Il Geometra Bresciano - n. 5 - 2009 settembre
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Il Geometra Bresciano - n. 5 - 2009 settembre
IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli. Direttore responsabile Bruno Bossini Segretaria di redazione Carla Comincini Redazione Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini, Leonardo Baldassari, Giuseppe Battaglia, Nadia Bettari, Tarcisio Campana, Laura Cinelli, Alessandro Colonna, Mario Comincini, Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Guido Maffioletti, Franco Manfredini, Stefano Monteverdi, Giuseppe Mori, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Mariangela Scotti, Valeria Sonvico, Marco Tognolatti, Giuseppe Zipponi Hanno collaborato a questo numero Guido Aldrighi, Beppe Battaglia, Andrea Botti, Francesco Cuzzetti, Emanuela Farisoglio, Stefano Morandi, Alessandra Pelizzari, Giovanni Platto, Diego Pozzorini, Franco Robecchi, Fausto Savoldi, Simonetta Vescovi Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Malta 6/b - 25125 Brescia Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 Di questa rivista sono state stampate ????? copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Sondrio, Mantova, Cremona, Lodi Sommario EDITORIALE - Una dirigenza rinnovata pag. 2 INTERVISTA - Geometra e amministratore, quando anche in Comune vince la concretezza 4 DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Tempo di crisi, tempo della formazione 10 DAL COLLEGIO DI BRESCIA - Per un identikit del geometra bresciano 12 Cena sociale 2009: premiata la fedeltà alla professione dei geometri bresciani 16 Assemblea elezioni e cariche (2009-2013) al Collegio geometri di Brescia 34 Più di 600 geometri riuniti al “Tartaglia” per discutere del “Piano Casa” 36 È possibile uniformare le procedure? 44 È nata l’Associazione Geometri di Valle Camonica 46 Corsi di formazione di prossima organizzazione 52 Geometri e concorsi di architettura: qualcuno ci prova 54 DAL COLLEGIO DI SONDRIO - Alcune considerazioni sulla legge regionale 16/2009 per il rilancio dell’edilizia 58 TECNICA - Piazze d’Italia … e di Spagna 96 Evoluzione della tradizionale edilizia dopo le recenti norme termiche, acustiche e statiche 100 Il color-designer, utile consulente nella scelta della tinteggiatura 104 GEOLOGIA - Il ruolo del geologo nella progettazione delle opere in sotterraneo 108 CONDOMINIO - Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici 118 CULTURA - Non era solo un pupazzo satirico la Lodoìga dèla Losa 120 ETICA PROFESSIONALE - Vista dal basso126 Novità di legge La parola agli esperti 128 130 DAL COLLEGIO DI LODI - Stima comparativa degli immobili (parte prima) 64 DALLA CASSA - Riuniti il 17 ottobre i Delegati Cassa della Lombardia 14 LEGALE - I mediatori: distinzioni e diversità 32 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Brescia LEGISLAZIONE - Enti locali e funzioni paesaggistiche 40 Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. AMBIENTE & BIOEDILIZIA - La certificazione energetica, strumento per raggiungere un obiettivo comune 94 DAL COLLEGIO DI MANTOVA - L’opera generosa dei geometri mantovani nelle zone terremotate d’Abruzzo 62 N. 5 - 2009 settembre-ottobre Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Associato alI’USPI AGRICOLTURA & FORESTE - Agricoltura e sicurezza, un dovere di tutti 84 Appunti pratici di ingegneria naturalistica (parte sesta) 86 LAVORI DI GEOMETRI - Quando il geometra svolge le mansioni di coordinatore di un grande lavoro 70 ILILGEOMETRA GEOMETRABRESCIANO BRESCIANO2009/2 2009/5-- 1 EDITORIALE Bruno Bossini S i diceva nell’ultimo numero della rivista, della necessità, per una Categoria come la nostra che intende proporsi “moderna ed efficiente”, di avere dirigenti di forte capacità innovativa, che la governano. La critica situazione di mercato che attanaglia l’economia globale da almeno due anni, per contrapporsi alla quale le forze economiche cercano di mettere in atto anche azioni straordinarie, chiede un preciso impegno anche ai geometri; impegno che deve tradursi in una professionalità più efficiente, qualitativa e per di più con costi concorrenziali. Per il raggiungimento di tale obiettivo i Collegi Provinciali, che costituiscono la base operativa della Categoria, sono e saranno “costretti” a scelte radicali soprattutto sugli indirizzi formativi e di aggiornamento professionale dei loro iscritti. 2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Una dirigenza rinnovata Ma non potranno nel contempo rinunciare alla valorizzazione e alla difesa di quella attitudine professionale polivalente che ha sempre contraddistinto nei decenni passati la crescita e l’espansione della attività dei geometri. “Mestiere” il nostro che si è radicato e consolidato a partire dalla approvazione nel 1929 del suo Regolamento professionale e che – non dimentichiamolo – continua ad avere grande richiesta sul mercato immobiliare e in quello della tutela dei patrimoni familiari. Ma a proposito di quest’ultima obsoleta normativa, alla quale purtroppo noi geometri siamo costretti a riferirci, va detto con chiarezza, per sgombrare il campo da inutili aspettative, che ben poco interessa ai committenti ed al mercato in genere dei suoi contenuti. Non interessa minimamente cosa si intenda per “modesta costruzione” e an- cora meno quali siano le nostre competenze in materia di cementi armati. È molto più importante per il mercato conoscere il grado professionale della nostra capacità operativa, che è sempre più richiesta soprattutto per gli aspetti specialistici e per quelli relativi alla capacità di coordinamento delle attività finalizzate all’incarico. O ggi al geometra si chiedono risposte concrete sulle nuove tecniche del costruire, sull’organizzazione del cantiere, sulla sicurezza del lavoro, sulle diverse modalità di risparmio energetico, sulle scelte in termini di bioedilizia e di impatto ambientale. I clienti esigono professionalità e competenza nelle certificazioni, richiedono interventi rapidi per sopperire alle carenze ed alle inesattezze del catasto e precisione nel rilevamento del territorio sul quale necessita costruire. E per tutto ciò occorre qualificata conoscenza della sua natura, dei suoi pericoli ambientali anche relativi a fatti di straordinaria calamità. Nell’espletamento di queste attività al geometra non è più sufficiente attingere alla sua sola esperienza professionale. Gli occorrono informazioni in tempo reale: diviene quindi fondamentale avere alle spalle un valido supporto organizzativo. Necessita insomma di una moderna struttura di Categoria (sia a livello di Collegio Provinciale sia a livello di Enti Nazionali) che possa dare risposte concrete alle sue ricorrenti necessità professionali. Tutte queste considerazioni riportano al discorso iniziale, legato all’esigenza di un corpo dirigenziale di categoria che abbia doti e capacità di assolvere ad un impegno così gravoso. E tutto ciò diviene ancora più attuale per i geometri bresciani, in quanto proprio in questi giorni è stato dato un nuovo mandato al Consiglio Direttivo, per i prossimi 4 anni (dal 2009 al 2013); anni che potrebbero essere cruciali per futuro della nostra categoria. E quindi, in funzione di ciò necessita un breve commento sui dati salienti che emergono dall’ultima recentissima tornata elettorale, che potrebbero rivelarsi determinanti sulle future strategie che il Collegio di Brescia intenderà mettere in atto. Era previsto un “ricambio” in Consiglio e ciò in effetti è parzialmente avvenuto. Sono cinque i nuovi Consiglieri (vedi dettaglio a pag. 34) che hanno sostituito gli uscenti: Fausto Savoldi (che nel 2008 è stato chiamato a dirigere in qualità di Presidente il Consiglio Nazionale), Tarcisio Campana, Stefano Fracascio, Walter Platto e Ezio Viani, personaggi importanti che hanno lasciato il Consiglio e a cuiporgiamo un grazie sentito per il proficuo lavoro che hanno svolto a favore della Categoria durante gli anni del loro impegno. Da un’indagine allargata agli ultimi 10 anni il nostro Con- EDITORIALE La nota del Presidente Confortante la partecipazione alle elezioni per il rinnovo del Consiglio del Collegio inalmente qualcosa si muove tra gli iscritti; non già la solita unica lista è stata presentata per l’elezione del nuovo Consiglio del Collegio geometri e Geometri laureati della provincia di Brescia, ma ben tre liste con la proposizione di nuovi candidati, giovani e meno giovani. Alle elezioni, svoltesi il 16-17-18- e 19 settembre scorso con la massima regolarità, si sono presentati poco piú del 25% degli aventi diritto, quorum minimo necessario per la validità delle elezioni stesse. I risultati sono leggibili in altra parte della rivista, ma mi preme sottolineare l’interesse suscitato nei giovani geometri partecipanti ai corsi di aggiornamento presenti in sede in quei giorni di elezioni; interesse che mi auguro venga mantenuto F siglio di Brescia si è rinnovato per il 70% dei suoi componenti: sempre più cospicua diventa al suo interno la presenza di colleghe geometra (ora sono 3 su 15 componenti): una quota che va ben al di là della loro rappresentatività nell’Albo. Ma c’è un altro dato positivo che va rimarcato. Si nota – ed è certamente un bene – una sempre maggiore propensione degli iscritti a mettersi a disposizione della categoria. Se leggiamo infatti attentamente l’elenco dei votati, emerge chiaramente che subito dopo i primi 15 eletti, ben 26 iscritti hanno ottenuto da 50 a 80 voti. È questo un dato di grande importanza, che misura l’impegno degli iscritti verso la Categoria, e che costituisce un “polmone” di disponibilità che potrà essere utilizzato in un prossimo futuro. anche nella quotidiana vita di Collegio. Un grazie quindi a tutti gli elettori che si sono resi disponibili – almeno una volta ogni quattro anni – a sostenere quei candidati che dedicano molto del loro tempo alla vita del Collegio a vantaggio di tutta la categoria. La conclusione delle elezioni è stata quest’anno opportunamente seguita, il 2 ottobre, da una conviviale serata al ristorante Corte Francesco di Montichiari in onore dei nostri colleghi con 40 - 50 e 60 anni di iscrizione all’Albo, della quale troviamo, piú avanti, ampia fotocronaca.1 il Presidente Giovanni Platto Da subito, peraltro, da questo elenco si potrà attingere per il rinnovamento delle Commissioni e di tutte le strutture operative del Collegio, ma anche per la nomina dei nuovi Consultori in sostituzione di quelli passati ad altra carica o che intendano dimettersi. Nomine queste ultime che a breve il nuovo Consiglio dovrà deliberare. È questo un buon segnale della “voglia” di rinnovamento che viene dalla base, che da sempre abbiamo auspicato nelle nostre note. Che sia un cambio di tendenza rispetto al disimpegno verso le “cose” di categoria che sinora gli iscritti hanno sempre dimostrato? Ce lo auguriamo vivamente. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 3 INTERVISTA Geometra e amministratore, quando anche in Comune vince la concretezza Sedici sindaci e, complessivamente una cinquantina di amministratori pubblici: è questo il piccolo esercito di geometri bresciani impegnati nella guida dei Comuni della nostra provincia. Un numero davvero consistente che suggerisce almeno tre considerazioni. La prima riguarda il legame profondo ed il radicamento di tanti colleghi non solo nel contesto economico, ma pure in quello sociale di ogni territorio, nonché il rapporto strettissimo con i cittadini, visto che sono quest’ultimi a chiamarli col voto alla responsabilità pubblica. La seconda notazione positiva attiene invece alla consistenza veramente ragguardevole di questo piccolo esercito che si pone al servizio degli altri in un ambito che non gode certo oggi di una grande popolarità, a conferma della dimensione sociale e politica (nel senso più proprio dell’attenzione ai destini della “polis”) della nostra categoria. La terza considerazione, infine, dice della peculiare valenza della nostra professione nell’attività amministrativa, ovvero di quanto essere geometri possa aiutare ad affrontare e risolvere i problemi amministrativi. Ed è proprio quest’ultimo elemento che abbiamo voluto approfondire incontrando il collega Carlo Panzera, sindaco di Vobarno dal 2004 rieletto pochi mesi orsono, nonché presidenza dell’Associazione dei Comuni bresciani. Proprio Panzera nel numero precedente della nostra rivista aveva raccontato la sua esperienza, un articolo che si può anche leggere come una sorta di introduzione d’autore a questa intervista. 4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 S indaco e geometra, un binomio che nella nostra provincia non è una rarità, anzi. Ma per te com’è cominciato? «In verità tutto è iniziato molto tempo fa, sui banchi dell’Istituto Battisti di Salò dove mi sono diplomato nel 1977. Infatti, più o meno alla metà degli anni Settanta è arrivata nella scuola superiori la grande riforma che promuoveva la partecipazione di studenti e genitori negli organismi di gestione introdotti dai cosiddetti decreti delegati. Ebbene da quelle prime esperienze ho probabilmente contratto il virus della passione politica e già nel 1980, subito dopo il servizio militare, mi sono presentato per la prima volta alle elezioni a Vobarno e sono stato eletto in consiglio comunale. Da allora non sono più uscito: prima appunto in consiglio, poi assessore, quindi vicesindaco e dal 2004 sindaco». E geometra invece? «Sono figlio di un geometra che oggi ha 85 anni e fino a pochi mesi fa passava rego- larmente in studio a dare un’occhiata ai lavori. E dire che sono cresciuto con la professione di mio padre nel sangue non è un’esagerazione: fin da bambino lo seguivo non solo in studio, ma anche in cantiere e nelle case dove veniva chiamato per un’infinità di questioni non solo edilizie. Qualche anno fa, il Collegio aveva quello slogan del geometra di famiglia che fotografava perfettamente la professione di mio padre, che insieme a Ugo Vaglia e pochi altri, era una delle figure di riferimento per centinaia di famiglie in Valle Sabbia». Dopo il diploma e la pratica hai così seguito le orme di tuo padre? «Sì, ho proseguito quell’attività di geometra polivalente che in provincia è ancora abbastanza diffusa e che si concentra principalmente, ma non esclusivamente, nell’edilizia privata, dal momento che capita poi di dover seguire pratiche di ogni genere. Dico capita, ma dovrei correggere con capitava dal momento che da una decina d’anni, visti gli impegni am- INTERVISTA Il geom. Carlo Panzera durante l’intervista condotta dal direttore Bruno Bossini ministrativi ho praticamente chiuso lo studio, limitandomi a qualche cto al Tribunale di Brescia». Ecco, molti se lo chiedono: vi è incompatibilità tra la carica di sindaco e l’attività professionale nel Comune? «La materia è regolata dal Testo unico degli enti locali del 2000 nel quale, al fine di non aprire la strada a evidenti conflitto di interessi, si suggerisce di evitare la sovrapposizione tra il ruolo di assessore in un’area tecnica e l’attività professionale nell’ambito di competenza. Per quanto mi riguarda però fin dal 1999, quando ho assunto gli incarichi di vice sindaco e di assessore ai lavori pubblici, ho abbandonato ogni attività professionale nel mio Comune mantenendo solo la disponibilità a fornire la consulenza in alcune cause al Tribunale di Brescia. Peraltro, da quando sono sindaco, anche questa attività si è ridotta al lumicino Ho scelto senza difficoltà la via della maggiore trasparenza possibile, anche se la norma non imponeva alcunché, perché mi sembrava giusto così: non volevo ci fosse neppure il minimo dubbio tra i miei concittadini che le scelte amministrative fossero dettate da altro interesse che il bene comune. Perciò studio sostanzialmente chiuso e impegno sostanzialmente a tempo pieno per il Comune di Vobarno e l’Associazione Comuni Bresciani della quale sono presidente proprio dal 2004». Fare politica, amministrare, finisce dunque per penalizzare l’attività professionale … «Non c’è dubbio. Sul piano economico fare il sindaco non è certo un buon affare, ma se c’è la passione, se c’è la voglia di interessarsi ai problemi della propria comunità e cercare di risolverli le soddisfazioni non mancano». Hai ancora un’idea molto alta della politica, francamente un po’ lontana da quanto pensa oggi la maggioranza degli italiani. «Non so se sia un’idea alta, ma penso che la politica sia uno strumento utile per aiu- tare una comunità a crescere, ad affrontare le mille questioni che si pongono ogni giorno, soprattutto a livello locale. Della bontà di quest’idea ho peraltro quotidiane conferme». E veniamo ora ad uno degli elementi centrali della nostra chiacchierata: nella tua esperienza ormai lunga di amministratore e di sindaco quanto ha pesato l’essere geometra? «L’essere geometra mi ha aiutato e mi aiuta ogni giorno a cercare di rispondere alle infinite incombenze d’un sindaco. Non solo perché molte delle questioni tecniche che sei chiamato a va- lutare – sia sul versante urbanistico, sia su quello edilizio, sia per i problemi amministrativi sia per quelli di programmazione – rimandano a conoscenze specifiche che un geometra ha sempre ben presenti, ma soprattutto per la formazione meglio ancora l’habitus mentale che un geometra ha e che nella gestione della cosa pubblica è di grande aiuto. Da geometra infatti ti viene naturale guardare alla concretezza di ogni scelta, a confrontare ogni soluzione guardando innanzitutto alla operatività, alla praticabilità senza perdersi nei meandri IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 5 INTERVISTA delle diatribe sovrastrutturali e ideologiche. Ecco se dovessi dire qual è la qualità del geometra che più mi è servita da sindaco, direi che è stata ed è la concretezza». C’è un episodio, una questione, un problema che hai dovuto affrontare in qualità di sindaco e che hai potuto più facilmente provare a risolvere con l’esperienza del geometra alle spalle? «Più d’uno, ma certamente nessun’altro evento ha segnato il mio Comune in questi ultimi anni come il terremoto del Garda. Ero stato infatti eletto da pochi mesi, quando, il sisma del novembre 2004 ha devastato una gran parte del mio Comune provocando danni ingenti: la frazione di Pompegnino è stata tra le zone 6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 più colpite, complessivamente più di 600 erano gli edifici danneggiati nel perimetro comunale, 250 i cittadini rimasti senza un tetto e che per mesi hanno dovuto essere ospitati altrove, un’emergenza che è durata non meno di due anni e interventi che in alcuni casi stiamo completando in questi mesi. Essere geometra, avere quella professionalità polivalente che ho citato all’inizio, è stato di grande aiuto in quel frangente. Non solo infatti è risultato fondamentale per me poter guardare da tecnico a molte situazioni e, ad esempio, saper leggere le schede dei danni redatte secondo gli schemi della Protezione civile, ma pure affrontare con la necessaria dose di concretezza i temi della viabilità e quelli della logistica, dell’organizzazione dei senza tetto e delle prime necessità delle centinaia di cittadini che si rivolgevano al Comune. Sono stati mesi terribili, notti senza sonno settimane senza domeniche, ma, grazie al concorso di tutti oggi possiamo dire che ormai quasi tutto è stato risolto ed il paese ha saputo ripartire». Ed i tuoi concittadini ti hanno confermato fiducia. «Di questo vado orgoglioso, perché dal 1980 per ben sette diverse elezioni i vobarnesi mi hanno dato il loro consenso, da ultimo qualche mese fa confermandomi quale loro sindaco». È un consenso che nasce dalle tue competenze, dal riconoscersi nelle tue idee, in cos’altro? «Io sono convinto che a pesare nelle elezioni locali è soprattutto il rapporto personale, la fiducia che una persona decide di affidarti col voto e che spesso va oltre il partito, la lista, la coalizione; una fiducia che deve saper confermare con i comportamenti, le scelte, il dialogo di ogni giorno, la conoscenza approfondita dei problemi del paese e la capacità di proporre soluzione concrete, praticabili e di buon senso». Evidentemente nel voto recente c’è anche un giudizio positivo su come è stata gestita l’emergenza terremoto…. «Sì, ma non c’è stato solo il terremoto. Vobarno è un paese con poco più di 8.000 anime, ma in questi anni ha dovuto confrontarsi con più d’un fenomeno potenzialmente devastante. C’è stato il sisma, ma c’è stata pure un’immigrazione massiccia che ha portato oggi ad una presenza straniera regolare che è attorno al 16% della popolazione. Con queste percentuali l’integrazione non è mai un processo facile e, come se non bastasse, negli stessi anni ci sono stati due tremendi omicidi ad opera proprio di due extracomunitari; una situazione potenzialmente esplosiva sul piano dell’allarme sociale, anche perché non sono mancate le forze politiche che hanno provato a cavalcare la paura, organizzando persino manifestazioni e fiaccolate INTERVISTA mandare avanti i servizi siano gli oneri di urbanizzazione. Capita così che da una parte tutti diciamo di voler salvaguardare questo patrimonio non rinnovabile che è appunto il territorio, mentre dall’altra siamo costretti a consumarlo, ed a consumarne sempre di più, solo per sopravvivere e non chiudere scuole, ambulatori, servizi essenziali». che certo non andavano nel segno dell’integrazione». E il Comune cosa ha fatto? «Innanzitutto siamo usciti dal municipio, siamo andati tra la gente, per ascoltarla ma pure per difendere il principio che l’atto d’un balordo extracomunitario non può far condannare un’intera comunità di immigrati regolarmente impiegati nelle nostre aziende ed, anzi, vanno moltiplicati gli sforzi per far progredire l’integrazione, per far sì che ci capiamo sempre meglio. L’abbiamo fatto attraverso tante assemblee pubbliche, spesso animate e talvolta anche tese, ma che alla fine, con l’aiuto anche delle parrocchie e dei sindacati, ci hanno consentito di governare la paura, superare le tensioni ed evitare ogni strumentalizzazione». Sono stati dunque cinque anni segnati da più emergenze… «No, abbiamo fatto anche altro, molto altro, a comin- ciare dal Pgt per il quale abbiamo avuto l’opportunità di sfruttare pure una serie di studi preparatori che erano stati predisposti per l’aggiornamento del Piano regolatore generale. Semmai direi che le emergenze di vario tipo che abbiamo dovuto affrontare si sono sommate all’emergenza cronica e sempre più grave che riguarda la situazione finanziaria ed operativa di ogni comune ed in particolare di quelli più piccoli. In questi anni infatti si sono moltiplicate le incombenze che ogni comune è chiamato ad assolvere, mentre si sono ridotte le risorse che sono state congelate sulla base della spesa storica e ad ogni finanziaria vengono ridotte». C’è chi sostiene che una soluzione potrebbe arrivare da una impostazione più federalista dello Stato e in una articolazione organizzativa degli enti locali più attenta alla sussidiarietà. «Ne sono convinto anch’io, pur se debbo prendere atto che dopo anni in cui non si parla d’altro che di federalismo l’unico concreto intervento del Governo è stato l’abolizione dell’Ici che, in definitiva, era l’unica imposizione affidata, almeno per una parte, alla libera determinazione dei Comuni e che rimaneva ai Comuni». C’è da dire però che l’Ici non godeva d’una grande popolarità e che, a destra come a sinistra, nessuno si è alzato a difenderla. «Non sono mai stato un tifoso dell’Ici, ma mi limito ad osservare che è quantomeno curioso che si spacci come politica federalista l’abolizione dell’unica imposta gestita e devoluta ai comuni. Sulla finanza locale piuttosto il tema che mi preoccupa è un altro, ovvero il fatto che da almeno quindici anni sia possibile far quadrare i bilanci dei comuni solo a spese del territorio, dal momento che l’unica fonte per garantirsi gli introiti necessari spesso a Il problema sta nel riconoscimento dei contributi dello stato sulla base della spesa storica? «Non solo, bensì sulla base di una spesa storica e di criteri rigidi, uguali per tutti dalla montagna al mare, dalla grande città al piccolo centro. Ci vorrebbero almeno dei parametri, magari articolati a livello regionale: il sistema attuale non ha alcun senso, rischiano di pagare i virtuosi mentre gli sprechi continuano a ripetersi ad ogni latitudine». Una delle strade che moti piccoli centri hanno scelto è stata quella dell’associazionismo: funziona? «Sì, funziona ed anche assai bene soprattutto per i comuni più piccoli e non solo per ragioni economiche. Un gruppo di comuni può infatti ottimizzare la scala di intervento ma pure dotarsi delle necessarie professionalità (penso ad esempio alla commissione per il paesaggio che Vobarno ha in comune con alcuni centri limitrofi), creando anche uno standard valido per un’area omogenea». Visto che siamo tornati in area tecIL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 7 INTERVISTA Geometri sindaci della provincia di Brescia nica provo a porre anche a te la domanda che più d’una volta mi è capitato di porre a qualche collega tecnico comunale: com’è, generalmente, la qualità degli elaborati che i geometri presentano a Vobarno? «Direi buona, anzi, molto buona, Si tratta solitamente di lavori di buon livello e spesso di fior di progettazioni. Mi pare inoltre di poter dire che un po’ in ogni ambito la categoria ha saputo accrescere la propria professionalità. Si apprezza ( e l’ho pure potuto verificare di persona) l’aggiornamento professionale e la formazione permanente che il Collegio mette a disposizione degli iscritti e che consente di avere figure preparate per ogni evenienza, spesso con la tempestività che la normativa richiede. Non tocca poi a me dire quanto la professione sia cambiata, anche se da geometra figlio di geometra vedo come la specializzazione abbia elevato la qualità della prestazione di tutti i colleghi, facendo purtroppo pagare a tutti un prezzo sul versante della polivalenza ed anche del rapporto col cliente. Ho l’impressione insomma che si entri meno in casa della gente, che il geometra sia un po’ meno di famiglia; un fenomeno che è più evidente in città e meno in periferia, più nei grandi centri che a Vobarno, ma la tendenza è indubbiamente questa». Guardando ancora un momento alla attività del tuo comune, ti capita spesso di far lavorare professionisti esterni? Anche geometri? «Vobarno è un piccolo co8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Anfo Ceto Cevo Cimbergo Idro Ossimo Pavone del Mella Pian Camuno Roé volciano San Zeno Naviglio Sarezzo Sellero Vallio Terme Vobarno Gianluigi Bonardelli Donato filippini Silvio Citroni Mario Mazzia Giuseppe Nabaffa Damiano Isonni Piergiorgio Priori Renato Peè Emanuele Ronchi Angiolino Serpelloni Massimo Ottelli Gianpiero Bressanelli Pietro Neboli Carlo Panzera Ex sindaci (non piú rieleggibili) Bagolino Borgo S. Giacomo Montichiari XXXX Scalvini Giuseppe Lana Gianantonio Rosa Geometri assessori della provincia di Brescia Adro Anfo Berlingo Caino Calcinato Calvisano Castelcovati Castrezzato Cedegolo Cellatica Cerveno Corteno Golgi Darfo Boario Terme Desenzano d. Garda Lograto Lonato Malonno Manerba d. Garda Manerbio Marone Montichiari Nave Ono S. Pietro Ossimo Paratico Paspardo Pian Camuno Piancogno Pozzolengo Quinzano d’Oglio Rodengo Saiano San Zeno Naviglio Saviore dell’Adamello Seniga Serle Vallio terme Villa Carcina Villanuova s. Clisi Vione Paolo Rosa Giovanni Stefani Carlo Gandossi Angiolino Breda Alberto Bertagna Alessandro Vaccari Massimo Taffelli Demis Nodari Gianluca Dotti Albertelli Mauro Silvio Giuseppe Minici Pier Luigi Frassine Marco Vaira Giuseppino Lippi Marco Dossena Silvano orio Franco Marazzi Monica Zilioli Roberto Mora Flaviano Mattioli Roberto Gussago Ferruccio Casaro Paolo Rossetti Gianantonio Rosa Giovanni Rossi Gianfranco Casalini Masnovi Damiano Celestino Isonni Gianbattista Ministrini Fabio Boniotti Norman Ziliani Silverio Antonini Paolo Degani Tiziana Azzanelli Marco Rigosa Marco Ferretti Alessandro Chiappini Carlo Reghenzi Ivan Bodei Mariano Agostini Giovanni Roselli Michele Zanardi Giancarlo Sembinelli Attilio Rossini mune con un ufficio tecnico ridotto all’osso, pertanto praticamente tutta la progettazione è affidata a professionisti esterni e, laddove le competenze lo prevedono, certamente ci sono opportunità anche per i geometri». L’ultima domanda riguarda l’attualità: il piano casa regionale: dicci come lo giudichi e come lo applicherai nel tuo comune. «L’edilizia è certamente un comparto importante del sistema produttivo italiano, ma pensare di rilanciare l’economia nazionale con il Piano Casa mi pare a dir poco inadeguato. Così come mi pare arduo trovare un coerente collegamento tra questo provvedimento e la filosofia del “governo del territorio” che sta alla base della legge regionale 12/05. L’applicazione piena e generalizzata della norma in questione, comporterebbe per il nostro Comune un incremento consistente delle volumetrie a destinazione residenziale, senza alcun beneficio economico o infrastrutturale per la collettività. Per queste ragioni il Comune di Vobarno ha escluso dall’applicazione dei benefici del Piano Casa tutti i centri storici, le zone produttive ed i comparti sottoposti a Piani Attuativi o a Permessi di Costruire Convenzionati, escludendo anche qualsiasi riduzione degli oneri concessori previsti». ❑ DAL CONSIGLIO NAZIONALE Fausto Savoldi S ì, è vero. Ora la crisi economica è arrivata anche negli studi dei geometri professionisti italiani. Lo si nota non tanto dalla diminuzione degli incarichi professionali quanto, piuttosto, dalla difficoltà sempre maggiore di ottenere i giusti compensi delle prestazioni. Pagare il professionista è certamente l’ultima cosa cui il committente pensa e ciò, quando non dipende da una precisa volontà dilatoria, è dovuto a due fattori: la scarsa consapevolezza del committente circa la difficoltà di ottenere autorizzazioni ed approvazioni e l’esagerato dilatarsi della durata delle prestazioni professionali. Non è raro, infatti, che per dire la parola “fine” ad una specifica attività passino anni, anche quando tutto procede bene e non nascono contenziosi. Le procedure burocratiche, non solo per l’attività edilizia, stanno relegando l’attività tecnico-intellettuale ad un ruolo marginale, riducendo sempre più il reddito atteso dalle prestazioni. La nostra Cassa di Previdenza ci segnala per il 2008 una mancata crescita del reddito complessivo prodotto dalla categoria, fatto decisamente in controtendenza rispetto ai costanti incrementi dei dieci anni passati. Che cosa è successo? È la crisi economica, si dice. Ma c’è altro, e ben più preoccupante! I geometri, con la loro preparazione polivalente, in passato hanno reagito alle ondate di crisi edilizia dedican10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Tempo di crisi, tempo della formazione dosi ad altri settori quali la topografia, il catasto, l’estimo; l’esigenza di possedere una specializzazione alta e specifica, restringe fortemente la capacità di passare da un’attività all’altra e rischia di costituire elemento di destabilizzazione di uno studio tecnico professionale. D’altro canto alla specializzazione non si può rinunciare, è necessaria perché lo esige il mercato: ci si rivolge al tecnico riconosciuto come maggiormente preparato. Il possedere più specializzazioni in vari settori richiede quindi un irrinunciabile impegno nella propria formazione permanente. Formazione specialistica quale unica garanzia per continuare ed incrementare la polivalenza che costituisce per i tecnici il vero baluardo contro la crisi di cui in Italia si intravede oggi la fine. Le indicazioni del Consiglio Nazionale vanno in questa direzione e sono rivolte in primo luogo ai Collegi provinciali ai quali è affidato il compito di creare ed organizzare gli eventi formativi. Dal 1° gennaio 2010 la formazione permanente diviene obbligatoria per tutti gli iscritti all’Albo dei Geometri e Geometri Laureati, tutti, indistintamente, sono chiamati ad ottenere un certo numero di crediti formativi annuali ed un maggior numero di crediti nei vari quinquenni successivi all’iscrizione e fino ai 35 anni di permanenza in attività. Un impegno ed un obbligo necessario per mantenere la complessiva com- petitività della categoria sul mercato e per consentire, prove di preparazione e competenza alla mano, la revisione e l’aggiornamento del regolamento professionale del 1929. Le nuove discipline (contenimento dei consumi energetici, acustica, tutela dell’ambiente, sicurezza, ecc.) accompagnate da una miriade di regolamenti attuativi e da norme regionali, trovano i giovani particolarmente attenti ed interessati: per loro si aprono nuove opportunità di lavoro e la partecipazione a corsi formativi diviene una necessità. G li iscritti in attività da vari anni, si renderanno presto conto che il nostro mondo sta cambiando rapidamente: cambia il modo di progettare, sono cambiati la topografia ed il catasto, accordi internazionali stanno rivoluzionando le procedure di stima dei beni mobili ed immobili: anche per loro l’aggiornamento diviene una necessità per proteggere lavoro e reddito. Una sfida che la categoria si sta attrezzando a superare mobilitando risorse economiche ed utilizzando la propria struttura organizzativa periferica giudicata da tutti di grande efficienza e capacità. Anche la Cassa previdenziale dei geometri, indubbiamente interessata a sostenere il reddito degli iscritti, sta attuando iniziative volte a conoscere quale sia la reale situazione della cate- goria nei diversi campi di attività e per le diverse classi di età. Ottima idea quella di affidare al CENSIS un’approfondita indagine, svolta su tutto il territorio nazionale, per individuare o confermare situazioni di criticità sia a livello professionale sia per quello reddituale. Entro l’anno valuteremo i risultati dell’indagine che per molti aspetti il Collegio di Brescia ha già svolto e sono riepilogati in questo numero del “Geometra Bresciano”. Nel frattempo un pool di attuari sta valutando le capacità reddituali delle categorie di geometri e periti proiettate nel futuro (i prossimi 50 anni) allo scopo di valutare la sostenibilità del sistema previdenziale in previsione di una fusione delle tre Casse autonome dei tecnici intermedi italiani: geometri, periti industriali e periti agrari che oggi annoverano in misura sempre maggiore i laureati triennali. Si tratta in sostanza di individuare un sistema previdenziale che consenta alle tre categorie di godere di trattamenti pensionistici adeguati a fronte di versamenti contributivi uguali per tutti. Tutto ciò sarà possibile, e noi lo auspichiamo, solo a condizione che l’attività professionale si espanda ed i giovani professionisti accolgano con entusiasmo le opportunità che un mercato in continua espansione offre loro. ❑ DAL COLLEGIO DI BRESCIA Per un identikit del geometra bresciano Mariangela Scotti S i è da poco conclusa al Collegio la raccolta dei dati per il censimento dei geometri bresciani: un lavoro lungo, impegnativo, metodico, che ha impegnato da maggio a settembre, in aggiunta al normale lavoro, il personale d’ufficio. Un lavoro faticoso ma utile per dotare il Collegio di elementi conoscitivi gestionali ritenuti necessari in vista delle nuove esigenze della nostra professione. I dati scaturiti dal censimento e forniti dai singoli iscritti sono stati inseriti – insieme ad altri già in possesso del Collegio – in un programma informatico appositamente predisposto in base alle direttive impartite dalla dirigenza provinciale. Cosí “metabolizzati” quei dati potranno essere elaborati e incrociati al fine di leggervi le caratteristiche quantitative e qualitative della categoria, di tracciare cioè il profilo professionale degli iscritti e di estrarre in qualsiasi momento la “carta d’identità” della categoria. Abbiamo voluto fare una prova, una specie di test iniziale, chiedendo al nuovo programma alcuni dati numerici sui nostri iscritti: quanti sono i geometri bresciani in attività, divisi per genere (maschi e femmine) con le rispettive percentuali; la ripartizione degli iscritti per fasce d’età e per specializzazione; la suddivisione per zona territoriale, per genere in termini asso- luti e percentuali; l’andamento numerico dei geometri professionisti operanti sul territorio provinciale dal 1999 al 2008 con il differenziale tra nuovi iscritti e cancellati; le abilitazioni di legge; le specializzazioni di legge e quelle volontarie conseguite attraverso corsi di formazione o esperienze lavorative. Ma ancora altro avremmo potuto chiedere. Ecco nelle ta- Iscritti al Collegio di Brescia al 28 settembre 2009 numero 3103 3058 45 Iscritti dei quali in attività sospesi dall’attività % 100 98,5 1,5 maschi % femmine % 2704 88,42 354 11,58 Ripartizione dei geometri per fascie d’età Fascia fino a 35 anni da 36 a 45 anni da 46 a 55 anni da 56 a 65 anni oltre 66 anni complessivamente numero 1114 659 515 557 213 3058 % 36,42 21,55 16,84 18,21 6,96 100,00 Iscritti in attività per zona territoriale Zona Brescia Chiari Gardone V.T. Breno Orzinuovi Salò Iseo Vestone Edolo Verolanuova Montichiari Lonato numero 1002 304 187 234 95 256 190 59 141 262 169 159 12 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 di cui maschi 905 270 164 192 86 230 163 53 124 223 146 146 di cui maschi 883 571 491 546 213 2704 % 79,26 86,64 95,34 98,02 100,00 88,42 di cui femmine 231 88 24 11 0 354 % 20,74 13,36 4,66 1,98 11,58 Iscrizioni e cancellazioni dall’Albo anni 1999-2008 di cui femmine 97 34 23 42 9 26 27 6 17 37 23 13 Anno 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 iscrizioni 80 105 122 129 200 185 161 106 111 115 cancellazioni 45 48 78 49 53 55 50 66 63 62 saldo +35 +57 +44 +80 +147 +130 +111 +40 +48 +53 DAL COLLEGIO DI BRESCIA Abilitazioni di legge Sicurezza cantieri (ex 494) Antincendio (legge 818) Certificatore energetico Sicurezza nei luoghi di lavoro (ex 626) Tecnico competente in acustica, iscritti negli elenchi regionali belle le risposte. Il geometra è uniformemente distribuito sul territorio bresciano e riferito agli abitanti va dallo 0,25 allo 0,35%. Il primato spetta alla zona di Edolo con lo 0,6%. Quasi il 30% degli iscritti ha ottenuto l’abilitazione di legge in “Sicurezza cantieri” numero 885 363 268 164 3 e il 6% in “Sicurezza nei luoghi di lavoro”; il 12% è abilitato in “Antincendio”; il 9% è “Certificatore energetico” iscritto negli elenchi della Regione Lombardia. Solo 3, invece, sono i “Tecnici competenti in acustica” iscritti negli elenchi regionali: forse la conseguenza di maschi 825 354 234 153 3 femmine 60 9 34 11 0 un difficile e lungo percorso che la Regione impone per l’esercizio di questa disciplina; infatti, ben 4 sono gli anni di affiancamento ad un tecnico acustico competente richiesti dalla normativa, difficilmente sostituibili con una formazione specifica. Specializzazioni volontarie attraverso corsi di formazione o esperienze lavorative numero Tecnico settore edilizia (progettazione e direzione lavori) 1500 Tecnico settore contabilità pubblica e privata 812 Tecnico catastale 849 Tecnico topografo 484 Tecnico valutatore 683 Tecnico in agricoltura 109 Perito assicurativo 33 Consulente del giudice 388 Amministratore condominiale 193 Tecico abilitato in Protezione civile ?? Tecnico collaudore Regione Lombardia 16 Tecnico comunale e consulentre enti pubblici 13 Tecnico esperto in materie ambientali 586 Ambiente Paesaggio Energia 125 73 284 Acustica 53 Rifiuti 13 Forestali 12 Turistico ambientali 18 Bioedili 8 L’abilitazione “Sicurezza cantieri” è molto apprezzata in tutte le fascie d’età, ma la punta massima si raggiunge in quelle fino ai 45 anni. L’abilitazione “Antincendio” risulta essere appannaggio dei meno giovani, come dimostra l’apice del 40% nella fascia d’età dai 56 ai 65 anni; donne e giovani, viceversa, paiono poco interessati ad essa. I giovani sono molto attratti dall’abilitazione “Certificatore energetico”. Ben 113 (42%) sui 268 abilitati in tale materia iscritti negli elenchi regionali hanno meno di 35 anni e 700 sono quelli che hanno frequentato i corsi presso il Collegio La presenza dei “Certificatori” crolla a 17 (3% fra i 557 tecnici della fascia 56-65 anni. Infine alcune considerazioni sulla presenza femminile nel nostro Albo. È cresciuta in modo considerevole negli ultimi anni e oggi rappresenta l’11,58% del totale, arrivando oltre il 20% nella fascia di età finoai 35 anni degli iscritti in attività, apportando qualità e prestigio alla categoria. Complessivamente cosa ci dicono questi dati? Che quella del geometra è una categoria viva e in crescita. Che crede nella specializzazione, nelle nuove opportunità offerte dal mercato e dall’evoluzione della professione, specialmente in quelle che hanno a che fare con l’ambiente. Che a specializzarsi sono soprattutto i giovani, ma non in modo esclusivo. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 13 DALLA CASSA Simonetta Vescovi R iunione proficua quella del 17 ottobre per i Delegati Cassa della Regione Lombardia che si sono incontrati per discutere del lavoro svolto in questi mesi dal Consiglio di Amministrazione e dalla Caommissione Legislativa. Relatori dell’incontro i geometri Davide Cortesi, referente dei Delegati lombradi, Renato Ferrari, presidente del Collegio di Bergamo (fa parte della Giunta esecutiva del Cipag) e Mario Ravasi, consigliere del Collegio di Pavia, membro del Consiglio di amministrazione del Cipag. Molti sono stati i punti affrontati, ma l’argomento su cui maggiormente si è sviluppato il dibattito è stato il rapporto tra il numero degli iscritti e il crescente numero dei pensionati e le conseguenti misure da adottare per mantenere in equilibrio economico la gestione della Cassa. La risoluzione del problema che garantirà un adeguato trattamento pensionistico anche in futuro potrà essere l’innalzamento dell’età anagrafica per l’accesso alla pensione di vecchiaia dagli attuali 65 ai 67 anni, anche alla luce delle motivazioni e delle conseguenze sia positive che negative che con competenza ed equilibrio la Commissione e il Consiglio di Amministrazione avevano preparato. La scelta, pur dolorosa, sembra comunque essere il rimedio piú efficace che consente alla Cassa di rimanere 14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Riuniti il 17 ottobre i Delegati Cassa della Lombardia nei parametri di sostenibilità che la legge impone. L’innalzamento potrà avvenire in modo graduale con la seguente tempistica: 1 genn. 2010 65 anni e 6 mesi 1 genn. 2011 66 anni 1 genn. 2012 66 anni e 6 mesi 1 genn. 2013 67 anni. Sono poi stati confermati e preparati i futuri impegni della Cassa previsti dal Consiglio di Amministrazione: – il 26 ottobre p.v. il Convegno sul tema “Dal welfare professionale un modello per il Paese: attualità e prospettive del modello di welfare della Cassa geometri”, durante il quale è previsto l’intervento del prof. Giuseppe De Rita, presidente della Fondazione Censis; dell’on; Giorgio Jannone, presidente della Commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza; del dott. Alberto Brambilla, presidente del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale del Ministero del Lavoro; del sen. Adriano Musi, vicepresidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato; del prof. Giovanni Geroldi, direttore generale delle Politiche previdenziali del Ministero del Lavoro; del dott. Domenico Proietti, segretario confederale Uil e del geom. Fausto Amadasi, presidente C.I.P.A.G. Il lavoro dei Delegati C.I.P.A.G. proseguirà nella giornata successiva presso la sede della Cassa. – approvazione del programma previsto con l’assemblea dei Delegati C.I.P.A.G. programmata presso la sede della Cassa nei giorni 23-24-25 novembre 2009. Il tema dell’innalzamento dell’età pensionistica non è di facile soluzione, ma l’intento del consiglio di Amministrazione della Cassa e dei Delegati C.I.P.A.G. è quello di riuscire ad affrontare in modo equilibrato il broblema di dare tranquillità ai nostri iscritti, nel solco dei provvedimenti già adottati in passato e dei quali si vedono i primi positivi frutti. ❑ DAL COLLEGIO DI BRESCIA Giovanni Platto È consolidata tradizione del Collegio di Brescia organizzare annualmente una serata conviviale, durante la quale gli iscritti possano ritrovarsi per festeggiare la premiazione dei colleghi piú anziani che abbiano raggiuto il traguardo dei quaranta, cinquanta e sessant’anni di professione e di iscrizione all’Albo. Quest’anno la riunione si è tenuta il 2 ottobre scorso nel ristorante Corte Francesco di Montichiari, luogo particolarmente accogliente e adatto ad ospitare un cosí numeroso gruppo di convitati: geometri iscritti all’Albo giovani e anziani accompagnati da mogli, figli o fidanzate in allegra e gaia compagnia. Il presidente del Collegio di Brescia, Giovanni Platto ha voluto accogliere gli ospiti con un discorso di benvenuto che integralmente riportiamo: 16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Cena sociale 2009: premiata la fedeltà alla professione dei geometri bresciani «Un cordiale saluto e un benvenuto a tutti i presenti e in modo particolare a quei colleghi che questa sera abbiamo il piacere di premiare per il loro attaccamento alla nostra categoria. Il mio intervento non tratterà argomenti di assemblea con esposizione di programmi o approvazione di bilanci, bensí una nota di festa del nostro Collegio. abbiamo l’onore e la soddisfazione di avere con noi personalità politiche, personalità accademiche e dirigenti scolastici di Istituti tecnici per geometri. L’occasione però mi stimola a fare alcune considerazioni. La nostra categoria ha desiderio ed esigenza di cultura e di maggior professionalità. La cultura di categoria ci viene attualmente data dai nostri Istituti tecnici con buoni risultati, ma non basta; dobbiamo attingere cultura a livelli universitari a complemento di cicli di studi che ci permettano di affrontare con successo la pratica professionale e quindi lo svolgimento della nostra polivalente professione, con specializzazioni nei vari settori in grado di svlgere con positivi risultati anche lavori interdisciplinari con altre categorie professionali. La cultura ci viene dalla scuola, la formazione e la professionalità la gestiamo noi sia in campo pratico che economico senza gravare sulle istituzioni pubbliche. Alla politica chiediamo quell’attenzione e considerazione che la categoria dei geometri si aspetta e si merita anche per il suo impegno di volontariato dimostrato in occasione di calamità naturali; Quanto detto lo richiede la nostra sensibilità di professionisti; lo chiedono i nostri clienti, lo chiede il mercato e lo chiede l’Europa. C ultura, preparazione e serietà professionali sono il futuro della nostra categoria. Un ringraziamento particolare per la loro presenza al sindaco di Montichiari dott.ssa Elena Zanola che ci ospita nella sua bella città; al prof. Augusto Preti, Magnifico rettore dell’Università statale degli Studi di Brescia e al sottosegretario all’Industria on. Stefano Saglia, all’avv. Paola Vilardi, assessore all’Urbanistica, edilizia privata ed ambiente del Comune di Brescia, ai presidenti e segretari dei Collegi lombardi, ai Delegati lombardi della Cassa Geometri, al presidente della stessa Cassa Nazionale Geometri Fausto Amadasi e, infine, al presidente del Consiglio Nazionale Geometri, Fausto Savoldi, nostro iscritto e a tutti i presenti che hanno accettato il nostro invito. Ma passiamo alle premiazioni dei nostri colleghi, giovani e meno giovani, ai quali va il nostro riconoscimento e ringraziamento. Ecco i loro nomi, partendo da quelli che hanno compiuto i 40 anni di iscrizione all’Albo: Ugo Andreis Giacomo Baffelli Paolo Barba Tarcisio Belleri Luigi Benedetti Provino Do Gabriele Facchinetti Santo Federici Piero Fiaccavento Giovanni Franceschini Giuseppe Frati Tino Ghelfi Roberto Marcelli Giuseppe Minerva Lino Pezzaioli Giovanni Riva Costanzo Rivadossi Enzo Sala Luciano Sedassari Giuseppe Siracusa Gianluigi Vaccari Santo Zampedrini. Con 50 anni di iscrizione: Giorgio Amistani Vincenzo Coglio Giovanbattista Fanti Giovanmaria Levrangi Walter Platto. Con 60 anni di iscrizione: Giovanni Mario Boifava Eugenio Buizza Tarcisio Campana Walter Gamba. A sei colleghi da poco iscritti all’Albo, vengono consegnate borse di studio per aver riportato le migliori votazioni nell’ultimo esame di Abilitazione professionale. L’allegria però deve essere contenuta; Un pensiero vada a quanti sono stati meno fortunati di noi; la crisi che ci attanaglia i fianchi, il terremoto dell’Aquila, i nostri Caduti dell’Afganistan ed i lutti causati dalla recente alluvione di Messina ci inducano ad altruistiche, generosa e concrete riflessioni». ❑ DAL COLLEGIO DI BRESCIA IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 17 DAL COLLEGIO DI BRESCIA 18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 DAL COLLEGIO DI BRESCIA IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 21 DAL COLLEGIO DI BRESCIA 22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 DAL COLLEGIO DI BRESCIA IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 23 DAL COLLEGIO DI BRESCIA 24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 DAL COLLEGIO DI BRESCIA IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 25 DAL COLLEGIO DI BRESCIA 26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 DAL COLLEGIO DI BRESCIA IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 27 DAL COLLEGIO DI BRESCIA 28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 DAL COLLEGIO DI BRESCIA IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 29 DAL COLLEGIO DI BRESCIA 30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 DAL COLLEGIO DI BRESCIA IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 31 LEGALE Avv. Francesco Cuzzetti I mediatori: distinzioni e diversità L a recente sentenza della Cassazione (Sez. III depositata il 14 luglio 09 n.16382), ritorna a delimitare molto estesamente e chiaramente le due figure del mediatore: quella ordinaria e quella del mediatore-mandatario, per distinguerne la diversa natura e di conseguenza i diversi diritti e obblighi, e mi pare che possa interessare farne un breve accenno. L’art. 1754 C.c. definisce la figura del mediatore come colui che mette in contatto due o più parti per la conclusione di un affare, senza essere legato ad esse da rapporti di collaborazione, dipendenza, rappresentanza. L’attività del mediatore così configurata, non è di tipo negoziale, ma giuridica in senso stretto, e va essa stessa individuata come fonte del rapporto, che fa sorgere il diritto obbligatorio alla provvigione, che si acquista alla conclusione dell’affare in base quindi a un mero comportamento. Il mediatore, come sopra raffigurato, ha il solo obbligo del comportamento di buona fede in senso oggettivo (la generale correttezza prevista dall’art. 1115 C.c.), improntato dalla professionalità, che prevede l’obbligo della correttezza qualificata, nel senso di informare correttamente le parti interessate, di tutte le notizie e circostanze a lui note o conoscibili, utili per consentire una chiara visione dell’affare in ogni suo aspetto. Nel caso gli venga contestato un comportamento in 32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 contrasto con tali obblighi di buona fede, sarà lui stesso che dovrà provare il contrario. Diverse prospettive, come appare evidente, si presentano nel caso in cui si verifica la possibilità che l’attività mediatoria sia svolta sulla base di un contratto di mandato (art. 1703 C.c.), come spesso si può rinvenire nei contratti standard di mediazione, dove viene indicato un mandato a vendere o ad acquistare. La qualcosa trova il suo riscontro negli artt.1754 -1756 C.c. e anche nella legge 1958/213 istitutiva della professione di mediatore, che nell’art. 2 punto 2 fa proprio riferimento alla sezione dei mediatori muniti di mandato. L’aspetto interessante che riguarda le due figure così delineate, è quello conflittuale, che può far sorgere in seguito alle contestazioni sull’operato dei mediatori, responsabilità di diversa natura. P er quanto anche detto sopra, al semplice mediatore può essere contestato un comportamento scorretto e in malafede qualora, esemplificando, trascuri di comunicare l’eventuale stato d’insolvenza di una della parti, o l’esistenza di ipoteche o di pignoramenti che gravano sul bene, o di opzioni e prelazioni o, come nel caso che ha dato luogo alla sentenza, eventuali irregolarità catastali o della situazione edilizia. La responsabilità che ne segue, nei confronti della parte che subisce il danno è extracontrattuale, che la giurisprudenza di legittimità chiana da contatto sociale, e per ottenere il compenso il mediatore in tal caso deve dimostrare di aver fatto tutto il possibile per adempiere ai suoi obblighi di cui abbiamo accennato. Per il mediatore-mandatario invece, la responsabilità nel caso di comportamento illecito sarà extracontrattuale ex art. 2043 C.c, nei confronti del destinatario della sua attività che, essendo estraneo al rapporto contrattuale, va qualificato come terzo. Senza contare che l’illecito comportamento del mandatario, può far sorgere una corresponsabilità anche per il mandante. ❑ DAL COLLEGIO DI BRESCIA Assemblea elezioni e cariche (2009-2013) al Collegio geometri di Brescia I 15 settembre scorso si è tenuta nella sede di piazzale Cesare Battisti l’Assemblea annuale incentrata essenzialmente sull’attività svolta dal Collegio di Brescia nell’annata 2008. Ricordiamo che l’approvazione dei bilanci (consuntivo e preventivo) si era già tenuta nella scorsa primavera. Introducendo i lavori il presidente Giovanni Platto ha voluto porre l’accenno sull’intenso lavoro svolto dal Collegio nell’organizzazione dei corsi di formazione professionale. I più richiesti e frequentati sono risultati essere quelli sul risparmio energetico, che è materia sempre più confacente alle competenze della nostra categoria. Cinquantanove corsi e quattro seminari di aggiornamento professionale (con la presenza di 1754 partecipanti) la dicono lunga sull’impegno che il Collegio di Brescia profonde nella formazione, ma anche sulla solerzia e sullo zelo dei 34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 nostri iscritti che, evidentemente, vedono, attraverso la partecipazione ai corsi, uno sbocco importante nella valorizzazione del proprio lavoro professionale. È, questo, un esempio significativo di ciò che la categoria sente di dover perseguire per la propria formazione. Formazione che non può non partire da un sempre 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 più stretta collaborazione con la Scuola, con gli Istituti Tecnici per geometri in particolare. È infatti sulla scuola superiore che deve fondarsi il futuro della Categoria; sempre più stretta in tal senso deve essere la collaborazione con gli Istituti Tecnici: è qui, infatti, che si acquisiscono le cognizioni di base prope- Giovanni Platto Bellotti Armido Dario piotti Nadia Bettari Laura Cinelli Giuseppe Bellavia Piergiovanni Lissana (nuovo eletto) Corrado Martinelli Giuseppe Zipponi Raffaella Annovazzi (nuovo eletto) Italo Albertoni Paolo Fappani (nuovo eletto) Angelo Este Silvano Orio (nuovo eletto) Silvano Bonicelli (nuovo eletto) voti 584 544 531 514 504 496 490 488 488 485 463 454 442 436 431 deutiche al prolungamento degli studi previsto dalla riforma Gelmini che sfocerà nei futuri ITS (Istituti Tecnici Superiori). Un percorso questo che, unitamente a quello della laurea breve (per la verità molto poco praticato), darà diritto, dopo il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della professione (esame di Stato), all’iscrizione all’Albo. Fra i convenuti all’Assemblea c’era anche il nostro presidente nazionale Fausto Savoldi, che nel suo intervento ha voluto puntualizzare come e quanto il mercato del lavoro nel nostro settore esiga sempre maggiore professionalità e sempre più specializzazione. «L a categoria – ha detto il presidente Savoldi – continua a mantenere le sue storiche prerogative di polivalenza professionale, mentre viceversa il mercato chiede sempre più specialisti: e di ciò devono tenere conto i giovani». Savoldi ha anche dato notizia agli iscritti presenti della presentazione della Legge delega sull’unificazione degli Albi dei Tecnici Intermedi (geometri, periti industriali, periti agrari). Di quest’argomento lo stesso Presidente aveva ampiamente trattato nel numero scorso della nostra rivista a pagina 10; a quell’articolo rimandiamo i lettori a cui l’ampia trattazione fosse sfuggita. All’assemblea sono subito DAL COLLEGIO DI BRESCIA Nelle immagini, il Presidente Giovanni Platto, il Segretario Armido Bellotti e il Tesoriere Giuseppe Bellavia Tarcisio Campana voti 183 Giovanni Gares 141 Corrado Serena 131 Fabio Lancini 123 Verbena Rogengo 120 Roberto Berardelli 117 Corrado Romagnoli 116 Nicola Manenti 114 Paolo Orsatti 112 Federico Sandrini 112 Giov. Batt. Zammarchi 109 Enrico Raccagni 106 Nora Belloni 104 Cristian Fanton 103 Riccardo Zanotti 101 Franco Pierin 92 Angelo Berta 88 Ena Moraschi 80 Andrea Plebani 76 seguite le elezioni per il nuovo mandato 2009-2013, che si sono protratte nei giorni 16 - 17 - 18 - 19 settembre. Vi hanno partecipato 771 iscritti. Ecco il risultato completo degli eletti a sinistra al centro della pagina. I l Consiglio del Collegio, convocato fra i soli eletti, al fine di deliberare sulla distribuzione delle cariche ha riconfermato il Presidente, il Segretario e il Tesoriere, rispettivamente nelle persone di Giovanni Platto, Armido Bellotti, Giuseppe Bellavia. I Consiglieri eletti sono stati: Dario Piotti, Nadia Bettari, Laura Cinelli, Piergiovanni Lissana, Corrado Martinelli, Giuseppe Zipponi, Raffaella Annovazzi, Italo Albertoni, Paolo Benedetto Bianchetti 75 Ivano Luigi Ruggeri 63 Michele Anelli 55 Fabiano Faini 54 Luciano Bellini 53 Claudio Parietti 53 Matteo Negri 51 Daniele Pasquinelli 47 Michele Sabbadini 45 Giacomo Martinuzzi 41 Giuliano Vacchi 40 Pietro Nuccio 30 Giacomo Begotti 26 Giacomo Civera 16 Germano Signoroni 11 Seguono altri nominativi con un minor numero di voti. ❑ Fappani, Angelo Este, Silvano Orio, Silvano Bonicelli. Ci pare interessante fornire anche l’elenco dei colleghi che hanno conseguito voti ma che non sono stati eletti nel nuovo Consiglio; rappresentano il bacino cui attingere per un futuro possibile ricambio dirigenziale per il nostro Collegio. Eccolo: IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 35 DAL COLLEGIO DI BRESCIA Piú di 600 geometri riuniti al “Tartaglia” per discutere del “Piano Casa” E rano piú di seicento i geometri bresciani riuniti nell’Aula magna dell’Istituto “Tartaglia” il 16 settembre scorso per apprendere direttamente dall’Assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia, Davide Boni, gli aspetti piú significativi della legge n. 12 “Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Regione Lombardia”, la cosiddetta legge “Piano Casa”. L’Assessore era accompagnato dai suoi piú stretti collaboratori: gli ingegneri 36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Mario Nova e Bruno Mori e gli avvocati Umberto Sala e Valentina Convertini che, dopo la corposa introduzione dell’Assessore, hanno avuto modo di sviscerare gli aspetti tecnici del nuovo dettato urbanistico e di rispondere ai numerosi quesiti, quasi tutti – a detta degli stessi relatori – molto puntuali e pertinenti che sono venuti dalla vasta e interessatissima platea. Presente in sala, graditissima ospite, l’Assessore all’Urbanistica, ambiente ed edilizia del Comune di Brescia, Paola Vilardi. Ricordiamo anzitutto che la legge ha carattere transi- torio (durata 18 mesi) ed è applicata in deroga a numerose disposizioni vigenti in tema urbanistico nei Comuni. Quattro sono essenzialmente le possibilità di intervento, ma l’interesse operativo dei geometri è, di fatto, rivolto alle prime tre, che sono riferite ai seguenti articoli di legge: – Art. 2, commi 1 e 2. “Utilizzo del patrimonio edilizio esistente” La norma consente il recupero edilizio e funzionale (ma solo ai fini residenziali) delle volumetrie non utilizzate ricavate anche nei se- minterrati di immobili costruiti prima del 31 marzo 2005, purché non siano situate in zone agricole o industriali. Nelle sole zone agricole è consentito il recupero (sempre e solo ai fini residenziali) di immobili agricoli non utilizzati fino ad un massimo di 600 metricubi, per l’uso dei proprietari o degli addetti all’attività. – Art. 3, comma 1. “Ampliamento di edifici esistenti” Il previsto aumento del 20% del volume con un massimo di 300 metricubi per ogni unità immobiliare esistente DAL COLLEGIO DI BRESCIA Al tavolo della presidenza, da sinistra: il direttore de “Il geometra bresciano” Bruno Bossini; l’Assessore al Territorio e all’Urbanistica della Regione Lombardia, Davide Boni; l’ing. Mario Nova, e l’ing. Bruno Mori della Direzione Territorio ed Urbanistica della Regione Lombardia; l’avv. Valentina Convertini e l’avv. Umberto Sala del Settore giuridico Direzione territorio ed Urbanistica della Regione Lombardia riguarda edifici mono o bifamilari senza vincoli di volume, o edifici plurifamiliari non maggiori di 1200 metricubi. Gli edifici devono essere in tutto residenziali, ultimati alla data del 31 marzo 2005 e posti all’esterno dei centri storici. – Art. 3, comma 3, primo periodo - “Sostituzione di immobili residenziali esistenti” La sostituzione (ossia la ricostruzione integrale, previa demolizione dell’immobile esistente e realizzazione di un nuovo organismo edilizio anche con altra sagoma e altezza) riguarda edifici in tutto residenziali e premia con un bonus del 30% del volume esistente (che va calcolato secondo la normativa vigente). – Art. 3, comma 3, secondo periodo. “Sostituzione di immobili parzialmente residenziali o produttivi” all’esterno dei centri storici. In questo caso la sostituzione, solo per trasformazione in residenza, può essere realizzata solo mantenendo la volumetria esistente.Il nuovo immobile potrà avere altezza non superiore a quella piú alta tra l’esistente e quella della norma vigente ed un rapporto di copertura non maggiore del 25% di quello previsto dalle NTA vigenti. – Art. 3, comma 4. “Sostituzione di immobili non coerenti, all’interno IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 37 DAL COLLEGIO DI BRESCIA Da sinistra in senso antiorario: l’ing. Mario Nova, l’ing. Bruno mori, l’avv. Umberto sala e l’avv. Valentina Convertini dei centri storici La norma riguarda in questo caso gli immobili esclusivamente residenziali, ma non coerenti (sotto l’aspetto storico-architettonico, paesaggistico e ambientale) con i centri storici medesimi. La sostituzione è in questo caso subordinata all’autorizzazione della Commissione regionale (art. 78, legge regionale 12/2005). – Art. 3, comma 5. “Sostituzione di immobili industriali o artigianali Si tratta di immobili posti in aree produttive (è am38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 messo un bonus del 30% del volume esistente), ma solo se dette aree sono state individuate con delibera del Comune entro il 15 ottobre 2009. Tutti gli interventi ammessi in deroga di cui sopra, devono garantire un preciso contenimento energetico (art. 3, commi 2, 3, 6) variabile dal 10 - 20 e 30%, assicurare un equipaggiamento arboreo di almeno il 25% del lotto ed avere 1/f e R/C non maggiori del 50% di quelli vigenti nella zona interessata. È una legge, questa del DAL COLLEGIO DI BRESCIA In fase di conclusione l’iter approvativo del Piano Territoriale Regionale Il Piano Territoriale Regionale (PTR), documento fondamentale delle politiche per la salvaguardia e lo sviluppo del territorio lombardo «sarà approvato entro il 2009». Lo ha confermato l’Assessore regionale al Territorio e Urbanistica Davide Boni al convegno del 16 settembre sul “Piano Casa”. «Il Piano ha una visione strategica e […] definisce lo sviluppo territoriale per i prossimi decenni e […] individua obiettivi di competitività, di valorizzazione delle risorse naturali, storiche e culturali della regione, nel rispetto della sostenibilità ambientale». ● “Piano casa”, certamente di non facile interpretazione, anche tenuto conto della prevista autonomia dei singoli Comuni sulla sua applicabilità o meno. Si tratta, per cosí dire, di una legge di nuova concezione, anche vista la sua applicabilità straordinaria e solo temporanea, che richiederà – l’hanno ammesso anche i relatori – numerose circolari esplicative che potranno essere sollecitate anche da quesiti di singoli tecnici. Al riguardo si segnala a lato il sito regionale che offre tutte le indicazioni e gli spunti necessari. Per ultimo va detto che anche in tema di oneri urbanistici è stata data libertà di scelta (entro il 15 ottobre 2009) ai Comuni di…?… delibera rispetto al dettato legislativo che prevede una riduzione (per i Comuni che non abbiano fatto scelte diverse) del 30%. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 39 LEGISLAZIONE Giuseppe Zipponi A Enti locali e funzioni paesaggistiche pprovato, con Decreto del Direttore Generale n. 9447 del 23 settembre 2009, l’aggiornamento del primo elenco degli enti locali (ulteriori 122 Comuni lombardi) ritenuti idonei all’esercizio delle funzioni paesaggistiche loro attribuite. Ad oggi gli Enti locali lombardi ritenuti idonei ad esercitare anche successivamente al 1° gennaio 2010 le competenze paesaggistiche loro attribuite, sulla base delle nuove procedure stabilite dal Codice del Paesaggio, sono:10 Province, 22 Enti gestori dei Parchi regionali, 28 Comunità Montane e 756 Comuni. Fra i Comuni molti hanno scelto di associarsi per costituire una unica Commissione Paesaggio e, in alcuni casi, anche una unica Struttura tecnica. Per gli enti locali che non risultano inclusi in questi elenchi occorre precisare che potranno comunque continuare, fino al 31 dicembre 2009, ad esercitare le competenze loro attri- buite secondo le procedure oggi vigenti. Per garantire che tutti gli enti locali lombardi possano continuare ad esercitare le competenze paesaggistiche anche dopo tale data, la Struttura Paesaggio della Direzione Territorio e Urbanistica sta completando l’istruttoria richiedendo le eventuali necessarie integrazioni della documentazione pervenuta e sollecitando i comuni che ancora non hanno provveduto ad inviare quanto richiesto in modo da poter predisporre ed approvare, entro fine anno, ulteriori elenchi. Affinché i nostri lettori possano disporre di uno strumento di lavoro valido, pubblichiamo il sotto riportato elenco aggiornato rispetto a quello fornito nel numero scorso della rivista Per ogni ulteriore informazione è possibile rivolgersi alla Struttura Paesaggio tramite l’indirizzo di posta elettronica: [email protected] ELENCO DEI COMUNI ABILITATI NELLE PROVINCE DI BRESCIA - CREMONA - LODI MANTOVA - SONDRIO PROVINCIA DI BRESCIA AGNOSINE ANGOLO TERME ARTOGNE BARGHE BERZO DEMO (6) BERZO INFERIORE BIENNO BIONE BORNO BOVEGNO BOVEZZO BRAONE BRENO BRESCIA CALCINATO CAPRIANO DEL COLLE CAPRIOLO CASTEGNATO CASTEL MELLA CASTELCOVATI CAZZAGO SAN MARTINO CEDEGOLO CERVENO CERVENO CETO CEVO (6) CIMBERGO 40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 CIVIDATE CAMUNO COLLIO VAL TROMPIA CONCESIO CORTE FRANCA DARFO BOARIO TERME EDOLO ERBUSCO ESINE FIESSE GARDONE RIVIERA GARDONE VAL TROMPIA GARGNANO GUSSAGO INCUDINE IDRO IRMA (5) ISEO LAVENONE LIMONE SUL GARDA LODRINO LOSINE MAGASA (4) MALEGNO MANERBIO MARCHENO MARONE MONNO MONTE ISOLA MONTICHIARI NIARDO NUVOLENTO (3) NUVOLERA OFFLAGA OME ONO SAN PIETRO ORZINUOVI OSSIMO PADENGHE S. GARDA PAISCO LOVENO PALAZZOLO SULL'OGLIO PASPARDO PASSIRANO PEZZAZE (5) PIANCAMUNO PISOGNE POLAVENO POLPENAZZE D. GARDA PONCARALE PONTE DI LEGNO (7) PONTEVICO (8) PONTOGLIO POZZOLENGO PRALBOINO PRESTINE PREVALLE (3) PROVAGLIO D'ISEO LEGISLAZIONE PUEGNAGO D. GARDA REZZATO RODENGO SAIANO ROE' VOLCIANO ROVATO SABBIO CHIESE SALE MARASINO SALO’ SAN FELICE DEL BENACO SAN PAOLO (8) SAREZZO SAVIORE DELL'ADAMELLO (6) SELLERO SIRMIONE SOIANO DEL LAGO SONICO TAVERNOLE SUL MELLA (5) TEMU' (7) TIGNALE (4) TOSCOLANO MADERNO (4) TREMOSINE TRENZANO VALVESTINO (4) VEROLANUOVA VEROLAVECCHIA (8) VILLA CARCINA VILLACHIARA VILLANUOVA SUL CLISI VIONE PROVINCIA DI BRESCIA PROVINCIA DI CREMONA AGNADELLO CÀ D'ANDREA CASALE CREMASCO VIDOLASCO CASALETTO DI SOPRA CASTELDIDONE (13) CELLA DATI CORTE DE' FRATI CREMA DRIZZONA (13) GABBIONETA BINANUOVA GADESCO PIEVE DELMONA MADIGNANO MONTODINE PERSICO DOSIMO PIADENA (14) PIANENGO PIEVE SAN GIACOMO PIZZIGHETTONE POZZAGLIO ED UNITI RICENGO RICENGO RIPALTA ARPINA RIPALTA CREMASCA RIPALTA GUERINA RIVAROLO DEL RE ED UNITI (13) ROMANENGO SAN GIOVANNI IN CROCE (13) SAN MARTINO AL LAGO (13) SCANDOLARA RIPA D'OGLIO SERGNANO SONCINO SOSPIRO SPINEDA (13) TORRICELLA DEL PIZZO (13) VOLONGO VOLTIDO (13) PROVINCIA DI CREMONA PROVINCIA DI LODI BORGHETTO LODIGIANO CASTELNUOVO BOCCA D'ADDA CASTIGLIONE D'ADDA CASTIRAGA VIDARDO CAVACURTA CODOGNO LODI MALEO MASSALENGO SANTO STEFANO LODIGIANO SOMAGLIA PROVINCIA DI LODI PROVINCIA DI MANTOVA ASOLA BAGNOLO SAN VITO BORGOFORTE BOZZOLO CANNETO SULL'OGLIO CASTEL GOFFREDO CASTELLUCCHIO CASTIGLIONE DELLE STIVIERE CAVRIANA CURTATONE GAZOLDO DEGLI IPPOLITI GOITO GONZAGA GUIDIZZOLO MANTOVA MARIANA MANTOVANA MARMIROLO MEDOLE MOGLIA MONZAMBANO PEGOGNAGA PONTI SUL MINCIO RIVAROLO MANTOVANO (13) RODIGO SOLFERINO SUZZARA VIADANA VOLTA MANTOVANA PROVINCIA DI MANTOVA PROVINCIA DI SONDRIO ALBOSAGGIA (18) ANDALO VALTELLINO APRICA ARDENNO BEMA BERBENNO DI VALTELLINA BIANZONE BORMIO BUGLIO IN MONTE CAIOLO (18) Nota: i numeri fra parentesi accanto ad alcuni Comuni, nelle diverse Province, indicano che tali Comuni hanno sottoscritto una intesa o convenzione per l’istituzione di una unica Commissione Paesaggio e/o di una unica struttura tecnica dedicata all’istruttoria paesaggistica. IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 41 LEGISLAZIONE CAMPODOLCINO CASPOGGIO (19) CASTELLO DELL'ACQUA (21) CASTIONE ANDEVENNO CEDRASCO (18) CHIAVENNA CHIESA IN VALMALENCO (19) CHIURO CINO CIVO COLORINA COSIO VALTELLINO DELEBIO FAEDO VALTELLINO FORCOLA FUSINE (18) GEROLA ALTA GORDONA GROSIO GROSOTTO LANZADA (19) LOVERO MADESIMO MAZZO DI VALTELLINA MELLO MORBEGNO NOVATE MEZZOLA PEDESINA PIANTEDO POGGIRIDENTI PONTE IN VALTELLINA (21) PRATA CAMPORTACCIO RASURA SAMOLACO SERNIO SONDRIO SPRIANA (20) TARTANO TEGLIO TIRANO 42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 TORRE SANTA MARIA (20) TOVO DI SANT'AGATA TRAONA TRESIVIO VAL MASINO VALDIDENTRO VALDISOTTO VALFURVA VERCEIA VERVIO VILLA DI CHIAVENNA VILLA DI TIRANO PROVINCIA DI SONDRIO ALTRI ENTI LOMBARDI PARCHI REGIONALI ADDA NORD ADDA SUD AGRICOLO SUD MILANO ALTO GARDA BRESCIANO 417 CAMPO DEI FIORI DEI COLLI DI BERGAMO DEL MINCIO DEL MONTE NETTO DEL SERIO DELLA VALLE DEL LAMBRO DELL’ADAMELLO 427 DELLE GROANE DELLE OROBIE BERGAMASCHE DI MONTEVECCHIA E VALLE DEL CURONE LOMBARDO VALLE DEL TICINO MONTE BARRO NORD MILANO OGLIO NORD OGLIO SUD OROBIE VALTELLINESI PINETA APPIANO GENTILE E TRADATE SPINA VERDE DI COMO COMUNITÀ MONTANE ALPI LEPONTINE ALTA VALTELLINA ALTO LARIO OCCIDENTALE ALTO SEBINO DEL LARIO ORIENTALE DEL MONTE BRONZONE E DEL BASSO SEBINO DEL SEBINO BRESCIANO DELLA VALCHIAVENNA DELLA VALGANNA E VALMARCHIROLO (3) DELL’OLTREPO’ PAVESE DI SCALVE DI VALLE CAMONICA DI VALLE SABBIA DI VALLE TROMPIA PARCO ALTO GARDA BRESCIANO TRIANGOLO LARIANO VALCAVALLINA VALCERESIO (3) VALCUVIA VALLE BREMBANA VALLE IMAGNA VALLE SERIANA VALLE SERIANA SUPERIORE VALLI DEL LUINESE VALSASSINA VALVARRONE VAL D’ESINO E RIVIERA VALTELLINA DI MORBEGNO VALTELLINA DI SONDRIO VALTELLINA DI TIRANO DAL COLLEGIO DI BRESCIA Stefano Monteverdi N ei giorni scorsi ho depositato presso un Comune un attestato di certificazione energetica. L’Ufficio Tecnico lo ha registrato attribuendogli un numero di pratica, mi ha chiesto 6 euro di diritti di istruttoria, mi ha timbrato la copia che rimane al proprietario (una sola perché l’art. 12.6 della Dgr 8745 dice che il Comune deve consegnare al proprietario una copia timbrata per accettazione e quindi una sola deve essere) e mi ha mandato all’Ufficio Protocollo per farmi mettere un ulteriore timbro. Risultato: tempo perso per aspettare il mio turno allo sportello, 6 euro spesi non 44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 È possibile uniformare le procedure? so a quale titolo (dato che la presentazione è obbligatoria per legge) e certificato riempito di timbri (che ovviamente non sono molto piú grandi dello spazio disponibile sul certificato e, sempre ovviamente, bagnati con inchiostro che non asciuga subito e che se non stai attento ti fa diventare il pezzo di carta come la bocca di mio figlio dopo un gelato al cioccolato). Un paio di giorni dopo sono andato a depositare un altro certificato energetico in un altro Comune confinante con il primo. L’Ufficio protocollo mi ha messo il timbro (piccolo e inchiostrato con un normale tampone azzurro ad asciugamento rapido) su tutte le quattro copie che avevo portato, ho cordialmente salutato l’impiegata e sono uscito. Risultato: avendo tribulato di meno, il mio conto a questo cliente è stato piú “leggero” del primo. Per il deposito dei certificati energetici i vari Comuni si sono organizzati ognuno a proprio modo, con qualche variazione in piú o in meno, ma tutti comunque tra i due estremi esemplificati. Eppure stiamo parlando della stessa disposizione normativa, valida in tutti i Comuni lombardi senza distinzione. Lo stesso discorso vale per tutte le procedure amministrative, che siano Dia o richieste di Permesso a costruire, Certificati di destinazione urbanistica o agibilità: ogni Comune è una parrocchia a sé stante, con proprie procedure, propri moduli, proprie organizzazioni interne. È cosí fuori luogo pensare, sperare in procedure uniformi per tutte le pratiche, per tutti i Comuni e per tutti i professionisti? È cosí fuori luogo pensare, sperare che la semplificazione burocratica (che dall’anno scorso ha avuto anche l’onore di un ministero tutto DAL COLLEGIO DI BRESCIA per sé) possa riguardare anche questi aspetti? Uniformare le procedure produrrebbe un risultato positivo per tutti: – per i tecnici comunali, che verrebbero sgravati dalla responsabilità di dover decidere come comportarsi per le varie pratiche e quindi destinare piú tempo ai loro compiti d’ufficio; – per i Comuni che vedrebbero diminuiti i rischi di contenzioso; – per i professionisti che in presenza di una standardizzazione dei comportamenti potrebbero dedicare piú tempo agli aspetti piú professionalizzanti del Liquidazione parcelle Il parere del Garante Con riferimento alle linee guida sulla liquidazione delle parcelle – di cui alla circolare CNG e GL prot. n. 907 del 4 febbraio 2009 – ed alle perplessità sollevate da alcuni Collegi, lo scorso 6 luglio l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha trasmesso la seguente nota: «L’Autorità ha esaminato la segnalazione relativa alla circolare n. 907/2009 adottata dal Consiglio nazionale Geometri e Geometri laureati il 4 febbraio 2009. In tale occasione, l’Autorità ha rilevato che quanto riportato nella circolare con specifico riferimento all’abolizione dell’obbligatorietà delle tariffe risulta in linea con gli indirizzi espressi da questa Autorità nell’Indagine Conoscitiva IC34 - Stato del recepimento dei principi di concorrenza nei servizi professionali. Sul punto si ricorda che già nell’indagine, in particolare al capitolo III, paragrafo I, è stato evidenziato come la disciplina deontologica dovrebbe espressamente affermare il principio per cui i professionisti possono pattuire liberamente i compensi professionali, non dovrebbe contenere alcun richiamo alle nozioni di decoro o dignità professionale per la determinazione del compenso dei professionisti e dovrebbe prevedere l’obbligo di presentare in forma scritta al proprio cliente il preventivo per le prestazioni professionali». proprio lavoro; – per i cittadini che vedrebbero diminuiti i rischi di sospensione delle pratiche e probabilmente anche una limatura delle parcelle professionali. Se anche altri colleghi concordano, la sollecitazione che muovo al Collegio dei Geometri che ci rappresenta è quella di promuovere un tavolo di riflessione con gli altri Ordini professionali, con l’Associazione dei Comuni bresciani e con l’U- nione dei Tecnici degli Enti locali per verificare se ci possono essere le condizioni per definire questa uniformazione, anche utilizzando i contributi pubblici destinati a tale scopo. Nessuno è riuscito mai finora a raggiungere questo risultato. Se Brescia, attraverso il Collegio dei geometri, ci riuscisse, diventerebbe un punto di riferimento assai autorevole. ❑ Da “Noi geometri”, n. 4 luglio/agosto 2009 IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 45 DAL COLLEGIO DI BRESCIA Emanuela Farisoglio È nata l’Associazione Geometri di Valle Camonica Come avevamo anticipato nel n. 2/2009 della nostra rivista, è stata ufficialmente costituita l’Associazione Geometri di Valle Camonica. L’iniziativa è nata da un gruppo di giovani geomatri che svolgono con passione la professione e che intendono sviluppare molte proposte interessanti per migliorare l’esercizio dell’attività sul territorio camuno. l 23 luglio scorso presso lo studio del Notaio dott. Giorgio Cemmi di Darfo Boario Terme, èstata formalmente creata l’Associazione Geometri di Valle Camonica mediante la stipula dell’atto costitutivo e l’ufficializzazione dello Statuto. L’iniziativa dei colleghi camuni, come già anticipato a pagina 38 del n. 2/2009 de “Il geometra bresciano”, si propone di sostenere l’attività del Collegio geometri direttamente in Valle Camonica e di promuovere la collaborazione tra geometri e geometri laureati. Fino alla prima assemblea, prevista per il nuovo anno, l’Associazione sarà retta da un Consiglio direttivo provvisorio; a tale proposito sono stati assegnati i seguenti mandati: Presidente: geom. Emanuela Farisoglio (Darfo Boario Terme); Vice- 46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 I presidente: geom. Diego Salvetti (Darfo boario Terme); Segretario: geom. Riccardo Massaroni (Angolo Terme); Tesoriere: geom. Fabio Rivadossi (Breno). Potranno fare richiesta di adesione all’Associazione i colleghi iscritti al Collegio geometri e geometri laureati della provincia di Brescia e Bergamo, residenti o che esercitino la libera professione in Valle Camonica, Valle di Scalve e nei Comuni di Lovere, Costa Volpino e Rogno. Saranno ammessi anche i geometri diplomati o iscritti all’elenco dei praticanti delle medesime zone. La quota associativa annuale è pari a euro 50,00 ad esclusione dei praticanti per i quali è prevista una quota ridotta: euro 10,00. L’adesione comporterà il diritto di voto in assemblea, la partecipazione e l’eventuale agevolazione a tutte le iniziative che verranno promosse dall’Associazione geometri di Valle Camonica. Attualmente la sede dell’Associazione è in via Stassano DAL COLLEGIO DI BRESCIA n. 16 a Darfo Boario Terme, presso gli uffici della S. Eventi s.r.l., contattabile per eventuali informazioni al n. telefonico 0364.534580; email: [email protected] La presentazione dell’Associazione è avvenuta nel mese di ottobre con un incontro pubblico alla presenza di rappresentanti dei Collegi di Brescia e Bergamo. Ora si attendono numerose adesioni in modo che possano essere realizzate le molteplici attività previste. Un ringraziamento particolare va rivolto ai colleghi Silvano Bonicelli, Gian Luigi Veraldi, Fabio Monchieri e Angiolino Balzarini per la collaborazione prestata. ❑ Lo statuto della nuova Associazione Art. 1 - Denominazione L’Associazione è denominata: "Associazione Geometri di Valle Camonica". Art. 2 - Sede L’Associazione ha sede provvisoria in Darfo Boario Terme (BS), Via Stassano n.16. Il consiglio direttivo in carica ha facoltà di spostare la sede in altro luogo. Art. 3 - Oggetto e scopo L’Associazione non ha scopo di lucro, è estranea a qualunque orientamento politico e persegue esclusivamente finalità di natura culturale, rivolte all’attività professionale dei Geometri liberi professionisti. L’Associazione si prefigge i seguenti obiettivi: – tutelare ed elevare l’immagine della professione del Geometra; – incentivare la collaborazione, la solidarietà e lo spirito associativo tra i geometri della Valle Camonica; – svolgere un ruolo di supporto e di intermediazione con il Collegio dei geometri e geometri laureati della provincia di Brescia; – sostenere la collaborazione con i colleghi delle province limitrofe e con altre analoghe associazioni di liberi professionisti presenti sul territorio, favorendo l’interscambio di conoscenze ed esperienze e quindi l’accrescimento professionale; – dare vita ad una figura professionale specifica legata al territorio; – dedicarsi, con opportune iniziative, all’inserimento dei giovani geometri nell’attività lavorativa; – configurarsi come punto di riferimento per le Amministrazioni locali, gli Uffici Territoriali e gli Istituti scolastici. A tale fine l’associazione potrà: – promuovere, coordinare, realizzare e sviluppare con ogni idoneo strumento ed avvalendosi di ogni mezzo utile studi, aggiornamenti, convegni, congressi e, comunque, occasioni per stimolare aggiornamenti, approfondimenti e studi nelle materie di specifica competenza del geometra; – promuovere collaborazioni e intese culturali con enti, istituzioni, associazioni nazionali ed internazionali per l’approfondimento delle tematiche connesse all’attività professionale; – curare la pubblicazione della stampa di categoria; – svolgere ogni altra iniziativa che il consiglio riterrà utile e necessaria per il raggiungimento dei fini istituzionali dell’associazione. Per il conseguimento dei suddetti fini, l’organo direttivo avrà la libertà di promuovere qualsiasi attività o iniziativa, anche di prestazione di servizi a favore di terzi. Art. 4 - Patrimonio ed entrate dell’Associazione Il patrimonio dell’Associazione è formato da tutti i beni mobili e immobili che pervengono alla stessa a qualsiasi titolo, da elargizioni o contributi da parte di privati o enti pubblici e privati, nonché da eventuali avanzi netti di gestione. Per il conseguimento delle proprie finalità l'Associazione dispone delle seguenti entrate: – quote associative, contributi, elargizioni di denaro da parte dei sostenitori o di terzi; – redditi derivanti dal proprio patrimonio; – contributi di privati, società ed enti pubblici e privati. Sono comunque possibili altre forme di finanziamento proposte dal Consiglio Direttivo e deliberate dall’Assemblea. Ogni versamento deve comunque intendersi a fondo perduto; in nessun caso, e quindi nemmeno in caso di scioglimento dell’Associazione può darsi luogo a ripartizioni o assegnazioni di somme, a qualsiasi titolo, agli associati. I versamenti non creano altri diritti di partecipazione trasmissibili a terzi, neanche in caso di successione. Art. 5 - Fondatori, soci e aggregati dell’Associazione Sono aderenti all’Associazione: i soci fondatori; i soci effettivi; i soci aggregati. Sono Soci Fondatori coloro che sono intervenuti all’atto della costituzione dell’Associazione. Sono Soci Effettivi tutti coloro che ne fanno richiesta purché iscritti al Collegio dei geometri e geometri laureati della provincia di Brescia o di Bergamo, residenti o che esercitano la libera professione in Valle Camonica, Valle di Scalve o nei Comuni di Lovere, Costa Volpino e Rogno. Sono soci aggregati tutti i geometri diplomati o iscritti all’elenco dei praticanti. Art. 6 - Modalità di iscrizione dei soci L’adesione all’Associazione per i soci è a tempo determinato annuale ed è subordinata al pagamento di una quota associativa che deciderà il consiglio in seno all’assemblea annuale (attualmente stabilita pari a Euro 50,00 (cinquanta virgola zero zero), ad esclusione dei praticanti, per i quali è IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 47 DAL COLLEGIO DI BRESCIA prevista una quota ridotta pari a Euro 10,00 (dieci virgola zero zero)). L’adesione comporta il diritto di voto in assemblea per ogni tipo di delibera. Il recesso è ammesso in qualunque momento, previa comunicazione dell’interessato, ed avrà efficacia dall’inizio del secondo mese successivo alla comunicazione. In presenza di gravi motivi il Consiglio Direttivo può stabilire l’esclusione di un associato, al quale dovrà notificare tale provvedimento con le opportune motivazioni. Art. 7 - Dimissioni, decadenza, espulsione La qualità di partecipante si perde per: - dimissioni scritte; - decesso; - insolvenza quota associativa; - perdita dei requisiti necessari per l’ammissione; - espulsione, decisa dal Consiglio Direttivo, per gravi motivi e qualora l’associato si renda responsabile di azioni contrastanti con le finalità dell’Associazione. Art. 8 - Organi dell’Associazione Sono organi dell’associazione: - l’Assemblea dei soci; - il Consiglio Direttivo; - il Presidente; - il Collegio dei Revisori. Art. 9 - Assemblea dei soci L’Assemblea è composta da tutti gli aderenti all’Associazione. Sono di competenza dell’Assemblea: - la nomina del Consiglio Direttivo; - l’approvazione del bilancio annuale; - la definizione degli indirizzi generali dell’attività dell’Associazione; - l’approvazione degli eventuali regolamenti interni proposti dal Consiglio o la modifica del presente statuto; - l’approvazione del preventivo contabile dell’anno successivo e l’entità del contributo associativo; - ogni decisione in merito allo scioglimento, alla liquidazione dell’Associazione ed alla devoluzione del suo patrimonio. L’Assemblea è convocata dal Presidente ogni qualvolta questi lo ritenga opportuno, oppure quando ne sia fatta richiesta da almeno dieci associati o tre Consiglieri o dal Collegio dei Revisori. La convocazione è effettuata mediante comunicazione (anche informatica) almeno dieci giorni prima della data stabilita per l’adunanza. L’Assemblea è presieduta dal Presidente del Consiglio Direttivo o, in caso di sua assenza, dal Vice Presidente o, in caso di assenza anche di quest’ultimo, da un socio nominato dal Presidente. L’Assemblea potrà validamente deliberare con il voto favorevole della maggioranza dei presenti, salvo che per deliberare lo scioglimento dell’Associazione e la devoluzione del patrimonio, decisioni per le quali è richiesto il voto favorevole della maggioranza degli associati. Ogni socio, qualunque sia la sua qualifica o carica sociale, avrà diritto ad un voto; non sono ammesse le deleghe. La votazione è per alzata di mano; si procede a scrutinio segreto per le elezioni degli organi sociali e per decisioni disciplinari o su richiesta di almeno due quinti dei votanti. Possono essere votati tutti coloro che sono soci dell’Associazione. Art. 10 - Consiglio Direttivo L’Associazione è amministrata da un Consiglio Direttivo 48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 composto, a scelta dell’Assemblea, da tre a nove membri. Le mansioni del Consiglio Direttivo sono: - eleggere, al proprio interno, il Presidente, il Vice Presidente, il Segretario e il Tesoriere; - promuovere e deliberare in merito alle iniziative ed ai provvedimenti tendenti a conseguire le finalità dell’Associazione; - convocare l’Assemblea e curare l’esecuzione delle deliberazioni da essa adottate; - redigere le relazioni sull’attività dell’Associazione, i bilanci preventivo e consuntivo da presentare annualmente all’Assemblea; - deliberare l’ammissione di nuovi soci; - proporre all’Assemblea l’ammontare del contributo associativo; - proporre all’Assemblea l’allontanamento dei soci che non abbiano ottemperato alle finalità di cui all’art. 3; - l’integrazione, per designazione da parte dei componenti già in carica, dei componenti del Consiglio Direttivo che, per qualsiasi motivo, non abbiano portato a termine il loro mandato, scegliendoli in ordine fra i primi non eletti; i Consiglieri così designati resteranno in carica fino alla prima Assemblea ordinaria, che provvederà alla conferma o alla elezione di altri Consiglieri. Il Consiglio Direttivo nominato dall’assemblea dura in carica per cinque anni ed è rieleggibile. In caso di sostituzione di uno o più consiglieri, quelli nominati dall’Assemblea in sostituzione di dimissionari, decaduti o dimessi, restano in carica fino alla scadenza dell’intero consiglio. I consiglieri decadono dall’incarico per: - dimissioni; - revoca da parte dell’Assemblea; - decadenza automatica, in caso di assenza prolungata, non giustificata, per oltre quattro riunioni consecutive del consiglio nell’anno solare. Le riunioni del Consiglio vengono convocate dal Presidente oppure su istanza di almeno tre consiglieri rivolta al Presidente stesso, che provvederà alla convocazione, mediante semplice comunicazione (anche informatica) da inviarsi almeno cinque giorni prima della data prevista per la riunione. Le riunioni del Consiglio sono valide se costituite dalla maggioranza dei consiglieri in carica. Il Consiglio validamente costituito delibera con il voto favorevole della maggioranza dei consiglieri presenti. In caso di parità di voti prevarrà il voto del Presidente. Al consigliere spettano i soli rimborsi delle spese sostenute, opportunamente documentate, in ragione dell’incarico svolto in conformità con gli indirizzi statutari deliberati dall’assemblea. Art. 11 - Presidente e Vice-Presidente Al Presidente dell’Associazione spetta la firma sociale e la rappresentanza di fronte a terzi e anche in giudizio. Spetta al Presidente: - la convocazione e la presidenza del Consiglio e dell’Assemblea; - la cura dell’esecuzione delle delibere; - la sorveglianza del buon andamento amministrativo dell’Associazione; - la verifica dell’osservanza dello statuto e dei regolamenti; - suggerire le direttive da sottoporre al Consiglio ed all’Assemblea dell’Associazione. La gestione ordinaria e straordinaria dell’Associazione compete al Consiglio Direttivo quale organo collegiale. In casi DAL COLLEGIO DI BRESCIA eccezionali di necessità ed urgenza il Presidente può anche compiere atti di ordinaria e straordinaria amministrazione anche senza delibera del consiglio, che tuttavia dovrà essere convocato con urgenza per l’eventuale ratifica degli atti compiuti dal Presidente. Il Presidente viene eletto dal Consiglio Direttivo, rimane in carica cinque anni ed è rieleggibile. Il Vice Presidente sostituisce il Presidente in caso di sua assenza o impedimento. Art. 12 - Collegio dei Revisori Il Collegio dei Revisori dei conti si compone di tre membri, soci effettivi, nominati dall’Assemblea ordinaria; al proprio interno viene nominato il Presidente del Collegio dei Revisori. Al Collegio dei Revisori spettano le seguenti funzioni: - controllare la gestione amministrativa dell’Associazione; - controllare il bilancio consuntivo da sottoporre all'Assemblea. Le decisioni del Collegio dei Revisori sono prese a maggioranza. L’incarico di revisore è gratuito ed incompatibile con quello di consigliere. I revisori partecipano di diritto alle adunanze dell’Assemblea e del Consiglio Direttivo, con facoltà di intervento ma senza diritto di voto, verificano l’osservanza dello statuto e la regolare tenuta delle scritture contabili e sociali, relazionando sui bilanci predisposti dal Consiglio Direttivo. Il Collegio dei Revisori dura in carica cinque anni ed è rieleggibile. Il Tesoriere è tenuto a dare visione di tutti gli atti contabili e di cassa, quando ne sia fatta richiesta dai Revisori. Art. 13 - Tesoriere Il Tesoriere cura la gestione della cassa dell’Associazione e tiene la contabilità, predispone, dal punto di vista contabile, il bilancio consuntivo, accompagnandolo con l’eventuale relazione contabile. Qualora gli aderenti all’associazione risultino inferiori a venti, la carica di Tesoriere può essere attribuita anche al Presidente. Art. 14 - Segretario Il Segretario coordina l’ufficio della segreteria, segue i contatti con i soci e cura le pubbliche relazioni dell’Associazione. Redige e firma, unitamente al Presidente, i verbali delle assemblee e ne conserva i registri relativi. Provvede affinché venga tenuto aggiornato l'elenco generale dei soci. Art.15 - Gratuità delle cariche Ogni carica nell’ambito dell'Associazione è gratuita, ed ai membri dei vari organi spetta unicamente il puro rimborso delle spese sostenute e documentate per l’esercizio delle funzioni assegnate. Art. 16 - Libri dell’Associazione Oltre alle scritture contabili eventualmente prescritte dalla legge, l’Associazione tiene i libri verbali delle adunanze e delle deliberazioni dell’Assemblea, del Consiglio Direttivo e, se nominato, quello del Collegio dei Revisori, nonché il libro degli aderenti all’associazione. Art. 17 - Esercizi sociali e bilanci Gli esercizi dell’Associazione si chiudono il 31 (trentuno) dicembre di ogni anno. Entro la fine del mese di febbraio di ogni anno il Consiglio Direttivo è convocato per la predisposizione del bilancio consuntivo da sottoporre entro il mese di marzo all’Assemblea dei soci. Art. 18 - Avanzi di gestione L’Associazione ha l’obbligo di impiegare gli utili o gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attività istituzionali e di quelle ad esse direttamente connesse. Art. 19 - Scioglimento e liquidazione In caso di scioglimento dell’Associazione, per delibera dell’Assemblea o altra causa, è fatto obbligo di devolvere il patrimonio sociale al Collegio Provinciale dei Geometri. Per tale delibera sarà necessario il voto favorevole della maggioranza degli associati. Al fine di provvedere alle attività di liquidazione, il Consiglio Direttivo nomina un liquidatore che può essere scelto anche fra i membri del Consiglio uscente. Art. 20 - Clausola compromissoria Qualunque controversia sorgesse in dipendenza della esecuzione o interpretazione del presente statuto e che possa formare oggetto di compromesso, sarà rimessa al giudizio di un Arbitro amichevole compositore che giudicherà secondo equità e senza formalità di procedura entro un mese dalla ricezione dell'incarico. Art. 21 - Legge applicabile Per disciplinare ciò che non sia eventualmente previsto nel presente statuto, si deve far riferimento alle norme in materia di enti contenute nel libro I del codice civile. F.to Silvano Bonicelli " Emanuela Farisoglio " Riccardo Massaroni " Fabio Rivadossi " Salvetti Diego " Gian Luigi Veraldi " Giorgio Cemmi (L.S.) IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 51 DAL COLLEGIO DI BRESCIA Corsi di formazione di prossima organizzazione I l Collegio di Brescia ha già messo in calendario 8 corsi sul tema “Aggiornamento certificazione energetica sulla nuova normativa regionale”. Il sesto di questi corsi si svolgerà a Darfo Boario Terme in collaborazione con l’Associazione Geometri di Valle Camonica. Nei mesi di ottobre e novembre si sono già svolti due corsi di “Principali contratti d’interesse per la professione del geometra” con la partecipazione di oltre 80 corsisti. Per soddisfare le numerose richieste ne sarà istituito un terzo durante il mese di gennaio 2010. Docenti del corso saranno gli avv.ti Federico Bortolotti e Francesco Chittò, che svolgeranno il programma in 4 lezioni di 4 ore ciascuna. Tratteranno di contratti d’appalto privati con riferimenti all’appalto pubblico, toccheranno i temi della Direzione lavori, degli obblighi e delle responsabilità del Coordinatore della sicurezza durante la progettazione e l’esecuzione dei lavori, della figura dell’appaltatore, del fallimento, del direttore tecnico del cantiere e del capocantiere. I docenti chiariranno inoltre le questioni riguardanti i subappalti, i lavoratori autonomi, le varianti durante l’esecuzione dei lavori, la pe- nale per ritardo dei lavori, i pagamenti e la risoluzione delle controversie. La seconda lezione sarà dedicata agli accorgimenti necessari per la stesura del contratto d’appalto. N ella terza e quarta si tratterà il contratto d’opera professionale e delle attenzioni e i comportamenti da tenere, consigliati per la stipulazione di contratti assicurativi professionali e di preliminari di compravendita di immobili. Il corso fornisce ai partecipanti il giusto approccio alla materia, fornendo informazioni utili per evitare difficoltà nell’esercizio della pro- fessione e per ben operare. Gli argomenti trattati verranno esposti con la discussione di casi concreti e di sentenze della Cassazione. Si rende noto che con il nuovo anno saranno programmati corsi di materie catastali (terreni e fabbricati) con approccio alla materia adatto ai meno esperti. Sempre nel prossimo anno sarà organizzato un corso intitolato “L’esperto del Giudice: le attività e il tentativo di conciliazione”. Gli iscritti saranno tempestivamente informati dell’organizzazione di nuove proposte formative, così da consentire loro l’invio delle preadesioni. Numero eventi 50 100 150 Brescia Ferrara Modena Milano Torino 250 228 181 177 152 138 Venezia Udine 129 110 Pordenone 109 Arezzo Treviso Reggio Emilia Varese Taranto Forlì-Cesena Cagliari Bari 107 104 103 89 87 85 76 70 Roma Bergamo 68 Firenze 65 52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 200 67 Fonte: Consiglio Nazionale Geometri 0 DAL COLLEGIO DI BRESCIA Abbiamo recentemente ricevuto dal Consiglio Nazionale Geometri l’analisi degli eventi formativi e dei crediti conseguiti dai geometri italiani nel periodo sperimentale. Ci fa piacere riprodurre i relativi diagrammi limitatamente alle prime posizioni. Come si può vedere, il Collegio di Brescia vi appare con i più alti indici: sono l’espressione del gradimento e dell’efficacia degli eventi formativi organizzati dal Collegio. ❑ 10.000 20.000 30.000 40.000 Totale crediti 50.000 60.000 70.000 Brescia 100.000 69.938 58.270 Udine 51.689 Varese Milano Ferrara Treviso Venezia Roma 49.099 48.435 42.459 41.725 41.312 38.669 Arezzo Pesaro 30.276 30.171 Cuneo Genova 29.598 Monza e Brianza Napoli 28.115 Como 90.000 92.417 Bergamo Torino Chieti Cagliari 80.000 28.508 27.974 25.254 24.854 24.233 Fonte: Consiglio Nazionale Geometri 0 IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 53 DAL COLLEGIO DI BRESCIA Geometri e concorsi di architettura: qualcuno ci prova C i fa piacere segnalare un caso interessante nell’ambito dell’attività dei geometri liberi professionisti: quello della partecipazione di due nostri associati a un concorso di idee per la stesura di un progetto riguardante la ristrutturazione dell’Oratorio San Giovanni Bosco di Rezzato. Due geometri dunque che, autonomamente, hanno ritenuto di avere le carte in regola per mettersi in concorrenza con studi di architettura, gene- 54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 ralmente ritenuti piú adeguati o qualificati per attività professionali di questo tipo. La circostanza induce a una riflessione: che cioè la nostra professione sta veramente cambiando, come piú volte abbiamo avuto modo di sottolineare in queste pagine: si sta facendo piú specialistica, piú informata, piú ricca di stimoli e ambizioni – tecniche e culturali –, piú coraggiosa. Ma torniamo ai nostri amici colleghi che hanno voluto misurarsi con una ben piú numerosa compagine di architetti. Sono Pierluigi Cottarelli di Puegnago e Paolo Zucchetti di Palazzolo s.O. Diciamo subito che i nostri eroi non hanno vinto, ma che certamente non hanno sfigurato, anzi. Hanno fatto esperienza e acquisito know how che tornerà loro utile in prossime simili circostanze. Noi ovviamente tifiamo per loro, che sono giovani, e per altri colleghi che volessero seguirne l’esempio. Il tema del concorso era tutt’altro che semplice, trat- tandosi di intervenire nel centro storico del paese con tutti i problemi che ne derivano e – come prescriveva il bando – di rivalutare e riconsiderare l’intero complesso parrocchiale attraverso le tematiche del recupero architettonico e dell’inserimento ambientale in rapporto al contesto esistente. Nel dettaglio le idee dovevano sviluppare un percorso di ripensamento delle proposte di aggregazione per la comunità, rafforzando il complesso esistente con DAL COLLEGIO DI BRESCIA In queste due pagine: tavole dell’elaborato del geom. Pierluigi Cottarelli per il concorso di idee per l’oratorio Don Bosco di Rezzato IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 55 DAL COLLEGIO DI BRESCIA In queste due pagine: tavole dell’elaborato del geom. Paolo Zucchetti per il concorso di idee per l’oratorio Don Bosco di Rezzato una nuova sala polifunzionale, con spazi per l’attività sportiva, didattica e ludica. Per la cronaca, la giuria del concorso, presieduta dal parroco di Rezzato don Lino Gatti ha proclamato vincitore lo Studio Associato di Architettura Pietrobelli e Zilioli. I criteri di valutazione degli elaborati sono stati: qualità 56 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 formale del progetto; qualità funzionale; accessibilità e viabilità; sostenibilità paesaggistico ambientale; valutazione e sostenibilità economico dimensionale. Le immagini di queste pagine illustrano alcuni elaborati di progetto dei due nostri colleghi. ❑ DAL COLLEGIO DI BRESCIA IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 57 DAL COLLEGIO DI SONDRIO Stefania Confeggi Q Alcune considerazioni sulla legge regionale 16/2009 per il rilancio dell’edilizia uante aspettative, quanti progetti e quante idee potranno essere soddisfatte con la Legge Regionale n. 13 del 16 luglio 2009? A partire dal 16 ottobre 2009 inizia il conto alla rovescia, che si concluderà il 15 aprile 2001, per inoltrare agli uffici competenti le richieste di esecuzione degli interventi in applicazione alla legge regionale 13/2009 “Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia” promulgata dal Consiglio regionale lombardo a seguito dell’intesa tra Stato, Regioni ed enti locali (aprile 2009) concernente le misure per il rilancio dell’economia attraverso l’attività edilizia. Proprio dalla suindicata intesa tra Governo, Regioni ed enti locali si rileva l’esigenza di individuare misure che contrastino la “crisi” mediante un riavvio dell’attività edilizia favorendo, altresì, lavori di modifica del patrimonio edilizio esistente nonché prevedendo forme di semplificazione dei relativi adempimenti secondo modalità utili ad esplicare effetti in tempi brevi nell’ambito della garanzia del governo del territorio in base ai seguenti principi: 1) Le Regioni si impegnano ad approvare proprie leggi “ispirate preferibilmente” agli obbiettivi contenute nel documento d’intesa 2) Il Governo si impegna a emanare decreti-legge con l’obbiettivo principale di semplificare alcune procedure di competenza esclusiva dello Stato, al fine di rendere più rapida ed efficace l’azione amministrativa della disciplina dell’attività edilizia. Ma, se le Regioni hanno provveduto a emanare le proprie norme (si evidenzia che le leggi regionali in materia sono molte diverse tra di loro) il Governo non ha mai promulgato un provvedimento che semplifichi i procedimenti edilizi. Oggi ci troviamo ad analizzare una nuova legge “di deroga” che potrà essere applicata dal 16 ottobre 2009 al 15 aprile 2011 intesa a valorizzare l’utilizzazione del patrimonio edilizio lombardo con l’intento di rispondere anche ai bisogni abitativi delle persone e delle famiglie, attraverso la tempestiva ed urgente riqualificazione del “costruito” nel rispetto dei sui caratteri storico-culturali e ambientali. Grazie alle slide del seminario organizzato dall’Anci Lombardia si vuole ora fornire una rapida sintesi della L.R. 13/2009 I principali strumenti attraverso i quali si vogliono raggiungere le finalità della norma sono: • il recupero edilizio e funzionale di edifici (o porzioni di edifici ) esistenti (art. 2); • l’ampliamento (= incremento volumetrico) e la sostituzione (= demolizione e ricostruzione) degli edifici esistenti (art. 3) ; • la riqualificazione dei quartieri di edilizia residenziale pubblica (art. 4); 58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Art. 2 - Utilizzo del patrimonio edilizio esistente Comma 1 Ammette (anche in deroga alle previsione quantitative degli strumenti urbanistici comunali, vigenti o adottati e ai regolamenti edilizi) il Recupero edilizio e funzionale di edificio o porzioni di edifici: • se ultimati alla data del 31.03.2005 (data di entrata in vigore della L.R. 12/2005) • purchè non ubicati in zone destinate dagli strumenti urbanistici vigenti all’agricoltura o ad attività produttive Il recupero consisterà : a) nella utilizzazione delle volumetrie e delle superfici edilizie per destinazioni residenziali o per funzioni ammesse dagli strumenti urbanistici; b) nell’utilizzazione delle volumetrie edilizie in seminterrato, per destinazioni accessorie alla residenza, per attività economiche (ammesse dagli strumenti urbanistici) Per gli edifici con attività economiche in essere al momento dell’entrata in vigore della legge regionale 13/2009, non è ammessa la modifica della destinazione d’uso. Comma 2 Nelle aree destinate all’agricoltura, il recupero edilizio e funzionale (anche in deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti o adottati e ai regolamenti edilizi) è ammesso: • per edifici assenti prima del 13 giugno 1980 • per un massimo di 600 metri cubi • per destinazioni residenziali (se ad esclusiva utilizzazione del proprietario, del nucleo famigliare dell’imprenditore agricolo dei dipendenti dell’impresa agricola) • per destinazioni ricettive non alberghiere e per attività di servizio compatibili Comma 3 Gli interventi di recupero edilizio e funzionale di cui al presente articolo : • non possono consistere nella totale demolizione e ricostruzione • devono rispettare i caratteri dell’architettura, del paesaggio e degli insediamenti urbanistici del territorio • devono rispettare i requisiti regionali in materia di efficienza energetica (artt. 9 e 25 della L.R. 24/2006) Comma 4 Gli interventi di recupero edilizio e funzionale in esame sono realizzati a seguito di Dia (art. 42 L.R. 12/2005) o di permesso di costruire (art. 38 L.R. n. 12/2005) rispettivamente da presentare o richiedere entro il 15 aprile 2011 (ossia entro 18 mesi dal termine – del 16 ottobre 2009 – di cui all’art. 6 della L.R. 13/2009). DAL COLLEGIO DI SONDRIO ART. 3 - Facoltà ampliamento e sostituzione degli edifici esistenti Comma 1 È possibile ampliare – anche in deroga alla previsioni quantitative degli strumenti urbanistici e ai regolamenti edilizi – gli edifici posti: – all’esterno dei centri storici o dai nuclei urbani di antica formazione – che siano totalmente residenziali – che siano ultimati al 31 marzo 2005 L’ampliamento sopra descritto riguarda a) gli edifici uni-bifamiliari in misura non > al 20 % della volumetria esistente al 31 marzo 2005 e, comunque, in misura non > a 300 metri cubi per ogni unità immobiliare residenziale preesistente; b) gli edifici diversi da quelli di cui al punto a) (purchè di volumetria non > a 1.200 metri cubi) in misura non > al 20 % della volumetria esistente alla medesima data. Comma 2 Gli ampliamenti di cui al comma 1 sono ammessi solo in presenza di una diminuzione certificata (riferita alla porzione di edificio esistente) > al 10 % del fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale. • La suddetta diminuzione > al 10 % del fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale non è richiesta per edifici il cui fabbisogno di energia primaria per la climatizzazione invernale sia inferiore al valore limite previsto. Per edifici di nuova costruzione, dagli artt. 9 e 25 della legge regionale 24/2006. • è fatto obbligo, al termine dell’intervento, di acquisire l’attestato di certificazione energetica dell’intero edificio (oggetto dell’ampliamento). L’ampliamento di cui al comma 1: – non deve comportare il superamento dell’indice fondiario del rapporto di copertura, previsti dallo strumento urbanistico, di più del 50 %; e, in ogni caso, non deve superare di più di 4 metri l’altezza massima consentita (art. 3, c. 7); – deve assicurare il rispetto delle norme sismiche (art. 3, c. 10); – è sottoposto all’esame di impatto paesaggistico in assenza di vincolo (come previsto dall’art. 64 c. 8 e 9 della L.R. 12/205); il termine per rendere tale parere è di 30 giorni (art. 5 c. 2); – in area all’interno di paro regionale (escluse le aree di interesse comunale) l’ampliamento volumetrico è ridotto di 1/3 (art. 5 c. 1); – intervento oggetto di DIA o permesso di costruire. Comma 3 – 1° periodo Sempre purchè avvenga all’esterno del centro storico e delle zone individuate quali nuclei di antica formazione, è possibile – in deroga alle previsioni quantitative degli strumenti urbanistici e ai regolamenti edilizi: – procedere alla sostituzione (da intendersi quale demolizione e ricostruzione) degli edifici totalmente residenziali esistenti con un incremento di volumetria fino al 30% a condizione che si verifichi una diminuzione certificata (riferita alla porzione di edificio esistente) del fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale > al 30% rispetto al valore limite di cui agi artt. 9 e 25 L.R. 24/2006. L’intervento di cui sopra: – non deve comportare il superamento dell’indice fondiario del rapporto di copertura, previsti dallo strumento urbanistico, di più del 50 % ; e, in ogni caso, non deve superare di più di 4 metri l’altezza massima consentita oppure, può confermare la volumetria esistente (art. 3, c. 7); – deve assicurare il rispetto delle norme sismiche (art. 3, c. 10); – è sottoposto all’esame di impatto paesaggistico in assenza di vincolo (come previsto dall’art. 64 c. 8 e 9 della L.R. 12/205)il termine per rendere tale parere è di 30 giorni (art. 5 c. 2). Comma 3 – 2° periodo La facoltà di sostituzione prevista dal presente comma potrà interessare anche: – edifici parzialmente residenziali e non residenziali purchè ubicate in zone a prevalete destinazione residenziale La sostituzione, in questo caso, non ammette alcun aumento volumetrico. – Il nuovo edifico dovrà essere destinato esclusivamente alla residenza; – avere altezza non > al massimo tra il valore esistente e quello ammesso dallo strumento urbanistico; – avere un rapporto di copertura maggiorato fino al 25% rispetto a quello previsto per le zone residenziali in cui detti edifici sono (necessariamente) inseriti. Anche la facoltà di sostituzione degli edifici parzialmente residenziali e non (prevista dal 2° periodo del c. 3 art. 3 della legge regionale 13/2009) è subordinata; – alla certificazione della diminuzione del fabbisogno annuo di energia primaria per la climatizzazione invernale > al 30% rispetto al valore limite di cui alla DGR n. 8/745/2008 – deve assicurare il rispetto delle norme sismiche (art. 3, c. 10); – è sottoposto all’esame di impatto paesaggistico in assenza di vincolo (come previsto dall’art. 64 c. 8 e 9 della L.R. 12/205)il termine per rendere tale parere è di 30 giorni (art. 5 c. 2); IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 - 59 DAL COLLEGIO DI SONDRIO Non è invece prescritto dall’art. 3, coma 7, il divieto del superamento dell’indice fondiario e del rapporto di copertura di più del 50%. fino al 30%, purché vi sia la diminuzione certificata del fabbisogno annuo di energia primaria del 30%. E in ogni caso a condizioni che le aree da classificarsi “a specifica destinazione produttiva secondaria” siano individuate dai Comuni con apposita e motivata deliberazione entro il 15 ottobre 2009. Comma 4 Sostituzione nei centri storici Nei centri storici e nelle zone individuate quale nucleo urbano di antica formazione, la sostituzione di edifici esistenti è ammessa: Conclusioni – SOLTANTO per edifici con destinazione esclusivamente Quanto sopra è una sintesi dei contenuti essenziali della residenziale; legge 13/2009 ma fate attenzione ogni Comune, con motivata – e unicamente se ritenuti “non coerenti con le caratteri- deliberazione da assumere entro il 15 ottobre 2009, può: stiche storiche, architettoniche, paesaggistiche e ambien- 1) individuare parti del territorio comunale nelle quali gli intali dei centri e dei nuclei”. terventi disciplinati dalla L.R. 13/209 non posso essere Ove ricorrano i sopraindicati presupposti, la sostituzione realizzati, «in ragione delle speciali peculiarità storiche, avverrà: paesaggistico-ambientali e urbanistiche …»; – secondo la disciplina di cui 2) individuare le aree a speal primo periodo del cifica destinazione produtcomma 3 - ossia, con incretiva secondaria nelle quali Collegio geometri di Sondrio mento volumetrico fino al sono ammessi gli interventi 30%, purchè vi sia la dimidi sostituzione degli edifici nuzione certificata del faba destinazione artigianaSeduta n. 9 del 3 settembre 2009 bisogno annuo di energia le/industriale; Iscrizioni Registro praticanti primaria del 30%; 3) ridurre prescrizioni circa Gianpaolo Luzzi – all’ottenimento del prela modalità di applicazione Fabio Cornaggia ventivo parere favorevole della L.R. 13/2009 con riferiAlessandro De Filippi delle commissioni regiomento ala necessità di repeMarco Leoni nale per il paesaggio ex rimento di spazi per parAndrea Culanti Indiano art. 78 legge regionale cheggi pertinenziali e a Francesca Simonetta 12/2005. Detto parere verde. Daniele De Paoli deve essere reso entro 60 Infine si precisa che le digiorni dalla richiesta. Trasposizioni di cui agli art. 2 e Iscrizioni all’Albo professionale scorso tale termine, si in3 della legge regionale Cinzia Simonini tende reso in senso nega13/2009 sopra descritti non i tivo. Il parere negativo è applicano: Seduta n. 10 del 1 ottobre 2009 vincolante. a) in aree soggette a vincolo di inedificabilità in base a Iscrizioni Registro praticanti Comma 5 Interventi in area disposizioni di leggi o di Stefano Forte produttiva secondaria pianificazione territoriale Giacomo Besseghini La sostituzione di edifici ined urbanistica; Matteo Mazza dustriali e artigianali esib) con riferimento ad edifici Cristian Gasperi stenti è ammessa soltanto e relativi ambiti di particoMichele Orietti nelle aree classificate dallo lare rilievo storico, architetElena Franzini strumento urbanistico a tonico e paesaggistico, speValentina Rampa “specifica destinazione procificatamente vincolati in reFabio Raich duttiva secondaria” lazioni a tali caratteri Elia Meraldi In tal caso la sostituzione è c) con riferimento ad edifici Enrico Crosio ammessa: realizzati in assenza di titolo Geremia Gusmeroli Nei limiti quantitativi e alle abilitativo o in totale difforStefano Pasini condizioni di cui al primo mità, anche condonati. Stefania Amonini periodo del comma 3 - ossia, ❑ con incremento volumetrico 60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 DAL COLLEGIO DI MANTOVA Guido Aldrighi L’opera generosa dei geometri mantovani nelle zone terremotate d’Abruzzo Il collega mantovano Guido Aldrighi ci ha inviato queste sue note riguardanti un servizio reso da alcuni geometri della sua città in occasione degli eventi sismici d’Abruzzo. Le pubblichiamo volentieri per sottolineare questo loro apprezzabile atto di generosità. È proprio vero, in ogni angolo del Paese la nostra categoria si distingue spesso per altruismo, giovandosi di proprie specifiche competenze. Nell’occasione ci fa piacere ricordare anche che i colleghi intervenuti in Abruzzo hanno seguito il “Corso per la pianificazione e la gestione tecnica dell’emergenza sismica” proprio nella sede del Collegio bresciano con encomiabile profitto ubito dopo il 6 aprile scorso, ordinate dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati e attivate dal Capo del Dipartimento della Protezione Civile, due squadre di geometri mantovani liberi professionisti si sono messe a disposizione per offrire la loro opera alla pianificazione e alla gestione tecnica dell’emergenza sismica in terra d’Abruzzo con puro spirito di volontariato. Nella prima quindicina di settembre è giunta la chiamata, alla quale le due squadre hanno prontamente risposto, offrendo la loro disponibilità al censimento, compilazione e sottoscrizione di una 62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 S scheda per il rilevamento del danno, pronto intervento e agibilità degli edifici. Il loro compito è stato indirizzato all’individuazione, identificazione e descrizione della qualità dei materiali impiegati negli edifici lesionati, alla loro messa in opera, alla tipologia e vulnerabilità delle costruzioni in una situazione post-sismica reale. Una prima squadra composta dai geometri Guido Aldrighi di San Benedetto Po, Giampaolo Lucchini di Pomponesco e Stefano Culpo di Bagnolo San Vito, ha operato nei Comuni di Pizzoli, Cagnano Amiterno, Scoppito e Campotosto; la seconda squadra formata dai geometri Massimo Zanardi di Buscoldo e Giovanni Arvati di Volta Mantovana ha operato nei Comuni di Capestrano, Navelli e Castel del Monte. Il loro accreditamento è avvenuto presso la ormai celebre caserma della Guardia di Finanza di Coppito, sede della direzione operativa di Comando e Controllo (DICOMAC), da dove le singole squadre sono state smistate ai vari Centri Operativi Misti (COM) e ospitate nelle tendopoli di Pizzoli (COM 3), gestita dai Vigili del Fuoco del Veneto, e di Navelli (COM 6), gestita dalla Croce Rossa Italiana. Gli Uffici Tecnici dei Comuni DAL COLLEGIO DI MANTOVA visitati hanno offerto alle squadre intervenute la massima collaborazione durante i sopralluoghi agli edifici disastrati. L’integrazione dei singoli tecnici nelle squadre è stata rapidissima, tanto che dopo il primo giorno ci si poteva orientare perfettamente fra le strade dei paesi, riconoscendone la toponomastica; intenso e cordiale è stato il contatto con la gente, con la quale si è sempre cercata la collaborazione per la migliore ottimizzazione del lavoro. Cinquanta sono stati i rilevamenti eseguiti dalle due squadre mantovane, le cui schede sono state successivamente consegnate all’Ufficio Tecnico dei Comuni interessati, al Centro Operativo Misto d’appartenenza e alla sede operativa della Protezione Civile, la cui sede si trova nel Palazzo della Regione Abruzzo. L’esperienza professionale accumulata è stata importante e formativa, poiché il sisma del 6 aprile che ha prodotto i danni che ab- biamo visto tutti in televisione e dei quali si è ampiamente discusso in questi mesi, ha consentito ai nostri geometri di toccare con mano le sue conseguenze, esaminando da vicino la situazione e traendone infine le conclusioni. anche dalle ultime scosse in giorni recenti, che hanno rinnovato l’angoscia. I terremotati hanno mostrato ai nostri tecnici il vivo desiderio di un colloquio, forse per cercare uno sfogo, un conforto, po- la casa dello studente, di come sia riuscita a scamparne fuggendo di notte. I geometri mantovani durante il loro servizio hanno sentito tante storie angosciose, tristi, dolorosissime, che stringono il cuore, da poterne, volendo, scrivere a lungo. La nostra categoria, a livello nazionale, ha contribuito alle necessità dei terremotati con l’invio, finora, di oltre 150 squadre; una collega di Ascoli Piceno, pure lei intervenuta al soccorso, ha così sintetizzato la sua esperienza che condividiamo pienamente: «Proprio perché siamo geometri, il terremoto ci ha scosso profondamente. Il nostro “non essere tecnici qualsiasi” ma “geo- nendo domande o raccontando la propria storia. Significativa quella di una giovane laureanda dell’Università dell’Aquila, sfollata a Campotosto con i genitori, a cui dà una mano per tornare al piú presto a una vita normale: ci ha raccontato di come in luglio fosse pronta la sua tesi di laurea, di come frequentasse metri” ha amplificato le nostre sensazioni; perché ciò che ci contraddistingue è l’amore per il nostro lavoro, la passione irrefrenabile di fare qualcosa di utile per la gente, il nostro strettissimo rapporto con il territorio che vogliamo difendere e tutelare». ❑ S ignificativa è stata anche l’esperienza umana vissuta: la gente d’Abruzzo ha mostrato sempre atteggiamenti dignitosissimi, nonostante nei loro occhi si leggesse la paura; paura giustificata IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 63 DAL COLLEGIO DI LODI Lorenzo Negrini Stima comparativa degli immobili (Parte prima) L e metodologie per la stima degli immobili sono molteplici e, l’utilizzo dell’una o dell’altra, dipendono dal particolare caso che si presenta di volta in volta all’estimatore. Tra queste, la più ricorrente è quella che si basa sulla “comparazione dei prezzi di mercato”. In sostanza, con l’ausilio di “bollettini” (frequentemente usato quello pubblicato dalle C.C.I.A.A., ma ce ne sono altri) e l’esame delle offerte di mercato (molto utile trovo i siti www.cercocasa.it e www.casa.it) si ottiene un parametro (euro al metro quadrato) che moltiplicato per la superficie commerciale dell’unità immobiliare da stimare determina il probabile valore di mercato della stessa. Sottolineo l’espressione probabile valore di mercato in quanto la stima è condizionata dalla sensibilità del perito, diversa per soggetto: una stessa unità immobiliare esaminata da due esperti sarà inesorabilmente valutata in modo differente (difformità che dovrà –tuttavia - essere minima; in caso contrario si è in presenza di un errore macroscopico da parte di uno dei due valutatori). Il parametro deriva dall’applicazione di alcuni coefficienti ad un valore medio ricavato dalle fonti sopra citate. Nelle prossime puntate verranno presi in considerazioni i singoli coefficienti e le metodologie di utilizzo. In questo articolo ci si soffermerà invece sul concetto di superficie commerciale e la sua determinazione. 64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 La superficie commerciale La superficie commerciale non corrisponde con la superficie reale dell’unità immobiliare ma è il prodotto di quest’ultima per determinati coefficienti in relazione a particolari destinazioni riscontrabili all’interno dell’unità immobiliare. Generalmente, i bollettini che raccolgono i prezzi di mercato, riportano all’inizio la metodologia di calcolo per la determinazione della “superficie commerciale”, potendo differire all’interno del nostro territorio nazionale (per tale motivo, è opportuno che il perito precisi nel suo elaborato come ha determinato detta superficie). Usi praticati in provincia di Milano Di seguito vengono esposti gli usi praticati in Provincia di Milano (raccolti dalla Camera di Commercio di Milano) e di fatto praticati anche in Provincia di Lodi (disponibili sul sito internet www.usilombardia.it). Appartamenti in condominio Art. 48 - Unità di misura Nella compravendita degli appartamenti di nuova e vecchia costruzione, l’unità di misura adottata è il metro quadro. Art. 49 - Calcolo della superficie commerciale di un appartamento con tutti i suoi accessori La superficie commerciale dell’appartamento è così calcolata: a) la misurazione in mq della superficie di un appartamento in condominio è effettuata seguendo il perimetro esterno (da spigolo a spigolo) dei muri perimetrali; b) la misurazione tiene conto anche dei bow-windows chiusi, dei quali segue la sporgenza; c) se il muro perimetrale è in comunione con un altro edificio, con un’altra unità immobiliare o con una parte degli enti comuni al fabbricato, viene calcolato solo al 50%. Art. 50 - Calcolo della superficie commerciale dei balconi La superficie commerciale dei balconi è così calcolata: a. la superficie in mq. Dei balconi sporgenti dal filo esterno del fabbricato è aggiunta a quella dell’appartamento di pertinenza nella misura del 50%; b. la superficie dei balconi non sporgenti dal filo esterno del fabbricato (logge) è aggiunta a quella dell’appartamento di pertinenza nella misura di due terzi. Art. 5 - Calcolo della superficie commerciale dei terrazzi La superficie commerciale dei terrazzi è così calcolata: a. la superficie in mq del terrazzo posto a livello della zona giorno e al servizio della stessa, è aggiunta a quella dell’appartamento di pertinenza nella misura del 25%, quando il risultato non superi la superficie stessa della zona as- servita; del 20% in tutti gli altri casi; b. la superficie in mq del terrazzo posto a livello di altre zone dell’appartamento al servizio esclusivo delle stesse, è aggiunta a quella dell’appartamento di pertinenza nella misura del 15%, quando il risultato non superi la superficie stessa della zona asservita, del 10% in tutti gli altri casi; c. la superficie in mq del terrazzo posto su livello diverso da quello dell’appartamento (lastrico solare di pertinenza a sottotetti, locali di servizio, mansarde) è aggiunta a quella dell’appartamento di pertinenza nella misura del 10%, quando il risultato non superi la superficie stessa della zona asservita, del 5% in tutti gli altri casi. Art. 52 - Calcolo della superficie commerciale del vano cantina o del solaio La superficie commerciale del vano cantina o del solaio è così calcolata: la misura in mq della superficie di una cantina o di un sottotetto (altezza media m 1.70) è effettuata come quella dell’appartamento di pertinenza e aggiunta allo stesso nella misura del 20%, se tale accessorio non risulta finestrato e del 25%, se finestrato. Art. 53 - Calcolo della superficie dei locali comuni al condominio La superficie dei locali comuni del condominio, come la portineria, la sala riunioni, DAL COLLEGIO DI LODI la sala giochi o quant’altro catastalmente individuato come entità immobiliare comune a tutti i condomini, è così calcolata: la misura in mq di detti locali è aggiunta a quella dell’appartamento di pertinenza nella proporzionale quota millesimale di comproprietà sulle parti comuni. Villette (anche a schiera) e ville Art. 54 - Unità di misura Nella compravendita di villette o ville, l’unità di misura adottata è il metro quadro. Art. 55 - Calcolo della superficie commerciale delle villette o ville con tutti i suoi accessori La superficie commerciale delle villette o ville è così calcolata: a. la misurazione in mq della superficie di una villetta/villa è effettuata seguendo il perimetro esterno (da spigolo a spigolo) dei muri perimetrali; b. la misurazione tiene conto anche dei bow-windows chiusi, dei quali segue la sporgenza; c. se il muro perimetrale è in comunione con un’altra villetta/villa, viene calcolato solo al 50%. Art. 56 - Calcolo della superficie commerciale dei balconi La superficie commerciale dei balconi è così calcolata: a. la superficie in mq dei balconi sporgenti dal filo esterno del fabbricato è aggiunta a quella dell’appartamento di pertinenza nella misura del 50%; b. la superficie dei balconi non sporgenti dal filo esterno del fabbricato (logge) è aggiunta a quella dell’appartamento di pertinenza nella misura di due terzi. Art. 57 - Calcolo della superficie commerciale dei terrazzi La superficie commerciale dei terrazzi è così calcolata: a. la superficie in mq del terrazzo/veranda posto a livello della zona giorno e al servizio della stessa, è aggiunta a quella villetta/villa di pertinenza nella misura del 30%, quando il risultato non superi la superficie stessa della zona asservita; del 25% in tutti gli altri casi; b. la superficie in mq del ter- razzo/veranda posto a livello di altre zone della villetta/villa al servizio esclusivo delle stesse, è aggiunta a quella della villetta/villa di pertinenza nella misura del 18%, quando il risultato non superi la superficie stessa della zona asservita, del 13% in tutti gli altri casi; c. la superficie in mq del terrazzo posto su livello diverso da quello abitativo della villetta/villa è aggiunta a quella della stessa nella misura del 10%, quando il risultato non superi la superficie della zona asservita, del 5% in tutti gli altri casi. Art. 58 - Calcolo della superficie commerciale del giardino La superficie commerciale del giardino, o comunque di tutte le aree scoperte, è così calcolata: la superficie in mq del giardino o comunque di tutte le parti esterne al fabbricato è aggiunta a quella della villetta/villa nella misura del 15%, quando il risultato non superi il totale della superficie commerciale della villetta/villa stessa, del 10% in tutti gli altri casi, resta comunque escluso che il risultato di tale operazione possa superare la superficie commerciale della villetta/ villa stessa. Art. 59 - Calcolo della superficie commerciale dei sottotetti praticabili o delle parti praticabili al piano inIL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 65 DAL COLLEGIO DI LODI terrato La superficie commerciale dei sottotetti praticabili o delle parti praticabili in piano interrato (taverne, lavanderie, locali hobby o similari) è così calcolata: la misura in mq della superficie dei locali di cui al presente articolo è effettuata come quella di cui ai punti a), b) e c) dell’art.55 e aggiunta alla superficie commerciale della villetta/villa nella misura del 50%. Art. 60 - Calcolo della superficie commerciale dei box per auto al piano terra o interrato La superficie commerciale dei box per auto al piano terra o interrato è così calcolata: la misura in mq della superficie dei suddetti box è effettuata come quella di cui ai punti a), b) e c) dell’art.55 e aggiunta alla superficie commerciale della villetta/ villa nella misura del 50%. Art. 61 - Calcolo della superficie commerciale de vano cantina o del solaio La superficie commerciale del vano cantina o del solaio è così calcolata: la misura in mq della superficie delle cantine o dei solai è effettuata come quella di cui ai punti a), b) e c) dell’art.55 e aggiunta a quella commerciale della villetta/villa nella misura del 25%. Capannoni Art. 62 - Unità di misura Nella compravendita dei capannoni, le unità di misura adottate sono sia il metro quadro che il metro cubo. 66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Art. 63 - Calcolo della superficie commerciale del capannone con tutti i suoi accessori La superficie commerciale del capannone è così calcolata: a. la misurazione in mq della superficie di un capannone è effettuata seguendo il perimetro esterno (da spigolo a spigolo) dei muri perimetrali; b. se il muro perimetrale è in comunione con un altro edificio, con un’altra unità immobiliare, o con un ente comune, viene calcolato solo al 50%; c. la superficie in mq dell’area scoperta di pertinenza è aggiunta a quella del capannone nella misura del 10%; d. per i soli capannoni commerciali, la superficie dell’area di parcheggio è aggiunta a quella del capannone nella misura del 10%; e. la misurazione in mc del volume intero del capannone è effettuata moltiplicando la superficie interna in mq. dello stesso per l’altezza misurata sino al filo della trave o del soffitto, se piano. La superficie commerciale secondo il comitato scientifico FIAIP Il comitato tecnico scientifico della FIAIP (Federa- zione Italiana Agenti Immobiliari Professionali), suggerisce modalità simili ma con alcune precisazioni che si ripropongono di seguito: – i muri interni e quelli perimetrali esterni sono computati per intero, ovvero al 50% se in comunione con altre unità immobiliari; – i muri interni e quelli perimetrali esterni sono da considerare fino ad uno spessore massimo di 50 cm, mentre i muri in comunione sono computati nella misura massima del 50% e pertanto fino ad uno spessore massimo di cm 25; – per le unità immobiliari disposte su due o più piani, i DAL COLLEGIO DI LODI collegamenti verticali interni alle stesse sono computati in misura pari alla loro proiezione orizzontale, indipendentemente dal numero dei piani collegati. (Dpr138/98) Indicazioni di carattere generale per il calcolo della superficie di un appartamento La superficie complessiva commerciale dell’appartamento è pari alla somma: • della superficie dei vani principali e degli accessori diretti, comprensiva della quota delle superfici occupate dai muri interni e perimetrali; • della superficie omogeneizzata delle pertinenze di uso esclusivo a. di ornamento (terrazze, balconi, patii e giardini) b. di servizio (cantine, posti auto coperti e scoperti, box etc.) La superficie complessiva è sempre arrotondata al metro quadrato per difetto o per eccesso. Cosa non comprende la superficie commerciale • La superficie dei vani principali e degli accessori diretti, ovvero loro porzioni, aventi altezza utile inferiore a m.1,50 salvo particolari soluzioni architettoniche (Dpr 138/98); • Le rientranze e le sporgenze realizzate per motivi strutturali o estetici e i profili, non sono compresi salvo che la loro superficie non risulti fruibile; • le scale, i pianerottoli ed i ballatoi comuni che danno accesso all’appartamento; • Le superfici di uso comune dell’edificio (coperte e scoperte) rappresentate da terrazzi di copertura, stenditoi, lavatoi, atri di ingresso; • l’appartamento del portiere (u.i. autonoma) e i locali guardiania; • le stradine private di accesso all’edificio; • i locali tecnici o i locali di deposito comuni; • sala riunione condominiale; • gli spazi comuni (area occupata dalla chiostrina, dall’ascensore, dai cavedi, ecc.) • i giardini, le aree a verde ed i camminamenti di pertinenza dell’edificio. N.B.: Gli spazi e le superfici condominiali, in quanto indivisibili sono considerati nel valore unitario attribuito a ciascun appartamento e non sono aggiunti alla superficie dell’appartamento. Cosa sono le superfici accessorie di un appartamento Rappresentano gli “elementi destinati in modo durevole a servizio o ad ornamento dell’unità immobiliare principale, alla quale sono, di solito, fisicamente ed economicamente uniti. Non sono indispensabili all’uso della unità principale, ma ne aumentano le utilità e i comodi” Sono da considerarsi: • pertinenze esclusive di ornamento: i balconi, le terrazze, i cortili, i patii, i por- tici, le tettoie aperte, i giardini ecc. • pertinenze esclusive a servizio: i locali di uso esclusivo, annessi e integrati con l’unità immobiliare (cantine, soffitte, locali deposito, taverne ecc.) Come si misurano le superfici accessorie di ornamento • per i balconi, le terrazze e similari la superficie si misura fino al contorno esterno; • per i giardini o le aree scoperte di uso esclusivo dell’appartamento, la superficie si misura fino al confine della proprietà ovvero, se questa è delimitata da un muro di confine in comunione o da altro manufatto, fino alla mezzeria dello stesso. Quali coefficienti si adottano per le superfici accessorie di un appartamento Le superfici delle pertinenze esclusive di ciascuna unità immobiliare vengono omogeneizzate ed aggiunte alla superficie dell’unità avente funzione principale, ottenendo cosi la superficie commerciale complessiva dell’appartamento. Vengono adottati i criteri di cui alla norma UNI 10750, elaborata dall’UNITER, ovvero il disposto del Dpr 138/98. a) Per il calcolo delle superfici scoperte delle abitazioni sono generalmente utilizzati i seguenti criteri di ponderazione (norma UNI 10750) : • 25% della superficie dei balconi e delle terrazze scoperti; • 35% della superficie dei balconi e delle terrazze coperte (per coperto si intende chiuso sui tre lati); • 35% della superficie dei patii e porticati; • 15% dei giardini di appartamento; • 60% della superficie delle verande Le quote percentuali indicate possono variare in rapporto alla particolare ubicazione dell’immobile, alla posizione delle superfici esterne, le quali possono essere o meno allo stesso livello, all’ampiezza delle superfici esterne, le quali comunque non eccedano il 30% di quella coperta, fatti salvi tutti quei fattori incrementativi o decrementativi che caratterizzano il loro particolare livello di qualità ambientale. b) Calcolo delle pertinenze esclusive e servizio. Per quanto concerne la superficie commerciale delle pertinenze accessorie, non costituenti unità immobiliari autonome, la superficie omogeneizzata si computa nella misura (Dpr138/98): • Del 50% qualora direttamente comunicanti con i vani principali e/o con i vani accessori; • Del 25% qualora non comunicanti con i vani principali e/o accessori. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 - 69 LAVORI DI GEOMETRI Quando il geometra svolge le mansioni di coordinatore di un grande lavoro Il tema che trattiamo in questo numero della rivista riguarda il ruolo che il geometra, in qualità di tecnico esperto, è in grado di svolgere come coordinatore di una commessa di grande dimensione e di notevole complessità come quella descritta. Il geometra Silvano Ghidini l’ha intrapresa e condotta brillantemente a termine come referente organizzativo per i diversi profili progettuali e realizzitivi, oltre che come gestore dei rapporti con gli enti locali per le numerose autorizzazioni necessarie. P Il geom. Silvano Ghidini, lumezzanese, è iscritto al Collegio di Brescia dal 1964; ha sviluppato la sua attività negli ambiti della progettazione e direzione lavori per edilizia civile, residenziale, industriale, sondando tutti gli aspetti sia normativi che operativi del settore; dopo un periodo di attività professionale da solo, ha lavorato in associazione con altri professionisti per 19 anni, tornando, dal ‘95, a lavorare da solo con la denominazione “Si.G.Ma. Studio”. Dal ‘97 collabora con lui il figlio ing. Matteo. La principale attività dello studio associato è quella di coordinare e sviluppare l’intero processo edilizio (acquisizione della commessa, ideazione architettonica, ingegnerizzazione) completamente all’interno della propria struttura organizzativa 70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 resentiamo un intervento edilizio singolare, che si distingue per la varietà di aspetti affrontati durante la sua realizzazione. Proprio in ragione della molteplicità delle situazioni di progetto che presenta, pare giusto mettere in evidenza come la figura del geometra in questo caso sia stata determinante nelle diverse scelte tecniche e nel coordinamento delle varie fasi organizzative, progettuali, contrattuali, contabili, di sicurezza e di direzione lavori. Il geometra qui è stato veramente il cardine sia nella gestione dei rapporti con gli enti, sia nel corretto interfacciamento con la committenza, che ha riposto in lui la propria fiducia delegandogli tutte le mansioni organizzative. L’operazione che andiamo descrivendo dice di come il geometra, inteso come “motore della commessa” possa determinare la realizzazione di opere anche complesse e interdisciplinari che, se prese sigolarmente, esulano da quelle classificabili di sua competenza, ma che, senza la sua figura difficilmente giungerebbero a compimento. È negli anni 2001-2002 che il geom. Silvano Ghidini con il suo studio “Si.G.Ma. STUDIO geom. Silvano Ghidini e dott. ing. Matteo Ghidini” riceve l’incarico professionale di curare le attività tecnico pro- LAVORI DI GEOMETRI Veduta prospettica dell’aerea di quasi 200.000 metri quadrati interessata dai lavori di urbanizzazione per insediamenti industriali e commerciali in comune di Brandico gettuali e di direzione lavori per realizzare le capacità edificatorie di un’area nel Comune di Brandico (Brescia) per conto della proprieta. Si tratta di un’area a destinazione industriale-commerciale della superficie di 196.400 mq compresa tra la ex Strada Statale Orceana 235 per Orzinuovi e la Strada Provinciale 33 per Brandico, distante pochi chilometri dalla grande viabilità e dalle tangenziali; dal punto di vista urbanistico è suddivisa in una porzione di 163.000,00 mq a destinazione industriale (con potenzialità edificatoria di 81.500 mq di copertura di capannoni) e in una porzione di 33.400,00 mq a destinazione commerciale (con potenzialità edificatoria di 16.700,00 mq di copertura di fabbricato commerciale). Posta in una posizione strategica dal punto di vista della localizzazione rispetto alle viabilità principali, presenta importanti difficoltà quanto a dotazione di infrastrutture di urbanizzazione per alimentare adeguatamente i futuri insediamenti. L a pianificazione urbanistica del Comune di Brandico aveva sí opportunamente localizzato le nuove capacità edificatorie industriali e commerciali lontane dall’abitato e in prossimità di assi viari importanti, in modo da non creare interferenze tra la spinta urbanistica residenziale e quella industriale. Di fatto però aveva relegato queste aree – di dimensioni considerevoli rispetto a quelle dell’intero comune – a una distanza eccessiva dalle reti tecnologiche di urbanizzazione di Brandico, in particolare dai servizi idrico e fognario. Diventa in tal modo fondamentale per i progettisti il tema delle opere di urbanizzazione necessarie a infrastrutturare l’area: dopo un’attenta analisi del problema, si sceglie la soluzione di dotare l’area di una completa e autonoma infrastruttura per tutto il servizio idrico integrato acquedottofognatura-depurazione, cioè di fornirla, oltre che delle normali reti viarie con le porzioni a verde e a parcheggio di superficie e con le sottostanti reti tecnologiche interrate (gasdotto, rete per elettrificazione in bassa e in media tensione, rete per le te- lefonia, reti fognarie e per acquedotto), anche dei necessari presidi per l’approvvigionamento e lo stoccaggio dell’acqua sia potabile sia industriale e dei sistemi di depurazione a valle dell’apparato di collettamento fognario. Ma non solo: era necessario dotarsi anche di un sistema di controllo generale per il drenaggio delle acque meteoriche dell’intero lotto (denominato “sistema di laminazione”). Le dimensioni del comparto e l’originaria incertezza sulle attività industriali-commerciali che si sarebbero poi insediate determinavano ulteriori elementi di complessità nell’approccio progettuale all’intervento. Il tema, già di per sé complesso e non usuale, era complicato proprio dalle peculiarità idrogeologiche del sito. Con tali premesse, il geom. Ghidini ed il suo studio intravvedono subito la necesIL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 71 LAVORI DI GEOMETRI Planimetria generale In riferimento all’articolo “La prevenzione incendi in un grande complesso logistico nel Lodigiano” (nella rubrica Lavori di geometri) pubblicato nel n. 4 della rivista, si desidera rivolgere un ringraziamento speciale all’architetto Massimo Stucchi, vice comandante dei Vigili del Fuoco di Lodi. Con la sua relazione (contenuto integrale dell’articolo) ha infatti saputo “leggere” correttamente l’intervento realizzato, sottolineando quanto importante sia la cooperazione tra le diverse figure professionali. ● sità di coinvolgere nelle diverse attività di progetto lo studio di Ingegneria Idraulica Paolo e Francesco Pezzagno di Brescia, determinando cosí una proficua sinergia per la risoluzione delle complesse tematiche 72 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 che si vanno via via definendo. Le tematiche specialistiche principali, come è evidente, sono quelle della realizzazione del sistema integrato acquedotto, fognatura e depurazione; in questa sede ci interessa approfondire il sistema di drenaggio e smaltimento delle acque meteoriche realizzato. Il geom. Ghidini racconta che già dalle prime valutazioni svolte con la Pubblica Amministrazione di Bran- LAVORI DI GEOMETRI Planimetria generale della lottizzazione con le principali superfici urbanizzate dico e con gli Enti gestori del servizio fognario era emersa la necessità di valutare con estrema attenzione l’impatto che le potenziali superfici impermeabili di questa vasta area avrebbero potuto determinare sul si- stema idrogeologico locale. Considerata la presenza della falda acquifera molto superficiale e la totale assenza di reti di smaltimento meteorico si scarta subito la soluzione di scarico perdente nel sottosuolo. L’u- nica soluzione percorribile per collettare e smaltire la portata meteorica indotta dalle superfici impermeabili dell’intera area (coperture dei fabbricati, piazzali privati, marciapiedi, parcheggi e strade) è quella dello scarico nel canale che lambisce i limiti sud e ovest dell’area. Questa scelta obbligata preoccupa però l’Amministrazione Comunale che vuole giustamente garantire il proprio territorio da possi- IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 73 LAVORI DI GEOMETRI Pianta fondazioni vasca di laminazione bili portate di piena causate dal sovraccarico indotto dalla lottizzazione sul corso idrico superficiale individuato come ricettore finale. Quel vaso, infatti, era stato protagonista, in passato, di diversi fenomeni di esondazione verificatisi durante eventi meteorici di grande intensità. V iene allora fatta, su un tratto di 5 km a valle dell’area, un’accurata analisi delle sezioni idrauliche generali del vaso e delle eventuali ostruzioni al flusso idraulico. Questo studio dimostra che effettivamente esistono diversi punti critici che limitano consistentemente il corretto funzionamento a regime del vaso. La conoscenza della effettiva portata del canale ricettore è elemento di fondamentale importanza per valutare l’impatto che lo scarico meteorico riversato dalle lottizzazioni potrebbe avere sul ricettore stesso. Le accurate analisi e simulazioni dimostrano che, risolte le criticità individuate a valle della lottizzazione, la portata sotto l’evento meteorico di progetto, tenuto conto anche del carico idraulico proveniente da monte, non può superare i 750 litri al secondo. Tale dato è quindi posto come parametro di progetto per tutto il sistema di collettamento delle acque meteoriche dell’area da urbanizzare e condiziona le scelte esecutive. Gli studi proseguono: consi74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 LAVORI DI GEOMETRI IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 75 LAVORI DI GEOMETRI 76 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 LAVORI DI GEOMETRI Sezioni longitudinali e trasversali della vasca di laminazione derando, infatti, il limite di 750 litri al secondo come portata massima scaricabile dalla lottizzazione nel vaso ricettore, si agisce per contenere, per quanto possibile, le superfici pavimentate con materiali impermeabili e si provvede a disporre sull’area notevoli superfici completamente permeabili, a verde, o parzialmente permeabili come parcheggi tipo greenblock, per una superficie complessiva di circa 30.000,00 mq. Nonostante tale ottimizzazione la portata meteorica uscente dalla lottizzazione sotto l’evento di progetto si rivela ben superiore ai 750 litri al secondo ricevibili: si tratta infatti di gestire una portata di 1964 litri al secondo se si considera l’ipotetico evento decennale ed una portata di ben 2714 litri al secondo per l’evento trentennale. Si deve perciò prevedere un bacino di laminazione nella parte piú bassa della lottizzazione (ma prima dello sbocco finale) che crei un opportuno ritardo nello scarico delle portate superiori a quelle compatibili con le capacità del vaso ricettore. I calcoli dicono della necessità di realizzare una vasca di laminazione con capacità d’invaso di almeno 5.400,00 mc. Non è cosa da poco. S i opta per la realizzazione di una vasca completamente interrata con copertura carrabile nell’angolo sud-est dell’intera urbanizzazione. La vasca ha forma di trapezio rettangolo con base minore di circa 12 metri, base maggiore di 45 metri ed altezza di 75 metri, la cui superficie totale è di circa 2150 mq. La profondità media della vasca è di circa 3,50 metri con un canale di scarico di fondo con profondità variabile tra 4,00 e 6,00 metri. All’interno la vasca risulta divisa in cinque bacini funzionanti in serie, aventi volumi utili variabili dai 400 mc del primo bacino ai 1740 mc del quinto bacino, il tutto per un totale complessivo di 5700 mc. La vasca, per la sua funzione di accumulo e laminazione, ha un funzionamento idraulico totalmente indipendente da qualsiasi apparecchiatura elettromeccanica. Infatti i comparti vengono IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 77 LAVORI DI GEOMETRI caricati in sequenza mediante soglie a sfioro successive. La sequenza di caricamento è garantita attraverso l’interposizione fra i comparti di valvole di non ritorno che fanno sí che ciascun comparto successivo si riempia solo quando il precedente è completamente invasato, consentendone, però, il simultaneo svuotamento. La garanzia della portata controllata scaricata nel vaso ricettore superficiale è ottenuta tramite un regolatore di portata a curva certificata alloggiato in un apposito manufatto in camera di scarico e assicura che la por- 78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 tata di 750 litri al secondo non venga mai superata. L o scarico ordinario avviene a pelo libero, mentre lo svuotamento avviene tramite la stazione di sollevamento localizzata nel punto più profondo del canale di scarico tramite una serie di quattro pompe che forniscono una portata di 100 litri al secondo. Il processo di svuotamento è controllato da una centralina elettronica che gestisce la procedura di svuotamento attivando le pompe di sollevamento solo dopo che l’onda di piena è terminata. LAVORI DI GEOMETRI Nella fotografia, attività di scavo nella zona comparto di sollevamento: in evidenza le palancole di protezione dello scavo e il sistema well-points. A sinistra, sezione trasversale che evidenzia lo schema di well-points e delle palancole a tutela dello scavo. Sotto, pianta palancole e well-points di prima fase IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 79 LAVORI DI GEOMETRI 80 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 LAVORI DI GEOMETRI A sinistra: planimetria della disposizione dei giunti di ripresa di getto e dei giunti di movimento delle strutture; nelle foto in basso: dettagli del giunto di ripresa tipo waterstop PVC AR24 serie N Sika L a vasca e i bacini che la costituiscono sono opportunamente sagomati e divisi in piste parallele per garantire anche il lavaggio per la pulizia automatica dei comparti; questa funzione è gestita tramite vasche a ribaltamento in acciaio opportunamente posizionate. Tali vasche , dopo che si è idoneamente conclusa la procedura di sollevamento, vengono caricate in successione con acqua prelevata dalla rete industriale del comparto. Al raggiungimento della quantità limite, grazie alla loro sezione volutamente asimmetrica si ribaltano facendo precipitare dalla testa di ogni pista una consistente quantità di acqua con il risultato di lavare il fondo della vasca e del canale di scarico. Le necessità idrauliche hanno quindi determinato un complesso strutturale caratterizzato da una platea IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 81 LAVORI DI GEOMETRA In questa pagina, dall’alto in senso antiorario: visione d’insieme delle strutture in costruzione (prima fase); il fondo dello scavo del canale di scarico; Il muro sud della vasca e il vaso ricettore; continua in cemento armato con nervature trasversali e muri di delimitazione dei sottobacini da cui nascono pilastri di appoggio della so- vrastante soletta carrabile. Tutte le opere di fondazione, i muri di compartimentazione e quelli contro terra sono in c.a. gettato in o- lica. Allo stesso modo i consistenti volumi di calcestruzzo che costituiscono la platea hanno costretto i progettisti a calcolare con precisione le quantità di getto eseguibile giornalmente e senza soluzione di continuità (circa 350 mc giorno) e posizionare con altrettanta precisione i necessari giunti di ripresa, capaci anch’essi di garantire l’impermeabilità. D pera, mentre il solettone carrabile di copertura è costituito da travi prefabbricate in c.a.p. con solai alveolari autoportanti e getto di completamento in opera. La dimensione della struttura, ha imposto la previsione di due giunti di dilatazione completamente passanti a livello di fondazione, di elevazione e di orizzontamento che garantiscono la tenuta idrau82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 al punto di vista esecutivo la costruzione della vasca è stata notevolmente complicata dalla presenza della falda superficiale che caratterizza tutti i terreni della zona, oltre che dalla notevole vicinanza con il vaso ricettore. In particolare la presenza della falda ha implicato la messa in opera di un notevole sistema di aggottamento per abbassare localmente il battente idrico e consentire le lavorazioni con cantiere asciutto. La dimensione del manufatto ha costretto ad operare in due macrofasi principali, in quanto il sistema di abbassamento della falda sarebbe stato eccessivamente oneroso se attivato sulla totalità della superficie. Si è quindi proceduto a un prescavo generale su tutta la superficie di intervento, idoneamente allargato per tenere conto degli opportuni angoli di scarpata onde lavorare in sicurezza. A seguito del prescavo si è realizzato un primo anello di well-points perimetrale ai settori di struttura da realizzare nella relativa fase. Sul lato parallelo al vaso ricettore, a tutela dei fronti di scavo e degli argini spondali si è ricorso alla messa in opera di paratie provvisionali infisse per vibrazione (palancole), localmente contra- LAVORI DI GEOMETRA In questa pagina, sopra: costruzione della struttura in elevazione (prima fase); in basso: il solettone carrabile state con secondo ordine di paratie per le porzioni a maggiore profondità di scavo. La presenza della falda ha i- noltre comportato una verifica al “galleggiamento” dell’opera che, pur deputata a contenere una notevole quantità di acqua, deve vivere la sua normale condizione di esercizio sempre vuota. Ciò ha comportato un compromesso tra lo spessore di platea e lo spessore del materiale di ricoprimento della soletta carrabile con funzione di carico permanente per garantire che, considerato il massimo livello di falda atteso, ci fosse peso sufficiente a contrastare, con un opportuno fattore di sicurezza, le sottospinte idrostatiche. Da ultimo è da segnalare che la funzione di tenuta idrau- lica sia nei confronti delle pressioni positive (acqua meteorica invasata che deve essere provvisoriamente trattenuta dalla vasca), sia delle pressioni negative (acqua di falda costantemente presente ma con livello anche variabile in altezza) è svolta direttamente dai calcestruzzi strutturali e dai giunti di movimento. N on è presente infatti alcuna guaina impermeabilizzante e la cura nella prescrizione dei getti abbinata alle verifiche svolte direttamente presso l’impianto di betonaggio, nonché un’attenta pianificazione e controllo delle fasi di getto con la verifica della rispondenza alle prescrizioni di progetto, hanno consentito di realizzare una cosìddetta “vasca bianca” che affida la tenuta idraulica direttamente al calcestruzzo strutturale. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 83 AGRICOLTURA & FORESTE Valeria Sonvico Agricoltura e sicurezza un dovere di tutti I n Regione Lombardia la superficie agricola utilizzata è pari a 1.039.000 Ha, equivalente all’8% del territorio nazionale, e rappresenta una parte importante della crescita economica del nostro territorio, non solo per quanto attiene una redditizia produttività di beni primari, ma anche per l’opportunità di posti di lavoro che mette a disposizione. Sebbene ci siano state trasformazioni ed evoluzioni tecnologiche il settore agricolo conserva ancora caratteristiche peculiari e ben differenziate rispetto agli altri comparti produttivi. L’eterogeneità, infatti, così come la varietà delle forme di conduzione delle aziende, la variabilità dei terreni, le sistemazioni dei fabbricati e l’età lavorativa degli addetti danno origine a numerosi potenziali fattori di rischio. Anche se negli ultimi anni si sono registrate significative riduzioni degli infortuni totali in agricoltura, ancora molte sono le azioni da fare al fine di prevenirli e ridurli attivando una programmazione sempre più mirata che volga ad integrare le condizioni tecniche produttive dell’azienda, i fattori ambientali e l’organizzazione del lavoro. In tema di sicurezza sul lavoro sono state emanate numerose direttive comunitarie e in Italia il primo decreto legislativo che ha recepito le disposizioni europee fu approvato nel 1994, noto come “Legge 626 sicurezza 84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 sul lavoro”, a seguito di modifiche e revisioni è stata infine necessaria una rivisitazione totale della materia e il 30 aprile 2008 è stato approvato il “Testo unico in materia di sicurezza sul lavoro”. Questo testo viene applicato a tutti i settori produttivi, e quindi anche al settore agricolo, a tutte le tipologie di rischio e a tutti i lavoratori. Il contesto in cui vengono svolte le attività agricole comporta ad un’oggettiva impossibilità, eccetto per alcune attività, di essere confinate ad un ambiente preciso incrementando la diffi- coltà di poter tenere sotto controllo tutti i rischi. In sintesi possiamo definire i campi in cui si verificano di norma gli incidenti: 1) fabbricati dove vengono svolte attività connesse a quella agricola (es. caseifici, cantine, punti di vendita diretta, ecc); 2) allevamento (strutture di stabulazione, di stoccaggio materiali, ecc); 3) utilizzo macchine e attrezzature; 4) utilizzo o manipolazione di prodotti pericolosi; Si segnala, inoltre, l’importanza che deve essere riservata agli spazi esterni alle strutture affinché siano suffi- cienti per svolgere in modo adeguato le operazioni dedite al transito dei mezzi e operazioni di movimentazione dei carichi non solo per il normale svolgimento delle attività, ma anche per la semplice circolazione delle persone. Quando si pensa all’agricoltura lombarda si pensa immediatamente all’allevamento le cui attività si inseriscono in un contesto preesistente, comportando l’utilizzo di costruzioni destinate originariamente ad altri scopi e riadattate. Quando si parla di fabbricati, quindi, un criterio generale di progettazione deve essere l’esecuzione preventiva di una ricognizione dei rischi, in questo modo sarà possibile verificarne l’adattabilità al nuovo uso e rispettare i requisiti minimi di legge. I n questo breve articolo intendiamo fornire alcune nozioni relative alla sicurezza in campo agricolo per l’aspetto strutturale-impiantistico tralasciando i rischi legati all’organizzazione gestionale dell’azienda. Si premette che a regnare AGRICOLTURA & FORESTE peratura e umidità, un ricambio di aria correttamente stimato attraverso le aperture del locale e che tenga conto del numero di animali e persone presenti nell’ambiente, dell’intensità del lavoro svolto e dello sviluppo di eventuali sostanze nocive. sovrano è il Principio di Precauzione e che imprudenza, negligenza e incertezza devono sempre attivare misure di prevenzione durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. Gli ambienti di lavoro devono essere progettati, realizzati e mantenuti in modo tale da conservare la funzionalità d’uso preservando la sicurezza degli operatori; i fabbricati devono avere caratteristiche minime per garantire le sollecitazioni esterne (es. neve, vento), l’integrità psicofisica delle persone/animali che li occupano e garantire l’adozione di tecnologie atte a ridurre eventuali fonti inquinanti presenti. E’ fondamentale ricordarsi nel caso in cui si tratta di un recupero dell’edificio la funzione per cui era stato costruito e valutarne la conversione ad altro uso, nel caso in cui l’edificio è di nuova edificazione occorre progettarlo tenendo presente la destinazione. In pratica, oltre alla generale idoneità della struttura, caratterizzata da un adeguato dimensionamento dei locali, organizzazione degli spazi e identificazione delle vie di fuga, devono essere prese in considerazione: 1) i processi produttivi che si svolgono all’interno e all’esterno degli edifici; 2) le caratteristiche delle attrezzature o mezzi impiegati nel normale ciclo ordinario dei lavori; 3) valutazione del contesto ambientale presente; 4) le caratteristiche dell’impianto elettrico; 5) il carico di incendio potenzialmente presente; È utile ricordare che luoghi insalubri, degradati e disordinati possono causare infortuni gravosi e non solo nel rispetto delle disposizioni di sicurezza ma anche di quelle di igiene, a questo proposito è fondamentale che per un fabbricato vengano valutate l’illuminazione, il microclima, la pavimentazione, pareti e coperture ed eventuali soppalchi. In particolare per quanto attiene l’illuminazione deve essere naturale e sufficiente a garantire un’adeguata visibilità, a complemento quella artificiale, ordinaria o di emergenza. Quella artificiale ordinaria deve essere modulata diversamente se destinata per operazioni specifiche o per attività generali all’interno dell’edificio. Il microclima, invece, deve garantire un adeguato rapporto tra tem- S icurezza significa salute ed è per questo che tanto è importante per chi lavora essere tutelato e istruito al fine di mettere in atto tutte le precauzioni per ridurre i rischi, quanto il progettista deve avere attenzione a non sottovalutare il minimo aspetto nella costruzione delle strutture. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 85 AGRICOLTURA & FORESTE Appunti pratici di ingegneria naturalistica (Parte sesta) 9 - GRATICCIATA Cosa è È costituita da paletti di legno infissi nel terreno ai quali possono essere intrecciate delle pertiche di legno morto; a monte è interrata con terreno vegetale nel quale sono poste talee o piantine. Dove serve In versante come intervento trasversale. Opera lineare. Che materiale utilizzare • picchetti in legno di larice o castagno anche non scortecciati; • pertiche in legname e ramaglia morta (diam. 3-8 cm, lunghezza 2-3 m); • eventuale striscia continua di biostuoia, in trama ed ordito molto fitto, in alternativa all’intreccio con pertiche di legno; • materiale vegetale vivo come talee e/o piantine a radice nuda o in pane di terra; • chioderia o filo di ferro; •sementi. Quali mezzi ed attrezzature • piccone e pala; • mazza; • motosega; • roncola. A cosa serve Per la stabilizzazione e per il consolidamento superficiale di scarpate. 86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Come realizzarla • eseguire lo scavo in sezione ristretta, con il piano in controtendenza a monte del 10%, dalla larghezza variabile tra 30-50 cm; • conficcare i picchetti nel terreno ad una distanza di 80-100 cm; AGRICOLTURA & FORESTE • intrecciare intorno ai picchetti le pertiche in piú ordini sovrapposti ed alternati; • riempire lo spazio a monte della struttura con materiale inerte e terriccio; • a tergo del gradone porre a dimora le talee e/o piantine; • seminare. Quando realizzarla Tutto l’anno. Fare attenzione alla disponibilità ed allo stadio vegetativo delle talee. bile realizzare lo scavo e la posa dal basso del versante, in quanto è possibile recuperare facilmente il terreno proveniente dallo scavo successivo. I picchetti devono essere infissi nel terreno per i 2/3 della loro lunghezza, con asse verticale o leggermente in controtendenza verso monte. Realizzare la graticciata solo in caso di materiale disponibile in loco. Opere simili Viminate, palizzate. Alcuni suggerimenti Con la realizzazione di un sistema di graticciate è consiglia- PROBLEMATICHE SOLUZIONI • durata limitata dell’opera ☛ • realizzare opere simili come viminate o palizzate • venute d’acqua a monte ☛ • posa di tubi drenanti e feltri, oppure fascinate IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 87 AGRICOLTURA & FORESTE 10 - VIMINATA Cosa è È formata da ramaglia viva di salice ed intrecciata a pali di legno conficcati nel terreno; a monte è interrata con terreno vegetale. • materiale di risulta e terreno vegetale; • sementi. Quali mezzi ed attrezzature • piccone e pala; • mazza; • motosega; • roncola. A cosa serve Per stabilizzare, consolidare e rivestire rapidamente e superficialmente i pendii. Dove serve In versante come intervento trasversale, con modesti franamenti ed erosioni delle scarpate. Opera lineare. Che materiale utilizzare • Verghe di materiale vegetale vivo come rami lunghi e diritti, poco ramificati, elastici, di diverse lunghezze, aventi capacità vegetativa, facilmente intrecciabili; • picchetti in legno non scortecciato di due misure: lunghezza di 100 cm e 50-70 con diametro variabile dai 2 ai 6 cm; 88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Come realizzarla • effettuare uno scavo in sezione ristretta di 30-50 cm nel versante; • conficcare nel terreno i paletti di legno per i 2/3 della loro lunghezza e ad una distanza di 100 cm; • infilare i paletti (meglio se talee vive) piú corti tra i picchetti, a distanza di cm 30 l’uno dall’altro; • intrecciare alternativamente ai paletti e picchetti le verghe di salice, l’una sopra l’altra, a formare un intreccio di altezza pari a circa cm 30; • a monte riportare il terreno vegetale; • seminare. Quando realizzarla Durante il riposo vegetativo per la necessità di reperire materiale vegetale idoneo. AGRICOLTURA & FORESTE Alcuni suggerimenti Realizzando piú viminate si consiglia di iniziare la posa dal basso verso l’alto, in quanto è possibile recuperare facilmente il terreno di scavo. In precedenza è stata descitta la viminata aperta, poiché a valle la faccia è a vista, ma è possibile realizzare viminate completamente interrate, simili alle fascinate. È importante interrare in modo adeguato le viminate, anche costipando il terreno di riporto, poiché la percentuale di attecchimento è vincolata alla corretta copertura dei rami. Inoltre ci potrebbero essere dei rischi di erosione e di scalzamento. PROBLEMATICHE Sistemi misti possono essere quelli che prevedono l’integrazione di viminate con fascinate. È importante sottolineare che le viminate, come le altre opere lineari, non devono trattenere il terreno, ma favorire la pronta radicazione e germoliazione delle talee, che consolideranno il versante con i loro apparati radicali. Opere simili Graticciata, palizzata. SOLUZIONI • venute d’acqua a monte ☛ • posa di fascinate o tubi di drenaggio • mancanza di materiale vegetale vivo ☛ • realizzare una graticciata IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 89 AGRICOLTURA & FORESTE 11 - PALIZZATA Cosa è È costituita da paletti, anche non scortecciati infissi nel terreno e da un corso di tondame trasversale; nel gradone che si forma a monte può essere posato del materiale vegetale vivo (talee o piantine). • filo di ferro zincato o chioderia; • sementi. Quali mezzi ed attrezzature • piccone e pala; • motosega; • mazza • roncola. Come realizzarla • effettuare lo scavo in sezione ristretta della larghezza di 30-50 cm, con contropendenza a monte; • conficcare i picchetti nel terreno ad una distanza di 150200 cm; • posizionare a monte dei picchetti il tondame trasversale in unico corso; • fissare il tondame ai picchetti mediante legature con filo di ferro zincato e/o chioderia; • riempire lo spazio a monte della struttura con materiale inerte e terricco; • porre a dimora nel gradone le talee e/o le piantine; • seminare. Quando realizzarla Tutto l’anno. Fare attenzione alla disponibilità ed allo stadio vegetativo delle talee. Alcuni suggerimenti In un sistema di palizzate è sempre consigliabile realizzare lo scavo e la posa dal basso del versante, cosí da recuperare A cosa serve Per la stabilizzazione e per il consolidamento superficiale delle scarpate. Dove serve In versante, come intervento trasversale. Opera lineare. Che materiale utilizzare • picchetti in legno di larice o castagno dal diametro variabile tra 8 e 12 cm; • tondame di larice o castagno (diam. 10-20 cm, lunghezza 2-3 m); • materiale vegetale vivo come talee e/o piantine a radice nuda o in pane di terra; 90 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 AGRICOLYURA & FORESTE facilmente il terreno di scavo ottenuto dalla linea successiva posta a monte. I picchetti devono essere infissi nel terreno per 2/3 della loro lunghezza, con asse verticale o leggermente in contropendenza a monte. È possibile realizzare strutture lunghe fino a 3-4 metri, di- PROBLEMATICHE sposte su file alterne lunghe il versante. Opera ideale per riutilizzare il materiale di risulta dal taglio di alleggerimento del versante franoso. Opere simili Graticciata, viminata. SOLUZIONI • durata limitata dell’opera ☛ • realizzare opere simili come le viminate • venute d’acqua a monte ☛ • posa di tubi di drenaggio e fascinate IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 91 AGRICOLTURA & FORESTE 12 - TERRE RINFORZATE Cosa sono Sono opere di sostegno a struttura mista potenzialmente rinverdibili (vedere paragrafo 6.5 “Norme tecniche delle Costruzioni”), costituite da terreno con interposti strati di rinforzo sintetico o metallico, dimensionati come spaziatura, lunghezza di ancoraggio e resistenza a breve ed a lungo termine. • geosintetico di rinforzo (geogriglie, geotessuti); • ritentore sintetico o naturale (georeti, geostuoie, bioreti, biostuoie); • casseri metallici e relativi accessori o altri sistemi di facciata; • materiale per il drenaggio (geodreni, tubi e canalette); • terreno costituente il rilevato e terreno vegetale per il paramento esterno; • sementi, collanti e ammendanti. Quali mezzi ed attrezzature • escavatore; • rullo compattatore vibrante; • autocarro per trasporto interno del materiale; • trancia per ferro, coltelli per tagliare il geotessile, badile, piccone, livella; • idroseminatrice. Come realizzarle • preparare il piano di posa; • posare sul piano di fondazione il rinforzo, facendo attenzione al verso di posa; • posare il sistema di contenimento frontale; • stendere il ritentore sul paramento esterno (quando è previsto); • riempire la struttura con terreno vegetale e materiale di risulta compattato; • ricoprire il piano ottenuto con geosintetico di rinforzo e realizzare un nuovo corso; • idrosemina del paramento esterno. Quando realizzarle Tutto l’anno. Attenzione che le condizioni climatiche e meteorologiche permettano sempre un’adeguata compattazione del terreno. Alcuni suggerimenti È un’opera di sostegno e deve essere progettata come tale, partendo da un buon rilievo topografico e da un adeguato modello geologico-tecnico; queste informazioni sono fondamentali per inserire correttamente l’opera nel contesto prescelto e per verificare staticamente le sezioni tipo. Per una migliore comprensione delle problematiche legate a questo tipo di opera si consiglia di consultare il UNIEN 14475-2006 “Esecuzione di lavori geotecnici speciali - Terra rinforzata”. È auspicabile il rispetto degli schemi di progetto forniti A cosa servono Per la ricostruzione, rimodellamento e consolidamento di pendii naturali o rilevati artificiali. Questa tecnica costruttiva permette di realizzare manufatti caratterizzati da inclinazione del paramento molto piú elevata rispetto all’angolo di attrito interno del terreno costituente il rilevato (fino ad 80° di pendenza). Dove servono In versante come opera trasversale di sostegno al piede e, solo in alcuni casi, in alveo come difesa spondale. Molto utilizzate anche per rilevati stradali. Che materiale utilizzare 92 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 AGRICOLTURA & FORESTE dalla D.L., eventualmente integrati dai particolari costruttivi del produttore, e curare la compattazione in modo da raggiungere i valori di densità e/o modulo elastico indicati nel capitolato tecnico. L’elemento di rinforzo deve essere messo in tensione il piú possibile ed il terreno di riempimento il piú aderente al sistema frontale; quest’ultimo è un elemento che consente di realizzare opere con inclinazioni elevate, ma non è elemento strutturale a lungo termine. Nelle terre rinforzate rinverdibili la scelta del ritentore deve PROBLEMATICHE essere fatta in funzione del tipo di rinverdimento scelto, del tempo che intercorre tra la fine dell’opera e la possibilità di eseguire tale intervento, e del tempo di esercizio previsto per il ritentore stesso; la posa di talee o piantine può essere realizzata con l’inserimento tra le maglie della rete elettrosaldata e con il taglio degli altri materiali del paramento. Opere simili Grata, reti metalliche. SOLUZIONI • dvenuta d’acqua a monte ☛ • posa a tergo del rilevato di geodreni e tubi microfessurati al piede • mancanza di spazio a tergo ☛ • interventi attivi, come reti metalliche chiodate • collaudo dei geosintetici di rinforzo ☛ • eseguire prove di carico su piastra e densità in sito IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 93 AMBIENTE & BIOEDILIZIA Giuseppe Mori La certificazione energetica strumento per raggiungere un obiettivo comune N el sito “Cened” della Regione Lombardia leggiamo: «Certificazione energetica. La certificazione energetica è un processo finalizzato a far conoscere al cittadino le caratteristiche energetiche del “sistema edificio-impianto” che sta per acquistare o affittare. Attraverso il confronto con le prestazioni energetiche di un edificio efficiente (classi A+, A, B) e grazie alle informazioni riportate sull’attestato di certificazione energetica (ACE), l’utente è in grado di compiere una scelta più consapevole». Da quanto sopra richiamato, uno degli obiettivi fondamentali della certificazione energetica nella normativa europea recepita da Regione Lombardia è stato quello di rendere evidente ai cittadini il ruolo negativo dell’edilizia sull’effetto serra e di mettere urgentemente in campo le risorse disponibili per contrastarlo. Il cittadino, leggendo il “numerino” riportato sul Certifi- 94 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 cato Energetico del proprio immobile o, in maniera ancora piú intuitiva, osservando il colore della scala energetica ivi riportata, dovrebbe essere indotto a intervenire rapidamente sul proprio edificio per ridurne le dispersioni caloriche e il bisogno energetico, dando in tal modo un personale e significativo contributo al contenimento dell’inquinamento planetario. In questo processo tecniconormativo Regione Lombardia ha mostrato notevole sensibilità ed efficienza, che il mondo professionale, soprattutto nelle sue componenti storicamente più sensibili, ha certamente apprezzato. Appare ora necessario interrogarsi su quale sia il giusto limite tecnico da adottare per raggiungere l’obiettivo condiviso di un minor inquinamento. La nostra esperienza nel campo dei corsi di formazione – a cui abbiamo partecipato in veste di formatori, oltre che di operatori quotidianamente a contatto con le realtà del mercato edilizio privato e pubblico – ci ha consentito di toccare con mano l’apprezzamento – favorito dalle agevolazioni fiscali predisposte – dei cittadini verso i nuovi concetti e di estendere rapidamente e a macchia d’olio la sensibilità degli utenti verso il risparmio energetico in edilizia: ora sono davvero molti i colleghi interessati a questo tema che propongono ai loro committenti interventi per il contenimento delle dispersioni. L’ esperienza sul campo, sia come progettisti, sia come certificatori e analisti dei consumi energetici, ci ha però anche posto di fronte al differenziale tra i valori teorici risultanti dalla nuova procedura di calcolo, quasi sempre in eccesso, e quelli effettivamente rilevati, difficilmente attribuibile alla conduzione degli immobili. Pur nella consapevolezza della grande difficoltà tecnica di controllare, in un processo di valutazione-certificazione energetica, tutte le variabili in gioco, ci siamo resi conto – e con noi spesso anche i nostri committenti – che quel “numerino” sul certificato energetico indica una grandezza che, discontandosi molto dalla realtà, rischia di inficiare la credibilità di un procedimento che ha in sé un grande valore formativo. La domanda che allora sorge spontanea è la seguente: vale la pena di inseguire valutazioni tecniche sempre più raffinate e dettagliate che comportano anche notevoli AMBIENTE & BIOEDILIZIA Nella pagina precedente e qui a destra: posa di pannelli fotovoltaici sul tetto di un edificio soggetto a riqualificazione energetica; In basso: realizzazazione di cappotto in sughero da 10 cm e adeguamento della banchina in marmo alla nuova profondità del muro incrementi di costi, quando talune variabili, che sfuggono evidentemente alla procedura di calcolo, rischiano di invalidare pesantemente il lavoro dei tecnici e di frustrare i nascenti entusiasmi dei cittadini di piú spiccata sensibilità ambientale? N oi abbiamo spesso operato negli anni scorsi – e lo facciamo ancora – per trasmettere agli utenti l’idea che la certificazione energetica non è l’ennesimo balzello imposto al “povero pantalone”, ma un semplice e utile strumento per contribuire positivamente al risparmio e alla soluzione del grave problema ambientale. Ora, onestamente, diventa sempre più difficile sostenere questa tesi di fronte ai nostri clienti – e ai professionisti tiepidi – alla luce di una sempre maggiore complessità di calcolo fine a se stessa. Se almeno questa complessità fosse a servizio di una maggiore esattezza dei risultati, potremmo anche essere d’accordo e compiere (e far compiere) un ennesimo sforzo culturale (ed economico) alla clientela, ma, alla luce delle prime verifiche effettuate – sempre che il problema non risieda in banali errori informatici ancora presenti nel programma di calcolo – ci troviamo di fronte a risultati inspiegabilmente sfavorevoli rispetto alle diagnosi energetiche reali ottenute con la precedente procedura. Entrando nel merito della nuova procedura informatica, sono certamente molti i quesiti che i tecnici realizzatori si sono posti nell’impostazione del loro lavoro e che poi i politici hanno tradotto in norme. Noi quei quesiti non li conosciamo, o almeno non ci sono chiari: eventuali tavoli tecnici che discutano i parametri adottati potrebbero essere utili per migliorare gli esiti della procedura. Ciò che chiediamo è, in ultima analisi, un’ulteriore riflessione di tutti al fine di offrire ai tecnici certificatori e, soprattutto ai cittadini della Lombardia, uno strumento semplice ed efficace in grado di guidarli al meglio verso la soluzione del problema ambientale e del risparmio energetico. Se una nuova sospensione dell’entrata in vigore della nuova procedura di calcolo venisse adottata per capire, comunicare meglio o modificare le scelte tecniche che stanno alla base delle norme regionali, saremmo certamente d’accordo. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 95 TECNICA Arch. Andrea Botti L a realizzazione di una pavimentazione con materiali lapidei necessita di un’approfondita fase di progettazione che tenga conto delle numerose possibilità offerte dal mercato in relazione agli obbiettivi da raggiungere. Se, nel caso d’interni, la scelta è influenzata principalmente da fattori quali: l’aspetto estetico e la manutenzione, quando si tratta d’esterni si aggiungono anche requisiti legati alla sicurezza (a garanzia di un calpestio facile senza scivolamenti), alla durata (a garanzia di un aspetto invariato nel tempo), alla resistenza (anche in relazione al tipo di sottofondo), considerando che, contrariamente a quanto accade per gli interni, non vengono mai praticate lavorazioni superficiali del materiale già in opera e che lo spessore è la dimensione che definisce il limite massimo di lunghezza e larghezza della lastra. Spesso, nel caso di spazi pubblici, formati e colori del materiale sono parte integrante l’arredo urbano, valorizzano i caratteri degli edifici prospicienti, svolgono la funzione d’indicatori a terra, segnalatori di percorsi e di spazi dedicati. Dalla fine degli anni Novanta ad oggi, numerosi sono stati gli interventi di recupero/riqualificazione che hanno interessato le piazze del nostro Paese e di molti centri storici d’Europa fra questi alcuni si sono distinti per un uso non 96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Piazze d’Italia … e di Spagna tradizionale della pietra, per la produzione di nuovi linguaggi o anche, e non è poco, per la capacità di recuperare i segni dimenticati, per questi motivi hanno ricevuto premi, segnalazioni e riconoscimenti. In tutti i casi, si è trattato di un vero e proprio “atto rifondativo”, poiché la piazza, nei centri storici europei è insieme luogo urbano e luogo della mente, carico di significati sedimentati nel tempo e nella memoria collettiva dei cittadini. Piazza Grande è il cuore di Palmanova, la città cinquecentesca realizzata dai veneziani per la difesa dagli attacchi turchi, applicando i concetti espressi dalla trattatistica rinascimentale. Lo spazio esagonale, nel quale convergono tutte le principale arterie, è stato sottoposto ad un intervento di riqualificazione, tra il ’98 ed il ’99, realizzato dall’architetto Franco Mancuso. Il progetto, preceduto da una sostanziosa ricerca storica (che ha consentito l’esatta ri-collocazione, previo re- stauro, delle antiche statue dei Provveditori , delle colonne con gli Arcangeli Gabriele e Michele e di una stele commemorativa seicentesca, spostate in epoca ot- TECNICA Le prime tre immagini si riferiscono alla piazza di Palmanova prima (veduta aerea) e dopo l’intervento di riqualificazione. Sotto: Piazza Unità d’Italia a Trieste mente nella piazza. Tutti gli arredi: sedute, paracarri, basamenti dei lampioni, fontane, balaustre sono in pietra Piacentina grigia ed in pietra d’Istria bianca alternate, così come nella maggior parte degli edifici storici ed in particolare nelle porte di Vincenzo Scamozzi, mentre i ponti, le panche ed i bordi della roggia sono in pietra d’Istria Orsera. tocentesca) si è basato sulla ricomposizione geometrica della piazza, attraverso la ripetizione di un modulo costituito dal triangolo equilatero e dall’applicazione dell’originaria unità di misura sulla base del quale è stata costruita l’intera città: il passo veneto pari a 1,75 metri. L’anello prospiciente gli edifici è stato ridefinito con una fascia in lastre di pietra Piacentina grigia, con spessore di cm 19, separata da fasce in sasso spaccato, la stessa soluzione utilizzata all’imbocco delle sei strade radiali e per la restante pavimentazione ma ello stesso anno, il Comune di Trieste ha bandito un concorso internazionale per la riqualificazione della Piazza Unità d’Italia, un grande spazio rettangolare aperto sul mare retto da un sistema di assi che ha come perno la Torre del Municipio, frutto, negli anni, di una serie d’interventi parziali di ricomposizione d’elementi esistenti. Il progetto vincitore, realiz- N in lastre modulari da cm 4x35 a correre, posate su un letto di calcestruzzo. Tutta la superficie ha subìto un trattamento antiscivolo mediante fiammatura , una soluzione che ha consentito il raggiungimento di un aspetto cangiante in base alla differente inclinazione dei raggi solari. L’esagono centrale, pavimentato con ghiaino, è delimitato da una roggia che evoca l’antico canale ed è rivestita con sasso fermo posato su letto di malta ed interrotta dai sei ponti, ideali prolungamenti delle strade che confluiscono radialIL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 97 TECNICA In alto, vista aerea di Piazza Catuma ad Andria; sotto, particolare della pavimentazione della medesima piazza. zato dall’architetto francese Bernard Huet con lo studio italiano Ceschia & Mentil, aveva come obiettivo quello di restituire alla piazza l’unitarietà perduta. L’intento è stato raggiunto mediante l’impiego di una pavimentazione definita da una cornice in pietra d’Istria, all’interno della quale sono stati impiegati esclusivamente due tipi di pietra: pietra arenaria grigia con superficie fiammata e pietra d’Aurisina bianca bocciardata. Attraverso un accurato studio del senso di posa del materiale lapideo sono evidenziati allineamenti ed in particolare due spazi: uno prospiciente il municipio (che ora ospita anche la fontana dei quattro continenti, spostata in epoca fascista ed ora nuovamente collocata in posizione centrale), costituito da manufatti posati in forma di listoni a 45° rispetto all’asse centrale, l’altro in adiacenza alla prefettura, un tappeto segnato da punti luminosi formati da diodi elettroluminescenti di colore blu, inseriti in blocchi quadrati di pietra d’Aurisina bianca ad evocare le presenze di un antico giardino scomparso e di un porto fortificato. Largo Catuma è da sempre la piazza più rappresentativa della città di Andria (in provincia di Barletta), qui avevano sede il potere temporale e quello spirituale, il Palazzo Ducale ed il Vescovado. La piazza ha mantenuto, nel corso dei secoli, il ruolo 98 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 eruel, nel sud dell’Aragona è uno dei capoluoghi di provincia meno popolosi della Spagna, ma dotato di un nucleo antico collocato su un’altura e considerato fra i più belli del Paese. La città si caratterizza per le sue costruzioni moresche e per la sua architettura “modernista” che risale ai primi anni del XX secolo ed infine per la continuità delle vie porticate che accentuano la coesione del tessuto urbano. Anche qui, come accaduto in molte altre città spagnole, le amministrazioni pubbliche hanno promosso numerosi interventi, spesso, attraverso procedure di carattere concorsuale. Nel 2005 il concorso per il restauro di Plaza de Torico, lo spazio attorno al quale si struttura ed organizza tutta la città viene vinto da Fermìn Vàzquez con lo studio b720 Arquitectos attraverso una proposta di grande semplicità apparente, sostenuta da un progetto particolarmente complesso. T di riferimento urbano e sociale, continuando ad essere, ancora oggi, sede di mercati, fiere, spettacoli e dibattiti. La sua ri-definizione a livello morfologico, affidata all’architetto romano Mauro Sàito, parte da una rilettura della città storica e delle sue fasi evolutive per restituire senso ed identità all’antica piazza con un intervento concluso nel 2006. La forma poligonale, definita dalla cortina dei palazzi circostanti e ri-pavimentata con basole di pietra calcarea chiara, è stata associata ad una forma centrale, ellittica, orientata secondo un asse nord-sud, costituita da basole in pietra lavica dell’Etna, posate a riempimento di spazi divisi da corsi chiari che partono dall’asse di composizione. Tutte le superfici sono state trattate mediante lavorazioni a punta grossa o media di piccone, in modo da ottenere una maggiore uniformità finale ed una garanzia contro il pericolo di scivolamento; la nuova fontana collocata lungo l’asse nord-sud in posizione defilata, segna il tracciato principale senza produrre interruzioni nella lettura dello spazio ellittico. La piazza, di circa 1800 mq, priva di una forma geometrica ben definita (luogo d’incontro di strade realizzate sul sedime di antichi torrenti) si caratterizza, ancora oggi, per la sua sagoma allungata e triangolare, disposta in leggera pendenza. Al centro una fontana datata metà ‘800, intorno, una delimitazione di facciate porticate e nel sottosuolo due cisterne di origine medioevale destinate TECNICA Vista notturna di Plaza de Torico a Teruel in Spagna alla raccolta dell’acqua. Il progetto prevedeva la posa di un’unica pavimentazione in pietra basaltica con la quale realizzare anche rampe e cordonature per ottenere una totale uniformità, esaltata dal colore scuro della pietra in grado di aumentare il contrasto con le facciate prospicienti in pietra calcarea. Quest’effetto è stato ulteriormente accentuato dall’inserimento, nella pavimentazione, di elementi luminosi stretti e lunghi: fenditure di luce sulla superficie scura, «come filamenti trascinati da qualcuno di quei torrenti che originariamente attraversavano questo luogo e diedero, senza dubbio, origine alla piazza, la quale così, in questo modo inaspettato, per via della luce e non dell’acqua, sembra regredire al suo senso più recondito». Per ottenere questo effetto è stata impiegata una moderna tecnologia che gestisce 1.230 lampade led incorporate nel pavimento, in grado di modificare il colore grazie ad un programma che genera differenti trame e ritmi luminosi; segni di un linguaggio che enfatizza la posizione della fontana esistente (attorno alla quale le strisce luminose cambiano direzione) e consente di leggere, in superficie, la posizione dei ritrovamenti archeologici sotterranei (collegati fra loro da una galleria di connessione che ne consente la visita) e quella di uno spazio espositivo interrato di circa 400 mq. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 99 TECNICA Evoluzione della tradizionale edilizia dopo le recenti norme termiche, acustiche e statiche D a “Metrocubo” riportiamo un interessante metodo costruttivo di muri portanti: si tratta del “Sistema costruttivo in Bioclima Zero” prodotto da Leca; tale metodo assicura isolamento termico, acustico e sicurezza statica. Nel mese di ottobre 2009 il Decreto 192/05 “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia” compie quattro anni. In questo periodo, oltre al D.Lgs 311/06, che ha apportato correzioni e ha integrato il decreto 192 originario, sono stati emanati nuovi dispositivi legislativi nazionali che hanno applicato i requisiti del risparmio energetico agli edifici oggetto degli interventi di ristrutturazione e regolamenti regionali che – introducendo la certificazione energetica degli edifici – hanno anticipato la normativa nazionale. Non sono inoltre da dimenticare la normativa acustica e le “Norme tecniche per le costruzioni”, che hanno imposto i concetti della progettazione antisismica ad una parte sempre piú ampia del territorio nazionale, avviando un processo di rinnovamento radicale delle norme di calcolo. Processo che probabilmente subirà un’accelerazione in seguito ai drammatici eventi legati al terremoto in Abruzzo. Il “Sistema costruttivo in Bioclima Zero” è stato felicemente sperimentato in un intervento residenziale in Comune di Pozzoleone (Vi), 100 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 in cui una tipologia edilizia tradizionale è stata ripensata per rispondere alle normative sopra citate, sfruttando le potenzialità delle pareti in Lecablocco Bioclima Zero. Si tratta di un edificio a tre livelli di uguale metratura, situato in zona climatica “E”, progettato e realizzato per garantire consumi energetici nettamente inferiori ai parametri di legge, sia in termini di riscaldamento invernale che di raffrescamento estivo. Riscaldamento invernale Il valore di EPi calcolato è risultato inferiore anche anche al limite cogente dal 1° gennaio 2010 secondo il D.Lgs 311/06. La riduzione delle dispersioni energetiche attraverso l’involucro opaco verticale è stato invece ottenuto grazie alle pareti in Bioclima Zero con trasmittanza termica U inferiore a 0,30 W/m2K, nettamente al di sotto del limite imposto dal 311 per edifici realizzati in zona climatica “E” fino al 31 dicembre 2007 (U)0,46 W/m2K). Benessere estivo Sono state adottate diverse soluzioni, ed in particolare: schermatura delle superfici vetrate per ridurre l’apporto di calore da irraggiamento solare; pareti dotate di ottima inerzia termica; utilizzo della ventilazione naturale negli ambienti grazie all’esposizione degli appartamenti su fronti opposti. A ll’interno degli alloggi il controllo della temperatura nel periodo estivo, caratterizzato da sensibili escursioni giornaliere, è stato conseguito con materiali dotati di un’elevata inerzia termica. L’inerzia termica conferisce infatti all’edificio la capacità di sfasare (cioè di ritardare nel tempo) e di smorzare (cioè di diminuire la quantità) l’onda termica incidente. Le pareti in Bioclima Zero abbinano ottime prestazioni di isolamento termico (trasmittanza U)0,30 Wm2K) e un’elevata massa superficiale (fino a 360 kg/m2 esclusi intonaci). Di conseguenza lo sfasamento S dell’onda termica estiva arriva fino a 15 ore, mentre il fattore di attenuazione fa è inferiore a 0,10. In zona sismica Il Comune di Pozzoleone è stato classificato in zona sismica 3 dall’O.P.C.M. 3274 del 20 marzo 2003. La struttura verticale è stata realizzata in muratura portante armata. Questa tecnica costruttiva rappresenta l’evoluzione della muratura portante tradizionale (o or- TECNICA dinaria). Si mantengono le caratteristiche di economicità, semplicità e rapidità di esecuzione proprie di una muratura portante abbinandole a un migliore comportamento del sistema murario in caso di terremoto. Infatti le armature verticali e orizzontali conferiscono ai pannelli murari caratteristiche di duttilità, garanzia di capacità dissipativa dell’azione sismica. Già contemplata nella normativa i- (Mbz). Il Sistema MBZ è stato utilizzato e collaudato a partire dal 1986. taliana a partire dal D.M. 16 gennaio 1996, questa tecnica costruttiva è valorizzata anche dal D.M. 14 gennaio 2008 “Norme tecniche per le costruzioni”. In particolare, Bioclima Zero sviluppa le peculiarità del Sistema costruttivo di murature portanti armate in Lecablocchi Bioclima Zero27p Portante è l’elemento base per realizzare murature portanti armate in zona sismica. Ad esso si aggiungono i pezzi necessari a realizzare gli angoli, le architravi, i rivestimenti di cordoli delle strutture in calcestruzzo armato. ❑ Esterno 01 Lecablocco Bioclima Zero27p. 02 Striscia isolante adesiva da posizionare in ogni corso di malta orizzontale 03 Malta di posa su tre corsi 04 Tasca verticale da riempire con malta tipo M5 o M10 05 Traliccio metallico tipo Murfor, da posizionare ogni 2-4 corsi 06 Ferro ø 6 da posizionare ogni 2 corsi (murature armate in zona sismica) 07 Blocco PX38 Angolo 08 Getto in calcestruzzo armato 09 Architrave con getto in calcestruzzo armato 10 Tavella isolata da posizionare in corrispondenza degli elementi in calcestruzzo (Cordoli di solai) 11 Blocco PX38 angolo interno Interno 12 Blocco PX38 Jolly IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 103 TECNICA Alessandra Pelizzari I l colore in edilizia è spesso ritenuto dai tecnici elemento marginale del progetto, un momento quasi ludico, nel quale dare gioioso sfogo alla fantasia. Riveste, invece, importanza affatto secondaria nella definizione stilistica del manufatto e meriterebbe, in genere, qualche riflessione approfondita, al fine di evitare all’edificio cui è applicato l’attributo di arma contundente contro 104 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Il Color-designer, utile consulente nella scelta della tinteggiatura l’ambiente circostante. Da sempre presente sulle case e sulle opere pubbliche costruite dall’uomo, il colore oggi si riduce spesso al ruolo di patina di copertura, di belletto finale messo lì a decretare la fine di un cantiere, piú che a definire il compimento di un’idea che tenga conto della funzione dell’edificio, della sua storia, dell’ambiente urbano o rurale, delle tradizioni del luogo, delle condizioni so- ciali di chi lo abiterà, ecc. Il progetto colore – cioè lo studio a cui si dedica la nuova figura professionale del Color designer – può risultare utile se recepisce i segni di una molteplicità di spunti culturali intrinsechi nell’edificio, esaltandoli con una tinteggiatura garbata e pulita come una pelle luminosa su un bel viso. L’intervento del Color designer sarà tanto più utile e completo quanto più vasta e ricca sarà la gamma di valori architettonici che saprà “leggere” nel manufatto oggetto dello studio. Il “giusto colore” sarà pertanto la risultante di esperienze attuali e di memoria che considerino non solo i parametri coloristici dell’edificio, ma anche quelli della sua natura fisico-chimica. Ciò è vero specialmente nel caso di restauro e ridipintura di muri antichi, per i quali ricorrerà anche – TECNICA quando sarà possibile – a ricerche storiche approfondite, alla consultazione di documenti d’archivio che lo possano aiutare nell’identificazione dei materiali e dei pigmenti originari cosí da condurre un adeguato stu- ambientale che affianca l’edificio e allo sfondo che lo contiene. La realtà cromatica quindi è per sua natura relativa, non essendo eguale in tutti i casi e non essendo costante neppure in condizioni e tempi diversi: ciò che appare soddisfacente in un caso e in un tempo, difficilmente può esserlo anche in un altro, pur se simile. Non si possono, quindi, ricalcare decisioni cromatiche cano la percezione delle distanze, delle proporzioni, delle forme, delle linee e degli sfondi. La ricerca del “giusto colore” non è basata su una scienza, ma su un settore del sapere molto fluido, insidioso, che non dà certezze, ma che richiede sensibilità interpretative che si servono di poche regole e molto hanno a che fare con la sfera delle percezioni. Volumi e superfici a seconda della loro colorazione pos- da applicare ad un manufatto sulla base di esempi realizzati altrove e giudicati positivamente; è necessario invece approfondire caso per caso la conoscenza complessa e singolare del colore. I colori, come è noto, modifi- sono apparire ciò che in realtà non sono: sappiamo bene che tonalità fredde allontanano visivamente gli oggetti e li fanno apparire piú piccoli; tonalità calde viceversa li avvicinano e li rendono piú grandi. Questi “in- dio della loro compatibilità con i materiali moderni. Le scelte del colore non sono assolute: significa che non possono essere fatte una volta per sempre, ma vanno considerate in relazione al contesto coloristico IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 105 TECNICA lutazione del loro “peso” su volumi e superfici. R ganni”, ben conosciuti e comunemente applicati dai pittori paesaggisti nelle loro opere, sono validi e presenti anche nel campo lavorativo di chi, come il Color designer, s’interessa professionalmente di dosare il colore in rapporto agli altri colori che lo affiancano o che lo contengono. È sempre importante mettere in relazione l’edificio con il contesto ambientale che la circonda; il colore destinato a caratterizzarlo – se ben scelto – riuscirà a rendere più ricca e complessa la personalità del luogo nel quale l’edificio è inserito; se mal scelto e dissonante, invece, lo deprimerà, sminuendolo, perfino umiliandolo. I fenomeni accennati evidenziano la mutevolezza della percezione dei colori che, se osservati singolarmente o accostati ad altri, inducono l’occhio in “errori” di valutazione non facili da do106 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 minare. In realtà, non è l’occhio che percepisce il colore, ma il cervello: il colore è perciò una sensazione generata dall’atto percettivo, quindi strettamente connesso con i nostri senti- menti, la nostra psiche, i nostri pensieri più di quanto si possa immaginare. Ciò spiega la complessità del fenomeno colore e la difficoltà “alchimistica” dell’accostamento delle tinte e della va- iassumendo: il Color designer, con la sua esperienza e con le sue conoscenze specifiche di colorimetria può validamente contribuire alla scelta delle tinte di un edicio o di un manufatto, basando il proprio intervento su tre ambiti di studio: l’analisi e la valorizzazione del colore naturale dei materiali impiegati; il trattamento della colorazione da applicare (in edifici antichi) a un dato supporto avalendosi anche di indagini storiche e stratigrafiche (degli intonaci, delle parti in legno, degli infissi, p. es.); la verifica dell’influenza degli accostamenti delle cromie degli elementi strutturali e decorativi in rapporto al contesto percettivo d’insieme. ❑ GEOLOGIA Diego Pozzorini Stefano Morandi 1. Introduzione La zona del portale Sud della Galleria di base del Ceneri (GbC) a Vezia(Svizzera) comprende una tratta di galleria in roccia denominata “Controavanzamento di Vezia” (Fig. 1). L’opera, della lunghezza di circa 300 m, consiste in una galleria a due canne e verrà realizzata a partire dal 2010 con metodo di scavo all’esplosivo in avanzamento verso Nord. con diametro di ca. 10m; l'avanzamento di entrambi i tubi è previsto in discesa, con una pendenza longitudinale massima di circa 12.4 ‰. Il controavanzamento di Vezia interferisce con il tracciato della galleria stradale PTL Vedeggio–Cassarate, attualmente in fase di realizzazione ed il relativo cunicolo di sicurezza (già realizzato). In un contesto di progettazione di un opera relativamente complessa vi sono numerose interazioni con gli specialisti dei vari ambiti che devono essere considerati; il lavoro viene svolto in team e l’aspetto organizzativo risulta determinante per raggiungere gli obbiettivi richiesti dal Committente (AlpTransit): qualità della realizzazione, sicurezza per i lavoratori, contenimento tempi e costi. Nel presente scritto saranno presentati i temi che sono stati trattati dagli specialisti geologo e geomeccanico come contributo alla realizzazione del progetto esecutivo di questa piccola parte d’opera. Come si avrà occasione di notare i mezzi a di108 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Il ruolo del geologo nella progettazione delle opere in sotterraneo sposizione sono notevoli ma adeguati allo scopo di ottenere risultati relativamente certi; ad esempio l’appalto per la sola stazione di misurazione ha un valore di circa 350.000 Euro, investimento notevolmente inferiore rispetto al mancato guadagno per un eventuale ritardo di pochi giorni nella consegna dell’opera. In estrema sintesi l’incarico affidato ai due geologi spe- cialisti è di definire gli scenari di pericolo che potranno manifestarsi nel corso delle operazioni di scavo, esprimendole in termini quantitativi e trasmetterli agli ingegneri e geomeccanici che si occupano dei metodi di avanzamento e messa in sicurezza; gli aspetti costruttivi vengono cosi’ fondati sul contesto geologico e geomeccanico e sono da essi imprescindibili. 2. Caratterizzazione geologica 2.1 Caratteristiche geologiche e petrografiche Nel settore in oggetto l’ammasso roccioso è scarsamente esposto in superficie a causa dell’estesa copertura detritica quaternaria che è perlopiù caratterizzata da materiale morenico poco compatto il cui spessore è dell’ordine dei 2 – 6 m. Gli af- GEOLOGIA Fig. 1. Situazione al portale Sud GbC a Vezia: Controavanzamento di Vezia e incrocio con la galleria stradale Vedeggio – Cassavate Fig. 2. Caratteristiche macroscopiche degli Gneiss Stabbiello (GStab). Lunghezza del riferimento 50 cm. fioramenti rocciosi si limitano ad alcune incisioni vallive. Per poter valutare le condizioni geologiche in rapporto alle esigenze progettuali dell’opera si è pertanto resa necessaria un’indagine per mezzo di sondaggi geognostici, correlata da rilievi geologici in superficie, indagini sismiche, prove in foro e in laboratorio sulle carote estratte. L’ ammasso roccioso in corrispondenza del controavanzamento di Vezia appartiene all’unità tettonica della Zona della Val Colla ed in particolare alla formazione geologica degli “Gneiss dello Stabbiello” (GStab). Si tratta di rocce di età prealpina, appartenenti allo zoccolo cristallino delle Alpi Meridionali. La formazione degli GStab consiste in una sequenza eterogenea di gneiss scistosi e scisti sericitici e cloritici, con livelli quarzitici, come pure di filloniti sericitiche. Gli gneiss scistosi e scisti sericitici-cloritici sono rocce a notevole tenore micaceo, a grana fine e tessitura da mediamente a fortemente scistosa, spesso ondulata, contorta e pieghettata, con una bancatura dell’ordine di 5-10 cm di spessore. La composizione mineralogica media di questi litotipi è quarzo (3050%), feldspato (5-20%), mica (20-40%, prevalentemente sericite e clorite), carbonato (fino a 15%, generalmente vene pervasive di calcite), in quantità accessorie sono presenti granato e staurolite IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 109 GEOLOGIA Fig. 3-3A. Al centro delle due pagine, in alto. Ammasso roccioso, caratteristiche dello strato roccioso superiore. (fino a 2%). In corrispondenza di orizzonti quarzitici paralleli alla scistosità, la roccia diventa sensibilmente più dura e massiccia; questi orizzonti possono avere degli spessori che variano da alcuni cm ad alcuni dm e modificare in tal senso la bancatura. La loro distribuzione all’interno della compagine rocciosa è aleatoria. Le filloniti sericitiche si presentano in forma di orizzonti e sono contraddistinte da una granulometria ancora più fine e da un tenore micaceo elevato. Lo spessore delle filloniti varia da alcuni cm fino a più decimetri (occasionalmente possono raggiungere e superare il metro di spessore) ed anch’esse sono distribuite in modo irregolare all’interno dell’ammasso roccioso. 2.2 Caratteristiche strutturali dell’ammasso roccioso La discontinuità principale dell’ammasso roccioso (roccia+discontinuità) è data dalla scistosità che nella zona in oggetto assume una giacitura suborizzontale (tipicamente da 0 a 30° rispetto all’orizzontale). Ad intervalli irregolari e per brevi tratte, i piani di scistosità possono tuttavia assumere anche giaciture più inclinate (dell’ordine dei 50 – 60°). Dall’analisi dei dati strutturali si può definire la presenza di almeno un sistema di pieghe a carattere aperto, con piano assiale inclinato ripidamente verso Est ed asse orientato in direzione Nord. Pur se non esplicita110 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 mente evidenziato, è molto probabile che questo sistema plicativo sia accompagnato da un altro sistema morfologicamente analogo ma con orientazione perpendicolare ad esso. Questo(-i) sistema(-i) è di età posteriore alla formazione della scistosità ma presenta caratteristiche ancora associate a condizioni deformative duttili. L’ammasso roccioso è inoltre attraversato da sistemi di giunti, i quali sono contraddistinti da spaziature strette (fratturazione per metro lineare e valori RQD osservati sui carotaggi), da persistenze che variano da basse ad elevate (rilievi strutturali dettagliati lungo gli intagli vallivi), oltre che da variabilità significative della loro orientazione. L’apertura dei giunti varia da 0 a 10 mm. In prevalenza non si osservano riempimenti coesivi. Oltre ai sistemi di giunti sono state identificate zone disturbate (ZD) caratterizzate da strutture di faglia di tipo prevalentemente cataclasitico. Le risultanze delle indagini geologiche consentono di distinguere due strati all’interno dell’ammasso roccioso che ospita il manufatto: uno strato roccioso superiore, dello spessore di ca. 15 - 20 m, contraddistinto da roccia molto allentata, fratturata ed alterata, ed uno strato roccioso inferiore, ca- ratterizzato da roccia allentata, moderatamente fratturata ed alterata. Il limite tra questi due strati si basa sulle estrapolazioni dai sondaggi e sull’indagine sismica ed è pertanto da intendere a livello indicativo. Lo strato superiore è caratterizzato da uno sviluppo intenso dei sistemi di giunti (spaziatura stretta, persistenza da debole a forte e apertura dei giunti). Vedi figure 3 e 3A. Sulla base della prognosi geologica, rappresentata nella sezione longitudinale in asse tubo Est (Fig. 4), il controavanzamento di Vezia verrà a trovarsi in sezione piena per una lunghezza di circa 150 - 200 m nello strato roccioso superiore (Fig. 4). Le GEOLOGIA Fig. 4. In basso. Controavanzamento di Vezia, sezione geologica longitudinale tubo Est. Altezza esagerata 1.5x. pioni carotati degli GStab sono riportati nella tabella sottostante. Si tratta di risultati provenienti da prove monoassiali, triassiali, resistenza alla trazione e prove di point load. L’intervallo di valori rappresentativo è stato definito partendo dall’intervallo interquartile che raggruppa tutti i risultati delle prove eseguite sui campioni GStab, quindi anche su campioni provenienti da zone ubicate all’esterno del settore specifico. Questo per sopperire ad un campo di valori della tratta del controavanzamento statisticamente limitato e per rappresentare i diversi litotipi che contraddistinguono gli GStab (gneiss scistosi, scisti, quarziti, filloniti). coperture sono molto esigue, dai 5–10 m al portale per poi raggiungere progressivamente i 35 m verso la fine del manufatto in direzione Nord. 2.3 Parametri geomeccanici del materiale roccia I risultati delle prove geomeccaniche di laboratorio svolte su provini di roccia ± intatti provenienti da cam- 2.4 Condizioni idrogeologiche Nel settore in oggetto è presente una falda freatica di versante il cui livello si trova in corrispondenza dell’interfaccia roccia - quaternario IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 113 GEOLOGIA Fig. 5. Incrocio GbC – PTL in asse Tubo Est. Tab. 1 Intervallo rappresentativo dei parametri geotecnici GSab derivati dalle prove di laboratorio Test di laboratorio Intervallo rappresentativo Monoassiale, UCS [MPa] 17-60 Monoassiale, modulo E [GPa] 20-50 Triassiale, attrito picco [°] 39-49 Triassiale, attrito residuale [°] 36-47 Triassiale, coesione picco [MPa] 3-11 Triassiale, coesione residuale [MPa] 1-4 Resistenza alla trazione [MPa] 3.9-7.2 PLT Is50//S [MPa] 0.7-1.9 PLT Is50 perp S [MPa] 3-6 nonché nella porzione superficiale dello strato roccioso superiore. La distanza tra la platea della galleria ed il livello superiore della falda varia da un minimo di 12 ad un massimo di 40 m. G li scisti sericitici e le filloniti degli GStab sono scarsamente permeabili e non si ritiene che durante le operazioni di scavo possano manifestarsi effetti drenanti e scompensi della falda. I valori derivati dalle prove d’acqua eseguite nei fori indicano permeabilità basse (k = 3–5.10-8 m/sec). Per via della copertura esigua e dello strato roccioso superiore (giunti aperti) si prospettano condizioni idrogeologiche sature in particolare lungo i sistemi di giunti trasversali e le faglie cataclasitiche discordanti. Pertanto in galleria sono da aspettarsi stillicidi e venute d’acqua puntuali in corrispondenza di dette strutture. La portata d’infiltrazione stazionaria complessiva per 114 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 entrambi i tubi del controavanzamento è stimata in 1 – 1.5 l/sec. Dal punto di vista fisico-chimico si tratta di acqua non aggressiva, poco mineralizzata. 3. Aspetti geomeccanici e monitoraggio delle deformazioni Il controavanzamento di Vezia interferisce con la galleria stradale PTL VedeggioCassarate ed il relativo cunicolo di sicurezza ad alcune decine di metri dal portale in roccia (Fig. 1). In particolare, la galleria stradale, attualmente in fase di realizzazione, è situata sotto il con- troavanzamento, con uno spessore di roccia esiguo, dell’ordine di 4.2 m (Fig. 5). Per far fronte alle particolari esigenze che tale situazione comporta, entrambi i progetti sono stati coordinati nel dettaglio, definendo procedimenti esecutivi cautelativi e l’adozione di tratte rinforzate. 3.1 Comportamento geomeccanico previsto tramite modellazione L’esecuzione di verifiche sull’intersezione tra gallerie PTL ed ATG a mezzo di codici di calcolo ad elementi distinti ha evidenziato la presenza di due principali fenomeni critici a seguito della combinazione di effetti dell’apertura dei cavi all’incrocio: – presenza di carico supplementare sui rivestimenti GEOLOGIA Fig. 6. Valori limite dei parametri sensibili e relative zone di applicabilità. Tab. 2 Sintesi risultati calcoli geotecnici effettuati con modello ad elementi distinti Fasi esecutive Parametri indice Scavo e rivestimento anello esterno gallerie PTL Scavo e rivestimento tubo Ovest ATG Scavo e rivestimento tubo Est ATG 4.7E+05 5.8E+05 6.0E+5 2-4 4-8 10-20 Azioni assiali sul rivestimento galleria PTL [N] Spostamenti vert. sopra calotta galleria ATG Tubo Ovest [mm] PTL: sono stati eseguiti calcoli delle pressioni sul rivestimento per la galleria PTL ed il cunicolo. E’ stato successivamente simulato lo scavo delle gallerie ATG verificando la variazione nelle sollecitazioni su tale rivestimento. Si veda Tab. 2 per i risultati. – detensionamento dell’ammasso roccioso durante lo scavo PTL relativamente alla porzione che sarà successivamente interessata dallo scavo delle gallerie ATG: è stato utilizzato il parametro indice “spostamenti verticali in calotta” per descrivere la deformazione dell’ammasso, stabilendo in 1-2 cm il valore critico oltre al quale si ha rottura lungo le discontinuità, al quale corrisponde l’innesco di fenomeni di distacco di blocchi elementari e in generale di un incremento delle pressioni sui rivestimenti. Le simulazioni indicano che lo scavo delle gallerie PTL è in grado di indurre tali fenomeni. L’adozione di una sezione tipo rinforzata nella tratta in esame riduce i rischi legati al detensionamento dell’ammasso. 3.2 Monitoraggio geomeccanico dell’ammasso roccioso Nel corso delle successive fasi progettuali sono stati individuati gli scenari di rischio e le relative soluzioni per eliminarli o mitigarli. Il dimensionamento delle opere in sotterraneo che compongono l’incrocio è stato effettuato in considerazione di tali scenari di rischio. Per tenere sotto controllo l’evoluzione degli stessi nel corso dell’avanzamento dei lavori è stato approntato un concetto di misurazione dei parametri considerati “sensibili”, stabilendo dei valori limite oltre ai quali il concetto costruttivo e dimensionale delle opere in corrispondenza dell’incrocio dovrà essere modificato ed adattato in corso d’opera. Vedi figura 6. A l fine di monitorare la dinamica delle deformazioni della roccia intorno ai cavi sono state effettuate dalla superficie perforazioni attrezzate con strumentazione in corrispondenza di: • calotta PTL e calotta ATG nei punti di intersezione geometrica (fori CB 141 e 144); • calotta PTL e imposta calotta PTL lateralmente ai punti di intersezione geometrica (fori CB 140, 142, 143bis, 145) Le misurazioni manuali inclinometriche ed estensimetriche, che non possono costituire un sistema di allarme a causa della loro natura discontinua, sono state integrate con estensimetri multibase dotati di trasduttori e relativi logger posati negli stessi fori dei tubi di misura manuale. Gli estensimetri multibase consentono di installare una rete di misurazione in continuo con trasmissione dati in remoto e bassa necessità di manutenzione, mentre la maggiore quantità di informazioni direzionali sugli spostamenti forniti delle sonde estensimetriche ed inclinometriche permette una visione più completa dei meccanismi di deformazione, migliorando la comprensione dei fenomeni e fornendo conseguentemente un miglior controllo. 3.3 Risultati preliminari del monitoraggio Le misurazioni sono in corso dal febbraio 2007 ed hanno monitorato il passaggio del fronte della galleria PTL dall’incrocio Ovest il 25.05.2007 e dall’incrocio Est il 05.06.2007. Il sistema di monitoraggio ha evidenziato un fenomeno di convergenza aIL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 115 GEOLOGIA Fig. 7. Distribuzione delle deformazioni all’incrocio PTL-ATG. Situazione aggiornata a Settembre 2007. simmetrico e con movimenti localizzati lungo discontinuità persistenti esistenti, individuabili con massima probabilità con le faglie cataclastiche e/o kakiritiche individuate in cunicolo e galleria PTL e nei carotaggi dei fori strumentati. L’ entità degli spostamenti verticali massimi, utilizzati come indicatore dello stato deformativi dell’ammasso è nell’ordine dei 4-6mm per la terna Est e nell’ordine dei 34mm per la terna Ovest; i valori massimi non si sono manifestati immediatamente dopo il passaggio del fronte, denotando comportamento di tipo elasto-plastico, ove la componente plastica risulta legata al progredire delle dislocazioni a taglio lungo le discontinuità principali prima citate. Le profondità nell’ammasso raggiunte dal detensionamento potrebbero essere associate alle curve di isospostamento, come rappresentato a titolo di esempio in figura 7. Il processo di convergenza dell’ammasso roccioso all’incrocio è pres- 116 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 soché giunto ad equilibrio con il contrasto fornito dagli elementi strutturali posati. I livelli deformativi massimi raggiunti sono pari a circa il 55% di quelli teorici calcolati tramite modellazione numerica. A quota gallerie ATG i livelli deformativi raggiunti sono pari a circa il 50% di quelli teorici. La stazione di misurazione, la cui funzionalità si è finora dimostrata soddisfacente, ha evidenziato valori dei parametri sensibili inferiori alle soglie stabilite, dimostrando l’efficacia del controllo dei metodi di avanzamento e messa in sicurezza in corso d’opera ed evidenziando una situazione delle problematiche geomeccaniche migliore di quella ini- zialmente pronosticata, fatto decisamente incoraggiante per l’esecuzione dell’incrocio nell’ottica del futuro scavo delle gallerie ATG. ❑ Esterno CONDOMINIO Francesco Ganda L e linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici previste dall’articolo 6, comma 9 del Decreto legge 192/2005 sono state emesse con il Decreto Ministeriale 26 giugno 2009. Il provvedimento è composto da 8 articoli e 10 allegati e definisce gli strumenti di raccordo, concertazione e cooperazione tra lo Stato e le Regioni e segue il Dpr 59/2009 che fissa i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici e degli impianti termici. Qui non si tratta l’aspetto tecnico del sistema, ma quanto riguarda la risposta in condominiale per la pro- Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici grammazione della documentazione relativa alla dotazione dell’Attestato Certificazione Energetica (ACE) da parte del condominio. L’Attestato di certificazione energetica degli edifici ha lo scopo di orientare i cittadini verso gli edifici piú qualificati sotto l’aspetto del rendimento energetico, per questo l’ACE deve contenere l’informazione della classe energetica secondo le modalità definite dall’allegato n. 4 per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria. L’allegato indica le classi secondo la situazione climatica del luogo dove si trova l’edificio ed il suo rap- porto di forma S/V rapportando il tutto ai valori definiti dal D.legge 192/2005 a partire dall’anno 2010. Il sistema di valutazione delle prestazioni energetiche dell’edificio è rappresentato dalle classi di prestazione identificate dalle lettere dalla A alla G, autocertificabile. Per gli edifici residenziali con riferimento ai condomini si può eseguire una certificazione comune per unità simili, sia nel caso di impianti centralizzati, sia di impianti autonomi. Possiamo avere casi di applicazione: 1) impianti termici autonomi o con apparecchiatura di contabilizzazione del ca- lore, ci si può dotare dell’ACE relativo alla singola unità immobiliare; 2) con impianti centralizzati privi di controllo automatico, all’interno dell’appartamento, l’indice è ripartito applicando le tabelle millesimali del riscaldamento; 3) in presenza di appartamenti serviti da impianto centralizzato, che differiscono tra loro in quanto alcuni hanno installato il controllo automatico della gestione del calore o per aver eseguito opere relative al risparmio energetico si procederà come al punto 1) con l’esame particolareggiato di ogni unità immobiliare. L a certificazione va richiesta dal titolare: della proprietà, dal titolare del titolo abilitativo a costruire, o anche dal detentore dell’immobile. Per gli edifici con superficie superiore a mq 1.000 il titolare dell’operazione, conoscendo la scadente condizione energetica del proprio immobile può decidere di eseguire un’autodichiarazione in cui dichiara che l’edificio risulta essere di classe energetica “G”. Chi ha eseguito il certificato in precedenza si dovrà dotare di un nuovo attestato entro un anno. I nuovi certificati hanno la validità di dieci anni. Sentenze Condominio - Responsabilità civile; furto; presenza di ponteggi in118 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 CONDOMINIO stallati dall’impresa per eseguire lavori; mancanza di sistemi di sicurezza; concorso di responsabilità per cose in custodia, per omessa sorveglianza sull’impresa e per scelta inadeguata dell’impresa. Cass. Civ., Sez. III, sent. 17 marzo 2009, n. 6435. Del danno patito da persona il cui appartamento sia stato svaligiato da ladri, introdottivisi attraverso ponteggi installati per il restauro del fabbricato e privi sia di illuminazione che di misure di sicurezza, possono essere chiamati a rispondere non solo l’impresa che ha realizzato i ponteggi stessi, ma anche il condominio, per un duplice titolo: sia quale custode del fabbricato ai sensi dell’articolo 2051 Cod.civ., sia per culpa in vigilando o in eligendo, allorché risulti che abbia omesso di sorvegliare l’operato dell’impresa appaltatrice, ovvero ne abbia scelta una manifestamente inadeguata per l’esecuzione dell’opera. Furto: concomitante installazione di ponteggi. Cass. civ. Sez. III, sent. 17 marzo 2009, n. 6435. In caso di appalto di lavori di manutenzione straordinaria affidati da un condominio, oltre alla responsabilità dell’appaltatore – che, di regola, deve ritenersi unico responsabile dei danni derivati a terzi dall’esecuzione dell’opera – sussiste una corresponsabilità del predetto condominio committente sia in ipotesi di violazione di regole di custodia, ex art. 2051 Cod. civ., sia in caso di riferibilità dell’e- vento al committente stesso per culpa in eligendo per essere stata affidata l’opera a un’impresa assolutamente inidonea, nonché qualora l’appaltatore sia stato un semplice esecutore degli ordini del committente e abbia agito quale nudus minister attuandone specifiche direttive. In particolare, tale ipotesi di corresponsabilità si verifica nel caso in cui il condominio ometta di vigilare sull’osservanza, da parte dell’impresa appaltatrice, di tutte le precauzioni del caso (nella specie, essendo stata l’impalcatura montata senza luci esterne e senza alcuna struttura di sicurezza per l’inviolabilità degli appartamenti). Condominio (parti comuni) Elenco ex articolo 1117 Cod. civ.; natura; presunzione di parte comune; sussistenza; prova contraria; onere; necessità; riferimento al regolamento di condominio o alle tabelle millesimali come proprietà esclusiva; insufficienza; Cass. Civ., Sez. III, sent. 13 marzo 2009, n. 6175. In tema di condominio, i beni indicati dall’articolo 1117 Cod. civ., con elencazione non tassativa ma solo esemplificativa, si intendono comuni per presunzione derivante sia dall’attitudine oggettiva che dalla concreta destinazione degli stessi al servizio comune. La parte che voglia vincere tale presunzione ha l’onere di fornire la prova contraria, non potendo al riguardo valere né le risultanze del regolamento condominiale né l’eventuale inclusione del bene nelle tabelle millesimali come proprietà esclusiva di un condomino. (In applicazione di tale principio, la S.C. ha confermato la sentenza impugnata, che aveva dichiarato la responsabilità di un condominio per i danni conseguenti ad un allagamento causato dal difettoso funzionamento di una pompa di drenaggio, utilizzata dall’intero condominio per lo scarico delle acque, benché collocata in un locale di proprietà individuale non autonomamente accessibile per il condominio. Contratti. Eccessiva onerosità sopravvenuta Contratto atipico di compravendita immobiliare con previsione di garanzia di redditività per il futuro; corrispettività tra le prestazioni sinallagmatiche; sussistenza; conseguenze; Cass. civ., Sez. II, sent; 25 marzo 2009, n. 7225. L’atipicità della causa di un contratto di compravendita immobiliare determinata dall’assunzione della garanzia di redditività del bene venduto non esclude la corrispettività tra le prestazioni a carico delle parti e la conseguente operatività, nel caso di eccessiva onerosità, non dell’art; 1468 Cod. civ., bensí dell’art. 1467, commi 1 e 3, Cod. civ., secondo cui è attribuito alla parte la cui prestazione sia divenuta eccessivamente onerosa per avvenimenti straordinari e imprevedibili unicamente il potere di chiedere la soluzione del contratto e soltanto alla parte, contro la quale è domandata la risoluzione, quello di evitarla offrendo di modificare equamente le condizioni del contratto. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 119 CULTURA Non era solo un pupazzo satirico la Lodoìga dèla Losa Franco Robecchi D opo aver affrontato la questione della statua di epoca fascista, il cosiddetto Bigio di Piazza Vittoria, di Arturo Dazzi, ora mi sto occupando di una seconda statua bresciana, anch’essa dimenticata. Potrei fregiarmi della patente di rianimatore di statue in via d’estinzione. Si tratta di una scultura cinquecentesca, ma anch’essa popolare, tanto che, proprio come il Bigio, reca un nome assegnatole dai Bresciani, che la chiamarono Lodovica, ma soprattutto in dialetto: Lodoìga. Poiché la statua si trovava sotto l’arco a sud della facciata della Loggia, essa era, in modo più completo, definita la Lodoìga dèla Losa. È una scultura sulla quale poco si sa e che ebbe una vicenda molto curiosa. La sua maggiore notorietà, durata dalla fine del Settecento all’inizio del Novecento, le derivò dall’umanizzazione che le fu attribuita dal popolo, dalla quale derivò, appunto, anche il nome citato. Quella scultura vitalizzata fu soprattutto nota tra la fine del Settecento e il primo Ottocento, in quanto venne resa interprete di malumori privati e pubblici, esattamente come accadeva, da più tempo, per le cosiddette “statue parlanti” di Roma: il Pasquino, il più noto, ma anche Marforio e Madama Lucrezia. I Romani appiccicavano presso le statue, e prevalentemente sul Pasquino, fogli di denuncia contro cardinali e nobili, vicini di casa e priori di qualche convento. Era l’antica usanza della denuncia anonima ad imperversare, cui si era aggiunta l’ironia laziale, non esattamente coraggiosa, ma arguta. D’altra parte lo sfruttamento dell’anonimato era incoraggiato anche dalla Repubblica Veneta, che predisponeva, nelle città della sua Terra 120 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Ferma, fra cui Brescia, lapidi con una fessura, nelle quali si potevano imbucare biglietti con scritte denunce su fatti fiscali e su quant’altro riguardasse amministratori, governanti e figure pubbliche. Questo ruolo della Lodoìga esordì durante la fase della rivolta di gruppi giacobini, filo napoleonici e antiveneti, dal 1797 al 1815, e comprese un fiorire di testi a lei attribuiti, alcuni dei quali sono anche rimasti a stampa, presso le biblioteche. In quella personificazione entrarono anche i due “matti delle ore” le statue girevoli che battono la mazza sulla campana dell’orologio di Piazza Loggia, i quali si trovavano, quindi, di fronte alla Lodoìga. Fra i tre personaggi si svolsero sovente dialoghi satirici, che erano ritenuti divertenti. Spesso i “matti” erano fatti passare per giacobini e la statua di marmo come antirivoluzionaria. Fu probabilmente proprio quella fase di grande violenza ideologica e fisica, in gran parte rovesciata contro la Chiesa cattolica, a portare un ulteriore elemento di confusione e mistero sopra la statua della Loggia. Ma andiamo per gradi. La statua non si sa esattamente da dove provenisse e perché si trovasse al piede del pilastro d’angolo del palazzo municipale. La versione tramandata è che la scultura si trovasse lì perché abbandonata dall’autore e dai committenti. Evidentemente aveva mancato il suo scopo, che tutti hanno sempre detto fosse quello di allinearsi ad altre figure simili, poste sulla facciata della Loggia, soprattutto nel coronamento. Effettivamente le statue che si trovano sopra la balaustra, e immediatamente al di sotto, sono assai simili, per dimensioni, fattura e tipologia, alla statua della Lodoìga. CULTURA Nella pagina di sinistra, la statua com’è oggi e nella ricostruzione ipotetica, con il calice in mano. Ricostruzione grafica di Franco Robecchi. Diciamo innanzitutto che la statua, in marmo di Botticino, è alta circa due metri e trenta. Rappresenta una donna in posizione eretta, con un abbigliamento leggero, di veste e mantello, che le copre anche il capo, essendo i piedi pressoché nudi, solo calzati con leggeri sandali. La mano destra poggia sul petto, mentre la sinistra trattiene la veste nella zona del grembo. È una scultura di fattura mediocre ed è anche in parte danneggiata. Il volto è quasi privo del naso, la mano sinistra è amputata di alcune dita e la mano destra presenta tracce di una frattura, a filo con il bordo della mano stessa. Un segno di frattura, sia pure raso rispetto alla superficie anatomica, è anche sul seno destro. La statua mostra le sue affinità con le statue di colmo della Loggia anche perché risulta evidente che essa fu confezionata per essere vista solo di fronte e dal basso, le porzioni opposte e In questa pagina, due vedute, da posizioni più o meno vicine alla Loggia, della scritta sul fregio. L’esclusione dell’ultima riga ha creato equivoci linguistici che si sono fissati nella tradizione bresciana. In basso, l’impronta del calice fratturato ancora si legge sul petto della statua. nascoste, rispetto a quelle prospettive, sono, infatti, trattate in modo molto sommario. Inoltre, sulla schiena è fissata una zanca di ferro che era certamente connessa ad un tirante che la teneva agganciata ad una parete e ad altro di retrostante. Questi particolari confermano la tradizione, secondo cui la statua, scolpita per essere collocata sulla balaustra del palazzo, non piacque, fu scartata e abbandonata sotto il portico. La ricostruzione delle vicende inerenti a queste statue è stata già analizzata, con la consultazione dei documenti disponibili. È stato trovato che le statue di colmo della Loggia furono scolpite negli anni Cinquanta e Sessanta del Cinquecento, da vari artisti, incaricati di specifiche figure. Fra queste erano citati i Santi Faustino e Giovita, che furono collocati agli estremi della facciata, presso gli obelischi. Si parlava poi delle fiIL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 - 121 CULTURA Il retro della statua, finito sommariamente. A destra, il dipinto del Veronese, nel quale è raffigurata la Fede, con l’abito dal canonico colore bianco, con il calice in mano. gure che reggono i canali di scarico della copertura, che furono chiamati “acquari”, collocati di fronte alla balaustra, e si parlava, infine, delle due figure femminili che stanno al centro della facciata. Come spesso avveniva nei palazzi del governo e delle magistrature, erano le statue delle Virtù ad essere ostentate, a vanto e monito della città. L’affresco trecentesco di Ambrogio Lorenzetti, in Siena, che raffigura il Buon governo, è affollato di allegorie delle virtù teologali e cardinali, fra le quali albergano fede, speranza e carità, nonché prudenza giustizia, fortezza e tempe122 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 ranza. Non sono da meno il Palazzo Ducale di Venezia e mille altri palazzi del genere. Per Brescia si è sempre detto che le due figure femminili della Loggia erano allegorie della Fede e della Giustizia, salvo la voce isolata, di un commentatore, peraltro pressoché coevo alla costruzione della parte conclusiva della Loggia, il quale affermava che le figure rappresentavano la Giustizia e la Carità. Per capire se la statua della Lodoìga sia connessa o meno alle altre statue era necessario, innanzitutto, identificare esattamente le figure sulla Loggia e poi capire l’identità della stessa Lodoìga. L’identificazione delle statue sulla balaustra è risultata più spinosa del previsto, poiché le statue non presentano attributi vistosi che le facciano rientrare nella casistica consueta delle allegorie. L’iconografia della Giustizia, ad esempio, prevede che la figura femminile sia dotata di bilancia e spada, oltreché, quasi sempre, di una corona sul capo. Apparentemente, considerata anche la notevole distanza cui le statue sono da un normale osservatore, nessuna delle due statue presenta quegli attributi. Bisogna quindi munirsi di binocolo e ricominciare l’indagine. Si scopre che la statua di sinistra, per chi guarda la facciata della Loggia, ha una poco visibile spada poggiata al fianco destro, sulla cui elsa si posa la mano corrispondente. Il braccio sinistro è genericamente ripiegato, ma non impugna alcunché. Che sia quella la Giustizia? Si nota, in effetti, che la spada è tale e che sulla testa la figura ha una leggera corona. Non esiste bilancia, anche se la posizione del braccio e della mano sinistri, potrebbero implicare l’impugnamento di una piccola bilancia perduta, forse perché di metallo, come spesso si usava prevedere. Si sa il ferro si corrode e si consuma. Se la statua di sinistra raffigura la Giustizia, quella di destra, secondo l’opinione CULTURA Nel particolare di un dipinto ottocentesco, la statua della Lodoìga, nella posizione, ai piedi della Loggia, in cui rimase per circa 300 anni. corsa fra gli storici, dovrebbe rappresentare la Fede. Va detto che questa ipotesi sarebbe anche sostenuta dal motto tradizionale che suona “Brixia fidelis” specificato, proprio nel fregio della Loggia, pochi decimetri sotto le statue di cui si parla, che riporta, secondo l’errata lettura di molti, anche nei secoli, un “Fidelis Brixia fidei et iusticiae”, cioè “Brescia fedele alla fede e alla giustizia”. Insomma fedeltà e fede si intrecciano e si rimandano a vicenda. Senonché l’errore nella lettura sta nel fatto, che, per motivi prospettici, chi legge quelle parole sbaglia poiché non vede, essendo nascosto da una cornice architettonica, un verbo che sta in un’ulteriore e ultima riga del testo, il quale suona “consecravit”. Non si tratta quindi di una Brescia fedele alla fede e alla giustizia, ma di una Brescia fedele, che consacrò, alla fede e alla giustizia, il palazzo della Loggia. A parte questa curiosa scoperta, diciamo che la fedeltà, la fede e la giustizia si palleggiano il IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 - 123 CULTURA A destra: il ponte portoghese di Porto, in costruzione. Sotto: il viadotto primato nell’orizzonte dei valori bresciani celebrati sulla Loggia. Dico ciò per capire il significato delle statue. Se la scultura di sinistra raffigura la Giustizia, quella di destra dovrebbe essere la Fede. Ma guardiamola, questa statua di destra. Non ha alcuna caratteristica iconografica che la possa identificare con la Fede. Ma qui bisogna aprire una nuova digressione. Parliamo della fede religiosa, cattolica o della fede in senso laico e anche classico, che si riferiva a quel valore che oggi, più chiaramente, chiamiamo fedeltà? La cosa non è secondaria, perché, ovviamente, la raffigurazione scultore dell’allegoria cambia. Sembrerebbe ovvio doversi trattare delle Fede cattolica, poiché questa è una delle virtù teologali, non certo la fedeltà. Ma è pur vero che la fedeltà di Brescia era un valore da esaltarsi, citato anch’esso, nel motto del cartiglio e riferito allo Stato veneziano. Vediamo la statua. Raffigura una figura femminile senza alcuna peculiarità che la renda riconoscibile, ma con un elemento molto insolito. La donna trattiene, fra la mano destra e il fianco, una animaletto, che bisognerebbe osservare più da vicino, ma che, a distanza, sia pure con binocolo, sembrerebbe essere un cucciolo di cane. Che cosa c’entra un cane in braccio ad una donna? Per un attimo è tornata alla mente l’ipotesi della Carità, che è tradizionalmente raffigurata come una donna che tiene in braccio, non un cucciolo, ma dei bambini affamati, che allatta. Talvolta ha accanto un pellicano, simbolo della generosità, che nutre i piccoli togliendosi il cibo dal becco, e talaltra impugna un cuore in fiamme, simbolo dell’amore, anche di Cristo. Che però, in epoca anteriore di 400 anni all’ecologismo animalista dilagante, si pensasse di raffigurare la carità filantropica sostituendo dei bambini con cuccioli di cane è ipotesi molto improbabile. Quella non è, quindi, la Carità. Che cosa rappresenta, allora? Rappresenta la Fedeltà, che, seppure molto raramente effigiata, e spesso con esclusivo riferimento alla fedeltà coniugale, consiste, appunto, in una figura femminile affiancata da una cane, più o meno adulto. Allora, sia chiaro. Le due statue femminili sulla Loggia raffigurano la Giustizia e la Fedeltà! E la Fede, che fine ha fatto? Anticipando la risposta e sciogliendo il mistero, diciamo che la Fede è la Lodoìga. Sarebbe troppo lungo spiegare come sono giunto a questa conclusione, ma al percorso di autentica investigazione almeno voglio accennare, 124 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 perché è stato molto appassionante. Se la statua in alto, sulla Loggia, non era la Fede, come mai molti storici avevano detto che, invece, proprio sulla balaustra di facciata erano la Fede e la Giustizia? E come mai ancora Fede e Giustizia erano le destinatarie della dedica del palazzo della Loggia? Perché la Fede cattolica era stata sostituita dalla Fedeltà laica e politica, riferita alla lealtà di Brescia nei confronti di Venezia? Torniamo alla Lodoìga. Se questa statua raffigura la Fede cattolica ne dovrebbe avere gli attributi iconografici consueti. Quali sono? La Fede è sempre stata raffigurata con due, tre elementi caratterizzanti. Impugna un calice, il Santo Graal, spesso imbraccia una croce e ha un velo, o uno scialle che le copre la testa e che, talora scende a occultarne gli occhi. La fede non ha bisogno di vedere per credere. La Lodoìga non ha né calice né croce. Ma, allora, perché la citatissima Fede della Loggia in realtà non esiste ed è stata sostituita dalla Fedeltà, che nessuno cita? Ragion di stato? Equivoco linguistico? È stato proprio osservando minuziosamente la scultura della Lodoìga che è avvenuta la scoperta. Proprio le fratture citate sulla mano destra e sul seno corrispondente mi hanno consentito di ipotizzare, con ottimi riscontri a posteriori, che quella mano impugnava un calice, con il quale la figura della Fede è ampiamente ricostituita e riconsegnata alla sua identità. Misure e ipotesi grafiche hanno portato al risultato che anche qui, oltre che sul libro specifico che sta uscendo, si pubblica. Il calice aveva anche, quasi certamente – e lo si deduce sempre dalle forme delle fratture nel marmo – un’ostia che vi fuorusciva, secondo un consolidato cliché. Forse il braccio sinistro tratteneva una croce, chiudendo completamente il cerchio iconografico dell’allegoria della Fede, ma su questo possibile elemento gli indizi sono molto più laconici. Perché la statua della Fede, un valore così sacro, sia rimasta al suolo non è dato sapere, e tanto meno si può capire come mai ad una virtù teologale si sia sostituita, sulla Loggia, una semplice e minore virtù politica. Il caso della Lodoìga ha coinvolto molti altri aspetti curiosi di un percorso da indagine quasi poliziesca, ma lo spazio qui è già stato abbondantemente esaurito. ❑ ETICA PROFESSIONALE Guido Maffioletti L a proposta di legge delega per la creazione dell’unico Albo dei tecnici intermedi con laurea triennale suscita, nei professionisti attempati, un misto di curiosità e di scetticismo sull’effettiva efficacia del progetto. La curiosità è promossa dalle nuove possibilità d’applicazione nel lavoro dei futuri tecnici intermedi. Lo scetticismo è diffuso dalla confermata emarginazione della figura classica del geometra libero professionista polivalente, tanto caro nei ricordi degli anziani. Probabilmente, la scelta di inquadrare già nei principi fondamentali l’organicità dell’istituzione più che l’individualità del professionista, è stata determinata dal futuro globalizzato nel quale essa dovrà operare come “ Ordine dei tecnici laureati”. Fermo restando che l’individualità potrà meglio esprimersi in gruppi o sotto gruppi o gruppi di supporto ormai in- 126 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Vista dal basso dispensabili alla creazione di un’organizzazione moderna, efficiente e consapevole del proprio ruolo, la voglia di conoscere e la stima del proprio essere saranno come sempre il propellente energetico necessario al coinvolgimento del maggior numero di professionisti già operanti nei Collegi e negli Ordini esistenti. Il fatto che i vertici degli attuali organismi abbiano capito quale via percorribile proporre ai propri iscritti per salvaguardare quanto acquisito col proprio lavoro e quanto resta da conquistare con la partecipazione costruttiva di tutti, già di per se garantisce una responsabile indicazione di un buon governo del progetto. I principi fondamentali, l’istituzione e la Cassa sono ora oggetto di un esame da parte di tutti quelli di noi che operano nei fondali del sistema vigente. Il confronto quotidiano che si riscontra con le istituzioni super-informatizzate, mostra al professionista la crescente difficoltà a stabilire un dialogo umano tra quelli al di qua e quelli al di là delle barriere burocratiche. L’impressione che solo un gelido rapporto di scambio di prestampati, di schede informatizzate, di diagrammi colorati pretendano di assurgere ad un imperativo categorico, dominante gli affari pubblici e privati tra le persone è palese tra il vasto pubblico dei fruitori del sistema comunicativo in fase di radicamento nella società. Il pericolo che non si riesca più a comunicare correttamente tra la classe politica e la massa privata, non è di certo contrastato dalle preconfezionate telenovele giornaliere e tanto meno dai dibattiti urlanti propinati quale digestivo serale alla gente. “La libertà di concorrenza tra i professionisti” art. 1 comma a, della proposta legge delega, assomiglia troppo ad un vago contratto di mercato delle vacche, più che un serio raffronto moralmente responsabile tra due o più prospettive di prestazione professionale. “e il diritto degli utenti ad un’effettiva ed informata facoltà di scelta” non contempla il dovere di accettare e di assistere il cliente nell’iter burocratico civile ed a volte penale delle vicende procedurali. “e un adeguato livello qualitativo della prestazione professionale” sembra all’altezza di un enunciato di valenza europea riconoscibile e corretta. Vista dal basso livello delle nostre esperienze quotidiane, di questa enorme piramide in fase di progettazione, si riesce a condividerne il livello qualitativo mancante a nostro giudizio, cioè il fine ultimo o la sua dote essenziale, se si preferisce questo termine. Pur sapendo che in generale ETICA PROFESSIONALE ogni prestazione professionale presuppone un compenso economico adeguato al lavoro svolto, e che una parte di questo compenso serve al professionista per mantenersi in competizione attraverso i diversi rapporti socio-economici con il proprio Ordine Professionale e la propria Cassa di Previdenza, la stessa nel tempo si amplia e s’innamora di se stessa fino quasi a condividere la vita privata con i suoi fruitori. L’amore per il proprio lavoro ben fatto, non può essere adeguatamente proposto in alcun imperativo categorico, perché l’esperienza di questo stato d’animo non si esprime con parole o con segni, ma con la vita insieme agli altri. La figura del “tecnico intermedio” com’è presentata dalla bozza di legge, pare troppo tecnica e poco intermedia. Sembra un tentativo di rabberciare il nuovo che avanza con una o due pezze del vecchio sistema corporativo operante a compartimenti stagni. È intuibile che questo assembramento dal tono determinato nasconda la paura di rimuovere privilegi ed assetti corporativi tradizionalmente chiusi e riservati a qualche casta cavalleresca asserragliata nel proprio castello strategico. Un libero professionista adulto è come un cavaliere errante che passa da prestazione in prestazione, armato solo del proprio “saper fare”. Non ha bisogno di pungoli o di accondiscendenze per svolgere il proprio dovere. Non deve essere continuamente richiamato all’ordine e all’osservanza del proprio codice deontologico. Esso fa ormai parte della sua vita. Non si presta agli altri solo per lucro, ma per il piacere di compiere un buon lavoro per loro, per sè e per gli altri. La nostra penisola è percorsa in lungo e in largo da innumerevoli tipo di persone dedite anche precariamente al bene comune di tutti quelli che stimano i luoghi dove operano, dove crescono le proprie famiglie e nei quali tentano di coltivare un senso più umano del territorio al fine di permettere a tutti di elevare il proprio livello di nascita, attraverso una conoscenza adulta della vita completa che val la pena di Esserci. ❑ Il mondo di B. Bat. IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 127 Novità di Legge a cura del geom. Alfredo Dellaglio Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri. DPR 2 aprile 2009 n. 59 (GU 10 giugno 2009 n. 132) Regolamento di attuazione dell’art.4 comma 1, lettere a) e b) del Decreto legislativo 19 agosto 2005 n.192 concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia. Determinazione Autorità Vigilanza Lavori Pubblici 20 maggio 2009 n. 3 (GU 25 giugno 2009 n.145 Suppl. Ord.) Procedure di cui all’articolo 153 del Codice dei contratti pubblici: Linee guida per i documenti di gara. Determinazione Autorità Vigilanza Lavori Pubblici 20 maggio 2009 n. 4 (GU 25 giugno 2009 n. 145 Suppl.Ord.) Linee guida per l’utilizzo del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa nelle procedure previste dall’articolo 153 del Codice dei contratti. 128 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 Decreto Ministero Sviluppo Economico 26 giugno 2009 (GU 10 luglio 2009 n. 158) Linee guida nazionali per la certificazione energetica negli edifici. Circolare Ministero Infrastrutture e Trasporti 5 agosto 2009 (GU 13 agosto 2009 n.187) Nuove norme tecniche per le costruzioni approvate con decreto del Ministro delle infrastrutture 14 gennaio 2008 – Cessazione del regime transitorio di cui all’Art 20, comma 1, del D.L. 31 dicembre 2007 n. 248. Legge Regionale Lombardia 16 luglio 2009 n. 13 (BURL 17 luglio 2009 n. 28 Suppl.Ord.) Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia. (Attuazione al piano casa). Decreto Legislativo 3 agosto 2009 n.106 (GU 5 agosto 2009 n.180 Suppl.Ord.) Disposizioni integrative e correttive del Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (In vigore dal 20 agosto 2009). a cura del geom. Alfredo Dellaglio Disimpegno locale bagno Mi permetto di disturbare, perché non riesco ad avere una risposta a una situazione particolare nella quale mi trovo, ma credo semplice per un collega di provata esperienza qual è Lei. Ambito residenziale. Devo predisporre una Dia in sanatoria per un cliente che mi ha contattato perché ho fatto dei lavori in un suo appartamento senza denunciare nulla al Comune. Ora mi trovo, avendo fatto il rilievo, nella situazione che vede in allegato. Locale cucina-soggiorno, disimpegno aperto d’ingresso, dal quale si accede al locale bagno e alla zona notte al piano superiore. Questo disimpegno deve essere chiuso con una porta (verso il locale cucina soggiorno) o non è obbligatorio? Il Regolamenti d’igiene tipo al punto 3.4.71, pag. 71, non descrive bene il locale antibagno. I lavori sono finiti e pertanto dovrebbe trovare il modo di installare una nuova porta interna non prevista. In merito mi vengono in mente le villettine a schiera dove spesso si trova il locale cucina soggiorno a piano terra, la scala aperta di collegamento al piano primo, dove il pianerottolo di arrivo consente l’accesso al bagno e alle camere. Ringraziandola anticipatamente per la sempre cortese disponibilità, porgo i migliori saluti. geom. A.S. Innanzi tutto debbo precisare la questione che riguarda la Dia in sanatoria. Gli interventi eseguiti devono rientrare tra quelli di cui all’articolo 22, commi 1 e 2 del Dpr 380/2001. Per tali interventi, eseguiti in assenza di Dia, l’articolo 37 stesso decreto prevede l’irrogazione della sanzione amministrativa pecuniaria. Nel caso in esame, presentando la Dia postuma mediante accertamento di conformità alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione delle opere, sia al momento della presentazione della Dia, è prevista una sanzione pecuniaria da euro 516 a euro 5164 stabilita dal responsabile del servizio in relazione al valore dell’immobile valutato dall’Agenzia del territorio, articolo 37, comma 4). Il pagamento di tale somma conclude il procedimento e consente all’interessato di mantenere in essere le opere eseguite e sanzionate, sotto il profilo urbanistico ed edilizio. Per quanto riguarda invece il problema del bagno sono da precisare i seguenti punti: 1. presentando la Dia postuma (in sanatoria) serve produrre anche la dichiarazione del tecnico che asseveri, tra l’altro, la conformità delle opere alle norme igienico sanitarie; 2. gli spazi destinati ai servizi igienici, quali bagni, docce, latrine, antibagni, ecc., devono essere completamente separati con pareti fisse da ogni altro locale, oltre a non avere accessi da corridoi e disimpegni e non comunicare direttamente con locali adibiti a permanenza di persone, come nel caso in esame (cucina soggiorno); 3. lo stesso articolo 3.4.71 RCI stabilisce che i locali per servizi igienici che hanno accesso da altri locali di abitazione devono essere muniti di idoneo locale antibagno i quali, come già detto al punto 2, devono essere separati con pareti fisse da ogni altro locale; 130 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 4. e quindi necessario che il disimpegno sia chiuso (anche eventualmente con una porta) rendendo separato lo stesso dalla cucina (soggiorno); 5. le situazioni rilevabili nelle case a schiera sono pienamente conformi al RCI proprio perché è addirittura consentito l’accesso diretto al locale bagno da singole camere da letto. geom. Antonio Gnecchi Dia per demolizione scivolo box e reinterro Ho presentato una Dia per manutenzione straordinaria al Comune per demolizione scivolo box e reinterro, formazione vespaio aereato al piano interrato e demolizione tavolati interni (non strutture portanti) e successiva comunicazione riferita alla Dia originaria in cui si evidenzia la necessità in corso d’opera di scrostatura dell’intonaco esterno, rifacimento pavimentazione interna e rivestimenti interni, rifacimento tetto (il Comune non mi ha mai chiesto tavole integrative). Premetto che sono solo il progettista della Dia in questione. Ora, in prossimità di scadenza della Dia, contatto l’impresa dalla quale avevo avuto l’incarico che mi dice che il direttore lavori si è dimesso sei mesi dopo l’inizio della Dia (quindi due anni fa) sia da D.L. che da Coordinatore della sicurezza scrivendo lettera all’impresa dalla quale aveva avuto l’incarico e non a committente e Comune. I lavori sono continuati comunque, il tetto è stato rifatto e forse alzato di 50 cm, demolendo i muri portanti che attraversano la casa e sostituiti da un pilastro, demolita soletta, creato soppalco, insomma opere strutturali. 1. Mi chiedo, io come progettista, mi devo preoccupare di questa situazione? O saranno, nel caso di problemi del DL, impresa e committente? 2. Nel modulo prestampato della Dia che ho presentato mi impegnavo ed emettere e a far pervenire al Comune fine lavori, certificato di collaudo finale e conformità delle opere al progetto. Ora, visto che le opere sono in difformità, sono obbligata a fare la fine lavori? Se non presento il collaudo incorro in qualcosa? Interpellando il Comune dicono che il progettista non si può dimettere… Forse la variante la presenterà un nuovo progettista, quindi io mi posso ritenere esonerata dal discorso? È il caso che io mandi lettera all’impresa che mi ha incaricata del lavoro (verbalmente) con la quale declino ogni responsabilità dalla data della Dia in poi? Devo mandarla anche al committente? Sono nel … caos, non so se muovermi o meno. Se mi vorrà aiutare la ringrazio anticipatamente. geom. R.G. Come già lei ha sottolineato è una situazione caotica e quindi è bene andare per gradi. Il fatto che a suo tempo sia stata presentata la Dia per i lavori descritti, supponeva che fossero individuati sia l’impresa costruttrice, sia il direttore dei lavori; entrambi avrebbero dovuto accettare l’incarico e sottoscrivere la Dia, pena l’inefficienza della stessa. Il progettista non aveva e non ha responsabilità per quanto realizzato sia fin tanto che c’era in D.L. (di fatto) sia dopo la rinuncia dello stesso, perché i lavori sono stati condotti dal committente e dall’impresa. La rinuncia, a fronte dell’accettazione di quanto sopra si diceva, doveva essere comunicata al committente, all’impresa costruttrice e al Comune. Il committente avrebbe a sua volta dovuto subito dopo nominare un nuovo direttore dei lavori che avrebbe dovuto accettare l’incarico, comunicando al Comune il suo nominativo. Fino al momento in cui il primo direttore dei lavori ha rinunciato all’incarico e dal momento in cui il secondo direttore lavori avesse assunto il nuovo incarico, entrambi si assumono la responsabilità di quanto eseguito. Il fatto che non sia stato nominato il secondo direttore dei lavori, pone il committente e l’impresa ad assumersi “in toto” la piena responsabilità di quanto realizzato, dopo la rinuncia del direttore dei lavori, per di piú se eseguite in difformità alla Dia originaria; Le violazioni edilizie sono perseguibili secondo la tipologia di abuso (variazione essenziale, piuttosto che parziale difformità), con responsabilità dei soggetti interessati (escluso il progettista). Per quanto riguarda il punto 2 c’è da precisare: – il progettista o un tecnico abilitato ha l’obbligo di comunicare l’ultimazione lavori e fare il certificato di collaudo finale con il quale si attesta la conformità dell’opera al progetto della Dia (art. 42, comma 14, legge regionale n. 12 del 2005), in difetto del quale si applica la sanzione di euro 516. Tale compito è demandato al direttore dei lavori nel caso sia diverso dal progettista nominato dal committente; – le opere eseguite in difformità costituiscono responsabilità diretta del direttore dei lavori, del committente e dell’impresa; – il Comune non può affermare che il progettista non si può dimettere, perché il rapporto tra lo stesso ed il committente è un semplice contratto privatistico che si limita, comunque, alla fase di progettazione, nulla impedendo che lo stesso venga cambiato con altro che accetta tale incarico. Vale la pena quindi definire la propria posizione con il committente circa il conferimento sul proseguimento dell’incarico di progettista che, a mio avviso, se non include quello della direzione lavori, non vale la pena di accettare. Resta comunque valido quanto sopra detto a proposito delle diverse responsabilità delle rispettive funzioni (progettista, direzione lavori, impresa). È mia opinione che sia opportuno, se non necessario, nel caso in esame, rimettere il mandato di progettista (anche se con incarico verbale) da inviare al committente e all’impresa, rinunciando anche ad eventuale incarico di direttore dei lavori per evitare responsabilità pregresse e future, precisando che le opere originarie sono state eseguite dal direttore dei lavori fino alle sue dimissioni comunicate al solo committente fino a certa data, mentre tutte quelle realizzate, sono continuate dal committente e dall’impresa, senza però che si conoscano le condizioni di conformità con il progetto assentito o di eventuali difformità edilizie rilevabili o rilevate, rispetto al progetto originario. geom. Antonio Gnecchi Mantenimento di terreni agricoli e vincolo edificatorio sui terreni agricoli Nell’anno 2003 ho progettato una casa colonica e attrezzature agricole per una costituente Azienda agricola diventata poi agrituristica. I parametri ottenuti mi consentivano di realizzare una cubatura complessiva di circa 540 mc per l’abitazione del conduttore e 2200 mq per quanto concerne le infrastrutture dedicate al lavoro vero e proprio, depositi, stalle, caseificio, etc. Ad oggi la cubatura realizzata per la casa del conduttore è stata utilizzata appieno, mentre per quanto riguarda i mq dedicati agli spazi di lavoro sono solamente 450 mq circa. Regolarmente fu redatto atto di vincolo edificatorio sui terreni interessati nonché atto di impegno per il mantenimento della destinazione dell'immobile al servizio dell'attività agricola, facendo riferimento al solo protocollo e data della pratica edilizia senza specificare parametri urbanistici, quantità etc. Oggi l’azienda agricola necessita di ampliare le strutture di lavoro, realizzando un nuovo piccolo deposito di circa 90 mq, portando la superficie complessiva dedicata a tali spazi da 450 mq a 540 mq circa. L’ufficio tecnico comunale mi richiede un nuovo atto di vincolo in quanto realizzo un nuovo manufatto, io spiego che l’atto di vincolo prodotto per la vecchia pratica ha vincolato tutti i terreni interessati e per realizzare tale manufatto l’azienda non ha dovuto acquisire nuove aree, in quanto il parametro potenziale (2200 mc) non è stato superato. E’ giusto, secondo voi, quanto mi chiede il Comune? Grazie geom. S. L. Non è dato sapere quanta superficie coperta e cubatura erano stati richiesti nel 2003, ma si presume che sia stato apposto il vincolo di “non edificazione” su tutta la superficie aziendale, in base ai parametri urbanistici vigenti per la zona agricola, realizzando l’intera volumetria a destinazione residenziale, ma non quella produttiva agricola. Evidentemente è stata costruita una superficie coperta inferiore a quella approvata dal comune per le “infrastrutture destinate all’attività agricola”. Oggi, se le condizioni oggettive e soggettive ed i presupposti sono gli stessi del 2003, non è necessario un ulteriore atto di vincolo per il previsto ampliamento, mentre sarà necessario presentare l’atto di impegno a mantenere la destinazione dell’immobile al servizio dell’attività agricola. Lo stesso atto di vincolo dovrebbe prevedere, oltre a tutti i dati che concorrono allo stesso (quindi anche di eventuali futuri ampliamenti), anche clausole in base alle quali il vincolo può essere modificato in relazione ad eventuali modifiche della normativa urbanistica vigente o a seguito di variazione della destinazione di zona riguardante l’area interessata, operata dagli strumenti urbanistici successivamente intervenuti. geom. Antonio Gnecchi IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5 - 133 Edificabilità. Baracca della legna Ho un cliente che mi chiede se può essere edificata una baracca coperta su un lato da tavolame con annessa porta, su un lato da un telo, e sui restanti due poggia contro il muro di una casa di stessa proprietà. Il problema nasce dalla ristrutturazione che i vicini vogliono fare sulla casa che appoggia la baracca, e che ovviamente vorrebbero abbattere per ricavarci volumetria. Vi chiedo: è possibile edificare questa baracca o visto che non è una struttura fissa (inoltre danneggia le case altrui con continue infiltrazioni), posso ottenere almeno l'abbattimento di questa? - Il vicino che mezzi può usare per riuscire ad edificare la baracca? - Che cosa posso fare come tecnico per non permettere la ricostruzione, ma anzi l'immediato abbattimento della stessa? La baracca in questione è costruita da circa 30 anni ed è utilizzata come legnaia. Grazie per la disponibilità e buon lavoro a tutti. geom. C.C. La baracca, comunque siano i suoi elementi costruttivi, costituisce una costruzione a tutti gli effetti. Anche se costruita trenta anni fa, senza licenza edilizia, rimane abusiva. Se non è stata pertanto “autorizzata” o condonata, può essere oggetto di procedimento sanzionatorio per violazione edilizia se la stessa viene segnalata all’ufficio competente del comune, il quale procederà ai sensi dell’articolo 31 Dpr n. 380 del 1001, salvo l’applicazione dell’ipotesi della doppia conformità prevista dall’articolo 36 stesso decreto. Nulla rileva ai fini edilizi e urbanistici se la baracca rivesta carattere “fisso” o “precario” perché comunque non è possibile la sua ricostruzione per le ragioni sopra esposte, mentre è ipotizzabile il suo abbattimento perché abusiva. Il vicino, quando iniziano i lavori di ristrutturazione dell’edifico del vicino, può rivolgersi all’UTC e fare richiesta di accesso agli atti ai sensi della legge 241 del 1990, di visione o di rilascio copia progetto affinché si possa verificare la conformità delle opere alla disciplina dello strumento urbanistico generale. Se il progetto rappresenta la parte occupata dalla baracca, si dovrà quindi segnalare che la stessa è abusiva e che il titolo abilitativo (permesso di costruire o Dia) ha tenuto conto di una volumetria fittizia, chiedendo altresì di procedere all’annullamento del titolo in via di autotutela perché illegittimo. Valutando però il progetto si dovrà tenere conto della disciplina edilizia urbanistica affinché la volumetria occupata dalla baracca non sia stata conteggiata e considerata legittima secondo i parametri generali e di zona del Prg. geom. Antonio Gnecchi Piano casa In una stecca di 10 case a schiera in zona residenziale due proprietari confinanti vorrebbero ampliare il relativo portico esistente creando una continuità. L'ampliamento è inferiore al 10% dell'esistente ma sia 134 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2008/5 la volumetria che la superficie coperta ammissibile sono saturi. In forza della Legge Piano Casa a quale tipologia potrebbero appartenere le due costruzioni? Non condominio, non bifamiliare, non casa singola... geom. Z. P. È mio parere che le dieci case a schiera costituiscano una successione di edifici unifamiliari (se c’è solo un alloggio ogni casa) e che pertanto si possa applicare, in deroga alle “previsioni quantitative” l’ampliamento del 20% del volume e comunque non maggiore di mc. 300 per unità immobiliare, ai sensi dell’articolo 3, comma 2, lettera a), della legge regionale n. 13 del 2009. Ovviamente si deve trattare di un volume da destinare a stanze di abitazione e non a portici proprio secondo le finalità della legge sul Piano Casa. È necessario però verificare se il Comune ha deliberato quali zone ha escluso dall’applicazione della disciplina regionale, ovvero, quali tipologie di edifici, quali appunto potrebbero essere le case a schiera uni o bifamiliari. In caso negativo, dopo il 16 ottobre 2009, è possibile presentare il progetto per tali interventi. geom. Antonio Gnecchi Distanza fabbricati Parete finestrata Il Prg prescrive una distanza di 10 mt tra le pareti finestrate e 6 mt per quelle prive di apertura, misurando la distanza sul prolungamento dei lati dei fabbricati. Alla distanza di 3,50 mt dal confine del terreno del mio cliente esiste da tempo un fabbricato alto 6 mt e largo 9 mt privo di aperture se non fosse per una piccola finestra (50x50 cm) posta in prossimità dello spigolo del fabbricato stesso. Il mio cliente intende edificare un nuovo fabbricato privo di aperture verso l'immobile confinante. Che distanza deve rispettare considerando che il fabbricato in progetto del mio cliente non è prospiciente l'apertura finestrata del vicino? Basta una piccola apertura per considerare tutto il prospetto parete finestrata? geom. P. R. In tema di distanze tra costruzioni, le prescrizioni di piano nelle quali siano state recepite le disposizioni dell’articolo 9 del DM 1444/68, debbono essere interpretate nel senso che tale distanza deve essere rispettata indipendentemente dal fatto che una sola delle pareti che si fronteggiano sia finestrata o che tale sia quella dell’edificio preesistente o quella del nuovo edificio, ovvero che una delle pareti si elevi per la stessa o per una diversa altezza rispetto all’altra, atteso che la norma in esame è finalizzata, nel pubblico interesse, a mantenere una determinata intercapedine tra gli edifici che si fronteggiano, uno dei quali, almeno, abbia una parete finestrata. geom. Antonio Gnecchi Distanze dai confini per isolamento Cappotto isolante Dovendo procedere alla ristrutturazione e sopralzo di fabbricato con Manutenzione straordinaria formazione di due unità dovrei realizzare il cappotto esterno su tutte le facciate. Tuttavia il D.lgs 115/08 indica la possibilità di deroga alla distanza tra fabbricati e protezione nastro stradale (art. 11). La deroga dai confini è da ritenersi " implicita" alla deroga distanza fabbricati? I fabbricati possono essere di un unico proprietario e comunque devono sottostare alla distanza regolamentare, è solo questo il campo di deroga? geom. C.V. La Direzione Generale della regione Lombardia, con decreto 7 agosto 2008, n. 8935, ha approvato la Circolare relativa all’applicazione della legge regionale n. 26 del 1995 e al rapporto con l’articolo 11 del decreto legislativo n. 115 del 2008. Tale atto non ha fatto altro che recepire quanto disposto dal decreto legislativo 1115/08 in tema di deroga alle distanze minime tra edifici e alle distanze minime a protezione del nastro stradale. Di fatto, quindi, indipendentemente da quanto disciplinato dagli strumenti urbanistici generali locali, tali distanze possono essere derogate nella misura massima di 20 cm per il maggior spessore delle pareti verticali esterne, nonché alle altezze massime degli edifici, nella misura massima di 25 cm per il maggior spessore degli elementi di copertura. La deroga può essere esercitata nella misura massima da entrambi gli edifici confinanti. geom. Antonio Gnecchi Il solo intervento di realizzazione di un cappotto isolante in un'abitazione si puo' considerare manutenzione straordinaria? Di conseguenza è possibile applicare l'aliquota Iva agevolata del 10%? geom. F.G. È pacifico che gli interventi per eseguire un cappotto isolante di un’abitazione è classificabile tra gli interventi di straordinaria manutenzione di cui all’articolo 3, comma 1, lettera b), Dpr 380/01, ovvero, articolo 27, comma 1, lettera b), Legge regionale 12/05, per i quali s’impone la facoltà della Dia. In base alla legge Finanziaria per il 2009 tali interventi sono soggetti all’Iva del 10% nel periodo transitorio fino a fine 2010; preciso al solo fine della corretta applicazione della norma di carattere finanziario e fiscale, che le opere di manutenzione ordinaria sono agevolate solo quelle eseguite sulle parti comuni degli edifici. Preciso altresì che, oltre a non essere, intervento di risanamento conservativo, a quest’ultima tipologia di intervento sarebbe applicabile l’aliquota agevolata ridotta, a regime Iva, del 10 per cento. Se poi questi interventi , che sono già di per sé agevolati sotto il profilo fiscale dell’Iva al 10%, sono individuati tra quelli ammessi al beneficio della riduzione Irpef del 55% finalizzati al miglioramento energetico degli edifici, secondo la specifica normativa vigente. geom. Antonio Gnecchi IL GEOMETRA BRESCIANO 2009/5- 135 memo AVVISO AGLI ISCRITTI ALL’ALBO Per consentire il periodico aggiornamento dei dati da inserire nell’Albo professionale tutti gli iscritti sono tenuti a comunicare al Collegio ogni variazione d’indirizzo e di recapito telefonico utilizzando esclusivamente la seguente scheda: SPETT.LE COLLEGIO DEI GEOMETRI DELLA PROVINCIA DI BRESCIA 25128 BRESCIA - PIAZZ.LE C. BATTISTI 12 FAX: 030/306867 PER AGGIORNARE GLI ELENCHI DELL’ALBO PROFESSIONALE DI BRESCIA IL COLLEGIO INVITA I GEOMETRI A COMPILARE E A RISPEDIRE CON SOLLECITUDINE QUESTA SCHEDA (ANCHE TRAMITE FAX) IL SOTTOSCRITTO GEOMETRA cognome e nome ………………………………………………………………………………………….. luogo di residenza cap via …………………………… ……………………………………………………………………………………….. città ……………………………………………………………………... ………………………………………………………………………………………………………………………... P. Iva n. albo …………………………………………... luogo dello studio cap via nato il ………………………………………… ………………………………………………………………………………...... ………………………………………………. città ………………………………………….... ………………………………………………………………………………………………………………...... …………………………………………………………………………………………………………………… tel. casa ……………………………………………………………………………………………………………. cell. ………………………………………………………………………………………………………………………. data …………………………………………………………………………………………………………………….. tel. ufficio e-mail firma …………………………………… fax …………………………………………........ ………………………………………………………………………………………………………….... …………………………………………………………………………………………………………….... Per l’invio della corrispondenza, usare l’indirizzo: ❑ residenza ❑ studio (segnare con una crocetta) Autorizzi la pubblicazione della tua e-mail nel sito Internet del Collegio? ❑ sí ❑ no (segnare con una crocetta) Si ricorda inoltre che le modifiche dell’attività svolta dai singoli iscritti, che comportano iscrizioni o cancellazioni alla Cassa di Previdenza geometri a sensi della legge n. 236/90, devono essere comunicati alla Cassa stessa esclusivamente mediante la compilazione di specifico modello di atto notorio disponibile presso il Collegio. La segreteria è inoltre attrezzata per fornire tutte le informazioni atte a evitare che l’iscritto incorra in sanzioni pecuniarie per effetto di tardive od omesse comunicazioni o versamenti alla Cassa di Previdenza. 136 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2008/5