La strategia del sorriso
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La strategia del sorriso
PRATICHE La strategia del sorriso Intervista a Silvia Bolzoni a cura di Chiara Lupi Avete presente le supermanager indaffaratissime, che ti concedono mezz’ora, ma non di più, per una velocissima intervista durante la quale la personal assistant sfodera excel e power point mentre squillano tutti i telefoni? Quelle che –giuro mi è capitato– all’affermazione “che bello il suo bimbo!”, guardando il ritratto incorniciato sulla scrivania, rispondono “ormai è grande ma non ho ancora avuto tempo di cambiare la foto…”. Ecco, cancellate questo film. Entro nell’azienda guidata da Silvia Bolzoni, una giovane signora, e, già all’ingresso, percepisco che il sorriso e la gentilezza delle persone che mi accolgono sono il frutto di uno stile manageriale non imposto ma condiviso. L’amministratore unico quasi si stupisce che io la voglia intervistare, si domanda se davvero la sua storia può interessare ai nostri lettori. Si capisce al primo sguardo, dalla tranquillità che trasmette a chi le sta di fianco, che ci troviamo di fronte a una persona concreta e di grande competenza. Una persona che conosce talmente bene il proprio business da non aver l’assillo di budget, previsioni, fogli excel. Sa come si fa, e lo sa insegnare alle persone che lavorano con lei. Partiamo dalla sua storia... Il mio inizio è stato al fianco di Mino Zucchetti, e oggi posso senz’altro dire che si è trattato di un inizio fortunato, infatti è stato proprio lui a insegnarmi i punti fondamentali della gestione aziendale su cui poi, con tanta volontà e sperimentazione, ho costruito la mia personale visione. Ho imparato da lui soprattutto il principio della delega, e il valore della fiducia nei propri collaboratori, un valore non solo dichiarato ma realmente attuato, come io stessa ho avuto modo di sperimentare personalmente. Infatti la mia attività è iniziata presso lo Studio Zucchetti di Lodi –che ha dato poi vita alla Zucchetti, oggi prima software house italiana–, dove inizialmente mi occupavo dell’elaborazione delle paghe. Certo il panorama aziendale allora era molto diverso e lo studio era una realtà gestita da Mino Zucchetti, commercialista attorno al quale ruotava tutto il lavoro e che aveva sviluppato, per svolgere il proprio lavoro, software Hr altamente performanti. L’equilibrio insomma era raggiunto, ma l’imprenditore, che si è sempre contraddistinto per la sua lungimiranza, aveva intuito che occorreva spingersi oltre e proporre i nostri software, in continuo miglioramento grazie agli spunti forniti dal confronto con i clienti, ad altri studi e ad altre aziende. Da questa idea nasce la Zucchetti? Esattamente. L’obiettivo era proporre e vendere applicativi che noi stessi in primis utilizzavamo e, agli albori di questa nuova sfida, Mino Zucchetti mi chiese di occuparmi della diffusione e promozione del software paghe, visto che, utilizzandolo, conoscevo molto bene le caratteristiche del prodotto. L’attività cominciò e, come è noto, la Zucchetti ha immediatamente ottenuto un riscontro positivo da parte del mercato. Ma non è finita qui, un giorno accadde che incontrai un cliente interessato al servizio più che al prodotto… Un’ulteriore metamorfosi? Sì, accogliendo lo spunto innovativo, Zucchetti ha delegato a me l’organizzazione 10 PERSONE&CONOSCENZE N.71 Chi è Silvia Bolzoni Silvia Bolzoni inizia il suo percorso nello Studio di Consulenza Zucchetti, da cui ha preso vita la Zucchetti, oggi prima software house italiana. È in questo periodo che Zucchetti decide di uscire dall’area strettamente consulenziale per affrontare la sfida del software. Silvia Bolzoni assume responsabilità commerciali all’interno del nuovo settore del software Hr per le aziende partecipando all’affermazione del Gruppo sul territorio nazionale. Alla fine degli anni ’90, Silvia Bolzoni lascia il Gruppo Zucchetti per dedicarsi allo sviluppo commerciale del Payroll Outsourcing presso una grande multinazionale americana del settore. Con il bagaglio di questa esperienza, nel 2003, rientra nel Gruppo lodigiano con l’obiettivo di creare una nuova società specializzata in paghe e amministrazione del personale in outsourcing, in grado di differenziarsi dal resto dei competitor per competenza, tecnologia ma soprattutto sensibilità verso il cliente. Nasce così Zeta Service: 150 dipendenti, 5 filiali, 300 clienti, oltre 80.000 cedolini mensilmente elaborati. dell’offerta dei servizi ad aziende medio-grandi, che, normalmente, non rappresentavano il bacino di clientela abituale dello studio e facendo ciò mi ha reso responsabile della mia stessa proposta. Quindi il binomio Zucchetti-Silvia Bolzoni è saldo fin dai suoi inizi? In realtà un momento di sospensione c’è stato. Dopo diciotto anni in Zucchetti mi sono presa una pausa di sei anni durante i quali ho lavorato in una multinazionale specializzata in servizi di outsourcing. Guardare altrove mi ha aiutato a completare la visione del mercato e comprendere le necessità dei clienti in questo ambito. E infatti, è proprio dopo l’esperienza nella multinazionale che ho proposto a Zucchetti di creare Zeta Service, una realtà del Gruppo specializzata nell’amministrazione del personale in outsourcing. La mia proposta è stata accolta e siamo partiti, con tanta competenza alle spalle e tanto entusiasmo davanti, senza calcoli e fogli Excel e solo una chiara strategia: portare le giuste persone all’interno e avere dei clienti soddisfatti. Il vantaggio nel far ciò è stato il fatto di conoscere esattamente quali erano le attese dei clienti e il significato del mio lavoro. Quale è stato il risultato? Una crescita repentina che è stata catalizzata essenzialmente da un fattore: l’ascolto attivo delle esigenze del mercato e dei clienti in servizio così da potere strutturare il nostro modello di Payroll Outsourcing sugli input ottenuti dalle aziende stesse. Inoltre, in modo complementare hanno agito la soddisfazione dei clienti per la qualità del Servizio ricevuto, e quindi il network di referenze che ciò ha generato. Per ottenere questo, non occorrono strategie complicate, è invece essenziale mantenere saldo il vero e unico fondamentale obiettivo: curare il cliente in uno scambio che vada al di là del rapporto fra fornitore/cliente e che sia invece una vera e propria condivisione di valori e obiettivi. Non avremmo potuto far ciò senza le competenze professionali e relazionali delle nostre risorse, il vero elemento chiave di questa impostazione del Servizio, infatti ognuno dei nostri collaboratori si prende cura della propria azienda cliente con competenza e assoluta disponibilità, come se Zeta Service appartenesse ad ognuno di loro. Il cliente si libera di attività che non portano valore aggiunto e si dedica alle attività strategiche per il suo business… Rispondo con la dichiarazione del nostro cliente Rizzoli Ortopedia, inserita nel nostro calendario che ho proprio qui davanti: “Zeta Service ha reso possibile il ‘desiderio professionale’ di ogni operatore di un ufficio del Personale, cioè potersi rilassare su aspetti puramente normativi ed esecutivi dell’elaborazione dei cedolini e potersi dedicare invece con maggiore concentrazione alla gestione e alla valorizzazione delle Risorse umane. Tutto ciò è reso possibile dalla professionalità e gentilezza propria di tutti i collaboratori di Zeta Service e dall’eccellenza dei prodotti software utilizzati per il servizio”. Tutti i clienti sono così fidelizzati? Abbiamo recentemente concluso un ciclo di analisi di soddisfazione e intervistato il 93% dei nostri clienti. I risultati dicono che il 98% si dichiara molto soddisfatto della scelta Zeta Service; il 95% degli intervistati consiglia senza alcun dubbio Zeta Service; il 65% ha dato a Zeta Service un voto maggiore a 8, il 34% dei voti ricevuti è maggiore a 9, l’8% ha dato 10 al servizio. Continuo con altri due dati estremamente significativi: il tasso di fedeltà dei nostri clienti è pari al 99% e inoltre le nostre persone hanno ottenuto un voto medio pari a 9 per competenza, cortesia e disponibilità. Questi voti, già alti, assumono ancora più valore se consideriamo che il nostro lavoro è davvero complicato e ricco di insidie e richiede estrema competenza e attenzione al cliente. PERSONE&CONOSCENZE N.71 11 Le risorse umane sono quindi un elemento centrale della sua strategia? Le risorse umane hanno rappresentato non solo un elemento importante ma anche ciò che, insieme alla tecnologia Zucchetti, ha reso vincente il nostro modello di payroll outsourcing. Ciò che chiediamo a tutti i nostri collaboratori è di generare valore per il cliente che, per tutti noi, è come se fosse in cima all’organigramma. E come fare a generare valore? È importante passare dalla logica dell’offerta di servizi tout court all’essere dedicati ai clienti. I servizi sono offerti dalle persone, che devono essere coinvolte, attente e disponibili. Per far questo occorre non stancarsi mai di comunicare al proprio interno i valori dell’azienda (concretizzati in un decalogo), di viverli attraverso incontri e di trasmetterli anche tramite formazione non solo tecnica ma anche trasversale (corsi di comunicazione, proattività, workshop interni ecc.). Soprattutto, è veramente importante che tutti i manager siano il primo esempio in azienda e che ognuno di loro, ognuno di noi, personifichi i valori che comunichiamo all’interno. Inoltre, i collaboratori sono i protagonisti delle nostre campagne, ci dobbiamo mettere la faccia, come si dice. Coinvolgimento, attenzione… ma anche molta responsabilizzazione ? Certo! Come ricordiamo sempre al nostro interno, dietro al cedolino c’è una persona che deve ricevere un compenso per il lavoro svolto ed è nostra responsabilità fare in modo che questo avvenga correttamente e con l’obbligatoria puntualità. Si tratta di rispetto per i nostri clienti, per i loro dipendenti e per le loro famiglie. Oltre a un impianto valoriale condiviso, cos’altro? La nostra è una strategia basata sull’ascolto: ascoltiamo i nostri clienti e strada facendo impostiamo la rotta. Così l’azienda è cresciuta negli anni. Dedichiamo il medesimo ascolto anche alle nostre persone, che sono per me il cliente più importante e l’ascolto si traduce in attenzione verso le loro esigenze per far sì che stiano bene in azienda: come dice Daniel Goleman “Buon umore significa buon lavoro”. Ascoltando attivamente si fa bene e, anche senza strategie impostate sul guadagno, il risultato poi arriva. In questa logica che premia l’ascolto, come selezionate le vostre persone, quali le caratteristiche che devono avere? Diamo più importanza alla personalità, al carattere e al modo di fare di una persona più che alla competenza in senso stretto, perché la competenza gliela possiamo fornire noi. Offriamo servizi e il servizio è basato sulla relazione: il modo di fare, l’approccio, sono fondamentali. Perché alcuni atteggiamenti devono essere naturali, spontanei, certo la formazione può aiutare, ma a monte 12 PERSONE&CONOSCENZE N.71 cerchiamo di selezionare persone vicine al nostro modo di intendere il lavoro. Riuscire a mantenere la qualità quando si ha un’esplosione di crescita significa che c’è una trasmissione capillare dei valori, che tutti sono rimasti saldi e compatti. Come avete fatto? Quando le persone ricevono attenzione al di là del lavoro, per la vita privata, per quello che fanno, per come stanno, avranno la sensazione di lavorare per qualcosa che appartiene loro. Non abbiamo palestre o asili nido (ancora) ma l’attenzione a volte traspare molto di più da piccole intuizioni ‘dedicate’: diamo la possibilità di lavorare da casa in caso di necessità, forniamo dei servizi per agevolare le piccole commissioni di ogni giorno che a volte diventano impossibili (una figura aziendale che si occupa delle commissioni dei dipendenti, ritiro/consegna auto in officina presso gli uffici, ritiro/consegna lavanderia presso gli uffici, pagamento del trasporto della spesa online ecc.), sosteniamo chi studia con permessi speciali, siamo partner e promotori di un progetto di tutela della maternità ecc… In altre occasioni, davanti a risorse che dovevano cambiare città per motivi personali, abbiamo aperto una nuova filiale pur di non perderle. È grazie a queste iniziative che le nostre persone si sentono davvero parte dell’azienda e che siamo stati riconosciuti per il secondo anno consecutivo un Best Place To Work dal Great Place To Work Insitute. E, questa è un’anticipazione, siamo stati scelti fra le aziende che rappresenteranno l’Italia agli European Business Awards. Io ne sono felice, è molto bello per me vedere come, pur crescendo, tutti continuiamo a diffondere la stessa cura e lo stesso entusiasmo degli inizi. In azienda ci sono molti giovani. Che messaggio dà loro? Ai giovani in azienda comunichiamo in ogni modo di portare le loro idee, la loro creatività e di essere certi del fatto che in Zeta Service c’è spazio per la loro crescita e le loro iniziative. Inoltre tutto il management è impegnato nel trasmettere il valore del ‘far bene’: è la cosa che dà più soddisfazione al singolo individuo e che nell’insieme ha portato al successo Zeta Service. Il mercato non è stato favorevole negli ultimi mesi, qual è stata la sua ricetta per mantenere una posizione solida, con numeri addirittura in crescita? Il buon senso rivolto alla qualità del servizio. Non siamo abituati a lavorare su budget e previsioni, ma guardiamo quello che abbiamo fatto e cerchiamo di individuare delle aree di sviluppo e di innovazione. Cerchiamo di capire le esigenze del mercato, anche monitorando la concorrenza, per cercare di far meglio. Puntiamo alla qualità e al lavoro di valore. E il mercato ci premia.