Attesto che il Senato della Repubblica

Transcript

Attesto che il Senato della Repubblica
Repubblica Italiana
ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA
L’Assemblea nelle Istituzioni
1957-2007: 50° Anniversario dei Trattati di Roma
2/2007
A cura dell’Incarico speciale “Rapporti istituzionali, extraeuropei e sedi decentrate”
Direttore: Filippo Tornambé Coadiutore parlamentare: Maria Militello
Roma Bruxelles Berlino Palermo hanno celebrato il 50° anniversario
della firma dei Trattati di Roma. Senza retorica.
L’Unione europea di oggi non lo richiedeva e pertanto
considerazioni trionfalistiche sarebbero state fuori posto.
Piuttosto sono stati affrontati sotto una nuova luce i temi della
solidarietà e dell’accoglienza, ed analizzate le nuove sfide relative alla
sicurezza, ma anche ai cambiamenti del clima, che l’Unione europea si
propone di portare avanti per favorire sempre più, e sotto i suoi molteplici
aspetti, l’integrazione tra le regioni e i paesi dell’Est europeo e dell’area
mediterranea .
Le celebrazioni sono state organizzate non soltanto dagli Organi
costituzionali ed istituzionali europei, nazionali e regionali ma anche da
organismi, fondazioni ed istituti culturali.
Numerosi quindi, i convegni, i seminari, le manifestazioni e gli eventi
che, con caratteristiche e specificità diverse, hanno voluto ricordare la
ricorrenza. A tale proposito non va trascurato di dire che le celebrazioni,
quando rivolte ai giovani europei, hanno curato il versante divulgativo
privilegiando l’aspetto ludico: i concerti di Bruxelles e Berlino, di
altissimo livello, ne hanno dato ampia testimonianza.
La Dichiarazione di Berlino, intervenuta a chiusura delle
celebrazioni, più che concludere un periodo, sembra, nella necessaria
continuità,
aprirne
un
altro
particolarmente
impegnativo
per
l’affermazione di un’Europa che intende porsi come nuovo unico soggetto
politico aperto al resto del mondo.
Filippo Tornambè
Indice
Palermo 1957-2007: Cinquant’anni d’Europa
Pag. 5
Roma 1957-2007: Cinquant’anni d’Europa
Pag. 7
Bruxelles 1957-2007: Cinquant’anni d’Europa
Pag. 16
Berlino 1957-2007: Cinquant’anni d’Europa
Pag. 18
Il Convegno dell’ARS
Quirinale Senato Campidoglio: gli eventi
Intervento del Presidente della Commissione europea
José Manuel Barroso
La Dichiarazione di Berlino
Palermo 1957-2007: Cinquant’anni d’Europa
23 marzo 2007 – Sala Gialla di Palazzo dei Normanni
“La Sicilia ha avuto un ruolo storico nella nascita dell’integrazione
europea e certamente deve molto, in termini di sviluppo, al sostegno
economico giunto da Bruxelles”.
Queste le parole che il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana,
onorevole Gianfranco Micciché, ha pronunciato porgendo il saluto ai
partecipanti alla celebrazione svoltasi nella Sala Gialla di Palazzo dei Normanni
in occasione del 50° Anniversario della firma dei Trattati di Roma.
Lo stesso ha altresì sottolineato che l’ingresso “numeroso e affrettato di
nuovi Paesi” non deve finire per danneggiare la nostra autonomia e le
concorrenzialità del mercato.
Facendo riferimento poi, alla sua esperienza di governo degli scorsi anni,
ha sottolineato come “le forti rappresentanze nazionali e i vincoli imposti dai
trattati finiscano spesso per privilegiare i Paesi piu' forti ai danni dei piu' deboli.
E in questo contesto la Sicilia rischia di sostenere un costo di solidarieta' troppo
alto, perdendo risorse a favore di realta' che non hanno ancora sviluppato e
metabolizzato il processo di europeizzazione".
Il suo invito, quindi, rivolto ai rappresentanti italiani al Parlamento
Europeo, è stato quello di continuare "ad operare, cosi' come gia' accaduto
nella passata legislatura, con la massima unitarieta' al di la' dei rispettivi
schieramenti. Solo una posizione univoca condivisa potrà dare forza ad ogni
trattativa del nostro Paese".
"Il processo unitario che oggi celebriamo ha anche il significato di verifica
del percorso fatto, con la certezza che la strada maestra da seguire deve
essere quella di un'Unione europea sempre meno degli Stati e sempre più dei
cittadini. La storia non si costruisce in tempi brevi, ma siamo convinti che il
percorso sia quello giusto".
Nel corso del Convegno sono intervenuti il Prefetto di Palermo, Giosue'
Marino, il quale, “nel sottolineare la forte identità europea oltre che italiana,
del nostro Paese, ha evidenziato come l'obiettivo finale dell'Unione Europea sia
una politica comune e una realta' con un ruolo preciso nello scacchiere
internazionale".
Gli europarlamentari Francesco Musotto e Giusto Catania hanno
rispettivamente ricordato “la grande statura morale e la lungimiranza degli
uomini politici che hanno siglato l'accordo nel 1957", e la bocciatura della
Costituzione europea da parte della Francia e dell’Olanda a fronte di un
“processo
costituente”
che,
invece,
“deve
insistere
sulla
definizione
dell'identita' europea".
Di una “voce unica dell’Unione europea in politica estera” e di un
“maggiore coinvolgimento dei Parlamenti nazionali, per estendere diritti e
garanzie ai cittadini”, ha parlato l’assessore regionale ai Lavori pubblici Agata
Consoli; mentre l’assessore Tommaso Romano ha sottolineato che "il senso
di appartenenza europeo deve venire proiettato sulle nuove generazioni cosi'
da creare una comunita' veramente unita".
*Le frasi riportate tra virgolette riprendono agenzie della Italpress
relative al Convegno svoltosi all’ARS per i cinquant’anni dei Trattati di Roma.
Roma 1957-2007: Cinquant’anni d’Europa
A Roma le celebrazioni per il 50° Anniversario dei Trattati di Roma, si
sono svolte in tre luoghi della politica italiana: il Quirinale, il Senato ed il
Campidoglio.
Sono stati invitati dal Presidente del Senato e dal Presidente della
Camera i 27 Presidenti dei Parlamenti europei, i colleghi dei Paesi candidati,
per partecipare ad un programma di manifestazioni che si sono svolte, nei
giorni 22 e 23 marzo 2007, rispettivamente a Firenze e a Roma.
In particolare il Senato, in collaborazione con l’Istituto universitario
europeo di Firenze presso la sua sede di Fiesole ha organizzato un seminario,
articolato in tre sessioni, una politica, una economica e una sociale, dal titolo
“Che cosa manca all’Europa”?
La Camera invece ha organizzato una cerimonia celebrativa, intitolata
“L’Europa politica ed il suo ruolo nel mondo” che si è svolta a Roma nella
giornata del 23, nell’Aula del Senato, e che ha visto l’intervento di protagonisti
testimoni della costruzione europea.
Anche il Comitato delle Regioni ha tenuto a Roma, il 22 e il 23 marzo
2007, una sessione ufficiale solenne che ha visto la presenza dei più alti
esponenti politici ed istituzionali europei, i quali hanno affrontato il tema del
contributo delle autorità locali e regionali al rilancio del progetto europeo e
all’Europa di domani.
L’AICCRE, Sezione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni
d‘Europa, in occasione della “Notte bianca per l’Europa”, ha presentato
l’archivio digitale dei “Comuni d’Europa”, allo scopo di offrire, in primo luogo,
agli studenti, futuri progettisti, analisti e sociologi europei, l’opportunità di un
bagaglio di conoscenze storiche irripetibile. Ciò in quanto si tratta di un
periodico che, ormai da più di 50 anni, raccogliendo gli interventi di personaggi
di spicco della scena politica culturale italiana ed europea, è diventato un punto
di riferimento per istituzioni ed enti locali per orientarsi nel complesso sistema
Europa.
A Roma, il 23 e 24 marzo 2007, nell’Aula Giulio Cesare del Palazzo
Senatorio al Campidoglio, in occasione del 50° Anniversario della firma dei
Trattati di Roma la Fondazione Alcide De Gasperi e il Comune di Roma sotto
l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica italiana hanno organizzato il
Convegno internazionale “Cinquant’anni d’Europa: Europa anno zero?”.
Siamo stati presenti alla celebrazione e quella che segue è una nostra
sintesi degli interventi svolti.
I lavori hanno avuto inizio venerdì 23 marzo, alle ore 16,00, alla
presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con il saluto del
sindaco di Roma, Walter Veltroni, il quale ha ricordato che “Cinquant’anni fa,
a pochi metri da quest’Aula, nella Sala degli Orazi e Curiazi, la storia d’Europa
è cambiata per sempre”.
Il
senatore
Giulio
Andreotti,
presidente
della
Fondazione,
nel
ripercorrere brevemente le tappe che avrebbero portato ai Trattati di Roma, ha
sottolineato come fosse stato il mondo della produzione a spingere il mondo
politico ad attivare quelle strategie che avrebbero portato, anche attraverso
l’opera di Gaetano Martino, alla firma dei Trattati di Roma.
In questa prima fase dei lavori è intervenuto il Presidente del Senato
Franco Marini per evidenziare la presenza, in quella stessa giornata, di 40
presidenti di Assemblee parlamentari nel corso della celebrazione svoltasi la
mattina presso il Senato della Repubblica. Quasi a voler sottolineare l’azione
corale che deve essere svolta dai Parlamenti nazionali e dal Parlamento
europeo nella costruzione delle Istituzioni europee.
Il Presidente della Camera dei deputati onorevole Fausto Bertinotti ha
sottolineato come l’Unione europea costituisca un patrimonio da investire e un
antidoto contro la barbarie dell’odio razziale. Sebbene in 50 anni siano stati
compiuti dei passi in avanti, osserva che l’attuale paradosso europeo vede,
accanto alla globalizzazione del mercato, nuove disuguaglianze costituite dal
precariato e dai problemi concernenti l’accoglienza e la diversità.
Di fronte a quella che probabilmente si contraddistingue come un inizio di
crisi strisciante, la nuova Europa dovrà sapere rispondere favorendo l’esigenza
di partecipazione.
Il presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi si è soffermato sul
concetto di lungimiranza necessaria per trovare soluzioni politiche e non solo
tecniche ai problemi che devono essere affrontati, e ha ricordato la “lezione
dell’urgenza” - e non della fretta - cara a De Gasperi.
Ha
osservato
come
a
fronte
di
un
cambiamento
del
contesto
internazionale sia rimasta immutata l’attrazione spirituale che sta alla base
dell’Unione europea ed ha auspicato che la Costituzione europea trovi piena
attuazione in tutti gli Stati che ne fanno parte prima delle elezioni europee del
2009.
A suo avviso dunque si dovrebbe ripartire dal Trattato siglato a Roma nel
2004 e che è stato già ratificato da 14 Paesi.
Il Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha
sottolineato preliminarmente che Unione europea significa libertà ed anche
solidarietà, valori fondamentali che verranno riaffermati nella riunione di
Berlino dove saranno presenti 27 capi di Stato e di Governo a cinquant’anni dai
Trattati di Roma e che soprattutto ricorderanno la riunificazione dell’Europa in
pace.
I temi attuali della sicurezza energetica, il terrorismo, i cambiamenti
climatici potranno essere affrontati attraverso l’integrazione politica ed
economica che oggi interessa in Europa 500 milioni di cittadini.
Ringrazia l’Italia per quanto ha posto in essere, sin dall’inizio, in favore
della costruzione dell’Unione europea.
Emilio Colombo ha ricordato che il governo Segni sottoscrisse i Trattati
di Roma cui aderirono, in quella fase, sei Paesi, i quali crearono un’area di pace
ed un’area di libertà ed una conseguente area economica garantita da questi
due valori fondamentali.
Non ritiene quindi di poter condividere l’affermazione di un’importante
testata giornalistica che, riferendosi ai Trattati di Roma, ha parlato di
cinquant’anni di delusioni.
Herman De Croo, Presidente della camera dei Deputati belga ha
sottolineato come nel mondo un miliardo e 300 milioni di persone vivano con
un euro al giorno, tanto quanto l’Unione europea eroga per ogni capo di
bestiame bovino.
Hans-Gert Poettering, Presidente del Parlamento europeo, ricordando
che si era alla vigilia della Dichiarazione di Berlino, ha ringraziato l’impegno
europeo profuso da tutti i governi italiani:da De Gasperi all’attuale.
Sottolinea come ai suoi occhi costituissero un sogno ed una speranza la
riunificazione delle due Germanie e l’ingresso nell’Unione europea di Paesi un
tempo satelliti dell’Unione sovietica.
Sostiene che sono state superate le divisioni ma che adesso deve essere
costruita la fiducia e, quando è il caso, rafforzarla.
Le sfide prioritarie sono quelle della globalizzazione politica e sociale, il
problema del clima, l’immigrazione e l’integrazione. Inoltre, con l’imminente
Dichiarazione di Berlino, vanno indicati sfide e valori precisi per realizzare la
sostanza della Costituzione.
Il giorno successivo, nel corso della Tavola rotonda “Che fare oggi?”
Douglas Hurd of Westwell, rappresentante della Camera dei Lord, già
Ministro degli Affari esteri, riflettendo sulla politica estera ha osservato che
l’Europa deve imparare la “lezione dell’Iraq” nel senso che deve assolutamente
evitare di presentarsi divisa.
Il rapporto di partenariato con gli Stati Uniti d’America deve essere solido
ma non servile e che per quanto riguarda l’approvvigionamento di energia dalla
Russia deve cessare l’assurda competizione per ottenere “i favori” di Putin.
Dobbiamo agire – e ciò vale anche per l’Afghanistan – come europei
evitando dunque divisioni. Il che è essenziale anche per portare a termine i
nuovi compiti dell’Unione europea.
Conclude ritenendo assurda la rotazione semestrale della Presidenza
all’UE e l’esistenza di due ministri esteri europei.
Marcelino Oreja Aguirre, già Commissario europeo ai trasporti e
energia, ha rilevato preliminarmente che l’eurobarometro dei valori europei
vede al primo posto i diritti dell’uomo, la democrazia e la pace; valori che
pertanto vanno preservati.
Quella dell’Unione europea è una storia di successo perché sono prevalse
pace e prosperità, e non soltanto tra i Paesi europei.
L’Unione europea è il primo benefattore al mondo, è divenuta una
potenza economica con una moneta comune ed ha raggiunto notevoli progressi
nei settori dell’economia, del sociale, della giustizia e della sicurezza.
Nonostante questi risultati soltanto il 48% dei cittadini ha fiducia
nell’Unione europea, il 46% ne ha un’immagine positiva, mentre il 33% pensa
che le azioni poste in essere vadano nella buona direzione.
A distanza di sei anni dal Trattato di Nizza si è avuta l’incorporazione di
dodici nuovi Stati. A fronte di ciò, però, non è entrata in vigore, nel novembre
del 2006, quella parte del Trattato che prevedeva la Costituzione europea.
I referendum con esito
negativo registrati in Francia e Paesi Bassi
sottolineano motivi connessi al settore del lavoro e al modello sociale europeo.
Ritiene che non ci sia alcun pericolo per i diritti dei lavoratori e che una
forte cooperazione tra i diversi paesi è indispensabile per la lotta alla
criminalità organizzata e al terrorismo.
Per recuperare consensi presso i cittadini si devono prevedere diverse
modalità
di
votazione
da
parte
del
Consiglio
(ad
esempio
passare
dall’unanimità attualmente richiesta alla maggioranza qualificata).
Il 75% ed il 66% dei cittadini è a favore rispettivamente di una politica
interna e di una politica estera comunitarie. E’ dunque auspicabile l’adozione di
un metodo comunitario piuttosto che intergovernativo.
Bronislaw Geremek, parlamentare europeo espresso dalla Polonia ha
sottolineato l’esigenza di uscire dallo stato di crisi in cui si trova l’Unione
europea, innanzitutto seguendo la via del trattato istituzionale senza redigerne
un altro. E’ quindi preferibile redigere un Trattato che, riprendendo le prime
due parti del precedente, si limiti ad aggiungerne una terza più snella.
I temi fondamentali, quali quelli concernenti la politica estera e la politica
interna, dovrebbero essere sottoposti ad una consultazione popolare da
svolgersi nello stesso giorno in tutti i Paesi aderenti all’Unione europea.
Ritiene che la “stanchezza europea” è dovuta alle eccessive sfide che
l’Unione europea propone. Pertanto sarebbe auspicabile una sosta, soprattutto
dopo l’adesione dei nuovi Paesi.
Sostiene che l’Unione europea dei progetti avrà successo se questi
saranno “grandi progetti”, come quelli concernenti la solidarietà, la protezione
degli interessi dei cittadini europei, la difesa europea, la dissuasione dall’uso
delle armi nucleari, la formazione di un esercito europeo (di 70-100 mila
uomini) che eviti l’impotenza riscontrata nelle guerre balcaniche.
Altri temi da approfondire sono quelli dei cambiamenti climatici e della
sicurezza energetica. Infine, poiché che per formare un popolo – in questo caso
europeo – ci vogliono elementi di educazione, propone di celebrare i luoghi
della memoria della Unione europea, come si sta facendo oggi a Roma.
Meglena Kuneva, commissario europeo per la tutela dei consumatori,
ha rilevato che sicuramente la bocciatura da parte dei Paesi Bassi e della
Francia della Costituzione europea ha accentuato la crisi dell’Unione europea,
così come anche l’allargamento ad altri paesi.
A questo proposito cita un episodio accadutole in un piccolo villaggio
della Bulgaria quando, dopo il rifiuto francese del Trattato costituzionale
europeo, un contadino le ha chiesto se i francesi avessero votato no in quel
referendum perché non volevano che la Bulgaria entrasse a far parte
dell’Unione europea.
Emma Bonino, Ministro per le Politiche europee e per il Commercio
internazionale, moderatrice di questa fase dei lavori, ha accennato alla
“sindrome del club”. E cioè che l’Europa può dare la sensazione di “chiudere la
porta” per non far entrare gli altri; il che ovviamente va assolutamente evitato.
Elizabeth Guigou, deputato dell’Assemblea nazionale francese, e già
parlamentare europeo, intervenuta come moderatrice dell’ultima sessione dei
lavori in sostituzione di Jacques Delors, ha preliminarmente sottolineato la
difficoltà che ha comportato il no francese al Trattato costituzionale, motivo per
cui si ha la necessità di un nuovo trattato più breve e leggibile.
A tale proposito sostiene che si debba far uscire le politiche dalla terza
parte del nuovo trattato, fissando solamente le basi giuridiche.
L’attuale crisi europea va superata attraverso la realizzazione di progetti
concreti, così come fu fatto in passato con l’introduzione dei progetti Erasmus.
Propone quindi di lanciare un’iniziativa che, celebrando i venti anni di
Erasmus, durante i quali si è registrato il diretto e pieno coinvolgimento di un
milione e 500 mila studenti, preveda una nuova fase con un budget di un
miliardo di euro, destinato anche alle famiglie europee che godono di un
reddito modesto.
Poiché tra 5-10 anni tutte le Università che fanno parte dell’Unione
europea
dovranno
raggiungere
il
medesimo
livello,
sarebbe
opportuno
prevedere nel curriculum di studi universitari di tutti gli studenti , un semestre
da svolgersi in Europa.
Osserva dunque che, mentre l’ampliamento dell’Unione europea non è
stato spiegato nella maniera dovuta e che gli allargamenti intervenuti sono
stati
“freddi”,
secondo
Newsweek
i
nordamericani
manifestano
grande
ammirazione nei confronti dell’Unione europea.
Tommaso Padoa-Schioppa, Ministro dell’Economia e delle Finanze, non
ritiene che le Istituzioni dell’Unione Europea siano diventate importanti e
giudica invece
importanti e pericolose al contempo le celebrazioni in quanto
queste portano il rischio di celebrare il compiuto ma non l’incompiuto.
A suo avviso è proprio l’incompiuto che va analizzato!
Ricorda che fino a pochi mesi prima dell’istituzione della moneta comune
europea, i banchieri ridevano perché ritenevano “comica” l’introduzione della
moneta unica.
Se guardiamo all’Europa con uno sguardo lungo non si può non rilevare
che in questi cinquant’anni, l’intero mondo è cambiato organizzandosi in Stati
nazionali, cioè così come aveva fatto l’Europa nel corso di 150 anni.
L’Europa, prima di altri, ha sperimentato elementi di pericolo e costituito
dei rimedi appunto anche con i Trattati di Roma.
Se l’Unione europea non ha elaborato un modello nuovo per la sua
evoluzione, ha però avuto la capacità di superare la nozione di Stato
assolutista ed ha promosso la solidarietà come fine da perseguire.
L’Unione europea rappresenta un’opera incompiuta in quanto, pur
avendo valori e fini comuni quali la pace, il benessere, i diritti umani e la
solidarietà, mancano i mezzi per perseguirli compiutamente.
Infatti se mezzi efficaci risultano presenti nel settore del commercio,
mancano in tema di sicurezza, pace, tutela dell’ambiente.
E non ci sono perché mancano le capacità di decidere e di agire nel
disaccordo. La regola dell’unanimità infatti è paralizzante in quanto viene
richiesta anche per “banali” Regolamenti.
Ricorda, infine, che già le Direttive della Comunità europea hanno forza
superiore alle leggi nazionali e che ciò vale a maggior ragione per i Trattati
dove peraltro già figura il termine “Costituzione”.
Per Leonard Orban, Commissario europeo al Multilinguismo, quella
dell’Unione europea, dalla CEE del 1957 al quinto ampliamento, è una storia di
successi, testimoniata dalla crescita economica dei Paesi che vi hanno aderito
recentissimamente; crescita che va dal 5,8% della Polonia al 7,7% della
Romania, all’8,3% dell’Estonia e all’11% della Lettonia.
Per altro la temuta “invasione” non è avvenuta e la stessa paventata
delocalizzazione è stata limitata.
Il 2007 può costituire un momento di riflessione del fatto che la forza
principale dell’Unione europea, e il cuore stesso della sua identità, sta nella
diversità.
Ritiene che l’aver istituito un portafoglio distinto per il Multilinguismo,
affidandolo, per altro, ad un Commissario di uno Stato aggiunto, abbia un suo
preciso significato. E ciò anche tenuto conto della necessità, per un attore
globale qual è l’Unione europea, di acquisire l’apprendimento di lingue quali il
russo, il cinese e l’arabo.
Ha quindi preso la parola l’onorevole Mario Segni, che ha ricordato
come i Trattati di Roma, intervenuti dopo i fatti di Ungheria, abbiano
rappresentato una sfida di libertà e di democrazia nei confronti dell’Unione
Sovietica, ma anche una concezione di libertà e democrazia autonome e
diverse da quelle degli Stati Uniti d’America.
Sicuramente si è trattato di una scelta lungimirante anche se ancora oggi
debbono registrarsi dei limiti, tenuto conto che si era partiti per realizzare
un’Unione che non fosse soltanto economica ma anche politica.
L’ambasciatore Pietro Calamia ha sostenuto che l’occidente e quindi
l’Europa hanno perduto l’egemonia politica ed economica in quanto ormai si è
di fronte ad un mondo multipolare nel quale sono protagoniste nazioni come la
Cina, l’India ed il Brasile. Pertanto, se l’Europa agirà come unico soggetto
politico , potrà riacquistare un ruolo guida soprattutto per quanto attiene alle
problematiche delle condizioni climatiche e dell’ambiente.
Ciò ovviamente richiede che i singoli Paesi membri facciano “un passo
indietro” sulla scena internazionale.
A conclusione degli interventi dell’ultima sessione, Elizabeth Guigou ha
preso la parola per rilevare come tutti gli intervenuti abbiano sottolineato
l’esigenza per l’Unione europea di volgersi verso il mondo e diventare attore di
quel nuovo mondo che si sta costruendo.
Tale intento può costituire il motore europeo del XXI secolo, capace
anche di affrontare le nuove paure rappresentate dai cambiamenti climatici.
Si augura infine che si pervenga alla costruzione di una comunità
euromediterranea, ma anche euroafricana, ed auspica possa essere ritrovata
l’audacia dei Padri costituenti l’Unione europea.
Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, Massimo
D’Alema, ha concluso il convegno rilevando che già il tema problematico e
critico posto con lo stesso titolo ha voluto tendere a restituire smalto al
progetto europeo.
A suo avviso l’Unione europea può compiere nuovi passi nell’integrazione
tenendo conto dei successi ottenuti.
Infatti per cinquant’anni l’Unione europea è stata un grande successo e la
spinta fondamentale è venuta dalle ragioni interne al nostro continente.
L’intuizione straordinaria è stata quella di far sì che si costruisse la pace
proprio lungo i confini che avevano visto due guerre mondiali; un esempio
questo unico nella storia e nel mondo.
Oggi, dopo il fascino del modello europeo, le nuove grandi sfide esterne
da affrontare sono quelle che riguardano la pace e la sicurezza.
Accenna poi ad un nuovo multilateralismo che non dovrebbe avere una
visione nazionale di problemi internazionali, in quanto tutti i Paesi europei, se
divisi, non conteranno nulla, così come l’Iraq ha dimostrato.
Altri temi che l’Unione europea dovrà affrontare sono quelli volti a
garantire la qualità dello sviluppo, e quindi il rapporto uomo-natura; i problemi
dell’emigrazione da governare coinvolgendo quei paesi da cui questa proviene;
la sfida della competizione internazionale.
Tutti questi sono temi che dovranno essere affrontati con un’Europa
unita. Se l’Europa unita conta poco, conterà poco anche quell’insieme di valori
che si sono radicati e che, avendo un valore universale vanno messi a
disposizione dell’umanità.
Bisognerà dunque muoversi su tre piani: realizzare dei progetti concreti
con politiche ed obiettivi comuni; non interrompere la politica dell’allargamento
guardando ai Balcani occidentali e, successivamente, alla Turchia; sviluppare
una politica di vicinato attuando forme di cooperazione verso l’Est e la sponda
meridionale del Mediterraneo.
Per quanto riguarda infine la Costituzione europea: partire dal Trattato
per individuare ciò che è essenziale e addivenire velocemente ad un accordo
sullo stesso.
Bruxelles 1957-2007: Cinquant’anni d’Europa
Si riporta di seguito il discorso pronunciato, il 24 marzo 2007, dal
Presidente della Commissione europea, José Manuel Durão Barroso, al Palais
des Beaux Arts, in occasione della cerimonia di apertura del concerto, in
ricordo del 50° anniversario dei Trattati di Roma, celebrato nella capitale belga,
sede della Commissione europea.
“2007: quando i successi del passato si incontrano con le sfide del futuro”
“Vostre Maestà, Vostre Reali Altezze, Vostre Eccellenze, Onorevole Primo
ministro, Eccellenze, Signore e Signori, consentitemi di iniziare ringraziandoVi
per aver dato l'opportunità e il privilegio di rivolgermi a Voi durante le
celebrazioni del 50° anniversario dei Trattati di Roma qui, a Bruxelles. Una
città che è il simbolo dell'integrazione europea, la 'capitale d'Europa'; una città
che accoglie le istituzioni europee in una maniera tanto cordiale e che è
divenuta la casa di centinaia di migliaia di europei. Sono certo di parlare a
nome di molti europei quando, dico, che a Bruxelles noi ci sentiamo davvero
come a casa.
Lasciate che vi dica oggi, nel momento in cui quando celebriamo i 50
anni della grande esperienza dell'integrazione europea, che dobbiamo essere
molto fieri delle nostre passate conquiste. Abbiamo costruito una pace
permanente in Europa, fondata sulla riconciliazione tra vecchi nemici. Questo è
un esempio storico per il mondo!
È per la verità un privilegio immenso avere completa fiducia nei nostri
vicini,
affrontare insieme i nostri problemi comuni e condividere i nostri
successi. Abbiamo anche realizzato una riunificazione pacifica dell'Europa: una
conquista degna di nota che solamente venti anni fa sembrava impossibile.
L'Unione europea ha aiutato a promuovere la democrazia, la libertà
politica e i diritti umani ovunque in Europa. Abbiamo anche aiutato i cittadini
europei a vivere in società prospere e socialmente giuste. Negli ultimi
cinquant'anni la solidarietà economica e la giustizia sociale hanno dimostrato di
essere dei principi fondamentali europei; il che rende l'Europa speciale. Questo
mi porta a dire che Europa significa libertà e solidarietà. Senza ombra di
dubbio, la nostra Unione è stata una forza nel nostro continente.
Costruendo su un grande passato, dobbiamo riaffermare che l'Unione è la
risposta migliore alle sfide del XXI secolo quali la globalizzazione, la crescita
economica sostenibile, la competitività, la solidarietà politica, le forniture di
energia, i cambiamenti climatici, e la sicurezza. Dobbiamo preparare le società
europee ad affrontare con successo le sfide economiche e sociali della
globalizzazione.
Dobbiamo
proteggere
il
clima
per avere
uno
sviluppo
sostenibile e offrire agli europei una qualità della vita buona e sicura.
Di fronte a nuove minacce dobbiamo garantire la sicurezza degli europei;
una condizione indispensabile per la completa fruizione delle nostre libertà e
dei nostri diritti. In breve, dobbiamo concentrarci su queste problematiche e
fornire risultati ai cittadini europei.
Ad ogni modo, non dobbiamo separare i successi del passato dalle sfide
del futuro. Siamo nelle migliori condizioni per occuparci della globalizzazione,
promuovere la crescita economica, creare più e migliori posti di lavoro, offrire
solidarietà politica, assicurare lo sviluppo sostenibile, concentrarci sulle
minacce alla nostra sicurezza, perché viviamo in pace gli uni con gli altri,
perché siamo democrazie legittime, perché viviamo in società prospere e
giuste, e perché decidiamo ed agiamo insieme. È il nostro passato comune che
ci dà la forza per affrontare le nostre sfide comuni. Ma, lasciatemi a questo
punto essere franco: per conservare le nostre conquiste abbiamo bisogno di
affermarci nel futuro.
In Europa, il 2007 è l'anno in cui il passato e il futuro si incontrano.
Questo ci dà, politici europei, una responsabilità considerevole: investire il
capitale politico per costruire un 'Europa migliore. Questo è il tipo di prova
storica con cui una generazione di leader politici si confronta una volta in tutta
la vita.
Se riusciamo, l'Europa avrà un grande futuro.
Prima che io concluda, egregio pubblico, consentitemi a nome della
Commissione europea, credo anche interpretando i sentimenti delle altre
istituzioni europee, di ringraziare il Belgio per la vostra amicizia verso l'Europa.
In qualità di membro fondatore, siete stati fin dai primissimi inizi un grande
sostenitore dell'integrazione europea ed un partner impegnato. Siete un
esempio per l'Europa. Un esempio di un paese che porta avanti, per usare la
memorabile espressione delle Memorie di Paul-Henri Spaak, i nostri "combats
inachevés" con forte entusiasmo e convinzione.
Vive l’Europe, Leve Europa”!
Berlino 1957-2007: Cinquant’anni d’Europa
Alle ore 11.40 del 25 marzo 2007, nelle sale del Museo di storia tedesca
di Berlino, il cancelliere tedesco Angela Merkel, in qualità di presidente di turno
dell’Unione Europea, il presidente della Commissione Europa Josè Manuel
Barroso e quello del Parlamento dell’Unione Europea Hans-Gert Poettering
hanno apposto i loro nomi sulla 'Dichiarazione di Berlino'. Il documento è stato
approvato durante il vertice europeo straordinario dei 27 capi di Stato e di
governo dell'Unione europea per i 50 anni dei Trattati di Roma.
Se ne riporta di seguito il testo.
“L'Europa
è
stata
per
secoli
un'idea,
una
speranza
di
pace
e
comprensione. Oggi questa speranza si è avverata. L'unificazione europea ci ha
permesso di raggiungere pace e benessere. È stata fondamento di condivisione
e superamento di contrasti. Ogni membro ha contribuito ad unificare l'Europa,
a consolidare la democrazia e lo stato di diritto. Se oggi l'Europa ha superato
definitivamente un'innaturale divisione, lo dobbiamo all'amore per la libertà dei
popoli dell'Europa centrale e orientale. L'integrazione europea è l'insegnamento
tratto da conflitti sanguinosi e da una storia di sofferenze. Oggi viviamo
assieme come mai è stato possibile in passato.
Noi cittadini dell'Unione europea siamo, per nostra felicità, uniti.
I.
L'Unione europea ci consente di realizzare i nostri ideali comuni: per noi
l'essere umano è al centro. La sua dignità è inviolabile. I suoi diritti inalienabili.
Donne e uomini hanno pari diritti.
Aspiriamo alla pace e alla libertà, alla democrazia e allo stato di diritto, al
rispetto reciproco e all'assunzione di responsabilità, al benessere e alla
sicurezza, alla tolleranza e alla partecipazione, alla giustizia e alla solidarietà.
L'Unione europea concreta un'unicità di vita e di azione comune. Ciò si esprime
nella coesistenza democratica di Stati membri e istituzioni europee. L'Unione
europea si fonda sulla parità e sull'unione solidale. Rendiamo così possibile un
giusto equilibrio di interessi tra gli Stati membri.
L'Unione europea è salvaguardia dell'autonomia e delle diversità delle tradizioni
dei suoi membri. L'apertura delle frontiere, la vivace molteplicità di lingue,
culture e regioni sono per noi un arricchimento. Molti obiettivi non possono
essere conseguiti con un'azione individuale:
la loro realizzazione ci impone un'azione collettiva. L'Unione europea, gli Stati
membri e le loro regioni e comuni si dividono i compiti.
II.
Siamo di fronte a grandi sfide che non si arrestano ai confini nazionali.
L'Unione europea è la nostra risposta a queste sfide. Soltanto assieme potremo
salvaguardare anche in futuro il nostro ideale europeo di società a beneficio di
tutti i cittadini dell'Unione europea. Questo modello europeo coniuga successo
economico e responsabilità sociale. Il mercato comune e l'Euro ci rendono forti.
Potremo così modellare secondo i nostri valori la crescente interconnessione
delle economie a livello mondiale e la sempre maggiore concorrenza sui
mercati internazionali. La ricchezza dell'Europa è racchiusa nelle conoscenze e
nelle competenze dei suoi cittadini: è questa la chiave per la crescita,
l'occupazione e la coesione sociale.
Lotteremo
assieme
contro
il
terrorismo,
la
criminalità
organizzata
e
l'immigrazione illegale.
Anche nella lotta contro i loro oppositori difenderemo il diritto alla libertà e i
diritti civili.
Razzismo e xenofobia non devono trovare mai più terreno fertile.
Ci impegniamo affinché si trovino soluzioni pacifiche ai conflitti nel mondo e gli
esseri umani non divengano vittime di guerre, terrorismo o violenze. L'Unione
europea vuole promuovere la libertà e lo sviluppo nel mondo. Vogliamo far
arretrare la povertà, la fame e le malattie. In tale contesto vogliamo
continuare a svolgere un ruolo trainante.
Vogliamo portare avanti assieme la politica energetica e la protezione del clima
e contribuire a sconfiggere la minaccia globale rappresentata dal cambiamento
climatico.
III.
L'Unione europea dipenderà anche in futuro dalla sua apertura e, nel
contempo, dalla volontà dei suoi membri di consolidare assieme lo sviluppo
interno dell'Unione stessa. L'Unione europea continuerà a promuovere la
democrazia, la stabilità e il benessere anche al di là dei suoi confini.
Con l'unificazione europea si è realizzato un sogno delle generazioni che ci
hanno preceduto. La nostra storia ci ammonisce a difendere questo patrimonio
per le generazioni future. Dobbiamo a tal fine continuare a rinnovare
tempestivamente l'impostazione politica dell'Europa. È in questo spirito che
oggi, a 50 anni dalla firma dei trattati di Roma, siamo uniti nell'obiettivo di
dare all'Unione europea entro le elezioni del Parlamento europeo del 2009 una
base comune rinnovata.
Perché l'Europa è il nostro futuro comune”.
L’Assemblea nelle Istituzioni 2/2007 è
disponibile anche in formato elettronico nel
sito www.ars.sicilia.it alla voce
Informazione - “Assemblea & Istituzioni”