Un cronometro per navigare
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Un cronometro per navigare
LEGA NAVALE Un cronometro per navigare Claudio Ressmann gava con l’ammiraglia e con le sue navi più vicine, il Phoenix e l’Eagle sulla secca esterna di Gilstone, nelle isole Scilly, a causa un macroscopico errore di longitudine: le coste della Cornovaglia erano state scambiate addirittura per quelle bretoni. Preoccupato per questo e per numerosi altri naufragi dovuti ad analoghi motivi, il Governo inglese nel 1710 istituì presso l’Ammiragliato il Board of Longitude per studiare il problema e proporre soluzioni adeguate. Gli autorevoli membri del Board concordarono sulla necessità di realizzare uno strumento estremamente preciso (cioè un cronometro) da regolare sul primo meridiano (all’epoca Greenwich o Parigi). Poiché il Sole apparentemente si muove con moto uniforme da levante verso ponente, tenendo conto che un’ora dopo essere transitato per il primo meridiano (tanto per fare un esempio), passa per quello di 15° e così via, sarebbe bastato al navigante leggere su tale auspicato strumento l’intervallo di tempo intercorso dal passaggio del Sole nel meridiano fondamentale per conoscere la longitudine. L’orologiaio Harrison in conflitto con la burocrazia La vita dei naviganti è stata eccezionalmente dura e difficile, almeno fino alla fine del secolo XVII: non per niente il filosofo sciita Anacarsi, nel IV secolo a.C. suddivideva l’umanità in tre categorie. i vivi, i morti e i naviganti. Cosi tante e tanto gravi difficoltà, erano dovute ad un ambiente spesso ostile da affrontare con mezzi di dubbia affidabilità, alla cattiva alimentazione, alle terribili malattie come lo scorbuto e non ultimo, ai rischi di navigare “lungo vie non tracciate” quando la costa era oltre l’orizzonte e non forniva alcun punto di riferimento. A questo proposito va osservato che uno dei problemi che davano più preoccupazioni ai naviganti di allora era costituito dalla difficoltà del calcolo della longitudine, indispensabile per tracciare il punto nave. Si trattava di effettuare calcoli complicatissimi con risultati di dubbia precisione, come accadde, per esempio, nel 1707 all’ammiraglio Sir Cloudesly Shovel comandante in capo della Royal Fleet, il quale, a bordo del vascello Association ed alla testa di altre 20 unità, provenienti da Sud, naufra- 34 marzo-aprile 2009 LEGA NAVALE della Terra e calcolare la differenza di orario tra il verifiAll’epoca però non esisteva un orologio di assoluta precicarsi dell’eclissi e quello indicato nelle tavole, riferito al sione, per di più facilmente trasportabile, insensibile meridiano base, per ottenere la longitudine del punto di agli sbalzi di temperatura e a tutte le sollecitazioni esiosservazione. Si trattava in altre parole, di un vero prostenti a bordo di una nave in navigazione, per cui l’Ammiprio orologio astronomico per far funzionare il quale ocragliato nel 1714 fece approvare dal Parlamento un correva però disporre di un tedecreto con il quale venivalescopio installato su una bano istituiti tre premi (10.000, se fissa, perciò a terra, quindi 15.000 e 20.000 sterline da assolutamente non utilizzabile destinare quale “pubblica risu una nave. compensa a quella o a quelle Considerati i precedenti, l’unipersone che avessero scoperca via percorribile risultava to la longitudine in mare” con quella di un orologio meccanil’approssimazione, rispettivaco, a pendolo o a molla, poiché mente, di 60, 40 o 30 miglia. le clessidre a sabbia o ad olio Oltre a ciò autorizzava la corsi dimostravano di scarsa utiliresponsione di contributi, per tà a bordo, se non altro per le un massimo di 2.000 sterline, inevitabili variazioni di tempeper sviluppare quei progetti ratura cui sarebbero state inemeritevoli di essere aiutati. vitabilmente sottoposte. Non era la prima volta del resto che veniva istituito un preIl concorso mio del genere: già nel 1589 Filippo II di Spagna aveva ”Queen Anne” avuto la stessa idea, mentre Per dare esecuzione al con40 anni più tardi il Governo corso bandito dal Governo inUn ritratto di John Harrison, dipinto nel 1767 da Thomas King, conservato nella Science and Society Picture Library di Londra. Nella mano destra olandese aveva costituito una glese nel 1714 fu istituita l’orologiaio mostra il suo Number Four. In apertura, il Number Five Commissione per risolvere una “Commissione per la l’annoso problema, anche se longitudine” che per prima non specificamente riferito all’impiego navale. cosa elaborò un regolamento, (denominato, in onore Se Galileo Galilei fosse vissuto più a lungo probabilmendella Regina, “Act of Queen Anne”), contenente le norte il relativo premio l’avrebbe vinto lui: nel 1612, infatti me di dettaglio per l’assegnazione dei premi previsti. lo scienziato italiano aveva scoperto col telescopio astroLa Commissione (delle quale facevano parte studiosi nomico i quattro satelliti di Giove ad aveva calcolato delcome il direttore dell’Osservatorio di Greenwich) ebbe le complesse tavole per stabilire il tempo medio nel quapoche occasioni per riunirsi fino al 1728 quando si prele questi satelliti si eclissavano dietro Giove o ne riappasentò un orologiaio trentacinquenne, John Harrison,narivano, riferito ad un meridiano base. Con tali elementi to a Foulby, una località vicino a Wakefield, nello bastava osservare il fenomeno da qualsiasi punto di vista Yorkshire, figlio di un falegname, recando con sé un marzo-aprile 2009 35 LEGA NAVALE Occorreva a questo punto effettuare una prova pratica delpendolo compensato, dotato di uno scappamento da lui lo strumento e ad Harrison fu concesso di imbarcarsi con stesso inventato, con i disegni di un cronometro marino la sua creazione sull’HMS Centurion in partenza per Lisboche intendeva realizzare. Harrison chiedeva un finanna per poi ritornare a Londra a bordo dell’HMS Oxford, coziamento per costruire il primo esemplare. mandata dal capitano Roger Man. La Commissione espresse un parere negativo, ma Il collaudo fu del tutto positivo, Edmond Halley, astronomo non solo, ma si rivelò anche reale (quello della cometa) assai utile nel viaggio di ritorche ne faceva parte, intuì gli no nella fase di atterraggio sviluppi che l’idea avrebbe sulle coste inglesi, quando potuto avere e si offrì di preMan stimava di avere avvistastare senza interessi a titolo to di prora Start Point, mentre personale la somma necessaHarrison sosteneva che, seria per iniziare il lavoro. condo i suoi calcoli, doveva Applicandosi con grande tenatrattarsi di Capo Lizard. cia, Harrison durante i succesI fatti dettero torto a Man, il sivi sette anni riuscì a risolvecui rapporto non mancò di inre molti problemi, tra gli altri fluenzare l’Ammiragliato molto quello importantissimo dell’inpositivamente. gombro, sostituendo il pendoLa Commissione dal canto suo lo verticale con un meccaniconcesse ad Harrison il prestismo costituito da due lunghi to da lui richiesto di 500 sterlibracci in ottone con a ciascune pagandogliene subito la na estremità dei contrappesi metà; il saldo gli sarebbe stato di forma sferica; i due bracci dato alla consegna del seconerano vincolati tra di loro da Il Number One esposto nella Navigation Room del National Marittime Museum di Greenwich. I quattro quadranti indicano i giorni, le ore, i do orologio. molle ad elica e costituivano minuti primi e i secondi; pesa 38 kg Il Number Two fu completato un sistema oscillante bilanciaquattro anni più tardi per cui to insensibile alle accelerazioHarrison incassò il saldo ed un ulteriore contributo di 500 ni cui sarebbe stato sottoposto su una nave. sterline. Si mise subito al lavoro per costruire il terzo croCosì, nel 1735 Harrison tornò di nuovo a Londra col suo nometro, usufruendo nel 1746 di altre 500 sterline assemassiccio orologio Number One del peso di 38 kg nel quagnategli dalla Commissione in considerazione del buono le aveva applicato il nuovo principio. La Commissione questato di avanzamento della costruzione sta volta non ebbe difficoltà nel riconoscere che l’oroloL’instancabile orologiaio, ormai conosciuto in tutto il Regiaio stava procedendo nella giusta direzione e rilasciò algno Unito come “Longitude Harrison”, era un perfezionista l’inventore un certificato nel quale dichiarava valido il prine, non ancora soddisfatto dei propri cronometri, anziché cipio adottato, oltretutto rispondente ai dettami dell’”Act passare alla prova in mare in una navigazione verso le of Queen Anne”. 36 marzo-aprile 2009 LEGA NAVALE l’ausilio del cronometro ne aveva calcolato un valore diffeAmeriche (come stabilito dall’”Act of Queen Anne”) preferì rente (14°19’ W) prevedendo con quella rotta l’avvistaimpiegare altri due lustri per effettuare continui miglioramento il giorno successivo. Ciò si verificò puntualmente. menti ai suoi strumenti; il risultato fu il Number Four del Se ritenendo valide la indicazioni tradizionali si fosse actutto simile agli orologi da tasca dei nostri nonni (ma con costato prematuramente, la Depford avrebbe mancato un diametro di 13 cm) terminato nel 1759. Madera ”con conseguenze veAncora due anni di severi colramente spiacevoli – come oslaudi e poi la prova finale per servava con humour tutto brila quale venne designata la tannico una cronaca dell’epoHMS Depford, comandata dal ca – se si pensa che nel fratcapitano Dudley Diggins, che tempo a bordo, per un errore sarebbe dovuta salpare nel nonella fornitura, si era a corto vembre 1761 alla volta della di birra”. Giamaica. Il quasi settantenne Anche se il cambusiere difficilorologiaio non se la sentì però mente avrebbe potuto fare ridi affrontare la duplice traverfornimento di birra in quell’isosata atlantica e delegò il figlio la sperduta (ma si sarebbe Williams. consolato sostituendola con il La Commissione stabilì che la prestigioso vino locale), resta speciale cassa munita di soil fatto che questo primo sucspensione cardanica e di amcesso del Number Four diede mortizzatori contenente il subito la misura dell’affidabiliNumber Four fosse munita di tà del nuovo strumento per quattro serrature delle quali “conservare” il tempo. una fu affidata a Willian HarAll’arrivo a Port Royal, dopo 81 rison e ciascuna dalle altre tre giorni di navigazione, il gruppo al capitano Diggins, al goverIl Number Two venne realizzato nel 1739 che fruttò ad Harrison, fra dei controllori portò il crononatore della Giamaica Sir Littanticipo e un successivo contributo, 1.000 sterline metro a terra per confrontarne leton, imbarcato come pasle indicazioni con quelle otteseggero e ad un ufficiale della nute da osservazioni astronomiche e si constatò che era in Depford. I quattro depositari in tal modo avrebbero dovuritardo di 5 secondi, corrispondenti approssimativamente to essere tutti presenti sia alla lettura che alla carica del ad un errore in longitudine pari ad un miglio (1.852 m). cronometro, in maniera da escludere qualunque manoSenza procedere ad alcuna regolazione qualche settimana missione. dopo si diede inizio al viaggio di ritorno, questa volta a Il viaggio d’andata comprendeva una sosta a Madera, che bordo di una nave più piccola, lo sloop Merlin. dopo nove giorni dalla partenza però non era stata ancora Fu una traversata contrassegnata da un tempo assai duro avvistata. La longitudine della nave, calcolata secondo i sie durata ben 147 giorni durante molti dei quali Harrison si stemi tradizionali era di 13° 19’ W, ma Harrison Junior con marzo-aprile 2009 37 LEGA NAVALE vide costretto a rimanere in una delle cabine del cassero – unica zona relativamente asciutta dello sloop – seduto su una poltrona, tenendo il Number Four appoggiato sulle ginocchia. A Portsmouth fu effettuato un secondo controllo e fu riscontato un ritardo di 1 minuto e 53 secondi. In lotta contro La burocrazia Il 9 febbraio 1765 la Commissione dichiarava che tutte le condizioni poste dall’”Act of Queen Anne” erano state rispettate e versò ad Harrison le rimanenti 7.500 sterline facenti parte della prima metà del premio. Poi incominciò a tergiversare e solo nel 1772, dopo aspre riunioni e dispute legali, il premio fu ufficialmente assegnato, ma non interamente versato, al beneficiario. L’inventore aveva allora 79 anni ed avrebbe meritato almeno l’immediato pagamento delle rimanenti 10.000 sterline. Invece no. Altri intralci burocratici ritardarono ancora la definizione del “caso Harrison”, divenuto ormai un fatto nazionale al punto da fare in- 38 Il Number Three, base di partenza per la realizzazione dei successivi modelli di dimensioni e peso più contenuti, e simili agli odierni cronometri Il Number Four aveva l’aspetto degli orologi da tasca dell’inizio del secolo scorso, anche se di diametro maggiore tervenire addirittura Re Giorgio III sollecitato dallo stesso Harrison, che gli consegnò un Number Five (un Number Four migliorato) collaudato poi personalmente dal Sovrano durante il mese di luglio 1772 con esito più che positivo. Giorgio III sollecitò allora il Parlamento ad approvare una legge per l’immediato pagamento del premio. Tuttavia, nonostante l’autorevolissimo intervento, la corresponsione del denaro avvenne soltanto nel 1775. L’ottantaduenne inventore ebbe però poco tempo per godere il tanto sudato e meritato compenso, poiché morì l’anno successivo, amareggiato anche dalla notizia che il francese Pierre Le Roy, pur ignorando gli studi del collega inglese, aveva costruito nel 1766 un cronometro assai diverso per quanto riguardava lo scappamento – separato dal meccanismo del motore – dotato di un’efficace compensazione automatica delle variazioni di temperatura e assai più semplice del Number Four, ma capace di fornire la stessa precisione. Claudio Ressmann marzo-aprile 2009