Alta Moda, la griffe è servita - Camera di Commercio di Modena

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Alta Moda, la griffe è servita - Camera di Commercio di Modena
Modena Economica
Alta Moda,
la griffe è servita
Giorgio Messori,
titolare di otto
negozi di calzature
e abbigliamento di
alta gamma
lamenta il declino
del centro storico di
Modena che non
riesce più ad essere
la bella “vetrina”
della città;
“…occorre ridargli
‘personalità’ per
richiamare una
certa clientela e
magari i grandi
nomi come Hermés,
Chanel e Vuitton”.
Viviana Bruschi
’ partito da Modena il successo delle
maltenuta. Un tempo i portici della ‘vasca’
famose Hogan di Diego Della Valle. Il
erano un luogo trendy, oggi le vetrine
E
primo ad acquistarle, con vera
lungimiranza, fu Giorgio Messori. Il vulcanico
espongono anche mutande e non è certo un
bel biglietto da visita per il turista che approda in
mister Giorgio, ambito consulente dei più noti
città. Ai negozi di stile sono subentrati venditori
stilisti italiani, per quella sua capacità di
di paccottiglia, di merce ordinaria. La città è
precorrere i tempi e gli spazi della moda, le vide
provinciale, sempre in forte ritardo.
appese in un angolo dell’azienda marchigiana e
L’amministrazione non ha saputo recepire il
ne acquistò una ventina di paia. “Diego mi disse
messaggio e le idee futuristiche, ma di grande
che le aveva fabbricate qualche anno prima,
impatto emotivo e visivo del famoso architetto
su modello delle vecchie scarpe da cricket
Ghery, che avrebbero sicuramente conferito
irlandese, ma che per una ragione o per l’altra
un volto nuovo a Modena, facendone una città
erano rimaste invendute, insomma nessun
di richiamo, di stile, di armonia. Come tante città
negoziante le aveva richieste. Mi piacquero
italiane, anche alla nostra è mancata la
subito e le misi in mostra nel mio negozio Alta
creatività e l’amore, con la A maiuscola, degli
Moda di Corso Duomo. Fu un
successo” - ricorda. Il tam tam
corse veloce, perché la moda
attecchisce in tempi brevi, e così
mister Giorgio ne acquistò altre
paia e grazie a lui le Hogan
invasero i negozi italiani.
Più che un commerciante
navigato, con otto punti vendita in
centro storico, siglati Alta Moda, e
‘sottotitolati’ Spunk, Spoon, Coffee
Spoon, Spazio AltaModa donna,
uomo, e lo storico Alta Moda
Young di Corso Duomo…, Giorgio
Messori ha la stoffa dell’artista,
perennemente in viaggio tra le
capitali della moda. Le vetrine dei
suoi otto negozi, dislocati nel
centro storico di Modena,
sembrano infatti delle piccole
mostre d’arte moderna. Scarpe,
abbigliamento e accessori griffati
sono adagiati dentro a scenari
prima meditati e poi allestiti.
Ed è proprio partendo dal
concetto ‘vetrina’, inteso in senso
lato, che Messori stila i suoi
appunti negativi sulla città e su
come è amministrata . “Modena è
una brutta vetrina, decaduta e
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foto Benito Benevento
foto Benito Benevento
Sopra, il negozio Alta Moda di Corso Canalgrande. Sotto, il negozio Alta Moda di Via Emilia Centro
foto Benito Benevento
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Modena Economica
amministratori, il saper guardare avanti. Oggi il
ma di seconda e terza scelta, hanno impoverito
quadro d’insieme è spento, privo di personalità,
l’anima della moda e del commercio. Ciò che
quando invece la bellezza di certe vie e angoli
manca in molte città, Modena in primis, è la
del centro meriterebbero idee e progetti”.
ricerca diffusa del prodotto di qualità, come negli
E neppure l’ente di promozione del centro
anni ’70 e ’80. E se la città – commenta – ancora
storico secondo Messori sarebbe riuscito a
vive è solo grazie a una serie di commercianti,
raccontare la città. “ModenaAmoremio ha
sicuramente tra i più preparati d’Italia. La società
fallito - chiosa - . Le serate trascorse a discutere
di promozione – conclude infine – ha sbagliato
sulle luminarie non possono certo gettare nuovi
perché non ha saputo raccontare cosa offrono i
ponti e basi per rinnovare la città e non
negozi del centro di Modena, che nulla hanno da
risolvono i problemi”. E’ assai critico Messori e
invidiare alle boutique delle grandi città”.
non risparmia stilettate nemmeno
Per uno come Messori, ricercatore di prodotti
“al malcostume italiano, e anche modenese,
in grado di precorrere i tempi della moda e
di esercitare la cosiddetta vendita in parallelo,
anticiparli, “il centro deve tornare quello di un
l’acquisto di griffe per conto terzi da parte del
tempo, ricco di personalità, per richiamare la
negoziante autorizzato”.
clientela giusta e magari invogliare i grandi
La nota positiva però c’è e riguarda il
nomi, come Hermés, Chanel e Vuitton, ad
comparto, “in crescita rispetto a qualche anno
aprire i loro spazi, anziché lasciare spazio,
fa, anche se gli outlet nati per le
come sta facendo, ai monomarca
sovrapproduzioni aziendali e con merce griffata
commerciali”.
Il negozio Alta Moda di Corso Canalgrande.
foto Benito Benevento
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