la Madre suor liliana zanoncello ricorda l’episodio:
«ricordiamo un evento drammatico, durante il quale i due amici “si sentirono – sono parole di don luigi Pedrollo – come conglutinati insieme l’uno con
l’altro”: l’esplosione di un treno carico di tritolo, verificatasi a volargne nel
primo pomeriggio del 21.11.1944 lungo la linea ferroviaria del brennero, la
quale provocò venti vittime tra suore, bambini e collaboratori di Casa nazareth, testimoni innocenti dell’amore, originando in padre Filippo una profonda
costernazione, pur accettando la divina volontà.
venuto subito a conoscenza dell’immane disgrazia don Giovanni Calabria
disse: “Mio dio, che dolore! Questa mattina ho celebrato la santa Messa per le
vittime, che mi pareva ringraziassero per il bel posto avuto anzitempo”.87
Con un gesto di fraterna disponibilità, più unica che rara, don Giovanni accolse subito padre Filippo presso la Casa di San zeno in Monte e successivamente presso l’ospedale Sacro Cuore di negrar per assicurargli conforto ed incoraggiamento».88
86
87
88
G. Calabria, Mio Diario: 10 luglio 1952 [diario 30/04/1947 - 27/04/1953], ms. archivio Poveri Servi della divina Provvidenza - verona:
«Questa mattina il mio caro don Pedrollo parti con due fratelli, don bettini e fr. venturini, con il
pellegrinaggio di lourdes. io lo accompagno in spirito e spero grazie, prima spirituali dalla cara
Madonna e poi la grazia delle grazie, che l’opera dei Poveri Servi viva lo spirito puro e genuino
che il divin Figlio della Madonna ha messo per compiere i grandi disegni, propri dell’ora attuale. 40 anni fa, io con il mio padre spirituale, p. natale e allora il fratello Gigio adami, sono io
pure andato a lourdes. rinnovo quella mia preghiera che, con la divina grazia, dico: o s. o m.
le anime le opere di dio quanto, ma quanto costano!».
G. Calabria, Diario: 22 novembre 1944 [diario 11/08/1942 - 25/04/1947], ms. archivio Poveri
Servi della divina Provvidenza - verona.
ho riportato il testo preso dal diario del Calabria, discostandomi leggermente dalla versione di
Madre zanoncello.
l. zanonCello, San Giovanni Calabria e il Servo di Dio Padre Filippo Bardellini. Amici, confidenti, collaboratori, in Padre Filippo oggi. Periodico semestrale dell’Istituto “Poverette della
Casa di Nazareth”, 1 (1999) 6.
47
Un’altra occasione per darsi una mano venne dalla situazione della città di
verona nel quinto anno della ii Guerra Mondiale, nel 1945.89
alla fine di febbraio 1945 una parte delle Sorelle, e le bambine, si trasferirono nello Studentato Casa buoni Fanciulli, «e fu una gara fra i due istituti; le
Sorelle a portare quanto più potevano di vettovaglie, gli altri a usare ogni attenzione, perché non mancasse loro nulla».90
P. bardellini scrisse ringraziando commosso l’amico don Calabria:
«amatissimo Padre, Grazie, mille grazie di quanto fece per il mio povero
istituto, era giunto il tempo che la Sacra Famiglia di nazareth avesse la sua fuga. Contemporaneamente la casa fu divisa in due parti provvidenziali, perché
v’era un gruppo di Sorelle che ama un altro spirito, e questo rimase ai Filippini...».91
Una graziosa circostanza, che riguarda sempre il rapporto tra don Calabria –
Casa buoni Fanciulli e p. bardellini – Poverette della Casa di nazareth la ricorda, in una lettera del 1952, a don Calabria il P.Filippo: «...Si ricorda, illo
tempore, quante volte in detto giorno [11 febbraio: Festa della Madonna di
lourdes] io e sorelle venivamo a San zeno in Monte con torce, candele, fiori
ecc?...».92
il 10 agosto 1954 p. Filippo celebrò in S. lorenzo il suo 50° di Sacerdozio e
don Calabria, tra l’altro, gli scrisse: «le sono vicino, vicinissimo spiritualmente in questa circostanza del Giubileo d’oro Sacerdotale. l’antica amicizia, la
comunanza di ideali e di lavoro mi fa riguardare la Sua festa come festa tutta
89
90
91
92
48
F. bardellini, Lettera a don Luigi Pedrollo: 24/2/1945, ms. archivio Poveri Servi della divina
Provvidenza - verona:
«...don Giovanni Calabria più volte gentilmente mi propose di andare col mio istituto a nazareth [si trattava della sede dello Studentato Casa buoni Fanciulli ubicato sul colle di S. Pietro a
verona: una Casa che era in parte rimasta libera perché gli studenti erano stati trasferiti a Castelcerino di Soave, in provincia di verona]. Fino ad ora mi sentivo tranquillo, ma oggi che vedo
qui a verona questi continui bombardamenti, massime nel rione Filippini, domanderei se, in carità, fosse ancora libero il posto di nazareth, perché oggi le mie sorelle della casa e le bambine
sono troppo oppresse...».
l. Pedrollo, Don Calabria e p. Filippo fratres in unum..., p. 13.
F. bardellini, Lettera a don Giovanni Calabria: 2/3/1945, ms. archivio Poveri Servi della divina Provvidenza - verona. P. bardellini allude nella lettera alle suore dissidenti del gruppetto
teresa osimiri, che gli procurarono sofferenza nell’ultimo decennio della sua vita.
F. bardellini, Lettera a don Giovanni Calabria: 5/2/1952, ms. archivio Poveri Servi della divina Provvidenza - verona.
mia; con lei ringrazio il Signore Gesù per la grazia che le ha fatto chiamandola a parte del suo sommo ed eterno Sacerdozio, e per tutto il bene che in
questi cinquant’anni lei ha operato in mezzo al popolo, specialmente ai più
miserabili, nello spirito e nella letizia di San Filippo...».93
Spesso sopra ho ricordato che p. bardellini si recava per consiglio da don
Calabria, ma anche questi si recava presso le Case dell’amico Filippino:
«Quante volte è venuto in visita improvvisa alle Case e portava sempre con sé
un raggio di sole, una parola buona, un consiglio, una esortazione. Quanti
aneddoti graziosi si potrebbero dire a questo riguardo! Come è commovente
una fotografia dell’ultimo periodo di vita, quando don Calabria spinge la carrozzella del p. Filippo. era la conclusione dell’assistenza del Servo di dio don
Calabria...».94
e quello che io trovo estremamente interessante nel loro rapporto è un permanente reciproco rispetto coniugato con una grande confidenza.
in questo contesto è a dir poco commovente quanto p. bardellini, anche lui
vecchio e soprattutto infermo, scriveva a don Calabria negli ultimi anni:
«...Povero il mio Padre [don Calabria] ...quanto è sofferente! lei feconda
l’opera coi suoi patimenti... nei nostri primi tempi, p. natale mi diceva: “ha
visto Maria addolorata...”.
ora capisco perché usasse questa frase. Però la Madonna stessa non era mica sempre addolorata...
Caro Padre... la sua natura concorre molto a questa triste nota così ha sempre la croce sulle spalle. io credo che neanche Gesù aveva sempre questa nota
di dolore. Caro Padre... la stessa sua natura è la sua croce e grande croce...
Pregheremo Gesù, Maria, Giuseppe di modificare questa natura del nostro
S. Padre, poiché sta anche scritto: “Servite dominum in laetitia”...».95
93
94
95
G. Calabria, Lettera a p. Bardellini (10/8/1954), ms. doc. 8391 - archivio Poveri Servi della
divina Provvidenza - verona.
M. dell’aGnolo, Profilo storico del Padre Filippo... p. 97.
F. bardellini, Lettera a don Giovanni Calabria: 12/2/1952, ms. archivio Poveri Servi della
divina Provvidenza - verona.
49
aSPetti DeLLa SPirituaLità
Comuni ai Due Servi Di Dio
la parola spiritualità,96 che viene generalmente utilizzata in questi ultimi
decenni in sostituzione dei due termini tradizionali di ascesi e mistica, ha
avuto una lunga evoluzione semantica. resta perciò di non piccola utilità individuare, e convenire nell’utilizzazione del termine, sulla struttura fondamentale della vita cristiana e sugli elementi ineliminabili che la caratterizzano: come ad esempio la dimensione esperienziale, la dimensione trinitaria, la
dimensione ecclesiale, la dimensione cultuale, la dimensione storico - salvifica,97 ecc.
tra le tante definizioni della spiritualità, disponibili nelle pubblicazioni
specifiche, mi sembra interessante, e soprattutto utile per cercare di descrivere l’ambito in cui intendo muovermi, quella fornita dal biblista a. bonora:98
«Parlare di spiritualità è mettersi dal versante dell’uomo in quanto egli
vive e personalizza la relazione di alleanza con dio e quindi ne fa esperienza. [...] Per spiritualità intendiamo precisamente il vissuto della fede, ossia
il vissuto secondo la fede, ed è questo il senso che qui diamo a esperienza
[...] l’esperienza della fede include anche il sapere e il pensare: è l’unità
originaria di conoscenza e amore, di teoria e prassi, di intelletto e volontà. È
esperienza della verità - realtà della rivelazione divina, liberamente accolta
dalla fede del credente, che cerca di capirla e di viverla, di saperla e di praticarla...».
Se è vero, come è vero, che la vita spirituale è per sua natura esperienza religiosa, cioè ricerca di contatto e di comunione con dio, normalmente inte96
97
98
50
P.l. boraCCo, Il problema storiografico della spiritualità cristiana, in Storia della Spiritualità,
vol. 1, bologna 1987, pp. 17-36.
J. leClerCQ, Spiritualità. Aspetto filologico, in Dizionario degli Istituti di Perfezione, diretto da
G. Pelliccia (1962-1968) e G.C. rocca (1969-), vol iX, roma 1997. Coll. 5-8.
Nuovo Dizionario di Spiritualità, a cura di S. de Fiores e t. Goffi, roma 1979, pp. XXvi XXvii.
a. bonora, Presentazione: L’Antico Testamento come letteratura di esperienza e letteratura
che dirige l’esperienza, in Storia della Spiritualità, vol. 1, bologna 1987, pp. 37-46.
grante e conglobante gli aspetti più importanti della persona, e che perciò nasce e si sviluppa nell’intimità della coscienza di ognuno per poi manifestarsi
successivamente, ma non necessariamente, in parole e gesti, può sembrare abbastanza arrischiato il fatto che ci si proponga, in questa sede, di disegnare i lineamenti della spiritualità di p. Filippo bardellini e di san Giovanni Calabria.
tra l’altro non è affatto agevole distinguere ciò che è proprio e originale del
santo, da ciò che egli ha semplicemente mutuato dalle correnti spirituali, assorbite sia dall’ambiente della sua formazione – seminario, persone incaricate della sua formazione, confessore e Padre spirituale – che dall’ambiente religioso,
e socio - culturale in cui si è svolta la sua esistenza.
il compito, che intendo ritagliarmi, è però molto più modesto: cercherò solo
di evidenziare qualche aspetto della spiritualità dei due Servi di dio, allo scopo
di completare la presentazione della loro personalità, ed anche, se possibile,
per dare un aiuto a chi voglia cogliere appieno certi passaggi ed allusioni presenti nell’epistolario.
e per far questo, in una forma che faciliti la comprensione dei fenomeni,
non penso che si possa prescindere da una sommaria presentazione delle forme
di spiritualità e devozionali presenti nel cattolicesimo italiano a fine secolo
XiX e nella prima metà del secolo XX, nel cui contesto vanno sicuramente inquadrati alcuni aspetti della spiritualità dei due Servi di dio.
il secolo XiX – l’ultimo ventennio dell’ottocento infatti è il periodo della
formazione giovanile, e teologico spirituale sia del Calabria che del bardellini
– ai fini di una storia della spiritualità lo possiamo, e forse lo dobbiamo far terminare, sicuramente con la i Guerra Mondiale.
le motivazioni per questa scelta sono più d’una; quella di maggior peso
forse va individuata nel fatto che, all’inizio del novecento, la gerarchia ecclesiastica in italia era più che altro impegnata nella repressione del modernismo,
nella gestione del Movimento Sociale dei Cattolici e nei tentativi di soluzione
della cosiddetta Questione romana.99
99
Sarebbe tuttavia ingeneroso e lontano dal vero ridurre il pontificato di Pio X unicamente alla sua
attività di repressione del modernismo. egli operò concretamente per il rinnovamento liturgico,
con la riforma del canto e della musica utilizzati durante le azioni liturgiche, e per il riordino
delle leggi canoniche: un lavoro che porterà al Codice di diritto Canonico del 1917. emanò varie disposizioni, in parte innovative, per una più adeguata formazione culturale e spirituale del
clero. non bisogna nemmeno dimenticare il suo decreto del 1904, che servì a promuovere nei
cattolici una maggior frequenza alla comunione.
51
il mondo cattolico, sia ecclesiastico che laico, non fu perciò che marginalmente influenzato da tre innovativi “movimenti” che iniziavano proprio in
quegli anni, e che, oltre a costituire l’humus culturale e teologico del vaticano
ii, avranno in seguito un forte impatto sulla spiritualità cristiana:100 il movimento liturgico, il movimento biblico,101 il movimento ecumenico.102
ed è forse in particolare modo per la liturgia che si può affermare che essa
non ha sicuramente saputo guadagnarsi nei confronti della spiritualità, sia dal
punto di vista teologico come dal punto di vista esistenziale, il posto centrale
che le spettava.
Un noto autore, qualche anno fa scriveva: «in questo tempo – sta appunto
parlando del secolo XiX – in cui stranamente si intrecciano tutte le tendenze:
quella della reazione contro ogni desiderio di riforma, soprattutto se proveniva
dal buon tempo antico, come poteva essere il Medio evo e anche il barocco;
quella restaurazionista che, in una stanchezza priva di ogni creatività, tende solo all’imitazione, si assiste ad un fatto: nella celebrazione liturgica il popolo
“ancora una volta è in una maniera più voluta che mai respinto al ruolo di semplice spettatore...” (J.a. Jungmann), per essere lasciato a se stesso in una pietà
a netto sfondo individualista, mentre il prete, anch’egli solo con se stesso, “legge” la sua Messa o “fa” la solenne funzione-spettacolo...».103
100
101
102
103
52
P. CreSPi, G. F. Poli, Lineamenti di storia della spiritualità e della vita cristiana, vol. iii, roma
2000, pp. 129-141.
P. Grelot, Il rinnovamento biblico nel ventesimo secolo, Cinisello balsamo (Milano) 1996,
pp. 376.
e. broMUri, L’Ecumenismo. Chiese in cammino verso la piena comunione, Milano 1991, pp. 301.
G. Cereti, L’Ecumenismo cristiano, in aa.vv., Storia del Cristianesimo. L’età contemporanea, a
cura di G. Filoramo e d. Menozzi, roma-bari 1997, pp. 351-396, con una buona bibliografia.
P. neUner, b. KleinSChwarzer - MeiSter, Breve manuale dell’Ecumene, edizione italiana a.
Maffeis, brescia 2001.
b. neUnheUSer, Il movimento liturgico: panorama storico e lineamenti, in b. neUnheUSer - S.
MarSili - M. aUGé - r. Civil, Anàmnesis 1 La Liturgia, momento nella storia della salvezza,
Casale Monferrato 1979, p. 17.
Per avere una visione di insieme del movimento liturgico italiano, il cui inizio per il Marsili va
ricercato negli anni precedenti la i Guerra Mondiale, credo siano da consigliare:
S. MarSili, Storia del Movimento Liturgico italiano dalle origini all’Enciclica “Mediator Dei”,
in o. roUSSeaU, Storia del Movimento Liturgico. Lineamenti storici dagli inizi del sec. XIX fino
ad oggi, roma 1961, pp. 265-369.
l. dalla torre, Movimento liturgico e riforma liturgica in Italia del secolo XX, in aa.vv.,
La Chiesa in Italia dall’unità ai nostri giorni, a cura di e. Guerriero, Cinisello balsamo (Milano) 1996, pp. 537-571.
a ragione quindi Padre divo barsotti, in un suo saggio pubblicato negli anni Settanta, poteva delineare la spiritualità italiana dell’ottocento come un vissuto di fede quasi interamente influenzato e modellato da alcune devozioni ed
esercizi di pietà:
«la spiritualità italiana dell’ottocento continua la tradizione di una spiritualità che è meno metafisica di quella tedesca, meno psicologica di quella
francese e spagnola: è una spiritualità che si esprime soprattutto nella pietà.
Questa spiritualità è legata fin dalle origini [...] agli esercizi propri della pietà e
alle devozioni [...]
il secolo XiX ha visto sorgere o almeno svilupparsi grandemente tre devozioni fondamentali che hanno caratterizzato la spiritualità cattolica del secolo:
la devozione al Sacro Cuore, la devozione al Preziosissimo Sangue, la devozione a Maria Santissima immacolata...».104
ed anche a me sembra senz’altro opportuno parlare delle devozioni citate
dal barsotti e caratterizzanti la spiritualità dell’ottocento, perché si rivelano
presenti anche nel vissuto di San G. Calabria e di padre F. bardellini.
Si tratterà di integrare la trattazione fornendo qualche informazione anche
su altre devozioni che furono comuni ai due Servi di dio.
il tutto verrà ordinato in quattro sezioni: le devozioni più direttamente teologiche, le devozioni cristologiche, le devozioni alla vergine e ai santi, e infine
qualche cenno sulla spiritualità vittimale.
ripeto: non ho l’intenzione, né mi sembra il luogo per presentare una storia
esaustiva della spiritualità dei due Servi di dio, si dovrebbe infatti necessariamente parlare della loro pratica sacramentale e liturgica: la celebrazione quotidiana della Messa, la confessione settimanale dell’uno e quasi giornaliera dell’altro, la recita del breviario, e di molti altri aspetti.
tento, semplicemente, di descrivere la pratica di alcune devozioni, che hanno avuto grande peso e che hanno finito per caratterizzare la spiritualità dei
due Servi di dio, in forma sintetica, addirittura – con una scelta che penso giovi alla chiarezza – in forma schematizzata.
Questo significa che, accanto ad un primo paragrafo dedicato ad alcuni cenni storici, di carattere generale, di ogni forma devozionale, sono previsti un se-
104
d. barSotti, Magistero di santi. Saggi per una storia della spiritualità italiana dell’Ottocento,
roma 1971, pp. 47 e 48.
53
condo e terzo paragrafo dedicati alla pratica della stessa da parte rispettivamente di san Giovanni Calabria e di p. Filippo bardellini.
devozioni teoloGiChe
Spirito di abbandono alla Divina Provvidenza
Cenni storici
t. Goffi105 legge in alcuni uomini spirituali dell’ottocento una grande sensibilità ed attenzione nei riguardi del tema teologico della divina Provvidenza,
anche se poi registra un diverso atteggiarsi di fronte ad essa.
Si riferisce, in modo particolare, a san Giovanni bosco, al letterato inglese,
poi Filippino e cardinale, John henry newman, a santa Maddalena di Canossa,
al filosofo e teologo abate antonio rosmini,106 al filippino veronese e purista
a. Cesari, all’autore dei Promessi Sposi alessandro Manzoni.
a queste personalità possiamo senz’altro aggiungerne alcune dell’ambiente
veronese: S. Gaspare bertoni,107 don nicola Mazza,108 ed altre di ambiente piemontese: l’insigne cultore della fede nella divina Provvidenza S. Giuseppe be-
105
106
107
108
54
nella stesura di questo paragrafo mi sono avvalso, in modo determinante dello studio di t.
Goffi.
t. GoFFi, La Spiritualità dell’Ottocento, in aa.vv., Storia della Spiritualità, a cura di l.
bouyer - e. ancilli - b. Secondin, vol. vii, bologna 1989, pp. 149-154.
r. beSSero belti, Rosmini-Serbati, Antonio, in in Dizionario degli Istituti di Perfezione diretto
da G. Pelliccia (1962-1968) e da G. C. rocca (1969-), vol. vii, roma 1983, col. 2035:
«nelle costituzioni dell’istituto della Carità, trattando del “fondamento di tutto l’istituto”, rosmini afferma “Questo istituto poggia sopra un unico fondamento, la Provvidenza di dio Padre
onnipotente; e chi vuol porne qualche altro, cerca di distruggerlo (n. 462)”. l’abbandono alla
Provvidenza è il fondamento posto dal rosmini non solo alla base della propria condotta, ma
anche della sua dottrina ascetica, come stanno a comprovare le Massime di perfezione (roma
1830; oltre 50 edizioni fino a oggi, con traduzioni in varie lingue) e la Dottrina della Carità...».
n. dalle vedove, Gaspare Bertoni e l’abbandono alla Divina Provvidenza, in Studi Calabriani, 1 (2001) 49-76.
C. GinaMi, Don Nicola Mazza: la Provvidenza che si intreccia con la storia, in Studi Calabriani, 1 (2001) 77-89.
nedetto Cottolengo, fondatore della Piccola Casa della divina Provvidenza, e,
nell’ultima parte del secolo e primi anni del novecento, il beato don l. orione
fondatore nel 1899 degli eremiti della divina Provvidenza e nel 1903 della
Piccola opera della divina Provvidenza di tortona (al), il beato don luigi
Guanella (1842-1915), che, pur nato in provincia di Sondrio e fondatore di istituti che in un secondo tempo si trasferirono a Como, è sempre stato in contatto
con don bosco, e coll’ambiente piemontese.
il teologo e storico della spiritualità t. Goffi lascia intendere che una tale
mentalità di fiducia nella divina Provvidenza sarebbe stata se non originata, almeno favorita, e per certi aspetti inquinata, dalla situazione socio - politica in
cui venivano a trovarsi il mondo cattolico dopo la rivoluzione francese, e in
particolare le comunità religiose dopo le spoliazioni del periodo napoleonico;
per l’italia – non lo si deve dimenticare – la situazione veniva appesantita dal
rapporto, in gran parte conflittuale, della Chiesa con il nascente stato unitario
per la cosiddetta “questione romana”:
«la cristianità, vivendo assediata da un mondo laicista e socialista, interpreta tutto quanto accade in base al convincimento che dio è impegnato nel far
trionfare la chiesa contro Satana, principio immediato del male. Simile valutazione non scaturisce da una dottrina teologica ufficiale a cui si aderisce. È piuttosto un riflesso di una data mentalità alquanto diffusa...».109
dal punto di vista del significato la fede nella Provvidenza divina può essere intesa in un duplice senso: come personale ricerca della volontà di dio e
quindi abbandono in lui, o come fiducia nella Sua assistenza per la realizzazione di opere da lui volute, tanto da ipotizzare addirittura dei Suoi interventi
“straordinari” nella storia.
la fede nella Provvidenza, nel senso di fiducia in possibili interventi provvidenziali da parte di dio, a mio sommesso avviso, si diffuse anche per i meriti, e come effetto di una specie di irradiamento del cosiddetto spirito di abbandono a dio, alla volontà di dio: un atteggiamento spirituale, di carattere strettamente interiore, che, sorto nel secolo Xviii in ambiente gesuitico, si andò
diffondendo tra le persone religiose proprio nell’ottocento.
nel 1861 – è importante ricordarlo – venne pubblicato, per iniziativa del
padre h. ramière Sj, un testo, inedito fino a quel momento, del gesuita france109
t. GoFFi, La Spiritualità dell’Ottocento... p. 150.
55
se p. Jean Pierre Caussade (1675-1751) L’abandon à la Providence divine envisagé comme le moyen le plus facile de sanctification.
l’opera, composta dalle lettere inviate alla suore visitandine di nancy e
conservate dalla madre anna-Maria di rosen, ebbe fortuna, un buon numero di
edizioni, ed esercitò appunto un notevole influsso su alcuni ecclesiastici e religiosi del XiX secolo.110
Una ulteriore testimonianza della diffusione della devozione alla divina
Provvidenza può anche essere data dal numero considerevole di istituti religiosi, intitolati alla divina Provvidenza, che nell’ottocento, e nei primissimi
anni del novecento, sono stati fondati in italia,111 in Francia,112 in belgio,113 in
olanda,114 in Germania,115 senza tener conto di quelli sorti nell’america del
nord e nell’america latina.
San Giovanni Calabria
Si conserva, nel cortile centrale dell’istituto don Calabria di San zeno in
Monte, la grande lapide che don Calabria volle porre, nel 1909, all’ingresso
110
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112
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114
115
56
J. P. de CaUSSade, L’abbandono alla Divina provvidenza, Cinisello balsamo (Milano) 1986.
Suore della Provvidenza (rosminiane) fondate nel 1832; Suore della Provvidenza di S. Gaetano
da thiene fondate nel 1845; Figlie della divina Provvidenza di Genova - Sampierdarena fondate nel 1867; Figlie della Provvidenza di roma fondate nel 1832; Figlie di S. Maria della Provvidenza di Como (Guanelliane) fondate nel 1872; Pie ancelle della Provvidenza di Milano fondate nel 1898; Piccolo opera della divina Provvidenza di tortona fondata nel 1903.
nei secoli Xvii e Xviii sono state fondate in Francia sette congregazioni femminili con il nome
di Suore della Provvidenza, mentre nel secolo XiX di istituti femminili, aventi lo stesso nome, ne
sono state fondate 13: Suore della Provvidenza di annonay fondate nel 1813-4; Suore della Provvidenza di arras fondate nel 1852; Figlie della Provvidenza di Chartres fondate nel 1852; Suore della Provvidenza di Corenc fondate nel 1824; Suore della Provvidenza di Gap fondate nel
1838; Suore della Provvidenza di la Jumellière fondate nel 1803; Suore della Provvidenza di
langres fondate nel 1802; Suore della Provvidenza di la Pommeraye fondate nel 1816; Suore
della Provvidenza di Mende fondate nel 1820; Suore della Provvidenza di ruillé-sur-loir fondate nel 1806; Suore della Provvidenza di Sens fondate nel 1819; Suore della Provvidenza di
troyes fondate nel 1848; Suore della Provvidenza di S.andrea fondate nel 1806.
a questi istituti si debbono aggiungere le Figlie della divina Provvidenza di Créhen fondate nel 1822.
Suore della Provvidenza e dell’addolorata fondate nel 1839; Suore della Provvidenza e dell’immacolata Concezione nel 1837.
Suore della Provvidenza di amsterdam fondate nel 1852.
Serve della Provvidenza di Schoenbrunn fondate nel 1861.
del suo istituto e che riporta una frase tolta dal cap. vi del vangelo di Matteo
(vv. 25-33):
«non vi angustiate per il vostro vivere di quel che mangerete né per il vostro corpo di che vi vestirete, cercate in primo luogo il regno di dio e la sua
giustizia e avrete in soprappiù tutte queste cose».
il tema della divina Provvidenza, intesa come sollecitudine del Padre celeste nei riguardi dei suoi figli, fu dunque fondamentale nella spiritualità di don
Calabria.
talmente importante che lui assegnò, fin dagli inizi, al suo istituto come
finalità speciale la dimostrazione pratica dell’esistenza della Provvidenza divina.
a conferma di ciò basta riportare alcune citazioni e sottolineature prese e
dalla storia e dagli scritti del Calabria.
nelle regole del 16/7/1909 assegnò – ed è la prima volta nell’ambito dei
vari regolamenti via via stesi – al suo istituto, come una delle tre finalità
principali, quella di dimostrare «al mondo di adesso così ateo, così senza dio,
così tutto immerso nel fango che dio esiste e che pensa e provvede alle sue
creature».116
il compito di dimostrare, nei fatti, l’esistenza della divina Provvidenza don
Calabria lo volle, in seguito, addirittura inscrivere nella denominazione stessa
assegnata ai suoi religiosi e religiose: Poveri Servi e Povere Serve della divina Provvidenza.
Una decisione che venne presa quando si trattò di presentare, nel 1932, un
testo di Costituzioni per ottenere l’approvazione ecclesiastica.
don Calabria, anche in numerose lettere ai Poveri Servi della divina Provvidenza, riprese il tema della divina Provvidenza e del ruolo dell’opera nel diffondere questa fede in un dio che provvede, a patto che ricerchiamo il suo regno.
Mi limito a citarne una, è del 1932, in cui scriveva ai suoi religiosi:
«...Quest’opera è una continua voce che chiama tanti e tanti poveri nostri fratelli che sono fuori di strada, e li costringe a pensare, a meditare, e così i cuori,
116
G. Perazzolo, Momenti di storia della Congregazione Religiosa dei Poveri Servi della Divina
Provvidenza: evoluzione giuridica (dagli inizi al 1932), in Studi e documenti di storia e liturgia
VIII/1, verona 1994, p. 66.
57
avvalorati dalla divina Grazia, si rivolgono dalle cose caduche e misere di questa terra a quelle eterne del cielo, convinti che se pensassero a dio, a cercare il
suo regno la divina Provvidenza in aggiunta concede i mezzi e le cose temporali...».117
il documento più importante, che don Calabria ci ha lasciato, è sicuramente
il suo Diario autografo, scritto su alcuni quaderni conservati nell’archivio generale della congregazione.
Mi sembra che sia a questo documento, espressione immediata e diretta del
suo pensiero, che convenga perciò fare riferimento.
naturalmente i passi del Diario che parlano della Provvidenza, dell’abbandono alla divina Provvidenza sono numerosi; ne ho scelti solo alcuni tra i più
significativi.
il 13 novembre 1912 scrisse: «Con più vado avanti, sento che Gesù vuole
quest’opera abbandonata totalmente a lui e lui, il buon Gesù farà cose grandi
per la sua maggior gloria e bene delle anime. il diavolo freme, non la vuole ad
ogni costo quest’opera e metterà in esecuzione tutti i mezzi possibili e inimmaginabili, ma avanti, avanti, fidati in dio e nella sua divina Provvidenza...».118
Qualche anno dopo, il 10 novembre 1914, ribadì: «...oh sì, questa Casa andrà avanti, si diffonderà solo a questo patto: niente appoggi umani, protezioni
umane, pratica letterale del santo vangelo, nascosti a tutti, fede in dio e nella
sua paterna Provvidenza. anime, anime, ecco la nostra rendita di milioni, miliardi».119
il 16 gennaio 1917, nel mezzo della guerra del 1915-1818 con problemi
economici e di personale facilmente immaginabili, confidò al suo Diario: «Mi
preoccupa e mi disturba un pensiero che non mi riguarda, ma che riguarda Gesù Padrone assoluto di questa Casa e che il solo dubitare fa grande ingiuria a
dio. non v’ha alcun dubbio, la divina Provvidenza penserà a tutto, a patto solo
che noi cerchiamo veramente il regno di dio, che siamo umili, come cenci, e
117
118
119
58
ConGreGazione Poveri Servi della divina Provvidenza, Lettere del Padre ai Religiosi, Ferrara 1956, pp. 5-6.
G. Calabria, Laus Deo: 13/11/1912 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus Deo: 10/11/1914 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
che nei momenti della prova abbiamo più fede. Gesù mio mi getto tutto in voi,
e mi abbandono interamente in braccio alla vostra divina Provvidenza. Miserere mei».120
nel Diario, alla data 7 dicembre 1930, si legge: «la grandezza e la vita dell’opera sta nel Quaerite primum, i ragazzi più miseri e abbandonati, senza nessuno; nessuno paghi. i laboratori [ci] siano, ma di aiuto. lavorare senza ansie.
i fornitori diano con fede, stando alla Provvidenza. [Sia] esclusa ogni réclame».121
e qualche mese dopo, il 21 giugno 1931, dice: «la divina Provvidenza ci
va provando da lungo tempo e credo che questa prova sia una continua chiamata a ritornare indietro, a riformarci tutti nello spirito, vivere di una vita più
soprannaturale, ad ascoltare chi per quanto misero, regge questa Casa, e a far sì
che questa opera manifesti in un più vero senso il grande attributo della Provvidenza, attributo che pesa non nella quantità degli individui, ma nella qualità.
temo molto, che se non cambiamo noi, cambi il Signore. o Gesù abbi di me
pietà».122
P. Filippo Bardellini
nella sua deposizione al Processo diocesano il religioso calabriano fr. vittorino Faccia (6/9/1917 - 20/12/1997) affermò che don Calabria e p. bardellini
erano diversi ma forse complementari. «ad esempio erano diversi anche nell’atteggiamento verso la Provvidenza. don Calabria attendeva la Provvidenza,
padre bardellini andava in cerca della Provvidenza».123
120
121
122
123
G. Calabria, Laus DeoDeiparae: 16/01/1917 [diario 1916-1919], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Rendicono - Diario: 7/12/1930 [diario 1930-1935], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Rendicono - Diario: 21/06/1931 [diario 1930-1935], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis et canonizationis servi Dei Philippi Bardellini sacerdotis Congregationis Oratorii fundatoris Piae Societatis
Paupercularum a Domo Nazarethana (1878-1956) summarium super dubio, roma 1994, p. 181.
nella quarta di copertina dei fascicoletti della collana L’Ape nel giardino dei santi, che venivano dati dalle suore questuanti ai benefattori, si trova scritto: «l’istituto [istituto Poverette della
Casa di nazareth per i bambini e bambine deficienti] vive questuando di porta in porta - Quello
che date ai poveri lo date a dio stesso e poi riceverete da dio il centuplo in questo mondo e la
vita eterna nell’altro - la carità non impoverisce mai - la carità cancella tanti peccati...».
59
diversi sì, ma tutti e due sensibili al tema e alla spiritualità dell’abbandono
alla divina Provvidenza.
Suor Maria zampieri, anche lei nella sua deposizione al Processo di beatificazione, ricordò un episodio che può darci il pensiero di p. bardellini relativamente alla fede nella divina Provvidenza:
«il Padre aveva un grande abbandono in dio. nel fondare l’opera, una sua
penitente amalia Pivetta, ora defunta, aveva regalato al Padre trenta mila lire.
il Padre, nel suo grande abbandono, le ha regalate a don Calabria perché voleva iniziare l’opera senza ricchezze materiali, perché così meglio vedeva se
l’opera era di dio. doveva essere il Signore ad agire, a dare l’ispirazione, la
mozione divina...».124
ho trovato, tra gli scritti di p. bardellini, dei suoi pensieri, molto interessanti, affidati al commento rispettivamente del testo biblico I Libro dei Re e del testo di antonio rosmini Della Divina Provvidenza.125
nel primo caso scrive: «veramente il libro dei re è un libro che mostra
apertamente quale è la divina Provvidenza nel mondo intero e presso tutti i popoli, cattolici e non cattolici e si chiamassero anche atei iddio se ne ride di loro
e compierà sempre i suoi disegni».126
nel secondo caso degno di considerazione è, prima di tutto, il fatto che p.
bardellini, che si era formato in un istituto probabilmente ancora influenzato
dalla vita e dal pensiero del p. a. Cesari d.o., si sia proposto di leggere e di
commentare il trattato del rosmini.
non è nemmeno poi da trascurare quanto egli dice nelle Mie notazioni meditando p. Antonio Rosmini nella sua opera Della Divina Provvidenza: «rosmini aveva un unico intento “giustificare l’equità e la bontà di dio nella distribuzione dei beni e dei mali nel mondo”.127
124
125
126
127
60
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis... p. 250.
i libri del rosmini utilizzati da p. bardellini furono i seguenti:
a. roSMini, Della Divina Provvidenza, vol. 1, domodossola 1932.
a. roSMini, Della Divina Provvidenza, vol. 2, domodossola 1934.
F. bardellini, Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo bardellini d. o.”, Fascicolo iX, n. 127, p. 43 - archivio Poverette della Casa di nazareth - Ponton (vr).
F. bardellini, Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo
bardellini d. o.”, Fascicolo XXiv, n. 187, pp. 1-86 - archivio Poverette della Casa di nazareth
- Ponton (vr).
la mia impressione è quella che p. bardellini fosse più inclinato a vivere
“in forma ordinaria” la fede nella Provvidenza, che intravede presente e operante nella storia degli uomini e personale, e cioè il suo è un affidarsi al divino
volere che sa comunque benefico nei confronti degli uomini.128
il 25 settembre 1912 infatti scriveva: «o Filippo hai esperimentato e ti fu
confermato dal tuo caro Padre Spirituale don Calabria che questa è l’economia
che dio vuole usare con te per la tua santificazione “di vivere senza nessuna
preoccupazione né sollecitudine né prudenza umana, né cercare (colle parole,
colle ragioni, con azioni colle reticenze a secondo dell’opportunità) di ottenere
il tuo intento”. essendo che il tuo intento è quello di fare la volontà di dio,
meglio esperimenterai l’azione di dio se meno vi sarà di tua prudenza...».129
devozioni CriStoloGiChe
Pietà eucaristica
Cenni storici
«nel corso dell’ottocento e poi nella prima metà del novecento le devozioni a Gesù eucaristico e a Maria SS. hanno sviluppi caratteristici e spettacolari
fino a diventare fenomeni di massa. non si tratta solo di forme esteriori; entrambe le devozioni infatti nei loro tratti esterni possono considerarsi come la
spia di due filoni di spiritualità individuale e collettiva...».130
128
129
130
G. Finotti, Fedeltà alla santissima Provvidenza motore della vita e di ogni azione, in Padre Filippo oggi. Periodico semestrale dell’Istituto “Poverette della Casa di Nazareth”, 1 (2001) 3-5.
Mi sembra che sia questo il pensiero anche dell’autore di questo articolo: «abbandonarsi alla
divina Provvidenza vuol dire dunque per padre Filippo: rinunciare a se stesso, fare sempre e comunque la santa volontà di dio, e stare lieto nelle mani di dio, come gli insegnava la spiritualità
gioiosa del suo Santo Fondatore: infatti non dobbiamo dimenticare mai che San Filippo neri è il
suo grande modello a cui ispirarsi per una santa vita in Cristo...».
F. bardellini, Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo bardellini d. o.”, Fascicolo i, n. 9, p. 2 - archivio Poverette della Casa di nazareth - Ponton (vr).
P. Stella, Prassi religiosa, spiritualità e mistica nell’Ottocento, in in aa.vv. Storia dell’Italia religiosa. L’età contemporanea, a cura di G. de rosa, t. Gregory, a. vauchez, vol. iii,
roma - bari 1995, p. 123.
l’argomento La devozione a Gesù eucaristico... è trattato nelle pagine 123-128.
61
Gli studiosi fanno derivare questa devozione dalla spiritualità cattolica postridentina, i cui antecedenti più prossimi vengono ravvisati nella nascita, tra
il ’500 e il ’700, delle varie Confraternite del SS. Sacramento, nella pratica
molto sentita delle Quarantore, ma anche dall’opera di alcuni santi come, ad
esempio, S. alfonso Maria de’ liguori, il quale licenziò alle stampe nel 1744
le Visite al SS. Sacramento e a Maria SS. Per ciascun giorno del mese,131 e S.
Pietro Giuliano eymard (1811-1868) fondatore nel 1856 dei Sacerdoti del SS.
Sacramento e nel 1859 delle Ancelle del SS. Sacramento: due congregazioni
caratterizzate dalla preghiera comune e personale davanti al SS. Sacramento
esposto.
anche il beato Pio iX, nel 1851, raccomandò in forma ufficiale l’adorazione perpetua.
Come varie forme di devozione eucaristica dell’ottocento possano essere
considerate la pratica della benedizione eucaristica alla domenica alla fine dei
vespri ed in altre circostanze paraliturgiche, la visita frequente al SS. Sacramento (tabernacolo),132 la comunione eucaristica frequente, la celebrazione di
Congressi eucaristici regionali, nazionali ed internazionali,133 la frequenza domenicale alla Messa (in collegi ed istituti la frequenza era giornaliera) vista secondo l’ottica dei predicatori del tempo, cioè come rinnovazione mistica del
sacrificio fatto da Cristo sulla Croce per la riconciliazione con dio di tutti gli
uomini: l’elevazione dell’ostia consacrata veniva infatti immaginata come
quella di Cristo inchiodato sulla Croce.
la Messa celebrata in latino, se da un lato impediva la partecipazione comu-
131
132
133
62
P. zovatto, Nuove forme di religiosità popolare tra Sette e Ottocento, in aa.vv. Storia dell’Italia religiosa. L’età moderna, a cura di G. de rosa, t. Gregory, a. vauchez, vol. ii, roma bari 1994, pp. 402-404.
Secondo P. Stella il libretto ebbe nell’ottocento circa 140 edizioni. P. zovatto cita G. de luca
per dire che le edizioni nelle varie lingue – si sta parlando della metà degli anni trenta – furono
circa duemila.
G. de lUCa, Sant’Alfonso il mio maestro di vita cristiana, a cura di o. Gregorio, alba 1963, p. 72.
P. Stella, Prassi religiosa, spiritualità... pp. 123-124:
«nelle chiese il tabernacolo con il Sacramento diventa meta di colloqui silenziosi e di alta tensione interiore. don bosco narra del suo giovane allievo domenico Savio, trovato assorto e quasi estatico in chiesa dietro l’altare del Santissimo, mentre gli altri ragazzi suoi compagni erano
altrove a pranzare...».
Per iniziativa di M.M. e. tamisier (1843-1910), nel 1875 venne fondata l’opera del Congressi
eucaristici internazionali. il primo fu celebrato a lilla nel 1881.
nitaria, finiva però per esaltare il senso del mistero, e per affascinare gli astanti.
il popolo – noi diremmo purtroppo – oltre ad eseguire dei canti in momenti
particolari della celebrazione, seguiva il rito liturgico recitando il rosario della
Madonna: una recita considerata il modo migliore, e alla portata di tutti, di partecipare alla Messa, perché suggeriva la meditazione dei momenti principali,
cioè i Misteri (dolorosi, gaudiosi e gloriosi) della vita di Cristo.
dopo un secolo, il Xvii, in cui il Giansenismo con la sua dottrina sacramentale aveva influenzato non poco il mondo ecclesiale italiano, può essere
considerata pratica frequente, se ci si riferisce all’inizio dell’ottocento, il fatto
che i devoti – non il popolo che si comunicava nelle quattro o cinque feste più
importanti dell’anno – si accostassero all’eucarestia ogni quindici giorni, e in
qualche caso ogni settimana.
nella seconda metà del secolo, invece, il termine “frequente” ormai lo si
può usare soltanto quando ci si trova davanti ad una persona che faceva non
solo la comunione domenicale, ma per motivi devozionali anche in alcuni giorni della settimana: al venerdì in onore del Sacro Cuore, o al sabato che tradizionalmente era dedicato alla Madonna, ecc.
Concludo questo breve excursus con alcune annotazioni, dovute ai due studiosi P. Stella e t. Goffi, che trattano alcuni aspetti del vissuto eucaristico dell’ottocento.
la prima, desunta da uno studio di Stella, è la seguente: «Sul piano emotivo
e spirituale l’attrattiva della comunione eucaristica si sviluppa fra senso timoroso del sacro e intimità amorosa. entrambi i sentimenti tendono a circondare
con un alone di silenzio l’evento della eucarestia, ricevuta durante la celebrazione della messa o anche nei momenti più vari della mattinata...».134
la seconda, ricavata da uno studio di Goffi, afferma: «nell’ottocento l’eucarestia è assunta spiritualmente come il trionfo del Cristo presente fra noi, e
non già come viatico del nostro vivere pasquale...».135
San Giovanni Calabria
le forme di devozione di don Calabria nei riguardi dell’eucarestia furono
134
135
P. Stella, Prassi religiosa, spiritualità... p. 127.
t. GoFFi, La Spiritualità dell’Ottocento... p. 155.
63
quelle in auge nel secolo XiX e nella prima parte del XX secolo: la celebrazione quotidiana della s. Messa, visite frequenti al SS. Sacramento durante la
giornata, l’adorazione solenne nel primo venerdì del mese, la pratica della benedizione solenne con l’ostensorio alla fine della recita del vespri domenicali
e della benedizione serale con la Pisside, processioni del Corpus domini ecc.
nel Diario di don Calabria, ma sarebbero altrettanto eloquenti le “cronache” del periodico L’Amico dei Buoni Fanciulli, abbiamo al riguardo di tutto
questo delle precise testimonianze.
il 10/11/1911, nell’ambito dei Proponimenti fatti il giorno 10 novembre
1911, dall’osservanza dei quali dipende il principio della mia santificazione e
della stabilità e diffusione dell’Opera, don Calabria scriveva:
«[...]
3° il mio santo Ufficio prometto possibilmente di recitarlo sempre in ginocchio e in chiesa davanti a Gesù in Sacramento...
[...]
10° Prometto di fare ogni settimana l’ora di adorazione [...]».136
Qualche giorno dopo, il 21/11/1911, egli auspicava che si potesse attuare
nella Casa la pratica della “Laus perennis”:
«oggi fu un grande avvenimento per la Casa. tutto il giorno fu esposto Gesù in Sacramento, e fu adorato di ora in ora dai figlioli e fratelli, tutti. Sento
che Gesù fu contento. Spero che in questo giorno avrà perdonato tutte le nostre
colpe e che tutti ci metteremo all’impegno. Che bella, che divina è la devozione a Gesù in Sacramento. oh, se venisse un tempo che tutto il giorno e anche
la notte Gesù fosse adorato. Che ricchezza per la Casa, che salute per le anime;
preghiamo perché Gesù ci faccia degni».137
i passi del Diario che parlano della devozione eucaristica sono molti. ne ho
scelti alcuni tra i più significativi, tenendo conto, in una qualche misura, anche
dell’aspetto cronologico.
nel 1916, il ventinove ottobre, annotò:
«oggi fu terminato un solenne triduo eucaristico in riparazione alle tante
136
137
64
G. Calabria, Laus Deo: 10/11/1911 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus Deo: 21/11/1911 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
bestemmie che si commettono, in modo speciale per riparare un’offesa atrocissima fatta da un empio giornale di Milano. Fu chiuso questo triduo con la
processione solenne per tutta la Casa e con la benedizione di Gesù Sacramentato».138
nell’autunno del 1918 don Calabria organizzò un “triduo Solenne” di adorazione, che venne reclamizzato nei giornali cittadini, e che portò a San zeno
in Monte ben 400 sacerdoti.139
nel Diario ne tratta in due date:
«[16 settembre 1918] oggi alle 4 fu dato principio al triduo solenne eucaristico diurno e notturno di soli sacerdoti. Questo triduo fu approvato e benedetto da sua eminenza il nostro Cardinale e il fine di questo triduo si è di supplicare la divina misericordia ad avere di noi pietà perdonandoci i nostri peccati
unica e sola causa di ogni male. l’apertura fu fatta con il canto del vespro del
Santissimo, presenti 24 sacerdoti».140
«[20 settembre 1918] ne sia ringraziato e benedetto il Signore. il triduo eucaristico che Gesù ha voluto è riuscito bene. Per tre giorni i sacerdoti si sono
successi con gran pietà e devozione nell’adorazione diurna e notturna. la chiusa fu solenne. Più di 70 sacerdoti onorarono e accompagnarono Gesù nella solenne processione di chiusa. di nuovo sia ringraziato il Signore in terra e ci sia
concesso di ringraziarlo e benedirlo per sempre in Cielo».141
Per la descrizione dei festeggiamenti, che si facevano tradizionalmente nella Casa, in occasione della Festa del Corpus domini, può bastare la testimonianza scritta il 3 giugno 1920:
«ne sia ringraziato le mille volte Gesù benedetto perché ci concesse di passar santamente bene la gran festa del Corpus domini. tutto il giorno tanto qui
nella Casa, come nel reparto studenti vi fu esposto Gesù in Sacramento. alle
4.30 del dopo pranzo, vespri solenni e solenne processione per tutta la Casa con
la benedizione della città. Celebrante fu l’arciprete di S. Giovanni don bono-
138
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140
141
G. Calabria, Laus Deo: 29/10/1916 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Perazzolo, Il colle di San Zeno in Monte e l’Istituto don Calabria, verona 1998, p. 92.
G. Calabria, Laus DeoDeiparae: 16/09/1918 [diario 1916-1919], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus DeoDeiparae: 20/09/1918 [diario 1916-1919], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
65
metti, diacono p. desenzani e suddiacono don Giacomello. Che Gesù benedetto
ci conceda di passare bene questo mese dedicato al Sacro suo Cuore e che tutti
da questo divin Cuore impariamo ad essere suoi nel vero senso della parola».142
Finalmente nel 1920, nella sua seconda Filiale, ad este dove si trovavano le
Sorelle con i ragazzi più piccoli, riuscì a dare realizzazione al suo sogno dell’adorazione perpetua:
«[Diario 12 ottobre 1920] domenica 10 ottobre fui a este assieme a tutti gli
studenti, don Giacomello, don bovo, padre Filippo, don belfi, fr. antonio, Stanislao, bonomelli, Pagan, e altri Fratelli con i cantori, per la festa dell’inaugurazione dell’adorazione perpetua nella Filiale e per grazia di dio riuscì benissimo,
sebbene funestata da tempo pessimo. Che Gesù Sacramentato regni sovrano».143
Saltando a piè pari quanto venne fatto negli anni venti e trenta, troviamo
nel suo Diario notizia di un’adorazione eucaristica, che venne attuata nel giugno 1940 per più giorni: «oggi primo venerdì del mese, qui a san zeno in
Monte, mi pare per volontà del Signore, si inizia 7 giorni di adorazione davanti
a Gesù esposto. Sia questo in espiazione dei miei peccati, dei peccati commessi dalla povera umanità, per impetrare le divine grazie e misericordie».144
don Calabria, che sentiva la guerra – la prima e la seconda guerra mondiale – come una punizione per i peccati dell’umanità, e nello stesso tempo
come un richiamo per tutti, in modo particolare per i sacerdoti e i religiosi,
alla conversione, riteneva che la preghiera, specie di fronte al SS. Sacramento, fosse l’unico strumento per impetrare ed affrettare l’ottenimento del dono
della pace.
Una sicura riprova di questa visione delle cose la ritroviamo infatti nel suo
Diario, alla data 2 aprile 1941:
«triduo solenne eucaristico sacerdotale, in espiazione e propiziazione per i
peccati della povera umanità, e in modo particolare, dei peccati commessi dalle
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145
66
G. Calabria, Dopo la mia morte al Padre Natale: 3/06/1920 [diario 1919-1923], ms. archivio
P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Dopo la mia morte al Padre Natale: 12/10/1920 [diario 1919-1923], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Mio diario: 7/06/1940 [diario 1939-1942], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Mio diario: 2/04/1941 [diario 1939-1942], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
anime al Signore consacrate».145
P. Filippo Bardellini
il p. bardellini, in piena consonanza con il Credo cattolico, vide l’eucarestia come la concretizzazione da parte di dio di due suoi progetti d’amore: stabilire una stretta vicinanza con l’uomo mediante la presenza sacramentale del
Cristo, e ancora diventare, in Gesù Cristo, nutrimento dell’uomo per favorire la
vita dello Spirito.
in una circolare alle sue religiose, per la Festa del Corpus domini 1949,
scrisse:
«il Cuore di un dio per essere sempre vicino al cuore dell’uomo escogitò
una nuova via, e si fa eucarestia e là lo troviamo veramente, realmente, sostanzialmente, là egli si trova in Corpo, Sangue, anima e divinità per essere nostro
cibo».146
in un volumetto stampato si attribuisce a p. bardellini il seguente testo:
«Gesù nel nuovo testamento voleva dare alla povera umanità un vero nutrimento e come il pane e il vino nutriscono l’uomo così voleva ci convincessimo
che il corpo di Gesù è veramente cibo, ed il suo sangue è veramente bevanda e
se non mangeremmo di questo corpo e non berremmo di questo sangue non vi
potrà essere in noi la vita dello Spirito. ogni giorno si mangia e si beve e tanto
più ogni giorno abbiamo bisogno della S. eucarestia».147
la prima forma devozionale caldeggiata anche da p. bardellini fu la pratica
della comunione quotidiana, anche se egli la vedeva praticabile unicamente
dalle anime fervorose, perché egli asseriva «in tutte le cose ci vuole prudenza e
discrezione».148
146
147
148
F. bardellini, Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo
bardellini d. o.”, Fascicolo XXXi, n. 239, p. 2 - archivio Poverette della Casa di nazareth Ponton (vr).
Padre Filippo la pensava così. A ricordo della solenne chiusura del Processo di Canonizzazione del Servo di Dio, Ponton (verona) 1989, p. 35.
F. bardellini, Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo
bardellini d. o.”, Fascicolo vi, n. 97, p. 2 - archivio Poverette della Casa di nazareth - Ponton
(vr).
67
Che la considerasse comunque il fatto centrale nella vita spirituale sembra
dimostrarlo il suo convinto suggerimento al riguardo della cosiddetta «comunione spirituale», da praticarsi come preparazione, ma anche come una specie
di prolungamento nel tempo della comunione sacramentale.
P. Filippo ha predicato, scritto molte belle cose sull’eucarestia; talora si abbandonò al lirismo come nel brano seguente: «o Santa eucarestia, ostia della
vergine Madre e Pane del giusto Giuseppe, o Santa eucarestia quanto sei bella,
quanto sei dolce, quanto sei buona così composta dal sangue di sì gran Madre e
dal pane di sì gran Padre putativo ed ora nella mia Santa Comunione penso di
ricevere l’eucarestia dalle mani di Maria S. e di S. Giuseppe come i Pastori e i
re Magi ricevettero Gesù bambino dalle mani di Maria SS. e di S. Giuseppe...».149
Fu anche lui un fervente cultore dell’adorazione “ai piedi del tuo tabernacolo”.
Devozione al Sacro Cuore
Cenni storici
la devozione al Sacro Cuore,150 cara ad una corrente francescana nel Medio evo, e nel periodo della riforma e Controriforma a S. Francesco di Sales (1567-1622), rimase strettamente privata fino a S. Giovanni eudes (1601
– 1680), il fondatore degli Eudisti e delle Figlie di Nostra Signora della carità, che fu l’iniziatore e l’apostolo del culto liturgico dei SS. Cuori di Gesù
e Maria.
Compose l’Ufficio e la Messa del Sacro Cuore che furono approvati da al-
149
150
68
F. bardellini, Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo
bardellini d. o.”, Fascicolo vi, n. 89, p. 7 - archivio Poverette della Casa di nazareth - Ponton
(vr).
a. haMon, Coeur (Sacré), in Dictionnaire de Spiritualité: ascétique et mystique, doctrine et histoire, fondato da M. viller, F. Cavallera, J. de Guibert, tomo ii, Parigi 1953, coll. 1023-1046.
t. GoFFi, La Spiritualità del Settecento. Crisi di identità e nuovi percorsi (1650-1800), in
aa.vv., Storia della Spiritualità, a cura di l. bouyer - e. ancilli - b. Secondin, vol. vi, bologna 1990, pp. 163-166.
t. GoFFi, La Spiritualità dell’Ottocento... pp. 146-149.
cuni vescovi francesi.
S. Margherita M. alacoque (1647-1690), visitandina del monastero di Paray-le-Monial e beatificata da Pio iX nel 1864, ebbe nell’ambito della sua pietà
eucaristica delle apparizioni di Gesù, che le fecero comprendere che, adorando
il cuore di Gesù Cristo con spirito di riparazione, si adora l’amore divino che si
consuma come una fornace ardente per gli uomini.
nell’apparizione del 1675 Gesù le chiese di adoperarsi perché fosse istituito
il culto pubblico e fissata una festa specifica.
il suo direttore spirituale, il gesuita padre Claudio de la Colombière, oltre ad
approvare le apparizioni della veggente, finirà poi per diffondere la nuova devozione nella Compagnia di Gesù, che in seguito diventerà l’istituto religioso che
maggiormente si prodigherà per la divulgazione del culto del Sacro Cuore.
nel Settecento, in special modo nella prima metà del secolo, nacquero
ovunque confraternite del Sacro Cuore,151 nonostante l’aperta ostilità dei giansenisti, e degli illuministi che spesso combatterono direttamente questa forma
devozionale.
Ma si trattava ancora di una semplice devozione popolare, perché fu solo
nel 1765 che la S. Congregazione dei riti approvò la Messa e l’Ufficio, composti da mons. bruni e dal p. Calvi Sj., e perché si arrivasse l’anno successivo,
su richiesta dell’episcopato polacco, all’autorizzazione della festa (per alcuni
luoghi) da parte di Clemente Xiii.
Se la devozione del Sacro Cuore si era diffusa nel Settecento nella cristianità come devozione popolare, nell’ottocento essa, favorita e sostenuta dallo
spirito di S. alfonso M. de liguori (richiamo alla misericordia di dio, all’eucarestia, alla Madonna) attraverso le Missioni al popolo e la diffusione capillare delle sue numerose operette spirituali, divenne – probabilmente come ri-
151
152
153
P. zovatto, Nuove forme di religiosità popolare... pp. 393-402.
P. zovatto ci conferma chi in tre quarti di secolo sorsero nei paesi cattolici, in particolar modo
nella Francia Meridionale e in lorena, 1088 confraternite del Sacro Cuore.
S. traMontin, Vita di pietà e vita di parrocchia, in aa.vv., La Chiesa e la società industriale
(1878-1922). Parte seconda a cura di e. Guerriero e a. zambarbieri, Cinisello balsamo (Mi)
1990, p. 103: «...due sono le caratteristiche dello sviluppo devozionale: una coscienza conservatrice in difesa della fede sempre più esposta a pericoli e dileggi, e un soggettivismo, proprio
della corrente romantica, che personalizza sempre più la religione rendendola nutrimento dei
sentimenti dei fedeli...».
K. SChatz, Storia della Chiesa - 3. Epoca Moderna II, a cura di l. Mezzadri, brescia 1995, p. 47:
69
sposta a determinati aspetti della secolarizzazione che si avvertivano come
preoccupanti152 – l’anima della pietà e spiritualità popolare,153 e del clero. basti ricordare che nell’ottocento nacquero 43 congregazioni religiose intitolate
al Sacro Cuore, o che prevedevano nelle loro finalità la divulgazione di questa
devozione.
durante il pontificato di Pio iX, il 25 agosto 1856, la S. Congregazione dei
riti estese la festa a tutta la Chiesa, prescrivendone la celebrazione la festa il
venerdì successivo all’ottava del corpus domini.
Papa Mastai Ferretti provvide, nel 1864, alla beatificazione di suor Margherita M. alacoque.
leone Xiii, il 25 maggio 1899, con la prima enciclica dedicata totalmente
al Sacro Cuore Annum Sancrum, stabilì le basi teologiche e l’aspetto di riparazione di tale culto.
il 31 dicembre dello stesso anno il Papa affidò il mondo al Sacro Cuore.
anche Pio X e benedetto Xv si adoperarono per lo sviluppo di questa devozione, ma un posto speciale lo si deve riservare a papa Pio Xi, che con l’enciclica Miserentissimus Redemptor (8 maggio 1928) sviluppò la dottrina della
devozione al Sacro Cuore, fermandosi in particolare sulla consacrazione e sulla
riparazione delle offese. il 6 febbraio 1929 elevò di rango, nell’ambito liturgico, la festa del Sacro Cuore.
Questa devozione si espresse, e ancora si esprime, nei modi più vari: l’adorazione riparatrice, la pratica dell’ora santa, la pratica del primo venerdì del
mese, l’apostolato della preghiera (gli associati sono invitati a instaurare il regno del Sacro Cuore di Gesù mediante l’offerta quotidiana delle proprie preghiere ed azioni. le intenzioni di preghiera vengono fissate mensilmente dal
papa), le consacrazioni di individui, famiglie e nazioni al Sacro Cuore, l’intronizzazione dell’immagine del Sacro Cuore, la recita delle litanie del Sacro
«...la Francia. Qui, per esempio, la devozione al sacro Cuore assume dopo la rivoluzione una decisa coloritura monarchico e contro-rivoluzionaria. ...non si deve dimenticare che luigi Xvi, il
re giustiziato durante la rivoluzione, prima della morte consacrò la Francia al S. Cuore di Gesù,
né che i rivoltosi contadini monarchici della vandea combattevano nel segno del S. Cuore. Uomini di stato conservatori, anzi inflessibilmente reazionari, del XiX secolo... consacrano il loro
paese al S. Cuore. il cuore di Gesù: è il cuore offeso e ferito dai nemici della Chiesa e soprattutto dai liberali e dai massoni; la venerazione per il S. Cuore è attraversata da una sfumatura fortemente sentimentale e allo stesso tempo integralistica...».
70
Cuore, i pellegrinaggi a Santuari dedicati al Sacro Cuore.
San Giovanni Calabria
le invocazioni al Sacro Cuore, testimonianza della sua intensa devozione,
sono ricorrenti nel Diario di don Calabria.
alcune espressioni:
«[9/10/1915] Gesù mio, tutti i miei peccati, tutte le mie ingratitudini le depongo nel sacratissimo vostro Costato, e prometto proprio di cominciare, ma
veramente cominciare una vita secondo il Cuore vostro...».154
«[11/4/1916] tutti i miei peccati, le mie ingratitudini li ho seppelliti nel
Cuore sacratissimo di Gesù, e con la sua divina grazia prometto proprio di cominciare una vita da santo sacerdote...».155
«[1/6/1916] o mio Gesù, questo santo mese dedicato tutto al vostro sacratissimo Cuore, lo voglio, con l’aiuto della vostra santa grazia, passare più bene
che posso...».156
nella Casa buoni Fanciulli alla devozione al Sacro Cuore si riservavano
forme liturgiche e devozionali particolari: la pratica della comunione di devozione nel 1° venerdì del mese; il mese di giugno con speciali preghiere dedicato al Sacro Cuore: «ho terminato il mese del Sacro Cuore di Gesù con rinnovare la mia consacrazione e quella di tutta la Casa...».157
e, soprattutto, grande risalto ha sempre avuto nell’istituto la celebrazione
della Festa del Sacro Cuore.
nel suo Diario, alla data 15/6/1917, don Calabria lasciò scritto:
«tutta la Casa è in grande festa: oggi è il giorno del Sacro Cuore di Gesù,
giorno di grandi grazie e di misericordie per la Casa, per il mondo tutto. Questa festa fu preceduta da un triduo con predicazione e oggi Messa e comunione
154
155
156
157
G. Calabria, Laus Deo: 9/10/1915 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus Deo: 11/04/1916 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus Deo: 1/06/1916 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus DeoDeiparae: 1/07/1917 [diario 1916-1919], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
71
generale, poi ora santa, indi, solenne consacrazione di tutti e di tutta la casa,
panegirico e benedizione.
o Gesù mio, o Cuore sacratissimo di Gesù, io tanto e poi tanto ingrato, in
questo solennissimo giorno, mi consacro irrevocabilmente tutto a voi...».158
e, tanto per riportare un altro passo del Diario, al 3 giugno 1932 scrisse:
«Festa grande per non dire grandissima, la festa del Sacro Cuore di Gesù.
Questa festa ha tanto, specie per l’opera, un carattere tutto particolare, specie
in quest’anno. a nazareth vi fu la processione solenne con Gesù in Sacramento. nessuno lavorò. Fu poi nel nome di Gesù messa una nuova semente
d’un’opera, che aggregata a quella dei Poveri Servi dovrà fare del gran bene
nel mondo. deve avere un carattere e una fisionomia tutta sua. Per ora le piccole cellule: fr. antonio, ing. de Stefani, avv. Giuli e altri».159
don Calabria asseriva addirittura che la Casa buoni fanciulli fosse nata dal
Cuore di Gesù:
«[25 maggio 1918] ...la Casa dei buoni Fanciulli è nata nel Sacro Costato
di Gesù, è Casa del Signore. Crescerà, si diffonderà come la religione di Gesù
benedetto, ossia sempre in mezzo a lotte e patimenti. Solamente la confidenza
nelle creature, nei mezzi umani, nelle protezioni la può distruggere».160
e voleva che essa fosse consacrata, nell’ambito della Festa liturgica del Sacro Cuore o alla fine del mese di giugno, al Sacro Cuore:
«ieri fu la festa del Sacro Cuore di Gesù. tutta la Casa fece la consacrazione a questo divino e amoroso Cuore. Che Gesù ci tenga uniti al suo Cuore e
che possiamo essere tutti strumenti docili e umili per compiere, ciascuno nel
suo posto, i suoi grandi disegni».161
ed ancora, il 3 giugno 1921:
«Festa grande, festa del Sacro Cuore di Gesù, che questo divin Cuore bruci
in me e in tutti della Casa tutto ciò che sa di terra e ci infiammi del suo divino
158
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72
G. Calabria, Laus DeoDeiparae: 15/06/1917 [diario 1916-1919], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Rendiconto - Diario: 3/06/1932 [diario 1930-1935], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus DeoDeiparae: 25/05/1918 [diario 1916-1919], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus DeoDeiparae: 8/06/1918 [diario 1916-1919], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Dopo la mia morte al Padre Natale: 03/06/1921 [diario 1919-1923], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
amore...».162
nel 1933 accettò a negrar (verona) un ricovero dedicato al Sacro Cuore, che
diventerà poi l’ospedale Sacro Cuore di negrar, conservandone appunto la dedicazione. anzi amava sottolineare questa dedicazione dell’ospedale al Sacro
Cuore: «Festa grande del Sacro Cuore di Gesù. Per grazia di dio, fui a passare
questa festa dell’amore di dio, nella cara Casa del Sacro Cuore di negrar».163
la guerra 1940-1945 lo spinse, se ce ne fosse stato bisogno, a moltiplicare
la sua preghiera al Sacro Cuore per la pace:
«[13 giugno 1940] anche la cara Patria nostra è entrata in guerra. Sacro
Cuore di Gesù, fa che il mondo tutto venga al tuo divin Cuore d’amore».164
«[17 giugno 1940] Che il Sacro Cuore di Gesù trionfi con darci in questo
suo santo mese una tregua di pace. Sta a noi fare pace completa. Spero che si
possa attuare la promessa fatta al Sacro Cuore».165
«[7 marzo 1941] Sento che il Sacro Cuore di Gesù trionferà sul mondo, tanto beneficato e tanto ingrato, ma trionferà per mezzo delle anime umili, semplici, in opposizione ai grandi superbi».166
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167
G. Calabria, Diario: 2/07/1943 [diario 1942-1947], ms. archivio P.S.d.P. verona.
G. Calabria, Mio diario: 13/06/40 [diario 1939-1942], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Mio diario: 17/06/40 [diario 1939-1942], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Mio diario: 7/03/41 [diario 1939-1942], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
ConGreGazione Poveri Servi della divina Provvidenza, Lettere del Padre ai Religiosi, Ferrara 1956, pp. 199-200:
«Crediamo di essere nel vero affermando che forse molti dei Cattolici italiani non si rendono
conto esatto delle attribuzioni di quella che sarà la futura Costituente. Si pensa da tanti che essa
abbia semplicemente lo scopo di decidere se lo Stato nostro debba reggersi con forma monarchica o repubblicana, e si dimentica, o si ignora, che sarà compito della Costituente di dare allo
Stato italiano un nuovo Statuto [...] la nuova carta costituzionale che sarà data all’italia, dovrà
affrontare non solo il problema della forma dello Stato (repubblicana o monarchica) nonché
quello delle autonomie, o meno, Comunali e regionali, e della nostra struttura economica (proprietà, sua funzione, suoi limiti, iniziativa privata e controllo pubblico, riforma agraria, ordinamento del lavoro), ma anche il problema religioso, familiare, educativo e della tutela dei diritti
dell’umana persona e del cittadino italiano. Chi non vede a prima vista quanto la futura Costituente investa gli interessi di noi cattolici come cittadini, come credenti, come anime, come eredi di un patrimonio di valori morali, religiosi, storici, come diritti della Fede, con la gloria e le
tradizioni della cristiana civiltà del popolo italiano?...».
73
Ma è in una splendida “lettera ai suoi religiosi”, del 20 luglio 1945, che
tra l’altro ci presenta un don Calabria inusuale ed ispirato,167 dove egli mostra
tutta la sua “fiducia” nel Cuore di Gesù, a cui affida la soluzione dei problemi
del secondo dopoguerra italiano:
«Collochiamo la nostra italia nel cuore adorabile di Gesù. Che cosa ci impedisce di ripetere a vantaggio della Patria la pratica dei nove primi venerdì
del Mese? Come mezzo di questa devota forma, chiediamo oggi la salvezza
della nostra italia Cattolica. [...]
Sarà compito della nostra Fede di rimettere in circolazione nelle vene esauste d’italia il Sangue di quel Cuore che ad essa ha assegnato la sede del suo supremo potere spirituale, affinché la Patria nostra, non solo sia salva nella sua
fede religiosa, ma ritorni alla sua privilegiata missione di primato come Madre
della Cristiana Civiltà».168
P. Filippo Bardellini
P. bardellini fu devotissimo al Sacro Cuore. in un suo scritto confessò che,
nei suoi primi anni di sacerdozio, vedeva la sua attività ministeriale destinata
soprattutto a diffondere questa devozione.
lui stesso testimoniò di essersi giovato – siamo negli anni antecedenti la i
Guerra Mondiale – probabilmente tenendoli come testi di riferimento, di due
libri dedicati alla devozione del Sacro Cuore.169
Sappiamo per certo – ne sono testimonianza i testi conservati delle numerose prediche tenute per il i° venerdì del mese – che egli annetteva molta importanza appunto alla pratica del i° venerdì, anche perché coltivò, come appare da
numerosi scritti, una forte devozione nei riguardi della suora visitandina fran-
168
169
170
74
ConGreGazione Poveri Servi della divina Provvidenza, Lettere del Padre... p. 201.
F. bardellini Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo
bardellini d. o.”, Fascicolo iii, n. 60 - archivio Poverette della Casa di nazareth - Ponton (vr).
P. bardellini parla del volume di e. Girelli Manuale completo della devozione al S. Cuore di Gesù.
F. bardellini, Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo
bardellini d. o.”, Fascicolo iii, n. 71 - archivio Poverette della Casa di nazareth - Ponton (vr).
Si parla del volume di P. omer, pubblicato a Palermo nel 1879, Il Cuore di Gesù secondo S.
Alfonso.
Scrisse una circolare alle sue religiose il 17 ottobre 1949 in occasione della festa liturgica di S.
Margherita.
cese S. Margherita Maria alacoque (1647-1690),170 la quale era stata destinataria di alcune apparizioni del Sacro Cuore, e che venne canonizzata nel 1920.
P. bardellini ebbe anche una grande devozione nei confronti della suora benedettina tedesca S. Gertrude di helfta (1256-1302). Quest’ultima infatti fu una antesignana del culto del Sacro Cuore che si sforzò di introdurre nella devozione
popolare del Xiii secolo. anche dai suoi scritti mistici p. Filippo trasse ispirazione, sia nei riguardi della devozione al Sacro Cuore e alle Cinque Piaghe di Cristo.
Per lui la devozione al Cuore di Cristo rispondeva a tre esigenze principali:
contemplare l’amore di Cristo verso il Padre, rispondere in forma pertinente all’amore di Gesù, e stipulare una polizza di assicurazione sulla propria sorte
eterna.
Per quanto concerne il primo spunto egli scrisse:
«Signore non avete offerto a dio tutte le vostre membra in prova d’amore?
Che vi resta? ah sì vi resta ancora da offrire il focolare dell’amore il Cuore vostro santissimo la parte più nobile del vostro corpo, l’organo più sensibile e
che ha relazione più immediata con la vostra anima e divinità.
Fratelli, non è dai palpiti del cuore che noi deduciamo lo stato dell’anima
la sua nobiltà i suoi dolori? non è dal cuore che noi denumeriamo le qualità di
una persona e diciamo colui ha un cuor nobile un cuor mite un cuor caritatevole...».171
in relazione al secondo punto ho scelto, tra i vari brani disponibili negli
scritti del Servo di dio, il seguente: «Per pratica di questo mese procureremo
di piacere al Cuore di Gesù e di morire.
non è nostro dovere amare chi tanto ci ha amato? ebbene lo ameremo
davvero in questo mese se: i° eviteremo ogni peccato veniale deliberato,
usando questi mezzi, cioè a) spogliarci delle cose di questa terra, b) pregare e
meditare...».172
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172
F. bardellini, Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo bardellini d. o.”, Fascicolo iii, n. 72, p. 2 - archivio Poverette della Casa di nazareth Ponton (vr).
F. bardellini, Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo bardellini d. o.”, Fascicolo iii, n. 71, p. 9 - archivio Poverette della Casa di nazareth Ponton (vr).
75
P. bardellini era poi convinto che il vero devoto del Sacro Cuore fosse un
predestinato alla salvezza:
«e non aveva ragione ciò di dirvi o fratelli che i divoti del Sacro Cuore hanno un segno di predestinazione? ditemi, se il Cuore di Gesù volle fare sua dimora in questa terra per mezzo della S. eucaristia e non badò agli insulti, alle
bestemmie che si scagliano contro l’agnello immacolato pur di essere appresso alla umanità da esso redenta, non procurerà che i suoi divoti siano a lui pienamente congiunti non solo in questa vita, ma anche nell’altra e completamente e perfettamente uniti con dio?».
Molto spesso p. bardellini presentò la sua devozione al Cuore di Cristo nel
contesto della sua devozione ai Personaggi della Famiglia di nazareth. non si
sentiva di separare questa devozione da quella al Cuore immacolato di Maria e
al Cuore di S. Giuseppe:
«non è giusto separare questi tre Cuori che dio ha uniti coi vincoli più forti
e coi nodi più stretti della natura, della grazia e della gloria.
non possiamo separare il divin Cuore di Gesù generato da Maria e custodito da S. Giuseppe; non separiamolo dal Cuore verginale di Maria SS. la quale
è sua Madre e [non dobbiamo] separarlo dal Cuore Castissimo di S. Giuseppe
al quale il Padre eterno affidò in terra la sua rappresentanza...».173
Gli aspetti della devozione che gli stavano particolarmente a cuore? Probabilmente li possiamo individuare in un lungo testo di 18 pagine, intitolato Sacro Cuore di Gesù: il Cuore di Gesù è amico delle anime caste – i dolori del
Cuore di Gesù – Maria addolorata ci insegna ad amare il Cuore di Gesù – il
Cuore di Gesù è il centro di tutti i cuori.
Culto del Preziosissimo Sangue
Cenni storici
«l’ottocento spirituale – secondo t. Goffi – ha amato donarsi in raccoglimento devozionale attorno al mistero della passione di Gesù (via Crucis, Sacro
Cuore, preziossimo Sangue, cinque Piaghe...).
173
174
76
F. bardellini, Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo bardellini d. o.”, Fascicolo Xii, n. 148, p. 1 - archivio Poverette della Casa di nazareth - Ponton (vr).
t. GoFFi, La spiritualità dell’Ottocento... pp. 128-135.
[...] ha testimoniato un grande vissuto contemplativo sulla passione, ma con
un impronta spiccatamente ascetica...».174
di questa devozione alla Passione S. Gaspare bertoni ne fu sicuramente,
per verona, un esempio illustre.175
Se però alcune devozioni, che si sono diffuse nel secolo XiX anche in italia,
furono spesso di derivazione francese o di altre nazioni europee, una, secondo
l’autorevole parere di don barsotti, la si può dire di origine totalmente italiana:
la devozione al Preziosissimo Sangue,176 di cui furono fervidi cultori, tra gli altri, il papa Pio iX nel XiX secolo e il papa Giovanni XXiii nel XX secolo.
Questa devozione al sangue di Cristo infatti riprese tutta la tradizione italiana, da Caterina da Siena a Maria Maddalena de’ Pazzi, in cui la presenza del
sangue indicava non solo l’amore portato fino alla morte da parte di Gesù Cristo, ma finiva per diventare stimolo e modello per una spiritualità ascetica di
macerazione e di olocausto personale, vissuti nella profondità dell’amore.
la devozione al Preziosissimo Sangue nel XiX secolo venne riproposta da
alcuni uomini di Chiesa: mons. albertini, fondatore della Pia Unione del Preziosissimo Sangue e redattore di una Coroncina al Preziosismo Sangue e delle
Sette offerte del Preziosissimo Sangue, S. Gaspare del bufalo (1786-1837),
fondatore della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, il
175
176
n. dalle vedove, San Gaspare Bertoni. Fondatore degli Stimmatini, verona 1989, p. 207:
«Con l’apertura al culto pubblico della chiesa delle Stimmate s’incominciò, per desiderio del vescovo liruti, a celebrare ogni settimana una devota funzione in onore della Passione e delle Cinque Piaghe di Gesù. È così descritta dal bertoni in una lettera al Papa: “nella chiesa delle Sacre
Stimmate di S. Francesco in verona, in ogni venerdì dell’anno, per esortazione e impulso dell’ordinario, si tiene verso sera, fin dal 1822, un certo pio esercizio che è così ordinato e disposto: Si cantano, dapprima, devotamente i gradi (11 antifone) della Passione di n.S. Gesù Cristo;
quindi, per lo spazio di mezz’ora, si tiene un discorso morale diretto a promuovere tutte le virtù
cristiane, ma soprattutto la venerazione e la devozione verso il Signor nostro Crocifisso; e subito segue – all’altare del Crocifisso – l’adorazione delle Cinque Piaghe, la quale consiste in alcune preghiere apposite ( la coroncina)” (aprile 1844)».
d. barSotti, Magistero di Santi... p. 49:
«...la devozione invece specificatamente italiana e che caratterizza di più tutta la nostra spiritualità del secolo passato, è la devozione al Preziosissimo Sangue».
P. zovatto, Nuove forme di religiosità popolare... pp. 410-413.
r. GreGoire, Sang, in Dictionnaire de Spiritualité: ascétique et mystique, doctrine et histoire,
fondato da M. viller, F. Cavallera, J. de Guibert, e continuato da a. derville, P. lamarche e a.
Solignac, tomo Xiv, Parigi 1990, coll. 319-333.
77
passionista S. vincenzo Maria Strambi – discepolo e biografo di S. Paolo della
Croce e poi vescovo di Macerata e tolentino – autore del fortunato libretto Il
mese di luglio consacrato al preziossimo Sangue del nostro divin Redentore, il
filosofo e teologo roveretano don antonio rosmini, e in particolare a verona
S. Maria Maddalena di Canossa.
la “devozione al divin sangue”, che in un primo tempo pare fosse ristretta a
gruppi elitari, venne vissuta e propagata, quanto al suo significato, secondo varie sfaccettature. Se di solito era praticata nello spirito di una personale macerazione ascetica, altre volte invece assumeva, come in Gaspare del bufalo, finalità
più direttamente apostoliche, e veniva presentata come “arma” efficace contro il
“demonio”, contro “la miscredenza”, contro “la bestemmia”, insomma come
uno strumento straordinario per riportare a Cristo uomini che, influenzati dalle
idee degli illuministi e della rivoluzione Francese, si erano allontanati da lui.
a verona durante l’episcopato dell’ex gesuita Giovanni a. avogadro,177 un
ecclesiastico favorevole alle devozioni popolari, la pratica devozionale fu probabilmente diffusa dai Cappuccini e dai Frati Minori assieme alla Via crucis
(già rilanciata nel Settecento da S. leonardo da Porto Maurizio), e negli anni
1820-30 si diffuse un po’ ovunque.
antonio rosmini – che condivideva in pieno l’esaltazione del dolore di Gesù Cristo sul Golgota e l’attiva partecipazione tramite alcune virtù passive come l’abnegazione, le sofferenze della vita accettate, l’umiltà a tutta prova, l’ubbidienza ai superiori – ricevette da S. Maria Maddalena di Canossa la prima
177
178
78
G. P. de Paoli, La figura, l’opera e la spiritualità di don Pietro Leonardi, in aa.vv., Nel solco della storia. Don Pietro Leonardi (1769-1844), verona 1996, p. 60:
«nella città scaligera tra la fine del 700 un rilievo maggiore e i primi dell’800 operarono validi
oratori. Merito grande ebbe in questo l’avogadro, poi vescovo di verona dal 1790 al 1805, che
contribuì, con gli altri ex Gesuiti, a fare di verona un centro di predicazione, specialmente di
Missioni. egli aveva avviato un collegamento con l’amicizia cristiana di torino, con il movimento di rinascita religiosa promosso dai redentoristi e dai Passionisti a roma, che verrà ripreso dal leonardi e dalla Canossa...».
d. barSotti, Magistero di Santi... p. 56:
«Si deve dire intanto che per noi è difficile oggi determinare che cosa dobbiamo a rosmini e
che cosa a Maddalena di Canossa. abbiamo uno scritto famoso sulle “Sette Commemorazioni”,
che le Canossiane attribuiscono a Maddalena di Canossa, e i rosminiani a rosmini. È sicuro
che Maddalena di Canossa invogliò rosmini a scrivere qualche cosa su questa devozione, ed è
anche vero che rosmini trasse da Maddalena di Canossa l’incitamento ad essere devoto al Preziosissimo Sangue...».
esortazione a diventare devoto del preziosissimo Sangue e la sollecitazione ad
essere, con gli scritti, apostolo di questa devozione.178
Pio iX, che come si è detto era devoto del preziosissimo Sangue, durante il
suo esilio a Gaeta fece proprio il suggerimento del Superiore Generale dei
Missionari del Preziosissimo Sangue di estendere a tutta la Chiesa la festa liturgica del Preziosissimo Sangue, che da qualche anno veniva celebrata nel loro istituto, se fosse tornato a roma.
Con il decreto del 10 agosto 1849 Redempti sumus infatti autorizzò la celebrazione della festa liturgica nella Chiesa cattolica.
Pio X, nel 1914, fissò la festa liturgica al 1 luglio di ogni anno, mentre Pio
Xi, a ricordo del 19° Centenario della redenzione, provvide ad assegnarle nell’anno liturgico un maggior rilievo, e a ritoccarne l’ufficiatura.
Concludo questo brevissimo excursus ricordando che la devozione al Sangue divino, che si nutre della partecipazione all’eucarestia, si esprime nell’adorazione del Sangue divino contemplato nelle sue sette effusioni principali
(Maddalena di Canossa), come anche nell’offerta del Sangue per la gloria del
Padre, fine ultimo dell’eucarestia.
San Giovanni Calabria
don Calabria fu un grande devoto del Crocefisso. Spesso scrisse le sue lettere più importanti, come lui diceva, “ai piedi del mio Crocifisso”.
desidero citarne almeno una.
le parole iniziali della Circolare, che egli inviò ai suoi religiosi per la Quaresima del 1943, recitano: «Carissimi Fratelli in Cristo, Sono qui seduto al mio
tavolino, davanti al mio Crocifisso, via verità e vita; e penso tanto a voi...».179
Secondo l’ignoto autore della “Premessa” alla lettera [ai suoi religiosi]
XXXvii il Padre don Calabria sentiva molto la devozione al preziosissimo
Sangue:
«all’avvicinarsi della festa del Preziosissimo Sangue, verso il quale egli
[don Calabria] sentiva una speciale devozione, ed è convinto che un accrescimento di questa sia provvidenziale al fine della pacificazione del mondo, il Pa179
ConGreGazione Poveri Servi della divina Provvidenza, Lettere del Padre... p. 127.
79
dre indisse per quel giorno 1 luglio una giornata eucaristica e preghiere per
propiziare la pace al mondo e giorni migliori alla diletta Patria.
nell’occasione egli si sentì spinto a rinnovare e perfezionare con alcune
modificazioni le promesse fatte l’ottobre scorso; in particolare espresse il desiderio che la Festa del Preziosissimo Sangue sia celebrata nella nostra Congregazione con grande solennità, onde prestare, da parte nostra, il massimo culto
al prezzo divino della redenzione, e fosse il monumento di perenne riconoscenza a dio...».180
nella lettera del 2 luglio 1944 si riporta il testo delle “Promesse”, fatte allora pubblicamente da don Calabria: «io sottoscritto, in qualità di Padre e Custode dell’opera e dinanzi al Signore [omissis]
4) ogni anno, per celebrare l’anniversario del felice raggiungimento della
pace, in ricordo o ringraziamento dei divini benefici, e per rendersi sempre
propizia la divina Misericordia, il primo luglio festa del Preziosissimo Sangue,
sarà per la nostra Congregazione giorno festivo da celebrarsi con grande solennità.
insieme la Congregazione procurerà, secondo le circostanze, di farsi promotrice di questa devozione...».181
in una “lettera ai suoi religiosi”, datata ottava del Sacro Cuore 1945, comunicò a tutta la Congregazione gli impegni assunti: «...scrivo questa mia lettera per farvi sentire ancora una volta la mia povera parola, quale mi nasce
spontanea nel cuore. e poiché siamo ormai tanto vicini alla festa del Preziosissimo Sangue, desidero mettervi a parte della “solenne promessa” che il vostro
Padre ha fatto a nome di tutta la Congregazione all’indomani dell’armistizio, e
rinnovata il 2 luglio dello scorso anno. Per una maggiore conoscenza ne unisco
copia per le singole Famiglie religiose, e da questa conoscerete che alcune cose
riguardano direttamente San zeno in Monte, ma altre obbligano tutt’intera la
Congregazione. Quanto io posso, vi raccomando di metterle subito in pratica,
specialmente quello che si riferisce alla pratica del primo Sabato del mese ad
onore del Cuore immacolato di Maria SS., e quello che concerne la devozione
e la festa del Preziosissimo Sangue».182
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ConGreGazione Poveri Servi della divina Provvidenza, Lettere del Padre... p. 153.
ConGreGazione Poveri Servi della divina Provvidenza, Lettere del Padre... p. 154.
ConGreGazione Poveri Servi della divina Provvidenza, Lettere del Padre... p. 187.
Quanto espresso in questa seconda lettera è confermato anche da un passo
del Diario del 1947:
«[1 luglio 1947] Festa grande del preziosissimo Sangue, e per noi Poveri
Servi è festa di precetto, come voto fatto in ringraziamento di essere stati liberati da ogni disastro della guerra».183
ho fatto riferimento al Diario in particolar modo per gli anni Quaranta, ma
le espressioni di preghiera ed invocazione, che testimoniano la devozione del
Calabria al divin Sangue lungo gli anni della sua vita, sono più d’una. Mi limito a riportarne tre:
[in un foglio da lettera: 21 dicembre 1918]
«oggi ho passato una giornata tristissima. Solo il Signore lo sa, ma tutto sarebbe niente, se Gesù mi usa misericordia e mi conduce con lui in Paradiso.
lo spero per il suo divin Sangue, per l’intercessione della Madonna...».184
[30 marzo 1944]
«o Gesù, in quest’ora vostra, abbiate pietà di me e della povera umanità,
così ingrata ai tanti vostri doni e benefici. Che il vostro divin Sangue ci salvi e
ci apra le porte del cielo».185
[30 giugno 1949]
«Per grazia del Signore, ho fatto la mia confessione in preparazione alla nostra gran festa di domani: “Preziosissimo Sangue”. Festa per ringraziare il Signore delle grazie concesse durante il periodo della guerra (ultima) guerra».186
nel 1947 scrisse per la rivista di vita Spirituale “tabor” una meditazione intitolata “il Sangue di Gesù”.
P. Filippo Bardellini
P. Filippo bardellini fu devoto in principal luogo delle SS. Piaghe di Gesù:
«noi fummo – egli scrisse – e saremo sempre ricomprati per la effusione
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G. Calabria, Mio Diario: 1/07/1947 [diario 1947-1953], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus DeoDeiparae: 21/12/1918 [diario 1916-1919], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Diario: 30/03/1944 [diario 1942-1947], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Mio Diario: 30/06/1949 [diario 1947-1953], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
F. bardellini, Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo bardellini d. o.”, Fascicolo Xi, n. 140, p. 7 - archivio Poverette della Casa di nazareth - Ponton (vr).
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del sangue uscito dalle SS. Piaghe, Ci volevano quelle piaghe perché ne uscisse quel Sangue».187
assai interessante ed eloquente è infatti il testo di 19 pagine dattiloscritte
intitolato Un’ora di contemplazione sulle SS. Piaghe.188 Ma credo che per illustrare la devozione del bardellini sia obbligatorio rifarci al fascicoletto Alle
anime riparatrici. Il Santo Volto e SS. Piaghe. I cinque ultimi stigmatizzati.
L’Ora Santa di Gemma Galgani da lui pubblicato nel 1950,189 ed inserito nella
collana “l’ape nel giardino dei Santi”.
P. bardellini, che nella seconda di copertina del libretto indica il XiX secolo
come “il secolo degli stigmatizzati” e “il secolo delle apparizioni di Maria
SS.”, presenta in forma sintetica la vita di cinque stigmatizzati: Suor Maria
Marta Chambon, Suor Maria di Gesù Crocifisso, santa Gemma Galgani, p. Pio
da Petralcina, teresa neumann.
È il suo un accorgimento e, nello stesso tempo, un modo esistenziale per
presentare l’unica cosa che in definitiva gli sta a cuore: la devozione alle SS.
Piaghe:
«ebbene, la devozione delle sante Piaghe è la continuazione della devozione alla Piaga del Costato. S. Margherita vide raggi di luce da tutt’e cinque le
Piaghe gloriose di Gesù; ella si fermò nella Piaga principale [devozione al
Sacro Cuore], ma se noi vogliamo ben comprendere la follia d’amore del nostro divino Maestro, dobbiamo contemplare tutto il Crocefisso, con tutte le
sue Piaghe».190
le ultime venti pagine all’incirca del libretto, p. bardellini le dedica a
“l’ora Santa ossia un’ora di adorazione con Gesù agonizzante nel Getsemani”. ed è qui che, al paragrafo “Ultimo quarto d’ora: il Sangue di Gesù ed i
suoi frutti”, p. Filippo parla espressamente del fatto che Gesù Cristo «...per
l’immenso dolore che gli stringe il cuore, incomincia a stillare da tutte le sue
membra il sangue, e ne versa in sì gran copia, che va a scorrere sulle zolle del
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F. bardellini, Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo
bardellini d. o.”, Fascicolo Xi, n. 139, pp. 1 – 19 - archivio Poverette della Casa di nazareth Ponton (vr).
F. bardellini, Alle anime riparatrici. Il Santo Volto e SS: Piaghe. I cinque ultimi stigmatizzati.
L’Ora Santa di Gemma Galgani, vicenza 1950, pp. 94.
F. bardellini, Alle anime riparatrici... p. 27.
F. bardellini, Alle anime riparatrici... p. 88.
Getsemani!».191
il Sangue è per p. bardellini la concretizzazione dell’amore di Cristo per
l’uomo, la conseguenza del “Fiat” di Gesù nei riguardi del Padre, lo strumento
della nostra redenzione.
Facendo per primo tesoro del suggerimento che egli dava agli altri, p. bardellini si avvicinò «...con fede a queste cinque fonti [SS. Piaghe] dalle quali è
uscito tanto Sangue! basterebbe una goccia sola per purificarci da tutti i nostri
peccati...».192
altre devozioni
La devozione a maria Santissima
Cenni storici
Un filone della spiritualità ottocentesca è quello imperniato sulla figura di
Maria.
nel Settecento alcuni illuministi cattolici (Muratori ecc.) e dei giansenisti
(b. Pascal ecc.) avevano deprecato il culto esagerato, e poco coerente con la
teologia dogmatica tridentina, alla Madre di dio.
infatti «nel corso dell’ottocento, diminuiscono e poi scompaiono nei libretti
devozionali dedicati a Maria SS. le assicurazioni generiche di salvezza dell’anima e di grazie portentose in favore di chi invoca la vergine. anche tramite i
processi di alfabetizzazione l’ave Maria, cioè la preghiera mariana più sacra e
più diffusa, perde via via il ruolo di formula magica da recitare secondo regole
fisse quando si chiedono interventi soprannaturali a santi taumaturghi e terapeuti; l’ave Maria diventa più nettamente l’invocazione che si rivolge alla Madonna nelle preghiere del mattino e della sera, nella recita quotidiana dell’angelus e in quella del rosario...».193
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F. bardellini, Alle anime riparatrici... p. 18.
t. GoFFi, La Spiritualità dell’Ottocento... p. 129.
83
la devozione alla Madonna all’inizio dell’800, forse anche come conseguenza di queste critiche, era piuttosto modesta; ma andò sempre più espandendosi nel corso del secolo, grazie ad alcuni fenomeni e situazioni: il bisogno
popolare di sicurezza e di pace avvertito nei vari Stati italiani pre -unitari investiti da moti rivoluzionari e dalle guerre di indipendenza come anche da problemi socio economici drammatici,194 le varie apparizioni della Madonna,195
importanti interventi pontifici, la ripresa della pratica dei pellegrinaggi ad importanti santuari tradizionali e di nuova fondazione196 e, in parte, anche la vasta
diffusione del Trattato della vera devozione alla santa Vergine di S. luigi Maria Grignion de Montfort, ritrovato nel 1842 e che avrà un’enorme fortuna: oltre 300 edizioni in una trentina di lingue.197
Per quanto riguarda gli interventi pontifici, che furono certamente anche in
questo campo di stimolo e di guida per tutta la Chiesa, sono senz’altro da ricordare, da parte di Pio vii – pontefice romano dal 1800 al 1823 – il riconoscimento alla devozione del Cuore Immacolato di Maria con l’istituzione della festa li-
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v. MeSSori e r. CaMMilleri, Gli occhi di Maria, Milano 2001.
nel giugno 1796 lo Stato pontificio viene invaso dalle truppe di napoleone. non è soltanto
un’armata straniera che ferisce il cuore della cristianità. i soldati francesi sono visti sopratttutto
come gli alfieri di quello spirito rivoluzionario positivista, pagano e spesso ferocemente anticristiano. napoleone requisisce le proprietà degli ordini religiosi, spoglia le chiese, manda in Francia codici preziosi, tesori d’arte, ori e argenti. in questo clima di terrore si manifesta il soprannaturale. Meno di un mese dopo l’invasione, il 9 luglio, centinaia di romani sono testimoni di un
fatto apparentemente inspiegabile: la Madonna dell’archetto, un dipinto notissimo in città, in
via s. Marcello ( rione trevi) comincia ad aprire e chiudere gli occhi. la folla accorre. in migliaia vedono [...] dal luglio1796 al gennaio 1797 sono alcune centinaia le madonne che “muovono gli occhi”. tutto questo è oggetto del racconto di v. Messori e r. Cammilleri nel libro che
ho sopra citato.
nel 1830 la Madonna apparve a S. Caterina labouré; nel 1842 a La Salette; l’11 febbraio 1858
Maria SS, sotto il titolo di immacolata, apparve nella Grotta di Massabielle di lourdes a bernadette Soubirous. altre apparizioni sono avvenute a Pontmain nel 1871 e a Knock (irlanda) nel
1879. nel secolo XX avremo delle altre apparizioni: a Fatima (Portogallo) dal 13 maggio al 13
ottobre del 1917, e a banneux il 15 gennaio 1933.
a torino, per iniziativa di don bosco, venne costruito il Santuario dedicato a S. Maria ausiliatrice. È noto infatti che s. Giovanni bosco indicava nella devozione alla Madonna e nella devozione eucaristica le due “colonne” allegoriche in grado di sostenere la Chiesa (la navicella di
Pietro) costretta a navigare in un mare tempestoso.
a Pompei per iniziativa del beato bartolo longo, un avvocato pugliese di grande fede e di grande
vigore organizzativo, sorse un Santuario intitolato alla Madonna del rosario.
l.M. GriGnion da MontFort, Trattato della vera devozione alla santa Vergine e Il segreto di
Maria., ediz. ital. a cura di S. de Fiores, Cinisello balsamo (Milano) 1987.
turgica facoltativa, ma soprattutto la proclamazione del dogma di Maria immacolata effettuata nel 1854 da Pio iX, che fu pontefice romano dal 1846 al 1878.
leone Xiii, di suo, raccomandò la pratica del rosario in ben dodici lettere.
il prof. zovatto ricorda quella che può considerarsi la pratica mariana più
importante dell’ottocento ed anche del novecento: «...la devozione mariana
prendeva la via della recita quotidiana del rosario, dedicandovi il mese di
maggio, basti pensare alle encicliche di leone Xiii sul rosario (a Stresa non
era raro il caso che il Manzoni, ma anche ruggero bonghi e Gustavo di Cavour e persino niccolò tommaseo, recitassero il rosario con il rosmini)...».198
dato che p. bardellini, ma anche don Calabria ebbero un certo ruolo nel
diffondere questa devozione nel primo cinquantennio del XX secolo, conviene
ricordare alcuni fatti ed aspetti di questo periodo.
«durante la guerra – scrive il prof. a. riccardi – nel 1942, Pio Xii aveva
consacrato il mondo al Cuore immacolato di Maria e spesso il passaggio del
fronte, quando non provocava gravi danni alle popolazioni, veniva salutato come miracolo mariano. alcuni culti mariani trovano ora nuovo vigore in consonanza con i sentimenti popolari, come quello del santuario romano del divin
amore, in altri casi, come per l’apparizione mariana delle tre Fontane, si avverte il clima difficile del dopoguerra. Congressi mariani vengono organizzati
accanto a quelli eucaristici, mentre si diffonde la pratica dell’anno mariano...».199
dal 1947 ai primi anni Cinquanta si diffonde anche in italia, con larga e
sentita partecipazione della popolazione la “Peregrinatio Mariae”, già praticata
in Francia negli anni della guerra; e diventa il grande fenomeno della Madonna
Pellegrina, che qualcuno si ostina a presentare come un fatto in buona parte
politico, ma che in realtà trovava sincera risonanza nell’animo della gente.200
a verona fu accolta venerdì 23 settembre 1949, e nella domenica successi-
198
199
200
201
P. zovatto, Nuove forme di religiosità popolare... p. 413.
a. riCCardi, La chiesa cattolica in Italia nel secondo dopoguerra, in in aa.vv. Storia dell’Italia religiosa. L’età contemporanea, a cura di G. de rosa, t. Gregory, a. vauchez, vol. iii, roma - bari 1995, p. 348.
a. bravo, La Madonna pellegrina, in aa. vv., I luoghi della memoria. Simboli e miti dell’Italia Unita, a cura di M. isnenghi, roma - bari 1996, pp. 325-336.
La Madonna Pellegrina a Verona, in L’Amico dei Buoni Fanciulli, 10 (1949) 152-154.
85
va ci fu una grandiosa manifestazione, presieduta dal vescovo, in via Corso del
Popolo.201
la Madonna, proveniente dalla Parrocchia cittadina di S. Giovanni in valle,
fu nella Casa buoni Fanciulli il 24 ottobre, dalle ore 17 alle ore 20.202
San Giovanni Calabria
don Calabria coltivò, durante tutta la sua vita, una profonda devozione alla
vergine. della Madonna e della sua devozione parlò in molte lettere Circolari
ai suoi religiosi.
Mi limiterò perciò a riportare solo due passi da una delle sue Circolari. la
lettera è quella scritta ai suoi religiosi il 26 novembre 1953, perché avessero
a prepararsi adeguatamente all’anno Mariano, che, come si sa, venne celebrato
per volere di Pio Xii nel 1954, cioè nel i° Centenario dalla proclamazione del
dogma dell’immacolata Concezione.
Si tratta comunque di un documento, che non è stato scelto a caso, perché
mi sembra quello in cui don Calabria, a prescindere dalle finalità del suo discorso, finì per dar conto delle pratiche di devozione mariana, che da tempo
erano usuali nella Casa buoni Fanciulli.
«in ogni Casa, anzitutto, io desidero che si organizzino Funzioni solenni,
secondo permettono le circostanze locali, e specialmente si partecipi a quelle
che verranno indette dall’autorità ecclesiastica. ogni festività della Madonna
sarà per il Povero Servo una bella occasione per manifestare il suo amore alla
immacolata Madre di dio e nostra.
Ma ricordiamo, o miei cari, che il primo e grande onore da procurare è
quello di santità della nostra vita. le Funzioni solenni, i canti, i discorsi, le accademie, ecc. sono belle cose e gradite alla Madonna se vengono dal cuore, se
hanno per fondamento la nostra buona volontà di vivere secondo la nostra santa vocazione...».203
«Per cui non mi stancherò mai di raccomandarvi, specialmente in questo
anno Mariano, alcuni ossequi speciali verso Maria: la recita quotidiana dell’intero rosario, distinguere con qualche fioretto particolare il Sabato, celebra-
202
203
86
La peregrinatio in Casa nostra, in L’Amico dei Buoni Fanciulli, 11 (1949) 166-169.
ConGreGazione Poveri Servi della divina Provvidenza, Lettere del Padre... pp. 417-418.
re con particolare impegno le Feste di Maria, la recita frequente del Piccolo
Ufficio (tutto o parte), ecc. Per le singole Case: abbellire, se possibile, l’altare
o cappella della Madonna. Qui a San zeno ho visto con piacere l’accurata sistemazione della Grotta, che era mio vivissimo desiderio, nell’80° mio compleanno, alla vigilia, possiamo dire, dell’anno Mariano».204
lasciando da parte le “lettere”, dal Diario possiamo ricavare un florilegio
di attestazioni della sua devozione alla Madonna. non c’è che l’imbarazzo della scelta.
il 2/2/1914, ad esempio, egli scrisse: «in questo giorno Gesù benedetto ha
permesso che abbia un grande dolore. le feste della Madonna, qui nella Casa
sono feste di devozione, come è desiderio del S. Padre, quindi ordine e regole
festive. il seminario non ha voluto concedere a 5 dei ragazzi che frequentano
quelle scuole il permesso di santificare questo santo giorno concedendo vacanza...».205
e, due anni dopo, l’8/12/1916 annotò: «Che bellissima festa ha passata oggi
tutta quanta la Casa, una festa non di terra, ma di cielo. Quanto è buono Gesù,
quanta buona la sua divina Madre. le miserie, i miei peccati passati non hanno
impedito che Gesù, che Maria mi usi gran misericordia.
Con la grazia di dio son contento. oggi tutta la Casa, ossia i Fratelli hanno
rinnovato i santi voti. oh dio, che felicità.
tutti con cuore mondato hanno celebrato la festa dell’immacolata. deo
gratias.
Con l’aiuto di dio, con la protezione della Madonna prometto di essere tutto di loro e continuare fino alla morte, per poi andare in paradiso ad esaltare la
bontà, la misericordia di dio e della Madonna per tutta quanta l’eternità».206
e ancora nel 26/1/1917: «...domani cominciano i 15 sabati in onore della
vergine del santo rosario. Con l’aiuto e l’intercessione della Madonna voglio
204
205
206
207
ConGreGazione Poveri Servi della divina Provvidenza, Lettere del Padre... p. 420.
G. Calabria, Laus Deo: 2/02/1914 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus DeoDeiparae: 8/12/1916 [diario 1916-1919], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus DeoDeiparae: 26/01/1917 [diario 1916-1919], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
87
praticare questa devozione a lei tanto cara...».207
esistono nel Diario altre testimonianze del suo amore alla vergine, scritte
negli anni venti. ne riporto due:
[4 maggio 1925]
«Sono entrato nel caro e dolce mese di maggio. oh, come sento l’amore e la
protezione della mia cara Mamma celeste, la Madonna. Spero mediante la protezione di tanta Madre, di poter sul serio cominciare ad amare proprio il mio
dio, e a servirlo e come cristiano, e come sacerdote, e come appartenente, per
puro tratto di bontà e misericordia divina, a questa grandissima opera. Signore, Maria, o s. o m.».208
[16 luglio 1931]
«deo gratias, deo gratias. la festa mariana celebrata qui nella Casa con
l’intervento di mons. vescovo e di mons. Manzini, che celebrarono la santa
Messa e predicarono, passò bene, benissimo, e spero tanto che tutti ne avremo
ricevuto gran vantaggio, vantaggio per le nostre anime e per l’opera stessa. o
Maria, Mater dei, ora pro me et pro omnibus meis».209
all’inizio degli anni trenta gli venne l’idea di dare alle sue Suore un nome
che indicasse la devozione sua, e dei componenti dell’opera, alla Madonna. Si
legge nel suo Diario, alla data 13 novembre 1931:
«in questi giorni di prove, di sofferenze, ho pensato all’opera in generale, e
in particolare ai singoli rami ed ho pregato, un po’ sofferto anche, per l’opera
delle Sorelle, che fino dall’inizio dell’opera hanno tanto lavorato. Mi sembra
che presto il Signore le voglia mettere sul suo binario. Che abbiano un nome
proprio: Sorelle di Maria regina dei Cuori (o meglio “Figlie di Maria regina
dei Cuori”, meglio ancora: “ancelle di Maria”). Che tutte siano schiave della
Madonna, e che per primo fine abbiano lo scopo di pregare, soffrire per i sacerdoti dell’opera in particolare, e per tutti i sacerdoti e religiosi in generale,
avendo di mira la loro santificazione, e l’unione delle Chiese. Questa mi pare
208
209
210
88
G. Calabria, Personale e secreti: 4/05/1925 [diario 1924-1930], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Rendiconto - Diario: 16/07/1931 [diario 1930-1935], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Rendiconto - Diario: 13/11/1931 [diario 1930-1935], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
sia la santa volontà di dio. Per secondario tutto ciò che sa di opere di carità,
specie [verso le creature] più misere e abbandonate».210
Quasi sicuramente quando parla di “schiave della Madonna” intende riferirsi alla pratica della “Schiavitù di Maria”, diffusa da S. luigi Maria Grignion de
Montfort, alla quale lui stesso aderiva:
«[7 dicembre 1931] deo gratias, deo gratias, sono arrivato anche quest’anno alla vigilia della grande festa dell’immacolata. oggi ho fatto la mia ordinaria confessione. domani, deo fovente, rinnoverò la mia consacrazione come
schiavo della Madonna. Che questa cara e benedetta Madre, mi ottenga da Gesù benedetto tutte quelle grazie spirituali e in aggiunta temporali, che sono necessarie per il bene della mia povera anima e di quest’opera».211
negli anni Quaranta, facendo spesso visita alla Casa del noviziato di
roncà, in provincia di verona, ebbe modo di vedere un quadro della Madonna
dei Poveri che era collocato nella Cappella. ed egli pensò che la Congregazione dei Poveri Servi della divina Provvidenza dovesse onorare ed invocare la
Madonna sotto questo titolo.
nel Diario, il 10 marzo 1943, si trova scritto: «la vergine benedetta invocata da noi Poveri Servi sotto il titolo vergine, Madonna dei Poveri, mi pare
entri nella volontà di dio, e che sotto questo titolo la cara Madonna ci farà tante e tante grazie spirituali. o vergine dei Poveri, pregate per me, pregate per
noi Poveri Servi».212
e, sempre nel Diario, il 25 marzo 1943: «Festa cara di nazareth. Che la cara Madonna dei Poveri stenda in tutta la nostra cara Congregazione dei Poveri
Servi, il suo materno manto e ci ottenga dal suo divin Figlio quelle grazie, che
sono necessarie per la nostra personale santificazione e per compiere i divini
disegni».213
durante la guerra 1940-45 invocò, e fece invocare la vergine per ottenere la
pace. nell’autunno del 1944 promise pubblicamente alla vergine che, se fosse
arrivata la sospirata pace: «ogni primo sabato del mese sarà dedicato al Cuore
211
212
213
214
G. Calabria, Rendiconto - Diario: 7/12/1931 [diario 1930-1935], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Diario: 10/03/1943 [diario 1942-1947], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Diario: 25/03/1943 [diario 1942-1947], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
ConGreGazione Poveri Servi della divina Provvidenza, Lettere del Padre... p. 154.
89
immacolato di Maria, ed in ogni nostra famiglia religiosa si farà qualche pia
pratica in suo onore».214
aveva scritto nel suo Diario, il 1 maggio 1944:
«Per grazia del Signore, ho veduto questo primo giorno del caro mese di
maggio, tutto dedicato e consacrato alla gran Madre di dio, la vergine Santa.
Che la vergine benedetta, la nostra cara Madonna, in questo mese apra i tesori
delle sue grazie e misericordie per la mia povera anima, per tutte le anime, in
quest’ora di divina giustizia e di grande misericordia. e che tutti possiamo al
termine di questo santo e caro mese, magnificare la potente intercessione della
vergine che ci ha ottenuto dal suo divin Figlio per mezzo dello Spirito Santo la
tanto sospirata pace, e che specie noi Poveri Servi possiamo nella santa umiltà
e nello spirito puro e genuino dell’opera, compiere i divini e grandi disegni di
bene e di santificazione per il mondo».215
la Madonna Pellegrina, come si è già detto, venne portata nella Casa
buoni Fanciulli di San zeno in Monte il 24 ottobre. don Calabria, il giorno
dopo, affidò, ancora una volta, al suo Diario le sue sensazioni: «Sono commosso e mi è di grandissimo conforto la visita che ha fatto la Madonna a
noi, di San zeno in Monte. Quante grazie, quanti doni ci farà la Madonna.
Fu qui dalle 5 alle 8 di sera. Funzione santa. Che la Madonna mi ottenga per
me particolari grazie e misericordie, specie nel punto della mia morte tanto
vicina».216
P. Filippo Bardellini
la devozione di p. bardellini nei riguardi di Maria SS. fu grande.
la praticò personalmente, ne parlò nei discorsi e nelle sue prediche. Scrisse
dei piccoli libri sull’argomento.
Per lui il suo tempo – lo faceva sempre scrivere nella seconda di copertina
delle sue pubblicazioni – era il secolo delle varie apparizioni di Maria.
il suo pensiero nei riguardi del ruolo della Madonna nella storia della salvezza, e di conseguenza sulla necessità e sulle modalità della devozione alla
215
216
217
90
G. Calabria, Diario: 1/05/1944 [diario 1942-1947], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Mio Diario: 25/10/1949 [diario 1947-19453], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
Della devozione a Maria SS., collana L’Ape nel giardino dei Santi, vicenza 1941.
vergine, lo possiamo ricavare facilmente dal testo Della devozione a Maria
SS.217
P. Filippo fu sempre particolarmente attento, e lettore appassionato delle vita e degli insegnamenti dei vari santi, forse più che dei manuali della teologia,
che certamente non ignorava.
nel volumetto del 1941 sulla devozione alla Madonna, infatti, si lascia guidare da S. Gertrude, come dall’esempio di alcuni altri santi, per sottolineare la
necessità di passare per Maria per arrivare a Gesù.
a pag. 7 troviamo scritto: «in una parola, non possiamo farci Santi senza
una vera e stabile devozione a Maria SS»; quaranta pagine dopo viene ribadito:
«Maria è colei che scioglierà i nostri più difficili problemi della vita e sarà
sempre la grande intermediaria tra dio e gli uomini...».
il devoto, lui lo chiama “l’amante” di Maria, è colui che non la disgusta, è la
persona che vuole farsi imitatore di Maria specie nell’umiltà, purezza e castità,
è la persona che sopporta sacrifici e fatiche per amore di Maria (pp. 54-55).
nel 1944 scrisse un altro volumetto con due titoli: Le apparizioni della Madonna dei poveri a Marietta di Banneux nel 1933, e Fatima. Il rosario meditato un quarto d’ora ad uso dei primi sabati del mese.218
nella prima parte presenta le otto apparizioni, avvenute nel 1933, della Madonna dei Poveri a Marietta di banneux, collegandole con la pratica della recita serale del rosario nelle famiglie.
nella seconda parte consiglia la “meditazione” dei misteri nella recita del
rosario:
«ora tutto questo ci dice che dopo la S. Messa e la S. Comunione non v’è
cosa più importante della recita del rosario. la Madonna poi a Fatima ha meglio chiarito esservi nel rosario una parte molto importante, cioè la meditazione dei Santi Misteri, e purtroppo noi recitando il S. rosario facciamo appena
un accenno del S. Mistero, e questo è poco...».219
218
219
220
Le apparizioni della Madonna dei poveri a Marietta di Banneux nel 1933. Fatima. Il rosario
meditato un quarto d’ora ad uso dei primi sabati del mese, collana L’Ape nel giardino dei Santi,
vicenza 1944.
Le apparizioni della Madonna dei poveri... p. 38.
La nostra grande Giuditta. Della vera devozione e della schiavitù a Maria SS.., collana L’Ape
nel giardino dei Santi, vicenza 1947.
91
nel 1947 diede alle stampe un altro volumetto sulla devozione alla Madonna
La nostra grande Giuditta. Della vera devozione e della schiavitù a Maria SS.220
in questa pubblicazione egli esortava i cristiani a farsi apostoli della devozione al Cuore immacolato di Maria, della pratica del rosario e di alcune altre
forme devozionali mariane:
1. recitare ogni giorno il rosario
2. fare la comunione al Sabato in unione con Maria
3. meditare ogni giorno un Mistero del S. rosario
4. prendere per modello di vita la S. Famiglia
5. fare la pratica dei primi 5 sabati del mese suggeriti dalla Madonna di Fatima.
nel 1950 avrebbe voluto pubblicare un altro volumetto L’unità dei cristiani e la Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane – Roma, ma il testo fu
stampato ma non edito perché, secondo il visitatore apostolico p. enrico romolo Compagnone o.C.d., la vicenda era ancora sub iudice della autorità
ecclesiastica.
invece p. Filippo bardellini, che era convinto della veridicità dell’apparizione, nella prefazione aveva scritto: «...ai nostri giorni la Santa Chiesa è tutta
intenta per la unificazione delle Chiese Cristiane separate dall’Unica Chiesa
Cattolica romana. ebbene proprio a roma, il 12 aprile 1947, è apparsa la
vergine della rivelazione per rivelare alle pecorelle smarrite dove si trova il
vero ovile di Cristo. a roma noi troveremo la via per arrivare alla verità e alla vita...».221
P. Filippo nella sua devozione a Maria, pur toccando le corde del sentimento, non era affatto un sentimentale; era contro le devozioni a Maria, false sia
per difetto che per eccesso, che egli indicò in un suo scritto.222
Per lui non era accettabile “una devozione critica”, cioè quella seguita dai
cosiddetti dotti (teologi, liturgisti?) che respingono le pratiche devozionali del
popolo. Come non lo era quella di coloro che erano fortemente preoccupati a
221
222
92
F. bardellini, L’unità dei cristiani e la Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane - Roma, vicenza 1950 (inedito).
F. bardellini, Scritti, trascrizione dall’originale in “elenco scritti del Servo di dio p. Filippo
bardellini d. o.”, Fascicolo Xii, n. 145 - archivio Poverette della Casa di nazareth - Ponton
(vr).
causa del maggior seguito ottenuto dalla devozione alla Madonna in rapporto a
quella di Gesù stesso.
non gli piaceva una devozione che fosse puramente esterna: coroncine
recitate in fretta; messe ascoltate senza attenzione; processioni senza devozione; l’adesione formale ad una confraternita mariana, ma vissuta senza
una seria emendazione della propria vita, ed alcun sforzo per imitare la Madonna.
tanto meno gli piacevano coloro che presumevano di essersi guadagnati, attraverso la devozione a Maria, la salvezza, senza minimamente impegnarsi al
superamento dei propri vizi: la superbia, l’impurità, l’avarizia.
volle progettare e costruire con le sue stesse mani la Grotta di lourdes a
volargne di dolcè. nelle Case del suo istituto assegnò il posto d’onore alle statue della Madonna.
Fu insomma un grande innamorato della vergine Madre di dio.
SPiritUalitÀ vittiMale
Cenni storici
nel secolo XiX si diffuse un tipo di spiritualità che alcuni studiosi sogliono
chiamare “vittimale”,223 e che, per certi versi, si può considerare una forma, o
se si vuole una tappa, nella evoluzione dell’ascesi cristiana, la quale in epoche
storiche e in contesti socioculturali differenti ha, di volta in volta, assunto significati diversi: dai testi e dalle persone dell’antichità cristiana fino al XX secolo.
Per brevità non intendo soffermarmi su forme e significati dell’ascesi del
primo millennio cristiano, per passare subito al secolo Xi quando iniziò a
223
G. Manzoni, Victimale (Spiritualité), in Dictionnaire de Spiritualité: ascétique et mystique,
doctrine et histoire, fondato da M. viller, F. Cavallera, J. de Guibert et a. rayez, tomo Xvi,
Parigi 1994, coll. 531-545.
t. GoFFi, La Spiritualità dell’Ottocento, in Storia della Spiritualità, vol. vii, bologna 1989, pp.
135-146.
93
diffondersi la cosiddetta “ascesi di compassione”: cioè il fine del cammino
ascetico non era più quello di lottare per vincere in sé la presenza delle forze
del male quanto «quello di soffrire con lui [Gesù Cristo], come per solidarietà e per alleggerirgli in qualche modo la sofferenza, assumendosene su di
sé una parte».224
a cavallo dei secoli Xvi e Xvii nacque con il card. P. bérulle (1575-1629),
dell’oratorio di Gesù, una nuova forma di spiritualità, in cui le pratiche della
preghiera e del digiuno assumevano un significato strettamente penitenziale.
Ci si proponeva infatti di seguire Gesù Crocifisso con la mortificazione, e sottoponendosi a privazioni ed umiliazioni.
nel Settecento, nella temperie, quanto a sensibilità religiosa, creata dalla
diffusione in Francia ed in italia del culto del Sacro Cuore, l’ascesi cristiana
assunse un nuovo significato: quello di “riparazione”.
i cristiani, sacerdoti e religiosi ferventi accettavano di «soffrire per riparare le
infedeltà e l’ingratitudine dei cristiani, specialmente nei confronti dell’eucarestia,
infedeltà e ingratitudine che farebbero soffrire la santa Umanità del Cristo».225
nel secolo successivo, l’ottocento, il filone di spiritualità che si riallacciava
al bérulle si divise in due correnti, una presente in Francia e l’altra in inghilterra. la corrente di spiritualità berulliana francese assunse una impronta riparatrice, e nello stesso tempo restauratrice. Stimolavano il motivo della riparazione i crimini della rivoluzione; ci si adoperava con la preghiera e le opere di
penitenza per meritare la restaurazione dell’ancien régime.
Ma è sempre nel secolo XiX che la teologia spirituale vittimale, conferendo
un nuovo significato alle pratiche ascetiche, si snoda in tre momenti fondamentali:
1. la penitenza viene vissuta come ammenda onorevole dei peccati
2. si cerca una compartecipazione alle dolorose sofferenze arrecate al Cuore di Gesù
3. ci si offre in sacrificio come vittima in unione di amore col Signore
224
225
94
P. CreSPi - G. F. Poli, Lineamneti di storia della spiritualità e della vita cristiana, vol. 3, roma
2000, p. 67.
P. CreSPi - G. F. Poli, Lineamenti... pp. 67-68.
Si persegue una “ascesi di sostituzione”: in unione e ad imitazione di Cristo, infliggendosi volontariamente delle sofferenze, ci si vuole sostituire ai
peccatori meritevoli dei castighi divini, i quali ricevono perciò la possibilità di
venire risparmiati, perché delle “vittime” volontarie attirano su di sé i castighi
divini;226 in altre parole alcune anime, particolarmente nell’ottocento come anche nel primo novecento, hanno ritenuto che, mediante sacrifici e sofferenze,
soddisfacevano dio in qualche modo offeso per i peccati.
anche nel XX secolo, almeno nella prima metà, la spiritualità vittimale
continuò a suscitare una certa attenzione tra alcuni devoti, religiosi ma anche
semplici cristiani, e nel contempo continuò a godere di un certo favore da parte
della gerarchia ecclesiastica.
del beneplacito ecclesiastico come testimonianza eloquente, ma non unica,
può essere preso un esplicito passo dell’enciclica di Pio Xi Miserentissimus
Redemptor: «È una cosa meravigliosa constatare che, sotto l’azione dello Spirito Santo aumenta sempre più il numero dei fedeli che non esitano neppure a
offersi personalmente a Cristo come vittime».
Quanto ai religiosi, propriamente detti, è noto che si ebbero, nella seconda
parte dell’ottocento ma anche nel novecento fino agli anni della ii Guerra
Mondiale, non pochi fondatori, e rispettive congregazioni, che propugnarono
la devozione al S. Cuore nell’ottica della spiritualità vittimale.
Mi basta citare, solo a mo’ d’esempio, il fondatore dei Sacerdoti del S. Cuore p. Giovanni leone dehon (14/3/1844-12/8/1925),227 e, a verona, il p. Filippo bardellini d. o.
ai fautori di questa spiritualità sono infine da aggiungere anche alcuni auto-
226
227
P. CreSPi - G. F. Poli, Lineamenti... pp. 69:
«a queste forme di spiritualità, se portate all’estremo, è sottesa una idea falsa: prima l’umanità doveva espiare le colpe, poi dio ci avrebbe guardato con benevolenza. Questo perché il
dio di Gesù Cristo è un dio vendicativo: ha obbligato suo Figlio a morire per vendicarsi su di
lui dei peccati degli uomini [...] la morte di Gesù non è la condizione che dio esige per poterci amare: al contrario essa è la conseguenza e la manifestazione suprema del suo amore per
noi...».
G. deniS, La vocazione di vittima, in Spiritualità riparatrice, a cura di a. tessarolo s.c.j., Pescara 1955, pp. 109-145.
il libro del p. denis, che era un sacerdote dehoniano francese, venne tradotto in italia da p. andrea tessarolo s.c.j.. in esso ci vengono presentate sia la spiritualità di p. dehon nella sua completezza, sia la sua proposta di spiritualità vittimale, illustrata in modo dettagliato nel cap. v.
95
ri spirituali, di una certa fama, che contribuirono a diffonderla nei circoli religioso-ecclesiastici italiani, ed europei.
e basterà, in questo caso, ricordare, il gesuita p. rodolfo Plus, il cui testo:
L’idea riparatrice, composto «durante la guerra [i Guerra Mondiale], a sbalzi,
in fondo alle trincee o nei posti avanzati del fronte, nei brevi tempi liberi delle
funzioni di cappellano militare...», ebbe nel giro di un ventennio – tra le due
guerre mondiali – ben cinque edizioni.228
San Giovanni Calabria
“anime vittime per la Congregazione. a. M. d. G.” è il titolo, scritto a mano e con inchiostro nero ormai in parte sbiadito, che si legge sull’etichetta incollata sulla copertina di una rubrica degli anni trenta, che viene conservata
nell’archivio P.S.d.P.
e sarebbe una intestazione quanto meno curiosa od inusuale, se nel paragrafo precedente non avessimo già raccolto qualche informazione sulla diffusione tra le anime devote della spiritualità vittimale.
all’interno del documento sono stati registrati, ed ordinati in un apposito
schema ripetuto nelle varie pagine, i nominativi di 35 persone che si sono offerte come vittima al Signore per la Congregazione dei Poveri Servi della divina Provvidenza.
le iscrizioni, complete di indirizzo, data d’iscrizione, e di nominativo del
sacerdote (Confessore o Padre Spirituale) che aveva dato la sua approvazione,
sono quasi tutte dell’anno 1932; solo poche del 1933.
a fianco dei singoli nominativi sono stati predisposti dei riquadri da utilizzarsi per segnare la data di morte e per eventuali annotazioni. non riportano
però informazioni.
228
96
r. PlUS, L’idea riparatrice, v edizione, torino 1945:
«la Comunione ben intesa non è soltanto divinizzante, ma deve esser pure immolante, anzi perché divinizzi, conviene che immoli. la Comunione ben intesa non è soltanto un tesoro che ci
viene dato, non consiste solo nel ricevere un’ostia, ma anche nell’offrirne un’altra: non si può ricevere degnamente la vittima dell’altare se non a condizione di offrirci sull’altare come vittime,
in ispirito di adorazione e di espiazione».
Questo “registro” costituisce senza dubbio una più che eloquente testimonianza che anche don Calabria apprezzava questo forma di spiritualità. Ciò comunque più negli anni dal 1911 al 1930 che nel periodo successivo, almeno se
si vuol stare alle annotazioni che è dato riscontrare nel Diario.
Si è offerto vittima più volte, e per motivazioni a volte diverse; e il voto di
vittima lo ha registrato ogni volta nel suo Diario.
agli inizi dell’istituto don Calabria – sto parlando di una vicenda che iniziò
nel 1911 e che ebbe termine solo nel 1921 – si presentò come problema il diniego del vescovo a che si formasse i preti in Casa. e la questione per un decennio gli sembrò umanamente insolubile.
Pensò perciò di affidarsi totalmente a dio, ed anzi di offrirsi vittima per
questo scopo. lo dice esplicitamente in uno sfogo affidato al suo Diario
«[23/12/1911] ...a me non resta altro che fare l’ubbidienza al mio padre confessore: pregare, aspettare, offrirmi vittima...».229
anche il 6 dicembre 1911 aveva fatto al Signore la sua offerta: «Con la grazia di Gesù benedetto mi offro fin da questo momento vittima, affinché l’opera del Signore cresca, si fortifichi, e possa avere nel suo seno sacerdoti, formati
con lo spirito dell’opera...».230
e l’aveva ripetuta tredici giorni dopo, il 19/12/1911: «...io mi offro vittima,
con la grazia di dio, e voi, cari fratelli, andate avanti, preti magari a cinquant’anni, ma per carità, con lo spirito della Casa...».231
rinnovò la sua offerta di vittima anche nel 1912 e nel 1914, ma con finalità
in parte diverse:
«...Gesù, eccomi vittima, per espiare i miei peccati passati, per la vostra
gloria, per il bene e la diffusione dell’opera».232 e nel marzo del 1914: «...Gesù eccomi: tutto vostro. “vittima per i miei peccati, e per questa Casa che è Casa vostra”».233
229
230
231
232
233
G. Calabria, Laus Deo: 23/12/1911 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus Deo: 6/12/1911 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus Deo: 19/12/1911 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus Deo: 24/08/1912 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus Deo: 27/03/1914 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
97
le stesse motivazioni le troviamo nell’aprile del 1914: «...ai vostri piedi
rinnovo l’offerta: Gesù, eccomi vittima per voi e per espiare i miei peccati...»,234 e nel giugno sempre del 1914: «o mio amato Gesù, o benedetta vergine Maria, in questo momento rinnovo il mio proponimento di voler essere vittima per la maggior gloria di dio, in espiazione dei miei molti peccati, e per la
diffusione di quest’opera. Sento che è vicinissimo il calice dei dolori. Gesù mi
aiuti...».235
nel 1917 e nel 1918 rinnovò la sua offerta di vittima, apportando però altre
piccole variazioni nelle finalità:
nel Diario si legge: «(10/1/1917) ...Gesù mi affido a voi vittima: 1 - in
espiazione dei miei peccati; 2 - Per la salute spirituale del mio prossimo; 3 Per ottenere la tanto sospirata e desiderata pace...».236
alla data del 4/5/1917: «...oggi è il primo venerdì del mese, assieme al r.
padre Filippo ho rinnovato davanti a Gesù sacramentato la promessa di essere
vittima».237
e ancora il 12/3/1918: «...tutta la mia vita di ingratitudini, di peccati, l’ho
seppellita nel Sacro Costato di Gesù, e con l’aiuto di dio, con l’intercessione
della Madonna e di S. Francesco Saverio, da questo istante fino all’ultimo respiro della mia vita, voglio essere vittima di espiazione, di riparazione».238
Come ho già detto nel suo Diario, dopo gli anni venti, del voto di vittima
non ne parla più. Ma chi gli fu vicino ed assistette alle sue sofferenze psichiche
e spirituali degli anni 1949-1951 ebbe netta la sensazione che dio l’avesse preso in parola.
P. Filippo Bardellini
Penso che non si possa incominciare a parlare, in forma adeguata, della spiritualità vittimale di p. Filippo bardellini, se non riportando, quasi a mo’ di
234
235
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237
238
98
G. Calabria, Laus Deo: 28/04/1914 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus Deo: 20/06/1914 [diario 1911-1916], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus DeoDeiparae: 10/01/1917 [diario 1916-1919], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus DeoDeiparae: 4/05/1917 [diario 1916-1919], ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus DeoDeiparae: 12/03/1918 [diario 1916-1919], ms. archivio P.S.d.P. verona.
premessa, il commovente atto di offerta di vittima da lui fatto con don Calabria
nel maggio del 1917, e rinnovato nel 1919.
ecco il testo: «noi don Giovanni Calabria e p. Filippo bardellini, per le mani della vergine immacolata, Signora del Sacro Cuore di Gesù, doniamo e consacriamo al Sacro Cuore di Gesù, nostro Signore, la nostra persona, la nostra
vita, le nostre azioni pene e sofferenze per non più servirci di alcuna parte del
nostro essere se non che per amarlo e glorificarlo.
noi vogliamo essere irrevocabilmente tutti di lui e tutto fare per suo
amore. rinunziamo con tutto il nostro cuore a tutto ciò che potrebbe dispiacergli. noi vi prendiamo adunque pel protettore di nostra vita, per la sicurezza della nostra salute, per il rimedio della nostra incostanza, per il riparatore di tutti i difetti della nostra vita e per il sicuro asilo nell’ora della nostra
morte. Siate adunque, o cuore di bontà, la nostra giustificazione presso iddio Padre, e stornate da noi le saette della sua giusta collera, o cuore d’amore, noi mettiamo tutta la nostra speranza in voi, imperciocché tutto temiamo
dalla nostra debolezza, ma tutto ancora speriamo dalla vostra bontà. Consumate adunque in noi tutto ciò che può dispiacervi ed opporvi resistenza, fate
sì che il vostro puro amore si imprima così profondamente nel nostro cuore
che giammai noi possiamo dimenticarvi, o da voi separarci. vi scongiuriamo per la vostra bontà, che il nostro nome sia scritto in voi, poiché noi vogliamo collocare tutta la nostra felicità nel vivere e morire in qualità di vostri schiavi.
P. Filippo bardellini d.o.
i° venerdì ed otto maggio 1917 i° - venerdì ed otto maggio 1919».239
P. bardellini rinnovò più volte, negli anni venti, la sua offerta di vittima.
in una lettera, probabilmente inviata a don Calabria nel 1922, infatti p.
bardellini scrisse «la divina misericordia dispose pure che facessi con lei
l’atto di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù. ora la immagine su cui era
scritto andò in parte rovinata da quell’uccello sicché giova rifarla e credo
opportuno scegliere venerdì Santo, 14 aprile 1922, per unirla assieme al
voto di vittima come ho fatto l’anno scorso e da ricordarsi anche quest’an-
239
240
l. Pedrollo, Don Calabria e p. Filippo fratres in unum, ossia collaborazione fraterna, in
aa.vv., Padre Filippo Bardellini fondatore delle Poverette Casa di Nazareth e la sua opera di
cristiana bomtà, numero unico: 19 maggio 1978 (Celebrazione del Centenario della nascita del
Filippino p. Filippo bardellini), p. 13.
F. bardellini, Lettera a don Calabria (marzo 1922 ?), ms. archivio P.S.d.P. - verona.
99
no là sull’altare in quel momento solenne in cui dio si fece vittima per
noi...».240
e tuttavia mi sembra che, per cogliere in tutto il suo spessore la spiritualità
vittimale del p. Filippo, ci si debba affidare in primo luogo ad uno scritto in cui
egli fece una illuminante descrizione di questa devozione a don Calabria.241 in
una preziosa e lunga lettera del 7 gennaio 1929 volle infatti presentargli l’istituto Figlie del Cuore di Gesù di berchem (belgio),242 e la fondatrice dello stesso Maria di Gesù, al secolo Maria Carolina Filomena deluil - Martiny (18411884).243
nel documento, oltre a citare due libretti dei quali dichiarava di servirsi,244
p. Filippo comunicò a don Calabria una serie di informazioni sulla storia personale della fondatrice e sull’istituto per poi affermare che: «le Figlie del
Cuore di Gesù hanno per fine d’essere le vittime, come fu vittima Gesù sopra
la croce e come continua ad esserlo tuttora sull’altare... le religiose pregano,
riparano, s’immolano specialmente pei preti...».
Ma è soprattutto nella conclusione che egli espresse compiutamente il suo
pensiero: «i romani pontefici (Pio iX, leone Xiii, Pio Xi) approvano che vi
siano le anime vittime e riconoscono la grande necessità che abbia da crescere
il numero di queste, essendo che cresce molto anche l’iniquità. la parola vittime può essere presa in senso largo, in senso stretto. in senso largo è vittima chi
con spirito di riparazione, volentieri nega la sua volontà, porta la sua croce
quotidiana e con amore segue Gesù; in senso stretto è vittima chi dice a Gesù
che vuole abbandonarsi come corpo morto alla sua volontà o più ancora lo supplica, lo scongiura a sfogare sopra di sé la sua ira... ma prima di fare questi ultimi passi occorre prudenza e posato consiglio».
241
242
243
244
F. bardellini, Lettera a don Calabria (7/1/1929), ms. archivio P.S.d.P. - verona.
G. Pettinati, Figlie del Cuore di Gesù, in Dizionario degli Istituti di Perfezione, diretto da G.
Pelliccia (1962-1968) e da G.C.rocca (1969-), vol iii, roma 1976, coll. 1564-1565.
G. Pettinati, Deluil - Martiny, Marie-Caroline-Philomène, in Dizionario degli Istituti di Perfezione, diretto da G. Pelliccia (1962-1968) e da G.C.rocca (1969-), vol iii, roma 1976, coll.
433-434.
non ho avuto ancora modo di riscontrare i due testi, riporto perciò le indicazioni per altro incomplete del bardellini: Il più bel fiore della Guardia d’onore, ed. Spirami, torino 1887.
v. Mazzetti, Riposiamo, Pordenone 1923.
100
ePiStoLario barDeLLini - CaLabria
Caratteristiche e coordinate cronologiche dell’epistolario
il tenore dei rapporti personali tra il Padre don Giovanni Calabria e il p. Filippo bardellini è per certi versi immutabilmente consegnato anche al consistente numero di comunicazioni scritte che si scambiarono, e che sono conservate nell’archivio dei Poveri Servi della divina Provvidenza, a San zeno in
Monte, o nell’archivio delle Poverette della Casa di nazareth, a Ponton di domegliara.
i documenti (lettere, biglietti, cartoline), che furono inviati da p. Filippo
bardellini a don Giovanni Calabria dall’8 maggio 1917 al 4 settembre 1954,
sono 170.
107 sono invece le comunicazioni archiviate (lettere, biglietti, cartoline),
scritte da don Calabria a p. Filippo bardellini nel periodo 10 dicembre 1903 10 agosto 1954.
i testi, inviati da don Calabria, sono generalmente molto brevi. e più d’uno
non è nient’altro che un biglietto scritto per porgere gli auguri di buon onomastico a padre Filippo, in occasione della annuale festa liturgica di S. Filippo
neri (26 maggio).
la grafia di don Calabria è nervosa, talora di difficile comprensione. il
linguaggio del Calabria è sempre molto contenuto, anche quando fa delle
confidenze, e riservato. Mi sembra che dall’insieme emerga il carattere di
don Calabria, come quello di un uomo che non si lascia mai andare, pensoso
e sensibile.
in alcune sue lettere a don Calabria p. Filippo, che scrive con una grafia generalmente minuta ma nitida, si dilunga molto nell’esposizione delle sue idee, o
di alcuni aspetti riguardanti la sua coscienza; ciò accade ancor più nei casi in cui
vuole presentare una qualche forma devozionale da lui particolarmente sentita.
Gli scritti di p. Filippo, stesi in un linguaggio familiare, rivelano comunque
un carattere semplice, non raramente affettuoso, estroverso e gioviale, a volte
anche appassionato nel sostenere le idee che gli erano care.
Senza diffondermi, per ragioni di brevità, in altre considerazioni vorrei però
sottolineare un aspetto che non ci deve sfuggire: tutti e due hanno conservato,
101
direi quasi gelosamente, la corrispondenza ricevuta dall’amico. e questo non
può che essere un chiaro segno della reciproca stima, del fatto che ognuno di
loro considerava l’altro un uomo di dio.
i temi dell’epistolario
Uno dei temi, ricorrenti nelle lettere di p. Filippo, è quello del vincolo, dell’unione spirituale tra lui e don Calabria:
«...povero Padre, non v’è chi si unisca a lei, per faticare per la gloria di dio
ed il bene delle anime; io sono stato unito dalla divina Provvidenza in modo
speciale nel 4 Maggio 1917, nell’atto di Consacrazione al Sacro Cuore di Gesù, ma confesso che fino ad ora, sono stato unito quasi materialmente, ma ora
voglio cominciare proprio sul serio, spero che la Madonna, S. Filippo neri e la
beata [Margherita alacoque?] e i miei beati, mi aiuteranno. È un po’ di tempo
che per sentire più sensibilmente questa unione con lei, non potendo fare più
quella via, una volta così frequente alla sua Casa, faccio ogni giorno la via
Crucis, come fosse un viaggio a San zeno in Monte e così conservare più viva
la unione con lei, perché, come mi disse un giorno don zamparo, le unioni più
perseguitate sono quelle fatte in domino, sono quelle che hanno il sigillo di
dio...».245
e ancora nel 1926: «...il buon dio ha congiunto le due nostre anime come
accoppiava, a due a due, i suoi discepoli per l’esercizio della carità e della
umiltà, fiat, quod Deus coniunxit, homo non separet. È molto tempo che ci conosciamo, ma in modo ben diverso dal comune...».246
P. Filippo manifesta una stima e deferenza profonda in tutte le sue lettere a
don Calabria; lo trovo però esagerato nelle parole che gli scrisse per il natale
del 1922: «...tutti i componenti di questa povera casetta di Maria, poveri peccatori con il miserabilissimo sottoscritto, tutti vengono prostrati ai tuoi piedi,
per ricevere la benedizione di Gesù, cioè per ricevere, o Padre Santo, quella rugiada benefica che abbia da ravvivare le indebolite nostre pianticelle; ricevere
dalle tue sante mani sacerdotali quella luce divina di cui il Signore ti ha rivesti-
245
246
F. bardellini, Lettera a don Calabria del 4/11/1918, ms. archivio Poveri Servi della divina
Provvidenza - verona.
F. bardellini, Lettera a don Calabria del 6/09/1926, ms. archivio Poveri Servi della divina
Provvidenza - verona.
102
to, quel fuoco vivificatore che, per mezzo di te, suo ministro speciale, il Signore vuole mandare su questa terra...».247
il religioso Filippino, che si considerava figlio spirituale di don Calabria,248 gli chiede più di una volta consiglio in questioni di coscienza, e sul
comportamento da tenere in alcune situazioni di vita; in particolar modo era
solito chiedere a don Calabria lumi sul modo migliore di intervenire a vantaggio spirituale, ma talvolta anche materiale, di alcune persone, o per vocazioni
particolari.
Ma soprattutto era interessato a conoscere quale fosse la volontà di dio nei
suoi riguardi, e quale seguito dare alla varie ispirazioni interiori.
in alcune lettere del 1926, con allusioni non facili da decifrare, mi par di capire che p. bardellini chiedesse a don Calabria luce ed appoggio morale in ordine al suo progetto di creare un gruppo di anime contemplative.
Già, in una lettera del 1924,249 per la verità si era servito di una metafora,
quella di una torcia formata da quattro candele – ognuna di esse dà la sua luce
e il suo calore, ma se viene unita alle altre, in una torcia, l’effetto che ne risulta
è molto diverso – per affermare che, se ogni anima potrebbe di per sé avere
una propria missione, il discorso cambia se dio la destina a diventare una torcia assieme ad altre.
aveva scritto: «...sebbene starebbero anche da sé pure dio le vuole unite in
una sola come una torcia è una ed ha quattro candele e tutte devono procedere
regolarmente...».
247
248
249
F. bardellini, Lettera a don Calabria del 22/12/1922, ms. archivio Poveri Servi della divina
Provvidenza - verona.
e continua: «...Grazie, Padre Santo, mille grazie, tu sei la gloria della spirituale nostra Gerusalemme, tu sei la letizia di israele cioè dei figli di Giacobbe, tu sei la nostra onorificienza e quanto abbiamo di spirituale e di materiale tutto lo abbiamo ricevuto per tua intercessione e benedizione sacerdotale...».
F. bardellini, Lettera a don Calabria del 22/06/1923, ms. archivio Poveri Servi della divina
Provvidenza - verona:
«dono al mio dio, con voto perpetuo, la mia volontà per mezzo di Maria SS.ma e per obbedienza di don Giovanni, mio amatissimo direttore spirituale...».
F. bardellini, Lettera a don Calabria del 11/02/1924, ms. archivio Poveri Servi della divina
Provvidenza - verona.
le “candele” probabilmente eranoteresa Scaglia (entrata nella Casetta l’1/06/1921), Maria bellato
(entrata nel 1922), Giuseppina Chiantore (entrata nel 1922), Maria Grigoletti (entrata nel 1922).
103
Ma è nel 1926, come si diceva, che a fronte di un progetto non ancora attuato egli scrisse: «...in certi momenti mi rattristo perché per le molte mie miserie,
ho fatto ritardare di molto l’opera di dio il quale vorrebbe dare, ma non può
perché mi vede bambino e peccatore quindi non atto a ricevere. ed il tempo
passa, passa... le anime aspettano, aspettano perché sono pecore cui manca il
pastore...».250
e qualche mese dopo: «l’opera [di] dio deve svolgersi, ma come vuole
dio e solo in questo modo potrà essere benedetta. dio grande, appunto perché
grande, si serve di questo peccatore e ritardatario che purtroppo fece sospirare
tante anime per la sua fiaccaggine [sic], eppure questo dio buono ancora pazientò e si servì di ea quae non sunt per vedere che solo lui è colui che è...».251
Padre Filippo inviò spesso, a mezzo lettera, i suoi auguri o per le maggiori
feste liturgiche dell’anno: natale, Pasqua, o per l’onomastico di don Calabria.252
affidò talora alle comunicazioni epistolari la richiesta per sé, o per persone
del suo istituto, per avere una benedizione speciale, o i sentimenti di riconoscenza suoi e delle sue religiose, od anche la richiesta di preghiera.
Più di una volta p. bardellini accompagnò con una sua lettera, un suo biglietto, qualche piccolo dono: un agnellino, un quadro, un libro, che fece pervenire a don Calabria.
Ma fu soprattutto nel periodo in cui il p. bardellini divenne infermo, ancor
meglio nei primi anni Cinquanta, che si intensificò lo scambio epistolare tra p.
bardellini e don Calabria, e forse assunse un carattere meno occasionale.
P. Filippo di tanto in tanto riceveva dal Padre don Giovanni alcuni opuscoli
o libri (don edoardo Poppe, Instaurare omnia in Christo, Urge meditare...) che
parlavano della situazione dei cristiani, della riforma del clero, e padre Filippo
nella sua corrispondenza – cfr. lettere del 24/5/52, del 29/8/52, dell’11/11/52,
250
251
252
F. bardellini, Lettera a don Calabria del 13/01/1926, ms. archivio Poveri Servi della divina
Provvidenza - verona.
F. bardellini, Lettera a don Calabria del 6/09/1926, ms. archivio Poveri Servi della divina
Provvidenza - verona.
F. bardellini, Lettera a don Calabria del 24/06/1952, ms. archivio Poveri Servi della divina
Provvidenza - verona.
Questa lettera la si può considerare un esempio del modo in cui si facevano gli auguri i due Servi di dio.
104
dell’11/2/53,e dell’1/4/53 – finì per tematizzare appunto le problematiche relative alla situazione dei cristiani, dei preti, della Chiesa.
diventò un vero scambio di sensazioni, di valutazioni, una piena condivisione di ideali: «...amatissimo Padre, grazie della sua spedizione, lessi tutto253
e compresi l’ambascia del suo cuore, ma leggendo, pensavo all’ambascia che
aveva il profeta elia, quando gli sembrava che tutto il popolo ebreo fosse diventato adoratore di baal e dio per consolarlo gli disse: “non sai che tra israele ci sono più di diciottomila anime che mi amano e mi servono?”.
tutte le anime sono di dio e molte di esse lo amano e lo servono e noi non
le conosciamo e forse amano dio meglio di noi... Giobbe non era un ebreo, viveva tra i pagani, eppure quanta fede aveva nel suo dio! Quanta pazienza! dio
non adopera la matematica e col suo sguardo universale vede i cuori di
tutti...».254
in una lettera,255 in cui ricordava a don Calabria come “lucifero” ci avesse
sempre messo “lo zampino” – dal Paradiso terrestre alla Chiesa Cattolica, a
roma centro della cristianità – rovinando in parte i progetti di dio, p. bardellini confessava all’amico che «Satana mise lo zampino anche nel mio piccolo,
povero istituto e cinque o sei suore non hanno più quell’amore e quella obbedienza che avevano quando sono entrate».
ed esortava poi don Calabria: «amato Padre, stia attento che Satana non ci
metta lo zampino anche nella sua grande opera: Subalterni che non tutti sono
aperti con lei e tante cose fanno senza che lei sappia, per paura che il suo cuore sensibile non ne risenta troppo. oh poveri noi! Poveri figli di adamo, che in
raffinate maniere guastiamo i disegni di dio! Inimici hominis domestici eius...».
È invece da ricordare come simpatico il biglietto di partecipazione, che p.
bardellini inviò a don Calabria in occasione dell’approvazione ecclesiastica
diocesana dell’istituto delle Povere Serve della divina Provvidenza: «...Con
253
254
255
Credo che don Calabria avesse inviato, in ottobre, il fascicoletto stampato dalla tipografia Casa
buoni Fanciulli al bardellini, così come ad altri ecclesiastici di rilievo: card. Piazza, il vescovo
bernareggi, ecc.
G. Calabria, Urge meditare.Opportune riflessioni per l’ora che volge, verona 1952, pp. 26.
F. bardellini, Lettera a don Calabria del 11/11/1952, ms. archivio Poveri Servi della divina
Provvidenza - verona.
F. bardellini, Lettera a don Calabria del 24/05/1952, ms. archivio Poveri Servi della divina
Provvidenza - verona.
105
piacere sentii la solenne approvazione delle Povere Serve della divina Provvidenza. anche lì c’è una storia. S. Francesco di Sales diceva: Mi dicono fondatore e mi hanno fatto fare quello che non volevo. Però sappiamo che tutto è disposto dalla divina Provvidenza...».256
don Calabria, da parte sua, confermava all’amico di essere anche lui convinto che li unisse un legame spirituale: «Caro il mio padre Filippo, son convinto anch’io che il Signore compensi il nostro distacco materiale con legarci,
con unirci in modo tutto particolare, per compiere i divini disegni. Questo me
lo sento anch’io...».257
e gli dava, fin dal 1903, licenza di parlargli [scrivergli] liberamente: «Parli
sempre come parlasse ad un suo fratello...».258
Ma quello che prioritariamente salta agli occhi, a leggere gli scritti di don
Calabria a padre bardellini, è il fatto che lui, di pochi anni maggiore e pur manifestando tutta la sua pochezza «...sento tutto il peso della mia grande miseria
(14/4/1920)», si comportava, con semplicità e naturalezza, da “padre” spirituale nei confronti del religioso filippino, senza per altro rivelare alcuna ritrosia a
dare consigli ed indicazioni : «Primo primis uniti in domino, le raccomando
essere sempre fedele alla sua santa vocazione Filippina. non perda mai e poi
mai di vista il suo S. Filippo in tutte le circostanze della vita, in tutti i buoni e
sinistri incontri, veda la mano paterna della divina Provvidenza che compie
gradatamente i suoi divini disegni...».259
Padre bardellini personalmente, ma anche la Comunità Filippina di verona,
agirono più di una volta da benefattori della Casa buoni Fanciulli. e don Calabria non si scordava certo di ringraziare:
«Mio caro padre Filippo, sì, sì, lei è il ministro della divina Provvidenza e
con lei me ne congratulo tanto...».260
256
257
258
259
260
F. bardellini, Lettera a don Calabria del 6/04/1952, ms. archivio Poveri Servi della divina
Provvidenza - verona.
G. Calabria, Lettera a p. F. Bardellini del 20/01/1919, ms. documento 3109 - archivio Poveri
Servi della divina Provvidenza - verona.
G. Calabria, Lettera a p. F. Bardellini del 10/12/1903, ms. documento 3153 - archivio Poveri
Servi della divina Provvidenza - verona.
G. Calabria, Lettera a p. F. Bardellini del 15/02/1918, ms. documento 3108 - archivio Poveri
Servi della divina Provvidenza - verona.
G. Calabria, Lettera a p. F. Bardellini del 8/02/1919, ms. documento 3152 - archivio Poveri
Servi della divina Provvidenza - verona.
106
alcune comunicazioni epistolari di don Calabria – non sono però molte – a
p. Filippo sono vere e proprie lettere di raccomandazione perché questi avesse
ad interessarsi per sistemare qualche persona.
ogni anno, per la Festa di S. Filippo neri, don Calabria non dimenticava di
inviare i suoi auguri al suo amico. il testo o comunque i contenuti del messaggio augurale, generalmente, non si discostavano di molto dalla lettera del 1924,
che ho scelto come esempio: «non posso e non devo lasciar passare questo caro giorno dedicato al santo del suo nome e della sua cara congregazione, senza
esprimere tutta la mia gioia e fare i più sinceri auguri. Questa mattina nel
Grande Sacrificio della S. Messa l’ho ricordato in modo tutto particolare.
Che San Filippo le interceda tutte quelle grazie che il Suo cuore tutto infiammato d’amor di dio e delle anime desidera, lo consoli e lo sostenga nelle
prove che sono inevitabili per coloro che amano il Signore. ecco caro Padre il
mio povero ma sincero augurio...».261
don Calabria non ometteva di scrivere per ringraziare delle visite che p.
bardellini gli faceva:
«Mi fu tanto caro vederlo, lo ringrazio della sua visita...».262
«tanto, ma tanto cara, direi provvidenziale, mi fu la sua visita di ieri, quanto ho bisogno della carità delle sue orazioni...».263
Ma il leitmotiv, che si ritrova presente pressoché in tutte le lettere di don
Calabria, è la sua pressante richiesta di preghiere. anche in questo caso sono
però costretto a proporre solo alcuni passi, tolti dal carteggio Calabria - bardellini e riportati qui a mo’ d’esempio:
«Sento il bisogno di scrivere questa mia lettera per raccomandarmi in modo
tutto particolare alle sue orazioni. Per amore di dio caro Padre si ricordi di
questo meschino Sacerdote che sempre, ma specialmente da un po’ di tempo
261
262
263
G. Calabria, Lettera a p. F. Bardellini del 26/05/1924, ms. documento 3108 - archivio Poveri
Servi della divina Provvidenza - verona.
G. Calabria, Lettera a p. F. Bardellini del 11/11/1945, ms. documento 3130 - archivio Poveri
Servi della divina Provvidenza - verona.
G. Calabria, Lettera a p. F. Bardellini del 29/11/1920, ms. documento 3125 - archivio Poveri
Servi della divina Provvidenza - verona.
107
ha bisogno di un aiuto speciale dal Signore per compiere fra i dolori e i patimenti la sua divina volontà...».264
«ho estremo bisogno di preghiere, per amore di dio mi aiuti anche lei e
preghi per il povero...».265
«...Per questo io in quest’ultimo scorcio di vita, prima di presentarmi per la
grande chiamata, ho estremo bisogno di preghiere e per questo sarei per pregarlo di celebrare per me per le mie intenzioni, una santa messa, con le preghiere della Sua ven. Comunità...».266
Come si è visto i temi toccati dai due corrispondenti per certi versi sono
molti, ma forse la preoccupazione dei due era una sola, e condivisa: la ricerca
della propria santificazione con tutto ciò che di fondamentale questo concetto
implica nei riguardi di dio e degli uomini.
264
265
266
G. Calabria, Lettera a p. F. Bardellini del 2/09/1947, ms. documento 10397 - archivio Poveri
Servi della divina Provvidenza - verona.
G. Calabria, Lettera a p. F. Bardellini del 14/04/1920, ms. documento 3125 - archivio Poveri
Servi della divina Provvidenza - verona.
G. Calabria, Lettera a p. F. Bardellini del 11/11/1945, ms. documento 3130 - archivio Poveri
Servi della divina Provvidenza - verona.
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ePiStolario
(edizione diplomatica)
avvertenza
Per salvaguardare la genuinità delle comunicazioni epistolari tra san Giovanni Calabria e P.
Filippo bardellini d. o., che si presentano come testi dal carattere assolutamente informale,
si è scelto di pubblicare l’epistolario in una “edizione diplomatica”.
Come è noto, si tratta di una forma editoriale con la quale ci si propone di riprodurre scrupolosamente un testo, rispettandone tutte le caratteristiche formali ed anche gli eventuali errori.
il lettore perciò, che pensiamo più interessato all’esperienza esistenziale e al messaggio spirituale dei due Servi di dio che alla grammatica e alla sintassi, avrà modo di apprezzare la familiarità nei loro rapporti, assieme alla freschezza e alla spontaneità nell’esprimersi.
abbreviazioni
a. - PSdP = archivio dei Poveri Servi della divina Provvidenza di verona
a. - PCn = archivio delle Poverette della Casa di nazareth di Ponton di domegliara (vr)
1
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
10-12-19031
amatissimo don Filippo,
nella mia meschinità mi sono ricordato e mi ricorderò di pregare la vergine
benedetta affinché interceda dal benedetto Gesù tutte quelle grazie che sono
indispensabili ad un sacerdote, e faccio voti che presto spunti il giorno da lei
tanto sospirato e possa anche lei ripetere in pieno senso le parole del salmista
«tu o Signore sei la mia eredità». animo caro don Filippo, sursum corda, nostra sufficientia ex deo est, da noi neppure un muover di labbro, ma omnia
possum in eo... umiltà, preghiera ecco le grandi armi. Si ricordi che in quel
giorno che ha più combattuto, che ha sofferto tanto ha in se stesso il divin sigillo ossia la divina approvazione, goda e ne ringrazi il Signore. lavoriamo
tanto, ma tanto in prò delle anime che assai costano a Gesù benedetto, ed il demonio in codesta epoca tante ne rovina.
Parli sempre come parlasse ad un suo fratello. lo prego della carità di fare
un memento per chi si dice in Corde Jesu.
Sac. J. Calabria
1
a. - PSdP doc. 3153.
111
2
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
13-7-19112
Molto rev.do Padre Filippo,
la divina Provvidenza, Gesù benedetto, rimeriti e lei e tutti i r. Padri della carità fatta alla Casa del Signore, dico così perché se fosse casa di d. Calabria a quest’ora sarebbe in fumo. Preghi r. Padre affinché non la guasti, non la
rovini. al presente può consegnare le campane che giunte qui, quando suoneranno, i loro rintocchi faranno tanti inviti ad amare Gesù. Mi raccomando tanto
al Signore, affinché in tutto e sempre possa fare la Santa volontà di dio.
Con ossequi in C.J.
Suo Sac. J. Calabria
3
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
31-8-19163
M. r. e Carissimo Padre,
le presento in visceribus Christi, le raccomando il mio caro amico, sig. Cirillo Ganda, che deve recarsi a bologna per affari. lo ascolti e veda di aiutarlo.
dio lo rimeriti.
ossequi ai r. Padri, raccomandomi alle di lei orazioni.
in C. J. Sac. Giovanni Calabria.
2
3
a. - PSdP doc. 3078.
a. - PSdP doc. 3078/a.
112
4
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
i° venerdì ed 8-5-19174
i° venerdì ed 8-5-1918
[retro immagine: Calice, Cuore, Colomba, e scritta: io credo o Signore, fate ch’io viva secondo la mia fede]
noi don Giovanni Calabria e Padre Filippo bardellini, per le mani della
vergine immacolata, Signora del Sacro Cuore di Gesù, doniamo e consacriamo
al S. Cuore di Gesù, nostro Signore, la nostra persona, la nostra vita, le nostre
azioni, pene e sofferenze, per non più servirci d’alcuna parte del nostro essere
se non che per amarlo e glorificarlo.
noi vogliamo essere irrevocabilmente tutti di lui e tutto fare per suo amore. rinunziamo con tutto il nostro cuore a tutto ciò che potrebbe dispiacergli:
noi vi prendiamo adunque pel protettore di nostra vita, per la sicurezza della
nostra salute, per il rimedio della nostra incostanza per il riparatore di tutti i difetti della nostra vita e per il sicuro asilo nell’ora della nostra morte. Siate
adunque o cuore di bontà la nostra giustificazione presso iddio Padre e stornate
da noi le saette della sua giusta collera.
o Cuore d’amore, noi mettiamo tutta la nostra speranza in voi, imperciocché tutto temiamo dalla nostra debolezza, ma tutto ancora speriamo dalla vostra bontà.
Consumate adunque in noi tutto ciò che può dispiacervi ed opporvi resistenza, fate sì che il vostro puro amore si imprima così profondamente nel nostro
Cuore che giammai noi possiamo dimenticarvi, o da voi separarci.
vi scongiuriamo per la vostra bontà che il nostro nome sia scritto in voi,
poiché noi vogliamo collocare tutta la nostra felicità nel vivere e morire in qualità di vostri schiavi.
P. Filippo bardellini d. o.5
4
5
a. - PCn doc. 16.
leggesi Congregazione dell’Oratorio.
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5
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
15-2-19186
M. r. e Caro Padre,
o’ ricevuto la sua lettera e sebbene tanto indisposto le rispondo subito. Primo primis uniti in domino, le raccomando di essere sempre fedele alla sua
santa vocazione Filippina, non perda mai e poi mai di vista il suo S. Filippo, in
tutte le circostanze della vita, in tutti i buoni e sinistri incontri, veda la mano
Paterna della divina Provvidenza che compie gradatamente i suoi divini disegni.
Padre nella mia meschinità non dubiti che la ricordo e la raccomando al Signore, ma anche lei mi ricordi e preghi ma preghi sul serio. Sto male doppiamente. Che Gesù mi conceda misericordia e la grazia di fare la Sua divina volontà sempre.
in C. J. Sac. J. Calabria.
Per quell’anima accolta non si prenda pensiero. la Provvidenza penserà.
6
a. - PSdP doc. 3108.
114
6
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
J.M.J. Ph.
a.M.d.G.
verona 18/2/187
Padre amatissimo,
Sebbene lontano sento di essere più vicino. Quis separabit
nos a Carithate Christi? lei soffre eppure tanto buono mi scrive subito, sono proprio il discepolo prediletto che le costa molti e poi molti patimenti. Questo ministro della divina Provvidenza è stato partorito in molte riprese e non calcolando
quelle che non so mi ricordo ora solo di queste ultime. Padre quanto ha sofferto
nella vigilia di S. andrea e nel giorno stesso finché venni io a S. Mattia! ed allora seduti vicino alla finestra mi diceva ecco là fuori il demonio fa minacce e così
sono divenuto ministro della divina Provvidenza per la pace; così quanto ha sofferto nella vigilia di S. tommaso apostolo e nel giorno stesso finché andò a celebrare dalle sorelle ed io povero peccatore l’aspettava alla porteria finché ebbi la
misericordia del Signore di poter avere tanta grazia da celebrare verso il mezzodì
nella cappellina delle sorelle nel giorno consacrato per la santificazione dei sacerdoti e così veniva io povero peccatore per ottenere misericordia ed unione di
apostolato per la consacrazione delle anime al Cuore SS. di Gesù.
oh! Padre quanto tempo è che lei pazienta con me e con le preghiere e le
lagrime mi tira a Maria e a Gesù e se non vi fosse stata la sua immensa carità
che mi ha saputo tanto compatire non sarei ancora unito a lei mentre oggi ancorché gli altri mi volessero separare sento che anche lontano vive questa unione e speriamo nella Misericordia di Gesù e di Maria che abbia da durare sempre spero che la Madonna concepita senza peccato mi abbia da liberare da una
possibile ingratitudine di abbandonarlo.
Stia certo o Padre che lo ricordo nelle mie povere preghiere e siccome costumo affidare tutto a Maria quel poco che io faccio perché essa disponga di
7
a. - PCn doc. 317.
115
ciò come le aggrada perciò se avesse qualche bisogno basta che domandi a
Maria questa buona Mamma che farà il meglio e di molto che io non sappia fare colla mia sola preghiera così isolata.
Padre! È venuta mia sorella a dirmi in modo ufficiale mandata da lei, che si
congratula con me perché sono ministro della divina Provvidenza e poi mi domandava spiegazioni. io risposi altro che il Signore ha voluto così perché ha
voluto; che non sò anch’io tutta l’estensione di questa parola, ma l’importante è
fare la sua santa volontà. domenica meditando l’epistola della S. Messa ho capito molto bene cosa vuol dire Ministro di dio! Padre! Mi confondo! Quanta
pazienza mitezza umiltà carità generosità vi richiede in un ministro perché si
mostri al mondo quale vero ministro! ed invece sà lei quanto manco e di tutto...
e pensare che chi ha ricevuto molto da Gesù multum requiretur ab eo. Ma
coraggio io mi abbandono tra le braccia della cara mia Madre Maria SS. immacolata e col suo aiuto voglio riuscire nella mitezza nella umiltà nella carità
nella povertà nella obbedienza nella purezza nella fede nella speranza nell’amore in tutto spero riuscire perché la Madonna è una buona e potente Madre e
coll’aiuto suo spero di compiere il mio ufficio di Ministro della divina Provvidenza.
oh! la divina Provvidenza! ...e la Materna Provvidenza quanto non è potente!...
ogni giorno sempre più mi convinco che solo per mezzo di Maria posso arrivare ad amare Gesù e farlo amare e farlo regnare in mezzo al Mondo. Padre
che bel dono mi ha fatto quando mi diede quel libretto del beato Grignon di
Monfort; ma vede quanto tempo ci metto a capire qualche cosa!
Con l’aiuto di Maria voglio avere una mitezza così continua, una umiltà così profonda del mio nulla una fede così viva tra tante tenebre una speranza così
ferma ancorché tutto traballasse una carità così consumata e perfetta da non inquietarmi per qualsiasi evento, da vedere tutto attraverso dio da baciare le mani che mi percuotessero, da convincermi che dio è il mio tutto ed il meglio che
posso fare per la sua gloria e per il bene delle anime stà tutto riposto nel sforzarmi ad una continua abnegazione di me stesso nel accettare giorno per giorno la croce che Gesù mi presenterà, nel fissare lo sguardo al Crocefisso ed a
Maria addolorata, convinto che quanto più in questo modo io morirò a me
stesso tanto più il Signore si degnerà farmi vedere attorno i lavoretti che egli sa
compiere a bene delle anime. deus meus et omnia Mater mea et omnia.
Padre! ecco le parole... colla grazia di Gesù e di Maria vorrei venire ai fatti... lo lascio nei Cuori SS. di Gesù e di Maria.
P. Filippo
116
7
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
2-4-19188
Molto reverendo Padre,
Uniti in domino semper per essere poi uniti in Paradiso.
Sabato 4 insieme al suo posto faccia la bella rinnovazione di essere tutto di
Gesù. riguardo a quell’anima, veda lei nel Signore, per conto mio non mi pronuncio né per qua, né per là.
Mi ricordi Padre e preghi tanto per la mia anima, che sia disposto, ma
praticamente a tutto e con me tutti coloro che fanno parte di quest’opera di dio.
lo saluto caramente di nuovo uniti uniti, ma stia bene attento a... [due parole illeggibili].
in C. J. Sac. J. Calabria.
8
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
1-8-19189
M.r. e Caro Padre Filippo,
in Paradiso capiremo il perché di tante cose, e benediremo e loderemo la divina Provvidenza di lei, dei M.r. Padri Filippini mi ricordi in modo particolare. lei mi continui la carità delle sue preghiere, mi compatisca, mi perdoni, e
mi ottenga dal benedetto Gesù gran Misericordia per poter fare una buona e
santa morte. Uniti nel Signore mi dico in C.J.
povero Sac. J. Calabria.
8
9
a. - PSdP doc. 3097.
a. - PSdP doc. 3120.
117
9
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
2-9-191810
M.r. e Caro Padre Filippo,
Sento il bisogno di scrivere questa mia lettera per raccomandarmi in modo
tutto particolare alle sue orazioni. Per amore di dio caro Padre si ricordi di
questo meschino Sacerdote che sempre, ma specialmente da un po’ di tempo à
bisogno di un aiuto speciale dal Signore per compiere fra i dolori e i patimenti
la sua divina volontà. io lo ricordo sempre, sempre e come caro amico e come
confratello e come ministro della divina Misericordia.
Mi perdoni e mi benedica.
in C. J. Sac. J. Calabria
10
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
16-9-191811
J.M.J.12
M.r. e caro Padre,
ogni giorno e più volte al giorno mi domando il perché di certi fatti, e di
certe vie che la divina Provvidenza dispone. Facciamo in tutto e sempre la
Santa volontà di dio. lo ricordo sempre e in modo tutto particolare, la nostra
10
11
12
a. - PSdP doc. 3136.
a. - PSdP doc. 3092.
leggesi Jesus Maria Joseph (Gesù, Maria, Giuseppe).
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divisione ci sia di più unione nello spirito, per renderci atti a compiere in tutto
e sempre la Santa volontà di dio.
nei giorni del triduo mi ricorderò in modo tutto particolare di lei affinché
sia disposto a tutto, lei preghi perché Gesù riceva sopra il suo altare una vittima. Quell’anima che è venuta questa mattina, non potrebbe, sempre se lei crede, andare con sua sorella? veda lei. Caro Padre i tempi vanno sempre peggio,
chissà a cosa noi andremo incontro, per amor di dio che non sia per colpa e
punizione nostra. Godo e ringrazio il Signore della chiamata a verona dei Superiori. Padre preghi per me, che Gesù mi usi gran misericordia e che le varie
sementi diano il loro frutto.
in C. J. Sac. J. Calabria
Mi ricordo sempre dei r. Padri Filippini.
11
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
30-9-191813
J.M.J.
Molto reverendo e caro Padre,
Mi raccomandi a Gesù, ma guardi di ricordarsi, nei momenti presenti sento
di avere bisogno di aiuti e di misericordia speciale per la povera anima mia. io
sempre lo ricordo e non dubiti che lo tengo unito, specialmente quando la misericordia del Signore, mi mette vicino al Calvario. Si faccia animo, santa libertà di Spirito e come un cencio nelle mani di chi in nome di dio dirige la sua
anima. nel tempo, ma più di tutto nell’eternità capiremo e vedremo il diritto di
certi lavori, che per permissione del Signore, vediamo il solo rovescio. io sempre nelle braccia del Crocefisso: Che mi salvi l’anima!
in C. J. Sac. J. Calabria
13
a. - PSdP doc. 3091.
119
12
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
31-10-191814
J.M.J.
Molto reverendo e caro Padre Filippo,
Questa mattina dopo 14 giorni che non celebravo la S. Messa perché ammalato, ò potuto con fatica celebrare. r. Padre, per amore di dio non si scordi di
me. dio solo sa quanto bisogno ò di preghiere, prima per la mia anima, e poi
per compiere i disegni di dio che non si maturano altro che fra i dolori.
o’ ricevuto e letta la Sua lettera. Per conto mio le dico di mettersi in pace,
guardi di ben studiare e praticare le regole di S. Filippo, che sono in modo speciale regole pei sacerdoti del tempo presente. Preghi tanto per me, sempre lo ricordo in modo tutto particolare come in un modo tutto particolare ricordo i r.
Padri Filippini. implorando ogni bene in C. J.
Sac. J. Calabria
Sono stanco.
14
a. - PSdP doc. 3094.
120
13
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 4-11-191815
J.M.J Ph.
a. M. d. G.16
Mio buon Padre,
Quale grazia ho ricevuto nel capire cosa vuol dire un dio crocefisso per la
salute delle anime! Per essa ebbe la forza di sostenere il Calvario per 14 giorni,
per essa và maturando i grandi disegni del Signore, per essa poi con una pazienza tutta particolare soffre e tanto soffre per la mia anima e per la mia Congregazione.
Grazie Padre tante grazie e per contraccambiare non posso altro che pregare
la Madonna che interceda ed ottenga presso il Cuore S.S. di Gesù tutto quello
che il suo Cuore generoso di Padre per me e per tante altre anime domanda.
Confesso il vero, che se in piccolissima parte riesco a sopportare qualche croce
dopo Gesù e Maria devo ringraziare lei per il suo esempio e la sua parola.
Quanta impressione mi fecero quelle due parole in fondo dopo fatta anche
la firma «sono stanco» povero Padre, non v’è chi si unisca a lei per faticare
per la gloria di dio ed il bene delle anime io sono stato unito dalla divina Provvidenza in modo speciale nel 4 Maggio 1917 nell’atto di Consacrazione al S.
Cuore di Gesù Cristo ma confesso che fino ad ora sono stato unito quasi materialmente ma ora voglio cominciare proprio sul serio spero che la Madonna S.
Filippo neri e la beata e miei beati mi aiuteranno. È un po’ di tempo che per
sentire più sensibilmente questa unione con lei, non potendo fare più quella
via, una volta così frequente, alla sua Casa: faccio ogni giorno la via Crucis
come fosse un viaggio a S. zeno e così conservare più viva la unione con lei
perché come mi disse un giorno don zamparo le unioni più perseguitate sono
quelle fatte in domino sono quelle che hanno il sigillo di dio.
15
16
a. - PCn doc. 318.
P. bardellini aggiunge “S. Filippo” alla formula “Gesù Maria Giuseppe”. inoltre utilizza il motto a. M. d. G. Ad maiorem Dei gloriam (per la maggior gloria di dio).
121
oh! Padre quante grazie ho ricevuto dal buon Gesù e dalla Madonna e da S.
Filippo ecc. se avessi amato il patire vi avrei corrisposto ma spero che non sia
esaurita la divina Misericordia e che i Cuori S.S. di Gesù e di Maria per mostrarmi quanto mi amino facciano una sanazione in radice.
nelle mie orazioni sebbene miserabili mi ricordo spesso di lei e spero di ricordarmi sempre più.
tempo fà avevo ricevuto da una mia penitente lire 150 per soddisfare a
piccole appropriazioni indebite in cui cadeva spesso fin dalla infanzia e mi disse che me ne darà ancora. Sul da farsi era don zamparo indeciso ora che cosa
devo fare? essa mi dà piena libertà e questa piena libertà io ora rimetto a lei,
«loquere Domine quia audit servus tuus..»
Un’altra cosa: alcuni mesi fà il mio superiore fece osservazione perché avevo quattro lumi ad olio accesi, due per la Madonna e due per il Santissimo
mentre la Chiesa parrocchiale non ne aveva neppure per la lampada del Santissimo. io risposi che erano offerti e che però ero alla fine e diffatti passai un
mese quasi senza olio. ora dopo i Spirituali esercizi mi fu offerto olio e per la
Madonna e per il S.S. e dell’altro in compera sentii l’ispirazione di darne un
poco ai Filippini per la lampada ed ecco venirne dell’altro allora ne diedi ancora ed ecco io riceverne dell’altro e dei lumicini. devo continuare ad alimentare
anche la lampada della Parrocchia anche nel caso che avessi solo olio offerto e
non già comperato? Perché don zamparo era di avviso che le offerte a S. Pietro
siano per S. Pietro.
Padre, mi sforzerò per studiare e praticare il meglio che sia possibile le regole del S. Padre, già avevo cominciato da tempo a farmi dei sommari del libro
intitolato Scuola di S. Filippo neri e vedo che mi fanno bene.
il Superiore causa l’epidemia ha gettato mezza parola di non andare a roma
per la riunione dei Filippini. Cosa vuole il Signore!... intanto devo pensare alla
mia parte e non porre io ostacoli ai disegni del Signore ma invece col patire
rendermi creta malleabile in mano della divina e materna Provvidenza. Faccio
presto a scrivere ma circa il fare... mi occorrono le binde. Padre! come sempre,
così anche questa volta mi compatisca e sono in Corde Jesu et Mariae suo indignissimo figlio.
P. Filippo bardellini d.o.
verona 4 novembre 1918 giorno di S. Carlo speciale patrono di nostra Congregazione
122
14
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 6-11-191817
J.M.J. Ph.
Mio buon Padre,
ecco in mano sua la buona augusta, è veramente un’anima di dio e sento
in domino di non lasciarla più sola nella sua casa per motivi morali e fisici.
Sicché io nel Signore vedrei così o da lei o da mia sorella, propenderei più
dalla mia sorella però lei faccia quello che si sente in domino.
Mi fa veramente pietà e credo che la prova sia stata sufficiente e che i bisogni materiali si raccomandino anche essi.
Spero che ora la sua salute sia migliorata e che i suoi cari figli stiano tutti
bene, ringraziando la divina Provvidenza, stiamo anche noi benissimo, il Signore è molto Misericordioso.
Godiamo dell’armistizio, meno vittime ma e poi... Sia fatta sempre la divina
volontà speriamo che la bontà dei pochi abbia vinto la cattiveria di molti e i
dieci giusti abbiano salvato l’europa.
Padre! non son buono di fare un po’ di bene, questa mia carnaccia resiste e
lo spirito non è generoso, non posso altro che ammirare la misericordia di dio
che continuamente mi compatisce e la bontà di don Giovanni che mi tiene unito sebbene figlio così sbandato.
Sono in Corde Jesu et Mariae suo indegnissimo figlio
P. Filippo bardellini d.o.
viva la beata Margherita e S. Filippo
17
a. - PCn doc. 319.
123
15
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
12-11-191818
J.M.J.
M. r. Padre,
a mio piccolo parere la via che à tenuto fu secondo la volontà di dio, ma
adesso non farei altri passi; vedrà che la cosa la compirà il Sacro Cuore di Gesù. noi preghiamo.
non si dimentichi mai di me, preghi per la mia povera anima.
in C. J. Sac. J. Calabria
16
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
6-12-191819
M. r. e Caro Padre Filippo,
lei à un bel nome, ringrazi tanto la divina Provvidenza e procuri con la
grazia di dio di imitarlo questo gran santo, anzi lo preghi in modo particolare
anche per me. Sono sul Calvario, ma una persona mi ha fatto osservare che si
sta meglio nell’orto, lei che ne dice? Grazie delle sue lettere, sì, sì, uniti, se
sapesse r. Padre quanto ò bisogno di preghiere, di aiuto. Mi sento freddo pensando al gran rendiconto che si avanza. Che Gesù mi usi gran misericordia, io
18
19
a. - PSdP doc. 3082.
a. - PSdP doc. 3117.
124
spero di andare in Paradiso a magnificare per sempre questo divino attributo.
Questo pensiero mi consola.
ossequi a tutti i r. Padri, lei in modo particolare.
in C. J. Sac. J. Calabria
17
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 6 gennaio 191920
J.M.J. Ph.
a.M.d.G.
amatissimo Padre
il Sacerdote, per quanto peccatore egli sia, è sempre ministro di dio e la sua
missione è come quella della stella che condusse i re Magi alla Casa di dio. o
quante anime si ha da condurre a dio!...
in questo gran giorno che ricorda la Misericordia di dio per noi che discendiamo dai Gentili, e fummo accolti nel suo regno; in questo giorno sento il bisogno di venire a lei con la torcia in mano memore del quadruplice ministero:
e con due calici memore della misericordia divina la quale mi unì a lei o amatissimo Padre perché potessi riuscire a compiere quello che da solo non avrei
mai più fatto e che solo dietro le sue preghiere, i suoi indirizzi e più di tutto
dietro i suoi patimenti spero con la grazia di dio e la intercessione di Maria
SS. di poter riuscire a compiere tutto e bene quanto dio vorrà da me per la sua
maggiore gloria e per il maggiore bene delle anime.
dietro i miei passi diretti verso la casa di dio, dietro i miei passi mi seguono tre anime per figurare i tre re Magi e con esse tutte le anime elette che cooperano alla divina ispirazione ed aiutate dai Sacerdoti possano venire anche da
lontani paesi per formare loro nido nella casa del Signore. esse portano quanto
è più prezioso in questa misera terra cioè tutto ciò che si richiede per il Santo
20
a. - PCn doc. 320.
125
Sacrificio della Messa che è il dono più grande che possa avere l’uomo sulla
terra. Portano tutto nella Casa di dio e consegnano a lei che ne è il custode di
questa grande opera che si estende quanto si estende il Creato perché è la Casa
di dio.
non potendo ora trovarci alla Capanna di betlemme per presentare il misero dono al neonato bambinello pure per il dono della fede sapranno che questa
sua Chiesa è una seconda betlemme = Casa del pane (eucaristico) in essa si
trova una piccola Capanna = il Santo tabernacolo dove in una fredda pisside
quale mangiatoia giace il bambinello eucaristico nascosto dalle candide specie
di pane che servono come di fasce che lo nascondono e perché rinasca ogni
giorno in mezzo a noi molte anime hanno concorso o con l’opera o con il denaro per offrire quanto ora si richiede per conservare la vita eucaristica con rinnovare le consacrazioni ogni qualvolta le specie eucaristiche vengono consumate. ora il bambinello eucaristico non ha bisogno di fasce di vesti e di oro
ma ha bisogno di corporali di pianete e di calici ecc. affinché egli rinasca in
tutte le parti del mondo e quivi sia conservato per l’adorazione non già di soli
tre re Magi ma di milioni e milioni di anime.
Piccolissima è la nostra offerta, una povera pianeta bianca simbolo della fede ed una pianeta rossa simbolo della carità, due calici simbolo dell’unione ed
altre piccole offerte che sono un semplice granellino con la speranza che dio
lo abbia da fecondare e così con l’aiuto della divina Provvidenza portare ai
suoi piedi molti arredi e preziosi perché poi, lei custode di questa Casa specialissima del Signore, possa diffondere e dentro e fuori ed in italia e nelle indie
dovunque c’è bisogno che rinasca Gesù eucaristico perché sia adorato da tante
anime e così si dilati il regno di dio.
lei Padre amatissimo preghi che Gesù ci dia in contraccambio l’oro dell’amore di dio e del prossimo l’incenso di una perseverante e fervente preghiera
e la mirra della mortificazione tanto necessaria per la perfezione Cristiana e
così tutti prostrati i presenti ed i lontani ricevano la vostra Santa benedizione.
Sono in corde iesu et Mariae suo indignissimo figlio.
P. Filippo bardellini d.o.
verona 6 Gennaio epifania 1919
126
18
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
17-1-191921
J.M.J.
M. r. e Caro Padre,
nel mio ritiro, ricevo la sua carissima lettera e subito le dico nel Signore di
stare a tutto quello che le dice il suo padre spirituale, organo e voce della Santa
volontà di dio, si intende che lei deve prima dire tutto, pro e contro.
io sempre lo ricordo e le sono unito in modo tutto particolare, per amore di
dio mi ricordi a Gesù alla Sua Santissima Madre che almeno adesso cominci
proprio sul serio.
Felice anno nel Signore, con la grazia di dio sia generoso più che può in
quest’anno, ed io credo che vedrà il frutto.
in C. J. Sac. J. Calabria
21
a. - PSdP doc. 3138.
127
19
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
20-1-191922
J.M.J.
Caro il mio Padre Filippo,
Sono persuaso, son convinto anch’io che il Signore compensi il nostro distacco materiale con legarci, con unirci in modo tutto particolare, per compiere
i suoi divini disegni, questo me lo sento anch’io. Godo che studi e mediti S.
Filippo, e lo consiglierei fare qualche nota di quello che più le fa impressione.
non trovo parole per ringraziarla della via Crucis che fa per me, dio lo rimeriti. Se sapesse mio caro Padre quanto ne ò di bisogno, anche quando celebra la
Santa Messa si ricordi di me, dica a Gesù che mi faccia sentire e che mi usi
gran misericordia. riguardo al Casetto (rosario vivente), lasci lo seppellisca
nel Sacro Cuore di Gesù. Sia disposto a tutto e lei beato. le raccomando calma, serenità, tranquillità vedendo in tutto e sempre la Santa volontà del Signore che ogni cosa dispone o permette per il nostro maggior bene.
lo prego della carità di far avere questa inclusa lettera al M.r. don annibaletto. Uniti in domino suo, in C. J. Sac. J. Calabria
22
a. - PSdP doc. 3109.
128
20
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
8-2-191923
J.M.J.
Mio caro Padre Filippo,
Sì, sì, lei é il ministro della divina Provvidenza e con lei me ne congratulo
tanto, e speriamo per misericordia di Gesù benedetto di lodare e benedire il Signore per tutta l’eternità e a questo fine preghiamo ad invicem.
dio lo rimeriti, non mi dimentichi mai, mi ricordi sempre, dica a Gesù che
mi usi gran misericordia.
in C. J. Sac. J. Calabria
21
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 7/3/191924
J.M.J. Ph.
a.M.d.G.
amatissimo Padre
Prendo la penna per dire in domino quello che mi sento.
Giorni addietro ho dovuto leggere in refettorio e nella storia ecclesiastica
dell’abate robucher (libro 84 pag. 147) lessi un sunto della vita di s. angela
Merici e mi rimasero impresse queste parole: «angela si era giovata dei lumi
di persone sperimentate per istendere questa regola; ma prevedendo che i mu-
23
24
a. - PSdP doc. 3152.
a. - PCn doc. 321.
129
tamenti sopraverrebbero nelle abitudini e costume del mondo potrebbero rendervi poscia necessarie diverse modificazioni, v’inserì questa clausola espressa: Che vi si farebbero di tanto in tanto le correzioni che la forza delle circostanze esigessero».
dissi tra me, è la Santa del giorno d’oggi a bene di tante anime. Forse che il
Signore voglia una piattanza orsolina condita con lo spirito di S. Filippo n. di
S. Francesco Xaverio e S. Francesco di Sales? tra le anime figlie di S.angela il
Signore mi fa trovare della buona materia da adattarsi alle abitudini e costumi
presenti, sono anime che maneggiano denaro ma morte al denaro sono anime
che vivono in casa o nella propria città ma con un cuore apostolico distaccate da
tutti e da tutto. Sono anime tutte carità ed amore in dio e nel prossimo quali intendeva S. Francesco di Sales ed il mio S. Padre S. Filippo n. e qui le noto una
circostanza, quando le mandai la pagella della novena della Grazia, pagella che
era la Madre della pagella che ho dispensato, dissi tra me se don Giovanni fa
stampare la novena della Grazia è segno che il Signore vuole che quest’anime
siano informate dallo Spirito di S. Filippo per il quale aveva fatto precedentemente quella novena e difatti restai meravigliato quando mi diede quelle tre pagelline. Questo è il fatto lei poi ne faccia quel peso che ne sente in domino. in
questo tempo ho avuto una grazia speciale per mezzo del P. Faustino, aspetto
che venga il 12 Marzo per poi riferirle qualche cosa anche su questo riguardo.
ho ricevuto da mia sorella il giornale «il cittadino di brescia» nel quale c’è
tutta una pagina che parla di elisabetta Girelli di quella santa e dotta orsolina
che ha fatto tanto bene ed io ne sento un affetto e venerazione speciale.
lei Padre mi diceva spesso che ama la congregazione di S. Filippo perché è
proprio dei giorni nostri ebbene si può dire lo stesso nel campo femminile riguardo alle orsoline. Questi sono i lumi che mi dà il Signore ma vedo che mi
manca lo spirito preghi tanto Gesù e Maria affinché abbia da morire a me stesso così che lasciandomi condurre totalmente da dio non abbia da porre resistenza ai suoi santi disegni per la sua maggiore gloria e per il maggiore bene
delle anime.
oh! Padre! per quanti anni ho trascurata la grazia di dio, quale miserabile
operaio sono io mai? Quanto devo ringraziarlo ché ha sostenuta fino ora la divina Misericordia in mio riguardo.
oh! Se vi fosse un vero fuoco d’amore di dio non me ne starei così neghittoso. È un grande affare rompere tutti questi fili delle mie passioni e miserie
che mi avviluppano così che non sono capace di dare veri voli e slanciati in
dio e per iddio. Quanta zavorra di mondo di carne di terra mi tiene basso basso. Padre mi aiuti a gettare via tutto massime questa maledetta superbia che
130
pullula in tutti i cantoni, questa delicatezza a questo corpaccio, a questa gola
che toglie quella santa indifferenza tanto e poi tanto necessaria per essere veri
apostoli del Signore. Spero tanto e poi tanto nella Madonna, è l’unica mia ancora di salvezza, capisco che sono stato così ingrato con Gesù per i tanti lumi e
grazie che mi diede che vedo non ho altra via da rimediare che quella della devozione alla Madonna rifugio dei peccatori e madre di misericordia. et dixi
nuc coepi ora voglio incominciare mediante l’intervento di questa potente regina, è tanto buona... sa usare con me le vie così miti e caritatevoli che veggo
proprio come essa mi conduce senza che io me ne accorga mi conduce lentamente con passi di fanciullo poiché io sono un eterno bambino mi conduce per
le vie del Signore! Guai a me se con i riguardi di si gran Madre celeste avessi
da venir meno ai voleri di dio.
Sono in Corde iesu et Mariae suo indignissimo figlio.
P. Filippo bardellini d.o.
22
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 12 Marzo 191925
J.M.J. Ph. a.M.d.G.
amatissimo Padre
domenica don Carrara nel vangelino della q. portò le
parole di San Giovanni Grisostomo ché bisogna fare penitenza perché abbiamo
peccato in tutto. Penitenza dunque deve fare il popolo veronese come e più dei
niniviti perché questo popolo ha peccato e pur ora non ha conosciuto il messo
da dio misericordioso che vorrebbe usare misericordia e pare che i veronesi
non la vogliano abbracciare.
25
a. - PCn doc. 322.
131
Penitenza devono fare i seguaci del secondo Mosè se vogliono riuscire ad
osservare bene i comandamenti di dio e della chiesa e fare quanto ci dice il
vangelo.
Penitenza devono fare quelli che come elia hanno da compiere una missione speciale che l’angelo di dio, Maria SS. e lo Spirito Santo le suggerirà per la
maggiore gloria di dio per il maggiore bene delle anime perché si dilati il regno del cuore SS. di Gesù in mezzo al mondo. Surge et comede: grandis enim
tibi restat via. beato il cristiano che invece di un povero pane sia pure portato
da un angelo ed un vaso di acqua, nel deserto di questo mondo col Santo Sacrificio della Messa ha da mangiare le carni del suo dio e da berre il calice del
Sangue divino per il nuovo ed eterno testamento; mistero di fede, sparso per
noi e per molti in remissione dei peccati. feria iv.
P. Filippo
23
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 16.3.191926
J.M.J. Ph.
a.M.d.G.
amatissimo Padre
domani comincia la novena della Madonna annunciata
io vorrei farla con tutto il fervore e perciò lo prego a dirle una semplice parolina alla Madonna perché abbia da farla come si conviene. ho compreso che per
compiere la divina volontà ho bisogno di tre grandi personaggi a) dell’angelo
b) di Maria SS. e c) dello Spirito S. oh! Quante buone ispirazioni mi dà l’angelo di dio di Maria SS. ma quanto ho bisogno della Madonna e del suo divin
Sposo lo Spirito S. che con la sua grazia mi preceda accompagni e segua ad
26
a. - PCn doc. 323.
132
ogni operazione quanto ho bisogno che Maria SS. mi mandi questo fuoco che
illumina e riscalda per ben operare, questo Spirito Consolatore che mi consoli
nelle croci. tutto questo mi fà capire il primo versetto dell’angelus domini; il
secondo poi mi dice cosa devo essere io a) sempre pronto a qualsiasi cenno di
questi tre grandi personaggi ed a chi li rappresenta ecce b) tenermi il servo di
tutti per servire non al demonio mondo e carne ma per servire solo a dio e alla
Madre di dio ecce ancilla domini c) Morto a me stesso con una totale indifferenza e così imiti Gesù e Maria nel loro grande fiat d) cerchi sempre in tutti i
tempi di obbedire alla voce del Signore fiat mihi secundum verbum tuum poiché la parola dell’angelo è la parola di dio.
oh! Padre se facessi così quanta gloria porterei a dio! quanto bene alle anime! nell’angelus domini noi vediamo che si è compiuta la più grande opera di
questo mondo et verbum caro factum est et habitavit nobis. Che parole sublimi e di profonda meditazione. oh! quanto ho da ringraziare Gesù e Maria! Ma
quid nunc iesus! quid nunc Maria? Quando sarà che mi libererò da questa pece
da questi fili sieno pure sottili ma che mi impediscono ad essere tutto di dio e
poter non solo sentirmi annunciare dall’angelo la divina volontà in riguardo
della mia anima e delle anime che la divina Provvidenza mi affida ma fare altresì tutto bene e mosso dal puro amore di dio mosso dalla retta intenzione
mosso da spirito mite ed umile ciò che tanto si richiede massime per me che lei
Padre ha ben conosciuto come sono impetuoso e superbo. Questa mattina sono
restato confuso nella meditazione dell’epistola dove S. Paolo ai tessalonicesi
dice tante belle cose patientes estote ad omnes... Sine intermissione orate. in
omnibus gratias agite... Spiritum nolite extinguere ...omnia autem probate:
quod bonum est tenete. ab amni specie mala abstinete.
Questa epistola dovrei tenerla sempre sottocchio... basta ...sono un abisso
di miserie... meno male che dio è un infinito abisso di misericordia...
et dixi nunc coepi haec mutatio dexterae excelsi voglio proprio mutarmi del
tutto colla grazia di Gesù e di Maria.
Unisco a questa mia lettera un’altra di vecchia data che non sapeva decidermi se dio volesse o no che la mandassi ma sapendo quanto è pieno di carità
verso di me spero che mi compatirà perché è una cosa molto difficile unire insieme la prudenza del serpente con la semplicità della colomba.
Prudenti con gli uomini del mondo sì, semplici come colombe nella confidenza in dio circa il contegno interno, volesse il cielo che lo avessi, ma Padre
massime con lei che mi dà tanta confidenza alle volte mi pare di scrivere troppo e di essere un vero bamboccio e dovrei avere della riservatezza e della calma anche con lei per non disturbarlo troppo insomma parli molto chiaro con
133
me e mi sgridi in tutte le mie miserie perché sono un eterno bamboccio e bisogna che faccia con me come fà la mamma coi bambini di due anni.
Mi compatisca e sono e desidero con la grazia di Gesù e di Maria di poter
essere sempre suo indegno figlio in C.i. et M.
P. Filippo bardellini d.o.
verona 16 Marzo 1919
24
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
2-5-191927
J.M.J.
M. r. e Caro Padre,
in visceribus Christi le presento e raccomando tanto e poi tanto il mio fratello Savietto, viene per perorare un posto presso l’assicurazione Cattolica per
un suo fratello.
Faccia la gran carità lo presenti e lo raccomandi per quanto può al Sig. ing.
Cerese, dio lo rimeriti. Preghi tanto, ma tanto per me, il povero in C. J. Sac. J.
Calabria
27
a. - PSdP doc. 3093.
134
25
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 18/3/191928
Padre
nei primi tempi non c’erano elemosine di Messe ma i fedeli facevano l’offerta di pane e vino e così partecipavano al sacrificio. oh! ritornino quei bei
tempi. intanto lo prego di benedire le presenti anime di dio. Sorella augusta e
Cereghini emilia perché facciano tutto e bene quanto dio vuole e Maria SS. e
S. Giuseppe la beata e S. Filippo e S. Francesco. Xaverio le aiutino a lavorare
per la maggior gloria di dio ed il maggior bene delle anime. Sono in Co. i. et
Mariae suo indegno figlio.
P. Filippo
26
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
26-5-191929
J.M.J.
M.r. e Caro Padre,
tanti, ma tanti auguri di santità per il suo onomastico, lo ricordo in modo
tutto particolare, e lo ricordo anche adesso per tanti dolori di stomaco.
Preghi la Misericordia di dio per la mia anima.
in C. J. tutto suo Sac. J. Calabria
28
29
a. - PCn doc. 326.
a. - PSdP doc. 3084.
135
27
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 22 Maggio 191930
J.M.J. Ph.
a.M.d.G.
amatissimo Padre,
dio in tutti i tempi ha i suoi ministri e speciali secondo le
epoche. oggi le potenze dell’inferno si sono scatenate contro i figli di dio, bisogna lottare per la conquista del regno di dio ed abbiamo bisogno di un secondo
Mosè che stando sul monte Calvario in un continuo stato di vittima aiuti plachi
interceda ecc. aiuti per il trionfo della Chiesa, plachi l’ira di dio per il peccato,
interceda tutte quelle grazie spirituali e corporali necessarie ai tempi presenti.
i mondani tutti ed anche tanti cattolici hanno confidato solo nell’uomo in
quanto uomo, hanno confidato nei mezzi puramente umani e si sono dimenticati di dio di Maria SS. degli uomini di dio e dei carismi della Chiesa e così
con la prudenza della carne hanno trovato la morte.
dio nell’epoca presente volle dare una grande lezione al mondo intiero il quale
credeva di poter fare tutto senza dio e comincia ad esperimentare che le ricchezze
le alleanze le invenzioni la scienza senza dio ha portato una catastrofe spaventosa
e vorrà far vedere che senza ricchezze senza alleanze puramente umane senza armi senza scienza umana quando in un solo uomo c’è dio c’è tutto. deus meus et
omnia o Padre! o Secondo Mosè coraggio Gesù Maria gli angeli i Santi tutti lo
assisteranno a compiere questa sua grande missione. e noi quanti, con la grazia di
Gesù e di Maria, possiamo essere fedeli suoi servi noi tutti nel nostro campo e
nella singolare nostra missione procureremmo di aiutarlo la Maggiore gloria di
dio per il Maggiore bene della Chiesa delle anime affinché si dilati il regno di
dio e di Maria e venga annientato quello di Satana e della Massoneria.
le mando 72 santi di Mosè che gli darà a 72 persone che saranno le sue discepole affinché si ricordino che missione ha don Giovanni uno poi per chi farà
da Saulo ed un altro per chi sarà eletto come S. Mattia.
tra questi sceglierà dodici cui darà i dodici buoni pastori e che saranno gli
intimi amici suoi quali apostoli alla grande opera di dio ed uno a chi sarà Paolo ed un altro a chi sarà Mattia.
30
a. - P.C.n. doc. 324.
136
di più 12 Santi del Crocefisso con Maria SS. addolorata e S. Giovanni che
stà baciando la sua mano mentre sente dirsi da Gesù ecce Mater tua, gli darà a
quelle dodici persone che Gesù e Maria le inspirerà di consegnare.
le mando tre santi Mater Salvatoris dove Maria SS. e Gesù accarezzano la
pecorella graziata, vas electionis perché...
Padre, voglia il Cielo che abbia da perseverare fino alla fine ed essere suo
fedele seguace Colei che fu preservata da ogni peccato Colei che mi salvò nell’anima e nel Corpo farà sì che non abbia ad offendere mai il mio Signore,
piuttosto morire che offendere Gesù. o Maria Concepita senza peccato pregate
per noi che ricorriamo a voi.
Siamo nella novena del mio S. Padre S. Filippo n. preghi che mi concedi tutta
quella virtù di umiltà carità e purezza di cui tanto rifulse nella sua diletta roma.
Sabato è festa di Maria SS. ausiliatrice, col 24 Maggio cominciò la guerra,
questo giorno deve essere speciale nelle vie della divina Provvidenza...
Sono in Corde iesu et Mariae suo indignissimo figlio.
il bamboccio di Maria
28
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
24-2-192031
J.M.J.
M. r. e Caro Padre,
Per amor di dio preghi sempre per me e non mi abbandoni.
le presento il signor Giuseppe Mastella, vigile. Faccia la carità di ascoltarlo. dio la rimeriti e benedica il povero
in C. J. Sac. J. Calabria
31
a. - PSdP doc. 3084/a.
137
29
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
14-4-192032
J.M.J.
M.r. e Caro Padre,
ho estremo bisogno di preghiere, per amore di dio mi aiuti anche lei e preghi per il povero... sento, glielo dico in confidenza, che mi si sta preparando un
calice amarissimo, e sento tutto il peso della mia grande miseria. Caro padre
Filippo mi ottenga da Gesù luce e grande misericordia. io, da poveretto lo tengo unito, lei non mi abbandoni, che tutti possiamo trovarci in Paradiso.
in C. J. Sac. J. Calabria
30
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
25-5-192033
J.M.J.
M.r. e mio Caro Padre Filippo,
la prego di accettare i miei poveri ma sinceri auguri per S. Filippo. Che
questo gran Santo le interceda da Gesù benedetto tutto quello che desidera il
suo cuore di Sacerdote e di religioso.
nella Santa Messa lo ricorderò in modo speciale. Mi benedica Padre e mi
interceda gran misericordia.
in C. J. Sac. J. Calabria
32
33
a. - PSdP doc. 3125.
a. - PSdP doc. 3143.
138
31
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
21-10-192034
(Sempre uniti unitissimi in terra e poi per grazia di dio uniti in cielo)
viva il Padre Filippo Ministro della divina Provvidenza.
Sac J. Calabria
32
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
27-7-192135
Mio amato Padre Filippo,
la de vecchi mi dice che non ne può più. Faccia la gran carità di metterla a
posto come crede. io sono schiacciato sotto prova preghi per me e per l’opera.
Suo in C. J. Sac. J. Calabria
34
35
a. - PSdP doc. 3088.
a. - PSdP doc. 3123.
139
33
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
22-9-192136
Sono in santi spirituali esercizi presso i Padri Missionari. ho estremo bisogno, mi faccia la carità di pregare ma tanto che esca o santo o morto, questo lo
vuole la santità del mio speciale stato cristiano, sacerdote e più di tutto di degno casante di quest’opera di dio.
io sempre lo ricordo e lo tengo unito per volontà del Gran Padrone di questa
casa e tutti assieme fare la santa volontà di dio in terra e poi uniti in cielo.
in C. J. Sac. J. Calabria
34
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Senza data37
[probabilmente scritta nel marzo 1922]
amatissimo Padre,
Mentre rovistando tra le mie carte sperava di trovare una cartina dove fosse
scritto quanto le dissi l’anno scorso riguardo al voto di vittima che feci nelle
mani di Maria, e come essa vuole e dispone e sà questa mia buona Madre la
quale tutto disporrà secondo le mie forze, mentre cercavo questo mi venne in
mano una sua preziosa lettera in data 23 luglio 191938 che porta queste preziose parole:
36
37
38
a. - PSdP doc. 3139.
a. - PCn doc. 325.
riferimento ad una lettera di don Giovanni Calabria del 23/7/1919.
140
M.r. e Caro Padre,
uniti sempre nel Signore, le scrivo questa mia perché faccia la grande carità
di ricordarsi di me in modo tutto particolare avendone estremo bisogno. Prima
di morire che almeno sia messa la semente dei grandi disegni che vuol compiere Gesù, che per colpa mia non vada dispersa questa preziosa semente.
io lo ricordo sempre in modo speciale ed in modo specialissimo lo tengo
unito a questa grande opera di dio, nella quale io non sono altro che un povero
casante messo quì dalla bontà e misericordia di dio. Quante cose le vorrei dire.
lasciandolo nel sacro Cuore di Gesù in C.i.
Sac. G. Calabria
verona 23/7/1919
Padre! un poco che esamini la mia coscienza, dopo tanti anni di intima amicizia con lei che cosa feci?... ora sperando ancora nella divina misericordia voglio sul serio incominciare di nuovo a mettermi con tutto l’impegno et dixi
nunc coepi o santo o morto ma che non abbia da guastare i disegni di dio.
la divina misericordia dispose pure che facessi unito con lei l’atto di consacrazione al S. Cuore di Gesù ora la immagine in cui era scritta andò in parte
rovinata da quell’uccello sicché giova rifarla e credo opportuno scegliere il
venerdì Santo, 14 aprile 1922 per unirlo assieme al voto di vittima come ha
fatto l’anno scorso e da ricordarsi anche quest’anno là sull’altare in quel momento solenne in cui dio si fece vittima per noi e la Madre dei dolori se ne
stava ai suoi piedi vittima essa pure per l’umanità noi e lei pure o amatissimo
Padre ha tanto sofferto per me povero peccatore, ché non saprò mai come ringraziarlo.
Credo pure opportuno trascrivere l’atto di consacrazione e di vittima in questa cartolina commemorativa delle feste centenarie dove vi sono tutti quei cari
santi che ci danno dei sublimi ricordi. ho fatto un mese di preghiere in preparazione della loro festa 12 marzo, dietro la loro intercessione che possa in questo anno nel giorno più bello del medesimo venerdì Santo 14 aprile, riuscire a
cominciare davvero sul serio ad essere tutto del Signore et dixi nunc coepi. o
Santo o morto.
141
35
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
1-7-192239
J.M.J.
Mio caro Padre,
le presento il giovane Carrara, si metta una mano al petto, e come ministro
del nostro buon dio, lo ascolti e veda se le può trovare un posto. Padre mio,
per amore di dio mi aiuti con le sue orazioni ad ottenere gran misericordia e la
grazia di restare sul Calvario, fino alla fine.
Sempre uniti in C. J.
Sac. J. Calabria
36
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
20-7-192240
Mio amato...
Per amore di dio mi aiuti con le sue fervorose orazioni ad ottenere gran
misericordia dal Cuore SS. di Gesù. Creda ne ò estremo bisogno. Sempre lo ricordo, prego, spero e offro.
in C. J. Sac. J. Calabria
39
40
a. - PSdP doc. 3077.
a. - PSdP doc. 3083 [da originale stampato].
142
37
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
23-9-192241
J.M.J.
M. r. Padre,
nel Signore del noto affare ò creduto parlare e affidare la cosa al presente
prudente Padre mio caro amico. Con la sua prudenza é andato, ma sembra una
montatura. Faccia la carità di parlare in domino.
Preghi la misericordia per me.
in C. J. Sac. J. Calabria
38
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
192242
J.M.J.
Caro Padre,
o’ qui sua sorella che mi parla della Casetta, in questo momento mi pare che il lume di dio rischiari la cosa. Per conto mio sono della Casetta, la sorella Giuseppina e Scaglia, le altre buone donne, ma che nella Casa
[vaglino?] i disegni di dio. Consideri la Casa ai Piedi del Crocifisso e veda in
domino. Preghi per me
in C. J. Sac. J. Calabria
41
42
a. - PSdP doc. 3134.
a. - PSdP doc. 3134/a.
143
39
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 23-12-192243
[Sulla busta: al rev. Padre nostro, per carità.]
amatissimo Padre,
in questo bel giorno del S. natale chi è più vicino a Gesù di Maria? e chi è
più vicino a Maria di Gesù. oh come essi bene si vedono, s’intendono e si parlano!... oh! quale intimità corre tra loro...
Si per Maria tutto si ottiene da Gesù e Gesù gode di venire a noi per Maria
e quanto può il divino Gesù per natura, meglio può Maria SS.ma per grazia,
poiché anche quello che non conviene al re per la sua giustizia regale può stare alla regina per la sua clemenza materna.
tutti i componenti a questa povera casetta di Maria, poveri peccatori con a
capo il miserabilissimo sottoscritto, tutti vengono prostrati ai tuoi piedi per ricevere la benedizione di Gesù, cioè per ricevere o Padre Santo quella rugiada
benefica e celeste che abbia da ravvivare le indebolite nostre pianticelle; ricevere dalle tue sante mani sacerdotali quella luce divina di cui il Signore ti ha rivestito; quel fuoco vivificatore, che, per mezzo di te suo ministro speciale, il
Signore vuole mandare in questa terra. Padre Santo, invoca te ne preghiamo invoca la rugiada celeste affinché questa sterile casetta abbia da generare fiori e
frutti di vita eterna; Padre Santo, stendi la tua mano sacerdotale affinché discenda su di noi tutti quella luce vera che illumina tutti gli uomini affinché pieni di questa santa luce, veggano gli uomini le opere nostre buone e glorifichino
il Padre nostro che è nei cieli. Padre Santo, alita sopra questi quattro mucchi di
polvere e discenda su di noi il spiracolo della vita discenda su di noi quel fuoco
vivificatore e santificatore, si diffonda su di noi quella carità di Cristo vivificatrice e santificatrice dei nostri cuori: Padre Santo, non osservare alle nostre iniquità, si iniquitates observaveris Domine, Domine quis sustinebit?»
la Madre Celeste ha coperto col suo manto Misericordioso questa Casetta
di peccatori, noi tutti siamo deboli ed imberbi Giacobbi, manca in noi quello
43
a. - PCn doc. 325/a.
144
slancio quella energia degli esaù ma la Madre divina ci copra con le sue viscere di Misericordia. [Laudate Dominum omnes gentes, laudate eum omnes populi quoniam confirmata est super nos misericordia eius] e così con un santo
inganno discenda su di noi la benedizione del Signore non per i nostri meriti
ma per la totale ed infinita divina Misericordia, anzi quali trofei della sua Misericordia così che canteremmo in eterno le divine Misericordie. laudate dominum...eius.
Grazie, o Padre Santo, mille grazie, tu sei la gloria della spirituale nostra
Gerusalemme, tu sei la letizia di israele cioè dei figli di Giacobbe, tu sei la nostra onorificenza e quanto abbiamo di spirituale e di materiale tutto lo abbiamo
ricevuto per tua intercessione e benedizione sacerdotale.
Felici siano le tue feste terrene ma più felici siano le tue feste celesti. i terreni natali siano preludio del tuo natale eterno quando la sacra triade ti darà la
corona per tutte le croci e sacrifici sofferti per noi, per il tuo popolo, per le anime tutte da te tanto amate così da farti vittima per loro. vivi mille anni in mezzo a noi, in mezzo alla tua verona, in mezzo alla tua Patria, in mezzo al mondo
intiero poiché non v’è piccola particella in cui non sia giunto non il tuo piede
ma la tua carità e dove c’è la carità c’è dio, e non v’è palmo di terra che non
sia occupato da dio, cosicché l’uomo della carità è una divinità in quanto che
eritis sicut dii poiché stà scritto dal Signore dell’uomo della carità, discenderemo su di lui e ne faremo dimora.
ogni uomo di dio ha il suo natale nel suo cuore nel quale quasi in una piccola mangiatoia discende il Signore e si adatta a tutti i disagi inerenti ad un
cuore umano e tutto tollera perché egli ama l’uomo è suo fratello, ricomprato
con tutto il suo Sangue.
Padre Santo, perdonaci di tante nostre ingratitudini, perdonaci di tante parole malsane, perdonaci di tutti i nostri pensieri ed affetti contrarii a quel pieno
amore che si conveniva ad un tanto Padre, noi con tutte le forze del nostro spirito ti vogliamo promettere di essere da quì in avanti i fedeli tuoi servi e lo speriamo con la grazia di dio e con la intercessione della nostra Madre SS.ma
Maria immacolata e addolorata.
a nome di tutte le anime che la divina e Misericordiosa Provvidenza vuole
per le intercessioni della divina Misericordia di Gesù vero uomo, per intercessione della Materna Misericordia di Maria vera Madre di dio e Madre nostra e per la Paterna Misericordia di S. Giuseppe, vero Patrono universale della Chiesa, a nome di tutte queste anime protette dalla Sacra triade e dalla Sa-
145
cra Famiglia il miserabilissimo povero ministro in Corde Jesu Mariae et Joseph prostrato implora
P. Filippo
n.b. il motivo primario dell’ultima mia venuta era stato quello di ringraziarlo del dono largitomi della Madonna dei miracoli presso lonigo, è la Madonna addolorata dei Sacerdoti apostolici e mi fu quanto mai graditissima tanto che la misi tosto in quadro, ma Provvidenza volle che poi mi dimenticassi di
ringraziarlo, si vede che non era quella l’ora opportuna ma questa di oggi in
cui le mando queste due immagini unite a quella della Madonna ausiliatrice
cioè nostra Signora di S. Cuore di Gesù e la Madonna addolorata con alcuni
suoi apostoli, oggi affinché vicino ai Misteri Gaudiosi che veneriamo vi siano
anche quelli dolorosi poiché la vita del Cristiano è come la vita di S. Giuseppe
(=) dolori ed allegrezze.
Sono in cordibus Jesu, Mariae Joseph il suo povero
P. Filippo bardellini d. o.
o Sacratissimi Cuori di Gesù Maria Giuseppe per voi io viva per voi io
muoia, sia tutto vostro e mai più mio.
40
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 29-3-192344
[biglietto]
amatissimo Padre,
Calicem quem dedit mihi Pater non bibam illum?...
Padre... Padre... quanto sono lontano dal berre questo calicem... mentre mi
inquieto ad ogni piccola contrarietà... Sento che il Signore vuole che faccia un
salto decisivo... ma come sono ritroso... vile.
44
a. - PCn doc. 327.
146
la divina Misericordia mi concesse anche quest’anno di poter celebrare
in questo bellissimo giorno del Giovedì Santo... Credo Gesù... ma tu aumenta
la mia fede fà che io viva secondo la mia fede ed abbia una fede viva ed operativa.
Maria Madre di Gesù e Madre mia abbiate pietà di me e fate che abbia da
rinnovarmi interamente.
Sono in corde Jesu Mariae Joseph
P. Filippo bardellini d.o.
41
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
22-6-192345
[biglietto]
dono al mio dio, con voto perpetuo, la mia volontà per mezzo di Maria
SS.ma e per obbedienza di don Giovanni, mio amatissimo direttore spirituale.
oh, volesse iddio che arrivasse quel giorno in cui P. Filippo fosse veramente
morto alla sua propria volontà e vivesse solo per compiere la volontà di dio,
mio Creatore e redentore.
P. Filippo.
45
a. - PCn doc. 327/a.
147
42
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 26-8-192346
[biglietto]
rev.do Padre
ecco quà queste povere colombine che vengono ai suoi piedi per ricevere la
sua santa benedizione e sentire e fare tutto quello che in domino le sarà ispirato.
P. Filippo bardellini d.o.
43
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
5-1-192447
J.M.J.
M. r. Caro Padre Filippo,
Sono qui a Costozza e penso e prego per il mio caro Padre Filippo sperando che anche il mio P. Filippo ricorderà e pregherà per questo povero
prete, e per la grande opera che la Provvidenza nella sua gran bontà e misericordia à affidato. Mio caro Padre uniti sempre nel Signore, perché il Signore per quelle cose che non sono confonda quelle che sono. Siamo ancora
in principio, sebbene siano passati 17 anni. dio ha il tempo in sua mano e
chissà cosa farà.
46
47
a. - PCn doc. 328.
a. - PSdP doc. 3140.
148
Caro Padre, in cielo capiremo e ringrazieremo il Signore. Sento che Satana
più che mai si vestirà di luce, per farci andare fuori di strada, ma «portae inferi
non praevalebunt».
Mi benedica e dica che o m. o s.
in C. J. Sac. J. Calabria
44
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
11-2-192448
Festa della Madonna di lourdes
J.M.J. Ph.
a.M.d.G.
amatissimo Padre,
la torcia è il risultato di quattro candele ciascuna di esse dà la sua luce ed il
suo candore ciascuna candela si consuma a gloria di dio ed a bene delle anime
e và avanti, và avanti finché si consuma tutta e niente resta in terra perché tutto
si è spiritualizzato ed elevato al Cielo.
Un’anima può avere più missioni che sebbene starebbero anche da se pure
dio le vuole unite in una sola come la torcia è una ed ha quattro candele e tutte
devono procedere regolarmente e sarebbe una stonatura se una bruciasse di più
e una di meno e quanto più la cera è candida e pura tanto più arde meglio e
quanto più grande è il lucignolo della retta intenzione tanto più viva è la fiamma e tanto più ardente è il calore.
oh! la natura tutta è un libro aperto che ci insegna le vie della grazia.
Padre preghi per me per le anime che dio mi ha affidato, per l’opera sua.
Preghi la Mamma mia Celeste Maria SS.ma, perché interceda presso dio affinché mi usi misericordia e non mi abbandoni. Domine hic ure, hic secas, hic
48
a. - PCn doc. 328/a.
149
nihil mihi parcas affinché abbia da compiere tutto e bene quanto il Signore ab
aeterno disegnò per questo povero suo servo per la sua maggior gloria e per il
maggiore bene delle anime.
Sono in Corde Jesu Mariae Joseph il suo indegno figlio
P. Filippo
45
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
26-5-192449
J.M.J.
M. r. Caro Padre Filippo,
non posso e non devo lasciar passar questo caro giorno dedicato al Santo
del suo nome e della Sua Cara Congregazione, senza esprimere tutta la mia
gioia e fare i più sinceri auguri.
Questa mattina nel Grande Sacrificio della S. Messa l’ò ricordato in modo
tutto particolare.
Che San Filippo le interceda tutte quelle grazie che il Suo cuore tutto infiammato d’amor di dio e delle anime desidera, lo consoli e lo sostenga nelle
prove che sono inevitabili per coloro che amano il Signore. ecco caro Padre il
mio povero ma sincero augurio.
Mi continui la carità della sua preghiera e affetto perché anche questo dice
della sua carità. Uniti in domino e un giorno uniti in Paradiso.
Suo aff.mo
in C. J. Sac. J. Calabria
49
a. - PSdP doc. 3089.
150
46
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
17-6-192450
J.M.J.
Mio amato P. Filippo,
lei che è proprio il ministro della Provvidenza, ne sono certo, lo prego della carità di dire a quell’anima che con tanta generosità à depositato nella banca
della Provvidenza il suo, di ritirare più della metà del presente libretto che è
nominale.
dio lo rimeriti di tutto. Caro il mio Padre, vedo avanzarsi un grande e doloroso Calice, dica a Gesù che mi perdoni tutti i miei peccati e che mi usi gran
misericordia, concedendomi la grazia di gustarlo tutto. lo ricordo e lo tengo
unito a questa gran opera di dio. beato lei, ma esto vigilans
Suo in C. J. Sac. J. Calabria
47
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
S. ignazio, 1924 [31-7]
[Sul retro di un immagine del volto di Cristo]
al rev.mo e mio caro Padre Filippo in un momento di luce e di gran misericordia perché sempre mi ricordi al benedetto e divino redentore, affinché
possa arrivare alla vita eterna sopportando in espiazione e purificazione le mie
nuove prove.
Uniti in domino
50
a. - PSdP doc. 3137.
151
48
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
18-8-192451
J.M.J.
Mio caro Padre Filippo,
la Provvidenza le regala due piccoli colombini, faccia la carità di riceverli.
Questa sera vado a Costozza, e poi a este, preghi, preghi, quando ritornerò, mi
riporterò il lugarino. Uniti, uniti, tutti e due in Charitate Christi, sia sempre il
mio buon ministro, e dio lo benedirà.
e disposto a tutto?..
Suo in C. J. Sac. J. Calabria
49
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
2-10-192452
J.M.J.
Carissimo Padre,
Gesù benedetto à subito premiato il suo desiderio di venire incontro a quella povera anima, con aprire subito una porta sicura.
dio lo rimeriti e faccia la carità di raccomandarla al Signore. Padre mio
stiamo uniti e mi aiuti con le sue preghiere a portare le croci che la divina Misericordia mi manda. Che tutti un giorno ci possiamo trovare in Paradiso.
in C. J. Sac. J. Calabria
temporale, uragano, terremoto, giudizio, inferno e poi Paradiso.
51
52
a. - PSdP doc. 3128.
a. - PSdP doc. 3107.
152
50
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 4/11/192453
amatissimo Padre,
dia una piena benedizione a queste povere ancelle del Signore e le dica e le
ordini tutto quello che in domino si sente inspirato di fare.
il suo indegno Ministro.
P. Filippo
Festa di S. Carlo
51
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
31-12-192454
J.M.J.
Mio caro amato P. Filippo,
lei son certissimo che avrà detto venendo su per due volte e non trovandomi: Sia benedetto dio quando le cose non vanno a modo mio. È questo il suo
linguaggio.
53
54
a. - PCn doc. 329.
a. - PSdP doc. 3133.
153
Commosso lo ringrazio della sua premura e auguri. dal fondo del cuore ricambio pregando per lei e per tutte le Sante Sue intenzioni, una fitta pioggia di
celesti benedizioni per il nuovo anno di grazia 1925.
Che anno sarà questo, per me, per noi? Siamo sempre con la divina grazia,
docili e umili strumenti nelle mani di dio e non dubitiamo di nulla. Padre mio,
Padre mio non è un semplice complimento, è una grande verità che dico. Preghi tanto e benedica il suo povero
in C. J. Sac. J. Calabria
52
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
25-3-192555
J.M.J.
M. r. Caro mio Padre Filippo,
Penso a lei in modo tutto particolare, e domani a dio piacendo, nel grande
Sacrificio della Santa Messa, specialiter, ricorderò e pregherò per il caro P. Filippo. Che il Santo apostolo di cui lei così bene ne porta il nome le sia sempre
propizio del suo valido aiuto e protezione presso il trono di dio.
Caro Padre le vorrei dire tante e tante cose, le vorrei parlare della mia anima, della povera mia anima, e anche di questo misero corpo ormai [fiaccato?]
e non poco.
Che dio lo benedica, che S. Filippo lo consoli e lo faccia Santo. Preghi per
il povero
in C. J. Sac. J. Calabria
55
a. - PSdP doc. 3145.
154
53
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
10-8-192556
J.M.J.
Mio Caro Padre,
Questa mattina il Communio della S. Messa mi ha fatto meditare. Quanto
so e posso, mi raccomando tanto alle Sue orazioni. vorrei dirle altre cose, ma
credo, le dirà Gesù. a dio piacendo domani vado per alcuni giorni a durlo.
Guardi di star bene, di buon animo, e anche lei procuri di andare in un qualche sitino.
Che in tutto e sempre si faccia la Santa volontà di dio e che tutti un giorno
ci possiamo trovare in Paradiso. Uniti in domino sempre.
in C. J. Sac. J. Calabria
P.S. - anche sua sorella che benedico e che mi raccomando alle sue orazioni, veda che vada a cambiar aria.
56
a. - PSdP doc. 3110.
155
54
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
5-12-192557
[biglietto]
J.M.J.
Mio amato,
Commosso lo ringrazio per la sua grande carità. Gesù benedetto che vede lo
rimeriti. in visceribus Christi mi raccomando quanto so e posso alle sue orazioni. Creda mio Padre che ne ò estremo bisogno. Uniti in domino, e con la sua
grazia si compia sempre il divino volere.
in C. J. Sac. J. Calabria
55
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
14-12-192558
J.M.J.
M. r. e Caro Padre
nella solitudine, nella prova continua e nel dolore penso spesso a lei. le
sono vicino, e questa mia povera lettera le dica tutto quello che vorrei dire. Padre mio uniti sempre in domino, preghi tanto, ma tanto per me, per la mia povera anima, per tutto. io lo ricordo e sempre prego.
aff. in C. J. Sac. J. Calabria
57
58
a. - PSdP doc. 3131.
a. - PSdP doc. 3135.
156
56
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 24/12/192559
amatissimo Padre
Gesù fin da bambino portò sopra le sue spalle il peso della croce la quale è anche un imperio perché con la croce tutto si ottiene da dio regnavit a ligno deus.
ecco qui due crocifissi, lei già da tempo si trova in croce ma io sono vile,
ingrato senza il fuoco dell’amore e quindi senza quella generosità al patire che
si richiede per essere veri seguaci di Gesù.
57
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
13-1-192660
J.M.J. Ph.
a.M.d.G.
amatissimo Padre
Siamo lontani col corpo ma vicini con lo spirito, la Comunione dei Santi
non si spaventa delle distanze, perché uniti con dio siamo anche uniti tra noi.
Quando prendo in mano la S. eucaristia per comunicare i fedeli, nelle tre ripetizioni raccomando a Gesù la mia anima la mia Congregazione ed il mio don
Giovanni.
59
60
a. - PCn doc. 330.
a. - PCn doc. 330/a.
157
È vero sono peccatore, non sono degno di essere esaudito ma spero tutto
nella sua infinita misericordia che ha detto petite et accipietis.
oh! quanto misericordioso fu Gesù con me!... quanta pazienza ha sopportato!.. quante anime in mio aiuto egli mi ha dato!... da quanto tempo Padre odo
la sua voce!... godo delle sue preghiere e sacrifici!... Quid retribuam pro omnibus?... Grazie Padre di tutto quello che fece, fà e farà, grazie, il Signore certo
le darà una grande mercede...
in certi momenti mi rattristo perché per le molte mie miserie ho fatto ritardare di molto la opera di dio il quale vorrebbe dare ma non può perché mi vede bambino e peccatore e quindi non atto a ricevere. ed intanto il tempo passa
passa... le anime aspettano aspettano perché sono pecore cui manca il pastore...
Quante volte dissi di cominciare... ma se avessi un vero desiderio sarei più generoso al sacrificio... più compreso del mio nulla, della mia incapacità massime a scoprire le insidie del demonio, di questo guastamestieri che mette la coda dappertutto. le opere di dio sono il risultato di tante piccole cose che se
vanno a male neppure l’opera può riuscire. intanto il tempo passa passa e forse
dopo crescono le difficoltà... ed allora?...
Però niente è impossibile presso dio... et dixi nunc coepi... così scrissi sopra
una immagine della Sacra Famiglia alla vigilia della sua festa. iddio può tutto...
ridare e forze e giorni perduti può riedificare il distratto il morto purché finalmente trovi in me una volontà risoluta di voler proprio cominciare... non guardo al passato perché quello mi mostra aver avuto altro che deboli rissoluzioni.
Guardo solo alla Misericordia di dio che a chi domanda concede non sette volte
ma settanta volte sette. non guardo a me stesso, ma al numero delle anime che
pregano pei sacerdoti e si sono fatte vittime spontanee per questo miserabile...
Mi sforzerò di fare bene le mie cose quotidiane... cercherò di invocare lo Spirito
S. e di fare tesoro della sua luce e calore... guarderò di vivere raccolto in unione
con dio con Gesù Maria Giuseppe. e come per la fede di quei tre amici fu guarita nell’anima e nel corpo quel povero paralitico così per la fede di tante anime
che mi circondano Gesù mi risanerà completamente. Quel paralitico non fece
altro che lasciarsi portare, spero almeno con la grazia di dio di lasciarmi portare, mi sforzerò ad essere morto a me stesso per acquistare la vita del vero santo
che cerca solo la gloria di dio ed il bene delle anime...
Padre!... dovrei arrossire... quante volte ho scritto queste parole... la gloria
di dio ed il bene delle anime!... vedo molto bene che sono un grande parolaio
che dice ma non sente veramente, profondamente. vedo che sono invece pie-
158
no del mio io... Padre! mi aiuti ad uccidere questo maledetto amore di me
stesso, dei miei comodi, della mia stima del mio giudizio... oh! se avessi una
vera base di umiltà, non ci sarebbe questo io che spunta più volte al giorno...
Pensare che è tutto dio che fa... e senza di lui niente niente niente... pensare
che il mondo è tutto niente eppure lo temo... pensare che questo mio corpo è
un sacco di vermi... eppure così lo accarezzo... la umiltà di mente è più facile
ma Gesù vuole la umiltà di cuore, l’amore alla umiliazione e purtroppo mi
manca.
Se fossi stato umile sarei stato più timido di me stesso esatto nell’obbedienza ai consigli e ai precetti; se fossi stato umile non avrei accarezzato tante fantasie e così quanto tempo ho perduto!... ed in questo tempo quante anime avranno cercato luce, calore, pane, ricovero e perché non fui servo fedele
per questo tutte quest’anime sono ancora fuori ovvero furono date ad altri...
vede bene o Padre che è ora da cominciare... vede bene che dovrei vergognarmi...
ebbene spero che i stessi miei peccati passati mi sieno di spinta a cominciare sul serio... o Sacratissimi cuori di Gesù Maria Giuseppe illuminatemi, soccorretemi, salvatemi. Padre quanto mi fu misteriosa la mia improvvisa venuta a
Costozza - il ritorno fatto assieme con lei fino a verona- l’andata dai Cartolari
- a S. zeno- la sua ultima benedizione ed offerta...
oh! le vie del Signore!... Quando sarà, o Padre, che amerò Gesù Maria Giuseppe come si conviene?... Quando sarà che amerò le anime come dovrebbero
essere amate?... Quando sarà che riuscirò a vincere questo demonio mondo e
carne che mi fanno tante gambarelle?...
Padre! preghi per la mia conversione e vera santificazione, preghi perché
abbia da fare proprio sul serio tutto e bene quanto dio designò a mio riguardo.
Sono in Corde Jesu Mariae Joseph il suo povero figlio peccatore.
P. Filippo bardellini d.o.
159
58
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
verona, 20-4-192661
J.M.J.
Carissimo Padre,
Mi sono adoperato presso altri per vedere di mettere a posto quel povero
giovane, pareva di sì, ma dopo sorsero difficoltà; si vede che la Provvidenza
vuole che sia lei il ministro anche in questa opera buona.
Quanto so e posso lo raccomando, la Casa dà il mangiare, veda che possa
dormire e dio la rimeriti. Uniti in domino.
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
59
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
25-5-192662
J.M.J.
M. r. e Caro Padre Filippo,
dal fondo del cuore le faccio i miei più sinceri auguri per S. Filippo. io sempre le sono vicino e lo raccomando al Signore domani in modo tutto speciale lo
ricorderò; e dirò a Gesù benedetto che per intercessione di sì gran santo, le
conceda tutto quello che il suo cuore sacerdotale desidera.
Per amore di dio mi continui la carità delle sue orazioni. Solo iddio conosce
e sa il mio gran bisogno. Che tutti un giorno ci possiamo trovare in Paradiso.
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
61
62
a. - PSdP doc. 10391.
a. - PSdP doc. 3126.
160
60
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona, 23-6-192663
amatissimo Padre
Quod Deus coniunxit homo non separet, voglia il cielo che la divina misericordia mi tenga sempre unito al suo spirito nel tempo e nella eternità. Spero
per le preghiere ed i patimenti delle anime sante di non venire mai meno nel
compimento dei divini disegni. Domine hic ure, hic secas, hic nihil mihi parcas ut in aeternum mihi parcas. ogni giorno sempre più veggo le vie della divina misericordia che tutto dispone nel aiutarci reciprocamente per la sua maggior gloria ed il maggior bene delle anime.
le opere di dio sono di dio eppure in tutte le sue opere si è servito di una
intermediaria, la Madonna, cum eo eram cuncta componens. Quando la Sacra
triade pensava al Cristo pensava anche alla sua Madre Maria SS.ma e tutti due
questi personaggi furono figurati in mille modi nell’antico testamento. e poi
ogni pagina della storia ecclesiastica non fà che confermare il detto per Mariam ad Jesum.
in questa cara immagine noi vediamo la Madonna che traccia la tela di tutti
gli ordini religiosi ed insegna a tutte le anime che amano la perfezione, come
nel ritiro e nella preghiera uniti a Maria SS.ma ci potremmo ben preparare a
compiere tutti i disegni di dio e nel miglior modo possibile.
63
a. - PCn doc. 331 - 332.
161
61
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
17-8-192664
J.M.J.
Mio caro Padre Filippo
Misuro il suo dolore di questi giorni, io le sono vicinissimo in modo tutto
particolare, e spero di vedere presto la vita, frutto delle sue sofferenze, delle
sue prove, sopportate per amore di Gesù. lei stia di buon animo, guardi di star
bene e non tema: quello che dio unisce l’uomo non può disunire. nella mia
meschinità prego e faccio pregare, anche lei si ricordi, forse, senza forse, le
mie ingratitudini, oltre di rallentare i disegni di dio per quest’opera sono d’inciampo anche ad altre. Che il Signore ci illumini e ci tenga chiara la sua via.
Preghi tanto per me, per l’opera dei Sacerdoti, per tutti. Che tutti ci possiamo trovare in Paradiso.
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
64
a. - PSdP doc. 3129.
162
62
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 6-9-192665
J.M.J. Ph.
a.M.d.G
amatissimo Padre
oggi stesso mi metto a scrivere interprete della sua volontà che anche questo povero servo avesse da stendere in scritto quel pensiero che le manifestò a
voce e che fu indicato dalla sua fedele serva natalia Fainelli.
l’opera di dio deve svolgersi, ma come vuole dio e solo in questo modo
potrà essere benedetta. dio grande appunto perché grande si serve di questo
peccatore e ritardatario che purtroppo fece sospirare tante anime per la sua
fiaccaggine eppure questo dio buono ancora pazientò e si servì di ea quae non
sunt per vedere che solo lui è colui che è; quis ut Deus?, chi potrà ostacolare i
disegni di dio? il buon dio ha congiunto le due nostre anime, come accoppiava a due a due i suoi discepoli per l’esercizio della carità e della umiltà- fiatquod Deus coniunxit homo non separet.
È molto tempo che ci conosciamo ma in modo ben diverso dal comune.
Quanti momenti buoni sono venuti ma il demonio il mondo e la carne hanno
ostacolato. da principio la divina Provvidenza si servì di questo povero peccatore per mandarle molte anime ma ad un certo momento tutto si arenò e non
sapevo spiegarmi del perché...
intanto vennero molte peripezie-trasporti vestizioni ingrandimenti ma poi...
non era il disegno voluto da dio...
non tutti sono atti a condurre le anime massime di sesso femminile. Se noi
uomini discutiamo degli ordini femminili abbiamo da perdere la testa.
lei, amatissimo Padre è il mio direttore, mi sforzo obbedirlo e confesso
che alle volte ho lottato ma spero almeno nelle linee principali di aver obbedito. lei più volte mi mandò dal P. natale ma in fine conchiusi che mi basta un
solo direttore e ne ho abbastanza, motivo per cui le dicevo sempre decida lei
in domino, e quante anime le ho mandato perché in domino dicesse loro la
65
a. - PCn doc. 322/a.
163
sua parola. dio ci ha uniti per compiere un’opera che ha le apparenze che sia
separata, ma in fondo è pienamente nell’anima.
in questa opera di anime vergini consacrate a dio per farsi vittime a salute
delle anime ed in modo specialissimo dei sacerdoti queste anime che il Signore
si degnò affidarmi e che a mia confusione hanno tutte una confidenza così figliale che mi confondono, queste anime tutte ardenti di carità devono essere
unite e dirette da lei o amatissimo Padre e da me suo indegno ministro e poi
basta basta. Se più sacerdoti ci mettessero il dito avressimo una babilonia.
Sapientemente il confessore di Suor Maria di Gesù Crocifisso proibì che
venissero a lei più sacerdoti e se fu mandata via dal convento di Mangalore fu
perché ci mise il dito chi non doveva entrarci.
la donna ha un’anima grande come quella dell’uomo ma il suo corpo debole e per la sua speciale costruzione subisce varie fasi che influiscono sullo
spirito per cui non bisogna precipitare né da una parte né dall’altra. le vite
umane hanno i loro periodi ascendenti e discendenti e la santità la si classifica
in fine alla morte.
Ci sono anime piene di stoffa da sante ma piene di accidentalità e miserie
che come foglia secca nascondono il tesoro che si trova nascosto nel loro
cuore.
non si ha mai finito da impararne anche dopo tanti anni che si dirige intimamente un’anima, ora se tanti preti a prima vista volessero sindacare e decidere farebbero dei grandi falli. e poi unicuique suum, aliis sic aliis sic chi ha
una missione chi ha un’altra nella vigna del Signore, e poi tutti abbiamo i nostri difetti, ut non glorietur omnis caro in conspectu eius. Certo le opere umane
sono tutte umane ed anche quelle volute da dio quà e là hanno qualche segno
dell’uomo, la terra è terra ma se tutti volessero invadere la zolla affidata ad altri non si farebbe che un deserto anziché un giardino; tutto a suo tempo, in pazienza e dal suo singolo giardiniere. Laus Deo et Mariae et Joseph. il suo indegno ministro
P. Filippo
164
63
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
192666
J.M.J.
M. r. Padre
in visceribus Christi faccia la carità di ascoltare questo buon soldato e poi parli e lo raccomandi a mio nome al M.r. don Ceriani e vedano tutti due di aiutarlo.
Sono in Croce, dica a Gesù che mi usi misericordia e che mi aiuti a restare.
Con ossequi
in C. J. Sac. J. Calabria
64
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
16-2-192767
J.M.J.
Mio carissimo Padre
Mi sono permesso leggere la lettera, omnia communia, gliela mando subito,
e io solo prego perché conosca bene quell’anima e nel Signore veda quello che
però è di maggior gloria di dio e bene delle anime.
Mi continui la grande carità delle sue preghiere, solo Gesù può misurare
quanto ne ò bisogno. Che in tutto e sempre si compia la santa volontà di dio, e
che tutti un giorno ci possiamo trovare nel Santo Paradiso.
aff. in C. J. Sac. J. Calabria
66
67
a. - PSdP doc. 3090.
a. - PSdP doc. 3121.
165
65
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 20-3-192768
amatissimo Padre
Queste povere tortorelle vengono ai suoi piedi per ricevere la sua santa benedizione.
essendo ancora commosse per la foto di S. Giuseppe loro speciale Patrono
dopo Gesù e Maria e sperano da questo grande Patriarca di poter avere la grazia di cominciare la vita carmelitana ora che tutta la casetta è in mano della divina Provvidenza, desiderose di rifugiarsi al terzo piano e vivere della carità
che verrà loro largita dalle consorelle di vita attiva.
Così si darebbe principio all’opera figurata nell’alloro il quale dalle radici
porta alimento ai rami e dai rami ritrasmette la vitalità nelle radici, mediante
un unico tronco strumento di dio per le due opere che sono sorelle e tutte protette dai S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
P. Filippo
68
a. - PCn doc. 333.
166
66
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
16-5-192769
[Personale e privata]
J.M.J.
M. r. e Carissimo Padre
Se sempre ho bisogno di preghiere e di misericordia di dio, adesso caro Padre ne ò bisogno in modo tutto particolare, anzi particolarissimo. in visceribus
Christi, Padre mio caro, quanto so e posso mi raccomando alla carità delle sue
orazioni, preghi tanto e faccia pregare, in Paradiso capirà cosa vuol dire aver
pregato per questo povero prete. l’opera dei Sacerdoti, l’opera dei Fratelli:
che grande opera! Che lucerne, come sono grandi da parte di dio, che se gli
uomini le comprendessero.
Padre, uniti sempre, sempre in domino, benedico la cara opera.
aff., in C. J. Sac. J. Calabria
letta la lettera, la stracci.
69
a. - PSdP doc. 3087.
167
67
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
25-5-192770
J.M.J.
M. r. e Caro Padre
Se sempre le sono vicino, dividendo piccole gioie e grandi dolori, le sono
vicinissimo nella giornata di domani; doppia festa e prima per l’ascensione di
nostro Signore Gesù Cristo, e poi per il Santo del suo nome. tanti auguri, mio
caro Padre, che S. Filippo le conceda ogni bene che il suo cuore di sacerdote e
di apostolo desidera. nella mia povertà lo ricorderò in modo specialissimo al
Signore, e dirò a S. Filippo che per lei interceda che il fuoco del divino amore, bruci il suo cuore sì da incendiare tanti, ma tanti altri cuori. Preghi la misericordia divina per me, povero peccatore.
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
68
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
1-7-192771
J.M.J.
rev.mo e caro Padre,
la presente è una sorella d’un giovane della Casa, caso pietoso reduce da Ponton l’ascolti con la sua carità e veda nel Signore. Sono in battaglia, preghi per me.
in C. J. Sac. J. Calabria
70
71
a. - PSdP doc. 3081.
a. - PSdP doc. 3122.
168
69
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
3-9-192772
J.M.J.
Mio caro Padre
la grazia, la pace di Gesù benedetto sia sempre con lei, e con tutta la sua
ven. Comunità. Quanto so e posso mi raccomando di continuarmi la carità delle sue orazioni per compiere la divina volontà, usque ad finem. Caro Padre
quante cose le vorrei dire ma già lei mi capisce. Che il Signore benedica e
prosperi la sua Comunità.
aff. in C. J. Sac. J. Calabria
70
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
Palme 1927 [?]73
J.M.J.
amato Padre,
la grazia, la pace del Signore siano sempre con noi.
in questi santi Giorni stiamo più uniti del solito.
Gesù ci dirà tante belle cose, forse ci mette a parte della Sua Passione e ci
segnerà nuove vie oer arrivare alla eterna Pasqua.
Come lo ricordo, come ricordo e benedico tutti della cara opera.
72
73
a. - PSdP doc. 3079.
a. - PSdP doc. bard.
169
Preghi la divina Misericordia per me., che tutti per grazia di dio ci possiamo trovare uniti in Paradiso.
in C. J. Sac. J. Calabria
dio rimeriti
71
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 25/3/192874
Festa dell’annunciata
a.M.d.G.
J.M.J. Ph.
rev.mo Padre
la divina Provvidenza dispose che potessi aprire in Ponton (verona) la Casa di nazareth per un post sanatorio femminile in favore delle persone ammalate nei polmoni e che hanno bisogno di un luogo climatico ed adatto per loro.
Memore della grande devozione che S. teresa del bambino Gesù aveva della vita nascosta contemplata nella casetta di nazareth, memore che la Santa
stessa morì colpita proprio da tubercolosi ho creduto opportuno mettere queste
ammalate in detta casa di nazareth e sotto il Manto della Madonna del Carmine
e quindi faccio domanda per poter fondare in essa la confraternita della Madonna del Carmine e poter imporre il suo abitino affinché in questo modo esse possano meglio sentire l’influenza della benedizione sia della S. Famiglia che della
Santina stessa ed inoltre coi Sacri ritiri mensili e con tutte quelle funzioncine
che vi sono ammesse, confirmare l’unione e lo spirito di tutte le persone che
coabitano in detta casa. Sicuro di poter avere tale facoltà lo ringrazio vivamente
ed affido alla sacra Famiglia la premura di darle una abbondante ricompensa.
Suo indegno confratello
P. Filippo
via Filippini 16
74
a. - PCn doc. 334.
170
72
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
6-4-192875
J.M.J.
M. r. e Caro Padre,
buona e Santa Pasqua; Gesù benedetto porti a lei una fittissima pioggia di
grazie, e lo consoli nelle inevitabili prove e dolori.
da poveretto come sono lo ricordo sempre. Quanto so e posso mi raccomando alla Carità delle sue orazioni, ne ò estremo bisogno, per poter fare la Santa
volontà di dio. Quanto tempo che non lo vedo, come mai? Uniti in domino.
in C. J. povero Sac. J. Calabria
73
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
26-4-192876
J.M.J.
amato Padre in Christo,
la pace di dio sia sempre con noi, l’altra notte ho sognato il colloquio di S.
Sisto e di S. lorenzo. Come lo ricordo e come vedo Satana che vuole rompere
certi fili di dio. rev. e caro Padre da tempo sono più sofferente del solito, solo
ieri con gran debolezza, ò cominciato a celebrare. Per amore di dio mi sia
sempre ministro e mi aiuti assieme alle sue anime a compiere la divina vo-
75
76
a. - PSdP doc. 3080.
a. - PSdP doc. 3086.
171
lontà. la ricordo tanto, e mi pare di vedere ad una, ad una le sue intenzioni. Mi
rincresce tanto che questa mattina sia venuto a nazareth. la Provvidenza ha
voluto darle occasione di gran meriti. Mi benedica, lo benedico
in C. J. Sac. J. Calabria
Una benedizione particolare alla sua e nostra buona sorella elisa.
74
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
12-6-192877
J.M.J.
Mio carissimo Padre,
Con la sua carità di Gesù benedetto la prego di ascoltare la presente buona
signora [Gemmi?] della quale le ho parlato. Uniti in domino.
Povero in C. J. Sac. J. Calabria
77
a. - PSdP doc. 3116.
172
75
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
7-11-192878
J.M.J.
M. r. e Caro il mio Padre Filippo,
ieri si è presentata e non ho potuto ricevere, perché ancora un po’ indisposto, la signora augusta che lei crede di affidare alla Casa.
tutto pensato, ai Piedi del Crocefisso, mi pare che per ora non sia per la Casa, essendo questa in via di purificazione e di santificazione. Se sua sorella crede riceverla, senza nessun impegno, lo può fare. Questa mattina ò ricevuto la
sua cara lettera che mi riuscì di gran conforto, in mezzo alle mie continue tribolazioni. Gesù lo rimeriti di tutto mio caro Padre e per amor di dio mi continui la carità delle sue preghiere. io non desidero altro che gran Misericordia,
per la povera mia anima, e forza di andare fino alla fine.
io sempre lo ricordo e lo tengo unito, guardando sempre di capire le vie della Provvidenza. Salutandolo caramente.
in C. J. Sac. J. Calabria
78
a. - PSdP doc. 3095.
173
76
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 7-1-192979
[Sulla busta «Anime vittime deo gratias et Mariae»]
delle anime vittime.
esiste in Francia una società delle Figlie del Cuore di Gesù Fondata dalla
damigella deluit-Martiny.
Pio iX° approvò pienamente, benedì ed incoraggiò con tutta l’effusione del
suo gran cuore l’opera nascente.
il Card. deschapms, arcivescovo di Malines l’accolse nella sua diocesi con
la più viva riconoscenza come l’opera voluta da dio e dal papa e con tali auspici si formò la Falange eletta della Guardia d’onore detta dell’Anime Vittime
(n.b. vi sono due case, una in Francia e l’altra nel belgio). Quest’opera è destinata ad ottenere dal Cuore di Gesù colle sue preghiere ed immolazioni grazie efficacissime per la santificazione del Clero, per la conversione delle anime
e per la rigenerazione della società.
la Fondatrice e le sue consorelle si fanno vittime i° per consolare il Sacro
Cuore di Gesù dei tanti disgusti che riceve ii° per ottenere da lui grazie abbondanti e straordinarie per il sostegno del clero e per la santificazione dei Sacerdoti nell’esercizio del loro ministero.
la Fondatrice per ben due volte fra le mani di Pio iX° e del suo successore
leone Xiii° si offrì come vittima e rinnovò solennemente il sacrificio della sua
vita per il trionfo della Chiesa e del suo Capo. leone Xiii° disse queste parole:
non bastano più le preghiere, ci vogliono delle vittime...
la Fondatrice diceva: la futura associazione tutta deve essere pel Cuore di
Gesù per mezzo del Cuore di Maria ed in unione con Maria.
Pio iX° in un breve del 14 marzo 1872, così dice: non è senza una dolce
consolazione del nostro cuore che abbiamo appreso il vostro disegno di susci79
a. - PCn doc. 334/a.
174
tare e propagare nella vostra patria quell’ammirabile spirito di sacrificio, cui
dio sembra voler opporre all’empietà ognor crescente dell’epoca nostra. noi
vediamo con piacere... che persone si consacrano interamente a dio, offrendogli nelle ardenti loro preghiere, la stessa loro vita onde ottenere la liberazione e
la felice conservazione del suo vicario col trionfo della Chiesa, per riparare gli
oltraggi fatti alla Maestà divina e specialmente per espiare le profanazioni di
quelli che, essendo il sale della terra, conducono una vita poco conforme alla
loro dignità...
Partite disse il vescovo deschamps per anversa... stabilitevi l’opera vostra
come un’opera domandata dal S. Padre ed approvata da me. io vi darò tutto ciò
che posso: il mio nome, il mio appoggio, la mia protezione. n.b. Quel convento fu chiamato: il Carmelo del S. Cuore.
le Figlie del Cuore di Gesù hanno per fine d’essere le vittime, come fu vittima Gesù sopra la croce e come continua ad esserlo tuttora sull’altare... le religiose pregano, riparano, s’immolano specialmente pei preti. n.b. appunti
presi da un libretto intitolato «il più bel fiore della Guardia d’onore» - torino Spirami 1887, a meglio comprovare quanto sopra basta la enciclica del regnante Pontefice Pio Xi° - 12 maggio 1928 - De communi espiatione Sacratissimo
Cordi Jesu debitam - dove dice che non basta consacrarsi al Sacro Cuore aliud
accedat oportet...honestae satisfactionis seu reparationis... mortificationem Jesu in corpore nostro circunferentes... et vita Jesu manifestatur in corporibus
nostris... Consecratio... inchoat... perficit Christi passiones partecipando et
consumat victimas pro fratribus offerendo... ed è per questo, dice il papa, che
Gesù mostra il suo Cuore circondato di spine e sormontato da una croce... Impletae sunt passiones in capite: restabant adhuc Christi passiones in corpore...
necessitas hac nostra potissimum aetate urgeat... numerus... augetur qui... se
ipsos Christo victimas offerre non dubitant... hinc exortae sunt quoque religiosae familiae... hinc piorum hominum consociationes ab apostolica sede approbatae... optamus... propter deum iustos...generi universo sit parcitura (divina
majestas).
n.b. in un libretto del sac. vincenzo Mazzetti Pordenone (Friuli) 1923 intitolato - ripariamo - in pag. 13 divide la riparazione in tre parti i° riparazione
affettiva ii° effettiva iii° afflittiva e poi dice che a compimento della afflittiva
c’è la immolazione e ad essa si consacrano alcune anime più generose offrendosi a dio in qualità di vittime per compiere una riparazione più perfetta queste anime... diventano ostia viva, santa, gradita a dio. S. Paolo rm 12.1 -
175
alcune anime mosse dall’aiuto speciale di dio vogliono farsi vittime riparatrici e non si contentano di sopportare con rassegnazione la croce quotidiana e
le abnegazioni che manda dio a tutti i buoni cristiani ma l’anima vittima dice a
Gesù che vuole abbracciare tutte le croci che lui volesse mandarle ed a lui si
rimette senza riserva e senza rimpianto e dice al Padre... eccomi o Padre pronta a fare la vostra volontà... a sostituire i sacrifici e le vittime, che non avete
punto gradito.
Più ancora vi sono anime vittime che domandano positivamente a dio delle
sofferenze... cioè non si contentano di abbracciare tutte le croci che dio volesse dare ma queste anime desiderano e continuano a domandare croci... ciò però
non è alla portata comune e si richiede molta prudenza e discrezione ed una
guida illuminata, per non incamminarsi per una via troppo ardua con pericolo
di venire meno (P. Carlo Sauvé). Qui il sacerdote Muzzalli pone una nota dicendo che il suo libro parla della semplice riparazione che è alla portata di tutti
e che lasciò da una parte il trattato delle anime vittime per non ingenerare confusione e per evitare facili scoraggiamenti.
Conclusione - i romani pontefici (Pio iX°- leone Xiii°- Pio Xi°) approvano che vi siano le anime vittime e riconoscono la grande necessità che abbia da
crescere il numero di queste essendo che cresce molto anche l’iniquità. la parola vittime può esser presa in senso largo e in senso stretto - in senso largo è
vittima chi con spirito di riparazione volentieri nega la sua volontà porta la sua
croce quotidiana e con amore segue Gesù - in senso stretto è vittima chi dice a
Gesù che vuole abbandonarsi come corpo morto alla sua volontà o più ancora
lo supplica lo scongiura a sfogare sopra di sé la sua ira... ma prima di fare questi ultimi passi occorre prudenza e posato consiglio.
176
77
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
2-2-192980
amatissimo Padre,
ho ricevuto la bella cubia di colombi viaggiatori, bellamente commemorando la festa della Purificazione.
Grazie, mille grazie, ricordo delicatissimo e profondamente consolante.
Suo indegno ministro
P. Filippo bardellini
78
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 7-4-192981
amatissimo Padre
che il suo indegno ministro abbia da stare a letto in penitenza dei suoi peccati, bene sta; ma che lei caro il mio Padre continui a rimanere indisposto non
sembra opportuno ad occhio umano. Ma lei si è fatto vero seguace di Gesù,
vittima per la umanità e quindi il Signore batte il giusto perché si converta il
peccatore ed il primo peccatore che deve una buona volta finirla e darsi interamente a dio è il povero sottoscritto, grazie Padre e più di tutto la ringrazierò in
Cielo.
80
81
a. - PCn doc. 368.
a. - PCn doc. 334/b.
177
Stando a letto pensavo alla sua nazareth, e a quello delle 50.000 lire che
ora non le dà più! e dicevo come i cittadini di verona pensano alla loro verona
così le Poverette della Casa di nazareth dovrebbero pensare a nazareth, sebbene esse sono una povera casa mentre la cittadella di nazareth raccoglie tutti i
futuri nazareni redivivi, cioè nazareth raccoglie tutti i futuri ministri e rappresentanti di G.C.!.
ecco; la contessina Carla è così entusiasta della casetta di nazareth che vorrebbe comperare il confinante, grandioso palazzo che costerebbe circa 300.000
lire e la mamma sua, un po’ singolare nelle sue idee e quando una cosa le entra allora la fa; ecco, se essa effettua la compera certo io farei una ipoteca pur
di darle le 50.000 lire necessarie per la cittadella di nazareth. Saranno sogni
di un fanciullo, però servono anche i sogni, almeno indicano dove pendono i
nostri desideri.
Padre! Mi benedica - riceva questo plico di lettere che mi diede l’ernesta
venuta da legnago.
Mi aiuti a scoprire le insidie dell’intrigante che spesso «bindola» il sottoscritto, le poverette della Casa di nazareth.
Sono in Corde Jesu Mariae Joseph suo indegno ministro
P. Filippo
n.b. ora nella grande roma c’è una porzione che fà a sé e si chiama la città
del vaticano, sorgente della vita spirituale e così nella grande città di verona
sul colle campeggerà la cittadella di nazareth, sorgente delle vocazioni ecclesiastiche.
178
79
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
24-5-192982
J.M.J.
amatissimo Padre,
Siamo ormai al giorno della festa di S. Filippo. lei ha la fortuna di portare
il nome di questo grande Santo che tanto bene, che tanto amore di dio à seminato quaggiù, e che continuamente dal Paradiso intercede, aiuta tutti coloro che
vanno a lui. Caro Padre mi tengo certissimo che S. Filippo da tanti pregato per
lei, le otterrà da Gesù, una fittissima pioggia di grazie e per la sua anima, e per
le opere che la Provvidenza le ha affidato. Mi unisco a tutte le anime che pregano per lei, che per lei fanno auguri, e celebrando per lei il divin Sacrificio
dirò a Gesù che lo renda tutto secondo il suo Cuore. Padre mio preghi per me,
per l’opera, specie per quella grande dei Sacerdoti. Che in tutto e sempre si
conosca la divina volontà.
aff. in C. J. povero Sac. J. Calabria
82
a. - PSdP doc. 3103.
179
80
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 9-7-192983
[biglietto]
rev. Padre
la presente rev. Madre Superiora del Sanatorio di Ponton assieme con una
sua compagna si presentano a lei, per ricevere una speciale benedizione.
veda di contentarla che tanto lo merita per la sua bontà e per il tanto bene
che fà a tutti ed in modo speciale alla nostra Casa di nazareth. Scrivo da questo luogo ameno che è un sorriso di cielo e spero che la Sacra Famiglia mi usi
misericordia e largisca sempre le sue copiose grazie non lasciando perduto il
seme gettato dalla divina Provvidenza.
il suo povero ministro
P. Filippo
81
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
13-7-192984
amato Padre,
la Famiglia del buon [...85] versa in gravi bisogni. io penso e prego, ma non
so cosa fare.
Padre, con la sua prudenza e carità lo ascolti e veda di sostenerlo con la sua
parola.
in C. J. Sac. J. Calabria
83
84
85
a. - PCn doc. 334/C.
a. - PSdP doc. 10684.
nominativo omesso per ragioni di privacy.
180
82
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
23-7-192986
[riservata]
J.M.J.
M. r. e Caro Padre,
Uniti sempre nel Signore, le scrivo questa mia perché faccia la grande carità
di ricordarsi di me in modo tutto particolare avendone estremo bisogno. Prima
di morire, che almeno sia messa la Semente dei grandi disegni che vuol compiere Gesù, che per colpa mia non vada dispersa questa preziosa Semente. io lo
ricordo sempre in modo speciale e in modo specialissimo lo tengo unito a questa gran opera di dio, della quale io non sono altro, che un povero casante,
messo qui dalla bontà e misericordia di dio. Quante cose le vorrei dire. lasciandolo nel Sacro Cuore di Gesù.
in C. J. Sac. J. Calabria
86
a. - PSdP doc. 3124.
181
83
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
25-5-193087
J.M.J.
Padre carissimo,
le rimando la famosa e cara cartolina, perché la consegni a quell’anima,
pregandola in cambio che si ricordi di pregare specie per l’opera grande dei
Sacerdoti. Caro Padre penso spesso a lei, alle sue opere, vado ricordando tutte
quelle piccole circostanze, fatti, giochi che la Provvidenza à usato verso entrambi, adesso siamo ormai alla somma, sono curioso di vedere il risultato, se
al Signore piace di farmelo vedere.
Caro Padre in visceribus Christi, mi raccomando tanto alle sue preghiere e a
quelle delle anime che la Provvidenza le à affidato, oh quanto ne ò bisogno,
prego il Signore perché glielo faccia conoscere, sono certo allora che con più
intensità pregherà. da poveretto lo ricordo, le sono vicino e lo tengo unito all’anima di quest’opera. Che tutti un giorno ci possiamo trovare in Paradiso.
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
84
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
25-5-193088
al mio carissimo Padre Filippo perché preghi, onde trionfi la verità a maggior gloria di dio e salute delle anime, e perché ricordi sempre, proprio sempre
nelle sue orazioni il povero
in C. J. Sac. J. Calabria
87
88
a. - PSdP doc. 3101.
a. - PSdP doc. 10685 [da originale stampato].
182
85
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
9-2-193189
J.M.J.
M. r. e Caro Padre,
unitissimi nel Signore, si ricordi che ò estremo bisogno di preghiere per fare
fino alla fine tutto quello che vuole Gesù. la ricordo
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
86
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
8-3-193190
J.M.J.
Molto rev. e Caro Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto sia sempre con lei e con tutta la sua
Comunità. a nazareth ho ricevuto questa lettera che è sua, come mai a nazaret, perché siamo a nazareth, ma no. la Provvidenza penserà a comporre
utrumque. la ricordo sempre e specialiter. lei mi ricordi tanto, i bisogni crescono, ed io sempre più povero. Che tutti ci possiamo trovare in Paradiso.
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
89
90
a. - PSdP doc. 3124/a.
a. - PSdP doc. 3124/b.
183
87
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
25-5-193191
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre,
domani è S. Filippo, il Santo del quale lei così bene ne porta il nome e con
la divina grazia cerca continuamente di imitarne le virtù. dal fondo del cuore
le faccio i più fervidi auguri e, a dio piacendo, per lei e per tutte le sue intenzioni celebrerò la S. Messa e farò pregare specie a nazareth, luogo a lei tanto
caro, perché tanto amante di Gesù. Mi continui la carità delle sue preghiere, dica a Gesù che non guardi alle mie miserie e mantenga sempre nella nostra verona questa sua luce che tanto bene fa e tante anime illumina. Uniti in domino
e un giorno con la divina grazia uniti nel S. Paradiso.
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
91
a. - PSdP doc. 3151.
184
88
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
verona, 7-8-193192
[riservata]
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre,
la pace di dio sia sempre con lei e con tutti della sua ven. le Comunità.
ben venuto dalla terra della Madonna, spero che si sarà ricordato di me
poverello, ne ò grande bisogno, per la mia povera anima e per tutto.
da poveretto, oh come sono lo ricordo, e come ricordo la sua ven. Comunità Filippina, anzi per questo le scrivo, perché mi pare sia proprio volontà di
dio.
la Provvidenza gioca, e credo che questa volta giochi in favore dei Filippini di verona, per ora non le dico altro, preghi, preghiamo tutti. Uniti in domino sempre, mio caro Padre.
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
i^ venerdì [...]
92
a. - PSdP doc. 10393.
185
89
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
12-2-193293
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre,
dio lo benedica e lo rimeriti, sto male fisicamente, e anche moralmente, e
più ancora. lei mi aiuti per essere di dio con la preghiera, ne ò estremo bisogno. immagini come lo ricordo, come ricordo la sua opera che è del Signore.
in C. J. Sac. J. Calabria
90
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 24-6-193294
amatissimo Padre
il suo vecchio ministro nel giorno del suo onomastico invoca dal suo caro
Santo tutte quelle benedizioni necessarie per lo svolgimento ottimo delle sue
variate missioni.
il suo povero Ministro
P. Filippo bardellini
93
94
a. - PSdP doc. 3144.
a. - PCn doc. 335.
186
91
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
14-4-193395
amatissimo Padre
il povero sottoscritto assieme con le poverette della Casa di nazareth, in
questo giorno solenne della grande immolazione del Figlio di dio umanato implorano la sua santa benedizione feconda di ogni bene spirituale e corporale.
Mille auguri a tutta la casa ed in modo speciale a lei e ai suoi sacerdoti.
Sono in Corde Jesu Mariae Joseph il suo povero Ministro
P. Filippo bardellini
92
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
24-12-193396
amato Padre,
la pace di dio sia sempre con lei e con tutte le sue anime. Questa mia povera lettera, le dica tutto il mio affetto, il mio ricordo, e quanto ho bisogno di
preghiere e di misericordia del Signore.
buon natale a lei, a tutta la sua benedetta Comunità e alla sua buona sorella
tanto amata da Gesù.
in C. J. Sac. J. Calabria
95
96
a. - PCn doc. 336.
a. - PSdP doc. 3155.
187
93
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 29-12-193397
amatissimo Padre
la divina Provvidenza dispose stendessi questa preghiera in vicinanza dell’epifania.
Se si ricorda ancora nei primi anni del mio sacerdozio - volevo a S. Pietro
esporre un trittico che rappresentasse queste tre manifestazioni perché anche
allora capivo il bisogno di luce e calore sopra queste tre grandi figure.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
Preghiera per ottenere
una nuova manifestazione
di dio
a tutte le sue creature
o Signore, la nostra mente è stata molto ottenebrata ed il nostro cuore si è
sempre più raffreddato, sicché per la nostra salute abbiamo bisogno di una
grande epifania cioè di una seconda tua manifestazione affinché tutti noi sia i
regnanti che le famiglie naturali e religiose comprendano molto bene che tu
solo o Signore sei la sorgente di ogni bene per coloro che ti temono e ti amano.
o divin Salvatore, tu con una stella straordinaria hai manifestato ai re Magi
dove trovasi il re d’israele e lo trovarono nella umile povera e sofferente capanna. o divin Salvatore tu ti sei manifestato anche nelle nozze di Cana per
santificare il Matrimonio cristiano e là hai convertito l’acqua in vino affinché
tutte quelle famiglie cristiane che sono fidenti nel Cuore immacolato di Maria
per mezzo di essa abbiano anche Gesù il quale per intercessione di Maria provvederà a tutti i loro bisogni famigliari che sono ben più necessarii del vino comune il quale però è figura della carità unica sorgente di qualsiasi benessere
familiare e sociale.
97
a. - PCn doc. 337.
188
o divin Salvatore tu ancora hai manifestato al battista la tua grandezza divina onde dopo che questo figlio del sacerdote zaccaria versò l’acqua sul tuo
capo, si squarciò il cielo, si manifestò lo Spirito Santo sotto forma di colomba
e fu udita la voce del Padre che diceva: Questo è mio Figlio diletto nel quale io
mi sono compiaciuto.
o divin Salvatore noi tutti oggi abbiamo bisogno di una tua grande manifestazione e tutti e le nazioni e le famiglie ed i tuoi Ministri sentono il bisogno di
nuova luce e nuovo calore, fede e calore.
o Signore, ti prego di adornare questo odierno, santo giorno di epifania
con tre nuovi miracoli affinché tutte le grandi famiglie religiose nazionali e
naturali illuminate e riscaldate da questa nuova stella abbiano da abbassare
la loro superbia, abbiano ad accettare le necessarie privazioni della vita e vivere con spirito di fede di amore e di sacrificio perché possano tutti e bene
prepararsi alle nozze eterne del cielo, dove il tuo regno è eterno, dove tutti e
ministri e regnanti e fedeli formeranno una sola famiglia col Padre col Figliuolo e con lo Spirito Santo se intanto qui in terra sapranno ben amare e
servire la triade terrestre Gesù Maria Giuseppe in ogni momento di loro vita.
Così sia.
189
94
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
13-5-193498
J.M.J.
amato Padre
la grazia la pace di Gesù benedetto sia sempre con lei e con tutta la sua
ven.e Comunità, che sempre ricordo, e di grande cuore benedico. Questa mia
povera lettera le dica tutto quello che io penso e soffro perché in tutto e sempre
si compia la divina volontà.
Caro Padre, come lo ricordo, e come mi raccomando alle sue orazioni; le
opere di dio costano nevvero? le sono vicino, lei raccomandi la mia povera
anima, ò detto niente, e ò detto tutto.
in C. J. Sac. J. Calabria
98
a. - PSdP doc. 3146.
190
95
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
24-5-193499
[Privata]
J.M.J.
M. r. e mio Caro Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto sia sempre con lei, e con tutte le anime
che la divina Provvidenza le fa avvicinare.
Sono qui seduto al mio tavolo, davanti al mio Crocefisso e penso a lei, alle
sue opere in modo tutto particolare, dico tutto particolare, perché io lo ricordo
spessissimo, e in certi momenti direi quasi eccezionali perché sento, o meglio,
mi pare di sentire qualche cosa di grande che il Signore voglia da noi e che Satana fremendo, sbuffando, cerca ogni via per far deviare i divini disegni; ma
credo che non riuscirà, perché sono stati troppi i segni chiari e palesi della nostra azione. a proposito Padre, si ricorda quell’anno famoso?...
Che il Signore, non guardi ai miei peccati, e compia la sua divina volontà,
costi qualunque sacrificio e dolore, e che un giorno tutti due in Paradiso, io per
pura misericordia, possiamo nella luce di dio per tutta l’eternità vedere il lavoro fatto in terra. Presumo questo, dal fondo del cuore le faccio assieme a tante
anime i più fervidi auguri per S. Filippo.
la giornata di sabato, a dio piacendo, sarà per lei, cominciando dalla S.
Messa, con tutto quello che avrei nella giornata. Che S. Filippo lo rivesta sempre più del suo spirito, e le conceda ogni grazia che desidera.
Padre caro, mi affido alla carità delle sue orazioni; dio solo sa quanto ne ho
bisogno; per me e per l’opera... lei mi deve capire e il Signore son certo che
parlerà. Uniti in domino.
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
99
a. - PSdP doc. 3112.
191
96
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
24.6.34100
[biglietto]
amatissimo Padre,
in questo bel giorno del suo onomastico il povero suo ministro assieme a
tutte le sorelle e bambine dell’istituto le fanno i più sinceri augurii perché il
suo gran Santo lo renda doppiamente Giovanni cioè di nome e di significato =
graziato ed abbia tutte quelle grazie che desidera per la maggior gloria di dio
ed il maggiore bene della sua opera che ora sta per stendere le sue tende fino
tra i poveri Cinesi.
intendo che il Signore abbia da ascoltare le semplici preghiere delle bambine deficienti certo che il Signore ascolterà la preghiera di fanciulli fatta poi per
don Giovanni il quale tante volte offerse i suoi patimenti per il buon sviluppo
dell’opera.
le vie del Signore sono imperscrutabili e tutto dispone a suo tempo, ed intanto
premia gli ardenti desiderii delle anime giuste, con un maggior cumulo di merito.
lo lascio nei SS. Cuori di Gesù Maria Giuseppe il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
97
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
15.4.1935101
Molto rev. do d. Giovanni Calabria
buona e santa Pasqua
100
101
a. - PCn doc. 337/a.
a. - PCn doc. 337/b.
192
98
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
24-5-1935102
[Personale]
J.M.J.
rev.mo e Caro P. Filippo,
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con lei e con tutte, proprio tutte le anime che la divina Provvidenza le fa avvicinare. Siamo nella
novena del caro Santo P. Filippo, domenica è la sua festa ed io che tanto amo
S. Filippo e che in questi giorni lo prego in modo particolare, perché mi ottenga da Gesù tanto amore, per fare fino alla fine la sua divina volontà, immagini, come ricorderò lei, mio caro Padre, che così bene ne porta il nome, e ne
vive nell’animo e nel sangue, la stessa vita del Santo Suo Padre. a dio piacendo, per lei celebrerò domenica la S. Messa, e tutta la giornata sarà perché
il Signore, a mezzo di S. Filippo conceda quello che in modo particolare desidera.
Caro Padre, quanto ho bisogno di preghiere e di misericordia, in visceribus
Christi mi raccomando alle sue orazioni e a quelle della sua ven.e Comunità,
che ricordo e benedico.
Uniti in domino, mi compatisca, le dico che mi sento tanto stanco e sofferente, oggi stesso vado per un po’ di riposo a Pacengo... Uniti in domino.
in C. J. Sac. J. Calabria
102
a. - PSdP doc. 3113.
193
99
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
17-6-1935103
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con lei e con tutta la sua
doppia ven.e Comunità, che sempre porto nella mente e nel cuore. la divina
Provvidenza rimeriti assieme a tanto altro bene che ha fatto a quest’opera di
dio, anche la macchina che ci dona.
rev.mo e Caro Padre, le dico in confidenza che mai ò sofferto come in questi ultimi tempi, e da coloro che meno lo dovrebbero, ma nello stesso tempo mai
ho sentito che è dio il Padrone di quest’opera, che solo i miei peccati ostacolano i nuovi e grandi disegni. a voce quando lo potrò vedere le dirò l’esito...
i giorni 12-13-14. oh che giorni! oh che ore!
Uniti in domino. le sono vicino per volontà di dio, per grande amicizia, e
gratitudine. in Cielo vedremo. Preghi per me
in C. J. Sac. J. Calabria
100
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
29.7.1935104
[Cartolina di lourdes]
Commosso lo saluta
P. Filippo bardellini
103
104
a. - PSdP doc. 3132.
a. PCn doc. 337/C.
194
101
don Giovanni Calabria a Padre FiliPPo bardellini
24-12-35105
amato Padre
la grazia di dio sai sempre con lei, e tutte le sue anime. Questa mia povera
lettera, le dica tutto il mio affetto, il mio ricordo, e quanto ò bisogno di preghiere e di misericordia del Signore. buon natale a lei, a tutta la sua benedetta
Comunità e alle sua buona sorella, tanto amata da Gesù.
aff.mo in C.J. J. Calabria
102
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
24-5-1936106
Mio amato P. Filippo,
la pace di dio sia sempre con lei, e con tutte le sue anime che ricordo e benedico. Che il Signore per intercessione del suo gran Santo, P. Filippo le conceda
nel suo giorno, quello che il suo cuore sacerdotale desidera. Per lei la santa Messa il giorno 26, e tutte le prove, e tutta la giornata che il Signore mi darà, se a lui
piace. Uniti sempre nel Signore, per lui, il Signore che ci ha uniti in modo tutto
particolare, con segni propri, e quello che il Signore unisce, mai per disgiungere.
oh come lo ricordo! in visceribus Christi mi raccomando alle sue orazioni e
a quelle sue, vorrei dire, nostre anime. Preghi che Gesù mi usi grand misericordia, specie nella grande chiamata.
in C. J. Sac. J. Calabria
buon onomastico!
105
106
a.- PSdP doc. 3155.
a. - PSdP doc. 3100.
195
103
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
[1936]107
[Privata]
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con lei, con tutta la sua
Comunità e con tutte le anime che il buon dio le fa avvicinare per mezzo del
suo santo ministero.
ai piedi del mio Crocefisso, nella solitudine scrivo questa mia per dirle, che
la ricordo sempre, che più volte la benedico, perché compia tanto bene a gloria
di dio e salute delle anime, ma che in questi giorni, tanto pieni di nuove sofferenze, più intensamente prego; Come Gesù le vuole bene, Padre caro, anche
lei mi ricordi, siamo uniti da tanti anni, ci dobbiamo trovare uniti in Paradiso
e finché siamo in questo povero esilio, aiutiamoci ad invicem per compiere
quello che Gesù vuole.
oh! le opere, oh le anime come costano! Cristo le ha salvate con la Croce,
con la morte.
Padre, Padre preghi, faccia pregare per me, [ci?] le sono sempre vicinissimo.
in C. J. Sac. J. Calabria
lo prego letta la lettera di distruggerla.
107
a. - PSdP doc. 3141.
196
104
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 2-5-1937108
amatissimo Padre
la divina Provvidenza ci procurò un agnellino ed oggi prima domenica di
Maggio, facciamo un presente a lei perché preghi la Madonna Madre dell’agnello divino affinché interceda per noi tutte quelle grazie spirituali e corporali che ci sono necessarie per il perfetto sviluppo dell’opera.
e mentre la lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe prostrati riceviamo tutti la sua santa benedizione.
il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini
105
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
2-5-1937109
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con lei, con tutta la sua
ven.e Comunità e con tutte le anime che la Provvidenza del Signore le fa avvicinare. Grazie, tante grazie, mille grazie per il dono tanto e poi tanto significa-
108
109
a. - PCn doc. 338.
a. - PSdP doc. 3102.
197
tivo che mi à fatto, non so se lei nel mandarmi l’agnellino abbia pensato il
doppio o trino significato. rev.mo e Caro Padre per una mezz’ora ho vissuto e
ò pensato lo scambio e i doni di anni passati, ma che son certo ci porteranno al
fine. io come lo ricordo spesso nei dolori, e per me Padre, Padre, è necessario
pregare molto per arrestare l’enorme masso che sta per cadere dalla montagna
di dio. Uniti nel Signore preghi la divina misericordia per la mia povera anima
e mi benedica.
in C. J. Sac. J. Calabria
106
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
25-5-1937110
J.M.J.
rev.mo e Mio caro P. Filippo,
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con lei e con tutte le sue
anime. Sempre porto lei e la sua opera nella mente e nel cuore e prego perché
si dilati, si consolidi a maggior gloria di dio e a bene delle anime, specie in
quest’ora di tanto male. domani è il suo gran santo, S. Filippo. dal fondo del
cuore le faccio i miei più sinceri auguri. la S. Messa, e tutta la giornata sarà
per il mio Caro P. Filippo
Quanto so e posso mi raccomando alle sue orazioni, dio solo sa quanto ne ò
bisogno, specie per la mia povera anima, e per l’opera del Signore della quale
io non sono che un misero casante. Uniti in domino, dividiamo gioie e dolori,
e poi con la divina grazia anche il Paradiso.
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
110
a. - PSdP doc. 3127.
198
107
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
23.6.1937111
amatissimo Padre
le sorelle e le bambine poverette della casa di nazareth di Ponton augurano
il buon onomastico ed offrono a Gesù per Maria tutte le loro Comunioni eucaristiche secondo tutte le sue sante intenzioni.
Ci benedica
dev. P. Filippo bardellini
108
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
1-9-1937112
J.M.J.
la Santa benedizione del Signore scenda copiosa sopra questa sua Casa,
tanto a lui cara, perché raccoglie le sue predilette. Che sempre si mantengano
nello spirito genuino e preghino per il povero
in C. J. Sac. J. Calabria
111
112
a. - PCn doc. 338/a.
a. - PSdP doc. 3154.
199
109
FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 15-4-1938113
amatissimo Padre
riceva dal suo povero ministro questo piccolo dono. l’immagine già da
dieci anni l’avevo comperata ed un mese fà la feci incorniciare ed oggi venerdì
Santo è giunto il momento a spedirla a lei vittima della povera umanità. Si vede che la divina Provvidenza di tratto in tratto vuole fare qualche ritrovata.
a nome di tutta la Comunità di verona e Ponton rinnovo li auguri: Pasquali
e che il buon Gesù lo esaudisca nel suo grande desiderio di dare un rifugio ai
poveri ministri di dio che vogliono ritornare all’ovile.
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
P. Filippo bardellini
110
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
19-5-1938114
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto, siano sempre con lei e con tutta la sua
ven.e Comunità, che prego perché sia sempre la Comunità di Gesù. oggi per
lei, per tutte le sue anime è un gran giorno il suo compleanno, il suo 60°. Permetta rev.mo e caro Padre che io poverello, mi unisca a lei in modo tutto par-
113
114
a. - PCn doc. 339.
a. - PSdP doc. 3147.
200
ticolare, in questo lieto giorno, e con me si unisca tutta la Casa per farle auguri
e invocare su di lei e su tutta la sua opera e su tutte le sue anime quelle grazie
che desidera.
la santa Messa e tutta la giornata sarà per lei. Preghi per me, tanto poverello. Che tutti ci possiamo trovare uniti in Paradiso.
in C. J. Sac. J. Calabria
111
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 19-5-1938115
amatissimo Padre
Grazie, grazie mille. Mi commosse profondamente lei è veramente il Sacerdote della carità di Cristo. il suo cuore è grande e grandemente misericordioso.
Grazie, della Santa Messa delle preghiere dei patimenti offerti, grazie a lei
ed a tutta la Comunità che mi ricorda. Grazie, io povero peccatore non sò come contraccambiare, perché non sono l’uomo capace di soffrire. Ma certo, vi
sarà la Comunione dei Santi che supplirà anche a tutte le mie miserie.
Sono in Corde Jesu Mariae Joseph, il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini
115
a. - PCn doc. 340.
201
112
don Giovanni Calabria a Padre FiliPPo bardellini
25-05-38116
[Cartolina]
J.M.J.
amato Padre
la grazia, la pace di dio sia sempre con noi. Sempre in unione di preghiere,
in modo particolare domani festa di S. Filippo. auguri santi
in C.J. povero J. Calabria
113
don Giovanni Calabria a Padre FiliPPo bardellini
19-12-38117
[Cartolina]
J.M.J
Quanto ò bisogno di preghiere! Contraccambio auguri
Sac. J. Calabria
116
117
a.- PSdP doc.10394.
a.- PSdP doc. 3085/a.
202
114
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona, 23-12-1938118
amatissimo Padre,
Quella pace che gli angeli nella Capanna di betlem cantarono agli uomini
di buona volontà discenda copiosa sopra di lei e su tutta la sua grande opera
poiché lei con tanta buona volontà ha beneficato il povero istituto delle Poverette della casa di nazareth.
Sempre lontani e sempre vicini avevo un incarico personale da compiere ma
tutti i tentativi rimasero vani - fiat.
luce e calore e poi terra per far tacere la terra.
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini
118
a. - PCn doc. 341/a.
203
115
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
15-3-1939119
J.M.J.
M. r. e Caro Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con lei e con tutte le sue
anime.
Sento di scrivere a lei e con lei a tutte della ven.e Comunità per domandare la grande carità spirituale delle loro orazioni, so che pregano per questo poverello, ma in questo momento ò estremo bisogno. Sempre lo ricordo caro Padre e prego perché anche lei possa compiere tutto quello che Gesù dimanda. le
anime, la Sua divina gloria, la Sua divina volontà, ecco tutto. Che un giorno,
per me non lontano, tutti ci possiamo trovare inabissati in dio.
dio lo benedica, benedica tutte le sue anime.
in C. J. Sac. J. Calabria
Una particolare benedizione alla sua buona sorella.
P.S. lo prego alla carità di rompere questa mia povera lettera.
119
a. - PSdP doc. 3085.
204
116
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
25-5-1939120
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con lei e con tutte le sue
anime. domani è S. Filippo, il suo santo, il santo del suo nome. Mi legga nel
cuore Caro Padre e veda con qual cuore le faccio i miei più fervidi auguri. Che
S. Filippo le interceda tutto quello che il suo cuore di sacerdote e di Padre delle
anime vuole e desidera. la Santa Messa e tutta la giornata sarà per lei.
rev.mo e Caro Padre stiamo stretti, uniti nel Sacro Cuore di Gesù, per fare
fino alla fine la divina volontà e trovarci un giorno tutti uniti nel Santo Paradiso. Mi benedica rev.mo Padre,
in C. J. povero Sac. J. Calabria
117
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
24-5-1940121
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con lei e con tutte le sue
anime.
ecco che siamo arrivati al gran giorno di S. Filippo, il Santo del suo nome.
auguro e prego dal fondo del cuore, che l’intercessione e la protezione di S.
120
121
a. - PSdP doc. 3148.
a. - PSdP doc. 3114.
205
Filippo porti alla sua anima sacerdotale, e a tutta l’opera del Signore, ogni
grazia e bene, compiendo i divini disegni specie in quest’ora. a tal fine offro
la S. Messa per lei unita alle mie prove e sofferenze specie nella giornata 26
Maggio.
Son certo che ricorda e prega per questo povero prete, che da anni e anni le
è tanto, ma tanto vicino.
Che tutti un giorno ci possiamo trovare uniti nel Santo Paradiso.
benedicendo,
in C. J. Sac. J. Calabria
118
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 30-3-1941122
J.M.J. Ph.
a.M.d.G
amatissimo Padre,
le mando una copia del scritto a lei spedito il 19-1-1926 festa di S. Facio.
Parola detta dal profeta Geremia a baruch... Queste cose dice il Signore, il
dio d’israele a te o baruch... tu hai detto: ah! me infelice! perché il Signore
ha aggiunto dolore al mio dolore?... sono stanco di gemere, non ho trovato requie. Queste cose dice il Signore: tu dirai a lui: ecco che io distruggo quelli
che io innalzai, e sradico quelli che io piantai, e tutta intera questa terra. e tu
cerchi grandi cose per te? non cercarle: perché io manderò sciagure sopra tutti
gli uomini, dice il Signore; ma io salverò a te (ed ai tuoi) la tua vita (spirituale)
in ogni luogo, dovunque anderai. Geremia capo 40.
io sottoscritto faccio voto di pieno abbandono in dio, tra le braccia dei Sacratissimi Cuori di Gesù Maria Giuseppe, accettando senza lamenti qualunque
122
a. - PCn doc. 342.
206
cosa disponesse la divina Provvidenza nei suoi disegni a mio riguardo, e tutto
a maggior gloria di dio e a maggior bene delle anime, affinché sia magnificato
il nome di dio, affinché venga il suo regno e sia fatta la sua volontà.
in fede
P. Filippo bardellini d.o.
zampieri angelina
Sac. don Calabria
n.b. Questa lettera che io a lei spedii girò da Costozza a verona e questa
sera 28 gennaio 1927 lei caro don Giovanni ansiosamente mi aspettava dopo
aver passato tutta la notte ed il giorno in una continua memoria di me, alla mia
venuta accese il lume venni e firmò esultante la presente scritta.
Caro Padre passarono ora 15 anni e mentre cercavo i ritratti dei defunti di
mia conoscenza mi capitò una lettera e dentro trovai un cartoncino con questo
scritto e firme che gelosamente conservo.
È giunto il tempo di grandi croci, prove si aggiungono a prove, ma convinciamoci che il nostro giogo sarà soave ed il nostro peso leggero in confronto ai
gioghi ed ai pesi nei quali oggi tutto il mondo và incontro.
Pax - Pax et non erit Pax.
la Madonna, Madre delle divine grazie e madre di misericordia è in mezzo
a noi, invitiamo tutti a rifugiarsi sotto il manto di sì gran Madre. essa è la grande arca di salvezza che porta tra le sue braccia il bambino Gesù, essa continua
intercedere per noi, essa è l’arcobaleno di pace, essa ci aiuta a schiacciare il capo di Satana e dei suoi satelliti e poi, ah! che gran pace noi vedremo!...
P. Filippo bardellini
207
119
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
loreto 16-9-1941123
[Cartolina]
amato Padre
Questa è la casa di Maria, un Paradiso anticipato. Commovente la processione degli ammalati. Si vive di fede e di amore.
veramente quì siamo un cuore solo ed un’anima sola.
l’ho ricordato e lo ricorderò ancora.
dev. P. Filippo
120
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
28- -1941124
rev.mo e Caro Padre,
la pace del Signore sia sempre con noi. Come le sono vicino, come lo ricordo e lei ricordi e preghi per questo povero prete. dio solo sa quanto ne ò
bisogno. oh le anime e le opere di dio! benedico tutta la ven.e Comunità.
in C. J. Sac. J. Calabria
123
124
a. - PCn doc. 343.
a. - PSdP doc. 3099.
208
121
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
10-11-1941125
[Cartolina]
J.M.J.
la pace e la grazia di dio siano sempre con noi.
Sempre ricordo e prego per il mio caro P. Filippo che di cuore benedico assieme ven.e Comunità. Sono certo che anche lei Padre ricorderà al buon dio
il povero in C. J.
Sac. J. Calabria
122
don Giovanni Calabria a Padre FiliPPo bardellini
[1941]126
[Cartolina]
rev.mo e Caro Padre.
la pace del Signore sia sempre con noi. Come le sono vicino come lo ricordo, e lei ricorda e prega per questo povero prete dio solo sa quanto ne ò bisogno. oh le anime e le opere di dio. benedico tutta la ven Comunità
in C.J. J. Calabria
125
126
a.- PSdP doc. 3098.
a.- PSdP doc. 3099.
209
123
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
18-1-1942127
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre,
la grazia, la pace di dio siano sempre con noi. la sua lettera che mi dice
della sua grande carità e del suo cuore tutto per iddio e per le anime, mi à commosso, dio lo rimeriti e lo benedica con tutte le sue anime. immagini come lo
ricordo, come le sono unito. anche lei preghi per me e mi sia vicino, quanto,
ma quanto ò bisogno di preghiere. raccomando il mio caro don zanetti,
mio dio quanti dolori.
Mi benedica, povero
in C. J. Sac. J. Calabria
124
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
25-5-1942128
S. Filippo
M. r. e Caro mio Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con noi. la giornata del
santo del suo nome a dio piacendo, sarà tutta per lei. Che S. Filippo le interceda tutte quelle grazie che il Suo cuore di Padre e di Sacerdote desidera, a
questo fine prego e offro qualche dono spirituale in modo particolare per l’opera tanto cara a Gesù.
127
128
a. - PSdP doc. 3115.
a. - PSdP doc. 3119.
210
Caro Padre per amore di dio mi sia vicino e mi aiuti con la preghiera per
fare fino alla fine la Santa volontà di dio. Che tutti poi ci possiamo trovar uniti
in Paradiso.
Più con il cuore che con la mano benedico tutti.
Povero, in C. J. Sac. J. Calabria
125
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 23-6-1942129
amatissimo Padre
i fratelli e le sorelle di Ponton sentono il dovere non solo di pregare, come
sempre e far la Comunione per voi ma ancora stendere questo scritto per manifestare il loro vivo sentimento di riconoscenza per tutto quello che voi avete
fatto e continuate fare per questo povero istituto. il Signore poi ed il caro Santo
di cui portate il nome saprà dare la ben meritata mercede.
vi lasciamo nei Sacratissimi Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
dev. P. Filippo bardellini d.o.
[seguono altre firme]
129
a. - PCn doc. 344.
211
126
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Casa del Suffragio 23-6-1942130
amatissimo Padre
le sorelle del suffragio, stando ai piedi della Madonna di lourdes, già messa al suo posto, innalzano una prece alla loro grande Signora perché abbia da
spandere ogni benedizione speciale su di voi o amato Padre e su tutta la grandiosa vostra opera perché sia immensamente feconda di Santi e Sante.
vi lasciamo nei Sacratissimi Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
dev. P. Filippo bardellini d.o.
[seguono altre firme]
127
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
volargne 23-6-1942131
amatissimo Padre,
i fratelli e le sorelle di volargne non possono fare a meno di ricordare il loro
Padre e benefattore non solo nelle quotidiane preghiere ma in modo speciale nel
giorno del vostro onomastico affinché il grande Precursore interceda per voi e per
tutti i componenti la gran casa che dio si degnò iniziare nella nostra cara verona.
vi lasciamo nei Sacratissimo Cuori di Gesù Maria Giuseppe
dev. P. Filippo bardellini d.o.
[seguono altre firme]
130
131
a. - PCn doc. 344.
a. - PCn doc. 344.
212
128
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 24-6-1942132
amatissimo Padre,
i componenti della casa di verona sentono il dovere non solo di pregare ma
ancora di fare i più sinceri auguri del vostro buon onomastico. il caro Santo
amico intimo di Gesù interceda tante grazie e per voi e per tutta la casa.
vi lasciamo nei Sacratissimi cuori di Gesù Maria Giuseppe.
dev. P. Filippo bardellini d.o.
[seguono altre firme]
129
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 24-6-1942133
amatissimo Padre
Questo povero peccatore poco può fare per il suo grande benefattore, non è
buono di patire, e senza generosi patimenti si fà niente.
Compatitemi come sempre, la Santa Messa oggi ho applicato in modo speciale per voi.
o buon dio benedite il vostro servo generoso e fedele e fallo ricco di molte
cose tutto a tua maggior gloria ed a maggior bene delle anime.
vi lascio nei Sacratissimi Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
dev. P. Filippo bardellini d.o.
132
133
a. - PCn doc. 344.
a. - PCn doc. 344.
213
130
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Casa dei studenti 24-6-1942134
amatissimo Padre
Questa piccola casa, la più piccola e la più bisognosa mentre sente il dovere
di fare i più sinceri auguri al loro primo benefattore promettono ancora sempre
e massime in questo giorno di pregare affinché il gran Precursore presso Gesù
interceda ogni bene.
vi lasciamo nei Sacratissimi Cuori di Gesù Maria Giuseppe,
dev. P. Filippo bardellini d.o.
[seguono altre firme]
131
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
27-6-1942135
Costozza
[Cartolina]
J.M.J.
ringrazio di cuore, benedico raccomandandomi alle vostre preghiere
il Signore ci ha uniti che tutti ci possiamo un giorno trovarci uniti in Paradiso.
Povero in C.J.
Sac. J. Calabria
134
135
a. - PCn doc. 344.
a. - PSdP doc. 10395.
214
132
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
3-2-1943136
J.M.J.
la santa benedizione di Gesù, che tanto, ma tanto le vuol bene e le è vicino,
la conforti, l’aiuti e le dia tutte quelle grazie che à bisogno. Stia di buon animo,
lo ripeto, Gesù le vuol tanto, ma tanto bene.
in C. J. Sac. J. Calabria
133
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
14-3-1943137
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre,
Sento di mandarle questi 12 crocefissi benedetti. Faccia la carità grande di
pregare per me e per l’opera.
Uniti in domino, povero
in C. J. Sac. J. Calabria
136
137
a. - PSdP doc. 10396.
a. - PSdP doc. 3150.
215
134
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
23-5-1943138
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con noi. Con tutto il cuore le faccio i miei auguri per S. Filippo, il Santo del Suo nome. il Signore per
mezzo di S. Filippo le conceda tutte quelle grazie che à bisogno per lei e per
l’opera che tanto, ma tanto a lui piace. la Santa Messa di quel giorno, a dio
piacendo, sarà per lei e per l’opera che di gran cuore benedico, mentre son
certo della carità grande delle sue orazioni e di quelle della Comunità.
in C. J. Sac. J. Calabria
135
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona, 23-6-1943139
amatissimo Padre,
nel giorno della vostra festa tutti si ricorderanno in un modo specialissimo
del nostro più grande benefattore che possiamo avere in questa misera terra. la
nostra Madre divina come portò tante grazie al primo battista così faccia anche
su di voi e sopra tutta la vostra grande opera. Fortunate quelle betulie che
138
139
a. - PSdP doc. 3149.
a. - PCn doc. 345.
216
ascolteranno questa potente Giuditta cui dio affidò la vittoria. Se noi con la
preghiera e la mortificazione aspetteremo il giorno di dio. essa sola saprà abbattere l’odierno ed infernale oloferne. lo lasciamo nei Sacratissimi Cuori di
Gesù Maria Giuseppe.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o
136
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona, 6-11-1943140
amatissimo Padre
la vostra nobilissima carità mi confonde, di più non si potrà fare per la mia
carissima lisetta.
Certo ora essa dal cielo farà benissimo la sua parte. essa aveva tanto cuore
ed in Cielo il cuore si perfeziona e chissà cosa farà per il suo indimenticabile
don Giovanni.
Grazie Padre, tante grazie a lei ai r. p. sacerdoti a tutti quelli che intervennero all’Ufficiatura ed al funerale.
il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
140
a. - PCn doc. 346.
217
137
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 30-1-1944141
amatissimo Padre
le mando la prima fotografia che ho avuto della nuova pala della Madonna
dei poveri alta 2,80 da portarsi nella cappella aperta a volargne.
oggi siamo veramente tutti poveri e grandemente bisognosi di sì gran Madre.
il vangelo d’oggi è una viva figura dello stato presente. Domine salva nos
perimus Domina salva nos perimus.
dormiamo con Gesù in Gesù per Gesù. Unico nostro pensiero sia che Gesù
dorma nel nostro cuore ed avanti nel pieno abbandono.
Dextera Domini fecit virtutem, dextera Domini exaltavit me: non moriar
sed vivam et narrabo opera Domini.
Deus propitius est mihi peccatori.
il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
138
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
22-2-1944142
benedico tutte della ven.e Comunità.
Pregate tanto per me e per l’opera.
in C. J. Sac. J. Calabria
141
142
a. - PCn doc. 347.
a. - PSdP doc. 3149/a.
218
139
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
7-4-1944143
[Su santino S. Madre della Misericordia]
amatissimo Padre
volevo venire in persona ma le gambe non mi reggono e mi manca l’aiuto!... Povero Filippo... gli anni passano.
buona Pasqua a lei e a tutta la sua cara e santa Famiglia.
Sembra ci sia la nuvoletta di elia.
Speriamo che in vicinanza del mese di maggio la nostra grande Madre della
Misericordia ci venga incontro.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
140
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
9-4-1944144
Sempre uniti nella ricerca del santo regno di dio, coraggio, fiducia, ormai a
gran passi, si avvicina la sera. Che tutti un giorno ci possiamo trovare uniti nella Celeste Gerusalemme. Come lo ricordo, ora si vede il rovescio, poi il diritto.
in C. J. Sac. J. Calabria
143
144
a. - PCn doc. 347/a.
a. - PSdP doc. 3149/b.
219
141
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
19-4-1944145
Grazie tante della sua circolare, godo tanto che infine abbia parlato dello
Spirito S. Suor Maria di Gesù Crocifisso diceva che è poco conosciuto anche
nei conventi e nei seminari...
le mando la fotografia della venerabile. ha finito di leggere la vita? appena che può la prego di rimandarla poiché l’edizione è esaurita.
P. Filippo bardellini d.o.
142
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
25-5-1944146
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con noi. domani è S. Filippo suo e nostro Grande Santo. Mi unisco a tutta la Sua opera pregando S.
Filippo per lei, e a dio piacendo celebrerò per lei la S. Messa. Caro Padre, mi
continui mi la carità grande delle sue orazioni e come il Signore ci à uniti in
terra per sua grazia ci tenga eternamente uniti in Cielo.
benedico tutti e tutte,
in C. J. Sac. J. Calabria
145
146
a. - PCn doc. 347/b.
a. - PSdP doc. 3142.
220
143
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 28-5-1944147
amatissimo Padre
Grazie infinite dei suoi sinceri auguri, di tutte le preghiere e benedizioni a
questo suo povero ministro ed a tutta l’opera.
Quanta bella roba mi ha mandato, parte la distribuisco e parte la tengo con me.
Questo suo atto esprime l’espansione del suo amore.
le mando una piccola fotografia del quadro grande che abbiamo nel nostro
istituto davanti al quale tutti ci siamo consacrati al Cuore immacolato di Maria
ed al Sacro Cuore di Gesù bambino poiché noi siamo i poveretti della casa di
nazareth dove regna il cuoricino di Gesù bambino.
volesse il Cielo che fossimo capaci di farci umili e semplici come bambini.
Mi raccomando tanto alle sue preghiere perché tutto l’istituto delle Poverette della Casa di nazareth sia pieno di umiltà e carità nella semplicità. il desiderio ci sarebbe ma siamo molto e molto lontani.
oggi grande festa dello Spirito Santo discenda questo grande Spirito consolatore su tutti i componenti della povera Casa di nazareth affinché siano tutti
un cuore uno ed un’anima una in questo necessario spirito di semplicità quale
si trovava nella piccola casa di nazareth primo tempio dello Spirito Santo dove
per opera dello Spirito d’amore il verbo si fece carne nel seno purissimo di
Maria SS.ma madre del bel amore e sotto la custodia del castissimo S. Giuseppe che, dallo Spirito Santo fu fatto grande maestro della vita interiore.
Suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
147
a. - PCn doc. 348.
221
144
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
15-7-1944148
J.M.J.
rev.mo e Caro d. Filippo
la grazia, la pace del Signore siano sempre con noi. Come sta? lo ricordo
tanto e prego perché il Signore lo sostenga, lo aiuti, staimo sempre uniti
145
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 4-9-1944149
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
Sono invaso da due parole dio e divina Provvidenza.
Quest’estate leggendo l’Ufficio sul libro dei re mi sentii mosso a scrivere
«il libro dei re» ossia la divina Provvidenza su tutto il mondo.
le mando questo plico, del primo libro legga la prefazione ed il resto e poi
mi dica se posso proseguire e stendere anche il ii° iii° iv° libro dei re.
tutti i governanti hanno da imparare e convincersi che non sono soli, ma
sopra di loro regna dio su tutti cattolici e non cattolici e stolti sono se non interrogano il loro dio e non cercano di investigare la divina volontà.
148
149
a. - PSdP n. classificato.
a. - PCn doc. 349.
222
Mi venne alle mani l’amico dei buoni fanciulli» e la recensione che dio
perdoni certe parole
sono il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
146
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 11-1944150
[lettera indirizzata a negrar, ospitale S. Cuore]
amatissimo Padre
oggi hanno fatto i funerali a volargne e solamente nella nostra casa ne perirono venti tra sorelle bambini e bambine.
È vero che tutti i luoghi sono pericolosi in questo grande uragano nel quale
la divina Provvidenza sembra sopraffatta dalle forze infernali e quindi non c’è
altro che pregare il buon dio che ci indichi il luogo più opportuno sempre preparati anche al sacrificio per fare la divina volontà.
Caro Padre, lei mi accennava la sua nazareth di verona per i fratelli e bambini e la Casa Madre per le bambine. o forse è meglio che tutti quelli che vi
sono a Ponton uomini e donne si portino a nazareth? o forse il Signore in questi giorni le ha ispirato qualche altro luogo? Certo che il movimento è grandioso circa ottanta.
Colla prudenza mi pare che in Città non vi sia sicuro né nazareth né i Filippini e i luoghi più convenienti siano sù per negrar o là vicino in qualche stalla
o povera casa poiché i germanici vanno nelle case grandiose e queste più facilmente sono prese di mira dagli inglesi.
150
a. - PCn doc. 349/a.
223
Se invece di rispondermi in scritto crede opportuno che io venga in persona
mi dica con tutta semplicità che sono pronto a fare in domino quanto mi dice.
ho parlato col mio Superiore P. Faustino che è venuto a Ponton e mi disse
che faccia nel Signore quello che vedrò opportuno dicendo che quì a Ponton
molte sorelle e bambine sono preoccupate. il trasporto della roba sarà impossibile forse appena i materassi e coperte per la notte. Per la cucina non so come,
perché siamo in buon numero.
vi lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe, il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
147
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 29-11-1944151
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
Mi trovo ancora a Ponton sostenuto dalle sue e preghiere e patimenti e dalle
preghiere e patimenti dei miei cari.
Ci troviamo in un continuo esercizio di fede, perché ogni giorno vengono a
visitare domegliara. [Con i bombardamenti]
Per quanto preghi e pensi, capisco che l’unica decisione è rimanere dove
siamo con la nostra Chiesetta con le nostre preghiere ed adorazioni. la mia povera presenza tiene alto il morale di tutti i soggetti della casa, e quando il diavolo a questo o a quello ci mette i corni con una mia parola si mettono tranquilli ed anche essi capiscono che non c’è altro che rimanere dove siamo.
151
a. - PCn doc. 350.
224
È vero che all’assedio di Gerusalemme Gesù disse di scappare scappare, ma
allora si trattava solo di punire Gerusalemme mentre oggi la punizione gravita
su tutto il mondo e sentiamo ogni giorno bombardamenti e mitragliazioni da
ogni parte.
Padre vi ringrazio tanto e poi tanto di tutto quello che avete fatto e continuate a fare per questo povero istituto. a dire il vero nel fondo del cuore sento
che questi grandi patimenti sono di grande nostra purificazione e di grande edificazione per un futuro sviluppo dell’opera.
lo lascio nei sacratissimi Cuori di Gesù, Maria Giuseppe,
Suo indegno ministro
P. Filippo bardellini d.o.
148
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 3-12-1944152
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
il buon dio lo deve tanto benedire per tutto quello che soffre e prega per
questo povero istituto e per il povero sottoscritto.
in questo grande uragano bellico, unico nostro conforto è la preghiera. dal
primo giorno che venni a Ponton ogni mattina dopo la S. Messa esponiamo il
Santissimo e recitiamo il S. rosario intiero coi Misteri esposti dal Monsabré,
che si trovano nel libretto della Madonna dei Poveri. Per tre volte (tre misteri)
cantiamo il Veni Creator... qui diceris Paraclitus = Consolatore e perché scacci
il nemico, Hostem repellas longius... poi diciamo la Salve regina - a te o bea-
152
a. - PCn doc. 351.
225
to Giuseppe - Sgomenti - la coroncina del Cuore immacolato di Maria - la preghiera ai sacri Cuori - al candido Giglio. ed infine l’atto di riparazione per le
mani del Cuore immacolato di Maria.
Finito questo ci sentiamo fortificati per tutta la giornata, abbiamo preso un
corroborante spirituale.
È venuto a trovarmi il mio Padre Superiore, P. Faustino che tanto mi ha
consolato.
nel giorno della festa dell’immacolata speriamo dalla nostra Madre Celeste
qualche bella grazia. lei mi disse che in questa guerra mondiale il generalissimo è Satana, ora l’immacolata è appunto l’immacolata perché essa schiacciò il
capo all’infernale serpente.
Fin dal Paradiso terrestre il Signore fece sentire questa voce: o maledetto
serpente, porrò inimicizia tra te e una donna, tra il seme tuo ed il seme di questa donna ed essa ti schiaccerà il capo.
o caro Gesù esalta ancora una volta questa regina delle vittorie!
È vero, caro Padre che nell’ultima sua lettera mi scrisse che siamo ancora
nelle agonie dell’orto dove il Padre eterno per la riparazione neppure ascoltò
le umili ed efficaci preghiere del divin Figlio umanato perché si era fatto nostro riparatore. in questo modo l’umanità doveva comprendere quanto è terribile l’ira di dio per il peccato, così che non risparmiò il suo Figlio prediletto che
era la sua compiacenza, non lo risparmiò perché indossò i nostri peccati. Ma in
quella notte angosciosa Gesù riparava per i peccati di tutti i tempi anche per
quelli di oggi.
È vero che l’umanità oggi è così cieca che ha dimenticato Gesù o se lo ricorda lo vuole suo servitore, suo aiutante e non suo Padrone. altro è nominare
Gesù, ed altro è amare Gesù. Purtroppo anche oggi S. Maria Maddalena de’
Pazzi grida forte: l’amore non è amato, l’amore non è amato.
Purtroppo l’uragano bellico infuria sempre più, perché amiamo gli onori, i
piaceri, le ricchezze e non amiamo Gesù; ovvero non lo amiamo di un amore
puro ma di un amore interessato ed egoista.
Fra questi disgraziati, ci sono anch’io e quando esamino la mia vita, vedo
che non ho amato Gesù né con purezza né con generosità ed in tante cose ha
dominato il mio io. ed il castigo avuto me lo sono meritato: Iram Domini portabo quoniam peccavi ei. ho avuto nella mia casa venti anime riparatrici che
col loro sangue hanno espiato. Se bastavano dieci giusti per salvare Sodoma e
226
Gomorra, speriamo nel Sangue di questi venti innocenti e per loro il Signore
mi conceda il vero dolore dei miei peccati ed un fermo proposito di non farne
più. Padre, mi benedica e sono nei S.S. Cuori di Gesù Giuseppe Maria il suo
povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
149
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 14-12-1944153
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
Che nostro Signore G. C. sia sempre con noi. di grande consolazione mi fu
la notizia che la sua cara persona ha portato la benedizione nella Casa Madre
di verona. lo so che ci benedice sempre, ma la venuta in persona è più significante.
il Padre nostro che è nei cieli ci lascia ancora sotto l’incubo di questi aeroplani, ma pensiamo che è sempre nostro Padre, e la vita è sempre stata in mano
Sua.
Ci troviamo abbastanza tranquilli e sappiamo che non dabit in aeternum
fluctationem justo, e speriamo nella sua misericordia e nella intercessione dei
santissimi Cuori di Gesù Maria Giuseppe. Sono tre cuori carnei che sanno cosa
è dolore. Gesù si è fatto uomo appunto per meglio sentire e compassionare le
miserie dell’uomo.
il cuore immacolato di Maria è il cuore di una Mamma ed il castissimo
Cuore di S. Giuseppe è il cuore del Patrono universale della Chiesa, il cuore di
uno che ha avuto tanti dolori.
153
a. - PCn doc. 352.
227
Uniamoci con fede ed amore a questi tre nobili cuori carnei e con loro uniti
diciamo un Pater noster al Padre di tutti i cuori perché sia santificato il suo nome, perché venga il suo regno e sia fatta la sua santa volontà ma che però ci ha
insegnato ancora a domandargli ogni giorno la sua grazia, il perdono, come noi
perdoniamo ed in modo speciale a non indurci in tentazione ma liberarci da
ogni male.
lo lascio nei Sacratissimi Cuori di Gesù Maria Giuseppe. Suo povero ministro,
P. Filippo bardellini d.o.
150
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 21-12-1944154
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
Siamo arrivati anche al trigesimo della morte delle nostre 20 care vittime riparatrici.
la potestà delle tenebre le ha travolte come fu travolto Gesù stesso nell’ora
stabilita.
in precedenza la Sacra Famiglia ci aveva fatte tante grazie ed i miei si sono
trovati in molti pericoli ma rimasero salvi. invece questa volta tutto fu annientato, schiantati anche gli alberi più grossi e solo rimase ritta ed immobile la statua della Madonna di lourdes con meraviglia di quanti passano per la via che
domandano: «l’avete messa dopo?» no è sempre stata là dal 1941 e tutti dicono spontaneamente È un miracolo.
154
a. - PCn doc. 353.
228
ai piedi di questa statua con semplicità posi questa scritta «aspetto» ed oggi è ancora là ritta che aspetta. Parola di profonde riflessioni.
noi sostenuti dalla preghiera passiamo i nostri giorni a Ponton, e anche noi
aspettiamo i trionfi della Sacra Famiglia. Post crucem lucem.
tutti i componenti l’istituto in unione a questo povero prete le facciamo i
più sinceri auguri di buone Feste natalizie e Capodanno. Gesù bambino ci
aiuti a farci sempre più piccoli in tutto. Sine me nihil potestis facere. anche
l’infanzia di Gesù fu scossa dalle forze infernali, e Gesù per dare tempo alla
conversione di erode, lui si fa profugo per sette anni in egitto ed i betlemiti
piangono la strage di tanti innocenti bambini.
le anime costano molto.
Padre! Ci benedica. il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
151
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 2-3-1945155
amatissimo Padre
Grazie, mille grazie di quanto fece per il mio povero istituto, era giunto il
tempo che la Sacra Famiglia di nazareth avesse la sua fuga. Contemporaneamente la casa fu divisa in due parti provvidenziali perché v’era un gruppo di
sorelle che aveva un altro spirito e questo rimase ai Filippini.
i disegni di dio sono imperscrutabili, però bisogna anche aspettare il giorno di dio, se fosse stato fatto allora a mio debole parere la cosa non riusciva
bene.
155
a. - PCn doc. 354.
229
ora a Ponton si stà meglio di verona, ne passano tanti [aeroplani?] ma questo è dappertutto.
la sorella angelina si sente che c’è un movimento di pace, le pare che la
voce del Signore dica molto prossima.
i patimenti ed i sacrifici sono arrivati alla misura. Certo sarà doloroso anche
il dopoguerra, ma intanto si incomincia. Continuiamo a pregare, qui mi trovo
come in un ritiro. Prepariamoci poi ad un grande apostolato di anime.
luce e calore fede ed amore.
vi lascio nei Sacratissimi Cuori di Gesù Maria Giuseppe, suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
152
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 9-3-1945156
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
in questo luogo di ritiro, leggendo la vita di S. Francesco d’assisi si dice
che quando il Santo andò ad arezzo vide che la città era agitata da dissensioni
intestine e sulla medesima stavano alcuni demoni che istigavano i cittadini a
scannarsi ed allora il Santo mandò frate Silvestro alla porta della città quale
araldo affinché da parte di dio onnipotente comandasse in virtù di santa obbedienza che immantinente quelli si ritirassero.
Frate Silvestro obbedì e disse: Quanti voi siete o demoni ritiratevi subito e
andate ben lungi di quà, ve lo comando da parte di dio onnipotente e di Francesco suo servo.
156
a. - PCn doc. 355.
230
Sull’istante i cittadini si calmarono mentre prima erano lì lì per trucidarsi e
convennero tra loro circa i loro diritti e tosto venne la pace nella città. i cittadini quando seppero questo tosto in trionfo condussero Francesco in arezzo ed il
Santo predicò nella piazza all’amore della pace ed ai mezzi per conservarla
mostrando loro che le dissensioni ed i tumulti vengono dallo spirito maligno.
amatissimo Padre, il nostro dio è il nostro tutto, il dio d’oggi è il dio di
Francesco. Padre! Padre, gridate gridate forte, cacciate tutta questa legione di
demoni cacciateli via da parte di dio onnipotente ed in vista di santa obbedienza dite o demoni quanti voi siate ritiratevi subito e andate lungi di quà comandatelo da parte di dio onnipotente e di San Francesco, S. Filippo n. S.
Gemma Galgani S. Gabriele dell’addolorata suoi santi servi e potenti altri suoi
servi P. Pio da Pietralcina, teresa neuman, la trappista di roma, suor Maria di
Gesù Crocifisso e tanti altri suoi servi e serve ancora viventi e che amano dio
sopra ogni cosa ed il prossimo per amor di dio.
Quelli di arezzo rimasero stupiti sulla istantaneità della pace. Quis ut Deus
disse allora e può dire anche oggi S. Michele arcangelo. Per anni ed anni alla
fine della S. Messa il Pontefice ci fece recitare le tre ave e l’orazione dove si
supplica S. Michele che cacci nell’inferno Satana e i suoi satelliti In inferno
detrude.
amatissimo Padre mentre stavo in chiesa recitando la via Crucis con le innocenti bambine mi venne questo pensiero di scriverle. io ho fatto la mia parte,
voi ora fate la vostra.
tante e tante grazie delle numerose carità largitemi: dio le darà il centuplo
e la vita eterna.
vi lascio nei S. S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe
il vostro povero ministro
P. Filippo
231
153
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 25-3-1945157
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
È proprio vero che nel crucial della sventura l’alma s’appura. ora che sono così
bastonato a volargne ed a verona ed a Ponton in un continuo esercizio di Fede, ora
che mi trovo solitario nel mio studio tra la preghiera la meditazione ed il dolore mi
si presenta un orizzonte nuovo. vedo che fino ad oggi ho fatto nulla, sono stato un
discolo fanciullo che ha perduto il tempo in tante leggerezze e miserie.
non avevo ancora compreso cosa vuol dire essere preti, massime in questa
epoca, e cosa vuol dire avere tante anime sotto il mio coperto.
tante volte ho domandato luce e calore ed ora sento che vi sono tenebre in
tutti i campi, sento che il mio cuore fino ad oggi è stato tanto freddo nell’amore di dio e delle anime.
Se morissi in questo stato povero me! spero che il buon dio per intercessione della Madonna mi prolunghi la vita se vedrà che così potrà rimediare al mio
mal fatto.
oh! quanto bisogno io ho di Spirito Santo.
Caro Padre, preghi Gesù che abbia misericordia di questo povero peccatore
e soffi sopra di me il suo Santo Spirito. il mio santo Padre Filippo quanto fu divoto dello Spirito Santo ed io che sono filippino da 45 anni poco ho fatto per
ricevere ed inculcare negli altri questo dono dell’altissimo!
ora sto leggendo la vita di S. Francesco d’assisi! Che grande uomo! quanto
spesso invocava lo Spirito Santo ed ancora quanto era devoto del Padre nostro.
abbiamo in cielo un gran Padre, sempre Padre anche in questi giorni di dure prove. abbiamo un Padre in cielo sopra tutti gli aereoplani, sopra tutti i regnanti, sopra tutte le nazioni.
157
a. - PCn doc. 356.
232
abbiamo un Padre che è Padre di tutti e se oggi ci scuote non è per la nostra
morte ma per la nostra vita.
Fà come fà un buon padre terreno il quale se ha un figlio testardo che non
ascolta tutte le sue sante esortazioni in fine con una santa ira lo prende per le
due braccia e le dà due grandi scorloni non per ucciderlo ma per scuotere questo figlio e si ricordi del padre suo e lo obbedisca in tutto e per tutti gli affari,
perché nessun affare potrà ben riuscire se non ascoltiamo e non ci raccomandiamo a sì gran Padre. Gesù è il figlio suo prediletto ed il nostro fratello maggiore, la Madonna è la Madre di dio e la Madre nostra e S. Giuseppe è il grande Patrono della Chiesa Universale.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
154
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 15-4-1945158
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
non so se si ricorda molti anni fà che le parlavo di un trittico da porre in un
altare di S. Pietro rappresentante tre manifestazioni nei tre fatti evangelici i°
l’adorazione dei re Magi ii° le nozze di Cana ed iii° il battesimo di Gesù
Cristo nel Giordano in cui Gesù si manifestò ai re agli sposi ed a battista figlio del sacerdote zaccaria cioè si manifestò alle tre grandi famiglie, alla famiglia naturale, nazionale e religiosa.
158
a. - PCn doc. 357.
233
in quel tempo composi una preghiera ma restò vana, ultimamente la feci vedere al superiore di vicenza, pareva la facesse stampare ma niente. ora è dal
giorno dell’epifania che noi la recitiamo ogni giorno nelle nostre ore di adorazione davanti al S.S. Sacramento. deve averla ricevuta da tempo ma ora mi
sento bisogno di mandarle una copia.
Preghiera per ottenere da dio
una nuova manifestazione a tutta l’umanità.
i° o Signore, la nostra mente è stata molto acciecata ed il nostro cuore si è
sempre più raffreddato sicché per la nostra salute abbiamo bisogno di una seconda tua manifestazione affinché tutti noi sia i regnanti che le famiglie naturali e religiose comprendano molto bene che tu solo o Signore sei la sorgente di
ogni bene per coloro che ti temono e ti amano. Gloria
ii° o divin Salvatore, tu con una stella straordinaria hai manifestato ai tre
re Magi dove trovavasi il re d’israele e lo trovarono nella umile povera e sofferente capanna. o divin Salvatore tu ti sei manifestato anche nelle nozze di
Cana per santificare il matrimonio cristiano e là hai convertito l’acqua in vino,
affinché tutte quelle famiglie cristiane che sono fidenti nel Cuore immacolato
di Maria per mezzo di essa ricevano anche Gesù il quale poi per intercessione
di Maria SS.ma, provvederà a tutti i loro bisogni famigliari che sono ben più
necessari del vino comune il quale però è figura della carità unica sorgente di
qualsiasi benessere famigliare e sociale. Gloria
iii° o divin Salvatore tu ancora hai manifestato al battista la tua grandezza
divina anche dopo che questo figlio del sacerdote zaccaria versò l’acqua sul
tuo capo, si squarciò il cielo e si manifestò lo Spirito Santo sotto forma di colomba e fu udita la voce del Padre che diceva: Questo è il mio Figlio diletto nel
quale mi sono compiaciuto. Gloria
iv° o divin Salvatore noi tutti oggi abbiamo bisogno di una tua grande manifestazione e tutti sia le nazioni che le famiglie naturali e religiose sentono il
bisogno di una più viva luce e calore, fede e amore. Gloria
v° o Signore ti prego, adorna questo odierno santo giorno di epifania con
tre nuovi miracoli affinché tutte le famiglie religiose nazionali e naturali, illuminate e riscaldate da questa nuova stella, abbiano ad abbassare la loro su-
234
perbia, abbiano da accettare le necessarie privazioni della vita e vivere con spirito di fede di amore e di sacrificio perché possano tutte e bene prepararsi alle
nozze eterne del cielo dove il tuo regno è eterno, dove tutti i ministri e regnanti
e fedeli formeranno una sola famiglia col Padre col Figlio e con lo Spirito Santo se intanto quì in terra sapranno ben amare ed imitare la triade terrestre Gesù
Maria Giuseppe in ogni momento di loro vita. Così sia. Gloria
ecco tutto, le confesso che sento una soddisfazione quando ogni mattina la
recito forte davanti al SS.mo Sacramento.
luce luce luce e poi calore calore e calore. Quando dò uno sguardo al mio
passato e vedo tutto il tempo da me perso inutilmente, quando vedo tutta la mia
cecità e freddezza mi spavento, ma spero tanto nella divina misericordia che
mi dia tempo e grazia di rimediare al mal fatto.
tutta questa settimana che passo in ritiro a Ponton tra la preghiera, la meditazione ed i patimenti, mi pare di essere a Manresa. Mi pare di trovarmi in quei
ritiri ricercati da S. Francesco dove si acquista tanta luce. Mi pare che si richieda affatto un nuovo metodo di vita più apostolico più distaccato più pieno di
Spirito Santo, pieno di luce e calore poiché nel mondo c’è una grande ignoranza una grande freddezza. in tanti c’è un lavoro meccanico e non già un lavoro
apostolico.
Padre preghi tanto e poi tanto che abbia da far bene la divina volontà.
le piace questa giaculatoria? Y o santa Madonna dei poveri insegnateci r a
stimare ed amare la santa povertà.
lo lascio nei Sacratissimi cuori di Gesù Maria Giuseppe il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
235
155
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 28-5-1945159
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
la vostra lettera impregnata della carità di Cristo mi ha commosso, io non
posso che vivamente ringraziarvi e della S. Messa e dei patimenti offerti per la
mia santificazione e per l’opera.
ogni anno che passa, sempre più vedo che le opere si fondano nei patimenti, esse hanno tutta l’impronta di G.C. Tota vita Christi crux fuit et martirium.
la divina misericordia ha avuto compassione di tante anime giuste che non
potevano più reggere a tutti questi continui bombardamenti di giorno e di notte
e quindi ha disposto che siano tolti ma a dir il vero la vera pace ancora non c’è
né con dio né con le nazioni né tra gli uomini. temo che la profezia di don
bosco si avveri nel maggio del 1946 ed intanto vi saranno ancora tante brutte
giornate.
non vanno d’accordo neppure i cattolici. Si pensano ancora ai partiti mentre il popolo è stanco di partiti ne ha avuto abbastanza col fascismo. non sono i
partiti che salvano la società. ovvero sarà il partito delle anime riparatrici.
il Pontefice Pio iX diceva: la riparazione è un’opera divina destinata a salvare la società. i tre bambini di Fatima furono tre anime riparatrici. oh se il
mondo fino dal 1917 avesse ascoltato questa voce della Madre celeste, non sarebbe avvenuta questa strage! ed invece, io per primo, vedo tutte le mie negligenze e miserie.
ebbene padre mio pregate per me affinché almeno oggi abbia da cominciare
sul serio a servire il Signore con generosità.
Sono il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
159
a. - PCn doc. 358.
236
P.S. non ho parole per ringraziarlo della carità di aver accolto a nazareth il
mio povero istituto di verona. Si vede, nella casa della divina Provvidenza, che
questo e non quello di Ponton doveva venire. Si sono trovate contentissime,
una carità maggiore non si poteva trovare. le sorelle anche oggi ricordano tutta la loro carità, per aggiunta non vogliono ricevere danari, vorrà dire che il
buon dio ne darà il centuplo.
Si è realizzato il sogno di tanti anni fà.
vedremo ancora altre meraviglie del Signore ma sono ancora indietro ed intanto il mondo e purtroppo anche tanti religiosi si trovano nelle tenebre.
Deus propitius esto nobis peccatoribus.
156
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 22-6-1945160
amatissimo Padre,
la Pace di Gesù sia con voi,
domenica è il vostro onomastico. la Santa Messa e la Comunione delle sorelle e bambini saranno per voi. i miei patimenti valgono poco ma saranno per
voi.
Che il caro Santo che fin dal seno di elisabetta fu riempito di S. vi riempia
della sua luce e del suo calore.
il battista fu veramente l’uomo [di] dio, distaccato da tutto e da tutti e desideroso solo della gloria di dio e del bene delle anime.
il povero vostro ministro vi lascia nei Sacratissimi Cuori di Gesù Maria
Giuseppe.
P. Filippo bardellini d.o.
160
a. - PCn doc. 359.
237
157
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
11-11-1945161
J.M.J.
rev.mo e mio Caro Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con noi. Mi fu tanto caro
vederlo, lo ringrazio della sua visita, lo posso assicurare che nella mia povertà,
come le dissi ancora a voce io lo ricordo sempre e con lei l’opera grande che
dio le à assegnata, ma son certo che anche lei sa che le anime e le opere di dio
costano tanto. Per questo io in quest’ultimo scorcio di vita, prima di presentarmi per la grande chiamata, ò estremo bisogno di preghiere e per questo sarei
per pregarlo di celebrare per me per le mie intenzioni, una Santa Messa, con le
preghiere della Sua ven.e Comunità.
dio lo rimeriti per tanta carità, perdoni la piccola offerta, ma a questa unisco le mie prove per lei e per l’opera.
Uniti nel Signore, povero
in C. J. Sac. J. Calabria
P.S. - lo prego, letta questa mia, di distruggerla.
161
a. - PSdP doc. 3130.
238
158
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
25-12-1945162
J.M.J.
Grazie e celesti benedizioni per lei rev.mo e caro Padre e per tutte le sue
anime. Sempre uniti in charitate Christi. Per amor di dio mi continui la carità
delle sue orazioni e di quelle della sua ven. Comunità che benedico.
in C. J. Sac. J. Calabria
159
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 28-1-1946163
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
commovente mi fu la vostra lettera per la tanta carità che avete per questo
povero peccatore da applicare la S. Messa e consacrare la giornata piena di
tanti patimenti.
Mi confondete. Grazie tante, mille grazie dirò alla Madonna che contraccambi del doppio.
le avevo già da tempo dato notizia per lettera dove mi raccomandavo alle
vostre sante preghiere per questo nuovo e pesante carico, in questi tempi e speciali circostanze.
162
163
a. - PSdP doc. 10399.
a. - PCn doc. 360.
239
ho ragione di dire che ho bisogno di tanto Spirito S. poiché siamo in tempo
di raffinate confusioni.
Sono all’abici della vita cristiana e con questa mia miseria mi hanno dato
questa pesante carica. Massime con giovani Padrini pieni di spirito ma molto
giovani e la esperienza della vita la si acquista con gli anni.
Si ha da sciogliere il grande problema della gioventù così sfrenata e leggera
e che non sente la pietà. e col voler compassionare tutti si và a rischio di guastare tutti. bella è la frase di salvare le anime ma non per questo si deve immischiarle.
voler salvare tutti ma tutti nel loro posto. Certo la gioventù ama l’allegria
ma che non sia sola, che tutto il tempo non si dedichi ad essa. abbiamo un ambiente ristretto massime dopo il sinistramento...
luce calore ed energia soprannaturale
Jesu fili Mariae et Joseph miserere nobis ut videamus et agamus.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
P.S. Un signore a nome della signora antonietta Squeraroli mi ha dato lire
500 di offerta che essa fà alla Sua cara persona.
160
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 14-3-1946164
amatissimo Padre
permetta che noi tutti piccini le contraccambiamo gli auguri pasquali.
il sangue prezioso dell’agnello divino discenda su tutta la sua santa opera
perché sia fecondata di sante opere a maggior gloria del Padre ed a maggior
bene delle anime.
164
a. - PCn doc. 361.
240
il suo caro dono di S. benedetto Giuseppe labre ha avuto il suo effetto e
così la località di Ponton porta questo nome che già stà scritto sulla facciata.
le vie del Signore sono imperscrutabili. in un primo tempo lei vi pose all’opera l’aggiunta di Poverette, ora ci dà anche un santo protettore povero,
vuol dire che dio vuole una santa e semplice povertà. Grazie mille.
il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini
161
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
verona, 25-5-1946165
[Cartolina]
Grandi e celesti benedizioni e fervidi auguri. P. o.
Mentre mi raccomando alla carità delle preghiere.
le sono sempre vicino con la preghiera e sofferenza.
o’ grande bisogno di preghiere.
in C. J. Sac. J. Calabria
165
a. - PSdP Cartella F. bardellini.
241
162
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
3-8-1946166
[biglietto]
amatissimo Padre
ieri sera davanti al Santissimo dopo di aver ricevuto la solenne benedizione
per il i° venerdì la buona Superiora angelina è morta improvvisamente adorando Gesù eucarestia fino all’estremo.
Preghi per me povero peccatore.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
163
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 13-1-1947167
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
Quanti cari ricordi passati ci dà l’epifania.
le vie del Signore sono meravigliose. il buon dio, con tante mie miserie mi
ha ancora compatito.
oh! quanto è buono questo gran Padre Celeste che vuol ogni giorno e più
volte al giorno, essere chiamato per Padre.
166
167
a. - PCn doc. 362.
a. - PCn doc. 367.
242
Sono arrivato a 68 anni ed ancora non ho amato come si conveniva questo
gran Padre celeste che è (dice Gesù) il Padre mio ed il Padre nostro.
Grazie di tutte le preghiere e patimenti sofferti per me e per l’opera. lo lascio nei SS. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
164
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 8-4-1947168
amatissimo Padre
oggi venendo a Ponton vidi nel Scrittoio davanti a me questo lacero bigliettino. domandai chi l’avesse messo e mi fu risposto che fu trovato in mano di
una povera deficiente.
la scrittura è della Superiora angelina zampieri, da tempo defunta. Si vede
che essa in vita se l’aveva scritto da recitare da per sé. essa si rivolge alla Madonna immacolata perché abbia da benedire l’opera delle Poverette di Casa
nazareth.
la depongo nelle sue mani perché ne faccia quanto il Signore le ispira.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o
168
a. - PCn doc. 364.
243
165
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
27-4-1947169
rev.mo e caro Padre,
Grandi e celesti benedizioni e fervidi auguri.
il Signore faccia sì che le sue sante e benedette parole, veramente ispirate,
in queste care pagelline, portino in tutte le anime che le leggono, la conoscenza
pratica di n. S. Gesù Cristo, solo così si salverà il mondo.
Mi continui la carità delle orazioni, quanto ne ho bisogno.
benedico e prego per la santa sua opera.
in C. J. Sac. J. Calabria
166
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 27-5-1947170
amatissimo Padre
oggi, un po’ riposato dalla confusione di ieri, commosso le scrivo queste
quattro righe di mille ringraziamenti. Significantissimo fu il dono delle due colombe viaggiatrici messe nella scatola con un legno di separazione. Una la scatola, due le colombe, separate e non separate e che compiono la stessa missione della maggior gloria di dio e del maggior bene delle anime. venute proprio
alla sera della festa di Pentecoste ad ora tarda, portate da due fratelli...
169
170
a. - PSdP doc. 10686 [da stampato].
a. - PCn doc. 364/a.
244
i nostri giochetti ogni tanto si fanno vedere... al momento, ad ora così tarda
non sapevo dove metterle e le misi nel cantonale e depositai la scatola non solo
l’apersi e le lasciai nel loro posto e col legnetto nel suo posto, esse là rimasero,
chiusi l’armadio e dissi domani mattina vedremo come sono ed al mattino le
vidi fuori della scatola in dolce armonia e solo con qualche schitta di miseria
umana.
oh! il Santo Spirito! Spiritus ubi vult spirat, ma spiritus est qui vivificat
mentre caro autem non prodest quidquam... Lasciamoci condurre dallo Spirito.
l’abbandono in dio ci dà un paradiso in terra anche in mezzo alle sofferenze.
Grazie o Padre della sua Messa preghiere e sofferenze, giustamente dico
che esse seguono la via sicura per fare la santa volontà di dio.
nelle mie povere preghiere la ricordo sempre e nelle applicazioni alla S.
Messa ha un incarico speciale la Madonna la quale come con lo Spirito S.
formò il Cristo così con lo Spirito S. essa formerà ogni buon cristiano.
Maria ci traccia la via più sicura e con lo Spirito S. ci farà conoscere Gesù e
ben conservarlo nel nostro cuore.
in quella volta che gli apostoli fecero la prima comunione furono ancora
zoppicanti ma quando poi nel giorno di Pentecoste in unione con la Madonna
ricevettero lo Spirito S. allora furono trasformati. và bene dare eucarestia, eucarestia ma bisogna anche dare Spirito S., Spirito S. il quale cominciò nel caos
Spiritus Domini farebatur super aquas e terminerà quando finirà l’ultimo uomo, e poi erunt coeli novi et terra nova.
Laudate Dominun omnes gentes, laudate Eum omnes populi, quoniam confirmata est super nos misericordia eius et veritas Domini manet in aeternum.
Suo indegno ministro
P. Filippo bardellini d.o.
245
167
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona, 2-6-1947171
amatissimo Padre
il sottoscritto e tutta la Congregazione commossa ringrazia per le vive condoglianze fatte in morte del nostro amatissimo P. Faustino zanderigo.
ora che l’anima sua è salita in cielo, meglio intercederà per noi poveri pellegrini.
Grazie dell’accompagnamento e dei bravi cantori. Grazie della S. Messa e
suffragi.
il caro P. Faustino dal cielo intercederà.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
168
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 29-7-1947172
[Sul retro di un santino di S. Filippo neri]
amatissimo Padre
le vie del Signore sono imperscrutabili. in un primo tempo, mi mandò una
cartolina con l’aggiunta «le poverette della Casa di nazareth» Questo nome
poverette mi fruttò tanto nel corpo e nello spirito.
171
172
a. - PCn doc. 365.
a. - PCn doc. 365/a.
246
Poco tempo fà lei venne al Sanatorio di Ponton e con solennità mi regalò
un blasone del S. benedetto Giuseppe labré il santo della povertà.
oggi a caratteri cubitali, sulla Casa di Ponton si trova il nome di S. benedetto Giuseppe labré. il santo povero e nascosto agli occhi degli uomini.
S. Francesco d’assisi indossava la veste del più povero di quei tempi e
quella era la sua divisa. oggi i Francescani non hanno la divisa dei poveri di
oggi che si confondono con gli altri poveri.
oh quanto è bella la povertà, essa ci aiuta e ci conferma nella umiltà.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
169
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 15-8-1947173
[biglietto]
amatissimo Padre
il nostro Padrino P. [...174] disse che si sente un po’ sconcertato nel morale e
che desidera andare a visitare P. Pio e le pareva un segno della divina volontà
il fatto che una zitella della nostra parrocchia le paga il viaggio e ci và anche
essa.
io in domino le dissi che non era necessario andare dal P. Pio e se ciecamente e allegramente obbedirà al suo Padre certo sorgerà anche il morale.
Ma il P. [...] insiste per andarci sicché il sottoscritto per non essere cociuto
si sottomette a quanto dirà il mio amatissimo don Giovanni Calabria.
il suo povero ministro,
P. Filippo bardellini
173
174
a. - PCn doc. 365/b.
omessa indicazione del nome per motivi di privacy.
247
170
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
verona, 29-11-1947175
J.M.J.
rev.mo e Caro Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con noi.
tanto, ma tanto cara, direi provvidenziale, mi fu la sua visita di ieri, quanto
ò bisogno della carità delle sue orazioni e di quelle della ven.e Comunità, che
ricordo, prego e benedico.
o’ scritto ai piedi del Crocifisso la risposta per quell’anima, veda lei se
crede di dargliela o no.
in C. J. Sac. J. Calabria
171
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
23-1-1948176
amatissimo Padre
le presento il frutto dei suoi doni due pisoncini. Poi le preghiere a S. Michele arcangelo perché ci venga in aiuto, è molto tempo che la S. Chiesa alla
fine delle SS. Messe, lo invoca. È un grande generale tanto necessario ai tempi
presenti.
175
176
a. - PSdP doc. 10397.
a. - PCn doc. 369.
248
i demoni lavorano più di quello che non si crede, anche presso i buoni. vigilate e pregate.
amatissimo Padre, non si muove foglia che l’Amore non lo voglia.
i Padrini tanto fecero e scrissero che infine venne la Sacra visita, io neppure la vidi perché venne alla sera e partì alla mattina per tempo e poi ricevetti
lettera che mi dice verrà a verona P. raimondo da Chioggia per fare il Parroco
ed il Preposito, ed io essere più libero per il mio istituto.
Mi raccomando tanto alle sue preghiere.
dev. P. Filippo bardellini
172
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 3-2-1948177
amatissimo Padre
Mille grazie del dono di una copia di colombi viaggiatori, speriamo che si
accoppiano bene e poter fare dei viaggi gustosi.
Circa a quell’affare che le parlai della mia Congregazione. ora la cosa è sospesa - il Padre di Chioggia non è ancora venuto - poiché le autorità di roma
non videro bene la procedura fatta. Si aspetta decisioni da roma. non si muove foglia che l’amore non voglia. non sono capace di perseverare nel pieno
abbandono in dio, alle volte guardo i venti e le onde anziché fermare sempre il
mio occhio in dio.
deus bene omnia fecit.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
177
a. - PCn doc. 370.
249
173
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 7-2-1948178
amatissimo Padre
Faccio le mie più vive condoglianze della disgrazia avuta. Si raccomandi
tanto a S. Michele arcangelo che potrebbe far scoprire il ladro. le vie del Signore sono imperscrutabili. non si muove foglia che l’amore non lo voglia.
alle anime che amano dio tutto concorre in bene anche questa prova. lo
lascio nei Sacratissimi Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
dev. P. Filippo bardellini d.o.
174
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona, 14-2-1948179
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre, don Giovanni,
prima di portare a vicenza questo manoscritto perché sia visto dal prof. P.
isacco Meggiolaro lo pregherei caldamente di darmi una sua lettura e dirmi
schiettamente il suo parere a maggior gloria di dio ed a maggior bene delle
anime.
178
179
a. - PCn doc. 371.
a. - PCn doc. 372.
250
Mi pare di averlo scritto con retta intenzione, e di aver invocato lo Spirito S.
Certo sono sempre il povero Padre Filippo, però il buon dio può servirsi anche
dell’infirma mundi perché in mezzo alle sgrammaticature si veda meglio il codicillo di dio.
Soli deo honor et gloria.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
175
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton, 11-3-1948180
amatissimo Padre,
ecce quem amas infirmatur. Fui visitato dal prof. Colombo con tanta carità
e mi trovò il male al cuore ordinò riposo, appena la S. Messa, e poi punture ed
altre medicine quanto suggerisce la scienza umana. io stò contemplando i disegni di dio su questo povero peccatore.
Mi trovo tra luci e tenebre mi vedo un mistero. Mi basta la glorificazione di
dio ed il bene delle anime compresa la mia.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
180
a. - PCn doc. 373.
251
176
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 18-3-1948181
[Cartolina postale]
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
grazie tante dei suoi sinceri auguri pasquali che contraccambio con tutto il
cuore in unione della mia povera comunità. Grazie ancora del bel indirizzo che
è il primo che ricevo e proprio da lei alla ven. Comunità Poverette di nazareth Casa S. benedetto Giuseppe labre Ponton di domegliara (verona).
la sua cara visita mi fu graditissima, fu un’ora di Paradiso. vedremo il significato di quel mio biglietto spedito a lei e che non fu ricevuto. non si muove foglia che l’amore non voglia anche il diavoletto potrà fare solo ciò che
permetterà il buon dio.
lo lascio nei Sacratissimi Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
dev. P. Filippo bardellini d.o.
181
a. - PCn doc. 374.
252
177
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona 23-3-1948182
J.M.J. Ph.
a.M.d.G.
amatissimo Padre,
la divina Provvidenza dispose che il biglietto della Colomba andasse perduto perché quello scritto era troppo conciso ed ora in Domino lo chiarifico. Ite
docete omnes gentes. noi non dobbiamo stare fermi ma svolgere il nostro apostolato di istruire le genti con la parola e con lo scritto.
S. Paolo non si contentò della semplice parola a tu a tu, né si contentò dello
scritto privato a timoteo ma volle far di più. nelle sue lettere scrisse a tutti i
romani a tutti i Corinti a tutti i Filippesi, a tutti quelli di tessalonico...
Verbum Dei non est alligatum ma deve correre correre a voce e con lo scritto, col telefono e colla radio. Fides ex auditu poiché oggi che manca tanto la
fede in tutti i campi, questa fede bisogna che si diffonda con la parola e anche
con lo scritto. Il Vangelo si è diffuso per tutto il mondo. Quel vangelo che prima era chiuso in pochi della Palestina ora gli vangelisti sentirono il bisogno di
scriverlo e di diffonderlo per tutto il mondo sebbene questo vangelo per alcuni
fu di vita per altri fu di rovina, ma la colpa non è di Gesù né degli vangelisti
ma di coloro che non vollero corrispondere alla Grazia.
Non erubesco Evangelium. Paolo non si vergognava di predicare un Cristo
crocifisso, anzi diceva: Nos stulti proter Cristum, noi saremo giudicati stolti
perché seguiamo predichiamo e scriviamo di Cristo. S. Filippo n. diceva: dica
il mondo ciò che vuole, alla fine sono parole. Che si taccia che si parla, che si
scriva che non si scriva ci sarà sempre chi mormora.
Gesù Maria Giuseppe la sacra triade terrestre ci deve molto aiutare in questa santa missione. di Gesù si dice: Docens quotidie in templo, questa sarebbe
182
a. - PCn doc. 375.
Su carta intestata della Congregazione dell’oratorio di S. Filippo neri di verona.
253
la speciale missione dell’oratoriano da oratorio = discorso. e quanto ci teneva
S. Filippo n. per i discorsi quotidiani:
in questi 48 anni di vita filippina in comunità ho parlato molto su questo
punto, ma non fui ascoltato. ho parlato a bologna e a roma ma non fui ascoltato.
Si risponde che non sono più i tempi, si risponde che per vivere ci vuole la
parrocchia, questa è prudenza della carne e non prudenza dello Spirito.
la mia malattia è provvidenziale. il mio cuore a verona soffre per vari motivi. l’aria ossigenata di Ponton e volargne mi fà molto bene, mi toglie il gatarro e supplisce a quello che non può fare il cuore. Fu divina Provvidenza di ritirarmi da verona e venire a verona solo a piccole soste. il mio male mi fa sempre più ritirato ed il mio ritiro mi aiuta ad un apostolato più esteso di quello
che si può fare in una piccola chiesa dell’oratorio Filippino.
ora capisco meglio quei tre casi avvenuti a S. Pietro in., tre candelieri gettati giù dall’altare, diffatti sono andati giù o sinistrati S. Pietro - Filippini, e
l’oratorio il quale fu completamente distrutto. la mia missione di Padre dell’oratorio si svolgerà col mal di cuore, con la ritiratezza a Ponton che tanto bene mi fece nel periodo della guerra dopo il disastro di volargne che si può chiamare non disastro ma grande e meravigliosa divina Provvidenza.
Quì a Ponton ho imparato a scrivere quì sorse l’ape che gira dappertutto ed
ha un alveare = un oratorio che è grande quanto è grande la Chiesa Cattolica.
Mentre mancano le forze, mentre il cuore è debole pure sento che non è finito il mio apostolato in questo mondo. la divina Provvidenza mi ha ritirato
sia a bene del mio istituto che a bene della Chiesa Universale e della Congregazione dell’oratorio, dico oratorio ma che il mondo vuole farne tante parrocchie come quelle dei preti secolari.
amatissimo Padre, se la cartina non fosse stata perduta, non sarebbe venuto
spontaneo il presente mio scritto voluto dallo Spirito Santo. Ite docete omnes
gentes, con le parole e con il scritto.
Fides ex auditu ma ora c’è così poca fede perché tante prediche e tanti scritti sono privi della luce e calore dello Spirito S.
il vangelo scritto è poco, deve essere vivificato. Se viene la luce e calore allora queste parole scritte ci danno i Franceschi Saveri. Se manca la luce ed il
calore anche la lettura del santo vangelo riesce molto fredda.
254
oggi è dimenticato lo Spirito S. Cristo, eucarestia, Cuore di Gesù, ottime
cose, ma lo Spirito S. è dimenticato e sì che è dio come il Padre e il Figliolo.
Padre mi benedica.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
178
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 6.4.1948183
amatissimo Padre
È venuto don bettini a portarmi i suoi paterni saluti; là va benino, il dottore
disse che Giovedì posso cominciare ad alzarmi. Speriamo tutto dal buon dio.
bisogna fare una viva preghiera al generalissimo S. Michele perché ottenga
da dio almeno una temporanea ma grande tregua.
i nemici tra loro fecero tregua e cessarono le bombe ma il vero nostro nemico satana continua sempre. bisogna che il generalissimo S. Michele lo cacci
nell’inferno coi suoi demoni per avere questa gran tregua.
i cavalieri di arezzo erano in lotta tra loro e si spargeva sangue. S. Francesco vide sulla città tanti demoni ed in nome della SS. trinità gli cacciò via e tosto venne la pace perché non erano aizzati da satana.
ancora il mondo vive tra odii perché aizzato dai demoni. Che il generalissimo ci procuri questa grande tregua ed allora gli uomini nella pace s’intendono
meglio.
Mi compatisca, il suo povero ministro
p. Filippo
183
a. - PCn doc. 376.
255
179
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 27-4-1948184
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
Con la massima consolazione questa mattina ho celebrato. Ci voleva proprio, perché le forze sono molto deboli e così in camera con calma e con tre
tappe sono arrivato alla fine. Grazie grazie grazie.
don rossi si è dimenticato a Ponton il cappello ma non la testa. Sono venute le sorelle a portarlo al suo padrone.
Mi fà la carità anche domenica prossima di dirmi la S. Messa festiva per
Ponton. Chi è quell’anima semplice che è venuta domenica scorsa? Mi disse
che era a Chieti, che è stata come supplente parroco a Peri...
il mondo si muove e dio lo conduce.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
184
a. - PCn doc. 377.
256
180
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 5-5-1948185
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
Quando diffusi il libretto «la nostra grande Giuditta» mandai una copia in
omaggio a tutti i vescovi ed ebbi una sola risposta, quella del Patriarca di venezia che mi faceva i più sinceri auguri di diffusione perché cresca la divozione alla Madonna. allora mi venne una ispirazione di mandare una copia del
manoscritto «vi sono tanti esseri fuori di noi...» Pensai dilazionare ed intanto
la copia la diedi a lei.
Che ne dice in domino? Mi piacque questa singolarità del Patriarca. Mi
permetterebbe spedire una copia per sentire in domino il suo giudizio, visto
questo filo di Maria? la pregherei di scrivermi in riguardo.
ora che c’è la calma elettorale, sembra tempo propizio... alle volte bisogna
anche noi andare incontro a loro. le vie della divina Provvidenza sono tante.
riguardo alla mia salute, siamo un po’ sospesi... Sono vecchio... e misterioso ed imbecille, perché con questa malattia potrei morire ad ogni istante e senza accorgermi e sono qui come un bambino che non conosce il suo stato. la
vita umana è sempre una gran vita quando è sempre uniformata alla divina volontà. Sono il bamboccio dell’eterno Padre, ed ora mi tiene in cuna, per mostrarmi tutta la mia nullità.
Grazie, Padre, grazie tante o Padre per tutto quello che fà per questo povero peccatore anche ieri con tanta carità è venuto a trovarmi il fratello dott.
antonio.
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
185
a. - PCn doc. 378.
257
181
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 13-5-1948186
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
il mondo si muove e dio lo conduce e così pure conduce questo povero
bamboccio. la guerra e la catastrofe di volargne - poi i patimenti e le umiliazioni nella mia Congregazione - e poi questa lunga malattia di circa
quattro mesi mi condusse in un nuovo girone, il girone di S. Paolo Deus
meus et omnia, il mio dio è il mio tutto e grandemente mi commuovo pensando alla grande Paternità del nostro Padre celeste e mentre sono insulso,
arido quando faccio la Comunione, quando penso al Sacro Cuore, invece
teneramente mi commuovo pensando alla Paternità del nostro gran Padre
che è nei cieli.
oggi dio è dimenticato, è bestemmiato, è bistrattato tutto perché non si conosce questo nostro gran Padre celeste.
Gesù per sollevarci ci diceva: me ne vò dal Padre mio e Padre vostro, dal
dio mio e dio vostro.
dopo la redenzione abbiamo una tale Paternità che al solo pensarci ci viene da piangere. io sono difficile a piangere eppure un giorno in Chiesa parlando della Paternità del nostro buon dio naturalmente mi vennero le lagrime.
Se dio mi darà forza, la consumerò tutta nel spiegare il Pater noster e nel
rivelare la Paternità infinita del nostro gran Padre celeste.
oh! Che in tutte le Chiese si cantasse il Pater noster! il Papà della Chiantore ci procurò la musica ed ora noi da tempo lo cantiamo più volte al giorno nella nostra povera Chiesetta che vive sotto il manto di questo gran Padre.
venisse il giorno che in tutti gli istituti e comunità, in tutte le città e nazioni
gli uomini con una sola mente e solo cuore solennemente cantassero questa
grande preghiera domenicale.
186
a. - PCn doc. 379.
258
in breve la pace di dio sarebbe in mezzo a noi. il Padre non è amato, il Padre non è amato, il Padre non è amato.
Quod scripsi scripsi.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
182
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 26-5-1948187
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
oggi ricordiamo il secondo grandissimo dono che ci fece il Padre celeste nel
nuovo testamento. il primo dono fu di darci il corpo immacolato di Maria e il
secondo il corpo di Gesù.
il corpo di Maria tutto bello puro profumato quale era il corpo dei nostri
Progenitori, poiché non era il corpo di un semplice animale creato con un fiat,
ma dio stesso maneggiò il corpo di adamo ed eva.
Se Mosé sul monte Sinai solo col avvicinarsi a dio ritornò tutta luce, quanto bello era il corpo dei nostri progenitori maneggiati e santificati da dio.
dopo il peccato noi tutti nasciamo con un corpo miserabile, solo il corpo
della Madonna comparve nel nuovo testamento bello risplendente, pieno delle
grazie da essere chiamato Ave gratia plena.
Ma il Padre nostro ci fece un secondo dono, un secondo corpo molto più
bello e privilegiato ci diede il Corpus domini il corpo di Gesù, corpo ed anima
187
a. - PCn doc. 380.
259
la più fortunata, corpo nato da Maria S.S. vergine, quindi tutto profumato e lucente quale era anche il corpo dei nostri Progenitori prima del peccato. Ma il
corpo e l’anima di G. C. furono due creature fortunatissime perché addirittura
assunte da dio nella unità di Persona del verbo, Cristo Gesù.
Quanto più dobbiamo ringraziare il Padre Celeste di questo secondo gran
dono del Corpus domini il quale è diventato nostro cibo e nostra bevanda. Così che se non mangeremo di questo corpo e non berremo di questo Sangue non
avremmo in noi la vita.
i nostri poveri corpi umani nulla potevano fare per riacquistare la vita che
avevano i nostri Progenitori in grazia. oggi con l’innesto del Corpus Domini
possiamo riacquistarla. oh! il gran dono del Corpus domini, di questo pane vivo, che ci vivifica, e dopo la grazia battesimale, questo pane vivo è vero nostro
cibo e chi saprà non solo prenderlo ma bene masticarlo, sempre più viva sarà la
sua vita spirituale.
non basta mandar giù tocchi di pane, bisogna anche che il stomaco ben si
disponga e bene mastichi altrimenti viene una intossicazione e morte.
oggi si continua a dire: Comunioni Comunioni. bella cosa purché sia ben
intesa. Quanti cristiani, quanti preti fanno la Comunione! eppure, dove è la vita? la colpa non è del pane ma di quell’uomo che non seppe ben disporsi e ben
ricevere si gran dono.
la miglior preparazione stà nella umiltà e carità fatte con semplicità. ecco
la gran festa d’oggi, il gran dono del Corpus Domini che ci diede il [Padre].
Facciamo tesoro del dono del Corpo e dell’anima di Maria che essa ben ci
aiuti a ricevere e masticare il Corpus Domini che essa ce lo diede col suo fiat
di uniformità alla volontà del Padre.
Quod scripsi scripsi.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
260
183
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
3-8-1948188
rev.mo e mio Caro Padre.
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con noi. Quanto, ma
quanto costano le anime e le opere di dio, specie in quest’ora.
Come le sono quotidianamente vicino con la preghiera e la sofferenza, perché il Signore compia tutti quei divini disegni su l’opera delle P. [Poverette] di
nazareth.
amato Padre, come sta? Sempre giulivo, sempre allegro perché con lei è
Gesù. Preghi per me e per l’opera. benedico tutti,
in C. J. Sac. J. Calabria
184
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
verona, 9-11-1948189
J.M.J.
amato Padre,
dal fondo del cuore invoco grandi celesti benedizioni e fervidi auguri per
lei e per tutte le sue anime. Mi raccomando alla carità delle preghiere, ma si
ricordi della carità grande di aiutarmi a fare fino alla fine la santa volontà di
dio. Quanto costano le anime e le opere di dio! in C. J. Sac. J. Calabria
o’ letto la sua lettera, i frutti si maturano sempre secondo la pianta.
188
189
a. - PSdP doc. 2382 [da stampato con certificazione di fratel abramo Simonetto]
a. - PSdP doc. 10398.
261
185
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 20-6-1948190
amatissimo Padre,
in tal giorno del suo onomastico non posso che offrire per lei tutti i miei patimenti giornalieri. Si stà benino ma una grande fiacca.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
186
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 16-7-1948191
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
dal giorno che le consegnai il plico «vi sono tanti esseri...» non lessi più
una pagina. oggi aprendo la mia solita tabella che uso per scrivere, entro vi
trovai un fascicolo abbandonato, il capitolo Xiv - Cristo via alla verità e alla
vita - di quel famoso libretto «vi sono tanti esseri...» lo lessi e con semplicità
poi dissi: digitus Dei est hic.
190
191
a. - PCn doc. 381.
a. - PCn doc. 382.
262
amato Padre! tanti Santi depositano i loro scritti ai piedi, ma non si fermano lì. Sentono anche il parere di altri uomini. lei stesso, per il suo opuscolo,
ora decisiva, interrogò molti vescovi, per sentire il loro giudizio. nel caso
mio, come le dissi, ci fu la provvidenza del Patriarca di venezia, unico vescovo
che mi diresse un biglietto di incoraggiamento. Mi pare che il Patriarca sia
l’uomo per me. Sentiamo anche questo giudizio pur umano. Che il santo Crocifisso lo assisti per dare una risposta, se sì o no, sia da stampare.
È difetto precipitare le cose e può essere difetto dilazionarle molto. dio non
usa una sola via, e poi anche per provare gli spiriti giova interrogare qualche
altro spirito, cioé sentire che ne sente il Patriarca di questo libro. Se sapesse
quanto ho lottato fino ad oggi per seppellirmi nel mio nulla, ma si ha proprio
da seppellire tutto, tutto, seppellire ogni parola, seppellire ogni scritto? mentre
l’apostolo dice: «fides ex auditu?»
Quando lessi il capitolo Xiv Cristo via alla verità e alla vita - con tutta semplicità fui costretto dire Digitus Dei est hic - vi trovai lo Spirito S. Sò molto bene che: Spiritus ubi vult spirat e questa volta sento di dire e non mi pare di
mentire, questa volta lo Spirito S. si è degnato soffiare su questo povero uomo.
Infirma mundi elegit Deus.
in questo mese dedicato al Sangue Preziosissimo di G. C., che questo Sangue prezioso si degni discendere sopra ogni pagina di questo libricino e serva a
penetrare in tutte le menti e cuori che lo leggeranno.
Quod scripsi, scripsi.
Padre, mi benedica. Sono il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
263
187
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 31-7-1948192
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
Qui ci sarebbe la buona bugnotto emma che ardentemente desidera parlarle. viene da lontano, veda se può contentarla. alle volte una sola parola basta
per sollevare un’anima. Perdoni. Spero tra giorni di poter alzarmi e poi celebrare la S. Messa.
dio, in castigo dei miei peccati mi lasciò digiuno per quattro mesi. le vie
del Signore sono imperscrutabili.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
188
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 9-8-1948193
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
la divina Provvidenza per mezzo di una sorella mi procurò il verona Fedele dove lessi l’orribile fatto avvenuto il 30 luglio lungo la via da bareggia [?] a
S. Pietro dell’olmo, dopo ciò mi venne l’ispirazione di fare un articolo «le
192
193
a. - PCn doc. 383.
a. - PCn doc. 384.
264
due Madonne» legga e se crede sia di gloria a dio ed a bene delle anime lo
spedisca subito alla amministrazione del verona Fedele via dogana n° 4 tel.
4396 casella postale 202.
Perdoni del disturbo
Sono il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o
189
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 12-8-1948194
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
Grazie della sua lettera speditami l’8 cor. lessi e rilessi ma non fui capace di
rilevare tre parole.
Certo massime in questi tempi le anime e le opere costano molto. anch’io,
da povero uomo cerco di starle vicino ogni giorno con la preghiera e la sofferenza dal letto, questa gamba non fà giudizio, un’ora sola che mi alzi ed essa si
gonfia, pure il dottore mi lascia alzarmi e questa ora la dedico celebrando la S.
Messa stando seduto, tutto in merito della sua bontà nel procurarmi un si prezioso privilegio, grazie molte ma questo privilegio mi dà molto da sospettare
che ora la mia vita sia letto ed altare, altare e letto... fiat.
Poi nella lettera continua a dire: Perché il Signore compia tutti quei divini
disegni sull’opera... e qui non si capisce. Certo dio ci ha creati e fatti cristiani
per essere più fedeli strumenti e chi sarà piuma più leggera ai soffi divini sarà
ancora strumento migliore nelle opere di dio, poiché dio è geloso della sua
gloria - mea alteri non dabo.
194
a. - PCn doc. 385.
265
Padre!... sono vecchio - 70 anni - sono stato tanto pesante - dio ha faticato
molto per muovermi.
Ci volevano volargne - bombardamenti - malattie lunghe... ed intanto il
tempo passa e passano anche le anime.
Preghi il buon dio che abbia misericordia dei miei tanti passati peccati - mi
tenga la sua santa mano e mi aiuti magari all’ultima ora aiutarlo nei suoi divini
disegni.
la messe è molta e gli operai sono pochi.
Che il misericordioso Cuore di Gesù mi concedi quell’ora giornaliera da
poter celebrare la S. Messa...
Sono il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
190
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 15-8-1948195
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
Mi arrivò una lettera in cui un certo Gino mi diceva: «Sò che il suo soffer
stà per sposarsi, si ricordi di me che sono disoccupato». a tale lettera rimasi
sorpreso, la diedi da leggere a [...196] che da principio faceva l’ignori, ma poi
confessò la realtà...
ogni volta che devo mandarlo a verona và da questa tizia. Melius est nubere quam uri. Ma è una cosa fuori di regola che in un istituto il [...] che fa anche
da [...] abbia l’amante! e poi prima di sposarsi bisogna si trovi un conveniente
195
196
a. - PCn doc. 386.
omesso nominativo per ragioni di privacy.
266
impiego. C’è molto da pregare e da soffrire. Mi parrebbe opportuno che esso
dormisse a verona nella nostra casetta, io intanto mantenerlo e che lui girasse
per verona per trovarsi un posto o come soffer o come falegname o altro...
Che ne dice lei? Mi pare che girare per l’istituto uno che ha l’amante e
starsene [...] del reparto maschile questo non vada. Per me la divina Provvidenza penserà come ha sempre pensato. lui almeno in questo modo potrà trovarsi
un impiego e così meglio assicurarsi una posizione.
il demonio ha la coda molto e molto lunga và dappertutto e ci fà delle grandi improvvisate ed ho da pregare molto il Signore anche per l’anima mia, qui
stat videat ne cadat e pregare molto la Madonna ed il Padre celeste: et ne nos
inducas in tentationem sed libera nos a malo.
Che ne dice lei Padre?... mi aiuti. veramente quanto costano le anime e le
opere!... Mi scriva qualche cosa.
Sono il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
191
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 5-9-1948197
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
con dispiacere oggi intesi da don Fabio, la morte di don albano.
era ancora giovane, molto più di me e poteva fare del bene... ma i disegni
di dio sono imperscrutabili.
197
a. - PCn doc. 387.
267
deus bene omnia facit ed abbassiamo le teste. era parroco della Madonna
di Campagna dove fece tanto bene. la Madonna lo volle con se per darle il
premio delle sue fatiche.
io dovevo essere morto prima di lui e la Madonna mi lasciò ancora vivo
perché faccia penitenza dei miei peccati.
nel letto del dolore quanta luce, come ora vedo le mie miserie passate e
quanti anni guastati! Quante opere buone interrotte! lessi nella nostra grande
Giuditta a pagina 5 come la Madonna di Fatima disse ai tre fanciulli: Figlioli
miei vi sono tante anime che vanno all’inferno perché non ebbero chi pregasse
per loro.
non ho compreso tanto quanto adesso la efficacia delle giaculatorie riparatrici. Massime questa «Gesù mio perdono e misericordia per i meriti delle vostre S. Piaghe» «eterno Padre vi offro le piaghe di nostro Signor G. C. per guarire quelle delle anime nostre».
È vero che Gesù ha già patito, ma noi dobbiamo perpetuare questi frutti.
oggi l’eterno Padre per i peccati di oggi vuole che i fedeli offrano queste preziose piaghe della nostra redenzione. Costa tanto poco fare questa offerta!... e
più che la si ripete più ancora si salvano poveri peccatori come il ladrone. il
mondo oggi si salverà per i meriti delle S.S. Piaghe e per l’intercessione del
Cuore immacolato di Maria.
il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
268
192
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 10-9-1948198
amatissimo Padre
Presento la signora [...199] la quale ha la cognata Maria che da venti anni circa è ossessa da molti demoni. Qua ultimamente questa povera disgraziata fu
molte volte condotta dai rr. Padri Camaldolesi di Garda i quali fecero molte
esorcizzazioni ma non riuscirono a liberarla e pregarono ora la signora di rivolgersi da don Calabria;
la presente viene da lei per sentire sul da farsi. Quando e dove avrebbe essa da venire con la povera disgraziata per ottenere una sua santa benedizione?
È una nostra buona benefattrice veda se può farle questa distinta carità. Memento mei ad altarem Dei.
Suo povero ministro
P. Filippo bardellini
198
199
a. - PCn doc. 388.
omesso nominativo per ragioni di privacy.
269
193
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 19-9-1948200
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
nella prima settimana di ottobre a roma si riuniscono tutti i Superiori Filippini per trattare le nostre cose. il Padre Preposito mi disse: viene anche
lei?... non vede in che condizioni mi trovo?... Pensando bene anche per questo benedico il Signore della mia malattia, però una notte mi venne un’ispirazione di mandare una lettera in mia vece.
al mattino celebrai per questo e di giorno corrente calamo, inflante deo
quanto qui vede.
ora prego di dare una occhiata e dirmi se devo dirigerla al rev. Padre visitatore P. larraona od invece seppellire tutto nel Cuore di Gesù.
Caro Padre, questa povera gamba non migliora, che cosa voglia il buon dio
io non lo sò. Sia fatta la volontà tua come in cielo così in terra. Certo che frutta
molto anche il patire. ora alle feste raduno tutte le sorelle nella mia stanza e
dico due parole in Domino poiché erano più di sei mesi che non mi sentivano e
fides ex auditu: vanno bene le meditazioni ma la parola viva è più efficace.
Grazie di tutto quello che fà per me e per il mio povero istituto. dio lo benedica in eterno.
Sono il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
nb. Se posso spedirla, prego rimandarmi la malacopia.
200
a. - PCn doc. 389.
270
194
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 26-9-1948201
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
Sarò obbediente al suo giudizio - vede quanta superbia ho indosso! Preghi
il Signore che mi faccia umile.
io stò benino ma l’eterno Padre mi tiene in cuna. È una gamba che non si
decide mai però anche a letto faccio qualche cosa per l’istituto e per le anime.
Come vuole il Signore. ogni volta che fisso il suo ritratto, prego per lei.
lascio tutta la sua opera nei S.S. Cuori di Gesù Maria e Giuseppe.
dev.mo suo ministro
P. Filippo bardellini
195
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 11-10-1948202
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
Mi fu dato l’osservatore romano del 4 corr. e lessi l’articolo «S. Filippo
neri e la Scuola ascetica» e mi andava bene e non mi andava bene. lo lessi la
seconda volta e poi conchiusi: ecco l’universale difetto di tanti nostri sacerdoti.
201
202
a. - PCn doc. 390.
a. - PCn doc. 391.
271
essi per comparire letterati, filosofi e di bello stile, scrivono in modo che sono
intesi da pochi massime tra il popolino il quale ha bisogno della semplicità
evangelica.
le osservazioni anche poste nel giornale romano e quindi universali devono
avere il primo requisito della semplicità da essere inteso da tutti.
detto articolo per renderlo a me breve e facile lo sintetizzai nel unito quì fascicolo. Perdoni se non posso trascriverlo in bella copia, ma lei Padre già conosce il mio carattere.
la mia povera testolina lo calcola breve, molto intellegibile anche al popolino e quindi fruttuoso. Mi perdoni, lo legga e mi dica il suo giudizio. Sono dispiacente di questo metodo di tanti sacerdoti buoni ma moderni e che non si
rendono alla portata di tutti.
Quanti e quanti libri, articoli e su su... che danno poco frutto perché
godo[no] solo i battimani dei canonici dei teologi e letterati mentre noi dobbiamo sempre usare la semplicità degli apostoli e quando ci intenderà il popolino
potremo dire di aver fatto del bene alla nostra santa Chiesa cattolica e romana.
il suo chiaccherone il suo povero ministro
P. Filippo berdellini d.o.
all. scritto: «S. FiliPPo neri e la SCUola aSCetiCa»
Che bella cosa che anche i preti secolari sapessero vivere in comunità pur
non essendo religiosi! imitiamo i Filippini ci vuole anche questo spirito. Omnis
spiritus laudet Dominum adattiamoci ai vari caratteri. in vari modi dio parlò ai
suoi santi.
S. benedetto non è S. Francesco. S. ignazio non è S. Filippo e S. Cottolengo non è S. Giovanni bosco. Ci vuole anche questo tipo di vita di comunità
ben diverso dalle altre.
S. Filippo neri si distinse in quattro cose i° in una singolare carità verso il
suo prossimo ii° nel mortificare più lo spirito che il corpo iii° nel servite Dominum in laetitia; iv° avere una vera semplicità evangelica.
ora tutti i sacerdoti vecchi possono esercitarsi in queste quattro cose massime se conducono vita comune, pur non facendo voti.
i° Carità in opposizione al moderno egoismo, carità la quale si fà voler bene
da tutti.
272
ii° Quella mortificazione che vuole Gesù e che stà in una vita di continua
abnegazione del proprio io e che ci sviluppa la fondamentale virtù dell’umiltà,
non mantenendo la propria stima.
iii° S. Paolo vuole che amiamo il Signore in una continua e santa letizia
perché dio è sempre con noi e quando il morale si trova elevato si farà bene
ogni cosa.
iv° la bella virtù della semplicità più facile a dirsi che a praticarsi. Semplicità evangelica, quel farsi bambini per assicurarsi il Paradiso ed avere il mondo
sotto ai piedi e non imitare le parole dei mondani. S. Filippo era bambino anche davanti ai cardinali ed al stesso Pontefice. dice in merito il Capecelatro:
i° l’ascetica di S. Filippo è molto cara anche oggi sibbene essa sorse nel
Medio evo, anzi a dire il vero noi oggi abbiamo un po’ deviato e ci conviene
tornare alla fonte del Santo senza essere per questo dei retrogradi.
ii° lo spirito del Santo non è sorto nei chiostri e nei deserti ma nel cuore di
roma, è sorto da un Santo che seppe adattarsi ai vari stati di persone che vogliono però essere buoni cristiani pur vivendo nel mondo ed essi vogliono perfezionarsi.
il P. Faber poi ci dice: Come S. Francesco d’assisi sollevò i costumi dei
suoi tempi presentando un nuovo cavalierato, nuove poesie e romanzi (laudi),
così S. Filippo neri sollevò i costumi dei suoi tempi ed in roma si mostrava
quale un gentiluomo, urbano, scherzevole e che si interessava dei suoi tempi e
si presentava con spirito vivace e arguto, viveva povero senza usare capanne
francescane e mostrando anche una certa cultura, sicché tutta roma dal povero
al pontefice si godeva parlare con Filippo.
dava vocazioni a tutti i conventi. esortò il baronio a formare i preziosi annali per combattere gli eretici.
intorno al Santo c’era un vero incantesimo, vi aleggiava lo Spirito S. e roma era da lui magnetizzata e la sua impronta rimase anche dopo la sua morte e
fu il secondo apostolo di roma ben governando spiritualmente il centro del
cristianesimo.
il Santo ci teneva ancora allo studio della storia la quale è sempre stata la
maestra della vita. Presentava le varie vite dei santi i quali sono tanti dettagli
della vita di G. C. e che fanno vedere come in ogni stato possiamo farci santi.
al Santo piacevano poco tanta dogmatica e tante filosofiche controversie e
volle salire alla semplicità evangelica, alle parabole e agli esempi dei santi per
far ben capire la nostra religione come lo facevano gli apostoli con il loro stile
273
piano ed imitando la semplicità di Gesù, docens quotidie in templo e tali erano
i sermoni quotidiani fatti dai Filippini chiamati Padri dell’oratorio da oratio =
sermone cioè Padri dei sermoni quotidiani fatti con tutta semplicità.
Gli oratori del suo tempo eccitavano timore, mentre i sermoni del Santo eccitavano l’amore e la schiettezza, e in questo modo Filippo voleva illuminare
l’umanità.
il Santo esortava alla frequenza dei Sacramenti ed anche in ciò diede un
metodo nuovo. anche lui diceva spesso: lasciate che i fanciulli vengano a me,
però non era solo per i piccoli ma anche per i grandi e si può dire che prima di
essere ordinato sacerdote fu l’esemplare degli uomini cattolici. Pensava per
tutti, fanciulli, fanciulle. Uomini e donne, sapienti ed ignoranti. voleva perfezionare tutte le classi e spesso diceva: restate a casa vostra, restate come siete,
pensate alle cose vostre, fatevi una famiglia. la sua morale era mite e facile.
Fu valente direttore spirituale. non voleva eccessi di preghiere vocali. Ci
teneva molto alla meditazione ed all’uso delle giaculatorie. non esigeva mortificazioni alla stregua degli antichi. Più di tutto mortificava la razionale. Un vestire non ricercato, ma però secondo il proprio stato. Perseveranza, questa era
la sua parola d’ordine, poco, ma perseverare e così si principia e si arriva alla
santità.
nei suoi figli suscitava un entusiastico amore a dio e al Santo Spirito che
dirigeva il Santo in tutti i momenti della sua vita. dice don luigi bordet che
Filippo aveva una maniera persuasiva frutto dello Spirito Santo e non dominava ma amalgamava; aveva una vera dimestichezza di spirito. Singolare poi fu
nell’umiltà.
o Signore, la piaga del vostro costato è grande ma se non mi aiutate la farò
più grande o Signore, non ti dico più di voler mutar vita poiché lo prometto e
poi non lo fò - o Signore, se tu non mi aiuti - sono buono solo a far del male.
beati voi o giovani che potete far del bene... e già lo avete fatto più di me, e
non mi basta l’animo di vivere così. il Santo detestava quella scienza ghiacciata che sà solo inebriare le menti e favorire l’orgoglio e formare tanti poveri uomini ideologici e non pratici: Guai se adoriamo il nostro io. la scienza sta tutta
in tre dita cioè nell’umiliare la razionale.
non vi sia una ascetica che abbia da attirare gli sguardi e le ammirazioni.
non facciamo eccessi di tante belle paroline, se mai distinguiamoci nella pa-
274
zienza, nelle umiliazioni fatte con vera semplicità, nella mansuetudine e nella
carità poiché tutte queste cose sono buone per se stesse e non sono pericolose
così diceva il Santo.
voleva santificare i singoli uomini pur stando nello stato in cui si trovano.
Sunto di G.a., articolo tolto dall’osservatore romano del 4 ottobre 1948
196
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 15-10-1948203
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
Sà ben che fin dal 1936, tengo i due orfani [...204] questo fà la viii° latina,
mentre battista dice che vuole sposarsi e quindi bisogna si trovi un impiego.
Mi era utilissimo perché faceva il Soffer, il Contadino, il falegname, il muratore ecc. buono, laborioso ma tutti per la loro strada.
amato Padre, se forse presso il lanificio tiberghien a S. Michele fosse possibile trovare un impiego! È un povero giovane che deve incominciare la vita
pubblica e desidero abbia un buon impiego poiché lo merita.
Mi raccomando alle sue preghiere.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
203
204
a. - PCn doc. 392.
omessi nominativi per ragioni di privacy.
275
197
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 22-11-1948205
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
veda di fare quanto può per accontentare il nostro buon Cappellano del Sanatorio. Sono due casi pietosi. lo sò che ce ne sono ogni giorno. Senta in Domino...
riguardo all’ultima sua cartolina circa l’articolo sull’osservatore romano
mi rispose: i frutti sono secondo la pianta - ma anche le piante possono essere
corrette e con la calma o innesto dare frutti migliori. È vero che lo stile è l’uomo, ma è vero ancora che l’uomo quanto più si rende intelleggibile a tutti meglio è perché ciò che intende l’ignorante può essere inteso anche dai sapienti.
vediamo lo stile piano dei evangelisti per essere intesi da tutti.
Sono stato un’ardito nel unire quel manoscritto? Mi perdoni, erba del mio orto.
d’altra parte bisogna scrivere per essere intesi o per essere corretti, poiché
con niente, si fà niente.
Circa il manoscritto «vi sono tanti esseri...» l’ho mandato a vicenza dal P.
Meggiolaro ma stà male, è ancora a letto e si dispensò. Sicché decisi di mandarlo da Mons. Manzini, vedremo poi il Censore Mons. Grazioli cosa dirà, poiché mi pare un uomo...
dio vede e provvede... se mai andremo a Milano dal Card. Schuster che mi
conosce o da Mons. oliati.
Mi faranno fare la via Crucis... è sempre buona - fiat.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
nella S. Messa, la Madonna penserà tutto per lei poiché se non ci fosse stato don Giovanni ora non avrei potuto celebrare tante Messe.
Deo gratias et Mariae
205
a. - PCn doc. 393.
276
198
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 24/12/1948206
i.M.i. Ph.
amatissimo mio Padre,
dopo tanti e continui benefici ricevuti nell’anima e nel corpo, ora che sono
ancora vivo per le sue preghiere e per i suoi pianti cosa devo dirle?
Che il divino infante abbia molto (illeggibile) consolare col soddisfarlo nei
suoi santi desideri. Povero il mio Padre!...
Quante croci porta sulle sue spalle!... Sarebbe caduto in terra se non ci fosse
qualche iniezione divina. Coraggio! breve è il patire e poi eterno il godere. la
vita di Gesù durò 33 anni...
eppure anche in quei 33 anni vi furono dei giorni belli.
il più bello di tutto è sapere di fare il divino beneplacito del Padre suo. Padre! quante volte lei dice: non mea sed tua voluntas fiat! È tanto il bene che io
mi aspetto che ogni pena mi è diletto.
lo lascio nei SS. Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
206
a. - PCn doc. 394.
277
199
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 3-1-1949207
J.M.J. Ph.
amatissimo don Giovanni
Mille grazie della pagella, tessera, foglio, immagini e medaglie dati al singolo membro dell’apostolato degli infermi. Quanto sono io miserabile, avevo bisogno di una lunga malattia per capire un po’ tutta la importanza dell’apostolato degli infermi. Se in tutte le cose l’unione fà la forza, quà nell’unione degli infermi la forza prende un valore speciale poiché se gli infermi con vero spirito di
apostolato essi possono ripetere le parole di S. Paolo Con Cristo sono confitto
in Croce... ora noi infermi in un certo senso siamo crocifissi; noi possiamo dire
di essere anche corporalmente confitti in croce con Gesù in Gesù per Gesù.
e qui mi permetto una osservazione, nella tessera speditami vi sono tante
parole in formato grande invece quelle più importanti «Con Cristo sono confitto in Croce» hanno un formato così piccolo che un ammalato che vede poco
non è capace di leggerle. oh! le faccia mettere con caratteri cubitali!...
Così dentro vi è una lunga preghiera che gli ammalati appunto perché ammalati non sempre hanno la forza e la disposizione di leggerla tutta è vero che
non è obbligatoria ma...
don leone stà per dattilografarmi un opuscoletto sulle S.S. Piaghe e sui
stigmatizzati. non occorrono visibili stigmate ma in un certo senso qualunque
dolore che soffre l’umanità è una specie di stigmatizzazione ed ogni ammalato
può dire: «Christo confixum sum Cruci...».
P. Matteo Clever prima di iniziare una missione in qualche paese, prima visitava tutti gli ammalati del luogo e si raccomandava alle loro preghiere e di
accettare dal Padre Celeste tutte le loro sofferenze, di sopportarle con Gesù in
Gesù e per Gesù come anche per tutti i giusti, i peccatori ed offrire tutto perché
sia glorificato il santo nome di dio, sia dilatato il santo regno di dio e da tutti
sia fatta la santa volontà di dio.
207
a. - PCn doc. 395.
278
Padre, oggi non si tratta di fare la missione in un piccolo paese, oggi tutto il
mondo è sconvolto, ci vuole una seconda epifania una seconda manifestazione
affinché tutti e i regnanti e le famiglie naturali e religiose si scuotino e per ottenere questa grande grazia divina bisogna che tutti gli infermi si uniscano, bisogna che tutti quelli che più o meno si trovano crocifissi, si uniscano col divino
Crocifisso per ottenere la grazia dal Padre celeste datore di ogni bene ottenerla
con la intercessione del Cuore immacolato di Maria.
Padre! sono più di due anni che il nostro istituto ogni giorno recita la seguente preghiera (veda pagellina) tutto perché dio si manifesti una seconda
volta. oggi il mondo è così ignorante che direi quasi è più ignorante dei pagani
perché almeno quelli avevano un freno nella credenza alle loro false divinità,
oggi c’è un ateismo, manca tutto. osano dire che tutte le religioni sono vere e
invece oggi non esistono religioni ma solo materia.
Preghi tanto per me.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
200
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 3-1-1949208
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
avrei da pregarla di una grande carità, se è possibile.
ho con me un vero angioletto di fratello che le dico il vero, è la mia consolazione per la sua obbedienza e pietà e non vorrei che fosse fatto militare. [...209]
Mille ringraziamenti
dev. P. Filippo bardellini d.o.
208
209
a. - PCn doc. 396.
omesso nominativo per ragioni di privacy.
279
201
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 9-1-1949210
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
non poteva darmi un libretto più prezioso «la parola del Padre». ho quasi
finito la lettura ma poi voglio meditarlo. Ci sono tante sublimi verità, il bello è
la pratica.
Grazie tante della sua lettera. lessi e rilessi ma molte parole non le rilevo.
Cosa Gesù vada rapidamente maturando... Satana freme... come stà? Poi
l’aggiunta mi è tutta illeggibile...
Che peccato scrivere per non essere letti!...
Se le singole lettere ci fossero tutte ed unite parola per parola... se i puntini
fossero sopra l’i e nò lontani allora ci orienteremmo meglio... fiat.
Grazie lo stesso perché qualche cosa resta.
Quanto abbisogna si faccia dare dalla Madonna cui tutto ho affidato.
dev.mo P. Filippo bardellini d.o.
210
a. - PCn doc. 397.
280
202
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 23-1-1949211
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
visto che per la mia malattia non potevo fare i soliti discorsetti alle sorelle
di verona, decisi di farmi vivo con lettere dattilografate, sarà la quarta o quinta.
Ultimamente non sapevo capire come non mi venisse l’ispirazione di scrivere sebbene fosse l’epifania e la Sacra Famiglia intanto lessi e meditai il suo
caro libro « la parola del Padre».
Faciendo applicazioni proprie per il mio istituto.
le mando una copia. Sono forse un sfacciato?... Poi non sentii suo giudizio
sulla preghiera Perché dio si manifesti una seconda volta...
Così non ebbi risposta circa il mio fratellino [...212], per l’esenzione militare.
Mi compatisca sempre e poi ancora.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
Mi dica suo parere anche sulla corona angelica
211
212
a. - PCn doc. 398.
omesso nominativo per ragioni di privacy.
281
203
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 28-1-1949213
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
la signora [...214] venne da me addoloratissima perché il suo marito è ancora
quello. il Curato dice: o che ha perduto la testa od è ossesso dal diavolo; il
peggio dà cattivo esempio in casa agli stessi figlioli che si rattristano. Scaccia
via il prete, non vuole neppure che venga a benedire la stalla nel giorno di S.
antonio abate.
Continua a mormorare, tante volte non lascia andare in Chiesa la sua moglie la quale è tanto di pietà, e fra le altre donne del luogo si distingue per la
sua fede e pietà, le zitelle vengono da lei per parlare di dio come fosse una zitella anch’essa.
ella soffre e piange tanto, un giorno andò in mezzo alla campagna, per non
essere sentita e sfogarsi col pianto e gridare forte. Poveretta... ha una gran croce e domanda o Padre la sua santa benedizione e che le dicesse se è pazzo o ossesso o solo cattiveria, ed è pronta a fare quanto le dicesse. aspetta una risposta che la diriga a me ed io la recapiterò alla povera desolata, è vero che le anime grondano sangue...
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
213
214
a. - PCn doc. 399.
omesso nominativo per ragioni di privacy.
282
204
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 20-2-1949215
J.M.J. Ph.
viva Gesù nazareno re del Mondo quod scripsi scripsi.
o Cuore di Gesù ricordatevi di noi che confidiamo in voi.
amatissimo Padre,
È molto tempo che non ci vediamo, fiat...
le mando una seconda mia riflessione sopra il suo aureo libro «la parola
del Padre». la resi applicabile al mio istituto.
Sono un originale. lessi più volte le preghiere fatte stampare nella pagella
per gli ammalati, perdoni della mia bambinaggine le mando una copia della
modificazione. ne faccia come vuole.
il famoso libretto «vi sono tanti esseri fuori di noi...» finalmente è in corso
di stampa. il demonio ci mise i corni, le unghie e anche la coda... stiamo a vedere se sorge qualche altro intoppo. Con tutte queste peripezie meglio vediamo
la mano di dio.
oh! la divina Provvidenza? oh! quanto è bello l’abbandono in dio! oh! se
il mondo ben conoscesse questo gran Padre che abbiamo in cielo!... non ci sarebbero tutte queste miserie.
Coraggio... andiamo avanti senza spavento che il firmamento ci aiuterà.
lo lascio nei Sacratissimi Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
215
a. - PCn doc. 400.
283
205
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
27-2-1949216
Una fittissima pioggia di celesti benedizioni in questo giorno per te tanto
caro, che ricorda la tua Sacra ordinazione sacerdotale, unito alla tua santa
mamma che dal cielo sempre ti guarda, prego più del solito.
Prega per me.
in C. J. Sac. J. Calabria
206
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 13-3-1949217
J.M.J. Ph.
Mater mea spes mea ite ad Joseph
amatissimo Padre
Questa mattina l’eterno Padre mi fece capire l’immensità del suo amore...
È vero quello che dice S. Giovanni «se qualcuno osasse dire di non aver peccati è un mentitore». Siamo un abisso di miserie ma dio è un abisso più grande
di misericordia e quando vede in noi il cieco abbandono al suo amore allora
chiude gli occhi a tante nostre miserie ciò che non sà fare l’occhio umano.
216
217
a. - PSdP doc. 10417.
a. - PCn doc. 401.
284
noi vorressimo [vorremmo] vedere gli uomini tutti perfetti, ed invece non
lo siamo, magari vi sono tante miserie appariscenti che danno nell’occhio onde
vediamo che i Santi mormorano dei Santi, invece quanto è misericordioso il
Padre nostro che è nei cieli! e se ci vede ciecamente abbandonati alla sua misericordia,alla sua divina Provvidenza... oh! allora, quanto è buono, come chiude
gli occhi a tante e tante nostre miserie più di quello che fà una buona mamma
con i suoi figliolini!...
Quanto è buono il nostro gran Padre celeste, il cieco mondo non lo conosce... Se si facesse anche poco per il nostro buon dio, oh! quanto largamente
egli ci retribuirebbe!
Se il mondo con amore santificasse il giorno della domenica quante benedizioni pioverebbero!...
amato Padre preghi per me che io prego per lei.
il suo povero Ministro
P. Filippo bardellini d.o.
207
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 3-4-1949218
J.M.J. Ph.
amato Padre,
leggendo il settimanale ultimo dell’ora dell’azione si dice che l’unico
mezzo per far bene alle anime è il cinema... È molto tempo che questo cinema
mi urta poiché fosse anche castigatissimo ci sono sempre due grandi inconvenienti i° la gioventù che viene a casa ad ore tarde e ii° le tenebre che danno
218
a. - PCn doc. 402.
285
occasione di tanti peccati. noi cattolici abbiamo dei mezzi molto più efficaci
ma purtroppo io per primo non so ben usarli.
- Preghi per me perché il buon dio abbia misericordia dei miei peccati e cominci almeno ora a far giudizio. Et dixi nunc coepi. Posso mandare lo scritto al
direttore Sciascia per mezzo di don leone? Poi mi capitò una delle mie. Sà bene il gran disastro che ho avuto a volargne - ma quella lapide colla scritta
aspetto - ma la Madonnina sulla strada rimasta immobile sebbene tutto allora
fu rovesciato ogni cosa. tutto mi dice che fu uno sforzo speciale di Satana ma
che deve rimangiarselo. il disastro di volargne non è come tanti altri disastri, le
vittime di volargne non sono come tante altre vittime.
vennero poi tante altre cose che mi confermano. Quando il i° aprile nella S.
Messa lessi il miracolo della resurrezione di lazzaro (da tempo già meditato)
decisi e feci scrivere sopra un foglio a caratteri grandi «Infirmitas haec non est
ad mortem sed pro gloria Dei, ut per eam glorificetur Filius Dei» (e poi aggiunsi) Mater Dei et Joseph, quindi mandai una sorella a volargne per incollarlo sopra i ruderi del grande caseggiato di Casale.
i segni sono per gli infedeli ma oggi il popolo ha così dimenticato il vangelo e la religione che per orientarsi ha bisogno di segni divini poiché oggi il Padre nostro che è nei cieli è il grande dimenticato. anche tanti cristiani recitano
il Pater e non lo meditano.
Confesso che io stesso ebbi bisogno di tutte queste bastonate ed in ultimo
12 mesi di letto per un pò capire tutta la bellezza delle tre preghiere 1 Pater 2
ave 3 Gloria. oh! quanto devo ringraziare la Madonna di tutto quello che fece
e continua a fare a questo povero peccatore!
Domina a a a... nescio loqui quia puer et peccator sum ego.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
286
208
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 7-4-1949219
J.M.J. Ph.
Mater mea spes mea ite ad Joseph.
amatissimo Padre
vi fu un’anima buona che mi regalò 200 pagelline del S.S. volto. Quelle
buone suore Carmelitane mi avevano pregato di mandarne ed allora non ne
avevo. ora che le ho mi manca l’indirizzo perché lo ha lei... Si ricorda quelle
due lettere che le consegnai e furono deposte ai piedi del Crocifisso?... veda
lei... se crede, domenica prossima me le fa avere per mezzo di don leone.
Padre, preghi tanto per me... sono piccino piccino. la carne è molto inferma
e lo spirito è piccino piccino.
oh! quanto bene portano le malattie... quanta luce... tutto è niente.
Quando sarà quel giorno che sul serio riuscirò a morire a me stesso?...
e pensare che il Signore non ne può più dal desiderio di avere degli strumenti... massime ai tempi presenti... Quanto male fà la mia maledetta superbia!...
oh! che fatica a far morire del tutto il mio io perché regni solo dio!...
Domine noverim me noverim te ut amem te et contemnem me.
lo lascio nei Sacratissimi cuori di Gesù Maria Giuseppe.
Suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
219
a. - PCn doc. 403.
287
209
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 10-4-1949220
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
il sottoscritto con tutte le sorelle fratelli bambini bambine le facciamo i più
sinceri auguri Pasquali. Stando sempre uniti nella preghiera.
le mando dieci copie del volumetto «la bomba atomica e la Potenza di
dio». Così può dispensarle a chi crede.
Per la maggior gloria di dio se crede opportuno si faccia un accenno sull’amico dei Fanciulli, veda lei.
Stò benino, una mezza savata, fiat. Che il Signore mi tenga la mano in testa.
Se desiderasse regalare degli altri volumetti basta che lo dica. Sempre uniti
sull’altare.
il suo povero Ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
220
a. - PCn doc. 404.
288
210
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
8-5-1949221
amatissimo Padre,
vivamente la ringrazio di quanto mi scrisse, era molto tempo che desideravo un suo scritto. Preghiamo e pregheremo sempre per lei e per la sua opera.
le vie del Signore sono imperscrutabili. tutti gli uragani di volargne e di Ponton sono tutti disposti a nostro maggior bene. Unte e punte.
Preghi per due anime dell’istituto. il diavolo è grande e vuole abbindolarci.
et ne nos inducas in tentationem sed libera nos a malo.
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
211
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 22-5-1949222
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
le mando la solita lettera che dirigo ai miei fratelli e sorelle - l’ape ha attinto dai suoi scritti.
221
222
a. - PCn doc. 405.
a. - PCn doc. 406.
289
Poi vede questo foglio «la bomba atomica...» Siccome i poveri preti hanno poco tempo di leggere perciò decisi fare un modulo di recensione sul giornale o periodico o bollettino o sull’amico dei fanciulli.
Facciano quello che credono, correggano o lacerino come vogliono. di notte sentii questa ispirazione e subito la scrissi ad maiorem Dei gloriam.
Grazie di quanto fà per questo povero peccatore.
do l’incarico alla Madonna che le dia quanto desidera.
il suo povero Ministro
P. Filippo bardellini d.o.
212
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 23-5-1949223
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
È da molto tempo che prego la divina Provvidenza di darmi un fratello per
la casa. ora c’è quì questo giovane, [...224], il quale mi espose quanto le capitò
passando per volargne, senta dirsi dal giovane stesso.
Che sia un messo della Madonna e di San Giuseppe?...
non mi fido e desidero sentire la sua parola in scritto.
Mi segno il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
223
224
a. - PCn doc. 407.
omesso nominativo per ragioni di privacy.
290
213
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 25-5-1949225
amatissimo Padre,
Un Padre, un fratello, una mamma non dice tanto quanto lei coi suoi scritti.
Mi vuole troppo bene, che farò poi in cielo per contraccambiarla?
Quì in terra sono buono a nulla, non sò soffrire, non sò pregare, non sò ricordare...
l’unico mio conforto è che da tempo tutte le SS. Messe sono applicate in
mano della Madonna come un bambino dà il suo in mano della mamma perché
essa distribuisca per tutti sapendo che il S. Sacrificio ha un valore infinito.
domina a a a... nescio loqui quia puer et peccator sum ego, loquere pro me.
in vece mia parla tu a Gesù, al Padre al Figlio allo Spirito Santo per don Giovanni.
Suo indegno ministro
P. Filippo bardellini d. o.
225
a. - PCn doc. 408.
291
214
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 19-6-1949226
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
Quanto è buono con questo povero peccatore, si ricorda sempre di me e la
Madonna si ricorderà sempre di lei. Quanto è stato buono il Signore nell’unirci in un modo così speciale Uniti per la terra e per il cielo.
Mi dà la bella notizia che spera di vedermi presto e che mi dirà tutto. Che lo
Spirito Santo mi aiuti ut videam et agam.
È poco il sapere, la parte principale è fare in tutto la divina volontà. Mi raccomando tanto a lei. Sono il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
nb. Quella povera sposa ha il marito che odia i preti e non fa battezzare il
figlio.
226
a. - PCn doc. 409.
292
215
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 23-6-1949227
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
il suo Santo è un gran Santo il più grande tra i figli nati da una semplice
donna. È un pò di tempo che le dico ogni giorno un Pater ave Gloria per la
virtù della purezza poiché lui fu martire per questo zelo.
Come sempre e massime domani la Madonna penserà essa a largire pensando quanto bene ha fatto don Giovanni alla povera mia anima. la sua cara venuta sarà sempre graditissima.
Mi dirà in domino quanto il Signore le dirà.
Siamo qui solo per la maggior gloria di dio ed il maggior bene delle anime.
in questa attesa del Corpus domini leggendo l’Ufficio mi sentii ispirato a fare
uno studio sui libri dei re.
Padre mio, Padre mio, quanti malanni porta la superbia e l’attacco alle cose
della terra.
oh! se avessi la umiltà ed il distacco che aveva S. Giovanni battista! Fu
gran santo proprio per la sua profonda umiltà e la sua morte al mondo e tutto
per iddio.
ho 71 anni e per il Signore feci nulla anzi feci tanti malanni.
in questo mio ritiro a Ponton quante cose vedo che prima non vedevo! Padre aiutiamoci per ben capire i disegni di dio.
il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
227
a. - PCn doc. 410.
293
216
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 24-7-1949228
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
Mi trovo in un momento difficile. il mio [...229] ha finito il liceo. ora mi è
un giovane? ha molti chiari-scuri.
la divina Provvidenza dispose che non perdesse un anno e proseguendo gli
studi dai frati a S. bernardino ha potuto finire gli studi.
il vescovo non lo volle in seminario e lo fece uscire dai Filippini. Pensavo
mandarlo a vicenza dai Filippini dove il Preposito P. isacco è professore di
teologia e ben visto dal vescovo.
Pensavo farle fare un anno di noviziato in casa o da lei a roncà. Pensavo
tenerlo sospeso per un anno e vedere se si adatta agli uffici umili. la guerra lo
fece molto nervoso, tutti siamo figli di adamo.
Cosa fare? ho bisogno di tanta luce divina.
Sono il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
228
229
a. - PCn doc. 411.
omesso nominativo per ragioni di privacy.
294
217
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 26-7-1949230
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
Mi pare che la bomba atomica sia un babao per i giornalisti perché si vede
che non ci pensano [a] porre la recensione nel loro periodico. ne feci una più
breve levando certi periodi giusti ma che non piacciono. veda se lei può trovare un qualche periodico che sia disposto a pubblicare la inclusa recensione.
Siamo come al tempo del diluvio, certe cose non si capiscono, bisogna che
prima vengano e poi si apre gli occhi. Quante parole si stampano! ho il giornale dell’ora dell’azione. le dico il vero che mi trovo un grande ignorante. non
ci capisco affatto niente, forse qualche parola quà e là e sì [che] si scrive per
farsi intendere da tutti.
Come le dissi ancora sono dietro a leggere il i° libro dei re. C’è da meditare tanto sulla divina Provvidenza, sulle miserie umane, come contro dio non
la si vince, come anche la fede degli uomini sale e scende.
Come gli stessi re unti da dio sono pigmei massime se la fanno di loro testa. e la grande ricchezza nostra di avere oggi il gran re Cristo Gesù. viva Gesù, re del mondo,
Quod scripsi scripsi. Ma non siamo intesi. il grande iddio è dimenticato...
P. Filippo bardellini d.o.
230
a. - PCn doc. 412.
295
218
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 28-8-1949231
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
È da tempo che lavoro per formare una preghiera a S. Michele ed ai nove
Cori degli angeli, poiché siamo in tali tempi che dobbiamo armarci dell’armatura di dio e con questi 9 Cori angelici poter superare i nove cori diabolici. Mi
pare che questa volta sia riuscita benino.
le mando anche la traduzione libera delle preci alla messa che faccio dire ai miei.
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
219
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 18-9-1949232
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
C’era a Ponton la sorella [...233] questa nel marzo ebbe una buona eredità
dallo zio don Giuseppe parroco di [...]. esecutore testamentario era Mons. al-
231
232
233
a. - PCn doc. 413.
a. - PCn doc. 414.
omesso nominativo per ragioni di privacy.
296
brigi. il mobilio fu portato a Ponton e dei denari la sorella non ne parla invece
essa sobillata dalla sorella [...234] di verona, penitente di don [...235], e che bazzica sempre a casa del Prof., essa fece tanto da persuadere la [...] di andare anche essa da don [...] e questa tanto fece che pro bono pacis io dovetti mandarla
stabile a verona perché possa ogni settimana confessarsi a verona ed anche essa frequenta la casa di don [...].
a me non piace che le suore bazzichino le case, sia pure di Santi Preti. e la
madre di verona è troppo buona.
Per il distacco non ne parlai all’[...] di denari che prosegua così ovvero che
scriva a Mons. albrigi per sapere se sì o no ha consegnato i denari alla sorella
[...]? il suo contegno non mi piace tanto.
Come devo diportarmi? tacere?
Suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
220
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
verona, 28-9-1949236
[biglietto]
la signorina Plank anna di bolzano, ottima signorina, se è possibile desidera ricevere la sua Santa benedizione.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini.
234
235
236
omesso nominativo per ragioni di privacy.
omesso nominativo per ragioni di privacy.
a. - PCn doc. 414/a.
297
221
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 7-10-1949237
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
oggi intesi dalle Sorelle che domani è il suo compleanno... Quanti anni passano... tutto passa e ci avvicina all’eternità...
offro a Gesù le mie piccole sofferenze perché lo ricolmi di mille benedizioni.
non ho mai inteso, ed ho 71 anni, non ho mai inteso come adesso quanto
sia efficace la preghiera unita alla sofferenza.
il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
222
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 7-10-1949238
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
Con grande piacere lessi oggi nel bollettino ecclesiastico di verona l’approvazione Pontificia del suo istituto. Sicché ora tutte le case dipendono dalla S. Sede. la prima pietra ora è stata cimentata molto bene perché dipende dalla S. Sede.
237
238
a. - PCn doc. 415.
a. - PCn doc. 416.
298
dopo lungo tempo di fucina ora è uscito questo capolavoro. i membri del
suo istituto devono ringraziare molto il Signore di questi lavori che escono dalla fucina del loro amatissimo Padre.
imparino anche essi a fare altrettanto e vivano in un santo timore. Fac sicut
exempla...
Quanti conventi derelitti perché i figli non imitarono il loro esemplare...
Quanti conventi Filippini derelitti...
amatissimo Padre avrei del vino bianco da Messa. Sarei disposto dare due
damigiane a lei, due al mio convento dei Filippini ed una damigiana alle Poverette. Prego di passare per l’istituto e Convento a prendere le damigiane vuote e portarle a Ponton e lasciarle vuote per portar via le piene e poi in altra ripresa avere del vino nero.
Perdoni di queste povere gocce.
Suo povero ministro
dev. P. Filippo bardellini d.o.
223
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 16-10-1949239
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
Stò facendo una seconda edizione unendo i due volumetti Marietta di banneux e «la grande Giuditta» in uno solo corretto e ampliato e con un nuovo
nome « Salvare anime». Feci anche questa aggiunta «anche la divina Pazienza
deve avere i suoi limiti».
239
a. - PCn doc. 417.
299
Mi pare che questo tema, ai nostri tempi, abbia una importanza speciale e
vorrei fare un foglietto volante, meglio col visto del vescovo... che le pare? Mi
dica in domino il suo parere.
e circa «il libro dei re e la divina Provvidenza», posso continuare? Grazie
delle preghiere che mi fa, lo so che mi ricorda sempre, io cerco fare altrettanto.
Suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
224
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 30-10-1949240
J.M.J. ave
amatissimo Padre
Santi scherzi della divina e Materna Provvidenza da tempo desideravo
avere notizie chiare su queste apparizioni di roma e non sapevo cosa fare. ora
capitò uno sconosciuto alla portineria dicendo che facessimo la carità di consegnare questo libro alla Superiora del Sanatorio.
il libro parlava dell’apparizione di Maria SS a tor Pignattara lo lessi e feci
venire da roma una copia mostrando il desiderio di sapere chi fosse Mariofilo.
Mi rispose l’autore enrico Contardi direttore del Settimanale italia Cristiana ed
esso mi mandò anche altri due libri su Maria SS. allora io riconoscente le mandai in omaggio la bomba atomica e la Potenza di dio e tosto quello riconoscente mi manda una altra copia più la storia delle apparizioni delle tre fontane. Sicché le mando una copia anche a lei.241
240
241
a. - PCn doc. n. 417/a.
allegato alla lettera vi è un fascicolo di trentadue pagine, che sulla copertina porta la dedica del
bardellini: «all’amato e rev. don Giovanni Calabria P. Filippo bardellini d.o.».
MarioFilo [e. Contardi], Le apparizioni della Madonna a Tor Pignattara (Roma), con
appendice su i «fenomeni» di Marta (Lago di Bolsena), roma, edizioni Corona, s. d..
300
la Madonna sul serio si è fatta apostola per condurre le anime a Gesù.
Questo grande risveglio massime con la peregrinatio Mariae consola molto,
periamo ci sia anche la perseveranza. davanti a questi spettacoli pubblici ed
universali i comunisti restano stuppiti, si credevano di essere in tanti e capiscono che sono un niente e trionfa Maria.
So che si ricorda sempre di me, tante grazie cerco di esserle anche io riconoscente.
viviamo nei SS. Cuori di Gesù Maria Giuseppe
225
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 1-11-1949242
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
ave Maria, permetta le esponga un certo qual mistero.
in luglio diedi a Mons. Manzini due manoscritti per il visto i° alle anime riparatrici ii° Mese di Marzo. dopo poco tempo Monsignore rimandò i manoscritti dicendo che ora Mons. Grazioli non ha tempo fino alla fine di ottobre.
Se voglio andare da Mons. zancanella.
io pensai a Favero di vicenza e le scrissi e quello mi rispose che c’è Mons.
artuso ed il Consigliere che sono disposti. Quindi ai primi di agosto spedii a
vicenza il plico raccomandato.
ebbene da allora in poi non potei avere nessuna notizia. Scrissi due volte e
circa dieci giorni fà mandai una raccomandata con risposta pagata, venne la risposta delle poste ma non venne nessun scritto dal Favero.
242
a. - PCn doc. 418.
301
Forse il demonio anche qui ci mette i corni poiché nel manoscritto si parla
anche del disastro di volargne.
non sono capace di ricevere un compenso per l’istituto di volargne. Parlai
col Genio e con la Finanza niente. Mi raccomandai ai senatori [...243], infine al
mio ing. [...244], silenzio dappertutto. Stò aspettando a vedere cosa succede.
Grande fu il disastro di volargne ma si differenzia da tanti altri disastri avvenuti in italia. È un caso unico. tutto fu atterrato ma rimase in piedi la statua
di marmo della Madonna dove ai piedi c’era una lapide con questa scritta: aspetto - fu una ispirazione?...
oh! Quel Crocifisso grondante Sangue, con le parole cubitali: la riparazione. Quelle due statue della Madonna, di S. Giuseppe!... davano tanto fastidio a
Satana... Quanti pellegrinaggi!... Quanti rosari!...
Un contadino dopo il disastro disse al suo compagno: «basta!» noi siamo
peccatori... ma quegli innocenti bambini deficienti... con tanti rosari che dicevano... essere così annientati!... Per crucem ad lucem.
noi a Ponton abbiamo passato giorni di terrore, nell’ultimo giorno fischiavano le granate a destra a sinistra e sopra il grandioso casamento e scoppiavano dopo cento metri.
noi eravamo coperti dal Manto dell’eterno Padre.
Che mi consiglia per questo silenzio di vicenza?...
Grazie mille dei due libri di a. rosmini. ora le mando questo manoscritto:
«Sei tu forse orfano». Penso mandarne al signor enrico Contardi, se crede porlo nell’italia Cristiana.
Perdoni di tutto.
Suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
243
244
omessi nominativi per ragioni di privacy.
omesso nominativo per ragioni di privacy.
302
226
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 6-11-1949245
J.M.J. Ph. ave Maria
amatissimo Padre,
Cosa pensa? Mi darebbe don leone per gli esercizi al mio istituto di Ponton?
Siccome che esso nella giornata ha da far scuola ecc. verrebbe a Ponton
verso sera e farebbe una predica cenerebbe e poi a dormire dal Parroco che ha
una stanza apposita per i sacerdoti poi alla mattina un’altra predica, S. Messa,
colazione e poi partenza per verona e poi di giorno farei io qualche cosa nella
mia cappellina privata. Mi dica di sì...
riguardo alla vita di S. Filippo n., come la và? Credo che don adami avrà
da portare tanta e poi tanta pazienza con tutte le mie sgrammaticature ed errori
di sintassi e di ortografia... Che misteri! Un asino di tal genere ha anche l’ardire di scrivere la vita di un Santo!... Sono un’ape ladra che porta via da tutti i
fiori e poi fa portare la pazienza ai miei buoni correttori.
dio li benedirà.
Sono in domino il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
245
a. - PCn doc. 419.
303
227
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
8-12-1949246
J.M.J Ph. ave Maria
amatissimo Padre
la nostra chiesetta di Ponton è strettissima, progettai di farne una più grande, ma iniziare i lavori così ammalato! e massime oggi che tutto è costosissimo! Che mi consiglia?
Certo nella vecchia non si può più stare, pensi che i bambini o ce ne stanno
7 in un piccolo panco di due metri, un po’ che crescano di statura non c’è più
altro. Pigiate sono anche le bambine e sorelle.
Che lasci fare a chi mi succederà perché stò benino ma sempre mi sento con
un passo nella tomba, forse dio permette così per mia umiliazione e distacco.
Fiat...
Come sai e vuoi fà di me o Signore poiché lo so che tu mi ami.
Mi raccomando tanto alle sue sante preghiere.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
246
a. - PCn doc. 419/a.
304
228
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
19-12-1949247
J.M.J. Ph. ave Maria
amatissimo Padre,
Permetta le faccia i miei più sentiti auguri natalizi. Gesù bambino riversi su di
lei e sopra tutte le Sue sante Case le più elette benedizioni spirituali e corporali.
auguro viva ancora cento anni. Santa teresina voleva presto morire per
spargere poi nel mondo una pioggia di rose, ma credo che questo ci sia sempre
tempo per farlo.
Chissà quanti secoli passeranno prima della fine del mondo ma intanto finché siamo vivi possiamo fare un bene speciale che dopo morti non si potrà fare.
il Signore ha bisogno di tanti apostoli visibili, perché la messe è molta e gli
operai sono pochi. Più volte ai poveri peccatori fà più una voce sonora che la
sola interna ispirazione. Comunemente dio salva le anime servendosi di apostoli visibili. dio poteva salvare il mondo da solo, parlando al cuore dei singoli
uomini. invece dio costuma, la maggior parte delle volte, parlare agli uomini
per mezzo dei visibili suoi apostoli e poi un’anima di dio anche quando vive
in questa terra può far discendere dal cielo una pioggia di rose.
Condividendo, disposti a morire quando dio vuole ma anche contenti che
con la grazia di dio si può fare un maggior apostolato finché siamo in terra
perché quì unito a noi c’è dio ed anche il povero strumento del nostro corpo, e
con questa unione di spiriti e di corpi si potrà fare meglio con l’uomo che è un
composto di anima e di corpo.
Meditando il mio passato, a tanto tempo perso inutilmente, pregai proprio
S. teresina perché il Signore mi concedesse ancora 25 anni di vita sperando
con questo tempo, con la grazia di dio, rimediare a tanti miei malanni.
amatissimo Padre perdoni di questa mia chiaccherata e sono il suo povero
ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
247
a. - PCn doc. 420.
305
229
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 2-1-1950248
J.M.J. Ph. ave Maria
amatissimo Padre,
in questo bel giorno della Purificazione di Maria SS. le mando il mio povero saluto.
la pace di dio e di Maria SS. scenda su di lei e su tutti i suoi cari figli.
Sono confuso della umiltà di Maria SS. in questo mistero della Purificazione. la legge era per le altre donne ma non per lei. immacolata purissima.
vedila confusa tra le donne impure!...
oh profonda umiltà, oh grande nascondimento e così si iniziava la grande
opera della redenzione...
Mi ricordi sempre come io sempre lo ricordo. Suo indegno ministro
P. Filippo bardellini d.o.
nb. veda mia circolare, attinsi dal suo libro.
248
a. - PCn doc. 421.
306
230
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 12-2-1950249
amatissimo Padre
la pace di dio sia in mezzo a dio [noi?].
la metto al corrente di quanto avvenne in poco tempo. Qui uniti vede due
fogli, uno in data 24 gennaio diretto al sindaco di S. ambrogio l’altro in data
12 febbraio diretto a Mons. vicario, Pietro albrigi.
Certo lei mi dirà ora di non parlar più contro la campagna antigrandine. Solo le faccio noti i miei pensieri esposti al sindaco ed a Mons. vicario che è tanto buono e ne ho tanta confidenza.
Padre, preghi tanto lo Spirito S., per questo povero prete. È da anni ed anni
che domando luce e calore divino, qualche cosa ne venne ma mi fà patire perché il mondo non mi intende.
dio è il grande dimenticato e dire che senza di lui si farà nulla.
Preghiamo a vicenda.
il suo povero Ministro
P. Filippo bardellini
all.ti n. 2
249
a. - PCn doc. 421/a.
307
231
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 6-3-1950250
J.M.J. Ph. ave Maria
amatissimo Padre
le mando la solita circolare giusto perché veda l’andamento della casa.
Credo che per posta abbia ricevuto il libretto «alle anime riparatrici». Se
desidera parecchie copie basta che parli.
le S.S. Piaghe di Gesù risaneranno le odierne piaghe di tutto il mondo. Ci
siamo fermati alla Piaga del S. Costato ed abbiamo trascurato il resto. bisogna
meditare tutte le S.S. Piaghe di Gesù per ben immedesimarci del suo immenso
amore per noi.
oggi fu trascurata la devozione a Gesù Crocifisso. la divina Provvidenza
ci diede questi ultimi cinque stigmatizzati per scuoterci in questo grande mistero.
Senza le sue S.S. Piaghe Gesù non avrebbe sparso per noi tutto quel Sangue
divino.
Quanti vi sono che non intendono tale devozione, anche dove non si crederebbe!...
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
250
a. - PCn doc. 422.
308
232
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
9-3-1950251
[Scritta su busta rovesciata!]
amatissimo Padre,
la grazia del Signore sia in mezzo a noi. Grazie della sua cartolina.
Sono parecchi giorni che la ricordo in modo singolarissimo. vedo del temporale, spero che sia illusione, tante volte passano senza un grano di tempesta.
le S.S. Piaghe di Gesù abbiano da riparare ad ogni cosa. Sto leggendo la
vita della ven. Maria Marta Chambon. i doni vengono e passano, beati quelli
che nel tempo opportuno ne fanno tesoro. alii sic alii sic. i preconcetti ci fanno
tanto male.
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
251
a. - PCn doc. 422/a.
309
233
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 4-4-1950252
J.M.J. ave Maria
amatissimo Padre
Permetta che contraccambi i più sinceri auguri pasquali in modo speciale a
lei e poi al rev. don Pedrollo ed a tutti i suoi figli e al carissimo don leone.
la vita e la morte ci uniscono e proprio in questi giorni sono morti due nostri cari benefattori: don alfredo Friedgan e la sig.ra Fraccaroli. Certo chi fà
bene troverà bene ma intanto i poveri mortali perdono i propri cari e ci insegnano che tutto passa e di giorno in giorno prepariamoci per la eternità.
la lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
dev. P. Filippo bardellini
Suo povero ministro
252
a. - PCn doc. 423.
310
234
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 15-9-1950253
J.M.J. Ph. ave Maria
amatissimo Padre
oggi festa dell’addolorata l’ho ricordato in modo specialissimo.
ora capisco perché il caro P. natale fin dai primi anni, quando andavo da
lui mi diceva: o come stà Maria addolorata?...» e con queste parole voleva
dirmi: Come sta don Giovanni?...
Caro il mio don Giovanni, fin d’allora era veramente l’uomo del dolore.
Un giorno il Cardinale bacilieri disse scherzando a un parroco che era imbrogliato di debiti e aspettava Provvidenza... Caro mio, la Provvidenza è stata
ipotecata da don Giovanni... Si, fu ipotecata col dolore il quale ruba il cuore di
dio. lei manda su dolori e dio manda giù Provvidenza materiale e più di tutto
quella spirituale.
lei ora è così oppresso che mi scrisse per mezzo di don adami. il suo buon
cuore anche nel periodo del dolore tiene vicino questo indegno peccatore. oh!
che fortuna e che rendiconto aver trovato da tanti e tanti anni un amico così fedele e generoso che nel dolore ricorda i suoi amici!...
lei non si spiega, ma dubito che Chiappino lo faccia molto soffrire, ma sono croci permesse da dio come a Giobbe però non dabit Deus in aeternum
fluctuationem justo...
oh che cuccagna o che cuccagna... più si patisce più si guadagna.
È una cuccagna per tutti ma intanto, come spesso mi diceva: il cavallo che
stà sotto le stanghe è quello che soffre più degli altri.
Ma la gran barca va avanti...
253
a. - PCn doc. 424.
311
Coraggio, mio buon Padre, è molto tempo che non ci vediamo.
io ho il male della pietra... fabbrico... ci vogliono milioni ma dio è biliardario.
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
235
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 30-11-1950254
J.M.J. Ph. ave Maria
amatissimo Padre
tutte le cose hanno i loro limiti Non dabit in aeternum fluctuationem justo.
anche le anime Sante devono avere dei giorni di riposo. Suor Maria di Gesù
Crocifisso sofferse molto ma aveva anche dei momenti di respiro e diceva: la
bambina ora è in vacanza...
Certo lo ringraziamo di quanto soffre per tutti noi massima per me povero
peccatore...
oh quanto tempo è che non lo vedo... però lo ricordo sempre.
avrei da dirle tante cose ma non in iscritto, ma a voce.
o Santa vergine della rivelazione, rivelatevi e rivelateci, fattevi conoscere e
fatteci conoscere ut videamus et agamus...
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
254
a. - PCn doc. 425.
312
236
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 12-12-1950255
J.M.J. Ph. ave Maria
amatissimo Padre,
ora ben capisco di questo suo lungo silenzio.
la sua prova è molto acuta ma è prova di dio a bene delle anime... teresa
neuman nelle sue varie prove ebbe anche quella della cecità per quattro anni e
così acquistò un più perfetto distacco da tutto e da tutti un più perfetto abbandono in dio ed una maggior luce spirituale per la sua anima e per tante anime.
Mi congratulo con lei che si è reso degno di tanta grazia. Questa sua cecità
darà tanta luce a tutti i soggetti della sua casa. Con queste cose essi comprenderanno tante cose che ancora non compresero.
Per noi suoi poveri figli è ancora poca quella luce e calore che abbiamo ricevuto da dio. oh! Quanta cecità c’è anche in noi poveri religiosi!... e forse
perché siamo preti e nella casa di dio, ci crediamo di essere chi sà mai!...
nell’ultima mia lettera le dissi che avrei molte cose da dirle... aspettiamo il
giorno del Signore perché col scritto non si fa nulla.
Se può ascolti la mia povera sorella augusta, è molto provata e mi pare che
dio voglia condurla in una Santità non comune di perfetto abbandono in dio.
dica ai suoi figli che vengano con otto damigiane vuote e quì a Ponton e
spero che la divina Provvidenza farà qualche cosa...
io la ricordo sempre e non dubito che lei già fà molto per me. lascio tutta
la sua Santa Casa nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
255
a. - PCn doc. 425/a.
313
237
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 28-2-1951256
J.M.J. Ph. ave Jesu Maria
amatissimo don Giovanni
Grazie tante di tutte le sue sante benedizioni a me ed all’opera.
Con grande dispiacere sento il suo grave stato di prova. Perché è accetto al
Signore, si richiedeva anche questo a maggior gloria di dio ed a maggior bene
delle anime.
io miserabile lo ricordo sempre e lo affido alla Madonna affinché con le sue
mani materne temperi la prova presente.
i grandi patimenti preannunciano grandi cose a lei alla sua opera ed al
mondo tutto. Contemplando lei meditiamo la preziosità del patire e le misere
condizioni in cui si trovano le anime di questo mondo.
lascio lei e tutta l’opera nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe
dev. P. Filippo bardellini d.o.
256
a. - PCn doc. 426.
314
238
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 21-3-1951257
J.M.J. Ph. ave Jesu Maria
amatissimo Padre
Permetta le faccia i più sinceri auguri pasquali. Consolante è il natale ma
più consolante è la Pasqua «Gesù è risorto veramente» e quindi anche noi veramente risorgeremmo se ora con Gesù soffriamo. «Cum Christo compatimur et
cum Christo conglorificemus».
oggi Gesù ci mostra che è il Padrone della stessa morte. oh che consolazione avere un re che è padrone della stessa morte, poi quando salì glorioso in
cielo ci mostrò che è anche il Padrone del cielo.
oh! il gran dono della fede!
Padre. Coraggio in tutti questi suoi dolori, coraggio il suo Gesù è Padrone
della terra e del cielo, lasciò glorioso la terra per salire in cielo e prepararci una
gloria celeste ed eterna. Possiamo dire con S. Paolo vivo io non più io vive in
me Gesù Cristo, vive in me nel tempo e nella eternità.
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe
dev. P. Filippo bardellini d.o.
257
a. - PCn doc. 427.
315
239
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 23-6-1951258
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
Sento il bisogno di far la parte mia, sebbene non sappia che giro farà questa
mia lettera.
le cose si sono cambiate di molto nelle relazioni tra uomini ma spero che le
nostre intime relazioni con dio, queste si manterranno sempre uguali.
amatissimo Padre, buon onomastico; il grande suo Santo, il grande Precursore S. Giovanni lo riempia della luce e Calore dello Spirito S. lui ne era pieno
prima ancora di nascere e fu la Madonna che portò ad ebron sì prezioso dono.
essa è la nostra grande benefattrice, ma purtroppo oggi si mettono in dubbio tante sue apparizioni. C’è una grande confusione anche nel nostro campo
sacerdotale. Purtroppo anche gli apostoli peccarono di incredulità onde le ultime parole che a loro disse Gesù sul monte degli olivi prima di salire al cielo,
furono un severo rimprovero perché essi non credettero a quanto avevano riferito le pie donne (sic).
oggi non si crede né alle pie donne né ai peccatori convertiti, né ai semplici
bambini che neppure pensano a tali visioni...
l’incredulità è il grande peccato del giorno d’oggi.
la Madonna si moltiplica per visitare e benedire tutti come benedisse il
battista prima ancora di nascere. Ma elisabetta disse chiaro: benedetta tu o
Maria che hai creduto a quello che ti riferì l’angelo del Signore, mentre il sacerdote zaccaria non credette a quello che gli riferì l’angelo del Signore e così
fu punito con la sordità.
258
a. - PCn doc. 428.
316
Quanti sacerdoti, spiritualmente sordi, vi sono ai tempi presenti! essi vivono con questo principio: ammettere il soprannaturale meno che sia possibile e
tanti dopo di aver toccato e veduto come S. tommaso ancora non ci credono.
le cose vanno un po’ come vuole la Madonna ed un po’ come vogliamo noi
secondo che più o meno corrispondiamo a questi doni che ella ci largisce. vedi
il silenzio sacerdotale su Ghiaie di bonate e su Montichiari e se la Madonna di
Fatima e di banneux fosse apparsa a roma non avrebbe avuto quella buona accoglienza che ebbe dai vescovi di Fatima e di banneux.
oggi dappertutto si crede ci sia il diavolo. Una ossessa da 22 anni e dal nostro vescovo fatta visitare a S. Giacomo il prof. trabucchi disse che ci sono segni di ossessione. i frati Camaldolesi non riuscirono a liberarla.
venne a domegliara, don Francesco benedettini che dopo 4 ore di esorcismi la liberò ed ora è felice e ringrazia il buon dio.
ebbene se a Ghiaie di bonate è opera del diavolo perché il diavolo energicamente respingeva la indiavolata? allora il regno di satana sarebbe diviso così
se a Montichiari intervenne il diavolo e non la Madonna perché esso respingeva quella povera indiavolata? Si vede che a Montichiari era veramente apparsa
la Madonna. oh! che venga dappertutto ed in mille maniere a visitarci questa
cara Madonna come ha visitato il battista e l’à riempito di Spirito Santo.
oggi grande confusione e dappertutto c’è da dubitare ma io ripeterò le parole di S. elisabetta: beata tu, o Maria che hai creduto... e beati noi se con semplicità crederemo alle rivelazioni di sì gran Madre.
il suo indegno ministro
P. Filippo bardellini d.o.
317
240
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
28-6-1951259
J.M.J.
amato Padre,
lei, la sua opera, la porto sempre nella mente e nel cuore.
Gesù quanto, ma quanto poco è amato dai cristiani; bisogna ritornare al S.
vangelo, quanto siamo lontani!
Preghi per me, spero che la Provvidenza ci faccia incontrare.
in C. J. Sac. J. Calabria
241
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 15-11-1951260
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre
ora ricevo un pacco postale legato con un filo d’oro: in vita mia non ricevetti mai pacchi postali legati con filo d’oro. tosto lo apersi e veramente vi trovai due cose preziose la preziosa anima sacerdotale di don anacleto tibaldo
che entrava nella eterna e dorata Sion piena di meriti. Poi trovai il prezioso libro del vangelo che rende le anime preziose davanti a dio. Grazie mille.
259
260
a. - PSdP doc. 10687.
a. - PCn doc. 429.
318
Pochi mesi fà fui a negrar e proprio visitai quella Santa anima e da essa ricevetti la Santa benedizione ritornando ammirato di tale nascosta Santità.
Mi pare che il Signore faccia il ladro prima le rubò la buona anima del Fratello Francesco dal degan che lo conoscevo prima ancora che entrasse nella
sua santa casa poi la morte di don anacleto due care anime esemplarissime.
la Fede ci insegna che ora dal cielo esse sono più potenti di prima ma purtroppo non ci sono più e ci insegnano che siamo fatti anche noi per il Cielo.
amatissimo Padre don Giovanni coraggio,... la nostra fede è il nostro sostegno.
Quando dio vorrà ci rivedremo, intanto uniti sempre sebbene lontani ma
sempre vicini nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
Che il buon dio mi aiuti a far bene la divina volontà.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
242
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
21-12-1951261
Grazie e celesti benedizioni e santi auguri per tutte della cara Comunità
Poverette di nazaret.
Sono certo della carità delle preghiere.
benedicendo
in C. J. Sac. J. Calabria
261
a. - PSdP doc. 10688 [da testo stampato].
319
243
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 28-1-1952262
amatissimo Padre,
Mi pare che lei conduca una vita nuova, quella di un sepolto vivo. Si è annientato in Gesù, si è abbandonato totalmente in Gesù per condurre una vita
continuamente crocefissa e mi pare che ripeta quelle parole di Gesù, cum exaltatus fuero omnia traham ad me ipsum.
Si vede circondato da tante cose e mi pare che dica: Per proteggerle tutte
non mi resta altro che patire. vuole anche lei salire le alte vette come Suor
Maria Consolata betrone?
le mie sono forse impressioni sbagliate? nella domenica ii° dopo epifania
fui così immedesimato di quel vangelo che non potendo dormire scrissi: le
nozze di Cana.
Mi dica il suo sentire...
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe. il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
n.b. dica a don Pedrollo di venire a Ponton con sei damigiane e sapermi
dire quando vengono.
all.ta copia del dattiloscritto «le nozze di Cana»
262
a. - PCn doc. 429/a.
320
244
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 4-2-1952263
J.M.J Ph.
amatissimo don Giovanni
Con dispiacere intesi la sua venuta a Ponton mentre da due mesi ero chiuso
in stanza. avevo detto alla Madonna se domani mi dai una bella giornata vò a
trovare le sorelle di verona che si trovano in alto mare.
Sapevo che veniva Fratello vittorino ma per esso avevo avvisato il cantiniere.
Senza volerlo ho disgustato il Padre don Giovanni e due suoi fratelli. Credo
che i loro patimenti avranno fruttato per la mia delicata e difficile missione a
verona. le benedizioni vengono con le mortificazioni dei Santi. Mille ringraziamenti della scatola la Perugina.
Certo mi sarebbe stato più dolce vedere la sua cara persona. Fiat.
la vita è tutta piena di mortificazioni e la pace si può avere solo con l’abbandono in dio. le prove poi servono per confermarci nella fede.
lascio lei e tutta la sua grande opera nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
263
a. - PCn doc. 430.
321
245
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton, 5-2-1952264
J.M.J Ph.
amatissimo Padre
le nostre due lettere si correvano dietro ma ora la sua lettera mi ha chiarito
tutto. Sì, era volontà di dio che lei venisse ma il giorno della Ceriola era una
preparazione per il giorno 11 festa Madonna di lourdes.
Si ricorda in illo tempore quante volte in detto giorno io e sorelle venivamo
a S. zeno con torce candele fiori ecc? ora il Signore e la Madonna vuole che
in tal giorno venga da noi a passare tutta la giornata. non a caso il soffer era
andato fino a volargne e poi tornarono indietro. io era appena partito e se non
ci fosse stato l’errore del soffer arrivava a trovarmi.
il giorno dell’11 febbraio Gesù e Maria lo aspettano a Ponton ed a volargne
per tutta la giornata e mangerà con noi per fare la divina volontà e quale preludio per la nostra unione nel tempo e nell’eternità in cielo.
al dopopranzo in processione tutti lei ed io in auto e poi dietro i bambini e
le bambine e sorelle col carretto o a piedi tutti verremo a volargne a venerare
la Madonna che ci aspetta.
il mio istituto spesse volte fà questo viaggio al nostro Santuario di volargne
per cantare le lodi a Maria.
lei, caro Padre, non ci è mai andato ma questa volta è volontà di dio che
venga ed il giorno della Ceriola fu solo una preparazione per questa seconda
venuta dell’11 Febbraio.
Sia intesi? Qui non ci entra la sua volontà, veramente Gesù aveva parlato e
ci voleva quella prima venuta perché poi si determinasse alla seconda in domino.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
264
a. - PCn doc. 430/a.
322
246
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 12-2-1952265
J.M.J Ph.
amatissimo Padre
in tutta la mattinata abbiamo desiderato la sua venuta, fiat. Ma sono 18 le
apparizioni e speriamo nel 25 marzo giorno dell’annunciata e nel quale la Madonna disse: io sono l’immacolata.
Povero il mio Padre... quanto è sofferente!... lei feconda l’opera coi suoi
patimenti... nei nostri primi tempi P. natale mi diceva: ha visto Maria addolorata... ora capisco perché usasse questa frase. Però la Madonna stessa non era
mica, sempre addolorata...
Caro Padre... la sua natura concorre molto a questa triste nota così ha sempre la croce sulle spalle... io credo che neanche Gesù aveva sempre questa nota
di dolore...
Caro Padre... la stessa sua natura è la sua croce e grande croce...
Pregheremo Gesù Maria Giuseppe che modifichino questa natura del nostro
S. Padre poiché stà anche scritto: Servite Dominum in laetitia ed ancora stà
scritto: Non dabit in aeternum fluctationen justo. anche nel campo spirituale ci
devono essere le tregue.
venga a trovarmi ed a dormir qui da me. ora vicino alla chiesa abbiamo
preparato una stanza per un sacerdote che ci capitasse Sia lei questo benedetto
del Signore.
S. Filippo neri diceva: né scrupoli né malinconia non voglio in casa mia.
Si può salvare le anime anche col sorriso sulla fronte, ed in fondo sarà sempre
Gesù quello che salva le anime e non già le nostre tristezze... Per Gesù la vera
passione durò dal giovedì sera alle tre del venerdì. e prima tutta la sua vita era
gioviale con tutti massime coi suoi discepoli ed amici.
265
a. - PCn doc. 430/b.
323
avanti dunque... come Gesù in Gesù con Gesù per Gesù.
in ogni S. Messa offriamo al Padre le S. Piaghe ed il sangue di Gesù, ce n’è
per mille mondi...
la lascio nei S.S. Cuori
dev. P. Filippo bardellini d.o.
247
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 6-4-1952266
J.M.J Ph.
amatissimo Padre,
Grazie tante dei suoi auguri e della sua bella pagellina. dice che avrebbe da
dirmi tante cose ed anche io avrei da dirle tante cose ed il Signore ora ci tiene
così lontani mentre una volta avevo la gamba buona di venire due volte in una
giornata su a S. zeno. Siamo lontani di corpo ma vicini nello Spirito. Quis separabit nos a charitate Christi?
Con piacere sentii la solenne approvazione delle Povere Serve della divina
Provvidenza. anche lì c’è una storia. S. Francesco di Sales diceva: Mi dicono
fondatore e mi hanno fatto fare quello che non volevo. Però sappiamo che tutto
è disposto dalla divina Provvidenza. Se S. Francesco fosse nato ai nostri tempi
lo avrebbero ascoltato meglio, speriamo!...
io non ho stamperia e quindi le posso spedire solo due fogli dattilografati
adatti in questa epoca della Settimana Santa.
Se teresa neuman fosse nata al tempo di S. Francesco d’assisi non avrebbe
avuto tante difficoltà così dicasi di P. Pio.
266
a. - PCn doc. 430/C.
324
Ma oggi spirano altre arie, oggi c’è il principio di accettare il soprannaturale
meno che sia possibile. oggi si adora la scienza e si distrugge la semplicità.
e sì Gesù disse: se non vi farete semplici come fanciulli non entrerete nel
regno dei cieli.
lutero era professore di Filosofia e di teologia tomistica ed insegnante
nella Università ma perché le mancava la semplicità, la umiltà divenne un
eresiarca.
oggi si vuole fare comparsa di scienza sacrificando la semplicità dell’apostolato Cristiano.
Gesù si scelse dodici rozzi pescatori e non i scienziati di Gerusalemme, di
roma e di atene.
tanti giornali pieni di paroloni e poco apostolici.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
248
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 15-5-1952267
J.M.J. Ph.
amatissimo don Giovanni
Sono associato al settimanale dell’osservatore romano e leggo sempre
l’articolo Spunti Parrocchiali di don ettore Cunial, firmato d.e.C. e scrissi apposta alla direzione per sapere chi fosse questo Sacerdote.
a lui mandai parecchie lettere ma non mi rispose mai. Questa volta prima
di mandarla a roma la dirigo a lei amato padre perché la legga e la spedisca o
meno in domino.
267
a. - PCn doc. 430/d.
325
Come stà di salute?... in domino ed anch’io in domino.
Quante fasi ci sono nella vita... ora sono inchiodato a Ponton... Deus propitius esto mihi peccatori.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
249
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 24-5-1952268
J.M.J Ph.
amatissimo Padre
dio creò gli angeli che abbellivano il suo Paradiso ma lucifero vi mise lo
zampino ed ecco molti di essi precipitarono nell’inferno e dio vide diminuita
la sua schiera angelica. allora dio pensò creare l’uomo e lo pose nell’eden felice e pieno di ogni bene ma Satana ci mise lo zampino ed ecco cessare l’eden
ecco la loro morte spirituale e materiale.
allora dio pensò formarsi un popolo eletto, abramo è il scelto da dio ma
anche qui piano piano Satana ci mise lo zampino vedi la separazione di abramo da lot vedi differenza tra Giacobbe ed esaù, vedi le miserie in tanti figli di
Giacobbe.
dio poi pensò fare uno speciale popolo eletto ed incaricò Mosé a condurlo
nella terra promessa ma anche là quante volte Satana ci mise il zampino.
venne poi lo stesso redentore ed aveva 12 apostoli ed anche quì Satana ci
mise il zampino, massime su Giuda.
dio poi fondò la sua Chiesa ma anche quì Satana ci mise il zampino e vedi
quanti eretici continuano a molestare la sua Santa Chiesa.
268
a. - PCn doc. 431.
326
dio scelse anime speciali che nella sua Chiesa fiorissero con delle aiuole.
vedi S. benedetto S. Francesco d’assisi S. Filippo neri ma dappertutto Satana
ci mise il zampino e quanto soffrirono questi poveri Fondatori. dio ha scelto
roma per la Capitale, per il Centro di tutta la sua Chiesa poiché il Papa è il vescovo di roma ma anche in roma massime nei nostri tempi Satana ci mise il
zampino.
Speriamo nella misericordia divina, ma potrebbe capitare qualche cosa di
serio, una eresia più estesa dell’arianesimo e che attira con sé preti e vescovi
perché si è intiepidita la fede e si adora la scienza e v’è più prudenza della carne che quella dello Spirito che è vita e resurrezione.
Satana mise il zampino anche nel mio piccolo e povero istituto e cinque o
sei suore non hanno più quell’amore e quella obbedienza che avevano quando
erano entrate.
amato Padre stia attento che Satana non ci metta lo zampino anche nella
sua grande opera. Subdurai che non tutti sono aperti con lei e tante cose fanno
senza che lei sappia per paura che il suo cuore sensibile non ne risenta troppo.
oh, poveri noi! Poveri figli di adamo, che in raffinate maniere guastiamo i
disegni di dio! Inimici hominis domestici eius.
raccomandiamoci alla Madonna Rifugium miserorum. Quante miserie si
trovano in questo misero mondo!
Padre, stiamo tanto attaccati alla Mamma bella. brutto mondo, brutto mondo, bel Paradiso.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
327
250
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 6-6-1952269
J.M.J. Ph.
amatissimo Padre,
vivamente la ringrazio dei continui libretti che mi manda. lessi la lettera
del Servo di dio don edoardo Poppe e mi fece molto bene e siccome è volontà
di dio che non solo i Sacerdoti ma tutti i cristiani abbiano da farsi santi perciò
feci una circolare per i Fratelli e le Sorelle del mio istituto. le mando una copia. Che le pare?
Se non ci fosse la confidenza nella Mamma celeste, ci sarebbe da disperarsi.
oh! la schiavitù di Maria! Questo prezioso libro del b. Monfort lei me lo
diede fin dai primi anni che ci siamo conosciuti.
Che rendiconto!... Ma la Mamma è sempre Mamma e sa sempre perdonare.
tante grazie, il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini
all.to dattiloscritto la Santità
269
a. - PCn doc. 431/a - Sulla busta don Calabria ha completato l’indirizzo aggiungendo «ospitale S. Cuore».
328
251
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 24-6-1952270
J.M.J Ph.
amatissimo Padre
domani è la festa della natività di S. Giovanni battista. i suoi genitori le
procurarono un grande Protettore. Che grandioso personaggio! degno precursore del Messia!
vediamo grande la nostra religione fin dal Precursore del nostro Gesù. Sua
umiltà, suo nascondimento, suo perfetto distacco da tutto e da tutti. Sua elevatezza di mente e di cuore!...
il battista non poteva esser altro che il Precursore dell’Uomo dio. tutti lo
stimano santo e lui si stima indegno di portare i calzari di Gesù. Si professa
una semplice voce che grida nel deserto, grida per preparare gli uomini a ben
ricevere il Messia. egli non pensa a sé ma solo alla maggior gloria di dio ed al
maggior bene delle anime. Solo la divina volontà e non si muove dal deserto
per vedere il Messia, egli stà sempre dove lo vuole il suo dio.
Fin nei primi tempi della Chiesa Cattolica c’era una grandissima venerazione del battista. il più grande tra i nati di donna comune. il martire per la
verità e per la purezza. l’Uomo di dio che vuole fare la divina volontà anche nelle più minute cose. l’uomo che vedeva tutto in dio e mentre in un
primo momento si schernisce e non vorrebbe battezzare Gesù poi per la volontà di dio è pronto a battezzarlo ed ecco poi aprirsi il cielo, comparire lo
Spirito S. sotto forma di colomba ed udire la bella voce dell’eterno Padre
che dice: Questi è il mio Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto, lui
ascoltate.
bastano queste quattro righe evangeliche per elevarci e ben comprendere
tutta la grandezza della nostra religione cristiana.
270
a. - PCn doc. 431/b.
329
ho tutto affidato alla Mamma Celeste che essa prenda quello che vuole e lo
riversi al mio amato don Giovanni Calabria. niente di buono io possiedo ma
la Madonna può sempre dare molto al mio caro don Giovanni.
Suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
252
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 25-8-1952271
J.M.J Ph.
amatissimo Padre,
venne a trovarmi a Ponton il suo nipote [...272], confessandomi lo sbaglio
fatto dal fratello [...273] di levare la mamma dall’ospitale di negrar. tutti confessano di aver fatto una grande asinata. ora la cognata stà meglio ed è fuori
dell’ospitale ma non può stare sola avendo costanti bisogni di assistenza per
forte esaurimento ed arteriosclerosi.
Gino è pentito del mal fatto e tutti si prostrano a domandare perdono e grazia perché sia ripresa nel ricovero di negrar almeno fino alla completa guarigione.
non avendo io a verona un ricovero per tali ammalate ma solo per deficienti, ho suggerito ad angelo di fare un atto di umiliazione sperando perdono.
Mi segno, il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
271
272
273
a. - PCn doc. 431/C.
omesso nominativo per ragioni di privacy.
omesso nominativo per ragioni di privacy.
330
253
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 29-8-1952274
J.M.J Ph.
amatissimo Padre,
dio le renda tanto merito delle sue paterne parole. Quello che dice lei devo
dirlo anch’io: ruit hora et ultima latet e sono ben 48 anni che sono sacerdote e
con la mia malattia di cuore ho già un piede nella tomba.
lo ricordo sempre nelle mie povere preghiere e affido anche lei alla gran
regina Maria S.S. Signora del cielo e della terra.
Grazie della S. Messa, della giornata perché il Signore mi illumini.
Credo che la più solida base sia nell’abbandono in dio, in quel dio che fu
l’iniziatore dell’opera ed il Padrone dell’opera quando morisse il casante ne fà
un altro e lui farà molto meglio di me.
il seme è solo di dio sia il seme grande che il piccolo. la stabilità è anche
essa in mano di dio. alle volte il seme più piccolo resiste di più del seme più
grande e la resistenza dipende dai disegni di dio - sine me nihil potestis facere.
da più di 50 anni dico la giaculatoria «oh Gesù, Figlio di Maria e di S.
Giuseppe, abbi misericordia di me, che io vegga e faccia».
Mi spaventerei anche se avvenisse un ingrandimento in pochissimo tempo.
don bosco ancor vivo aveva diffuso la sua opera in tutto il mondo. la precipitosa moltiplicazione alle volte è pericolosa, perché don bosco non poteva essere in tutti i posti. È vero, dappertutto c’è dio, ma non dappertutto sono eguali
i figli di dio.
vede gli apostoli! desideravano che ritornasse il grande regno di david e
Giacomo e Giovanni [volevano] sedere uno alla destra ed uno alla sinistra di
Gesù.
274
a. - PCn doc. 432.
331
il dire abbiamo fatto questo e quello; si farà questo e quello è un detto
che potrebbe essere pericoloso in certe bocche, mentre tutti dovressimo
amare nesciri et pro nihilo reputari e con la grazia di dio sempre più seppellirsi.
l’opera dei deficienti è ancora piccolissima ma in essa vi trovo una assistenza specialissima del Signore della Madonna e di S. Giuseppe. Che dire dello scoppio del tritolo a volargne con 20 vittime? eppure ogni giorno sempre
più vedo in esso la paterna mano di dio...
Che dire, avere otto soggetti della casa sequestrati all’ospitale, dei quali 6
sorelle? Piano piano anche in questo vedremmo la paterna mano di dio. Che
dire di Giobbe rimasto senza beni senza figli, pieno di marcio e la moglie che
continuava a mormorare quasi fosse un gran peccatore. Così dicesi di tobia!...
Mi abbandono nei misericordiosissimi cuori di Gesù, Maria, Giuseppe. essi
compatiranno le grandi miserie ed ingratitudini del P. Filippo ed anche dopo la
mia morte sapranno conservare e far crescere il piccolo seme della piccola
opera.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
332
254
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 11-11-1952275
J.M.J Ph.
amatissimo Padre,
Grazie della sua spedizione, lessi tutto e compresi l’ambascia del suo cuore
ma leggendo pensavo all’ambascia che aveva il profeta elia, quando le sembrava che tutto il popolo ebreo fosse diventato adoratore di baal e dio per consolarlo le disse: non sai che tra israele vi sono più di diciottomila anime che
mi amano e mi servono?
tutte le anime sono di dio e molte di esse lo amano e lo servono e noi non
le conosciamo e forse esse amano dio meglio di noi...». Giobbe non era un
ebreo, viveva tra i pagani, eppure quanta fede aveva nel suo dio! Quanta pazienza! dio non adopera la matematica e col suo sguardo universale vede i
cuori di tutti.
ed anche in Cina nell’india nel Giappone vede tanti nobili cuori che sanno
amare il loro Creatore. al tempo di Gesù i cuori dei Farisei e degli Scribi erano
molto più brutti del cuore di Pilato che voleva libero Gesù e di tanti pagani che
risiedevano in Palestina. vedi l’esempio del centurione...
Piuttosto a chi fu dato di più si domanderà di più...
nella sua cartolina infine dice: «al Sacerdote in quanto tale è affidato il
vangelo e perciò il Sacerdote non può scartarne due consigli».
Pochi giorni fà un signore mi disse che era andato a recoaro e nella sala attigua sentendo rumore una signora ben pensante le disse: vede, lì dentro ci sono tutti Sacerdoti che giocano alle carte e bevono e ci stanno fino a mezzanotte... Poco serve che il Sacerdote sia professore di filosofia, teologia, esegesi se
poi non la sente la sua religione, se le sue prediche sono senza Spirito S. Commuoviti e commuoverai...
275
a. - PCn doc. 432/a.
333
nel suo scritto porta una cifra del minimo numero che ci sono di uomini
cristiani al confronto dell’enorme numero dei non cristiani. e tutti questi pochi
cristiani sono tutti in grazia di dio? Mentre chissà tra gli infedeli quanti ci saranno che sanno amare e servire dio nella legge naturale e meglio di noi che
siamo battezzati e non osserviamo le promesse battesimali!...
Emitte Spiritum tuum et creabuntur et renovabis faciem terrae.
Mi trovo solitario nella mia cameretta di Ponton ma col pensiero mi fermo
di quà di là e spesso su roma la capitale della Chiesa Cattolica.
Ma... o Gesù figlio di Maria abbi pietà di me, che io vegga e faccia sempre
la volontà del Padre mio che è nei cieli.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini d.o.
255
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 11-2-1953276
J.M.J Ph.
Deo gratias et Mariae
amatissimo Padre
a risanar l’umanità ammalata, discendi ancor dal ciel o immacolata.
Questa mattina abbiamo fatto festa alla Madonna e nel canto ripetuto più
volte: a risanar l’umanità ammalata discendi ancor dal ciel o immacolata.
Ma a queste parole mi si stringeva il cuore e mi pareva che la Madonna desse questo lamento: io più volte ascolto la vostra preghiera di discendere ancora
e discendo di qua e di là e non mi credono e dappertutto vedono il diavolo. ai
276
a. - PSdP doc. 432/b.
334
Pirenei a baneaux a Fatima mi hanno creduto ma nell’alma città di roma non
mi credono.
anche oggi si ripete l’incredulità degli scribi e dei farisei, l’incredulità dei
sommi sacerdoti, del sacerdote zaccaria l’incredulità degli stessi apostoli ai
quali le ultime parole che Gesù rivolse a loro sul Monte degli Ulivi, prima di
salire al cielo fu un rimprovero che fece a loro per non aver creduto alle parole
delle pie donne (sic).
Purtroppo è il peccato predominante del giorno d’oggi. tanta scienza e poca
semplicità di fede e tanti buoni sacerdoti respirando questa aria infetta più o
meno hanno preso anche loro la malattia dell’aria.
oh! Mamma bella: a risollevar l’umanità ammalata discendi ancor dal ciel o
immacolata.
il suo discolo ministro
P. Filippo bardellini d.o.
Mi fu riferito che don adami è caduto dalla bicicletta e si è rotto il femore,
poveretto...
o immacolata, discendi ancor dal cielo...
[Sul retro di un santino della Madonna ancora la frase:» a risanar l’umanità ammalata, discendi ancor dal ciel o immacolata». 11-2-1953 P. Filippo
bardellini]
335
256
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
16-2-1953277
al caro Padre Filippo bardellini questo libro scaturito dal cuore dell’umile
opera dei Poveri Servi.
Come lo ricordo, quanto, ma quanto ho bisogno della carità di preghiere
della sua cara Comunità che di cuore benedico.
in C. J. Sac. J. Calabria
[dedica sul libro: instaurare omnia in Cristo]
277
a. - PSdP doc. 10689 [da stampato].
336
257
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 20-2-1953278
J.M.J Ph.
Deo gratias et Mariae.
amatissimo Padre
È avvenuto un qui pro quo. ho ricevuto un plico postale diretto al P. Filippo
bardellini in omaggio. Conteneva la sua preziosa opera «instaurare omnia in
Christo». apersi le prime pagine e lessi:» amato mio Cremonini... e poi c’era
un foglietto dattilografato che posso includere in questa lettera. Se sapessi l’indirizzo di don Cremonini lo manderei ma forse il mio libro chissà qual persona
l’avrà ricevuto! non si muove foglia che l’amore non voglia. Fiat. Credo opportuno tenere il libro e mandarle il bollo e lei spedirà la lettera con il suo giusto indirizzo a bologna.
auguro che il suo santo libro porti vantaggio a tutti ma... il mondo non ha
più voglia di leggere o legge solo sport o peggio. anche tanta stampa di cattolici si è resa difficile. Giornali a sei ad otto pagine. articoli lunghi lunghi e poi?
Infirma mundi elegit Deus, ea quae non sunt ut non glorietur omnis caro in
cospectu eius.
i disegni di dio non sono come i disegni degli uomini. temo che dio oggi
non voglia servirsi neanche della stampa perché anche la stampa non viene da
tanti usata con una semplicità evangelica.
Un sacerdote religioso mio compagno di scuola, avendole io detto: Che ne
dici tu di tanti articoli dei nostri giornali cattolici? ...e lui mi rispose: taci taci...
non capisco più niente. oh! che sterminio di stampa cattolica...
Mi segno, il suo povero ministro rugine e sbuso,
P. Filippo bardellini d. o
278
a. - PCn doc. 432/C.
337
258
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 1-4-1953279
J.M.J Ph.
amatissimo Padre
È finito il mese di marzo dedicato a S. Giuseppe. È arrivata la statua di S.
Giuseppe alta 170 in marmo di Pietrasanta, tutti dicono che è molto bella. Fu
messa in cortile. il marmista vi metterà il piedestallo e si porrà questa scritta
«Narrabo opera Domini».
l’istituto di Ponton narrerà cosa sà fare dio nel suo S. Giuseppe. Mi sbaglierò ma mi pare che nella sua Chiesa di S. zeno in Monte non ci sia la pala di
S. Giuseppe. Custos Cristianorum e Custos Corporis Christi.
esso per trenta anni fu il custode di Gesù Cristo e fu custode del corpicino
di Gesù e per salvarlo lo portò fino in egitto.
oggi S. Giuseppe ha l’incarico di custodire i suoi devoti cristiani e di custodire quelle Chiese che tengono il Corpus domini.
S. Giuseppe non deve essere dimenticato. nei primi tempi della Chiesa doveva essere nascosto ma oggi no. S. teresa lo chiama il grande Maestro della
vita interiore e deve essere anche il nostro grande economo.
la preghiera «per la direzione delle anime» l’ho un po’ ristretta, mi compatisca.
le mando anche la Corona angelica, abbiamo con noi tutti i nove cori degli
angeli, io sento il bisogno di recitarla tutti i giorni.
il mondo parla dell’Unione delle nazioni e noi parliamo dell’unione degli
angeli e dei Santi del cielo e della terra. dio poi è con noi. Quell’uomo dio l’unico uomo che può chiamarsi il re della stessa morte o mors ego ero mors tua.
e poi esso è salito in cielo e quindi è il re della terra e del cielo e il re al
mondo di quà e del mondo di là meglio di così non vi può essere.
279
a. - PCn doc. 432/d.
338
oh! Quanto è grande la nostra religione! alleluja, alleluja, alleluja.
il suo povero ministro, ruzeno e sbuso,
P. Filippo bardellini d.o.
all.ti due fogli dattiloscritti «la corona angelica» e «Preghiera per la direzione delle anime».
259
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 15-4-1953280
J.M.J. Ph.
deo gratias et Mariae
amatissimo Padre,
oggi dal nostro bollettino ecclesiastico rilessi la bellissima Pastorale del
nostro rev.mo vescovo «la speranza cristiana» esposta con tutta chiarezza e
ad intelligenza di tutti che sarebbe un gran bene farne stampare moltissime copie e diffonderle dovunque. Mi venne questa ispirazione: se la sua tipografia
conserva ancora la composizione, gioverebbe usarla per stamparne migliaia e
migliaia di copie e dovunque diffonderle.
io sono disposto a darle i denari per la compera di tanta carta e per pagare le varie spese di consumo della forza elettrica ecc... Sono convinto che questa santa Pastorale farà tanto bene alle anime di buona volontà ed hanno un po’ di fede in dio.
oh! quanti giornali cattolici di quattro sei otto pagine essi stampano tante
cose ma che giovano poco o forse non sono intese. vi sono tanti articoli forse
pieni di filosofia e teologia, pieni di parole peregrine e di vocaboli nuovi e
mancano della semplicità evangelica così necessaria per ricavare gran frutto.
280
a. - PCn doc. 432/e.
339
Questi scrittori vogliono farsi conoscere per gran letterati, per profondi filosofi
e camminano sui loro alti gironi e non pensano di avvicinarsi al popolino e non
spezzano il pane secondo la mentalità del popolo il quale perché non capisce
resta nella sua ignoranza.
il nostro Santo vescovo nelle sue omelie e nelle sue Pastorali è sempre piano e pur dicendo grandi cose vuol essere inteso da tutti. io credo che poi in cielo avrà un gran premio per questa sua semplicità evangelica la quale purtroppo
manca in tanti sacerdoti di ogni classe. tanti hanno vergogna di mostrarsi piani
piani e credono che a far così non sarebbero calcolati per scienziati.
o amato Padre, dica ai suoi tipografi che conservano la stampa, mi sento
ispirato di mandarle 100 mila lire, a questo scopo.
Perdoni di questo mio scritto, parlo come il cuore mi detta, questa lettera la
scrissi mentre mi trovo a letto e scrissi subito per non venir meno all’ispirazione che credo sia dello Spirito Santo.
il suo povero ministro, ruzeno e sbuso.
P. Filippo bardellini d.o.
260
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton, 11-8-1953281
[biglietto]
amatissimo Padre,
le mando il fuoco sacro, visto dal beato Colombini pieno di Spirito Santo.
Preghi il Signore che abbia misericordia di me. lo lascio nei S.S. Cuori di
Gesù Maria Giuseppe.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
281
a. - PCn doc. 432/G.
340
261
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 14-10-1953282
J.M.J Ph.
Deo gratias et Mariae.
amatissimo Padre,
la divina Provvidenza dispose che potessi aver la vita di S. Caterina da
Siena, la lessi e la rilessi, pensavo alle sue lamentazioni e dissi tra me; Che direbbe don Giovanni se oggi fossimo ai tempi in cui si trovava la Santa?...
allora regnava l’attacco al denaro e alle grandezze!... oggi le cose si sono cambiate ciò nondimeno il demonio oggi usa altre armi ma molto micidiali. bisogna sempre vigilare, perché i lacci sono tanti. Qui stat videat ne
cadat.
Santa Caterina diceva: tutto si vince con la carità verso dio e il prossimo
mentre tutto si perde con l’egoismo. allora c’era l’attacco al denaro ed alle
grandezze, oggi c’è l’attacco al nostro io. Forse siamo filosofi e teologi e
scienziati ma sebbene la scienza è figlia di dio invece lo scienziato può essere
figlio di adamo e bramoso solo di comparire tale, ma la sua parola il suo scritto è privo della luce e del calor divino.
Si stampano tante cose... giornali sopra giornali si legge e rare volte lo
scritto trasfonde la luce ed il calore ricevuto da dio ma in esso solo comparisce
il nostro io, la nostra ostentazione. nel scritto non tanto si pensa per commuovere le anime ma piuttosto si desidera che dicano: oh! che letterato, oh! che filosofo oh! che scienziato... Si vuol far comparire il nostro io anziché il nostro
dio, anziché mostrare la sua bontà, la sua misericordia e il suo desiderio di essere amato e che tutto è niente se manca dio.
S. Caterina non sapeva né leggere né scrivere ma sapeva tanto amare dio e
il suo prossimo. desidero che legga questa vita e ci dica il suo pensiero.
282
a. - PCn doc. 432/h.
341
Mi trovo nel mio povero nido di Ponton, tra le mie anime che hanno sete di
acqua viva.
Che lo Spirito Santo mi discenda copioso sebbene ne sono tanto indegno.
luce e calore, fede ed amore.
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù, Maria, Giuseppe. il suo povero ministro,
dev. P. Filippo bardellini d.o.
262
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 15-4-1954283
J.M.J Ph.
amatissimo Padre
Questa notte facendo l’ora Santa tanto meditata da S. Gemma Galgani pensai che il buon Mons. volpi che a lucca confessava mezza città non avrebbe
trattato in questo modo quella cara Gemma se non avesse ascoltato i dottori e
certi Sacerdoti di roma, poiché dappertutto ci sono anche dei figli di adamo e
di quelli che hanno solo la prudenza della carne. non basta servirsi dei dotti e
dei Santi ma giova servirsi anche molto dello Spirito Santo. Che ci insegna ad
attingere un po’ di quà e un po’ di là.
Funiculus triplex difficiliter rumpitur, una fune fatta con tre fili difficilmente si rompe.
abbiamo bisogno di dotti, di santi e di anime semplici amiche dello Spirito
Santo.
alle volte i Santi riescono troppo rigorosi, alle volte i dotti si fidano troppo
della loro scienza umana, onde ci giovano molto anche le anime semplici amiche dello Spirito Santo.
283
a. - PCn doc. 433.
342
oh! quanti malanni succedono in questo mondo o perché interroghiamo
troppo gli scienziati o perché andiamo ciecamente dietro solo ad un’anima santa o perché abbiamo una esagerata semplicità.
o amatissimo Padre don Giovanni mi pare che anche nella sua casa si parla
con troppi e si interroga troppi e forse questi ci attroffizzano la voce dello Spirito Santo.
Purtroppo esso è il gran dimenticato o stimato non del tutto necessario.
dove vi sono tre uniti nel mio nome io mi trovo in mezzo a loro.
il mio caro S. Padre Filippo a roma quanto ha sofferto per causa di Santi di
dotti e dei privi di Spirito Santo - e dire che si trovava a roma; esso addirittura
fu sospeso a Divinis mentre oggi lo si acclama apostolo di roma.
troppe chiacchere si fanno, troppe chiacchere.
v’è chi vorrebbe che tutti avessero il suo spirito mentre tante sono le anime
e tanti sono gli spiriti.
Spiritus ubi vult spirat.
ancor quando io ero chierico conobbi due Cardinali che avevano il peso
della diocesi, l’uno sussidiava il suo giornale diocesano l’altro si arrabbiava se
vedeva un qualche prete che leggesse quel detto giornale e conchiusi che possiamo essere santi e dotti ed ancora possiamo errare e questo dispose il buon
dio ut non glorietur omnis caro in conspectu ejus.
Quante dissenzioni anche tra i Santi apostoli... la Chiesa è una, santa, cattolica, apostolica e romana ma poi se prendiamo questo o quel membro della
Chiesa forse è disorientato e c’è da pregare tanto per obbedirlo ed usare i principi di S. Caterina da Siena per andare avanti nei periodi di tanta confusione
come ben si vide nei suoi tempi.
dunque è vero che abbiamo bisogno di dotti, abbiamo bisogno di Santi e
abbiamo bisogno di anime semplici le quali se sono ben mosse dallo Spirito
Santo potranno aiutare gli altri due.
Funiculus triplex difficiliter rumpitur.
dev. P. Filppo bardellini d.o.
343
263
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 25-4-1954284
J.M.J Ph.
amatissimo Padre
Prendo l’occasione di porre un mio scritto unito alla lettera della buona sorella augusta la quale è tanto ben intenzionata di farsi Santa, ma purtroppo è
anche molto tentata dal demonio.
Ci siamo combinati assieme di applicare la S. Messa nel Giovedì Santo e mi
diceva di riferirle poi il mio povero pensiero. risposi in quello stesso giorno,
ma temo molto che il mio scritto non lo abbia ricevuto e questo mi dispiacerebbe molto poiché il mio povero pensiero volevo fosse inteso solo da lei.
e su questo punto desidererei una qualche notizia per poi ben regolarmi in
avvenire.
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
Suo povero figlio
dev. P. Filippo bardellini
284
a. - PCn doc. 433/a.
344
264
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
15-5-1954285
rev.mo ed amato Padre Filippo
la grazia e la pace di Gesù benedetto siano sempre con noi e con le anime
che il Signore ci affida.
il giovedì santo di quest’anno Mariano siamo stati uniti per mezzo della
Santa Messa, il grande sacrificio che Gesù ci ha donato nel Cenacolo «in qua
nocte tradebatur» ed il venerdì Santo ha rinnovato sul Calvario.
Perdoni il ritardo nel risponderle, in questi giorni dal giovedì santo sera sono stato tanto e tanto sofferente, ora comincio a riprendermi. Caro Padre mi
fanno tanta impressione le parole del Santo Padre: «C’é un mondo da rifare
dalle fondamenta, che bisogna trasformare da selvaggio in umano, e da umano
in divino...» e chi saranno coloro che devono fare questa santa opera? Siamo
noi Sacerdoti, noi religiosi, noi popolo cristiano. ed in quale modo? vivendo il
Santo vangelo sine glossa il resto verrà da sé e di certo, la luce e il sale devono
operare e l’effetto è certo.
Caro Padre ho tanto bisogno di preghiere per capire il dono della sofferenza
e fare la divina volontà «usque in finem». Grazie della sua lettera attuale e precedente: il Signore per intercessione della Cara Mamma immacolata ci tenga
sempre uniti con il cuore e con lo spirito, e poi perenni questa unione nel santo
Paradiso.
benedico lei e anime affidate.
in C. J. Sac. J. Calabria
285
a. - PSdP doc. 3105.
345
265
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 19-5-1954286
J.M.J Ph.
Deo gratias et Mariae
amatissimo Padre
in questa notte del mio compleanno (anni 76) vedevo che già sono numerati
i miei giorni e che bisogna pensarci.
Quando nel principio della mia malattia lei con grande carità mi mandava
ogni festa don leone zinaghi che con amore celebrava la S. Messa parlava col
cuore, conosceva i miei ed era ben conosciuto fin da allora vedevo che don
leone doveva essere uno strumento di dio per quest’opera.
oggi credo che sia da decidersi.
Perdoni della mia arditezza. Mi dà don leone zinaghi a continuatore di
quest’opera? e subito per meglio instradarci prima della mia partenza alla eternità.
Credo che sia l’unico strumento, poiché non tutti sono per tutto.
Credo che ci entri lo Spirito Santo e tutto a maggior gloria di dio ed a maggior bene delle anime.
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
286
a. - PCn doc. 434.
346
266
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
22-5-1954287
J.M.J.
rev.mo e caro Padre,
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con noi. ho letto la sua
cara lettera ai piedi del mio Crocefisso; lei sa come mi sono sentito sempre
unito alla santa sua opera, che è veramente opera del Signore, ma al tempo
stesso non so se sia possibile combinare qualche cosa nel senso da lei inteso,
unicamente per la scarsità del personale. ad ogni modo ecco le mando il mio
caro don leone vera anima di dio perché con lui parli e dica tutto il suo pensiero; io sono vicino con la preghiera e con la sofferenza, che mai mi abbandona, anzi mi pare che cresca sempre più. Mi aiuti perché capisca il dono della
sofferenza, e possa fare sempre fino alla fine la santa volontà di dio, costi
quello che costi.
lei dice di sentirsi vicino alla grande chiamata; cosa dovrei dire io allora?
Mi pare di sentirla non vicina, ma vicinissima; per questo anche preghi ed intensifichi la sua preghiera per questo povero prete, che nel Signore le vuole
tanto, ma tanto bene.
benedicendo lei e tutto il suo santo istituto, chiedendo a tutti la carità grande delle orazioni mi professo
in C. J. Sac. J. Calabria
287
a. - PSdP doc. 3106.
347
267
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
Ponton 26-5-1954288
J.M.J Ph.
amatissimo Padre
vivamente vi ringrazio dei sinceri auguri per il mio onomastico e poi ancora vi ringrazio del vostro pronto intervento alla mia povera e sfacciata proposta
di avere un aiutante in don leone, non pensando che esso poveretto ora è così
assorbito in tanti lavori a Maguzzano che al vederlo mi faceva pietà per la sua
preoccupazione anche per una semplice proposta di venire da me.
Sono un povero egoista che vorrebbe tutto per sé. lasciamolo quieto a Maguzzano e per me la divina Provvidenza ci penserà.
Deus meus et omnia. Come sai e vuoi fà di me o Signore, perché lo so che
tu mi ami quantunque sia un così povero peccatore. Certo in tante cose i miei
peccati furono di ostacolo alla divina Provvidenza ma lei per me implori la divina Misericordia.
devo fermarmi in tanti lavori già iniziati e necessari.
il capomastro vuole denari ed io non sò come tacitarlo. a volargne per lo
scoppio del tritolo fu distrutto tutto l’abitato di Casale, furono milioni di danni
ma il Genio ancora non mi diede un compenso. neppure il compenso del vestiario e del mobilio mentre in ciò gli altri volargnesi furono già sussidiati.
Deus meus et omnia.
il suo povero ministro
P. Filippo bardellini
288
a. - PCn doc. 435.
348
268
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
10-8-1954289
Carissimo Padre,
la grazia di Gesù benedetto sia sempre con lei, e, specialmente in questo
giorno solenne, le rinnovi le gioie intime del sacerdozio, ricevuto or sono 50
anni.
le sono vicino, vicinissimo spiritualmente in questa circostanza del Giubileo d’oro Sacerdotale. l’antica amicizia, la comunanza di ideali e di lavoro,
mi fa riguardare la Sua festa come festa tutta mia; con lei ringrazio il Signore
Gesù per la grazia che le ha fatto chiamandola a parte del suo sommo ed eterno Sacerdozio, e per tutto il bene che in questi cinquant’anni lei ha operato in
mezzo al popolo, specialmente ai più miserelli, nello spirito e nella letizia di
San Filippo.
deo gratias! deo gratias, sempre! Cinquanta anni pieni di lavoro, pieni di
meriti, scritti nel libro eterno della vera vita: mi sento preso da una santa invidia per lei che così bene ha trafficato i doni del Signore. Ma sento anche viva
fiducia di partecipare al Suo bene, perché so quanto prega per me. anch’io prego per lei, per le opere che la Provvidenza ha suscitato per Suo mezzo; prego
che vi regni sempre lo spirito del Signore, che le rafforzi, le sostenga, le sviluppi, a vantaggio di tanti e tanti poverini.
in questo giorno di San lorenzo - che mi ricorda belle date anche del mio
sacerdozio - formulo per lei i più fervidi auguri: ad multos annos! nella grazia
e pace di Gesù benedetto.
Questo augurio che mi nasce spontaneo e sincero dal cuore, lo estendo ai
Suoi venerati confratelli: che il Signore li benedica, li conforti nel lavoro della
mistica vigna, per salvare tante e tante anime, e giungere al Cielo con un lieto
numeroso corteggio di fedeli da presentare a Gesù.
Sono sempre sofferente, caro Padre! preghi, preghi per me.
in C. J. Sac. Calabria
289
a. - PSdP doc. 8391.
349
269
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
4-9-1954290
amatissimo Padre,
vivamente vi ringrazio perché sabato mattina circa alle sei e mezza durante
la mia celebrazione della S. Messa sentii una forte compassione e tra me stesso
dissi: ora don Giovanni prega per me.
io vivamente lo ringrazio e lo esorto a ripetere perché risorga dal mio letargo.
Sono molto miserabile, mi manca affatto la generosità, non sò cosa sia sacrificio.
Continui a pregare per questo povero peccatore, dio lo benedica.
Sono il suo povero ministro.
P. Filippo
290
a. - PCn doc. 435/a.
350
CorriSPonDenZa ePiStoLare
G. CaLabria - F. barDeLLini
(senza data)
270
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
[Senza data291]
J.M.J.
M. r. Padre,
in visceribus Christi, faccia la carità di ascoltare questo buon soldato e poi
parli e lo raccomandi, a mio nome, al molto rev. don Ceriani e vedano tutti e
due di aiutarlo.
Sono in croce, dica a Gesù che mi usi misericordia e che mi aiuti a restare.
Con ossequio
in C. J. Sac. J. Calabria
291
a. - PSdP doc. 3106/a.
351
271
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
[Senza data292]
venerdì Santo
amatissimo Padre,
le diamo il quadro più prezioso e stà bene poiché alle poverette della casa
di nazareth non conveniva. in questo quadro si trova l’immagine del Sacro
Cuore così ogni volta che lo fisserà pregherà quel Cuore divino affinché tutte
le bambine e sorelle dell’istituto assieme al povero sottoscritto siano rifugiate
per sempre in quel Cuore divino dove non entra la spada della giustizia.
Certo quel Cuore è circondato di spine e sormontato da una croce, ma spine
e croci saranno sempre il nostro pane quotidiano.
Siamo nel gran giorno del venerdì Santo, giorno di redenzione, giorno di
misericordia.
Te ergo quaesumus, tuis famulis, subveni quos praetioso Sanguine redemisti.
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
il suo povero ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
292
a. - PCn doc. 367.
352
272
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
[Senza data293]
Caro Padre,
Per amor di dio e della Madonna lo aiuti. Preghi per me.
in C. J. Sac. J. Calabria
273
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
[Senza data294]
J.M.J.
M. r. Padre,
oggi è la festa di S. Filippo, grande festa, gran Santo. nella S. Messa di questa mattina mi sono ricordato in modo speciale di lei e adesso, giacché la divina
Provvidenza me ne dà occasione le faccio i miei più sinceri auguri, e quali? Che
S. Filippo lo infiammi dell’amore che aveva lui per Gesù, per le anime.
e adesso una gran carità, per amore di S. Filippo, il presente è un buonissimo uomo, ma tanto disgraziato, se lei si ricorda le ho parlato tempo fa per un
suo figlio ad un capitano mi pare orlandi
Guardi se può tornare alla carica ascolti questo uomo, le circostanze sono
[...] dio lo rimeriti. in domino.
Sac. J. Calabria
293
294
a. - PSdP doc. 8391/a.
a. - PSdP doc. 3118.
353
274
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
[Senza data295]
Mio caro Padre,
lo prego di accettare questo libretto, veda che potrà fare del bene specialmente alle anime unite in Comunità. in visceribus Christi, mi raccomando alle
di lei orazioni da poveretto sempre lo ricordo.
Sac. J. Calabria
275
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
[Senza data.296 1952?]
[dattiloscritto]
M. rev. Signore
la grazia di Gesù benedetto sia sempre con noi.
Mi permetto presentare questo opuscolo che mi ha fatto una viva impressione e che merita di essere meditato.
lo ha scritto un gigante dell’apostolato missionario, animatore di opere grandi a diffusione del regno di dio: il padre Manna testé passato al premio eterno.
a lui mi legava una antica amicizia: proprio un mese prima di morire mi
scriveva una bellissima lettera dal letto delle sue lunghe sofferenze, pregandomi di agitare il problema che per tanti anni aveva agitato lui.
295
296
a. - PSdP doc. 3104 [da dattiloscritto].
a. - PSdP doc.
354
l’ho ricevuto come testamento: «defuntus adhuc loquitur» e ci invita a
considerare la grande responsabilità che pesa su noi cristiani riguardo all’avvento del regno di dio.
le parole del Padre Manna ci spingono a venire alla pratica.
la parola di Gesù: «euntes, docete omnes gentes...» è un continuo monito
per noi cristiani.
Mi raccomando alla carità delle preghiere.
Sac. Giovanni Calabria
[Postilla autografa]
amato Padre, quanto mi sento unito, quanto ho bisogno di preghiere.
benedico tutta [la] vostra Comunità[?].
Sac. Calabria
276
don Giovanni Calabria a P. FiliPPo bardellini
negrar [Senza data297]
rev.mo e Caro Padre,
nel silenzio ai piedi del mio crocifisso penso a lei e con lei a tutte le sue
anime. Sono certo della carità delle sue orazioni. Gesù le dirà quanto, ma
quanto ne ho bisogno.
in C.J.
Sac. G. Calabria
297
a. - PSdP doc. n. classificato.
355
277
P. FiliPPo bardellini a don Giovanni Calabria
(senza data)298
amatissimo Padre,
ho ricevuto, la bella cubia di Colombi viaggiatori, bellamente commemorando la festa della Purificazione.
Grazie, mille grazie, ricordo delicatissimo e profondamente consolante.
Suo indegno ministro.
P. Filippo bardellini d.o.
298
a. - PCn doc. 368.
356
CorriSPonDenZa ePiStoLare
Con aLtre PerSone
(da considerarsi però rilevante dal punto di vista dei rapporti
G. Calabria - F. Bardellini)
278
P. FiliPPo bardellini a don lUiGi Pedrollo
verona 24-2-1945299
rev. don Pedrollo,
don Giovanni Calabria più volte gentilmente mi propose di andare col mio
istituto a nazareth. Fino ad ora mi sentivo tranquillo ma oggi che vedo qui a
verona questi continui bombardamenti massime nel nostro rione dei Filippini.
domanderei se, in carità, fosse ancora libero il posto di nazareth perché oggi
le mie sorelle della casa e le bambine sono troppo oppresse.
avrebbero anche disponibile un camion che potrà portare i materassi ed altre cose da far da mangiare.
Perdoni di tutto. la pregherei di una sua risposta.
dev. P. Filippo bardellini
299
a. - PCn doc. 436.
la lettera, come anche le altre riportate nei numeri successivi, anche se indirizzata a don luigi
Pedrollo, assistente Generale (cioè vicario) di don Calabria, e non a don Calabria, viene inserita
perché comunica interessanti aspetti relativi all’ospitalità offerta dalla Casa buoni Fanciulli, nell’ultimo periodo della seconda Guerra Mondiale.ad una parte di religiose ed assistiti dell’istituto di verona di Padre bardellini.
357
279
P. FiliPPo bardellini a don lUiGi Pedrollo
Ponton 2-3-1945300
rev. don luigi,
non ho parole per esprimere la mia riconoscenza, era giunto il tempo dell’esodo, prima fu Provvidenziale fossero tutti ai Filippini per spegnere i 20
spezzoni incendiari. tutta la parrocchia dei Filippini doveva essere una fornace
ed invece grazie a dio abbiamo rimediato abbastanza.
ora vi sono due gruppi uno ai Filippini e l’altro a nazareth e questa fu una
separazione spontanea e provvidenziale perché v’erano due partiti in una stessa
casa ed ora sono separati.
lasciamoci condurre dalla divina Provvidenza. ora il mio superiore vuole
che rimanga a Ponton quando verrò a verona verrò a trovarla per tutte le pendenze.
vi lascio nei Sacratissimi Cuori di Gesù Maria Giuseppe.
Grazie, mille grazie.
dev.mo P. Filippo bardellini d.o.
300
a. - PCn doc. 437.
358
280
P. FiliPPo bardellini a don lUiGi Pedrollo
Ponton 14-3-1945301
rev. don luigi
da una parte ha ragione di meravigliarsi se non sono ancora venuto a nazareth per ringraziarla ma mi trovo in tali circostanze che di giorno e di notte non
posso lasciare queste ottanta creature che sperano in questa povera mia veste
ed è necessaria la mia voce per tenere alto il morale perché gli aereoplani passano ogni giorno e vanno ora a domegliara e sempre nella Chiusa.
Quì si prega, si soffre e si spera.
Godo tanto e poi tanto che le mie creature di verona siano a nazareth sotto la benedizione di don Calabria e sotto l’occhio vigile di don Pedrollo.
esse stanno meglio di noi e quindi maggiore il motivo di rimanere a Ponton
finché viene la pace. Mi saluterà e ringrazierà tanto il mio caro don Giovanni Calabria. vi lascio nei Sacratissimi cuori di Gesù Maria Giuseppe, suo povero servo
P. Filippo bardellini.
n.b. la nostra sorella Chiantore ricevette una lettera dalla sua sorella iolanda Chiantore che trovasi a Sarzana (la Spezia) in casa della sig.ra dalla riva,
madre di don antonio dalla riva, la quale da molto tempo non ha notizie del
suo figlio don antonio, scrisse più volte e non ebbe risposta. veda lei se si può
consolarla.
301
a. - PCn doc. 438.
359
281
P. FiliPPo bardellini a don lUiGi Pedrollo
Ponton, 21-3-1945302
[biglietto]
J.M.J. Ph.
rev. don luigi
non sò spiegarmi, ho mandato a vedere anche alla posta di domegliara, ma
la lettera di don Giovanni Calabria che voi mi avete recapitato a Ponton non è
ancora arrivata. temo molto che sia andata perduta. non sò cosa fare se scrivere a don Giovanni o meno, poiché se in quella egli mi avesse scritto qualche
cosa di importante io non posso saperlo.
temo che ci entri la coda del demonio.
vivamente vi ringrazio di tutto quello che fate al mio povero istituto. il Signore vi darà il centuplo e la vita eterna. vi lascio nei Sacratissimi Cuori di
Gesù Maria Giuseppe.
il vostro povero confratello.
P. Filippo bardellini d.o.
302
a. - PCn doc. 439.
360
282
P. FiliPPo bardellini a don lUiGi Pedrollo
verona 15-6-1945303
rev.mo Padre luigi
la buona luigia [...304] tutti gli ambienti sono gli stessi e come ebbe da che
dire a verona, così aveva da che dire a Ponton ed a volargne. vede i difetti degli altri e non può sopportarli mentre vita communis, maxima poenitentia.
la gran disgrazia di tanti consiglieri stà lì nel sentire una sola campana
mentre se si sentissero tutte due le campane le cose andrebbero meglio. Quando parla uno solo dipinge le cose come vuole lui ed allora lo si crede un santo,
quando invece viene in casa e si convive assieme, allora si capisce che dopo
tutto c’è la Marca di fabbrica.
Prima di entrare nel mio istituto, era sorella esterna delle orsoline di S. angela e mia sorella conosceva bene il suo temperamento. Pochi giorni fà la Superiora delle orsoline mi disse: Padre! non c’è più la luisa! Conosciamo bene
il suo temperamento, è sempre la luisa. È una creatura laboriosa quanto mai,
ha una salute ferrea. Se fosse sola farebbe un mare di bene ma se vive in comunità avrà sempre di che dire, ha un modo di ragionare tutto suo proprio.
bisognerebbe che si fidasse di chi la conosce e andasse avanti senza ragionamenti.
Se il Signore le ispira di riceverla nella Casa buoni Fanciulli, sia benedetto
dal Signore. ecco il mio povero dire.
lo lascio nei S.S. Cuori di Gesù Maria Giuseppe. vivamente lo ringrazio
dell’immenso bene fatto al mio povero istituto massime lassù a nazareth.
Sono il vostro povero servo
P. Filippo bardellini d.o.
303
304
a. - PCn doc. 440.
il cognome è stato omesso per ragioni di privacy.
361
283
P. FiliPPo bardellini a don lUiGi Pedrollo
Ponton, 28-5-1953305
J.M.J. Ph.
rev. don luigi
non so in che stato siano le pagelle dello Spirito Santo. Se facciamo in tempo giova infine un piccolo indirizzo ad esempio «deficenti - Ponton (verona)»
così se qualcuno volesse altre copie poter sapere dove dovesse indirizzarsi.
la Pastorale del nostro vescovo è riuscita bene, ricevetti solo una ventina di
libretti, in tutto quanti saranno? mandarli ai Filippini che poi le sorelle penseranno a mandarli a Ponton. Spero che don Giovanni stia meglio, ringrazio della
cartolina per il mio compleanno.
Sono in corde Jesu Mariae
suo indegno
P. Filippo bardellini d.o.
305
a. - PCn doc. 441/a.
362
284
P. FiliPPo bardellini a don lUiGi Pedrollo
Ponton 26-6-1953306
J.M.J. Ph.
Deo gratias et Mariae
rev. don Pedrollo
ieri sera ho ricevuto anche i libretti dello Spirito Santo, grazie mille di tutto
quello che avete fatto ed il buon dio vi benedirà.
Circa lo Spirito Santo non ci siamo mica intesi - io intendevo una pagella di
otto pagine come vi diedi il modello vi includo la vecchia di sei pagine.
Come sta don Giovanni... la grande vittima riparatrice per i peccati miei ecc.
Me lo saluti tanto.
Suo indegno servo
P. Filippo bardellini d.o.
306
a. - PCn doc. 441/b.
363
285
P. FiliPPo bardellini ad Una reliGioSa307
Ponton 2-4-1945308
rev.da Suor Gabriella,
il Signore mi ha purificato a volargne dove tutto fu annientato e poi 20 vittime, però don Giovanni, il giorno dopo applicando la S. Messa per loro disse
poi al [Sonicati?]. non mi è mai capitata una cosa simile, durante la S. Messa
si aperse il Cielo e vidi le vittime di P. Filippo che erano tutte allegre e mi dissero siamo andate in Paradiso, prima del tempo. Questo mi consola tanto.
a verona i Padri Filippini perdettero Chiesa, oratorio e rovinato anche S.
Pietro e sinistrato il convento. le orsoline furono colpite in due parti, la stanza
dove era morta mia sorella non c’è più. la sig.ra dirce è fuori di città. le Sorelle e bambine di verona sono caritatevolmente raccolte a nazareth da don
Giovanni.
io mi trovo a Ponton con 90 persone dove si soffre e si prega. Speriamo nel
buon dio che venga presto la pace.
ora si vede che cosa sanno fare gli uomini senza dio, ma vedremo cosa saprà fare dio senza gli uomini.
l’amore non è amato.
Grazie delle vostre preghiere.
Sono il povero
P. Filippo bardellini d.o.
307
308
Questa lettera di P. bardellini, che è indirizzata ad una religiosa e non a don Calabria, viene inserita in quanto riferisce un episodio significativo che riguarda la visione di don Giovanni Calabria relativi alle vittime della Casa di volargne di P. bardellini.
a. - PCn doc. 442.
364
biblioGraFia
San Giovanni CaLabria
Fonti
1) SCritti eDiti Di Don G. CaLabria
a - articoli
Rivista del Clero Italiano
G. Calabria, Apostolica vivendi forma, in Rivista del Clero Italiano, 1 (1946) 1-4.
G. Calabria, Torniamo alle sorgenti, in Rivista del Clero Italiano, 1 (1947) 3-5.
G. Calabria, Sfogo dell’anima, in Rivista del Clero Italiano, 1 (1948) 3-14.
G. Calabria, Anno Santo anno di santificazione in Rivista del Clero Italiano,
8 (1949) 309-315.
G. Calabria, Un problema urgente. Viribus unitis, in Rivista del Clero Italiano,
3 (1950) 91-94.
G. Calabria, Il sacerdote “Homo Dei”, in Rivista del Clero Italiano, 12
(1950) 478-483.
G. Calabria, La storia del nostro tempo (diagnosi e rimedi), in Rivista del
Clero Italiano, 7 (1952) 273-279.
G. Calabria, Un’iniziativa concreta, in Rivista del Clero Italiano 2 (1953)
66-67.
G. Calabria, Il falso misticismo, in Rivista del Clero Italiano 3 (1953) 117-121.
G. Calabria, Divino censimento, in Rivista del Clero Italiano 8 (1953)
394-398.
G. Calabria, Confidite...! Abbiate fiducia!, in Rivista del Clero Italiano, 11
(1953) 546-550.
Settimana del Clero
G. Calabria, Giornata di santificazione sacerdotale. Santità sacerdotale, in
Settimana del Clero, 23 (1947) 1.
G. Calabria, “4 giugno 1948. Giornata di Santificazione sacerdotale”, in Settimana del Clero (maggio 1948).
G. Calabria, Il miglior antidoto contro la nicotina: la carità, in Settimana del
Clero, 29 (1949) 1.
367
G. Calabria, Ego pro eis sanctifico me ipsum!, in Settimana del Clero, 30
(1949) 1.
G. Calabria, Vivi la tua vocazione, in Settimana del Clero (dicembre 1952).
G. Calabria, Ricordo di P. Manna, in Settimana del Clero 11 (1953) 2.
G. Calabria, Un problema: la S. Messa nei giorni feriali nei collegi tenuti dai
sacerdoti e religiosi, in Settimana del Clero 44 (1953) 3.
Charitas. Bollettino Mensile Rosminiano
G. Calabria, Appello al clero italiano per una miglior conoscenza di A. Rosmini, in Charitas. Bollettino Rosminiano Mensile, 5 (1949) 144-150.
G. Calabria, Lettera del 25/12/49, in Chritas. Bollettino Rosminiano Mensile,
2 (1950) 57-58.
G. Calabria, Un autorevole parola d’incoraggia-mento, in Charitas. Bollettino
Rosminiano Mensile, 12 (1951) 378-381.
Altre Riviste
G. Calabria, Il Sangue di Gesù, in Tabor, 1 (1947) 19-22.
G. Calabria, Fronte cattolico. Risposta di Don Calabria, in La Rocca, 1 (1948).
G. Calabria, Ut omnes unum sint, in Fides, 7 (1948) 181-187.
G. Calabria, Non nominare il Nome di Dio invano, in La Crociata 489 (1949) 1.
G. Calabria, L’orrendo peccato, in La Crociata 491 (1949) 2-3.
G. Calabria, Appello al Clero ed ai cattolici italiani per la causa di Rosmini,
in Azione Francescana Sociale, 10 (1949) 641-644.
G. Calabria, È necessario continuare la strenua battaglia del P. Manna, in Le
Missioni Cattoliche, 3 (1953) 43-45.
G. Calabria, Il Vangelo è Lui!, in Vita Pastorale, 8/9.
G. Calabria, Alle anime consacrate a Dio nella vita religiosa, in Ancilla
Domini, 19 (1953) 1.
G. Calabria, La santità sacerdotale, in Rivista di Vita Spirituale, 4 (1953)
349-353.
G. Calabria, Appello alla santità del catechista, in Rivista del Catechismo (settembre 1953.
G. Calabria, Consacrare i fanciulli a Maria, in Rivista del Catechismo 1
(1954) 49-50.
b - opuscoli
G. Calabria, Medico sublime missione, Scuola tip. vescovile Casa buoni
Fanciulli, verona 1949, pp. 16.
G. Calabria, Urge meditare. Opportune riflessioni per l’ora che volge, Scuola
tip. vescovile Casa buoni Fanciulli, verona 1953, pp. 26.
368
G. Calabria, Il dolore alla luce della fede, Scuola tip. vescovile Casa buoni
Fanciulli, verona 1953, pp. 12.
G. Calabria, Una statistica. Un grave problema da meditare, Scuola tip.
vescovile Casa buoni Fanciulli, verona 1953.
C - epistolari editi e Lettere
ConGreGazione Poveri Servi della divina Provvidenza, Lettere del Padre
Don Giovanni Calabria ai suoi Religiosi, Ferrara 1956, pp. 429.
ConGreGazione Poveri Servi della divina Provvidenza, La parola del Padre
alle Sorelle, verona 1958, pp. 167.
ConGreGazione Poveri Servi della divina Provvidenza, La parola del Padre
ai Novizi, verona 1958 pp. 216.
G. Calabria - C.S. lewiS, Una gioia insolita. Lettere tra un prete cattolico e
un laico anglicano, a cura di l. Squizzato, Milano 1995, pp. 307.
Ti chiamerai Stanislao. Lettere di don Giovanni Calabria a don Stanislao
Pellizzer, a cura di l. Piovan, verona 1997, pp. 403.
Ai miei cari novizi. Lettere di don Giovanni Calabria ai Novizi e agli Aspiranti a cura della delegazione italiana Poveri Servi della divina Provvidenza, verona
1999, pp. 195.
Giovanni Calabria - ildeFonSo SChUSter - Le Lettere - introduzione di i. biffi,
Milano 2000, pp. 250.
l. Piovan - M.P. PelloSo (a cura di), Shalòm Beatrice. Lettere di una “medichessa” ebrea a un santo, roma 2000, pp. 160.
Don Giovanni Calabria scrive a don “Bepo” Girelli, a cura di a. Molinaroli,
Porto di legnago (verona) 2000, pp. 72.
Miei amatissimi Fratelli. Lettere di don Giovanni Calabria ai suoi religiosi a cura della delegazione italiana Poveri Servi della divina Provvidenza, verona
2001, pp. 615.
D - antologie di scritti
La parola del Padre, Scuola tip. vescovile Casa buoni Fanciulli, verona,
1948.
Parole del Padre (ai giovani “buoni Fanciulli”), Casa buoni Fanciulli, Costozza
(vicenza), 1954.
369
e - opere attribuibili a don Calabria
Apostolica vivendi forma, Collana ora decisiva, verona 1945, pp. 206.
Amare, Collana ordine nuovo, verona 1946, pp. 276.
Perché non scenda la notte sul mondo, Collana ordine nuovo, verona 1950,
pp. 238.
Instaurare omnia in Christo, Collana ora decisiva, verona 1952, pp. 242.
2) SCritti ineDiti Di Don CaLabria
G. Calabria, Laus Deo [1911-1916], archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Laus Deo Deiparae [1916-1919], archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Dopo la mia morte al P. Natale [1919-1923], archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Personale e secreti [1924-1930], archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Rendiconto - Diario [1930-1935], archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Mio Diario [1935-1939], archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Mio Diario [1939-1942], archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Diario [1942-1947], archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Mio Diario [1947-1953], archivio P.S.d.P. - verona.
G. Calabria, Diario [1953-1954], archivio P.S.d.P. - verona.
nell’archivio della Congregazione dei Poveri Servi della divina Provvidenza di
verona si conservano molte lettere, alcuni predicabili, scritti di circostanza, e vari,
in originale o in copia, che attendono un lavoro di trascrizione critica per una
eventuale pubblicazione.
aLtre Fonti
Costituzioni della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, verona 1932, pp. 97.
Costituzioni della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, verona 1949, pp. 167.
Costituzioni della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, verona 1992, pp. 216.
SaCra ConGreGatio Pro CaUSiS SanCtorUM, Veronen. beatificationis et canonizationis Servi Dei Joannis Calabria sacerdotis fundatoris congregationum Paupe-
370
rum Servorum ac Pauperum Servarum Divinae Provvidentiae, Positio super virtutibus, roma 1984, pp. 1-136; 1-685.
SaCra ConGreGatio Pro CaUSiS SanCtorUM, Veronen. beatificationis et canonizationis Servi Dei Joannis Calabria sacerdotis fundatoris congregationum Pauperum Servorum ac Pauperum Servarum Divinae Provvidentiae, Vota censorum
theologorum super Servi Dei scriptis, roma 1966, pp. 118.
l. adaMi, Il Servo di Dio don Giovanni Calabria, stampato inedito - archivio
P.S.d.P. - verona.
d. deSenzani, Memorie, dattiloscritto - archivio P.S.d.P. - verona.
l. Pedrollo, Cronistoria della Casa Buoni Fanciulli dall’anno 1929 al 1954, ms.
- archivio P.S.d.P. - verona.
L’Amico dei Buoni Fanciulli, Periodico dell’opera don Calabria: anni 1930-1954.
StuDi vari
a - biografie di don Giovanni Calabria
G. FaCCo, Don Calabria: Servo di Dio e servo dei poveri, Padova 1978, pp. 174.
o. FoFFano, Don Giovanni Calabria, verona 1958 (v ediz. verona 1981, pp.
391).
o. FoFFano - d. Gandini, Per la speranza degli uomini. Vita di don Giovanni
Calabria - Genova 1999, pp. 323.
M. Gadili, San Giovanni Calabria. Biografia ufficiale, Milano 1999, pp. 423.
G. GeCChele, Biografia spirituale del Servo di Dio Don Giovanni Calabria,
verona 1977, pp. 237.
r. lodetti, I fioretti di Don Calabria. Episodi, fatti, incontri, dialoghi, roma
1994, pp. 304.
G. lUbiCh - P. lazzarin, Don Calabria. Una carità a tutto campo, roma
1987, pp. 224.
P. Graziano della Madre di dio (G. PeSenti), Profilo biografico di Don
Giovanni Calabria, venezia 1958, pp. 136.
G. PeSenti, Don Giovanni Calabria, Vangelo vivente, verona 1988, pp. 307.
P.C. riGhini, Don Giovanni Calabria. È urgente tornare al Vangelo, Milano
1987, pp. 126.
Sono state omesse le citazioni di alcune biografie di carattere strettamente divulgativo.
371
b - Studi, articoli, e pubblicazioni di interesse calabriano
aa.vv., Don Giovanni Calabria (1873-1954) - Tra memoria storica ed attualità, in Bollettino dell’Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in
Italia, 2 (2000), pp. 127-214.
d. bettoni - i. bozzini, Venanzio Bini sacerdote mantovano accanto a san
Giovanni Calabria, tra Cronaca e storia, roma 2000.
d. ChiaFFoni, “Il sacerdote” nel pensiero e nella vita di san Giovanni Calabria, in Studi Calabriani 5, ediz. ii: verona 2002.
G. Cordioli, S. Giovanni Calabria e Nazareth: la rinascita, in l. roGnini,
Santa Maria di Nazareth in Verona. Nella storia, nella poesia, nell’arte, verona 2002, pp. 131-160.
P. CUneGatti, «Il vostro Padre sa...» Breve profilo della spiritualità Calabriana,
in Studi Calabriani 6, verona 2001.
M. Gadili - G. Perazzolo, Una Casa per “Incontri d’anime”. S. Giacomo di
Vago: le origini di un progetto, S. Giacomo di vago (verona) 2001.
M. GalziGnato, “Cercare la verità su Rosmini...”. La voce di San G. Calabria per Antonio Rosmini, in Studi Calabriani 7, ii ediz.: verona 2002.
G. Gatto, Il cammino di santità di don Giovanni Calabria, in Studi Calabriani
4, verona 1999.
G.P. MarChi, Il riconoscimento di una paternità spirituale. Don Zeno Saltini e
Don Giovanni Calabria, in aa.vv, Don Zeno e Nomadelfia. Tra società civile
e società religiosa, a cura di M. Guasco e P. trionfini, brescia 2001, pp. 75-94.
S. Marina, Con la forza dell’amore. Educare alla maniera di don Calabria, in
Studi Calabriani 3, verona, 1999.
b. MaGGioni - G.C. Mattelini, “Abbà o patér”. Don Calabria testimone della
paternità di Dio, in Studi Calabriani 2, verona 1998.
d. Mondrone, Una gemma del clero italiano: Don Giovanni Calabria, in La
Civiltà Cattolica, Quad. 2509 (1955) 37-52.
d. Mondrone, Colligite fragmenta. Lettere di Don Giovanni Calabria, in La
Civiltà Cattolica, Quad. 2576 (1957) 167-170.
d. Mondrone, Don Giovanni Calabria e i Fratelli separati, in La Civiltà Cattolica, Quad. 2746 (1964) 344-353.
d. Mondrone, Don Giovanni Calabria, umile e dolcissimo strumento della
Provvidenza, in La Civiltà Cattolica, Quad. 3107 (1979) 441.
G. Perazzolo, Momenti di storia della Congregazione Religiosa dei Poveri
Servi della Divina Provvidenza: evoluzione giuridica (dagli inizi al 1932), in
Studi e documenti di storia e liturgia VIII/1, verona 1994, pp. 179.
G. Perazzolo, Momenti di storia della Congregazione Religiosa dei Poveri
Servi della Divina Provvidenza: evoluzione giuridica (1932-1949), in Studi e
documenti di storia e liturgia VIII/2, verona 1993, pp. 129.
372
G. Perazzolo, Il colle di S. Zeno in Monte e l’Istituto Don Calabria, verona
1999, pp. 162.
G. PeSenti, Storia di una integrazione affettiva: Natale Fadda e Giovanni
Calabria, venezia 1974, pp. 103.
l. Piovan, Calabria Giovanni, in Bibliotheca Sanctorum: Prima Appendice,
roma 1987, coll. 236-238.
P.C. riGhini, Don Calabria e i carcerati, roma 1982, pp. 58.
e. Santi (a cura di), Don Giuseppe Girelli pellegrino di speranza. Epistolario Cologna veneta 2001, pp. 101.
C. SeMPreboni, Don Giovanni Calabria e il sacerdozio, verona 1979, pp. 35.
l.M. verzÈ, Due Amici Profeti, Card. Schuster - Don Calabria, Milano 1988,
pp. 111.
l.o. zinaGhi, Calabria Giovanni Oreste, in Dizionario degli Istituti di Perfezione, vol. i, roma 1974, coll. 1698-1702.
l.o. zinaGhi, Povere Serve della Divina Provvidenza, in Dizionario degli Istituti di Perfezione, vol. vii, roma 1983, coll. 214-215.
l.o. zinaGhi, Poveri Servi della Divina Provvidenza, in Dizionario degli Istituti di Perfezione, vol. vii, roma 1983, coll. 242-244.
dall’anno 2000 viene pubblicata semestralmente la “Rivista di studi calabriani”, che presenta vari contributi sulla storia e spiritualità di San Giovanni
Calabria e dell’opera don Calabria.
373
P. FiLiPPo barDeLLini
Fonti
1) SCritti eDiti Di P. barDeLLini
a - Libri ed opuscoli
F. bardellini, Della devozione a Maria SS., nella collana L’Ape nel giardino
dei Santi, vicenza 1941.
F. bardellini, Dell’amore alla nostra perfezione, nella collana L’Ape nel
giardino dei Santi, verona 1942.
F. bardellini, Le apparizioni della Madonna dei Poveri a Marietta di Banneux - Fatima: il Rosario meditato, nella collana L’Ape nel giardino dei Santi,
vicenza 1944.
F. bardellini, La nostra grande Giuditta, nella collana L’Ape nel giardino dei
Santi, vicenza 1947.
F. bardellini, La bomba atomica e la Potenza di Dio, nella collana L’Ape nel
giardino dei Santi, vicenza 1949.
F. bardellini, Alle anime riparatrici, nella collana L’Ape nel giardino dei
Santi, vicenza 1950.
F. bardellini, L’unità dei cristiani e la Vergine della Rivelazione alle tre Fontane, nella collana L’Ape nel giardino dei Santi, vicenza 1950.
F. bardellini, La speranza cristiana. Lettera pastorale di Sua Ecc.za Mons.
Girolamo Cardinale Vescovo di Verona, verona 1953.
F. bardellini, In te, Domine, speravi, verona 1979.
F. bardellini, Umiltà. Meditazione di P. Filippo Bardellini Servo di Dio, iii
ediz., verona 1978.
F. bardellini, Virtù difficili. Meditazione di P. Filippo Bardellini Servo di
Dio, verona 1982.
F. bardellini, La potenza di Dio, Ponton (verona) 1986 - ristampa.
375
b - antologie di scritti
P. Filippo la pensava così. A ricordo della solenne chiusura del Processo di
Canonizzazione del Servo di Dio, Ponton (verona) 1989.
2) SCritti ineDiti Di P. barDeLLini
Gli originali di lettere, predicabili e documenti vari sono presenti nell’archivio
delle Poverette della Casa di nazareth di Ponton di domegliara.
Sono per altro stati trascritti in occasione del Processo di Canonizzazione ed ordinati in raccoglitori.
aLtre Fonti
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis et canonizationis servi Dei Philippi Bardellini sacerdotis Congregationis Oratorii fundatoris
Piae Societatis Paupercularum a Domo Nazarethana (1878-1956) Positio super
virtutibus, roma 1994.
SaCra ConGreGatio de CaUSiS SanCtorUM, Veronen. Beatificationis et canonizationis servi Dei Philippi Bardellini sacerdotis Congregationis Oratorii fundatoris
Piae Societatis Paupercularum a Domo Nazarethana (1878-1956) Summarium super dubio, roma 1994.
bollettino semestrale: Padre Filippo oggi. Periodico semestrale dell’Istituto “Poverette della Casa di Nazareth”.
StuDi vari
a - biografie di p. Filippo bardellini
M. dell’aGnolo, Profilo storico del Padre Filippo Bardellini e delle sue opere,
verona 1966.
376
i. SilveStrelli, “don Scarpassa...”. Meditazione su p. Filippo Bardellini Servo
di Dio, Gargagnago (verona) 1981.
G. CaPPelletti, Padre Filippo Bardellini servo degli ultimi, Milano 1986.
b - Studi, articoli, e pubblicazioni varie
iStitUto Poverette della CaSa di nazareth, Celebrazioni commemorative
del 1° Centenario della nascita di Padre Filippo Bardellini d.O., Ponton (verona) 1978.
l. veCChiato, Rievocazione di Padre Filippo Bardellini, verona 1978.
aa.vv., Padre Filippo oggi, numero unico: verona 2002.
P.l. FaCChin, Padre Filippo Bardellini, in Un rione nell’Adige. Tempi, luoghi
e figure ai Filippini, verona 1998.
P. Calliari, Sorelle Poverette della Casa di Nazareth, in Dizionario degli Istituti di perfezione, diretto da G. Pelliccia (1962-1968) e da G. C. rocca (1969),
vol.iii, roma 1988, coll. 1918-1919.
377
indiCe
PreSentazione
5
FratreS in UnUM
9
San Giovanni Calabria (1873-1954)
Cenni biografici
Fondazioni assistenziali - educative, e religiose:
Poveri Servi della divina Provvidenza e
Povere Serve della divina Provvidenza
P. FiliPPo bardellini d.o. (1878-1956)
Cenni biografici
Fondazioni religiose del p. bardellini:
Congregazione Poverette della Casa di nazareth
11
11
15
29
29
35
raPPorti PerSonali
41
aSPetti della SPiritUalitÀ
CoMUni ai dUe Servi di dio
50
devozioni teoloGiChe
Spirito di abbandono alla divina Provvidenza
- Cenni storici
- San Giovanni Calabria
- P. Filippo Bardellini
devozioni CriStoloGiChe
Pietà eucaristica
- Cenni storici
- San Giovanni Calabria
- P. Filippo Bardellini
54
54
54
56
59
61
61
61
63
67
379
devozione al Sacro Cuore
- Cenni storici
- San Giovanni Calabria
- P. Filippo Bardellini
68
68
71
74
Culto del Preziosissimo Sangue
- Cenni storici
- San Giovanni Calabria
- P. Filippo Bardellini
76
76
79
81
altre devozioni
la devozione a Maria Santissima
- Cenni storici
- San Giovanni Calabria
- P. Filippo Bardellini
SPiritUalitÀ vittiMale
83
83
83
86
90
- Cenni storici
- San Giovanni Calabria
- P. Filippo Bardellini
93
93
96
98
ePiStolario bardellini - Calabria
101
Caratteristiche e coordinate cronologiche dell’epistolario
101
i temi dell’epistolario
102
ePiStolario (edizione diplomatica)
109
biblioGraFia
365
380
San Giovanni Calabria
367
P. Filippo bardellini
375
Finito di stampare nel mese di aprile 2002
dalla
Tipolitografia don Calabria - VERONA