Leggi il giornale realizzato dagli alunni di IIIB, IIC e IIIC dello scorso

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Leggi il giornale realizzato dagli alunni di IIIB, IIC e IIIC dello scorso
Numero I anno 2016
Il giornalino dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Paolo II” di Capo d’Orlando
Il mio viaggio
nella scuola
Due nonne cuoche e laboratorio linguistico pag, 12
La nostra Dirigente
Si racconta pag. 3
I bocconetti di Ficarra e i bagli pag, 13
Viaggio d’istruzione:
luoghi manzoniani 8
Le emozioni orientano la nostra vita
e la Numerologia pag. 14
Compito di realtà: scopriamo Villa Piccolo pag. 4
Borsa di studio FIDAPA
Giochi matematici pag. 10
Il limone e il caffè pag, 11
Cyberbullismo e
I fotografi siamo noi pag. 15
Mostra documentaria
sull’Autonomia pag. 16
1
Nella vita sono tante le cose che ti rendono vivo, che ti
danno la forza di andare avanti, che ti fanno svegliare con il sorriso e
che ti fanno crescere, una di queste è la musica, capace di farti provare
emozioni intense, di risvegliare ricordi, di renderti triste e allo stesso
tempo felice. Noi tutti, alunni della scuola media Giovanni Paolo 2° di
Capo D’Orlando che abbiamo scelto di frequentare l’indirizzo musicale,
abbiamo avuto la fortuna di imparare a suonare strumenti come il sax,
la chitarra, il pianoforte e il flauto. Abbiamo capito che la musica è una
passione e un giorno, potrebbe diventare anche la nostra realtà.
Nel corso degli anni, abbiamo anche avuto modo di dimostrare la nostra
bravura, la nostra voglia di fare musica esibendoci nei concerti di fine anno. Quest’anno il concerto si è
concluso con i complimenti della preside che, insieme ai nostri professori, ci ha incitati a continuare a
esprimerci attraverso la musica. Ai nostri professori di musica dobbiamo tanto, perché ci hanno insegnato che la
musica non è altro che il linguaggio del
nostro cuore, è la vera lingua universale, ,
ed è anche il mezzo più potente per
esprimere i nostri stati d’animo. Sotto
l’influenza della musica ci sentiamo
liberi... di essere noi stessi. Il 26 Maggio
2016 abbiamo avuto modo di dimostrare a
un pubblico di professori e genitori, i
risultati di un duro lavoro, compiuto in
uno, due o tre anni di studi. Studi che ci
hanno permesso di ampliare i nostri
orizzonti, che ci hanno permesso di
diventare grandi , che hanno fatto di noi
delle belle persone, pronti ad affrontare la 2
vita con una marcia in più; ed è soprattutto
per questo motivo che non possiamo fare a meno di ringraziare i nostri professori Giorgio Campobello di
chitarra, Antonio Curcio di flauto, Carmelo Quagliata di sax e Serena Lopez di pianoforte, che hanno fatto di
noi musicisti che non potranno far altro che amare la musica e portarla per sempre nei loro grandi cuori. I nostri
professori ci hanno preparato per affrontare anche concorsi ottenendo ottimi risultati.
Quest’anno abbiamo meritato: il 2° premio per le Formazioni Orchestrali “Musica da Camera” al quartetto
formato da Viviana Maio e Gabriele Lucibello al pianoforte, Gabriele Gregoli e Samuele Crimi al sax, al trio
chitarra con Edoardo Perrone, Ludovica Marinelli e Mattia La Valva.
Un altro 2° premio anche al quartetto di sax con Chiara
Mangano, Michele Domianello, Sofia Scafidi e Riccardo
Redazione di Scuola News
Caputo.
Insegnanti responsabili:
Il 3° premio al trio formato da Anna Bontempo (flauto),
Anna Bertolami e Anna Galipò
Ludovica Marinelli e Mattia La Valva (chitarra).Per la
Redazione: alunni classi IIC – IIIB e IIIC
Il giornalista Sergio Granata, padre di un
Sezione Solisti, sono stati premiati gli allievi
di
alunno di IIIB, è intervenuto in classe
chitarraEdoardo Perrone, Ludovica Marinelli e 1° premio
discutendo
con gli alunni di libertà di stampa
a Mattia La Valva.
Sofia Saitta IIIC
e informazione in rete e ha guidato gli alunni
di IIIB alla stesura di alcuni articoli .
Una scuola che va avanti con
racconta anche sotto il profilo
l'impegno di chi ci lavora
personale e così scopriamo una
quotidianamente
con
passione,
donna con tanti interessi e la
affrontando i problemi e dedicandoci
capacità di essere ancora curiosa.
tutto il tempo a disposizione. Anche
“Il mio sogno- dice- è quello di
a costo di sacrificare altri interessi”.
pubblicare un libro. Amo la
E' la nostra preside Antonina Milici a
lettura, specie la narrativa che,
raccontare come cambia l'istituto che
insieme al teatro, rappresenta uno
frequentiamo da tre anni e farcelo
dei miei interessi principali.” Ma
conoscere attraverso i suoi occhi in
la vera passione è un'altra.
una intervista. Incontrarla ci permette
“Adoro viaggiare- racconta- e da
di conoscere una persona diversa
giovane l'ho fatto spessissimo.
rispetto alla Dirigente severa ed
Posso dire di aver girato il
esigente che conosciamo ogni
mondo. I viaggi più belli e
Intervista realizzata dagli alunni di III B ,
giorno. “Caratterialmente, in effetti,
significativi sono stati quelli in
guidati dal giornalista professionista Sergio
Granata, padre di Samuele, alunno della
sono molto esigente- esordisce la
Marocco ed in Giappone. Ma ho
classe.
preside- ma lo sono soprattutto con me
visitato anche la Gran Bretagna
stessa ponendomi sempre obiettivi
(dove ho svolto corsi d'inglese), e
importanti.
la Germania. Viaggiare significa conoscere, aprirsi ad altre
”Nel nostro istituto la professoressa Milici è arrivata nel culture e, ovviamente, imparare le lingue”. Quest'ultimo
2013 trovandosi di fronte una scuola con problemi aspetto è naturalmente fondamentale per chi, come la
sovraffollamento e mancanza di aule. “Una prima criticità nostra preside è soprattutto una insegnante di inglese.
che abbiamo subito affrontato- spiega la dirigente- insieme Una carriera, quella di docente iniziata proprio a Capo
ad altre emergenze. Così, nel corso di questi anni, si è d'Orlando e trascorsa nel messinese prima di approdare alla
provveduto a rinnovare le attrezzature a disposizione del guida di un istituto. “Vi confesso- afferma- che non vorrei
personale e degli studenti, a puntare sulla formazione dei concludere da dirigente scolastico anche se il mio futuro lo
docenti ed a programmare il nostro futuro.” La preside si vedo ancora nel settore didattico, magari con un incarico
nei ruoli ministeriali”. Del resto, quello di una preside, non
è un ruolo semplice.“Con la riforma- conclude- si parlava
di “preside sceriffo”. Ma di sicuro non abbiamo nulla degli
sceriffi. Anzi: la Scuola è fatta di organi collegiali. Sono
quelli a decidere, programmare e far crescere questo
mondo. Ai presidi, vanno solo le responsabilità.”
Samuele Granata e Giorgia Ciraolo IIIB
Il Sindaco di Capo d’Orlando, Enzo sindoni, e
la Dirigente del nostro Istituto, antonina
Milici al taglio del nastro
Quest'anno la scuola Giovanni Paolo II di Capo d'Orlando è
stata ristrutturata. Il periodo di Natale è servito per ultimare i
lavori. Sono stati introdotti condizionatori, nuovi infissi, nuovi
banchi e sedie. I ragazzi da ora in avanti potranno usufruire
anche di un campo di pallavolo e di una piscina di sabbia per il
salto in lungo. Dopo le vacanza natalizie, il sindaco Enzo
Sindoni e la nostra preside Antonina Milici, tagliando il nastro
hanno inaugurato la scuola alla presenza di molti genitori e di
noi ragazzi che volevamo vedere la nostra nuova scuola.
Samuele Granata e Alessandro Mancari
3
Se sei appassionato di giardini, di gnomi, di
folletti, di poesie incantate e
di storie di vita siciliana,
visita la Villa della famiglia
Piccolo di Calanovella a
Capo d’Orlando. Sorge
sopra un’altura che domina
la pianura di limoni dai
frutti d’oro, tra i colli coperti d’ulivi e il
mare, di fronte, galleggianti sulla linea
dell’orizzonte, le isole Eolie.In questo luogo
fuori dal tempo potrai leggere le poesie di
Lucio, passeggiare nel verde del parco ideato da
Agata Giovanna e ammirare i dipinti
e le foto di Casimiro.
l cimitero dei cani è fra i luoghi più visitati
della Villa. Ciascun cane vissuto a Villa
Piccolo qui ha la propria sepoltura. Le lapidi
recano i nomi degli animali che appartennero ai
tre fratelli. Ci sono Alì, Emir, Pascià, Puck
(cane che Lucio Piccolo amava portare sulle
ginocchia), e molti altri. Qui riposa anche Crab,
l’amatissimo cane di Giuseppe Tomasi di
Lampedusa, morto durante uno dei lunghi
soggiorni che l’autore del Gattopardo faceva a
Capo d’Orlando. Mattia La Valva
Alla fine dell’Ottocento, i baroni Piccolo di Calanovella si
erano trasferiti dal territorio di Naso e di Ficarra , dove
possedevano dal sin dal XV sec. vasti territori, a Palermo,
in una villa al numero 13 della via Libertà. Il barone
Giuseppe Piccolo sposò la principessa Teresa TascaFilangeri. Dal matrimonio nacquero Agata Giovanna nel
1891, Casimiro nel 1897 e Lucio nel 1901.
Nel 1928 morì il barone Giuseppe Piccolo di Calanovella,
che era fuggito tempo prima con una ballerina a San Remo,
lasciando in grossi guai finanziari la moglie, la principessa
Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò, che
abbandonò Palermo e si ritirò nella villa di contrada Vina a
Capo d’Orlando, i figli decisero di seguirla. Per anni uniche
frequentazioni sono state qualche amico o parente che ogni
tanto veniva a far visita. Per lunghi periodi soggiornava
Tomasi di Lampedusa che qui aveva scritto gran parte del
suo romanzo, Il Gattopardo (il nome dato a don Fabrizio, lo
prende dall’isola di Salina che vedeva apparire di fronte
all’orizzonte, affacciandosi al terrazzo-giardino). I tre
fratelli, dopo la morte della madre, continuarono a vivere a
Capo d’Orlando. Non avendo preoccupazioni d’ordine
pratico (tre amministratori si occupavano della conduzione
delle terre, mentre il cuoco e le cameriere a quella della
casa), trascorrevano le giornate a creare intorno a loro un
mondo di cultura e bellezza che oggi rappresenta il nostro
patrimonio più grande, infatti per volontà di Casimiro e di
Agata, dopo la morte di Lucio, Villa Piccolo è diventata
una fondazione . Il Museo di Villa Piccolo è stato
inaugurato nel 1978. Al suo interno sono custoditi oggetti
d'arte, armi antiche, libri, stampe, documenti. Francesca
Tindiglia IIC
4
Agata Giovanna nasce nel 1891, è
legata alla madre e sceglie di non
sposarsi per starle vicino. Dopo la
morte di Donna Teresa continua a
vivere a Villa Piccolo, occupandosi
della tenuta. La baronessa non si è
mai allontanata dalla Sicilia, né da
Capo d’Orlando.
Ad Agata Giovanna
si
deve
il
meraviglioso
giardino di Villa
Piccolo, un parco naturale con una varietà di piante,
provenienti da tutto il mondo. Il giardino che la baronessa
aveva realizzato intorno alla casa era diviso in due parti; in
una zona più piccola e raccolta c'era il cosiddetto giardino
esotico, posto sul terrazzo giardino sul quale si apriva la
stanza da pranzo
ed il salone; era uno spazio verde concepito come un
balcone proteso sul mare con vasche di pesci e ninfee,
coltivato a piante grasse e piante coloniali come aloe, agavi,
cactus, ibiscus, ecc .
L’altro giardino chiamato «esoterico», era più grande e
antistante l’ingresso principale della villa, al confine con le
aree coltivate. Aveva come punti
d’interesse una passeggiata coperta, realizzata con un lungo pergolato a glicine, gelsomino e rose; una grande aiuola
centrale e dei viali ad incrocio, cui si accedeva dalla scalinata
d’ingresso, che si inoltravano nella
proprietà verso sedute in pietra poste agli
estremi del viale, sotto monumentali Pini
ancora oggi in vegetazione.
Agata Giovanna fu la prima a coltivare
in Europa la Puya berteroniana Mez che
è il simbolo di Villa Piccolo, una “oasi di
luce”, come viene definita la Villa da
Tomasi di Lampedusa. Oggi di piante di
puya nel giardino ce ne sono ancora sette
che regolarmente in giugno producono,
su di un lungo stelo, bellissimi fiori
azzurro-blu. Classe IIIC
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Lucio Piccolo nasce il 27 ottobre del 1901 a Palermo. Lucio ama
l'astronomia e la matematica, è anche poeta e musicista. Appena
diciottenne intraprende una corrispondenza con il poeta irlandese William
Yeats, con cui condivide interessi esoterici. Yeats scrive a Lucio dopo aver
ricevuto il Nobel (1923). Nel 1954 invia 9 liriche a Eugenio Montale che
lo invita a partecipare al concorso letterario nazionale di San Pellegrino
Terme. Il barone Lucio, accompagnato dal cugino Giuseppe Tommasi,
vince il primo premio. Nel 1956 Mondadori pubblica la raccolta Canti
barocchi. Poi, nel 1960, Gioco a Nascondere e successivamente Plumelia
(1966). Invece, nel 1968, sarà l’editore siciliano Sciascia a pubblicare
l’opera in prosa poetica Le Esequie della Luna. Lucio Piccolo lascia
alcune opere inedite, tra le quali la composizione musicale Magnificat
.Lucio Piccolo è poeta barocco, esoterico, soprattutto poeta dell’incanto.
Nei suoi versi i protagonisti sono i fiori, l’acqua, i venti e le nubi, le
montagne, le ore e le stagioni in un mondo a metà fra sogno e incubo, che
svela tutta la sua straordinaria bellezza nell’alternarsi del giorno e della
notte. La poesia di Piccolo predilige l’ oscurità che, a detta del
poeta , è insito in ogni siciliano come esigenza in contrapposizione
con l’ eccessiva luce della Sicilia. L’ ombra è un luogo dove
rifugiarsi, per ritrovare quanto perduto e poter esorcizzare il tempo e
la morte. L’essere umano, sottoposto all’azione implacabile della
memoria, è tormentato dall’impossibilità di conoscere gli elementi naturali, che si presentano in forme ora
chiare, ora velate e misteriose provenienti dall’ignoto
Il principe siciliano GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA, cugino dei Piccolo, nato a Palermo nel 1896 e morto a
Roma nel 1957, scrisse un romanzo che intitola Il Gattopardo
poiché nello stemma di famiglia vi è raffigurato un gattopardo. Il
romanzo fu pubblicato dopo la morte dell’autore.
Durante il viaggio di ritorno, dopo i successi letterari di Lucio
Piccolo, Tomasi disse al cugino «Lucio voglio darti una lezione:
scriverò un romanzo che avrà più successo delle tue liriche!».
Lucio spesso provoca il cugino durante per telefono: - «Quando
vieni a sciacquare i panni in Vina? (torrente che scorre vicino alla
villa)»; paragonando il nascente Gattopardo
al romanzo di
Alessandro Manzoni. Il film Il Gattopardo del 1963, regia di
Luchino Visconti, ottiene la Palma d'oro come miglior film al 16º
Festival di Cannes.
. La storia si svolge nel maggio del 1860 quando i garibaldini
sbarcano in Sicilia. Don Fabrizio, principe di Salina, pur non
amando il nuovo, sa che il vecchio non può sopravvivere. Il nipote Tancredi , invece, vede nel nuovo la possibilità di far
carriera. “ Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Il principe lascia che Tancredi sposi
Angelica, figlia di Calogero Sedàra, un borghese che si è arricchito ed ha fatto carriera in politica. «Noi fummo i
Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e
pecore continueremo a crederci il sale della terra.» L’inviato di Torino, Chevalley, gli offre un seggio al Senato, ma
Don Fabrizio rifiuta, “I Siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la
loro vanità è più forte della loro miseria. . Distaccato da tutto attende soltanto la morte.
Casimiro Piccolo nasce a Palermo il 26 maggio del 1894. Casimiro amava la pittura e
trascorreva il suo tempo ritraendo paesaggi e realizzando sorprendenti acquerelli a
soggetto fantastico con elfi e folletti la cui presenza ricercava di notte in giardino.
Aveva una vera passione per il paranormale e lo spiritismo. Gli "acquerelli magici"
sono in mostra permanente a Villa Piccolo, nella "Casimiroteca”, il nuovo spazio
espositivo interamente dedicato alle Opere di Casimiro Piccolo. La maggior parte
degli acquerelli di Casimiro rappresentano i “Folletti”. Il folletto è una creatura
leggendaria tipica della tradizione popolare raffigurato generalmente come un essere
piccolo, burlone, agile e sfuggente, capace di volare e di rendersi invisibile. In Sicilia
sono tante le leggende legate a questi esseri mitologici. Alunni IIC
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A tavola coi Gattopardi siciliani
Interessante è una lettera scritta da Tomasi alla moglie a
Roma, il 6 aprile 1941 proprio da Villa Piccolo: “(…) Sono
arrivato venerdì sera (…), alle
quattro del pomeriggio, accolto da
enormi tazze di vero cioccolato con
panna montata e brioches. Hanno un
nuovo cuoco eccellente, ma che
purtroppo partirà tra 15 giorni. Ti
racconterò il menù di una sola cena
ma tipica: lasagne col sugo di carne,
carne trita e ‘ricotta’; ‘Vol au vent’
di pasta sfoglia con aragosta e latticello di pesce; cotolette
panate con patate alla crema, piselli al prosciutto e una
straordinaria torta: pasta sfoglia, crema molto leggera e ciliegie candite. Il tutto appena tiepido, e nelle quantità
abituali”.
La descrizione ci fa quasi venire l’acquolina in bocca e la curiosità di assaporare anche noi i medesimi piatti dei
gattopardi di Villa Piccolo. Immaginate la scena: un sontuoso timballo irrompe durante la cena servita a
Donnafugata, quando Angelica Sedàra viene presentata alla famiglia del principe di Salina. «L’oro brunito
dell’involucro, la fragranza di zucchero e di cannella che ne emanava non erano che il preludio della sensazione di
delizia che si sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un vapore
carico di aromi, si scorgevano poi i fegatini di pollo, gli ovetti duri, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi
impigliate nella massa untuosa, caldissima dei maccheroncini corti cui l’estratto di carne conferiva un prezioso
color camoscio». IIIC
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Noi alunni di II e IIIC abbiamo lavorato in piccoli gruppi con la metodologia dell’apprendimento cooperativo, ci siamo
aiutati reciprocamente sentendoci corresponsabili del risultato finale. I nostri insegnanti hanno assunto il ruolo di
facilitatori di apprendimento e di organizzatori delle attività.
Viaggio d’istruzione in Lombardia
I trentasette alunni della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Paolo II”
sui gradini del Duomo di Milano si godono il sole nell’ultimo giorno del viaggio di istruzione il 19 ottobre 2015
Siamo partiti per il nostro fantastico viaggio nel mese di ottobre, principalmente per esplorare i padiglioni dell'expo e
visitare i luoghi manzoniani ma ne abbiamo approfittato per visitare altre città della Lombardia e del Piemonte, e
soprattutto per stare insieme ai nostri compagni in un contesto diverso .
Appena arrivati a Milano, ci siamo subito diretti al museo della Scienza, , aperto nel 1992 e dedicato a Leonardo da Vinci
, costruttore, artista e scienziato, che visse un lungo periodo a Milano alla corte di Ludovico il Moro. Alcuni padiglioni del
museo col passare del tempo si sono ampliati. Leonardo per tutta la sua vita
fu affascinato dal volo. Osservando le ali degli uccelli realizzò dei modellini
di aerei di cui, ci sono rimasti gli studi scientifici e i disegni. Sulla base dei
disegni di Leonardo è stato più facile costruire le macchine. Leonardo oltre
che il volo, ammirò anche la natura: studiò l’acqua e le montagne. Leonardo
realizzò anche l’idea che uno scafo si potesse muovere più velocemente
introducendo delle eliche. Il materiale più usato era il legno. Si soffermò a
studiare la piena dei fiumi e un sistema migliore per controllarla era la
catapulta insieme alla
canalizzazione.
Per
questi studi Leonardo fu
considerato uno dei
primi geologi naturalistici. Il sistema ferroviario nacque quando si
iniziò a lavorare la ghisa. Il padiglione ferroviario costituisce
un'importante sezione del museo. Esso è realisticamente allestito
come una vera stazione ferroviaria, completa dei rumori caratteristici,
con binari, banchine e segnali ferroviari. All'interno del padiglione,
sono conservati numerosi pezzi originali.
Il nostro hotel si trovava a Novara e il pomeriggio di giorno 16, subito
dopo esserci sistemati in albergo abbiamo visitato la cittadina, un
comune Il monumento più celebre di Novara è la Basilica di San
Gaudenzio, costruita tra fine Cinquecento ed inizio Seicento, e
caratterizzata dall'imponente cupola neoclassica a pinnacolo (alta 121
La Dirigente, Antonina Milici e le professoresse
metri) progettata da Alessandro Antonelli e aggiunta al corpo della
Anna Bertolami e Graziella Vadalà all’Expo di
chiesa nella seconda metà del XIX secolo, da molti considerata la più
Milano sabato 17 ottobre.
alta al mondo in mattoni. Asia Reale e Giuliana Lazzaro IIIB
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Sabato 17 abbiamo visitato l’Expo, nel giorno di maggiore
affluenza di pubblico. Per riprenderci dalle fatiche del
giorno precedente, domenica abbiamo visitato i luoghi
manzoniani e dopo aver percorso le vie di Bellagio,
abbiamo preso il battello e navigato due ore fino a Como.
Il lago di Lario è un lago lombardo naturale prealpino
ricadente nei territori appartenenti alle province di Como e
di Lecco . È il lago più profondo d'Italia, quello con
maggiore estensione perimetrale ed il terzo per superficie e
volume. Nel 2014 il Lago di Como è stato classificato
come il lago più bello del mondo dal quotidiano online
"The Huffington Post", per il suo microclima e per il suo
ambiente costellato da ville e villaggi.
Lecco è una città ricca di memorie letterarie grazie al
capolavoro del Manzoni. Si consiglia una passeggiata per
visitare questi luoghi che la tradizione ha fissato come
teatro di episodi dei Promessi Sposi: il percorso si svolge
nella parte meridionale di Lecco, dal quartiere di
Pescarenico, dove resta poco del convento di fra'
Cristoforo,ma ancora si può visitare la chiesa dei Santi
Materno e Lucia con le sue rarissime composizioni
plastiche in cera e cartapesta del Seicento e la I due rioni si contendono la presunta o tradizionale "Casa di Lucia". Sopra
sul promontorio dello Zucco, sarebbe stato individuato il palazzotto di Don Rodrigo. E nel rione di Chiuso sarebbe
avvenuta la celebre conversione dell'Innominato, il cui castello sarebbe più lontano. D'obbligo la visita alla dimora che
appartenne alla famiglia Manzoni che vi trascorse, come lui stesso scrive nell'introduzione al Fermo e Lucia tutta
l'infanzia, l'adolescenza e la prima giovinezza e che lo stesso vendette a malincuore, come si desume dal carteggio dello
scrittore; l'edificio ospita attualmente il Museo Manzoniano che espone
manoscritti, prime edizioni, cimeli relativi alla vita ed alle opere dello
scrittore. Il brano più celebre della letteratura italiana "Quel ramo del lago
di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di
monti..." nasce proprio dai minuziosi ricordi visivi del paesaggio che da
questa villa lo scrittore vedeva.
Flavio Vitale e Sofia Saitta IIIC
I promessi sposi è un celebre romanzo storico di Alessandro Manzoni.
Ambientato dal 1628 al 1630 in Lombardia durante il dominio spagnolo,
il periodo storico era stato scelto da Manzoni con l'intento di alludere al
dominio austriaco sul nord Italia. Gli avvenimenti che fanno sfondo alla
vicenda sono normalmente accaduti, come ad esempio la sommossa
popolare di Milano e la peste che devastò il Milanese. Il romanzo mette
in risalto che la storia non è fatta solo di grandi personaggi e di
grandi eventi, ma anche di uomini comuni, anche i più umili. Il
romanzo racconta la storia di due popolani, Renzo e Lucia, che decidono
di sposarsi ma le loro nozze vengono impedite da Don Rodrigo, un
signorotto del luogo. I due ragazzi decidono così di scappare e, insieme
ad Agnese, la madre di Lucia, raggiungono Monza e poi Milano, da qui
iniziano varie vicissitudini e avventure anche spiacevoli, ma alla fine
Renzo e Lucia riusciranno ad unirsi in matrimonio. Nei Promessi Sposi
trovano luogo personaggi comici, come Don Abbondio e, tragici come
l'Innominato; semplici come Renzo e Lucia e complessi come Gertrude;
buoni ed evangelici come il Cardinale Ferdinando Borromeo, Padre
Cristoforo e cattivi come Don Rodrigo. Alcuni di essi sono di pura
fantasia, come ad esempio Renzo e Lucia (i due protagonisti), don
Abbondio (parroco del paese), don Rodrigo (un arrogante signorotto
locale) e l'avvocato, dottor Azzeccagarbugli. Flavio Vitale
9
Le alunne di
IIIA – IIIB e
IIIC davanti al
Municipio di
Capo
d’Orlando con
la Dirigente,
Antonina
Milici,
l’insegnante
Caterina
Germanò e le
insegnanti di
lettere Anna
Bertolami e
Rosaria
Micale
GIOCHI MATEMATICI
Saranno 46 gli studenti della
fascia tirrenica del messinese che
prenderanno parte alla finale
della 23.esima edizione italiana
dei “Campionati Internazionali di
Giochi Matematici”, che si terrà
presso l’Università Bocconi di
Milano il prossimo 14 maggio. I
ragazzi che hanno conquistato il
diritto di accedere alla fase
finale, sono quelli che si sono
qualificati nel corso della
selezione svoltasi all’istituto
Copernico di Barcellona. Nella
nostra scuola per la categoria C1
si tratta di Gabriele Ballato (2°
IC Capo d’Orlando), Miriam
Randazzo Mignacca (2° IC Capo
d’Orlando)e Viviana Maio (2° IC
Capo d’Orlando). Nella categoria
C2 hanno passato il turno
Michael Artino (2° IC Capo
d’Orlando) e Giorgia Cucinotta
(2° IC Capo d’Orlando).
Due alunni della stessa scuola,
Francesco Miceli (1° A) e di
nuovo Michael Artino saranno
protagonisti alle finali dei Giochi
Matematici del Mediterraneo a
Palermo, il 23 aprile.
Michael Artino IIIB
Sono state consegnate nell’aula consiliare del comune di Capo d’Orlando, alla
presenza del sindaco, Enzo Sindoni e dei dirigenti scolastici, le borse di studio
attribuite dalla Fidapa. Le segnalazioni sono state per l’Istituto comprensivo
“Giovanni Paolo II°” Chiara Busacca, per il dialogo, la determinazione,
l'inclinazione naturale alle materie scientifiche alla sua bravura nella pallavolo.
Elisabetta Ferrarolo, per il modo di gestire lo studio ed uno atteggiamento
maturo. Alessandra Ramondini, che si è distinta per la determinazione e la
collaborazione. Gaia Vitanza, allieva molto impegnata con successo in diversi
campi e nella musica. Elisabetta ; per l’istituto comprensivo “Mancari” Giulia
Samadhi Gumina , Giuliana Musarra Tubi e Ludovica Caporlingua.
I premi sono stati assegnati a Ferrarolo e Ludovica Capolingua hanno vinto una
borsa di studio perchè si sono distinte come le migliori alunne della terza media
nell'anno 2014-2015.Nel suo discorso, Rosetta Vitanza, che rappresentava la
Fidapa, ha evidenziato l’importanza di essere partecipi e affettuosi con i
compagni e soprattutto autentici “A voi che scegliete di essere. Dimostrate cosa
siete capaci di fare senza funzione. Solo cosi si può essere grandi e raggiungere le
stelle.” Il sindaco Sindoni fa notare che la sala consiliare è intitolata Falcone e
Borsellino, uomini che dicevano sempre la verità, non imbrogliavano mai ed è
proprio per questo motivo che sono stati uccisi. Per il Sindaco, la cui nonna faceva
parte della Fidapa, per un futuro migliore, bisogna essere sempre se stesso. Nella
mischia c'è sempre il grillo parlante che dice quello che pensa contro gli steriotipi
comuni ed i pregiudizi o un calimero pronto a sporcarsi di fango le mani per gli
altri e fare il bene comune. Per la nostra Dirigente, Antonina Milici, alla conquista
di bei traguardi non serve solo l'impegno ma serve l'unità, per creare armonia. Le
ragazze che vengono premiate sono state capaci di gestire i conflitti e vedere quel
che di buono c'è nelle persone; poiché credono in se stesse possono aiutare gli altri.
I meriti vengono sempre premiati. Questi premi servono anche per creare autostima
in tutte le ragazze. Per costruire una comunità basata sul benessere e sul rispetto, la
Dirigente del Liceo afferma che la scuola ha bisogno di ragazze come loro
impegnate che aiutino gli altri. Chiara Isgrò, Sofia Saitta e Giorgia Salpietro.
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Limone di Sicilia
Il limone ha origine in Birmania dove si trova allo stato selvatico. Furono
gli arabi intorno al X secolo a diffonderlo nel bacino del Mediterraneo
dove la pianta del limone era tuttavia già presente e conosciuta.
Nell'Ottocento la Campania e la Sicilia divennero le regioni più importanti
per
la
sua
produzione.
A Siracusa il limone ha trovato il suo territorio d'eccellenza che gli ha
permesso di ottenere il riconoscimento IGP. In primavera la città si inebria
di profumo di zagara, il fiore degli agrumi e i limoneti segnano il
paesaggio. Qui la coltivazione del limone ha radici antiche, anche se inizialmente era praticata a puro scopo ornamentale.
Grazie al suo gusto forte e unico, il limone ha conquistato un posto di rilievo nella creatività gastronomica: ingentilisce la
robustezza delle carni; esalta la delicata freschezza del pesce; rende gli ortaggi pietanze ricercate ed è molto utilizzato per
preparare sorbetti e vari tipi di dolci e bevande.
Il limone è un albero che può raggiungere 6 metri di altezza. I germogli e i petali sono bianchi e violetti. Il frutto è giallo
all'esterno e quasi incolore all'interno. La buccia può essere molto ruvida o liscia, più o meno foderata all'interno con una
massa bianca spugnosa detta albedo. Solitamente i limoni si coltivano per la produzione di frutti ma la pianta può essere
coltivata in vaso a scopo ornamentale. Spesso si fa distinzione tra limoni gialli e verdi, ma si tratta di una distinzione
meramente commerciale, dato che i due tipi crescono sullo stesso albero in periodi dell’anno differenti.
La granita è fatta con un composto semi-congelato preparato con acqua, zucchero e succo di limone.
Durante la preparazione della granita al limone senza gelatiera è molto importante rimestare continuamente in modo che
l’acqua non si separi dal succo formando dei cristalli di ghiaccio. La granita al limone senza gelatiera è ottima per
rinfrescare le torride giornate estive! Per preparare la granita al limone senza gelatiera, versate l'acqua in un pentolino
portatela a bollore e aggiungete lo zucchero . Quando lo zucchero si sarà sciolto completamente e il liquido sarà diventato
trasparente, spegnete il fuoco e lasciate raffreddare lo sciroppo ottenuto. Tagliate i limoni a metà, spremeteli con uno
spremiagrumi e filtrate molto bene il succo, con l'aiuto di un colino: dovrete ottenere 500 ml di succo filtrato.
Incorporatelo allo sciroppo ormai freddo e mescolate bene il composto aiutandovi con una frusta. A questo punto, mettete
la granita al limone senza gelatiera in freezer dentro ad un contenitore (coperto) di plastica o di metallo. Trascorsa
mezz’ora, estraete il composto dal freezer e rimestatelo energicamente per rompere i cristalli di ghiaccio che si saranno
formati. Ripetete la stessa operazione ogni mezz'ora per altre due-tre
KANGOUROU DELLA LINGUA INGLESE 2016
volte,
fino
ad
ottenere
la
granita
al
limone
senza
gelatiera
della
consistenza
desiderata
.
Ivan
Dicarlo
Gli alunni delle classi V della Scuola
Primaria e III della Scuola Secondaria di
primo grado dell’Istituto Comprensivo “
Giovanni Paolo II “ accompagnati dalle
rispettive docenti di Lingua Inglese
Anastasia Trusso e Graziella Vadalà, si sono
recati nei giorni 11 e 12 Aprile 2016 al
Giga-International House di Catania per
sostenere le semifinali regionali della gara –
concorso Kangourou della Lingua Inglese,
avendo già superato la prima fase svoltasi
presso il nostro Istituto il 16 febbraio.
Gli alunni classificatisi alle semifinali sono
stati i seguenti: Abramo Martina, Bevacqua
Elena, Danisi Alessandra e Gumina
Giovanni della classe V della Scuola
Primaria per la Categoria Joey; Artino
Michael, Granata Samuele e Lazzara
Alessandro della classe III B della Scuola
Secondaria di 1° grado per la Categoria
Wallaby.
Grande
entusiasmo
e
soddisfazione per l’esito ottenuto da parte
delle docenti e degli alunni! Gli alunni della
classe IIIB
Il Caffè
Il caffè è una bevanda ottenuta dalla
macinazione dei semi di alcune specie di piccoli
alberi tropicali appartenenti al genere Coffea.
Sebbene all'interno del genere Coffea siano
identificate e descritte oltre 100 specie,
commercialmente le diverse specie di origine
sono presentate come diverse varietà di caffè.
Le più diffuse tra esse sono l'arabica e la robusta. Si racconta di Kaldi,
il pastore etiope che, vedendo le proprie capre agitate e insonni, prova
ad assaggiare le bacche rosse di cui si cibavano e ne sperimenta gli
effetti su di se. Solo nel ‘500 gli scritti dei primi viaggiatori europei in
Oriente parlano di questa bevanda, chiamata “Vino d’Arabia”: dal
momento che viene rapidamente assimilato dall’organismo e
conferisce forza ed energia, i medici occidentali lo classificano subito
come farmaco. Verso la metà del ‘600 a Venezia, la “porta d’Oriente”,
nasce la prima bottega del caffè occidentale. Inizialmente,la pianta,fu
importata in Arabia tra il XIII e XIV secolo. Fu coltivata intensamente
e si cominciò a bere. Alla fine del XVI secolo, fu piantata anche nelle
colonie d'America. Era considerata come una bevanda cattiva anche se
la produzione era tantissima. IIC
11
Mariella nasce il 10
luglio del 1954 a Naso
(in
provincia
di
Messina). Si è sposata
nel 18 ottobre 1972 con
Nunzio Bonfiglio, e da
questo matrimonio sono
nati due figli: Giuseppe
e Antonella.
Ha incominciato a
lavorare come babysitter e poi a continuato
facendo la casalinga
nella stessa casa in cui
faceva la baby-sitter e
ancora lavora.
Nel 2000 si è sposata la
figlia Antonella con
Rosario Fricano. Da
questo matrimonio è
nata Giada Fricano e
altri due figli.
nel 2003 si è sposato il
figlio Giuseppe.
Adesso Mariella ha 5
nipoti: Giada, Flavia,
Oriana, Matteo
Giuseppina Bonafede
nasce il 19 Settembre
del 1940 a Ribera (in
provincia d'Agrigento).
Si è sposata nel 1967 e
da questo matrimonio
sono nate tre figlie:
Liana,
Caterina
e
Stefania. Da giovane
lavorava in un bar a
Ribera
dove
si
servivano sia tavola
calda che dolci e si
vendevano
tabacchi,
ovviamente cucinava
tutto lei.Nel 1990 si
sono trasferiti a Capo
d'Orlando. Nel 1996
sua figlia Caterina si è
sposata e nel 2000 si è
sposata Liana.
Dal matrimonio tra
Liana e suo marito
Giada Fricano e Mariantonietta Drago sono compagne di classe Celestino Drago è nata
in IIIB e amiche. Spesso cucinano insieme alle loro nonne che Mariantonietta Drago.
Adesso Giuseppina ha
sono vicine di casa e hanno la passione per la cucina
quattro nipoti.
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INGREDIENTI
1 Kg di farina 00
2 kg di zucchero
strutto
1 kg di mandarla
100g di gocce di cioccolato
100g di frutta candita
sale e aromi naturali(vaniglia e cannella)
DECORAZIONE Albume, alcune gocce di limone, zucchero e
palline colorate.
PREPARAZIONE DEL RIPIENO Sbucciare e tritare le mandorle, versarle insieme a 1 kg di zucchero in tegame e far
cuocere per un’ora a fuoco moderato mescolando sempre, e aggiungere aromi naturali.
PREPARAZIONE DELLA SFOGLIA
Impastare la farina, lo zucchero, un pizzico di sale, lo strutto e amalgamare bene tutto. Formare dei cilindri e lasciarli
riposare per circa un’ora. Riprendere la pasta e tirare una sfoglia sottile di mezzo centimetro, formare dei cerchi di
vare misure, disporre su ogni cerchio il ripieno con l’aggiunta di pezzetti di cioccolato e frutta candita, chiudere la
pasta formando delle mezze lune, disporre nella teglia, infornarle a 200° per circa trenta minuti.
PREPARAZIONE GLASSA: Nel frattempo preparare la glassa, montare a neve gli albumi, aggiungere alcune gocce
di limone e lo zucchero a velo. Spennellare la glassa sui dolcetti sfornati, disporli sulla teglia, decorarli con palline e
infornarle per circa dieci minuti. Clara Micale 2C
I bagli siciliani
Il baglio è un edificio che contiene la corte e il
cortile. Nel territorio siciliano, il baglio è una
fattoria fortificata con ampio cortile. I bagli
risalgono al periodo in cui la Sicilia era sotto il
dominio spagnolo, necessitando di grandi quantità
di cereali, i nobili siciliani fondarono delle città di
fondazione. Il baglio è l'espressione di
un'organizzazione legata al feudo, quindi era una
grande azienda agricola abitata, dai proprietari
terrieri e anche dai contadini che vi lavoravano.
Ancor oggi in Sicilia è possibile incontrare tali
costruzioni, per lo più abbandonate ma a volte
restaurate
e
riutilizzate
come
aziende
agrituristiche.
Noi alunni delle classi terze abbiamo partecipato sabato 3
ottobre, nello splendido scenario di villa Piccolo a un importante
evento “storico” che aveva l’obiettivo di far recuperare la
memoria storica dei fatti e delle persone legati alla “Grande
Guerra”. Ho ascoltato con commozione le lettere dei soldati che
vivevano l’orrore delle trincee. Ha organizzato l’evento UNUCI
(Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d' Italia) di Sant'Agata
di Militello. Erano presenti i bersaglieri che avevano in
precedenza sfilato per le vie di Capo d’Orlando. (Nel 1835 il
capitano La Marmora propone al re Carlo Alberto la formazione
di una compagnia di Bersaglieri . con il compito di “compiere
guerra minuta, avanguardia o esplorazione, fiancheggiamento,
infestare le comunicazioni e i convogli nemici, andare per siti
montuosi alla scoperta di facili piste anche sul confine”.
Alessandro Mancari IIIB
13
In classe abbiamo visto L’ultimo film della Disney, si chiama Inside Out e non
racconta la solita storia: i protagonisti sono le emozioni di un’adolescente che
affronta con sgomento il trasferimento con la famiglia dal Minnesota a San
Francisco: Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto, Paura. La personalità di Riley è
dominata da Gioia ma la vera protagonista del film è Tristezza, perché il film
parla dell’allontanamento e della perdita (degli amici di un tempo, e
dell’infanzia). Il film rappresenta la mente umana e tutto ciò che succede
quando, semplicemente, viviamo. Sembra che durante l’adolescenza le
emozioni positive diminuiscano e
A cura di Sofia Saitta
prevalga l’incertezza, per questo,
nel film, Gioia e Tristezza, a un certo punto, si allontanano dalle
NUMEROLOGIA
altre emozioni. Le emozioni guidano la nostra percezione del
Nella vita ognuno di noi ha una
mondo e i nostri ricordi del passato, e perfino il nostro giudizio
strada, un destino e un numero
fortunato. Ecco come fare
per
morale rispetto a ciò che è giusto o sbagliato. Infatti a provocare
scoprirlo:
le rivolte collettive per rimediare alle ingiustizie non sarebbe il
La strada è data dalla somma della
senso morale, bensì la rabbia. Inside Out offre un nuovo
data
di nascita
approccio alla Tristezza è lei che chiarifica, che fa capire cosa è
Esempio: 27/07/2002 (2+7+7+2+2)=
andato perduto (in questo caso l’infanzia). Ciao, siamo delle
20 (2+0)= 2
ragazze di terza media e in questi giorni, ci siamo offerte di
Il destino è dato dalla somma del
raccogliere Informazioni e capire quali sono i problemi che
nome
affliggono i ragazzi nel periodo dell'adolescenza.
Esempio:
Saitta
Sofia
Pia
L'adolescenza è il periodo più bello e difficile in assoluto; quello
(9+1+9+1+1+1+9+5+6+9+1+6+9+1)
dei mille sbagli, dei primi amori, delle paure, della voglia di fare
= 68 (6+8)= 14 (4+1)= 5
pazzie ecc. Grazie a un sondaggio, abbiamo scoperto che la
La fortuna è data dalla somma della
strada e del destino
maggior parte dei ragazzi hanno problemi in famiglia e anche a
Esempio: 25 (2+5)= 7
scuola e con gli amici. Molti hanno almeno una volta nella vita,
tentato di scappare di casa. La maggior parte dei ragazzi non si
sono arresi e si sono sentiti abbastanza soddisfatti delle loro scelte
1 2 3 4 5 6 7 8 9
e di aver reagito con coraggio ai problemi. Molti nostri compagni
14
hanno voluto scrivere tutti i loro problemi e le loro
A B C D E F G H I
preoccupazioni, rispondendo in modo autonomo e responsabile.
Y L M N O P Q R S
In particolare ci hanno colpito molto i racconti di queste tre
ragazze :
T U V Z W
La prima ragazza racconta: “ Quando avevo 9 anni mio padre
morì mentre era fuori per lavoro. Nel momento in cui mi diedero
questa brutta notizia mi sentii amareggiata e un grande senso di
Ora che hai scoperto la tua strada, il
tristezza mi travolse lasciando dentro me un vuoto incolmabile
tuo destino e la fortuna, attribuisci ad
che riuscii, in parte, a riempire grazie all'aiuto di una psicologa,
ogni numero i seguenti aggettivi:
1. Capo, autoritario
dei miei amici e dai miei parenti.”
2. Buono, intelligente
La seconda ragazza racconta: “Quando avevo 8 anni i miei
3.
Abile, affarista
genitori si erano separati, io non stavo molto bene, nonostante
4.
Solido, testardo
tutto sono riuscita a superare questo momento aiutata dai miei
5. Avventuriero, istintivo
parenti che mi hanno sempre sostenuta. Oggi però ho di nuovo
6. Tenero e sensibile
una bellissima e felicissima famiglia.”
7. Misterioso, enigma
Infine un’altra toccante esperienza: “Nella mia vita ho avuto
8. Materialista, pratico
problemi con i miei amici, ero sempre sola e loro mi vedevano
9. Ingegnoso, fantasioso
come una ruota di scorta e per loro non contavo nulla ero
invisibile, mi insultavano sempre e per questo provavo rabbia e trattavo sempre male i miei compagni.
Nonostante questo alcune amiche riuscivano a capirmi, mi guardavano negli occhi e vedevano la mia rabbia
e la tristezza che avevo dentro.” Queste sono le ragazze che nonostante tutti i loro brutti momenti che hanno
passato nella vita, sono riuscite a superarli con coraggio e forza senza arrendersi mai.! Giorgia e Sofia
Feanchina
Giorno 29 gennaio 2016, presso il cineteatro Rosso di San Secondo, si è
tenuto un convegno per un progetto di informazione e prevenzione per
l'utilizzo più sicuro della Rete e dei Social Network rivolto a noi ragazzi della
scuola secondaria di primo grado di Capo d’Orlando.
Tra i relatori dell’incontro la nostra dirigente, Antonina Milici, e Antonina
Gullà dirigente dell’istituto comprensivo n.1, la dott.ssa Cettina Scaffidi, il dott. Salvatore Capolingua, la
dott.ssa Maria Grazia Giorgianni e infine c’è stato l'intervento del Vice Questore della polizia di stato il
dott. Marcello La Bella. Tutti i relatori hanno evidenziato nei loro discorsi la pericolosità del
cyberbullismo, poiché le prevaricazioni avvengono tramite Internet o cellulare e autore e vittima non sono
fisicamente uno di fronte all'altra. L'autore può diffondere rapidamente e senza difficoltà testi offensivi,
voci, immagini o filmati umilianti in rete. , Per il bullo virtuale è più facile mantenere l'anonimato o almeno
una certa distanza, può attaccare senza rivelare il proprio nome, può ferire senza dover temere una reazione.
Spesso i messaggi offensivi si diffondono molto rapidamente e le vittime non si sentono più al sicuro da
nessuna parte. È difficile cancellare le offese, che quindi, una volta pubblicate in rete, possono essere rilette
e riguardate ripetutamente. Per la vittima è dura dimenticare e
superare le violenze subite.
Il Vice questore ci ha dato consigli utili per difenderci dal
cyberbullismo. Purtroppo sia le vittime sia gli spettatori di atti di
bullismo in rete hanno spesso remore a parlare, è difficile
riconoscere il problema prima che si arrivi a soluzioni tragiche. Io
credo che anche per questo genere di problema sia importante poter
contare su amici fidati che ci accettano e ci vogliono bene qualsiasi
cosa accada. Gaia Mileti IIIB
L’idea di fare una mostra fotografica è nata dalla
nostra professoressa Morabito, che ci ha proposto
di fare un compito di realtà e di riprendere col
nostro cellulare momenti di vita quotidiana e che
fanno del nostro paese un territorio pieno di
ricchezze, di bellezze. Questo compito ci ha
permesso di crescere e di capire cos’è che va
migliorato in un paese di grandi risorse. Ci siamo
resi conto di quanto sia bello riprendere piccoli
istanti, momenti della nostra vita che ci hanno
dato tanto e immortalarli in una semplice foto dai
mille colori. Foto che sono in grado di
trasmetterci serenità, armonia, ma anche paura,
malinconia e che ci hanno fatto capire che
viviamo in mondo di grandi diversità e che nella vita, ognuno conserva i suoi momenti, sia belli che brutti. Dopo aver
scattato almeno tre foto ciascuno, abbiamo consegnato il tutto alla nostra prof che ci ha dato dei consigli. Poi, abbiamo
messo i nostri lavori in una chiavetta che in seguito abbiamo consegnato ad un esperto fotografico. Egli ha scelto le
foto migliori e le ha poi sviluppate. Per pubblicizzare questo evento, noi ragazzi delle classi terze, abbiamo realizzato
un manifesto pubblicitario con una tecnica a piacere e democraticamente abbiamo votato quello che ritenevamo più
bello, prodotto da una nostra compagna di terza A. Vedere i nostri lavori esposti nell’atrio della scuola, ci ha resi fieri
di noi stessi, felici di quel che siamo riusciti a fare e ci ha fatto capire che in fondo l’arte non è altro che tutto ciò che
ci circonda… arte è una foglia che si fa trasportare dal vento, è un bambino che corre felice in un prato, è il sole. Oggi
il nostro lavoro diventa una mostra che ha per titolo “Realtà, natura, ambiente e paesaggio del mio territorio” e che ci
auguriamo sia gradita a coloro che vorranno visitarla. Samuele Granata e Giorgia Randazzo IIIB
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Noi alunni, , Egor Bucichev, Sofia
Scolaro,
D’Avino
Martina
(scuola secondaria di primo
grado), Giacomo Carcione, Paolo Ciraolo, Gabriele
Galati, Sofia Galati, Alessio Ibba, Marco Lazzaro,
Federica Letizia, Sofia Monachino e Sofia Montagno
(scuola primaria) abbiamo partecipato al progetto “Il mio
comune: novant’anni di autonomia” realizzato dal maestro
Caccetta, esperto di storia locale. È stato interessante
conoscere la storia del mio paese attraverso documenti, foto,
atti amministrativi, lettere e soprattutto rivivere il clima
storico - politico di quegli anni a pochi mesi dal novantesimo anniversario dell’autonomia (27 settembre 1925). Il
maestro Caccetta ci ha raccontato: “Il 23 luglio 1922, durante un pubblico comizio svoltosi a Capo d’Orlando, a cui
partecipano i rappresentanti, ed una folla di 1500 persone, delle contrate di: Scafa, San Gregorio, S.Martino.
Certari, S.Domenica, Maina, Crocevia, Caria, Catutè, Piscittina, Malvcino, Forno, Bagnara, S.Lucia, viene deliberato
di costituire il Comintato “Pro-Autonomia” di Capo d’Orlando . Viene eletto presidente del sodalizio Basilio
Conforto. Nell’ottobre del 1922 la caparbietà degli abitanti del borgo, nel riportare a Capo d’Orlando e piantonare
la salma di Francesco Paparone, disseppellita dalle autorità di Naso dopo la tumulazione sulla collina presso la
contrada di S.Martino, approda all’importante conquista di vedere accolta la rivendicazione di potere avere un
proprio cimitero. Il 7 agosto 1924 si giungere ad una definizione amichevole per la separazione e costituzione in
comune autonomo di Capo d’Orlando ma la data ufficiale è il 27 settembre 1925 quando alla presenza di buona parte
della popolazione orlandina viene proclamata l’autonomia.”
L’esperienza più bella è stato allestire nella nostra scuola la mostra documentaria su Capo d’Orlando e sui
protagonisti dell’autonomia. La mostra è ricca di foto d’epoca che testimoniano l’evoluzione e i cambiamenti del
nostro paese da borgo marinaro a vivace cittadina commerciale
e turistica. La mostra è stata inaugurata al pubblico alla
presenza del sindaco, Franco Ingrillì, che si è complimentato
con la dirigente Antonina Milici perché promuove nella sua
scuola attività, come questa, che hanno come protagonisti i
ragazzi. È stato un compito di realtà durante il quale abbiamo
non solo conosciuto meglio fatti e avvenimenti ma partecipato
direttamente nell’organizzazione della mostra. Noi alunni
abbiamo spiegato al sindaco di Capo d’Orlando l’importanza
di alcuni documenti esposti. Il primo cittadino ha osservato
con interesse alcune foto che tramandano una realtà che è
presente solo nella memoria di pochi.
CAPO D’ORLANDO
IERI
OGGI
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Dal confronto tra le foto antiche e quelle recenti ho capito che il paese in cui vivo, nel passato, doveva somigliare a
quei paradisi tropicali dove andiamo in vacanza, poiché la natura incontaminata faceva da padrona.
La storia di Capo d’Orlando
Durante le ore del laboratorio storico abbiamo trattato con il maestro Caccetta la storia del nostro paese, Capo d’Orlando. Le
origini della nostra cittadina sono molto antiche, risalgono al XIII secolo quando una popolazione proveniente dall’attuale
Campania si stanziò nelle isole Eolie. Si trattava del popolo degli Ausoni guidati dal re Auson. Alla sua morte gli successe Liparo
che diede il nome alle isole. Divenuto anziano, prese il comando del regno Eolo, il quale ebbe sette figli ai quali divise tutto il suo
regno che oltre alle sette isole comprendeva le coste della Calabria e la Sicilia tirrenica.Ad Agatirno diede il territorio compreso
tra le attuali Gioiosa e Sant’Agata. Agatirno nei pressi del bivio di San Martino fondò una città dandole il proprio nome. Resti (
reperti archeologici) di questa civiltà sono rinvenuti tra il 2000 e il 2001 all’inizio della scalinata che porta al Monte della
Madonna.La città di Agatirno, che fu poi abitata dai Greci e poi dai Romani (delle Terme sono ubicate in contrada Bagnoli),
venne successivamente distrutta dai musulmani, di conseguenza i suoi abitanti fuggirono verso la collina fondando un villaggio
che poi avrebbe preso il nome di Naso.Durante il feudalismo Naso divenne una contea. Piccole borgate sorgevano nelle sue
vicinanze e anche nei pressi della marina erano presenti degli agglomerati di case di pescatori, marinai (a San Gregorio esisteva
una tonnara), come quelle di braccianti e operai (in contrada Bastione c’erano un “trappeto” e una torre di avvistamento).
Successivamente nella zona del “Capo”, sorgevano delle filande, per la lavorazione della seta, poiché il terreno era molto fertile e
forniva abbondanti materie prime.
All’inizio del 1800 lungo la costa, ai piedi dell’attuale Monte della Madonna, sorse un piccolo villaggio abitato da marinai e
pescatori, nel territorio che dal 1925 non fu più amministrato da Naso, ma appartiene al Comune di Capo D’Orlando. Il distacco
non fu semplice, infatti l’autonomia era già stata richiesta e negata più volte negli anni. Gli orlandini dovettero attuare delle
strategie per portare a termine il loro intento, come quello di seppellire i morti non più nel cimitero di Naso, bensì a San Martino.
Don Ciccio Paparone fu infatti il primo defunto a essere seppellito nel cimitero di Capo d’Orlando. Durante il periodo della
guerra, a Capo D’Orlando vengono razionati il pane, le minestre, l’abbigliamento, mediante delle tessere. Nell’estate del 1943,
Capo D’Orlando viene bombardato sia dagli aerei, sia dalle navi da guerra e il municipio rimane gravemente danneggiato. Anche
la scuola elementare subisce dei danni. Rimangono distrutti completamente decine di fabbricati. Durante i pesanti bombardamenti,
la popolazione di Capo D’Orlando si nascondeva nelle gallerie ferroviarie. Finita la guerra l’esercito Anglo-Americano nominò a
Capo D’Orlando un sindaco di sua fiducia per gestire il comune. Nell’ottobre 1946 vennero indette le prime elezioni. Alla fine
degli anni 50 il sindaco di quell’epoca Tullio Trifilò fece costruire un nuovo acquedotto cittadino e istituì una mostra di pittura “
Vita e paesaggio di Capo D’Orlando” che diede tanto prestigio alla cittadina con le sue molteplici edizioni; l’ultima delle quali si è
svolta un paio di anni fa. Molti lavori vennero portati nei musei del Nord Italia, in Russia, in Cina e negli USA. Grazie a questa
esperienza ho potuto approfondire e ampliare le conoscenze storiche del mio paese, apprezzando ancora di più tutto ciò che oggi
esso ci offre. Sofia Scolaro
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