La Macroeconomia:gli obiettivi di politica economica e Monetaria

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La Macroeconomia:gli obiettivi di politica economica e Monetaria
La Macroeconomia:gli obiettivi di
politica economica e Monetaria
a cura di Claudio Picozza
testo consigliato : Krugman Wells Olney,
l’essenziale di economia, Zanichelli, 2008
1
MACROECONOMIA
Macroeconomia: studia le dinamiche del sistema economico nel suo
complesso: andamento del prodotto aggregato, livello generale dei prezzi e
dell’occupazione, livello generale delle retribuzioni, scambi tra paesi, ecc.
Politica macroeconomica: lo Stato può svolgere un ruolo importante a livello
macro, soprattutto per stabilizzare le fluttuazioni di breve periodo e per
contrastare gli shock negativi che colpiscono l’economia.
Politica fiscale: controllo della spesa pubblica e dell’imposizione fiscale
Politica monetaria: controllo dei tassi di interesse e della quantità (Q) di
moneta
Il risultato aggregato prodotto da molteplici decisioni individuali può essere
molto diverso da ciò che ognuno intendeva produrre: il comportamento
dell’economia aggregata NON è uguale alla somma delle azioni
individuali e dei risultati di mercato.
2
CICLO ECONOMICO
“Fluttuazione dell’attività economica globale
caratterizzata dalla simultanea espansione
o contrazione della produzione
della maggior parte delle industrie”
(Samuelson)
3
CICLO ECONOMICO
Ciclo economico: alternarsi nel breve periodo di fasi di flessione
(recessioni) e di crescita (espansioni)
Recessione: fase di flessione economica in cui produzione e
occupazione diminuiscono. Convenzionalmente, una economia è in
recessione se la produzione aggregata, misurata dal PIL, diminuisce
per almeno due trimestri consecutivi.
Depressione: flessione economica grave e prolungata.
Espansione (o ripresa): fase di crescita economica in cui produzione e
occupazione aumentano.
4
TASSI DI CRESCITA E LIVELLI
Il tasso di crescita del PIL reale
(ossia depurato dell’effetto
prodotto dalla variazione dei
prezzi) ci dice di quanto varia
percentualmente
il
PIL
nell’unità di tempo (anno)
Il livello del PIL reale ci
fornisce il valore assoluto del
PIL espresso in una unità di
misura (ad esempio, miliardi
di dollari del 2000)
5
CONTROLLARE IL CICLO ECONOMICO
Politiche di stabilizzazione: misure di politica economica attuate per
ridurre la gravità di una recessione o per rallentare un’espansione troppo
rapida (che, come vedremo, può produrre tensioni inflazionistiche).
Si basano principalmente su:
Politica monetaria: agisce sulla quantità di moneta in circolazione e/o
sui tassi di interesse per frenare la domanda monetaria dell’economia
Politica fiscale: agisce sull’imposizione fiscale e/o sulla spesa pubblica.
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INFLAZIONE
Tasso di inflazione: variazione percentuale annua del livello generale dei prezzi.
La misura nominale di una variabile economica non tiene conto della
variazione dei prezzi nel tempo: se un anno produco un computer e lo
vendo al prezzo di 10, il valore nominale della produzione è 10; se l’anno
dopo produco un computer e lo vendo al prezzo di 20, il valore nominale
della produzione è raddoppiato, ma ho prodotto sempre lo stesso
ammontare di beni.
La misura reale viene aggiustata per tenere conto della variazione dei
prezzi: nell’esempio precedente il valore della produzione in termini reali
rimane costante (1 computer).
Livello generale dei prezzi: misura sintetica del livello complessivo dei prezzi
di tutti i beni e servizi finali prodotti nell’ economia. Come vedremo, per
misurarlo si usa in genere l’indice dei prezzi al consumo (IPC) o il deflatore del
PIL.
Inflazione: un livello generale dei prezzi crescente. Deflazione: un livello
generale dei prezzi decrescente. Stabilità dei prezzi: situazione in cui il livello
generale dei prezzi varia lentamente.
7
INDICATORI DEL CICLO ECONOMICO
PIL e PNL
PRODUZIONE INDUSTRIALE
FATTURATO e ORDINATIVI
BUSINESS SENTIMENT
INDICATORI DEL MERCATO DEL LAVORO
(occupazione, disoccupazione, tasso di
occupazione e di disoccupazione, ecc.)
VENDITE AL DETTAGLIO
ATTESE DEI CONSUMATORI
INDEX OF LEADING ECONOMIC INDICATORS
8
INDICATORI E CICLO ECONOMICO
Coincident indicators: si muovono come il ciclo economico
¾ Manufacturing and trade sales
¾ Employees on non-agricultural payrolls
¾ Industrial production
¾ Personal income minus transfer payments
Lagging indicators: seguono il ciclo economico
¾ Average duration of unemployment
¾ Inventories to sales ratio, manufacturing and trade
¾ Change in labor cost per unit of output, manufacturing
¾ Average prime rate
¾ Commercial and industrial loans
¾ Consumer installment credit to personal income ratio
¾ Change in consumer price index for services
Leading indicators: anticipano il ciclo economico
9
INDICATORI DI INFLAZIONE
PREZZI AL CONSUMO
NIC: intera collettività;
FOI: famiglie di operai ed impiegati;
IAPC: indice armonizzato europeo.
PREZZI ALLA PRODUZIONE
PREZZI PRATICATI DAI GROSSISTI
RETRIBUZIONI
COSTO DEL LAVORO
10
LA FORMAZIONE DEL
PRODOTTO INTERNO LORDO
(PIL)
11
CONTABILITA’ NAZIONALE E
CONTI ECONOMICI NAZIONALI
La Contabilità Nazionale è rappresentata da “l'insieme di tutti i
conti economici che descrivono l'attività economica di un Paese o
di una circoscrizione territoriale.” (www.istat.it - glossario)
I Conti Economici Nazionali sono a loro volta definiti come:
“(un insieme di) quadri sintetici delle relazioni economiche che
si hanno tra le differenti unità economiche di una data
comunità in un determinato periodo. Essi riportano, in un certo
ordine, le cifre relative alla situazione economica del paese, sulle
risorse disponibili e sul loro uso, sul reddito che si è formato e
sulle sue componenti, sul processo di accumulazione e sul suo
finanziamento, sulle relazioni con il resto del mondo e su altri
fenomeni” (www.istat.it - glossario)
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IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI
L’ARTICOLAZIONE DEI CONTI
Il sistema dei conti economici nazionali prevede tre tipi di
conti:
1. I conti correnti che rappresentano la formazione del
prodotto, la generazione del reddito e la sua
distribuzione, nonché l’utilizzazione del reddito per il
consumo finale.
2. I conti dell’accumulazione del capitale che descrivono
le variazioni della ricchezza nazionale ottenute
registrando le modifiche del valore delle attività e passività
nel periodo oggetto di indagine.
3. I conti patrimoniali che illustrano la posizione
patrimoniale nazionale netta sotto forma di stock.
13
IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI
SETTORI ISTITUZIONALI:
a)
Società e quasi società non finanziarie (es. Imprese)
b)
Società finanziarie (es. Intermediari finanziari, Imprese
assicuratrici)
c)
Amministrazioni pubbliche
d)
Istituzioni sociali private al servizio delle famiglie (es.
Associazioni)
e)
Famiglie (imprese individuali e famiglie consumatrici)
f)
Il resto del mondo
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IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI
UNITÀ ECONOMICHE
Settore Istituzionale
(a) Società e quasi società non finanziarie
(b) Società finanziarie
(1) Intermediari finanziari
(2)Società assicurative
(c) Amministrazioni pubbliche
(d) Istituz. sociali private al servizio di famiglie
(e) Famiglie
(1) Produttrici
(2) Consumatrici
Funzione Principale
Produzione AccumulazioneFinanziamento Assicurazione
X
X
X
X
X
X
X
X
Consumo
Redistribuzione
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Risorse Principali
Settore Istituzionale
(a) Società e quasi società non finanziarie
(b) Società finanziarie
(1) Intermediari finanziari
(2)Società assicurative
(c) Amministrazioni pubbliche
(d) Istituz. sociali private al servizio di famiglie
(e) Famiglie
(1) Produttrici
(2) Consumatrici
Redditi da
capitale impresa
X
Imposte e
contributi
sociali
Trasferimenti
Redditi misti
Redditi da
lavoratori
dipendente
Prestazioni
sociali
X
X
X
X
X
X
X
15
IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI
CONTI CORRENTI: IL CONTO DELLA PRODUZIONE
A) Conto della produzione: Prodotto interno lordo e Prodotto
interno netto
Lo scopo di questa sezione è di giungere alla misurazione del
Prodotto interno del paese, al lordo o al netto degli
ammortamenti.
Il prodotto interno corrisponde al valore aggiunto creato
dai fattori produttivi operanti all’interno del paese.
Il valore aggiunto è misurato come differenza fra il valore
della produzione totale e il valore dei beni intermedi
utilizzati
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IL VALORE AGGIUNTO
Il processo produttivo è un processo interdipendente,
interdipendente risultato di unità
produttive indipendenti finalizzato alla produzione dei beni finali
Gli scambi tra unità produttive - prodotti destinati alla produzione corrente sono scambi di beni intermedi
Gli scambi con unità non produttive - prodotti non destinati alla produzione
corrente - sono scambi di beni finali
Il valore del bene finale - valore del prodotto e valore della spesa corrisponde al valore aggiunto di tutte le unità produttive che partecipano
alla sua produzione - valore del reddito
VA = valore delle vendite – valore dei beni intermedi
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IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI
CONTI CORRENTI: IL CONTO DELLA PRODUZIONE
35
VALORE AGGIUNTO
30
VALORE AGGIUNTO
20
COSTO DEI BENI INTERMEDI
15
10
VALORE AGGIUNTO
VALOERE
DEL BENE
FINALE
COSTO DEI BENI INTERMEDI
25
COSTO DEI BENI INTERMEDI
ESTRAZIONE
RAFFINAZIONE
Metodo A:
VA = Valore aggiunto
VAEstrazione +VARaffinazione + VADistribuzione
Produzione =
15
DISTRIBUZIONE
=
5
+
5
+
5
Il valore di ciascun bene o servizio utilizzo utilizzato nel corso del processo
produttivo viene conteggiato come costo nello stadio produttivo successivo.
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IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI
CONTI CORRENTI: IL CONTO DELLA PRODUZIONE
35
VALORE AGGIUNTO
30
25
20
VALORE AGGIUNTO
COSTO DEI BENI INTERMEDI
15
10
VALORE AGGIUNTO
VALOERE
DEL BENE
FINALE
COSTO DEI BENI INTERMEDI
COSTO DEI BENI INTERMEDI
ESTRAZIONE
RAFFINAZIONE
Metodo B:
DISTRIBUZIONE
II = Costo dei beni intermedi
Produzione =Valore del bene finale - IIEstrazione -IIRaffinazione –IIDistribuzione
15
=
35
-
10
-
5
-
5
Per ottenere il valore della produzione si detrae dal valore del bene finale
il costo dei beni intermedi utilizzati durante le varie fasi produttive.
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IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI NAZIONALI
CONTI CORRENTI: IL CONTO DELLA PRODUZIONE
CONTO DELLA PRODUZIONE
Valore della produzione ai prezzi base
+
Imposte indirette
contributi alla produzione
=
Valore della produzione ai prezzi di
mercato
Valore dei beni intermedi utilizzati nel
processo produttivo
=
Prodotto Interno Lordo
Ammortamenti
=
Prodotto Interno Netto
20
PRODOTTO INTERNO LORDO (PIL)
Valore dei beni e servizi prodotti all’INTERNO di
un’economia, in un determinato periodo di tempo,
senza considerare la nazionalità dei produttori.
Si ottiene calcolando il Valore Aggiunto di tutti i
settori dell’economia, compreso il settore
pubblico.
Periodicità trimestrale
www.istat.it
21
L’identità PRODOTTO ≡ REDDITO ≡ SPESA
PIL: valore di tutti i beni e servizi FINALI (comprende beni capitali, immobili
nuovi e variazione delle scorte) prodotti da un sistema economico in un
periodo di tempo (anno). I beni intermedi si escludono per evitare
duplicazioni. Deve anche essere uguale (ricorda che Somma totale flussi in
uscita = Somma totale flussi in entrata):
al flusso monetario in ENTRATA delle imprese nazionali a fronte della vendita nei
mercati dei beni/servizi, ossia alla SPESA AGGREGATA per beni/servizi al
netto delle importazioni (spesa che esce dai confini nazionali): PIL = C + I +
G + (X – IM)
al flusso di fondi in USCITA dai mercati dei beni/servizi a favore dei mercati dei
fattori, ossia ai REDDITI dei fattori corrisposti dalle imprese alle famiglie sotto
forma di SALARI, PROFITTI, RENDITE (per la locazione di terra, immobili, ecc.)
e INTERESSI: il ricavato di ogni vendita deve essere incassato da qualcuno
sotto forma di reddito
L’identità (relazione sempre vera, tautologia) consente di calcolare il Pil in 3
modi (valore della produzione di beni e servizi finali; spesa totale per l’acquisto
di beni/servizi prodotti dalle imprese nazionali; reddito totale pagato ai nuclei
familiari presenti nell’economia).
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PIL NOMINALE E PIL REALE
Se il PIL nominale aumenta: l’economia produce di più o sono aumentati i prezzi
dei beni prodotti nella stessa quantità? Quale è stata la variazione reale della
produzione?
PIL reale: valore totale dei beni e servizi finali prodotti nel sistema
economico in un dato anno, calcolato come se i prezzi fossero rimasti
costanti al livello di un anno base
PIL nominale: valore totale dei beni e servizi finali prodotti nel sistema
economico in un dato anno, calcolato ai prezzi correnti dell’anno in cui si
effettua la rilevazione
Caso semplificato: 2 beni finali (mele e arance); 2 anni
Sono dati i prezzi e le quantità prodotte.
Vogliamo calcolare il PIL nominale e il PIL reale
23
IL PIL PRO CAPITE
PIL pro capite: valore del PIL diviso per la popolazione. Individua il PIL medio
per individuo. PIL reale pro capite: valore del PIL reale diviso per la
popolazione. Individua il PIL reale medio per individuo.
Il PIL pro capite è utile per effettuare confronti tra paesi diversi ma NON E’
UNA MISURA ADEGUATA DEI LIVELLI DI BENESSERE. La crescita del PIL
reale è importante (se non cresce è difficile trovare risorse per investire in
sanità, istruzione, ricerca, ecc.) ma non è, di per sé, un valido obiettivo di
politica economica. (Se il PIL aumenta e Venezia affonda il benessere sociale
aumenta? E se il PIL aumenta ma cresce anche il numero di suicidi, o di morti
sul lavoro? E se il PIL aumenta perché aumenta il numero di incidenti stradali
mortali?).
Un aumento del PIL reale espande la frontiera delle possibilità di produzione
(aumenta la capacità produttiva e si può produrre e consumare di più), ma non
è detto che migliori la qualità della vita (preferite una maglietta in più o
respirare aria pulita, o vivere di più?).
Dobbiamo considerare anche altri indicatori come: inquinamento, aspettativa di
vita alla nascita, mortalità infantile, grado di alfabetizzazione, ecc. Le Nazioni
Unite aggregano questi indicatori nell’Indice di Sviluppo Umano (ISU).
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L’INTERVENTO DELLO STATO
NELL’ECONOMIA
LA POLITICA FISCALE
25
POLITICA FISCALE
1. GESTIONE DELLE ENTRATE E DELLE USCITE
2. BILANCIO DELLO STATO
3. RAPPORTO DEFICIT/PIL
PATTO PER LA STABILITÀ E LA CRESCITA
4. RAPPORTO DEBITO/PIL
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POLITICA FISCALE
La spesa pubblica e le imposte
Influenzano il ciclo e l’inflazione
e dunque, indirettamente, i mercati finanziari
La politica di gestione del debito
Influenza i tassi di interesse
e dunque, direttamente, i mercati finanziari
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LEGGE FINANZIARIA
Legge n. 468 del 5/8/1978:
il Governo deve presentare in Parlamento
un disegno di legge finanziaria.
Consente di operare modifiche e integrazioni
a disposizioni legislative che possono avere
riflessi sul Bilancio dello Stato, delle aziende
autonome e di altri enti che si ricollegano alla
finanza statale
28
DPEF
DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE
ECONOMICA E FINANZIARIA
Contiene la programmazione
triennale della politica fiscale.
Viene reso noto a giugno
29
DAL PRODOTTO INTERNO LORDO AL
PRODOTTO NAZIONALE LORDO
PIL------PNL
30
IL SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI
NAZIONALI E DEI CONTI CON L’ESTERO
“RESTO
DEL
MONDO”
RELAZIONI
ECONOMICHE
FRA RESIDENTI
RELAZIONI
ECONOMICHE
FRA RESIDENTI
E NON
RESIDENTI
SISTEMA DEI CONTI ECONOMICI
NAZIONALI E DEI CONTI CON L’ESTERO
“ECONOMIA”
31
PRODOTTO NAZIONALE LORDO (PNL)
Valore dei beni e servizi prodotti, in un determinato
periodo di tempo, dai residenti di una “NAZIONE”
Si ottiene aggiungendo al PIL il valore dei beni e servizi
prodotti dai cittadini residenti all’estero e sottraendo
quello prodotto dagli stranieri residenti
32
BILANCIA DEI PAGAMENTI
33
DEFINIZIONE
•
Prospetto statistico che evidenzia le operazioni con l’estero
effettuate, in un dato periodo di tempo, nell’economia di un Paese
tra Residenti e non Residenti.
OPERAZIONE
CON
L’ESTERO
Una operazione che pone in essere o estingue, in tutto o
in parte, crediti o debiti, o che comporta il trasferimento di
un diritto su un bene
RESIDENTE
Ogni individuo o società il cui centro di interessi economici
risieda, su base non temporanea, in una certa economia
ECONOMIA
Insieme di soggetti economici che hanno con un
determinato territorio un legame specifico più stretto che
con ogni altro territorio
34
SCHEMA
F3
CONTO
CORRENTE
CONTO
CAPITALE
• Contributi agli
investimenti
• Beni
CONTO
FINANZIARIO
• Investimenti
– Diretti
• Trasferimenti in
conto capitale
• Servizi
• Acquisti netti di
beni immateriali
• Redditi
– Di portafoglio
– Altri
• Derivati
• Riserve ufficiali
• Trasferimenti
correnti
ERRORI E OMISSIONI
35
Diapositiva 35
F3
Ho modificato "Schema V Manuale" in "Schema", perché vale anche per il BPM6.
F541761; 10/09/2009
MODALITÀ DI REGISTRAZIONE (cont.)
Le transazioni che generano introiti di valuta, che generano redditi,
vengono registrate a credito (+)
Le transazioni che generano pagamenti di valuta vengono registrate a
debito(-)
Qualsiasi aumento di passività (o riduzione di attività) viene registrato a
credito
Qualsiasi aumento di attività (o riduzione di passività) viene registrato a
debito
36
MODALITÀ DI REGISTRAZIONE - esempio
A CREDITO
A DEBITO
• Le esportazioni di merci e servizi
• Le spese turistiche degli stranieri
in Italia
• I trasferimenti unilaterali
dall'estero
• Gli afflussi di capitale per:
– Investimenti
– Acquisti di azioni o
obbligazioni domestiche
– Prestiti
– Pagamento interessi
• Le importazioni di merci e servizi
• Le spese turistiche degli italiani
all'estero
• I trasferimenti unilaterali
all'estero
• I deflussi di capitale per:
– Investimenti
– Acquisti di azioni o
obbligazioni estere
– Prestiti
– Pagamento interessi
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BDP E CONTABILITÀ NAZIONALE (cont.)
In presenza di commercio internazionale parte della nostra produzione
viene acquistata da stranieri (X), mentre parte della nostra spesa interna (C,
I, G) viene impiegata nell'acquisto di beni e servizi prodotti all'estero (M)
Le esportazioni vanno ad aumentare il reddito Y perché é domanda estera
di prodotti italiani; le importazioni diminuiscono Y perché equivalgono a
risorse interne utilizzate per acquistare beni prodotti da non residenti
Il saldo del conto corrente misura le dimensioni e la direzione dei prestiti
internazionali. Un saldo negativo implica che il disavanzo viene finanziato
con prestiti concessi da operatori esteri con maggiore indebitamento netto
Il saldo del conto corrente di un paese é pari alla variazione della
ricchezza estera netta
38
BDP E CONTABILITÀ NAZIONALE (cont.)
•
In termini economici il risparmio nazionale può essere utilizzato per
finanziare la formazione del capitale interno o di capitale estero (la
globalizzazione finanziaria implica possibilità di mobilizzare risparmio
interno)
•
Quando si risparmia un Euro, questo Euro può essere utilizzato per
finanziare l'accumulazione del capitale interno o per finanziare
l'acquisto di capitali all'estero
In un'economia aperta i possibili usi del risparmio sono due:
investimento interno e investimento estero
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DEFINIZIONI E REGOLE DELLA CONTABILITÀ
NAZIONALE
PIL = C + I + G + X - M
YIL = PIL
YNL = YIL + YE
reddito da lavoro
reddito da capitale
YNL = C + I + G + X- M + YE
C = consumi finali
I = Investimenti
X = esportazioni
M = importazioni
YE = redditi netti esteri
YNL = reddito nazionale lordo
YIL = reddito interno lordo
G = spesa pubblica al netto delle imposte
40
LA BILANCIA DEI PAGAMENTI E CAMBI
41
CAMBI FISSI E CAMBI FLESSIBILI
CAMBI
CAMBIFISSI
FISSI
Un
Unregime
regimedidicambi
cambisisidice
dicefisso
fisso(anche
(anchese
seininrealtà
realtàesistono
esistonopiccoli
piccoli
margini
marginididifluttuazione),
fluttuazione),quando
quandoililprezzo
prezzodidiuna
unadivisa
divisadeve
deveessere
essere
mantenuto
mantenutostabile
stabilenei
neiconfronti
confrontididiun’altra
un’altra
I I“Paesi
“Paesiinin“dell'Unione
“dell'UnioneEconomica
EconomicaeeMonetaria
MonetariaEuropea
Europeahanno
hanno
adottato:
adottato:
ŠŠCambi
Cambiirrevocabilmente
irrevocabilmentefissi
fissi
ŠŠMoneta
Monetaunica
unica
ŠŠPolitica
Politicamonetaria
monetariacomune
comune
42
CAMBI FISSI E CAMBI FLESSIBILI
CAMBI
CAMBIFLESSIBILI
FLESSIBILI
Un
Unregime
regimedidicambi
cambisisidice
diceflessibile
flessibilequando
quandolaladivisa
divisa
nazionale
nazionalenon
nonha
havincoli
vincolididioscillazione
oscillazionerispetto
rispettoalle
allealtre
altre
43
TASSO DI CAMBIO E SALDO DELLA BDP
• In un regime di cambi fissi, il tasso di cambio non consente di sanare
eventuali squilibri della Bilancia dei Pagamenti attraverso “fluttuazioni”
• In un regime di tassi flessibili il ruolo primario del cambio è quello di
incidere in modo sensibile sul reddito nazionale
IN REALTÀ ESSO:
influisce direttamente sul flusso di import ed export e quindi sul reddito
nazionale
44
TASSO DI CAMBIO E SALDO DELLA BDP
BILANCIA
DEI PAGAMENTI
IN DEFICIT
ILILTASSO
TASSODIDICAMBIO
CAMBIO
TENDE
TENDEAA
SVALUTARSI
SVALUTARSI
IL
TASSO
DI
CAMBIO TENDE A
RIVALUTARSI
BILANCIA
DEI PAGAMENTI
IN SURPLUS
45
INFLAZIONE, SALDO BDP E TASSO DI CAMBIO
INFLAZIONE
INFLAZIONE
- - domanda prodotti
nazionali
+ domanda prodotti
esteri
DEFICIT
DEFICITBILANCIA
BILANCIA
COMMERCIALE
COMMERCIALE
∆∆M>∆
M>∆XX
DEPREZZAMENTO
DEL TASSO DI
CAMBIO
+ domanda prodotti
nazionali
- domanda prodotti
esteri
RIEQUILIBRIO
RIEQUILIBRIO
BILANCIA
BILANCIA
COMMERCIALE
COMMERCIALE
46
RISERVE UFFICIALI
47
F5
DEFINIZIONE
“Attività sull’estero mantenute prontamente disponibili e sotto il
controllo delle autorità monetarie al fine di soddisfare le esigenze di
finanziamento della bilancia dei pagamenti, intervenire sui mercati dei
cambi e per altri scopi collegati (ad es. per il mantenimento della fiducia
circa la valuta e l’economia e come base per ottenere finanziamenti
dall’estero)”
FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE – VI
MANUALE BP
48
Diapositiva 48
F5
Ho cambiato il testo della slide inserendo la definizione del 6^ manual BOP (la sostanza non cambia).
F541761; 10/09/2009
LA MONETA E LE BANCHE
49
PREZZI E MONETA: LA MONETA
Da un punto di vista contabile, la moneta consiste nelle passività del
settore emittente moneta verso il settore detentore di moneta.
Gli aggregati monetari si distinguono per il grado di liquidità delle
attività finanziarie in essi inclusi. Al livello più ristretto troviamo le
banconote e le passività a breve della banca centrale verso gli altri
settori dell’economia, al livello più elevato andremo ad includere le
passività a più lungo termine di altri soggetti finanziari verso gli altri
settori dell’economia.
50
ANCORA SULLA MONETA
Moneta: qualsiasi attività utilizzabile per facilitare e perfezionare lo
scambio di beni e servizi
Attività liquide: facilmente e rapidamente convertibili in denaro
contante (circolante) senza rilevanti perdite
Depositi bancari a vista: su di essi è possibile trarre assegni
Offerta di moneta: valore totale delle attività finanziarie considerate
moneta.
51
PREZZI E MONETA: LA MONETA
Liabilities 1
Currency in circulation
Overnight deposits
Deposits with an agreed maturity of up to 2 years
Deposits redeemable at notice of up to 3 months
Repurchase agreements
Money market fund shares/units
Debt securities issued with a maturity of up to 2 years
M1
X
X
M2
X
X
X
X
M3
X
X
X
X
X
X
X
(1) Monetary liabilities of MFIs and central government (post off ice, treasury) vis-à-vis
non-MFI euro area residents excluding central government.
52
IL RUOLO DELLE BANCHE
Attività finanziaria: titolo che dà diritto al possessore di ricevere un flusso
di reddito futuro dall’emittente
Passività: obbligo a corrispondere ad altri un flusso di pagamenti in futuro
Intermediario finanziario: istituzione che trasforma in attività finanziarie i
fondi raccolti presso una molteplicità di soggetti.
Banca: intermediario finanziario che fornisce ai propri creditori un’attività
finanziaria liquida (depositi) e che utilizza la raccolta per finanziare gli
investimenti (illiquidi) dei suoi debitori (crediti)
Riserve bancarie: somme detenute in contanti o in deposti presso la
banca centrale (BC)
Coefficiente di riserva: frazione di depositi detenuti dalla banca sotto
forma di riserve, obbligatorie e libere (o in eccesso, rispetto alla riserva
obbligatoria)
Riserva obbligatoria: insieme delle norme stabilite dalla BC per
determinare il coefficiente di riserva minimo imposto alle banche
53
REGOLAMENTAZIONE BANCARIA
Le banche non devono tenere i depositi presso di sé sotto forma di attività
altamente liquide (tranne che per le riserve): i depositanti non si presentano
tutti insieme per ritirare i propri depositi.
Ciò avviene solo nel caso dell’assalto (o corsa) agli sportelli (bank runs): un
numero elevato di depositanti cerca di ritirare i propri fondi, nel timore di
insolvenza della banca, che non può soddisfare quella richiesta e rischia
effettivamente il fallimento. Nota: alcuni depositanti si possono aggiungere agli
altri anche se non hanno informazioni negative sulla banca, ma vedono “la fila”
di fronte alle agenzie (da questa derivano un segnale negativo sulla banca).
Per ridurre la probabilità che ciò si verifichi, esistono tre misure:
Assicurazione dei depositi (garanzia offerta di restituzione dei depositi in
caso di insolvenza della banca)
Obblighi di capitalizzazione (detenzione da parte dei proprietari di attività
finanziarie in grado di coprire i depositi)
Riserva obbligatoria fissata dalla BCE al 2%
54
LE BANCHE CREANO MONETA
Le banche creano liquidità perché non devono tenere tutti i depositi presso di
sé.
Con il prestito, cedono ad altri parte dei fondi depositati; questi fondi verranno
usati per effettuare pagamenti ad altri soggetti ancora, che li depositeranno
presso altre banche (questi depositi sono parte della definizione della moneta).
Queste ne terranno una parte (riserva obbligatoria + riserve libere) in forma
liquida e presteranno un’altra parte; questi fondi verranno usati per effettuare
pagamenti ad altri soggetti ancora, che li depositeranno presso altre banche (i
depositi aumentano ancora), ecc.
E’ per questo che si dice che le banche creano moneta e si parla di
moltiplicatore dei depositi e della moneta.
Il limite alla creazione di moneta è stabilito dalla riserva obbligatoria, fissato
dalla BC, che ha il compito di vigilare sul sistema bancario e di attuare la
politica monetaria
55
LA POLITICA MONETARIA
COMPITI E FUNZIONI DELLA
BCE E DEL SEBC
56
OBIETTIVI DELLA POLITICA MONETARIA
Le Autorità monetarie dispongono di strumenti
che influenzano grandezze finanziarie dell’economia,
le quali, a loro volta, hanno effetti su:
¾
accumulazione (tasso d’interesse),
¾ livelli produttivi e inflazione (spesa monetaria).
Usualmente, l’obiettivo prioritario è la
stabilità del potere d’acquisto della moneta
(stabilità del sistema finanziario)
Statutariamente fissato nel caso della BCE
57
POLITICA MONETARIA
Obiettivo equilibrio del mercato finanziario
intermedio (tassi d’interesse, credito disponibile e
quantità di moneta)
Obiettivi
finali
equilibrio reale
(livello del reddito e dell’occupazione,
stabilità dei prezzi interni e del tasso di
cambio).
Garantire la crescita dell’economia
in un contesto di stabilità dei prezzi
58
59
BCE E SEBC
Il Sistema europeo di banche centrali (SEBC) è composto dalla Banca
centrale europea (BCE) e dalle banche centrali nazionali degli Stati
membri dell’Unione europea (Art. 107 del Trattato di Maastricht).
Le Banche Centrali Nazionali aderenti all’UE ma non all’UME non
partecipano alle decisioni riguardanti la politica monetaria comune.
Le attività del SEBC sono svolte ai sensi del Trattato istitutivo della
Comunità europea (Trattato) e dello Statuto del Sistema europeo di
banche centrali e della Banca centrale europea (Statuto del SEBC).
Il SEBC non ha personalità giuridica ed è governato dagli organi decisionali
della BCE: il Consiglio Direttivo ed il Comitato Esecutivo ed il Consiglio
Generale.
60
61
OBIETTIVO DEL SISTEMA EUROPEO DI BANCHE
CENTRALI
MANTENIMENTO DELLA STABILITA’
DEI PREZZI (ART. 105))
Inoltre, e in misura compatibile
SOSTIENE LE POLITICHE ECONOMICHE GENERALI
DELLA COMUNITA’ (ART. 2)
62
COMPITI DEL SEBC
TRATTATO DI MAASTRICHT
POLITICA MONETARIA
ARTICOLO 105
I compiti fondamentali da assolvere tramite il SEBC sono i seguenti:
• definire e attuare la politica monetaria della Comunità;
• svolgere le operazioni su cambi in linea con le disposizioni
dell’articolo 111;
• detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri;
• promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento
Inoltre:
il SEBC contribuisce ad una buona conduzione delle politiche perseguite dalle
competenti autorità (nazionali) per quanto riguarda la vigilanza prudenziale degli
enti creditizi e la stabilità del sistema finanziario.
63
TRATTATO DI MAASTRICHT
ARTICOLO 2
La Comunità ha il compito di promuovere nell’insieme della
Comunità, mediante l’instaurazione di un mercato comune e di
un’unione economica e monetaria … uno sviluppo armonioso,
equilibrato e sostenibile delle attività economiche, un elevato
livello di occupazione … una crescita sostenibile e non
inflazionistica, un alto grado di competitività e di convergenza
dei risultati economici …
64
I DUE PILASTRI DELLA STRATEGIA
Obiettivo primario: la stabilità dei prezzi
Il consiglio Direttivo mette assieme
sistematicamente tutte le
informazioni per adottare le
decisioni di politica monetaria
Primo Pilastro
ruolo di primo piano alla moneta
(valore di riferimento per
la crescita di M3)
Verifiche
incrociate
Secondo Pilastro
Analisi centrata su un ampio
ventaglio di indicatori
economici e finanziari
Informazioni economiche
65
OBIETTIVO DEL SISTEMA EUROPEO DI BANCHE CENTRALI
Definizione quantitativa dell’obiettivo di stabilità dei prezzi
(Comunicato Stampa della BCE del 1998)
Crescita nei 12 mesi dell’indice armonizzato dei prezzi al
consumo (IAPC) inferiore al 2%
Obiettivo di medio periodo
66
STATUTO DEL SEBC
FUNZIONI MONETARIE E OPERAZIONI DEL SEBC
Art. 18
Operazioni di credito e di mercato aperto
18.1 Al fine di perseguire gli obiettivi del SEBC e di assolvere i propri compiti,
la BCE e le BCN hanno facoltà di:
a) Operare sui mercati finanziari comprando e vendendo a titolo definitivo (a
pronti e a termine), ovvero con operazioni di pronti contro termine,
prestando o ricevendo in prestito crediti e strumenti negoziabili, in valute
sia comunitarie che di altri paesi, nonché metalli preziosi;
b) Effettuare operazioni di credito con istituti creditizi ed altri operatori di
mercato, erogando prestiti sulla base di adeguate garanzie.
18.2 La BCE stabilisce principi generali per le operazioni di credito e di
mercato aperto effettuate da essa stessa o dalle BCN, compresi quelli per la
comunicazione delle condizioni alle quali esse sono disponibili a partecipare a
tali operazioni.
67
68
LA POLITICA DEL CAMBIO
TRATTATO DI MAASTRICHT
ARTICOLO 111
Il Consiglio, deliberando all’unanimità, nell’intento di pervenire ad un
consenso coerente con l’obiettivo della stabilità dei prezzi, può
concludere accordi formali su un sistema di tassi di cambio dell’ECU nei
confronti delle valute non comunitarie.
Il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata, nell’intento di
pervenire ad un consenso coerente con l’obiettivo della stabilità dei
prezzi, può adottare, adeguare o abbandonare i tassi centrali dell’ECU
all’interno del sistema dei tassi di cambio.
In mancanza di un sistema di tassi di cambio rispetto ad una o più
valute non comunitarie il Consiglio, deliberando a maggioranza
qualificata, può formulare gli orientamenti generali di politica del cambio
nei confronti di dette valute.
69
LA POLITICA DEL CAMBIO
BCE
CONSIGLIO
• Effettua operazioni in cambi nel contesto
della strategia di politica monetaria
finalizzate all’obiettivo della stabilità dei
prezzi
• Definisce accordi formali sui cambi nei
confronti di altre valute
• formula orientamenti generali di
politica del cambio
(le iniziative devono essere coerenti
con l’obiettivo primario della stabilità
dei prezzi)
70
GLOSSARIO TERMINI DI
MACROECONOMIA
71
AGGREGATI ECONOMICI
Aggregati economici: variabili economiche che sintetizzano i dati relativi ad
una molteplicità di mercati di beni, servizi, fattori di produzione e attività
patrimoniali (beni che fungono da riserva di valore, come il contante o gli
immobili).
Produzione aggregata: produzione dell’economia nel suo complesso in un
dato periodo di tempo.
Prodotto interno lordo (PIL): valore della produzione di beni e servizi FINALI
realizzata ALL’INTERNO di una economia in un dato periodo di tempo,
indipendentemente dalla nazionalità dei produttori. (Si chiama lordo perché è al
lordo degli ammortamenti)
Prodotto nazionale lordo: valore della produzione di beni e servizi realizzata
dai cittadini di una “NAZIONE” (economia) in un dato periodo di tempo. Si
ottiene aggiungendo al PIL il valore dei beni e servizi prodotti all’estero dai
cittadini della nazione (come vedremo nella prossima lezione, il reddito dei
fattori da loro guadagnato) e sottraendo quello prodotto dagli stranieri residenti
all’interno.
Ciclo economico: “Fluttuazione dell’attività economica globale caratterizzata
dalla simultanea espansione o contrazione della produzione della maggior
72
parte delle industrie” (Samuelson)
AGGREGATI ECONOMICI
Conti del prodotto e del reddito nazionali (conti economici nazionali):
registrano i flussi di denaro tra i settori dell’economia (spesa dei consumatori,
vendite dei produttori, spesa per investimento (I), spesa pubblica per l’acquisto
di beni e servizi (G), ecc.)
Spesa per consumi (C): spesa delle famiglie per acquisto di beni e servizi
Trasferimenti pubblici: fondi trasferiti dallo stato ad alcuni individui senza
contropartita (cessione di beni o prestazione di servizi)
Reddito disponibile (Yd): reddito che rimane alle famiglie dopo aver pagato
imposte e ricevuto trasferimenti (Y – T + TR); può essere allocato tra consumo e
risparmio.
Risparmio privato: parte del reddito disponibile non dedicato a consumo (S =
Yd – C).
Mercati finanziari (MF): insieme di infrastrutture (banche + mercati azionari,
obbligazionari e valutari) che indirizzano S interno ed estero verso I delle imprese,
indebitamento pubblico e quello estero.
Indebitamento pubblico: ammontare di fondi preso a prestito dallo Stato nei MF.
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ALTRE DEFINIZIONI
Esportazioni (X): beni/servizi venduti a cittadini o imprese di altri paesi.
Generano un flusso di pagamenti dal Resto del Mondo (RdM) Importazioni
(IM): beni/servizi acquistati da cittadini o imprese di altri paesi. Generano un
flusso di pagamenti a favore del Resto del Mondo
Prestiti esteri: prestiti concessi da agenti stranieri ad agenti nazionali;
insieme all’acquisto da parte di questi ultimi di azioni di imprese nazionali
generano un flusso di fondi dal RdM.
Indebitamento estero: indebitamento di un operatore estero presso un
agente nazionale; insieme all’acquisto da parte di questi ultimi di azioni di
imprese estere genera un flusso di fondi a favore del RdM.
Investimenti (spesa per): ammontare destinato (i) all’acquisto del
capitale fisico necessario per la produzione e (ii) alla variazione delle
scorte (sono contabilizzate come I perché contribuiscono ad aumentare le
vendite future). Includono la spesa per costruzione di qualsiasi tipo di
immobile (compresi gli immobili residenziali) perché producono flussi di
servizi futuri.
Beni e servizi finali: beni/servizi venduti al consumatore/utente finale
Beni e servizi intermedi: scambiati tra imprese, diventano fattori per la
74
produzione di altri beni e servizi (l’impresa NON è l’utente finale).