Utilizzo del taping neuromuscolare (TN) nel dolore post

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Utilizzo del taping neuromuscolare (TN) nel dolore post
lavoro originale
Utilizzo del taping neuromuscolare (TN) nel dolore
post-toracotomia: serie di casi
Selene Carlotta Montaldo, FT; Giovanna Rubino, FT
Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, presidio di Molinette, servizio di Riabilitazione Respiratoria
Carla Simonelli, FT
Fondazione “S.Maugeri” IRCCS, Istituto di Lumezzane (BS), UO Cardiologia Riabilitativa
Riassunto
Il dolore post-operatorio è frequentemente causa di limitazioni funzionali e di sofferenza nel paziente sottoposto a chirurgia toracica.
La terapia farmacologica è il trattamento d’elezione per il controllo
del dolore post-toracotomia. Tuttavia, la ricerca di strategie non
farmacologiche per minimizzare la percezione di dolore nocicettivo
o neuropatico e la sensibilizzazione periferica e/o centrale è tuttora
di grande interesse. La serie di casi descrive il trattamento mediante applicazione di Taping Neuromuscolare (TN) su pazienti in
esiti di toracotomia e con dolore persistente da oltre un mese
dall’intervento. È stato valutato l’andamento del dolore, misurato
mediante scala di Borg CR10, e la quantità di farmaci antidolorifici
assunti. 7 pazienti (5 maschi) in esiti di toracotomia per trapianto
polmonare o chirurgia polmonare oncologica sono stati trattati con
TN. In sei casi il dolore si è ridotto durante le sessioni di applicazione del TN, mentre in un caso il dolore non si è modificato. La quantità di farmaci analgesici assunti al bisogno si è ridotta in sei casi.
L’applicazione di TN in pazienti che presentano dolore persistente
da oltre un mese dopo toracotomia sembra pertanto poter influenzare positivamente l’andamento della sintomatologia dolorosa e ridurre l’assunzione di farmaci antidolorifici. Futuri studi randomizzati controllati sono necessari per definire la reale efficacia sul dolore e i possibili meccanismi d’azione del TN.
Abstract
Postoperative pain is a common cause of functional limitation and
discomfort in patients undergoing thoracic surgery. Drug administration is the gold standard therapy to control pain after thoracotomy, however the research for different strategies to minimize the
perception of pain, nociceptive or neuropathic, and the peripheral
and/or central sensitization, looks promising. These case series
describe the application of Neuromuscular Taping (TN) in patients
who underwent thoracotomy and presented persistent pain for
longer than one month. The intensity of pain, measured by Borg
CR10, and the amount of analgesic drugs taken were assessed.
Seven patients (5 males) who underwent thoracotomy were treated
with TN. Pain was reduced after TN application in six cases as well
as the amount of analgesic medication. The application of TN in
patients with persistent pain after thoracotomy seems therefore to
positively influence the trend of pain intensity, and to reduce the
need of analgesic drugs. Future controlled trials are needed to determine the efficacy of TN.
Introduzione
Il dolore post-operatorio è frequentemente causa di limitazioni funzionali e di sofferenza nel paziente sottoposto a
chirurgia toracica [1]. Dopo toracotomia, la presenza di
dolore è abbastanza comune, con variabile intensità riferita;
si stima che l’80% dei pazienti indichi un punteggio di 4
(dolore moderato-severo) su scala di 10 punti analogica
visiva (VAS) [2].
La toracotomia è considerata a rischio per lo sviluppo di
dolore cronico, definito come dolore persistente da più di
tre mesi dopo chirurgia [1]. L’incidenza di dolore cronico
dopo toracotomia varia dal 5 al 65% secondo diversi studi
[3]. Il dolore cronico ha un significativo impatto sulla qualità di vita e le attività quotidiane dei pazienti che ne soffrono; genera inoltre costi significativi di assistenza sanitaria, supporto psicosociale [3] e maggior consumo di farmaci analgesici. Si stima che il 6% dei pazienti sottoposti
a chirurgia continui la terapia farmacologica con oppioidi
oltre il 150esimo giorno post-operatorio [4].
CORRISPONDENZA
PAROLE CHIAVE
KEYWORDS
[email protected]
Taping neuromuscolare, dolore cronico,
toracotomia.
Neuromuscolar taping, chronic pain,
thoracotomy.
Settembre-Dicembre 2015 • Numero 3 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria
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I fattori di rischio di sviluppare dolore cronico post-chirurgico sono molteplici e comprendono: presenza di
dolore moderato-severo pre o postoperatorio; fattori intraoperatori legati al tipo di chirurgia e/o di accesso; fattori di ordine psicologico quali
ansia e depressione [3].
La fisiopatologia del dolore post-toracotomico è legata al trauma e
all’infiammazione derivate dal taglio
e rimaneggiamento dei tessuti durante la chirurgia. La complessità
delle vie del dolore è ben descritta in
numerosi studi [3,5,6].
I nocicettori mostrano una plasticità
reversibile in risposta ai mediatori
infiammatori. In presenza di infiammazione, essi riducono la loro soglia
di eccitabilità e la sensibilità nel sito
del danno tissutale aumenta notevolmente (sensibilizzazione periferica). Questo meccanismo è necessario per la protezione della zona corporea danneggiata [7] e solitamente
si risolve con la guarigione del tessuto [5]. Legati ai sistemi di plasticità
neuronale sono l’iperalgesia (aumentata risposta agli stimoli dolorosi) e l’allodinia (dolore percepito per
stimolazioni tattili normalmente non
dolorose) [3].
Il segnale doloroso può essere controllato dal Sistema Nervoso Centrale (SNC) mediante l’attivazione di vie
di controllo discendenti dalla corteccia verso le corna posteriori del midollo spinale. Se gli stimoli nocicettivi si mantengono nel tempo, le risposte corticali si modificano e l’eccitabilità dei neuroni del SNC aumenta, con un meccanismo definito
di sensibilizzazione centrale. La ripetuta scarica delle fibre C provoca l’attivazione dei recettori del glutammato NMDA (N-methyl-D-aspartate) e
genera un’amplificazione della risposta dei neuroni afferenti di secondo
ordine nelle corna dorsali del midollo spinale (meccanismo di wind-up)
[8]. Tale risposta amplificata continua anche una volta rimosso lo stimolo lesivo iniziale (potenziamento
a lungo termine) ed è inoltre causa
di iperalgesia secondaria, ossia della
riduzione della soglia del dolore nelle aree adiacenti a quella lesa. Il processo di sensibilizzazione centrale è
importante nello sviluppo di dolore
14
cronico e persistente. Le tecniche
chirurgiche e le terapie (farmacologiche e non) che hanno lo scopo di minimizzare la sensibilizzazione centrale sono tuttora oggetto di studio [3].
È noto che la toracotomia possa produrre dolore sia di tipo nocicettivo
che neuropatico [1], per interessamento del nervo intercostale. Scariche spontanee ectopiche provenienti
dal nervo leso e da quelli con cui si
relaziona producono dolore spontaneo [9] e contribuiscono ai processi
di sensibilizzazione.
La terapia farmacologia è il trattamento d’elezione per il dolore cronico post-toracotomia. Una gestione
inadeguata della terapia del dolore
può avere conseguenze dannose: aumentata morbidità post-operatoria;
prolungamento della durata del ricovero; aumentato rischio di cronicizzazione del dolore. Pertanto, l’impostazione di un’adeguata analgesia
prima e durante la chirurgia è fondamentale. L’analgesia epidurale o paravertebrale toracica sono raccomandate come prima scelta per l’analgesia post-toracotomia, con farmaci
anestetici locali che agiscono determinando un blocco reversibile della
conduzione dello stimolo lungo le
vie nervose. In aggiunta, è raccomandata la somministrazione regolare di
analgesici non oppioidi, come acetaminofene o farmaci antinfiammatori
non steroidei (FANS). L’utilizzo di
oppioidi è raccomandato soltanto
nel caso in cui il dolore rimanga non
sufficientemente controllato [10]. In
caso di dolore di tipo neuropatico, è
necessario individuare i pazienti a rischio, mediante questionari di screening quali LANSS Questionnaire [11]
o il DN4 [12], e impostare una terapia farmacologica ottimizzata in termini di dose, durata e tempo di somministrazione [13].
L’esperienza del dolore è una percezione complessa, influenzata dall’umore, dalla memoria, dall’aspettativa, dall’ambiente sociale e da fattori
psicosociali [3]. Il modello fear-avoidance, cioè un eccessivo e maladattivo comportamento anticipatorio che
consiste nell’evitare tutto ciò che
probabilmente produrrebbe dolore
(spirale dolore-evitamento-cronicizzazione), contribuisce ad innescare e
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mantenere il dolore cronico [14]. Secondo studi di neuroimaging, l’ansia e
l’anticipazione sono in grado di aumentare la percezione del dolore attraverso modifiche della corteccia
entorinale, amigdala, corteccia insulare anteriore e prefrontale [15]. Ansia, fear-avoidance e altri fattori di ordine psicosociale sono ampiamente riconosciuti come fattori di rischio nel
dolore persistente dopo chirurgia
[16,17]. Interventi cognitivi, educativi
e comportamentali possono ridurre
l’impatto di tali fattori, migliorare la
gestione del dolore postoperatorio e
ridurre l’utilizzo di analgesici [3,14,18].
Negli ultimi anni la comunità scientifica ha rivolto un crescente interesse verso la terapia analgesica individualizzata, ma il dolore cronico postoperatorio è ancora presente in alcuni pazienti. Da qui l’idea di esplorare
tecniche non farmacologiche di controllo del dolore.
Il Taping Neuromuscolare (TN) è stato proposto in numerose patologie
[19,20] e nello sport [21], con molteplici finalità. Diversi sono i meccanismi d’azione che possono determinarne l’efficacia terapeutica [22]. Al
momento, tuttavia, non esistono sufficienti evidenze scientifiche a supporto dell’utilizzo del TN e la letteratura non chiarisce quali siano realmente i meccanismi di azione
[19,20,22]. Date le inconcludenti evidenze relative a possibili effetti terapeutici del TN finora disponibili, le
revisioni raccomandano l’esecuzione
di ulteriori studi [19,20,22,23] e la
necessità di chiarire se la popolarità
del TN sia dovuta a reali effetti sul
dolore e sui disordini del movimento, oppure risponda ad esigenze di
moda e marketing [22]. Gli effetti
dell’applicazione del TN in soggetti
sottoposti a toracotomia o sternotomia non sono ad oggi stati indagati.
Presentiamo una serie di casi trattati
con applicazione di Taping Neuromuscolare dopo chirurgia toracica e con
persistenza di dolore da oltre un mese dall’intervento, in cui è stato valutato l’andamento del dolore, misurato mediante scala di Borg CR10, e la
quantità di farmaci antidolorifici assunti.
Borg CR10 [24] per la quantificazione
dell’intensità del dolore.
I pazienti sono stati valutati settimanalmente in visite di follow-up, durante le quali veniva rilevato il dolore ed
eventuali variazioni del dosaggio dei
farmaci antidolorifici assunti. Il nastro è stato rimosso e sostituito, variando la modalità di applicazione
(tipo di taglio del cerotto e sede di
applicazione) se ritenuto necessario
dal fisioterapista. L’applicazione del
nastro è stata interrotta al raggiungimento di un punteggio Borg pari a
zero (assenza di dolore), o per altri
motivi intercorrenti.
Figura 1 Possibili forme in cui può essere tagliato ed applicato il TN.
Serie di casi
Figura 2 Esempio di applicazione del TN: nel paziente nr. 4 (vista posteriore) e nel paziente nr. 1
(vista anteriore).
Materiali
Il trattamento con TN consiste nell’applicazione di un nastro adesivo
monoelastico sulla cute. Il nastro
utilizzato è costituito da uno strato
di cotone di pochi millimetri, che
presenta elasticità monodirezionale
pari al 40% e non contiene alcun
principio attivo. La superficie adesiva è costituita da un adesivo acrilico
latex-free spalmato ad onde; è attivata
dal calore corporeo ed aderisce saldamente alla cute, permettendo di
mantenere in loco il nastro per 3-5
giorni. Viene applicato in un unico
pezzo oppure tagliato in diverse forme (Figura 1).
L’applicazione del nastro è decisa
sulla base dell’anatomia e fisiologia
locale. Sono state proposte due tecniche di applicazione: compressiva e
decompressiva. Un esempio di entrambe le tecniche di applicazione è
riportato nella Figura 2. Nella tecnica
compressiva, il nastro è applicato
con diversi gradi di tensione al fine
di aumentare la stimolazione di recettori cutanei e sottocutanei. Nella
tecnica decompressiva, il nastro è invece applicato senza alcuna tensione
sulla cute stirata, in modo da formare delle pieghe che sollevano leggermente lo strato cutaneo ed aumentano lo spazio interstiziale, al fine di
ridurre la pressione sui recettori, liberare la fascia superficiale e i vasi
linfatici e capillari. La tecnica è stata
proposta allo scopo di migliorare la
microcircolazione locale, con una
conseguente facilitazione dell’assorbimento di edemi e versamenti sottocutanei.
Nel presente lavoro, la tecnica di applicazione e la forma del nastro sono
state scelte dal fisioterapista secondo giudizio clinico, dopo una valutazione iniziale che ha compreso
anamnesi e valutazione clinica, valutazione delle sedi e dell’intensità del
dolore, valutazione della postura del
soggetto. I pazienti sono inoltre stati
addestrati ad utilizzare la scala di
I pazienti sono stati scelti fra quelli
afferenti all’ambulatorio di Chirurgia
Toracica dell’Azienda Ospedaliera
Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino. Erano tutti oltre
la quarta settimana post-intervento
di chirurgia toracica. Le incisioni chirurgiche comprendevano toracotomia posteriore, toracotomia laterale,
toracotomia antero-laterale bilaterale con sternotomia trasversale
(clamshell incision).
7 pazienti (5 maschi) sono stati trattati con TN. 2 pazienti hanno sospeso il trattamento per recidiva di tumore e 1 per necessità di revisione
chirurgica, ma sono stati comunque
descritti. La Tabella 1 riporta le caratteristiche di ciascun paziente.
Tutti i pazienti trattati assumevano
regolarmente farmaci antidolorifici
da almeno un mese. Solo i pazienti
sottoposti a trapianto polmonare assumevano corticosteroidi come profilassi antirigetto.
Per quanto riguarda l’andamento del
dolore, si è osservata una generale
tendenza alla riduzione dell’intensità. La Figura 3 mostra l’andamento
del dolore per ciascun paziente trattato. Il numero di farmaci assunti si è
ridotto in sei pazienti.
Di seguito la descrizione dei singoli
casi.
Paziente nr. 1: maschio, 49 anni, in
esiti di trapianto bipolmonare per fibrosi polmonare da polmonite interstiziale desquamativa. Post-operatorio
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Tabella 1 Caratteristiche dei pazienti trattati.
Pz.
Età Genere
Tipo
di chirurgia
Approccio
chirurgico
Acetaminofene/
FANS
Analgesici
oppiacei
Steroidi
Mese
postintervento
Numero
applicazioni
TN
Conclusione
1
49
M
B TXL
Clamshell
Acetaminofene
No
Si
2
4
Senza dolore
2
43
M
B TXL
Clamshell
Acetaminofene
No
Si
1
3
Revisione
chirurgica
3
26
4
62
F
B TXL
Clamshell
Acetaminofene
Codeina
Si
10
3
Senza dolore
M
M TXL
T1
Acetaminofene
Codeina
Si
3
6
Dolore lieve
5
71
M
Lobectomia
T1
Acetaminofene
Oxicodone
+ Naloxone
No
2
1
Senza dolore
6
57
M
Lobectomia
T1
Acetaminofene
+ Ketorolac
No
No
1
1
Recidiva
di tumore
7
68
F
Lobectomia
T1 + T2
Acetaminofene
Tramadol
No
2
8
Recidiva
di tumore
Legenda
FANS = Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei; B/M TXL = trapianto polmonare bilaterale/monolaterale; T1 = toracotomia, T2 = toracectomia.
9
Intensità del dolore (BORG CR10)
8
7
6
5
4
3
2
1
0
Valutazione iniziale
1
2
3
4
5
6
7
8
Nr di sedute di applicazione del TN
Paz. 1
Paz. 3
Paz. 5
Paz. 2
Paz. 4
Paz. 6
Paz. 7
Figura 3 Andamento del dolore nei sette pazienti trattati.
caratterizzato da prolungato svezzamento dalla ventilazione meccanica
per disfunzione diaframmatica bilaterale e rigetto acuto, con necessità
di eseguire tracheostomia al ventesimo giorno post-intervento. Presentava inoltre diastasi sternale e paralisi
da compressione del nervo sciatico
popliteo esterno. Nel post-operatorio ha mantenuto analgesia mediante catetere peridurale T6-T7 e acetaminofene per via endovenosa. Ha
assunto inoltre acetaminofene per
os al bisogno. Non ha assunto analgesici oppioidi. Presentava dolore
16
diffuso nella zona della ferita, con intensità pari a 8 (molto, molto severo)
su scala Borg CR10. Il trattamento
con TN è stato iniziato a due mesi
dall’intervento e sono state effettuate quattro applicazioni. Il dolore si è
progressivamente ridotto, fino a
scomparire (Borg 0). Tutti i farmaci
antidolorifici sono stati sospesi.
Paziente nr. 2: maschio, 43 anni, in
esiti di trapianto bipolmonare per fibrosi polmonare da polmonite interstiziale non specifica. Nel post-operatorio è stato evidenziato innalzamento dell’emidiaframma destro e
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versamento pleurico mediante tomografia computerizzata, per cui è
stata eseguita toracentesi eco-guidata con aspirazione di liquido sieroematico. La terapia farmacologica ha
compreso acetaminofene per via endovenosa 2-3 volte/die e al bisogno.
Un mese dopo l’intervento si è verificato rigetto acuto ed è stata somministrata terapia corticosteroidea ad
alte dosi per tre giorni. Successivamente è stato iniziato il trattamento
con TN. Il dolore sternale e nelle zone dell’incisione chirurgica è progressivamente diminuito, da una
Borg iniziale pari a 6 (molto severo)
fino ad una Borg di 1 (molto lieve)
dopo tre applicazioni di TN, con risoluzione del dolore in sede dell’incisione chirurgica toracica ma permanenza di dolore sternale. Il paziente
ha manifestato una lieve reazione
cutanea al cerotto, scomparsa dopo
2 giorni di sospensione del TN. A
causa di diastasi sternale e disallineamento dei monconi, il paziente è
stato sottoposto ad intervento di
sintesi sternale ed il trattamento è
stato sospeso.
Paziente nr. 3: femmina, 26 anni. Si
tratta di un soggetto più giovane della media degli altri pazienti, in esiti
di trapianto polmonare bilaterale per
fibrosi cistica. Presentava dolore pari
a Borg 4 (a volte severo), persistente
a dieci mesi dall’intervento chirurgico. Dopo tre applicazioni di TN, il do-
lore è sceso a zero sulla scala di Borg
e tutti i farmaci (codeina ed acetaminofene) sono stati rimossi, ad eccezione dello steroide assunto come
profilassi antirigetto. Il trattamento è
stato quindi concluso in tre settimane.
Paziente nr. 4: maschio, 62 anni, in
esiti di trapianto polmonare singolo
sinistro per fibrosi polmonare. Dopo
due mesi è stato sottoposto a re-intervento per completa deiscenza del
piano costale per cedimento dei
punti di sutura pericostali. Presentava densità minerale ossea inferiore
alla norma. Durante l’intervento non
è stata eseguita analgesia mediante
catetere epidurale. Nel post-operatorio, la terapia antidolorifica consisteva in un analgesico morfinico,
analgesici oppiacei (codeina) ed acetaminofene per tre volte/die. Il trattamento con TN è stato iniziato a tre
mesi dall’intervento. Il paziente presentava tumefazione in zona ascellare sinistra con limitazione funzionale
dell’arto superiore sinistro. L’intensità del dolore iniziale era pari a Borg 4
(a volte severo); dopo sei applicazioni di TN il dolore si è ridotto progressivamente ridotto fino a una Borg di
1 (molto lieve). Alla quinta applicazione di TN è stata sospesa anche la
terapia antidolorifica.
Paziente nr. 5: maschio, 71 anni, in
esiti di resezione lobo inferiore e superiore destro per carcinoma polmonare (adenocarcinoma). Non ha eseguito né radioterapia né chemioterapia. L’intensità del dolore era pari a 3
(medio), soprattutto notturno. Assumeva cospicua terapia antidolorifica,
con acetaminofene e due analgesici
oppioidi. Il trattamento con TN è stato iniziato dopo due mesi dall’intervento. Con una sola applicazione di
TN, il dolore è scomparso (Borg 0) e
tutti i farmaci sono stati rimossi.
Paziente nr. 6: maschio, 57 anni, in
esiti di resezione polmonare lobo inferiore destro per carcinoma bronchiale (carcinoma squamoso), infiltrazione della pleura parietale e invasione dei capillari ematici. Il paziente non ha effettuato né radioterapia
né chemioterapia. La terapia analgesica prevedeva solo utilizzo di acetaminofene al bisogno. Il trattamento
è stato iniziato ad un mese dall’intervento, in presenza di dolore pari a 5
(severo), presente soprattutto in posizione seduta. È stata effettuata una
sola applicazione di TN ed il dolore
non si è modificato. Il trattamento è
stato sospeso per necessità di iniziare chemioterapia.
Paziente nr. 7: femmina, 68 anni, fumatrice, in esiti di lobectomia inferiore destra e resezione sub-lobare
superiore omolaterale per adenocarcinoma polmonare. La paziente è
stata sottoposta a tre cicli di chemioterapia prima dell’intervento. La terapia antidolorifica comprendeva
acetaminofene ed analgesico oppiaceo ogni 8 ore. Il trattamento con TN
è iniziato a due mesi dall’intervento,
per dolore oppressivo e trafittivo distribuito a tutto l’emitorace destro
con un’intensità pari a Borg 6 (molto
severo). Sono state eseguite otto applicazioni di TN, ottenendo una riduzione di due punti dell’intensità del
dolore, che si è stabilizzato intorno a
Borg 4 (a volte severo). Dopo la quarta applicazione di TN, la paziente ha
ripreso nuovi cicli di chemioterapia.
Ha mantenuto la terapia analgesica
per os senza variazioni. Durante l’ultima applicazione del TN sono stati
notati noduli sottocutanei. La paziente è stata rivista dal chirurgo e si
è optato per cure palliative.
Discussione
La serie di casi presentata suggerisce
che il TN possa essere applicato in
soggetti che presentano dolore prolungato o cronico da oltre un mese
dopo toracotomia per patologie polmonari oncologiche o trapianto polmonare, con un impatto sull’intensità del dolore percepito e sul numero
di farmaci analgesici utilizzati.
In alcuni casi, il dolore si è ridotto
durante le sessioni di applicazione
del TN. In particolare, in tre pazienti
si è verificata una completa risoluzione del dolore dopo relativamente
poche applicazioni di TN, anche in
caso di dolore che persisteva in modo pressoché costante da mesi. Ciò
potrebbe supportare l’efficacia del
TN nella gestione del dolore.
In un caso (paziente 7) il dolore si è
ridotto ma è rimasto comunque moderato-severo. Permaneva però una
condizione oncologica grave. In un
solo caso (paziente 6) il dolore non
si è modificato, ma è stata eseguita
una sola applicazione di TN e poi è
stato necessario sospendere il trattamento per problematiche intercorrenti. Si potrebbe supporre che il TN
agisca sul dolore legato alla ferita
chirurgica, ma che non abbia effetti
sul dolore causato da processi patologici severi di natura oncologica. La
natura osservazionale del nostro lavoro non permette comunque di trarre conclusioni sull’efficacia del TN.
Gli effetti del TN sulla percezione del
dolore sono tuttora da chiarire. In alcuni studi su soggetti con lesioni
muscolo-scheletriche, l’applicazione
di TN ha prodotto un’immediata riduzione del dolore su scala VAS, superiore a quella ottenuta mediante
placebo (TN applicato senza seguire
alcun criterio anatomo-fisiologico)
[25] o rispetto a controlli non trattati
[26,27]. Altri studi hanno invece mostrato una relativa equivalenza fra la
riduzione del dolore ottenuta mediante trattamento con TN e quella
ottenuta con esercizi terapeutici
[28,29] o con placebo [30]. Infine,
due studi non hanno mostrato alcuna riduzione dell’intensità del dolore
dopo trattamento con taping [31,32].
Nessun esperimento ad oggi è stato
condotto per chiarire se la riduzione
del dolore persista anche dopo la rimozione del TN [22]. Di conseguenza, l’utilizzo del TN come unica terapia del dolore non è raccomandato
[20] e ad oggi non esiste evidenza
della superiorità del TN rispetto a terapie convenzionali in soggetti con
dolore cronico di natura muscoloscheletrica [33].
Alcuni pazienti hanno ridotto il numero di farmaci analgesici assunti,
verosimilmente a causa della riduzione dell’intensità del dolore. A nostra conoscenza, nessuno studio ha
mai messo in relazione l’applicazione del TN con l’assunzione di analgesici e antinfiammatori.
Futuri studi randomizzati controllati
sono necessari per definire se il TN
sia efficace sul dolore post-chirurgico e se possa essere utilizzato in
combinazione con la terapia analgesica, al fine di limitare l’abuso di farmaci assunti al bisogno. È necessario
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inoltre chiarire le modalità di azione
del TN, per definire su quali aspetti
della percezione del dolore agisca e
in quali pazienti.
Il TN potrebbe effettivamente ridurre
la stimolazione dei nocicettori e favorire il drenaggio linfatico e vascolare. Tuttavia, per quanto riguarda gli
effetti sul drenaggio linfatico, il TN è
stato studiato in soggetti con linfedema da chirurgia oncologica mammaria, ma non ha mostrato alcun valore aggiunto se applicato come coadiuvante della terapia standard [34].
Data la scarsità di dati disponibili,
non esiste evidenza a supporto o contro l’utilizzo del TN [22] in tal senso.
Il TN potrebbe altresì agire sulla percezione corticale del dolore. Futuri
studi sono necessari per confrontare
gli effetti del TN con un placebo. Interessante è anche mettere in relazione gli effetti del TN con questionari che indaghino gli aspetti psicosociali e/o legati ad ansia/depressione.
Nel nostro lavoro, la Borg CR10 è
stata scelta come scala per la valutazione dell’intensità del dolore per la
sua relativa semplicità di utilizzo. Futuri studi dovrebbero però valutare il
dolore post-toracotomia in maniera
più approfondita mediante scale dedicate, al fine di garantire una precisa definizione del tipo di analgesia
ottenuta [9].
Futuri studi dovrebbero inoltre verificare la fattibilità del trattamento con
TN in soggetti sottoposti a chirurgia
toracica. Nel nostro lavoro, un caso su
sette ha presentato blandi effetti collaterali. È necessario chiarire quanti
soggetti presentino intolleranza al
cerotto. È inoltre necessario definire
quanti pazienti rifiutino o non tollerino la procedura.
Conclusioni
L’applicazione di TN in pazienti che
presentano dolore cronico persistente oltre un mese dopo chirurgia toracica sembra influenzare positivamente l’andamento della sintomatologia dolorosa e l’assunzione di farmaci antidolorifici. Futuri studi sono
necessari per definire la reale efficacia sul dolore ed i meccanismi d’azione del TN.
18
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