da "Repubblica" 2 ottobre 1984, pag. 40 Nel

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da "Repubblica"
2 ottobre 1984, pag. 40
Nel parcheggio dello stadio di San Siro, a Milano, alcuni minuti dopo la fine di MilanCremonese, Mario Fonghessi (21 anni) viene ucciso con una coltellata che gli recide l' aorta.
Dell' omicidio è accusato Stefano Centrone, che la Corte d' Assise d' Appello condanna nel 1987
a 18 anni di carcere
MORTO A MILANO TIFOSO ACCOLTELLATO DOPO LA PARTITA
MILANO - Marco Fonghessi, il tifoso ventunenne della Cremonese accoltellato domenica
pomeriggio in via Capecelatro a Milano dopo una lite con alcuni tifosi milanisti, è morto ieri
mattina alle quattro nell' ospedale San Carlo dove era stato ricoverato. A nulla è servito il lungo
intervento chirurgico al quale era stato sottoposto domenica sera. Le condizioni del giovane, del
resto, erano apparse gravissime fin dal primo momento. Il referto parlava di "choc emorragico
acuto da ferita da arma bianca all' addome, lesione dell' aorta, della cava e del piano rachideo,
perforazione duodenale e lesione del pancreas". Fonghessi, operaio tornitore a Castelleone in
provincia di Cremona, si era attardato domenica pomeriggio con alcuni amici in via Capecelatro
commentando la partita da poco terminata. improvvisamente si sono avvicinati alcuni tifosi
rossoneri che gli hanno strappato di mano lo stendardo grigiorosso della sua squadra. Durante la
discussione è spuntato un coltello e il giovane si è accasciato al suolo. A vibrare il colpo,
secondo le testimonianze raccolte dalla polizia tra gli amici di Fonghessi, sarebbe stato un
giovane alto 1,80, di circa 19 anni, capelli biondi lunghi probabilmente tinti e sulla base dell'
identikit ricavato da questa descrizione la polizia sta effettuando le sue ricerche. "Possono
bastare - si chiedeva ieri l' Osservatore Romano - le solite condanne formali, le dichiarazioni da
parte degli autentici tifosi di isolare e denunciare i teppisti o non sarebbe forse il caso di adottare
provvedimenti concreti di altro genere che prevedano la chiusura almeno temporanea di quegli
stadi presso i quali o nei quali si registrano episodi tanto gravi?". L' organo vaticano rileva poi
come domenica vi siano stati altri episodi di violenza in diverse città italiane in concomitanza di
partite di calcio. Durissime anche le reazioni del sindaco di Milano Carlo Tognoli. "Il
rafforzamento delle misure di sicurezza dentro lo stadio e nelle immediate vicinanze non è
bastato. Le numerose iniziative del comune e delle forze dell' ordine, pur avendo ottenuto il
consenso della grandissima maggioranza dei cittadini e degli sportivi, è rimasto lettera morta per
alcuni sparuti gruppi di delinquenti. Se non si riescono a ottenere risultati con il convincimento e
la ragione, allora bisogna intervenire con la mano pesante e misure severe". "E' una cosa
spaventosa che getta un' ombra su tutta quella festa sportiva che è la domenica di calcio. E' frutto
di pura bestialità dell' irrazionalità, solo che si pensi ad un possibile movente. Naturalmente
cerchiamo di fare tutto il possibile ma non si possono perquisire 50 mila persone all' ingresso di
uno stadio. Metteremo a fuoco il problema, ma la cosa più importante è l' esecrazione morale
della collettività" ha detto il presidente del Consiglio Bettino Craxi. Sul problema della violenza
dentro e fuori gli stadi era già stato indetto un convegno dalla Fondazione Onesti per il 12
novembre. "Anche se questo fatto addolora e allarma - ha detto ieri il presidente del Coni
Carraro - esso è avvenuto fuori dalla stadio e la violenza fuori dallo stadio non è cosa che
dipenda dalla organizzazione sportiva. Quello che noi possiamo fare è aumentare il senso di
responsabilità di chi è nello sport affinchè con dichiarazioni e atteggiamenti non fornisca esca a
questa logica perversa. Questa violenza è un problema della società, non dello sport". Anche il
Commissario tecnico azzurro, Bearzot, ha affrontato ieri l' argomento. "E' un caso di una gravità
incredibile - ha detto Bearzot - bisogna individuare i gruppi di tifosi violenti perchè questi
finiscono per uccidere anche il calcio: nessun padre si porta i figli allo stadio quando succedono
fatti come questo". Tra gli altri episodi violenti della domenica calcistica quello di Verona dove
uno studente di 16 anni, Andrea Zanini è stato colpito da una coltellata poco prima che iniziasse
la partita Verona-Udinese. La coltellata gli ha sfiorato il polmone e il ragazzo guarirà in 15
giorni. Nel corso della stessa partita altri due giovani sono stati medicati per ustioni da fumogeni.
Da ricordare che pochi giorni fa un giovane milanese, Rodolfo Ratti di 27 anni, aveva confessato
di aver accoltellato il 7 dicembre dello scorso anno al termine della partita Inter-Austria Vienna
il tifoso austriaco Gerhard Wanninger rimasto per parecchi giorni in fin di vita. Per lo stesso
episodio si trovano tuttora in carcere altri due tifosi interisti.
da "Repubblica"
3 ottobre 1984, pag. 11
PRESO IL KILLER DELLO STADIO
MILANO - Si è tagliato i capelli da solo (lunedì i barbieri erano chiusi) per non assomigliare all'
identikit, si è levato anche l' orecchino al lobo sinistro. Ma non ci sono molti dubbi: a incastrarlo
ci sarebbero le testimonianze concordi dei quattro amici della vittima. Stefano Centrone, 18 anni
compiuti lo scorso giugno, un ragazzo che non studia nè lavora, con un precedente per furto,
sarebbe l' assassino di Mario Fonghessi, il tifoso cremonese ucciso domenica pomeriggio all'
uscita dallo stadio di San Siro. Centrone, che sarebbe iscritto a uno dei numerosi club della
tifoseria milanista, è stato preso dai carabinieri della compagnia Magenta la sera di lunedì, poco
prima di mezzanotte. Era a casa sua, in via Ogliari a porta Vigentina, dove abita con i genitori:
stava andando a letto. A sentire gli inquirenti, ha tenuto un atteggiamento "tranquillo, freddo e
distaccato". Sempre a casa sua, pare, è stato trovato anche il coltellaccio a serramanico con il
quale ha ucciso. A lui i carabinieri sono arrivati raccogliendo voci nei bar del Gratosoglio, il
quartiere che Stefano Centrone frequentava spesso e dove aveva molti amici. L' identikit diffuso
dalla questura lunedì, e pubblicato dai giornali del pomeriggio, pare gli assomigli come una
goccia d' acqua: questo avrebbe alimentato i primi mormorii. Già nel pomeriggio di lunedì gli
inquirenti erano arrivati a chiudere in una rosa di quattro-cinque persone (tutti tifosi rossoneri
ultrà) il possibile assassino. Sono stati controllate circostanze e alibi, poi, ricevute le prime
conferme, è arrivato l' ordine di bloccare Centrone. Il fermo è stato convalidato ieri dal
magistrato, il sostituto procuratore della Repubblica Filippo Grisolia, che in serata ha emesso nei
confronti di Centrone ordine di cattura per "omicidio volontario". A convincere il magistrato che
il ragazzo era l' assassino di Marco Fonghessi, pare sia stato il confronto, avvenuto nella caserma
dei carabinieri di via Moscova, con gli altri quattro tifosi cremonesi che si trovavano sulla "131"
al momento dell' aggressione. Lui, Stefano, finora non avrebbe ammesso le sue colpe, negando
ogni cosa. Col suo arresto, comunque, l' inchiesta non è conclusa. L' assassino ha agito da solo,
ma era spalleggiato da un gruppo di una quindicina di ragazzi con bandiere e sciarpe rossonere.
Il magistrato dovrà perciò appurare se vi sono correità. Secondo il capitano dei carabinieri che ha
condotto le operazioni, Stefano Centrone farebbe parte di un Milan-club; l' ufficiale, però, è stato
volutamente generico nella sua affermazione e da parte della società sportiva ieri non è stato
possibile avere conferme. Solo oggi si riuscirà probabilmente a mettere a fuoco con maggiore
precisione la personalità del ragazzo e il contesto in cui è avvenuto l' omicidio di domenica. Il
questore di Milano Antonio Pirella ha nel frattempo deciso di intensificare le misure di controllo
all' ingresso e all' uscita dello stadio di San Siro. Per rafforzare il numero dei poliziotti che lo
stesso questore giudica insufficiente, da domenica prossima saranno aggiunti anche agenti della
Digos a pattugliare gli ingressi del "Meazza" e le vie adiacenti, dove si verificano la
maggioranza degli incidenti. Al consiglio comunale di lunedì sera, alcuni consiglieri
democristiani hanno presentato al sindaco Carlo Tognoli un' interpellanza in cui si chiede di
chiarire le circostanze che hanno permesso la tragedia di domenica. I democristiani chiedono un
aumento della presenza della Pubblica sicurezza e la proibizione all' interno e all' esterno dello
stadio di bandiere e striscioni, in modo che non vengano individuate le differenti tifoserie. "La
Pubblica sicurezza potrebbe controllare a campione all' ingresso, con opportuni impianti, se i
frequentatori dello stadio portano con sè delle armi anche improprie", chiedono i consiglieri dc,
che aggiungono: "E' evidente che non migliorando il clima e ripetendosi episodi così gravi che a
noi sono incomprensibili, si dovrà giungere alla chiusura dello stadio. Chiusura che da noi viene
proposta in almeno due domeniche in segno di lutto". Su questa proposta di chiusura, che
risulterebbe molto impopolare, pare però che i democristiani non intendano insistere: "Sarebbe
un gesto morale, ma la sostanza non è tutta lì", assicura il capogruppo Giuseppe Zola. Un' altra
interpellanza è stata presentata anche da Democrazia Proletaria. In occasione delle prossime
partite, la Federazione giovanile del Pci milanese e cremonese distribuirà all' interno dei due
stadi un volantino per ribadire il "rispetto dello sport" e il rifiuto della violenza. Dura presa di
posizione anche da parte di Gianni Rivera: "Sarà il caso - ha detto - che questi signorini che la
domenica vengono allo stadio si mettano in testa una sola cosa, e cioè quella di fare del tifo in
maniera civile senza incidenti e senza violenza facendo vivere ai cittadini una giornata
tranquilla".
da "Repubblica"
4 ottobre 1984, pag. 12
CONFESSA TRA LE LACRIME L'OMICIDA DI SAN SIRO
MILANO - Dopo l' interrogatorio di martedì sera, gli sono saltati i nervi. Chiuso in una cella di
sicurezza del comando dei carabinieri della zona Magenta, ha stracciato a striscioline una
coperta, le ha annodate e ha tentato di farne un cappio per impiccarsi. Ben difficilmente Stefano
"Joe" Centrone, il ragazzo di 18 anni accusato dell' omicidio del tifoso cremonese Marco
Forghessi dopo la partita di domenica a San Siro, sarebbe riuscito a suicidarsi. Sono comunque
intervenuti in tempo due carabinieri. Subito dopo, il ragazzo è "crollato", confessando le sue
colpe. "Piena confessione", hanno annunciato ieri pomeriggio i carabinieri. Più guardingo l'
avvocato Vito Malcangi, difensore di Centrone: "Il ragazzo ha ammesso di aver usato il coltello,
bucando prima il pneumatico dell' automobile dei cremonesi, poi rivolgendosi verso il Forghessi
- ha detto il legale -. Non è però affatto sicuro di essere stato lui a uccidere. Afferma di aver
tirato il fendente, ma di non sapere se ha colpito o no il tifoso cremonese. Vicino a lui c' era altra
gente col coltello in mano". Questa tesi - c' ero, ho usato il coltello, ma forse l' assassino non
sono io - appare come l' ultimo espediente per salvarsi da un' accusa gravissima, quella di
omicidio volontario aggravato. In realtà, le indagini condotte da polizia e carabinieri subito dopo
il fatto e le testimonianze raccolte, concordano nell' affermare che l' unico giovane armato nel
gruppo di tifosi milanisti che avevano circondato l' auto dei cremonesi, fosse proprio Centrone.
Sui motivi dell' omicidio, assolutamente nessuna risposta: anche lui non sa spiegarsi il perchè",
commenta l' avvocato Malcangi. Prima di sapere che la sua vittima era morta, però, pare che
Stefano Centrone si sia vantato della propria bravata con gli amici, girando nei bar del
Gratosoglio. Proprio da questa smargiassata è nata la pista che ha permesso ai carabinieri di
arrivare a tempo di record ad identificare l' assassino. "Alcuni dicevano: sì, è stato quel biondino
coi capelli lunghi e l' orecchino; altri sapevano solo che si chiamava Joe - racconta il capitano
dei carabinieri che ha condotto le indagini -. Non abbiamo fatto molta fatica a identificarlo, ma
prima di prenderlo siamo andati dai suoi amici, per raccogliere le loro deposizioni, che si sono
trasformate in altrettante accuse". Poi, nella serata di lunedì, il fermo di Stefano "Joe" Centrone a
casa, in via Ogliari al Vigentino, dove il giovane abitava con la madre e la sorella minore. Il
coltello dell' omicidio è stato recuperato tra le immondizie del palazzo: il ragazzo l' aveva buttato
in un sacco di plastica pieno dei rifiuti di casa. Qualcuno della famiglia, ignaro, era sceso in
cortile lasciandolo nel bidone della nettezza urbana. Fino a martedì sera, Centrone aveva tenuto
davanti al giudice un atteggiamento di calma, quasi indifferente. Poi, improvviso, il tentativo di
suicidio. Il ragazzo ha avuto una crisi, ha pianto, confortato dai carabinieri, che lo hanno
convinto alla confessione. Il sostituto Filippo Grisolio si trovava ancora in zona, intento a
raccogliere le deposizioni dei testimoni; è stato rintracciato anche l' avvocato difensore e si è
quindi verbalizzato il racconto di Centrone. Fatto questo, il ragazzo è stato spedito su un
cellulare con destinazione San Vittore. Da una perquisizione in via Ogliari, è saltata fuori una
tessera (scaduta) delle "Brigate rossonere", l' organizzazione ultrà più attiva negli stadi, non
riconosciuta dai "Milan-club" e da molti considerata come del tutto incontrollabile. E' quindi
logico pensare che il "commando" di tifosi, che domenica scorsa ha accerchiato l' auto dei
cremonesi e da cui è sbucato Stefano Centrone col suo coltello a serramanico, fosse composto da
aderenti alle "brigate". Gli inquirenti, però, sono del parere che per ora non siano emerse
responsabilità collettive, e che l' assassino abbia agito da solo, per sua iniziativa, andando molto
al di là delle intenzioni dei suoi amici, i quali probabilmente, volevano solamente "fare un po' di
casino". L' inchiesta, comunque, non è chiusa. I carabinieri stanno cercando di individuare i
componenti il "commando": finora pare che tutti abbiano "collaborato", e solo se cercheranno di
coprire il loro amico e di tacere qualche particolare potranno essere accusati di
"favoreggiamento". Se il magistrato riterrà di avere in mano tutti gli elementi necessari nei tempi
di legge, Stefano Centrone potrebbe essere processato per direttissima.