hms vanguard 1787

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hms vanguard 1787
HMS VANGUARD 1787
Vascello di 3a Classe Arrogant da 74 cannoni
Ammiraglia di Nelson durante la battaglia del Nilo, l’ HMS Vanguard fu il quinto vascello varato con questo nome. Il primo fu un galeone Elisabettiano che aveva imbarcato
32 cannoni e fu varato a Woolwich nel 1586. Questa nave svolse un ruolo considerevole
nella sconfitta dell’Armada spagnola nel 1588. Fu ricostruita, in due occasioni, a Chatham nel 1615 e nel 1631 a Woolwich e sottoposta più tardi ad un rinnovato armamento
(più o meno nello stesso modo in cui oggi le navi da guerra subiscono periodicamente
aggiornamenti tecnologici). Nel 1667 fu affondata durante il blocco navale a Rochester
per impedire agli Olandesi di risalire il Medway.
La seconda nave a portare questo nome fu un vascello da 90 cannoni costruito a Portsmouth nel 1678. Fece naufragio nel Medway nel 1703 ma fu recuperata nel 1704 e ricostruita nel 1710 a Chatham. Fu ancora una volta riammodernata nel 1739 e
ribattezzata Duca. Con il nuovo nome rimase in servizio fino al 1769, quando fu definitivamente smantellata a Plymounth.
Il terzo Vanguard era un vascello da 70 cannoni. Nave varata nel 1748 e venduta nel
1774. Il quarto invece fu un peschereccio spagnolo armato di 4 cannoni e catturato nel
1780, rimasto in servizio per circa un anno.
Il Vanguard di Nelson fu disegnato da Sir Thomas Slade (famoso per il Victory) e fu uno
dei quattordici vascelli di 3^ classe con 74 cannoni, che hanno costituito (con molto successo) la classe Arrogant e che nell’ordine di costruzione sono stati:
HMS Arrogant; HMS Audacious; HMS Bellerophon; HMS Cornwall; HMS Defence;
HMS Edgar; HMS Excellent; HMS Goliath; HMS Illustrious; HMS Kent; HMS Saturn;
HMS Elephant; HMS Vanguard; HMS Zealous.
Le specifiche per la classe Arrogant erano le seguenti:
Data iniziale di progettazione – 1758
Progettista – Thomas Slade
Lunghezza del ponte di batteria – 168 piedi = 50 m
Lunghezza della chiglia alla stazza – 138 piedi = 41,50 m
Larghezza massima – 46 piedi e 9 pollici = 14 m
Altezza – 19 piedi e 9 pollici = 6 m
Tonnellate di stazza – 1604.27/94
Equipaggio – 550 tra uomini e ufficiali
Il Vanguard fu commissionato il 9 dicembre 1779 e la chiglia fu messa in opera nei cantieri di Deptford Dockyard il 16 ottobre 1782. Durante questo periodo, la Gran Bretagna non era impegnata in guerre, così la sua costruzione andò avanti molto lentamente.
Il varo avvenne il 6 marzo 1787.
Il costo complessivo per la costruzione e la sistemazione del Vanguard fu di circa 39.000
sterline. Come con altri vascelli da 74 cannoni, per la sua costruzione furono necessari
più di 3000 carichi di legname di cui, per la maggioranza (92%) di rovere per un equivalente di circa 73 ettari di bosco che fu abbattuto solo per la costruzione del Vanguard.
Il suo armamento consisteva in 28 cannoni da 32 libbre per il ponte inferiore, di 28 cannoni da 18 libbre per il ponte superiore e 18 cannoni da 9 libbre tra la coperta e il castello. Disponeva di una potenza di fuoco sulla fiancata di 781 libbre. Il Vanguard (e le
sue sorelle) pesava circa 1604 tonnellate e aveva un equipaggio di circa 550 persone
tra ufficiali e uomini.
Venne classificato come vascello di terzo rango. Il rango veniva determinato dal numero
di armi a bordo. I vascelli di primo rango erano armati con un numero da 100 a 110 cannoni (la Victory fu la prima nave di questa serie): di secondo rango erano vascelli con
armamenti da 84 a 98 cannoni (L’HMS Temeraire divenuta famosa nei dipinti di Turner
raffiguranti la battaglia di Trafalgar fu un esempio di secondo rango da 98 cannoni): Il
terzo rango aveva da 64 a 84 cannoni: e così via, tra i 40 a 50 cannoni di quarto rango;
di quinto rango da 28 a 38 e, infine, il sesto rango con un numero qualsiasi di cannoni
fino ad un massimo di 24, se comandato da un capitano.
Solo le navi dei primi tre ranghi furono considerate come naviglio costruito per essere abbastanza potente nelle battaglie, nonostante le linee ingannevoli, e con il loro armamento pesante.
Al momento della Battaglia del Nilo nel 1798, sul Vanguard erano anche trasportate 6
carronade sul ponte di poppa ed è del tutto possibile che alcuni dei cannoni da 9 libbre
siano stati sostituiti con le carronade in quanto tali armi si dimostravano devastanti nelle
scontri ristretti.
E ‘anche possibile che la galleria a poppa sia stata chiusa (come con il Victory nel 1803),
nel corso della ristrutturazione a Chatam nel 1797, rimane comunque una diceria, in
quanto non vi sono prove a sostegno di questo intervento (l’alto costo di ricostruzione è
l’unica testimonianza ma nei documenti non si fa menzione della galleria di poppa ) per
cui il kit è stato progettato mostrando la galleria aperta, cosi come originariamente costruito. Il Vanguard recuperato e restaurato a Chatam ha ricominciato a navigare il 3
febbraio 1798 sotto il comando di Edward Berry.
Nominato comandante Nelson issò la sua bandiera sul Vanguard a Spitheid il 14 marzo
1798 e fu inviato a St. Vincent per unirsi alla flotta che attuava il blocco del porto spagnolo di Cadice.
La Battaglia del Nilo
All’inizio del 1798 Napoleone visitò i porti nel Nord della Francia affacciati sul canale
della manica dando adito alle voci che davano come molto probabile l’invasione dell’Inghilterra. Si dava voce anche al fatto che ci sarebbe stata una spedizione a Est e la
cattura di una corvetta francese nel maggio 1798 confermò che la flotta da guerra francese era in attesa nel porto di Tolone. Questa consisteva di 3000 navi da trasporto, 50 navi
da guerra e 40.000 uomini. Fu ritenuto che uno dei bersagli poteva essere l’Egitto e se
così fosse stato i legami commerciali della Gran Bretagna sarebbero stati fortemente
compromessi. La situazione rese indispensabile che la flotta britannica entrasse nuovamente nel mediterraneo. Il comandante in capo che stazionava a Capo S.Vincent, tenendo
il blocco al porto di Cadice, apprese con molto piacere l’arrivo di Nelson con l’HMS
Vanguard.
Nelson assaporava il compito di andare alla ricerca della flotta francese, ma proprio all’inizio della missione, il 20 maggio 1798, il Vanguard incappa in una tempesta e perde
due uomini d’equipaggio e rimane gravemente danneggiato. Viene messo in salvo grazie
all’aiuto del Capitano Ball al comando dell’Alexander e dal Capitano James Saumarez
dell’Orion. Una delle principali conseguenze della tempesta fu che Nelson perse l’uso
delle fregate (che al tempo di Nelson venivano definite come “gli occhi della flotta”),
inoltre non aveva alternativa al rientro a Gibilterra per le riparazioni del caso. Nello
stesso tempo, a pochi chilometri di distanza ed all’insaputa di Nelson, la flotta francese
salpa da Tolone, mentre i maestri d’ascia devono ancora lavorare a lungo e duramente
per riparare il Vanguard.
Le riparazioni furono completate un paio di giorni più tardi e il 7 giugno 1798 la flotta
dei vascelli da 74 cannoni di Nelson si disposero in due colonne, prive delle fregate, e partirono per la ricerca dell’inafferrabile flotta francese. Nel pomeriggio del 1° agosto 1798,
una vedetta sull’albero del vascello britannico da 74 cannoni Zealus, finalmente avvistò
il nemico nella baia di Aboukir, alla foce occidentale del Nilo. Tredici vascelli francesi
erano ancorati in formazione da nord a ovest e molti dei cannoni erano stati sbarcati sull’isola in prossimità delle navi al fine di dissuadere un possibile attacco. Il piano di Nelson consisteva nel concentrare l’attacco al centro della formazione francese. Gli inglesi
ancorarono le loro navi di poppa, con corde e cavi fecero in modo di tenerle in posizione
ottimale per un efficace posizione di fuoco e dopo aver distrutto una delle navi nemiche
da quella posizione sarebbero poi passati alle altre. All’avvicinarsi del crepuscolo, Nelson ordinò a tutte le navi inglesi di fissare una lanterna sull’albero di mezzana per far sì
che si potessero facilmente distinguere dal nemico. I Capitani, inoltre, erano tenuti a
mantenere costantemente controllata la profondità in entrata della baia (il vice ammiraglio francese, De Brueyes aveva considerato che la profondità del mare era insufficiente
per permettere ad una nave nemica di attaccare, ma non aveva tenuto conto della determinazione di Nelson). Una volta che la flotta britannica fu in posizione, Nelson ordinò che
la cena fosse servita prima della battaglia.
De Brueys, comandante della flotta francese si sentiva molto fiducioso della sua posizione, con un notevole vantaggio nelle dimensioni delle navi e di fuoco. Il suo fiore all’occhiello, l’enorme Orient di 120 cannoni era al centro della linea di 13 navi, tra cui
tre grandi e potenti vascelli da 80 cannoni. Da questa posizione stabile era estremamente
fiducioso che sarebbero stati in grado di fornire una risposta devastante a qualsiasi tentativo di aggressione. Tuttavia, lo squadrone inglese di tredici vascelli da 74 cannoni e
un vascello da 50 cannoni, guidati da Nelson e la sua “banda di fratelli” erano, a dir
poco, formidabili avversari, soprattutto dopo aver trascorso molte settimane frustranti
alla ricerca della flotta francese per centinaia di chilometri di oceano desolato. Tutti gli
ufficiali e gli uomini erano alimentati dalla volontà di distruggere il francese in battaglia.
Alle 18,30 del 1° agosto, il capitano Foley del Goliath lo portò in linea di tiro e come egli
si avvicinò individuò delle secche sul lato della costa che gli davano una grande vantaggio (i francesi avrebbero avuto difficoltà di manovra). Con cura e abilità si mise contro il nemico e sparò una bordata sulla fiancata del Le Guerrier, distruggendone i ponti
e successivamente contro la Conquerant , la seconda nave nell’ansa.
Dopo Foley, Hood a seguire con il Zelante e Gould sull’ Audacious, Miller sul Teseo,
Nelson e poi il secondo in comando, Saumarez sull’Orione. Ciò ha permesso alla linea
francese di essere attaccata su entrambi i lati in quanto schiacciati tra la costa e la flotta
Inglese. Il Vanguard ancorato sul lato esterno della linea francese era opposto alla Spartiate, il terzo nella linea francese, e proruppe in uno scrosciante duello di granate. Durante l’approccio della flotta inglese, i francesi rimasero in linea, nessun vessillo issato
o un cannone che abbia fatto fuoco fino a quando gli Inglesi furono molto stretti. L’ HMS
Culloden, comandato dal Capitano Troubridge, fu l’unica nave inglese della flotta a non
prendere parte alla battaglia in quanto strusciò sui banchi della secca durante l’approccio alla battaglia. Dopo mezz’ora dall’inizio della battaglia si fa buio ma a quel momento, Le Guerrier, Le Conquerant e Le Spartiate erano già disalberate. Alle 20,30,
l’Aquilon, e il Souverain Peuple erano state prese. Il Capitano Berry inviò il luogotenente
Galway a prendere possesso dello Spartiate ordinandogli di ritornare con la spada del
capitano francese.
Nelson sulla Vanguard, che era giunto in condizioni estremamente pesanti negli inizi delle
azioni di fuoco, fu colpito alla testa da un una scheggia di ferro. Il sangue che fuoriusciva
dalla ferita, impedendogli l’uso degli occhi, fluiva a un ritmo tale che pensò sarebbe stata
la sua ultima notte.
Nelson fu portato nei ponti inferiori dove il chirurgo che assisteva i feriti. Il medico Jefferson, venuto a conoscenza della presenza di Nelson, si precipito rapidamente da lui ma
Nelson dichiarò: “No, voglio aspettare il mio turno con i miei coraggiosi ragazzi”. Questo suo modo di rendere uguali ufficiali e marinai fu molto apprezzato. Nelson era talmente vicino alla morte che chiamò il cappellano della nave per consegnargli i messaggi
preparati per la moglie. Fortunatamente la ferita non rappresentava pericolo di vita e
dopo che il chirurgo la cucì Nelson tornò sul ponte di comando per assistere agli ultimi
atti dell’ammiraglia francese Orient
La battaglia era furiosa ma i britannici non persero mai il sopravvento. Impegnati in entrambi i lati dello schieramento francese rallentarono l’azione nel corso della serata.
Alle 22 circa, L’Orient prese fuoco a causa di una devastante azione portata da tre navi
inglesi, compresa la stessa Bellerophon che subì notevoli danni durante l’attacco. Un po’
di marinai erano a terra intenti nella costruzione dei pezzi di ricambio e per reintegrare
i magazzini per la manutenzione di routine dell’Orient. Barili di catrame e pece, altamente
infiammabili, erano impilati sulla sinistra del ponte ed erano esposti al fuoco. Questo
cocktail di materiale altamente infiammabile accelerò l’affondamento del 3 ponti francese da 120 cannoni. Dopo che le fiamme sembravano diminuire l’Orient esplose con
tanta forza che la detonazione fu sentita sino a 13 miglia di distanza, ad Alessandria,
dalle truppe francesi d’istanza. La maggior parte dell’equipaggio rimase ucciso e tra
questi il valoroso Vice Ammiraglio francese.
Un guardiamarina sulla Swiftsure, sentì il racconto dei sopravvissuti sul coraggio di De
Bruyes, che nonostante una ferita alla testa, le braccia quasi amputate, seduto, con i
monconi delle gambe, su di una sedia a dirigere il suo equipaggio fino a quando cedendo
alle ferite morì sul cassero della sua ammiraglia. Nelson ordinò di calare in acqua le
scialuppe della Vanguard per raccogliere i superstiti dell’Orient che lottavano in acqua
per rimanere a galla.
Dopo lo spettacolare affondamento dell’ammiraglia francese, l’esito della battaglia non
fu più in dubbio anche se continuò sporadicamente per il resto della notte e per il mattino fino al pomeriggio del 2 agosto. La battaglia del Nilo era finita e la zona si presentava con una scena di completa devastazione. Dei tredici vascelli francesi e quattro
fregate, quasi tutti fecero naufragio, furono affondati o prede di guerra. Delle quattro
navi che riuscirono a fuggire due erano fregate di cui una agli ordini del secondo Ammiraglio Villeneuve (che Nelson sconfisse sette anni più tardi a Trafalgar), non furono inseguite in quanto le navi inglesi non erano in grado di cacciarle.
Il Vanguard e il suo equipaggio si comportarono magnificamente durante e dopo la battaglia, e i danni che riportò durante la tempesta furon mascherati nel poco tempo a disposizione prima dell’inizio della battaglia. Napoleone, scriveva a Sant’Elena, qualche
anno più tardi: “Se non fosse stato per l’Inglese, avrei potuto essere l’imperatore
d’Oriente, ma ovunque vi è l’acqua e su questa una nave che sta a galla, sicuramente lo
troveremo sul nostro cammino. Avrei raggiunto Costantinopoli e l’India ma mi hanno
cambiato il volto del mondo”.
Per la Marina Militare Francese la sconfitta fu un disastro in termini di navi, uomini e
di morale e lo shock di tale disfatta completa non fu mai recuperato. Napoleone cercò di
minimizzare l’impatto, ma sapeva che la sua armata non poteva tornare in Francia in
quanto non vi era alcuna forza navale sui fianchi per proteggerne i trasporti. La vittoria
al Nilo incoraggiò, inoltre, il Sultano nel dichiarare una guerra santa contro i francesi e
Napoleone nel mese di marzo, in Siria, fu costretto ad assediare Acre e perdersi al suo destino.
Il personale della Marina Francese catturato durante la battaglia, fu trattato bene dagli
Inglesi ma per Bonaparte fu conveniente scaricare la colpa sugli ufficiali morti, come
De Brueyes, che diresse la battaglia con valore e coraggio. Accusò anche il contrammiraglio Blanquet di codardia il quale fu braccato a tal punto che dopo la sua liberazione
dalla prigionia in Inghilterra sentì l’obbligo di dimettersi dalla marina francese.
Le navi sfuggite alla distruzione del Nilo furono successivamente catturate e la vittoria
riportata dagli Inglesi incoraggiò le potenze europee nel formare una seconda coalizione
contro la Francia. Successivamente Napoleone scriverà: “La perdita della battaglia di
Aboukir ha avuto una grande influenza sulle vicende dell’ Egitto e ancor di più su quelle
del mondo “.
II VANGUARD dopo la battaglia del Nilo
Sabato 4 Agosto, dopo le riparazioni che furono effettuate al Vanguard, il comando fu passato agli arditi che erano rimasti a bordo della nave fino a quando Nelson cedette la
bandiera a Foudroyant il 7 giugno 1799.
Il Vanguard ha avuto altri 12 Comandanti. Dopo Hardy, ha prestato servizio nei caraibi
e a Copenaghen nel 1807 è stato in conflitto con la flotta danese e disarmato il 14 dicembre 1808 al ritorno dal fronte Baltico. E’ stato poi ricommissionato il 27 gennaio
1809 sotto il suo nuovo comandante, il capitano H.R.Glyn.
Il Vanguard rimase in servizio attivo fino al ritorno a Plymouth nel 1811, dove fu finalmente messo a riposo il 15 novembre 1811. Rimase nel delta del Hamoaze fino al 1814,
dopo che fu utilizzata come nave di rappresentanza. Quando la guerra con la Francia si
concluse nel 1815 il Vanguard venne convertito in legname, infine la carcassa fu smembrata nel 1821 dopo 44 anni di movimentata carriera.
Punto di partenza per la costruzione del modello
Il Kit dell’ HMS Vanguard (e delle sue sorelle) è un modello in scala esatta progettato nel
Regno Unito e in Italia e prodotto da Amati a Torino. Il kit si basa su piani dell’Ammiragliato originali, come riferimento principale per lo scafo, le ordinate e i dettagli del ponte.
Per tutti i particolari, gli alberi e le manovre sono stati utilizzate fonti di ricerca contemporanee e il più aggiornato materiale di riferimento per rendere il kit più accurato e dettagliato possibile. Anche se il kit del Vanguard è facile da costruire, esperienza di base sul
legno e pazienza sono indispensabili. Il tempo stimato per terminare il modello varia tra
le 1200 e le 1500 ore e perciò dovrà essere adibito uno spazio adeguato per il lavoro da
eseguire. Si raccomanda di non rimuovere tutte le parti dai fogli del taglio laser fino a che
siano effettivamente necessari per il montaggio in quanto possono facilmente danneggiarsi o perdersi.
Prendetevi il tempo per studiare i piani insieme alle istruzioni fino a quando non ci si
sente sicuri di affrontare e progredire ogni fase di costruzione. La pazienza è l’orologio
per la costruzione di qualsiasi modello. Trattare ogni fase come un progetto separato e l’effetto complessivo dell’oggetto terminato sarà molto maggiore. Le principali parti strutturali del modello sono tagliate al laser, di altissima qualità e in fibra di medium density;
le restanti parti in legno sono tagliati al laser in compensato di noce e massello di noce.
Si deve prestare attenzione quando si parte dai fogli del taglio laser e di ottone inciso. Il
foglio dal quale si sta per tagliare le parti devono essere posati su una superficie piana.
Usare un taglierino con una buona lama affilata e tagliare attraverso le schede che comprendono le parti da usare. Prima di rimuovere le parti dai fogli di legno è preferibile numerarle con riferimento all’elenco identificativo dei pezzi. E ‘più facile poi dipingere la
maggior parte delle fotoincisioni prima di rimuoverle dal supporto. Esse possono essere
ritoccate di nuovo una volta che saranno montate sul modello.
Attrezzatura raccomandata
(Tutti gli articoli elencati sono stati utilizzati dal progettista per la costruzione del prototipo del Vanguard)
1-Taglierino manuale (art.7477 Amati – set di taglierini raccomandati)
2-Una serie di limette ad ago (art.7348/01 Amati)
3-Seghetto manuale
4-Piallino (Amati art.7100/02)
5-Trapanino elettrico (quest’ultimo è l’elemento più raccomandato)
6-Serie di punte da trapano da 0,5 a 3 millimetri
7-Serie di fogli di carta vetrata con supporto manuale
8- Serie di pennelli di buona qualità
9- Pinze e tronchesini (Amati 7119/57 e 7119/55 )
10- Pinzette di buona qualità (Amati art.7272/01)
11-Compasso
12-Calibro
13-Pinzette o mollette (Amati art.7398)
14-Riga o squadra
15-Matite di buona qualità
16-Nastro per mascherare
17-Tracciatore linea di galleggiamento (Amati art.7378)
18-Piantachiodi
19-Staffe di fissaggio (Amati art.7381)
20-Morsa da banco (Amati art.7126 )
21-Morsetto per serraggio chiglia (Amati Art.7382)
22-Tappetino da taglio
Pitture, mordenti e colle
1 - Colla bianca per legno
2 - Mordente color noce per alberetti e pennoni
3 - Colla cyanoacrilica di media viscosità
4 - Stucco scuro per legno riempitivo
5 - Inchiostro (nero per le manovre e le sedi inferiori degli alberi)
6 - Diluente per vernici
7 - Colla epossidica
8 - Vernice poliuretanica opaca
9 - Vernice Nera (Humbrol 85) 1 barattolo
10- Vernice Bianca (Humbrol 34) 1 barattolo
11- Vernice Blu (Humbrol 25) 1 barattolo
12- Vernice gialla (Humbrol 74-linen) 3 barattoli
13-Vernice Rossa (Humbrol matt 60 miscelata con 25% di matt 70)
14-Vernice rame (Humbrol gloss 12 ) 1 barattolo
15- Vernice oro (Humbrol 16 ) 1 barattolo
16- Vernice Flash (Humbrol 61) 1 barattolo
17- Marrone chiaro o leather (62) 1 barattolo
Costruzione scafo
Prima di rimuovere i componenti dal foglio ospitante, assicurarsi che tutte le parti siano
state numerate. Iniziare il montaggio dalla base dello scafo ritagliando le due parti principali della chiglia (18) dal foglio MDF di 5 millimetri, insieme con la prua (181) e i pezzi
della chiglia (171 e 172). Incollate le due metà della chiglia (18) e usando due pezzi di
scarto di legno, sovrapporli alla giunzione aiutandosi con un morsetto per tenerli in posizione. Usare colla vinilica e morsetti per tenere la chiglia e le parti in posizione fino a
quando la colla non ha fatto presa. Incollare la prua (181) e le parti della chiglia (171 e
172) nelle loro rispettive posizioni, lungo il bordo della falsa chiglia (18) come mostrato
nella tavola. Si raccomanda che il particolare del timone (173) sia unito solo dopo che la
seconda parte sia completata.
Rimuovere tutte le ordinate (1-17), e il piano inferiore (26), i pezzi dei terminali (19,20,21
e 22) inseriti nei fogli da 5mm di MDF. Inserire a secco (provare senza incollare) le ordinate in sede al fine di verificare che tutte le parti si adattino perfettamente o come andrebbero adattate in caso di montaggio. Il ponte dei cannoni che deve essere spinto
delicatamente in posizione per evitare qualsiasi possibile rottura delle ordinate specialmente nella parte superiore che è molto fragile, in questa prima fase di costruzione.
Una volta che siete completamente soddisfatti con l’adattamento, smontare il ponte e le
ordinate. Circa la smussatura degli spigoli anteriori e posteriori delle ordinate e sull’asse
terminale del modello è bene precisare che il basso dell’ordinata (17) sarà necessario
smussarla un po ‘di più rispetto alle altre perché è qui dove termina il fasciame. Si consiglia di posizionare e rastremare i bordi delle ordinate, per quanto possibile, in questa
fase, in quanto non sarà così facile da farsi una volta incollati in posizione, e si rischia di
graffiare la prua in noce e la chiglia, con la carta abrasiva.
Si consiglia inoltre di ridurre lo spessore della chiglia a poppa, dove sarà montato il timone, a circa metà del suo spessore originale. Questo farà sì che lo spessore del primo e
del secondo fasciame, una volta incollato, sarà più o meno a filo con il timone, pezzo
(173).
Quando le ordinate sono state levigate, incollarle nelle loro sedi sulla chiglia. Contemporaneamente mettete in posizione il ponte inferiore dei cannoni in modo che le ordinate
siano allineate perfettamente quando la colla asciughi.
Tagliare e incollare le due serie di pezzi (275) e (276) e posizionarli nella sede corrispondente sull’ordinata posteriore (17). La coppia grande va adattata vicino alla chiglia.
La coppia più piccola va inserita nelle sedi vicino al bordo dell’ordinata. L’angolo esterno
della poppa andrà leggermente verso l’interno in modo che il fasciame termini perfettamente a poppa.
Tagliare il supporto per le false canne in strisce da 3 millimetri MDF (273 e 274) e inserirle attraverso le ordinate in posizione, come mostrato in figura. Incollare poi, al suo
posto, una volta che siano posizionati correttamente. Tagliare i bagli superiori del ponte
dei cannoni e posizionarli sul bordo superiore delle rispettive ordinate. Usare chiodini o
pinzette per bloccare i pezzi in posizione fino a quando la colla si è asciugata.
Tagliare e incollare in posizione il ponte semi-circolare di prua (33). Spingere i pezzi in
posizione orizzontale sull’ordinata (1). Rivestire il ponte di prua con listelli 0,5 x3mm
in noce tanganica. Tagliare i bordi a filo con i bordi del ponte di prua, una volta che la colla
è asciutta e lisciare la coperta finemente.
Costruire la parte anteriore dell’ordinata 1 come indica lo schema di montaggio (142), tra
cui la “casa rotonda” (WC) assemblata (73). Rivestire la parte tonda come mostrato utilizzando listelli da 0,5 x3mm di noce. Posizionare i listelli rifilando qualsiasi eccesso di
sopra del bordo superiore e levigare finemente. Forare con una punta da 2,5 mm, come
indicato in ciascuno dei pezzi tondi. Incollare, una volta completato alla base anteriore dell’ordinata 1.
Ponte dei cannoni superiore
Tagliare la parte del ponte superiore dei cannoni (29) dal suo foglio di compensato da
1mm e tracciare una linea centrale per tutta la lunghezza del ponte per la posa del fasciame, come indicato sui due disegni. Il ponte può essere incollato in posizione prima di
posizionare il fasciame. In alternativa, si può rivestire prima di fissarlo in posizione. Se
quest’ultimo è il metodo adottato, il ponte dovrà essere tagliato a metà per la linea cen-
trale longitudinale in modo da avere due metà e consentire al ponte di essere spinto in posizione sui bordi e delle ordinate. Il rivestimento è previsto utilizzando 0,5 x3mm di listelli Tanganica. Iniziare al centro della linea per terminare verso l’esterno, fino ad un
punto appena passate le tacche sul bordo del ponte. Quando si è completato e tagliato
tutte le aperture, rifinire con carta vetrata finissima. Infine applicare un paio di mani di
vernice poliuretanica trasparente opaca per sigillare i pori.
La parete interna della parte superiore del ponte dei cannoni dovrà essere fasciata utilizzando listelli di tiglio da 1,5 x7 millimetri. Le pareti interne sono fasciate dall’ordinata (3)
alla (10). Usare mollette o clip per bloccare i listelli in posizione fino a quando la colla
è asciutta. Prendetevi il tempo necessario affinchè si lavori in modo pulito e una volta
terminata la posa levigare con cura. Le ordinate che non devono supportare i bagli possono essere fasciate fino all’altezza del ponte superiore (5-8).
Quando si è completato, passare un pennello con vinavil diluito sul lato interno della parete incollata alle ordinate. Ciò consentirà di ridurre il rischio che i listelli si rompino o si
frammentino quando si taglieranno i portelli dei cannoni. Levigare le pareti quando si è
terminato. Provate ad adattare un cannone sul ponte inferiore, come indicato sui disegni.
Misurare poi l’esatta posizione della stufa, posizionando il piano superiore (30) per
l’esatta posizione del foro per il camino, che deve essere in linea con l’apertura nel piano
superiore. Tagliare e incollare la parte superiore del ponte e i bagli nello stesso modo in
cui si è posizionato il ponte dei cannoni.
Preparazione dei portelli dei cannoni e primo fasciame
La struttura di base dello scafo deve essere molto forte e rigida. Fare gli ultimi preparativi per il ponte dei cannoni e per il fasciame. Il ponte superiore (30) deve essere messo
in posizione temporanea. Non forzare troppo i chiodini in ottone (in quanto sono suscettibili a piegarsi, a causa del MDF che è molto resistente), ma con uno trapanino praticare
un forellino da 0,5 mm e poi spingere con attenzione i chiodini. Rivestire la piattaforma
della galleria di poppa (31) utilizzando listelli da 0.5x3mm in Tanganica. Utilizzare chiodini e colla per tenere in posizione questa parte del bordo superiore della poppa.
Una volta che il ponte superiore è posto correttamente, levigare le parti sporgenti, a filo
del bordo delle ordinate. Le ordinate devono essere smussate in modo da seguire una regolare posa della tavola. Togliere i chiodini e incollare la parte superiore (56) in posizione
come mostrato in figura. Le strisce con i portelli, dovrebbero essere lasciate a bagno in
acqua tiepida per almeno mezz’ora prima del fissaggio, in quanto ciò le renderà molto
più flessibili per la manipolazione e il posizionamento al falso filo dei riferimenti dello
scafo e delle ordinate. È essenziale che le strisce con i portelli siano fissate a secco inizialmente e tenute in posizione con alcuni spilli per raggiungere la posizione corretta. Il
bordo superiore del particolare dovrebbe essere allo stesso livello del bordo superiore
delle ordinate. Incollare definitivamente solo quando si è completamente sicuri dell’esatta
posizione.
Le parti devono essere il più simmetriche possibili. Prestare attenzione affinchè inavvertitamente non si incolli il ponte superiore alla basetta con i portelli dei cannoni, in quanto
esso deve essere rimosso in fase successiva per aggiungere i cannoni sul ponte inferiore.
Una volta a posto si posiziona il modello (57) come mostrato; utilizzando i chiodini per
tenerlo in posizione finche la colla è completamente asciutta
Primo Fasciame
Il primo fasciame andrebbe ora posizionato utilizzando listelli di tiglio 1,5 x7mm. Il primo
o ’incintone maestro” deve essere posizionato a filo della parte inferiore del ponte inferiore dei cannoni. Poiché le ordinate in MDF sono molto dure, si consiglia di forare con
punta da 0,5mm prima di inserire i chiodini. Quando si mettono i chiodini di ottone lasciarne almeno la metà della lunghezza sporgente in modo che possano essere facilmente
estratti utilizzando un paio di pinze una volta che il fasciame è asciutto. Usare colla vinilica per incollare il fasciame.
I primi quattro listelli, per ogni lato, dovrebbero essere relativamente semplici da applicare in quanto l’affusolatura è molto lieve. Come ci si sposta verso il basso e lungo le
curve della zona di prua, si noterà che i listelli dovranno essere rastremati e seguire la naturale curvatura dello scafo. Per determinare la quantità da togliere per ogni listello procedere innanzitutto rastremando le ordinate dalla quinta o sesta fino alla prua. Poggiare
il listello e segnare l’eccesso che si sovrappone a quello precedente e tagliarlo. Ripetere
questa tecnica anche per la poppa. Sebbene la tavole possono essere rastremate a poppa,
è consigliabile lasciare che il fasciame segua il corso più naturale possibile al fine di evitare svergolamenti dello stesso che poi vanno carteggiati. Prima di tagliare l’eccesso da
listello, lasciarlo in ammollo in acqua tiepida per una mezz’ora in modo tale che la lama
di taglio non segua la venatura del legno piuttosto che il profilo da tagliare. Appoggiare
i listelli su una superficie piana e pulita, premere con decisione con una riga di acciaio e
con un taglierino procedere al taglio seguendo il profilo della riga di acciaio. Fissare il listello con chiodini e colla, lasciandolo sporgere un po’ sul profilo superiore a poppa, che
può essere tagliato in posizione una volta che il fasciame è completato. Incollare due o
tre listelli alternativamente per ogni lato. Questa tecnica dovrebbe prevenire eventuali
torsioni e svergolature delle ordinate sulla chiglia durante il processo di asciugatura della
colla. Utilizzare questa tecnica per fasciare fino alla chiglia. Quando il fasciame è quasi
completo saranno evidenti a poppa alcune vuoti triangolari.
L’uso di listelli di forma triangolare, è necessario per colmare il divario tra i bordi superiore e inferiore dei listelli. Tagliare questi pezzi utilizzando i pezzi avanzati dai listelli di
tiglio rastremati in precedenza e incollarli nei vuoti. Livellare l’eccesso delle tavole a
poppa e passando la colla su tutto lo scafo lasciare asciugare per almeno 24 ore (48 ore
è meglio).
Quando il primo fasciame è stato completato, incollare a poppa la fascia (518). Tagliare
le eventuali eccedenze che possono essere sporgenti dai lati della poppa, una volta che la
colla è asciugata. Carteggiare l’intero scafo con una carta abrasiva di grana grossa, successivamente passarne una di grana media. Se possibile, eseguire il lavoro in un ambiente
ben ventilato. L’ ideale sarebbe uno spazio aperto perché le particelle di polvere potrebbero rappresentare un pericolo per la salute e per il fuoco. L’uso di guanti leggeri è raccomandato anche per ridurre il rischio di schegge da levigatura (Una carteggiatura con un
mouse elettrico renderebbe il lavoro più facile e più veloce.)
Incollare insieme le quattro parti che compongono il supporto (23,24 e 25) dello scafo. Se
avete intenzione di fissare il vostro modello su colonnine di ottone (commerciali o fatte
artigianalmente) questo è il momento per fare tre buchi lungo il bordo inferiore della chiglia. Quando lo scafo è completo, le tre colonnine di ottone potranno essere inserite nella
chiglia per fissare definitivamente il modello sulla base che preferite.
Portelli dei cannoni
Ritagliare i portelli dei cannoni ponte come suggerito dai disegni. Quando si taglia la
parte interiore dei portelli, prestare molta attenzione affinché non si scheggi il legno; ciò
contribuirà a ridurre al minimo il riempimento e la levigatura nei settori che non sono facili da raggiungere.
Quando si è aperto nelle esatti dimensioni il portello può essere incorniciato utilizzando
listelli di noce da 1x6mm incollati bordo a bordo per raggiungere una larghezza di 12
millimetri. Tagliare in lunghezza e incollare in posizione sul lato orizzontale per prima,
seguita poi dalla parte verticale. Completare lisciando con carta vetrata in modo che il tutto
rimanga a filo della parte interna ed esterna.
Posizione principale degli incintoni
Utilizzate il profilo in scala sui disegni, per tracciare con attenzione la posizione della
parte superiore delle cinte principali. Il modo più semplice per farlo è quello di misurare
ciascuna posizione dei profili inferiori dei portelli dei cannoni. Inoltre, segnate la posizione degli incintoni a prua. Per misurare le cinte principali così come verranno poi messe
in opera sullo scafo, utilizzare un listello e posizionarlo sulle posizioni segnate. Si può
anche tracciare una linea con il listello come una guida, in modo da sapere esattamente
la posizione dei principali corsi di fasciame che dovrebbero correre da prua a poppa. Inoltre, eventuali lievi aggiustamenti possono essere fatti in questo momento al fine di garantire che le linee delle cinte siano completamente simmetriche.
Gallerie di poppa
Fare riferimento ai disegni per il corretto montaggio della galleria di poppa. Tempo e pazienza sono le parole “d’ordine” per il montaggio di queste parti. Tagliare la fascia di
poppa (117 o 117 B / E), a seconda del modello di vascello che si costruisce e fissarlo temporaneamente in posizione con l’aiuto di chiodini e posizionando gli altri componenti
della galleria. Tutti i bordi della galleria dei componenti, (58-63) devono essere smussati
in modo da seguire la fiancata dello scafo e la poppa; lavorare dal basso verso l’alto fino
a quando tutti i pezzi del modello sono in posizione. Se si prevede di colorare le finestre
(altamente consigliato) usare chiodini e non colla per posizionare i pezzi (161 e 162) in
modo che essi possano essere rimossi per inserire il vetro nelle cornici delle finestre. Una
volta che la galleria di base è completamente assemblata, levigare leggermente i bordi.
Ogni lieve interspazio tra fasce sarà coperto in fase successiva con le strisce decorative.
Secondo fasciame
Ponte superiore dei cannoni
Il secondo fasciame è applicato usando listelli da 1 millimetro x 5 di noce. E ‘raccomandato dal progettista, che l’inizio della posa dei listelli dovrebbe iniziare dal bordo superiore precedentemente tracciato. Dalla posizione della cinta principale proseguendo poi
verso il basso. (Oppure, in alternativa, come mostrato nei disegni, si può iniziare il secondo fasciame dal filo superiore dei portelli dei cannoni). Utilizzare le stesse tecniche
di fasciatura come per il primo fasciame, con l’eccezione che tutte le tavole devono essere incollate al primo fasciame e al listello adiacente.
La colla migliore da usare per il secondo fasciame è di media densità, cianoacrilica in
gel. Questo al fine di evitare fori dei chiodi che dovranno essere chiusi prima di dipingere.
Sarà preferibile comunque usare colla impastata al legno per chiudere gli interspazi tra le
tavole. Grande attenzione, tuttavia, sarà necessaria per raggiungere una finitura molto accurata al fine di ridurre al minimo la necessità di riempimento di eventuali interstizi. Una
volta che il fasciame dall’incintone principale verso il basso è stato completato, si può
completare l’area superiore. Questa zona dovrebbe essere relativamente facile, non vi è
molto difficoltà in quanto le tavole seguono la curvatura delle principali cinte. Tuttavia,
è necessaria molta attenzione per un lavoro pulito e per ridurre la necessità di riempimento e levigatura una volta che il fasciame è completo.
Cercate di non coprire completamente l’apertura dei portelli dei cannoni fasciando verso
l’alto (o verso il basso, a seconda di quale metodo di listellatura che si sta utilizzando)
dello scafo. Lasciare un’apertura sufficientemente grande da farci passare la lama di un
coltello per poter aprire i portelli una volta che il fasciame è completo. Fasciate il bordo
superiore delle impavesate e tutte le finiture superiori sporgenti lungo i bordi.
Una volta che il secondo fasciame è completato, lo scafo va levigato con cartavetro a con
grana media, e successivamente grana fine. Accuratamente tagliate le aperture dei portelli
dei cannoni e rifinite le aperture utilizzando una limetta ad ago piatta.
Le cinte principali (la più ampia fascia che sporge dal fasciame e corre lungo tutta la lunghezza dello scafo, appena al di sopra della linea di galleggiamento) può ora essere fissata in posizione. Partendo dall’alto delle cinte principali iniziate usando due listelli di
legno di noce 1x4mm, seguita da due strisce di legno di noce 1x5mm per le due più sotto.
Infine, aggiungere un listello da 0,5 x3mm noce per lato, che dovrebbe essere fissato per
il bordo superiore della cinta più in alto del fasciame; si consiglia di immergere la tavole
in acqua calda per renderle poi più flessibili nella messa i posa e prima di fissare con l’uso
di colla ciano. Quando le cinte sono completate, levigate con cura.
Andando avanti, contrassegnare la posizione della parte superiore della cinta tra i due
ponti dei cannoni. Questo incintone è costituito da due strisce da 1mm x 4 mm listello di
noce e da uno di 1x 5 millimetri sempre di noce, per ogni lato. Quando i due insiemi di
incintoni sono completati, levigare utilizzando carta vetrata di grana fine. Togliere tutte
le imperfezioni possibile che sarebbero visibili una volta verniciato lo scafo.
Utilizzando i piani con il profilo dello scafo, marcare attentamente le posizioni delle decorazioni in noce usando colla ciano, ricordando che tutte le strisce da applicare sono parallele all’incintone principale e a quello superiore. Infine, aggiungere sul lato esterno, i
parabordi come indicato sui fogli dei piani.
Rimuovere la parte superiore del ponte in modo che il ponte di batteria possa essere sistemato. Dipingere le pareti interne di rosso, insieme con tutti gli affusti dei cannoni. Fare
riferimento ai disegni riportanti la sezione del profilo del ponte per la corretta posizione
di paiolati, scalette, tacchetti ecc.
Trattare ogni serie di componenti come un mini-kit. Pitturare e verniciare le parti prima
di fissarle in posizione. Assemblare i cannoni che possono essere visti attraverso il ponte
superiore con le relative imbracature. Gli affusti che rimangono nascosti possono essere
dipinti di rosso e fissati in posizione utilizzando colla permanente (è raccomandata colla
di resina epossidica) Non incollare le canne sugli affusti in questo momento, in quanto può
interferire con la pittura dello scafo (e la successiva levigatura)
Forate attentamente con una punta da 0.7mm ogni lato dei portelli dei cannoni, appena al
di sopra della soglia inferiore. Si consiglia che tutte le asole di rame siano dipinte di nero
prima di fissarle in posizione. Tagliare il gambo dei golfari di rame in modo che resti di
circa 3 mm e incollare gli occhielli nei fori. Fissare le attrezzature principali in posizione
sopra il ponte. Il paiolato è composto da strisce apposite che dovranno essere incastrate
insieme. Una volta completato, passare un pennello con vinavil diluito per fissare le strisce. Quando completamente asciutto, rifinirlo per adattarlo alle rispettive aperture. Il
bordo sulla parte esterna dei paiolati è fatto con listello da 2x3mm in noce, come mostrato nei disegni. Con molta precisione praticate un foro utilizzando un trapano sugli affusti del ponte inferiore usando una punta da 2,5 millimetri. Garantire che i buchi siano
fatti in orizzontale in modo che puntino verso l’esterno dello scafo.
Prima di assemblare i cannoni con le manovre assicurarsi che non ci siano ingombri.
Ora è il momento di iniziare la copertura di rame dello scafo.
Copertura di rame
Usare il profilo laterale dei piani, marcando la linea di galleggiamento sullo scafo. Garantire l’assoluta immobilità dello scafo e il piano durante la tracciatura. A mano a mano
che la copertura progredisce, poggiare lo scafo su di un panno morbido per evitare che si
graffi. Si noti che non vi è sinistra o destra sulle piastrine di rame, e le impressioni verticali vanno rivolte verso la parte anteriore.
Avviare il processo di ramatura dalla chiglia da poppa a prua. Ogni linea di piastrine deve
essere posizionata sfalsata della metà della lunghezza dalla piastra inferiore (non dissimile
dal modo in cui sono posizionati i mattoni). Usare colla spessa ciano (superattack) per far
aderire le piastre allo scafo. Usare una minima quantità di colla spalmandola al centro
della piastrina da fissare. Applicare la piastra allo scafo con l’aiuto di un paio di pinzette.
Definire accuratamente la lastra in posizione; questo farà si che la colla si diffonda verso
i bordi della superficie della piastra. Se vi è infiltrazione di colla, pulire rapidamente
con un panno. Le piastrine possono essere fissate nella loro striscia ininterrotta, procedendo verso l’alto, e le strisce fotoincise dovranno seguire la forma dello scafo e andranno
curvate per aderirvi perfettamente.
Appoggiate la piastrine su una superficie piana per tagliare le eventuali eccedenze che ri-
chiedono la rifilatura quando si raggiungono i bordi della linea di galleggiamento. Il
tempo per la ramatura richiederà un paio di sere di lavoro, ma il risultato finale è sicuramente gratificante. Quando hai raggiunto la linea di galleggiamento e non si terminato con
una perfetta linea retta puoi superare il problema utilizzando la seguente tecnica; Applicare nastro adesivo (o scotch di buona qualità) appena al di sopra del galleggiamento
tracciato. Premere il nastro fermamente in posizione per evitare che la vernice finisca
sotto il nastro e nella zona mascherata. Usate un pennello caricando solo con una quantità minima di vernice color rame e passate il pennello tra le piastre e il nastro adesivo.
Una volta asciutto, rimuovere il nastro adesivo. Questo dovrebbe mostrare una perfetta
e dritta linea di galleggiamento.
Il bordo inferiore del timone e della chiglia sono verniciate di rame. Rivestite il timone,
in questa fase, ed incollate le cerniere foto_incise (che devono essere dipinte di rame al
di sotto della linea di galleggiamento) sul timone, come indicato sul disegno di riferimento. Se si ritiene che le cerniere del timone siano troppo “pesanti” da vedere, è possibile utilizzare strisce di carta o simili tagliate in misura di 1,5 mm di larghezza. Le strisce
possono essere tagliate alla lunghezza corretta utilizzando la lastra foto incisa delle cerniere come riferimento. La simulazione con la carta delle cerniere sopra alla linea di galleggiamento può essere lasciata in nero. (quest’ultimo metodo è il modellista, in base alle
proprie preferenze che lo decide, così facendo le cinghie sono più facili da applicare e
meno invasive da vedere).
Fissaggio dei cannoni
Se si desidera fissare i cannoni sul ponte superiore non fissate il ponte superiore in sede
in questo momento, ma attendere fino a quando lo scafo è stato completamente dipinto
e tutti gli accessori messi in posizione. Questo perchè la zona tra i cannoni e i portelli
deve essere verniciata in nero e giallo e fuori l’area di schermatura, che deve essere dipinta, sarebbe impossibile farlo con le canne dei cannoni sporgenti dello scafo.
Se, tuttavia, non avete intenzione di montare i cannoni del ponte superiore su tutti gli affusti, il piano superiore può essere fissato in posizione e le canne fissate in posizione più
tardi, quando lo scafo è stato dipinto. Io personalmente raccomando sempre di aspettare
a fissare il ponte superiore fino alla completa messa in atto delle attrezzature dei cannoni
e lo scafo dipinto. Il montaggio delle corde della culatta è perfettamente accettabile per
questo kit in scala, come l’aggiunta delle manovre principali, che se non eseguita correttamente può dare l’impressione di andare fuori scala con le dimensioni.
Pittura scafo esterno secondo la “Moda di Nelson”
Il Vanguard, nella battaglia del Nilo era dipinto sui lati con una livrea che oggi viene definita alla “moda di Nelson”. Significa che il giallo era fisso e seguiva le linee del ponte
(o dei portelli dei cannoni), e non le linee pure delle cinte. Il disegno del profilo laterale,
illustrante la zona ombreggiata, è dipinto di giallo / ocra. Un ulteriore approfondimento
su tutti gli aspetti della decorazione e livrea, si può ottenere dal testo di L. G. Carr Laughton “Polene e poppe di antichi velieri” (ISBN 035177 5950 - Conway marittime press).
È anche interessante notare che il colore e la tonalità del “giallo” di epoca napoleonica a
volte variava notevolmente; alcuni equipaggi mischiavano il giallo ocra con una elevata
percentuale di bianco, mentre altri lo utilizzavano non diluito. Il numero della tabella
Humbrol citato nelle istruzioni è comunque destinato ad essere utilizzato come linea
guida.
E’ errato sostenere, come per altri modelli, che la loro pittura è “Il vero colore utilizzato
della marina”, la realtà è che non esiste nulla di simile, e non bisogna in alcun modo essere tentati dall’acquisto di vernice che pretende di essere qualcosa che sicuramente non
è . Le vernici Humbrol o similari sono perfettamente accettabili per la vernice del Vanguard. Queste pitture sono state e sono tuttora utilizzate dai più rispettati e dotati modellisti in tutto il mondo.
I portelli dei cannoni sono dipinti in rosso sul lato interno e attorno ai bordi; nero per la
superficie esterna. Questo ha creato un effetto scacchi quando i portelli sono chiusi e divenne noto come “Nelson’s Chequers”
Si consiglia di verniciare con il giallo per primo. Come colore più chiaro avrà bisogno di
almeno tre o quattro mani, mentre solo due mani possono essere necessarie per la vernice
nera. Dopo ogni mano di vernice, carteggiare leggermente l’area che è stata dipinta per
garantire una perfetta superficie per la successiva mano di vernice. Una volta che il giallo
è stato applicato per la vostra soddisfazione, mascherare le zone di colore giallo, come
illustrato, quindi applicare la vernice nera. Una volta completato il lavoro, staccare molto
attentamente la mascheratura e ritoccare quelle zone che possono avere una leggera infiltrazione di vernice; ritoccare anche quelle zone interessate dai portelli dei cannoni. Passare lo scafo esterno con uno strato di vernice opaca per proteggere la vernice da
inevitabili impronte quando si lavora con il restante scafo, che può essere passato con una
finitura di più mani. A questo punto lo scafo è completo.
Assemblare il ponte superiore dei cannoni e tutti gli accessori che possono essere completamente rifiniti e posizionati. I bagli del ponte superiore possono, a questo punto, essere incollati e pronti per accogliere il ponte di coperta.
Ponte di coperta
Prima che il ponte possa essere definitivamente fissato in sede, segnate una linea al centro dello stesso per tutta la lunghezza aiutandovi con un listello, come avete fatto con il
ponte inferiore. Anche i bagli e i supporti per le scialuppe (178) devono essere posizionati e incollati sulla parte inferiore del ponte; l’esatta spaziatura per le distanze è indicata
nei disegni. Una volta che i pezzi sono saldamente fissati in sede, incollate il ponte.
Pulite, assemblate e fissate la paratia dello specchio di poppa, come indicato sui disegni.
Dal foglio di compensato da 1 millimetro, numerate e tagliate le parti (49,50,51,54 e 55),
utilizzando i disegni di riferimento. Dipingere e aggiungere le parti fotoincise in ottone
dei pilastri e delle finestre come mostrato in figura. Se avete intenzione di dipingere i
quadri delle finestre (altamente consigliato), farlo prima di incollare le paratie in sede.
Il progettista raccomanda il proprio metodo per i vetri delle finestre ed è il seguente;
(Prima di iniziare, assicurarsi che tutti i lavori di pittura vengano fatti sui serramenti e
sulle paratie e le fasce, in cui le finestre dovranno essere montate):
1-Posizionare il pezzo (o paratia di poppa) con la finestra che affaccia sul foglio di acetato o plastica chiara. Utilizzo di un pennarello (con punta da 0,1mm è consigliato) o simili, con molta attenzione tirare le quattro linee su ogni bordo interno della finestra che
appoggia sull’acetato o sul foglio di plastica trasparente;
2-Usare la massima cura nell’incollare nell’alloggiamento (in precedenza dipinto) la lastra foto_incisa del modello della finestra, nell’apertura della cornice sulla paratia. Il telaio dovrebbe essere a filo con la superficie esterna della fascia.
3-Tagliare le finestre precedentemente segnate sull’acetato utilizzando una riga dritta e un
coltello artigianale. Non tentare di tagliare il foglio di plastica in una sola volta, ma passate leggermente la linea più volte. Questo aiuta a ridurre il rischio di rompere la lama o
di tagliare inavvertitamente la superficie della vetrata stessa.
4-Premere il precedentemente “pannello” nella parte sotto del telaio di apertura nella fascia per garantire che l’adattamento al modello sia corretta.
5-Applicare una quantità molto piccola di colla epossidica (o simile) nel bordo interno
della finestra. Molto accuratamente spingere l’acetato simulante il vetro, in posizione.
Non utilizzare, in nessun caso, colla cyanoacrilica per questo lavoro, perché lascia un effetto opacizzante sull’ acetato di vetro chiaro (di solito è più evidente solo quando l’assemblaggio è terminato e in posizione rendendo poi difficile la sistemazione e rovinando
così l’effetto . Seguite questa procedure fino a quando tutti i vetri sono stati applicati con
successo nelle cornici. Incollare lo schermo di poppa e le paratie e fissare, dopo averle assemblate, le bande in corrispondenza del cassero. Assemblate la galleria superiore di
poppa (52 e 53) e le relative parti nella galleria coperta di poppa. Infine in questa fase, possono essere montate le fasce (117) di poppa, come mostrato in figura. Prima di procedere
all’incollaggio e il fissaggio della fascia di poppa (79), dipingere di nero e aggiungere le
finestre e i vetri nello stesso modo in cui si è proceduto per lo specchio di poppa.
NOTE:
Se avete intenzione di costruire l’Elephant o il Bellerophon, la fascia alternativa di poppa
è la (117BE) e non la (117), in quanto la forma della parte superiore del modello è diversa.
Dipingete la superficie inferiore esposta del ponte di poppa in rosso (o bianco). Fissate attentamente con colla e chiodini la fascia di poppa in posizione. La parte inferiore del
bordo superiore dovrebbe corrispondere con l’apertura con la parte inferiore del ponte
della galleria di poppa. Smussare il bordo esterno della galleria di poppa,il ponte ha una
leggera curvatura in modo che la ringhiera foto incisa abbia il massimo contatto con il
bordo curvo.
Verniciate e incollate le fusioni dello specchio; (opzioni 444 per Vanguard, 444b per Bellerophon o 444E per l’Elephant) alla parte superiore. Verniciate il balcone di poppa
(442)di giallo dopo averlo staccato dal foglio da 0,9 millimetri di ottone. Si suggerisce che
si facciano cinque o sei fori equamente distanziati da 0,7 millimetri lungo il bordo inferiore del balcone e fissare con chiodini al bordo del balcone del ponte. Prima di fissare e
incollare in posizione, adattare il balcone stesso alla curvatura del piano sporgente. Incollate in modo sicuro la ringhiera sul balcone del modello in posizione lungo il bordo
esterno del pavimento del balcone utilizzando resina epossidica e chiodini di ottone. Pitturare e tagliare i pezzi del lato di poppa del balcone (440 e 441). Adattare ogni pezzo allo
specchio di poppa e la parte della zona dovrà essere essere tagliata fino al bordo interno
della fusione. Una volta che siete completamente soddisfatti con l’adattamento, incollate
nella posizione indicata.
Dipingere ed incollare la striscia decorativa (514) sopra e sotto i portelli dei cannoni di
poppa. La striscia va posizionata e applicata appena sotto la riga inferiore dei portelli dei
cannoni di poppa. Dipingere e incollare le lettere delle scritte Vanguard (o Elephant / Belerophon, a seconda del modello che si è scelto)
I terminali delle ordinate sull’ultimo ponte possono essere rimossi a filo del ponte. Tagliarli aiutandosi con un paio di pinzette e levigare poi il tutto a filo del ponte e sui baluardi al fine di rimuovere ogni traccia di colla.
Il ponte superiore è ora pronto per essere rivestito utilizzando listelli da 0,5 x3 millimetri di noce tanganica Un profilo del ponte, sui bordi, dovrebbe essere previsto attorno a
tutto il ponte, per tutta l’estremità fino al baluardo. Fissare il margine delle tavole prima
di iniziare la fasciatura corretta del ponte. Quando il margine delle tavole è stato posizionato e incollato, avviare la listellatura del ponte tracciando una linea al centro e procedendo verso l’esterno.
Il tavolato del ponte può essere migliorato, se lo si desidera, con l’utilizzo di tavole della
lunghezza in scala. Sulle navi il ponte veniva listellato utilizzando ciò che è conosciuto
come “sfalsatura a tre” o “sfalsatura a quattro” . Per una nave grande come un “74 Cannoni”, come il Vanguard, una sfalsatura a quattro penso sia corretta. Ciò significa che i
quattro corsi sono posizionati in questo modo sul ponte. Si inizia con la misura di un
asse di lunghezza di 120 millimetri (lunghezza totale dell’asse) e incollarlo al centro del
ponte. Si prosegue con due listelli da 90mm e incollarli su entrambi i lati della tavola da
120mm, proseguire con due listelli da 60mm di lunghezza incollati sui lati delle tavole da
90mm. Infine, tagliare e incollare due listelli da 30mm di lunghezza e incollarli su entrambi i lati delle tavole da 60 millimetri di tavole. Ripetere questa procedura fino a
quando l’intera superficie del ponte è ricoperta. Si è tentato di imitare la calafatura del
ponte ma dato le piccole dimensioni del modello, la stessa è risultata quasi invisibile del
resto, su questa scala (1:72 nd), è altamente veritiero che non sia visibile.
Quando il rivestimento del ponte è completo, levigare accuratamente e passare almeno una
mano di vernice opaca in modo da sigillare i pori dall’eventuale polvere e si proceda con
il lavoro. L’interno delle impavesate possono essere rivestite utilizzando listelli di noce
1x4mm. Alcuni esperti modellisti preferiscono dipingere le assi del più basso in rosso
prima del montaggio, in quanto ciò darà una perfetta linea tra il ponte la superficie inferiore del baluardo. Ciò elimina inoltre la necessità di mascherare il ponte per evitare che
la vernice filtri dall’impavesata. Si consiglia di lasciare delle aperture per i cannoni al
fine di rendere più facile la rifinitura dei bordi delle tavole dei portelli. Una volta levigate le impavesate interne, lisciare (se necessario) e dipingere di vernice rossa. Le asole
per i cannoni e le gallocce possono essere aggiunti una volta che i baluardi sono stati
completamente dipinti. Il restante del ponte può essere montato e fissato in sede, comprese
tutte le ringhiere, cavigliere, ruota del timone, i boccaporti ed i paiolati. Si consiglia di dipingere la ringhiera di prua di nero prima del montaggio (le parti inferiori del ferro sono
molto difficili da verniciare perfettamente una volta in sito), comprese le cavigliere, una
volta fissate in posizione.
Ponte di poppa
Prima di fissare il ponte di poppa (32), incollate la fascia (182) per il bordo interno del
ponte, come mostrato in figura. Inoltre, assicurarsi che le travi di poppa siano state fissate
in posizione (14a e 15a) così come i cannoni e gli affusti (461) che si trovano sotto il
ponte di poppa (le carronade dell’Elephant sono vendute separatamente). Come con gli
altri ponti, incollate in sede. Anche in questo caso, come con il ponte superiore, tagliare
le ordinate sporgenti al di sopra del ponte e carteggiate finemente. Listellate il ponte esattamente nello stesso modo degli altri ponti utilizzando listelli da 0,5 x3 millimetri di tanganica. Una volta completata, la costruzione del ponte si fissino le cavigliere (108 e 109),
le bitte dell’albero di mezzana (203 e 205) e il montaggio del lucernario (122, 143 e 145)
Assemblaggio del grigliato di prua
Dal foglio di MDF da tre millimetri, separate le tre “V” ritagliando le cornici (277,278
e 279). Segnate le cornici in posizione sul bordo superiore della prua. I supporti per la pedana e per la serpe devono essere attentamente fissati con uno angolo guardando verso
l’alto del lato in modo che il supporto sia in grado di inserirsi correttamente all’interno
delle tacche. Prima di incollare le verticali “v” in sede, si colorino i pezzi di vernice nera.
Tagliare la testa del ponte con il graticolo (167, 168 e 169) dal foglio di 1,5 mm e incollarlo attentamente in sede. Aggiungere i pezzi (toilette: 163 e 177) nella posizione indicata sulla parte del numero (168). Posizionare le curve idonee sul bordo superiore della
parte anteriore del ponte. Una volta che i particolari e i telai grigliati sono incollati in sede,
levigare molto attentamente i bordi delle cornici verticali, in modo che siano a filo con la
piattaforma grigliata che a sua volta, assicura la giusta forma per la parte superiore.
Una volta completato, verniciate in color giallo-ocra e poi aggiungete i corrimano (123)
sul bordo superiore della cornice. La prua superiore con la guanciola (90) è quasi pronta
per essere aggiunta. Prima di essa possono essere montati, il bordo inferiore del corrimano
e le cornici dovranno essere fissate leggermente sopra perchè l’arco della serpe possa
adattarsi correttamente. Dipingere la parte superiore dell’ arco in giallo / ocra prima di
fissarlo in posizione. Fissare la parte superiore della guanciola di prua, nella sede (206,
verniciate in giallo-ocra, prima di fissarlo). I bordi di contatto dello scafo dovranno essere attentamente formati e smussati per sfruttare il massimo contatto con lo scafo.
Verniciate di nero e fissate le parti (17 e 48. Occhi di cubia), immediatamente al di sotto
della line di prua come mostrato in figura, seguite dalla serpe (86) e l’inferiore (206),
ancora una volta dipingere in giallo-ocra prima di fissarle in sede.
Una volta dipinti di giallo-ocra spingere i due gruppi serpi (514 – e striscia decorativa)
nelle fessure della struttura a “v” come mostrato in figura. Per completare la base di mon-
taggio aggiungere un listello di noce da 1x3mm (dipinto di blu sul bordo esterno della
“v”. Montare a secco le strisce da 1x3 millimetri; strisce che saranno necessarie per raggiungere la giusta forma, superiore e inferiore. Per raggiungere una definizione più dettagliata alle strisce 1x3mm di noce, si possono usare delle strisce molto sottili di
“plasticard / striscia di plastica (il tipo usato per il prototipo di modello dal costruttore è
l’ Evergreen “modelli in scala”Voce n ° 111, 0,4 x0, 75 millimetri) sui limiti dei bordi del
listello di noce (come con il modello del prototipo), la striscia va dipinta attentamente di
giallo prima di applicarla con accortezza ai bordi della striscia di 3 millimetri di noce. (Lo
stesso metodo è stato utilizzato anche per i bordi laterali di confine della gru). Fissare e
incollare la gru (179) e il braccio di sostegno (179 bis) in posizione. Utilizzare il lato e
le viste generali sui piani per il posizionamento esatto. Il sostegno dovrà essere leggermente smussato sul bordo dello scafo per raggiungere un perfetto contatto sia per la parte
contro lo scafo che per il bordo inferiore della gru.
Usate la vista del profilo anteriore dei disegni per manipolare la striscia decorativa che
scorre dalla parte superiore della serpe fino al fondo della staffa della grue. Dipingere la
striscia attentamente prima di manipolarla nella forma corretta. Usare colla ciano acrilica per fissarla in posizione. Per completare la testa della serpe, incollate la testa della
traversa (179b), come mostrato in figura. Verniciare in oro e incollare alla fine di ogni gru
la decorazione da 0,5 mm che trovate sulla fotoincisione (376).
Strutture di poppa ringhiere e barricate
Individuare e staccare le schede da 1,5 millimetri nel taglio laser per i 12 sostegni del capodibanda di poppa (110, 111, 112, 113.114.115.116.127.128.129.130 e 131) per ogni
lato. Si consiglia di tagliarne una alla volta e incollarli al posto giusto prima di procedere
con il successivo, in quanto sono tutti di diverse altezza e potrebbero essere molto facilmente confusi. Quando i supporti sono tutti incollati a posto, verniciateli di nero. Ora
aggiungete la ringhiera di poppa la parte superiore (45 - basso), prima di incollarla in
sede potrebbe essere verniciata di rosso o verde a spezzare il nero, se lo si desidera. Una
volta fissato in sede, verniciate di nero e incollate la parte superiore del corrimano (44),
lasciando un labbro equidistante da ogni bordo del corrimano. Infine, verniciate di nero
e aggiungere la finitura (180) per il bordo anteriore (44). Aggiungere i particolari (201),
come indicato, insieme con il capodibanda (189) che si trovano lungo il bordo interno
del ponte di poppa. Aggiungere la cima per assicurarsi, come indicato, ricordando di fissarlo nonché incollarlo in posizione, in quanto dovrà prendere il ceppo di più linee di armamento. Pulire e incollare in sede le carronade (462 e 463) come mostrato in figura.
Montare sul cassero di poppa le barricate come mostrato in figura. Dipingere di nero le
gru e incollatele in posizione una volta completate. Montare il supporto per la campanella,
come indicato, assemblare e verniciare di nero prima di incollare in posizione.
Portelli dei cannoni
Rifinitura dello scafo
Utilizzando i disegni, assemblare i portelli dei cannoni, come mostrato in figura. Per i
portelli dei cannoni del ponte inferiore, tagliare i portelli dalla striscia (64). Listellare la
superficie utilizzando un listello da1x4 mm noce e poi accuratamente tagliate i segmenti
da 14x14mm che andranno a formare i portelli dei cannoni. Applicare sui portelli le cerniere (292 per i portelli del ponte inferiore, 338 per la parte superiore e 337). Tagliare 4
occhielli per ogni portello e fissarli nella parte bassa, ad una lunghezza di circa 1,5 mm.
Incollare e inserire gli occhielli sotto il lato del coperchio. Per i portelli del ponte inferiore, aggiungere lo sportello scorrevole (372) come mostrato in figura. Dipingere la superficie esterna del portello di nero, e la superficie interna, compresi i bordi, di rosso.
Forare la posizione della cerniera nella parte superiore di ogni portello, sullo scafo e fissarla in posizione. (I portelli del cassero dell’ Elephant dovranno essere un po ‘più grandi,
in modo da tener conto delle maggiori dimensioni delle aperture per la carronade). Forate con una punta da 0,7 millimetri la posizione a 6 millimetri dalla cerniera, incollare e
inserire per circa 40 millimetri di lunghezza, una corda di colore naturale da 0,1 mm in
ciascuno dei fori e lasciare fino a quando la colla si è asciugata. Quando è asciutto, legare
la fine della fune all’occhiello delle cerniere e tagliare la parte in eccesso.
Assemblare le tre lanterne, come indicato sui disegni. Forate e incollate in posizione,
come mostrato. I fori da 1mm dovranno essere fatti attentamente sulla decorazione per la
lanterna e sugli steli di sostegno. Dipingere la fotoincisioni della lanterna, le finestrelle
(373) di bianco e la parte superiore e inferiore (450 e 451) di colore giallo / ocra. Gli steli
(1 millimetro di filo di ottone) (374) per il fanale possono essere verniciati in nero. Utilizzate il disegno in scala per i riferimenti generali, segnate con una punta e fate una serie
di fori di 1 millimetro lungo la superficie del cassero per la posa della ringhiera. Questi
serviranno per l’inserimento delle gru sospese. Dipingere tutte le gru sospese di nero
prima di rimuoverle dai fogli. Si consiglia di tagliare e incollare ogni set per un particolare settore e posizionare a sua volta, piuttosto che tagliare tutti i particolari che poi potrebbero essere facilmente confusi. Quando tutte le gru sospese sono state fissate in
luogo, usate refe da 0,5 mm nero, facendolo passare attraverso ciascuno dei fori nella
parte superiore della gru e poi legare l’estremità del filo di un occhiello sulla ringhiera,
vicino alla gru. Forare e fissare un puntello ad ogni angolo della scala e passare del refe
da 0,5 mm color naturale attraverso i fori per la corda. Pitturare e fissare la polena, (la
parte posteriore del polena può essere soggetta di aggiustamenti al fine di garantire un
esatto posizionamento sulla prua) Dipingere di giallo e fissare la decorazione (431 e 432)
in luogo.
Parasartie
Tagliare i parasartie da 1,5 mm in noce (67-70). Utilizzando i piani per il corretto posizionamento, fissarli e incollarli in posizione (come mostrato). Devono essere fissati in
maniera forte in quanto dovranno supportare una grande sforzo proveniente dalle sartie.
Verniciate di nero, tagliate, piegate e sistemare il parasartie (288) nella sede inferiore
come mostrato in figura.
Utilizzando i disegni per il montaggio e le relative parti fotoincise come mostrato in figura. Dipingete tutte le landre e i serra bigotte in nero prima di rimuoverle dal loro foglio.
È importante notare che l’angolo di ogni landra dovrebbe seguire l’angolo del suo corrispondente sartiame. Per raggiungere questo obiettivo, tagliate su misura e di opportuno
diametro un filo che partendo dall’albero vi permette di misurare l’angolo delle sartie e
marcare sullo scafo la corretta angolazione che la landra dovrebbe avere, in modo da garantire la stessa abbia la stessa angolazione della sartia.
Quando tutte le landre sono state saldamente fissate, ripassate qualsiasi lieve danno alla
colorazione con vernice nera. Rivestite i bordi dei parasartie con noce da 1x2mm. Infine
colorate il parasartie e la striscia di bordo in nero.
Forate i vari buchi nello scafo per le manovre, compresi gli occhielli, come indicato sulla
sui disegni della pianta del ponte.
Notare che entrambe, La Bellerophon e la Elephant hanno la loro decorazione e figura
di prua. Utilizzate i piani di riferimento, per i due boma (questi sono estensioni nel caso
di montaggio delle vele), come mostrato e fissare incollando sulla paratia del castello di
prua, a circa metà strada, circa 10 mm. Guardare attentamente intorno alla carena per il
montaggio di tutte le parti, può essere necessario ritoccare con vernice. Assicurarsi che
tutti i raccordi del ponte siano in posizione, compresi i tacchetti, le asole alla base degli
alberi ecc. Quando lo scafo è completo, utilizzate uno spray (altamente consigliato) o
pennello e date un paio di mani di vernice opaca trasparente dalla linea di galleggiamento
verso l’alto.
Lo scafo può ora essere fissato in modo permanente su di una base.
Costruzione delle scialuppe
A questo punto lo scafo del vascello può essere messo da parte. Costruire le scialuppe,
come barche mini kit; questo richiederà circa due settimane di lavoro serale. La chiglia
e le ordinate per le scialuppe sono situati sul loro supporto di compensato da 2 millimetri. Numerare ogni parte usando la scheda di identificazione prima di rimuoverle dal loro
foglio. Togliere una scialuppa alla volta per costruirla.
Inserire in ogni sua sede della chiglia l’ordinata corrispondente. Incollare le ordinate in
sede e aggiungere il piano per garantire la base dello “scheletro” di montaggio, pronto con
le ordinate per essere levigato e smussato.
Quando la colla è completamente asciutta, levigate e smussate ogni ordinata esattamente
allo stesso modo di come avete fatto sulle principali ordinate dello scafo. Lo scafo, come
con questo modello, è in doppio fasciame, ma utilizzando listelli da 0,5 x3mm di noce.
Siccome non possono essere utilizzati chiodini, per tenere a posto le tavole si raccomanda
vivamente di usare colla ciano acrilica invece del vinavil. Le ordinate devono essere poi
eliminate a livello del fondo e la colla deve essere usata con molta parsimonia.
Il fasciame è applicato utilizzando le stesse tecniche come per lo scafo principale. Iniziare
il fasciame partendo dalla parte superiore delle ordinate e proseguite scendendo verso il
basso fino alla chiglia. Quando il primo fasciame è completo, rifinite con carta abrasiva
fine e iniziate il secondo fasciame. Non correte, fate attenzione affinché il processo di fasciatura non lasci spazi tra le tavole. Quando il fasciame è terminato, passate un pennello
con del vinavil diluito fino a coprire l’intero scafo. Questo farà sì che tutte le tavole rimangano “elastiche”, oltre al fatto che deve essere carteggiato. Utilizzate con grande attenzione, una rifinitura fine per raggiungere un buon risultato finale. Eventuali piccole
imperfezioni che possono essere ancora visibili possono essere riempite e poi rilevigate
con la tecnica del vinavil e della polvere di levigatura. Le parti esposte delle ordinate possono a questo punto essere accuratamente rimosse. Utilizzare un bel paio di pinze a becco
piatto per questo lavoro. Levigate la superficie interna dello scafo dopo aver tolto le ordinate. Fasciate il fondo con listello di noce da 1x2mm. Tagliare le costole dello scafo dai
listelli da 1x1mm. Tagliare ogni costola leggermente più lunga rispetto a quanto richiesto e incollate negli intervalli indicati, per ciascuna barca, nei disegni, per simulare le costole dello scafo. Si potrebbe usare allo scopo, anche un profilo a striscia di plastica, al
posto del listello di noce, per simulare le costole in quanto una volta terminate andranno
dipinte. Le strisce di plastica si adattano bene, e possono essere acquistate in qualsiasi negozio di modellismo .
Quando la colla si è asciugata, tagliare le costole in modo che siano a filo con la parte superiore dello scafo. Usando un paio di divisori o un compasso, marcare all’interno dello
scafo una linea a 3 millimetri verso il basso dalla parte superiore dello scafo per aumentare la tavola (noce 1x1mm striscia, o 1x1 striscia di plastica) su cui si ha la sede dove andranno fissati i bordi. Ricoprite la parte anteriore a prua della barca a partire dalla prima
ordinata a prua e proseguite fino al filo dei bordi dello scafo. Come le navi, le barche
erano esposte costantemente a tutte le condizioni atmosferiche, sia all’interno che all’esterno erano dipinte (o almeno, verniciate). L’interno potrebbe essere verniciato verde,
bianco o rosso. L’esterno delle imbarcazioni era di solito colorato di bianco. Questa era
la scelta più comune, anche se il capitano godeva della possibilità di usare una livrea a sua
scelta, sia per la fornitura della vernice stessa o utilizzando vernice dalla stiva del nostromo. Il contrasto può essere simulato semplicemente utilizzando listelli di noce 1x3mm
tagliati su misura per soddisfare l’intera larghezza della barca. Le tavole degli scalmi sono
in listello di noce da 1x2mm e vanno incollati al bordo superiore della barca.
Dipinte le barche si inseriscano i loro accessori (remi, ganci, ancore) come mostrato in
figura.
Tagliare i supporti delle barche e incollarli sui bagli del vascello. Forate, incollate e inserire un occhiello di rame su entrambi i lati dei supporti, sulle travi del vascello per assicurare la corda. Posizionare le imbarcazioni nelle loro rispettive posizioni, come indicato
sul disegno.
Alberi e bompresso
Tagliare gli alberi e il bompresso alla loro lunghezza corretta come segue:
1:bompresso
tondino 12mm
L.282mm
2:Trinchetto
tondino 10mm
L.402mm
3:Maestro
tondino 12mm
L.455mm
4:Mezzana
tondino 8mm
L.387mm
5:Albero di parrocchetto
tondino 8mm
L.246mm
6:Albero di gabbia
tondino 8mm
L.275mm
7:Albero di contromezzana
tondino 6mm
L.202mm
8:Asta del fiocco
tondino 6mm
L.207.5mm
9:Alberetto di Velaccino
tondino 4mm
L.176mm
10:Alberetto di gran velaccio
tondino 4mm
L.198mm
11:Alberetto di belvedere
tondino 4mm
L.153mm
Rastremate e date forma agli alberi nelle dimensioni indicate sui disegni. Rastremate gli
alberi utilizzando un pialletto o simili per ottenere un forma ottagonale. Lisciate con carta
abrasiva media seguita da una più fine. Un piccolo tornio modellistico sarebbe più appropriato per questo lavoro.
Bompresso
Il bompresso va rastremato su entrambe le estremità e con la punta piatta e stretta che
viene posizionata in cima per fissarci e prendere le legature (71 - questi sono i blocchi
che ricevono le manovre dei bozzelli per l’albero di parrocchetto). La parte superiore
deve essere portata nella parte inferiore ad un diametro di 3 mm per formare un tenone
per la testa del bompresso. I tacchetti per tutti gli alberi sono semplicemente fatti con un
listello di noce da 5 millimetri di lunghezza e sezione 1x2mm incollato in posizione.
Sono a forma di cuneo e tagliati sul bordo superiore a formare un angolo di un coltello.
Segnare la posizione del braccio (75) e incollarlo in posizione. Nel bompresso la testa di
moro del braccio (183) dovrebbe essere smussata nei fori superiore e inferiore per seguire
lo stesso angolo del bompresso. Incollare il buco inferiore nella testa del tenone sulla fine
del bompresso. La testa deve avere un angolo di 90 gradi rispetto alla chiglia. Quindi,
spingere il braccio del boma nella sede. Arrotolate del filo da 0,5 mm nero attorno al
braccio per cinque volte, solo in avanti al braccio del boma, come mostrato in figura al
fine di assicurarlo in sede.
Tagliare il pennaccino attaccato al suo foglio di 1,5 millimetri di legno (170). Fate due
buchi da 0,7 millimetri a 5 millimetri profondi oltre 2 mm dalla parte superiore del pennaccino e fissatelo (come mostrato nei disegni) sulla testa del bompresso. Dipingere la superficie del bompresso con l’estremità inferiore della parte superiore del braccio in nero,
compreso il pennaccino attaccato. Usando la definizione corretta per le dimensioni e le
posizioni, eseguite i nodi su tutti i blocchi e fissate gli occhielli associati con il bompresso.
Alberi
La costruzione dei tre alberi è quasi identica per tutti, pertanto verrà data una descrizione
dettagliata solo per quanto riguarda le parti e l’assemblaggio dei particolari che compongono l’albero di trinchetto.
1-Segnare sull’albero la posizione dei rinforzi (103) e delle guanciole (156).
2-Limate la “testa” nella parte superiore dell’albero in modo da squadrarla per le dimensioni indicate. La parte superiore deve essere squadrata fino alla posizione del bordo superiore delle guanciole.
3 – Spianate limando l’area dell’albero per fissare le guanciole all’albero. Limate fino
a quando la squadratura permette di fissare i rinforzi su ciascun lato del palo. Inserire i
supporti, con lo scrupolo di garantire che i bordi superiori siano esattamente allineati alla
stessa altezza – e che questa, a sua volta, assicuri l’esatta posizione della crocetta.
4-Tornire la parte superiore dell’albero in modo che sia 5 millimetri di diametro e 5 millimetri di profondità, per poterlo inserire nella testa di moro.
5-Montare la parte superiore dell’albero, coffa (compreso le crocette), come indicato sul
disegno. Una volta completo, si consiglia di forare e inserire tutti gli occhielli per il fissaggio delle cime.
6-Fissate e incollate, completato il montaggio in posizione in modo che la crocetta (194)
appoggi sul bordo superiore di entrambe le guance ed i supporti. E ‘molto importante assicurarsi che la parte superiore sia inclinata in modo corretto in questa fase. Regolare il
montaggio della parte superiore, se necessario, prima che la colla sia asciutta, aiutandosi
con il disegno di riferimento.
7-Aggiungere tutti i particolari cunei e tacchetti come mostrato in figura.
8-Segnare sull’albero le posizioni delle bande di ferro (queste sostituirono gradualmente
le legature di corda solo verso la fine del XVIII secolo) e le legature degli anelli delle picche. Per questi ultimi, è altamente consigliabile fissare temporaneamente in sede l’albero
sul modello. Una volta in posizione segnare a circa 2 millimetri dal palo stesso sulla base,
la posizione della parte inferiore della sede delle picche sull’ anello (383). Una volta contrassegnato, rimuovere l’albero dal modello e sulle posizione contrassegnate fissate gli
anelli applicando una piccola quantità di colla ciano per garantirne la loro posizione definitiva. E’ importante che le due serie di fori di anelli siano allineati correttamente. Per
garantire che lo siano, vanno ritagliati dalle lastre foto incise in ottone da o,5 mm per
ogni sede delle picche (384) , e i due pezzi attraverso fori nella parte superiore e inferiore
dell’anello. Ruotare uno degli anelli fino a quando la picca è in parallelo con l’albero. Dipingere la parte inferiore dell’albero di giallo, la sede e gli anelli delle picche di nero.
Le picche sono inserite nelle sedi e nei rispettivi fori intorno all’anello una volta che gli
alberi sono stati fissati nella posizione finale (i manici delle picche d’imbarco sono appoggiati sulla superficie superiore alla base dell’albero).
9-Applicare all’albero le legature di corda come descritto e mostrato nei disegni nelle rispettive posizioni segnate.
10-Segnate le dimensioni sulla parte superiore dell’albero come indicato sul disegno, una
volta che è stato portato a tutte le forme e ai diametri corretti, è molto importante per il
fissaggio nella testa inferiore (184) (prima che la chiavella sia inserita).
11-Infilata, la parte piu bassa, sezione inferiore, deve essere quadrata. In primo luogo, il
pezzo da 14 mm a sezione quadrata in modo che tutti e quattro i lati sono uguali. Usate
listelli da 1x5mm, tenendo conto che rivestite la sezione da 13 millimetri e fate in modo
che tutte le parti sono costruite per le dimensioni indicate nel disegno.
12- Forare ed inserire la “chiave”, come indicato chiaramente nei disegni. La “chiave”
fissa la parte superiore dell’albero in posizione e impedisce allo stesso di cadere attraverso la crocetta, e cadere sul ponte.
13-Montare la crocetta (81) e barre costiere (80) come mostrato in figura. Al termine del
montaggio e dell’assemblaggio incollare l’albero superiore nella testa di moro. Il bordo
inferiore dovrebbe terminare sul bordo superiore della crocetta, come mostrato in figura.
Come per la parte bassa anche in alto assemblare il tutto in posizione corretta con la giusta angolazione rispetto all’albero maggiore. In caso contrario, regolare di conseguenza,
prima che la colla asciughi.
14-Fissare la testa dell’albero e montare i bozzelli come indicato sui disegni.
15-Preparare l’alberetto alle dimensioni e diametri indicati nei disegni.
16-Come con la parte inferiore, fissare all’albero la testa di moro prima dell’albero di
gabbia e procedete al rivestimento del fondo a sezione quadrata utilizzando listelli 4x1mm
e aggiungendo la chiavetta, come mostrato in figura.
17-Inserire attentamente l’albero e incollare nella sezione i rispettive alberi. La chiavetta
dovrebbe garantire che ciascun albero rimanga nella corretta posizione.
18-Dipingere la parte superiore e inferiore e la parte superiore alla coffa e le crocette di
nero; dipingere l’area tra il fondo della coffa fino a quella della testa inferiore di nero. Per
gli alberi di gabbia, dipingere la zona tra l’estremità inferiore delle crocette fino alla testa
di moro di nero. I fermi (la zona a forma conica) sugli alberetti dovrebbe anch’essa essere verniciata di nero. Le zone non dipinte dell’albero devono essere tinte con un colorante color legno di noce scuro e poi rifinite usando un vernice chiara poliuretanica opaca.
19-Finiti gli alberi assemblati su tutti i blocchi, si inseriscono direttamente i golfari. Se
si vuole finire il modello con le vele, aggiungere i bozzelli aggiuntivi per le vele, come
indicato sui piani. Se si ha intenzione di non montare le vele, non legare i bozzelli aggiuntivi.
Pennoni
Tutti i pennoni per le vele e i bracci devono essere costruiti nella dimensione indicata sui
disegni di cantiere e utilizzando gli opportuni pezzi a misura in dotazione nel kit Per spianare o limare il pennone a forma ottagonale al centro seguire le istruzioni. Il centro del
pennone rimane a forma ottagonale mentre i due estremi sono conici alla dimensione indicata nei piani.
Forare e incollate i sostegni per i marciapiedi (284.285.287.288.515 e 516) nel basso e
nella parte superiore dei pennoni nella posizione indicata. Non inserire i marciapiedi attraverso i loro sostegni (quelli indicati in parentesi) fino a quando tutti i pennoni sono
stati dipinti. La costruzione dei tacchetti delle imbracature viene fatta utilizzando listelli
di noce da 1x2 millimetri tagliati a misura, come mostrato in figura.
Segnare e forare per il fissaggio delle staffe dei marciapiedi che si trovano sulla parte inferiore del pennone utilizzando una punta da 0,5 mm per le parti foto incise delle staffe
(524). Incollare e inserire le staffe nelle rispettive bande del pennone. La staffa o meglio
“il cordame”della stessa può essere simulata incollando del filo da 0,25 mm (tinto nero)
attorno al pennone dove son posizionate le staffe.
Tutti i pennoni devono essere dipinti di nero, compresi le staffe. (Anche se alcuni capitani dipinsero i bracci di giallo Ocra).
Legare il marciapiede all’estremità del pennone utilizzando refe da 0,5 mm nero. Far passare il refe attraverso le asole di ogni staffa. Assicurare il terminale sul lato esterno dell’
imbracatura e sul lato opposto del pennone, come mostrato in figura. Non legare il filo
teso, ma lasciarlo lasco, per simulare l’andatura naturale.
Assicurare tutti i bozzelli e i paranchi pendenti per i pennoni, come indicato sui disegni.
Il pennone di civada, e il pennone sono legati all’albero con legature che sono state simulate con l’uso di 0,5 mm di filo nero come mostrato in figura. I tacchetti del pennone
sono posizionati come indicato nei disegni.
I restanti pennoni sono legati all’albero con bertocci e trozze e tenuto insieme da refe da
0,25 refe infilato attraverso i buchi delle sfere e delle costole e poi legate all’albero all’interno della fascia dei tacchetti. Le costole delle trozze sono in ottone foto incise e devono essere verniciate in nero prima di rimuoverle dal foglio ospitante da 0,5 millimetri.
L’albero di mezzana, e il boma di questo sono tenuti sull’albero da bertocci e sfere.
Se avete intenzione di montare le vele le stesse vanno legate ai pennoni, come indicato,
e vanno fissate prima che i pennoni vengano fissati agli alberi.
Il fissaggio dei pennoni agli alberi e, successivamente, le manovre dei pennoni, possono
risultare un po meno scomodi se si incollano i pennoni agli alberi facendo un foro da 1
millimetro al centro di ogni pennone a contatto con l’albero. Forate il pennone in corrispondenza del contatto con l’albero e metterlo in posizione. Inserire un piccolo chiodino
da 1 millimetro di lunghezza o del filo di ottone nel foro. Il pennone può essere poi incollato e fissato all’albero, facendo così, alcune manovre saranno più facili da applicare.
Quando tutti i pennoni sono stati fissati gli alberi, e i tre alberi con il bompresso impostati, quest’ultimo va infilato nel corrispondente buco di prua.
Si consiglia di applicare una piccola quantità di colla vinilica a ciascun albero prima del
montaggio in posizione. (se gli alberi non sono tenuti da una piccola quantità di colla, vi
è la possibilità che essi possano “ruotare” leggermente durante l’impostazione di sartie)
Sartiame
Le attrezzature del kit, come indicato nei piani, sono state soggetto di attività di ricerca,
al fine di garantire la fedeltà delle manovre nel modo più accurato.
L’attrezzatura si basa su direttive originali dall’Ammiragliato nell’istituzione del 1773.
Questo è stato uno standard “direttiva per l’alberatura e le manovre” per ciascuna classe
di nave.
Passate un pennello con colla vinilica diluita sulla maggior parte dei nodi. La colla può
essere applicata anche sull’estremità del refe utilizzato per le manovre per facilitare il
passaggio di questo nei buchi dei bozzelli.
Iniziate il sartiame degli alberi fissando le sartie, una copia per lato sia per l’albero maestro che per l’albero di mezzana.
Le Sartie devono essere montate in sequenza che dovrebbe essere come segue: Sinistra,
destra, sinistra, alternativamente. Utilizzare filo nero da 1,3 mm per la mezzana e filo nero
da 1mm per la mezzana superiore. Circa la misura e le coppie dipende dall’albero. La
fine di ogni sartia deve essere attrezzata con un occhiello. La parte superiore e inferiore
delle bigotte deve essere distanziata correttamente, in caso contrario, potrebbe rovinare
l’effetto globale del modello. Al fine di garantire la distanza della parte superiore e inferiore delle bigotte, fabbricare una semplice attrezzatura per la spaziatura come segue;
Tagliare due lunghezze di filo di ferro o di ottone da 1 millimetro per circa 35mm di lunghezza e piegare i terminali di 10 mm in modo da formare un angolo di 90 gradi. Ciò dovrebbe lasciare circa 15 millimetri tra ogni terminale; lo stesso attrezzo può essere
costruito con filo da 0,7 mm rispettivamente per le bigotte da 5 millimetri e 3 millimetri con una spaziatura di circa 12 mm tra le bigotte.
Un terminale della sartia deve essere inserito nella scanalatura della bigotta mentre l’altra bigotta, quella inferiore è fissata sul parasartie. Il cordino va fatto passare attraverso
la coffa e nella parte superiore, attorno all’albero per poi ritornare attraverso la coffa,
verso la parte inferiore per essere arridato alla seconda bigotta fissata al parasartie. Il terminale della sartia deve essere poi avvolto attorno alla bigotta, e posto sotto piombatura
in sede con l’utilizzo di un filo da 0,25 millimetri. Fissare la coppia di sartie spingendo il
nodo fino a rafforzare le cordicelle alle bigotte utilizzano filo di color naturale da 0,5 millimetri. Continuare con questa tecnica fino a quando tutte le sartie sono state messe in
posizione. Ogni coppia di sartie deve essere ragionevolmente tesa, ma non troppo in
quanto, tirando potrebbero piegare gli alberi e disallinearli.
Un “Futtock slave” viene fissato a ciascun set di sartie, a circa 50 millimetri dalla cima.
Questi sono fatti di filo di ottone da 1 mm ed appena un po ‘più lungo della lunghezza
delle sartie. Fissare la barra orizzontale per ogni sartia con il diametro più piccolo di filo
nero. Il “Catharpins” sono brogli a Doghe in pratica controsartie e sono posti più in basso
delle sartie. Quattro lunghezze di filo da 0,5 mm filo nero assemblato come chiaramente
indicato sulla sequenza uno e due, dei disegni. Sull’albero di mezzana sono solo 3.
Le bigotte da 3 mm e 5 millimetri per le sartie superiori possono a questo punto essere
montate. Prendete il filo verso il basso e avvolgete a cravatta il filo di ottone della sartia,
appena sotto la coffa. Ripetere fino a che tutti le sartie e le bigotte sono montate. Impostare le sartie nella parte superiore, come indicato nella “sequenza delle manovre” dei disegni 1 e 2.
Impostare la parte superiore dell’albero, con le sartie, utilizzando filo di ottone di 1 millimetro verniciato di nero. Impostare le sartie dell’alberetto utilizzando refe da 0,5 mm
nero. Ci dovrebbe essere una e una sola coppia di ciascun lato e nei principali alberi e una
sola coppia di brogli per ogni lato per la mezzana.
Assicurate le sartie in posizione alla parte superiore dell’albero. La fine del filo dovrebbe
quindi essere inserita o attraverso il foro corrispondente situato alla fine di ogni crocetta
e infine verso la parte superiore e inferiore nella bigotta dove termina, come indicato sui
disegni.
Griselle
Usate filo da 0,10 mm color naturale per la simulazione delle griselle. Fissare poi ad ogni
sartia con un nodo. Utilizzare delle pinzette per manipolare il filo intorno alle sartie. Lasciate una piccola quantità di filo in eccesso a ciascuna estremità di partenza e di arrivo
per ogni grisella e tagliate le estremità solo quando le griselle son completate. La spaziatura tra ogni riga dovrebbe essere di circa 5-6mm. Una volta terminate passate del vinavil diluito sulle sartie. Quando tutte le griselle sono legate procedere ad una spazzolatura
con della china nera. ( Il filo nero non viene utilizzato, perché è molto “rigido” ed è più
incline a “tirare” fuori forma le sartie). Prima di applicare l’inchiostro, coprite attentamente il ponte in modo che le gocce non sporchino il ponte (che può succedere se non
mascherato, a prescindere da come si sta attenti). Quando l’inchiostro si è asciugato sarà
probabilmente necessario tirare le estremità delle griselle, per portare le sartie alla forma
originale in quanto è probabile che subiscano un lieve calo quando l’inchiostro si è asciugato. L’ultimo compito è quello di tagliare l’eccesso di filo con un piccolo (e molto affilato) paio di forbici, avendo cura di tagliare il più vicino possibile al nodo.
Il tacchetti superiori delle griselle sono ora pronti per essere legati in posizione, appena
superiore alle bigotte. Questi hanno due tacche vicino al centro della curva concava. Dipingere i tacchetti della sartia di nero prima di legarli in posizione. Avvolgere filo da 0,25
millimetri intorno alle tacche. Fissarlo in posizione con un nodo alla sartia.
Per riferimento visivo della posizione dei tacchetti delle sartie, osservare la vista in piano
vista situato sui piani della sequenza delle manovre.
Stralli
Gli stralli andrebbero fissati prima della messa in opera delle sartie. Usare per quello principale un refe da 2 millimetri. Per i successivi usare refe naturale da 1,6 mm. La zona di
fissaggio con il loop intorno all’ albero può essere simulato, come indicato sui disegni.
(Un pezzo di plastica nera o 3 millimetri di legno può essere usato per simulare il
“mouse”, come alternativa alla definizione fornita).
Fissare la parte superiore dello strallo utilizzando, come con il principale. L’estremità inferiore è garantita all’albero mediante un bozzello da 5 millimetri come mostrato in figura.
Lo strallo della parte superiore dell’albero è imbrogliato sullo stesso come per i precedenti
stralli. Tuttavia, l’estremità inferiore, deve essere fissata con bozzelli a cuore, passare
quindi attraverso la fessura a dritta e terminare sul bompresso. La fine dello strallo maggiore passa attraverso la parte superiore e termina fissato sul lato opposto come chiaramente indicato nei disegni.
Lo strallo dell’albero principale rimane alto, come i precedenti. La parte terminale viene
eseguita attraverso un unico bozzello di 5 millimetri, legato al di sotto del trinchetto. Un
altro bozzello dovrebbe essere legato alla fine in modo che blocca a circa 70-80 mm al
di sopra del livello del ponte. Un unico bozzello di 5 millimetri dovrebbe poi essere fis-
sato con un occhiello appena dietro la base del trinchetto. Una lunghezza di 0,25 millimetri di refe viene legato al bozzello da 5 millimetri e poi il refe partendo dall’occhiello
può attraversare il foro del bozzello, poi di nuovo verso il basso attraverso il bozzello da
5 millimetri e nuovamente attraverso il foro nella parte superiore infine, fissata alle bitte
appena dietro il trinchetto, come mostrato in figura.
Lo strallo della parte superiore dell’albero viene fissata attraverso un unico bozzello da
5 millimetri e fissato al di sotto del trinchetto. Lo strallo deve poi passare attraverso il divario dietro l’albero alto e verso il ponte dove è imbrogliato nello stesso.
Lo strallo dell’alberetto di mezzana è imbrogliato utilizzando le stesse tecniche come i
precedenti. La parte inferiore termina con un occhiello da 3,5 in alto, come mostrato in
figura.
Finite il restante come indicato sui piani. Utilizzando i piani per la dimensione visiva e
di riferimento per l’incappellaggio sui vari blocchi per le sartie e stralli e per le manovre
correnti.
Manovre correnti
Iniziare le manovre correnti secondo la sequenza indicata chiaramente sui piani. L’ancoraggio termina in conformità con il piano d’istruzione su ogni foglio. Se avete intenzione
di non montare le vele al modello seguite la sequenza delle manovre sui piani.
Se si montano le vele, utilizzare il piano velico come riferimento per le manovre. I punti
per l’ancoraggio delle manovre sono gli stessi sia che le vele siano montate o meno.
Anche se a prima vista l’intrico delle manovre sembra scoraggiante, se si segue la sequenza passo per passo, come indicato sui piani, la cosa è più semplice di quanto si pensi.
C’è solo una piccola parte di istruzioni scritte, in quanto il designer pensa che troppe
istruzioni scritte per qualcosa (a prima vista) così complesso come le manovre correnti,
possono causare più confusione per il modellista, piuttosto che essere di aiuto. Pertanto,
la sequenza di manovre è stata chiaramente illustrata in più fasi, sui piani. (A volte, una
semplice disegno dice più di quanto le parole possano fare - la sequenza delle manovre
corrente è un classico esempio). Se si vuole perseguire ulteriori manovre, refe e bozzelli
per le manovre possono essere acquistati. Per ulteriori informazioni, vi sono diversi ottimi libri pubblicati come “James Lee” alberatura delle navi da guerra dal 1625 al 1860.
Questo è pubblicato dal Conway Maritime press ed è stato utilizzato come riferimento
principale per i disegni degli alberi e i piani di armamento del Vanguard.
Ancore
Per completare il modello mancano solo le ancore. Pulire i pezzi di fusione dalle eventuali bave e dipingere di nero. Carteggiate finemente la parte inferiore del legno utilizzato,
in modo che essi costituiscono un’affusolatura in prossimità della fine, come indicato sui
disegni. I cerchi di ferro sono ricavati da carta dipinta di nero per una larghezza di 2 millimetri e incollati in posizione utilizzando colla vinilica. L’anello di ancoraggio è costituito da filo di ottone da 1 millimetro piegato a circa 8 millimetri per ottenere la forma.
Per aggiungere un po ‘ più di autenticità, usate del filo nero da 0,5 mm per avvolgere in-
torno al’anello per rappresentare la “fasciatura/puddening”.
Le ancore più vicine agli occhi di cubia hanno una corda legata all’ancoraggio dell’anello
con l’altra estremità spinto nella cubia e incollato in posizione. Entrambi i gruppi di tasselli dovrebbero quindi essere fissati allo scafo utilizzando 0,5 mm di refe naturale avvolto
attorno al centro del gambo. L’anello e la corona delle ancore dovrebbero quindi essere
legati fuori vicino alla prua.
Quando il modello è completo, osservatelo attentamente per vedere se non vi sono pezzetti di legno, fili sciolti di refe o polvere sul ponte. Una teca di vetro è raccomandata per
proteggere, il modello finito, dalla polvere che non potrà essere facilmente rimossa senza
provocare danni.
HMS Bellerophon 1786
Vascello da 74 cannoni, classe Arrogant di 3° classe
L’HMS Bellerophone fu varato nel 1786 sul fiume Medway vicino a Chatham. Fu progettato da Sir Thomas Slade della Royal Navy. Il suo nome deriva dalla mitologia greca:
Bellerophon cavalcava il cavallo alato Pegaso e uccise il mostro Chimera, ma poi presumendo la scontentezza degli dei decise di salire al Monte Olimpo. I marinai a bordo della
Bellerophon trovando il nome difficile da pronunciare lo soprannominarono “Billy Ruffian” (analogamente ai marinai sulla HMS Agamennon che trovato quel nome difficile
da pronunciare, la chiamarono “Uova al Bacon”).
Il Bellerophon è ricordato oggi perché fu la nave che traspotò Napoleone in Gran Bretagna quando fu catturato dagli inglesi.
Dopo essere stato sconfitto a Waterloo, Napoleone tornò a Parigi. Tuttavia ansioso di non
cadere nelle mani della monarchia francese o delle forze tedesche, egli si rifugiò nella
zona della Rochelle a Roquefort. Una delle ultime dimore di Napoleone sul suolo francese fu sull’Ile d’Aix, un’isola al largo de La Rochelle, accessibile solo in barca. La casa
in cui visse è ora un museo. Sperava di essere in grado di navigare raggiungendo l’America, ma la flotta britannica aveva bloccato tutti i porti atlantici francesi, tra cui La Rochelle. Iniziarono poi i negoziati con i britannici, pensando che gli Inglesi potessero
consentirgli di vivere da signore in un paese in esilio, in Gran Bretagna. Egli scrisse anche
al Principe Reggente chiedendo di essere trasportato in Inghilterra.
Il 15 luglio 1815 un vogatore inglese, remando trasportò Napoleone dall’Ile d’Aix all’
HMS Bellerophon che era al comando del capitano Federico Maitland. Venne successivamente trasbordato a bordo dell’ HMS Northumberland. Egli non toccò terra fino al suo
arrivo a S. Elena, il luogo dell’esilio, anche se prima il Northumberland tornò in Inghilterra e rimase ormeggiato al largo di Torbay. La caduta dell’ex imperatore, considerato
come un mostro in Gran Bretagna, attirò molti curiosi desiderosi di vederlo. Il Northumberland partì per S. Elena, il 7 agosto.
L’HMS Bellerophon aveva molti rattoppi a causa delle azioni di guerra. All’inizio era
stata impegnata nella battaglia del “glorioso primo di giugno” nel 1794, in cui la flotta
inglese comandata da Lord Howe, attaccò la flotta francese al largo della costa olandese.
Alla Battaglia del Nilo nel 1798 fu impegnata in una battaglia disperata e fu impegnata
anche a Trafalgar dove il suo capitano fu ucciso.
La sequenza degli eventi, dopo l’arresto di Napoleone, fu che l’ex imperatore fu condotto
sull’ HMS Bellerophon al largo della costa britannica, prendendosi una settimana per il
viaggio. Il Capitano Maitland aveva dato ordine al suo skipper, di ancorare a Torbay,
un’ampia baia delimitata e al riparo dal vento prevalente di sud-ovest, dove una intera
flotta avrebbe potuto ancorare. Il Bellerophon stette per due giorni attorniato dalla folla
che si stava radunando per vedere Napoleone nella baia di Torbay. A Maitland fu quindi
ordinato di procedere alla volta di Playmouth dove c’era un grande porto navale con un
cantiere e le difese necessarie. Prese il Bellerophon e ancorò la nave a Plymouth, in Plymouth Sound, dove vi rimase per due settimane prima che Napoleone fosse trasferito a
bordo dell’HMS Northumberland. Ancora una volta le folle accorrevano per vedere Napoleone sapendo che lui sarebbe venuto sul ponte ogni sera alle sei in modo che le persone potessero vederlo dalle piccole imbarcazioni.
Il Capitano Maitland aveva ordine di trattare Napoleone non come un imperatore, ma
come un generale militare. Egli fu chiamato “Generale Bonaparte” e come tale fu trattato
a bordo della nave, tuttavia, dal momento che la Bellerophon era una nave martoriata a
causa delle dure battaglie intraprese per quasi 30 anni, fu ritenuto che un viaggio verso il
Sud dell’Atlantico avrebbe preteso troppo dal vascello. Così l’HMS Northumberland (74
cannoni), che era di 17 anni più giovane e in condizioni migliori, fu comandato per prendere Napoleone e trasportarlo a Sant’Elena. L’episodio riguardante Napoleone è ricordato per evidenziare la gloriosa carriera dell’HMS Bellerophon, e segna la fine della sua
carriera di navigazione. Fu condannata ad essere trasformata in una prigione e trasferita
sul fiume Medway, dove trascorse i suoi ultimi dieci anni di vita. Un triste epilogo per una
nave. Le prigioni erano grandi navi dismesse che accoglievano prigionieri condannati a
essere trasportati. Esse erano ormeggiate vicino ai cantieri così i prigionieri potevano essere messi al lavoro utilmente. Il Bellerophon terrà ben 450 detenuti, molti dei quali andarono a terra a lavorare per la manutenzione del porto.
Decorazione per il Bellerophon
HMS Bellerophon così chiamato riferendosi al mitico eroe greco che uccise Chimera, la
bestia della mitologia greca che aveva tre teste. La testa principale di un leone, poi una
capra come corpo e la testa di un serpente come coda.
Sputando fuoco, Bellerophon , in sella al cavallo Pegasus uccise con un pezzo di piombo
infisso su una lancia che egli conficcò nello stomaco della Chimera.
Abbiamo scolpito a poppa la decorazione raffigurante l’uccisione della Chimera da parte
di Bellerophon, mentre cavalcava il cavallo alato, Pegasus, e la polena raffigurante l’eroe
greco che tiene la testa tagliata vittoriosamente davanti a lui. È interessante notare che alcuni capitani chiesero agli scultori responsabili per le polene e di altri lavori decorativi di
rendere le braccia della figura asportabili.
Questo decisione veniva dettata a causa del maltempo e delle battaglie perché spesso potevano essere danneggiate e pertanto venivano svitate e conservate entro bordo.
HMS Elephant 1786
Vascello di 3^ Classe Arrogant da 74 cannoni
HMS Elephant fu la terza nave a portare questo nome, i due predecessori furono navi storiche.
L’Elephant fu ordinato il 27 dicembre 1781 e costruita da George Parsons a Bursledon sul
fiume Hamble, nell’Hampshire. L’Elephant, al momento, era la più grande nave ad essere
costruita sul fiume.
La chiglia fu impostata nel febbraio 1783 e fu varato il 24 agosto 1786. Un giovane reporter locale scrisse che l’Elephant era “ La nave più completa, per la bellezza e la potenza, della marina”.
Il costo di costruzione per l’Elephant, inclusi gli alberi e i cantieri ammontò a circa 29.772
sterline, 2s 4d (quasi 3.130 alberi furono utilizzati per la sua costruzione, l’equivalente di
un bosco di 76 ettari!)
Il giorno successivo al suo varo fu rimorchiata presso il cantiere navale di Portsmouth
per l’allestimento. Dopo che la guerra americana era ormai finita e i lavori per l’armamento proseguirono molto lentamente. La ramatura dell’Elephant terminò il 25 ottobre
1786 (per la ramatura del fondo furono necessari 12 giorni).
La prima commissione prevedeva 28 cannoni da 32 libbre sul ponte inferiore, ventotto da
18 libbre sul ponte superiore, quattordici da 9 libbre sul cassero di poppa e quattro da 9
libbre sulla sua prua. C’erano anche le porte per le carronade quanto non vi era alcuna ragione per cui esse non sarebbero state montate. Quando, rimessa in servizio nel 1812 per
la navigazione nel Baltico, il suo armamento fu modificato; sedici dei suoi diciotto cannoni da 9 libbre furono sostituiti con 16 carronade, portando il numero complessivo di carronade a ventidue (sei si trovavano sul ponte di poppa). Le carronade divennero così
popolari perché adatte al modo in cui la Royal Navy affrontava i combattimenti, sempre
molto ravvicinati, dove le carronade dimostravano di avere un effetto devastante sulle
navi nemiche e gli uomini. L’Elephant 1801 è stata prevista nel kit opzionale basandosi
su come era raffigurata al momento della battaglia di Copenaghen sotto il comando di
Nelson.
I primi anni dell’Elephant
I primi anni della carriera dell’Elephant furono molto tranquilli. Nel 1793 l’Elephant era
attraccato a Portsmouth per la messa in disarmo e l’allestimento ed una volta terminati i
lavori non fu rimesso in servizio sino alla fine del 1799. Non si sa per quale motivo, una
nave da combattimento importante, sia rimasta fuori servizio per così tanto tempo (in
quel periodo i vascelli da 74 cannoni erano considerati come la spina dorsale della Royal
Navy), tenendo conto anche del fatto che quel periodo fu un momento cruciale durante
la guerra.
L’Elephant fu finalmente svegliato dal suo sonno, forzatamente ancorato a Portsmouth,
il 17 agosto 1799 per essere riarmato. Fu rimesso in attività piena il 28 dicembre 1799.
Due giorni dopo, il 30 dicembre 1799, L’Elephant venne affidata al comando del capitano
Thomas Foley. Oltre al pattugliamento per le navi da guerra francesi manteneva anche una
vigilanza su tutte le spedizioni commerciali. Rimase in servizio fino al richiamo in Inghilterra, dove arrivò 6 marzo 1801. Mentre era ancora al largo di Portsmouth, Foley ricevette l’ordine di unirsi alla flotta dell’ammiraglio Hyde Parker ancorata a Yarmouth
Road per trasferirsi nel Mar Baltico. L’Elephant arrivò al punto d’incontro per Sabato 14
Marzo 1801. Venerdì 27 marzo, una scialuppa fu inviata a raccogliere il vice ammiraglio
Nelson, della HMS St. George. Nelson trasferì la sua bandiera dall’HMS St.George all’Elephant, perché più piccolo e il 74 cannoni aveva un pescaggio inferiore rispetto ad un
vascello a 3 ponti, rendendo l’Elephant più adatto per le acque poco profonde.
La campagna di Copenaghen
Con l’inverno del 1800 la seconda coalizione delle monarchie era crollata di fronte al risorgente esercito francese sotto la guida ispirata di Napoleone Bonaparte, lasciando la
Gran Bretagna, ancora una volta sola nella lotta. Gli alleati, con la Gran Bretagna, istituirono un blocco navale per evitare alla Francia ed ai suoi alleati, di rifornirsi per mare,
e questo aveva portato a un notevole attrito con i paesi neutrali, in particolare i paesi che
si affacciavano sul Baltico.
Napoleone, giocando su questa insoddisfazione, aveva convinto lo zar di Russia (il più potente dei paesi neutrali) a contribuire per creare una “Alleanza del Nord”, che si rifiutasse
di riconoscere i diritti delle nazioni belligeranti a fermare, perquisire e sequestrare navi
battenti i colori neutrali. Questa alleanza, che era conosciuta come la “neutralità armata”
consisteva nei seguenti stati: Russia, Prussia, Danimarca e Svezia, che grazie alla potenza
delle proprie navi avrebbe potuto dettare la propria condizione con la forza.
La Gran Bretagna non poteva non accettare tale stato di cose senza rinunciare a uno dei
principali vantaggi; il predominio sul mare.
All’inizio della primavera del 1801, mentre le navi russe erano ancora bloccate nei loro
porti dal ghiaccio, una forza britannica fu preparata per il Baltico, sotto il comando del
generale, Sir Hyde Parker. Diplomatici britannici, erano già stati inviati a Copenaghen
tentando di rompere la “neutralità armata” e di negoziare con i danesi, che avevano la
flotta più efficace e la posizione più dominante per l’ingresso verso il mare. La flotta di
Parkers avrebbe dovuto fornire una dimostrazione della forza del potere britannico, e,
qualora i colloqui non avrebbero dato esito positivo, per distruggere i danesi nella loro
capacità di proteggere le loro navi mercantili. Istruzioni segrete, inviate all’ammiraglio
Parker, gli dettavano di attendere l’esito dei negoziati sia per accordi amichevoli o per
effettiva ostilità, nel frattempo di procedere a Revel per attaccare di sorpresa il grosso
della flotta russa.
Con il senno di poi, affidando il compito a Sir Hyde Parker, si comprese che fu un errore
di valutazione da parte dell’Ammiragliato; Parker non aveva la capacità di analizzare e
cogliere gli elementi essenziali di un potenziale problema. Altrettanto importante fu il
fatto che non aveva esperienza di azione con la flotta. Per la parte relativa al combattimento, che la spedizione avrebbe eventualmente dovuto affrontare, l’Ammiragliato aveva
scelto Lord Nelson, che fu comandante in seconda.
Hyde Parker considerava Nelson un pericoloso egoista melodrammatico il cui unico scopo
era la gloria personale e di conseguenza, trattava Nelson con disprezzo, non mostrandogli i suoi ordini e senza dargli la possibilità di discutere gli obbiettivi per cui si erano imbarcati.
In verità, Nelson aveva una conoscenza molto maggiore degli scopi della spedizione di
Parker, e mentre Parker ritardava in Inghilterra tutt’altro che ansioso di entrare nel Baltico, fino ad attendere i risultati dei negoziati con i danesi, Nelson credeva fortemente che
la linea d’azione sarebbe stata quella di prendere la flotta direttamente attraverso il porto
e ancora sotto le mura di Copenaghen.
Nelson aveva anche accennato a St. Vincent, dove Parker fu indeciso. Come risultato di
ciò, alla flotta fu ordinato di far vela per arrivare a Cattegat il 19 marzo. Dopo il sempre
più manifesto esitare di Parker, infastidito, Nelson si convinse a far vela e passare tra le
batterie di cannoni che si affacciano su entrambe le sponde a Copenaghen, il 30 marzo.
Una fregata fu inviata per controllare più da vicino le difese di Copenaghen che distava
8 chilometri dalla flotta britannica. Hyde Parker trovò la linea delle corazzate, fregate,
pontoni galleggianti, batterie e cannoniere il tutto supportato da una batteria gigante fissa
chiamata dai Danesi, “Trekroner” , e Crown dagli inglesi, che era più formidabile di
quanto gli Inglesi ebbero inizialmente pensato. Nelson però non la pensava così. In una
lettera a Emma Hamilton scrisse; “sembrava formidabile per i bambini in guerra, ma a mio
giudizio, con una decina di velieri credo di poterli annientare”.
Al fine di raggiungere una buona posizione per il suo attacco, Nelson voleva navigare
lungo un canale che era separato da quello più interno in cui la linea della difesa danese
era ormeggiata su un grande “terra di mezzo”, in pratica dei banchi emersi, la cui posizione non era possibile conoscere con certezza a causa della mancanza di qualsiasi mappa
affidabile. Per confondere ulteriormente il problema i Danesi avevano rimosso tutte le
boe e i marcatori delle acque poco profonde. Quella notte Nelson, con una barca a remi i
timonieri e i comandanti, armati di mappe, quaderni e compassi, con le candele oscurate, avevano gettato delle botti a fungere da boe e, con i suoni ovattati, senza che i Danesi se ne accorgessero, aveva tracciato “la terra di mezzo”. Più sondaggi furono presi e
il giorno dopo una nave di marcatura fu ancorata alla guida della flotta. Nel pomeriggio
del 1 ° aprile, la divisione di Nelson navigò lungo il canale segnato in modo sicuro per
ancorare al largo della parte meridionale della terra di mezzo.
Poichè l’azione era ormai imminente, Nelson era con il morale alle stelle e chiese alla
sua “Banda di fratelli” di cenare con lui a bordo dell’ Elephant, in modo che potesse descrivere, in dettaglio, il piano per la battaglia.
Alle 7,00 del 2 aprile 1801, tutti i luogotenenti di ogni nave erano stati convocati sull’Elephant e ad ognuno fu data una copia degli ordini di battaglia. Alle 8 fu issato sull’Elephant il segnale “prepararsi per la battaglia”.
Edgar Brierley, capitano del Bellona era stato scelto in testa alla linea, gli altri lo avrebbero seguito sottovento, e alle 9,45 AM fu issato il segnale per salpare con precedenza
alle navi sottovento.
Come Edgar si avvicinò alla murata meridionale passò sotto il fuoco pesante della batte-
ria costiera e poi sotto il fuoco dei cannoni provenienti dall’ex prima classe, Provesteene,
ora ridotta a due ponti con un solo albero tronco, per poi defilarsi progressivamente verso
il basso della linea.
Come con Brierley la batteria danese prese di mira le altre navi inglesi al seguito, e prossime a dar battaglia. Da questo momento, il fumo denso si diffuse in tutta la parte posteriore della linea Danese, e causò l’arenarsi del Bellona su uno sperone di terra di mezzo.
Nelson era molto agitato, e vide la sua inferiorità numerica già ridotta di due unità (l’Agamennone avrebbe inoltre omesso di mettersi in posizione di combattimento).
Nelson ordinò alla sua nave di immettersi dove il Bellona avrebbe dovuto essere ormeggiato, di fronte ad un trasporto con un ponte adibito a batteria galleggiante, anche se
avrebbe potuto avvicinarsi a solo 250 metri dai suoi avversari a causa delle acque poco
profonde. L’HMS Gange si avvicinò a poppavia della Elephant e Nelson scostò dalla
linea, dirigendo il Gange a prendere la Saelland di 74 cannoni, che invece avrebbe dovuto
essere il suo avversario. Come le altre navi, Nelson diresse verso una posizione a poppa
dello schieramento dove era stato ordinato di raccogliersi. Il fuoco si intensificò dalla
testa della linea danese proveniente dalla batteria Crown enormemente potente.
Stranamente Nelson, non fece alcun tentativo di concentrare la sua forza per sopraffare
le sezioni del nemico (forse perché la forza britannica era così in inferiorità numerica, in
particolare gli mancavano due delle sue navi in grado di impegnare le forze nemiche) Così
la battaglia si trasformò in un vantaggio o svantaggio numerico di persone, molto combattuta, ma in duelli statici di posizione.
Anche se i danesi mancavano dell’esperienza delle forze britanniche, difesero la loro città
con spirito battagliero; le loro batterie galleggianti, i cui baluardi erano appena sei metri
sopra l’acqua, erano bersagli molto difficili per i cannonieri inglesi. In contrapposizione,
le navi inglesi erano bersagli molto facili, anche per cannonieri non qualificati, essendo
ferme diventavano obbiettivi appetibili.
Inoltre, i danesi, erano numericamente superiori alla forza britannica per un rapporto di
tre a uno e potevano concentrare due o tre batterie per una sola nave britannica.
A confondere ulteriormente la situazione, un altro 74 cannoni britannico, il Russell, si era
anch’esso arenato mentre seguiva il Bellona attraverso il fumo denso, lasciando Nelson
con solo nove, dei suoi dodici vascelli e le fregate erano disponibili solo per riempire i
vuoti lasciati tra la costa e i vascelli. (Le Fregate erano costruite e destinate ad assumere
la scorta dei vascelli di rango superiore).
Per qualche tempo, la battaglia sembrò in bilico, Nelson, passeggiando sul lato di dritta
della poppa dell’Elephant fu sfiorato da una pioggia di schegge provocate da una palla di
cannone che colpì l’albero maestro, e nel suo modo tipico atteggiarsi, guardò il comandante militare e disse: “È una battaglia rovente e questo giorno potrebbe essere l’ultimo
per ognuno di noi”. Un ufficiale ricordò poi, come Nelson smettendo di camminare usò
un’espressione che non potrà mai esser cancellata dalla memoria, e con emozione disse:
“Ma si badi, non vorrei essere altrove per nessun motivo”.
Nel frattempo l’attacco portato da Hyde Parker con le sue navi, che stava tentando di navigare verso il basso per sostenere la divisione di Nelson da nord, aveva fatto pochi progressi a causa del vento contrario. A causa di questo, e anche perché la difesa danese non
dava segni di cedimento, Parker divenne molto preoccupato per l’esito finale. Tenne una
conferenza con i suoi alti ufficiali circa la possibilità di ordinare un ritiro, sia per salvare
Nelson da tutta la responsabilità del fallimento sia per la salvaguardia delle navi di Nelson che erano state molto danneggiate navigando vicino alla costa e correvano il rischio
di cadere in mano al nemico
Prima di farlo, Parker chiese il permesso al suo capitano, mandando una scialuppa all’Elephant per cercare di valutare come la battaglia stesse evolvendo. A causa del vento
e della marea, la scialuppa viaggiava molto lentamente, e dopo un’ora e mezza, con la battaglia ancora avvolta nel fumo denso, non si aveva nessuna notizia da Nelson. Parker sentiva che non poteva aspettare più a lungo e fece issare il segnale 39, “Sospendere
l’impegno” in modo generale a tutte le navi. Il segnale fu anche sottolineato da due colpi
di cannone.
Da quel momento, però, le batterie danesi galleggianti stavano cominciando a crollare, in
gran parte dovuto alla formazione superiore degli equipaggi inglesi, che avevano difficoltà
a superare lo spirito duro dei difensori, pur essendo in numero superiore. Da due relitti
della linea posteriore danese, esposti alla concentrazione schiacciante del fuoco britannico,
sparavano ancora alcuni pezzi corti, ma le loro perdite erano enormi e molti dei loro pezzi
erano completamente distrutti. I due mezzi di trasporto, a nord di questi, erano stati mandati fuori dalla linea, cosi come un’altra nave al centro. La nave ammiraglia danese, Dannebroge, stava bruciando in maniera incontrollata, dopo aver ricevuto proiettili incendiari
dalle carronade britanniche, che erano state caricate con proiettili a grappolo i quali, con
un solo colpo, spazzavano i ponti, uccidendo e mutilando molti uomini. Vicino al centro
dell’azione, la fregata danese Cronborg era stata pesantemente colpita e rimaneva con una
sola manciata di uomini e un solo ufficiale superstite. Allo stesso tempo, ai margini della
battaglia, cinque fregate inglesi avevano costretto gli avversari ad arretrare, ma i danesi
furono ancora in grado di traghettare uomini freschi e rifornire quelle batterie che non
erano ancora capitolate. Due delle navi britanniche vicino alla testa della linea danese
erano ancora ferocemente impegnate con sofferenza e perdite molto pesanti. Oltre a ciò
anche le batterie costiere mantenevano un bombardamento pesante. Nonostante questo,
la spina dorsale della difesa danese era stato spezzata. Da quel momento, Nelson, con il
suo senso intuitivo, sapeva che oramai la battaglia volgeva decisamente a suo favore.
Quando il segnale 39 esposto sulla HMS London fu segnalato a Nelson, egli parve non
prendere atto da come continuava a passeggiare sul cassero dell’Elephant. Il tenente di
Nelson gli chiese se fosse il caso di chiederne la riconferma. “No, lo riconosco”, rispose
Nelson, poi lo chiamò, e chiese: il segnale numero 16 (per un’azione più stretta) è ancora
sventolante?” “Sì”, fu la risposta del tenente, “Manteniamolo così” disse Nelson, continuando il suo camminare in un modo più agitato disse, “lasciamo fuori il segnale!”, e
stringendosi nelle spalle, “Ora resistiamo!”. Tornando dal capitano Foley, disse: “sai,
Foley ho solo un occhio e a volte ha il diritto di essere cieco!” e con un gesto leggendario e sinonimo del carattere di Nelson, mise il cannocchiale sul suo occhio strambo, ed
esclamò: “Io veramente non vedo alcun segnale!”
Prima della Elephant, l’Ammiraglio Graves riprese il segnale 39, ma lasciò a sinistra
anche il numero 16 che svolazzava in una posizione superiore sulla testa dell’alberetto.
Questo fu un atto di grande coraggio e diede morale così che il resto della squadra di Nelson continuò, ma alla fine della linea di fuoco, sull’estremo nord, le fregate obbedirono
al segnale di Parker e si ritirarono.
L’azione continuò per qualche tempo, ma nel giro di mezz’ora le difese galleggianti danesi erano distrutte. Le imbarcazioni britanniche prossime a quelle carcasse, che avevano
oramai cessato il fuoco furono respinte dal fuoco di armi leggere dalla riva. Nelson era
disgustato dalla (ormai) inutile strage di nemici, già battuti, e irritato da tale violazione
del codice di guerra, chiamò per avere carta e penna e scrisse una breve nota per la Danish Crown Prince: “Per i fratelli degli inglesi, i Danesi ... “. Aveva indicazioni per risparmiare i Danesi quando oramai non opponevano resistenza, affermò che un incessante
fuoco avrebbe distrutto tutto senza avere il la possibilità di salvare i coraggiosi”. Al fine
di rendere noto il suo intento, scrisse la lettera e vi appose la ceralacca con il suo stemma.
Il messaggero che avrebbe dovuto consegnare il messaggio fu ucciso sulla strada. Un’altra nota fu allora scritta e sigillata nel cappotto della divisa di Nelson. Questa volta, la lettera fu consegnata, da un’imbarcazione su cui sventolava una grande bandiera bianca, ad
una delle navi ingaggiate nel combattimento e da li consegnata al principe ereditario a
terra. Il principe, allora, incaricò uno dei suoi aiutanti di contattare Hyde Parker per dare
inizio ai negoziati.
Come gli aiutanti del principe ereditario si imbarcarono sul HMS London, i cannoni tacquero. Dopo lunghe trattative, a bordo del London e al palazzo a Copenaghen, dove Nelson andò per condurre le trattative per conto di Parker, i danesi sotto la minaccia di un
bombardamento immediato della città, firmarono un armistizio e il convenuto di sospendere la loro alleanza con la Russia interrompendo i movimenti della flotta e infine
l’approvvigionamento della flotta britannica!
Sabato, 4 aprile, Lord Nelson spostò la sua bandiera tornando al St. George. Partendo dal’Elephant Nelson disse a Foley “Ho combattuto disobbedendo agli ordini e forse sarò impiccato. Non importa: lascio la decisione a loro! “. In realtà Nelson non aveva motivo di
temere, la sua reputazione era più forte che mai, a differenza di quella di Hyde Parker!
Con la conclusione positiva dei negoziati, Nelson era ansioso di navigare fino al Baltico
alla ricerca della flotta Russa, il cuore dell’Alleanza del Nord, tuttavia, come in precedenza Hyde Parker fece vela in ritardo, questa volta temendo la flotta svedese, alle sue
spalle. Non si mosse fino a quando l’Ammiragliato non ebbe ricevuto rapporti dettagliati
sulle indecisioni prima degli scontri di Copenaghen, e fu così che sollevarono Hyde Parker dal comando, e nominarono Nelson come suo successore, dopodiché la flotta fu in
grado di procedere. Questo successe il 5 maggio, e proprio in quel giorno si apprese che
lo zar Paolo, era stato assassinato e il suo successore stava già negoziando una neutralità
armata.
Quando Nelson arrivò a Revel fu informato che la sua presenza “non era compatibile con
le relazioni amichevoli tra la Russia e l’Inghilterra”. Nelson salpò immediatamente tornando indietro dal Baltico e il 19 maggio, la “neutralità armata” fu sciolta.
Il Grand’Ammiraglio Graves, che per primo aveva votato contro il tentativo di attaccare,
in linea con Hyde Parker, prese atto che Nelson aveva servito con coraggio dopo la decisione di andare contro di lui. Scrisse al compagno di battaglia “Mi hanno detto che il Nilo
era nulla rispetto a questo. Pensavo di perdere la battaglia in un attacco ai muri di pietra
visto che nessuna delle batterie costiere era stata gravemente colpita durante la battaglia.
Considerando gli svantaggi della navigazione, l’approccio al nemico, il loro grande numero di cannoni e mortai, su entrambe le sponde, non credo che ci sia mai stato un attacco
più audace. È degno del nostro valoroso e intraprendente piccolo eroe del Nilo. Nulla può
superare il suo spirito “.
Considerando l’enorme quantità di devastazioni e stragi da entrambe le parti, le perdite
sull’Elephant furono sorprendentemente leggere, il registro mostrava solo nove marinai
morti e tredici fucilieri feriti.
L’Elephant dopo Copenhagen
Nel luglio 1801 l’Elephant tornò nelle acque di casa con il resto della flotta di Parker. Il
5 dicembre 1801 Foley lasciò per invalidità e il comando della nave che passò al capitano George Dundas il giorno successivo. Dundas rimase Capitano dell’ Elephant fino al
1807. Dal luglio 1803 al settembre 1807 l’Elephant era di stanza nelle Indie Occidentali
con un blocco alla ricerca delle navi francesi. Era spesso in compagnia di due delle sue
navi gemelle, il Vanguard e Bellerophon.
L’Elephant tornato in Gran Bretagna venne disarmato il 19 settembre 1807. Il capitano
Dundas lasciò la nave, dopo quasi sette anni di servizio su di lei.
Dopo una lunga inattività l’Elephant fu riarmato e rimesso in servizio il 26 Aprile 1811
sotto il comando del Capitano Francesco William Austen.
Come il suo ultimo capitano, Austen rimase sull’ Elephant fino a quando fu disarmato
definitivamente il 7 maggio 1814. Durante il comando Austen, l’Elephant sembra abbia
trascorso la maggior parte del tempo operativo nel Downs, svolgendo anche funzioni relativamente banali.
Nel 1818, Elephant fu ridotto a una fregata di 58 cannoni e si ritiene che questa modifica fu fatta a fini di sperimentazione. Fu finalmente smantellata nel 1830, 46 anni dopo
il suo varo.
E ‘interessante notare che l’Elephant sembra che abbia trascorso otto anni in manutenzioni
durante i diciotto anni tra il 1786 e il 1814. Non vi è alcuna prova che suggerisca che
l’Elephant era mal costruito, anzi il costruttore Parson aveva una reputazione invidiabile, in quel periodo, per la costruzione di buone navi solide, e molti contratti con il Naval
erano garantiti anche da questa sua reputazione. Qualunque sia la causa per l’apparente
mancanza del servizio commissionato, la ragione rimane un mistero. Il suo posto nella storia navale è comunque sicuro, come la nave che Nelson comandò nella battaglia di Copenaghen, e dove clamorosamente portò il cannocchiale al suo occhio a dispetto del
segnale di Parker di ritirarsi.
Vorrei ringraziare l’autorevole Keith Julier, rinomato modellista; autore e professionista
consumato nel mondo delle tecniche di modellismo navale, nonché mio amico, per la sua
ispirazione e il sempre valido apporto di consulenza durante la progettazione di questo kit.
Chris Watton
Traduzione dallʼInglese di Massimo Besana