ROMA CAPITALE DELLA CRISTIANITÀ La città di Roma, che
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ROMA CAPITALE DELLA CRISTIANITÀ La città di Roma, che
ROMA CAPITALE DELLA CRISTIANITÀ La città di Roma, che racchiude in sé il piccolo stato del Vaticano, è divenuta senza dubbio, il centro più importante per la cristianità. Certamente Gerusalemme e la Terra Santa mantengono un'importanza primaria sul piano storico e teologico, ma lungo il corso dei secoli, i vari avvenimenti che si sono succeduti, hanno reso davvero la capitale d’Italia l'Urbe per antonomasia: sia in quanto centro di coordinamento del mondo cristiano e cattolico nello specifico, sia dal punto di vista turistico. Esser stata luogo del martirio dei grandi santi Pietro, Paolo e di tanti altri testimoni del Vangelo, ha contribuito a creare un polo attrattivo di primo piano per i fedeli di tutto il mondo. Grazie al pontificato di S.Giovanni Paolo II, ventotto anni ricchi di iniziative e contenuti, e grazie, oggi, a quello del primo papa a portare il nome di Francesco d’Assisi, Roma attira migliaia di fedeli e visitatori. Oramai anche la gigantesca aula di Paolo VI, sala Nervi – capace di contenere circa 12.000 persone – è spesso considerata troppo piccola per incontri pubblici e udienze di particolare valore. Ma Roma non è solo questo per i cristiani, è anche meravigliosa testimonianza storica per numerose opere d’arte che troverete illustrate nel dettaglio in questa guida. Doveroso sarà visitare dalle catacombe dei primi secoli alla medioevale San Giovanni in Laterano, chiesa cattedrale del Vescovo di Roma e per questo detta “Madre e Capo di tutte le chiese del Mondo”, passando per Santa Maria Maggiore e percorrendo “il Pellegrinaggio delle sette Chiese”, senza dimenticare i capolavori che risiedono nei Musei Vaticani. Roma inoltre è da sempre punto di arrivo di pellegrinaggi, specialmente da quando Papa Bonifacio VIII con la sua Bolla d'indizione Antiquorum habet fida, del 22 febbraio 1300, proclamò il Giubileo. Ma cosa è un Giubileo? IL GIUBILEO Questa felice ricorrenza ha le sue radici nel testo del venticinquesimo capitolo del Levitico, terzo libro biblico del Pentateuco (Torah per gli ebrei) nel Primo Testamento. Il popolo d'Israele, condotto da Mosè fuori dalla schiavitù d'Egitto, diviene una nazione sotto la guida di Dio, che lo costituisce e lo accompagna lungo un avventuroso percorso pedagogico, verso la Terra Promessa. Dio stesso distribuisce le proprietà e detta le regole per un società corretta. Anche il tempo viene organizzato a scansione settimanale: sei giorni di lavoro e uno di riposo, al ritmo dell'operare divino nella Creazione. Dopo aver contato sette anni per sette, all’inizio del cinquantesimo anno, al suono di un corno di ariete (in ebraico Jobel) viene indetto un Anno Santo Giubilare, in cui tutte le proprietà ritornano all’originaria distribuzione voluta da Dio. Da notare: anche se nell’antichità questa prassi, probabilmente, non ha mai trovato effettivo riscontro, tuttavia la Bibbia vuole sottolineare con questa ricorrenza la presenza incisiva del Signore nella storia umana e nel tempo. Dopo il primo Giubileo del 1300, ne saranno proclamati altri, con una cadenza, lungo la storia, che è passata da 50 a 25 anni. Questi Anni Santi sottolineano la necessità del popolo cristiano di avere un'occasione di “liberazione” e di “cura”. Gli elementi caratteristici di questo tempo dedicato alla fede sono il pellegrinaggio, il passaggio attraverso la Porta Santa e il dono dell’Indulgenza. LA PORTA SANTA E IL DONO DELL’INDULGENZA Abbiamo già ricordato che il pellegrinaggio, in particolare, quello a piedi come avveniva nei primi secoli d.C. e per tutto il Medioevo, rappresenta la metafora della nostra vita e dell'esperienza cristiana. Camminiamo verso il futuro, verso un mondo nuovo, verso una meta e nel condurre la nostra esistenza potrebbe capitarci di cadere, di peccare, di sbagliare, ma siam consci anche di aver spesso la forza per chiedere perdono, per avvicinarci alla “confessione” sacramentale e alla riconciliazione con Dio. “Nel sacramento della penitenza Dio misericordioso ridona certamente la sua amicizia al peccatore pentito. Di conseguenza, cancella il suo peccato e rimette la sua colpa. Nel soggetto, però, continuano ugualmente a rimanere, e talvolta per lungo tempo, le conseguenze derivanti dalla natura stessa del peccato”, così si dice nel testo del Comitato Nazionale del Grande Giubileo del 2000 che, a distanza di alcuni paragrafi, connette il dono della confessione con “il valore dell’indulgenza”. L’indulgenza, legata alla grazia di Dio e ad una reale conversione di vita, può essere applicata in suffragio di vivi o defunti. Elemento comunque necessario e non trascurabile è il desiderio individuale di ottenere questo premio per misericordia, che può trovare attuazione attraverso le indicazioni contenute nella Bolla di Indizione Giubilare. Le condizioni per poter accedere all’indulgenza partono dalla Penitenza per arrivare all’Eucarestia, mistero pasquale di Cristo, “nostra pace e nostra riconciliazione”. La trasformazione dalla dimensione di penitente a quella di uomo riconciliato con il Signore è figurata anche dal rito del passaggio attraverso la Porta Santa, sempre previsto nella prassi del Giubileo. Papa Martino V aprì per la prima volta nella storia degli Anni giubilari la porta Santa di San Giovanni in Laterano, a Roma, nel 1423, mentre in Vaticano dovremo attendere il Santo Natale del 1499 quando Alessandro VI volle che ci fossero Porte Sante anche nelle altre Basiliche romane. Infine nel Grande Giubileo del 2000, Giovanni Paolo II volle diffondere e celebrare questo dono, oltre che a Roma anche a Gerusalemme e in tutte le diocesi del mondo. Passare attraverso la Porta Santa richiama e richiede a ogni cristiano di rinascere dall'alto, conversione del cuore dal peccato alla grazia. GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA Agli Anni Santi ordinari, indetti dal '300 e oggi celebrati ogni quarto di secolo, si sono affiancate alcune ricorrenze straordinarie; ne ricordiamo due in particolare: il recente Anno Giubilare Paolino, a cavallo tra il 2008 e il 2009, sotto il pontificato di Benedetto XVI e, con la bolla Misericordiae Vultus, in occasione del cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II, il Giubileo Straordinario della Misericordia: momento ardentemente voluto da papa Francesco, che si aprirà l’8 dicembre 2015 per chiudersi il 20 novembre dell’anno successivo. Proprio in quest'ultimo documento il testo si apre con l’affermazione che “Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre” e al secondo punto prosegue segnalando che “abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. [...] condizione della nostra salvezza”. Proseguendo nella lettura, lo stesso pontefice spiega: “ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre. E’ per questo che ho indetto un Giubileo Straordinario della Misericordia come tempo favorevole per la Chiesa perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti”. Tra gli elementi innovativi ci sarà un mandato speciale, nella Quaresima del 2016, per i “missionari della misericordia”, cioè dei sacerdoti ai quali verrà data l’autorità di perdonare quei peccati che ordinariamente sono riservati alla Sede Apostolica quindi, procedendo sulla linea tracciata dal grande Giubileo del 2000, si continuerà a celebrare l'evento non solo a Roma ma anche in tutte le Diocesi del mondo: segno visibile della comunione di tutta la Chiesa. Risulta inoltre interessante il richiamo alla conversione, al mettersi in cammino, contenuto nel paragrafo 14, dove si sottolinea: “Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio”. Non dimentichiamo che, come ricorda sempre il Papa, “La misericordia possiede una valenza che va oltre i confini della Chiesa. Essa ci relaziona all’Ebraismo e all’Islam, cha la considerano uno degli attributi più qualificanti di Dio”, quindi aggiunge: “questo Anno Giubilare vissuto nella misericordia possa favorire l’incontro con queste religioni e con le altre nobili tradizioni religiose; ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione”. L’Associazione Esperienza Pellegrinaggio, la Rete delle Agenzie di Viaggio Diocesane proporrà, per questa occasione eccezionale, vari tipi di pellegrinaggio.