tutti i colori di rothko
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tutti i colori di rothko
Arte e territorio Anno scolastico 2013.2014 Dario D’Antoni TUTTI I COLORI DI ROTHKO MARK ROTHKO (1903-‐1970) È considerato il precursore dei pittori color field: pochi colori intensi su grandi tele. Rimase semisconosciuto fino al 1960. Dopo una vita segnata dalla depressione si suicida il 25 febbraio 1970. È uno degli artisti più costosi e collezionati al mondo. Mettete sul fuoco una pentola piena d’acqua. A 45 gradi l’acqua sarà calda, a 70 rovente, a 99 vicina al punto di ebollizione. Ma sarà sempre e ancora acqua. A 100 gradi, non prima né dopo, avverrà il passaggio, ed essa diventerà vapore. Questa metafora fu escogitata da Rothko stesso, benché egli dicesse che non pensava a se e alla sua arte, ma ai minori, ai “carpentieri” della pittura. Cercava di spiegare a un amico artista cosa accade quando ci si sbarazza di tutto ciò che si è appreso, ci influenza, ci condiziona, ci opprime: i maestri, i modelli, la tradizione, le regole, le teorie. Proprio come l’acqua, all’improvviso, ma mai per caso, si diventa qualcos’altro: vapore. Cioè, finalmente, se stessi. Non c’è niente di più affascinante, per chi opera come per chi guarda, che cercare di riconoscere quell’istante. Esplosivo, misterioso, come un’energia sotterranea che si libera, sprigionandosi da un altrove invisibile. Naturalmente un processo psichico non risponde alle leggi della fisica, e spesso è difficile individuare l’opera in cui un artista abbandona come pelle morta la crisalide dell’apprendistato, dell’imitazione, e diventa, non so, Picasso, Degas, Kandinskij. TUTTI I COLORI DI ROTHKO Arte e territorio Anno scolastico 2013.2014 Dario D’Antoni MARK ROTHKO Violet, black, orange, yellow, white and red 1949 Oil on canvas, 207 x 167,6 cm Solomon R. Guggenheim Museum, New York Probabilmente il dipinto Violet, black, orange, yellow, white and red coglie proprio l’istante magico e alchemico della metamorfosi. Il titolo è chiaramente un elenco di colori: Rothko non dava quasi mai nomi ai suoi quadri, per non soffocare la possibile espansione del significato. Il quadro nasce a New York nel 1949, dove Rothko vive dal 1926. Ha 46 anni, dipinge da 23, è a metà del suo percorso artistico, ma ovviamente lo ignora. Come tutti gli artisti americani della sua generazione (lui, nato Rothkowitz in una cittadina russa ora in Lettonia –Daugavpilsimmigrato a 10 anni negli USA, ne è diventato cittadino negli anni Depressione nel 1938), della Grande ha sviluppato una radicale coscienza politica e digerito l’obbligatorio realismo sociale. Ha dipinto senza successo enigmatiche scene urbane nella metropolitana di New York. Poi le figure sono sparite, cedendo il MARK ROTHKO Hierarchical Birds – 1934 MARK ROTHKO Subway c. - 1937Subway c. posto a biomorfi liquidi, ispirati dal Surrealismo. Nel frattempo si è appassionato ai miti, alle culture mesopotamiche e agli archetipi, e ha scritto un difficile trattato teorico, che però non ha mai pubblicato. Nel 1949 la temperatura della sua acqua sale vertiginosamente. È un salto brusco. Cambia modo di dipingere. Semplifica, appiattisce, depura. TUTTI I COLORI DI ROTHKO Arte e territorio Anno scolastico 2013.2014 Dario D’Antoni Elimina ogni ricordo della della figurazione e ogni ostacolo concettuale come la memoria, la storia, la geometria. Riduce la pittura alla sua materia: canapa, pennelli, pigmenti. Sulle sue tele ora galleggiano colorate forme senza nome (lui le chiama multiformi). Non significano niente e non rimandano a nessuna realtà ulteriore. Forse somigliano solo alle immagini ipnagogiche1 che flottano nel buio delle palpebre chiuse. Nel corso del 1949 queste forme si stabilizzano. Diventano bande orizzontali di colore, che il pittore dispone con ordine sulla superficie del quadro. I colori non creano più le forme, sono diventati essi stessi forme e volumi. Le tele sono cresciute, spazi vasti, talvolta immensi. Rothko stesso avrebbe dichiarato poi che un quadro di grande formato è più intimo e umano, perché ti permette di abitarlo, di “starci dentro”, i quadri non sono più finestre o porte sul mondo, sono facciate, muri, parete. La temperatura raggiunge i 99 gradi . Nasce Violet, black, orange, yellow, white and red. Rothko pretendeva silenzio. Non voleva spiegare né interpretare i suoi quadri e derideva chi si azzardava a farlo (storici dell’arte, critici, esperti). Voleva che avessero la forza e il fascino della musica e della poesia, voleva che fossero esperienze emozionali, non verbali. Insomma, che trasportassero in una realtà altra, metafisica, sacrale, diciamo pure trascendente. Ma noi per descriverlo non possediamo altro che parole, e allora proviamoci, dai. 1 Ipnagogico: che induce il sonno. Termine desunto dalla psicologia che parla di fatto psichico che si verifica immediatamente prima del sonno (illusioni ipnagogiche). TUTTI I COLORI DI ROTHKO Arte e territorio Anno scolastico 2013.2014 Dario D’Antoni Si tratta di un rettangolo alto più di due metri e largo un metro e sessantasette. I colori sono disposti armonicamente su fasce sovrapposte. Non coprono tutto il fondo della tela, preparata col bianco, che forma così una sorta di cornice. O meglio, di alone. Da questo emergono, come illuminati dal retro, i colori. La banda più scura (e visivamente più pesante), viola, è posta in alto, in modo da impedire alle altre (più leggere, trasparenti e immateriali) di disgregarsi. Il giallo ha quasi smangiato l’arancio: irradiano entrambi un riverbero caldo e soffuso, come un velo che fluttua davanti alla luce. Il nero che sorregge la banda viola è ridotto a una linea, come quando si spegnevano vecchi schermi televisivi e l’immagine veniva risucchiata all’interno dell’apparecchio. Effetto ottico non estraneo ai quadri di Rothko, che danno spesso l’impressione di vibrare, palpitare e muoversi come cose viventi, dilatandosi e proiettandosi in avanti, oppure contraendosi all’interno. È decisamente “un Rothko”. Infatti, almeno nelle opere del suo cosiddetto periodo classico, che si inaugura nel 1950 e si conclude con la sua morte, nel 1970, è uno degli artisti più riconoscibili del Novecento. Ci sono già i quattro colori prediletti, che declinerà in ogni sfumatura nel decennio a venire: il violetto dal magenta al lillà, lavanda, malva e lampone; il giallo-arancio dal mandarino allo zafferano; il rosso dal cremisi fino al porpora e al prugna. Questi colori pulsanti, divenuti strumenti per agire sulla sensibilità dello spettatore, già creano quell’effetto di infinito che verrà raggiunto da Rothko nelle opere della maturità. Questa può essere definita ancora un’opera di transizione. Siamo a 99 gradi, l’acqua gorgoglia, le bollicine salgono verso la superficie, l’ebollizione è imminente. Ma c’è ancora un residuo, qualcosa che impedisce al liquido di vaporizzarsi. Sono le due verticali: le rosse strisce simmetriche poste ai lati delle bande orizzontali. Sembrano voler contenere il colore, supportarlo come colonne. In un certo senso lo imprigionano. Però sono già esili, evanescenti come un riflesso. Sul punto di dissolversi in vapore, insomma. Questo quadro è un privilegio. Anche l’incandescenza delle strisce rosse rivela il punto magico in cui sta per avvenire la fusione del metallo. Si dice che TUTTI I COLORI DI ROTHKO Arte e territorio Anno scolastico 2013.2014 Dario D’Antoni Archimede, vicino alla scoperta del principio2 che poi ricevette il suo nome, abbia gridato: ”EUREKA! Ho trovato!!!” Rothko dovette provare la stessa euforia di una rivelazione, quando completò il quadro, che forse realizzò in un sol giorno, giacché li pensava a lungo ma li eseguiva in un baleno. In quel momento aveva distillato l’essenza della sua pittura: le braci verticali non compariranno mai più. Tutte le considerazioni sono rielaborate e sintetizzate da Dario D’Antoni. Le citazioni sono dall’articolo apparso sulla rubrica IL MUSEO DEL MONDO pubblicato il 10 novembre 2013 su Repubblica, a firma di Melania Mazzucco. 2 PRINCIPIO DI ARCHIMEDE Come ciascuno di noi avrà notato, al mare con uno sforzo minimo si può sostenere una persona immersa nell'acqua mentre se la persona a mano a mano emerge la fatica aumenta progressivamente. Quindi, quando un corpo è immerso in un liquido sembra che diventi più leggero, vale a dire che si nota un'apparente diminuzione del suo peso P. Poiché il peso di un corpo in un dato luogo è invariabile, dobbiamo pensare all'esistenza di una forza verticale diretta dal basso verso l'alto applicata al corpo che chiameremo spinta S. Questa forza viene descritta dalla legge di Archimede che, estesa a tutti i fluidi (liquidi e aeriformi) può essere così enunciata: "Un corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido riceve una spinta verso l'alto uguale al peso del fluido spostato". TUTTI I COLORI DI ROTHKO