Movimentazione e stoccaggio - Università degli studi di Trieste
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Movimentazione e stoccaggio - Università degli studi di Trieste
Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali La movimentazione dei materiali (material handling) Impianti industriali Movimentazione e stoccaggio 1 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Obiettivo generale La movimentazione e stoccaggio dei materiali (material handling – MH) ha lo scopo di • rendere disponibile, attraverso l’impiego di opportuni metodi e strumenti, la giusta quantità del giusto materiale nel posto giusto, • rispettando i tempi, le sequenze e le condizioni richieste, • minimizzando il costo. Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • MH comprende tutte le attività connesse con i flussi di materiali negli impianti di produzione e di stoccaggio ed è lo strumento di integrazione tra le diverse aree operative. • Le attività operative che compongono MH sono: – – – – – – – – – trasporto; stoccaggio; prelievo frazionato (picking); smistamento (sorting); raggruppamento (merging); indirizzamento (dispatching); alimentazione (feeding); posizionamento; orientamento. Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • I problemi di MH e le possibili soluzioni tecniche e operative possono essere esaminati secondo diverse prospettive che devono essere comunque integrate. • MH per tipo di attività: – movimentazione; – stoccaggio; – controllo. Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 • MH per livello di gestione: – handling di stazione operativa; – handling di reparto; – handling di sistema produttivo. • MH per tipo di materiale trattato: – – – – materiali gassosi; materiali liquidi; materiali sfusi (bulk materials); colli o carichi unitarizzati (unit loads). Impianti industriali Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Trasporti interni - definizione • Per quanto riguarda le attività di movimentazione particolare rilevanza assume l’analisi dei trasporti interni. • Movimentazioni di materiali di qualsiasi tipo e forma eseguite all’interno degli stabilimenti, dall’arrivo delle materie prime alla spedizione dei prodotti finiti. Movimentazione e stoccaggio 6 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • I trasporti interni influenzano: – – – – – – i costi di produzione; la sicurezza; la produttività; l’utilizzazione dello spazio; l’utilizzazione degli impianti; il livello tecnico dell’azienda. • Per quanto riguarda plant layout e relativo fabbricato: – – – – – – il posto di lavoro; la maglia del fabbricato; l’altezza sotto il filo di catena; il carico a pavimento; il carico ai nodi della struttura di copertura; la posizione e la dimensione degli accessi. Movimentazione e stoccaggio 7 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Obiettivi • Il trasporto non accresce il valore del prodotto finito ma ne aumenta il costo. • Quindi è necessario: – ridurre al minimo trasferimenti e riprese dei materiali; – evitare congestioni, ritardi e trasporti inutili. • Gli obiettivi da raggiungere sono quindi molteplici. Movimentazione e stoccaggio 8 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • Limitazione dei costi – minimizzazione del numero di movimentazioni e riprese dei materiali; – minimizzazione delle distanze da percorrere; – ottimizzazione degli spazi. • Riduzione di scarti e perdite – limitazione dei danni durante i trasporti; – razionalizzazione del controllo dei materiali immagazzinati. • Miglioramento delle condizioni di lavoro – assicurare condizioni di sicurezza; – minimizzazione dello sforzo. Movimentazione e stoccaggio 9 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Criteri generali di scelta • Privilegiare i trasporti meccanizzati. • Verificare l’accettabilità del grado di utilizzazione del trasporto che si intende adottare. • Privilegiare le movimentazioni per gravità. • Tenere in massimo conto le condizioni di sicurezza. Movimentazione e stoccaggio 10 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Classificazione dei trasporti interni • • • • • per tipo di materiale per tipo di funzionamento per tipo di energia motrice per tipo di movimento per tipo di comando Movimentazione e stoccaggio 11 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Classificazione per tipo di materiale • Solidi – sotto forma di unità di carico – sotto forma di colli (sacchi, pacchi, recipienti vari ecc.) – alla rinfusa (sabbie, terre, granulati, polveri) • Liquidi (acqua, oli ecc.) • Gassosi (aria compressa, metano, azoto, ossigeno) Movimentazione e stoccaggio 12 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Classificazione per funzionamento • Continuo – – – – elevatori a tazze trasportatori a nastro trasportatori a rulli trasportatori pneumatici • Discontinuo – paranchi – carroponti – carrelli elevatori Movimentazione e stoccaggio 13 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Classificazione per energia motrice • A movimento manuale – carrelli con traslazione a mano – convogliatori a rulli – scivoli • Motorizzati – – – – – carroponti carrelli a motori trasportatori a catena trasportatori a nastro trasportatori pneumatici Movimentazione e stoccaggio 14 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Classificazione per tipo di movimento discontinui Paranchi fissi Montacarichi Sollevamento Elevatori a tazze verticale continui Trasportatori pneumatici discontinui Trasportatori a rulli a spinta Trasporto in Trattori orizzontale Trasportatori a rulli continui Trasportatori a nastro orizzontali Paranchi scorrevoli su monorotaia Carroponti e gru discontinui Carrelli elevatori Sollevamento Convogliatori aerei a catena e trasporto Trasportatori a nastro continui Trasportatori a tapparelle Trasportatori pneumatici Movimento Trasportatori a scosse continui vibratorio Vagli vibranti Movimento Coclee continui Tamburi rotanti rotatorio Movimentazione e stoccaggio 15 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Classificazione per tipo di comando • con manovratore a bordo – – – – carroponti carrelli autogru trattori • con manovratore a terra – paranchi e carroponti – carrelli • senza manovratore – convogliatori a catena e nastro – trasportatori pneumatici • automatici – paranchi scorrevoli su monorotaia – convogliatori aerei Movimentazione e stoccaggio 16 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Unità di carico • Raggruppamento di materiali disposto in modo tale da poter essere movimentato e trasportato mediante mezzi di trasporto meccanici. • Il dimensionamento dell’unità di carico (UdC) deve tenere conto di alcuni obiettivi: – l’eliminazione delle riprese e manipolazioni non necessarie; – lo stoccaggio e movimentazione in condizioni di sicurezza (per materiali e operatori); – il massimo contenimento dello spazio. Movimentazione e stoccaggio 17 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • Il soddisfacimento di tutti gli obiettivi è difficilmente perseguibile. • Ad esempio, la semplificazione delle movimentazioni spesso contrasta con l’ottimizzazione dello spazio. • Gli obiettivi visti guidano comunque la ricerca delle soluzioni tecniche e operative. • In particolare il dimensionamento dell’unità di carico avviene secondo un processo che considera tre fasi: – imballaggio primario; – imballaggio secondario; – imballaggio per il trasporto o terziario. Movimentazione e stoccaggio 18 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • Considerando le indicazioni contenute nel D.L. 5/12/77 n. 22 si possono dare le definizioni seguenti. • L’imballaggio primario (per la vendita) è concepito in modo da costituire, nel punto vendita, una unità di vendita per il cliente finale o il consumatore. • Esempi: scatole, sacchetti, bottiglie, astucci ecc. • L’imballaggio secondario è concepito per costituire, nel punto di vendita, il raggruppamento di un certo numero di unità di vendita, indipendentemente dal fatto che esso sia venduto come tale all’utente finale o che abbia lo scopo di facilitare il rifornimento degli scaffali nel punto vendita. Può essere rimosso dal prodotto senza alterarne le caratteristiche. Movimentazione e stoccaggio 19 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • Esempi: cartoni, cassette, cestelli. • Si noti che l’imballaggio secondario può costituire, negli stabilimenti produttivi, l’elemento che è movimentato e manipolato e che contiene le parti da lavorare. Movimentazione e stoccaggio 20 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • L’imballaggio per il trasporto è concepito per facilitare la manipolazione ed il trasporto di un certo numero di unità di vendita (imballaggi primari) o di imballaggi multipli (imballaggi secondari) per evitarne la manipolazione diretta e i danni connessi al trasporto; sono qui esclusi i container. • Esempi: pallet, casse, roll, gabbie. Movimentazione e stoccaggio 21 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Esempi di unità di carico Movimentazione e stoccaggio 22 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Contenitore per pezzi alla rinfusa Scatole disposte su paletta Raccoglitori sovrapposti per materiali lunghi Movimentazione e stoccaggio 23 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Unità di carico particolari Unità costituita mediante elementi in legno e reggettatura Unità di carico costituita mediante un pallet di legno e reggettatura Movimentazione e stoccaggio 24 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Caratteristiche essenziali delle unità di carico • La formazione di una UdC ha gli obiettivi primari visti in precedenza. • Questo implica che anche gli imballaggi devono avere caratteristiche tali da: – garantire la stabilità dell’UdC (imbricatura); – permettere l’accatastamento delle UdC le une sulle altre (per permettere una migliore utilizzazione dello spazio in altezza). Quindi devono essere sufficientemente resistenti per sopportare il peso di strati o UdC impilate. • Le UdC dovrebbero essere possibilmente forcolabili. Movimentazione e stoccaggio 25 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali UdC instabile UdC stabile (strati alternati) Movimentazione e stoccaggio 26 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • Esempio di imbricatura e imballaggio per UdC costituita da sacchi. • L’UdC è: – impilabile, – stabile – forcolabile Movimentazione e stoccaggio 27 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Costituzione delle unità di carico Mediante palette Senza palette mediante sola reggettatura Movimentazione e stoccaggio 28 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Mediante impiego di accessori a perdere (cartoni, listelli ecc.) Mediante l’impiego di accessori vari a recuperare (incastellature, regoli ecc.) Movimentazione e stoccaggio 29 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • Un’accurata scelta delle unità di carico contribuisce a ridurre al minimo: – i costi di trasporto; – le riprese dei materiali; – lo spazio occorrente per l’immagazzinamento dei materiali; – i tragitti in officina e nei magazzini; – i costi di immagazzinamento. Movimentazione e stoccaggio 30 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • L’obiettivo di saturare lo spazio disponibile sui mezzi di trasporto è vincolato: – dalle caratteristiche (dimensioni, forma, rigidità ecc.) della confezione finale per il cliente; – dalle caratteristiche dei mezzi di trasporto. • Le fasi per il dimensionamento efficace di UdC prevede: – – – – – scelta della confezione di vendita; scelta dell’imballaggio secondario; scelta dell’imballaggio terziario (paletta o cassa); scelta dello schema di pallettizzazione; determinazione dei piani di carico. Movimentazione e stoccaggio 31 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • La scelta dell’imballaggio primario deriva, per quanto concerne i prodotti finiti, da strategie di marketing che considerano: – – – – – la quantità di prodotto acquistata; la maneggevolezza; la conservazione del prodotto; la modalità d’utilizzo; aspetti ecologici ecc. • Gli imballaggi primari destinati a contenere prodotti per l’industria o destinati ad altre fasi di lavorazione sono per lo più orientati alla conservazione e all’economicità. Movimentazione e stoccaggio 32 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • Nella scelta dell’imballaggio secondario si può scegliere il numero e la disposizione degli imballaggi primari che devono essere contenuti. • L’imballaggio ottenuto deve essere facilmente movimentabile e stoccabile. • L’imballaggio secondario avrà influenza poi sul progetto della linea di imballaggio. • Nella scelta dell’imballaggio terziario si tratta di valutare le caratteristiche dei pallet o dei contenitori. • Tali caratteristiche influiranno sulla movimentazione all’interno e all’esterno dei fabbricati. Movimentazione e stoccaggio 33 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali I pallet • I pallet (o palette) sono dei supporti impiegati per il raggruppamento in un’UdC singola uno o più UdC secondarie (in alcuni casi primarie) allo scopo di facilitarne la movimentazione. • Possono essere realizzati in materiali differenti (legno, plastica, acciaio ecc.), in relazione soprattutto alle sollecitazioni a cui prevedibilmente le UdC saranno sottoposte. Movimentazione e stoccaggio 34 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Palette - tipologie Paletta in legno Paletta metallica Paletta in plastica Movimentazione e stoccaggio 35 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Palette - classificazione • UNI 5042 • Dimensioni (mm): – 800x1000 – 800x1200 (europallet ISO1) – 1000x1200 (anglo-saxon pallet ISO2) – 1200x1200 Movimentazione e stoccaggio 36 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Schemi di pallettizzazione • Si devono effettuare delle scelte in relazione a: – numero e disposizione degli imballaggi secondari per ogni strato; – numero di strati; – criteri di alternanza degli strati (imbricatura). • Questo per ottenere: – saturazione superficiale della paletta; – standardizzazione dimensionale dell’UdC; – impilabilità (al fine di unificare le dimensioni delle celle per lo stoccaggio); Movimentazione e stoccaggio 37 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali – stabilità dell’UdC; – regolarità dimensionale delle UdC (magazzini automatizzati). • Regole pratiche di formazione delle UdC: – altezza inferiore al metro; – la superficie non ricoperta da carichi deve essere minima (al limite nulla); – i colli vanno appoggiati sulla faccia di dimensioni maggiori; – i colli vanno disposti incrociati in modo che almeno due colli dello strato superiore appoggino, almeno in parte, su ogni collo dello strato inferiore. Movimentazione e stoccaggio 38 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Contenitori • Vengono impiegati per: – movimentare; – immagazzinare; – proteggere. • Rivestono particolare importanza nella movimentazione tra CdL, reparti, fabbricati e stabilimenti nella produzione manifatturiera. Movimentazione e stoccaggio 39 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Tipologie di contenitori In legno A struttura reticolare Movimentazione e stoccaggio 40 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali In plastica, ripiegabile In rete metallica Movimentazione e stoccaggio 41 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Contenitore in cartone Raccoglitore dotato di ganci per il sollevamento di funi o catene Movimentazione e stoccaggio 42 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali Piani di carico • Si tratta di predisporre un posizionamento efficace delle UdC per: – ottimizzare l’utilizzazione superficiale e volumetrica del mezzo di trasporto. • Si potrà scegliere il numero e la disposizione delle UdC. • Sarà necessario tenere conto dei vincoli che sono imposti dai sistemi di carico e scarico dei mezzi. Movimentazione e stoccaggio 43 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • Nel caso di un carro ferroviario una larghezza utile di 2500mm consente di accostare due pallet da 800×1200 mm con un gioco di sicurezza di 100mm. • Nel caso di autoveicoli industriali, difficilmente la larghezza utile interna è superiore a 2450mm. • Ciò consentirebbe di affiancare due europallet, tenuto conto che con le tolleranze si arriva a 1220mm l’uno. Tuttavia ci potrebbero essere problemi di caricamento. • Tali problemi non si manifestano se i cartoni non debordano e in tal caso si può pensare a sistemi automatizzati di caricamento. Movimentazione e stoccaggio 44 Università degli Studi di Trieste – a.a. 2009-2010 Impianti industriali • I cartoni più usati e che meglio riempiono l’europallet hanno dimensioni 600×400mm (modulo base) e relativi sottomultipli (600×200, 600×100, 300×400, 300×200). • Il rendimento volumetrico dell’imballaggio è fornito dai parametri: Vprodotto RV1 = Vconfezione Vconfezione RV2 = Vcartone RV3 = Vcartone Vnominale pallet Vnominale pallet RV4 = Vmezzo di trasporto Movimentazione e stoccaggio 45