REPORTAGE DALL`ISOLA DI MAN

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REPORTAGE DALL`ISOLA DI MAN
VIAGGIO VERSO L’ISOLA DI MAN. REPORTAGE GPMANX
(A cura del motomedico dott. Valter Vannucci)
Raggiungo il porto di Civitavecchia per imbarcarmi il 17 agosto alla volta di Tolone
in compagnia di due vecchi amici motociclisti romani, Ennio e Sandro. Stiamo
iniziando un epico viaggio attraverso la Francia, l’Irlanda e la Gran Bretagna, per
raggiungere l’isola di Man, meta ambita e sognata da ogni centauro, ed assistere al
GP MANX, corsa riservata a leggendarie moto d’epoca. Vi rimando a quanto ho già
scritto sull’inserto n. 3 del marzo 2007 per quanto riguarda i cenni storico tecnici sul
Tourist Trophy, l’altra gloriosa corsa che si corre in giugno sull’isola di Man e della
quale ricorre quest’anno il centenario. Sbarchiamo la mattina seguente a Tolone ed
iniziamo a risalire la Francia in compagnia di due nuovi amici motociclisti conosciuti
sul traghetto. Sostiamo la prima notte ad Aubenas grazioso comune francese situato
nel dipartimento dell'Ardèche della regione del Rodano-Alpi. Continuiamo in
direzione di Tours passando per Clermont Ferrand. Arriviamo al Relais Tourain di
Noyers sur Cher sotto un diluvio. Il tempo di una doccia bollente e siamo pronti per
un’ottima cena francese accompagnata da un buon vino della Loira. Non manca una
passeggiata dopo cena (la pioggia per fortuna è cessata) per ammirare lo splendido
castello.
(A cena)
(Il castello)
La mattina seguente salutiamo i nuovi amici conosciuti che continuano il giro dei
castelli della Loira e proseguiamo verso nord in direzione della Normandia. Una sosta
obbligatoria di un paio di ore all’Autodromo della 24 ore di Le Mans dove si può
visitare un museo dell’automobile veramente bello con esemplari di auto rarissime.
(Circuit des 24 heures du Mans)
(Homaha beach bunker)
Continuiamo in direzione nord sempre sotto un’acqua battente. “La pioggia cade su
di noi…cantavano i Rokes negli anni sessanta…Se piove così in Francia figuriamoci
in Irlanda e sull’isola di Man...” Questo il pensiero che ci martella in testa mentre
“planiamo” sull’asfalto. Sostiamo a Bayeux all’hotel “Le Lion d’or”, antica stazione
di posta a cavalli con una corte interna lastricata a 80 km circa da Cherbourg dove il
giorno seguente dovremo imbarcarci per l’Irlanda. Nella hall ci attende un tuffo nella
storia. Una parata impressionante di fotografie autografate di personaggi celebri che
vi hanno soggiornato, attori del cinema, registi, capi di stato, militari, … addirittura la
regina Elisabetta d’Inghilterra. Ci troviamo infatti a pochi km dai luoghi dello storico
sbarco in Normandia delle truppe alleate avvenuto il 6 giugno 1944 (Omaha beach,
Utah beach, Sante Mère Eglise etc) e qui sono venuti in tanti a rendere omaggio ai
caduti. Passiamo parte della notte e della mattina successiva ad asciugare con il phon
il nostro scarso abbigliamento. Il 21 agosto ci imbarchiamo a Cherbourg alla volta di
Rosslare in Irlanda. Lasciamo la vecchia Europa a tavola nell’ottimo ristorante
“Renoir” a bordo della nave. La serata prosegue con un piacevole spettacolo
musicale. Canzoni dei Beatles e delle Spice Girls eseguite da un grazioso trio
femminile accompagnato da boys, ed un mitico duo maschile che esegue canzoni
irlandesi a noi sconosciute…ma “I remember my summer in Dublin” ci entra in testa
e diventerà il tormentone del viaggio. Al mattino mettiamo le ruote sulla terra
d’Irlanda e ci avviamo verso Killarney nella parte sud occidentale dell’isola. Ci
ambientiamo subito con la guida a sinistra. Le strade sono perfette, il paesaggio
stupendo e il sole splende alto in cielo.
(La costa irlandese)
La cortesia e l’educazione non sono eccezioni qui. I camionisti e le auto accostano a
sinistra per agevolarci il sorpasso… non crediamo ai nostri occhi. Superiamo Cork e
sostiamo per la notte al Mannor House di Ballylichey appena dopo Bantry. Cena
ottima a base di quaglie, pollo, scampi e salmone annaffiati da ottima birra irlandese
(d’obbligo qui) e serviti su vasellame pregiato e posate d’argento.
(Mannor House di Ballylichey)
(Le scogliere)
Ci rimettiamo in marcia il mattino dopo per il giro delle scogliere nella regione sud
occidentale. E qui il paesaggio diventa veramente unico. Piccoli fiordi e insenature
costeggiati da piccole strade e ponticelli bordate di muretti bassi in pietra, prati verdi
che più verdi proprio non si può, greggi di pecore bianche tutto intorno.
(Il verde d’Irlanda)
(Moto d’epoca a Waterville)
Il sole continua a splendere. Sostiamo per un panino a Waterville dove ci imbattiamo
in un raduno di splendide moto d’epoca provenienti da tutta Europa che ammiriamo
sfilarci davanti scintillanti sotto il sole davanti al mare. Arriviamo la sera a Portlaoise
e sostiamo all’Hotel Heritage. Nell’hotel c’è un ristorante italiano e non resisto alla
tentazione delle penne all’arrabbiata. Ripartiamo per Dublino con la giovane
segretaria dell’hotel (motociclista) che ci saluta estasiata dopo aver saputo dove
stiamo andando…Finalmente ci imbarchiamo per l’Isola di Man. Arriviamo all’una
di notte a Douglas, la capitale, insieme ad una miriade di motociclisti imbarcatisi con
noi…raggiungiamo l’Hotel Rutland (l’unico che avevamo prenotato prima di partire)
stanchissimi, ma non senza aver visto le migliaia di moto di tutti i tipi parcheggiate
sul lungomare. Ci svegliamo di buon ora con il sole… non riusciamo a crederci… qui
piove sempre. Iniziamo a girare sul mitico circuito di 62 km attraverso l’isola che
passa vicino al mare per poi inerpicarsi sulla montagna.
(Il Lungomare di Douglas)
(Il Tram a cavalli)
Anche qui il paesaggio è molto bello, mare blu con belle spiagge, in città un
caratteristico tram a cavalli su rotaia ed una ferrovia elettrica in servizio, ma siamo
troppo distratti dalla forte emozione della guida sulla strada dove hanno corso i più
grandi motociclisti del mondo. Ci fermiamo al termine del primo giro ai box ed al
paddock alle spalle del rettilineo di arrivo nel pieno centro di Douglas.
(The mountain)
(Il podio)
Continuiamo ad inanellare giri del circuito in mezzo al normale traffico cittadino e ad
incontrare altre migliaia di motociclisti in sella a moto di ogni tipo e di ogni epoca.
Ad ogni sosta dopo una birra e un panino o un caffè (si fa per dire caffè) nuovi amici,
strette di mano, racconti, emozioni condivise, la lingua parlata non conta, siamo qui
da ogni parte del mondo accomunati dalla stessa passione, ad ogni età.
(Motociclisti di ogni età)
(Moto di ogni tempo)
Naturalmente per le prove di qualifica e per la gara il circuito viene chiuso al
normale traffico dagli efficientissimi Marshals, medici a bordo di moto di serie
attrezzate per il soccorso, che a volte vanno più forte dei concorrenti.
Ci raggiunge il secondo giorno, sempre all’una di notte, l’amico Stefano arrivato da
solo da Misano con una vecchia Moto Guzzi d’epoca. Lo festeggiamo come si deve
per il coraggio che ha avuto. Arriva finalmente il giorno della gara. Ci andiamo ad
appostare la mattina presto sulla curva di Greg Ny Ba, in fondo alla discesa dalla
mountain, in un tipico pub “british style” che però appartiene ad un italiano convolato
a nozze con un’isolana. I concorrenti devono percorrere quattro volte il circuito di 62
km. Assistiamo senza parole ai rombanti passaggi velocissimi di queste moto, veri
bolidi d’annata…. Alla fine vince Ryan Farquhar su Paton 500 c.c. bicilindrica
italiana con il tempo di 1h 24’10.51” alla media di 107,58 m.p.h. (avete letto bene…
sono miglia all’ora… fate i vostri calcoli gente).
(La Paton vincitrice… Bolide d’epoca)
(Ryan Farquhar)
Lasciamo Man il 28 agosto per Liverpool ma il nostro cuore resta sull’isola… è la
prima volta in tanti anni di viaggi in moto che non sarei voluto ripartire. Proseguiamo
in avvicinamento di Londra e ci fermiamo per la notte nei pressi di Coventry a
Meriden all’hotel Strawberry Bank Rest dove ci servono la solita cena inglese con
piatti di carne ricoperta di salsa ai funghi… Proseguiamo per Londra dove una sosta
al mitico Ace Café, punto di incontro dei motociclisti fin dagli anni cinquanta, è
d’obbligo.
(Ace Café London)
(Ace Café Interno)
(Sotto al Big Ben)
Proseguiamo nel pomeriggio per Dover dopo aver attraversato, grazie al navigatore
satellitare, il meraviglioso centro storico di Londra in mezzo ad un traffico caotico.
Ci imbarchiamo per Calais dove arriviamo a mezzanotte e sostiamo per il meritato
riposo. Ripartiamo di buon ora al mattino, dobbiamo percorrere di nuovo tutta la
Francia, e non sono pochi i km da fare. Sostiamo la sera a Digione all’Hotel “Le
Jura” in pieno centro cittadino dove ceniamo in una tipica brasserie.
(Digione)
(Le gole del Verdon)
(L’hotel de Provence)
Continuiamo l’ultima parte del viaggio imboccando la vecchia strada napoleonica
voluta espressamente dall’ ”Empereur” al fine di poter far passare l’artiglieria pesante
da Briga a Domodossola e fu realizzata all’inizio dell’ottocento dall’Ingegnere del
Genio Civile Nicolas Céard attraverso paesaggi stupendi. Sostiamo per l’ultima notte
a Digne in alta Provenza all’Hotel de Provence. Non ci sono più camere a due letti e
dobbiamo sistemarci in una camera a quattro letti al terzo piano senza ascensore di un
vecchio hotel. Alla fine ci divertiamo come ragazzini. Ormai siamo alla fine del
viaggio, alle gole del Verdon ci dividiamo. I romani vanno verso Tolone per tornare
con il traghetto a Civitavecchia mentre io e Stefano proseguiamo per la costa azzurra
e per l’Italia dove arriviamo in serata stanchissimi ma con il cuore rimasto sull’isola.