la guerra del petrolio nell`atlantico sud

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la guerra del petrolio nell`atlantico sud
LE ISOLE FALKLANDS/MALVINAS
LA GUERRA DEL PETROLIO
TRA GRAN BRETAGNA E ARGENTINA
NELL’ATLANTICO SUD
1963-1982
***
DOCUMENTI SELEZIONATI
E TRADOTTI DA
MARIO JOSE’ CEREGHINO
***
THE NATIONAL ARCHIVES/PUBLIC RECORD
OFFICE (TNA/PRO)
KEW GARDENS
SURREY
REGNO UNITO
DI GRAN BRETAGNA
***
1
SINTESI
Nelle isole Falklands/Malvinas sono attualmente presenti
1300 uomini delle forze armate di Sua Maestà britannica,
cacciabombardieri di ultima generazione e un sottomarino
nucleare, mentre da fine aprile la fregata “Dauntless”, una
nave da guerra costata un miliardo di sterline, pattuglia le
acque attorno all’arcipelago.
A trent’anni dalla sanguinosa guerra del 1982 (aprile-giugno)
tra i generali golpisti di Buenos Aires e la “Dama di ferro” di
Londra, nell’arcipelago dell’Atlantico Sud è in atto una
crescente militarizzazione aero-navale per volontà
del
Governo di Londra, presieduto dal 2010 dal premier
conservatore David Cameron.
Il motivo è il petrolio che giace in abbondanza nei fondali
sottomarini attorno alle isole, in un raggio di 250 chilometri e
oltre.
La notizia bomba è arrivata nel settembre del 2011. Dopo un
anno e mezzo di sondaggi, la multinazionale petrolifera
“Rockhopper Exploration” ha scoperto del greggio in quantità
a Nord delle isole, a 2700 metri di profondità. L’estrazione
inizierà nel 2016 mentre si stima che i giacimenti possano
produrre 120.000 barili al giorno già nel 2018. Costo
dell’operazione: 2 miliardi di dollari. L’intero giacimento
sottomarino è valutato in 350 milioni di barili.
Oltre alla “Rockhopper”, sono cinque le imprese petrolifere
che stanno scandagliando da qualche anno i fondali (anche a
Est e a Sud delle isole), tutte autorizzate dal Governo locale
delle Falklands e da quello di Londra: Desire Petroleum
(Londra), Bhp Billiton (Melbourne), Falkland Oil & Gas Ltd.,
Borders & Southern Petroleum, Argos Resources Limited.
2
Sono state tutte denunciate dal ministero degli Esteri
argentino, nel marzo di quest’anno, “per operare in maniera
illegittima nella piattaforma continentale argentina,
nell’ambito della ricerca di idrocarburi”. Le notifiche sono
state presentate dinanzi alle Borse valori di Londra e di New
York.
Fin dal 1833 (anno dell’occupazione britannica) le Falklands
e le acque circostanti sono rivendicate da Buenos Aires, che le
considera una legittima eredità dell’Impero Spagnolo (dal
quale Buenos Aires si dichiara indipendente nel 1810).
***
Mezzo secolo fa, alcune compagnie inglesi iniziano a
ipotizzare che il petrolio sia presente attorno alle Falklands.
Per Londra, le implicazioni energetiche e geopolitiche di
lungo periodo risultano evidenti fin dal 1963 in un’area che
per 130 anni ha fornito solo lana ovina e prodotti ittici.
3
E’ una storia rimasta sempre dietro le quinte e che ora è
possibile raccontare in tutti i suoi dettagli grazie a decine di
fascicoli rinvenuti negli scaffali degli Archivi nazionali
britannici di Kew Gardens, nei pressi di Londra.
Le imprese petrolifere – a cominciare dalla “Jack Grynberg &
Soci” americana – intuiscono l’affare già nel triennio
1966/1968 e spingono per ottenere subito le licenze
esplorative. Il governatore delle isole è d’accordo, Londra no:
teme che la scoperta del petrolio possa acuire la disputa con
Buenos Aires sulla sovranità nell’area. I vari governi laburisti
e conservatori, negli anni Settanta, si comportano con
moderazione (anche la Tatcher) e si limitano a commissionare
la realizzazione di rapporti geofisici compilati dal prof.
Griffiths (1973-1975) e da Lord Shackleton (1975-1976). Al
contempo, inglesi e argentini danno il via ad una serie infinita
di negoziati politici ed economici (all’Onu e in altre capitali
del mondo) che si trascinerà senza risultati fino a poche
settimane prima dell’invasione argentina delle isole,
nell’aprile del 1982.
La riconquista delle Falklands da parte dei Royal Marines, nel
giugno del 1982, fa nuovamente pendere la bilancia a favore
della Gran Bretagna, questa volta in maniera definitiva. Negli
anni Novanta è la Shell, su mandato del Governo britannico, a
cercare il greggio nell’area della “Piattaforma sottomarina
delle Malvinas del Sur”, a metà strada fra le isole e la Terra
del Fuoco. Ma nel 1998 getta la spugna.
Nel febbraio del 2010 ci prova la “Rockhopper Exploration”
con le sue piattaforme galleggianti “offshore” dotate di
poderose attrezzature di ultima generazione.
La situazione in Medio Oriente è sempre più critica, in specie
a causa degli attriti fra Stati Uniti e Iran, che potrebbero
sfociare in un conflitto armato dagli esiti imprevedibili. Nei
prossimi cinquant’anni, stando agli osservatori più attenti, è
nell’Atlantico meridionale che si giocherà la partita decisiva
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per le risorse energetiche del pianeta, a cominciare dall’oro
nero e dai gas naturali, presenti in quantità massicce anche
nel Cono sud latinoamericano.
Controllare le Falklands e la vasta piattaforma sottomarina
sulla quale poggia l’arcipelago, ricchissima di greggio di
ottima qualità, significa anche – se non soprattutto –
controllare il probabile, futuro sfruttamento delle risorse
minerarie (greggio e gas) presenti nel sottosuolo dell’Antartide
e negli abissi dell’oceano circostante.
Senza dimenticare che, in caso di chiusura dei canali di
Panama e di Suez, le rotte commerciali mondiali dovranno
giocoforza passare da Capo Horn (estrema punta meridionale
del continente americano) e dal Capo di Buona Speranza in
Africa, che divide l’Oceano Indiano dall’Atlantico.
Nel corso del XXI secolo la posizione geostrategica delle
Falklands assumerà un’importanza vitale per gli interessi
globali del Regno Unito, una potenza in costante declino
economico da vari decenni.
***
Mario José Cereghino
10 giugno 2012
[email protected]
***
5
SELEZIONE DI BRANI
TRATTI DAI DOCUMENTI BRITANNICI
H. L. Falcon, un capo geologo della Bp negli anni 1955-1965,
ora in pensione, ci ha allertati sulla possibilità che vi sia del
greggio nella piattaforma continentale delle Falklands.
(6 DICEMBRE 1968, MINISTERO DELL’ENERGIA,
LONDRA, POWE 63/408)
***
Sembra che la prima richiesta di informazioni [sul petrolio]
sia stata avanzata dalla “New Zealand Exploration
Company Ltd” di proprietà di T. J. Alexander (indirizzo: #
2626 Republic Bank Towers, Dallas, Texas). Siamo in
possesso di un documento del Colonial Office [britannico]
del 22 luglio 1963, con il quale il ministero ci informava che
l’impresa texana era entrata in contatto con loro.
(4 DICEMBRE 1969, SEGRETO, MINISTERO DEL
TESORO, LONDRA, T 317/2353)
***
Noi e gli abitanti delle Falklands dobbiamo realizzare che,
in ultima istanza, non siamo più in grado di continuare a
difendere le isole. A meno che Londra non decida di
dispiegare una forza militare del tutto sproporzionata in
rapporto alla popolazione locale e alle risorse [finanziarie
britanniche]. La riduzione dell’entità della Royal Navy e
l’assenza di basi britanniche nell’Atlantico del Sud, sono
6
elementi che rendono ardua la pretesa di poter allestire una
difesa efficace [delle isole].
(24
OTTOBRE
1969,
SEGRETO,
MINISTERO
DELL’ENERGIA, LONDRA, POWE 63/408)
***
Il Governo britannico ha deciso di promuovere un’indagine
sul potenziale petrolifero delle aree sottomarine attorno alle
Falklands. […] E’ improbabile, comunque, che si trovi del
greggio. Tutti i dati in nostro possesso lo indicano.
(13 MARZO 1970, CONFIDENZIALE, MINISTERO
DELL’ENERGIA, LONDRA, POWE 63/408)
***
[Il petroliere] Jack Grynberg sostiene che è una politica
miope quella di ignorare il vasto potenziale dell’area [della
piattaforma sottomarina delle Falklands], in vista dei
problemi che, verosimilmente, la Gran Bretagna affronterà
in futuro in merito ai rifornimenti petroliferi dal Medio
Oriente. Il tutto potrebbe diventare, letteralmente, una
questione di “sopravvivenza” [per la Gran Bretagna].
(13 LUGLIO 1971, CONFIDENZIALE, MINISTERO
DELL’ENERGIA, LONDRA, POWE 63/408)
***
7
[…] Gli argentini sono impazienti di aprire un negoziato
sostanziale sulle Falklands. Persino il loro ministro degli
Esteri, che è un moderato, ci ha comunicato che l’Argentina
ricorrerà alla forza se noi ci ostiniamo a non voler trattare.
La situazione interna argentina, che è instabile e volatile,
potrebbe indurre il governo di Buenos Aires ad invadere le
isole per tentare di incassare il consenso popolare. La
prospettiva che vi sia del petrolio nell’area aumenta la
tentazione [argentina] a voler risolvere la questione con
l’uso della forza, una volta per tutte.
(APRILE 1975, CONFIDENZIALE, MEMORANDUM
INTERNO INVIATO AL PREMIER HAROLD WILSON,
DOWNING STREET, LONDRA, PREM 16/743)
***
Vi è la possibilità che il Governo britannico ottenga benefici
diretti dagli sviluppi [petroliferi nelle Falklands]. Si tratta,
tuttavia, di un’eventualità che non deve essere sovrastimata.
(21 GENNAIO 1976, CONFIDENZIALE, MINISTERO
DEGLI ESTERI, LONDRA, FCO 7/3234)
***
Lord Shackleton reputa che sia giustificata un’ulteriore
esplorazione del bacino delle Malvinas del Sur (e non tanto
nel Burdwood Bank, nella piattaforma delle Falklands e nel
bacino di San Jorge). Sebbene le condizioni ambientali siano
ostili, i problemi tecnici non sembrano essere più ardui di
quelli già incontrati nel Mare del Nord.
8
(28 GIUGNO 1976, SEGRETO, MINISTERO DEGLI
ESTERI, LONDRA, FCO 46/1397)
***
L’Argentina intravede le seguenti minacce ai suoi interessi:
[…] il consolidamento della sovranità britannica nelle
Falklands è vista come parte della strategia della Nato per
contrastare l’espansione sovietica. Dal punto di vista
argentino, il controllo dell’Atlantico del Sud assume
un’importanza strategica vitale per le superpotenze [Usa e
Urss], in termini di accesso all’Oceano Indiano e all’Oceano
Pacifico, e ciò nel caso di chiusura dei canali di Suez e di
Panama. Stando agli argentini, quindi, gli Stati Uniti e la
Nato potrebbero allestire una base militare in quest’area.
(GIUGNO 1976, SEGRETO, MINISTERO
ESTERI, LONDRA, FCO 46/1397)
DEGLI
***
[…] Il Rapporto di Lord Shackleton [sulle prospettive
economiche delle isole, consegnato al Governo inglese nella
primavera del 1976] indica che lo sviluppo eventuale delle
risorse di greggio e di gas nella piattaforma sottomarina
delle Falklands, potrebbe aver bisogno di basi di appoggio
nel territorio continentale argentino. […] Occorre tenere
presenti gli interessi britannici nel fornire [agli argentini]
attrezzature per l’estrazione del petrolio in alto mare. Dal
nostro punto di vista, uno sfruttamento del greggio in tempi
rapidi non sarebbe un elemento particolarmente attraente.
Tuttavia, potrebbero esservi dei vantaggi [per la Gran
Bretagna] sul lungo periodo.
9
(8 LUGLIO 1976, SEGRETO, MINISTERO DEGLI
ESTERI, LONDRA, FCO 46/1397)
***
E’ probabile che [gli argentini] prendano l’iniziativa [di
sfruttare i fondali sottomarini tra le Falklands e il
continente], basandosi su un recente sondaggio geologico.
[…] Le aree di ricerca più promettenti sono quelle al largo
della Terra del Fuoco, nelle acque territoriali argentine. […]
La Shell e la Bp hanno già dichiarato il loro interesse,
mentre la British national oil company (Bnoc) ha contattato
informalmente la “Yacimientos petroliferos fiscales” (Ypf),
la compagnia statale argentina per il petrolio. La “S&A
Geophisical”, un’impresa britannica di studi geologici, sta
aprendo un ufficio a Buenos Aires, mentre la “Fairey
Surveys Ltd.”, un’altra compagnia britannica, è alla ricerca
di partner per realizzare un sondaggio geologico
sottomarino partendo proprio dalle Falklands.
(19 LUGLIO 1979, CONFIDENZIALE, MINISTERO
DEGLI ESTERI, LONDRA, FCO 96/919)
***
I dati, che sono stati ora vagliati dalla British national oil
company (Bnoc), indicano che sarebbe giustificato un
ulteriore sondaggio geologico. Soltanto le trivellazioni [nella
piattaforma sottomarina] possono infatti stabilire se vi sia
del petrolio nelle acque delle Falklands. […] Siamo già in
possesso della lista delle imprese petrolifere interessate a
quest’area (si tratta di compagnie che, in forma
confidenziale, hanno preso contatto con noi in passato).
10
(3 AGOSTO 1979, CONFIDENZIALE, MINISTERO
DEGLI ESTERI, LONDRA, FCO 7/3690)
***
Tenendo in considerazione i fattori geologici e operativi,
l’area più attraente è quella del bacino delle Malvinas del
Sur [nel tratto di oceano a Sud-Ovest delle isole, tra la Terra
del Fuoco e le Falklands]. […] Qui le acque sono profonde
meno di 300 metri. Il bacino delle Malvinas del Sur, inoltre,
è contiguo a quello di Magallanes (Terra del Fuoco), [il
“Magallanes Este”] che già produce petrolio e gas [per conto
della Ypf argentina].
(8 NOVEMBRE 1979, CONFIDENZIALE, MINISTERO
DEGLI ESTERI, LONDRA, FCO 96/919)
***
Il continuo aumento del prezzo del petrolio e l’instabilità
politica in Medio Oriente ci spingono a vagliare nuovi,
possibili giacimenti di greggio [nell’area tra le isole e il
continente sudamericano]. Stando all’Istituto di Ricerche
Geologiche degli Stati Uniti d’America, i giacimenti [delle
Falklands] potrebbero essere nove volte superiori a quelli
del Mare del Nord. […] L’Argentina sta già trivellando le
aree di oceano a Est della Terra del Fuoco e anche la
terraferma. Il greggio è stato individuato nella formazione
rocciosa di Spring Hill, a una profondità di 2.000 metri. […]
Secondo i dati raccolti, la medesima formazione geologica
contenente del greggio potrebbe essere individuata a 41
gradi a Ovest dell’isola di Weddell [arcipelago delle
Falklands], alla profondità di 3.500 metri. […] Le Falklands
11
giocheranno un ruolo cruciale nei futuri sviluppi della
ricerca petrolifera.
(“The Times”, Londra, 17 dicembre 1979)
***
Noi abbiamo la necessità di:
identificare le risorse potenziali [di greggio];
valutare come meglio individuarle e quantificarle;
stimare come meglio sviluppare queste risorse a beneficio di
noi tutti (in specie degli abitanti delle Falklands).
[…] Il Ministero dell’Energia [della Gran Bretagna] reputa
importante l’accesso del nostro paese al petrolio o al gas che
fossero [eventualmente] individuati nelle acque delle
Falklands.
(MARZO 1980, CONFIDENZIALE, MINISTERO DEGLI
ESTERI, LONDRA, FCO 7/3806)
***
Gli scienziati ritengono che [nei fondali attorno alle
Falklands] possa esservi petrolio sufficiente a garantire alla
Gran Bretagna le necessità energetiche del lontano futuro.
(“Daily Express”, Londra, 1 maggio 1980)
***
12
Imprese rispettabili come la Bp e la Shell sono sempre in
contatto con noi sul tema del petrolio nelle Falklands. Esse,
tuttavia, capiscono che non vi è alcuna prospettiva realistica
di mettere in piedi una ricerca attiva di greggio nell’area
fino a quando la disputa politica con l’Argentina rimarrà
irrisolta. […] In questa fase, un’autorizzazione da parte
nostra per una seria ricerca in termini commerciali nelle
aree oggetto di controversia, sarebbe considerata una
provocazione dagli argentini. […]
(29 MAGGIO 1980, CONFIDENZIALE, MINISTERO
DEGLI ESTERI, LONDRA, FCO 7/3816)
***
La “Yacimientos petroliferos fiscales” [la Ypf, l’impresa
statale argentina per gli idrocarburi] è intenzionata a
cercare petrolio in un settore [il bacino di “Magallanes
Este”] della piattaforma continentale delle Falklands [nel
tratto di oceano tra le isole e la Terra del Fuoco]. La
raccomandazione è che il nostro Governo invii una nota di
protesta a Buenos Aires. […]
(9 DICEMBRE 1980, CONFIDENZIALE, MINISTERO
DEGLI ESTERI, LONDRA, FCO 7/3816)
***
L’invasione delle Falklands e dei territori circostanti da
parte dell’Argentina, ha focalizzato l’interesse sul potenziale
economico – idrocarburi (petrolio e gas), minerali e pesca –
di queste aree e dei territori britannici nel Continente
antartico. […] Il Territorio britannico nel Continente
antartico è molto distante dalle Falklands, senza contare che
13
mancano informazioni dettagliate sulla possibile presenza di
idrocarburi. Non esiste al momento alcuna tecnologia in
grado di sfruttare gli idrocarburi [in Antartide], sebbene sia
già in fase di sviluppo. Un accordo sarà presto discusso dai
Paesi firmatari del Trattato Antartico. […] Ma, anche in
caso di intesa, lo sfruttamento [di petrolio, gas e minerali]
avrebbe verosimilmente inizio soltanto nel XXI secolo.
(CENTRO STUDI DEL MINISTERO DEGLI ESTERI,
LONDRA, MAGGIO 1982, FO 973/240)
***
14
LE CARTE
TELEGRAMMA
SPEDITO
DALL’AMBASCIATA
BRITANNICA IN URUGUAY (MONTEVIDEO) AL
GOVERNATORE
DELLE
FALKLANDS
(PORT
STANLEY), 16 FEBBRAIO 1966, RISERVATO, FO
371/185154.
Siamo stati avvicinati, con una richiesta di assistenza, da un
certo Walter Randall, un geologo statunitense. Ci ha detto
che, a bordo della nave “Darwin”, trasporterà presto 500
libbre di equipaggiamenti nelle Falklands per cercare
petrolio. Ne sapete qualcosa?
***
TELEGRAMMA SPEDITO DA M. CROSWELL
(AMBASCIATA
BRITANNICA
IN
ARGENTINA,
BUENOS AIRES) AL GOVERNATORE DELLE
FALKLANDS (PORT STANLEY), 1 MARZO 1966,
RISERVATO, FO 371/185154.
Sul tema [dell’eventuale presenza di petrolio nei fondali
delle Falklands], un giornale argentino ha già pubblicato un
articolo. […] Dal momento che il petrolio è un tema delicato,
gradirei essere tenuto informato sull’atteggiamento di
Londra in rapporto ai sondaggi [geologici] nelle isole.
***
NOTA SPEDITA DA M. SCHOLES (FOREIGN AND
COMMONWEALTH OFFICE, FCO, LONDRA) A J. T.
15
FEARNLEY (DIPARTIMENTO PER IL PETROLIO,
FCO, LONDRA), 6 DICEMBRE 1968, POWE 63/408.
H. L. Falcon, un geologo capo della Bp negli anni 1955-1965,
ora in pensione, ci ha allertati sulla possibilità che vi sia del
greggio nella piattaforma continentale [sottomarina] delle
Falklands. Si ritiene che il territorio delle isole non abbia
potenzialità petrolifere, ma occorre rilevare che la
piattaforma continentale, che si estende fino al territorio
argentino, è molto vasta. Dal momento che vi sono analogie
con lo stretto che divide l’Australia dalla Tasmania, non si
può escludere che possano esservi grandi giacimenti di
greggio [nella piattaforma continentale delle Falklands].
Falcon ritiene che il tema dovrebbe essere tenuto in
considerazione da coloro che hanno a cuore il futuro delle
isole. Noi concordiamo. Apprendiamo inoltre che egli si è già
messo in contatto con l’Istituto [britannico] di Scienze
Geologiche.
***
TELEGRAMMA SPEDITO DA SIR C. HASKARD
(GOVERNATORE
DELLE
FALKLANDS,
PORT
STANLEY) ALL’FCO (LONDRA), “RICERCA DI
PETROLIO”, 11 DICEMBRE 1968, CONFIDENZIALE,
POWE 63/408.
Il nostro interesse nei confronti della piattaforma
continentale [sottomarina delle Falklands] deriva dai
benefici finanziari che potrebbero sortire dalle ricerche
[geologiche] e dallo sfruttamento [del greggio] nell’area. […]
Conservo qui un importante deposito in dollari
appartenente all’impresa [petrolifera] “Grynberg”. Se una
decisione [in merito ai sondaggi prospettici] non fosse presa
16
a breve, dovremmo restituire il denaro. Attendo i vostri
suggerimenti.
***
“LA CONTROVERSIA PER LE FALKLANDS”
(MEMORANDUM
REDATTO
DAL
COMITATO
INTERMINISTERIALE PER LE POLITICHE DELLA
DIFESA E DEI TERRITORI D’OLTREMARE, LONDRA),
24 OTTOBRE 1969, SEGRETO, POWE 63/408.
[…] Il Governo britannico ha finora ritenuto che vi siano
argomenti forti per tentare di raggiungere un accordo in
merito alla controversia [sulle Falklands] in atto con
l’Argentina, il cui protrarsi è chiaramente contrario ai
nostri interessi e che possono essere riassunti nel modo
seguente:
- negli anni avvenire, l’America latina acquisterà
un’importanza crescente a livello mondiale. Molti tra i
paesi latinoamericani attraversano una fase di sviluppo e,
di conseguenza, offriranno grosse opportunità agli
esportatori e agli investitori britannici. Tra queste
nazioni, l’Argentina è al momento la più importante;
- i paesi latinoamericani (che si stanno già muovendo verso
una qualche forma di integrazione economica) applicano
dinanzi al mondo una sostanziale solidarietà reciproca.
Di conseguenza, una controversia in atto con un singolo
Stato tende a diventare una disputa che coinvolge tutti gli
altri;
- il permanere della contesa [sulle Falklands] potrebbe
seriamente pregiudicare le opportunità di aggiudicarci
una buona fetta dei mercati [latinoamericani] in
espansione, giacché in molte di queste nazioni (anche in
17
Argentina) la prospettiva di agganciarsi allo sviluppo
economico (che sicuramente arriverà) dipende in gran
parte dai buoni rapporti con Londra. In Argentina noi
stiamo già negoziando un numero considerevole di
contratti (alcuni riguardano lo sviluppo economico, altri
le forniture militari). Il buon esito di questi accordi sarà
direttamente legato alla buona volontà del Governo di
Buenos Aires;
- stando alla bilancia dei pagamenti della Gran Bretagna,
[…] vi sono buoni motivi per ritenere che il valore delle
nostre attuali esportazioni in Argentina (35 milioni di
sterline) possa raddoppiare nei prossimi anni e poi
continuare a crescere;
- gli investimenti britannici in Argentina sono già
sostanziosi (all’incirca 120 milioni di sterline) ma
potrebbero correre dei pericoli se si verificasse un
deterioramento grave dei rapporti anglo-argentini;
- la comunità britannica in Argentina (sono 20.000 i
cittadini ufficialmente registrati presso il nostro
Consolato di Buenos Aires) è una delle più numerose
all’infuori del Commonwealth. I suoi interessi
potrebbero essere pregiudicati se si continuasse ad
insistere su quelli dei 2.200 abitanti delle Falklands (tra
costoro, solo 1.500 sono originari delle isole);
[…]
Noi e gli abitanti delle Falklands dobbiamo realizzare che,
in ultima istanza, non siamo più in grado di continuare a
difendere le isole. A meno che Londra non decida di
dispiegare una forza militare del tutto sproporzionata in
rapporto alla popolazione locale e alle risorse [finanziarie
britanniche]. La riduzione dell’entità numerica della Royal
Navy e l’assenza di basi britanniche nell’Atlantico del Sud,
18
sono elementi che rendono ardua la pretesa di poter
allestire una difesa efficace [delle isole].
[…]
Sebbene gli abitanti delle isole siano al momento unanimi
nell’opporsi ad un trasferimento della sovranità [dalla Gran
Bretagna all’Argentina], non è detto che debbano pensarla
così in eterno. Nel tempo, essi potrebbero capire i fatti della
vita e realizzare che i loro privilegi non sono più quelli di
una volta. La popolazione delle Falklands non è solo
piccola, è anche diminuita ed invecchiata. I giovani trovano
poco attraente la monotonia della vita nell’arcipelago e
alcuni sono già emigrati in Nuova Zelanda. Se abbandonati
al loro destino, gli abitanti delle isole potrebbero in futuro
precipitare al di sotto di un livello sostenibile.
***
DA MICHAEL STEWART (MINISTRO DEGLI ESTERI
DELLA
GRAN
BRETAGNA,
LONDRA)
AL
GOVERNATORE
DELLE
FALKLANDS
(PORT
STANLEY), 3 NOVEMBRE 1969, SEGRETO, POWE
63/408.
[…] Per qualsiasi compagnia petrolifera, la prospettiva di
trovare e sfruttare il greggio [del bacino delle Malvinas del
Sur] è, nella migliore delle ipotesi, molto incerta. Risulta
evidente, inoltre, che la sua estrazione finirebbe per
allarmare seriamente gli argentini, soprattutto in un
momento in cui essi mostrano di voler instaurare un
cooperazione fattiva con la Gran Bretagna. […]
***
19
“NOTA SULLE PROSPETTIVE PETROLIFERE DELLE
FALKLANDS” REDATTA DA P. H. PHIZACKERLEY
(GEOLOGO CAPO DELLA BRITISH PETROLEUM, BP,
LONDRA), 21 NOVEMBRE 1969, SEGRETO, POWE
63/408.
Le prospettive per la scoperta di petrolio in quantità
utilizzabili [commercialmente] nella regione delle
Falklands, sono le seguenti:
a) nelle isole: nulle;
b) nella piattaforma continentale fino a 600 piedi di
profondità: nulle o basse;
c) nella Burdwood Bank: discrete.
[…]
L’area del bacino delle Malvinas del Sur […] è,
probabilmente, del tutto simile a quella del bacino dello
Stretto di Magellano [il “Magallanes Este”], dal quale
vengono già estratti 36.000 barili di greggio al giorno nei
campi petroliferi [della Ypf argentina] lungo lo Stretto
stesso.
***
Il 27 novembre 1969 il “Daily Express” di Londra pubblica un
articolo del giornalista Squire Barraclough, intitolato “Gli
esperti dicono che c’è petrolio al largo delle Falklands”.
***
20
DA SIR C. HASKARD (GOVERNATORE DELLE
FALKLANDS,
PORT
STANLEY)
A
MICHAEL
STEWART (MINISTRO DEGLI ESTERI DELLA GRAN
BRETAGNA, LONDRA), 1 DICEMBRE 1969, SEGRETO,
T 317/2353.
L’anno scorso, la “Grynberg” ha chiesto l’autorizzazione a
sondare l’area III (Burdwood Bank). […] Abbiamo inoltre
ricevuto richieste di informazioni dalle seguenti imprese:
- New Zealand Petroleum Exploration Company (Ramleh,
Texas), 23 dicembre1967;
- Tenneco Company (Houston, Texas), 8 agosto 1968;
- Place Oil and Gas Company (Toronto), 28 agosto 1968;
- Sun Oil Company (Philadelphia, Pennsylvania), 11
settembre 1968.
Assommano a 19.902 i dollari Usa depositati qui [Port
Stanley] dalla “Atlantic and Oceanic Resources”
(Grynberg), per sondaggi da effettuare nelle aree I e II. […]
***
DA SIR C. HASKARD (GOVERNATORE DELLE
FALKLANDS,
PORT
STANLEY)
A
MICHAEL
STEWART (MINISTRO DEGLI ESTERI DELLA GRAN
BRETAGNA, LONDRA), 4 DICEMBRE 1969, SEGRETO,
T 317/2353.
Sembra che la prima richiesta di informazioni
[sull’eventuale presenza di petrolio] sia stata inoltrata dalla
“New Zealand Exploration Company Ltd” di proprietà di T.
J. Alexander (indirizzo: # 2626 Republic Bank Towers,
21
Dallas, Texas). Siamo in possesso di un documento del
Colonial Office del 22 luglio 1963, con il quale il ministero ci
informava che l’impresa texana era entrata in contatto con
loro. Alexander ha visitato le Falklands nel gennaio del
1968, per un breve periodo. […] Il dott. Robert Berg e [il
geologo] Walter Randall sono stati nelle isole nel marzo del
1966, per conto della “Grynberg” (Colorado, Usa). Tuttavia,
hanno dichiarato pubblicamente di non aver scoperto niente
di interessante.
***
DA MICHAEL STEWART (MINISTRO DEGLI ESTERI
DELLA GRAN BRETAGNA, LONDRA) A SIR C.
HASKARD (GOVERNATORE DELLE FALKLANDS,
PORT STANLEY), 10 DICEMBRE 1969, SEGRETO,
POWE 63/408.
Per Sua informazione, Le comunico che abbiamo ricevuto
un rapporto segreto redatto dalla Bp, [vedi documento del
21 novembre 1969, p. 20] secondo il quale […] soltanto la
piattaforma di Burdwood Bank [a Sud delle Falklands] è
considerata discreta [ai fini estrattivi], sebbene le
prospettive non siano commercialmente attraenti a causa
della profondità dell’oceano e delle condizioni operative.
[…]
***
“LA RICERCA DEL PETROLIO NELLE FALKLANDS”,
MEMORANDUM REDATTO DA R. H. J. STEEL
(COMITATO
INTERMINISTERIALE
PER
LE
POLITICHE DELLA DIFESA E DEI TERRITORI
22
D’OLTREMARE, LONDRA),
SEGRETO, T 317/2353.
28
GENNAIO
1970,
Gli abitanti delle Falklands e alcune imprese petrolifere
continuano ad esercitare pressioni affinché noi si garantisca
a queste compagnie l’autorizzazione a cercare il petrolio nel
territorio delle isole e nel mare circostante. Se cedessimo,
però, finiremmo certamente per irritare l’Argentina, paese
col quale abbiamo in corso una lunga disputa in merito alla
sovranità [sulle isole]. E’ probabile che il Parlamento
[britannico] appoggi le richieste degli isolani. Stando così le
cose, il ministro degli Esteri ritiene che dovremmo prendere
tempo finanziando una ricerca governativa nelle Falklands,
[…] nella speranza di persuadere l’Argentina che l’interesse
di entrambi i governi [di Londra e di Buenos Aires] sta nel
mantenere la questione del petrolio in un ambito di basso
profilo. […] Per contro, il Governo e l’opinione pubblica
argentini sono già al corrente che vi sono delle imprese
petrolifere interessate a cercare il greggio nell’area delle
Falklands. […] In ogni modo, solo un’operazione costosa
(che dovrebbe comprendere trivellazioni sottomarine)
stabilirà in maniera definitiva se vi sia petrolio in quantità
commerciali.
Raccomandazioni del Comitato
Il nostro ministro degli Esteri dovrebbe illustrare al
governatore delle Falklands il documento con i suggerimenti
della Bp [vedi documento del 21 novembre 1969, p. 20] e
invitarlo a convincere gli isolani che non vale la pena
cercare il greggio. Le ricerche esplorative [finanziate dalle
imprese petrolifere], quindi, dovrebbero essere rinviate sine
die. In caso di fallimento, e solo come ultima opzione,
dovremmo prendere in considerazione la possibilità di
entrare in contatto con gli argentini (che sono ovviamente
già al corrente della situazione e che sembrano avere le
medesime nostre difficoltà sul versante argentino della
piattaforma sottomarina) per comunicare loro che la nostra
proposta consiste nell’autorizzare le imprese petrolifere a
23
compiere ricerche nell’area [della piattaforma sottomarina
tra le isole e il continente], senza però svelare [agli argentini]
che, molto probabilmente, non si troverà niente.
***
DA MICHAEL STEWART (MINISTRO DEGLI ESTERI
DELLA
GRAN
BRETAGNA,
LONDRA)
AL
GOVERNATORE
DELLE
FALKLANDS
(PORT
STANLEY), 13 MARZO 1970, CONFIDENZIALE, POWE
63/408.
Il Governo britannico ha deciso di promuovere un’indagine
sul potenziale petrolifero delle aree sottomarine attorno alle
Falklands. […] E’ improbabile, comunque, che si trovi del
greggio. Tutti i dati in nostro possesso lo indicano. […]
Stiamo informando la “Grynberg” che procederemo con
uno studio nell’area. Di conseguenza, non siamo in grado di
soddisfare la loro richiesta di autorizzazione [a compiere
sondaggi] fino a quando non saranno disponibili i risultati
della ricerca sopra menzionata. Le saremmo grati se Lei
volesse comunicare le nostre decisioni anche alla “Grand
Valley Oil Company”. […]
Il budget stanziato dal Governo britannico per la ricerca è di
60.000 sterline, da affidare al prof. Griffiths (Università di
Birmingham, Gran Bretagna).
***
“LE FALKLANDS”, NOTA INTERNA DI F. R.
HEATHCOTE, DIPARTIMENTO DEL PETROLIO
(MINISTERO
DELL’ENERGIA),
LONDRA,
24
NOVEMBRE 1970, SEGRETO, POWE 63/408.
24
Il Governo britannico non ha emanato concessioni per
sfruttare il petrolio [delle Falklands] o per effettuare
sondaggi [geologici sottomarini]. Tuttavia, il governatore
[britannico delle isole] ha ricevuto numerose richieste di
autorizzazione da parte delle seguenti imprese:
- Canadian Homestead Oil Co., Calgary;
- Acx Oil Co., Calgary (Canada);
- Place Oil and Gas Co., Toronto (Canada);
- Tenneco, Houston (Texas);
- Sun Oil, Philadelphia;
- New Zealand Petroleum Exploration Co., Ramleh, Texas;
- Samedan Oil of Canada Inc.;
- Confederation Resources, Ltd., Canada;
- Western Oil Fields, Inc., of Dallas, Texas;
- Peyto Oil Ltd, Calgary;
- Superior Oil Company, Texas;
- Lewis G. Weeks Associated, Ltd.
La “Jack Grynberg & Soci” e la “Grand Valley Oil Ltd.”,
sussidiaria della “Oil Resources Inc.” (Nevada), hanno
inoltrato domanda [al Governo britannico] per effettuare
sondaggi [nei fondali a Sud e a Ovest delle Falklands].
[…]
25
La mappa in allegato mostra le aree I, II e III fornitaci da
Grynberg. Stando al geologo capo della Bp, la possibilità di
trovare greggio nelle aree I e II sono nulle. Per contro, l’area
III (Burdwood Bank) è considerata discreta, ma non dal
punto di vista commerciale a causa della profondità
dell’oceano e delle difficili condizioni operative. […] Nel
marzo del 1970 il Governo britannico ha deciso di
promuovere un’indagine sulle potenzialità petrolifere delle
aree sottomarine attorno alle isole, affidata al prof. D. H.
Griffiths (Dipartimento di Geofisica dell’Università di
Birmingham). Si prevede che la ricerca possa durare dai 12
ai 18 mesi.
***
“LO
SFRUTTAMENTO
DEL
PETROLIO
NEI
TERRITORI BRITANNICI D’OLTREMARE”, NOTA
INTERNA DI A. C. HUNT, DIPARTIMENTO
PETROLIFERO
(MINISTERO
DELL’ENERGIA),
LONDRA, 13 LUGLIO 1971, CONFIDENZIALE, POWE
63/408.
[…] Jack Grynberg (“Oceanic Exploration Company”) è
venuto a trovarmi ieri sera assieme all’avvocato Ellis
(rappresentante dello studio legale “Rye, Lawrence &
Leman”, Londra). […] Grynberg ha subito affrontato il
tema delle Falklands. […] La sua impresa è già in possesso
di alcuni dati [geologici] ed egli sarebbe lieto di metterli a
disposizione del Governo britannico. […] Grynberg sostiene
che è una politica miope quella di ignorare il vasto
potenziale dell’area [della piattaforma sottomarina delle
Falklands], in vista dei problemi che, verosimilmente, la
Gran Bretagna affronterà in futuro in merito ai
rifornimenti petroliferi dal Medio Oriente. Il tutto potrebbe
diventare, letteralmente, una questione di “sopravvivenza”
[per la Gran Bretagna].
26
***
“LA
DISPUTA
ANGLO-ARGENTINA
PER
LE
FALKLANDS”, MEMORANDUM PER IL PRIMO
MINISTRO HAROLD WILSON, DOWNING STREET,
LONDRA, APRILE 1975, CONFIDENZIALE, PREM
16/743.
[…] Gli argentini sono impazienti di aprire un negoziato
sostanziale sulle Falklands. Persino il loro ministro degli
Esteri, che è un moderato, ci ha comunicato che l’Argentina
ricorrerà alla forza se noi ci ostiniamo a non voler trattare.
La situazione interna argentina, che è instabile e volatile,
potrebbe indurre il governo di Buenos Aires ad invadere le
isole per tentare di incassare il consenso popolare. La
prospettiva che vi sia del petrolio nell’area aumenta la
tentazione [argentina] a voler risolvere la questione con
l’uso della forza, una volta per tutte. […].
***
“IL
POTENZIALE
PETROLIFERO
DELLE
FALKLANDS”, NOTA REDATTA DA JOHN A. HEAP
(FCO,
SETTORE
DELLE
REGIONI
POLARI,
DIPARTIMENTO PER L’AMERICA LATINA), 21
GENNAIO 1976, CONFIDENZIALE, FCO 7/3234.
[…]
Per la Gran Bretagna, l’importanza del potenziale
petrolifero della piattaforma continentale delle Falklands
risiede nei seguenti fattori:
a) dal punto di vista dell’industria petrolifera, le isole sono
catalogate come regioni “in prospettiva”. Di conseguenza,
27
in futuro, le imprese britanniche e quelle della Comunità
economica europea (Cee) potrebbero investirvi dei
capitali;
b) le eventuali entrate economiche derivanti dal greggio e la
prospettiva di diversificare l’economia del luogo,
potrebbero incoraggiare gli abitanti delle Falklands a
sostenere la cooperazione economica con l’Argentina. Noi
la stiamo già promuovendo, giacché riteniamo che sia un
modo di allentare la tensione sulla questione della
sovranità [politica delle isole];
c) vi è la possibilità che il Governo britannico ottenga
benefici diretti dagli sviluppi sopra menzionati. Si tratta,
tuttavia, di un’eventualità che non deve essere
sovrastimata.
[…]
***
“IL
POTENZIALE
PETROLIFERO
DELLE
FALKLANDS”, NOTA REDATTA DA G. D. F. HALL
(FCO, DIPARTIMENTO PER L’AMERICA LATINA), 30
GENNAIO 1976, CONFIDENZIALE, FCO 7/3234.
[…] Con l’obiettivo di risolvere il dilemma delle Falklands,
il ministro degli Esteri ha rivolto le seguenti
raccomandazioni al Primo ministro.
Nel corso dei prossimi colloqui anglo-argentini, la Gran
Bretagna dovrebbe tentare di utilizzare il tema del petrolio
in maniera costruttiva, allo scopo di aprire una discussione
con il Governo argentino sulle forme di cooperazione da
mettere in campo nell’ambito dello sviluppo condiviso delle
28
risorse presenti nell’Atlantico del Sud-Ovest. Il 15 maggio
1975, il Premier ha dato il suo assenso. […]
***
“IL PETROLIO DELLE FALKLANDS”, PROMEMORIA
DELL’FCO IN VISTA DEI NEGOZIATI ANGLOARGENTINI (PARIGI, 10-11 LUGLIO 1976), 8 LUGLIO
1976, SEGRETO, FCO 46/1397.
[…] Il Rapporto di Lord Shackleton [sulle prospettive
economiche delle isole, consegnato al Governo inglese nella
primavera del 1976] indica che lo sviluppo eventuale delle
risorse di greggio e di gas nella piattaforma sottomarina
delle Falklands, potrebbe aver bisogno di basi di appoggio
nel territorio continentale argentino. […] Occorre tenere
presenti gli interessi britannici nel fornire [agli argentini]
attrezzature per l’estrazione del petrolio in alto mare. Dal
nostro punto di vista, uno sfruttamento del greggio in tempi
rapidi non sarebbe un elemento particolarmente attraente.
Tuttavia, potrebbero esservi dei vantaggi [per la Gran
Bretagna] sul lungo periodo. […]
Ci siamo impegnati [a New York, nel febbraio del 1976] a
sviluppare assieme agli argentini le risorse di greggio e di
gas delle isole. Da un punto di vista pratico, tuttavia, risulta
evidente che non potremmo procedere se l’Argentina ci
fosse ostile. […]
Il Rapporto Shackleton suggerisce che le prospettive di
trovare petrolio e gas sono buone almeno in un’area [il
bacino delle Malvinas del Sur]. Tuttavia, il Rapporto indica
che lo sfruttamento degli idrocarburi non dovrebbe essere il
punto di forza dell’economia delle isole, giacché i costi
sarebbe alti e l’operazione difficile da realizzare.
29
***
“NOTA
RIASSUNTIVA
SULLE
FALKLANDS”
REDATTA DALL’FCO (LONDRA) PER I COLLOQUI
ANGLO-ARGENTINI (PARIGI, 10-11 LUGLIO 1976), 28
GIUGNO 1976, SEGRETO, FCO 46/1397.
Il Rapporto Shackleton [1976] affronta nel dettaglio le
prospettive di individuazione degli idrocarburi nelle
Falklands (vol. I, pagina 174 e seguenti).
La fonte primaria [del Rapporto Shackleton] è costituita dal
Rapporto preparato nel 1975 dal prof. Griffiths e dai suoi
collaboratori dell’Università di Birmingham. Anche sulla
base di analisi successive, Lord Shackleton reputa che sia
giustificata un’ulteriore esplorazione del bacino delle
Malvinas del Sur (e non tanto nel Burdwood Bank, nella
piattaforma delle Falklands e nel bacino di San Jorge).
Sebbene le condizioni ambientali siano ostili, i problemi
tecnici non sembrano essere più ardui di quelli già incontrati
nel Mare del Nord. Da un punto di vista politico, invece, lo
sviluppo delle ricerche risulterebbe certamente quasi
impossibile senza la cooperazione argentina, giacché
nessuna impresa petrolifera sarebbe disposta a investire
nell’area dinanzi all’ostilità di Buenos Aires.
In termini logistici, risulterebbe altrettanto impossibile
sviluppare le risorse di petrolio e di gas nelle Falklands in
assenza di infrastrutture e di manodopera in grandi
quantità. In ogni modo – è questa la conclusione di
Shackleton – è improbabile che risultino commercialmente
attraenti i ritrovamenti di greggio che non siano in grado di
produrre almeno 150.000 barili al giorno, e ciò a causa dei
costi extra per lo sviluppo delle infrastrutture e dei trasporti
in una località così remota.
30
La scoperta di giacimenti di gas sarebbe ancor meno
attraente da un punto di vista commerciale, in assenza di un
grosso fabbisogno domestico.
Lord Shackleton analizza inoltre lo sviluppo delle ricerche
di greggio in alto mare (vol. I, pagine 185 e seguenti) nel
caso le licenze estrattive fossero concesse [alle compagnie
petrolifere] dai governi [di Londra e Buenos Aires]. Egli
conclude che lo sviluppo delle infrastrutture dovrebbe
avvenire in territorio argentino (a meno che non si investa in
maniera intensa nei pressi delle isole, ma ciò appare
improbabile).
In generale, e senza dimenticare il Rapporto Shackleton, le
nostre conclusioni sono le seguenti: lo sfruttamento del
greggio eventualmente presente nel bacino delle Malvinas
del Sur – realizzato con infrastrutture attive nelle Falklands,
e cioè in maniera indipendente dall’Argentina – non è
un’ipotesi praticabile. I problemi tecnici non sarebbero
insormontabili ma il tempo richiesto per la loro soluzione
sarebbe enorme. Arriverebbero inoltre 5.000 persone (due e
volte e mezzo l’attuale popolazione delle isole). […] Di
conseguenza, lo sviluppo delle risorse petrolifere – se attuato
pienamente – dovrebbe essere realizzato in collaborazione
con l’Argentina. […] E’ praticamente certo che – prima
ancora del nodo degli idrocarburi e degli investimenti
massicci di capitali – sarebbe la questione della sovranità
[politica sulle Falklands] ad emergere come un elemento di
enorme portata. […] Tuttavia, gli argentini potrebbero
decidere di sviluppare il bacino delle Malvinas del Sur a loro
esclusivo interesse. In tal caso, noi dovremmo tentare di
avviare una qualche forma di cooperazione con loro (vol. II,
pagina 57). In proposito, Lord Shackleton sottolinea le
crescenti esperienze e capacità messe in campo dalle imprese
britanniche nell’ambito dell’estrazione del greggio in alto
mare. […] Il Rapporto raccomanda infine che il Governo
britannico (in specie il Ministero dell’Energia e il ministero
degli Esteri) segua con attenzione gli sviluppi petroliferi in
31
Argentina (anche se questo paese, allo stato delle cose, gioca
un ruolo decisamente irrilevante nell’ambito della
produzione di idrocarburi).
***
“LE FALKLANDS E L’ATLANTICO MERIDIONALE”
(MINISTERO DELLA DIFESA BRITANNICO), NOTA
REDATTA IN VISTA DEI COLLOQUI
ANGLOARGENTINI (PARIGI, 10-11 LUGLIO 1976), GIUGNO
1976, SEGRETO, FCO 46/1397.
Di recente, gli argentini si sono detti preoccupati in merito
alla prospettiva di una crescente presenza dell’Urss
nell’Atlantico meridionale, come conseguenza della vittoria
in Angola del Movimento per la liberazione di questo Stato
africano, l’Mpla, avvenuta con l’assistenza cubana e
sovietica.
Tale inquietudine, combinata con il desiderio da loro
espresso di posporre le rivendicazioni sulle Falklands,
potrebbe indurli a chiederci dei punti di appoggio logistici
[aero-navali] nelle isole.
Con ogni probabilità, l’Argentina intravede le seguenti
minacce ai suoi interessi, causate da una crescente presenza
navale sovietica nell’Atlantico del Sud:
a. la diffusione dell’influenza comunista in Argentina e in
altri paesi del continente sudamericano;
b. il consolidamento della sovranità britannica nelle
Falklands, vista come parte della strategia della Nato per
contrastare l’espansione sovietica. Dal punto di vista
argentino, il controllo dell’Atlantico del Sud assume
un’importanza strategica vitale per le superpotenze [Usa
32
e Urss], in termini di accesso all’Oceano Indiano e
all’Oceano Pacifico, e ciò nel caso di chiusura dei canali
di Suez e di Panama. Stando agli argentini, quindi, gli
Stati Uniti e la Nato potrebbero allestire una base
militare in quest’area.
[…]
***
“BRITISH NATIONAL OIL COMPANY (BNOC): LE
FALKLANDS”, NOTA INTERNA REDATTA DA R. B.
BIRCHMORE (FCO, LONDRA), 19 LUGLIO 1979,
CONFIDENZIALE, FCO 96/919.
[…] Le trivellazioni [nel bacino delle Malvinas del Sur]
potrebbero aver luogo solo a condizione che si raggiunga un
accordo con gli argentini. […] L’Argentina non è
autosufficiente dal punto di vista petrolifero. La sua
produzione di idrocarburi è stagnante e il paese stenta ad
individuare il greggio nelle sue acque territoriali. Tenendo
in conto che il prezzo [internazionale] del petrolio è molto
alto, è probabile che gli argentini diventino più ansiosi di noi
nel voler sviluppare le risorse petrolifere delle Falklands (un
arcipelago che si trova dinanzi alla loro porta di casa). E’
quindi probabile che essi prendano l’iniziativa [di sfruttare i
fondali sottomarini tra le Falklands e il continente],
basandosi su un recente sondaggio geologico. […] Le aree di
ricerca più promettenti sono quelle al largo della Terra del
Fuoco, nelle acque territoriali argentine. […] La Shell e la
Bp hanno già dichiarato il loro interesse, mentre la Bnoc ha
contattato informalmente la “Yacimientos petroliferos
fiscales” (Ypf), la compagnia statale argentina per il
petrolio. La “S&A Geophisical”, un’impresa britannica di
ricerca geologica, sta aprendo un ufficio a Buenos Aires,
mentre la “Fairey Surveys Ltd.”, un’altra compagnia
33
britannica, è alla ricerca di partner per realizzare un
sondaggio geologico sottomarino partendo proprio dalle
Falklands. […]
***
“LE FALKLANDS: RICERCHE PETROLIFERE”,
MEMORANDUM REDATTO DA G. A. DUGGAN (FCO,
DIPARTIMENTO PER IL SUD AMERICA, LONDRA), 3
AGOSTO 1979, CONFIDENZIALE, FCO 7/3690.
[…] Sia la Gran Bretagna sia l’Argentina accampano diritti
sulla piattaforma continentale delle Falklands. Nel 1977, in
maniera unilaterale, gli argentini hanno autorizzato due
imprese americane a compiere un sondaggio geologico
[sottomarino] nell’area Ovest dell’Atlantico meridionale.
Noi abbiamo protestato con Buenos Aires e abbiamo
comunicato alle imprese sopra menzionate che avrebbero
dovuto ottenere il nostro placet prima di iniziare i sondaggi.
Tuttavia, si è poi deciso che anche noi potevamo accettare
che queste due imprese procedessero con le loro ricerche. E’
nostro interesse, infatti, raccogliere il maggior numero di
informazioni possibili sulla presenza eventuale di
idrocarburi in quest’area. Il nostro consenso, però, è stato
dato a condizione che le imprese in questione fornissero i
risultati dei loro sondaggi sia a noi sia al Governo [locale]
delle Falklands. […] I dati, che sono stati ora vagliati dalla
British national oil company (Bnoc), indicano che sarebbe
giustificato un ulteriore sondaggio geologico. Soltanto le
trivellazioni [nella piattaforma sottomarina] possono infatti
stabilire se vi sia del petrolio nelle acque delle Falklands.
[…] Al momento stiamo cercando di migliorare le nostre
relazioni con l’Argentina, in vista della ripresa dei negoziati
sulle isole. […] Nel marzo del 1976 il ministro degli Esteri
James Callaghan ha promesso al Governo argentino che lo
avrebbe informato se la Gran Bretagna avesse iniziato la
34
ricerca di greggio nell’area. Dunque, dovremo a un certo
punto consultarci con gli argentini. Ma tale approccio
dovrebbe essere realizzato con cautela. Non dobbiamo, cioè,
dare l’impressione che stiamo cercando l’assenso di Buenos
Aires: ciò potrebbe indebolire la nostra sovranità sulle isole.
[…] Siamo già in possesso della lista delle imprese
petrolifere interessate a quest’area (si tratta di compagnie
che, in forma confidenziale, hanno preso contatto con noi in
passato). […]
***
“LE VALUTAZIONI DELLA BRITISH NATIONAL OIL
COMPANY (BNOC)”, NOTA INTERNA REDATTA DA J.
R. COWLING (DIPARTIMENTO PER IL SUD
AMERICA, FCO, LONDRA), 8 NOVEMBRE 1979,
CONFIDENZIALE, FCO 96/919.
[…] Gran parte della piattaforma sottomarina delle
Falklands giace in acque profonde. Non vi sono, tuttavia,
ragioni tecniche in grado di impedire le ricerche e lo
sfruttamento del bacino delle Malvinas del Sur. Le attuali
tecnologie
permettono
trivellazioni
esplorative
e,
successivamente, l’estrazione del greggio fino a trecento
metri di profondità.
“ALLEGATO: I SONDAGGI GEOLOGICI NELLE
FALKLANDS, RIASSUNTO REDATTO DAL CAPO
GEOLOGO DELLA BNOC”, FCO 96/919.
[…] Tenendo in considerazione i fattori geologici e operativi,
l’area più attraente risulta essere quella del bacino delle
Malvinas del Sur [nel tratto di oceano a Sud-Ovest delle
isole, tra la Terra del Fuoco e le Falklands]. […] Qui le
acque sono profonde meno di 300 metri. Il bacino delle
Malvinas del Sur, inoltre, è contiguo a quello di Magallanes
35
(Terra del Fuoco), [il “Magallanes Este”] che già produce
petrolio e gas [per conto della Ypf argentina].
***
“LA
PIATTAFORMA
CONTINENTALE
E
LE
FALKLANDS”, NOTA DEL DIPARTIMENTO PER IL
SUD AMERICA (FCO, LONDRA), 9 DICEMBRE 1980,
CONFIDENZIALE, FCO 7/3816.
La piattaforma continentale [sottomarina] si estende dalla
costa argentina fino alle Falklands e oltre, per una distanza
considerevole. Londra e Buenos Aires non si sono mai
accordate in merito alla delimitazione della piattaforma fra
il territorio argentino e quello dell’arcipelago. E’ difficile,
comunque, che si arrivi ad un’intesa prima di risolvere la
controversia sulla sovranità delle isole. […] Il Governo
britannico afferma che la delimitazione dovrebbe essere
costituita da una linea mediana fra i due territori. […]
Nel 1978 sono stati effettuati due sondaggi nell’area
[sottomarina], entrambi autorizzati dai governi di Londra e
di Buenos Aires. La British national oil company (Bnoc), nel
suo rapporto, ha concluso che sono tre le zone che
meriterebbero un sondaggio ulteriore. A condizione però
che si arrivi ad una normalizzazione della situazione, ovvero
che venga meno la disputa anglo-argentina [sulla sovranità
delle Falklands]. Il settore più promettente – il bacino delle
Malvinas del Sur – attraversa la linea mediana fra le isole e
il continente. Gli argentini hanno già individuato il petrolio
in un’area non lontana, che presenta una conformazione
geologica simile [a quella del bacino delle Malvinas del Sur].
L’area in parola – il [bacino di] “Magallanes Este” – si trova
in mezzo alla linea mediana di demarcazione [tra il
continente e le isole]. Abbiamo già segnalato la questione
36
alle autorità argentine e, ora, abbiamo anche inoltrato una
nota ufficiale di protesta.
***
“IL PETROLIO NELLE FALKLANDS”, NOTA
REDATTA DA P. R. FEARN (DIPARTIMENTO PER IL
SUD AMERICA, FCO, LONDRA), 9 DICEMBRE 1980,
CONFIDENZIALE, FCO 7/3816.
La “Yacimientos petroliferos fiscales” [la Ypf, l’impresa
statale argentina per gli idrocarburi] è intenzionata a
cercare petrolio in un settore [il bacino di “Magallanes
Este”] della piattaforma continentale delle Falklands. La
mia raccomandazione è che il nostro Governo protesti con
l’Argentina. […]
***
Il 17 dicembre 1979, Il “Times” di Londra pubblica un lungo
articolo di Michael Frenchman: “Quanto petrolio c’è al largo
delle Falklands?”
Il continuo aumento del prezzo del petrolio e l’instabilità
politica in Medio Oriente spingono a vagliare nuovi,
possibili giacimenti di greggio [nell’area sottomarina fra le
Falklands e il continente]. Stando all’Istituto di Ricerche
Geologiche degli Stati Uniti d’America, i giacimenti [attorno
alle isole] potrebbero essere nove volte superiori a quelli
presenti nel Mare del Nord. Il dato risale all’inizio di questo
decennio. […] Nel 1978 è stato effettuato un sondaggio
geologico nella piattaforma sottomarina, tra il continente e
l’arcipelago, per conto dei governi di Londra e di Buenos
Aires,. […] L’indagine è stata realizzata da due imprese
37
americane, la “Geophisical Services Inc.” e la “Western
Geophisical”, in un’area di fondali marini che si estende per
ben 200.000 miglia quadrate. […] L’Argentina sta già
trivellando le aree sottomarine a Est della Terra del Fuoco
[nel bacino di “Magallanes Este”] e anche la terraferma. Il
greggio è stato individuato nella formazione rocciosa di
Spring Hill, a una profondità di 2.000 metri. […] Secondo i
dati raccolti, la medesima formazione geologica contenente
del greggio dovrebbe essere individuata 41 gradi a Ovest
dell’isola di Weddell [arcipelago delle Falklands], alla
profondità di 3.500 metri. […] Per rendere possibili le
trivellazioni, è necessario provare che sia possibile produrre
almeno 150.000 barili di petrolio al giorno. La “Yacimientos
Petroliferos Fiscales” (Ypf), la compagnia statale argentina,
sta procedendo con il suo programma di trivellazioni
sottomarine, in collaborazione con alcune imprese
internazionali (sulla base di un contratto a rischio). La Esso
si è aggiudicata due concessioni di 14.000 km quadrati (Area
E1 e Area E2). Le altre due concessioni, che si trovano in
un’area più a Est del continente (la Cma 4 e la Cma 5),
conducono il piano estrattivo argentino verso il bacino delle
Malvinas del Sur, in prossimità delle Falklands. Qui gli
argentini sperano di individuare le medesime formazioni
rocciose dei giacimenti di Spring Hill. […] Le Falklands
giocheranno un ruolo cruciale nei futuri sviluppi della
ricerca petrolifera [mondiale]. […]
***
L’1 maggio 1980 il “Daily Express” di Londra pubblica un
articolo di Michael Brown, “Il tesoro petrolifero dell’isola dei
pinguini.” Il giornalista scrive: “Gli scienziati ritengono che
[nelle aree sottomarine delle Falklands] possa esservi petrolio
sufficiente a garantire alla Gran Bretagna le necessità
energetiche del lontano futuro.”
38
***
“LE FALKLANDS: DOCUMENTI PREPARATORI AI
COLLOQUI ANGLO-ARGENTINI DI NEW YORK (ONU,
28-30 APRILE 1980), MARZO 1980, CONFIDENZIALE,
FCO 7/3806.
[…] La questione del petrolio è ancora aperta, anche se è
improbabile che esistano giacimenti significativi [nei fondali
delle Falklands]. Tuttavia, la disputa anglo-argentina [sulla
sovranità politica delle isole] impedisce ogni possibile
investimento commerciale atto a scoprire se vi sia
effettivamente del greggio. Mano a mano che i negoziati
procedono, potremmo cercare di capire se gli argentini sono
interessati a una qualche modalità in grado di far operare
congiuntamente le imprese che cercano il petrolio.
[…]
ALLEGATO:
“PETROLIO
(DOCUMENTO
CONFIDENZIALE, FCO 7/3806.
A8)”,
Punti da evidenziare nei negoziati
Nessuno sa se vi sia del greggio nelle acque delle Falklands.
Sole le trivellazioni [sottomarine] saranno in grado di
stabilirlo. In ogni modo, le imprese petrolifere più
importanti non metteranno a rischio capitali e attrezzature
fino a quando non sarà stata risolta la controversia angloargentina nell’area. In sintesi, l’attuale situazione non giova
a nessuno.
Noi abbiamo la necessità di:
- identificare le risorse potenziali [di greggio];
- valutare come meglio individuarle e quantificarle;
39
- stimare come meglio sviluppare queste risorse a beneficio
di noi tutti (in specie degli abitanti delle Falklands).
Dobbiamo inoltre vagliare l’ipotesi di creare un gruppo di
esperti per discutere i dettagli di una possibile cooperazione
anglo-argentina, allo scopo di sviluppare i possibili
giacimenti di idrocarburi. Si tratterebbe di un esercizio di
cooperazione a beneficio di entrambi i paesi, senza mettere
in mezzo il nodo della sovranità [politica sulle isole]. Non è
questo il momento di entrare nei dettagli.
La Gran Bretagna, tuttavia, ha una grande esperienza nella
ricerca del greggio in acque profonde e sarebbe lieta di
mettere a disposizione [degli argentini] la sua esperienza.
[…]
Se si trovasse il petrolio nel bacino delle Malvinas del Sur [a
Sud-Ovest delle isole, cioè a metà strada tra le Falklands e la
Terra del Fuoco], la cooperazione di Buenos Aires
nell’opera di estrazione risulterebbe indispensabile. Metà
del bacino delle Malvinas del Sur è infatti compreso nelle
acque territoriali argentine.
[…]
Nel corso dei primi colloqui [a metà degli anni Settanta], gli
argentini avevano suggerito la creazione di un’impresa
mista composta da britannici, argentini e abitanti delle isole,
allo scopo di operare nell’area tramite compagnie
sussidiarie. Sottolinearono, però, che ciò sarebbe stato
possibile a condizione che fosse stata loro assicurata la
sovranità sulle isole.
Il Ministero dell’Energia [della Gran Bretagna] reputa
importante l’accesso del nostro paese al petrolio o al gas che
fossero [eventualmente] individuati nei fondali delle
Falklands.
40
***
“LE FALKLANDS: PROPOSTE PER LA RICERCA DI
IDROCARBURI”,
NOTA
DI
P.
R.
FEARN
(DIPARTIMENTO PER IL SUD AMERICA, FCO,
LONDRA), 29 MAGGIO 1980, CONFIDENZIALE, FCO
7/3816.
Abbiamo ricevuto dall’impresa “Carroll Group of
Companies” una richiesta di licenza esclusiva per iniziare la
ricerca di idrocarburi nella piattaforma continentale
[sottomarina] delle Falklands. […] Tuttavia, in assenza di
un accordo tra la Gran Bretagna e l’Argentina sul tema
dello sviluppo delle risorse naturali dell’area, non siamo
pronti ad autorizzare le imprese petrolifere all’estrazione di
greggio. Abbiamo inoltre respinto le richieste di una
compagnia americana, la “Trans World Resources
Corporation” (la cui reputazione risulta, in ogni modo,
dubbia). […] Imprese rispettabili come la Bp e la Shell sono
sempre in contatto con noi sul tema del petrolio nelle
Falklands. Esse, tuttavia, capiscono che non vi è alcuna
prospettiva realistica di mettere in piedi una ricerca attiva
di greggio nell’area fino a quando la disputa politica con
l’Argentina rimarrà irrisolta. […] In questa fase,
un’autorizzazione da parte nostra per una seria ricerca in
termini commerciali nelle aree oggetto di controversia,
sarebbe considerata una provocazione dagli argentini. […]
***
“IL POTENZIALE ECONOMICO DELLE FALKLANDS
E DEL CONTINENTE ANTARTICO”, MEMORANDUM
DEL FOREIGN OFFICE RESEARCH DEPARTMENT
(FORD), MAGGIO 1982, FO 973/240.
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Il documento viene redatto a Londra un mese dopo
l’occupazione argentina delle isole.
L’invasione delle Falklands e dei territori circostanti da
parte dell’Argentina, ha focalizzato l’interesse sul potenziale
economico – idrocarburi (petrolio e gas), minerali e pesca –
di queste aree e dei territori britannici nel Continente
antartico.
Idrocarburi e minerali
I sondaggi effettuati nella piattaforma continentale
[dell’Atlantico del Sud-Ovest] suggeriscono che potrebbero
esservi formazioni geologiche in grado di produrre
idrocarburi. I dati, tuttavia, sono incompleti ed indicano
soltanto un quadro geologico approssimativo. Sarebbero
quindi necessari ulteriori sondaggi prima di poter
individuare delle aree adatte ai rilevamenti esplorativi. Le
zone più adatte potrebbero trovarsi nel bacino meridionale
delle Malvinas del Sur, a metà strada tra le isole e il
territorio argentino. Le aree costiere delle isole, fino a un
raggio di 100 miglia attorno all’arcipelago, non sembrano
infatti offrire prospettive petrolifere. […] Potrebbero esservi
idrocarburi anche nella piattaforma sottomarina a Est delle
Falklands, fino alla Georgia del Sud. Ma la loro estrazione
risulterebbe difficile a causa della grande profondità
dell’oceano.
[…]
Il Territorio britannico nel Continente antartico è molto
distante dalle Falklands, senza contare che mancano
informazioni dettagliate sulla possibile presenza di
idrocarburi. Non esiste al momento alcuna tecnologia in
grado di sfruttare gli idrocarburi [in Antartide], sebbene sia
già in fase di sviluppo.
Un accordo sarà presto discusso dai Paesi firmatari del
Trattato Antartico (Argentina, Australia, Belgio, Cile,
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Repubblica Federale Tedesca, Giappone, Nuova Zelanda,
Norvegia, Polonia, Repubblica Sudafricana, Unione
Sovietica, Gran Bretagna, Stati Uniti). Ma, anche in caso di
intesa, lo sfruttamento [di petrolio, gas e minerali] avrebbe
verosimilmente inizio soltanto nel XXI secolo.
[…]
***
I documenti sulle Falklands/Malvinas sono stati selezionati e
tradotti da Mario José Cereghino negli Archivi nazionali
britannici di Kew Gardens (Tna/Pro) e sono consultabili, in
copia digitale degli originali, presso l’Archivio Casarrubea di
Partinico, in provincia di Palermo.
www.casarrubea.wordpress.com
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