pilates - Ali Libri
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Anna Maria Cova, fisioterapista, PMA Certified Teacher, dopo aver appreso il metodo Pilates a New York ha aperto il suo studio a Milano nel 1989. Ha contribuito alla diffusione del metodo Pilates in Italia creando la prima scuola di formazione per insegnanti nel nostro Paese, e ha sviluppato un suo personale approccio alla tecnica, che ha chiamato metodo CovaTech® Pilates®. La sua scuola di formazione è iscritta al prestigioso PMA Registry of Schools e ne è Corporate Sponsor. CovaTech® Pilates® School Corso Concordia, 11 - 20129 Milano tel.: 02 782693 e-mail: [email protected] www.studio-pilates.it © 2015, 2010 red! www.rededizioni.it Fotografie Italo Bertolasi, Giorgio Uccellini, Archivio Studio Pilates Srl e Pilatech Srl Stampato in Slovenia da Svetprint and partners red! è un marchio Il Castello Srl Via Milano 73/75 - 20010 Cornaredo (MI) Tel. 02 99762433 - Fax 02 99762445 www.ilcastelloeditore.it Anna Maria Cova IL METODO PILATES Introduzione Dedico questo testo alla mia famiglia, a Joseph H. Pilates e ai miei insegnanti Romana Kryzanowska e Wee Tai Hom. Ringrazio Silvana Lucca, socia-amica in questa avventura, Giulia Allegri ed Eleonora Gomarasca, che si sono prestate come modelle, e tutti gli insegnanti del gruppo CovaTech®, che mi offrono stimoli e sostegno; in particolare la dottoressa Giuliana Graziano, che ha contribuito alla redazione delle parti mediche, il dottor Mauro Citzia per il testo sul golf, Sandra Scanferlato per il testo sulla danza, Cristiana Zama e Christina Iredale, che si sono occupate del capitolo sulla storia e l’evoluzione del metodo Pilates. Infine ringrazio Deha per l’abbigliamento fornito e Pilatech per il supporto fotografico e per gli attrezzi utilizzati nelle immagini. “I fondamenti basilari per un’educazione fisica naturale”: così Joseph Hubertus Pilates titola il primo capitolo del suo libro Ritorno alla vita. Il testo, breve, spiega perché è importante ascoltare il proprio corpo mentre si esegue una serie di esercizi a corpo libero denominati “Mat Work”. Mentre scrivo questa introduzione, ho accanto a me dei testi con le sue foto e non posso fare a meno di essergli grata per quanto sia riuscito a cambiare la mia vita e quella di tante altre persone. Sono passati più di vent’anni da quando ho iniziato la mia avventura in questo mondo straordinario e ancora oggi non smetto di stupirmi delle intuizioni di quest’uomo! Come accade per tutte le cose della vita, nulla succede per caso. Può essere che chi sta leggendo questa mia introduzione lo stia facendo per pura curiosità, altri per trovare nuovi spunti per l’esecuzione degli esercizi, altri ancora perché desiderano dedicare un po’ di tempo a loro stessi… comunque avere per le mani questo testo farà senz’altro riflettere su un modo diverso di “sentire” il corpo e ritrovare una buona elasticità in maniera naturale. Per alcuni di voi qualcosa accadrà e non sarà certamente per puro caso! sul tipo di vita che il soggetto conduce, le patologie di cui soffre, il tipo di trattamenti o le attività sportive svolte, prima di iniziare a insegnare qualsiasi movimento, mi chiedo: «Come posso impostare il lavoro per questa persona?». Infatti, la metodologia di approccio alla tecnica viene valutata caso per caso. Come si fa allora a determinare quali sono gli esercizi adeguati alle differenti aspettative e necessità? Ho strutturato questo libro in modo da poter offrire delle chiavi di lettura del proprio corpo tali da permettere di individuare gli esercizi più adatti alla singola persona. Un’attenta lettura dei capitoli d’apertura permetterà il corretto approccio alla tecnica. Nel capitolo dedicato all’autovalutazione vengono presi in considerazione gli squilibri posturali più diffusi. Nella descrizione degli esercizi vengono date indicazioni specifiche relative alla corretta esecuzione del movimento e segnalate le eventuali controindicazioni. Auguro una buona lettura e un buon lavoro a tutti! Anna Maria Cova A chi accede alla prima lezione di Pilates chiedo sempre: «Che cosa ti aspetti dalla tecnica Pilates?». Dopo essermi informata 5 I fondamenti del metodo Pilates La cosa importante non è ciò che stai facendo, ma come stai eseguendo ciò che fai. Joseph H. Pilates Le origini e lo sviluppo del metodo Joseph Pilates, il fondatore del metodo Joseph Hubertus Pilates nacque nel 1883 a Mönchengladbach, un paesino tedesco nei pressi di Düsseldorf. Di struttura fisica gracile, si dedicò duramente alla ginnastica tanto che a 14 anni fu chiamato a posare per la realizzazione di carte anatomiche del corpo umano. Per tutta l’adolescenza si dedicò con grande impegno allo studio dell’anatomia e dello sviluppo muscolare e alla pratica di molte discipline sportive. Nel 1912 Pilates si trasferì in Inghilterra, dove diventò istruttore di autodifesa nella scuola di polizia locale. Qui coltivò l’interesse per la boxe e per l’acrobatica, che sperimentò in un circo. Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Pilates fu internato per un anno a Lancaster insieme ad altri connazionali, e in questo periodo organizzò l’allenamento per sé e i suoi compagni di prigionia, raffinando le sue intuizioni sulla salute e sulla ginnastica. Nel 1918 un’influenza epidemica uccise migliaia di inglesi, ma nessuno di coloro che si erano sottoposti al suo allenamento contrasse la malattia. In seguito Pilates venne trasferito sull’isola di Man, dove si trovò di fronte a soldati reduci dalle battaglie, menomati dalle ferite, allettati dalle malattie e im- mobilizzati da tempo. Decise allora di costruire dei macchinari che potessero servire a riabilitarli utilizzando le molle dei letti di ospedale. Tornato in Germania, lavorò ad Amburgo come allenatore delle reclute e del corpo di polizia. In quegli anni conobbe Rudolph von Laban, ideatore della Labanotation (una delle forme di registrazione scritta di balletto più rinomate nel mondo), il quale incorporò parte del lavoro di Pilates nell’impostazione del proprio insegnamento. Nel 1926, rifiutato un lavoro come istruttore per l’esercito tedesco, Pilates partì per gli Stati Uniti; a New York aprì uno studio e cominciò a codificare la sua tecnica, la prima parte della quale si concentrava sul Mat Work, una serie di esercizi eseguiti a corpo libero su un materassino. Pilates raccolse questa parte del suo lavoro nel primo libro dedicato specificamente al metodo, Return to Life Through Contrology (Ritorno alla vita attraverso la Contrology), pubblicato nel 1945. Questo testo era stato preceduto da un altro, Your Health, in cui Pilates intendeva dare a tutti, in modo semplice e diretto, la possibilità di essere in forma per affrontare la vita quotidiana. 9 Le origini e lo sviluppo del metodo Gli Elders e la seconda generazione di insegnanti Pilates morì nel 1967 senza designare “eredi” ufficiali. La sua opera fu continuata dalla moglie Clara e successivamente dai primi allievi diretti del maestro (detti The Elders), che iniziarono a diffondere la tecnica con il nome dell’ideatore: tra questi ricordiamo Carola Trier, Romana Kryzanowska, Ron Fletcher (che, nel suo studio di Los Angeles, diffuse il Pilates tra le celebrità di Hollywood), Eve Gentry, Robert Fitzgerald, Bruce King, Mary Bowen, Kathy Grant e Lolita San Miguel (le ultime due furono le sole a ottenere da Pilates Le origini e lo sviluppo del metodo stesso l’autorizzazione a insegnare la sua tecnica). Alcuni allievi degli Elders hanno poi contribuito a loro volta a diffondere il metodo Pilates anche fuori dagli Stati Uniti. Col tempo si sono così sviluppate numerose scuole che hanno contribuito all’evoluzione del metodo, prendendo anche strade diverse. Contrology, ovvero il corpo in equilibrio Joseph Pilates diede il nome di Contrology al suo metodo, che successivamente si diffuse invece con il nome del fondatore. Contrology è il risultato di anni di esperimenti condotti da Pilates su se stesso e sui suoi allievi e rappresenta, come lui stesso afferma nel suo testo Ritorno alla vita attraverso il Contrology, «un sistema completo di cultura fisica presentato nella forma di un’arte e una scienza nuove che, se adottato universalmente e insegnato in tutti gli istituti educativi, non solo tenderà in gran parte a eliminare l’inutile sofferenza umana, ma tenderà a ridurre la necessità di più ospedali, sanatori, case per disabili, ospizi, riformatori e prigioni». Fluidità, flessibilità e controllo consapevole Pilates mirava a raggiungere la completa coordinazione tra mente e corpo, cioè un controllo conscio di tutti i movimenti muscolari del nostro corpo in azione, a riposo e nel sonno. Egli dava molta importanza alla respirazione, che riteneva dovesse essere insegnata ai bambini fin 10 dalla tenera età, attraverso l’esempio: espandere il petto al massimo con lunghi e profondi respiri e spremere completamente i polmoni espirando per eliminare fino all’ultimo atomo di aria impura. In questo modo si ottiene nel contempo un grande lavoro muscolare. L’osservazione dei bambini e del comportamento degli animali, in particolare dei gatti, fu al centro del suo lavoro. Riteneva che i gatti, come altri animali, acquisissero un’andatura fluida poiché sempre in movimento, stirandosi, allungandosi, rilassandosi, arrampicandosi. Lo stesso vale per i bambini che devono essere lasciati liberi di esplorare i propri movimenti per tentativi, con abiti comodi, ridotti all’essenziale. Solo così, guidati dalla natura, possono fortificarsi senza bisogno di stimoli da parte dei genitori che, in molti casi, spingono invece i figli a compiere movimenti prematuri. Per Pilates la vera flessibilità si ottiene quando tutti i muscoli sono sviluppati in modo uniforme, quando i muscoli minori contribuiscono a tonificare quelli principali. Il fisico diventa così tonico e agile come quello di un gatto e non muscoloso come quello di un cavallo da tiro. I diversi rolling (“rotolamenti”) presenti nel Mat Work hanno lo scopo di riportare la colonna vertebrale alla sua posizione originale, aumentandone la flessibilità. Gli esercizi non devono però essere ripetuti più di quanto è richiesto, perché l’affaticamento muscolare non è necessario. Si deve invece iniziare dagli esercizi base e procedere solo quando questi vengono appresi nella loro corretta esecuzione e fatti propri al punto da diventare quasi una reazione inconscia. Ciò si rifletterà in forma di grazia ed equilibrio in tutte le attività quotidiane. In soli 3 mesi, ripetendo gli esercizi 4 volte la settimana, il corpo si trasforma e si acquisisce anche un nuovo vigore mentale. Un approccio globale Lo studio di Joseph Pilates non si limita a semplici esercizi di ginnastica, ma a un approccio globale di vita che l’ha portato tra l’altro all’invenzione di sedie, materassi e letti per il corretto sviluppo della colonna vertebrale. Pilates si sofferma anche sull’igiene personale, indispensabile sia per liberare i pori dalle impurità – consiglia di passare 11 Le origini e lo sviluppo del metodo su tutto il corpo una spugna ruvida – sia perché permette movimenti di torsione e piegamenti che aiutano la tonificazione muscolare. E proprio per la pulizia dei pori, unita all’importanza del sole e dell’aria fresca per la pelle, egli indossava sempre, durante il lavoro, solo calzoncini corti, e così lo ritraggono numerose fotografie. In anticipo di 50 anni sul suo tempo, Joseph Hubertus Pilates crea un metodo unico per efficacia e originalità. Un lavoro straordinariamente attuale basato sull’idea che la perfezione fisica sia un diritto ereditato alla nascita. Traendo ispirazione dalle filosofie orientali e occidentali, egli fonde concentrazione e respirazione con l’esercizio fisico dando origine a una disciplina che si rivela stile di vita. Gli obiettivi e i benefici del metodo Il metodo Pilates permette di conoscere il proprio corpo utilizzandolo correttamente per ottenerne il massimo beneficio: migliore postura, forma più equilibrata, Muscolatura tonica e articolazioni più elastiche. I risultati: un aspetto più gradevole, una maggiore economia nel movimento e un aiuto nella prevenzione degli infortuni. Il metodo Pilates è movimento allo stato puro, in cui il corpo è lasciato libero di fluire, poiché guidato dalla mente; è un esercizio di pensiero che esige un grande coordinamento, un desiderio di ascolto reciproco. Versatile e stimolante, la tecnica è un complesso sistema di esercizi dalle mille sfaccettature che l’insegnante svela all’allievo passo dopo passo e adatta su misura rispettando limiti e capacità in un processo continuo di arricchimento e conquiste. Il metodo Pilates è una tecnica adatta a tutti, anche se rigorosa, perché, come in ogni disciplina, la consapevolezza del proprio corpo richiede impegno, determinazione e costanza. Corregge i difetti posturali tipici dell’adolescenza. Contrasta il rischio di irrigidimento dell’età matura. Prepara le donne al parto. Aiuta a ritrovare la forma dopo la gravidanza. Potenzia i ballerini. Migliora le prestazioni degli atleti. * * * * * * I 6 principi fondamentali del Pilates Scopo principale di Pilates era rendere le persone consapevoli di se stesse, del proprio corpo e della propria mente per unirle in una singola, dinamica e ben funzionante entità. La mente di chi esegue gli esercizi del metodo Pilates è diretta verso il corpo, concentrata su ciò che sta accadendo mentre accade. Solo così è possibile comprendere esattamente ciò che la mente ordina di fare al corpo e imparare a percepire come esso si sta muovendo. Gli esercizi del metodo Pilates non presuppongono perciò ripetizioni esasperate fini a se stesse, ma, attraverso una logica ripetizione, conducono la mente a cooperare con il corpo alla ricerca del controllo, della precisione e della fluidità dei movimenti coordinati con la respirazione. Chi pratica il metodo non è spettatore di se stesso, ma partecipa attivamente con il corpo e con la mente a ciò che compie poiché, come era solito dire Pilates, «la cosa importante non è ciò che stai facendo, ma come stai eseguendo ciò che fai». Filo conduttore del metodo Pilates sono i 6 principi base: Concentrazione (Concentration) Controllo (Control) Baricentro (Centering) Fluidità del movimento (Flowing Movement) * * * * 12 (Precision) *Precisione Respirazione (Breathing) * Vediamo ora uno per uno questi principi e la loro applicazione in pratica. 1. Concentrazione (Concentration) La concentrazione è fondamentale per eseguire correttamente gli esercizi del metodo Pilates. Pertanto è necessario prestare molta attenzione a ogni movimento, in quanto ogni parte del corpo ha la sua importanza e nulla deve essere trascurato o ignorato. La concentrazione richiesta nell’eseguire gli esercizi del metodo non si esaurisce tuttavia esclusivamente nel movimento, ma è estesa a tutto il corpo. È fondamentale, infatti, essere consapevoli della postura che si mantiene durante l’esecuzione dell’esercizio. 2. Controllo (Control) Attraverso la concentrazione si deve arrivare a controllare totalmente ogni movimento, poiché muoversi senza controllo può provocare infortuni. Siccome nulla nel metodo Pilates è casuale, è necessario tenere sotto controllo non solo il movimento relativo all’articolazione interessata dall’esercizio in corso di esecuzione, ma contemporaneamente anche 13 I 6 principi fondamentali del Pilates la posizione della testa, del collo, degli arti superiori, delle dita delle mani, delle spalle, della schiena, del bacino, degli arti inferiori, dei piedi e delle dita dei piedi. Al termine “controllo” è utile affiancare la parola “ascolto”. 3. Baricentro (Centering) Il baricentro è il fulcro del metodo Pilates dal punto di vista fisico e strutturale. Pilates definiva Powerhouse (casa della forza) o Girdle of Strength (cintura di forza) l’area compresa tra la parte finale della cassa toracica e il bacino. Tale area comprende, in I 6 principi fondamentali del Pilates una visione frontale, i retti addominali, gli obliqui, i trasversi, mentre posteriormente coinvolge i gran dorsali, i quadrati dei lombi, i multifidi e i glutei. All’interno di tale area troviamo il diaframma e il perineo che lavorano in sinergia muscolare. L’equilibrio di forze creato dalla consapevolezza e dal rafforzamento di tale area può essere rappresentato da linee orizzontali che passano una dalle spalle e l’altra attraverso le creste iliache superiori. La Frame (cornice) o Box (scatola) che si ottiene, divisa da una linea verticale (la linea centrale), rappresenta il giusto equilibrio delle forze. la fluidità dei movimenti deriva dalla forza del baricentro. 5. Precisione (Precision) La precisione è un altro aspetto fondamentale derivante dal controllo. La mancanza di controllo nell’esecuzione di un esercizio porta inevitabilmente a una scorretta interpretazione ed esecuzione. Dalla precisione origina il bilanciamento del tono delle varie regioni muscolari, il quale si traduce, nella vita di tutti i giorni, in grazia ed economia di movimento. Una parte del metodo Pilates viene impostata sulla linea centrale e sul controllo del corretto allineamento della cornice. Il baricentro viene inteso anche come stabilizzazione del bacino attraverso il lavoro sinergico dell’area addominale con quella lombare volta al mantenimento della posizione neutra (Neutral Position). La posizione neutra si ottiene rispettando la fisiologica curva lombare così come quella cervicale. Un appropriato sviluppo del lavoro sul baricentro significa minor dispendio energetico e una ridotta incidenza di infortuni e di sintomatologia dolorosa posturale lombare e dorsale. 14 6. Respirazione (Breathing) La respirazione è l’ultima dell’elenco affinché su questa venga posta l’attenzione maggiore ed essa sia uno dei primi principi del metodo Pilates a essere ricordato. Inspirazione ed espirazione fluide e complete sono parte integrante di ogni esercizio del metodo. Devono essere coordinate con i movimenti; per questo ogni esercizio del Pilates è accompagnato da precise indicazioni per una corretta respirazione. L’impostazione della respirazione non è solo indicata per ogni esercizio, ma anche rieducata attraverso il movimento per liberare al massimo il diaframma. 4. Fluidità del movimento (Flowing Movement) Visualizzazione e ritmo I movimenti non vanno eseguiti in modo rigido e contratto, e non sono né troppo rapidi né troppo lenti. In ogni movimento infatti devono esserci armonia, grazia e fluidità unite al controllo. Secondo Pilates Alla lista dei principi fondamentali vanno aggiunti la visualizzazione, che è parte integrante di ogni esercizio, e il ritmo, che verrà acquisito dopo aver imparato a eseguire gli esercizi con fluidità e precisione. 15 I 6 principi fondamentali del Pilates * Nozioni base di anatomia I 6 PRINCIPI DEL PILATES IN BREVE Obiettivo del metodo Pilates è portare l’individuo a muoversi con economia, grazia ed equilibrio attraverso il rispetto dei 6 principi fondamentali della tecnica: 1. Concentrazione 2. Controllo 3. Baricentro 4. Fluidità del movimento 5. Precisione 6. Respirazione Attraverso la concentrazione si apre un dialogo interiore che guida il corpo nell’esecuzione dell’esercizio per arrivare al controllo totale del movimento. Il fulcro della concentrazione mentre si eseguono gli esercizi è interno, orientato sulla forma e sulla figura del movimento. Ogni parte del corpo ha la sua importanza, così come ogni movimento. Niente deve essere trascurato per raggiungere l’obiettivo: bisogna essere consapevoli di sé, del proprio corpo e dello spazio in cui ci si muove. 16 Grazie alla concentrazione, si arriva ad avere il controllo totale di ogni movimento, che così diventa lento e fluido come una danza e tonifica tutti i muscoli. La mente è consapevole di quello che il corpo sta facendo e lo guida senza sforzo. La forza e la stabilità del baricentro fanno fluire il movimento rispettandone la sua natura continua. Il controllo del baricentro restituisce al corpo la postura migliore e dà armonia e fluidità a ogni movimento. I muscoli addominali diventano forti ed elastici per svolgere meglio la loro funzione di supporto della colonna vertebrale. La precisione porta a perfezionare ogni dettaglio e fa lavorare anche i muscoli più deboli. Il tono è migliore in tutto il corpo, i movimenti sono bilanciati, gli organi protetti, ma il corpo non è inutilmente affaticato. Precisione e respirazione sono il punto di arrivo di un’esperienza olistica in cui grazia e accuratezza si allineano alla piena efficienza. Il respiro scandisce il ritmo naturale del movimento liberando l’energia e riducendo lo sforzo fisico e mentale. Grazie alla coordinazione della respirazione, la concentrazione viene mantenuta senza sforzo, i muscoli si attivano e i movimenti diventano fluenti e aggraziati. La versione a corpo libero della tecnica Pilates, o Mat Work, in genere si svolge sotto la guida di un insegnante. Buona parte degli esercizi potrà poi essere eseguita anche da soli badando a rispettare i passaggi propedeutici indicati nel testo. Per arrivare a compiere una sequenza base è consigliabile memorizzare tutti gli esercizi di mobilizzazione e percezione corporea. L’obiettivo è proprio quello di preparare il corpo a effettuare correttamente le varie sequenze. Prima ancora, però, è necessario conoscere alcune nozioni di anatomia e familiarizzare con la terminologia specifica. L’anatomia illustra la struttura e l’architettura dell’organismo umano. Essa si propone essenzialmente di mettere in luce le modalità di organizzazione della sostanza vivente, ovvero la distribuzione spaziale delle parti costitutive, tenendo conto delle variazioni individuali che non sconfinano nelle anomalie. I muscoli I muscoli possono essere classificati secondo vari criteri. Se si considera la morfologia, possono essere distinti in: fusiformi, bicipiti, tricipiti, orbicolari, pennati ecc. La maggior parte dei termini ha origini latine o greche ed è di tipo descrittivo. Alcuni nomi indicano la posizione, le misure, le forme o le funzioni del muscolo stesso. Per esempio, nel termine “quadricipite femorale”, la parola “quadricipite” fa riferimento ai 4 capi del muscolo, mentre l’aggettivo “femorale” lo posiziona nel femore. Se ne si conosce l’origine, si possono meglio comprendere i termini anatomici, riuscendo così a determinare con facilità la posizione del muscolo in questione. Se prendiamo in considerazione le classificazioni funzionali dovremo basarci: sul tipo di movimento eseguito (flessori, estensori, adduttori, rotatori ecc.); sul lavoro in favore o in opposizione di gravità; sulla funzione (agonisti, antagonisti, sinergici ecc.). * * * Queste classificazioni sono utili per identificare funzionalmente un muscolo. Per esempio, il bicipite brachiale è un muscolo flessore, antigravitario, sinergico con il brachiale e il brachioradiale nella flessione del gomito, e antagonista rispetto al tricipite nell’estensione. Le catene muscolari L’azione di un gruppo muscolare non può essere considerata limitata a una sola articolazione, ma deve essere inquadrata nell’ambito di una vera e propria catena muscolare. Le catene muscolari comprendono i muscoli che partecipano a una comune azione. 17 Nozioni base di anatomia Nozioni base di anatomia * I MUSCOLI PRINCIPALI scaleni addominali retti obliqui, trasversi trapezi romboidi glutei trapezi adduttori deltoidi tricipiti ischiocrurali gran dorsale tricipite surale quadricipiti pettorali tibiali bicipiti gran dentato peronieri quadrato dei lombi multifidi ileopsoas Parleremo di catena cinetica anteriore, posteriore e laterale. I vari tipi di contrazione In rapporto alle forze esercitate, si possono riconoscere situazioni differenti che corrispondono a differenti modalità di contrazione muscolare. 1. La forza interna non supera e non viene superata dalla forza esterna. Si realizza una situazione di equilibrio e la contrazione viene definita isometrica o statica. In effetti, ciò che non cambia è la lunghezza complessiva o lunghezza esterna del muscolo. Quindi non varia la distanza tra le inserzioni delle leve ossee. 18 2. La forza interna è superiore alla forza esterna. Si produce il movimento, il muscolo si accorcia e le leve ossee si avvicinano. La contrazione viene definita isotonica o concentrica. 3. La forza esterna eccede rispetto a quella interna. Il muscolo, pur opponendo resistenza, viene allungato. La contrazione viene definita eccentrica. Nell’attività quotidiana, il lavoro muscolare presenta frequenti passaggi da un tipo di contrazione all’altro. Nella stessa azione, un muscolo deve realizzare un movimento, rallentare il movimento opposto e mantenere la situazione in equilibrio statico. Per esempio, gli stessi muscoli che lavo- rano eccentricamente nell’atto di sedersi su una sedia (in particolare gli estensori del ginocchio e dell’anca), lavorano in modo concentrico nell’atto di alzarsi. I muscoli flessori del gomito lavorano in accorciamento portando il bicchiere alla bocca, staticamente durante l’atto del bere, in allungamento quando si ripone il bicchiere sul tavolo. Il lavoro muscolare nel metodo Pilates Gli esercizi del metodo Pilates portano i muscoli a lavorare spesso in tensione isometrica per stabilizzare la Powerhouse (l’area compresa tra la parte finale della cassa toracica e il bacino), lasciando gli altri liberi di lavorare in contrazione concentrica ed eccentrica. Gli Hundred rappresentano uno splendido esempio della descrizione appena fatta: le braccia si muovono liberamente mentre i retti, gli obliqui e i traversi addominali lavorano per fissare il busto e sostenere i muscoli delle gambe. Il lavoro con gli attrezzi aumenta la potenzialità della tensione eccentrica dei muscoli migliorando inoltre l’elasticità con un allungamento dinamico della muscolatura. Il diaframma e la respirazione La respirazione è indispensabile alla vita umana. Spesso, durante l’esecuzione di un esercizio di ginnastica, viene spontaneo chiedersi come bisogna respirare. Per rispondere a questo quesito è necessario pensare al muscolo principalmente coinvolto nella respirazione, al tipo di respirazione da applicare agli esercizi Pilates, a quando si deve inspirare ed espirare. Il principale muscolo della respirazione è il diaframma, un muscolo inspiratore. Il diaframma divide la cavità toracica da quella addominale. Si espande dallo sterno, alla cassa toracica fino alle vertebre lombari. Dal suo buon funzionamento dipende tutto l’equilibrio del corpo, sia degli organi interni sia dell’apparato muscoloscheletrico. L’aspetto del diaframma è quello di una cupola; il suo movimento permette l’espansione del torace in 3 differenti direzioni: dal basso verso l’alto, da davanti a dietro e lateralmente. Durante l’inspirazione, si abbassa aumentando il diametro del torace, elevando le coste e spingendo in fuori lo sterno. Durante l’espirazione, torna a riposo. Il diaframma riesce a esprimere completamente le sue potenzialità grazie all’aiuto della muscolatura addominale, alla mobilità delle coste e della colonna vertebrale. Esercizi di sensibilizzazione del diaframma Il corretto funzionamento del diaframma è un principio fondamentale del metodo Pilates. Si possono eseguire esercizi di sensibilizzazione del ruolo del diaframma gonfiando la pancia in inspirazione e sgonfiandola in espirazione. Questo tipo di respirazione può essere eseguita da distesi, seduti o comunque in statica. Apporta rilassamento e consapevolezza, ma non può essere applicata agli esercizi in 19 Nozioni base di anatomia dinamica. La tenuta del bacino deve essere garantita da una buona tensione dei muscoli addominali. Contrarre troppo gli addominali può compromettere la funzione del diaframma limitando la sua azione all’area toracica. È necessario trovare un compromesso che permetta la stabilizzazione del bacino attraverso la tenuta degli addominali più profondi e lasci libertà d’azione al diaframma. Questo tipo di respirazione è quella applicata a tutti gli esercizi in dinamica del metodo Pilates, che tra l’altro insegna ogni movimento con la coordinazione dell’inspiro e dell’espiro per ottenere la migliore tenuta del baricentro. Questa respirazione consiste Per la percezione della corretta respirazione, avvolgete una sciarpa intorno al torace; vedi anche p. 66. 20 Nozioni base di anatomia nell’inspirare ed espirare dalle narici. Non si applica negli Hundred, nei quali la respirazione sarà forzata (inspirazione dal naso ed espirazione dalla bocca con emissione del suono “Schhh”; vedi p. 66), applicabile anche come respirazione di sensibilizzazione agli esercizi di ricerca del neutro. Nella respirazione proposta si consiglia dunque di espandere la parte bassa della cassa toracica mantenendo l’autoallungamento della colonna vertebrale. Per respirare in maniera completa si forzerà la contrazione di tutta la muscolatura addominale e toracica. La ricerca dell’autoallungamento permette di sentire che la parete addominale si contrae naturalmente consentendo al diaframma di svolgere correttamente la sua funzione. La definizione più corretta di questa respirazione sarebbe “diaframmatica con tenuta dei traversi” ma per comodità si è soliti definirla respirazione toracica bassa. La ricerca della posizione neutra del bacino permette il perfetto equilibrio di ruoli tra il diaframma della respirazione e il pavimento pelvico (chiamato anche diaframma pelvico). Il perineo L’area del perineo è quella che conchiude il bacino (dal greco perineos, “spazio tra ano e scroto”), ovvero la regione tra le cosce che nel maschio è racchiusa tra l’ano e lo scroto e nella donna tra la vagina e l’ano. La muscolatura maschile e femminile di quest’area presenta differenze anatomiche e di resistenza muscolare nel piano più superficiale. Il piano più profondo, definito diaframma pelvico, presenta analogie strutturali tra i due sessi. Uno squilibrio dei muscoli e tendini profondi che stabilizzano la pelvi creerà uno squilibrio nei muscoli sovrastanti e di sostegno. Lo stato generale di salute e benessere degli organi pelvici e addominali è dato dal tono di muscoli come gli obliqui, retti e traversi addominali, il gruppo dei rotatori dell’anca e i glutei. Se i muscoli appena elencati sono poco tonici, anche la pelvi lo sarà. I legamenti che sostengono l’utero e le ovaie nella donna, le importanti strutture riproduttive del maschio (in particolar modo la prostata), la vescica e il tratto inferiore dell’intestino in entrambi i sessi mancheranno di appropriato supporto, e il tono e la funzionalità soffriranno di questo squilibrio. I glutei cascanti e l’addome prominente non sono solo antiestetici, sono strettamente correlati al portamento e all’andatura di un individuo. A livello più profondo, non visibile, sono espressione di organi della riproduzione e di un apparato digerente che si abbassano, di un utero retroverso o antiflesso, di una prostata problematica e di un colon irritabile. Esercizi di percezione del perineo Esiste un modo molto semplice per sentire la funzione del perineo e percepire gli sforzi ai quali è sottoposta questa delicata parte del corpo. Dalla posizione seduta o in piedi, gonfiate un palloncino ponendo l’attenzione sull’area pelvica. Durante l’espirazione riuscirete a percepire la contrazione della muscolatura pelvica per trattenere gli organi interni e permettere ai muscoli addominali (i più coinvolti nell’espirazione forzata) di far uscire l’aria dai polmoni. Questo esercizio serve solo a sensibilizzare e non a correggere eventuali problematiche quali l’incontinenza urinaria. Potrebbe però farle emergere, e in tal caso sarà necessario rivolgersi a uno specialista per analizzare il problema. 21 Nozioni base di anatomia Nozioni base di anatomia Respirazione diaframmatica Respirazione forzata Obiettivo Posizione di partenza Obiettivo Consapevolezza del ruolo del diaframma. Distesi supini, le gambe distese (piegate o appoggiate a un cuscino), le mani appoggiate sul ventre (a). Dopo alcune ripetizioni spostate le mani dal ventre per percepire i movimenti delle coste (b). Consapevolezza del lavoro dei diaframmi in espirazione forzata. Movimento / Respirazione Inspirate sentendo che le mani si sollevano sotto la spinta del diaframma. Espirate sentendo che il peso delle mani scende insieme con il ventre. Ripetizioni a Rimanete concentrati sul respiro per alcuni minuti. * Iniziate gli esercizi sulla respirazione soltanto dopo aver compreso bene il funzionamento del diaframma. Percepite l’aria che entra dalle narici. Inspirate ed espirate dal naso. Non si tratta di un esercizio di respirazione, ma di un esercizio finalizzato alla percezione del ruolo del diaframma. Concentratevi sul ritmo dell’atto inspiratorio ed espiratorio. Aumentate, fino a raddoppiarlo, il tempo di espirazione rispetto a quello di inspirazione. contro le cosce espandendo la gabbia toracica. Partendo dal perineo, espirate forzando il respiro e contraete poi i muscoli trasversi. Posizione di partenza 1. Posizione quadrupedale. 2. Dalla posizione quadrupedale, avvicinate i glutei ai talloni mantenendo le ginocchia distanti e appoggiate la fronte sul dorso delle mani. 3. Unite le ginocchia. Movimento / Respirazione 1. Inspirate espandendo la gabbia toracica. Partendo dal perineo, espirate forzando il respiro e contraete poi i muscoli trasversi portando in autoallungamento la colonna vertebrale. 2. Inspirate espandendo la gabbia toracica. Partendo dal perineo, espirate forzando il respiro e contraete poi i muscoli trasversi. 3. Inspirate sfruttando la spinta isometrica creata dagli addominali Ripetizioni Rimanete concentrati sul respiro per alcune ripetizioni. * L’espirazione forzata va ripetuta per poche volte. L’iperventilazione creata da questa respirazione potrebbe creare giramenti di testa. Obiettivo di questo lavoro è coordinare lo sforzo dei diaframmi e “risucchiare” anziché spingere in fuori la parete pelvica, come per esempio nell’esecuzione degli Hundred. Durante l’espirazione forzata, emettete il suono “Schhh”. Aumentate, fino a raddoppiarlo, il tempo di espirazione rispetto a quello d’inspirazione. Rilassate le spalle. b 22 23 Prima di iniziare Pre-Pilates Esercizi preparatori Concentrati sui movimenti corretti ogni volta che ti eserciti per evitare di eseguirli in maniera impropria, perdendo così ogni beneficio che da essi deriva. Joseph H. Pilates 35 Sensibilizzazione e mobilizzazione dei cingoli Il cingolo scapolo-omerale Per poter mantenere il corretto allineamento della cornice occorre liberare le spalle e soprattutto le scapole. Il cingolo scapolo-omerale permette di afferrare o allontanare un oggetto, protendere, alzare o abbassare le braccia. È composto da una serie di ossa che avvolgono la cassa toracica rimanendo però separate da essa. Le scapole sono la parte ossea del cingolo e hanno grande importanza negli esercizi del metodo Pilates. Paragonate a due triangoli liberi, si spostano verso l’interno e il basso in direzione della colonna vertebrale. Gli esercizi proposti sono mirati a mobilizzare le scapole, a piazzare le spalle e a rilassare i muscoli che vanno dal collo alle spalle (trapezi), che accumulano tensioni durante la giornata. Anche il collo è stato preso in considerazione perché direttamente collegato a livello muscolare. La posizione neutra andrà ricercata e mantenuta ove necessario. 37 Sensibilizzazione e mobilizzazione dei cingoli Il cingolo pelvico Come già detto (vedi p. 21), uno squilibrio dei muscoli e dei tendini profondi che stabilizzano la pelvi creerà uno squilibrio ai muscoli sovrastanti e di sostegno. Considereremo i muscoli addominali, i quadrati dei lombi, i glutei, i multifidi e il diaframma come i muscoli sovrastanti e Sensibilizzazione e mobilizzazione dei cingoli gli intrinseci propri della pelvi come quelli di sostegno. Gli esercizi di mobilizzazione del tratto lombare e delle anche permetteranno di sciogliere le tensioni accumulate sia a livello muscolare sia a livello degli organi interni e ci aiuteranno ad affrontare gli esercizi di stabilizzazione con un buon assetto della cornice. Posizione neutra del collo Obiettivo Sensibilizzazione e percezione della posizione neutra del collo. Posizione di partenza Distesi supini, le braccia distese lungo i fianchi, le gambe piegate, i piedi paralleli (a). all’indietro (c), tornate alla posizione di partenza in inspirazione. Terzo passaggio: in espirazione mantenete il collo in una posizione intermedia tra le due percepite nel primo e nel secondo passaggio e portate in autoallungamento tutta la colonna vertebrale. Ripetizioni Movimento / Respirazione Ripetete ogni passaggio una sola volta. Primo passaggio: in espirazione spingete verso il basso il mento spingendo leggermente la testa verso il suolo (b). Rilassate in inspirazione. Secondo passaggio: in espirazione sollevate il mento portando la testa * La posizione neutra del collo non è di facile esecuzione. Attenzione! Se siete affetti da cervicalgia, non esasperate questo esercizio in alcuna maniera. a b 38 c 39 Sensibilizzazione e mobilizzazione dei cingoli Sensibilizzazione e mobilizzazione dei cingoli Ragnetto Obiettivo Esercizio concepito per rilassare le spalle, abbassandole e riportandole alla loro naturale posizione. Evitate di rispondere alle richieste di abbassare le spalle avvicinando le scapole. L’esercizio insegna invece ad allungare i trapezi alti, cioè i muscoli che scendono ai lati del collo sulle spalle, spesso contratti anche a causa dello stress. I benefici di questo movimento si riflettono anche sui tratti del viso. Posizione di partenza Distesi supini, le braccia lungo i fianchi, la lingua appoggiata dolcemente alla parte interna degli incisivi superiori e la mandibola rilassata. Ascoltate il corpo, i suoi punti d’appoggio a terra, le pressioni esercitate al suolo. Movimento “Camminate” con le dita di una mano sul pavimento (come un ragnetto, appunto), come se voleste avvicinare la mano al piede. Il busto non si muove e non si flette lateralmente. Rilassate il braccio. 40 Ripetete per il numero di volte indicato nelle Ripetizioni, poi cambiate mano e concludete eseguendo con entrambe le mani. Respirazione Espirate mentre la mano si muove verso il piede. Inspirate quando il braccio si rilassa. Ripetizioni Le prime volte, per imparare l’esercizio, sono necessarie 10 ripetizioni per parte; poi solo 5, concludendo con 5 ripetizioni da effettuare con entrambe le mani contemporaneamente. Numeri con il naso Obiettivo Movimento Rilassare i muscoli del collo. Senza sollevare il capo, disegnate con la punta del naso i numeri dall’1 al 9 e concludete con lo zero. Posizione di partenza Distesi supini, le braccia lungo i fianchi, la lingua appoggiata dolcemente alla parte interna degli incisivi superiori e la mandibola rilassata. Ascoltate il corpo, i suoi punti d’appoggio a terra, la pressione esercitata sul suolo. Respirazione Libera. * È possibile disegnare numeri all’infinito, oppure sostituirli con le lettere dell’alfabeto. L’esercizio si può alternare al Ragnetto e si può eseguire da seduti. * Dopo aver lavorato da un lato, alzatevi e guardatevi allo specchio: la spalla corrispondente apparirà più bassa dell’altra, perché rilassata, e anche il viso potrà essere asimmetrico, con una metà più distesa. 41