Metriche evolute per conciliare Risk Management e Crediti Scenario

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Metriche evolute per conciliare Risk Management e Crediti Scenario
Pubblicazione di CRIF / autunno 2012
Metriche evolute per conciliare
Risk Management e Crediti
e ottenere benefici economici e
gestionali: la best practice MPS con CRIF
Scenario dei mutui:
evoluzioni normative e fragilità del mercato,
le analisi e il supporto qualificato di CRIF
Soluzioni IRB per le banche locali:
il Risk Management in outsourcing
Lo sviluppo della relazione
con i clienti nell’esperienza di Cofidis
con il supporto di CRIF
Domanda di credito alle imprese:
l’utilizzo delle informazioni creditizie
per migliorare le performance
delle aziende di credito
I risultati dell’Osservatorio
CRIBIS D&B - FORMAT
sul credit management
Le frodi creditizie costano:
i numeri del fenomeno e le best practice
e soluzioni CRIF per il contrasto
e la prevenzione
La qualificazione delle reti
di mediazione creditizia
per un processo di erogazione più
trasparente e tempestivo dei finanziamenti
Fondo Garanzie (Legge 662/96):
la gestione del processo di valutazione
per i finanziamenti agevolati
Innovazione e sicurezza
delle infrastrutture in CRIF
CRIF e CREACASA firmano un accordo
per le valutazioni immobiliari
CRIF Finance Meeting 2012:
le idee e le azioni per la crescita
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB - Bologna - n. 32, 2012
Credito commerciale sempre più
cruciale per le imprese italiane
Pubblicazione di CRIF
Metriche evolute per conciliare Risk Management e Crediti
e ottenere benefici economici e gestionali: la best practice MPS con CRIF
Cliente: Banca Monte Paschi di Siena
Esigenze: riorganizzare la gestione del credito
retail innovandolo secondo nuove metriche di
valutazione e misurazione del rischio.
Soluzioni: know-how analitico e consulenziale di
CRIF Decision Solutions.
Risultati: nuovo processo integrato e modulare
in cui si conciliano le esigenze e gli obiettivi di
Risk Management e Crediti ottenendo benefici
economici e gestionali.
Banca Monte Paschi di Siena fa parte del Gruppo
Montepaschi, terzo gruppo bancario italiano per
Totale Attivo, Patrimonio Netto e Raccolta Diretta,
che conta circa 31500 dipendenti, 3000 filiali,
oltre 6 milioni di clienti e una quota di mercato
del 9%. I servizi offerti vanno dall’attività bancaria
tradizionale, al Private e Corporate Banking, con
una particolare vocazione per i conti delle famiglie
e delle piccole e medie imprese.
Indicators sono differenti: costo del rischio, time to approval, time to cash e costi operativi dal lato dei
Crediti, predittività degli algoritmi e scostamenti tra previsioni e consuntivo per il Risk Management.
Riuscire a soddisfare tali esigenze all’unisono significa ottenere una maggiore interazione e confronto tra i
due attori protagonisti con minori costi operativi e maggiori benefici gestionali per la banca”.
La soluzione adottata insieme a CRIF
A fronte di queste esigenze Banca Monte Paschi di Siena ha scelto CRIF al fine di riorganizzare il
processo di erogazione crediti. “Attualmente” - continua Manuele Bonora - “abbiamo sviluppato una
soluzione ad hoc con un processo di erogazione articolato su tre diversi moduli. Nello specifico
assieme a CRIF Decision Solutions abbiamo sviluppato il Modulo Erogazione, la cui funzione è
quella di valutare il rischio generale rappresentato dall’operazione di finanziamento al fine di determinarne
l’erogabilità, e il Modulo di Misurazione che effettua una misurazione analitica del rischio di
controparte rappresentato per la banca con output il livello di autonomia richiesto
e la PD prima erogazione. Questi due moduli integrandosi a monte e a valle con il Modulo
Sostenibilità, ma restando ‘indipendenti’ tra loro, forniscono una misurazione consequenziale del
rischio dell’operazione e del portafoglio rispetto all’accettazione, riconciliando insieme i due punti
di vista del credito: con il Modulo di Erogazione quello dei Crediti e con il Modulo di Misurazione
quello del Risk Management. Nel primo caso abbiamo un approccio gestionale: il modulo identifica
nel mercato la clientela potenzialmente accettabile e quella non (forzabile), con una definizione di default
per prodotto o forma tecnica. Il Modulo di Misurazione quindi recepisce in input la clientela che supera
positivamente il filtro del primo modulo. In questo caso, l’approccio è di misurazione del rischio, con il
calcolo della PD di controparte ex-ante legata alla decisione di erogazione”.
Esigenze e obiettivi del progetto
“Nell’ambito retail” - spiega Manuele Bonora,
Responsabile Servizio Politiche e Qualità del
credito Banca Monte Paschi di Siena - “nella
gestione del credito intervengono principalmente
due attori: Risk Management e Crediti, che per
loro natura hanno punti di vista difformi legati a
funzioni obiettivo profondamente diverse. Gli ambiti
e il perimetro di valutazione sono differenti, così
come ciò che producono. Infatti, i Crediti valutano
la clientela/affidamenti potenziali in un perimetro
vasto, che è tutto il mercato, producendo come
risultato la decisione di delibera o rifiuto (mero sì
o no). Dall’altra parte, invece, il Risk Management
valuta la clientela/affidamenti all’interno del solo
portafoglio della banca misurandone il rischio”.
“Attualmente” - continua Manuele Bonora “nella gestione del credito retail l’innovazione
nelle metodologie di delibera ha creato alcune
opportunità di avvicinamento e contaminazione dei
due attori, ma gli sviluppi sono spesso indipendenti
tra le metodologie di valutazione degli affidamenti
e quelle dei modelli di misurazione del rischio.
Così, le soluzioni che ne possono scaturire parlano
linguaggi diversi: i Crediti sviluppano griglie di
scoring o acquistano soluzioni da provider esterni
puntando alle decisioni di delibera che non si
sposano con le esigenze di misurazione, mentre il
Risk Management sviluppa modelli di rating per la
misurazione del rischio che non considerano il filtro
di selezione fatto dai Crediti e che sono spesso
poco fruibili a fini di erogazione per la tipologia di
informazioni utilizzate (dati andamentali interni)”.
“Bisogna quindi prendere in considerazione” sottolinea Manuele Bonora - “esigenze e KPI di
questi due principali attori coinvolti nell’attuale
gestione del credito retail. Lato Crediti, le esigenze
sono quelle di incrementare l’efficienza operativa
tramite una migliore gestione del workflow del
processo di erogazione con automazione sia del
calcolo dei livelli di delibera sia dell’indirizzamento
degli organi deliberanti, di ridurre i costi attraverso
l’automazione delle decisioni di delibera, la
flessibilità e reattività delle politiche e la coerenza
e semplicità di regole e strategie. Per il Risk
Management, le esigenze primarie sono invece
una corretta misurazione e una valutazione
conservativa del rischio, tramite l’utilizzo di variabili
statisticamente significative, la definizione di
standard chiari per gli override e il rispetto dei
criteri normativi.
Di conseguenza, anche i Key Performance/Risk
2
La soluzione CRIF/MPS adottata
Processo di erogazione articolato su tre moduli indipendenti, sviluppati ad hoc
secondo le specifiche esigenze, con consequenzialità della misurazione rispetto all’accettazione
Modulo
Funzione
Obiettivo
• Valutazione del rischio
generale rappresentato
dalla operazione di
finanziamento
• Determinazione dell’erogabilità
(accettabile/non accettabile)
2) Modulo di
Sostenibilità
• Valutazione della capacità
della controparte di
sostenere gli impegni
finanziari richiesti
• Determinazione dell’impegno
massimo sostenibile presente
e futuro
• Determinazione della
sostenibilità presente e futura
3) Modulo di
Misurazione
• Misurazione analitica del
rischio di controparte
rappresentato per la banca
• Livello di autonomia richiesto
• PD prima erogazione
1) Modulo di
Erogazione
Focus odierno
Focus odierno
La soluzione proposta:
La riconciliazione dei due punti di vista
“Nella soluzione così elaborata, vi è un’interazione circolare. Il Modulo di Erogazione fornisce il supporto
alla decisione di delibera di un affidamento mediante una risposta positiva o negativa, ma basata su
un punteggio. Tale punteggio entra fin dalle fasi di sviluppo nel Modulo di Misurazione che fornisce la
misura dell’entità del rischio accettabile, prima della delibera dell’affidamento. La misurazione del rischio
preesistente contribuisce a sua volta a stabilire la risposta del Modulo di Erogazione”.
I benefici economici e gestionali
“L’elemento fondamentale è stato l’utilizzo di metriche evolute di impatto sul conto economico per
la valutazione della performance dei nuovi modelli, per determinare l’utile/ROI delle pratiche deliberate
e il montante di provisioning identificato nell’area di rifiuto e fissare cut-off sugli score di erogazione
e sostenibilità. Il Conto Economico è infatti uno strumento funzionale sia alla corretta impostazione
metodologica che di supporto operativo” - conclude Manuele Bonora. “Come evidenze dai benefici,
abbiamo stimato un incremento significativo dei default nell’area di rifiuto, una riduzione significativa
del rischio sui nuovi flussi erogati e un impatto positivo sul ROI delle pratiche deliberate. Inoltre, dal
punto di vista dei benefici gestionali, si sono stimati molteplici effetti positivi: guadagni di efficienza
(identificazione delle pratiche a basso rischio e alta sostenibilità per delibera automatica, pratiche ad
altissimo rischio e bassa sostenibilità per rifiuto automatico e trasparenza sulle decisioni), guadagni nel
ciclo di vendita (maggiore velocità del processo decisionale, aumento del volume di pratiche valutate e
soddisfazione del cliente) e nell’efficienza e qualità decisionale, con controllo e contenimento del rischio
atteso e incremento della profittabilità attesa sul deliberato”.
Per maggiori informazioni: [email protected]
autunno 2012
Scenario dei mutui: evoluzioni normative e fragilità del mercato,
le analisi e il supporto qualificato di CRIF
Lo scenario del mercato dei mutui a livello europeo e nello specifico del
contesto italiano evidenzia un quadro di fragilità e contrazione sia dal punto
di vista della domanda che dell’offerta. A seguire vengono approfondite le
evidenze delle ultime analisi realizzate da CRIF sull’andamento e le prospettive
del mercato e come prepararsi per essere compliant ed efficienti.
Mercato europeo del credito alle famiglie e impatti della proposta
di Direttiva sul credito relativa agli immobili residenziali
CRIF ed Efma hanno realizzato uno studio originale sul mercato europeo del
credito alle famiglie e sugli impatti che potrebbero derivare dall’adozione della
proposta da parte della Commissione Europea di direttiva sul credito relativa
agli immobili residenziali.
Il quadro che emerge dalle interviste a principali player del credito operanti in
13 differenti paesi europei conferma una sostanziale fragilità del mercato dei
mutui residenziali, sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta, con i
requisiti di Basilea 3, la carenza di liquidità e l’incertezza circa il superamento
della congiuntura economica negativa che contribuiscono a incrementarne la
debolezza. Nello specifico, per il 54% dei partecipanti la crisi di liquidità sarà
uno dei fattori chiave che avrà un impatto negativo sulle nuove erogazioni di
credito anche nel prossimo futuro, mentre il 46% ha dichiarato che i requisiti
di capitale influenzeranno negativamente l’offerta di mutui. Relativamente
alle previsioni su come potrebbe evolvere il mercato dei mutui, per il 61% dei
rispondenti uno sviluppo di canali alternativi di erogazione sarà improbabile
così come cambiamenti nella relazione tra enti erogatori e compagnie di
assicurazione (46%), mentre una quota del 50% prevede un miglioramento
nella consapevolezza dei consumatori rispetto al loro livello di indebitamento e
nella capacità di confrontare differenti offerte di credito.
a partire dal quarto trimestre 2010, con un primo lieve rimbalzo positivo nel
secondo trimestre 2012. La domanda di mutui ipotecari da parte delle famiglie
italiane è calata del 19% complessivo nel 2011 rispetto al 2010. Nei primi
8 mesi del 2012 secondo il Barometro CRIF il numero di domande di mutui
ipotecari da parte delle famiglie italiane mostra una contrazione pari al 44%
rispetto al pari periodo del 2011.
Nei prossimi anni l’evoluzione del credito sarà ancora condizionata da un lato
dalla debolezza delle condizioni finanziarie delle famiglie, dall’altro dalle criticità
sul fronte del funding. A fronte di prospettive di ripresa economica modeste, lo
scenario delineato dall’Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia nei prossimi
anni si caratterizza per una domanda di credito ancora molto debole e per
politiche di offerta particolarmente selettive, orientate al mantenimento della
qualità del credito e alla necessità di conseguire il rafforzamento patrimoniale.
Diventa, di conseguenza, fondamentale per gli operatori la “conoscenza” del
cliente, per il contenimento della rischiosità in fase di erogazione e la gestione
della relazione aumentando la capacità di cogliere e finanziare i nuovi bisogni
delle famiglie e fare business.
Per maggiori informazioni: [email protected]
Per quanto riguarda il tema della valutazione degli immobili, la proposta di
direttiva non presenta significativi cambiamenti rispetto alle regolamentazioni
vigenti; ciononostante, dalla ricerca CRIF-Efma è emerso che, secondo il
48% dei rispondenti, gli enti erogatori otterrebbero benefici significativi
da una disposizione per la quale venisse assicurato l’impiego di valutatori
in grado di dimostrare competenze e qualità compliant con gli standard
nazionali e internazionali di valutazione.
La stragrande maggioranza degli intervistati (74%) ritiene anche che
dovrebbe essere incoraggiata la possibilità per gli enti erogatori di
accedere e utilizzare fonti informative indipendenti e certificate per
verificare redditi, risparmi e altre obbligazioni finanziarie del cliente utili
alla valutazione della sua affidabilità creditizia, cosa che avrebbe un effetto
positivo sulla concessione del mutuo. In particolare, queste informazioni
potrebbero comprendere dati esterni sulle abitudini di indebitamento, sul profilo
di gestione dei crediti, sugli scoperti di conto e sull’utilizzo di credito revolving,
sul livello complessivo di indebitamento e sulla propensione al credit shopping,
al rifinanziamento e alla richiesta di credito a più di un istituto bancario.
D’altro canto, seguendo la Direttiva sul Credito al Consumo approvata nel
2008, uno degli obiettivi dell’attuale proposta di direttiva sui mutui residenziali
mira proprio a promuovere pratiche di Responsible Lending e a garantire
che la valutazione dell’affidabilità creditizia dei clienti sia gestita in maniera
appropriata. A questo riguardo, gli indicatori di sostenibilità creditizia
dovrebbero essere utilizzati non solo in fase di accettazione, ma
andrebbero proficuamente estesi anche alla gestione del portafoglio per
predire situazioni di insolvenza e permettere agli istituti finanziari di intervenire
proattivamente.
Domanda e offerta di mutui in Italia
A partire dalla seconda metà del 2011 il mercato dei mutui alle famiglie ha
evidenziato un progressivo rallentamento, riflettendo il peggioramento sia del
clima di fiducia sia delle prospettive sul mercato degli immobili residenziali.
Secondo le analisi dell’ultimo Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia sul
Credito al Dettaglio, i flussi di nuove erogazioni finalizzate all’acquisto di
abitazioni nel 2011 hanno evidenziato una contrazione pari al -9,1% rispetto
all’anno precedente, che è aumentato fino al -47% nei primi tre mesi del
2012, con il rischio di credito del segmento mutui che mostrava un trend di
stabilità alla fine del 2011, confermato poi anche nel primo trimestre del 2012 e
prevalentemente correlato alla proroga della moratoria. Nello specifico, il tasso
di default a settembre 2011 si è attestato all’1,6%, livello che rimane invariato
per i trimestri successivi (sempre 1,6% a marzo 2012).
Le evidenze recenti del Barometro CRIF sulla domanda di credito e la Bussola
Mutui, realizzata in collaborazione con MutuiSupermarket, sottolineano una
vertiginosa discesa del numero di domande di mutui da parte delle famiglie
3
La formazione mirata di CRIF sui mutui
Per approfondire il tema dei mutui immobiliari, per le famiglie e le imprese,
CRIF Academy, la Business School di CRIF certificata ISO 9001-2008 Settore EA 37 per i processi formativi, propone il 13 novembre il corso
di formazione: “Contratti mutui: le novità normative e come essere
compliant ed efficienti”.
Il corso, rivolto ai professionisti di banche e società finanziarie che si
occupano di credito e mutui, approfondisce gli interventi e le evoluzioni
normative in materia, analizza i trend e le opportunità del mercato del credito
immobiliare e presenta le metodologie e le best practice adottate dai top
player del mercato per la gestione dei contratti di mutuo e del rapporto
con il cliente. Ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di partecipazione
nominativo.
La partecipazione ai corsi CRIF Academy può essere finanziata fino al 100%
tramite i Fondi Interprofessionali (FONDIR - FBA - FONCOOP - FORTE).
Per maggiori informazioni e per conoscere l’offerta completa dei corsi di
per i professionisti
del credito: [email protected].
Per formazione
maggiori informazioni:
[email protected]
Pubblicazione di CRIF
Soluzioni IRB per le banche locali: il risk management in outsourcing
In materia di soluzioni IRB, la Banca d’Italia indicava qualche anno fa di
“attendersi che tutti i gruppi bancari italiani con patrimonio tier 1 consolidato
superiore a € 3 mld adottino gli approcci basati sui modelli interni”.
Se a livello istituzionale i modelli avanzati di rating erano suggeriti per le banche
di dimensioni maggiori, nel mondo accademico si è ravvisato fin da subito come
tali modelli avanzati fossero convenienti per un’ampia platea di banche anche di
dimensioni minori.
Infatti, sull’evoluzione e benefici dei sistemi IRB sempre Banca d’Italia (Credito
e valutazione del rischio, intervento di Stefano Mieli, Direttore centrale per
la Vigilanza Bancaria e Finanziaria Banca d’Italia, Milano, marzo 2011) ha
più recentemente affermato che “Le piccole banche valutano il merito di credito
utilizzando in misura significativa le informazioni raccolte dal rapporto diretto
con i clienti e dall’inserimento nelle comunità di appartenenza (…) riguardo al
modello ‘piccole banche’ il primo limite è che il grado di efficienza con cui questa
tipologia di intermediari alloca le risorse è fortemente influenzato dal contesto
esterno. Accanto al localismo virtuoso esiste anche un localismo pericoloso, che
si manifesta quando la banca è catturata dal territorio di appartenenza e perde la
capacità di valutare efficacemente il profilo di rischio della clientela (…); banche
grandi e piccole devono porsi il problema della combinazione più efficace di
informazioni qualitative, dati quantitativi, analisi prospettiche (…)”.
Le evidenze di un’analisi empirica
Sulla base dell’esperienza progettuale di CRIF con i player italiani e internazionali
di ogni segmento, l’adozione di sistemi di rating interno risulta conveniente in
termini gestionali praticamente per tutti i soggetti operanti nel settore del credito,
oltre che per il sistema nel suo complesso.
CRIF ha recentemente realizzato un’analisi empirica, rilevando la qualità
dell’esposizione delle varie tipologie di istituti bancari e creditizi attraverso la
classificazione del rischio misurata da Perform - il Credit Bureau Score di CRIF sul portafoglio in essere a maggio 2012.
Incidenza delle classi di score a rischio alto
(Credit Bureau Score di CRIF)
35,00%
30,00%
25,00%
di risk management che copre ognuna delle componenti chiave: credit policy,
rating policy e decisioning tools.
Credit policy e principi guida
La soluzione CRIF mira alla definizione delle linee guida operative che
supportano tutte le attività che generano rischio di credito per l’istituto.
In particolare si fonda su un approccio strutturale complessivo alle policy
che, dal macro al micro, copre:
• la definizione delle “regole chiave” della banca (assumere le adeguate
garanzie e governare il pricing coerentemente con il rischio) e le indicazioni di
governo del posizionamento creditizio in funzione della visione
micro-macroeconomica dell’anno di riferimento (es. estero, valuta, ecc.);
• viste di settore con definizione delle priorità di intervento sulla base delle
prospettive di miglioramento/peggioramento del rischio;
• le linee guida di sviluppo settoriale (conservativo/espansivo) in funzione di
outlook di mercato e del posizionamento attuale di rischio di portafoglio;
• politiche creditizie per tipologia di clientela in funzione delle caratteristiche
delle controparti;
• indirizzi sulla concessione del credito e di acquisizione dei fattori mitiganti per
forme tecniche di breve e medio lungo termine.
In particolare, CRIF può effettuare analisi d’impatto sia a livello macro che
di portafoglio e mettere a disposizione outlook di mercato con PD settoriali
elaborati dalla CRIF Credit Rating Agency, la prima e unica CRA italiana
registrata in EU.
Rating policy: datawarehouse del credito e stima della PD
Grazie al proprio know-how analitico e patrimonio informativo, CRIF supporta
l’istituto di piccole dimensioni nella costruzione di un modello di dati
strutturato dei processi di rating interno e in un sofisticato processo di stima
della PD: dalla fase di costruzione degli archivi e dei campioni di sviluppo, alla
realizzazione della suite di modelli e funzioni di stima, fino alla mappatura della
PD stessa (master scale). La banca può in questo modo fornire alle proprie
operation strumenti di credit risk management evoluti di supporto alle decisioni
in ogni fase del ciclo del credito (origination, monitoring, collection).
Nello specifico CRIF Decision Solutions ha competenze consolidate sul
mercato italiano e internazionale per sviluppare e validare le scorecards
(application, comportamentali, collection), monitorare l’efficacia (performance e
stabilità) dei modelli nel tempo e svolgere le necessarie attività di manutenzione
e monitoraggio.
20,00%
15,00%
10,00%
5,00%
0,00%
Banca
Banca
grande maggiore
Banca
media
Banca
minore
Banca
piccola
Banca di
Confidi
credito
cooperativo
Fonte: CRIF
Tali evidenze hanno confermato che esiste una correlazione inversa tra
rischio e dimensione dell’intermediario finanziario. Inoltre, le banche di
piccole dimensioni hanno fatto registrare una quota di esposizione ad alto
rischio leggermente più elevata del sistema territoriale di riferimento. Questi
risultati mostrano, quindi, una palese convenienza ad adottare un sistema di
rating interno avanzato anche per gli istituti di dimensioni minori. Tuttavia la
dimensione della banca può rappresentare un ostacolo al passaggio a sistemi
IRB avanzati principalmente per le difficoltà a soddisfare i requisiti relativi a:
• dati - la messa a punto di sistemi di rating interni richiede la presenza di
serie storiche consistenti (5-7 anni), di elevata qualità e opportunamente
organizzati in data base specifici;
•s
istemi IT - i processi derivanti dai sistemi di rating interno devono poter
assicurare l’integrità dei dati processati, la tempestività e la diffusione alle
aree organizzative e funzionali interessate;
• organizzazione - la banca deve adottare un assetto organizzativo e funzionale
compliant (risk management, validazione, verifica integrità dei dati, ecc.).
Gran parte di queste barriere possono essere efficacemente superate tramite
soluzioni e una logica di outsourcing di processi e funzioni.
Il supporto CRIF per il risk management in outsourcing:
caratteristiche e benefici
Sulla base dell’esperienza e di competenze maturate in oltre vent’anni di
supporto per la gestione del credito, CRIF propone un framework metodologico
4
IT: scoring e strumenti di decisioning per l’implementazione operativa
Con la suite messa a disposizione da CRIF il Credit Risk Department
dell’istituto beneficia di tutti gli strumenti IT necessari per lo sviluppo e
l’implementazione dei sistemi di rating, l’esecuzione delle strategie e delle
policy rules, fino alla generazione del reporting. CRIF supporta infatti l’azienda
di credito nel disegno del processo di credit application per la clientela retail
e PMI e mette a disposizione soluzioni di decisioning che aiutano gli istituti a
costruire applicazioni flessibili in outsourcing o anche in house (es. input/output
PEF - gestionali interni/dispatcher, Data model, Motori di calcolo, Toolset
analitico per lo sviluppo/validazione e monitoraggio dei modelli di scoring).
Le analisi di credit risk reporting
CRIF mette inoltre a disposizione servizi di reporting capaci di coniugare la
vista interna - sull’andamento ed evoluzione dei principali Key Risk Indicators
(es. performance di recupero, evoluzione del costo del rischio) - e la vista
esterna (es. tendenze di mercato in termini di domanda ed erogato per forma
tecnica, dinamiche territoriali, evoluzione della rischiosità, gestione delle
insolvenze in fase di collection, ecc.) massimizzando l’utilizzo e il valore dei
dati esterni messi a disposizione dal patrimonio informativo CRIF, unico in
Italia. L’obiettivo in quest’ambito è garantire al Top Management un reporting
e benchmarking accurato e tempestivo, fruibile come vero e proprio cruscotto
direzionale dell’attività e delle performance.
Nel suo complesso la soluzione CRIF in outsourcing è offerta in una logica di
trasparenza e, quindi, di trasferimento di know-how basato sul training delle
funzioni interessate. Gli strumenti di analisi forniti consentono agli istituti di
aumentare il presidio e governo dei vari processi del credito, dall’erogazione
alla collection. CRIF supporta inoltre le aziende di credito nella lettura delle
analisi e nell’impostazione delle azioni. In questo modo, l’approccio CRIF
di Risk Management in Outsourcing permette di ovviare ai limiti legati
alle dimensioni dell’istituto permettendo di cogliere le convenienze sia
regolamentari che gestionali dell’adozione di sistemi di rating interno avanzato.
Per maggiori informazioni: [email protected]
autunno 2012
Lo sviluppo della relazione con i clienti
nell’esperienza di Cofidis con il supporto di CRIF
Cliente: Cofidis
Esigenze: sviluppo della relazione con la
clientela affidata contenendo il rischio e in ottica
di credito sostenibile e responsabile.
Soluzioni: EURISC Scout (con utilizzo degli
indicatori Perform, Indicatore di Tensione
Finanziaria, Rata Sostenibile).
Risultati: redemption del progetto test (+6% di
media) superiore anche all’incremento fissato
come obiettivo iniziale, con ritorno pienamente
soddisfacente dell’investimento in termini
di riduzione costo/contatto e sviluppo della
relazione con la clientela affidata.
Una gestione del portafoglio realmente efficace
e compliant con la nuova Direttiva sul Credito al
consumatore richiede una conoscenza completa
dei clienti. In questo articolo viene presentata
l’esperienza concreta di Cofidis nello sviluppo
della relazione con la clientela affidata contenendo
il rischio e in ottica di credito sostenibile e
responsabile attraverso il supporto delle soluzioni
CRIF. “Per affrontare al meglio il difficile scenario
economico tra il 2008 e il 2010 la strategia dell’intero
Gruppo Cofidis si è modificata focalizzandosi su una
politica di fidelizzazione della clientela che tenesse
conto dell’evoluzione dei tempi e delle cambiate
esigenze delle famiglie” - spiega Giulia Garlando,
Direttore Marketing – Direzione Marketing &
Fidelizzazione di Cofidis.
Le esigenze
Nel citato contesto competitivo, le esigenze di
Cofidis erano sintetizzabili in:
• indirizzare alla clientela un’offerta realmente ad
hoc, nel momento giusto;
• “ animare” la relazione con la parte selezionata di
clientela con un buon merito creditizio;
• fi
delizzare un portafoglio di qualità;
•d
ifferenziare le offerte in base ai vari nuovi cluster
che sarebbero emersi dal progetto di analisi.
“Logicamente l’obiettivo delle operazioni di
cross-selling e fidelizzazione che stavamo
impostando era quello di ottenere delle performance
superiori a quelle abituali con gli indicatori interni
e, in particolare, avevamo posto come risultato una
redemption attesa del +5%. Si è aperto, quindi, il
tavolo di lavoro con CRIF che ci ha dato consulenza
e seguito passo passo nello sviluppo di una
‘campagna test’. Abbiamo, così, identificato quelli
che potevano essere gli indicatori da utilizzare per
sviluppare la relazione con la clientela mantenendo
al contempo sotto controllo la rischiosità. L’obiettivo
era sviluppare una strategia di fidelizzazione
che portasse a dei risultati anche in termini di
performance e che configurasse una relazione con
il cliente adatta sia a quelle che erano le esigenze
del momento sia a quella che erano i nuovi requisiti
della normativa sul credito al consumo” - continua
Garlando.
La soluzione scelta
Per raggiungere i propri obiettivi Cofidis ha scelto
EURISC Scout, la soluzione di CRIF che consente
di valorizzare il portafoglio con indicazioni di azioni
mirate sui bisogni dei clienti e sulle specificità
del loro rapporto con l’istituto, attraverso uno
“scouting attento e intelligente” del profilo di
rischio attuale e della sua evoluzione nel tempo
rintracciabile in EURISC.
“La scelta di CRIF rispetto ad altre soluzioni presenti
sul mercato è stata guidata fondamentalmente
5
proprio dal fatto che si fondava sull’utilizzo di indicatori specifici per lo sviluppo della relazione e il controllo
del rischio, in grado di consentirci di perseguire una strategia di fidelizzazione performante e permetterci
di raggiungere una relazione con il cliente in linea con le nuove esigenze e dinamiche di mercato e al
contempo con il nuovo scenario normativo”. Le dimensioni analizzate da Cofidis sulla clientela affidata
tramite gli indicatori “ingredienti” della soluzione EURISC Scout di CRIF hanno riguardato le dimensioni
del rischio creditizio, con il Credit Bureau Score Perform, lo stress finanziario, con l’Indicatore di
Tensione Finanziaria di CRIF, e la sostenibilità del finanziamento con l’indicazione dell’importo della Rata
Sostenibile calcolata sui dati del SIC di CRIF. In particolare, l’utilizzo combinato di Perform e dell’Indicatore
di Tensione Finanziaria ha permesso non solo di individuare e selezionare la clientela in base all’attuale
profilo di rischio di credito ma anche quella che manifestava, sulla base del proprio comportamento recente,
segnali di ‘tensione’ dal punto di vista della propria gestione dell’indebitamento. Sulla clientela con un
buon merito creditizio e solida dal punto di vista della gestione del bilancio familiare e dell’indebitamento,
che rappresentava il 44,8% del portafoglio di Cofidis, è stato infine calcolato - a partire dalle informazioni
creditizie presenti nel SIC - l’importo mensile della rata sostenibile per sviluppare la relazione 1 to 1 con il
cliente per rispondere a nuove esigenze di credito senza comprometterne l’equilibrio finanziario, in linea con
quanto richiesto dalla Consumer Credit Directive.
I risultati ottenuti
Nel 2010 il progetto test sviluppato da Cofidis insieme a CRIF ha riguardato un campione di circa 2.000
clienti e ha portato, tramite proposte mirate, a redemption del +4% sui clienti “gold” e del +8% sui “top”, con
un incremento del ticket medio erogato del +25%.
“Il progetto è stato condiviso tra l’Area Marketing e il Dipartimento Rischio di Cofidis e la consulenza
esterna, ma direi quasi interna, di CRIF perché abbiamo collaborato molto proficuamente. Abbiamo scelto
CRIF innanzitutto per la fiducia nel partner, con cui collaboriamo da anni sul fronte della gestione del
credito. I risultati ottenuti grazie a EURISC Scout e i motivi di successo della collaborazione con CRIF sono
sintetizzabili in una soluzione ‘unica’ ‘chiavi in mano’ - oltre al servizio, il supporto consulenziale del team
esperto CRIF con la possibilità di misurare rischio/indebitamento/sostenibilità di ogni singolo cliente - e
‘compliant’ con la Direttiva sul Credito al Consumatore. Abbiamo ottenuto anche dei risparmi sui costi
di produzione e postalizzazione e benefici in termini di ROI con la riduzione del costo-contatto, oltre a
redemption più elevate sia in termini di risposta che di tassi di accettazione. La performance media ottenuta,
+6%, è stata infatti superiore anche all’obiettivo sfidante che avevamo fissato” - conclude Garlando.
La soluzione CRIF scelta da Cofidis: i benefici ottenuti
Invio mailing solo ai nominativi pre-selezionati
Saving costi
produzione e postalizzazione
Redemption più elevate in termini di
risposta e di tasso di accettazione
Obiettivi prefissati raggiunti
redemption media +6%
Importi medi erogati più elevati
Maggiore redditività +25%
Ritorno sugli investimenti superiori
rispetto alle precedenti campagne
Diminuzione costo contatto cliente
Per maggiori informazioni: [email protected]
Corso CRIF Academy “L’ABC DELLO SCORING:
lo score tra tradizione e innovazione”, 23-24 ottobre
L’incertezza derivante dalla congiuntura economica negativa, le evoluzioni normative e la necessità
di indirizzare politiche personalizzate alla clientela pongono l’esigenza di utilizzare strumenti statistici
altamente performanti per contenere il livello di rischio di credito e/o sviluppare al meglio il portafoglio.
Cos’è lo scoring e quali sono i suoi ambiti di utilizzo? Quali dati “alternativi” migliorano le performance
dei modelli? Come sviluppare e monitorare un modello di scoring nei processi di credito e marketing?
A queste domande fornisce risposta il corso “L’ABC dello scoring” organizzato da CRIF Academy, il
team CRIF certificato UNI EN ISO 9001-2008 Settore A37 per i processi formativi in collaborazione con
gli specialisti di CRIF Decision Solutions, la società del gruppo CRIF leader in Italia nello sviluppo di
modelli di scoring sistemi decisionali.
Chi non deve mancare
Credit e risk analyst e manager di banche, società finanziarie, confidi e assicurazioni e tutti coloro
che all’interno della propria organizzazione si stiano avvicinando o già utilizzano modelli di scoring nei
processi di credito e/o analisi di rischio (sinistri).
Per maggiori informazioni: [email protected]
Pubblicazione di CRIF
Domanda di credito alle imprese: l’utilizzo delle informazioni creditizie
per migliorare le performance delle aziende di credito
Il numero di finanziamenti richiesti da parte delle imprese italiane (analizzati sulla
base delle anagrafiche riconducibili sia a imprese individuali sia a società di
persone e capitali) nei primi otto mesi del 2012 ha fatto registrare una sostanziale
stabilità rispetto al corrispondente periodo del 2011 (+0,3%), che si mantiene
anche in riferimento agli anni precedenti. La rilevazione mensile di agosto non
solo ha confermato l’andamento positivo degli ultimi mesi ma ha fatto registrare
un incremento in doppia cifra, +12% ponderato a parità di giorni lavorativi
rispetto allo stesso mese del 2011. Non succedeva da gennaio 2011 (quando
l’incremento era stato del +10%) e per trovare una variazione mensile più
sostenuta bisogna tornare indietro addirittura fino ad agosto 2010 (+12%).
La domanda di credito tra Imprese Individuali e Società mostra un trend
sostanzialmente identico, con la già evidenziata inversione di tendenza a partire
dall’inizio dell’anno.
Queste evidenze emergono dal Barometro CRIF sulla domanda di credito da
parte delle imprese italiane, elaborato sulla base del patrimonio informativo di
EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF.
La valutazione delle imprese
La valutazione delle imprese rappresenta oggi un tema di rilievo per le aziende
di credito non solo per le decisioni legate alle strategie di massimizzazione
degli impieghi e minimizzazione del rischio di credito. L’incremento delle
richieste di finanziamenti da parte delle imprese si incrocia con la sostanziale
cautela da parte degli istituti di credito che, in questa fase ancora caratterizzata
da una grande incertezza e da modeste prospettive di ripresa, a loro volta si
trovano a dover fare i conti con i vincoli e i costi del funding, requisiti di capitale
più stringenti e la rischiosità dei propri portafogli di clientela.
Le aziende di credito hanno la necessità di convogliare le risorse finanziarie
verso quelle imprese meritevoli, con situazioni economiche strutturalmente
solide in grado di assicurare una continuità di azione imprenditoriale virtuosa
nel tempo. In questo contesto la valutazione e analisi congiunta delle
informazione pubbliche, commerciali e creditizie sia quantitative che
qualitative sembra essere l’unica in grado di fornire una vista completa e
aggiornata del livello complessivo di indebitamento e del grado di solidità
e solvibilità dell’impresa in ottica presente e futura.
È consolidato sul mercato che l’utilizzo dei SIC - i Sistemi di Informazioni
Creditizie - produce un “effetto virtuoso” sulla qualità del portafoglio dei
lenders.
La profondità e la predittività delle informazioni creditizie consentono di:
• v alutare efficacemente l’affidabilità del soggetto che richiede credito e del suo
comportamento creditizio;
•m
isurare in modo puntuale il rischio che si assume l’azienda di credito a
fronte di una nuova erogazione.
CRIF ha di recente svolto un originale studio che comprova come l’utilizzo
consapevole delle informazioni creditizie nella valutazione delle imprese
produca un effetto virtuoso sulla qualità del portafoglio e sul contenimento
dei costi, cercando di ricreare le condizioni per isolare gli effetti derivanti
dall’utilizzo di EURISC - il SIC di CRIF - e osservarlo indipendentemente dalle
altre cause che possono influenzare il rischio di credito.
Gli interessanti risultati, che sono sintetizzati nel paragrafo successivo,
I numeri di EURISC – il SIC di CRIF
EURISC raccoglie oltre 78 milioni di posizioni creditizie di cui oltre 8 milioni
attribuite a utenti business (sia imprese individuali sia società di persone e
di capitali con tassi di significatività maggiori del 90%), e al suo interno sono
gestite tutte le tipologie di finanziamento indipendentemente dall’importo.
Per questi motivi EURISC è ogni giorno utilizzato da oltre 690 aziende
di credito (100% banche operanti in italia secondo la relazione annuale
di Banca d’Italia maggio 2011, il 100% delle società finanziarie associate
ad Assofin, il 70% delle associate Assilea e il 100% delle federazioni di
AssoConfidi) per la valutazione, il monitoraggio e il recupero crediti.
Nello specifico un Credit Report di EURISC contiene oltre 200
informazioni e oltre 20 indicatori statisticamente robusti e predittivi tra
cui PERFORM, il Credit Bureau Score di CRIF lo standard sul mercato italiano
per la definizione del merito creditizio e l’indicatore geo-settoriale Industry
Risk. Grazie al mix della potenza informativa del SIC EURISC con i dati di
SOSE-Soluzioni per il Sistema Economico, la società per gli studi di settore
partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Banca d’Italia,
all’interno di EURISC sono inoltre disponibili più di 50 indicatori di
benchmark su tutte le imprese italiane.
6
Credito alle imprese e benefici dell’utilizzo delle informazioni creditizie:
i risultati di un’analisi
EURISC, il SIC di CRIF, gestisce tutte le forme di finanziamento e tutte le
tipologie di soggetti, garantendo una copertura informativa unica in Italia sia
su famiglie che imprese. I partecipanti al SIC hanno reso via via più completo
lo scambio informativo con EURISC sulla base del principio di reciprocità
informativa, che regola l’accesso al sistema e impegna il Partecipante alla
contribuzione mensile delle informazioni legittimandolo al tempo stesso,
senza obbligo di accesso alla visualizzazione della credit history del soggetto
richiedente credito.
Fatta questa premessa, è stata effettuata un’analisi che ha preso in
considerazione un campione di Partecipanti rappresentativo dell’intero Sistema
e suddiviso in due gruppi principali:
• un gruppo di enti che hanno un utilizzo costante e completo di EURISC
(gruppo A);
• un gruppo di enti che ne hanno un utilizzo solo parziale (gruppo B).
A livello metodologico, le due popolazioni sono state identificate in modo da
escludere le Banche che non manifestassero nettamente le caratteristiche di
appartenenza ad uno dei due gruppi. Per definire l’appartenenza ai gruppi è
stato valutato il rapporto tra il numero di finanziamenti valutati online su
EURISC e il numero di finanziamenti contribuiti con i flussi mensili.
Gli appartenenti al gruppo A hanno un rapporto maggiore o uguale a 0,8,
quelli del gruppo B presentano valori inferiori allo 0,5: non sono stati
considerati Enti partecipanti con rapporto intermedio tra le soglie definite.
Nell’analisi dei risultati ottenuti dai due gruppi di Enti Partecipanti, con
particolare attenzione al segmento Imprese, sono state confrontate le
performance delle pratiche erogate a imprese dal 1 gennaio 2010 al 30 giugno
2010 per verificare se ci fossero differenze significative tra i due gruppi nei
livelli di insolvenza. La performance è stata considerata a marzo 2012, cioè
con un’anzianità di circa due anni, cogliendo contemporaneamente l’aspetto
dell’attualità dell’informazione (dato calcolato ad oggi) e la garanzia di una
valutazione sufficientemente completa riguardo il livello di insolvenza raggiunto
(ageing delle pratiche abbastanza maturo). È stato infine considerato come
indicatore il bad rate a 90 giorni e non sono state esaminate le pratiche
pre-interrogate a rischio alto, quindi di fatto erogate a prescindere dalla
valutazione della rischiosità.
Le performance osservate sono nettamente migliori tra le aziende di
credito con utilizzo completo di EURISC sul comparto imprese.
Utilizzo di EURISC e affidamenti imprese
Bad rate a 90 giorni, pratiche con anzianità 2 anni
Utenti
Enti Partecipanti
appartenenti al campione
Gruppo A
Utenti ad utilizzo completo
Gruppo B
Utenti ad utilizzo parziale
5,2%
8,5%
Quanto potrebbero risparmiare ogni anno gli Enti Partecipanti utilizzando
massivamente EURISC anche sul comparto imprese?
Nell’analisi è stato anche stimato un risparmio annuo, ipotizzando che
l’Ente-Tipo affidi 1.000 imprese in un anno. Applicando i bad rate dei due
gruppi di utenti l’Ente-Tipo ad un anno dall’erogazione farebbe registrare le
seguenti performance:
• se appartenente al gruppo A riscontrerebbe 52 imprese affidate con almeno
3 rate scadute e non pagate (bad rate = 5,24%);
• se appartenente al gruppo B riscontrerebbe 85 imprese affidate con almeno
3 rate scadute e non pagate (bad rate = 8,47%).
La scelta di adottare in maniera continuativa l’utilizzo di EURISC secondo i
parametri di appartenenza al gruppo A consentirebbe all’Ente-Tipo di registrare
una differenza in positivo di ben 33 imprese affidate, che non raggiungono il
livello di bad definito (a 90 giorni). La media dell’importo scaduto sulle imprese
con insolvenza è risultata nel campione pari a 6.083 euro.
Traducendo in termini monetari la differenza di qualità precedentemente
misurata risulterebbe che l’Ente-Tipo, se appartenente al gruppo A, avrebbe
protetto da insolvenze su 1000 clienti un importo di 200.739 euro. A questi
numeri andrebbero poi aggiunti i risparmi su tutte le altre tipologie di
finanziamento.
In conclusione, è evidente come l’utilizzo di EURISC al massimo delle
potenzialità consente di presidiare al meglio la qualità del portafoglio e
contemporaneamente risparmiare anche, e soprattutto, sul segmento
imprese.
Per maggiori informazioni: [email protected]
autunno 2012
CREDITO COMMERCIALE SEMPRE PIÙ CRUCIALE PER LE IMPRESE ITALIANE
I risultati dell’Osservatorio CRIBIS D&B - FORMAT sul credit management
Ridurre gli insoluti, abbreviare i tempi di pagamento, generare cash per
autofinanziare i propri investimenti, salvaguardare il working capital e la solidità
patrimoniale dell’impresa sono le priorità oggi per Amministratori delegati, CFO
e direttori amministrativi. Così quattro imprese su dieci attribuiscono proprio alla
gestione dei crediti commerciali un ruolo determinante nell’ambito della propria
organizzazione, tre su dieci un ruolo organizzativo nei processi aziendali.
Sono queste alcune delle principali salienze contenute nell’Osservatorio
CRIBIS D&B - FORMAT sul credit management, che ha monitorato la gestione
dei pagamenti e del credito commerciale attraverso l’intervista ad un campione di
1100 imprese italiane con più di 9 addetti e oltre 2,5 milioni di fatturato, effettuata
nel mese di maggio 2012. Segue una sintesi dei risultati dello studio.
Il ruolo del credito commerciale
Di fronte all’andamento dello scenario economico negli ultimi due anni, il ruolo
della gestione dei crediti commerciali presso le imprese si è andato via via
rinnovando, assumendo finalità nuove: nello specifico, nel periodo 2011-2012
è pari al 42,8% del totale, la percentuale delle imprese che le attribuiscono un
ruolo fondamentale nell’ambito dell’organizzazione, mentre per il 31,9% delle
imprese assume un ruolo prevalentemente organizzativo, integrato nell’ambito
dei vari processi dell’azienda. Parallelamente negli ultimi due anni è diminuita la
percentuale delle imprese presso le quali la gestione dei crediti commerciali ha
un ruolo prevalentemente consultivo.
Le attività nel processo order-to-cash
Dalla ricerca CRIBIS D&B - Format emerge anche che le attività nelle quali si
concentra la maggior parte delle imprese nell’ambito del processo order-to-cash,
cioè il processo aziendale che va dalla ricezione dell’ordine d’acquisto alla
fornitura del bene al cliente e alla fatturazione, fino all’incasso del credito
(all’interno del quale generalmente si inseriscono gli aspetti operativi del credit
management), sono la cura delle procedure di sollecito, la gestione del credito
scaduto, i processi di raccolta delle informazioni e l’intervento sulle modalità di
pagamento.
A queste attività fanno riscontro le soluzioni adottate per la gestione del credito e
la definizioni delle relative policy aziendali.
Per quanto riguarda le soluzioni adottate per la gestione del credito, quelle più
frequenti sono il sollecito del pagamento per via telefonica nei primi 15 giorni
successivi alla data di scadenza (impiegata dal 70% circa delle imprese) e la
compilazione di piani di rientro dilazionati, diversificati per cliente (40% circa
delle imprese). Il sollecito dei pagamenti per via telefonica è più accentuato
presso le piccole imprese del commercio mentre le strategie differenziate sono
più diffuse tra le medie e le grandi imprese.
Riguardo alle policy per fronteggiare gli insoluti, quelle adottate più
frequentemente negli ultimi due anni sono state l’utilizzo di termini di pagamento
più restrittivi (42,5% delle imprese) e il ricorso a policy più restrittive
(40,8% del totale).
Quasi l’80% delle imprese, inoltre, effettua almeno ogni 12 mesi una revisione
delle procedure interne e delle policy di credit management.
Nel periodo di osservazione sono però aumentate le imprese disponibili a
concedere ai propri clienti ulteriore tempo per il pagamento delle fatture,
passando dal 69,7% registrato nel 2010-2011 al 73,5% del 2011-2012.
Quelle impiegate più frequentemente sono l’intervento sui termini di pagamento
concessi ai clienti (59% delle imprese intervistate), gli interventi sulle modalità
di pagamento (55,6%), la modifica della tollerabilità dello scaduto, a volte
differenziata cliente per cliente (46,1%).
Nel caso in cui le imprese si ritrovino a dovere fronteggiare una maggiore
necessità di liquidità rispetto alle previsioni fatte precedentemente,
i comportamenti più frequenti sono la maggiore attenzione all’autofinanziamento
(53,6%), il ripensamento delle modalità di pagamento (41,0%), il maggiore
ricorso al credito bancario (27,9%), l’aumento del ritardo nel pagamento dei
fornitori (25,9%).
“Il nostro paese, così come del resto buona parte del resto del mondo, è stato
colpito in questi anni da una delle più gravi crisi economiche che si siano palesate
nella storia recente” - commenta Pierluigi Ascani, Presidente di Format.
“La crisi ha colpito e sta colpendo tutti, facendosi sentire nei suoi effetti più
negativi sulle famiglie e sulle imprese. L’uscita dalla crisi tende ad essere
avvertita da queste ultime più come un auspicio che non come un ragionevole
orizzonte a cui tendere. A tale dato tuttavia fanno da contraltare diversi segnali
di fiducia, segnali ‘deboli’ forse, eppure concreti. Al di là dei risultati presentati
nell’Osservatorio CRIBIS D&B – Format, ciò che emerge con forza è l’importanza
che le imprese attribuiscono alle tematiche considerate dal lavoro, alla necessità
di impostare politiche razionali per quanto concerne la gestione del credito
commerciale, la gestione dei pagamenti, le procedure order-to-cash. Di fronte a
mercati che diventano sempre più difficili, l’impresa italiana non sembra affatto
avere abbassato la guardia. Nella crisi, e al di là dei danni che sta provocando,
molte imprese italiane si muovono impostando regole nuove e policy nuove per
fronteggiare le nuove minacce, in modo razionale e senza perdersi d’animo. Forse
come capitani attenti a tenere la barra dritta in un mare in tempesta”.
“In questa delicata fase congiunturale, anche sulla nostra attività quotidiana a
fianco delle principali aziende italiane, abbiamo rilevato un elemento positivo,
rappresentato dalla maggiore attenzione da parte delle imprese alla gestione dei
tempi di pagamento, del credito commerciale e, più in generale, del Working
Capital” - aggiunge Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B.
“Del resto, come anche questa ricerca dimostra, negli ultimi anni le imprese
italiane hanno investito molto in procedure e strumenti che consentissero
di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di
generare ricavi, di intervenire tempestivamente con azioni di prevenzione e
limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni sui propri flussi di cassa.
Un’operazione, questa, non a costo zero ma che riteniamo potrà dare benefici
concreti anche dopo che la crisi sarà stata definitivamente superata. Per
trovare conferma di questa maggiore attenzione, è sufficiente considerare che
i partecipanti al nostro programma CRIBIS iTRADE - la prima soluzione in Italia
per la condivisione delle informazioni sui comportamenti di pagamento e il più
ampio patrimonio di informazioni sui pagamenti commerciali - sono cresciuti
esponenzialmente dall’inizio della crisi, portando a più che raddoppiare le
esperienze di pagamento disponibili all’interno del sistema”.
Gli indicatori di performance nel processo order-to-cash
Gli indicatori di performance nel processo order-to-cash
Sulla base dei risultati dell’Osservatorio CRIBIS D&B - FORMAT le imprese che
utilizzano gli indicatori di performance per verificare l’andamento del processo
order-to-cash fanno riferimento in prevalenza al forecast dei tempi reali di
pagamento (51,1% delle imprese), allo scaduto (49,4%) e alle previsioni di
incasso (48%).
Tra gli indicatori più frequentemente si evidenzia però il ruolo della DSO (Days
Sales Outstanding), ovvero l’indicatore che misura il numero di giorni medi che
l’azienda impiega per incassare dopo l’emissione della fattura. Nello specifico, la
DSO, per quanto presso l’intero campione sia stata indicata solo dal 36,2% delle
imprese, risulta essere il KPI utilizzato più frequentemente in modo esteso dalle
imprese di dimensioni medie e grandi.
DSO: le policy per salvaguardare l’esposizione finanziaria dell’azienda
La previsione della DSO influisce sulla determinazione degli obiettivi finanziari
delle imprese in maniera “molto” o “abbastanza” elevata per quattro imprese
su dieci e in funzione delle previsioni della DSO le imprese adottato politiche
differenti per salvaguardare l’esposizione finanziaria dal rischio di ritardo nei
pagamenti.
7
Forecast dei tempi reali di pagamento
51,1
Scaduto
49,4
Previsioni di incasso
48,0
DSO
36,2
Livello di rischio del portafoglio
31,5
Trend dei pagamenti
31,3
Superamento del limite di fido
Forecast sul raggiungimento
degli obiettivi finanziari
Fonte: Osservatorio CRIBIS D&B – FORMAT sul credit management
27,4
22,6
Media: 37,2
Pubblicazione di CRIF
Le frodi creditizie costano: i numeri del fenomeno
e le best practice e soluzioni CRIF per il contrasto e la prevenzione
Il fenomeno delle frodi creditizie, che si realizza
mediante furto di identità e la conseguente richiesta di
credito utilizzando illecitamente dati identificativi altrui
o creando delle false identità, in Italia conferma avere
dimensioni preoccupanti e, soprattutto, in costante
evoluzione.
Le evidenze contenute nell’ultima analisi
dell’Osservatorio sulle frodi creditizie realizzato da
CRIF rilevano come nel 2011 i casi di frode in Italia
siano stati circa 22.100 - superando le rapine in banca
per 20 casi a 1 - e in lieve aumento rispetto al 2010,
malgrado l’ulteriore forte contrazione del numero
di finanziamenti richiesti dalle famiglie.
Ragguardevole anche l’impatto economico di
questo fenomeno criminale: 1 frode su 4, infatti,
ha prodotto un bottino superiore a 10.000 euro.
Sono state però quelle di importo inferiore ai
3.000 euro ad aver fatto registrare l’incremento più
consistente, con un +10% rispetto all’anno
precedente, anche perché i finanziamenti di piccolo
importo, specie se erogati non allo sportello ma
presso esercenti e punti vendita, sono quelli che si
caratterizzano per tempi di erogazione più rapidi e
controlli meno sofisticati.
Formazione, supporto e soluzioni antifrode
e antiriciclaggio di CRIF
Da anni CRIF con il centro di competenza CRIF
Fraud Prevention Solutions è attivamente
impegnato sul fronte della lotta alle frodi,
supportando le aziende di credito nel creare un
efficace ed efficiente sistema di controllo e
monitoraggio dei propri canali diretti e indiretti di
acquisizione della clientela, per la riduzione dei rischi
operativi e reputazionali, e partecipando attivamente
ai tavoli di lavoro con gli organi istituzionali volti al
contrasto delle attività illecite.
La crescente attenzione degli istituti di credito verso
il fenomeno delle frodi creditizie e il contenimento dei
costi operativi è stata confermata dall’ampia
partecipazione al Corso CRIF Academy “Obiettivo
Zero Frodi” tenuto a Bologna lo scorso giugno.
Professionisti delle aree Frodi, Rischio, Audit,
Compliance e Organizzazione provenienti da istituti
appartenenti ad ogni segmento sul territorio nazionale
hanno analizzato in aula, insieme agli specialisti
antifrode di CRIF, gli ultimi dati e trend del fenomeno.
Durante il corso sono state inoltre approfondite le
novità normative in ambito antifrode e le best practice
e gli strumenti antifrode consolidati dall’esperienza sul
campo.
I numeri parlano di oltre 22.000 casi di frode in un
anno, ma i proventi di queste frodi che fine hanno
fatto? Non è grande la distanza tra due fenomeni
criminali, le frodi creditizie e il riciclaggio di
proventi illeciti. E il contrasto ha un elemento chiave
in comune: gli approfondimenti richiesti dall’adeguata
verifica per la compliance antiriciclaggio prevedono di
verificare dati anagrafici e profilo dei clienti anche con
il supporto di fonti di dati esterne, indipendenti e
affidabili. Utilizzando strumenti specifici, questi stessi
controlli consentono di raggiungere la compliance
antiriciclaggio e di fare una efficace prevenzione delle
frodi di identità. Numerosi sono gli istituti che in
quest’ottica hanno già scelto le soluzioni CRIF per
l’adeguata verifica della clientela privati - con IDea
Persone Fisiche - e imprese - con IDea Titolare
Effettivo - utilizzate direttamente online con un click
dal portale www.servizicrif.com o in via massiva.
A livello istituzionale sta proseguendo intanto l’attività
del tavolo di lavoro istituito dal Mef (Ministero
dell’Economia e delle Finanze) per portare i contenuti
Fraud Analyser Evolution, la soluzione
per il contrasto alle frodi UCAMP compliant
Utilizzata da oltre 150 aziende - in particolare banche e finanziarie ma anche
payment service providers, telecom e utilities - Fraud Analyser Evolution fornisce
ogni giorno informazioni su oltre 15.000 anagrafiche interrogate online in fase di
apertura conto corrente, cambio assegni, erogazione di finanziamento credito
al consumo o per contratti di leasing, mutuo, cessione del quinto o pagamento
differito. Il set di controlli effettuati viene regolarmente monitorato e aggiornato,
per poter mettere in atto gli interventi più adeguati in relazione ai nuovi schemi di
frode che si presentano sul mercato. I vantaggi della soluzione sono significativi:
• Un patrimonio informativo completo e fruibile con un semplice click
L’azienda di credito beneficia della massima prevenzione delle frodi di identità
accedendo con un solo click a tutte le banche dati disponibili in Italia per la
prevenzione frodi: le banche dati istituzionali (Agenzia delle Entrate, INPS e
Ministero dei Trasporti) che costituiscono l’imminente novità integrandosi e
affiancandosi ai database di proprietà esclusiva di CRIF, dove è presente un
hit rate superiore al 95% per le anagrafiche di soggetti residenti in Italia, e
anche l’Archivio Storico Antifrode CRIF. L’insieme di queste fonti consente di
controllare non solo i dati anagrafici e reddituali ufficiali ma anche altri dati che
le fonti pubbliche non coprono, quali i numeri di telefonia fissa e cellulare, gli
indirizzi di residenza forniti e i numeri di di carte d’identità false o contraffatte.
• Indicatore di sintesi UCAMP compliant con la garanzia del know-how
di CRIF
Grazie al Fraud Score l’azienda di credito ha a disposizione un unico indicatore
di sintesi di tutte fonti informative disponibili sul mercato italiano, sviluppato con
la garanzia del know-how ventennale di CRIF nella gestione e lettura intelligente
delle informazioni.
8
del decreto legislativo integrativo del 141/2010
(Istituzione di un sistema pubblico di prevenzione sul
piano amministrativo delle frodi nel settore del credito
al consumo) a diventare realtà progettuale e
operativa. Il progetto che Consap ha presentato agli
aderenti lo scorso luglio potrà consentire l’apertura di
significative banche dati istituzionali per effettuare
controlli dei dati anagrafici a scopo di prevenzione
delle frodi di identità, quali l’Agenzia delle Entrate,
l’INPS e il Ministero dei Trasporti. “L’accesso a queste
banche dati può offrire nuove e importanti opportunità
nella prevenzione delle frodi e sottolinea un bisogno
ormai molto sentito da parte del mercato” - afferma
Maria Luisa Cardini, Responsabile CRIF Fraud
Prevention Solutions. “Ma la strada è ancora in
salita, infatti il decreto legislativo traccia le linee guida
ma solo il regolamento attuativo che verrà emanato
dal Ministero dell’Economia e delle Finanze porterà
maggiore chiarezza nelle modalità di utilizzo e potrà
sgombrare il campo da alcune problematiche emerse
per quanto riguarda la definizione dei casi in cui sarà
consentito l’accesso e le regole di adesione e
contribuzione al sistema UCAMP”.
CRIF Fraud Prevention Solutions è stato uno dei
primi partner a prendere parte al progetto UCAMP
(Ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento,
Ministero dell’Economia e delle Finanze) ed è anche
per questo che Fraud Analyser Evolution la soluzione CRIF per la prevenzione del furto
di identità - è già pronta per utilizzare nella maniera
più efficace le informazioni aggiuntive messe a
disposizione dal Mef.
Per maggiori informazioni sulle soluzioni antifrode
e antiriciclaggio di CRIF:
[email protected]
• Nessuna interpretazione soggettiva lasciata all’operatore
I complessi esiti delle banche dati istituzionali non rischiano di essere gestiti
in maniera manuale e soggettiva da ciascun utente ma con la soluzione
CRIF vengono interpretati in chiave antifrode e resi così disponibili a tutti
gli operatori dell’azienda di credito in maniera omogenea e oggettiva,
applicando le più idonee regole di aggregazione ove i risultati provenienti
da fonti diverse possano avere contenuti e tempi di aggiornamento non
omogenei tra loro.
• Nessun investimento IT: interfaccia ad hoc verso UCAMP già realizzata
da CRIF
La soluzione CRIF presenta già la connessione verso le banche dati UCAMP.
L’azienda - se già utilizza Fraud Analyser Evolution - può quindi attraverso
questo canale interrogare anche le banche dati istituzionali e ottenere un
esito complessivo senza alcun intervento tecnico e IT.
Identikit, la soluzione di protezione
dalle frodi creditizie per i consumatori
Consapevole della necessità di contrastare il fenomeno fraudolento attraverso
sistemi di prevenzione e protezione dei propri dati personali di tipo “proattivo”,
attraverso la linea Mister Credit (www.mistercredit.it) CRIF ha realizzato per i
consumatori Identikit, il primo servizio in grado di allertare via sms il cittadino
per ogni richiesta di finanziamento in modo da permettergli di identificare
tempestivamente possibili furti di identità.
Il servizio - anche integrato con l’innovativo controllo dei dati sul web - può
essere promosso con il contributo attivo degli istituti di credito che, creando una
partnership con CRIF, possono così offrire alla propria clientela uno strumento di
protezione dei dati personali innovativo e concreto.
autunno 2012
La qualificazione delle reti di mediazione creditizia
per un processo di erogazione più trasparente e tempestivo dei finanziamenti
Secondo quanto emerso dalla recente analisi svolta
congiuntamente da CRIF ed Efma sugli effetti
della proposta della Comunità Europea di Direttiva
sul credito relativa agli immobili residenziali, la
regolamentazione degli intermediari creditizi
è uno degli elementi che avrà il maggior
impatto sul mercato dei mutui, perché si ritiene
che tali nuove regolamentazioni porteranno alla
qualificazione del settore e del credito erogato
attraverso questi canali.
In Italia la riforma delle reti distributive, annunciata
dal decreto legislativo n.141 del 13 agosto 2010, ha
introdotto un profondo cambiamento delle figure
di agente in attività finanziaria e di mediatore
creditizio e del complessivo impianto di vigilanza
sull’intermediazione bancaria e finanziaria. Oggi
l’attuazione della normativa è finalmente realtà e
dal 30 giugno 2012 sono stati istituiti l’elenco degli
agenti in attività finanziaria e l’elenco dei mediatori
creditizi. Dalla suddetta data, pertanto, tutti i
soggetti interessati possono presentare istanza di
iscrizione attraverso il sistema telematico messo
a disposizione dall’Organismo degli Agenti e dei
Mediatori (OAM).
La riforma ha inteso “professionalizzare” e
“responsabilizzare” gli operatori del settore,
distinguendo nettamente i ruoli tra mediazione
creditizia e agenzia in attività finanziaria, entrambi
comunque chiamati a seguire i principi di
responsible lending a cui devono attenersi anche
gli istituti di credito. Le società che operano in
questo contesto devono quindi dotarsi di strumenti
sempre più complessi e innovativi per ridurre
i propri rischi operativi e per riorganizzare le
attività di controllo della rete distributiva e dei
richiedenti mutuo da loro segnalati agli istituti di
credito. Ancor più nell’attuale contesto, è quindi
fondamentale dotarsi di strumenti di supporto
per rendere efficaci e tempestivi i processi
di valutazione della clientela e delle garanzie
disponibili, in modo da assicurare alla banca
erogante qualità, rapidità e compliance normativa.
È indubbio infatti che nel momento in cui una
banca dà corso a un finanziamento procurato da
un agente o da un mediatore lo rende proprio e ne
diventa responsabile; se ne assume i rischi legali,
operativi e reputazionali.
In particolare, un robusto sistema di verifiche
antifrode che consenta di prevenire a monte frodi
di identità assicura al mediatore o all’agente di
presentarsi al sistema bancario con un processo
capace di minimizzare il rischio di rifiuto e di
eventuale contenzioso post-erogazione, quindi
anche di rischio di immagine per la banca stessa.
Queste nuove esigenze ed evoluzioni del mercato
sono state al centro dello scorso Leadership Forum
tenutosi il 26 giugno a Roma, durante il quale
CRIF BPO ha partecipato alla Tavola Rotonda “Alcuni
aspetti che impattano sulla operatività e sul nuovo
ruolo dei collaboratori” presentando una nuova
soluzione dedicata che permette alle società
di mediazione di monitorare la propria rete
distributiva e di segnalare alle banche richieste
di finanziamento già qualificate e selezionate.
Per maggiori informazioni: [email protected]
La soluzione CRIF BPO per i mediatori creditizi: le componenti chiave
Monitoraggio Rete: oltre a individuare eventuali incongruenze che potrebbero
emergere nella fase di selezione e inserimento degli operatori, il servizio verifica la
corretta identificazione dei consulenti creditizi ed eventuali presenze di negatività
economiche o giudiziarie a loro carico, con segnalazione delle anomalie e
archiviazione documentale consultabile anche dagli istituti di credito.
Preistruttoria Qualificata: con la soluzione viene effettuata l’adeguata verifica
delle persone fisiche e del titolare effettivo in linea con il D. Lgs. n. 231/07
attraverso il supporto dato da IDea (IDentity Effective Analysis) e un rigoroso
controllo da parte di operatori specializzati della regolarità dei documenti
identificativi e reddituali necessari per valutare la fattibilità delle pratiche, e si dà
la possibilità di conoscere in anticipo il valore in perizia dell’immobile in garanzia.
Adeguata verifica - Identificazione
Selezione candidati
Controlli costanti
Segnalazioni tempestive
Archivio documentale
9
Verifiche
Antifrode
Due Diligence
Documentale
Valutazione
Immobili
Pubblicazione di CRIF
Fondo Garanzie (Legge 662/96):
la gestione del processo di valutazione per i finanziamenti agevolati
Il Fondo Centrale di Garanzia sostiene lo sviluppo delle PMI italiane erogando
una garanzia pubblica sui finanziamenti concessi dagli intermediari finanziari
anche per investimenti all’estero. L’impresa che necessiti di un finanziamento
può chiedere all’intermediario di garantire l’operazione con la garanzia
pubblica. L’attivazione di questa garanzia consente, in caso di insolvenza
dell’impresa, di essere risarcita per la massima parte dal Fondo di Garanzia e,
in caso di esaurimento del fondo, direttamente dallo Stato.
In questo modo l’impresa ha la concreta possibilità di ottenere il finanziamento
senza garanzie aggiuntive, quali fidejussioni o polizze assicurative, sugli importi
garantiti dal Fondo.
Sempre attenta alle esigenze degli attori del mercato del credito e per favorire
l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese mediante la
concessione di una garanzia pubblica, CRIF ha sviluppato soluzioni ad hoc
per supportare i Confidi nell’ambito della valutazione e gestione dei
finanziamenti agevolati.
In particolare, CRIF può gestire in outsourcing l’intera fase di istruttoria per
accedere al Fondo Centrale di Garanzia, sia su imprese già in portafoglio sia su
imprese prospect.
Le soluzioni che CRIF mette a disposizione sono:
• liste di imprese prospect su cui è già stata verificata l’ammissibilità al Fondo
di garanzia per effettuare azioni di marketing mirate;
•v
erifica dei requisiti necessari per avviare un’istruttoria con la copertura
del Fondo di Garanzia sulle nuove imprese che richiedono un finanziamento
oppure sulle imprese già in portafoglio;
• un sistema che consenta la gestione dell’istruttoria in modo efficiente
e industrializzato generando automaticamente tutta la documentazione
necessaria alla richiesta di autorizzazione da inoltrare alle aree di
competenza.
Le soluzioni CRIF forniscono alle aziende di credito tutti gli elementi necessari
per la valutazione delle imprese, come ad esempio:
• dati anagrafici delle imprese prospect;
• individuazione del titolare effettivo ai fini antiriciclaggio e appartenenza
a un gruppo aziendale;
• indici statistici altamente performanti di rischio commerciale e creditizio;
• indicatori di marketing per valutare la dinamicità finanziaria delle imprese;
• dati micro-territoriali (geologistica);
• verifica delle condizioni necessarie e sufficienti all’accesso dell’imprese
al Fondo di Garanzia;
• calcolo della percentuale di copertura del finanziamento richiesto e calcolo
del costo della copertura finanziaria;
• produzione della modulistica (opportunamente compilata) necessaria
per la presentazione della richiesta al Gestore del Fondo di Garanzia.
CRIF ha a disposizione i dati di bilancio di tutte le PMI italiane e questo
consente di impostare clusterizzazioni sofisticate per agevolare le attività di
promozione.
Per maggiori informazioni: [email protected]
La soluzione CRIF è modulare e può essere costituita da tre componenti:
Pre-screening
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Investigazione
Generazione
documentazione
1. Pre-screening - grazie a sofisticati algoritmi automatici viene
rapidamente verificata l’esistenza delle condizioni di bilancio
necessarie per accedere al Fondo di Garanzia.
2. Investigazione - verifica delle condizioni necessarie e sufficienti
all’accesso della PMI al Fondo di Garanzia, calcolo della percentuale
di copertura del finanziamento richiesto, calcolo del costo della
copertura finanziaria e acquisizione delle informazioni della PMI
necessarie per la pratica.
3. Generazione Documentazione - verifica di ulteriori condizioni
relative al soggetto proponente e produzione della modulistica,
opportunamente compilata, necessaria per la presentazione della
richiesta al Gestore del Fondo di Garanzia.
autunno 2012
Innovazione e sicurezza delle infrastrutture in CRIF
CRIF da oltre venti anni gestisce un patrimonio informativo unico per
profondità ed esaustività, quindi la sicurezza non può che essere, da sempre,
una componente assolutamente essenziale e prioritaria del valore delle
informazioni stesse.
Inoltre, CRIF da sempre ha cercato di creare valore per i propri partner
attraverso l’innovazione; la sfida costante, dunque, è quella di conciliare la
continua trasformazione del business, in tutte le sue connotazioni, dall’ambito
organizzativo a quello tecnologico, in Paesi diversi, mantenendo al contempo
un elevato e riconoscibile standard di sicurezza.
Alla luce di questo, conseguentemente anche la capacità di progettare la
sicurezza ha dovuto innovarsi: pensando anche solo alle infrastrutture, in
poco più di vent’anni di storia dell’azienda si è passati dal ruolo centrale ed
unico del data center al concetto di data center distribuiti e cooperativi, fino
all’odierno paradigma del cloud.
La gestione di questa trasformazione è avvenuta, innanzitutto, con metodo:
CRIF è stata tra le prime aziende italiane a recepire le raccomandazioni BSI
ed ISO in tema di sicurezza, implementando un sistema certificato di gestione
della sicurezza delle informazioni, il che ha permesso di bilanciare i requisiti
di sicurezza fisica e logica, allineandoli alle esigenze di business grazie ad un
programma concreto di Risk Management, in modo misurabile e auditabile
da terze parti.
Questo approccio è andato rapidamente al di là delle semplici best
practice, diventando parte stessa della cultura aziendale. Con il tempo
ciò ha portato a standardizzare e manutenere i criteri di progettazione ed
esercizio della sicurezza, per infrastrutture ed applicazioni, accrescendo la
capacità dell’azienda di portare rapidamente la propria esperienza in nuovi
contesti geografici e di mercato. Sia nel caso di acquisizioni societarie che
di partnership tecnologiche con terzi, così come nel caso di bandi di gara in
cui CRIF si impegna a fornire soluzioni “chiavi in mano” ai propri clienti, oggi
siamo in grado di costruire rapidamente una roadmap per l’implementazione
dei nostri standard di sicurezza.
D’altro canto CRIF è una realtà globale, con sedi negli USA, in Russia, in
Cina e in altri 10 Paesi di 4 Continenti, e opera in un mercato sempre più
attento alla sicurezza. Di conseguenza, anche all’interno dell’IT l’attenzione
si è progressivamente spostata da temi prevalentemente tecnologici a quelli
propri della compliance per la data protection, diversa da Paese a Paese e
spesso diversa anche per segmento di mercato.
Oggi una delle sfide della sicurezza, anche all’interno di una divisione
tecnologica, è quella di anticipare le esigenze del mercato per sostenere
il business senza appesantire tempi e costi di prodotti e servizi. Questo
obiettivo è perseguibile innanzitutto tenendo costantemente monitorate
le nuove minacce, ponendovi rimedio in modo industrializzato e ripetibile,
ancora prima che siano recepite dal legislatore di qualunque Paese e, di
conseguenza, dal suo mercato di riferimento.
Un’altra sfida importante è rappresentata dalla necessità di salvaguardare il
know-how aziendale, sempre più distribuito e immateriale, in un mondo in
cui anche i confini dell’azienda diventano immateriali: dai sistemi informativi
interconnessi verso partner e fornitori, al lavoro svolto dai dipendenti spesso
al di fuori della rete aziendale, la distinzione tra il “dentro” e il “fuori”
dell’azienda oggi è sempre meno distinguibile.
Le due sfide in CRIF sono state raccolte insieme, cambiando il modo di
investire nella sicurezza: la tecnologia continua a ricoprire un essenziale
ruolo abilitante, ma è l’integrazione della sicurezza nei processi aziendali
a fare la differenza; a partire dai processi di sviluppo software, fino ai
processi di gestione dei sistemi informativi di produzione, il ruolo del security
professional in CRIF richiede l’affiancamento di competenze specialistiche,
tipiche del dominio dell’Information Security, alla comprensione del modo di
lavorare dei colleghi, al ragionare per processi, assumendo un ruolo sempre
più consulenziale. Facendo così entrare la sicurezza in ciascun elemento
della filiera produttiva, anziché tentare di costruire artificiali bolle protettive a
contorno di prodotti e servizi non sicuri, e abilitando anche la scalabilità delle
nostre applicazioni verso il cloud.
Anche il rapporto con la tecnologia si è trasformato: la competenza distintiva
ha smesso di essere quella proprietaria della tecnologia stessa, per la quale
ci si può avvalere di terze parti, privilegiando invece gli aspetti di analisi dei
dati prodotti dai sistemi di sicurezza, correlando le informazioni provenienti
da strumenti differenti e contestualizzandoli alla conoscenza della realtà
aziendale; fornendo quindi ai manager e professional dell’azienda strumenti
comprensibili e regole riconosciute come concrete e applicabili.
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Nel continuo processo di trasformazione e innovazione, CRIF ritiene che nei
prossimi anni il cloud giocherà un ruolo fondamentale, viste le indubbie nuove
possibilità di service delivery che offre, soprattutto in un contesto globale.
Bisogna però considerare che si tratta di un mercato in forte evoluzione, che
sta creando molte aspettative ma che richiede anche una assoluta maturità
nella gestione del rischio legato alla sicurezza delle informazioni.
A questo riguardo, CRIF è stata tra le prime aziende a credere nella
virtualizzazione e oggi utilizza attivamente il cloud per lo sviluppo di nuove
architetture destinate ai propri clienti. Per conciliare sicurezza e innovazione si
è deciso di usufruire del cloud nella modalità ibrida del Virtual Private Cloud,
sfruttando quindi la possibilità di scalare la nostra infrastruttura tecnologica
nel cloud ma mantenendo le basi dati presso i nostri data center, che così
beneficiano di una infrastruttura di monitoraggio della sicurezza ancora
difficile da virtualizzare o esternalizzare.
Dal punto di vista della sicurezza, il cloud ha mosso solo di recente i suoi
primi passi nella direzione della compliance normativa; l’aspettativa è che
nascano nuovi paradigmi anche nella gestione operativa della sicurezza,
parallelamente alla nascita delle nuove architetture di service delivery a cui
stiamo assistendo.
Per maggiori informazioni: [email protected]
autunno 2012
Pubblicazione di CRIF
CRIF E CREACASA FIRMANO UN ACCORDO
PER LE VALUTAZIONI IMMOBILIARI
CRIF Valutazione Immobili, operatore
specializzato che effettua oltre 100.000 perizie ogni
anno, e CREACASA, società del gruppo bancario
CREDEM specializzata in mutui, finanziamenti alle
famiglie e prodotti assicurativi collegati, hanno
siglato un accordo per il quale le perizie CRIF
(Rapporto Estimativo) già acquistate al di fuori
di una pratica di mutuo saranno utilizzate in fase
di istruttoria mutui da parte della rete Creacasa,
essendo in linea con le politiche creditizie
dell’istituto di credito.
Nel dettaglio, da oggi per la prima volta in Italia
è possibile acquistare la perizia di CRIF sul sito
www.crifvalutazioneimmobili.it con la certezza
che la stessa verrà utilizzata in fase di istruttoria
mutuo presso qualsiasi punto vendita della rete
CREACASA. Il Rapporto Estimativo di CRIF
Valutazione Immobili contiene tutte le informazioni
relative all’immobile, ai richiedenti e ai comparabili
utilizzati per la valutazione, ed è strutturato in
conformità alle indicazioni previste dagli Standard
Internazionali di Valutazione e alle Linee Guida
indicate da ABI per la valutazione degli immobili.
La valutazione di un immobile è un’informazione
fondamentale per acquistare, vendere o affittare una
casa, oppure per calcolare l’importo di un’eventuale
rata del mutuo ipotecario, e per questo motivo è
indispensabile prima di richiedere il finanziamento
necessario per sostenerne l’acquisto. In quest’ottica
è importante, quindi, che l’acquirente sia
consapevole del reale valore di mercato, calcolato
secondo le metodologie estimative già utilizzate
dal 75% degli sportelli bancari italiani che hanno
aderito alle Linee Guida ABI per la Valutazione degli
Immobili. La perizia immobiliare vista sino ad oggi
come mera pratica burocratica assume infatti un
grande valore se redatta con parere professionale
indipendente.
“L’accordo con CREACASA, assolutamente
innovativo per il mercato italiano, testimonia
l’affidabilità delle nostre valutazioni immobiliari,
l’indipendenza del nostro processo estimativo e la
competenza dei professionisti di cui ci avvaliamo,
la maggior parte con certificato accreditato
ISO17024” - spiega Stefano Magnolfi, Direttore
Real Estate Services di CRIF. “Inoltre, questa
iniziativa rappresenta un importante passo avanti
per tutti gli attori coinvolti nel processo di una
compravendita trasparente: il consumatore, oltre
a tutelarsi, potrà infatti godere di relazioni facilitate
sia con le agenzie immobiliari che con la banca.
D’ora in poi coloro che desiderano conoscere il
reale valore di mercato di un immobile tramite un
Rapporto Estimativo di CRIF Valutazione Immobili
potranno beneficiare immediatamente di informazioni
certe ed utili in svariati contesti e situazioni ed
evitare il rischio di impegnarsi nel compromesso
di vendita prima di avere la sicurezza della piena
commercialità dell’immobile, con la consapevolezza
che la medesima valutazione potrà poi essere
successivamente considerata per chiedere un mutuo
a CREACASA, velocizzandone la pratica di richiesta”.
“CREACASA è molto soddisfatta di questo accordo
e di mettere a disposizione la propria rete di 300
agenti in attività finanziaria” - sottolinea il Direttore
Generale Lorenzo Montanari - “per tutti i
clienti che vorranno ricevere una consulenza per
un’operazione di mutuo e che presenteranno un
Rapporto Estimativo redatto da CRIF Valutazione
Immobili. Condivido il fatto che siamo di fronte ad
un’assoluta innovazione per il mercato domestico
dei mutui, che deve rappresentare l’inizio di una
nuova era che punta a una maggiore consulenza e
chiarezza nei confronti dei clienti che si avvicinano
a un investimento come l’acquisto della casa, che
spesso è il più importante della loro vita”.
Per maggiori informazioni: [email protected]
CRIF Finance Meeting 2012: le idee e le azioni per la crescita
Condividere nuove idee e aggiornare vecchie azioni, connettendo le oltre
1000 aziende di credito italiane e i migliori professionisti del mercato: questo
è l’obiettivo del CRIF Finance Meeting 2012. Un evento unico in Italia con
un’agenda innovativa, studiato per attivare il confronto e lo scambio di best
practice ad ogni livello.
Le idee e le azioni per crescere è il tema portante dell’evento, declinato
sugli argomenti della costing review, dell’innovazione, della liquidità e della
compliance. In particolare, al Finance Meeting, CRIF e le aziende di credito
illustrano innovative soluzioni analitiche e di decisioning in grado di
ottimizzare l’impiego delle risorse, chiariscono come individuare i segmenti di
mercato emergenti per crescere in controtendenza, raccontano le best practice
e i modelli di business per un adeguato presidio del rischio portafoglio e
valutano gli impatti strategici e operativi delle evoluzioni normative.
Vari i temi e le testimonianze della sessione plenaria: i numeri degli osservatori
CRIF sul mercato del credito in Italia, l’ottimizzazione degli strumenti di rating
interni (con Intesa SanPaolo), l’intelligenza in 3D per lo sviluppo del business
(con UBI Banca) e il miglioramento delle performance di portfolio coniugando
approccio industriale e relazionale (con Fiditalia). Inoltre, la testimonianza di
BNL relativa al recupero crediti, un focus di CRIF sulla diffusione del Business
CONNECTING
IDEAS
CREATING
NEW ACTIONS
Bologna, 3 ottobre
Process Outsourcing e l’esperienza di
Banca Popolare di Milano nel processo
mutui, capace di coniugare i benefici del
cloud sourcing con l’esternalizzazione
delle perizie immobiliari.
Quattro invece le sessioni parallele di
approfondimento, dedicate all’origination,
al credito alle imprese, alla gestione del
portafoglio e alla collection.
Tra gli interventi sull’origination,
l’ottimizzazione dei processi di valutazione
degli immobili (con Webank), gli strumenti
e le strategie integrate
per il contrasto alle frodi e le azioni
per il risk management e la compliance di
Invest Banca.
Nella sessione sul credito alle imprese,
oltre alle best practice presentate da
CRIF, la valutazione innovativa delle
piccole imprese di Findomestic (grazie ai
contributi della Credit Rating Agency di
CRIF) e l’esternalizzazione del processo
mutui imprese illustrata da Credem.
Sul tema della gestione del portafoglio,
l’esperienza di monitoraggio dei dealer
di Toyota Kreditbank, le azioni messe
in campo da Confidi Lombardia per la
gestione del portafoglio soci e la case
history di Banca Popolare dell’Emilia
Romagna su data quality a supporto delle
attività di M&A.
Infine, tra gli interventi sulla collection,
l’esperienza di Arval Leasing nel noleggio
auto, la misurazione delle performance
di recupero (con FGA Capital) e la
riorganizzazione del recupero crediti
stragiudiziale di UBI Banca.
Per saperne di più:
www.financemeeting.crif.com
[email protected]
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sintesi
Pubblicazione di CRIF
autunno 2012
Registrazione del Tribunale
di Bologna N. 7538 del
21/04/2005
CRIF
Via M. Fantin, 1-3
40131 Bologna
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Fax 051 4176010
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