schema analisi testuale

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schema analisi testuale
SCHEMA D’ANALISI DEL TESTO NARRATIVO
AUTORE
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Contesto storico-culturale
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Notizie sulla persona storica dello scrittore (biografia e opere).
TITOLO E EPOCA
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Individuare il titolo e l’epoca in cui l’opera o il brano è stato scritto.
GENERE E ARGOMENTO
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Determinare a quale dei generi di testo narrativo appartiene l’opera o il brano.
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Breve riassunto, anche facendo ricorso ad uno schema.
PERSONAGGI
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I personaggi in base alla presenza possono distinguersi in:
Principali (quelli su cui si concentra maggiormente l’azione, al centro del discorso narrativo, di solito il
portavoce dell’autore a cui quest’ultimo affida il compito di esprimere le proprie opinioni),
Secondari (hanno un’importanza minore, ma incidono sullo svolgimento della vicenda)
Comparse (non hanno alcuna influenza sulla vicenda, ma caratterizzano l’ambiente e la situazione).
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I personaggi in base alla funzione si distinguono in:
Protagonista (a volte divide il suo ruolo: coprotagonisti),
Antagonista (di solito cattivo, contrasta il protagonista),
Aiutante (assiste e aiuta il protagonista).
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Occorre stabilire le relazioni reciproche tra i personaggi: i personaggi di un racconto assumono il loro
significato in relazione agli altri personaggi.
I personaggi e le loro relazioni possono essere dinamici, cioè subire trasformazioni con lo sviluppo
dell’intreccio.
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Il personaggio può essere rappresentato in modo diretto o indiretto: può essere introdotto nel racconto
direttamente dal narratore attraverso un ritratto o da un altro personaggio; oppure può introdursi da solo:
tecnica tipica della narrazione in prima persona; può avvenire attraverso un autoritratto iniziale o
disseminando il testo di informazioni sul proprio carattere o aspetto fisico.
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Caratterizzazione del personaggio:
Fisiognomica (nome, soprannome, sesso, età, caratteristiche fisiche, difetti,…).
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Psicologica (sentimenti, emozioni, affetti, modi di agire e di comportarsi, linguaggio usato: modo di
parlare, abitudini, tic, mimica e gestualità, abbigliamento, gli oggetti di cui si circonda, l’abitazione o gli
elementi dello spazio dove egli vive ed opera).
Antropologica e sociale (abbigliamento, modi di atteggiarsi e di muoversi, abitudini, caratteristiche sociali
come la famiglia, la professione, tenore di vita e ceto di provenienza).
Culturale (linguaggio usato: gergo, dialetto ricercatezza, modi di agire e di comportarsi nelle diverse
situazioni, capacità di modificare a proprio vantaggio l’ambiente, visione della vita, valori etico-religiosi,
atteggiamenti verso il mondo e gli altri).
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Si può individuare il personaggio che fa da portavoce dell’autore o quello dal cui punto di vista l’autore
vede e narra gli eventi, di solito è il protagonista.
AMBIENTE E SPAZIO
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Apre o chiude la narrazione (costituendone l’inizio, incipit, o la fine, excipit).
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Ne interrompe il ritmo (accelera il ritmo o frena gli elementi dinamici dell’azione narrativa e prolunga la
tensione attraverso effetti ritardanti e suspance).
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La descrizione può essere:
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puramente denotativa, fornendo informazioni per un migliore effetto di verosimiglianza,
-
disegna lo sfondo (il fondale scenografico) dove agiscono i personaggi,
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connotativa se fornisce informazioni sui personaggi.
Costituisce il riflesso della psicologia del personaggio , occorre dunque cogliere la relazione fra luoghi,
eventi e personaggi.
Lo spazio può essere inoltre amichevole, quando presenta analogie con lo stato d’animo del personaggio o
con le sue azioni, o spazio ostile perché presenta discordanze significative con il personaggio.
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Il luogo può essere reale o immaginario, descritto con precisione o solo accennato, in modo generico.
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Valutare perché l’autore ha scelto quel luogo piuttosto che un altro:
il luogo aperto è perlopiù sfondo di avvenimenti mossi e vari, tipico dei racconti di avventura;
il luogo chiuso è adatto per racconti di intrigo o in cui i protagonisti vivono dolorose tragedie interiori.
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Vi possono essere cambiamenti di spazio per imprimere drammaticità al racconto o per esprimere il
trasformazione della situazione.
TEMPO
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Il tempo nel quale la vicenda si svolge è un elemento narrativo importante, può essere esplicitamente
indicato o desumibile dal contesto (ore del giorno, mese, anno).
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Cornice spazio-temporale se ci sono riferimenti temporali al di fuori della storia narrata ad eventi che
permettono di dare una collocazione nel tempo della vicenda.
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Il tempo è una componente essenziale del racconto, visto che questo è una successione cronologica di eventi
Occorre fare una distinzione tra tempo della storia (o reale) e tempo della narrazione (o del discorso o del
racconto). Il tempo della storia è il tempo nel quale si svolge la vicenda narrata, cioè l’epoca precisa in cui
si collocano gli eventi narrati e le azioni dei personaggi (es.: Promessi Sposi due anni 1628-1630); il tempo
della narrazione si intende il modo in cui gli eventi narrati si succedono all’interno della narrazione.
In questo caso bisogna distinguere tra l’ordine degli eventi e la loro durata.
Ordine è il rapporto tra tempo reale e tempo narrativo. Occorre vedere se c’è divergenza o coincidenza tra
fabula e intreccio, cioè se l’ordine cronologico degli avvenimenti coincide o meno con l’ordine narrativo.
Fabula = è la storia nel suo ordine naturale di eventi che si succedono in modo logico e cronologico.
Intreccio = è l’insieme degli stessi elementi della fabula, ma nella successione e nei rapporti in cui essi sono
presentati nel testo e quindi costruiti dall’autore, che può alterare l’ordine degli eventi e la loro durata.
Se riassumendo la fabula e l’intreccio, i motivi legati della fabula non compaiono nell’ordine ricostruito
nell’intreccio, ma ci sono delle sfasature, si dice che c’è stata un’alterazione dell’ordine cronologico. Queste
sfasature assumono forma di anticipazione o di prolessi (=salto in avanti della narrazione, quando risultano
anticipazioni di ciò che accadrà in seguito) e forma di analessi (o flash-back = esposizione di fatti
precedentemente accaduti, una regressione necessaria per la comprensione della vicenda; viene recuperato
un evento che consente di chiarire i rapporti tra i personaggi e la dinamica della storia.).
L’analessi può essere indicata da particolare segnali:
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verbi come ricordare, pensare;
2. indicatori che rilevano un’opposizione temporale (es.: “molti anni fa” contrapposto a un “adesso”).
Durata . Oltre ad alterare l’ordine degli eventi, l’autore può modificare anche la durata, quindi non sempre
il tempo della storia coincide con il tempo della narrazione:
- se TS e TN coincidono si ha una SCENA, cioè la coincidenza tra ciò che avviene nella storia e il
tempo impiegato a raccontarlo; il ritmo narrativo è equilibrato.
- se TN è inferiore al TS si ha il SOMMARIO, in cui un lungo periodo di tempo viene riassunto in modo
sintetico; esso costituisce la transizione tra due scene; il ritmo della narrazione è rapido e veloce.
- se TN è superiore al TS si ha una PAUSA quando il rallentamento può giungere fino all’arresto
completo dell’azione narrativa e il tempo della narrazione non trova corrispondenza nel tempo della storia.
Ciò accade:
1) quando viene descritto un luogo o un personaggio da un narratore esterno;
2) quando vengono introdotte spiegazioni, informazioni, riflessioni, tipiche di un narratore esterno.
Si può avere anche una ELLISSI quando si omette di raccontare un periodo di tempo, il racconto
procede saltando alcuni eventi, o per eliminare informazioni superflue ed irrilevanti, o per creare suspance
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e senso del mistero (non svelando un evento trattato poi in seguito), o per creare un effetto di distensione
nel lettore.
Il ritmo della narrazione con l’ellissi e il sommario viene così accelerato, può divenire veloce e rapido.
Invece la pausa comporta una dilatazione del tempo e determina un ritmo lento.
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La velocità della narrazione può mutare nel corso di un racconto.
Sul ritmo della narrazione incidono i vari tipi di sequenze.
Nel testo troviamo sequenze:
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narrative (che contengono il racconto degli avvenimenti e che, quindi, determinano lo sviluppo del
racconto, sono dinamiche);
-
descrittive (delineano personaggi, situazioni, ambienti, sono statiche, perché rallentano il discorso);
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riflessive (contengono le considerazioni dei personaggi o dell’autore, sono statiche, perché rallentano il
discorso); dialogate (che riportano i dialoghi dei personaggi, rendono agile e mossa la pagina).
Tecniche impiegate: suspense, dove tutti gli elementi contribuiscono a creare una tensione sulla sorte dei
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personaggi , rivelando solo in un secondo momento un evento, incuriosisce il lettore e lo mette nella gioia
dell’attesa; effetto sorpresa , quando accade un evento imprevisto che in nessun modo il narratore ha
anticipato
VOCE NARRANTE (Narratore = chi parla) E FOCALIZZAZIONE
Narratore = è la voce, il personaggio che racconta la storia
Narratore esterno (o eterodiegetico) é estraneo al mondo dei personaggi, voce anonima “fuori campo”,
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racconta i fatti in terza persona senza parteciparvi; non è presente e coinvolto nella vicenda che narra
Può essere nascosto o palese ,infatti: può manifestare la propria presenza nel racconto (con commenti e
valutazioni sui personaggi…), o può restare nascosto, astenendosi dal formulare commenti e giudizi,
limitandosi alla pura rappresentazione oggettiva della realtà.
Narratore interno = si identifica con uno dei personaggi e partecipa direttamente alle vicende narrate in
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qualità di protagonista o testimone; racconta gli avvenimenti in prima persona.
Può essere:
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-
autodiegetico= narratore che è protagonista della storia da lui stesso raccontata;
-
omodiegetico = narratore presente tra i personaggi della storia.
Punto di vista: esso ci immette nell’angolo visuale di un personaggio e ci consente di immedesimarci nella
sua percezione ottica della realtà descritta.
Il punto di vista non è sempre quello del narratore, a volte i fatti sono visti attraverso gli occhi di un
personaggio, anche se non è quel personaggio a raccontare, ma il narratore. Il racconto può essere:
1) prevalentemente
focalizzato sul narratore (la prospettiva da cui sono visti i fatti è quella del narratore);
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2)
a focalizzazione sul personaggio i fatti sono presentati attraverso il punto di vista ristretto e soggettivo di
uno o più autori della vicenda.
DISCORSO
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discorso diretto = consiste nel riferire le parole dei personaggi direttamente, tra virgolette o lineette;
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discorso indiretto = consiste nel riferire le parole dei personaggi indirettamente, facendole dipendere da un
verbo dichiarativo, come dire, affermare, chiedere, rispondere…
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discorso indiretto libero = consiste nel riferire i discorsi o i pensieri dei personaggi indirettamente, ma con
le stesse parole dei personaggi e, a differenza di quello indiretto non è preceduto da nessun verbo
dichiarativo, perciò è detto libero (es.: Giovanni si ricordò di Mario e pensò che doveva telefonargli =
discorso indiretto; Giovanni si ricordò di Mario. Doveva telefonargli = discorso indiretto libero). A parlare è
sempre la voce del narratore, mentre a vedere è il personaggio: nel secondo esempio “Doveva telefonargli”
è sempre il narratore che parla, ma chi pensa di dover telefonare è Giovanni;
Quando è un solo personaggio a parlare (non c’è dialogo) abbiamo:
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soliloquio o monologo interiore = consiste nel riferire i pensieri o le parole che io personaggi dicono in
prima persona tra sé e sé o con un interlocutore immaginario (es. “Allora che si fa? Quello, fratelli miei ero
io che me lo chiedevo), usando il discorso diretto.
La scelta delle forme del discorso ha una finalità:
il discorso diretto (forma dialogica) tende a far coincidere il tempo della narrazione con il tempo della
realtà (TN≡TS) e a riprodurre gli eventi senza alcuna mediazione, dandoci un effetto di massima verità.
Quando al discorso diretto si affianca il discorso diretto libero, il narratore è in grado di mantenere una
certa distanza nei confronti dei personaggi e media, in parte e solo saltuariamente, le loro parole o pensieri.
Con l’uso frequente di discorsi raccontati il narratore rivendica il privilegio di commuovere e coinvolgere il
lettore filtrando, con la sua mediazione, eventi, parole pensieri dei personaggi anziché lasciare che essi si
esprimano da soli.
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