Leggi il giornale realizzato dagli alunni di IIIB, IIC e IIIC dello scorso
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Leggi il giornale realizzato dagli alunni di IIIB, IIC e IIIC dello scorso
Numero I anno 2016 Il giornalino dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Paolo II” di Capo d’Orlando Il mio viaggio nella scuola Due nonne cuoche e laboratorio linguistico pag, 12 La nostra Dirigente Si racconta pag. 3 I bocconetti di Ficarra e i bagli pag, 13 Viaggio d’istruzione: luoghi manzoniani 8 Le emozioni orientano la nostra vita e la Numerologia pag. 14 Compito di realtà: scopriamo Villa Piccolo pag. 4 Borsa di studio FIDAPA Giochi matematici pag. 10 Il limone e il caffè pag, 11 Cyberbullismo e I fotografi siamo noi pag. 15 Mostra documentaria sull’Autonomia pag. 16 1 Nella vita sono tante le cose che ti rendono vivo, che ti danno la forza di andare avanti, che ti fanno svegliare con il sorriso e che ti fanno crescere, una di queste è la musica, capace di farti provare emozioni intense, di risvegliare ricordi, di renderti triste e allo stesso tempo felice. Noi tutti, alunni della scuola media Giovanni Paolo 2° di Capo D’Orlando che abbiamo scelto di frequentare l’indirizzo musicale, abbiamo avuto la fortuna di imparare a suonare strumenti come il sax, la chitarra, il pianoforte e il flauto. Abbiamo capito che la musica è una passione e un giorno, potrebbe diventare anche la nostra realtà. Nel corso degli anni, abbiamo anche avuto modo di dimostrare la nostra bravura, la nostra voglia di fare musica esibendoci nei concerti di fine anno. Quest’anno il concerto si è concluso con i complimenti della preside che, insieme ai nostri professori, ci ha incitati a continuare a esprimerci attraverso la musica. Ai nostri professori di musica dobbiamo tanto, perché ci hanno insegnato che la musica non è altro che il linguaggio del nostro cuore, è la vera lingua universale, , ed è anche il mezzo più potente per esprimere i nostri stati d’animo. Sotto l’influenza della musica ci sentiamo liberi... di essere noi stessi. Il 26 Maggio 2016 abbiamo avuto modo di dimostrare a un pubblico di professori e genitori, i risultati di un duro lavoro, compiuto in uno, due o tre anni di studi. Studi che ci hanno permesso di ampliare i nostri orizzonti, che ci hanno permesso di diventare grandi , che hanno fatto di noi delle belle persone, pronti ad affrontare la 2 vita con una marcia in più; ed è soprattutto per questo motivo che non possiamo fare a meno di ringraziare i nostri professori Giorgio Campobello di chitarra, Antonio Curcio di flauto, Carmelo Quagliata di sax e Serena Lopez di pianoforte, che hanno fatto di noi musicisti che non potranno far altro che amare la musica e portarla per sempre nei loro grandi cuori. I nostri professori ci hanno preparato per affrontare anche concorsi ottenendo ottimi risultati. Quest’anno abbiamo meritato: il 2° premio per le Formazioni Orchestrali “Musica da Camera” al quartetto formato da Viviana Maio e Gabriele Lucibello al pianoforte, Gabriele Gregoli e Samuele Crimi al sax, al trio chitarra con Edoardo Perrone, Ludovica Marinelli e Mattia La Valva. Un altro 2° premio anche al quartetto di sax con Chiara Mangano, Michele Domianello, Sofia Scafidi e Riccardo Redazione di Scuola News Caputo. Insegnanti responsabili: Il 3° premio al trio formato da Anna Bontempo (flauto), Anna Bertolami e Anna Galipò Ludovica Marinelli e Mattia La Valva (chitarra).Per la Redazione: alunni classi IIC – IIIB e IIIC Il giornalista Sergio Granata, padre di un Sezione Solisti, sono stati premiati gli allievi di alunno di IIIB, è intervenuto in classe chitarraEdoardo Perrone, Ludovica Marinelli e 1° premio discutendo con gli alunni di libertà di stampa a Mattia La Valva. Sofia Saitta IIIC e informazione in rete e ha guidato gli alunni di IIIB alla stesura di alcuni articoli . Una scuola che va avanti con racconta anche sotto il profilo l'impegno di chi ci lavora personale e così scopriamo una quotidianamente con passione, donna con tanti interessi e la affrontando i problemi e dedicandoci capacità di essere ancora curiosa. tutto il tempo a disposizione. Anche “Il mio sogno- dice- è quello di a costo di sacrificare altri interessi”. pubblicare un libro. Amo la E' la nostra preside Antonina Milici a lettura, specie la narrativa che, raccontare come cambia l'istituto che insieme al teatro, rappresenta uno frequentiamo da tre anni e farcelo dei miei interessi principali.” Ma conoscere attraverso i suoi occhi in la vera passione è un'altra. una intervista. Incontrarla ci permette “Adoro viaggiare- racconta- e da di conoscere una persona diversa giovane l'ho fatto spessissimo. rispetto alla Dirigente severa ed Posso dire di aver girato il esigente che conosciamo ogni mondo. I viaggi più belli e Intervista realizzata dagli alunni di III B , giorno. “Caratterialmente, in effetti, significativi sono stati quelli in guidati dal giornalista professionista Sergio Granata, padre di Samuele, alunno della sono molto esigente- esordisce la Marocco ed in Giappone. Ma ho classe. preside- ma lo sono soprattutto con me visitato anche la Gran Bretagna stessa ponendomi sempre obiettivi (dove ho svolto corsi d'inglese), e importanti. la Germania. Viaggiare significa conoscere, aprirsi ad altre ”Nel nostro istituto la professoressa Milici è arrivata nel culture e, ovviamente, imparare le lingue”. Quest'ultimo 2013 trovandosi di fronte una scuola con problemi aspetto è naturalmente fondamentale per chi, come la sovraffollamento e mancanza di aule. “Una prima criticità nostra preside è soprattutto una insegnante di inglese. che abbiamo subito affrontato- spiega la dirigente- insieme Una carriera, quella di docente iniziata proprio a Capo ad altre emergenze. Così, nel corso di questi anni, si è d'Orlando e trascorsa nel messinese prima di approdare alla provveduto a rinnovare le attrezzature a disposizione del guida di un istituto. “Vi confesso- afferma- che non vorrei personale e degli studenti, a puntare sulla formazione dei concludere da dirigente scolastico anche se il mio futuro lo docenti ed a programmare il nostro futuro.” La preside si vedo ancora nel settore didattico, magari con un incarico nei ruoli ministeriali”. Del resto, quello di una preside, non è un ruolo semplice.“Con la riforma- conclude- si parlava di “preside sceriffo”. Ma di sicuro non abbiamo nulla degli sceriffi. Anzi: la Scuola è fatta di organi collegiali. Sono quelli a decidere, programmare e far crescere questo mondo. Ai presidi, vanno solo le responsabilità.” Samuele Granata e Giorgia Ciraolo IIIB Il Sindaco di Capo d’Orlando, Enzo sindoni, e la Dirigente del nostro Istituto, antonina Milici al taglio del nastro Quest'anno la scuola Giovanni Paolo II di Capo d'Orlando è stata ristrutturata. Il periodo di Natale è servito per ultimare i lavori. Sono stati introdotti condizionatori, nuovi infissi, nuovi banchi e sedie. I ragazzi da ora in avanti potranno usufruire anche di un campo di pallavolo e di una piscina di sabbia per il salto in lungo. Dopo le vacanza natalizie, il sindaco Enzo Sindoni e la nostra preside Antonina Milici, tagliando il nastro hanno inaugurato la scuola alla presenza di molti genitori e di noi ragazzi che volevamo vedere la nostra nuova scuola. Samuele Granata e Alessandro Mancari 3 Se sei appassionato di giardini, di gnomi, di folletti, di poesie incantate e di storie di vita siciliana, visita la Villa della famiglia Piccolo di Calanovella a Capo d’Orlando. Sorge sopra un’altura che domina la pianura di limoni dai frutti d’oro, tra i colli coperti d’ulivi e il mare, di fronte, galleggianti sulla linea dell’orizzonte, le isole Eolie.In questo luogo fuori dal tempo potrai leggere le poesie di Lucio, passeggiare nel verde del parco ideato da Agata Giovanna e ammirare i dipinti e le foto di Casimiro. l cimitero dei cani è fra i luoghi più visitati della Villa. Ciascun cane vissuto a Villa Piccolo qui ha la propria sepoltura. Le lapidi recano i nomi degli animali che appartennero ai tre fratelli. Ci sono Alì, Emir, Pascià, Puck (cane che Lucio Piccolo amava portare sulle ginocchia), e molti altri. Qui riposa anche Crab, l’amatissimo cane di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, morto durante uno dei lunghi soggiorni che l’autore del Gattopardo faceva a Capo d’Orlando. Mattia La Valva Alla fine dell’Ottocento, i baroni Piccolo di Calanovella si erano trasferiti dal territorio di Naso e di Ficarra , dove possedevano dal sin dal XV sec. vasti territori, a Palermo, in una villa al numero 13 della via Libertà. Il barone Giuseppe Piccolo sposò la principessa Teresa TascaFilangeri. Dal matrimonio nacquero Agata Giovanna nel 1891, Casimiro nel 1897 e Lucio nel 1901. Nel 1928 morì il barone Giuseppe Piccolo di Calanovella, che era fuggito tempo prima con una ballerina a San Remo, lasciando in grossi guai finanziari la moglie, la principessa Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò, che abbandonò Palermo e si ritirò nella villa di contrada Vina a Capo d’Orlando, i figli decisero di seguirla. Per anni uniche frequentazioni sono state qualche amico o parente che ogni tanto veniva a far visita. Per lunghi periodi soggiornava Tomasi di Lampedusa che qui aveva scritto gran parte del suo romanzo, Il Gattopardo (il nome dato a don Fabrizio, lo prende dall’isola di Salina che vedeva apparire di fronte all’orizzonte, affacciandosi al terrazzo-giardino). I tre fratelli, dopo la morte della madre, continuarono a vivere a Capo d’Orlando. Non avendo preoccupazioni d’ordine pratico (tre amministratori si occupavano della conduzione delle terre, mentre il cuoco e le cameriere a quella della casa), trascorrevano le giornate a creare intorno a loro un mondo di cultura e bellezza che oggi rappresenta il nostro patrimonio più grande, infatti per volontà di Casimiro e di Agata, dopo la morte di Lucio, Villa Piccolo è diventata una fondazione . Il Museo di Villa Piccolo è stato inaugurato nel 1978. Al suo interno sono custoditi oggetti d'arte, armi antiche, libri, stampe, documenti. Francesca Tindiglia IIC 4 Agata Giovanna nasce nel 1891, è legata alla madre e sceglie di non sposarsi per starle vicino. Dopo la morte di Donna Teresa continua a vivere a Villa Piccolo, occupandosi della tenuta. La baronessa non si è mai allontanata dalla Sicilia, né da Capo d’Orlando. Ad Agata Giovanna si deve il meraviglioso giardino di Villa Piccolo, un parco naturale con una varietà di piante, provenienti da tutto il mondo. Il giardino che la baronessa aveva realizzato intorno alla casa era diviso in due parti; in una zona più piccola e raccolta c'era il cosiddetto giardino esotico, posto sul terrazzo giardino sul quale si apriva la stanza da pranzo ed il salone; era uno spazio verde concepito come un balcone proteso sul mare con vasche di pesci e ninfee, coltivato a piante grasse e piante coloniali come aloe, agavi, cactus, ibiscus, ecc . L’altro giardino chiamato «esoterico», era più grande e antistante l’ingresso principale della villa, al confine con le aree coltivate. Aveva come punti d’interesse una passeggiata coperta, realizzata con un lungo pergolato a glicine, gelsomino e rose; una grande aiuola centrale e dei viali ad incrocio, cui si accedeva dalla scalinata d’ingresso, che si inoltravano nella proprietà verso sedute in pietra poste agli estremi del viale, sotto monumentali Pini ancora oggi in vegetazione. Agata Giovanna fu la prima a coltivare in Europa la Puya berteroniana Mez che è il simbolo di Villa Piccolo, una “oasi di luce”, come viene definita la Villa da Tomasi di Lampedusa. Oggi di piante di puya nel giardino ce ne sono ancora sette che regolarmente in giugno producono, su di un lungo stelo, bellissimi fiori azzurro-blu. Classe IIIC 5 Lucio Piccolo nasce il 27 ottobre del 1901 a Palermo. Lucio ama l'astronomia e la matematica, è anche poeta e musicista. Appena diciottenne intraprende una corrispondenza con il poeta irlandese William Yeats, con cui condivide interessi esoterici. Yeats scrive a Lucio dopo aver ricevuto il Nobel (1923). Nel 1954 invia 9 liriche a Eugenio Montale che lo invita a partecipare al concorso letterario nazionale di San Pellegrino Terme. Il barone Lucio, accompagnato dal cugino Giuseppe Tommasi, vince il primo premio. Nel 1956 Mondadori pubblica la raccolta Canti barocchi. Poi, nel 1960, Gioco a Nascondere e successivamente Plumelia (1966). Invece, nel 1968, sarà l’editore siciliano Sciascia a pubblicare l’opera in prosa poetica Le Esequie della Luna. Lucio Piccolo lascia alcune opere inedite, tra le quali la composizione musicale Magnificat .Lucio Piccolo è poeta barocco, esoterico, soprattutto poeta dell’incanto. Nei suoi versi i protagonisti sono i fiori, l’acqua, i venti e le nubi, le montagne, le ore e le stagioni in un mondo a metà fra sogno e incubo, che svela tutta la sua straordinaria bellezza nell’alternarsi del giorno e della notte. La poesia di Piccolo predilige l’ oscurità che, a detta del poeta , è insito in ogni siciliano come esigenza in contrapposizione con l’ eccessiva luce della Sicilia. L’ ombra è un luogo dove rifugiarsi, per ritrovare quanto perduto e poter esorcizzare il tempo e la morte. L’essere umano, sottoposto all’azione implacabile della memoria, è tormentato dall’impossibilità di conoscere gli elementi naturali, che si presentano in forme ora chiare, ora velate e misteriose provenienti dall’ignoto Il principe siciliano GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA, cugino dei Piccolo, nato a Palermo nel 1896 e morto a Roma nel 1957, scrisse un romanzo che intitola Il Gattopardo poiché nello stemma di famiglia vi è raffigurato un gattopardo. Il romanzo fu pubblicato dopo la morte dell’autore. Durante il viaggio di ritorno, dopo i successi letterari di Lucio Piccolo, Tomasi disse al cugino «Lucio voglio darti una lezione: scriverò un romanzo che avrà più successo delle tue liriche!». Lucio spesso provoca il cugino durante per telefono: - «Quando vieni a sciacquare i panni in Vina? (torrente che scorre vicino alla villa)»; paragonando il nascente Gattopardo al romanzo di Alessandro Manzoni. Il film Il Gattopardo del 1963, regia di Luchino Visconti, ottiene la Palma d'oro come miglior film al 16º Festival di Cannes. . La storia si svolge nel maggio del 1860 quando i garibaldini sbarcano in Sicilia. Don Fabrizio, principe di Salina, pur non amando il nuovo, sa che il vecchio non può sopravvivere. Il nipote Tancredi , invece, vede nel nuovo la possibilità di far carriera. “ Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Il principe lascia che Tancredi sposi Angelica, figlia di Calogero Sedàra, un borghese che si è arricchito ed ha fatto carriera in politica. «Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra.» L’inviato di Torino, Chevalley, gli offre un seggio al Senato, ma Don Fabrizio rifiuta, “I Siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria. . Distaccato da tutto attende soltanto la morte. Casimiro Piccolo nasce a Palermo il 26 maggio del 1894. Casimiro amava la pittura e trascorreva il suo tempo ritraendo paesaggi e realizzando sorprendenti acquerelli a soggetto fantastico con elfi e folletti la cui presenza ricercava di notte in giardino. Aveva una vera passione per il paranormale e lo spiritismo. Gli "acquerelli magici" sono in mostra permanente a Villa Piccolo, nella "Casimiroteca”, il nuovo spazio espositivo interamente dedicato alle Opere di Casimiro Piccolo. La maggior parte degli acquerelli di Casimiro rappresentano i “Folletti”. Il folletto è una creatura leggendaria tipica della tradizione popolare raffigurato generalmente come un essere piccolo, burlone, agile e sfuggente, capace di volare e di rendersi invisibile. In Sicilia sono tante le leggende legate a questi esseri mitologici. Alunni IIC 6 A tavola coi Gattopardi siciliani Interessante è una lettera scritta da Tomasi alla moglie a Roma, il 6 aprile 1941 proprio da Villa Piccolo: “(…) Sono arrivato venerdì sera (…), alle quattro del pomeriggio, accolto da enormi tazze di vero cioccolato con panna montata e brioches. Hanno un nuovo cuoco eccellente, ma che purtroppo partirà tra 15 giorni. Ti racconterò il menù di una sola cena ma tipica: lasagne col sugo di carne, carne trita e ‘ricotta’; ‘Vol au vent’ di pasta sfoglia con aragosta e latticello di pesce; cotolette panate con patate alla crema, piselli al prosciutto e una straordinaria torta: pasta sfoglia, crema molto leggera e ciliegie candite. Il tutto appena tiepido, e nelle quantità abituali”. La descrizione ci fa quasi venire l’acquolina in bocca e la curiosità di assaporare anche noi i medesimi piatti dei gattopardi di Villa Piccolo. Immaginate la scena: un sontuoso timballo irrompe durante la cena servita a Donnafugata, quando Angelica Sedàra viene presentata alla famiglia del principe di Salina. «L’oro brunito dell’involucro, la fragranza di zucchero e di cannella che ne emanava non erano che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un vapore carico di aromi, si scorgevano poi i fegatini di pollo, gli ovetti duri, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi impigliate nella massa untuosa, caldissima dei maccheroncini corti cui l’estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio». IIIC 7 Noi alunni di II e IIIC abbiamo lavorato in piccoli gruppi con la metodologia dell’apprendimento cooperativo, ci siamo aiutati reciprocamente sentendoci corresponsabili del risultato finale. I nostri insegnanti hanno assunto il ruolo di facilitatori di apprendimento e di organizzatori delle attività. Viaggio d’istruzione in Lombardia I trentasette alunni della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Paolo II” sui gradini del Duomo di Milano si godono il sole nell’ultimo giorno del viaggio di istruzione il 19 ottobre 2015 Siamo partiti per il nostro fantastico viaggio nel mese di ottobre, principalmente per esplorare i padiglioni dell'expo e visitare i luoghi manzoniani ma ne abbiamo approfittato per visitare altre città della Lombardia e del Piemonte, e soprattutto per stare insieme ai nostri compagni in un contesto diverso . Appena arrivati a Milano, ci siamo subito diretti al museo della Scienza, , aperto nel 1992 e dedicato a Leonardo da Vinci , costruttore, artista e scienziato, che visse un lungo periodo a Milano alla corte di Ludovico il Moro. Alcuni padiglioni del museo col passare del tempo si sono ampliati. Leonardo per tutta la sua vita fu affascinato dal volo. Osservando le ali degli uccelli realizzò dei modellini di aerei di cui, ci sono rimasti gli studi scientifici e i disegni. Sulla base dei disegni di Leonardo è stato più facile costruire le macchine. Leonardo oltre che il volo, ammirò anche la natura: studiò l’acqua e le montagne. Leonardo realizzò anche l’idea che uno scafo si potesse muovere più velocemente introducendo delle eliche. Il materiale più usato era il legno. Si soffermò a studiare la piena dei fiumi e un sistema migliore per controllarla era la catapulta insieme alla canalizzazione. Per questi studi Leonardo fu considerato uno dei primi geologi naturalistici. Il sistema ferroviario nacque quando si iniziò a lavorare la ghisa. Il padiglione ferroviario costituisce un'importante sezione del museo. Esso è realisticamente allestito come una vera stazione ferroviaria, completa dei rumori caratteristici, con binari, banchine e segnali ferroviari. All'interno del padiglione, sono conservati numerosi pezzi originali. Il nostro hotel si trovava a Novara e il pomeriggio di giorno 16, subito dopo esserci sistemati in albergo abbiamo visitato la cittadina, un comune Il monumento più celebre di Novara è la Basilica di San Gaudenzio, costruita tra fine Cinquecento ed inizio Seicento, e caratterizzata dall'imponente cupola neoclassica a pinnacolo (alta 121 La Dirigente, Antonina Milici e le professoresse metri) progettata da Alessandro Antonelli e aggiunta al corpo della Anna Bertolami e Graziella Vadalà all’Expo di chiesa nella seconda metà del XIX secolo, da molti considerata la più Milano sabato 17 ottobre. alta al mondo in mattoni. Asia Reale e Giuliana Lazzaro IIIB 8 Sabato 17 abbiamo visitato l’Expo, nel giorno di maggiore affluenza di pubblico. Per riprenderci dalle fatiche del giorno precedente, domenica abbiamo visitato i luoghi manzoniani e dopo aver percorso le vie di Bellagio, abbiamo preso il battello e navigato due ore fino a Como. Il lago di Lario è un lago lombardo naturale prealpino ricadente nei territori appartenenti alle province di Como e di Lecco . È il lago più profondo d'Italia, quello con maggiore estensione perimetrale ed il terzo per superficie e volume. Nel 2014 il Lago di Como è stato classificato come il lago più bello del mondo dal quotidiano online "The Huffington Post", per il suo microclima e per il suo ambiente costellato da ville e villaggi. Lecco è una città ricca di memorie letterarie grazie al capolavoro del Manzoni. Si consiglia una passeggiata per visitare questi luoghi che la tradizione ha fissato come teatro di episodi dei Promessi Sposi: il percorso si svolge nella parte meridionale di Lecco, dal quartiere di Pescarenico, dove resta poco del convento di fra' Cristoforo,ma ancora si può visitare la chiesa dei Santi Materno e Lucia con le sue rarissime composizioni plastiche in cera e cartapesta del Seicento e la I due rioni si contendono la presunta o tradizionale "Casa di Lucia". Sopra sul promontorio dello Zucco, sarebbe stato individuato il palazzotto di Don Rodrigo. E nel rione di Chiuso sarebbe avvenuta la celebre conversione dell'Innominato, il cui castello sarebbe più lontano. D'obbligo la visita alla dimora che appartenne alla famiglia Manzoni che vi trascorse, come lui stesso scrive nell'introduzione al Fermo e Lucia tutta l'infanzia, l'adolescenza e la prima giovinezza e che lo stesso vendette a malincuore, come si desume dal carteggio dello scrittore; l'edificio ospita attualmente il Museo Manzoniano che espone manoscritti, prime edizioni, cimeli relativi alla vita ed alle opere dello scrittore. Il brano più celebre della letteratura italiana "Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti..." nasce proprio dai minuziosi ricordi visivi del paesaggio che da questa villa lo scrittore vedeva. Flavio Vitale e Sofia Saitta IIIC I promessi sposi è un celebre romanzo storico di Alessandro Manzoni. Ambientato dal 1628 al 1630 in Lombardia durante il dominio spagnolo, il periodo storico era stato scelto da Manzoni con l'intento di alludere al dominio austriaco sul nord Italia. Gli avvenimenti che fanno sfondo alla vicenda sono normalmente accaduti, come ad esempio la sommossa popolare di Milano e la peste che devastò il Milanese. Il romanzo mette in risalto che la storia non è fatta solo di grandi personaggi e di grandi eventi, ma anche di uomini comuni, anche i più umili. Il romanzo racconta la storia di due popolani, Renzo e Lucia, che decidono di sposarsi ma le loro nozze vengono impedite da Don Rodrigo, un signorotto del luogo. I due ragazzi decidono così di scappare e, insieme ad Agnese, la madre di Lucia, raggiungono Monza e poi Milano, da qui iniziano varie vicissitudini e avventure anche spiacevoli, ma alla fine Renzo e Lucia riusciranno ad unirsi in matrimonio. Nei Promessi Sposi trovano luogo personaggi comici, come Don Abbondio e, tragici come l'Innominato; semplici come Renzo e Lucia e complessi come Gertrude; buoni ed evangelici come il Cardinale Ferdinando Borromeo, Padre Cristoforo e cattivi come Don Rodrigo. Alcuni di essi sono di pura fantasia, come ad esempio Renzo e Lucia (i due protagonisti), don Abbondio (parroco del paese), don Rodrigo (un arrogante signorotto locale) e l'avvocato, dottor Azzeccagarbugli. Flavio Vitale 9 Le alunne di IIIA – IIIB e IIIC davanti al Municipio di Capo d’Orlando con la Dirigente, Antonina Milici, l’insegnante Caterina Germanò e le insegnanti di lettere Anna Bertolami e Rosaria Micale GIOCHI MATEMATICI Saranno 46 gli studenti della fascia tirrenica del messinese che prenderanno parte alla finale della 23.esima edizione italiana dei “Campionati Internazionali di Giochi Matematici”, che si terrà presso l’Università Bocconi di Milano il prossimo 14 maggio. I ragazzi che hanno conquistato il diritto di accedere alla fase finale, sono quelli che si sono qualificati nel corso della selezione svoltasi all’istituto Copernico di Barcellona. Nella nostra scuola per la categoria C1 si tratta di Gabriele Ballato (2° IC Capo d’Orlando), Miriam Randazzo Mignacca (2° IC Capo d’Orlando)e Viviana Maio (2° IC Capo d’Orlando). Nella categoria C2 hanno passato il turno Michael Artino (2° IC Capo d’Orlando) e Giorgia Cucinotta (2° IC Capo d’Orlando). Due alunni della stessa scuola, Francesco Miceli (1° A) e di nuovo Michael Artino saranno protagonisti alle finali dei Giochi Matematici del Mediterraneo a Palermo, il 23 aprile. Michael Artino IIIB Sono state consegnate nell’aula consiliare del comune di Capo d’Orlando, alla presenza del sindaco, Enzo Sindoni e dei dirigenti scolastici, le borse di studio attribuite dalla Fidapa. Le segnalazioni sono state per l’Istituto comprensivo “Giovanni Paolo II°” Chiara Busacca, per il dialogo, la determinazione, l'inclinazione naturale alle materie scientifiche alla sua bravura nella pallavolo. Elisabetta Ferrarolo, per il modo di gestire lo studio ed uno atteggiamento maturo. Alessandra Ramondini, che si è distinta per la determinazione e la collaborazione. Gaia Vitanza, allieva molto impegnata con successo in diversi campi e nella musica. Elisabetta ; per l’istituto comprensivo “Mancari” Giulia Samadhi Gumina , Giuliana Musarra Tubi e Ludovica Caporlingua. I premi sono stati assegnati a Ferrarolo e Ludovica Capolingua hanno vinto una borsa di studio perchè si sono distinte come le migliori alunne della terza media nell'anno 2014-2015.Nel suo discorso, Rosetta Vitanza, che rappresentava la Fidapa, ha evidenziato l’importanza di essere partecipi e affettuosi con i compagni e soprattutto autentici “A voi che scegliete di essere. Dimostrate cosa siete capaci di fare senza funzione. Solo cosi si può essere grandi e raggiungere le stelle.” Il sindaco Sindoni fa notare che la sala consiliare è intitolata Falcone e Borsellino, uomini che dicevano sempre la verità, non imbrogliavano mai ed è proprio per questo motivo che sono stati uccisi. Per il Sindaco, la cui nonna faceva parte della Fidapa, per un futuro migliore, bisogna essere sempre se stesso. Nella mischia c'è sempre il grillo parlante che dice quello che pensa contro gli steriotipi comuni ed i pregiudizi o un calimero pronto a sporcarsi di fango le mani per gli altri e fare il bene comune. Per la nostra Dirigente, Antonina Milici, alla conquista di bei traguardi non serve solo l'impegno ma serve l'unità, per creare armonia. Le ragazze che vengono premiate sono state capaci di gestire i conflitti e vedere quel che di buono c'è nelle persone; poiché credono in se stesse possono aiutare gli altri. I meriti vengono sempre premiati. Questi premi servono anche per creare autostima in tutte le ragazze. Per costruire una comunità basata sul benessere e sul rispetto, la Dirigente del Liceo afferma che la scuola ha bisogno di ragazze come loro impegnate che aiutino gli altri. Chiara Isgrò, Sofia Saitta e Giorgia Salpietro. 10 Limone di Sicilia Il limone ha origine in Birmania dove si trova allo stato selvatico. Furono gli arabi intorno al X secolo a diffonderlo nel bacino del Mediterraneo dove la pianta del limone era tuttavia già presente e conosciuta. Nell'Ottocento la Campania e la Sicilia divennero le regioni più importanti per la sua produzione. A Siracusa il limone ha trovato il suo territorio d'eccellenza che gli ha permesso di ottenere il riconoscimento IGP. In primavera la città si inebria di profumo di zagara, il fiore degli agrumi e i limoneti segnano il paesaggio. Qui la coltivazione del limone ha radici antiche, anche se inizialmente era praticata a puro scopo ornamentale. Grazie al suo gusto forte e unico, il limone ha conquistato un posto di rilievo nella creatività gastronomica: ingentilisce la robustezza delle carni; esalta la delicata freschezza del pesce; rende gli ortaggi pietanze ricercate ed è molto utilizzato per preparare sorbetti e vari tipi di dolci e bevande. Il limone è un albero che può raggiungere 6 metri di altezza. I germogli e i petali sono bianchi e violetti. Il frutto è giallo all'esterno e quasi incolore all'interno. La buccia può essere molto ruvida o liscia, più o meno foderata all'interno con una massa bianca spugnosa detta albedo. Solitamente i limoni si coltivano per la produzione di frutti ma la pianta può essere coltivata in vaso a scopo ornamentale. Spesso si fa distinzione tra limoni gialli e verdi, ma si tratta di una distinzione meramente commerciale, dato che i due tipi crescono sullo stesso albero in periodi dell’anno differenti. La granita è fatta con un composto semi-congelato preparato con acqua, zucchero e succo di limone. Durante la preparazione della granita al limone senza gelatiera è molto importante rimestare continuamente in modo che l’acqua non si separi dal succo formando dei cristalli di ghiaccio. La granita al limone senza gelatiera è ottima per rinfrescare le torride giornate estive! Per preparare la granita al limone senza gelatiera, versate l'acqua in un pentolino portatela a bollore e aggiungete lo zucchero . Quando lo zucchero si sarà sciolto completamente e il liquido sarà diventato trasparente, spegnete il fuoco e lasciate raffreddare lo sciroppo ottenuto. Tagliate i limoni a metà, spremeteli con uno spremiagrumi e filtrate molto bene il succo, con l'aiuto di un colino: dovrete ottenere 500 ml di succo filtrato. Incorporatelo allo sciroppo ormai freddo e mescolate bene il composto aiutandovi con una frusta. A questo punto, mettete la granita al limone senza gelatiera in freezer dentro ad un contenitore (coperto) di plastica o di metallo. Trascorsa mezz’ora, estraete il composto dal freezer e rimestatelo energicamente per rompere i cristalli di ghiaccio che si saranno formati. Ripetete la stessa operazione ogni mezz'ora per altre due-tre KANGOUROU DELLA LINGUA INGLESE 2016 volte, fino ad ottenere la granita al limone senza gelatiera della consistenza desiderata . Ivan Dicarlo Gli alunni delle classi V della Scuola Primaria e III della Scuola Secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo “ Giovanni Paolo II “ accompagnati dalle rispettive docenti di Lingua Inglese Anastasia Trusso e Graziella Vadalà, si sono recati nei giorni 11 e 12 Aprile 2016 al Giga-International House di Catania per sostenere le semifinali regionali della gara – concorso Kangourou della Lingua Inglese, avendo già superato la prima fase svoltasi presso il nostro Istituto il 16 febbraio. Gli alunni classificatisi alle semifinali sono stati i seguenti: Abramo Martina, Bevacqua Elena, Danisi Alessandra e Gumina Giovanni della classe V della Scuola Primaria per la Categoria Joey; Artino Michael, Granata Samuele e Lazzara Alessandro della classe III B della Scuola Secondaria di 1° grado per la Categoria Wallaby. Grande entusiasmo e soddisfazione per l’esito ottenuto da parte delle docenti e degli alunni! Gli alunni della classe IIIB Il Caffè Il caffè è una bevanda ottenuta dalla macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi tropicali appartenenti al genere Coffea. Sebbene all'interno del genere Coffea siano identificate e descritte oltre 100 specie, commercialmente le diverse specie di origine sono presentate come diverse varietà di caffè. Le più diffuse tra esse sono l'arabica e la robusta. Si racconta di Kaldi, il pastore etiope che, vedendo le proprie capre agitate e insonni, prova ad assaggiare le bacche rosse di cui si cibavano e ne sperimenta gli effetti su di se. Solo nel ‘500 gli scritti dei primi viaggiatori europei in Oriente parlano di questa bevanda, chiamata “Vino d’Arabia”: dal momento che viene rapidamente assimilato dall’organismo e conferisce forza ed energia, i medici occidentali lo classificano subito come farmaco. Verso la metà del ‘600 a Venezia, la “porta d’Oriente”, nasce la prima bottega del caffè occidentale. Inizialmente,la pianta,fu importata in Arabia tra il XIII e XIV secolo. Fu coltivata intensamente e si cominciò a bere. Alla fine del XVI secolo, fu piantata anche nelle colonie d'America. Era considerata come una bevanda cattiva anche se la produzione era tantissima. IIC 11 Mariella nasce il 10 luglio del 1954 a Naso (in provincia di Messina). Si è sposata nel 18 ottobre 1972 con Nunzio Bonfiglio, e da questo matrimonio sono nati due figli: Giuseppe e Antonella. Ha incominciato a lavorare come babysitter e poi a continuato facendo la casalinga nella stessa casa in cui faceva la baby-sitter e ancora lavora. Nel 2000 si è sposata la figlia Antonella con Rosario Fricano. Da questo matrimonio è nata Giada Fricano e altri due figli. nel 2003 si è sposato il figlio Giuseppe. Adesso Mariella ha 5 nipoti: Giada, Flavia, Oriana, Matteo Giuseppina Bonafede nasce il 19 Settembre del 1940 a Ribera (in provincia d'Agrigento). Si è sposata nel 1967 e da questo matrimonio sono nate tre figlie: Liana, Caterina e Stefania. Da giovane lavorava in un bar a Ribera dove si servivano sia tavola calda che dolci e si vendevano tabacchi, ovviamente cucinava tutto lei.Nel 1990 si sono trasferiti a Capo d'Orlando. Nel 1996 sua figlia Caterina si è sposata e nel 2000 si è sposata Liana. Dal matrimonio tra Liana e suo marito Giada Fricano e Mariantonietta Drago sono compagne di classe Celestino Drago è nata in IIIB e amiche. Spesso cucinano insieme alle loro nonne che Mariantonietta Drago. Adesso Giuseppina ha sono vicine di casa e hanno la passione per la cucina quattro nipoti. 12 INGREDIENTI 1 Kg di farina 00 2 kg di zucchero strutto 1 kg di mandarla 100g di gocce di cioccolato 100g di frutta candita sale e aromi naturali(vaniglia e cannella) DECORAZIONE Albume, alcune gocce di limone, zucchero e palline colorate. PREPARAZIONE DEL RIPIENO Sbucciare e tritare le mandorle, versarle insieme a 1 kg di zucchero in tegame e far cuocere per un’ora a fuoco moderato mescolando sempre, e aggiungere aromi naturali. PREPARAZIONE DELLA SFOGLIA Impastare la farina, lo zucchero, un pizzico di sale, lo strutto e amalgamare bene tutto. Formare dei cilindri e lasciarli riposare per circa un’ora. Riprendere la pasta e tirare una sfoglia sottile di mezzo centimetro, formare dei cerchi di vare misure, disporre su ogni cerchio il ripieno con l’aggiunta di pezzetti di cioccolato e frutta candita, chiudere la pasta formando delle mezze lune, disporre nella teglia, infornarle a 200° per circa trenta minuti. PREPARAZIONE GLASSA: Nel frattempo preparare la glassa, montare a neve gli albumi, aggiungere alcune gocce di limone e lo zucchero a velo. Spennellare la glassa sui dolcetti sfornati, disporli sulla teglia, decorarli con palline e infornarle per circa dieci minuti. Clara Micale 2C I bagli siciliani Il baglio è un edificio che contiene la corte e il cortile. Nel territorio siciliano, il baglio è una fattoria fortificata con ampio cortile. I bagli risalgono al periodo in cui la Sicilia era sotto il dominio spagnolo, necessitando di grandi quantità di cereali, i nobili siciliani fondarono delle città di fondazione. Il baglio è l'espressione di un'organizzazione legata al feudo, quindi era una grande azienda agricola abitata, dai proprietari terrieri e anche dai contadini che vi lavoravano. Ancor oggi in Sicilia è possibile incontrare tali costruzioni, per lo più abbandonate ma a volte restaurate e riutilizzate come aziende agrituristiche. Noi alunni delle classi terze abbiamo partecipato sabato 3 ottobre, nello splendido scenario di villa Piccolo a un importante evento “storico” che aveva l’obiettivo di far recuperare la memoria storica dei fatti e delle persone legati alla “Grande Guerra”. Ho ascoltato con commozione le lettere dei soldati che vivevano l’orrore delle trincee. Ha organizzato l’evento UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d' Italia) di Sant'Agata di Militello. Erano presenti i bersaglieri che avevano in precedenza sfilato per le vie di Capo d’Orlando. (Nel 1835 il capitano La Marmora propone al re Carlo Alberto la formazione di una compagnia di Bersaglieri . con il compito di “compiere guerra minuta, avanguardia o esplorazione, fiancheggiamento, infestare le comunicazioni e i convogli nemici, andare per siti montuosi alla scoperta di facili piste anche sul confine”. Alessandro Mancari IIIB 13 In classe abbiamo visto L’ultimo film della Disney, si chiama Inside Out e non racconta la solita storia: i protagonisti sono le emozioni di un’adolescente che affronta con sgomento il trasferimento con la famiglia dal Minnesota a San Francisco: Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto, Paura. La personalità di Riley è dominata da Gioia ma la vera protagonista del film è Tristezza, perché il film parla dell’allontanamento e della perdita (degli amici di un tempo, e dell’infanzia). Il film rappresenta la mente umana e tutto ciò che succede quando, semplicemente, viviamo. Sembra che durante l’adolescenza le emozioni positive diminuiscano e A cura di Sofia Saitta prevalga l’incertezza, per questo, nel film, Gioia e Tristezza, a un certo punto, si allontanano dalle NUMEROLOGIA altre emozioni. Le emozioni guidano la nostra percezione del Nella vita ognuno di noi ha una mondo e i nostri ricordi del passato, e perfino il nostro giudizio strada, un destino e un numero fortunato. Ecco come fare per morale rispetto a ciò che è giusto o sbagliato. Infatti a provocare scoprirlo: le rivolte collettive per rimediare alle ingiustizie non sarebbe il La strada è data dalla somma della senso morale, bensì la rabbia. Inside Out offre un nuovo data di nascita approccio alla Tristezza è lei che chiarifica, che fa capire cosa è Esempio: 27/07/2002 (2+7+7+2+2)= andato perduto (in questo caso l’infanzia). Ciao, siamo delle 20 (2+0)= 2 ragazze di terza media e in questi giorni, ci siamo offerte di Il destino è dato dalla somma del raccogliere Informazioni e capire quali sono i problemi che nome affliggono i ragazzi nel periodo dell'adolescenza. Esempio: Saitta Sofia Pia L'adolescenza è il periodo più bello e difficile in assoluto; quello (9+1+9+1+1+1+9+5+6+9+1+6+9+1) dei mille sbagli, dei primi amori, delle paure, della voglia di fare = 68 (6+8)= 14 (4+1)= 5 pazzie ecc. Grazie a un sondaggio, abbiamo scoperto che la La fortuna è data dalla somma della strada e del destino maggior parte dei ragazzi hanno problemi in famiglia e anche a Esempio: 25 (2+5)= 7 scuola e con gli amici. Molti hanno almeno una volta nella vita, tentato di scappare di casa. La maggior parte dei ragazzi non si sono arresi e si sono sentiti abbastanza soddisfatti delle loro scelte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 e di aver reagito con coraggio ai problemi. Molti nostri compagni 14 hanno voluto scrivere tutti i loro problemi e le loro A B C D E F G H I preoccupazioni, rispondendo in modo autonomo e responsabile. Y L M N O P Q R S In particolare ci hanno colpito molto i racconti di queste tre ragazze : T U V Z W La prima ragazza racconta: “ Quando avevo 9 anni mio padre morì mentre era fuori per lavoro. Nel momento in cui mi diedero questa brutta notizia mi sentii amareggiata e un grande senso di Ora che hai scoperto la tua strada, il tristezza mi travolse lasciando dentro me un vuoto incolmabile tuo destino e la fortuna, attribuisci ad che riuscii, in parte, a riempire grazie all'aiuto di una psicologa, ogni numero i seguenti aggettivi: 1. Capo, autoritario dei miei amici e dai miei parenti.” 2. Buono, intelligente La seconda ragazza racconta: “Quando avevo 8 anni i miei 3. Abile, affarista genitori si erano separati, io non stavo molto bene, nonostante 4. Solido, testardo tutto sono riuscita a superare questo momento aiutata dai miei 5. Avventuriero, istintivo parenti che mi hanno sempre sostenuta. Oggi però ho di nuovo 6. Tenero e sensibile una bellissima e felicissima famiglia.” 7. Misterioso, enigma Infine un’altra toccante esperienza: “Nella mia vita ho avuto 8. Materialista, pratico problemi con i miei amici, ero sempre sola e loro mi vedevano 9. Ingegnoso, fantasioso come una ruota di scorta e per loro non contavo nulla ero invisibile, mi insultavano sempre e per questo provavo rabbia e trattavo sempre male i miei compagni. Nonostante questo alcune amiche riuscivano a capirmi, mi guardavano negli occhi e vedevano la mia rabbia e la tristezza che avevo dentro.” Queste sono le ragazze che nonostante tutti i loro brutti momenti che hanno passato nella vita, sono riuscite a superarli con coraggio e forza senza arrendersi mai.! Giorgia e Sofia Feanchina Giorno 29 gennaio 2016, presso il cineteatro Rosso di San Secondo, si è tenuto un convegno per un progetto di informazione e prevenzione per l'utilizzo più sicuro della Rete e dei Social Network rivolto a noi ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Capo d’Orlando. Tra i relatori dell’incontro la nostra dirigente, Antonina Milici, e Antonina Gullà dirigente dell’istituto comprensivo n.1, la dott.ssa Cettina Scaffidi, il dott. Salvatore Capolingua, la dott.ssa Maria Grazia Giorgianni e infine c’è stato l'intervento del Vice Questore della polizia di stato il dott. Marcello La Bella. Tutti i relatori hanno evidenziato nei loro discorsi la pericolosità del cyberbullismo, poiché le prevaricazioni avvengono tramite Internet o cellulare e autore e vittima non sono fisicamente uno di fronte all'altra. L'autore può diffondere rapidamente e senza difficoltà testi offensivi, voci, immagini o filmati umilianti in rete. , Per il bullo virtuale è più facile mantenere l'anonimato o almeno una certa distanza, può attaccare senza rivelare il proprio nome, può ferire senza dover temere una reazione. Spesso i messaggi offensivi si diffondono molto rapidamente e le vittime non si sentono più al sicuro da nessuna parte. È difficile cancellare le offese, che quindi, una volta pubblicate in rete, possono essere rilette e riguardate ripetutamente. Per la vittima è dura dimenticare e superare le violenze subite. Il Vice questore ci ha dato consigli utili per difenderci dal cyberbullismo. Purtroppo sia le vittime sia gli spettatori di atti di bullismo in rete hanno spesso remore a parlare, è difficile riconoscere il problema prima che si arrivi a soluzioni tragiche. Io credo che anche per questo genere di problema sia importante poter contare su amici fidati che ci accettano e ci vogliono bene qualsiasi cosa accada. Gaia Mileti IIIB L’idea di fare una mostra fotografica è nata dalla nostra professoressa Morabito, che ci ha proposto di fare un compito di realtà e di riprendere col nostro cellulare momenti di vita quotidiana e che fanno del nostro paese un territorio pieno di ricchezze, di bellezze. Questo compito ci ha permesso di crescere e di capire cos’è che va migliorato in un paese di grandi risorse. Ci siamo resi conto di quanto sia bello riprendere piccoli istanti, momenti della nostra vita che ci hanno dato tanto e immortalarli in una semplice foto dai mille colori. Foto che sono in grado di trasmetterci serenità, armonia, ma anche paura, malinconia e che ci hanno fatto capire che viviamo in mondo di grandi diversità e che nella vita, ognuno conserva i suoi momenti, sia belli che brutti. Dopo aver scattato almeno tre foto ciascuno, abbiamo consegnato il tutto alla nostra prof che ci ha dato dei consigli. Poi, abbiamo messo i nostri lavori in una chiavetta che in seguito abbiamo consegnato ad un esperto fotografico. Egli ha scelto le foto migliori e le ha poi sviluppate. Per pubblicizzare questo evento, noi ragazzi delle classi terze, abbiamo realizzato un manifesto pubblicitario con una tecnica a piacere e democraticamente abbiamo votato quello che ritenevamo più bello, prodotto da una nostra compagna di terza A. Vedere i nostri lavori esposti nell’atrio della scuola, ci ha resi fieri di noi stessi, felici di quel che siamo riusciti a fare e ci ha fatto capire che in fondo l’arte non è altro che tutto ciò che ci circonda… arte è una foglia che si fa trasportare dal vento, è un bambino che corre felice in un prato, è il sole. Oggi il nostro lavoro diventa una mostra che ha per titolo “Realtà, natura, ambiente e paesaggio del mio territorio” e che ci auguriamo sia gradita a coloro che vorranno visitarla. Samuele Granata e Giorgia Randazzo IIIB 15 Noi alunni, , Egor Bucichev, Sofia Scolaro, D’Avino Martina (scuola secondaria di primo grado), Giacomo Carcione, Paolo Ciraolo, Gabriele Galati, Sofia Galati, Alessio Ibba, Marco Lazzaro, Federica Letizia, Sofia Monachino e Sofia Montagno (scuola primaria) abbiamo partecipato al progetto “Il mio comune: novant’anni di autonomia” realizzato dal maestro Caccetta, esperto di storia locale. È stato interessante conoscere la storia del mio paese attraverso documenti, foto, atti amministrativi, lettere e soprattutto rivivere il clima storico - politico di quegli anni a pochi mesi dal novantesimo anniversario dell’autonomia (27 settembre 1925). Il maestro Caccetta ci ha raccontato: “Il 23 luglio 1922, durante un pubblico comizio svoltosi a Capo d’Orlando, a cui partecipano i rappresentanti, ed una folla di 1500 persone, delle contrate di: Scafa, San Gregorio, S.Martino. Certari, S.Domenica, Maina, Crocevia, Caria, Catutè, Piscittina, Malvcino, Forno, Bagnara, S.Lucia, viene deliberato di costituire il Comintato “Pro-Autonomia” di Capo d’Orlando . Viene eletto presidente del sodalizio Basilio Conforto. Nell’ottobre del 1922 la caparbietà degli abitanti del borgo, nel riportare a Capo d’Orlando e piantonare la salma di Francesco Paparone, disseppellita dalle autorità di Naso dopo la tumulazione sulla collina presso la contrada di S.Martino, approda all’importante conquista di vedere accolta la rivendicazione di potere avere un proprio cimitero. Il 7 agosto 1924 si giungere ad una definizione amichevole per la separazione e costituzione in comune autonomo di Capo d’Orlando ma la data ufficiale è il 27 settembre 1925 quando alla presenza di buona parte della popolazione orlandina viene proclamata l’autonomia.” L’esperienza più bella è stato allestire nella nostra scuola la mostra documentaria su Capo d’Orlando e sui protagonisti dell’autonomia. La mostra è ricca di foto d’epoca che testimoniano l’evoluzione e i cambiamenti del nostro paese da borgo marinaro a vivace cittadina commerciale e turistica. La mostra è stata inaugurata al pubblico alla presenza del sindaco, Franco Ingrillì, che si è complimentato con la dirigente Antonina Milici perché promuove nella sua scuola attività, come questa, che hanno come protagonisti i ragazzi. È stato un compito di realtà durante il quale abbiamo non solo conosciuto meglio fatti e avvenimenti ma partecipato direttamente nell’organizzazione della mostra. Noi alunni abbiamo spiegato al sindaco di Capo d’Orlando l’importanza di alcuni documenti esposti. Il primo cittadino ha osservato con interesse alcune foto che tramandano una realtà che è presente solo nella memoria di pochi. CAPO D’ORLANDO IERI OGGI 16 Dal confronto tra le foto antiche e quelle recenti ho capito che il paese in cui vivo, nel passato, doveva somigliare a quei paradisi tropicali dove andiamo in vacanza, poiché la natura incontaminata faceva da padrona. La storia di Capo d’Orlando Durante le ore del laboratorio storico abbiamo trattato con il maestro Caccetta la storia del nostro paese, Capo d’Orlando. Le origini della nostra cittadina sono molto antiche, risalgono al XIII secolo quando una popolazione proveniente dall’attuale Campania si stanziò nelle isole Eolie. Si trattava del popolo degli Ausoni guidati dal re Auson. Alla sua morte gli successe Liparo che diede il nome alle isole. Divenuto anziano, prese il comando del regno Eolo, il quale ebbe sette figli ai quali divise tutto il suo regno che oltre alle sette isole comprendeva le coste della Calabria e la Sicilia tirrenica.Ad Agatirno diede il territorio compreso tra le attuali Gioiosa e Sant’Agata. Agatirno nei pressi del bivio di San Martino fondò una città dandole il proprio nome. Resti ( reperti archeologici) di questa civiltà sono rinvenuti tra il 2000 e il 2001 all’inizio della scalinata che porta al Monte della Madonna.La città di Agatirno, che fu poi abitata dai Greci e poi dai Romani (delle Terme sono ubicate in contrada Bagnoli), venne successivamente distrutta dai musulmani, di conseguenza i suoi abitanti fuggirono verso la collina fondando un villaggio che poi avrebbe preso il nome di Naso.Durante il feudalismo Naso divenne una contea. Piccole borgate sorgevano nelle sue vicinanze e anche nei pressi della marina erano presenti degli agglomerati di case di pescatori, marinai (a San Gregorio esisteva una tonnara), come quelle di braccianti e operai (in contrada Bastione c’erano un “trappeto” e una torre di avvistamento). Successivamente nella zona del “Capo”, sorgevano delle filande, per la lavorazione della seta, poiché il terreno era molto fertile e forniva abbondanti materie prime. All’inizio del 1800 lungo la costa, ai piedi dell’attuale Monte della Madonna, sorse un piccolo villaggio abitato da marinai e pescatori, nel territorio che dal 1925 non fu più amministrato da Naso, ma appartiene al Comune di Capo D’Orlando. Il distacco non fu semplice, infatti l’autonomia era già stata richiesta e negata più volte negli anni. Gli orlandini dovettero attuare delle strategie per portare a termine il loro intento, come quello di seppellire i morti non più nel cimitero di Naso, bensì a San Martino. Don Ciccio Paparone fu infatti il primo defunto a essere seppellito nel cimitero di Capo d’Orlando. Durante il periodo della guerra, a Capo D’Orlando vengono razionati il pane, le minestre, l’abbigliamento, mediante delle tessere. Nell’estate del 1943, Capo D’Orlando viene bombardato sia dagli aerei, sia dalle navi da guerra e il municipio rimane gravemente danneggiato. Anche la scuola elementare subisce dei danni. Rimangono distrutti completamente decine di fabbricati. Durante i pesanti bombardamenti, la popolazione di Capo D’Orlando si nascondeva nelle gallerie ferroviarie. Finita la guerra l’esercito Anglo-Americano nominò a Capo D’Orlando un sindaco di sua fiducia per gestire il comune. Nell’ottobre 1946 vennero indette le prime elezioni. Alla fine degli anni 50 il sindaco di quell’epoca Tullio Trifilò fece costruire un nuovo acquedotto cittadino e istituì una mostra di pittura “ Vita e paesaggio di Capo D’Orlando” che diede tanto prestigio alla cittadina con le sue molteplici edizioni; l’ultima delle quali si è svolta un paio di anni fa. Molti lavori vennero portati nei musei del Nord Italia, in Russia, in Cina e negli USA. Grazie a questa esperienza ho potuto approfondire e ampliare le conoscenze storiche del mio paese, apprezzando ancora di più tutto ciò che oggi esso ci offre. Sofia Scolaro 17 18