Patata - Tec.bio

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Patata - Tec.bio
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Patata
Le temperature ottimali per la coltivazione della patata sono 14-16° C in fase di germogliazione e 18-20°C in fioritura e
maturazione; oltre i 30°C viene impedito l’accumulo di carboidrati nel tubero con riduzione del peso specifico e
temperature inferiori a 2°C pregiudicano la sopravvivenza delle piante, sono quindi rischiose semine troppo anticipate e
vanno evitate zone soggette a gelate tardive.Sono preferibili suoli franchi o franco sabbiosi, ad elevata permeabilità. Il pH
ottimale è intorno a 6,0-6,5, ma la coltura si adatta bene anche in terreni sub-alcalini. Sono da evitare i terreni acidi e
quelli soggetti a ristagni idrici.
Criteri per la scelta varietale
Nel caso della selezione varietale, i caratteri oggetto di selezione sono: velocità di sviluppo iniziale della pianta, capacità
di copertura del terreno, sensibilità alla Peronospora ed Alternariosi, epoca di maturazione, produzione totale e
commerciale,qualità culinaria ed organolettica dei tuberi, conservabilità.
Collegamenti: liste varietali per l’Emilia-Romagna 2007
Rotazioni orticole
Evitare la monosucessione e la successione con altre solanacee. Le rotazioni sono importanti in quanto aiutano a
contenere le infestanti, abbassano la pressione di elateridi e ritardano l’infestazione della prima generazione di dorifora.
La patata non dovrebbe tornare sullo stesso terreno prima di quattro anni. Buoni risultati in rotazione con cereali, proteooleaginose e medica, con cucurbitacee, leguminose, cavoli e cipolla, e con colture da sovescio a semina autunno
primaverile.
Controllo delle infestanti
Nei confronti della flora infestante la patata presenta una capacità di competizione piuttosto limitata e quindi il controllo
delle malerbe deve essere accurato e puntuale durante l’intero ciclo vegeto-produttivo della coltura.
In fase di pre-impianto lo sviluppo delle infestanti può essere contenuto con mezzi fisici (pirodiserbo) o, in assenza di
solchi, con mezzi meccanici quali erpici strigliatori, a telai snodati su cui sono fissati “denti” flessibili o molleggiati, che
frantumano la crosta del terreno e divelgono le malerbe nelle prime fasi di sviluppo.
Dopo le semine il controllo viene effettuato prevalentemente attraverso operazioni di rincalzatura, o sarchiatura. La
rincalzatura viene solitamente eseguita in due interventi; il primo, effettuato in prossimità dell’emergenza, ostacola la
crescita delle malerbe, mentre il secondo che consente di apportare terra sulla prosa di coltivazione, ha effetti positivi
sulla crescita dei tuberi, proteggendoli anche dall’“inverdimento” e facilitando le operazioni di raccolta.Le sarchiatrici
sono attrezzature polivalenti che grazie ad utensili dotati di movimento vibratorio o rotatorio (zappe, denti, lame, ecc.)
garantiscono un buon affinamento del terreno ed un buon contenimento delle infestanti (i migliori risultati si ottengono
con erbe nelle prime fasi di crescita, con apparati radicali ancora poco sviluppati e superficiali). Effettuano il controllo
delle malerbe nell’interfila ma se corredate di dischi a dita rotanti inclinate, possono essere utilizzate anche per
l’eliminazione delle infestanti sugli arginelli.
Una razionale rotazione colturale è indispensabile per contenere lo sviluppo di infestanti, evitare “stanchezza” del terreno
e limitare le problematiche sanitarie e gli attacchi di fitofagi.
Tecnica d’impianto
La patata presenta un apparato radicale piuttosto superficiale per tanto sono sufficienti lavorazioni che non superano i
25-30 cm di profondità. Se il terreno presenta ristagno è consigliata una ripuntatura a profondità superiori, per
permettere un buon drenaggio dell'acqua, i ristagni per un periodo di 24-30 ore portano alla morte delle piante.
La distanza tra le file varia normalmente fra 70-80 cm ed i tuberi sono posti sulla fila a 20-30 cm. In Emilia Romagna la
data di semina si colloca nella prima decade di marzo, vanno evitate aree soggette a gelate tardive.
Fertilizzazione
Questa coltura è particolarmente esigente per quanto riguarda la nutrizione, migliorare il contenuto di sostanza organica
del terreno con apporti di letame o compost e con sovesci. Possono essere inoltre utilizzati concimi previsti dal Reg. Ce
2092/91, solitamente distribuiti ed interrati nella fase di pre-impianto.
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via Marconi 71 40122 Bologna tel:0514211342 – www.tecpuntobio.it
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------L’elemento che influisce maggiormente sulle rese e sulla qualità della produzione è l’azoto. Esso facilita lo sviluppo della
coltura, aumentando la superficie fogliare e ritardando, insieme al potassio, la senescenza delle foglie; favorisce inoltre lo
sviluppo di tuberi grossi. Somministrazioni eccessive possono causare ritardi nell’epoca di raccolta, aumentare la
suscettibilità nei confronti di malattie crittogamiche e portare alla formazione di tuberi deformati.
Irrigazione
La patata è specie sensibile agli stress di tipo idrico; il momento più delicato per le somministrazioni irrigue si colloca nel
periodo compreso tra 3 settimane prima e 3 settimane dopo la fioritura, nelle fasi di formazione ed ingrossamento tuberi.
Gli apparati radicali piuttosto superficiali suggeriscono l’adozione di turni irrigui frequenti con limitati volumi d’acqua;
irrigazioni eccessive o tardivamente eseguite possono predisporre le piante a marciumi ed aumentare considerevolmente
il rischio di attacchi di elateridi
Raccolta
L’esito della raccolta è influenzato direttamente dalle condizioni idriche del terreno.
Suoli troppo asciutti, al momento dello scavo, possono portare ad una elevata incidenza di tuberi lesionati a causa del
contatto con le zolle, con evidenti problemi in fase di conservazione, mentre umidità eccessive rendono difficile la
separazione dei tuberi dalla terra.
Al momento dello scavo i tuberi devono essere ben maturi e presentare buccia ben formata e resistente alla pressione
delle dita.
Difesa fitosanitario della patata
Afide delle cucurbitacee: Aphis gossypii
Caratteristiche: Oltre alle cucurbitacee attacca patata e melanzana. Determina un accartocciamento fogliare e dei
germogli con conseguenze negative sullo sviluppo delle piante e dei frutti. Provoca la trasmissione di gravi cirosi (CMV,
WMV, ZYMV).
Solitamente a partire da fine giugno-inizio luglio, la presenza di predatori naturali molto efficaci come le coccinelle evitano
l'uso di prodotti aficidi.
Prevenzione: Utilizzare varietà resistenti, evitare abbondanti concimazioni azotate, favorire l'attività degli insetti utili
tutelando la vegetazione su cui possono essere presenti, la copertura con tessuto non tessuto ostacola la trasmissione
delle virosi; i trattamenti limitano l'attività degli insetti utili (coccinelle, sirfidi, crisope..).
Difesa fitosanitaria: Uso di varietà tolleranti o copertura con tessuto non tessuto. Alla comparsa dei primi afidi effettuare
un trattamento con piretro, o azadiractina, possibilmente localizzati sui focolai, curando la bagnatura della pagina
inferiore delle foglie.
Afidi: Myzus persicae, Macrosiphum euphorbiae, Aphis gossypii
Caratteristiche: Con le sue punture causano la sottrazione di linfa , ma il danno è quello della trasmissione di virosi.
Prevenzione:
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nutrizione azotata equilibrata;
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mantenimento di aree marginali ricche di vegetazione spontanea per aumentare la popolazione di predatori e
parassitoidi.
Difesa fitosanitaria: Considerato che gli afidi possono essere vettori di gravi virosi, intervenire preventivamente o alla
prima comparsa dei parassiti con azadiractina (anche in fertirrigazione), applicando il prodotto nelle ore fresche e poco
luminose della giornata, acidificare l'acqua e distribuire il prodotto in più applicazioni. In caso di infestazoni, intervenire
con piretro, eventualmente in miscela ad olio bianco.
Alternariosi della patata: Alternaria porri f.sp. solan.
Caratteristiche: Causa tacche necrotiche sulle foglie a contorno ben delimitato, con zonature concentriche, che possono
confluire. I sintomi possono manifestarsi su fusti e piccioli, di rado sui tuberi con zone brune e depresse. Veicolo
d'infezione sono in genere i residui vegetativi infetti dell'anno precedente. Le varietà più sensibili sono in genere quelle
più precoci.
Prevenzione:
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ampie rotazioni colturali;
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impiego di varietà tolleranti e di semi sani;
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distruzione dei residui colturali infetti.
Difesa fitosanitaria: I trattamenti antiperonosporici con sali di rame hanno poca efficacia nei confronti dell'alternariosi.
Dorifora: Leptinotarsa decemlineata
Caratteristiche: Fitofago originario del nord America, in Italia durante la seconda guerra mondiale (1943). Provoca danni
all'apparato fogliare gli adulti e soprattutto le larve, che sono molto voraci.
Sverna come adulto a 20-30 cm di profondità nel terreno, per uscirne quando la temperatura raggiunge circa 14°C.
Compie due o tre generazioni all’anno.
Prevenzione: Il metodo principale di prevenzione è la rotazione colturale, che riduce l'infestazione, in quanto viene a
mancare la fonte di nutrimento degli adulti svernanti e si rende difficoltosa la migrazione degli adulti.
Con una corretta rotazione l’infestazione della prima generazione è ritardata.
Difesa fitosanitaria: Prima di effettuare i trattamenti si deve monitorare la presenza del fitofago, in quanto una limitata
defogliazione non produce cali produttivi; come soglia di intervento si considera una media di 4-6 forme mobili per
pianta.
Alla comparsa delle prime infestazioni si può impiegare il Bacillus thuringiensis var. tenebrionis - EG 2424 7.5, molto
efficace sulle larve di I e II età. Su larve più sviluppate si può impiegare il rotenone, che si è dimostrato molto attivo,
eventualmente in miscela ad olio bianco.
I trattamenti si possono ripetere ogni 6-10 giorni in relazione alle necessità. L’imenottero parassitoide delle ovature di
Dorifora Edovum puttleri utilizzato in Colombia ed in Messico per la lotta biologica non è efficace nei nostri climi.
Nematodi galligeni: Meloidogyne incognita
Caratteristiche: Il Meloidogyne incognita è la specie più diffusa in Emilia-Romagna, nei terreni tendenzialmente sciolti.
Compie nel nord Italia 5 – 7 generazioni all’anno. I sintomi sono costituiti da galle sulle radici, provocate dall’azione
trofica diretta del nematode con formazione di cellule giganti polinucleate
Difesa fitosanitaria:
Mezzi di difesa eco-compatibili
Colture intercalari e sovescio di piante esca nematocide, appartenti principalmente alla famiglia delle Brassicaceae e
caratterizzate da un elevato contenuto di glucosinolati. I glucosinolati sono sostanze presenti nei tessuti di Brassicaceae
opportunamente selezionate, che in presenza di acqua e dell'enzima endogeno mirosinasi, vengono rapidamente
idrolizzati a isotiocianato o nitrile I glucosinolati e la mirosinasi si trovano entrambi nelle cellule vegetali, ma
compartimentalizzati in siti differenti di una stessa cellula e non mostrano alcuna attività fino a quando non si verificano
lesioni ai tessuti vegetali. La penetrazione del nematode nella radice e il sovescio permettono l’innesco della reazione di
idrolisi, con produzione di sostanze ad azione nematocida quali isotiocianato o nitrile.
Piante-trappola (catch crops). Brassicaceae che possiedono elevate quantità di glucosinolati attivi nelle radici. In seguito
alla rottura dei tessuti radicali, provocata dalla penetrazione del nematode, si avvia la reazione di idrolisi, con produzione
di isotiocianato. Il nematode non riesce a completare il proprio ciclo di sviluppo, all’interno della radice, entro il periodo di
coltivazione della specie biocida (8-12 settimane).
Piante ad azione fumigante. Brassicaceae che possiedono glucosinolati ad elevata attività biologica anche nella parte
aerea. In questo caso le colture intercalari si comportano come generatori di isotiocianato o nitrile, alla stessa stregua dei
nematocidi chimici fumiganti. La maggior parte della loro potenzialità si esplica in seguito alla loro trinciatura e
interramento.
L’utilizzo di piante nematocide rappresenta attualmente il mezzo più efficace di contenimento dei nematodi, con effetti
positivi anche sulla struttura del terreno e sulla dotazione di sostanza organica.
Piante-trappola (catch crops): Eruca sativa cv. Nemat, Raphanus sativus cv. Boss e altre selezioni
Piante ad effetto principale biofumigante: Brassica juncea sel. ISCI 99
Epoche di coltivazione
estivo-autunnale, con sovescio a fine autunno
primaverile, con sovescio almeno 7-10 gg prima dell’impianto della coltura principale
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Semina: a file con seminatrice da frumento
Quantità di seme:
Brassica juncea sel. ISCI 99 = 8 kg/ha
Eruca sativa cv. Nemat = 6 kg/ha
Raphanus sativus cv. Boss e altre selezioni = 25 kg/ha
Profondità di semina: < 3 cm
Densità di piante: 200 piante / m2
Il sovescio deve essere effettuato alla piena fioritura, utilizzando macchine operanti in successione a circa un metro di
distanza l’uno dall’altra in particolare un trinciastocchi, con trinciatura molto fine, e una fresa per l’interramento a circa
20 cm di profondità. Al termine delle operazioni di sovescio deve essere effettuata un’abbondante irrigazione per
innescare la reazione di idrolisi con produzione di isotiocianato.
Altre possibilità
Condizionamento tecnologico delle piante verdi e dei semi oleosi in farine e pellets
Distribuzione su terreno nudo, seguita da
interramento e irrigazione (effetto esclusivamente biofumigante)
Da: il sovescio nelle difesa dai nematodi galligeni nelle colture ortive (Giovanna Curto – Servizio Fitosanitario Regione
Emilia-Romagna, Bologna.Luca Lazzeri – CRA, Istituto Sperimentale per le Colture industriali, Bologna
Elateridi: Agriotes spp.
Caratteristiche: Sono tra i fitofagi della patata i più pericolosi, sia perché causano danni diretti ai tuberi, sia perché non
esiste una lotta biologica efficace.
Gli adulti depongono le uova nelle zone più umide e ricche si s.o.; le larve penetrano nel terreno dove, all'aumentare
della temperatura iniziano a nutrirsi dei tuberi.
Prevenzione: A seconda della specie presente può essere utilile lavorare il terreno nei mesi estivi per uccidere le giovani
larve. Molto importante è anche la tempestività della raccolta, in quanto gli attacchi degli elateridi sono più gravi sui
tuberi maturi.
E' consigliabile monitorare la presenza delle larve nell'autunno precedente l'impianto mediante vasi trappola.
Effettuare rotazioni ampie, evitare la patata dopo prati, medicai, frutteto, dopo abbondanti concimazioni con letame e
qualora nell'anno precedente si fossero verificati danni da Elateridi.
Difesa fitosanitaria: Possono essere utili lavorazioni superficiali ripetute oppure l'impiego di Beauveria Bassiana
frazionandolo in 2 applicazioni (pre semina/rincalzatura).
Peronospora della patata: Phytopthora infestans
Caratteristiche: Avversità pericolosa, può compromettere totalmente le produzion: L'infezione prende avvio in genere dai
residui vegetativi precedenti.
Sulle foglie provoca la comparsa di macchie inizialmente chiare che poi necrotizzano, se l'attacco non viene efficacemente
combattuto nelle parte aerea, il fungo può attaccare i tuberi provocando marciumi.
Le infezioni sono favorite da piogge o condizioni meteoriche che tengono la superficie delle foglie bagnata per 10-12 ore
con temperature superiori a 10°C.
Il periodo di incubazione varia da 2-3 giorni a 5-6 giorni in relazioini alle condizioni di temperatura e umidità.
Le varietà più sensibili sono: Primura, Liseta, Agata. La più tollerante è Kennebec.
Prevenzione: Misure preventive:
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equilibrata fertilizzazione azotata;
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irrigazione localizzata;
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impiego di tuberi sani;
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scelta di varietà poco sensibili;
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ampie rotazioni con colture non sensibili al patogeno;
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distruzione dei residui vegetativi infetti.
Difesa fitosanitaria: Quando la fase fenologica della patata è fra emergenza e 2-4 foglie, il rischio di infezioni è basso,
dalle fasi successive la pianta risulta suscettibile. In relazione allo stadio di sviluppo, intervenire con prodotti rameici in
previsione di precipitazioni.
Aumentare le dosi in base alle precipitazioni, alla sensibilità varietale e alla destinazione dei tuberi. Intervenire prima
delle precipitazioni e delle irrigazioni.
Collegamenti : Scheda SFR: peronospora del pomodoro e della patata
Scabbia: Spongostera subterranea
Caratteristiche: Si manifesta sui tuberi, che sotto la buccia si anneriscono, con comparsa di pustole nerastre cancerose,
che si laceranofacendo fuoriuscire una polvere bruna. Tuberi e radici si deformano. Le pustole liberano spore durevoli in
glomeruli che si conservano nel terreno.
Prevenzione: Le misure preventive si concretizzano nel controllo dei tuberi prima della semina, per evitare di seminare
tuberi infettie nell'effettuare ampie rotazioni.
Difesa fitosanitaria: Non vi sono principi attivi di origine naturale di efficaci.
Tignola della patata: Pthorimea operculella
Caratteristiche: Fitofago di origine americana, le larve biancastre che da giovani praticano delle mine nelle foglie, poi
delle gallerie nei fusti, quindi delle gallerie con tipiche formazioni sericee nei tuberi.
Sverna come larva o crisalide, compie da 3 a 6 generazioni/anno.
L'avversità è presente nella zona sud-orientale della Provincia di Bologna.
Difesa fitosanitaria: Monitoraggio con trappole a feromoni.
Virosi : Accartocciamento della patata (Plrv).
Caratteristiche: La patata può avere diverse virosi, ma l'accortacciamento fogliare è una delle più gravi. I sintomi si
possono verificare dal germogliamento, se i tuberi seme erano infetti, sulle foglioline apicali se la virosi è trasmessa in
seguito. Schiarimento delle foglie che si arrotolano verso l'alto.
Prevenzione: Le virosi sono trasmesse da vettori, gli afidi. Eliminare le piante infette. Utilizzare tuberi sani ai trapianti.
Difesa fitosanitaria: Quando compaiono i sintomi, la virosi è diffusa. Per il contenimento, a livello preventivo,
eseguire la lotta ai vettori (vedi afidi).
si può
A cura del Gruppo di Lavoro Prober
Pierangela Schiatti (Pro.B.E.R.), Loredana Antoniacci (Servizio Fitosanitario Regionale), Massimo Basaglia (Apo Conerpo),
Sergio Gengotti (Catev), Antonio Barreca, Stefano Bongiovanni, Riccardo Cornale, Roberto Ferrari, Marco Pozzati (Centro
Agricoltura Ambiente), Cristina Piazza (Az.Sp.Stuard), Graziano Miani, Fausto Smaia (AgriTes), Lamberto Dal Re,
Christian Grassi, Sandro Bolognesi (Az. Sp. Marani), Paolo Pasotti (Astra innovazione e sviluppo- Mario Neri). Con la
collaborazione di Agnese Franceschi (Pro.B.E.R.).
Aggiornamento maggio 2007
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