continua il processo di pace in algeria
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continua il processo di pace in algeria
UN LIBRO CONTRO LA GUERRA Pacifisti e leggende metropolitane Se la calunnia e’ un venticello fresco e gentile che poi va a finire come un colpo di cannone, altrettanto succede alle leggende metropolitane che quando si radicano poi non sono piu’ estirpabili. Personalmente ricordo una polemica con gianni Riotta rimbalzata sul Web nel 1997 ( o 98? non ricordo piu’) a proposito dello scandalo Lewinsky che secondo lui sarebbe nato sulle pagine pettegole del Web ( allora il Web era visto come la causa di tutti i mali endemici, ) mentre io avevo documentato, date alla mano, che tutto risaliva ad un articolo di Newsweek, ma non ci fu nulla da fare. Riotta non fece ne’ poteva fare un passo indietro da quello che aveva scritto, e la leggenda si e’ talmente radicata negli archivi delle redazioni italiane, che in occasione della discesa trionfale dell’Ar Monica a bocca, hanno scritto che lo scandalo risaliva a quel famoso sito pettegolo di Internet gestito da un giornalista americano altrettanto pettegolo. Transeat. Adesso risuccede. Da qualche tempo striscia subdolamente l’affermazione secondo cui Alex Zanotelli, l’inventore delle bandiere arcobaleno della Pace, sarebbe l’autore del concetto travolgente: “Facciamo diventare la guerra un tabu’ come l’incesto” Per carita’, nulla da eccepire se il concetto lo fanno proprio i giovanissimi che non ricordano nulla delle manifestazioni del ’68. Mi fa specie invece quando viene raccolta da intellettuali alla page, e rimbalza da questi ai nuovissimi pacifisti riciclati. L’ho trovata citata addirittura sul Corriere da Daniele Luttazzi, che mi pare una persona informata e attenta. Ecco perche’ scrivo queste due righe per riportare questo concetto nel grembo del suo legittimo autore: un finissimo intellettuale, pacifista antesignano di tutti i pacifismi moderni, che subi’ boicottaggio e derisione per aver propugnato questi concetti rivoluzionari. Sto parlando di Carlo Cassola, ( Roma 1917 – Lucca 1987) indimenticabile ma ahime’ dimenticato autore finissimo che con il suo stile scarno ha descritto l’esistenza dei semplici, da Fausto e Anna alla Ragazza di Bube. Se qualcuno si ricordasse, ci dovrebbe essere persino un suo intervento televisivo in cui Cassola, perorava la causa della Pace come tabu’, tra gli sberleffi degli intellettuali alla moda del momento. Vabbe’, ragazzi. Io ve l’ho scritto ma so bene che non dipende da noi quella parte della nostra memoria destinata ad andare perduta, quella che invece fortunosamente sara’ recuperata e quella, come in questo caso, che ritornera’ come Araba Fenice indossando nuove spoglie. Non dipende da noi. Buona Pace a tutti. CONTRO LA GUERRA: « Ma quale è dunque il fine e il frutto di questa non dirò "milizia", ma piuttosto "malizia" mondana, se l'uccisione pecca mortalmente e l'ucciso muore eternamente? Invero, a dirla con l'Apostolo, "chi ara deve arare con speranza, e chi trebbia con speranza di avere parte del frutto" (I Cor., 9,10). Che cos'è dunque, o Cavalieri, questa incredibile passione, questa intollerabile pazzia di guerreggiare con tante spese e tante fatiche senza alcun altro guiderdone che la morte o il peccato? Coprite di seta i cavalli e rivestite di non so che genere di straccetti colorati le corazze; dipingete le lancie, scudi e selle; ornate d'oro, d' argento e di gemme le briglie e gli speroni; e in tanta pompa correte, con vergognoso furore e impudente stupidità, alla morte. Sono insegne militari, queste, o femminei ornamenti? ( da: "De laude novae militiae" presentato da Bernardo di Chiaravalle nel corso del Concilio di Troyes del 1129, in una traduzione di Franco Cardini, tratta da "La nascita dei Templari", 1999. ) ~ il mondo e’ pieno di squarta-cantoni piϊ che l'aer di grilli e parpaglioni; dice che de' babbioni da Mantua n'e’ per tutto, e de gli alocchi e de' gattuci ch'hanno aperti gli occhi; e che vende i finocchi per confetti ogni strologo mendace, annunciando la guerra per la pace. ( Pietro Aretino ) La guerra non mi suggerisce nessuna idea degna di essere comunicata. (Franz Kafka) questa volta Dio aveva veramente finito, e disse: <<Te l'avevo detto, Caino: fate l'amore, non fate la guerra!>> <<E con chi?>> urlo' Caino <<Che qua ci stavamo solo io e quell'altro rimbambito?!>>. (Giobbe Covatta) La fiducia nel sistema e' in caduta libera, si impennano i consumi di antidepressivi, bibbie e alcolici, gli aerei esplodono, i giornalisti scomodi vengono eliminati dalla Rai, le madri uccidono i figli e la guerra echeggia sul pianeta. Insomma, non e' un bel momento… (Dario Fo) Per fortuna, da qualche parte subito fuori Washington, c’è l’Europa, che i media dominati dalla junta petrolifera hanno appena proclamato antisemita, perché la maggior parte di essa non vuole dichiarare guerra all’Iraq e la junta sì, per ragioni che oggi, grazie agli investigatori europei e ai loro media relativamente liberi, possiamo cominciare a capire. Su1 tema “come e perché l’11 settembre l’America è stata attaccata”, l’analisi di gran lunga migliore, più equilibrata, ad oggi, è quella di Nafeez Mossadeq Ahmed .. Sì, sì, lo so, è uno di Loro. Ma spesso loro sanno c se che noi non sappiamo, specialmente su quello che stiamo per fare noi. (Gore Vidal) ~ che noi senza perdere neanche una guerra potremmo un giorno trovarci col culo per terra. (Giorgio Gaber) Gli Ateniesi, costretti ad avanzare in massa cadevano gli uni sugli altri e si calpestavano a vicenda. Alcuni infilzandosi nei propri giavellotti o nelle altre armi, o perivano subito o, impacciati com'erano, venivano trascinati giù dalla corrente. I Siracusani, appostati sulla riva opposta che era scoscesa, colpivano dall' alto gli Ateniesi, mentre in gran parte erano intenti a bere avidamente e si ostacolavano a vicenda, chiusi com'erano nel letto incassato del fiume"(...). Tanto sangue, infine, per lavarci gli occhi dalle illusioni di ere felici vissute tra amori e bevute, canti e spettacoli teatrali. Dei tanti uomini spazzati via, umile è rimasto invece il lavoro, la roccia scolpita dalle loro dissolte mani, forgiando teatri e templi; che nei loro incavi ancora mostrano l'ombra delle dita umanissime. (Tucidide) Pei più grandi misfatti vidi tremar la terra; il re tutto domava, forte e saldo al potere. Nella pubblica pace solo l'amor fa guerra; egli è il solo nemico, il solo da temere. (Voltaire – Zadig) Senza essere un apostolo della pieta’ e pur riconoscendo la necessitΰ biologica e psicologica della sofferenza nell'economia della vita umana, tuttavia non si puo’ fare a meno di condannare la guerra nei suoi fini e nei suoi mezzi e di aspirare alla cessazione delle guerre. I popoli sono rappresentati dagli Stati che essi formano; gli Stati, dai governi che li dirigono. Nel corso di questa guerra, ogni membro di una nazione puς constatare ciς di cui aveva giΰ una vaga intuizione in tempo di pace, cioθ che, se lo Stato vieta all'individuo la pratica dell'offesa, cio’ non avviene perchι esso voglia eliminarla, ma perche’ vuole monopolizzarla, cosi’ come monopolizza il sale ed il tabacco. (Freud – Aforismi) ~ la guerra quando sia progressista perché invade violenta non violenta secondo accade ma sia l’ultima e lo è sempre per sua costituzione (Montale, Fanfara) ~ Come quando con mucchi di parole si tessono le lodi della retorica o della filosofia, o si fa l'elogio di un principe, o si esorta a fare la guerra ai Turchi, mentre qualcuno predice il futuro, o va formulando questioncelle di lana caprina. In realta’, come niente e’ piu’ frivolo che trattare in modo frivolo cose serie, cosi’ niente e’ piu’ gradevole che trattare argomenti leggeri in modo da dare l'impressione di non avere affatto scherzato. (Erasmo da Rotterdam – Elogio della follia) Raccolti entro una capanna, seduti per terra a gambe in croce intorno a una damigiana verso cui si volgevano come a un idolo, i poeti improvvisavano ottave pro e contro la guerra di Libia: eran parecchi e si davano il turno, e intorno a loro si accalcavano uomini e ragazzi: di tanto in tanto qualcuno si curvava per prendere di terra un bicchiere di vino. "Bibe, diauu!" "Salute!" "Che possiamo conoscerla cento anni di seguito, questa festa, sani e allegri." "Bibe, forca!" Il poeta Serafino Masala di Bultei, col profilo greco e vestito come un eroe di Omero, cantava: Su turcu non si cheret reduire, Anzis pro gherrare est animosu, S'arabu inferocidu est coraggiosu, Si parat prontu né cheret fuire... (Grazia Deledda – Canne al vento) ~ Giugno 1958 Sto lavorando, con Fellini e Tullio Pinelli, a rispolverare una nostra vecchia idea per un film, quella del giovane provinciale che viene a Roma a fare il giornalista. Fellini vuole adeguarla ai tempi che corrono, dare un ritratto di questa “società del caffè” che folleggia tra l’erotismo. l’alienazione, la noia e l’improvviso benessere. È una società che, passato lo spavento della guerra fredda e forse proprio per reazione, prospera un po’ dappertutto. Ma qui a Roma, per una mescolanza di sacro e di profano, di vecchio e di nuovo, per l’arrivo massiccio di stranieri, per il cinema, presenta caratteri più aggressivi, subtropicali. Il film avrà per titolo La dolce vita e non ne abbiamo scritto ancora una riga; (Ennio Flaiano) E' il denaro che cerca un campo da gioco più vasto, perché confinato nel solito terreno non può moltiplicarsi più di tanto e muore d'asfissia. Se voi producete stracchino, e siete diventato il leader del settore, e non potete pretendere che la gente della vostra città spenda ancora più soldi per comprare stracchino di quelli che già spende, allora, se volete continuare ad arricchirvi, avete una sola possibilità: vendere il vostro stracchino nella città vicina, e magari andarlo a produrre là, mungendo le vacche altrui. Per secoli, praticare questo trucchetto ha significato una sola cosa: fare la guerra. Comunque ve l'abbiano raccontata, la guerra è sempre stata fatta per rimettere in movimento i soldi, per conquistare altri mercati, per entrare in possesso di risorse altrui. Per far respirare il denaro. (Alessandro Baricco) Circa sessant'anni fa scappai da quel maledetto bunker di Berlino su un sidecar senza moto (il mullah Omar mi fa un baffo), e trovai rifugio in un paese sudamericano. In questo periodo in cui ho vissuto nascosto non ho sofferto per la guerra persa, ma per la fine di un sogno. Ho temuto che la sordida propaganda dei vincitori potesse cancellare il meraviglioso mito della razza eletta, e di un paese superiore agli altri. Per anni solo poche minoranze hanno difeso questo ideale. Vedervi oggi incarnare lo spirito di quei giorni dolci e terribili, mi ringiovanisce di mezzo secolo. ... Se verrà commesso quale crimine di guerra, riuscirete a fare una legge anche per quello. Se ci foste stati voi, il processo di Norimberga starebbe ancora passando da una sede all'altra. Caro George, non preoccuparti se ti senti solo, anch'io lo sono stato. Sono sempre esistiti gli ebrei, i bolscevichi, gli zingari, gli arabi, e soprattutto i polacchi traditori come i Wojtyla, i negri come Annan e i traditori come Schroeder e Chirac. Feccia del mondo unita in quel covo di sordido meticciato etnico chiamato Onu. La diplomazia, diceva Goebbels, è il nome con cui le razze inferiori chiamano la loro paura. Ma ora è riapparsa sulla scena una razza superiore, e tutto questo sparirà nella spazzatura della storia. (Stefano Benni) È giunta l’ora delle grandi responsabilità. Il proletariato d’Italia permetterà dunque che lo si conduca al macello un’altra volta? Noi non lo pensiamo nemmeno. Ma occorre muoversi; agire, non perdere tempo. Mobilitare le nostre forze. Sorga, dunque, dai circoli politici, dalle organizzazioni economiche, dai Comuni e dalle Provincie dove il nostro Partito ha i suoi rappresentanti, sorga dalle moltitudini profonde del proletariato un grido solo, e sia ripetuto per le piazze e le strade d’Italia: “Abbasso la guerra!” È venuto il giorno per il proletariato italiano di tener fede alla vecchia parola d’ordine: “Non un uomo! Né un soldo!” A qualunque costo! (L’Avanti – Benito Mussolini) Tutte le guerre di religione che hanno insanguinato il mondo per secoli sono nate da adesioni passionali a contrapposizioni semplicistiche, come Noi e gli Altri, buoni e cattivi, bianchi e neri. Se la cultura occidentale si è dimostrata feconda (non solo dall'Illuminismo a oggi ma anche prima, quando il francescano Ruggero Bacone invitava a imparare le lingue perché abbiamo qualcosa da apprendere anche dagli infedeli) è anche perché si è sforzata di "sciogliere", alla luce dell'indagine e dello spirito critico, le semplificazioni dannose. Naturalmente non lo ha fatto sempre, perché fanno parte della storia della cultura occidentale anche Hitler, che bruciava i libri, condannava l' arte "degenerata", uccideva gli appartenenti alle razze "inferiori", o il fascismo che mi insegnava a scuola a recitare "Dio stramaledica gli inglesi" perché erano "il popolo dei cinque pasti" e dunque dei ghiottoni inferiori all'italiano parco e spartano. (Umberto Eco) . La sensazione che si prova alla guerra, anzi in combattimento, quando con ogni poro della tua pelle senti la pallottola o il razzo che arriva, e rizzi gli orecchi e gridi a chi ti sta accanto: «Down! Get down! Giù! Buttati giù». L'ho respinta. Non ero mica in Vietnam, non ero mica in una delle tante e fottutissime guerre che sin dalla Seconda Guerra Mondiale hanno seviziato la mia vita! Ero a New York, perbacco, in un meraviglioso mattino di settembre, anno 2001. Ma la sensazione ha continuato a possedermi, inspiegabile, e allora ho fatto ciò che al mattino non faccio mai. Ho acceso la Tv. Bè, l'audio non funzionava. Lo schermo, sì. E su ogni canale, qui di canali ve ne sono quasi cento, vedevi una torre del World Trade Center che bruciava come un gigantesco fiammifero. (Oriana Fallaci) La Cecenia, dove i russi combattono la seconda guerra in cinque anni, è definita dalle assicurazioni il posto più pericoloso della terra. «Sì. Quando volevo andare in treno a Grozny, mi spiegarono che i banditi ceceni avevano un patto con Mosca: loro rapinavano i passeggeri di tutto, soldi, orologi, perfino vestiti, ma risparmiavano la vita. Così, avrei dovuto viaggiare nudo. Un'altra volta un capo locale m'offrì una guardia del corpo di trenta uomini armati... Eppure, credo che la Cecenia abbia diritto all'indipendenza: quegli odiati musulmani dalla pelle scura, che a Mosca chiamano "culi neri", sono per la Russia un problema coloniale interno, come per secoli l'Irlanda fu per l'Inghilterra. Ma la Russia non cederà mai: intanto ha il terrore paranoico dei confini meridionali, perché ricorda quando l'Occidente foraggiava l'imam Shamil del Dagestan e quando, più di recente, i capi ceceni avevano ascolto perfino dalla signora Thatcher. E poi perché nel Caucaso c'è il petrolio, più petrolio che in Irak e Kuwait messi assieme. Mosca vuole i soldi, e la mafia ha gli occhi fissi sulla Cecenia. ( Le Carre’) Le punizioni in caso di disobbedienza variano a seconda delle caratteristiche dello Stato: in URSS le punizioni potevano andare dalla tortura psicologica all'esilio e alla prigionia, ovviamente in condizioni terrificanti. (...) "I sistemi democratici procedono diversamente, perche' devono controllare non solo cio' che il popolo fa, ma anche quello che pensa. Lo Stato non e' in grado di garantire l'obbedienza con la forza e il pensiero puo' portare all'azione, percio' la minaccia all'ordine deve essere sradicata alla fonte. E' quindi necessario creare una cornice che delimiti un pensiero accettabile, racchiuso entro i principi della religione di Stato. (Noam Chomsky) Per Richard Nixon la storia americana pareva cominciare e finire con la guerra fredda. Per lui la storia degli Stati Uniti prima del 1945 restava un vuoto confuso; persino nel suo ultimo libro gli riuscì di chiamare gli Stati Uniti «l’unica grande potenza senza una storia di pretese imperialistiche nei confronti dei paesi vicini»,' definizione che stupirebbe paesi vicini quali il Messico, il Canada e Cuba (e paesi come la Francia e la Spagna, che persero territori importanti a causa delle ambizioni territoriali americane), così come stupirebbe presidenti espansionisti come Thomas Jefferson, Andrew Jackson, James Knox Polk, James Buchanan, Ulysses Simpson Grant e Theodore Roosevelt. Gli Stati Uniti furono l’unico vero vincitore della prima guerra mondiale, come il secolo prima erano stati l’unico vero vincitore delle guerre napoleoniche. La prima guerra mondiale rese gli Stati Uniti la più grande potenza finanziaria del mondo, schiantò la Germania – dal punto di vista economico, il rivale più pericoloso dell’America – e ridusse tanto la Gran Bretagna quanto la Francia a una condizione dalla quale nessuno di questi due paesi era in grado di lanciare un’efficace opposizione ai progetti americani in qualunque parte del mondo (Walter Russel Mead) "Naturalmente la gente comune non vuole la guerra: ne' in Russia, ne' in Inghilterra, ne' in Germania. Questo e' comprensibile. Ma, dopotutto, sono i governanti del paese che determinano la politica, ed e' sempre facile trascinare con se' il popolo, sia che si tratti di una democrazia, o di una dittatura fascista, o di un parlamento, o di una dittatura comunista. Che abbia voce o no, il popolo puo' essere sempre portato al volere dei capi. È facile. Tutto quello che dovete fare e' dir loro che sono attaccati, e denunciare i pacifisti per mancanza di patriottismo e in quanto espongono il paese al pericolo. Funziona allo stesso modo in tutti i paesi." (Hermann Goering al Processo di Norimberga) Guerra in Iraq: «E il mio dilemma rimane. Tormentoso, assillante» Per evitare il dilemma, risparmiarmi la dolorosa domanda «questa-guerra-deve-esserefatta-o-no», per superare le riserve e le riluttanze e i dubbi che ancora mi straziano, spesso dico a me stessa: «Ah, se gli iracheni si liberassero da soli di Saddam Hussein! Ah, se qualche Ahmed o Abdul lo liquidasse e lo appendesse pei piedi in qualche piazza come nel 1945 gli italiani fecero con Mussolini!». Ma non serve. O serve in un senso e basta. Rimane per i motivi che mi accingo ad esporre. E il primo motivo è che, contrariamente ai pacifisti che non berciano mai contro Saddam Hussein o Bin Laden e se la pigliano solo con Bush o con Blair, (ma nel corteo di Roma se la son presa pure con me, a quanto pare augurandomi di scoppiare in mille pezzi col prossimo shuttle), la guerra io la conosco. (Oriana Fallaci) Finalmente l’America ha trovato le armi di distruzione di massa che cercava come pretesto per invadere l’Iraq. Sono nella corea del Nord. Cosi’ preoccupato per la crescente proliferazioni di armi di distruzioni di massa nella Corea del Nord, Bush ha finalmente preso una decisione: Invadiamo l’Iraq Il discorso di Bush e’ stato interrotto trenta volte dagli applausi del congresso e cinque volte quando e’ stato distratto da oggetti luccicanti. Il succo del discorso? La guerra e’ la continuazione della guerra con altri mezzi. Bush ha chiarito la sua visione del mondo: “O siete con noi o siete coi terroristi. O siete coi terroristi ma avete il petrolio (Kuwait). O siete con noi ma ci odiate ( Egitto) o siete con noi ma finanziate tutto il terrorismo del mondo ( Arabia Saudita) o siete al 100% coi terroristi tranne l’omino al comando (Pakistan). O siete con noi ma non potete darci i soldati, o siete soci coi terroristi ma che si odiano tra di loro (Iran e Iraq). Secondo la CNN c’e’ un piano per dividere l’Iraq: Normale Super e Senza piombo. (Daniele Luttazzi) gli anglo-americani non combatterebbero con ardore se sapessero che, in patria, la gente non appoggia la guerra in Iraq. E per vincere la battaglia «dei cuori e delle menti» l’arma più potente è la più ovvia: la menzogna. Prendiamo Alistair Campbell, che è il capo della comunicazione di Downing Street, cioè di un governo che ha fama d’essere tra i più abili al mondo nel maneggiare le informazioni a proprio vantaggio. Questo raffinato spin-doctor (così sono chiamati coloro che danno un «effetto», come a una pallina da cricket, alle notizie) s’è lamentato del vantaggio che Saddam gode nella propaganda: nelle democrazie, ha detto, «non possiamo dire bugie nello stesso modo in cui le dittature dicono bugie di continuo, sia su di loro che su di noi». Rileggiamo bene queste parole: che intende Campbell? Vuole dire che Blair non può mentire, mentre Saddam può? (Alessio Altichieri/Peter Arnett) Sui contrafforti: Faust partecipa alla guerra tra imperatore e antimperatore. Con l'aiuto delle arti magiche di Mefistofele combattono per l'imperatore schiere di spiriti e gli procurano la vittoria. Tenda dell'antimperatore: l'imperatore sa benissimo che deve la vittoria alle arti magiche dei suoi due alleati, ma fa finta di credere che sia merito dei quattro principi e si affretta a ricompensarli. (Faust- Goethe) Il centurione o il tribuno militare, che consideravano la guerra solo come un mestiere nel quale si poteva fare un po' di soldi, andavano tranquilli a combattere, come un muratore sale su un tetto. Cesare piangeva contemplando la statua di Alessandro. Ovidio parlava d'amore con spirito; Saffo esprimeva l'entusiasmo di questa passione; e se è vero che essa le costò la vita, fu perché in lei l'entusiasmo si convertì in demenza. Lo spirito di partito dispone in modo sbalorditivo all'entusiasmo: non c'è fazione che non abbia i propri energumeni. (Voltaire – Dizionario Filosofico) Bossi dixit: "Nel tempo che si fuma un toscano, la guerra è finita." Attrezzatura di Fracchia: stivali Ia guerra mondiale, giganteschi pantaloni alla zuava ascellari, casco coloniale, giacca blu prima comunione a doppio petto e guanti da violinista. Attrezzatura Fantozzi: scarpe chiodate da montagna modello 1906, calze corte, calzoncini da mare scozzesi, giacca da frac a coda di rondine, elmo tedesco residuato di guerra. Guanti da violinista. (Questa attrezzatura era stata giudicata da Fracchia «un po' insufficiente», ma non c'era di meglio al momento.) ... L'indomani arrivò il conte Serbelloni, riuscito capitano d'industria, per il quale Fracchia nutriva una grande ammirazione. Il Serbelloni nascondeva, con un basco, una calotta d'argento, conseguenza di ferite riportate durante la guerra in un bombardamento aereo. Va detto che questa calotta comportava un inconveniente: tutte le volte che il conte, sovrappensiero, si picchiettava la testa con le dita, subito urlava: «Avanti, chi ha bussato? Fantozzi, per cortesia, vada a vedere». E Fantozzi, rassegnato, andava alla porta, apriva e tornava. Il conte: «Chi era?». «Nessuno» rispondeva Fantozzi. E il conte lo guardava ogni volta con diffidenza. (Fantozzi – Paolo Villaggio) Si misero dunque in campagna senz'ordine e misura, gli uni confusi con gli altri, guastando e distruggendo tutto per dove passavano senza risparmiare ne’ ricco, ne’ povero, ne’ luogo sacro, ne’ profano; portavano via buoi, vacche, tori, vitelli, manze, pecore, montoni, capre e caproni, galline, capponi, pollastri, paperi, oche, maiali, troie, porcellini. Bacchiavano le noci, vendemmiavano le vigne, estirpando anche le viti, squassavano tutte le frutta dagli alberi. Facevano un danno incomparabile e non trovarono alcuno che resistesse: tutti si rendevano a discrezione e li supplicavano di trattarli piω umanamente, ricordando che in ogni tempo erano stati buoni vicini e amici, senza che essi mai avessero commesso ne’ sopruso ne’ offesa contro loro per essere cosμ improvvisamente maltrattati; e che Dio li avrebbe presto puniti. A quelle rimostranze nient'altro rispondevano se non che volevano insegnar loro a mangiare focaccie. (Francois Rabelais – Gargantua) Ma il Pastore Polacco, quella volta invece era tornato dal Vietnam dove era andato, durante la guerra degli Emirati, a dire che bisognava vivere in pace. Poi, quando era scoppiata la guerra in Jugoslavia era andato a Dubai a dire: °Basta con la guerra!° e quando è scoppiata la guerra in Kossovo lui, subito dai Serbi, e con la pulizia etnica a Timor Est, lui subito in Kossovo a gridare: °Basta con la pulizia etnica,° che più che un Papa mi sembra un cerotto che si mette dove la ferita è stata gi’ medicata. (Vincent- Incipit) Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmi, un fluttuar di fanti e di cavalli, e fumo e polve, e luccicar di spade come tra nebbia lampi. Né ti conforti? e i tremebondi lumi piegar non soffri al dubitoso evento? A che pugna in quei campi l'itala gioventude? O numi, o numi: pugnan per altra terra itali acciari. Oh misero colui che in guerra è spento, non per li patrii lidi e per la pia consorte e i figli cari, ma da nemici altrui per altra gente, e non può dir morendo: alma terra natia, la vita che mi desti ecco ti rendo. (All’Italia – G. Leopardi) S. - Allora fa attenzione e cerca di dirmi a che cosa miri il meglio nel fare la pace e nel combattere con quelli con cui si deve. A. - Per quanto ci rifletta, non riesco a trovarlo. S. - Non sai, quando facciamo la guerra, di che cosa ci accusiamo a vicenda nel metterci a combattere e come denominiamo questo? A. - Certo. Diciamo di essere ingannati o di subire violenza o di essere defraudati. S. - Vediamo: come diciamo di subire ciascuna di queste cose? Cerca di spiegare quale differenza vi sia tra l'una e l'altra. A. - Forse, ti riferisci, Socrate, al fatto che siano in modo giusto oppure ingiusto? S. - Proprio così. A. - Ma questa è una differenza in tutto e per tutto. S. - E allora? Agli Ateniesi, tu contro chi consiglierai di combattere? Contro chi commette ingiustizie o contro chi opera secondo giustizia? A. - Mi rivolgi una domanda insidiosa: infatti, se anche uno pensasse che si debba combattere contro chi agisce secondo giustizia, non lo ammetterebbe di certo. S. - Perché questo, come sembra, non è conforme alle leggi. A. - No di certo: e non mi sembra neppure bello. S. - Pertanto, nei tuoi discorsi anche tu avrai presente ciò che è giusto ? A. - É necessario. S. - Ma, allora, il meglio su cui ti interrogavo poco fa riguardo al combattere o no, e con chi lo si debba fare e con chi no, e quando sia opportuno o meno, sarà quello che è più giusto? Oppure no? A. - Sembra così. (Socrate – Alcibiade) ~ CONTINUA IL PROCESSO DI PACE IN ALGERIA OGGI 78 SGOZZATI Tutti si chiedono come e ‘ possibile che questi uccidano a migliaia e nessuno faccia niente. La spiegazione e’ semplice e noi Cristiani, che abbiamo esportato nel mondo l’eccidio per ragioni religiose, abbiamo affinato una teoria Universale difficilmente smentibile. Ecco di cosa si tratta: Tu ammazzi un uomo e sei giustamente deprecato. Non solo. Vieni imprigionato per tutta la vita, e se la legge lo consente ucciso a tua volta ma non finisce qui. Anche nell’aldila’ e’ prevista la sanzione eterna con pene, gemiti ed alti lai. Se invece ne uccidi, diciamo, dieci, allora probabilmente sei un medico, un chirurgo, un capomastro e la sanzione penale e’ ridotta. Se ne uccidi cento sei un luminare della scienza, uno che fa trapianti, un progettatore di opere pubbliche, un militare in missione di pace. Se ne uccidi mille sei un buon generale, il Presidente di uno Stato Emergente, il comandante di una nave. Se ne uccidi diecimila, sei un grande stratega. Se ne uccidi fino a cinquantamila, cominciano a chiamarti per nome: il Presidente USA nella Guerra del Golfo, Gheddafi, Saddam, Papa’ Doc, Mobutu Da centomila al milione si entra nella storia: Stalin, Mussolini, Napoleone. Dopo i cinque milioni sei Hitler. Se li ammazzi tutti sei Dio. Hai capito adesso come funziona la cosa? COSSIGA IL PICCIONATORE Io me lo ricordo il Cossiga Presidente che quando non giocava a fare il radioamatore andava alle parate militari vestendosi da ufficiale, oggi dell’Esercito, domani della Marina suscitando anche ilarita’, se la cosa non fosse stata tragica. Mando’ anche una memoria in Parlamento per chiedere: “In caso di conflitto, chi deve dichiarare la Guerra ? “ Un vero soldato. Mi e’ quindi estremamente facile ora, immaginarlo nell’orto di casa sua, che sposta grandi foglie di cavolo mentre, con l’elmetto e il cinturone, si prepara alla guerriglia annunciata. ESSERE ED APPARIRE Vorrei parlarvi oggi, di un Padre della Patria, un grande esempio del nostro Risorgimento che tanto ha insegnato ai Comandanti di tutte le armi di terra, di mare dell’aria dall’Unita’ d’Italia in poi. Trattasi dell’Ammiraglio Carlo Persano, che si copri’ di gloria durante la battaglia di Lissa contro la flotta austriaca, prima arrecando danni irreparabili con una serie di ordini pasticciati e contradditori, poi, vista la mal parata, abbandonando l’Ammiraglia “Re d’Italia” e lasciandola senza ordini, fino all’affondamento. ( Terza Guerra d’Indipendenza, 1866). In seguito, processato dal Senato, fu degradato, privato delle decorazioni nonche’ della pensione. E cosa fece il nostro fulgido esempio d’Italiano verace? Fece ricorso. Si, fece ricorso perche’ malgrado tutto voleva la pensione. Non so come e’ andata a finire ma sospetto che dopo un ragionevole tempo per dimenticare, la pensione glie l’hanno data anche a lui. (Vincent: La Vita e’ una Cassata - ) ~ A volte qualcuno perde una guerra, purtroppo c'e' sempre qualcuno che la ritrova. Barbara Siliquini "La guerra e' come l'amore; trova sempre una strada." Bertold Brecht Io non so con quali armi verrà combattuta la terza guerra mondiale, ma so per certo che nella quarta s'impiegheranno sassi e bastoni. Albert Einstein ~ «Ma sei così sapiente da non sapere che la patria è tanto più nobile, più veneranda e più santa della madre e del padre e di tutti i nostri avi e che da dio e dagli uomini di sano intelletto è tenuta nella più alta considerazione, che bisogna rispettarla, venerarla, blandirla quando è in collera, più che il padre, convincerla dei suoi torti o fare ciò che essa comanda, sopportare in silenzio ciò che essa ci ordina di sopportare, percosse, carcere e se ci manda in guerra per essere feriti o uccisi, accettare anche questo, perché così è giusto, senza sottrarci, né cedere, né abbandonare il nostro posto ma, sia in battaglia che in tribunale, come in ogni altro luogo, fare quello che la patria comanda o, tutt'al più, persuaderla da che parte è la giustizia, ma non farle violenza: non è lecito farla alla madre o al padre e tanto meno alla patria.» (Critone – Socrate) ~ BELLONA era la divinita’ latina della guerra (da "bellum", "guerra"). Stazio nella "Tebaide"opera che Shakespeare conosceva - la indica come la divinita’ che ispira forza e coraggio ai guerrieri. A Roma i sacerdoti della dea erano detti "bellonarii"; essi si trapassavano il corpo con le spade e si provocavano orribili ferite con asce bipenni, offrendo alla dea il sangue che ne sgorgava. Questa definizione di Macbeth come "sposo di Bellona" (...that Bellona's bridegroom") e’ un altro annuncio della sua vocazione sanguinaria. ROSS – Macbeth, il re con grande gioia ha appreso la notizia del tuo grande successo; e a legger della tua intrepidezza in questa guerra contro i rivoltosi stupore e lode in lui sono in conflitto per stabilire quale sia per te, quale per lui; e mentre ripercorre, ammutolito in questo interno dubbio, l'ultime fasi di quella giornata(22) ti rivede combattere frammezzo alle agguerrite schiere norvegesi, inpavido, per nulla intimidito da cio’ che tu facevi di tua mano, straordinarie immagini di morte. A lui giugevano messi dal campo l'un dopo l'altro, fitti come grandine, ciascun recando di te nuove lodi sulla fiera difesa del suo regno, e tutte riversandole ai suoi piedi. SIWARD - S'avvicina il momento in cui, con ponderata decisione, ciascun di noi sapra’ quel che possiamo dir di possedere e quello di cui siamo debitori. Le congetture non son che il riflesso delle incerte speranze che le nutrono.:solo i colpi dall'esito sicuro sono i giudici veri degli eventi. A questo fine muoviamo alla guerra. (Escono marciando) (William Shakespeare Macbeth) ~ lo scoppio della Prima guerra mondiale. La riuscita dell'assassinio del successore al trono austriaco fu in parte dovuta a un errore dell'autista che guidava la macchina dell'Arciduca Ferdinando: costui, infatti, prese male una curva, fu pertanto costretto a rallentare, anzi a fermare la macchina per un istante, il che certo facilitò l'assassinio - e tutti ben sappiamo quanto lo scoppio della prima guerra mondiale sia stato in qualche modo legato a questi fatti. Naturalmente, qualcuno potrebbe argomentare che la Prima guerra mondiale sarebbe scoppiata lo stesso, anche se l'assassino non avesse avuto successo. Questo argomento è molto forte, ma non toglie che gli eventi accidentali giochino comunque un ruolo, sicché, in ogni momento, il futuro resta aperto, nel senso che noi possiamo influire sul suo corso. Popp . È noto che ci fu una guerra tra Greci e Troiani per motivi mitici, leggendari – del resto, le ragioni delle guerre rimangono per lo più ignote! Gadamer "il problema alla fine di una guerra è del vincitore, che crede di aver appena dimostrato che la guerra e la violenza si ripaghino. Chi gli darà ora una lezione?" Noam Chomsky Li conoscevo un po’ i tedeschi, ero persino stato a scuola da loro, quando ero piccolo, dalle parti di Hannover. Avevo parlato la loro lingua. Allora erano una massa di cretinetti caciaroni con occhi pallidi e furtivi come quelli dei lupi; andavamo a toccare insieme le ragazze dopo scuola nei boschi d’intorno dove tiravamo anche con la balestra e la pistola che si compravano perfino a quattro marchi. Si bevevo anche birra zuccherata. Ma da li’ adesso a tirarci nella colombarda, senza neanche venire a parlarci prima e nel bel mezzo alla strada, ce ne correva parecchio, un abisso. Troppa differenza. La guerra, insomma, era tutto cio’ che non si capiva. ‘Sta cosa non poteva andare avanti. Gli era dunque capitato qualcosa di straordinario, a quelli la’? …. Sarei dunque io il solo vigliacco sulla terra? Perduto in mezzo a due milioni di pazzi eroici armati fino ai denti? Con elmetti, senza elmetti, senza cavalli, su moto, urlanti in auto, fischianti sparecchianti, cospiranti, volanti in ginocchio, scavanti, defilanti, caracollanti su sentieri, spetazzanti, schiacciati pancia a terra, come in una cella d’isolamento, per distruggere tutto, Germania, Francia, e Continenti, tutto quello che respira, distruggere, piu’ arrabbiati dei cani, in adorazione della loro rabbia (quel che i cani fanno mica) cento mille volte piu’ arrabbiati di mille cani e molto piu’ viziosi! Eravamo belli! Davvero, c’ero arrivato, m’ero imbarcato in una crociata apocalittica… … Uno e’ vergine dell’Orrore come lo e’ della volutta’. Come me lo potevo immaginare io ‘sto orrore lasciando Place Clichi? Chi avrebbe potuto prevedere davvero, prima di entrare in guerra, la sporca anima eroica e fannullona degli uomini? Adesso ero preso in questa fuga di massa verso l’assassinio di gruppo, verso il fuoco… veniva dal profondo ed era arrivato. (Celine, viaggio al termine della notte) Favola del gambaro e della granzella narrata da Bertoldo. Diceva il mio padre che quando le bestie parlavano e che le civette cacavano mantelli, che il gambaro e la granzella, amici carissimi, si disposero d'andare un poco per lo mondo a vedere come si viveva negli altri paesi (e il gambaro allora caminava all'innanzi come fa l'altro bestiame, e similmente la Granzella non andava per traverso, come fanno al presente). …….. furono dalle guardie scoperti e tolti per due spioni; e subito presi e legati furono condotti innanzi al loro capitano, il quale, fattogli essaminare minutamente non trovò in essi altro se non che, desiderosi di veder del mondo, erano giunti in quelle parti e che come forastieri non erano informati di cosa alcuna, e che bramavano di esser posti in libertà e tornarsene alle patrie loro; o pure, se volevano trattenergli per soldati, gli dessero il soldo come agli altri, ch'essi gli averiano serviti in quella guerra fidelissimamente. Inteso ciò dal capitano, subito gli fece slegare, e parendogli essere bestie da fazzione, per avere tanti piedi e tante braccia, gli accettò e subito gli fece passar la panca. Ora avvenne che, essendo mandato il gambaro a spiare quello che si faceva nel campo de' nemici…….. .. .. Così, tornato al campo, fece la relazione di quanto gli era intravenuto, e come le guardie dormivano ma che nel padiglione si veghiava; onde il capitano fece armare chetamente le sue schiere, e andò ad assaltare il nemico e prese il padiglione e uccise tutti quelli che vi erano dentro, e fecero le vendette del bastonato gambaro. Il quale, per non giunger più a simil passo, disse alla granzella: "Andiamoci con Dio, perché la guerra non fa per noi". "Ma come fuggiremo - disse la granzella - che non siano vedute le nostre pedate?" "Tu caminerai per traverso - disse il gambaro - e io all'indietro, e così ci torremo di sotto". (Bertoldo e Bertoldino col Cacasenno di Adriano Banchieri) di Giulio Cesare Croce Ond'ella: «Io dicerò come procede per sua cagion ciò ch'ammirar ti face, e purgherò la nebbia che ti fiede. Lo sommo Ben, che solo esso a sé piace, fé l'uom buono e a bene, e questo loco diede per arr'a lui d'etterna pace. Per sua difalta qui dimorò poco; per sua difalta in pianto e in affanno cambiò onesto riso e dolce gioco. Perché 'l turbar che sotto da sé fanno l'essalazion de l'acqua e de la terra, che quanto posson dietro al calor vanno, a l'uomo non facesse alcuna guerra, (Dante- La Commedia, Canto XXVIII) ~ Ed ecco intanto scoprirsi da trenta o quaranta mulini da vento, che si trovavano in quella campagna; e tosto che don Chisciotte li vide, disse al suo scudiere: «La fortuna va guidando le cose nostre meglio che noi non oseremmo desiderare. Vedi là, amico Sancio, come si vengono manifestando trenta, o poco più smisurati giganti? Io penso di azzuffarmi con essi, e levandoli di vita cominciare ad arricchirmi colle loro spoglie; perciocché questa è guerra onorata, ed è un servire Iddio il togliere dalla faccia della terra sì trista semente. — Dove, sono i giganti? disse Sancio Pancia. — Quelli che vedi laggiù, rispose il padrone, con quelle braccia sì lunghe, che taluno d'essi le ha come di due leghe. — Guardi bene la signoria vostra, soggiunse Sancio, che quelli che colà si discoprono non sono altrimenti giganti, ma mulini da vento, e quelle che le paiono braccia sono le pale delle ruote, che percosse dal vento, fanno girare la macina del mulino. — Ben si conosce, disse don Chisciotte, che non sei pratico di avventure; quelli sono giganti, e se ne temi, fatti in disparte e mettiti in orazione mentre io vado ad entrar con essi in fiera e disugual tenzone.» Detto questo, diede de' sproni a Ronzinante, senza badare al suo scudiere, il quale continuava ad avvertirlo che erano mulini da vento e non giganti, quelli che andava ad assaltare. Ma tanto s'era egli fitto in capo che fossero giganti, che non udiva più le parole di Sancio, né per avvicinarsi arrivava a discernere che cosa fossero realmente; anzi gridava a gran voce: «Non fuggite, codarde e vili creature, che un solo è il cavaliere che viene con voi a battaglia.» In questo levossi un po' di vento per cui le grandi pale delle ruote cominciarono a moversi; don Chisciotte soggiunse: «Potreste agitar più braccia del gigante Briareo, che me l'avete pur da pagare.» Ciò detto, e raccomandandosi di tutto cuore alla Dulcinea sua signora affinché lo assistesse in quello scontro, ben coperto colla rotella, e posta la lancia in resta, galoppando quanto poteva, investì il primo mulino in cui si incontrò e diede della lancia in una pala. (Cervantes – Don Chisciotte) E cosi’ li danno da mangiare, e fanno a questo cotale iddio secondo che fanno li altri Tarteri, li quali v'abbiamo contato adietro. Questo re Conci e’ de la schiatta di Ci(n)ghi Kane ed e’ parente del Grande Kane. Questa gente non anno ne’ cita’ ne’ castella, ma sempre istanno in piani od in montagne. E' sono grande gente de le persone, e vivono di latt'e di bestie e di carne; biada non anno. E non sono gente che mai facciano guerra ad altrui, anzi istanno tutti in grande pace. Eglino si anno molte bestie, ed ΰnno orsi che sono tutti bianchi e sono lunghi 20 palmi, ed anno volpi che sono tutte nere, e si anno asini salvatichi assai. Ancora si anno giambelline, cioe’ quelle donde si fanno le care pegli, che una pelle da uomo vale bene 1.000 bisanti; vai anno assai. (Marco Polo – Il Milione) ~ Senza essere un apostolo della pieta’ e pur riconoscendo la necessita’ biologica e psicologica della sofferenza nell'economia della vita umana, tuttavia non si puo’ fare a meno di condannare la guerra nei suoi fini e nei suoi mezzi e di aspirare alla cessazione delle guerre. I popoli sono rappresentati dagli Stati che essi formano; gli Stati, dai governi che li dirigono. Nel corso di questa guerra, ogni membro di una nazione puo’ constatare cio’ di cui aveva gia’ una vaga intuizione in tempo di pace, cioe’ che, se lo Stato vieta all'individuo la pratica dell'offesa, cio’ non avviene perchι esso voglia eliminarla, ma perche’ vuole monopolizzarla, cosi’ come monopolizza il sale ed il tabacco. Lo Stato in guerra si permette tutte le ingiustizie, tutte le violenze, la piω piccola delle quali basterebbe a disonorare l'individuo. Esso ha fatto ricorso, nei confronti del nemico, non solo a quel tanto di astuzia permessa, ma anche alla menzogna cosciente e voluta, e questo in una misura che va al di lΰ di tutto cio’ che si era visto nelle guerre precedenti. Lo Stato impone ai cittadini il massimo di obbedienza e di sacrificio, ma li tratta da sottomessi, nascondendo loro la veritΰ e sottomettendo tutte le comunicazioni e tutti i modi di espressione delle opinioni ad una censura che rende la gente, giΰ intellettualmente depressa, incapace di resistere ad una situazione sfavorevole o ad una cattiva notizia. Si distacca da tutti i trattati e da tutte le convenzioni che lo legano agli altri Stati, ammette senza timore la propria capacitΰ e la propria sete di potenza, che l'individuo e’ costretto ad approvare ed a sanzionare per patriottismo. (Aforismi e pensieri di Sigmund Freud ) È naturalmente risaputo che parlare distrattamente può costare la vita, ma non sempre si valuta a fondo la vasta entità del problema. Per esempio, nel momento stesso in cui Arthur disse Quanto al mio modo di vivere, sembra che non sia precisamente molto brillante, si aprì curiosamente un piccolo foro nella struttura dello spaziotempo, un foro attraverso il quale quelle parole furono trasportate indietro, molto indietro nel tempo, e lontano, molto lontano nello spazio, fino a una remota Galassia dove esseri strani e bellicosi erano sull'orlo di una spaventosa guerra interstellare. I due leader avversari si fronteggiavano per l'ultima volta al tavolo delle conferenze. Un orribile silenzio si diffuse intorno quando il comandante dei Vl'Hurg, tutto splendente nei suoi calzoncini da battaglia neri tempestati di gemme, fissò il comandante dei G'Gugvuntt, che gli stava davanti vestito di una nube di vapore verde dall'odore dolciastro, e, forte del suo milione di incrociatori stellari pronto a seminare la morte elettrica a un suo minimo comando, lo sfidò a ritirare quello che aveva detto su sua madre. Il comandante dei G'Gugvuntt si dimenò nel suo vapore nauseabondo, e proprio in quel momento le parole quanto al mio modo di vivere, sembra che non sia precisamente molto brillante si riversarono sul tavolo della conferenza. Purtroppo, nella lingua dei Vl'Hurg questo era il più abominevole insulto che si potesse concepire, e non restò altra alternativa che dare inizio a una terribile guerra (che durò secoli e secoli). Alla fine però, dopo che nel giro di alcune migliaia di anni la loro Galassia fu decimata, i due popoli capirono che tutto era nato da un terribile qui pro quo, e unirono le loro flotte per sferrare un attacco congiunto alla nostra Galassia, ormai riconosciuta quale responsabile dell'intollerabile insulto. Per migliaia di anni ancora le loro possenti navi attraversarono i vuoti deserti dello spazio, finché finalmente non approdarono sul primo pianeta in cui s'imbatterono, che per caso era la Terra. E lì, a causa di un terribile errore di calcolo nella scala delle grandezze, l'intera flotta spaziale fu inghiottita da un cagnolino. Quelli che studiano la complessa interazione di cause e effetti nella storia dell'Universo, dicono che questo genere di cose succede continuamente, ma che noi siamo impossibilitati a impedirlo. – Così è la vita – dicono. (Douglas Adams GUIDA GALATTICA PER GLI AUTOSTOPPISTI) ~ Da: LA RAGIONE NON HA PATRIA, HA SEMPLICEMENTE RAGIONE Intervista a Karl-Otto Apel di Marina Calloni “ Ero un bambino di dieci anni, quando per la prima volta ho visto la lotta di classe per le strade di Düsseldorf. Di lì a poco sopraggiunse il nazionalsocialismo, col suo - per così dire "comunitarismo", con quella che chiamavamo la"comunità di sangue e di popolo". Il fascino esercitato dai nazisti col loro concetto di comunità, se non addirittura di "etica comunitaristica", era indubbio. Era certamente un tipo di propaganda che esemplificava una concezione convenzionale della comunità e che riproponeva la dinamica adolescenziale dell'autoaffermazione fanatica di un determinato gruppo in lotta contro l'altro. Tutto ciò faceva però presa sulla gente. Ci veniva detto: tu non sei nulla, il tuo popolo è tutto. Non bisognava mai dimenticarlo, soprattutto quando si poteva essere uccisi in suo nome. L'ultimo nostro pensiero doveva andare alla patria, alla Germania, per cui bisognava morire dicendo: "non sono nulla, il popolo è tutto". Solo riandando ai miei anni giovanili, sono dunque in grado di esemplificare meglio cosa intendo sostenere quando parlo di uno specifico "comunitarismo negativo", un'esperienza che io come tanti altri tedeschi ho vissuto nella sua affermazione storica più brutale.” Possiamo allora affermare che è sulla base del suo vissuto e della storia nazionale tedesca, che lei si discosta radicalmente dal comunitarismo statunitense ? Sì, certo e ho anche cercato di chiarirlo nell'ultimo capitolo - "Ritorno alla normalità? Oppure, come possiamo aver imparato qualcosa di particolare dalla catastrofe nazionale? La questione del passaggio storico (mondiale) verso una morale post-convenzionale, a partire da una visuale specificamente tedesca" - del mio libro intitolato Discorso e responsabilità. Questa è la ragione principale per cui mi discosto dalle posizioni comunitariste statunitensi, sia nella versione tradizionalista sostenuta da MacIntyre, sia nella variante liberale di Rorty. Costui ricorre infatti ad affermazioni piuttosto ingenue, come quando asserisce che "la tradizione che noi possediamo contiene già pretese universalistiche". Il che significherebbe che noi possiamo cominciare a pensare, solo a partire dalla nostra peculiare tradizione - che sarebbe poi quella americana e occidentale. Non ci sarebbero altre possibilità. Io ritengo invece che noi non abbiamo alcun diritto di affermare che il discorso consista in noi, ovvero solo nel fatto che: I'm just an American. Ho già avuto modo di parlarne con Rorty, soprattutto a proposito dell'ambigua valenza che può assumere il "senso comune". Anche noi in Germania ne abbiamo avuto uno e significava l'idea di un popolo sano. Ma allora, consideriamo la questione secondo l'esperienza tedesca. Nel caso mantenessimo saldamente in testa la nostra storia nazionale, potremmo noi affermare secondo la medesima accezione in cui viene affermato dagli statunitensi: I'm just a German? L'ingenuità di Rorty consiste nel fatto di pensare che il solo possedere elementi universalistici nella propria tradizione, escluda qualsiasi necessità di ricorrere a criteri normativi extra-contestuali. Da una parte gli statunitensi rivendicano l'universalismo dei diritti naturali, mentre dall'altra continuano invece a sostenere il loro potere politico-economico. Il risultato è che rimangono nella contingenza effettuale delle cose, senza alcuna capacità normativa di criticare l'esistente. Ma mentre il comunitarismo statunitense ha intenti di coesione sociale, le lotte neo-tribali degli ultimi anni sono state invece fondate su violenze e genocidi. Ancora una volta abbiamo l'esempio di comunità non certamente "buone". Inoltre nella tanto civile Europa si sono consumate guerre etniche e neoreligiose. Ne è un esempio la ex-Jugoslavia: i serbi di religione ortodossa, i croati cattolici e i bosniaci musulmani. Mi è stato raccontato che prima di ammazzarle, i soldati avrebbero mostrato alle loro vittime la croce. Se questa è una comunità... Karl-Otto Apel in italiano: L'idea di linguaggio nella tradizione dell'umanismo da Dante a Vico, Bologna, il Mulino, 1975. con J.Habermas et al., Ermeneutica e critica dell'ideologia, Brescia, Queriniana 1977. Comunità e comunicazione, Torino: Rosenberg & Sellier, 1977. Il logos distintivo della lingua umana, Napoli, Guida 1989. Etiche in dialogo. Tesi sulla razionalità pratica, a cura di T.Bartolomei Vasconcelos e M.Calloni, Genova, Marietti 1990. Etica della comunicazione, Milano: Jacka Book., 1992. Discorso, verità, responsabilità, a cura di Virginio Marzocchi, Milano: Guerini 1997. La Storia è maestra di vita e noi italiani abbiamo imparato tanto dalla Storia. Che se la prima Guerra Mondiale l'abbiamo vinta alla grande, la seconda l'abbiamo persa da scemi, cosi' nel dopoguerra ci siamo attrezzati. Un po' di qua con la NATO e un po' di la' con il KGB. Cosi' per la Guerra Fredda abbiamo pareggiato. (Aldo Vincent - Cassate) Ma la vera guerra venne combattuta tra l’occhio e l’orecchio, vale a dire con le protesi degli stessi. Ti ricordi la guerra fredda? Bene, gli Americani trovavano scandaloso che i Russi mettessero microspie nelle Ambasciate e non trovavano per nulla riprovevole fotografare coi satelliti le loro basi missilistiche. Proprio perche’ l’Impero Sovietico era basato sull’orecchio e sulle sue protesi (A Mosca, fino a poco tempo fa non c’era l’elenco telefonico, per esempio. Non lo ritenevano necessario), dove tutto era quasi detto, sibilato, mormorato. Contro la chiarezza degli Americani, la limpidezza e l’onesta dell’occhio e delle sue protesi, la telecamera, la fotografia, come se non si possa manipolare il messaggio di queste due protesi molto piu’ false proprio perche’ apparentemente piu’ attendibili. Ora, sappiamo quando i cani fanno l’amore perche’ si vedono. Anche dei gatti che fanno l’amore si sa, perche’ si sentono. Gli Uomini si sospettano. E su questo che contava Clinton, sulla mancanza dell’occhio. Per contro, i Repubblicani tentarono di attaccarlo attraverso l’orecchio. Ma era una guerra persa la loro finchè non comprave il famoso vestitino blu, per appagare l’occhio. Era stato tenuto amorevolmente in freezer dalla mamma di Monica che si chiamava, guarda un po’, Lercia. Omen nomen! (Aldo Vincent – Godere con la lingua) La gente non dice mai tante bugie come dopo una caccia, durante una guerra o prima di una elezione. (Otto von Bismarck) In Italia per 300 anni sotto i Borgia ci sono stati guerra, terrore, criminalita', spargimenti di sangue. Ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo, il Rinascimento. In Svizzera vivevano in amore fraterno, avevano 500 anni di pace e di democrazia. E cosa hanno prodotto? L'orologio a cucu'. (Orson Welles – Il Terzo Uomo) . "Grazie ai sottomarini la guerra diverra' impossibile". (Jules Verne, 1904) In guerra ci sono sempre dieci eroi per ogni soldato. Henry Louis Mencken, scrittore americano (1880-1956). La guerra fra i sessi è l'unico tipo di guerra in cui i nemici dormono regolarmente insieme. (Quentin Crisp) "Datemi abbastanza medaglie, e vincero' ogni guerra." -- Napoleone Bonaparte La conversazione verteva su di una guerra che il re aveva da poco condotto a termine felicemente contro il principe di Ircania, suo vassallo. Zadig, che si era segnalato per il suo coraggio nel corso di questa breve guerra, lodava molto il re e ancora di più la signora. Prese una tavoletta e vi scrisse quattro versi improvvisati che fece leggere alla bella dama.Pei più grandi misfatti forte e saldo al potere nella pubblica pace è il solo da temere. (Voltaire – Zadig) " La rivoluzione non è un pranzo di gala, > non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, > non si può fare con tanta eleganza, > con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. > La rivoluzione è un atto di violenza." Mao Tse Tung STORIELLE E BARZELLETTE Il mio grado nell'esercito? Ostaggio, in caso di guerra. (Woody Allen) Dopo la guerra un frate racconta: "Sono venuti i Tedeschi e hanno violentato tutte le suore tranne suor Anna. Poi sono venuti i partigiani e hanno violentato tutte le suore tranne suor Anna. Poi sono arrivati gli alleati e hanno violentato tutte le suore tranne suor Anna". "Ma come mai non hanno violentato suor Anna?". "Ah lei non voleva!". Re Artu' deve partire per la guerra. Preoccupato della fedelta' di Ginevra si rivolge a mago Merlino. Questi confeziona una speciale cintura di castita': chiunque avesse tentato di intromettersi in Ginevra avrebbe subito una istantanea castrazione. Re Artu' a questo punto parte tranquillo. Al suo ritorno riunisce tutti i cavalieri della tavola rotonda ed ordina loro di spogliarsi. Sono tutti sprovvisti del loro nobile augello tranne Lancillotto. Re Artu' si commuove di fronte alla prova di fedelta' del cavaliere e lo incita: "Dai Lancillotto diglielo tu a questi traditori cosa significa rispettare il proprio re e la sua donna! E Lancillotto: "Allll NGHEOV...GGGCCCYYAAA". II Guerra Mondiale. Un tedesco, con la sua berlina ultralucida e veloce, sale una ripida strada di montagna e nel frattempo un contadino sta scendendo sulla stessa strada a bordo di un carretto trainato dai buoi, carico di paglia, di galline, maialetti,... una minifattoria viaggiante, insomma. Patatrack !! Una scena terribile, coperta pietosamente da una nuvola di paglia, che a poco a poco si dirada. Il tedesco si riprende dal trauma, e osserva il bue, moribondo, con le corna rotte, le zampe fracassate e dice : "Io non poteRe fedeRe bue soffRiRen ". Prende la pistola e lo finisce con un colpo alla testa. Poi vede le galline, moribonde anch' esse: "Io non poteRe fedeRe gallinen soffRiRen ". Punta la pistola e le uccide. Anche i maialetti: "Io non poteRe fedeRe maialen soffRiRen "; e li finisce. All' improvviso il contadino esce allo scoperto. Ha un braccio amputato, ben legato intorno al collo, una gamba ciondoloni, e vistose ferite alla testa: "Cavolo, che fortuna!! Non mi sono fatto niente !!!". Fonogramma dei carabinieri mandati in guerra in Pakistan:"Abbiamo problemi con i monsoni". Il Comando: "Sterminateli!". Risposta: "Ma sono venti!". Il Comando: "Fossero pure 1000...!" Ci sono due tedeschi che, appena finita la guerra, stanno fuggendo. Cosi' dopo essersi cambiati gli abiti, decidono di mimetizzarsi tra la gente come due comunissimi italiani. Ad un tratto, dopo aver camminato per molto tempo, decidono di entrare in un bar per bere qualcosa. Il primo tedesco fa al secondo: "Ascolta, visto che io sono piu' intelligente di te, lascia ordinare me perche' con la tua solita stupidita' ci farai scoprire". Si avvicinano al bancone e il tedesco fa rivolto all'oste: "Due martini !". E l'oste: "Dry ?". E il tedesco: "Nein drei, zwei !". Prodi, camminando lungo la spiaggia, inciampa sulla lampada facendone uscire un Genio. Questi gli dice che per ricompensa e’ disposto ad esaudire un suo desiderio. Prodi senza esitare dice: "Voglio la pace nel Medio Oriente. Vedi questa mappa? Voglio che questi paesi finiscano di combattersi". Il Genio guarda la mappa ed esclama: "Impossibile, uomo! Questi paesi sono in guerra da migliaia di anni. Io sono bravo, ma non cosi’ bravo. Non penso di riuscirci. Esprimi un altro desiderio". Prodi pensa per un minuto e dice: "Vorrei divenire bello, molto bello. Questo e' cio' che voglio". Il Genio fa un lungo sospiro e risponde: "Fammi un po’ rivedere la mappa, vediamo cosa si puo’ fare..." MILITARI E GUERRA 1.In amore e' come in guerra : ogni buco e' una trincea. 2.Primo cinese: "Lo sai che gli svizzeri ci hanno dichiarato guerra?". "Ah si? e in che albergo sono alloggiati?". 3.Colmo di un graduato dell'esercito: avere un fratello minore Maggiore 4.Colmo del fante: avere il padre fantino. 5.Colmo per un generale: sentire freddo ... malgrado i gradi. 6.Domanda: "Cosa ci fa una bambina su un'altalena, a Sarajevo?". Risposta: (facendo il gesto di mirare a destra, a sinistra, di nuovo a dx, poi ancora a sx) "Fa impazzire i cecchini!". 7.Sarajevo, impossibile uscire da casa: i cecchini sono pronti a sparare a chiunque. Incredibilmente un abitante esce da casa e riesce a costruirsi nel bel mezzo di una piazza deserta un'altalena. Finita di costruirla vi sale e comincia a dondolarsi. Dalle case tutti gli gridano: "Pazzo! Torna a casa! Possono ucciderti!". E lui: "State scherzando? E' bellissimo! Guardate quel cecchino: a furia di seguirmi gli sta girando la testa!". 8.Caserma. Il cappellano militare nel giro di pochi giorni riceve la confessione di numerosi soldati che gli rivelano: "Sono stato con la Rosina!". Quando il cappellano si rende conto che la faccenda e' troppo diffusa rivela tutto al capitano, il quale decide di radunare tutto il plotone e rivolge la temuta domanda: "Chi e' andato con la Rosina faccia un passo avanti!". Tutti, tranne uno, fanno un passo avanti. Il capitano allora si rivolge all'unico soldato che non si e' mosso e si congratula con lui: "Bravo! Come ti chiami?". "Giacomo La Rosina". 9.II Guerra Mondiale. Scenario del Pacifico. Un baldo aviatore americano, imbarcato su una portaerei, e' alla sua prima missione. Parte in effetti con un po' di paura, ma appena in cielo si sente un asso e abbatte in furiosi combattimenti uno dietro l'altro ben 12 aerei. Quando la benzina sta per finire atterra sulla portaerei e va incontro all'ufficiale tutto gioioso: "Eccezionale! Ho abbattuto 12 aerei giapponesi!". E l'ufficiale: "Male! Molto male! Onolevole aviatole amelicano!". 10.Pekka e Toivonen sono seduti in treno e ripensano ai tempi della guerra. Mentre parlano dei loro ricordi, Toivonen guarda verso la foresta e dice: "Ero proprio li' che cavalcavo il mio cavallo quando arrivo' una pallottola dalle truppe russe e me lo ha ucciso. Cosi' ho dovuto continuare a piedi...". Non appena escono dal tunnel successivo, Pekka da' una occhiata alla foresta e dice: "Una volta ero proprio li' che cavalcavo la mia ragazza quando arrivo' una pallottola dalle truppe russe e me la uccise. Cosi' ho dovuto continuare a mano...". 11.Prima guerra mondiale: un battaglione italiano avanza presso le rive di un fiume. Il comandante apre l'ordine del giorno, lo legge ma non crede ai propri occhi. "Gli ordini sono ordini" e con gesto risoluto sale a cavallo e ordina: "1a Compagnia... attenti !". E i soldati si mettono sull'attenti. "1a Compagnia... disponetevi in fila lungo la riva !". E i soldati obbediscono. "1a Compagnia... abbassatevi i pantaloni !". Un brusio si diffonde tra le file e i soldati sono indecisi sul da farsi. "Svelti, e' un ordine!". I soldati obbediscono. "1a Compagnia... abbassatevi le mutande !". Il vociare diventa confuso, ma l'ordine viene eseguito. Poi il comandante va dal suo sergente: "Sergente, vada a prendere le tenaglie". Dopodiche' si avvicina con le tenaglie al primo soldato in fila che lo guarda con due occhi spauriti. Da lontano si sente un trotto: un messaggero arriva trafelato dal comandante e gli consegna un foglio. Il comandante lo legge ed esclama: "Ah! Volevo ben dire! Scaglionamento !". 12.Ci sono due tedeschi che, appena finita la guerra, stanno fuggendo. Cosi' dopo essersi cambiati gli abiti, decidono di mimetizzarsi tra la gente come due comunissimi italiani. Ad un tratto, dopo aver camminato per molto tempo, decidono di entrare in un bar per bere qualcosa. Il primo tedesco fa al secondo: "Ascolta, visto che io sono piu' intelligente di te, lascia ordinare me perche' con la tua solita stupidita' ci farai scoprire". Si avvicinano al bancone e il tedesco fa rivolto all'oste: "Due martini !". E l'oste: "Dry ?". E il tedesco: "Nein drei, zwei !". 13.Sto cercando disperatamente di capire perche' i piloti kamikaze si mettessero i caschi in testa 14.Un giornalista intervista un militare: "Signor colonnello, qual e' stato il momento piu' imbarazzante della vostra vita?". "Quando mia madre ha scoperto che mi masturbavo". "Come tutti...". "Si', ma per me e' successo ieri!". 15.Il passatempo preferito dai soldati Cristiani nel medioevo erano le Parole Crociate. 16.Il capitano alla prostituta: "Accettereste la mia compagnia per 100.000 lire?". "Certo!". "Compagnia, avanti!". 17.Cosa fanno due militari in un frigorifero? La guerra fredda! 18."Generale, il nemico avanza!". "Bene, mettetelo via per domani!". 19.Il generale entra in caserma in borghese. Ad un tratto vede che la sentinella se ne sta appoggiata al muro non curante di nulla. Il generale si avvicina e gli dice: "Ma lo sai chi sono io ?". La guardia si gira verso un gruppo di commilitoni ed esclama: "Oh, ragazzi, venite. Qui c'e' un vecchio rimbambito che non sa piu' neanche come si chiama!". 20.In caserma un sergente interroga una recluta: "Soldato, cosa vedi la'?". "Un militare, signore". "Un militare? Ma sei cieco? Quelli sono due carri armati!". "Appunto, signore! Ogni carro armato e' un mezzo militare, quindi...". 21.Nel 1918 mio nonno cadde in battaglia. Poi si alzo' e fuggi' via! 22.Due soldati, dopo i primi mesi di servizio militare passati in un paese sperduto sui monti lontano da altri esseri umani, tornano in licenza verso casa in treno. Nello scompartimento e' seduto accanto a loro anche un prete. I due soldati parlano di come passeranno la licenza al paese d'origine. Dice il primo: "Io passero' i 15 giorni di licenza sempre all'osteria; voglio ubriacarmi tutti i giorni". Il secondo invece dice: "Io invece passero' i miei 15 giorni a casa della mia ragazza; voglio chiavare tutto il giorno per 15 giorni". Il prete sente, ma fa finta di niente e continua a leggere il giornale. Anche i soldati dopo un po' si mettono a leggere il giornale, finche' il primo chiede al secondo: "Giovanni, che vuol dire lombaggine? ". "Che ne so; chiedilo al prete che sicuramente e' istruito". Il prete approfitta dell'occasione per punire a suo modo i due giovani militari: "La lombaggine e' una malattia che viene quando uno beve troppo e fa troppo all'amore". E il soldato: "Ma guarda! Qui sta scritto che il Papa soffre di lombaggine... ". 23.Lettera del soldato: Cara mamma oggi mi hanno fatto i raggi; se domani mi fanno le ruote vengo a casa in bici. 24.Il mio grado nell'esercito? Ostaggio, in caso di guerra (Woody Allen). 25.II Guerra Mondiale. Un tedesco, con la sua berlina ultralucida e veloce, sale una ripida strada di montagna e nel frattempo un contadino sta scendendo sulla stessa strada a bordo di un carretto trainato dai buoi, carico di paglia, di galline, maialetti,... una minifattoria viaggiante, insomma. Patatrack !! Una scena terribile, coperta pietosamente da una nuvola di paglia, che a poco a poco si dirada. Il tedesco si riprende dal trauma, e osserva il bue, moribondo, con le corna rotte, le zampe fracassate e dice : "Io non poteRe fedeRe bue soffRiRen ". Prende la pistola e lo finisce con un colpo alla testa. Poi vede le galline, moribonde anch' esse: "Io non poteRe fedeRe gallinen soffRiRen ". Punta la pistola e le uccide. Anche i maialetti: "Io non poteRe fedeRe maialen soffRiRen "; e li finisce. All' improvviso il contadino esce allo scoperto. Ha un braccio amputato, ben legato intorno al collo, una gamba ciondoloni, e vistose ferite alla testa: "Cavolo, che fortuna!! Non mi sono fatto niente !!!". 26.Un soldato a cavallo esce di caserma e gironzolando per il bosco incontra una bella fatina che gli dice di essere in grado di esaudire un suo desiderio. Il soldato, che era dotato di un piccolissimo organo genitale, approfitta subito della fortunata occasione e chiede alla fatina: "Vorrei un organo due volte piu' grande di quello del mio cavallo". Detto fatto, il soldato si ritrova con un organo veramente mostruoso e ritorna felice in caserma. Qui il capitano si accorge che qualcosa e' cambiato dentro i pantaloni del soldato e gli domanda cosa sia successo. Il giorno dopo il capitano fa sellare il suo cavallo ed esce dirigendosi verso il bosco in cerca della fatina. Ed infatti la trova: "Per favore, fatina, fammi un organo sessuale che sia tre volte quello del mio cavallo". Non appena la fatina esaudisce il suo desiderio, il capitano grida furioso: "Chi e' quel cretino che mi ha sellato la cavalla?". 27.Dick, sergente dei Marines, finalmente in licenza, si reca in un famoso casino e chiede di una donna. La tenutaria gli fa scegliere la donna che piu’ gli piace e appena sono in camera questa si spoglia e si sdraia sul letto, mentre il sergente Dick si mette nudo sull'attenti dinanzi a lei e le dice: "Il mio nome e’ Sergente Dick. Sono nel glorioso corpo dei Marines da 30 anni e sono il padrone della mia mente e del mio corpo. Se io dico ‘DICK, AT-TENTI!!’ immediatamente il mio pene si fa eretto". E in effetti cosi’ succede. La puttana e’ molto meravigliata e gli chiede come cio’ possa succedere. E il sergente Dick di nuovo replica: "Sono un Marines da 30 anni e sono il padrone della mia mente e del mio corpo. Se dico ‘DICK, RI-POSO!!" il mio pene subito diviene flaccido". E infatti cosi’ succede. La puttana e’ ancora piu’ meravigliata e chiede una nuova dimostrazione. Il sergente Dick dice: "DICK, AT-TENTI!!" e il pene si rizza. Poi dice: "RI-POSO!!", ma questa volta il pene non si affloscia. Prova e riprova, ma niente da fare. Allora il sergente Dick comincia a masturbarsi vigorosamente. La puttana gli urla: "Ma che diavolo stai facendo?". E il sergente: "Questo soldato ha disubbidito ad un ordine superiore ed io lo sto punendo obbligandolo ad una ritirata disonorevole!" 28.Il capitano McKenzie sta volando con il suo aereo trielica sulle foreste canadesi quando ad un certo punto: "Capitano! Il motore uno sta perdendo colpi!". "Niente paura, qui c'e' il capitano McKenzie, lasciate fare a me". E grazie alla sua abilita' il capitano McKenzie controlla perfettamente il velivolo. Dopo un po': "Capitano! Il motore due non funziona piu'!". "Niente paura, qui c'e' il capitano McKenzie, lasciate fare a me". E grazie alla sua abilita' il capitano McKenzie riesce di nuovo a far prendere quota all'aereo. Ma dopo un altro po': "Capitano! Il motore tre si e' fermato!". Stiamo precipitando!". "Niente paura, qui c'e' il capitano McKenzie". Mentre l'aereo ormai sfiora le cime degli alberi il capitano McKenzie dice: "Aprite il portellone, prendete le cesoie e tagliate le cime degli alberi!". Un po' sbigottito l'equipaggio comincia a tagliare le cime, e taglia, taglia, taglia... "Capitano! Il motore uno ha ripreso a funzionare!". Continuano a tagliare le cime degli alberi... "Capitano! Anche il motore due funziona!". E cosi’ anche il motore 3. L'aereo sotto la spinta dei tre motori riprende quota fra la felicita' dell'equipaggio che va dal capitano: "Ma capitano! E' incredibile! Come ha fatto? Perche' abbiamo tagliato le cime degli alberi?". "E' semplice, se volere e' potere ... volare e' potare!". 37. Seconda Guerra Mondiale, mari del Pacifico. Una nave da guerra americana e' attaccata da un sottomarino giapponese che gli lancia una salve di terribili e velocissimi siluri. Il capitano della nave americana capisce che non c'e' piu' nulla da fare e chiama il suo vice dicendogli: "Non abbiamo piu' speranze. Vada sottocoperta e dica all'equipaggio qualcosa di divertente, cosi' almeno moriranno ridendo". Il comandante in seconda scende sottocoperta e dice all'equipaggio: "Che cosa direste se io spezzassi in due questa nave dando un colpo secco col mio cazzo sulle paratie?". L'equipaggio si mette a ridere all'impazzata e proprio mentre sta ancora ridendo il capitano in seconda tira fuori il suo arnese (in verita' enorme) e lo sbatte violentemente contro una paratia. Proprio mentre fa cio' si sente un rumore violentissimo e la nave si spacca in due. I soli superstiti sono il capitano e il suo secondo che si allontanano su una piccola scialuppa di salvataggio. Il capitano, remando, dice al secondo: "Bene, l'equipaggio stava veramente ridendo quando la nave e' colata a picco. Ma che cosa ha detto loro?". E il secondo gli racconta tutto. Allora il capitano, un po' adirato: "Beh, la prossima volta stia attento con quel cazzo. I siluri ci hanno mancati tutti!!". Lo psichiatra della marina stava visitando un potenziale futuro marinaio. Chiese alla giovane recluta: "Cosa faresti se ora, affacciandoti alla finestra, vedessi una nave da guerra che si avvicina lungo la strada?". "Sparerei un siluro e la affonderei!". "E dove andresti a prendere il siluro?" "Nello stesso posto in cui lei e' andato a prendere la nave!" Prima guerra mondiale, in trincea si fronteggiano Italiani e Tedeschi. La battaglia ristagna e un giorno un gruppo di commilitoni Italiani decidono di mettere in pratica un gioco d'astuzia per battere i Tedeschi. "Allora" - fa il sergente - "tutti i tedeschi si chiamano Franz, uno di noi urla il nome e quando quello risponde noi gli spariamo." Allora un soldato si piazza nella posizione piu` avanzata e urla: "Franz !" Un Tedesco si alza e PAM!, viene ucciso. Il giorno dopo si ripete la stessa cosa: "Franz !" Un Tedesco si alza e PAM!, viene ucciso. La cosa continua cosi` per un po' di giorni quando i Tedeschi cominciano a preoccuparsi. Allora si riuniscono e decidono di adottare la stessa tattica. "Italiano kiamarsi tutti Tonio" - dice uno - "Noi kiamare qvesto nome e sparare." Un Tedesco si apposta, pronto con la carabina e urla: "Tonio !" E dall'altra parte: "Sei tu Franz ?" E l'altro: "Si..." PAM! e viene ucciso. (Dalle raccolte del Dr.Zap) C'erano una volta due passerotti felicemente sposati che vivevano assieme nel loro nido amandosi teneramente. Un brutto giorno pero' il passerotto dovette partire per la guerra, e fu una vera tragedia perche' i due innamorati si dovettero separare. Finita la guerra il passerotto torno' al nido felice di riabbracciare la sua passerina, ma aime' ci trovo' anche un'altro passero che nel frattempo aveva preso il suo posto. Allora il passerotto roso dal dolore, prese il fucile che aveva in spalla e sparo' al passero uccidendolo. Morale: Quando l'amore c'e' l'uccello tira. Un signore anziano siede ad un tavolo di un bar quando vede in un tavolo vicino una signora (anche lei anziana) che gli ricorda qualcuna che conosce. Si alza e chiede alla signora dove puo' averla vista. Questa non ha problemi a confessargli di essere una tenutaria di una casa di appuntamenti fin da prima della guerra. Lui: "Ma mi dica, ce l'ha ancora la casa di appuntamenti?". E lei: "Certo, ma non e' piu' come una volta. Mi ricordo quando veniva Benito. Sceglieva una ragazza, la portava in camera e poi se ne andava. E il giorno dopo arrivavano cioccolatini per tutte". Lui: "Ma veramente?". Lei: "Oh, si'. E pensi che veniva anche Nenni. Veniva, sceglieva una ragazza, saliva in camera e poi se ne andava. Un vero signore". Lui: "E il giorno dopo cioccolatini per tutte, immagino ..." Lei: "No, fantastici fiori! Che uomo. E pensi che la settimana scorsa e' venuto Bertinotti ...". Lui: "E il giorno dopo, fiori per tutte?!". Lei: "No, no, lui era solo venuto a trovare la madre!" Siamo all'epoca della guerra di Troia ... Il famoso condottiero Perseo, dopo una cruenta battaglia, e'andato disperso... Il suo fedele servitore comincia allora la lunga ricerca nel campo ove e' avvenuto il sanguinoso scontro. Ad un certo punto, fra un cadavere e l'altro, nota un braccio che si muove appena ! Allora corre,solleva per i capelli il poveraccio,e grida : "Ehi! Sei Perseo ??" E l'altro : "Fa trentaseo !!!" Un tedesco un americano e un italiano al bar discutono dei tempi della guerra vantandosi della propria flotta navale. Il tedesco: "Noi avevamo delle portaerei cosi' grandi che per spostarci da poppa a prua utilizzavamo le biciclette". L'americano: "E allora? Le nostre erano cosi' grandi che per spostarci da poppa a prua utilizzavamo le moto". L'italiano allora: "Mi fate ridere tutti e due. Le nostre portaerei erano cosi' grandi che a prua c'era la guerra e a poppa non ne sapevamo niente!!!" SUL CARSO Prima guerra mondiale. E' notte sulla trincea innevata e all'alba si scatenera' l'inferno. Il capitano chiama Cioni e gli dice: - Fante Cioni, so che tu abiti qui vicino e voglio nominarti idealmente il rappresentante di tutto il reparto. Vai giu' a valle a trovare la tua fidanzata e torna prima dell'alba. Ci dirai tutto quello che e' successo e cosi' tutta la truppa idealmente sara' con il cuore vicino alle proprie donne prima dell'attacco finale. Vai!Cioni prende i suoi sci e via scivola in silenzio fino dietro le retrovie e scompare nella notte. All'alba ritorna tutto rosso in viso con un sorrisone radioso da valligiano: -Agli ordini sior capitano!-Bravo Cioni, adesso tu sei idealmente tutti noi. Raccontaci giu' a valle della tua fidanzata L'ho ciavada, sior capitan!-Si, capisco. Ma dicci qualcosa di piu'. Come ha reagito alla sorpresa quando ti ha visto?-Lei signor capitan, la me ga' visto e ha soriso con tuti quei bei dentini, e me ga dito: "Cioni"-E allora?-E alora l'ho ciavada, sior capitan. La go' ciavada-Va bene, ma non hai da dirci nient'altro? Non ti ha detto nient'altro?-Si, dopo che la go' ciavada la m'ha soriso coi suoi bei dentini e la m'ha guarda' e la me ga dito "Cioni"-E allora?-E alora mi la go ciavada, sior capitan. La go ciavada ancora-Va bene. Capisco. Ma possibile che non ci sia nient'altro da raccontare alla truppa? Possibile che non ti ha detto niente altro?-Si, dopo la seconda la me g'ha parla'…-Ah, vedi? E cosa ti ha detto?-La m'ha soriso con le sue guance rosa e la me ga dito "Cioni' e mi me son fato prendere da una roba che… insoma mi l'ho ciavada ancora, sior capitan!-Ah, ma allora! Ma e' mai possibile che tutto quello che mi sai dire e' che te la sei chiavata? Ma e' mai possibile che non vi siate detti niente? Che non ci sia stato un minimo di conversazione tra due persone che si vogliono bene? Ma e' mai possibile? -Ma no, cosa dise, sior capitan! Avemo parlato e tanto! Tuta note avemo parla'. -Ah, lo vedi? E cosa vi siete detti?-Be' dopo la tersa ciavada, lei la me ga dito " Cioni, cosa fai qui? Togliti gli sci e vieni dentro che qui for a fa un fredo can…!Dopo l'esplosione della bomba di Hiroshima una pattuglia di americani va in perlustrazione per controllare i danni arrecati. Si fanno strada tra un deserto di mattoni e palazzi rasi al suolo e si dirigono verso una voce che gli pare di udire di lontano. Si guardano stupiti. Tra quella caterva di morti ci sarebbe un sopravvissuto e che ride! Infatti man mano che si avvicinano all'unico casotto rimasto in piedi si distingue chiaramante la risata di un uomo. Bussano alla porticina e scoprono che si tratta di un gabinetto e dentro c'e' un vecchio giapponese che ride con le lacrime agli occhi. -Ma cosa e' successo?- chiedomo gli americani -E che ne so- risponde il vecchio ridendo - io ho tirato l'acqua e guarda qui!- FANFULLA DA LODI Il Barone Fanfulla da Lodi, condottiero di gran rinomanza, fu condotto una sera in istanza da una donna di facili amor. Bel condottier, bel condottier, cessa di far la guerra, la guerra, la guerra! bel condottier, bel condottier, cessa di far la guerra e vieni a goder! Era nuova ai certami d'amore di Fanfulla la casta alabarda; ma, alla vista di tanta bernarda, prese il brando alzossi e armo'! (Ritornello) E cavalca, cavalca, cavalca, alla fine, al suolo si accascia. Lo risveglia la turpe bagascia: cento talleri devi pagar! (Ritornello) Vaffancul, vaffancul, vaffanculo, le risponde Fanfulla incazzato, venti talleri gia' ti ho donato, gli altri ottanta li prendi nel cul! (Ritornello) Sette giorni appresso a quello gran prurito si sente all'uccello: cos'e' mai questo male novello che la madre natura gli die'? (Ritornello) Fu chiamato un famoso dottore. Quello venne e poi disse: Fanfulla, qui bisogna tagliare una palla o lo scolo morir ti fara'! (Ritornello) In materia di scoli e banani non c'e' proprio mai nulla che tenga. Vige solo la legge del Menga: chi l'ha preso, l'ha preso nel cul! (Ritornello) La morale di questa mia storia, certo ognuno conosce a memoria. Va applicata la legge del Menga che a un dipresso s'enuncia cosi': Chi l'ha nel cul, chi l'ha nel cul, chi l'ha nel cul se l' tenga, se l' tenga, se l' tenga! Chi l'ha nel cul, chi l'ha nel cul, chi l'ha nel cul se l' tenga, se l' tenga bel dur! Di rimando alla legge del Menga, contrapposta e' la legge del Volga: chi l'ha preso, dal cul se lo tolga e lo metta nel cul del vicin! Mio nonno cadde nella guerra d'Africa, poi si rialzò e riprese a scappare... Cosa ci fanno gli indiani sul piede di Guerra? Scendono se no Guerra si incazza. Con l'intelligenza vinci le battaglie, con la fede vinci la guerra. Perche' quando vedo Zichichi vorrei che scoppiasse la guerra atomica? In un WC: In guerra e in carestia, o sei suora o la dai via!! In un WC ante-guerra: Qui la faccio Qui la lascio Metà al Duce Metà al fascio, ma siccome qui non c'è luce, niente al fascio, tutta al duce. C'eravamo tanto armati - Fine della guerra fredda In amore e' come in guerra : ogni buco e' una trincea. La gente non dice mai tante bugie come dopo una caccia, durante una guerra o prima di una elezione. (Otto von Bismarck) Torno` dalla guerra con una gamba che aveva perso. In tempo di pace la guerra si chiama sport. Campanile Tragedia in due battute: Guerra. Il generale: (alla prima cannonata nemica) "Beh, ma se cominciamo con le cannonate, e' finita!". (Sipario) "Quello rimasto ucciso durante la guerra era lei o era suo fratello?" Di solito quando parecchia gente si raduna negli stessi posti si tratta di guerra. PRIMO CINESE: Lo sai che gli svizzeri ci hanno dichiarato guerra? SECONDO CINESE: Ah si'? E in che albergo stanno? Ho preso lezioni di lettura veloce ed adesso sono capace di leggere Guerra e Pace in venti minuti. Parla della Russia. -- Woody Allen La dieta e' una guerra. E se la dieta e' una guerra, io faccio l'obiettore di coscienza. -- Gino Bramieri, "Norma e Felice" Notizie dal futuro: anno 3014: oh, una cattiva ed una buona notizia. La cattiva notizia e' che nel 3014 scoppiera' la Terza Guerra Mondiale. Quella buona e' che l'intero ricavato sara' devoluto in beneficienza. -- Panfilo Maria Lippi, "TABLOID TABLOID"@"Mai Dire Gol" Pace, s.f.: Negli affari internazionali, un periodo di inganni tra due periodi di guerra. -- Ambrose Bierce, "The Devil's Dictionary" Titolo su un giornale di provincia: ARCIDUCA FERDINANDO TROVATO VIVO -LA PRIMA GUERRA MONDIALE, UN ERRORE La guerra non e' mai imperativa. McCoy, "Balance of Terror", data astrale 1709.2 [La guerra] e' istintiva. Ma l'istinto si puo' combattere. Noi siamo esseri umani con il sangue di un milione di anni di barbarie nelle mani! Ma noi possiamo fermarlo. Possiamo ammettere che siamo assassini... ma non uccideremo oggi. E' questo che serve! Sapere che non uccideremo oggi! -- Kirk, "A Taste of Armageddon", data astrale 3193.0 La guerra non e' una bella vita, ma e' vita. -- Kirk, "A Private Little War", data astrale 4211.8 Morte. Distruzione. Malattie. Orrore. La guerra e' tutto questo. Tutto cio' la rende una cosa da evitare. -- Kirk, "A Taste of Armageddon", data astrale 3193.0 "Penso che abbiano intenzione di prendere tutto questo denaro che ora spendiamo in guerra e morte --" "E farlo spendere in vita." -- Edith Keeler e Kirk, "The City on the Edge of Forever", data astrale ignota Nessuno vuole la guerra. -- Kirk, "Errand of Mercy", data astrale 3201.7 Non c'e' nulla di buono nella guerra. Eccetto la sua fine. Abramo Lincoln, "The Savage Curtain", data astrale Perche’ i generali sono tutti imbecilli? Perche’ li scelgono tra i colonnelli! Si potrebbe facilmente superenfatizzare l'importanza di una buona grammatica. Per esempio, potrei dire: "Una cattiva grammatica e' la causa principe di una lenta e dolorosa morte nel Nord America", o "Senza una buona grammatica, gli Stati Uniti avrebbero perso la seconda guerra mondiale". -- Dave Barry, "An Utterly Absurd Look at Grammar" ("Un'occhiata totalmente assurda alla grammatica") Colmo della fantasia: masturbarsi, mettere il risultato in una bottiglietta, tirarla in alto, spararle e dire che il figlio e' morto in guerra. Hai sentito... quello storico pessimista il cui ultimo libro ha i capitoli intitolati "Prima Guerra Mondiale", "Seconda Guerra Mondiale" e "Vedi Questo Spazio?"? user@localhost$ make love Non la guerra? Guarda, non sono equipaggiato per questo, okay? Contatta il rivenditore del tuo hardware per i moduli appropriati. -- Output, tradotto, generato in risposta al comando "make love", come contemplato dal Makefile del package fortune-mod-9708.tar.gz I tedeschi non hanno perso la guerra. Sono solo arrivati secondi. Il gioco degli scacchi e' un gioco di guerra. (Anthony Saidy e Norman Lessing) Il gioco degli scacchi e' un gioco. (Boris Spassky) Il gioco degli scacchi e' un piacevole intrattenimento. (Leo Tolstoj) Eppoi, alla spiaggia non ci andavo mai, perché sono di Brooklyn. I brooklinesi hanno solo Coney Island, che come spiaggia fa schifo. Correva voce durante la guerra che i sottomarini nemici - gli Uboot tedeschi, se vi ricordate - venivano lì, e l'inquinamento li corrodeva, nella zona di mare riservata ai bagnanti. Woody Allen La guerra e i militari (n=29) Newsgroups: it.hobby.umorismo From: [email protected] (Dr. Zap) Subject: Date: Fri, 13 Feb 1998 21:37:38 GMT Organization: Cineca 1. In amore e' come in guerra : ogni buco e' una trincea. 2. Primo cinese: "Lo sai che gli svizzeri ci hanno dichiarato guerra?". "Ah si? e in che albergo sono alloggiati?". 3. Colmo di un graduato dell'esercito: avere un fratello minore Maggiore 4. Colmo del fante: avere il padre fantino. 5. Colmo per un generale: sentire freddo ... malgrado i gradi. 6. Domanda: "Cosa ci fa una bambina su un'altalena, a Sarajevo?". Risposta: (facendo il gesto di mirare a destra, a sinistra, di nuovo a dx, poi ancora a sx) "Fa impazzire i cecchini!". 7. Sarajevo, impossibile uscire da casa: i cecchini sono pronti a sparare a chiunque. Incredibilmente un abitante esce da casa e riesce a costruirsi nel bel mezzo di una piazza deserta un'altalena. Finita di costruirla vi sale e comincia a dondolarsi. Dalle case tutti gli gridano: "Pazzo! Torna a casa! Possono ucciderti!". E lui: "State scherzando? E' bellissimo! Guardate quel cecchino: a furia di seguirmi gli sta girando la testa!". 8. Caserma. Il cappellano militare nel giro di pochi giorni riceve la confessione di numerosi soldati che gli rivelano: "Sono stato con la Rosina!". Quando il cappellano si rende conto che la faccenda e' troppo diffusa rivela tutto al capitano, il quale decide di radunare tutto il plotone e rivolge la temuta domanda: "Chi e' andato con la Rosina faccia un passo avanti!". Tutti, tranne uno, fanno un passo avanti. Il capitano allora si rivolge all'unico soldato che non si e' mosso e si congratula con lui: "Bravo! Come ti chiami?". "Giacomo La Rosina". 9. II Guerra Mondiale. Scenario del Pacifico. Un baldo aviatore americano, imbarcato su una portaerei, e' alla sua prima missione. Parte in effetti con un po' di paura, ma appena in cielo si sente un asso e abbatte in furiosi combattimenti uno dietro l'altro ben 12 aerei. Quando la benzina sta per finire atterra sulla portaerei e va incontro all'ufficiale tutto gioioso: "Eccezionale! Ho abbattuto 12 aerei giapponesi!". E l'ufficiale: "Male! Molto male! Onolevole aviatole amelicano!". 10. Pekka e Toivonen sono seduti in treno e ripensano ai tempi della guerra. Mentre parlano dei loro ricordi, Toivonen guarda verso la foresta e dice: "Ero proprio li' che cavalcavo il mio cavallo quando arrivo' una pallottola dalle truppe russe e me lo ha ucciso. Cosi' ho dovuto continuare a piedi...". Non appena escono dal tunnel successivo, Pekka da' una occhiata alla foresta e dice: "Una volta ero proprio li' che cavalcavo la mia ragazza quando arrivo' una pallottola dalle truppe russe e me la uccise. Cosi' ho dovuto continuare a mano...". 11. Prima guerra mondiale: un battaglione italiano avanza presso le rive di un fiume. Il comandante apre l'ordine del giorno, lo legge ma non crede ai propri occhi. "Gli ordini sono ordini" e con gesto risoluto sale a cavallo e ordina: "1a Compagnia... attenti !". E i soldati si mettono sull'attenti. "1a Compagnia... disponetevi in fila lungo la riva !". E i soldati obbediscono. "1a Compagnia... abbassatevi i pantaloni !". Un brusio si diffonde tra le file e i soldati sono indecisi sul da farsi. "Svelti, e' un ordine!". I soldati obbediscono. "1a Compagnia... abbassatevi le mutande !". Il vociare diventa confuso, ma l'ordine viene eseguito. Poi il comandante va dal suo sergente: "Sergente, vada a prendere le tenaglie". Dopodiche' si avvicina con le tenaglie al primo soldato in fila che lo guarda con due occhi spauriti. Da lontano si sente un trotto: un messaggero arriva trafelato dal comandante e gli consegna un foglio. Il comandante lo legge ed esclama: "Ah! Volevo ben dire! Scaglionamento !". 12. Ci sono due tedeschi che, appena finita la guerra, stanno fuggendo. Cosi' dopo essersi cambiati gli abiti, decidono di mimetizzarsi tra la gente come due comunissimi italiani. Ad un tratto, dopo aver camminato per molto tempo, decidono di entrare in un bar per bere qualcosa. Il primo tedesco fa al secondo: "Ascolta, visto che io sono piu' intelligente di te, lascia ordinare me perche' con la tua solita stupidita' ci farai scoprire". Si avvicinano al bancone e il tedesco fa rivolto all'oste: "Due martini !". E l'oste: "Dry ?". E il tedesco: "Nein drei, zwei !". 13. Sto cercando disperatamente di capire perche' i piloti kamikaze si mettessero i caschi in testa. 14. Un giornalista intervista un militare: "Signor colonnello, qual e' stato il momento piu' imbarazzante della vostra vita?". "Quando mia madre ha scoperto che mi masturbavo". "Come tutti...". "Si', ma per me e' successo ieri!". 15. Il passatempo preferito dai soldati Cristiani nel medioevo erano le Parole Crociate. 16. Il capitano alla prostituta: "Accettereste la mia compagnia per 100.000 lire?". "Certo!". "Compagnia, avanti!". 17. Cosa fanno due militari in un frigorifero? La guerra fredda! 18. "Generale, il nemico avanza!". "Bene, mettetelo via per domani!". 19. Il generale entra in caserma in borghese. Ad un tratto vede che la sentinella se ne sta appoggiata al muro non curante di nulla. Il generale si avvicina e gli dice: "Ma lo sai chi sono io ?". La guardia si gira verso un gruppo di commilitoni ed esclama: "Oh, ragazzi, venite. Qui c'e' un vecchio rimbambito che non sa piu' neanche come si chiama!". 20. In caserma un sergente interroga una recluta: "Soldato, cosa vedi la'?". "Un militare, signore". "Un militare? Ma sei cieco? Quelli sono due carri armati!". "Appunto, signore! Ogni carro armato e' un mezzo militare, quindi...". 21. Notte, Mediterraneo. La 5^ Flotta Americana avanza nelle acque scure. Dal ponte della nave ammiraglia viene scorta una piccola luce. L'Ufficiale di guardia ordina al marinaio: "Ordinate a quella nave di spostarsi" e il marinaio, visto che gli appelli radio sono inascoltati, usando un proiettore per segnalazioni luminose esegue. "Qui 5^ Flotta Americana , vi ordiniamo di spostarvi!". Dalla lucina si accende la segnalazione in risposta: "Spostatevi voi..." L' Ufficiale chiama sul ponte il Comandante della nave che accorre e ordina di ripetere la segnalazione: "Qui 5^ flotta Americana. Vi ordiniamo di spostarvi dalla nostra rotta!" e dalla lucina: "Spostatevi voi". Il Comandante a questo punto fa svegliare l'Ammiraglio che giunge sul ponte e infuriato ordina di segnalare: "Qui Ammiraglio O'Neal Comandante in capo della 5^ Flotta degli Stati Uniti d'America: spostatevi dalla nostra rotto o vi travolgeremo". E dalla lucina giunge la calma risposta: "Qui Pasquale Caccace, Comandante del faro: fate un po' quel che volete...". 22. Nel 1918 mio nonno cadde in battaglia. Poi si alzo' e fuggi' via! 23. Secolo XVII. Il capitano di una nave riceve cattive notizie: "Capitano, una nave pirata si sta avvicinando!". E il capitano: "Non preoccupatevi, siate forti, li possiamo battere! Portatemi la mia camicia rossa!". Il capitano prende la sua spada e cosi’ pure i marinai e dopo furiosa battaglia i pirati sono respinti. La sera i marinai parlano degli avvenimenti del giorno. Sono molto fieri del loro capitano che si e’ battuto con molto coraggio contro i pirati. Ad un certo punto uno di loro chiede al capitano: "Ma perche’ avete chiesto prima della battaglia la vostra camicia rossa?". E il capitano: "E’ semplice. La camicia e’ dello stesso colore del sangue, per cui se sono ferito voi non ve ne accorgete e cosi’ non avete paura e siete piu' forti!". Ovviamente tutti approvano il saggio comportamento del capitano. Alcuni giorni dopo sono avvistate numerose navi di pirati e la cattiva notizia e’ portata al capitano. Ma il capitano urla ai suoi marinai: "Non e’ nulla! Portatemi i miei pantaloni marron!". 24. Due soldati, dopo i primi mesi di servizio militare passati in un paese sperduto sui monti, tornano in licenza verso casa in treno. Nello scompartimento e' seduto accanto a loro anche un prete. I due soldati parlano di come passeranno la licenza al paese d'origine. Dice il primo: "Io passero' i 15 giorni di licenza sempre all'osteria; voglio ubriacarmi tutti i giorni". Il secondo invece dice: "Io invece passero' i miei 15 giorni a casa della mia ragazza; voglio chiavare sempre per 15 giorni". Il prete sente, ma fa finta di niente e continua a leggere il giornale. Anche i soldati dopo un po' si mettono a leggere il giornale, finche' il primo chiede al secondo: "Giovanni, che vuol dire lombaggine? ". "Che ne so; chiedilo al prete che sicuramente e' istruito". Il prete approfitta dell'occasione per punire a suo modo i due giovani militari: "La lombaggine e' una malattia che viene quando uno beve troppo e fa troppo all'amore". E il soldato: "Ma guarda! Qui sta scritto che il Papa soffre di lombaggine... ". 25. Lettera del soldato: Cara mamma oggi mi hanno fatto i raggi; se domani mi fanno le ruote vengo a casa in bici. 26. Il mio grado nell'esercito? Ostaggio, in caso di guerra (Woody Allen). 27. II Guerra Mondiale. Un tedesco, con la sua berlina ultralucida e veloce, sale una ripida strada di montagna e nel frattempo un contadino sta scendendo sulla stessa strada a bordo di un carretto trainato dai buoi, carico di paglia, di galline, maialetti,... una minifattoria viaggiante, insomma. Patatrack !! Una scena terribile, coperta pietosamente da una nuvola di paglia, che a poco a poco si dirada. Il tedesco si riprende dal trauma, e osserva il bue, moribondo, con le corna rotte, le zampe fracassate e dice : "Io non poteRe fedeRe bue soffRiRen ". Prende la pistola e lo finisce con un colpo alla testa. Poi vede le galline, moribonde anch' esse: "Io non poteRe fedeRe gallinen soffRiRen ". Punta la pistola e le uccide. Anche i maialetti: "Io non poteRe fedeRe maialen soffRiRen "; e li finisce. All' improvviso il contadino esce allo scoperto. Ha un braccio amputato, ben legato intorno al collo, una gamba ciondoloni, e vistose ferite alla testa: "Cavolo, che fortuna!! Non mi sono fatto niente !!!". 28. Un soldato a cavallo esce di caserma e gironzolando per il bosco incontra una bella fatina che gli dice di essere in grado di esaudire un suo desiderio. Il soldato, che era dotato di un piccolissimo organo genitale, approfitta subito della fortunata occasione e chiede alla fatina: "Vorrei un organo due volte piu' grande di quello del mio cavallo". Detto fatto, il soldato si ritrova con un organo veramente mostruoso e ritorna felice in caserma. Qui il capitano si accorge che qualcosa e' cambiato dentro i pantaloni del soldato e gli domanda cosa sia successo. Il giorno dopo il capitano fa sellare il suo cavallo ed esce dirigendosi verso il bosco in cerca della fatina. Ed infatti la trova: "Per favore, fatina, fammi un organo sessuale che sia tre volte quello del mio cavallo". Non appena la fatina esaudisce il suo desiderio, il capitano grida furioso: "Chi e' quel cretino che mi ha sellato la cavalla?". 29. Dick, sergente dei Marines, finalmente in licenza, si reca in un famoso casino e chiede di una donna. La tenutaria gli fa scegliere la donna che piu’ gli piace e appena sono in camera questa si spoglia e si sdraia sul letto, mentre il sergente Dick si mette nudo sull'attenti dinanzi a lei e le dice: "Il mio nome e’ Sergente Dick. Sono nel glorioso corpo dei Marines da 30 anni e sono il padrone della mia mente e del mio corpo. Se io dico ‘DICK, AT-TENTI!!’ immediatamente il mio pene si fa eretto". E in effetti cosi’ succede. La puttana e’ molto meravigliata e gli chiede come cio’ possa succedere. E il sergente Dick di nuovo replica: "Sono un Marines da 30 anni e sono il padrone della mia mente e del mio corpo. Se dico ‘DICK, RI-POSO!!" il mio pene subito diviene flaccido". E infatti cosi’ succede. La puttana e’ ancora piu’ meravigliata e chiede una nuova dimostrazione. Il sergente Dick dice: "DICK, AT-TENTI!!" e il pene si rizza. Poi dice: "RI-POSO!!", ma questa volta il pene non si affloscia. Prova e riprova, ma niente da fare. Allora il sergente Dick comincia a masturbarsi vigorosamente. La puttana gli urla: "Ma che diavolo stai facendo?". E il sergente: "Questo soldato ha disubbidito ad un ordine superiore ed io lo sto punendo obbligandolo ad una ritirata disonorevole!" Ma la vera guerra si e' combattuta tra l’occhio e l’orecchio, vale a dire con le protesi degli stessi. Ti ricordi la guerra fredda? Bene, gli Americani trovavano scandaloso che i Russi mettessero microspie nelle Ambasciate e non trovavano per nulla riprovevole fotografare coi satelliti le loro basi missilistiche. Proprio perche’ l’Impero Sovietico era basato sull’orecchio e sulle sue protesi (A Mosca, fino a poco tempo fa’ non c’era l’elenco telefonico, per esempio. Non lo ritenevano necessario). Dove tutto era quasi detto, sibilato, mormorato, sottinteso. Volevo solo ricordarti di come il pane, il vino, il grano, il latte di capra siano presenti radicate nel Mito insieme con la fica. La fica, si' "Gia' prima di Elena, la fica fu causa orrenda di guerra…" lo scrive Orazio, possiamo credergli. Mussolini dal balcone di Palazzo Venezia, con le sue pause, gli effetti la folla in delirio nella dichiarazione di guerra visto oggi nei vecchi filmati, fa ridere. Ed avrebbe fatto ridere anche i nostri padri e i nostri nonni se allora ci fosse stata la televisione, ma c'era solo la radio ed il ridicolo sembro' sublime ai molti, visto poi che tra il sublime ed il ridicolo varie volte il confine e' cosi' esile da farci credere di essere divini mentre siamo solo grotteschi. 134. Pace: negli affari internazionali, un periodo di inganni fra due periodi di guerra. 127. La guerra lampo sostituisce la guerra dei bottoni? 310. In caso di guerra nucleare, l'elettromagnetismo prodotto dalle bombe termonucleari potrebbe rovinare le mie cassette video? 414. In guerra esiste l'equo cannone ? (Mirco Stefanon) IL PRODE ANSELMO Passa un giorno, passa l'altro, mai non torna il nostro Anselmo, perche' egli era molto scaltro, ando' in guerra e mise l'elmo, mise l'elmo sulla testa per non farsi troppo mal, e parti' la lancia in resta a cavallo di un caval. DAL DIZZIONARIO DI TAGLIANO di Vincent GUERRA BERTEGGIARE GUERRA POMPELMO il modo che usa Dio per insegnarci la geografia. (Paul Rodriguez) Burlare, farsi beffe di qualcuno usando un grosso cannone tedesco della prima Guerra Mondiale Metodo per sbrogliare coi denti un nodo politico per cui la lingua non basta piu’ Elmetto dei pompieri. Durante il periodo bellico dicesi di fellatio in assetto di guerra Pensa che la scoperta del fuoco, per fare il giro del Mediterraneo, ha impiegato quasi due milioni di anni. La penicillina ci ha messo solo il tempo di una Guerra Mondiale, il vaccino Sabin ha impiegato qualche mese, e la somatostatina, se e' vera, e' stata comunicata a tutta la comunita' scientifica in qualche minuto. E cosa ha fatto la comunita' scientifica? Ne ha aumentato il prezzo e le Case Farmaceutiche hanno fatto un balzo in Borsa. Questo e' successo. Perche' con il Progresso non e' cresciuta di pari passo la Filosofia e la Morale Il «Novecento» comincia dopo la prima guerra mondiale, cioθ tra il 1920 e il 1930, come l'«Ottocento» era cominciato solo con il 1830. La guerra incide sull'evoluzione, in quanto spinge a una scelta fra possibilitΰ diverse. Le tre tendenze principali dell'arte del nuovo secolo hanno tutte dei precedenti ottocenteschi… Arnoldo Hauser: STORIA SOCIALE DELL'ARTE (volume secondo) Einaudi - Vale la pena, penso ad alta voce / d'invocar Santi per aver la pace? / E' lecito sperar che 'l Ciel s'impicci in fatti di politica sμ spicci? / L'Uomo, piuttosto, che dovrebbe farlo, / s'astiene, se ne frega e aspetta Ciarlo. / E Ciarlo dice, scrive e si dimena, / s'appella alla Sapienza e prova pena: / vorrebbe urlare ciς che la coscienza / gli grida dentro, ma con quale scienza / potrebbe dimostrar che far la guerra / θ stupido e nefasto per la Terra? Benito Ciarlo questa "briciola" di Elio Vittorini pubblicata in Home Page: " Non si dΰ cultura lΰ dove si sappia tutto della guerra dei Trent'anni e niente del secondo principio della termodinamica" E posso dire che vedo un casino di ebrei con mitragliette in assetto di guerra sparare ad altezza d'uomo contro ragazzi che tirano i sassi? Posso dirlo, questo? I bambini hanno visto in TV tra uno spot di una nuova merendina da comprare e un presentatore che mangia un gelato in diretta invitando i nostri figli a fare altrettanto. E pistole, coltelli da Rambo, archi multi uso, manette mitragliette da commandos, bombe… Allora io mi sono chiesto, ma come potremmo mai insegnare ai nostri figli l'atrocita' della guerra se essa e' rappresentata come un avvenimento spettacolare? Come potremmo spiegare loro il dolore se per essi esso e' solo la smorfia di un nemico? Ma possibile che l'arma, l'arma di qualunque tipo fino all'ultima definitiva Bomba Atomica, debbano essere considerate come Totem di questa moderna civilta'? Non e' forse giunto il momento di pensare di trasformare questo Totem in un moderno Tabu' per consentirci un nuovo progresso utile all'Umanita'? Ma non potremmo decretare il tabu' della guerra, con la proibizione di nominarla, di evocarla, di giustificarla. Proibendo agli autori di parlare e scrivere del tabu' della guerra, alla televisione e al cinema di rappresentarla, ai venditori di giocattoli di vendere armi finte, agli uomini di buona volonta' di costruire armi vere... Io me lo ricordo il Cossiga Presidente che quando non giocava a fare il radioamatore andava alle parate militari vestendosi da ufficiale, oggi dell’Esercito, domani della Marina suscitando anche ilarita’, se la cosa non fosse stata tragica. Mando’ anche una memoria in Parlamento per chiedere: “In caso di conflitto, chi deve dichiarare la Guerra ? “ Un vero soldato. Mi e’ quindi estremamente facile ora, immaginarlo nell’orto di casa sua, che sposta grandi foglie di cavolo mentre, con l’elmetto e il cinturone, si prepara alla guerriglia annunciata. Ma e’ questa la capitale dell’Impero? E’ questo il modello di Civilta’ che, una volta esportato, dovremo inculcare ai nostri figli? Dopo la caduta dell’Impero del Male e’ questo quello che ci e’ rimasto? Usciamo tutti dalla NATO adesso, subito. Come perche’, adesso ve lo spiego. Dice che se non ci prendono alla sprovvista possiamo resistere in una guerra moderna elettronica dagli otto ai dodici minuti. E dopo? Quelli che non sono morti, tutti in Siberia e in Siberia se ridi ti cadono i denti dal freddo. Invece noi aderiamo al Patto d’acciaio e facciamo casino ma tanto. Appena agli americani gli girano i coglioni, come puntano i satelliti, portaerei video games eccetera, noi ci arrendiamo. Ma dove vuoi che ci deportino gli americani? Ma in Florida e passiamo quei due tre anni a Disneyland in campo di concentramento e vabbe’ devi mangiare i loro hamburger ma saranno sempre meglio dei Burgy di qui. Dice e se vinciamo? Vinciamo solo se si sparano spaghetti! Einstein "..Io non sono soltanto un pacifista ma un pacifista militante. Voglio combattere per la pace. Nulla fermerà la guerra come il rifiuto, da parte dei popoli, di farla.." "Come è strano il destino di noi mortali. Siamo qui per un breve soggiorno, a quale scopo ci sfugge, sebbene ogni tanto abbiamo la sensazione che vi sia un senso. Ma non è necessaria una particolare riflessione per accorgerci che ognuno di noi esiste in relazione agli altri, innanzitutto per quelli il cui sorriso e benessere è così importante per la nostra felicità; e poi per i tanti sconosciuti ai quali siamo legati da necessità solidali... ...Cento volte al giorno mi capita di pensare che la mia vita, quella interiore e quella pubblica, dipende dal lavoro di altre persone, vive e scomparse e mi dico che devo impegnarmi a restituire come e quanto ho ricevuto e ancora ricevo..." "...Penso a quel pessimo prodotto dell'umanità vista come branco che è il sistema militare, un sistema che io aborro. Che un uomo possa marciare al suono di una banda è per me già sufficiente a disprezzarlo. Ha ricevuto un grande cervello per errore: una spina dorsale sarebbe già bastevole allo scopo. Questa piaga della civilizzazione andrebbe eliminata con sollecitudine. L'eroismo ubbidendo ad ordini, la violenza irrazionale e quell'orribile non senso che passa sotto il nome di patriottismo: come odio tutto questo!.." "...Se devo pensare a quella che è la crisi dei nostri tempi penso che sia rappresentata dalla relazione tra il singolo individuo e la società. L'individuo è diventato sempre più cosciente della sua dipendenza dalla società nel suo complesso, ma non sente questa dipendenza come un sistema positivo, come una forza protettiva: la vede, piuttosto, come una minaccia ai suoi diritti e anche alla sua sopravvivenza economica. Inoltre la condizione individuale è oggi tale che le tendenze egoistiche sono accentuate, mentre quelle socializzanti, che per natura sono meno intense, si deteriorano progressivamente..." "...e' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio..." "La meccanica quantistica ha indubbiamente successo. Ma qualcosa dentro di me mi dice che non è la strada giusta per avvicinarmi ai segreti del Grande Uno. Io, in ogni modo, sono convinto che Lui non gioca a dadi..." "...la fantasia è più importante del sapere.. "...la mia religione consiste nell'ammirazione per quello sconfinato spirito superiore che si rivela nei minuti particolari che noi siamo in grado di interpretare con la nostra fragile e debole mente..." "....La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti..." ---------------------------------------------------------------------------------ALBERT EINSTEIN, Perchè la guerra? / Sigmud Freud ; Albert Einstein - Torino: Bollati Boringhieri, 1997. - AFORISMI CONTRO LA GUERRA Le madri e i padri detestano la guerra. Giovanni XXIII, Motti e detti di Papa Giovanni L'umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all'umanità. John Fitzgerald Kennedy, Discorso all'ONU, 1961 (Frasi storiche) Una delle più orribili caratteristiche della guerra è che la propaganda bellica, tutte le vociferazioni, le menzogne, l'odio provengono inevitabilmente da coloro che non combattono. George Orwell, Omaggio alla Catalogna, 1938 La guerra è un rozzo e violento mestiere. Friedrich Schiller, I Piccolomini, 1798 Maledire la guerra come assassinio e poi pretendere dagli uomini che essi facciano la guerra e in guerra uccidano e si lascino uccidere, affinché "non vi sia mai più una guerra" è un inganno manifesto. Carl Schmitt, Le categorie del politico, 1972 Ninna nanna, pija sonno / ché se dormi nun vedrai / tante infamie e tanti guai / che succedeno ner monno / fra le spade e li fucilli / de li popoli civilli... Trilussa, La ninna-nanna de la guerra, in Da la guerra a la pace, 1914-1919 Se non poniamo fine alla guerra, la guerra porrà fine a noi. Herbert George Wells, La vita futura, 1936 Finché la guerra sarà considerata una cosa malvagia, conserverà il suo fascino. Quando sarà considerata volgare, cesserà di essere popolare. Oscar Wilde, Il critico come artista, 1889 Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra Il 10 settembre 2001 per me, e son certo non solo per me, fu un giorno di questo tipo: un giorno di cui non ricordo assolutamente nulla. So che ero ad Orsigna, l’estate era finita, la famiglia s’era di nuovo sbrancata in tutte le direzioni ed io probabilmente preparavo vestiti e carte per tornare in India a svernare. Pensavo di partire dopo il mio compleanno, ma non contavo i giorni e quel 10 settembre 2001 passò senza che me ne accorgessi, come non fosse nemmeno stato nel calendario. Peccato. Perché per me, per tutti noi – anche per quelli che ancora oggi si rifiutano di crederlo -, quel giorno fu particolarissimo, uno di cui avremmo dovuto, coscientemente, gustare ogni momento. Fu l’ultimo della nostra vita di prima: prima dell’11 settembre, delle Torri Gemelle, della nuova barbarie, della limitazione delle nostre libertà, prima della grande intolleranza, della guerra tecnologica, dei massacri di prigionieri e di civili innocenti, prima della grande ipocrisia, del conformismo, dell’indifferenza o, peggio ancora, della rabbia meschina e dell’orgoglio malriposto; l’ultimo giorno prima che la nostra fantasia in volo verso più amore, più fratellanza, più spirito, più gioia venisse dirottata verso più odio, più discriminazione, più materia, più dolore. Lo so: apparentemente poco o nulla è cambiato nella nostra vita. La sveglia suona alla stessa ora, si fa lo stesso lavoro, nello scompartimento del treno squillano sempre i telefonini ed i giornali continuano ad uscire ogni giorno con la loro dose di mezze bugie e mezze verità. Ma è un’illusione, l’illusione di quel momento di silenzio che c’è fra il vedere una grande esplosione in lontananza ed il sentirne poi il botto. L’esplosione c’è stata: enorme, spaventosa. Il botto ci raggiungerà, ci assorderà. Potrebbe anche spazzarci via. Meglio prepararsi in tempo, riflettere prima che si debba correre, anche solo figurativamente, a cercare di salvare i bambini o a prendere qualche ultima cosa da mettere in borsa. Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare noi. Innanzitutto non facendo più finta che tutto è come prima, che possiamo continuare a vivere vigliaccamente una vita normale. Con quel che sta succedendo nel mondo la nostra vita non può, non deve, essere nonnale. Di questa normalità dovremmo avere vergogna. *** Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra Il mondo non è più quello che conoscevamo, le nostre vite sono definitivamente cambiate. Forse questa è l’occasione per pensare diversamente da come abbiamo fatto finora, l’occasione per reinventarci il futuro e non rifase il cammino che ci ha portato all’oggi e potrebbe domani portarci al nulla. Mai come ora la sopravvivenza dell’umanità è stata in gioco. Non c’è niente di più pericoloso in una guerra – e noi ci stiamo entrando – che sottovalutare il proprio avversario, ignorare la sua logica e, tanto per negargli ogni possibile ragione, definirlo un «pazzo». *** Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra Per Bin Laden e la sua gente quello delle armi non è un mestiere, è una missione che ha radici nella fede acquisita nell’ottusità delle scuole coraniche, ma soprattutto nel profondo senso di scacco e di impotenza, nell’umiliazione di una civiltà – quella musulmana – un tempo grande e temuta, che si vede ora sempre più marginalizzata e offesa dallo strapotere e dall’arroganza dell’Occidente. *** Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra Mi piace essere in un corpo che ormai invecchia. Posso guardare le montagne senza il desiderio di scalarle. Quand’ero giovane le avrei volute conquistare. Ora posso lasciarmi conquistare da loro. Le montagne, come il mare, ricordano una misura di grandezza dalla quale l’uomo si sente ispirato, sollevato. Quella stessa grandezza è anche in ognuno di noi, ma lì ci è difficile riconoscerla. Per questo siamo attratti dalle montagne. Per questo, attraverso i secoli, tantissimi uomini e donne sono venuti quassù nell’Himalaya, sperando di trovare in queste altezze le risposte che sfuggivano loro restando nelle pianure. Continuano a venire. *** Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra A volte mi chiedo se il senso di frustrazione, d’impotenza che molti, specie fra i giovani, hanno dinanzi al mondo moderno è dovuto al fatto che esso appare loro così complicato, così difficile da capire che la sola reazione possibile è crederlo il mondo di qualcun altro: un mondo in cui non si può mettere le mani, un mondo che non si può cambiare. Ma non è così: il mondo è di tutti. *** Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra Vogliamo eliminare le armi? Bene: non perdiamoci a discutere sul fatto che chiudere le fabbriche di fucili, di munizioni, di mine anti-uomo o di bombe atomiche creerà dei disoccupati. Prima risolviamo la questione morale. Quella economica l’affronteremo dopo. O vogliamo, prima ancora di provare, arrenderci al fatto che l’economia determina tutto, che ci interessa solo quel che ci è utile? «In tutta la storia ci sono sempre state delle guerre. Per cui continueranno ad esserci», si dice. «Ma perché ripetere la vecchia storia? Perché non cercare di cominciarne una nuova?» rispose Gandhi a chi gli faceva questa solita, banale obiezione. *** Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra ANARCOPEDIA: CONTRO LA GUERRA http://ita.anarchopedia.org/Citazioni_sulla_guerra Si crede di morire per la patria, e si muore per i capitalisti. (su un muro al confine franco-tedesco, Prima guerra mondiale) Guerra significa obbedienza cieca, sconsiderata stupidità, brutale insensibilità, sfrenata distruzione, e irresponsabile massacro. (Alexander Berkman) Questi assassini, questi ladri, si fanno un nome. Raggiungono i gradi più alti, diventano senatori, vengono coperti di decorazioni, e qualcuno arriva perfino ad avere un monumento. Sono “eroi della guerra”. Senza la guerra non salirebbero. Senza la guerra rimarrebbero ignoti. Se uccidessero e rubassero fuori dal mondo guerresco sarebbero ritenuti assassini feroci e ladri volgari. (Camillo Berneri) Ho speso 33 anni nei Marines, la maggior parte del mio tempo facendo l'impiegato di alta classe per grandi affari, per Wall Street e banchieri. In breve, ero un malvivente per il capitalismo. (Smedley Butler, U.S. Marine Corps) La guerra è un racket. Lo è sempre stata. È possibilmente la più vecchia, più facilmente redditizia, certamente la più cruenta. È l'unico scopo internazionale. Ed è l'unica in cui i profitti sono stimati in dollari e perdite di vite. (Smedley Butler, U.S. Marine Corps) Se i miei soldati cominciassero a pensare, nessuno rimarrebbe nelle mie file. (Federico II di Prussia) Ovviamente, la gente non vuole la guerra. Perché mai un contadino pezzente dovrebbe rischiare la vita in guerra quando il massimo che ne può ottenere è tornare alla sua fattoria tutto intero. La gente comune non vuole la guerra; né in Russia, né in Inghilterra, né in America, e per quello neanche in Germania. Questo è ben chiaro. Ma, dopo tutto, sono i capi della nazione a determinarne la politica, ed è sempre piuttosto semplice trascinare la gente dove si vuole, sia all'interno di una democrazia, che in una dittatura fascista o in un parlamento o in una dittatura comunista. ... La gente può sempre essere condotta a ubbidire ai capi. È facile. Si deve solo dirgli che sono attaccati e accusare i pacifisti di mancanza di patriottismo e di esporre il Paese al pericolo. Funziona allo stesso modo in qualunque Paese. (Hermann Goering, dai verbali del processo di Norimberga) ... a colui che osserva lo svolgimento delle epoche storiche la guerra si presenta come un'attività degli stati che è propria della loro essenza. (Bertrand de Jouvenel, On Power) Scioperate contro la guerra, perché senza di voi nessuna battaglia può essere combattuta! Scioperate contro le granate, i gas, le bombe e tutti gli altri oggetti di morte! Scioperate contro i preparativi di morte e distruzione di milioni di esseri umani! Non siate stupidi ed obbedienti schiavi di un esercito distruttivo! Siate gli eroi di un esercito costruttivo! (Helen Keller) La caserma è la stalla del gregge patriottico. Esce da lì un bestiame che è pronto a formare il gregge elettorale." (A. Libertad) L'esercito è una scuola, soprattutto. E' questo il suo compito di tutti i giorni: educare, persuadere, plasmare, convincere, abituare. Abituare a sopportare i soprusi, ad obbedire senza discutere, ad accettare le umiliazioni sol che provengano da uno che sulla manica della giacca ha un pezzo di stoffa in più." (Agostino Manni) Nessun povero bastardo ha mai vinto una guerra morendo per il proprio paese. L'ha vinta, facendo sì che altri bastardi morissero per il loro paese. (George S. Patton, U.S. Army) I poveri vanno alla guerra, a combattere e morire per i capricci, le ricchezze e il superfluo di altri. (Plutarco) Non è una strana cecità da parte nostra insegnare pubblicamente le tecniche di guerra e premiare con medaglie quelli che risultano essere gli assassini più abili? (Marchese de Sade) Tutti i governi, con una sfacciataggine sorprendente, hanno sempre affermato e affermano che i preparativi militari e le guerre stesse sono necessarie per mantenere la pace." (Lev Tolstoj) La guerra è un massacro fra uomini che non si conoscono a vantaggio di uomini che si conoscono ma eviteranno di massacrarsi reciprocamente. (Paul Valéry) Una grande guerra lascia il Paese con tre eserciti: un esercito di mutilati, un esercito di lutti e un esercito di ladri. (proverbio tedesco) Considero la parola guerra un anacronismo (Augusto Masetti) La rivoluzione è una grande distruttrice di uomini e di caratteri. Consuma i valorosi e annienta i meno forti. (Lev Tolstoj) Non solo i vivi sono uccisi in guerra. (Isaac Asimov) Occorre buttare di sella l'eroe guerresco, rompendo i cartelloni della storiografia convenzionale. Questi assassini, questi ladri, si fanno un nome. Raggiungono i gradi più alti, diventano senatori, vengono coperti di decorazioni, e qualcuno arriva perfino ad avere un monumento. Sono "eroi della guerra". Senza la guerra non salirebbero. Senza la guerra rimarrebbero ignoti. Se uccidessero e rubassero fuori dal mondo guerresco sarebbero ritenuti assassini feroci e ladri volgari. (Camillo Berneri) Mentire: attività che si svolge copiosamente prima delle elezioni, durante la guerra e dopo la caccia. (Otto von Bismarck) Nel momento in cui si dichiara la guerra [...] le masse [...] si convincono che loro l'hanno desiderata. Allora le masse, con l'eccezione di pochi scontenti, iniziano ad essere soggette ad un regime, forzate, disarticolate in tutta la loro vita e convertite in una fabbrica solida di distruzione [...] Una sensazione di gran ringiovanimento invade le classi significative della società, un nuovo sentire la loro importanza nel mondo [...] L'opinione pubblica [...] si converte in un blocco solido [...] La guerra è la salute dello stato. Automaticamente pone in movimento, attraverso la società, quelle forze irresistibili di uniformità, di cooperazione appassionata col governo per esercitare coercizione sui gruppi minoritari e sugli individui che sono carenti di questo ampio senso del gregge... (Randolph Bourne) La guerra è la condizione salutare dello Stato. Essa attiva in maniera automatica in tutta la società quelle forze irresistibili a vantaggio del conformismo, del cooperare appassionatamente con il governo al fine costringere all'obbedienza i gruppi minoritari e gli individui a cui manca il senso del branco. (Randolph Bourne, The State) Il disordine ha già salvato la vita a migliaia di individui. In guerra basta spesso la più piccola deviazione da un ordine per portare in salvo la pelle. (Bertolt Brecht, Dialoghi di profughi) Da un importante studio effettuato in tempo di guerra è emerso chiaramente che, per ottenere i migliori risultati, alle persone con un basso livello educativo, va presentata solo una versione di un fatto o di un argomento. Una presentazione bipartisan invece, influenza in maniera molto più efficace le persone con un livello culturale più alto e, in generale, chi inizialmente aveva assunto riguardo a quel particolare punto di vista una posizione contraria. (Alex Carey) Partimmo in mille per la stessa guerra / questo ricordo non vi consoli / quando si muore, si muore soli. (Fabrizio De André, Il testamento) Nessuna guerra di qualunque nazione, in ogni era, è stata dichiarata dal popolo. (Eugene V. Debs) Io odio la guerra come può odiarla solo un soldato che l'ha vissuta, come uno che ha visto la sua brutalità, la sua inutilità, la sua stupidità. (Dwight D. Eisenhower) Lo Stato in guerra si permette tutte le ingiustizie, tutte le violenze, la più piccola delle quali basterebbe a disonorare l'individuo. Esso ha fatto ricorso, nei confronti del nemico, non solo a quel tanto di astuzia permessa, ma anche alla menzogna cosciente e voluta, e questo in una misura che va al di là di tutto ciò che si era visto nelle guerre precedenti. Lo Stato impone ai cittadini il massimo di obbedienza e di sacrificio, ma li tratta da sottomessi, nascondendo loro la verità e sottomettendo tutte le comunicazioni e tutti i modi di espressione delle opinioni ad una censura che rende la gente, già intellettualmente depressa, incapace di resistere ad una situazione sfavorevole o ad una cattiva notizia. Si distacca da tutti i trattati e da tutte le convenzioni che lo legano agli altri stati, ammette senza timore la propria rapacità e la propria sete di potenza, che l'individuo è costretto ad approvare e a sanzionare per patriottismo. (Sigmund Freud) Solo i morti hanno visto la fine della guerra. (Platone) La guerra va bene per gli ufficiali militari, per gli ambiziosi, per gli aggiotatori... per il potere esecutivo... Questa decisione scioglie da ogni altra preoccupazione, non si deve più nulla al popolo, quando gli si dà la guerra. (Maximilien de Robespierre) La nostra politica è quella di fomentare le guerre, ma dirigendo Conferenze di Pace, in modo che nessuna delle parti in conflitto possa ottenere guadagni territoriali. Le guerre devono essere dirette in modo tale che le Nazioni, coinvolte in entrambi gli schieramenti, sprofondino sempre di più nel loro debito e, quindi, sempre di più sotto il nostro potere. (Mayer Amschel Rothschild) Mostratemi un posto dove l'uomo si assassina in massa, apertamente, vi mostrerò un governo alla testa della carneficina. (A. Bellegarigue) Aforismi contro la guerra. (da "Umanità Nova" n. 34 del 20 ottobre 2002) a cura di Sandra K. "I bambini giocano a fare i soldati. Ma perché i soldati giocano a fare i bambini?" (K. Kraus) "...La violenza legale, ufficiale, disciplinata all'arbitrio di un'autorità, l'assassinio collettivo irragionevole che compiono le file di soldatini automaticamente all'echeggiare di un breve comando, questa violenza che i lupi e le iene non hanno, ci fa schifo e ribrezzo." (A. Bordiga) "Quando lo Stato si prepara ad assassinare, si fa chiamare patria." (F. Durrematt) "Guerra alla guerra con la guerra." (R. Alberti) "In regime capitalista, e soprattutto nella sua fase imperialista, le guerre sono inevitabili. Oggi, la propaganda per la pace, se non si accompagna all'appello all'azione rivoluzionaria delle masse, può soltanto seminare illusioni." (V. Lenin) "Io sono nel mio nemico e il mio nemico è in me." (R. Vaneigem) "La guerra puzza di cadavere, ma questo non implica che la pace odori di gelsomino. I periodi tra guerra e guerra esalano un lezzo più sottile e profondo, che a un naso sensibile e addestrato non sfugge." (Savinio) "Soltanto attraverso la diserzione esiste qualche speranza di abbattere i fondamenti di quell'etica di Stato così sospetta ai nostri occhi." (G. Grass) "La rivolta non sarà dunque la rottura d'un sistema pacifico di leggi per una causa qualunque, ma sarà il rovescio d'una guerra che il governo non cessa di condurre." (M. Foucault) "L'esercito è la manifestazione più chiara, più tangibile e più solidamente collegata alle origini che lo Stato possa avere." (G. Sorel) "Chi prepara la guerra è sempre uno dei propagandisti più accesi della pace." (A. M. Bonanno) "Se volete restare uomini, non siate soldati; se non sapete digerire le umiliazioni non indossate l'uniforme." (J Grave) "La cosa più tremenda ch'io conosca è la sottomissione, la sudditanza oppure il desiderio di sottomettersi incondizionatamente, questo fare come gli altri, correre con gli altri, cantare con gli altri, marciare con gli altri e piombare per di più in un penoso stato di euforia." (H. Boll) "Attraverso il terrore, nella lacerazione della questione sociale, si mostra l'aspetto totalizzante del Capitale." (B. Rosenthal) "Chi dice «Stato» dice necessariamente «Guerra»." (P. Kropotkin) "C'era solo una maniera di far fronte alla crisi ed al malcontento: la cortina fumogena a cui son soliti ricorrere gli Stati totalitari quando la situazione interna diventa minacciosa o, in altre parole, la guerra." (V. Garcia) "La bandiera nazionale copre ogni ingiustizia, inumanità, menzogna, oltraggio, delitto." (R. Rocker) "Occorre buttare di sella l'Eroe guerresco, rompendo i cartelloni della storiografia convenzionale." (C. Berneri) "Mostratemi un posto dove l'uomo si assassina in massa, apertamente, vi mostrerò un governo alla testa della carneficina." (A. Bellegarigue) "Il terrore di Stato è un crimine accecante che pretende di distruggere altri crimini." (Montesquieu) PACE La felicità e la pace del cuore nascono dalla coscienza di fare ciò che riteniamo giusto e doveroso, non dal fare ciò che gli altri dicono e fanno. „Mahatma Gandhi“ La pace non può regnare tra gli uomini se prima non regna nel cuore di ciascuno di loro. „Karol WojtylaKarol Wojtyla “ La poesia è un atto di pace. La pace costituisce il poeta come la farina il pane. „Pablo NerudaPablo Neruda “ La pace è più importante di ogni giustizia; e la pace non fu fatta per amore della giustizia, ma la giustizia per amor della pace. „Martin LuteroMartin Lutero “ Apprezza ciò che sei perché tu sei amore, quell'amore che cerchi in ogni cosa e in ogni dove. Accogli ciò che tu sei perché tu sei ciò che cerchi di essere, ciò che tu vuoi essere, tu sei la vita che crea la tua vita. Accetta te stesso, amore del tuo amore, perché tu sei ciò che hai tanto bisogno di essere. Sorridi all'amore che tu emani perché tu sei quell'amore che cerchi in ogni luogo, pace dei tuoi sensi. „Paulo CoelhoPaulo Coelho “ Pace in casa, pace nel mondo. „Mustafa Kemal AtatürkMustafa Kemal Atatürk Condividi questa frase “ La pace vera nasce dalla comprensione reciproca, dal rispetto, dalla fiducia. I problemi della società umana dovrebbero essere risolti in modo umano, e la nonviolenza fornisce un approccio adeguato. „Tenzin GyatsoTenzin Gyatso “ La pace durerà cent'anni, ma dobbiamo esser pronti a entrare in guerra domani. „Josip Broz TitoJosip Broz Tito “ Per avere una vera pace, bisogna darle un'anima. Anima della pace è l'amore. „Papa Paolo VIPapa Paolo VI “ Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono. „Karol WojtylaKarol Wojtyla “ La migliore costituzione per qualsivoglia potere, si comprende facilmente a partire dal fine dello stato civile: che non è niente altro che la pace e la sicurezza della vita.„Baruch Spinoza “ C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso... Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non convenzionale... „Into the wild Christopher McCandless, dal film Into the wild “ Siate sempre in guerra con i vostri vizi, in pace con i vostri vicini, e fate sì che ogni anno vi scopra persone migliori. „ Benjamin Franklin “ La grande pace si trova nelle piccole faccende. „Geoffrey ChaucerGeoffrey Chaucer “ La vera felicità è la pace con se stessi. E per averla non bisogna tradire la propria natura. „Mario Monicelli “ Non parlare mai di pace e di amore: un Uomo ci ha provato e lo hanno crocefisso. „Jim MorrisonJim “ L'assenza di paura non significa arroganza o aggressività. Quest'ultima è in sé stessa un segno di paura. L'assenza di paura presuppone la calma e la pace dell'anima. Per essa è necessario avere una viva fede in Dio. „Gandhi “ L'Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire. „Sandro Pertini “ La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d'animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia. „Baruch Spinoza “ La pace non è il lavoro di un uomo solo, di un partito, di una Nazione. Non c'è una pace delle nazioni grandi o piccole, la pace è il frutto della cooperazione di tutto il mondo. „Barack Obama “ “ Non si può separare la pace dalla libertà perché nessuno può essere in pace senza avere libertà. „Malcolm X “ L'uomo guerriero in tempo di pace combatte sé stesso. „Giulio Cesare “ Non si troverà mai la pace interiore fino a quando non si imparerà ad ascoltare il cuore. „George Michael “ "Adda tene' pacienza pure int'a casa soia", doveva avere pazienza pure a casa sua. È bella la pacienza in napoletano perché mette un po' della parola pace dentro la pazienza. „Erri De Luca “ Devo molto | a quelli che non amo. | Il sollievo con cui accetto | che siano più vicini a un altro. | La gioia di non essere io | il lupo dei loro agnelli. | Mi sento in pace con loro | e in libertà con loro, | e questo l'amore non può darlo, | né riesce a toglierlo. „Wislawa Szymborska “ Nel quartiere borghese c'è la pace di cui ognuno dentro si contenta, anche vilmente, e di cui vorrebbe piena di ogni sera l'esistenza. „Pier Paolo Pasolini “ “ Questi i risultati della pace e della libertà: lavorare e costruire per il bene degli uomini, di tutti gli uomini; non uccidere, distruggere e conquistare con la forza delle armi, ma vivere con il lavoro per la fratellanza e l'aiuto reciproci„ Mario Rigoni Stern “L'amore che tranquillizza il cuore in pace piena, regalami. „Rabindranath Tagore “ Come si può considerare superato il "flower power"? L'essenza delle mie canzoni è il desiderio di pace e armonia. È tutto quello che nessuno ha mai voluto. Come potrebbe diventare obsoleto? „Robert Plant “ Non serve a niente scacciare i nostri demoni: essi fanno parte di noi; dobbiamo accettarli e vivere in pace con essi. „David Herbert Lawrence “ Il più grande distruttore di pace nel mondo è l'aborto. Se una madre può uccidere il proprio figlio nella culla del suo grembo, chi potrà fermare me e te dall'ucciderci reciprocamente? „Madre Teresa “ Matrimonio = guerra e necessità; vita da single = pace e prosperità. „Arthur Schopenhauer “ La pace ha le sue vittorie, non meno celebri di quelle della guerra. „John Milton “ La pace deve essere ben più dell'assenza di guerra. „Helmut Kohl “ La pace è più preziosa di qualsiasi pezzo di terra. „Anwar al- Sadat “ Creatura quanto mai strana è l'uomo: insaziabile, sempre inappagato, irrequieto, mai in pace con Dio o con se stesso, di giorno tende senza posa a inutili mete, di notte si abbandona a un'orgia di desideri proibiti e malvagi. „Jack LondonJack London Condividi questa frase “ Quelli che sono in grado di vincere una guerra possono raramente realizzare una pace conveniente, e quelli che possono realizzare una buona pace non hanno mai vinto una guerra. „Winston Churchill “ La pace governa il giorno, dove la ragione governa la mente. „Wilkie Collins “ Che Dio vi renda in amore tutto l'amore che avete donato o tutta la gioia e la pace che avete seminato attorno a voi, da un capo all'altro del mondo. „Madre Teresa di Calcutta “ Nessun trionfo di pace è più esaltante di un trionfo di guerra. „Theodore Roosevelt “ La Pace è il fiore profumato che nasce dal puro amore. „Sathya Sai Baba “ Gli Stati che aderiscono al presente Trattato riaffermano la loro fede negli scopi e nei principi dello Statuto delle Nazioni Unite e il loro desiderio di vivere in pace con tutti i popoli e con tutti i governi. Si dicono determinati a salvaguardare la libertà dei loro popoli, il loro comune retaggio e la loro civiltà, fondati sui principi della democrazia, sulle libertà individuali e sulla preminenza del diritto. Aspirano a promuovere il benessere e la stabilità nella regione dell'Atlantico settentrionale. Sono decisi a unire i loro sforzi in una difesa collettiva e per la salvaguardia della pace e della sicurezza. „La NATO “ Non è una colpa desiderare un attimo di pace almeno al tramonto della vita. „John Le Carré “ La pace universale sarebbe un beneficio immenso, ma mi sembra che il mezzo da voi proposto (per ottenerla) sarebbe illusorio. Il filantropo deve indicare il fine e i mezzi che presentano le minori difficoltà per arrivarvi, e benché il fine sia eccellente, se lo si vuol raggiungere direttamente si corrono i pericoli più gravi. Per traversare una montagna che ci separa da una fertile pianura, bisogna fare lunghi giri per evitare i precipizi di cui il più sovente è seminato il cammino. „Camillo Benso conte di Cavour “ Non c'è mai stata una guerra buona o una pace cattiva. „Benjamin Franklin “ La pace è il preludio dell'eterno gaudio. „Padre Pio “ Dolce Paura e timido Diletto, | dolce Ire e dolce Pace insieme vanno; | le Lacrime si lavon tutto il petto | e 'l fiumicello amaro vrescer fanno; |Pallore smorto e paventoso Affetto | con Magrezza si duole e con Affanno; | vigil Sospetto ogni sentiero spia, | Letizia balla in mezzo della via. „Angelo Poliziano “ Non ci può essere una vera pace fino a quando permangono in molte parti del mondo crisi acute che minacciano di allargarsi, coinvolgendo nuovi paesi, e che d'altro canto esasperano il sempre difficile confronto fra Est e Ovest. „Bettino Craxi “ Oggi la pace è poco più che una convenienza politica: non è certo un sistema di pensiero e un modo di sentire veramente diffusi. „Alessandro Baricco “ E' segno di maggior gloria uccidere le guerre con la parola anziché gli uomini con le armi, e conquistare la pace con la pace, non con la guerra. „Sant'Agostino “ In definitiva, la pace si riduce al rispetto dei diritti inviolabili dell'uomo opera di giustizia è la pace mentre la guerra nasce dalla violazione di questi diritti. „Karol Wojtyla “ Il villaggio di un uomo è la pace della mente. „Anwar al- Sadat “ L'Organizzazione delle Nazioni Unite è stata progettata allo scopo di rendere possibili a tutti i suoi membri una pace e un'indipendenza durevoli. „Harry Truman “ La pace corrompe non meno | di quanto la guerra distrugge. „John Milton “ È l'idea della pace eterna che ci toglie la pace. „Roberto Gervaso “ La guerra non deve essere considerata fino a che ogni azione di pace non sia fallita. „William McKinley “ La pace sarà mantenuta da popoli che vivranno a modo loro senza alcuna ambizione. „Winston Churchill “ La pace e la tolleranza sono le nostre politiche migliori, vorrei tanto che ci fosse permesso perseguirle. „Thomas Jefferson “ La pace si trova dentro se stessi. La violenza provoca sofferenze, la pace si ottiene non pregando, ma si genera all'interno di sé e poi nella propria famiglia. „Tenzin Gyatso “ O beato silenzio che dà tanta pace all'anima. „Teresa di Lisieux “ Guardate come può morire in pace un cristiano. „Joseph Addison “ [Tanto tempo fa, in una galassia lontana, lontana...] C'è grande agitazione nel Senato della Galassia. Molte migliaia di sistemi stellari hanno dichiarato la loro intenzione di staccarsi dalla Repubblica. Il movimento separatista, capeggiato dal misterioso conte Dooku, sta rendendo arduo al limitato numero di Cavalieri Jedi mantenere la pace e l'ordine nella galassia. La senatrice Amidala, ex regina di Naboo, fa ritorno al Senato della Galassia per votare su una questione cruciale: la fondazione di un ESERCITO DELLA REPUBBLICA in appoggio ai Jedi in difficoltà... „ Guerre Stellari - L'attacco dei cloni Dal film Guerre Stellari - L'attacco dei cloni “ L'unica pace solida e durevole tra un uomo e sua moglie è, senza dubbio, una separazione. „Lord Chesterfield “ La pace si ottiene con una potenza di fuoco superiore. „Point Break Roach, dal film Point Break “ I soldati capiscono solo la guerra, la pace li confonde. „Troy Briseide, dal film Troy “ “ Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi. „Pio XIIPio XII Discorso radiofonico del 24 agosto 1939 Da che mondo è mondo perché si fanno le guerre? Per assicurarsi la pace. È raro che si faccia una guerra per arrivare alla guerra. [...] Se per assicurarsi la pace occorre fare la guerra, non sarebbe meglio rinunziare alla pace? Almeno non si farebbero le guerre. No! Perché se non si fanno le guerre che servono ad evitare le guerre, vengono le guerre. [da una conferenza tenuta al Circolo Ufficiali il 16 dicembre 1950] „Achille Campanile “ Di là dal vetro il silenzio, l'immobilità assoluta, la pace. „Giorgio Bassani “ Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo. [Epitaffio] „Maria Montessori “ [Nel 1961] Non riuscivo ad accettare che i neri non godessero di uguali diritti e vedere queste discriminazioni mi ha portato a partecipare ai movimenti di opposizione. Fui picchiato spesso per questo, finendo per ben tre volte, nel corso di un anno, in clinica psichiatrica. Fu durante il terzo ricovero che ebbi l'illuminazione: pensai che dovevo fare la rivoluzione dell'amore. Così presi due decisioni: la prima era che dovevo servire l'umanità facendo il medico, la seconda che dovevo diventare strumento di pace e giustizia. „Patch Adams “ Se si vuole fare la pace con il nemico, si deve lavorare con il proprio nemico. Esso deve poi diventare il vostro partner. „Nelson MandelaNelson Mandela Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi, ma sono mille papaveri rossi. «Lungo le sponde del mio torrente voglio che scendan i lucci argentati, non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente.» Così dicevi ed era d'inverno e come gli altri verso l'inferno te ne vai triste come chi deve il vento ti sputa in faccia la neve. Fermati Piero, fermati adesso lascia che il vento ti passi un po' addosso, dei morti in battaglia ti porti la voce, chi diede la vita ebbe in cambio una croce. Ma tu non lo udisti e il tempo passava con le stagioni a passo di giava ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di primavera. E mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore. Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora fino a che tu non lo vedrai esangue, cadere in terra a coprire il suo sangue. «E se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire ma il tempo a me resterà per vedere vedere gli occhi di un uomo che muore.» E mentre gli usi questa premura quello si volta ti vede ha paura ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia. Cadesti a terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che il tempo non ti sarebbe bastato a chieder perdono per ogni peccato. Cadesti a terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato ritorno. «Ninetta mia, crepare di Maggio ci vuole tanto troppo coraggio. Ninetta bella, dritto all'inferno avrei preferito andarci in inverno.» E mentre il grano ti stava a sentire dentro le mani stringevi il fucile, dentro la bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole. Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi. \|/ (@ @) ---o00-(_)-00o-------------- ALDO VINCENT [email protected] I MIEI LIBRI LI TROVATE ANCHE QUI: http://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss?__mk_it_IT=%C3%85M %C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&fieldkeywords=aldo+vincent http://www.amazon.it/s/ref=sr_pg_2?rh=i%3Aaps%2Ck %3Aaldo+vincent&page=2&keywords=aldo+vincent&ie=UTF8&qid=14049966 39 http://www.amazon.it/s/ref=sr_pg_3?rh=i%3Aaps%2Ck %3Aaldo+vincent&page=3&keywords=aldo+vincent&ie=UTF8&qid=14049971 54