guida alla mediazione tra pari - "E. Mattei"
Transcript
guida alla mediazione tra pari - "E. Mattei"
GUIDA ALLA MEDIAZIONE TRA PARI COMENIUS PROJECT “School Conflicts Mediators” Multilateral Partnership 2010-2012 Realizzata da: CORDINATORE - Prof.ssa e psicoanalista Alina CUCU ”Petru Poni” Technical College, Romania Prof.ssa Doina FERRANT ”Petru Poni” Technical College, Romania Prof.ssa Alina ZAMFIR ”Petru Poni” Technical College, Romania Prof.ssa Giovanna UDA ITCG “Enrico Mattei” Decimomannu, Italia La traduzione in italiano è a cura delle Prof.sse Giovanna Uda e Rosalia Marciano dell’ ITCG “Enrico Mattei” Decimomannu, Italia A tutti quelli che hanno il coraggio e la saggezza di appellarsi ad altri meccanismi per risolvere i conflitti che non siano quelli tradizionali, e a quelli che hanno il genuino desiderio di vivere in pace e armonia con i loro pari, dedichiamo questa guida. CONTENUTI 1. 2. 3. 4. 5. 6. La Mediazione Il Percorso di formazione sulla mediazione scolastica Il Ritratto dello studente mediatore La Formazione dello studente mediatore Il Corso di formazione per gli insegnanti mediatori Bibliografia 2 1 LA MEDIAZIONE Cos’è la mediazione? Quando due persone non riescono a risolvere un problema da soli, un mediatore può aiutarli. Un mediatore: Ascolta entrambe le parti ma non esprime giudizi su chi ha ragione; Crea l’atmosfera adatta di modo che le parti coinvolte nel conflitto possano esprimere i loro sentimenti e interessi; Facilita la comunicazione tra le due parti così che possano provare insieme a risolvere il loro problema; Il ruolo del mediatore è di facilitare la conversazione, non quello di risolvere il conflitto; Le cinque chiavi della mediazione E’ molto difficile- perfino impossibile- aprire una porta chiusa ma se hai la chiave, la metti nella serratura, la fai girare, la porta si apre. A volte quando gli amici litigano sono come le porte chiuse. Se si possiede la chiave ai loro pensieri, possono essere aiutati a risolvere i loro problemi. Queste chiavi sono molto importanti perché aiutano gli amici e i compagni di scuola a parlare dei loro conflitti apertamente. Le cinque chiavi sono: 1. Non giudicare. I mediatori sono imparziali anche quando pensano che una delle parti abbia ragione e l’altra torto. 2. Non dare consigli. A volte i mediatori possono avere delle idee per risolvere il conflitto ma non devono suggerirle alle due parti coinvolte; è il loro conflitto e devono risolverlo da soli a modo loro. Solo allora si sentiranno veramente responsabili. 3. Dimostrarsi equamente empatico. Il mediatore empatico cerca di capire come si sentono entrambe le persone coinvolte. Cerca di mettersi nei loro panni e di capire la situazione da tutte e due le prospettive, evitando di favorire una parte. 4. Mantenere la riservatezza. Le persone si sentono più a loro agio quando parlano dei loro sentimenti e problemi se sanno che i mediatori non ne parleranno con nessuno. 5. Mostrare interesse. I mediatori devono considerare il processo di mediazione e le persone. Devono fare del loro meglio per mettere d’accordo le parti coinvolte e risolvere i loro conflitti. Se i mediatori rispettano il processo di mediazione, le parti confideranno nel fatto che questo li aiuterà a risolvere i loro conflitti. 3 Gli stadi della mediazione tra studenti Gli stadi della mediazione 1. Preparare il sito (area-luogo) 2. Accoglienza 3. Spiegare le regole 5. Scoprire gli interessi comuni 6. Pensare a possibili soluzioni 7.Prendere una decisione 8. Annotare su un foglio di carta Breve descrizione di ogni stadio Lo studente mediatore (è opportuno che la mediazione sia condotta da due studenti mediatori): -Trova un posto tranquillo e silenzioso; -Si assicura che il luogo sia disponibile e che nessuno possa sentire le conversazioni; -Prepara la stanza. Lo studente mediatore: -Da il benvenuto ai presenti alla sessione di mediazione; -I partecipanti all'incontro si presentano. 1 Lo studente mediatore dice: “La mediazione vi darà l'opportunità di lavorare insieme e di andare d'accordo. Con questo processo sarete in grado di trovare una soluzione per migliorare la vostra situazione. Entrambi potete ottenere un risultato soddisfacente tramite la mediazione.”. 2 Lo studente mediatore spiega le regole di base: "Prima di iniziare vi dirò alcune regole della mediazione. Due di queste regole che noi mediatori rispettiamo sono: -Noi non parteggiamo per l'uno o per l'altro e non giudichiamo nessuno; -Tutto ciò che è detto qua, è confidenziale; Ci sono anche alcune regole base che vorremmo stabilire: -Niente nomignoli, niente insulti; -Nessuna interruzione; -Siate onesti e rispettosi; -Fate un sincero sforzo per risolvere il problema.” 3 Lo studente mediatore chiede a ogni parte in conflitto: " Sei d'accordo con queste regole?" Lo studente mediatore pone domande del tipo: “Se tu fossi in lui, come ti sentiresti ora?”; “Vuoi uscire da questo conflitto?”; “Su cosa potreste entrambi mettervi d'accordo?”. 1. Lo studente mediatore dice: "Impegniamoci a cercare possibili soluzioni a questo conflitto". 2. Spiega la procedura alle due parti in conflitto e dice: “ Quello che dovete fare: -Comunicate qualsiasi idea/soluzione vi viene in mente. -Cercate quante più idee/soluzioni possibili; “Quello che non dovete fare: -Non giudicate nessuna idea/soluzione come buona o cattiva; -Non parlate di queste idee/soluzioni, dovete solo ricordarle; ” Uno dei due studenti mediatori annota le idee/soluzioni proposte dalle due parti. 1. Lo studente mediatore chiede ai confliggenti di valutare le possibili soluzioni: "Quali sarebbero le conseguenze positive e negative di ogni soluzione?” “Quale soluzione andrebbe incontro agli interessi di entrambi?" Gli studenti devono scegliere una soluzione dalla quale entrambi trarranno beneficio. 2. Se gli studenti non riescono a trovare una soluzione, lo studente mediatore può incoraggiarli a pensare ad altre possibili soluzioni e varianti. 3. Lo studente mediatore chiede alle parti in conflitto di elencare le cose nuove che hanno scoperto su se stessi e sul loro conflitto. 1. Se le due parti hanno raggiunto un punto d'incontro, lo studente mediatore lo riassume a voce alta e scrive su un foglio i risultati della mediazione. Poi chiede a entrambi gli studenti di firmarlo. 2. Si complimenta con loro. 4 2 LINEE GENERALI DEI PERCORSI DI FORMAZIONE SULLA MEDIAZIONE SCOLASTICA La mediazione può: Aiutare a risolvere i problemi prima che questi diventino seri; Mostrare agli studenti che possono risolvere le loro questioni da soli; Migliorare il clima scolastico; Ridurre la tensione nella scuola. Tipi di problemi da gestire I mediatori possono aiutare a risolvere i seguenti tipi di conflitto: Litigi; Litigi mancati; Pettegolezzi; Conflitti con estranei; Conflitti insegnante/studente; Conflitti ragazzo/ragazza; Conflitti riguardanti il denaro e la proprietà; Tensioni familiari. Tipi di problemi che non si dovranno gestire. I mediatori non dovranno occuparsi di problemi di: Armi Droga Aggressioni Cos’è un mediatore Un mediatore agisce nel seguente modo: Rimane neutrale; Non prende le parti di nessuno; Tratta le persone con grande rispetto; Tratta i problemi con rispetto; Mantiene le questioni riservate; Non da consigli diretti. Cosa non è un mediatore Un mediatore non agisce nei seguenti modi: Come consulente/consigliere, Come giudice; Come avvocato; Come dispensatore di consigli; 5 I contenuti del percorso formativo: Saranno discussi i seguenti argomenti: Conflitto e cambiamento; Pressioni tra compagni; Pettegolezzi/voci di corridoio; Essere imparziale e neutrale; Trovare soluzioni: processi e requisiti. Le tecniche di mediazione Saranno svolte esercitazioni pratiche per migliorare/acquisire: Capacità di ascolto; Porre domande (aperte, chiuse, informative, chiarificatrici); Comunicazione non verbale Stendere un accordo. 6 3. IL RITRATTO DELLO STUDENTE MEDIATORE L’analisi si basa sulla lettura dei dati del Questionario per lo studente mediatore (vedi pagg.11e 12), compilato dagli alunni dell’ITCG “ E. Mattei” che hanno frequentato i due corsi di formazione sulla mediazione, tenuti dalla Dott.ssa Maria Aurelia Dessì - mediatrice presso il Tribunale dei Minori di Cagliari, rispettivamente negli anni 2011 e 2012 . Gli alunni che hanno frequentato il corso sono trentasei, ma solo trentatré di loro hanno restituito il questionario compilato. Le percentuali di seguito elencate si basano sul numero di risposte fornite. Gli studenti mediatori sono descritti dai propri compagni di scuola come simpatici, socievoli e generosi e capaci. Anche i loro genitori li descrivono come persone socievoli, simpatiche e capaci. Pochi sono descritti come irrequieti, impulsivi e nervosi. La stragrande maggioranza degli studenti intervistati afferma di dare il meglio di sé quando sono in gioco i propri interessi e di essere in grado di affrontare situazioni difficili. La maggior parte di loro non si butta a capofitto nelle situazioni senza pensare, anche se sono impulsivi e si pentono in seguito di ciò che hanno fatto. La metà degli intervistati è sensibile a quanto succede intorno a loro, ma non ritiene di essere influenzato da quanto dicono gli altri. Sono altruisti, socievoli e sono in grado di capire gli altri, ma la maggior parte di loro, alla domanda se, quando subiscono un torto da una persona, riescono a mantenere una buon rapporto, ha un atteggiamento neutro. Il 76% qualche volta si è ritrovato coinvolto in conflitti che non lo riguardavano in prima persona, il 18% mai. Rimani coinvolto in conflitti che non ti riguardano direttamente? Non risponde 3% sempre 3% mai 18% qualche volta 76% 7 Il 64% degli studenti mediatori ritiene che a scuola accadano spesso degli episodi di conflitto, il 36%qualche volta. Quanto spesso pensi che si verifichino episodi di conflitto a scuola? mai 0% qualche volta 36% spesso 64% Il 52% degli studenti mediatori non sono mai stati coinvolti in questi conflitti, il 42% raramente e il 6% mai. Quanto spesso sei rimasto coinvolto in questi conflitti? spesso 6% mai 52% qualche volta 42% 8 Il 55% pensa che la mediazione possa essere uno strumento per risolvere i conflitti, il 39% non lo sa, e il 6% pensa di no. Pensi che potrai essere in grado, con la mediazione, di risolvere i conflitti nella tua scuola? non lo so 39% si 55% no 6% Il 9% degli studenti è molto sicuro di poter essere un buon mediatore, il 33% è sicuro, il 40% ha una posizione neutrale e il 3% non è per niente sicuro. Su una scala da 1 a 5, quanto sei sicuro che sarai un buon studente mediatore? 5.per niente sicuro 3% non risponde 3% 1- molto sicuro 9% 4- un pò sicuro 12% 2- sicuro 33% 3-nè sicuro nè insicuro 40% 9 Gli studenti ritengono che il vantaggio maggiore nell’essere un mediatore consista nella possibilità di aiutare gli altri e di capirli, nel non avere pregiudizi e nel fatto di aver imparato qualcosa utile anche per se stessi. Inoltre il 10% pensa che fare da mediatore sia gratificante. vedere i problemi da un altro punto di vista 3% I vantaggi dall'essere un buon studente mediatore poter risolvere i problemi degli altri 7% perché quello che ho imparato serve anche a me 10% più amici e meno litigi 7% non avere pregiudizi 10% capire i sentimenti degli altri 14% capacità di mediare 7% è gratificante 10% parlare di più 4% essere meno impulsivi 4% aiutare gli altri 24% La maggior parte degli studenti mediatori ritiene non ci siano svantaggi dall’essere uno studente mediatore. Il 17% invece ha paura che il loro ruolo non possa essere compreso, altri di ritrovarsi coinvolti in conflitti da cui è meglio rimanerne fuori o di non essere in grado di essere d’aiuto per gli altri. Gli svantaggi dall'essere uno studente mediatore che gli altri non possano comprendere il ruolo 17% paura di ritorsioni 4% se non so risolvere un problema 9% essere coinvolto in le persone hanno il loro parere e nessuno riesce a distoglierle 4% nessuno 57% situazioni da dove preferiresti restare fuori 9% 10 Il Questionario per lo Studente Mediatore Sesso a. femmina b. maschio Rispondi sinceramente. Il questionario è ANONIMO. 1.Ti trovi mai coinvolto in conflitti che non ti riguardano direttamente? a. sempre b. qualche volta c. mai 2. Secondo te quanto spesso si verificano dei conflitti nella nostra scuola? a. spesso b. di rado c. mai 3. Quanto spesso sei rimasto coinvolto in questi conflitti? a. spesso b. di rado c. mai 4. Rifletti sulle seguenti affermazioni ed esprimi quanto sei d’accordo con esse cerchiando il numero che corrisponde alla tua risposta. E’ importante che tu esprima ciò che realmente fai o dici e NON ciò che pensi sia corretto o giusto. Do il meglio di me stesso quando sono in gioco i miei interessi. Ho un’intelligenza pronta specialmente in situazioni difficili. Penso di essere perspicace nelle situazioni interpersonali. Il mio essere incontenibile spesso mi causa dei problemi. Mi butto a capofitto nelle azioni senza pensarci troppo. Mi adiro facilmente, anche se più tardi me ne pento. Presto più attenzione agli altri che a me stesso Fremo (m’innervosisco) facilmente per qualsiasi cosa accade intorno a me. Tutto ciò che gli altri dicono o fanno m’influenza. Spesso i miei tantissimi pensieri sulle persone che mi circondano mi tormentano. Capisco gli altri Aiuto spesso gli altri. Ho un carattere socievole Anche se qualcuno mi fa del male, continuo a mantenere un buon rapporto con quella persona. Molto d’accordo D’accordo Né d’accordo né in disaccord o 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 2 3 4 5 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 1 1 1 1 2 2 2 2 3 3 3 3 4 4 4 4 5 5 5 5 Disaccordo Per nulla d’accordo 11 5. Rispondi la prima cosa che ti viene in mente. I miei compagni di scuola mi descrivono così…………………………………………………………………………………… I miei genitori mi descrivono così ……………………………………………………………………………………………………. Sarò un buon studente mediatore perchè………………………………………………………………………………………. 6. Pensi di poter contribuire, grazie alla mediazione, a risolvere i conflitti nella tua scuola? a. SI b. NO c. NON LO SO 7. Su una scala da 1 a 5,quanto sei sicuro che sarai un buon studente mediatore? 1- molto sicuro 2- sicuro 3- né sicuro né insicuro 4- un po’ sicuro 5- per nulla sicuro 8.Quali pensi possano essere i vantaggi nell’essere un buon studente mediatore? …………………………………………………………………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………………………………………………….. 9. Quali pensi possano essere gli svantaggi nell’essere uno studente mediatore? …………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………………………………. 12 4. PERCORSO DI FORMAZIONE ALLA MEDIAZIONE TRA PARI L’attività di mediazione degli studenti formati tramite il progetto “School Conflicts Mediators” si è dimostrata una valida alternativa per eliminare/ridurre i conflitti scolastici. Gli studenti sono, infatti, in grado di facilitare la comunicazione tra le parti meglio di genitori o insegnanti. Essere uno studente mediatore significa non solo mediare la comunicazione tra compagni in conflitto ma anche iniziare a riflettere sul conflitto, cosi che entrambe le parti giungano ad una lettura del conflitto sulla base dei loro valori personali. Lo studente mediatore deve fare in modo che le parti, ostili, cambino atteggiamento e percezione rispetto al conflitto in corso e che trovino essi stessi una soluzione accettabile. E’ possibile mediare gli inevitabili conflitti tra compagni di scuola se le istituzioni scolastiche formassero mediatori, con l’utilizzo di programmi adeguati, che garantiscano un modo efficace per affrontare i conflitti. Inoltre, perché gli studenti mediatori, formatisi a seguito di un corso al quale devono aderire in modo volontario, abbiano successo nel mettere in atto il processo di mediazione, dovranno dimostrare di avere precise abilità nel: Stabilire relazioni di mediazione efficienti con entrambe le parti in conflitto, così che i partecipanti al processo possano fidarsi, comunicare liberamente e accettare i suggerimenti; Creare un atteggiamento di cooperazione tra le parti in conflitto; Sviluppare un processo creativo di lavoro di gruppo e adottarne le decisioni; Identificare le singole informazioni intorno alle quali gravitano i conflitti. Queste abilità possono essere utili per arrivare a soluzioni che le parti altrimenti non prenderebbero in considerazione. Esse possono essere sviluppate durante le sessioni di formazione alla mediazione. Sono basate su una serie di caratteristiche della personalità che devono essere prese in considerazione al momento della selezione dei partecipanti alla formazione: empatia, tolleranza, socializzazione, onestà, sincerità, imparzialità e flessibilità, capacità di comunicazione, rispetto, capacità di gestire le proprie emozioni, una buona immagine di se stessi e perfino creatività. Queste caratteristiche sono utili sia per convincere i compagni ad accettare la mediazione immediatamente dopo l’esplosione del conflitto, sia durante il processo di mediazione in se. Tutti i ragazzi che hanno partecipato alle sessioni di formazione erano in grado di riconoscere situazioni di conflitto nella classe o a scuola, anche se non direttamente coinvolti. Agli studenti in formazione è stato chiesto di annotare le situazioni di conflitto nelle quali erano coinvolti loro o i loro compagni e hanno riscontrato conflitti simili. Alcuni esempi: -Due compagni litigano perché uno di loro non vuole cedere i suoi compiti. - Menefreghismo e superficialità nell’adempiere agli impegni presi; […] -Uno studente non porta a termine i suoi compiti quando fa parte di un gruppo; 13 -Un studente spinto da un senso di frustrazione diventa violento verso un compagno più fortunato di lui; -Un gruppo di studenti crea una situazione di conflitto perché gli studenti con buoni voti vengono presi in giro; - Studenti prendono in giro un compagno timido. In conclusione si può affermare che le situazioni conflittuali sono causate dalla mancanza o dalla cattiva comunicazione, dall’assenza di obbiettività, dal procrastinare la risoluzione del problema/conflitto, dalla competizione, dall’egoismo, dall’ incompatibilità, dalla stima di se, dall’ aggressività, da un comportamento non appropriato; ma anche dall’assenza di qualità come la tolleranza e l’empatia o perfino da alcuni fattori esterni come la mancanza di tempo, soldi o spazio. Coloro che non riescono a distinguere l’aggressività dalla violenza sono più facilmente coinvolti nei conflitti. La linea di confine tra l’aggressività e la violenza si situa tra l’ironia e il rifiuto di aiutare. La violenza si manifesta in forma di minaccia, scontri fisici, spintoni e bullismo. Durante le sessioni di formazione, gli alunni avevano il compito di illustrare uno dei conflitti di cui avevano esperienza diretta o indiretta, attraverso un gioco di ruolo. Nelle simulazione gli studenti assumevano il ruolo delle due parti in conflitto, dei due mediatori e dei due osservatori. A fine corso erano in grado di applicare le regole della mediazione con l’osservazione dei suoi cinque punti “chiave”: - Non giudicare Non dare consigli Essere equamente empatici Mantenere la riservatezza/segreto Dimostrare di tenerci Nella seconda parte della sua guida intitolata “Mediating pupils: training and implementation” Daniel Shapiro propone alcune fasi che gli insegnanti/formatori degli studenti mediatori dovrebbero seguire. In una prima fase si prepara l’area, cioè si sceglie un posto deputato per le attività di mediazione, in modo da assicurare la sicurezza e la riservatezza. Il secondo stadio, quello dell’accoglienza, è il più importante. Proprio ora il mediatore e le parti coinvolte nel conflitto devono presentarsi/conoscersi; poi si passa ad illustrare la motivazione dell'intervento di mediazione, il ruolo del mediatore, l’idea d’imparzialità e neutralità e in quale modo la mediazione sarà di aiuto per trovare una soluzione accettabile per entrambe le parti. Il terzo passo è essenziale per un efficiente sviluppo della mediazione: l’analisi e la definizione del problema, con il mediatore che conduce la discussione, ascolta attivamente, riformula e sintetizza le idee presentate. Incoraggiare una comunicazione assertiva e chiedere agli studenti di esprimere le loro aspettative è il quarto passo. 14 La fase seguente è quella di scegliere una soluzione dalla quale entrambi i ragazzi coinvolti possano trarre beneficio, questo dopo aver analizzato le conseguenze e i lati positivi di ogni soluzione proposta. Se le parti in conflitto riescono a trovare soluzioni che incontrano i loro bisogni e interessi, il mediatore stende per iscritto un accordo formale nell’ultimo stadio del processo di mediazione. Inoltre il mediatore ringrazia i compagni per gli sforzi fatti durante la sessione di mediazione, per il loro desiderio di incontrarsi e trovare una soluzione e si congratula con loro per il successo raggiunto. Il successo viene registrato e l’accordo finale ricordato. Se non si raggiunge un accordo, i progressi fatti e gli aspetti non risolti sono comunque registrati e si predispone un prossimo incontro. Gli insegnanti mediatori hanno a diposizione materiale specializzato e diversificato per guidare gli alunni attraverso il labirinto dell’arte di mediare nei conflitti. Imparando le tecniche per risolvere i conflitti, gli studenti sviluppano utili competenze per tutta la vita, e la loro capacità di approcciarsi ai conflitti in modo costruttivo li aiuterà ad essere più equilibrati. […] Alcune attività per gli studenti, da svolgere nei corsi di formazione. I. Esercizi per l’apprendimento delle tecniche di ASCOLTO ATTIVO L’idea di base dell’ascolto attivo è quella di dimostrare all’altra persona che: (a) si sta ascoltando; (b) che c’è la possibilità di correggersi se chi lo ascolta ha sentito male; (c) farla sentire ascoltata. L’ascolto attivo ha bisogno di pratica. Ecco alcune frasi che potrebbero aiutare il mediatore a riassumere, parafrasare, rielaborare e dare riconoscimento a quanto espresso dalle parti configgenti: Allora ti senti……………………… Quello che ti sento dire………………………. Quindi come la vedi …………………. Da quel che posso capire, stai dicendo……………. Mi sembra di capire………………………. Non sono sicuro se ho capito ma……………………. Ho la sensazione che forse tu ti senta………………… Ti senti……………………. Quello che ti sento realmente dire…………………. Mi domando se stai esprimendo una preoccupazione che……………. Mi sembra che tu stia esprimendo una preoccupazione a proposito di……………… Mi domando se tu stia dicendo………………. 15 Dai un alto valore a……………. Ti sembra?................. Adesso credi………………. Adesso ti senti…………………………. Senti forse che……………………. Sembra che tu ti senta……………………. Ti sembra…………………… Da quello che sento tu……………… Quindi dal tuo punto di vista………………………… I tuoi sentimenti ora sono……………………… Vedo che stai dicendo…………………. Qualche volta tu……………………… Il tuo messaggio sembra essere “io………………………”. Ascoltandoti sembra che………………………… Io intuisco……………………. Quindi il tuo mondo è un posto ……………… Tu comunichi un senso di…………………………………. II. Come presentare la comunicazione non verbale. Il formatore può: A. Iniziare una discussione sul tema dell’ascoltare oltre ciò che le persone dicono; B. Fare un brainstorming sui segnali del linguaggio del corpo che ci fanno capire cosa c’è oltre alla comunicazione verbale. Per esempio, si scelgono quattro studenti e si chiede a due di loro di pensare a un momento felice e agli altri due di pensare a un momento triste. Ogni studente deve descrivere il suo momento al gruppo usando il linguaggio del corpo, come se fosse l’opposto. Cioè lo studente che stava pensando al momento triste, lo descriverà come se fosse felice. Il formatore chiede al gruppo: Cosa credete ????Quali indizi leggete ???? Dove vedete le discrepanze???? III. Una simulazione/gioco di ruolo Questo caso coinvolge due studenti che litigano a proposito di soldi che uno di loro ha preso in prestito dall’altro: “Mark ha preso in prestito dei soldi da John. John ha chiesto a Mark di restituirgli i soldi diverse volte. Mark però ha sempre avuto una scusa per non restituirglieli. Un giorno tra una lezione e l’altra, John litiga con Mark quando quest’ultimo cerca di riprendersi i soldi “. 16 E’ importante che lo studente che avrà il ruolo di mediatore abbia con sé l’elenco dei punti importanti che vuole ricordare ai disputanti (dovrebbe conservare questa lista dove la può consultare, se ne ha bisogno, mentre fa pratica nelle prime fasi della formazione). 1 Due studenti avranno il ruolo di mediatori. 2 Due studenti avranno il ruolo di disputanti. 3 Scambio dei ruoli (cosi che tutti faranno entrambe le parti). 4 Ripetizione della simulazione fino a quando tutti riescono ad eseguirla in maniera corretta e con una certa facilità. IV “Calmare la tempesta” Durante la mediazione, i ragazzi dovranno “calmare la tempesta” molte volte, cioè dovranno “calmare” le parti in conflitto. La rabbia è il sentimento più comune in un conflitto. Per gestire quelle situazioni nelle quali la rabbia prevale e per evitarle, i ragazzi dovrebbero cercare di analizzare se stessi nei momenti di rabbia e cercare di mettere in relazione quanto imparato ad altre persone o situazioni. Il formatore può chiedere ai ragazzi di fare una lista di situazioni che li fanno arrabbiare (per esempio: io mi adiro quando mio fratello……). Poi chiede loro di descrivere (per ogni caso) come esprimono la loro rabbia (per esempio: picchio mio fratellino, divento scortese con i miei genitori ecc). A questo punto chiede loro di ricordare come gli altri hanno reagito alla loro rabbia (per esempio: mio fratello….). Infine il formatore propone ai ragazzi di scegliere un partner. Secondo quanto hanno scritto, ogni studente risponderà alle seguenti domande: -Quali sono le cose che mi fanno arrabbiare? -Quali sono i tre modi principali in cui io mostro maggiormente la rabbia? -Quali sono le reazioni di quelli intorno a me quando mi arrabbio? -Come potrei rispondere diversamente quando mi arrabbio? Discussione sui risultati ottenuti e generalizzazione. Gli studenti dovranno cercare di stabilire come ciò che hanno imparato possa essere usato per la mediazione: -Tenendo conto delle tue reazioni come potresti prevenire/calmare la rabbia dei partecipanti durante il processo di mediazione? -Quale dovrebbe essere la tua reazione durante un processo di mediazione se qualcuno si arrabbia? 17 Per i mediatori è complicato ottenere la fiducia delle persone in conflitto, specialmente all’inizio perché queste sono stressate a causa del conflitto stesso o dal fatto che questo sia mediato da una persona estranea, ecc. Sarebbe opportuno pensare cosa sarebbe meglio fare in modo da diminuire lo stress psicologico. V Il Brainstorming Il brainstorming è un metodo per attivare le idee. Fu inventato da A.Osborn nel 1953, e prevede il coinvolgimento di ogni membro del gruppo con l’obiettivo di raccogliere il più idee possibili dai partecipanti. Come è applicato il metodo? I. Tema del brainstorming: il conflitto Il concetto di conflitto è spiegato ai ragazzi partendo dalla sua definizione. Secondo Wasmuth il conflitto rappresenta un fatto sociale al quale partecipano almeno due parti (individui, gruppi, stati), che perseguono diversi obbiettivi inconciliabili o anche lo stesso obiettivo, ma che può essere raggiunto solo da una delle due parti. Partendo da questa definizione, si spiega agli studenti che le parti coinvolte nel conflitto sono incoraggiate ad esporre spontaneamente le loro idee riguardo a ciò che ha causato lo stato di tensione. Tutte le idee sono ascoltate attentamente. La discussione sulle idee deve essere fatta immediatamente cosi che i partecipanti non si sentano inibiti o non subentri un blocco di tipo intellettuale. Le soluzioni vengono date in un secondo momento dal mediatore insieme ai partecipanti. Le idee sono annotate in una tabella (vedi es. sotto). 18 negazione pregiudizi egoismo mancanza di istruzione competitività sfiducia perfezionismo conflitto mancanza di rispetto alte aspettative senso di inferiorità pensieri negativi mancanza di empatia arroganza di un collega 19 I RISULTATI DEL BRAINSTORMING EGOISMO COMPETITIVITÀ PENSIERI POSITIVI PREGIUDIZI NEGAZIONE DIFFIDENZA SOLIDARIETÀ ACCETTAZIONE PENSIERI NEGATIVI TOLLERANZA ACCETTAZIONE ALTE ASPETTATIVE COMPRENSIONE PERFEZIONISMO MANCANZA DI ISTRUZIONE MANCANZA DI RISPETTO ASSENZA DI EMPATIA INDULGENZA ISTRUZIONE RISPETTO EMPATIA FIDUCIA 20 II. Tema del brainstorming: la violenza Si comincia con la definizione di violenza. Violenza significa costringere, forzare, obbligare, far rispettare. Come si applica il metodo? 1. Brainstorming individuale debolezza paura violenza frustrazione senso di inferiorità 2. Intervista di gruppo - Quali sono i risultati del brainstorming? - Qual è il profilo psicologico della persona violenta? - Perché una persona attacca un’altra persona? - Come possiamo diminuire il livello della violenza? 3.Preparare degli schemi con i quali ogni studente cerca le soluzioni al problema della violenza. 4. Mostrare i prodotti 5. Prendere visione dei prodotti 6. Dibattito 21 Esempio: Mostrare i prodotti sul tema della violenza I Soluzioni 1. comunicare 2. aumentare l’autostima 3. tollerare 4. aumentare l’attenzione II Soluzioni 1. aumentare l’attenzione 2. mantenere la calma 3. usare un tono di voce piacevole 4. usare il linguaggio appropriato III Soluzioni 1. non giudicare 2. non ricorrere alla violenza verbale 3. non alzare il tono della voce 4. non attaccare 22 Modulo per il consenso alla mediazione tra pari Data: ________________________________ Contendente: _____________________________________________ Mediatore: _________________________________ Contendente: _____________________________________________ Mediatore: _________________________________ Tipo di conflitto: o Bisticcio o Pettegolezzo o Minaccia o Presa in giro o Proprietà personali o Infastidire o Amicizia o Costrizione o Altro:_________________ Abbiamo partecipato alla mediazione e abbiamo concordato su: io,__________________________, sono d’accordo a: _________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________________. io,__________________________, sono d’accordo a: _________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________________. _____________________________ ____________________________ (Firma, contendente) (Firma, mediatore) _____________________________ _____________________________ (Firma, contendente) (Firma, mediatore) 23 5 PERCORSO DI FORMAZIONE ALLA MEDIAZIONE PER GLI INSEGNANTI - Romania Il conflitto: chiarimenti concettuali; le strategie per gestire il conflitto. Definizione di conflitto: Il conflitto presuppone un’ opposizione, un’incompatibilità, un disaccordo tra due o più parti. Le parti possono essere persone, gruppi con diverse idee, motivazioni, obiettivi, bisogni interessi o valori. I tipi di conflitto Mentre il conflitto coinvolge due o più parti che si oppongono, il loro livello di coinvolgimento può essere molto diverso. Nel libro “ Community Conflicts Skills” Mari Fitzduff identifica diversi tipi di conflitto: Secondo il loro livello di localizzazione i conflitti possono essere: Intra-personali: si verificano all’interno di una persona, dentro un processo intenso di incompatibilità tra le proprie idee, bisogni o valori. Inter-personali Intra- gruppi: all’interno di un gruppo Inter-gruppi/organizzazioni: si verificano tra gruppi/organizzazioni o individui che rappresentano questi gruppi/ organizzazioni (compresi gli Stati, in senso più ampio). Secondo la fonte: Conflitti affettivi, di procedura, di obiettivi, di bisogni o di idee. Secondo la posizione occupata dagli attori coinvolti nel conflitto; Conflitti simmetrici e assi metrici. Secondo lo stadio/ forma del conflitto: Conflitti latenti e manifesti. Le cause / origini dei conflitti Le cause sono numerose: le differenze nei bisogni (materiali, di sicurezza e comodità, di identità, di appartenenza e di autostima), nei valori, nelle percezioni, nelle opinioni e attitudini. Differenze tra i bisogni – I conflitti si manifestano quando ignoriamo i bisogni degli atri o i nostri stessi bisogni. E’ importante non confondere i bisogni con i desideri (le cose che vogliamo ma che non sono necessarie). Le differenze di percezione – Le persone interpretano la realtà in modo diverso. La gravità, le cause e le conseguenze possono essere percepite in modo diverso da ciascuno, a cominciare dalla percezione che le persone hanno di se stesse, degli altri, delle diverse situazioni e dei pericoli. Le differenze di valore – I valori sono convinzioni e principi, fortemente ancorati nella nostra mentalità e ai quali teniamo tantissimo. I conflitti seri si verificano quando le persone hanno dei valori incompatibili o quando i loro valori non sono abbastanza chiari. 24 I conflitti si verificano anche quando una parte si rifiuta di accettare che l’altra parte ha un valore diverso e non una preferenza particolare. Differenze tra i sentimenti e le emozioni - Molte persone permettono che i loro sentimenti influenzino il loro modo di affrontare un conflitto. Alcuni conflitti possono verificarsi perché le persone ignorano i loro sentimenti e le loro emozioni. Altri conflitti si verificano quando i sentimenti e le emozioni verso un certo elemento sono diversi. differenze tra i bisogni, gli obiettivi e i valori differenze di percezione delle ragioni, parole, azioni e situazioni Il conflitto diverse aspettative riguardo il risultato favorevole o sfavorevole mancanza di volontà di risolvere, collaborare o giungere ad un compromesso 25 L’approccio ai conflitti QUESTIONARIO Leggi le affermazioni e poi indica con quale frequenza queste determinano le tue azioni, usando il seguente sistema di valutazione. 5-molto frequente; 4- frequente; 3-qualche volta; 2-raramente; 1- mai. N° 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 Affermazione Punteggio E’ più facile controllarti che abbandonare/ritirarti da una lite. Se non riesci a fare in modo che una persona la pensi come te, costringila a fare ciò che pensi. Con le belle parole si conquistano i cuori. Una mano lava l’altra Pensiamoci insieme Quando due persone litigano, la prima a calmarsi è la più saggia. Il potere batte il bene Le parole dolci portano fortuna La metà è meglio di niente La verità sta nella conoscenza, non nell’opinione della maggioranza. Chi abbandona la lotta dovrà combattere di nuovo. La battaglia è vinta quando si costringe il nemico a scappare. Uccidi i tuoi nemici senza pietà Uno scambio equo non porta ad un litigio Nessuno ha l’ultima parola, ma ciascuno può dare il suo contributo. Stai lontano da chi non è d’accordo con te. Le battaglie sono vinte da coloro che credono nella vittoria. Una buona parola vale molto e non costa niente. Occhio per occhio, dente per dente Solo colui che non crede di conoscere la verità assoluta può trarre beneficio dalle verità degli altri. Evita le persone litigiose perché ti faranno provare l’inferno. Colui che non rinuncia costringe gli altri a rinunciare. Le buone parole assicurano l’armonia I regali fanno stare insieme gli amici Porta i conflitti in superficie e affrontali: è l’unico modo per trovare la soluzione migliore. Il modo migliore per affrontare i conflitti è evitarli. Fai la voce grossa se vuoi ottenere qualcosa. La gentilezza trionfa sulla rabbia Una parte di ciò che vuoi è meglio di niente. Franchezza, onestà e fiducia possono spostare le montagne. Niente è così importante che valga la pena di lottare per ottenerlo. Ci sono due tipi di persone: i vincitori e i vinti. Quando qualcuno ti colpisce con una pietra, colpiscilo con una piuma. Quando ciascuno rinuncia alla propria metà, si può raggiungere un giusto accordo. Se scavi sempre puoi scoprire la verità 26 Riporta i risultato ottenuto nella seguente tabella e calcola il totale per ciascuna colonna. I II III IV V 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 20 31 32 33 34 35 Totale Totale Totale Totale Totale Risposte: I. LA TARTARUGA (L’evitare) La tartaruga si ritira nel suo carapace per evitare i conflitti. Abbandona il suo obiettivo personale e le relazioni che creano conflitti o con le quali è in conflitto. La tartaruga crede che non ci sia nessuna speranza nel cercare di risolvere un conflitto. Si sente indifesa. Crede che sia più semplice ritirarsi (fisicamente e psicologicamente) da un conflitto piuttosto che accettare il confronto. II. LO SQUALO (La pressione) Lo squalo cerca di dominare i suoi oppositori costringendoli ad accettare la sua soluzione al conflitto. Il suoi obiettivi personali sono molto importanti per lui, mentre le relazioni personali hanno un’importanza minima. Esso cerca di raggiungere il suo obiettivo a qualsiasi costo. Non è interessato ai bisogni degli altri. Non gli importa se agli altri piace o se lo accettano. Lo squalo ritiene che un conflitto sia risolto quando uno vince e gli atri perdono. Esso vuole vincere attaccando, sovrastando gli altri e con l’intimidazione. III. IL PICCOLO ORSO (L’adattarsi) Le relazioni interpersonali sono molto importanti per l’orsetto mentre i suoi obiettivi personali non lo sono. All’orsetto piace essere accettato e amato dagli altri. Crede che i conflitti vadano evitati in favore dell’armonia, e che le persone non possono discutere in modo contradditorio senza rovinare le loro relazioni. Si preoccupa che, se il conflitto continua, qualcuno soffrirà e questo compromette la relazione con quella persona. Può persino rinunciare ai suoi obiettivi per mantenere una relazione con qualcuno. L’orsetto dice: “rinuncio ai miei obiettivi e ai miei interessi, ti lascio ottenere quello che vuoi perché desidero piacerti”. L’orsetto cerca di risolvere i conflitti per paura di mettere in pericolo la relazione con qualcuno. IV. LA VOLPE (Il compromesso) La volpe è interessata sia ai suoi obiettivi personali sia alla relazione con gli altri. Essa tende a fare dei compromessi: rinuncia in parte ai suoi obiettivi, convincendo la controparte a fare lo stesso. In una situazione di conflitto la soluzione della volpe è che ciascuna parte coinvolta ottenga qualcosa- una soluzione di mezzo. E’ capace di abbandonare parzialmente i suoi obiettivi e relazioni per raggiungere un’intesa. V. LA CIVETTA (L’accordo) La civetta si prende cura sia dei suoi obiettivi personali sia delle relazioni interpersonali. Considera i conflitti come problemi che necessitano di essere risolti e cerca le soluzioni che possano soddisfare sia i suoi interessi personali sia quelli della controparte. La civetta vede i conflitti come un mezzo per migliorare le relazioni, riducendo la tensione tra due persone. Cerca di iniziare una discussione che guardi al conflitto come un problema. Cercando le soluzioni che potrebbero soddisfare entrambe le parti, la civetta conserva le relazioni. La civetta non è soddisfatta fino a che le tensioni e i sentimenti negativi non sono stati risolti completamente. 27 LA MEDIAZIONE A SCUOLA La scuola è il primo spazio di mediazione, un luogo di passaggio tra la famiglia e la società, se stessi e gli altri, la visione del mondo dello studente e quella degli altri studenti. Andando a scuola lo studente vive la prima prova sociale della sua vita, perché si stacca sempre più dal modello genitoriale per farsi modellare dalla scuola, come istituzione con un importante ruolo sociale. La scuola è come un teatro dove gli attori dell’educazione sono gli insegnanti, che stanno alla cattedra e insegnano (recitano un ruolo), e gli studenti, il pubblico, che, se da una parte ascolta, sono anche i più grandi critici dei loro insegnanti. Senza rendercene conto, noi insegnanti mediamo a nostra volta in classe facendo lezione. La scuola sarebbe il luogo dove i problemi degli studenti sono discussi e l’insegnante dovrebbe svolgere il ruolo dell’ascoltatore. È anche il contesto dove si dovrebbe trovare il modo per comunicare con gli studenti o si dovrebbe fare la domanda: “ Non prendi in considerazione il fatto che sarebbe meglio se …?” nel caso che gli studenti propongano più soluzioni ad un problema. Alla fine gli studenti dovrebbero scegliere la soluzione che meglio soddisfa i loro bisogni. Come sappiamo dalla nostra pratica di insegnamento, come persone “dietro la cattedra”, possono verificarsi conflitti tra gli studenti, tra studenti ed insegnanti e persino conflitti tra insegnanti a causa degli studenti. Anche se questi conflitti possono non essere chiariti e discussi nel momento in cui si verificano, possono essere di diverso tipo, come segue: Frustrazione da parte dello studente– lo studente può essere frustrato a causa di un certo voto ricevuto e questo può fargli detestare l’insegnante che gli ha dato quella valutazione. Ancor peggio, egli può iniziare ad odiare la materia, che in realtà gli piace, a causa dell’insegnante. Tutto ciò può portare a:- aggressione verbale da parte dello studente espressa attraverso gli atteggiamenti del corpo. Per esempio: - lo studente commenta durante la lezione, fuori dalla lezione in corridoio, parla ad alta voce usando “ piccole ed innocenti ironie” quando l’insegnante passa in zona, facendo chiaro riferimento a quell’insegnante. Gli atteggiamenti del corpo si manifestano nella posizione dello studente in classe: ha la testa tra i gomiti, si siede dando la schiena alla cattedra o mezzo girato verso il compagno di banco, guarda fuori dalla finestra quando l’insegnante parla o finge di non sentire quando viene chiamato il suo nome. L’avversione dello studente nei confronti dell’insegnante. L’avversione dell’insegnante nei confronti dello studente per il suo comportamento incivile o per la mancanza di interesse per la sua materia. In questi casi si dovrebbe intervenire con la mediazione. Gli attori del processo educativo (insegnanti e studenti) per mezzo della mediazione potrebbero scoprire un nuovo modo di relazionarsi, proprio per evitare frustrazioni o situazioni di rabbia, e per non rimanerne bloccati. Gli insegnanti e gli studenti co-esistono per molti anni senza in realtà conoscersi l’un l’altro. All’interno del processo di mediazione essi si incontrano ad un livello personale e non si trattano più da estranei- un insegnante e uno studente che non si sono mai parlati realmente prima, iniziano ora a comunicare. Si crea un senso di complicità, ci sono scambi di idee e opinioni, si condivide ciò in cui si crede, ci si offre mutuo supporto e ciascuno si sente meno isolato. La paura non trova posto nella mediazione, i sentimenti possono essere discussi insiemeconsapevoli che l’aggressione può essere disarmata. La relazione cambia: l’autorità è sostituita dagli strumenti della mediazione- che possono essere utilizzati in qualsiasi momento. La mediazione entra in gioco quando un conflitto necessita di essere risolto senza danneggiare la dignità di nessuno. Anche quando le tecniche per la risoluzione dei 28 conflitti non portano ad un risultato ideale, almeno migliorano la situazione così che l’amplificazione del conflitto non è più possibile. È naturale porsi la seguente domanda: ”In che modo le tecniche per la risoluzione dei conflitti migliorano la situazione all’interno delle scuole e della comunità? In tanti modi! Prima di tutto ci fanno sentire meglio quando andiamo a scuola. Quando si impara il modo per controllare le proprie reazioni in situazioni speciali, non ci si preoccupa più delle incomprensioni, dei piccoli errori e della lotta per la supremazia. Quando si sceglie di imporre il proprio punto di vista- sia da dirigente, da studente, da insegnante o da genitore- la scelta di assumersi le proprie responsabilità è la prova che si possiedono le qualità di leader. Quando commettiamo un errore dobbiamo scusarci e non ripeterlo. Questo processo di continuo apprendimento, in realtà, a sua volta implica la diminuzione dello stress. COME FUNZIONA LA MEDIAZIONE A SCUOLA E CHI PUÒ MEDIARE UN CONFLITTO SCOLASTICO? Negli Stati Uniti, in Inghilterra e in altri Stati europei, la mediazione tra compagni di scuola è un processo per mezzo del quale un gruppo di studenti, opportunamente formati, ascolta i problemi degli altri studenti e aiuta quelli coinvolti in un conflitto a trovare loro stessi una soluzione al problema. Eppure, in molte situazioni, coloro che hanno delle incomprensioni ricorrono alla mediazione solo dopo che rimangono coinvolti in una lite a scuola. Come è stato precedentemente dimostrato- gli studenti mediatori non offrono soluzioni ai problemi. Non impongono niente a nessuno, né costringono nessuno a chiedere scusa. Inoltre non puniscono nessuno. Non riferiscono agli insegnanti o al dirigente in merito ai problemi. Essi seguono solo alcune semplici procedure e riempiono un modulo confidenziale che viene consegnato al coordinatore del gruppo di mediazione dell’istituto scolastico (un adulto). La Mediazione è una procedura su base volontaria. È utilizzata nelle scuole quando c’è un problema così serio che, se venisse ignorato, porterebbe a conseguenze spiacevoli. Lo scopo della mediazione è diverso da quello della punizione. Gli studenti che volontariamente intraprendono la strada della mediazione, scoprono di poter risolvere essi stessi la maggior parte dei problemi interpersonali, senza coinvolgere gli adulti e senza avere problemi più seri. Ciò non significa che la mediazione sia la soluzione perfetta. Significa solo che le persone coinvolte sentono che la soluzione proposta è ragionevole e accettata. Alcune scuole sostengono anche la mediazione tra studenti e adulti, quando entrambe le parti sono d’accordo e quando non si va contro il regolamento scolastico. Anche se la mediazione studente-adulto è efficace, la mediazione studente-studente è anche meglio, poiché il suo obiettivo è fornire agli studenti gli strumenti per risolvere da soli i loro propri problemi. La mediazione a scuola può essere di vari tipi: studente-studente/gruppo di studenti, adultostudente, la mediazione tra “eguali” e la mediazione “ in coppia” o “ co-mediazione”. LA MEDIAZIONE STUDENTE-STUDENTE/GRUPPO DI STUDENTI. Gli studenti che mediano i diversi tipi di conflitto che si verificano a scuola, cercando di risolverli, sono chiamati studenti mediatori. Gli studenti non sempre accettano l’insegnante come mediatore data la “distanza” tra insegnante e studente. Gli studenti mediatori sono quelli formati a facilitare la discussione tra gli studenti, o gruppo di studenti, e a cercare di trovare una soluzione. Il loro scopo è di offrire alle parti coinvolte una migliore comunicazione e comprensione, che spesso porta ad una soluzione accettata da tutti. Gli studenti individuano le cause della disputa, intervengono immediatamente evitando che il problema si cronicizzi. Rispettando la dignità delle parti, evitano di fare la parte dei giudici e cercano una soluzione per trovare un equilibrio tra le parti coinvolte nel conflitto. 29 Come dimostrano gli studi condotti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, la formazione inizia di solito nella scuola elementare o alle scuole medie. Nella scuola elementare gli studenti mediano- essi forniscono sostegno ai due studenti coinvolti nel conflitto, li portano ad ascoltare reciprocamente i propri sentimenti e a raggiungere un accordo su ciò che è meglio fare in quella determinata situazione. Gli studenti delle classi superiori hanno un modo di procedere più neutro: non giudicano le persone coinvolte, aiutano i configgenti ad apprezzare il punto di vista di ciascuno e a scegliere una via da seguire. La Mediazione tra gli studenti della scuola primaria può durare pochi minuti, mentre per gli studenti più grandi, possono essere necessari diversi incontri per giungere ad un accordo. Come precedentemente detto, gli studenti mediatori necessitano di essere formati con la frequenza di un corso di base sulla mediazione. QUALI SONO GLI OBIETTIVI DELLA MEDIAZIONE A LIVELLO SCOLASTICO? Assicurare la promozione della collaborazione nelle relazioni tra studenti, insegnanti e genitori nello spirito della tolleranza. Risolvere alcune situazioni conflittuali tra i membri della comunità scolastica, situazioni che se fossero ignorate, si trasformerebbero in problemi seri, come per esempio l’abbandono della scuola o azioni violente con conseguenze di tipo penale. Aiutare gli studenti ad avere un’immagine più chiara di se stessi e delle relazioni interpersonali. Approcciarsi ai conflitti in modo costruttivo, contribuendo alla salute mentale degli studenti, con effetti positivi sulla società nel suo complesso. Facilitare la discussione tra studenti o gruppi di studenti per trovare una soluzione. Lo scopo è di offrire alle parti coinvolte un luogo/momento per una migliore comunicazione e comprensione, per giungere spesso ad una soluzione accettata da ciascuna delle parti coinvolte. Sviluppare negli studenti alcune competenze che possono essere utilizzate in tutto l’arco della vita, insegnando loro le tecniche di risoluzione dei conflitti il prima possibile. Formare studenti mediatori che dovrebbero cercare di ‘risolvere i conflitti, dopo aver concluso che la soluzione proposta dagli insegnanti non è sempre percepita bene dagli studenti. Sostenere tutti i ragazzi della comunità, incoraggiando il coinvolgimento dei genitori nel processo educativo e nella vita della scuola, e facilitando la collaborazione tra la famiglia- la comunità-la scuola. LA MEDIAZIONE PERMETTE AGLI INSEGNANTI DI MIGLIORARE: negli studenti la concentrazione, la consapevolezza di sé, la comunicazione, la proiezione futura; le competenze di apprendimento (organizzazione, pianificazione) e competenze sociali (intelligenza emotiva, empatia, tolleranza) che favoriscono l’apprendimento e le relazioni. Anche se la mediazione non porta ad un accordo, può essere considerate un successo se la rappresentazione del conflitto per le due parti è cambiata. I progetti di mediazione tra studenti funzionano con successo in quelle scuole dove il Piano dell’Offerta Formativa prende in considerazione i bisogni reali delle scuole e le richieste dei genitori. 30 LA MEDIAZIONE PER AFFRONTARE I CONFLITTI - Esperimento di formazione per gli insegnanti dell’ ITCG “ENRICO MATTEI” di DECIMOMANNU Come è stato preparato il corso 15 ore di formazione per insegnanti mediatori; il corso è stato realizzato all’inizio dell’anno scolastico; la Dott.ssa Maria Aurelia Dessì, mediatore presso il Tribunale dei Minori di Cagliari, ha tenuto gli incontri; non più di venti insegnanti sono stati ammessi alla frequenza, perché era necessario creare un clima amichevole e di mutua fiducia tra i partecipanti. Come si è svolto il corso Nessuna lezione frontale o conferenza di tipo teorico. Sono state simulate situazioni con l’utilizzo del role playing. Con queste simulazioni i partecipanti hanno potuto sperimentare le sensazioni e le emozioni dei configgenti nei seguenti contesti: - in Tribunale - in Famiglia - a Scuola Il modello di mediazione di Jacqueline Marineau Per le simulazioni è stato adottato l’approccio umanistico di Jacqueline Morineau. Il modello prevede tre stadi del processo di mediazione, che prendono spunto dalla tragedia greca: Teoria Crisi Catarsi Teoria 1 Il mediatore incontra le parti una per una. 2 Il mediatore incontra le parti insieme 3 I confliggenti sono incoraggiati a raccontare la storia del loro conflitto. 4 Il mediatore riassume i due punti di vista/ versioni senza giudicare i fatti. Crisi I confliggenti devono raccontarsi reciprocamente le loro storie, in questa fase possono bisticciare o discutere, ma devono ascoltarsi. Il mediatore agisce da specchio, riflettendo quello che viene espresso dai protagonisti, facilitando il porsi delle domande, per portare le parti a riflettere sulle loro storie e a guardarle da un altro punto di vista. Catarsi Il mediatore aiuta i configgenti a rimuovere la maschera e a focalizzarsi sul vero nocciolo del conflitto. Le parti non possono più discutere, passo dopo passo diventano consapevoli della loro sofferenza… … e in questo modo possono raggiungere un accordo e la soluzione migliore! 31 Bibliografia: 1. Mediation training for teenagers - trainer's manual. Lyn Marx, Helena Cornelius, Sonya Hall (1989) Chatswood, N.S.W.: The Conflict Resolution Network 2. Resolving Conflict with a Peer Mediation Program, Maureen F. Block and Barbara Blazej, University of Maine, and Maine Law & Civics Education, University of Southern Maine, with support from the Division of Family Health, Maine CDC, Department of Health and Human Services, 2005. 3. Peer mediation guide. Rotaru Vasile, Siedo, Chi�inău, 2006. 4. Conflict and communication-a guide through the labyrinth of conflict management. Shapiro Daniel, published by International Debate Education Association, New York, 2004. 5. Interpersonal conflict. Ana Stoica-Constantin, Polirom, Iasi, 2004. 32