Faq.585 Corrosione elettrochimica negli impianti
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Faq.585 Corrosione elettrochimica negli impianti
FAQ 585 [email protected] [email protected] DOMANDA: Vorrei sapere se potesse dare delucidazioni in merito al complesso fenomeno della corrosione elettrochimica che può avvenire negli impianti termici fornendo alcuni esempi ed eventuali accorgimenti a riguardo. RISPOSTA: La corrosione elettrochimica si innesca quando due materiali di diverso potenziale elettrico (nobilità differente), vengono posti a diretto contatto tra di loro in presenza di un ambiente umido. La struttura cristallina dei metalli è costituita da legami elettronici (elettroni) propensi ad una certa mobilità. Quando metalli diversi, con differente legame elettronico ( metalli più nobili / metalli meno nobili) si trovano a contatto, creano un flusso migratorio (corrente continua) dall’uno all’altro materiale metallo meno nobile. generando una dissoluzione del Negli impianti termoidraulici detti fenomeni li possiamo ritrovare negli accoppiamenti: Valvola d’intercettazione di Ottone / manicotto di Acciaio Valvola d’intercettazione di Ottone / termosifone di Alluminio – Acciaio Nell’assemblaggio dei radiatori di Alluminio con il collegamento intermedio di Acciaio ecc. ecc. Se nell’ambiente fluido termico coesistono soluzioni acide il fenomeno della corrosione è accelerato Se l’acqua è addolcita si ha una corrosione indotta sui materiali in particolare sull’Alluminio LE CONDIZIONI CHE INDUCONO ALLA CORROSIONE NELLA COMPONENTISTICA TERMOIDRAULICA: 1.Dobbiamo considerare che il grado di corrosione nelle tubazioni e nella componentistica termoidraulica in un componente umido: acqua con pH 7,5-8 è un fenomeno particolarmente lento che si accusa in tempi particolarmente lunghi (20-30 anni). 2.I tempi si restringono notevolmente (2 mesi..2 anni) se sussistono condizioni di alterabilità dell’acqua con: dissoluzione di soluzioni anticongelanti; presenza di gas in formazione come: Anidride Carbonica (CO2- Ossigeno (O2); Idrogeno (H2). 3.Il processo della corrosione elettrolitica acquista una notevole velocità in presenza delle correnti vaganti LE ATTENZIONI: 1.Per mantenere la componentistica termoidraulica efficiente è indispensabile che non venga alterata l’alcalinità dell’acqua, mantenendola nei valori compresi tra pH 7,5-8 I bicarbonati presenti nell’acqua, quando la stessa è riscaldata, si decompongono. L’aria presente nell’acqua viene disciolta e compartecipa, con la decomposizione dei carbonati, alla formazione del gas: Anidride Carbonica. I gas: Anidride Carbonica; l’Ossigeno e l’Idrogeno, disciolti, tendono ad uscire dall’impianto attraverso i “DEGASATORI”. Sono gas in forma umida che tendono a trascinare verso l’esterno anche l’acqua sotto forma di vapore. In questa condizione l’impianto tende ad impoverirsi di acqua. I carbonati tendono a: -depositarsi sui componenti idraulici sotto forma di incrostazioni; -alla formazione di micro sedimentabili se sottoposti ad un trattamento fisico ( anticalcare magnetico) -alla formazione di composti salini se l’acqua è stata sottoposta a trattamenti chimici Condizione necessaria e importante è quella di prevedere una corretta alimentazione automatica e, possibilmente tenerla sotto controllo. Staticamente possiamo asserire che la perdita di acqua e relativo reintegro automatico, è di circa 1L/mese per una potenzialità termica installata di 100 kW. E’ quindi opportuno tenere sotto controllo detta reintegrazione specialmente nelle centrali termiche inserendo nella linea di alimentazione un contatore volumetrico. L’applicazione dell’alimentatore automatico deve essere previsto non solo nell’alimentazione automatica della centrale termica (Fig.2), ma anche nei sistemi autonomi (Fig.1). Il gruppo di riempimento Art. 3160 è utilizzato per eseguire in automatico il caricamento ed il reintegro dell’ acqua nell’impianto di riscaldamento a circuito chiuso consentendo la regolazione della pressione nel circuito. Il gruppo di riempimento è dotato di “valvola di ritegno” per impedire eventuali inversioni del flusso. L’alimentazione automatica non è continua, si attua nei momenti di fermo o attenuazione della pressione interna dell’impianto. Considerato un periodo d’inattività dell’alimentatore automatico, un particolare riguardo deve essere posto al sistema di attacco dell’apparecchiatura all’impianto. Necessita non consentire che le micro impurità che si trasportano nell’impianto vadano a sedimentare o siano sospinte sull’otturatore dell’apparecchiatura bloccandolo. Si consiglia di seguire le indicazioni riportate nelle fig.1-2. 2.La formazione dei gas nell’impianto è un fenomeno naturale che non possiamo assolutamente eludere. I gas devono essere espulsi i degasatori, siano questi di colonna o di linea devono avere il passaggio totale rispetto verso la tubazione o la colonna se eventualmente viene applicata la valvola intercettazione anche questa deve avere il passaggio totale. Ogni possibile restrizione impedisce la risalita dei gas nel corpo degasatore. I degasatori devono sempre essere inseriti sulla mandata della distribuzione (collettore o colonna). Mentre i disareatori si installano sul ritorno della distribuzione. I disaretori hanno il compito di far defluire l’aria verso l’esterno quando si procede al riempimento dell’impianto e nello svuotamento dell’impianto, nonché nella manutenzione ordinaria dove di richiede anche un parziale svuotamento dell’impianto. A impianto avviato il disareatore deve essere chiuso manualmente! Con il riempimento dell’impianto l’aria presente nelle tubazioni esce sia dal degasatore che dal disaeratore si completa la fuoriuscita dell’aria con l’automatica chiusura dei degasatori che dei disaretori. Da questo momento nell’impianto non sussiste più la presenza dell’aria ma dei gas:O2H2; CO2, che gradualmente tendo a formarsi. La non corretta installazione dei degasatori o errata scelta dei medesimi, i gas vengono trattenuti nell’impianto avviene una reazione tra i gas trattenuti nell’impianto con la formazione di un acido debole “acido carbonico” che dà inizio ad una corrosione continua dei componenti metallici O2 H2 CO2 H2O DEGASATORI DI COLONNA Art.1900G34 Degasazione di linea: installazione errata del degasatore: non favorisce l’espulsione dei gas O2 H2 CO2 H2O Degasatore a bolle Art.5570 Degasazione di linea: installazione corretta; favorisce l’accumulo e l’espulsione dei gas Degasatore d’estremità Degasatore d’estremità consultare i cataloghi in www.tiemme.com per rilevare la gamma completa dei degasatori la gamma completa dei degasatori è rilevabile in www.tiemme.it comparto “cataloghi e schede tecniche 3. La formazione delle correnti vaganti dipende essenzialmente dall’affaticamento delle pompe e dei circolatori . Per mantenere la massima efficienza delle pompe, queste continuo ad una pressione di spinta costante. devono avere un funzionamento Con una continua forzatura della pressione e conseguente fase di abbassamento della pressione, si verifica un indebolimento della protezione elettrica della pompa medesima, ponendo in circolazione una corrente variabile da 5 a 50 mA, sufficiente per creare il fenomeno della corrente vagante che, oltre ad intensificare il fenomeno della corrosione elettrolitica, produce anche perforazioni nelle tubazioni laddove sussistono punti di accumulo della corrente ( resistenza localizzata) o formazione di celle elettrolitiche per la presenza di micro / macro sedimentabili. I componenti i idraulici che inducono alla forzatura funzionale delle pompe sono: -Le valvole termostatiche ( con la loro alternanza di chiusura e apertura) -I comandi elettrotermici ( con la chiusura pilotata dai termostati ambiente) -Le valvole di zona (con al chiusura programmata dai cronotermostati. Per evitare la forzatura delle pompe è necessario e indispensabile l’applicazione delle valvole by-pass che, con la chiusura e l’apertura dei componenti sopra esposti modulano a loro volta il rinvio del fluido termico sul ritorno in modo che la pompa non risenta di alcuna variazione funzionale dei suddetti componenti. APPLICAZIONI TIPO CON VALVOLA BY-PASS valvola by-pas parzialmente aperta valvola by-pas chiusa gruppo di rilancio con valvola by-pass Il commercio oggi propone pompe a velocità variabile e a pressione costante che adeguano la potenzialità fruidotermica alla richiesta della distribuzione alle utenze e per zone. Nella generalità i sistemi che adottano pompe a velocità variabile sono predisposti o si predispongono anche per accoppiamenti con valvole by-pass come indicato nel gruppo di rilancio sopra esposto.