Carta Alcologica

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Carta Alcologica
CARTA DISTRETTUALE DEI COMUNI PER LA PREVENZIONE DEI
PROBLEMI ALCOLCORRELATI
Comuni di Fiorano, Formigine, Frassinoro, Maranello,
Montefiorino, Palagano, Prignano, Sassuolo
Servizio Dipendenze Patologiche –Distretto N°4 di Sassuolo dell’Ausl di Modena
Associazioni ACAT, AA, ALANON
Premessa
Le Amministrazioni Comunali, il Servizio Dipendenze Patologiche - Distretto N°4 di
Sassuolo dell’Ausl di Modena e le Associazioni ACAT, AA, ALANON intendono promuovere nei
confronti dell’intera cittadinanza azioni di sensibilizzazione e di promozione di sani stili di vita, in
merito ai comportamenti legati all’uso e all’abuso di alcol, assumendo un ruolo informativo, di
sensibilizzazione, educativo, preventivo, di tutela, di controllo dell’applicazione della legge vigente.
La Carta Distrettuale Alcologica è un atto di indirizzo condiviso e approvato dai soggetti
coinvolti, che
si impegnano
a rispettarne i contenuti e le finalità, garantendo l’applicazione delle azioni in essa
contenute.
Tutti i Settori degli Enti Locali, Sociale, Istruzione, Cultura, Sport, Politiche Giovanili,
Attività economiche e produttive, Marketing, sono direttamente coinvolti nell’applicazione del
presente atto di indirizzo.
Le Amministrazioni Comunali, il Servizio Dipendenze Patologiche – Distretto N°4 di
Sassuolo dell’Ausl di Modena e le Associazioni ACAT, AA, ALANON si impegnano a monitorare
periodicamente l’applicazione effettiva degli indirizzi contenuti nella Carta Alcologica Distrettuale
e a sostenere le azioni necessarie alla sua attuazione.
Aspetti culturali
Il consumo di alcol è uno dei fattori determinanti per la salute della popolazione.
L’alcol, contenuto in varie concentrazioni in un gran numero di bevande vecchie e nuove a
larghissima diffusione, è parte della vita quotidiana nella nostra Nazione e in diversi Stati della
Comunità Europea. Bere bevande alcoliche viene valutato positivamente per molte ragioni: come
modo per socializzare, come parte della nutrizione e come interruzione simbolica che comporta uno
stacco dalle responsabilità quotidiane.
L’alcol è un elemento con cui le persone hanno familiarità ed è difficile adottare la distanza e la
freddezza utili a riconoscere e agire sui problemi che derivano dal suo uso.
I problemi alcolcorrelati
L’alcol etilico, pur essendo presente in abitudini e stili alimentari, è classificato
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S), quale sostanza psicoattiva che può determinare
effetti tossici sull’organismo e portare ad un consumo rischioso e alla dipendenza.
Il consumo non moderato di alcol infatti determina l’aumento del rischio d’insorgenza di
patologie alcol-correlate quali: la cirrosi epatica, le malattie croniche del fegato, le malattie
cardiovascolari, alcuni tumori, oltre ad incidenti stradali, infortuni domestici e sul posto di lavoro e
varie altre problematiche personali, familiari e sociali. I problemi creati dal consumo di sostanze
alcoliche sono spesso sottovalutati, ma grave è il quadro legato ai costi, umani, sociali ed economici
che ne derivano. A questo si aggiunga che l’uso di alcol causa una spesa sociale considerevole che
deriva dalla perdita della produttività lavorativa, dall’aumento dei costi sanitari e giudiziari; il peso
economico è stato stimato in circa il 5-6% del prodotto interno lordo (PIL).
In Italia sono riconducibili al consumo di alcol i seguenti dati:
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il 5% della popolazione presenta patologie alcol-correlate di rilievo clinico
30.000 morti all’anno (1 morte ogni 18 è correlata all’uso di alcol)
> 10% il numero dei ricoveri ospedalieri alcolcorrelati
> 10% prevalenza dei problemi alcolcorrelati in medicina generale
>10% infortuni sul lavoro e/o domestici
> 9% le malattie dovute al consumo di alcol
>30%incidenti stradali
anni di vita persi fino al 10%
4% di malattie professionali
10% dei tumori
63% delle cirrosi epatiche
41% degli omicidi
La Carta Europea sull’Alcol
Nel 1995, la Conferenza Europea su Salute, Alcol e Società a Parigi ha adottato la Carta
Europea sull’Alcol che stabilisce cinque principi etici e dieci strategie per sviluppare politiche e
programmi sull’alcol.
La Carta è stata sottoscritta da tutti gli Stati Membri nella Regione Europea dell’O.M.S.
Cinque principi etici e obiettivi
1 - Tutti hanno diritto a una famiglia, una comunità ed un ambiente di lavoro protetti da incidenti,
violenza ed altri effetti dannosi, che possono derivare dal consumo di bevande alcoliche.
2 - Tutti hanno diritto a ricevere, fin dalla prima infanzia, un’informazione e un’educazione valida
e imparziale sugli effetti che il consumo di bevande alcoliche ha sulla salute, la famiglia e la
società.
3 - Tutti i bambini e gli adolescenti hanno diritto di crescere in un ambiente protetto dagli effetti
negativi che possono derivare dal consumo di bevande alcoliche e, per quanto possibile, dalla
pubblicità di bevande alcoliche.
4 - Tutti coloro che assumono bevande alcoliche secondo modalità dannose o a rischio, nonché i
membri delle loro famiglie hanno diritto a trattamenti e cure accessibili.
5 - Tutti coloro che non desiderano consumare bevande alcoliche o che non possono farlo per
motivi di salute o altro hanno il diritto ad essere salvaguardati da pressioni al bere e sostenuti nel
loro comportamento di non- consumo.
Dieci strategie
1. Informare le persone degli effetti che il consumo di bevande alcoliche può avere sulla famiglia e
la società, e delle misure efficaci che si possono prendere per prevenire o ridurne i possibili danni,
realizzando a partire dalla prima infanzia programmi educativi di vasta portata.
2. Promuovere ambienti pubblici, privati e di lavoro, protetti da incidenti, violenza e da altre
conseguenze negative dovute al consumo di bevande alcoliche.
3. Emanare ed applicare leggi che scoraggino efficacemente il mettersi alla guida dopo aver
consumato bevande alcoliche.
4. Promuovere la salute attraverso il controllo della disponibilità – ad esempio in relazione alla
popolazione giovanile - ed attraverso interventi sui prezzi delle bevande alcoliche - ad esempio
tramite la tassazione.
5. Attuare severe misure di controllo, tenendo conto dei limiti o dei divieti esistenti in alcuni Paesi
sulla pubblicità, diretta e indiretta, di bevande alcoliche e assicurare che nessuna forma di pubblicità
sia specificamente diretta ai giovani, ad esempio collegando alcol ed eventi sportivi.
6. Assicurare l’accesso e la disponibilità di efficaci servizi di trattamento e riabilitazione, con
personale opportunamente formato, alle persone con consumi a rischio o dannosi ed alle loro
famiglie.
7. Incoraggiare un maggior senso di responsabilità etica e giuridica tra coloro che operano nei
settori del marketing o del commercio di bevande alcoliche e incentivare severi controlli sulla
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qualità e sicurezza del prodotto ed attuare norme appropriate contro la produzione e la vendita
illegali.
8. Accrescere le capacità della società di occuparsi delle problematiche dell’alcol attraverso la
formazione degli operatori dei vari settori coinvolti, quali quello sanitario, sociale, educativo e
giudiziario, contestualmente al rinforzo ed allo sviluppo del ruolo centrale della comunità.
9. Sostenere le organizzazioni non-governative e i gruppi di auto-aiuto che promuovono stili di
vita sani, in particolare coloro che operano nell’ambito della prevenzione o della riduzione dei
danni alcolcorrelati.
10. Formulare programmi di ampia portata negli Stati Membri tenendo conto di questa Carta
Europea sull’Alcol; definire chiaramente obiettivi e indicatori di risultato; monitorare i progressi e
assicurare l’aggiornamento periodico dei programmi basato sulla valutazione.
I consumi di alcol in Italia
I dati più recenti mostrano che la nostra Nazione presenta un incremento costante del
numero di consumatori che si stima essere attualmente pari a circa 36 milioni, di cui 20.500.000
maschi e 15.500.000 femmine. Complessivamente, il 70 % degli italiani con età superiore ai 14
anni risulta consumatore di bevande alcoliche.
Di questi, però, il 14,2 % consuma alcolici in misura superiore ai limiti massimi indicati dalle
Linee Guida per una sana alimentazione e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (2-3 bicchieri
al giorno per l’uomo e 1-2 bicchieri per la donna di vino o di birra ) e circa 1 milione sono le
persone che presentano una vera e propria alcoldipendenza.
Le caratteristiche del fenomeno in Emilia Romagna
Nella Regione Emilia-Romagna, compreso il territorio del distretto sanitario di Sassuolo,
l’indagine multiscopo Istat, attuata sugli aspetti della vita quotidiana delle famiglie (2005),
evidenzia:
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l’aumento tra la popolazione di età superiore agli 11 anni, residente in Emilia-Romagna, dei
consumatori di alcol (74.2%) rispetto alla media nazionale ( 69.7%);
la precoce età di iniziazione al consumo di bevande alcoliche (11- 12 anni);
l’incremento del numero di adolescenti e giovani consumatori di bevande alcoliche;
l’aumento dei comportamenti di consumo a rischio con episodi di ubriacature (binge
drinking) in particolare nella popolazione giovanile;
l’aumento dei consumi di bevande alcoliche fuori dai pasti;
l’aumento del numero di utenti in carico ai servizi alcologici delle Aziende Sanitarie;
l’incremento del numero di persone segnalate alle Commissioni mediche Locali per guida
in stato di ebbrezza alcolica (infrazione dell’art. 186 del codice della strada).
La promozione di sani stili di vita
Il Piano Sanitario Nazionale 2003-2005, in linea con il Programma dell’Unione Europea
2003-2008, riporta tra i principali obiettivi di promozione di stili di vita salutari e di prevenzione, la
riduzione dei danni sanitari e sociali causati dall’alcol.
La promozione di sani stili di vita risulta un bene che va “costruito insieme”, con la partecipazione
di tutti gli attori della vita cittadina: gli Enti Locali, i Servizi Sanitari, le Forze dell’ordine, la Polizia
Locale, le Scuole, le Associazioni culturali, le Associazioni di categoria, le Parrocchie, le
Associazioni giovanili, nonché tutte le altre componenti del tessuto sociale.
La complessità dei problemi di ordine economico, sociale e culturale legati al consumo di alcol,
impone l'esigenza di abbandonare la strada delle iniziative singole, episodiche tendenti a rincorrere
l'emergenza e suggerisce, invece, la necessità di elaborare un'analisi cognitiva, quantitativa e
qualitativa dei vecchi e nuovi bisogni della cittadinanza.
La collaborazione tra i diversi Organismi operanti nel sistema della prevenzione e sicurezza è
fondamentale al fine di sviluppare nuove forme di interazione mantenendo inalterate le
responsabilità e le competenze di ciascuna, e garantendo una maggiore efficacia ed efficienza delle
politiche di prevenzione.
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Sistema dei Servizi in Provincia di Modena
La rete dei servizi alcologici attivi in provincia, che intervengono nel trattamento intensivo
dei soggetti con patologie alcol-correlate, nella realtà provinciale è rappresentata da:
7 Centri Alcologici (Sassuolo, Modena, Carpi, Castelfranco Emilia, Vignola, Pavullo, Mirandola)
3 Ospedali collegati per ricoveri programmati per diagnosi e cura PAC (Pavullo, Carpi, Vignola)
2 Case di cura convenzionate per ricoveri specialistici (Villa Rosa, Villa Igea)
1 Centro Diurno "Colombarone" (Formigine)
17Club Alcolisti in Trattamento CAT (7 nel distretto di Sassuolo)
11 Gruppi. Alcolisti Anonimi A.A (2 nel distretto di Sassuolo)
7 Gruppi Familiari di Alcolisti Al-Anon (1 a Sassuolo)
1 Gruppo Al Ateen (Figli di Alcolisti)
I Servizi Sociali degli Enti Locali
I Centri Alcologici dell’Ausl di Modena
L’Ausl di Modena interviene in campo alcologico tramite i Centri alcologici operanti nei
servizi dipendenze patologiche distrettuali (7) tramite equipe dedicate, composte da figure
professionali diverse (medico, psicologo, assistente sociale, infermiere, educatore) che si occupano
di prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi e problemi legati al consumo di alcol.
I Centri Alcologici intervengono sull’utente in modo globale ed unitario, valorizzando la centralità
della persona e attuando nella fase iniziale un percorso di osservazione-diagnosi utile per proporre e
condurre trattamenti terapeutico-riabilitativi individualizzati, multifocali e flessibili secondo le
linee guida e i protocolli clinici definiti a livello aziendale e sottoposti a periodica verifica.
Collaborano inoltre con le associazioni di auto-mutuo aiuto presenti sul territorio (Club Alcolisti in
Trattamento, Alcolisti Anonimi, Familiari di Alcolisti Anonimi) e con gli altri servizi sanitari e
sociali del territorio , per favorire: l’inserimento nei gruppi di auto-aiuto dei soggetti con disturbi da
uso di alcol e dei loro familiari, i programmi integrati di cura e per attuare programmi di
prevenzione e di sensibilizzazione rivolti alla popolazione in generale.
Dal 2004 presso la sede del Centro Diurno “ Colombarone” assegnata in comodato dai comuni di
Sassuolo, Fiorano, Maranello, Formigine, e gestito dal Servizio dipendenze patologiche di
Sassuolo, è attivo un percorso di cura previsto in regime semiresidenziale per alcolisti.
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L’utenza del Centro Alcologico di Sassuolo
Dal 1996, anno di apertura, al 2005 compreso, il centro alcologico del distretto di Sassuolo
dell’AUSL di Modena ha rilevato un aumento costante dell’utenza alcoldipendente che fruisce di
trattamenti integrati erogati presso le unità di offerta del sistema dei servizi. Nel 2005 ha seguito
con programmi e trattamenti terapeutici diversificati n.161 utenti con disturbi da uso di alcol .
Il profilo dell’utente del centro alcologico indica che:
è maschio per il 76,8% dei casi e femmina nel 23,2%, ha un età media di 46 anni, possiede il
diploma di primo grado della scuola dell’obbligo (39,4%), mantiene un lavoro regolare (65,8%) ed
è celibe o nubile (50,8%) .
La bevanda alcolica prevalentemente assunta (anno 2004) è certamente il vino nel 36,9% dei casi,
seguita dalla birra 11% e dai superalcolici (9,9%).
Il 10,1% dell’utenza alcoldipendente ha utilizzato anche sostanze stupefacenti mentre fa uso di
psicofarmaci il 6,7% degli utenti.
Normativa Nazionale di riferimento
Nell’ultimo decennio in ambito nazionale e regionale si è registrato un significativo
incremento nell’emanazione di atti normativi e programmatici riguardanti le problematiche
alcologiche e le misure per contrastarne la diffusione.
Tra gli atti normativi ultimi e quelli meno recenti, nazionali e regionali, di particolare interesse in
campo alcologico segnaliamo:
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Art. 689 Codice Penale: L’esercente un’osteria o un altro pubblico spaccio di cibi o di bevande, il
quale somministra, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, bevande alcoliche a un minore di
anni 16, o a persona che appaia affetta da malattia di mente, o che si trovi in manifeste condizioni
di deficienza psichica a causa di un’altra infermità, è punito con l’arresto fino a un anno. Se dal
fatto deriva l’ubriachezza, la pena è aumentata. La condanna importa la sospensione dall’esercizio.
Per aversi l’illecito previsto dall’art. 689 C.P. basta la somministrazione. Se si arriva
all’ubriachezza scatta l’aggravante. E’ prevista la pena accessoria della sospensione dell’esercizio
(da 15 gg. a 2 anni).
L’esercente in questo caso ha una deroga precisa all’obbligo di non rifiutare le sue prestazioni (art.
187 Reg. Es. TULPS).
E’ ora competente il Giudice di pace per espressa previsione normativa (art. 15 legge 24.11.1999, n.
468).
Art. 690 Codice Penale: Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico cagiona
l’ubriachezza altrui, somministrando bevande alcoliche, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con
l’ammenda da L. 60.000 a L. 600.000.
Il reato di cui all’art. 690 C.P. prevede un’ammenda, oblabile ai sensi della lege 689/81. Importante
è che sia commesso in luogo pubblico o aperto al pubblico (non quindi in festini privati o in circoli).
E’ ora competente il Giudice di pace per espressa previsione normativa (art. 15 legge 24.11.1999, n.
468).
Art. 691 Codice Penale: Chiunque somministra bevande alcoliche a una persona in stato di
manifesta ubriachezza, è punito con l’arresto da tre mesi a un anno. Qualora il colpevole sia
esercente un’osteria o un altro pubblico spaccio di cibo o bevande, la condanna importa la
sospensione dall’esercizio.
Anche per il reato di cui all’art. 691 C.P. vi è una deroga precisa per l’esercente all’obbligo di non
rifiutare le prestazioni (art. 187 Reg. Es. TULPS). Anche qui è prevista la pena accessoria della
sospensione dell’esercizio. E’ ora competente il Giudice di pace per espressa previsione normativa
(art. 15 legge 24.11.1999, n. 468).
Art. 188 R.D. n. 635/1940, vieta che i minori di anni 18 siano adibiti alla somministrazione di
bevande alcoliche negli esercizi pubblici.
Art. 42 del D.P.R. 303/1956, vieta la somministrazione di vino, birra ed altre bevande alcoliche
all’interno di aziende.
Il nuovo codice della strada prevede all’articolo 186 (decreto legislativo 30 aprile 1992 n. 285)
che “E’ vietato guidare in stato di ebbrezza, in conseguenza dell’uso di bevande alcoliche e che
qualora dall’accertamento risulti un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 0,5
grammi per litro, l’interessato è considerato in stato di ebbrezza, ai fini dell’applicazione delle
sanzioni previste”
Il Decreto Ministeriale 3/8/1993 “Linee di indirizzo per la prevenzione, la cura, il reinserimento
sociale e il rilevamento epidemiologico in materia di alcoldipendenza”, riconosce la rilevanza del
fenomeno indicato come una vera e propria malattia sociale, ed evidenzia l’esigenza di rispondere
alle domande e ai bisogni espressi dai problemi alcolcorrelati con interventi integrati a livello
medico, psicologico e sociale articolati dai servizi sanitari e sociali coordinati tra di loro.
Il decreto prevedeva che le singole regioni indicassero programmi e forme di coordinamento nelle
articolazioni dei servizi locali per garantire la promozione della salute, la prevenzione primaria, le
cure e il reinserimento degli alcolisti e dei PAC (problemi alcolcorrelati).
Delibera n.1639/96 G.R. Regione Emilia-Romagna “Linee di indirizzo della Regione Emilia
Romagna sugli interventi per le Prevenzione, la Cura e la Riabilitazione dell’alcolismo e dei
problemi alcol-correlati (P.A.C.)” sancisce l’attribuzione ai servizi per le dipendenze patologiche
dei compiti di coordinamento sugli interventi per la prevenzione e cura dei PAC; tale direttiva ha
prodotto già nell’anno stesso la nascita di almeno un centro alcologico in ogni AUSL.
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L’accordo Stato/Regioni del 21.1.1999, inserisce il coordinamento delle attività relative
all’alcoldipendenza nell’ambito delle attività dei Dipartimenti per le dipendenze delle Aziende
USL, vincolando ad assicurare per i problemi alcolcorrelati l’erogazione di interventi
interdisciplinari integrati e la disponibilità di risorse adeguate alla complessità dei problemi.
La legge n.45 /1999 ha esteso i finanziamenti del Fondo Nazionale per la lotta alla droga presso la
presidenza del Consiglio dei Ministri anche ai progetti regionali e nazionali in materia di
alcoldipendenza correlata.
Il Decreto legislativo 19/6/1999 n.229, prevede espressamente all’articolo 3, la collocazione della
dipendenza da alcol nell’ambito delle aree cui attengono prestazioni sociosanitarie ad elevata
integrazione sanitaria, da assicurarsi da parte delle aziende sanitarie in quanto comprese nei livelli
essenziali di assistenza.
L’Atto di intesa Stato/Regioni del 5.8.1999, determina i requisiti minimi standard per
l’autorizzazione al funzionamento e per l’accreditamento degli enti e delle associazioni private che
operano nel campo della prevenzione, cura e riabilitazione delle persone dipendenti da sostanze di
abuso, costituisce evidentemente una regolamentazione anche degli enti operanti nel settore della
dipendenza da alcol.
LEGGE n. 125/2001. Legge quadro in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati (G. U. n. 90 del
18 Aprile 2001)
All’art. 2. si precisa che la presente legge:
a) tutela il diritto delle persone, ed in particolare dei bambini e degli adolescenti, ad una vita
familiare, sociale e lavorativa protetta dalle conseguenze legate all'abuso di bevande alcoliche e
superalcoliche;
b) favorisce l'accesso delle persone che abusano di bevande alcoliche e superalcoliche e dei loro
familiari a trattamenti sanitari ed assistenziali adeguati;
c) favorisce l'informazione e l'educazione sulle conseguenze derivanti dal consumo e dall'abuso di
bevande alcoliche e superalcoliche;
d) promuove la ricerca e garantisce adeguati livelli di formazione e di aggiornamento del personale
che si occupa dei problemi alcolcorrelati;
e) favorisce le organizzazioni del privato sociale senza scopo di lucro e le associazioni di automutuo-aiuto finalizzate a prevenire o a ridurre i problemi alcolcorrelati.
Art.6 Viene apportata una modifica al Decreto Legislativo 30/4/1992 n.285 che prevede per il
nuovo codice della strada, la riduzione del valore alcolemico consentito per la guida di un veicolo
da 0.8g a 0.5 g per litro di sangue
Art. 13 E’ vietata la pubblicità diretta o indiretta delle bevande alcoliche nei luoghi frequentati
prevalentemente dai minori di anni 18
Art. 15 Comma 1 “Nelle attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro
ovvero per l’incolumità o la salute di terzi è fatto divieto di assunzione e di somministrazione di
bevande alcoliche”
Comma 3 “ Ai lavoratori affetti da patologie alcolcorrelate che intendano accedere ai programmi
terapeutici e di riabilitazione presso i servizi alcologici o altre strutture riabilitative si applica
l’articolo 124 del DPR 309 /1990”
L’atto di intesa Stato/Regioni del 16/3/2006 individua le attività lavorative che comportano un
elevato rischio di infortunio sul lavoro ovvero per la sicurezza, l’incolumità o la salute dei terzi, ai
fini dell’applicazione del divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e
superalcoliche nei luoghi di lavoro, ai sensi dell’articolo 15 della legge 125/2001
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Piano Nazionale Alcol e Salute: obiettivi
La relazione del Ministro della salute al Parlamento sugli interventi realizzati ai sensi della
legge 125/2001 (30/12/2005) individua, sulla base delle caratteristiche rilevate dei consumi e delle
problematiche alcol correlate presenti nella popolazione generale, i seguenti obiettivi prioritari da
perseguire a livello nazionale e locale per la realizzazione del Piano Nazionale Alcol e Salute:
-Aumentare la consapevolezza del rischio connesso con il consumo delle bevande alcoliche
nella popolazione generale e in alcune fasce di popolazione particolarmente esposte (anziani,
giovani, donne), nonché il sostegno a favore delle politiche di salute pubblica finalizzate alla
prevenzione del danno alcolcorrelato;
-Ridurre i consumi a rischio (in particolare quelli eccedentari e al di fuori dei pasti) nella
popolazione generale;
-Ridurre la percentuale dei giovani minori di anni 18 che assumono bevande alcoliche , nonché
l’età del primo contatto con le stesse;
-Ridurre i problemi alcolcorrelati che possono verificarsi in una varietà di contesti quali la
famiglia, il luogo di lavoro, la comunità o i locali dove si beve;
-Ridurre la diffusione e la gravità di danni alcolcorrelati quali gli incidenti e gli episodi di
violenza, gli abusi sui minori, la trascuratezza familiare e gli stati di crisi della famiglia;
-Mettere a disposizione accessibili ed efficaci trattamenti per i soggetti con consumi a rischio o
dannosi e per gli alcoldipendenti;
-Provvedere ad assicurare una migliore protezione dalle pressioni al bere per i bambini, i
giovani e coloro che scelgono di astenersi dall’alcol.
Il ruolo degli Enti Locali
La dimensione dell’uso di alcol e gli effetti che ciò determina sulla salute fisica, psicologica
e sociale dell’individuo, della sua famiglia e della collettività, hanno richiamato da tempo ed in
forma crescente l’interesse della comunità e della società civile per le implicazioni che tale
fenomeno determina sul piano sanitario, sociale ed economico sull’intera popolazione.
Gli Enti Locali riconoscendo che
• Il consumo di alcol si sta caratterizzando negli ultimi tempi come sempre più diffuso nella
nostra società
• Nel sesso femminile e tra i giovani, anche adolescenti, l’assunzione di alcol è in crescita
costante
• I rapporti fra uso di alcolici e sinistri stradali nonché fra infortuni sul lavoro ed uso di alcolici
sono sempre più preoccupanti
• Il fenomeno dell’alcolismo cronico, richiede interventi multidisciplinari che impiegano notevoli
risorse economiche
si impegnano
a promuovere, concordemente con il Servizio Dipendenze Patologiche - Distretto N°4 di
Sassuolo dell’Ausl di Modena, e le Associazioni ACAT, AA, ALANON, efficaci politiche di
promozione della salute in cinque aree:
Promuovere l’educazione e l’informazione corretta attraverso programmi di promozione della
salute (opuscoli e materiale informativo, eventi e manifestazioni di sensibilizzazione, percorsi
formativi ecc) da prevedere nei piani per la salute e nei piani di zona, che comprendano i temi
dell’alcol, in ambienti quali istituzioni educative, luoghi di lavoro, centri di aggregazione giovanili
e luoghi d’incontro delle comunità locali al fine di incrementare nella popolazione in generale e
nei giovani in particolare il livello di consapevolezza degli effetti che il consumo di alcol può
determinare.
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Promuovere e sostenere gli ambienti di vita liberi dall’alcol creando opportunità in cui siano
incoraggiate e favorite alternative alla cultura del bere alcolici (iniziative di sensibilizzazione e di
formazione attuate negli ambienti di lavoro e nella comunità in generale, la promozione di feste
analcoliche), sviluppando il ruolo della famiglia nella promozione della salute e del benessere degli
adolescenti e dei giovani (attraverso interventi info-educativi e la divulgazione di materiale
informativo), garantendo inoltre che le scuole e altre istituzioni educative siano ambienti in cui
l’alcol non sia disponibile ed adoperandosi affinché nelle manifestazioni di qualunque genere
organizzate o patrocinate dal Comune, direttamente o in collaborazione con altre associazioni, il
consumo di alcolici venga disincentivato con le modalità più opportune (promozione di bevande
analcoliche anche attraverso l’uso di buoni consumazione, controlli delle forze dell’ordine sul
rispetto della normativa vigente, azioni di sensibilizzazione e di informazione sui rischi legati al
consumo di alcolici).
Fornire protezione ai bambini e agli adolescenti dalla promozione di alcol, garantendo nelle
attività commerciali l’applicazione della normativa vigente in tema di divieti di pubblicizzazione e
di somministrazione di bevande alcoliche a minori di anni 16 (eventi formativi diretti agli addetti
del settore e controlli a campione delle forze dell’ordine), inoltre offrendo protezione e sostegno ai
bambini e agli adolescenti i cui genitori o membri della famiglia abbiano problemi alcolcorrelati
(attraverso il raccordo con i servizi sanitari Asl e i gruppi di auto-aiuto).
Ridurre i rischi e i danni alcolcorrelati garantendo che negli ambienti dove si consuma alcol sia
attuata la formazione del personale responsabile del servizio e siano attuate le regole che
proibiscono la somministrazione di alcol ai minori e alle persone in stato di ubriachezza;
promuovendo l’utilizzo dei buoni consumazione nei locali da ballo che ne fanno uso, da intendersi
fruibili solamente per il consumo di bevande analcoliche; favorendo inoltre il rafforzamento degli
accertamenti relativi alla guida in stato di ebbrezza tramite controlli random attuati nel territorio
distrettuale in luoghi e fasce orarie diverse.
Tutto ciò con la collaborazione delle associazioni di categoria e delle forze dell’ordine.
Sostenere i programmi di recupero, di sostegno e reinserimento sociale diretti ai soggetti
alcoldipendenti e alle loro famiglie tramite l’articolazione in raccordo con i servizi alcologici
dell’Ausl e con i gruppi di auto-aiuto, degli interventi sociali e assistenziali di supporto da
prevedere nei percorsi di cura e di trattamento dell’alcolismo.
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