Utilizzo del taping neuromuscolare (TN) nel dolore post
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Utilizzo del taping neuromuscolare (TN) nel dolore post
lavoro originale Utilizzo del taping neuromuscolare (TN) nel dolore post-toracotomia: serie di casi Selene Carlotta Montaldo, FT; Giovanna Rubino, FT Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, presidio di Molinette, servizio di Riabilitazione Respiratoria Carla Simonelli, FT Fondazione “S.Maugeri” IRCCS, Istituto di Lumezzane (BS), UO Cardiologia Riabilitativa Riassunto Il dolore post-operatorio è frequentemente causa di limitazioni funzionali e di sofferenza nel paziente sottoposto a chirurgia toracica. La terapia farmacologica è il trattamento d’elezione per il controllo del dolore post-toracotomia. Tuttavia, la ricerca di strategie non farmacologiche per minimizzare la percezione di dolore nocicettivo o neuropatico e la sensibilizzazione periferica e/o centrale è tuttora di grande interesse. La serie di casi descrive il trattamento mediante applicazione di Taping Neuromuscolare (TN) su pazienti in esiti di toracotomia e con dolore persistente da oltre un mese dall’intervento. È stato valutato l’andamento del dolore, misurato mediante scala di Borg CR10, e la quantità di farmaci antidolorifici assunti. 7 pazienti (5 maschi) in esiti di toracotomia per trapianto polmonare o chirurgia polmonare oncologica sono stati trattati con TN. In sei casi il dolore si è ridotto durante le sessioni di applicazione del TN, mentre in un caso il dolore non si è modificato. La quantità di farmaci analgesici assunti al bisogno si è ridotta in sei casi. L’applicazione di TN in pazienti che presentano dolore persistente da oltre un mese dopo toracotomia sembra pertanto poter influenzare positivamente l’andamento della sintomatologia dolorosa e ridurre l’assunzione di farmaci antidolorifici. Futuri studi randomizzati controllati sono necessari per definire la reale efficacia sul dolore e i possibili meccanismi d’azione del TN. Abstract Postoperative pain is a common cause of functional limitation and discomfort in patients undergoing thoracic surgery. Drug administration is the gold standard therapy to control pain after thoracotomy, however the research for different strategies to minimize the perception of pain, nociceptive or neuropathic, and the peripheral and/or central sensitization, looks promising. These case series describe the application of Neuromuscular Taping (TN) in patients who underwent thoracotomy and presented persistent pain for longer than one month. The intensity of pain, measured by Borg CR10, and the amount of analgesic drugs taken were assessed. Seven patients (5 males) who underwent thoracotomy were treated with TN. Pain was reduced after TN application in six cases as well as the amount of analgesic medication. The application of TN in patients with persistent pain after thoracotomy seems therefore to positively influence the trend of pain intensity, and to reduce the need of analgesic drugs. Future controlled trials are needed to determine the efficacy of TN. Introduzione Il dolore post-operatorio è frequentemente causa di limitazioni funzionali e di sofferenza nel paziente sottoposto a chirurgia toracica [1]. Dopo toracotomia, la presenza di dolore è abbastanza comune, con variabile intensità riferita; si stima che l’80% dei pazienti indichi un punteggio di 4 (dolore moderato-severo) su scala di 10 punti analogica visiva (VAS) [2]. La toracotomia è considerata a rischio per lo sviluppo di dolore cronico, definito come dolore persistente da più di tre mesi dopo chirurgia [1]. L’incidenza di dolore cronico dopo toracotomia varia dal 5 al 65% secondo diversi studi [3]. Il dolore cronico ha un significativo impatto sulla qualità di vita e le attività quotidiane dei pazienti che ne soffrono; genera inoltre costi significativi di assistenza sanitaria, supporto psicosociale [3] e maggior consumo di farmaci analgesici. Si stima che il 6% dei pazienti sottoposti a chirurgia continui la terapia farmacologica con oppioidi oltre il 150esimo giorno post-operatorio [4]. CORRISPONDENZA PAROLE CHIAVE KEYWORDS [email protected] Taping neuromuscolare, dolore cronico, toracotomia. Neuromuscolar taping, chronic pain, thoracotomy. Settembre-Dicembre 2015 • Numero 3 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 13 I fattori di rischio di sviluppare dolore cronico post-chirurgico sono molteplici e comprendono: presenza di dolore moderato-severo pre o postoperatorio; fattori intraoperatori legati al tipo di chirurgia e/o di accesso; fattori di ordine psicologico quali ansia e depressione [3]. La fisiopatologia del dolore post-toracotomico è legata al trauma e all’infiammazione derivate dal taglio e rimaneggiamento dei tessuti durante la chirurgia. La complessità delle vie del dolore è ben descritta in numerosi studi [3,5,6]. I nocicettori mostrano una plasticità reversibile in risposta ai mediatori infiammatori. In presenza di infiammazione, essi riducono la loro soglia di eccitabilità e la sensibilità nel sito del danno tissutale aumenta notevolmente (sensibilizzazione periferica). Questo meccanismo è necessario per la protezione della zona corporea danneggiata [7] e solitamente si risolve con la guarigione del tessuto [5]. Legati ai sistemi di plasticità neuronale sono l’iperalgesia (aumentata risposta agli stimoli dolorosi) e l’allodinia (dolore percepito per stimolazioni tattili normalmente non dolorose) [3]. Il segnale doloroso può essere controllato dal Sistema Nervoso Centrale (SNC) mediante l’attivazione di vie di controllo discendenti dalla corteccia verso le corna posteriori del midollo spinale. Se gli stimoli nocicettivi si mantengono nel tempo, le risposte corticali si modificano e l’eccitabilità dei neuroni del SNC aumenta, con un meccanismo definito di sensibilizzazione centrale. La ripetuta scarica delle fibre C provoca l’attivazione dei recettori del glutammato NMDA (N-methyl-D-aspartate) e genera un’amplificazione della risposta dei neuroni afferenti di secondo ordine nelle corna dorsali del midollo spinale (meccanismo di wind-up) [8]. Tale risposta amplificata continua anche una volta rimosso lo stimolo lesivo iniziale (potenziamento a lungo termine) ed è inoltre causa di iperalgesia secondaria, ossia della riduzione della soglia del dolore nelle aree adiacenti a quella lesa. Il processo di sensibilizzazione centrale è importante nello sviluppo di dolore 14 cronico e persistente. Le tecniche chirurgiche e le terapie (farmacologiche e non) che hanno lo scopo di minimizzare la sensibilizzazione centrale sono tuttora oggetto di studio [3]. È noto che la toracotomia possa produrre dolore sia di tipo nocicettivo che neuropatico [1], per interessamento del nervo intercostale. Scariche spontanee ectopiche provenienti dal nervo leso e da quelli con cui si relaziona producono dolore spontaneo [9] e contribuiscono ai processi di sensibilizzazione. La terapia farmacologia è il trattamento d’elezione per il dolore cronico post-toracotomia. Una gestione inadeguata della terapia del dolore può avere conseguenze dannose: aumentata morbidità post-operatoria; prolungamento della durata del ricovero; aumentato rischio di cronicizzazione del dolore. Pertanto, l’impostazione di un’adeguata analgesia prima e durante la chirurgia è fondamentale. L’analgesia epidurale o paravertebrale toracica sono raccomandate come prima scelta per l’analgesia post-toracotomia, con farmaci anestetici locali che agiscono determinando un blocco reversibile della conduzione dello stimolo lungo le vie nervose. In aggiunta, è raccomandata la somministrazione regolare di analgesici non oppioidi, come acetaminofene o farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). L’utilizzo di oppioidi è raccomandato soltanto nel caso in cui il dolore rimanga non sufficientemente controllato [10]. In caso di dolore di tipo neuropatico, è necessario individuare i pazienti a rischio, mediante questionari di screening quali LANSS Questionnaire [11] o il DN4 [12], e impostare una terapia farmacologica ottimizzata in termini di dose, durata e tempo di somministrazione [13]. L’esperienza del dolore è una percezione complessa, influenzata dall’umore, dalla memoria, dall’aspettativa, dall’ambiente sociale e da fattori psicosociali [3]. Il modello fear-avoidance, cioè un eccessivo e maladattivo comportamento anticipatorio che consiste nell’evitare tutto ciò che probabilmente produrrebbe dolore (spirale dolore-evitamento-cronicizzazione), contribuisce ad innescare e Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Settembre-Dicembre 2015 • Numero 3 mantenere il dolore cronico [14]. Secondo studi di neuroimaging, l’ansia e l’anticipazione sono in grado di aumentare la percezione del dolore attraverso modifiche della corteccia entorinale, amigdala, corteccia insulare anteriore e prefrontale [15]. Ansia, fear-avoidance e altri fattori di ordine psicosociale sono ampiamente riconosciuti come fattori di rischio nel dolore persistente dopo chirurgia [16,17]. Interventi cognitivi, educativi e comportamentali possono ridurre l’impatto di tali fattori, migliorare la gestione del dolore postoperatorio e ridurre l’utilizzo di analgesici [3,14,18]. Negli ultimi anni la comunità scientifica ha rivolto un crescente interesse verso la terapia analgesica individualizzata, ma il dolore cronico postoperatorio è ancora presente in alcuni pazienti. Da qui l’idea di esplorare tecniche non farmacologiche di controllo del dolore. Il Taping Neuromuscolare (TN) è stato proposto in numerose patologie [19,20] e nello sport [21], con molteplici finalità. Diversi sono i meccanismi d’azione che possono determinarne l’efficacia terapeutica [22]. Al momento, tuttavia, non esistono sufficienti evidenze scientifiche a supporto dell’utilizzo del TN e la letteratura non chiarisce quali siano realmente i meccanismi di azione [19,20,22]. Date le inconcludenti evidenze relative a possibili effetti terapeutici del TN finora disponibili, le revisioni raccomandano l’esecuzione di ulteriori studi [19,20,22,23] e la necessità di chiarire se la popolarità del TN sia dovuta a reali effetti sul dolore e sui disordini del movimento, oppure risponda ad esigenze di moda e marketing [22]. Gli effetti dell’applicazione del TN in soggetti sottoposti a toracotomia o sternotomia non sono ad oggi stati indagati. Presentiamo una serie di casi trattati con applicazione di Taping Neuromuscolare dopo chirurgia toracica e con persistenza di dolore da oltre un mese dall’intervento, in cui è stato valutato l’andamento del dolore, misurato mediante scala di Borg CR10, e la quantità di farmaci antidolorifici assunti. Borg CR10 [24] per la quantificazione dell’intensità del dolore. I pazienti sono stati valutati settimanalmente in visite di follow-up, durante le quali veniva rilevato il dolore ed eventuali variazioni del dosaggio dei farmaci antidolorifici assunti. Il nastro è stato rimosso e sostituito, variando la modalità di applicazione (tipo di taglio del cerotto e sede di applicazione) se ritenuto necessario dal fisioterapista. L’applicazione del nastro è stata interrotta al raggiungimento di un punteggio Borg pari a zero (assenza di dolore), o per altri motivi intercorrenti. Figura 1 Possibili forme in cui può essere tagliato ed applicato il TN. Serie di casi Figura 2 Esempio di applicazione del TN: nel paziente nr. 4 (vista posteriore) e nel paziente nr. 1 (vista anteriore). Materiali Il trattamento con TN consiste nell’applicazione di un nastro adesivo monoelastico sulla cute. Il nastro utilizzato è costituito da uno strato di cotone di pochi millimetri, che presenta elasticità monodirezionale pari al 40% e non contiene alcun principio attivo. La superficie adesiva è costituita da un adesivo acrilico latex-free spalmato ad onde; è attivata dal calore corporeo ed aderisce saldamente alla cute, permettendo di mantenere in loco il nastro per 3-5 giorni. Viene applicato in un unico pezzo oppure tagliato in diverse forme (Figura 1). L’applicazione del nastro è decisa sulla base dell’anatomia e fisiologia locale. Sono state proposte due tecniche di applicazione: compressiva e decompressiva. Un esempio di entrambe le tecniche di applicazione è riportato nella Figura 2. Nella tecnica compressiva, il nastro è applicato con diversi gradi di tensione al fine di aumentare la stimolazione di recettori cutanei e sottocutanei. Nella tecnica decompressiva, il nastro è invece applicato senza alcuna tensione sulla cute stirata, in modo da formare delle pieghe che sollevano leggermente lo strato cutaneo ed aumentano lo spazio interstiziale, al fine di ridurre la pressione sui recettori, liberare la fascia superficiale e i vasi linfatici e capillari. La tecnica è stata proposta allo scopo di migliorare la microcircolazione locale, con una conseguente facilitazione dell’assorbimento di edemi e versamenti sottocutanei. Nel presente lavoro, la tecnica di applicazione e la forma del nastro sono state scelte dal fisioterapista secondo giudizio clinico, dopo una valutazione iniziale che ha compreso anamnesi e valutazione clinica, valutazione delle sedi e dell’intensità del dolore, valutazione della postura del soggetto. I pazienti sono inoltre stati addestrati ad utilizzare la scala di I pazienti sono stati scelti fra quelli afferenti all’ambulatorio di Chirurgia Toracica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino. Erano tutti oltre la quarta settimana post-intervento di chirurgia toracica. Le incisioni chirurgiche comprendevano toracotomia posteriore, toracotomia laterale, toracotomia antero-laterale bilaterale con sternotomia trasversale (clamshell incision). 7 pazienti (5 maschi) sono stati trattati con TN. 2 pazienti hanno sospeso il trattamento per recidiva di tumore e 1 per necessità di revisione chirurgica, ma sono stati comunque descritti. La Tabella 1 riporta le caratteristiche di ciascun paziente. Tutti i pazienti trattati assumevano regolarmente farmaci antidolorifici da almeno un mese. Solo i pazienti sottoposti a trapianto polmonare assumevano corticosteroidi come profilassi antirigetto. Per quanto riguarda l’andamento del dolore, si è osservata una generale tendenza alla riduzione dell’intensità. La Figura 3 mostra l’andamento del dolore per ciascun paziente trattato. Il numero di farmaci assunti si è ridotto in sei pazienti. Di seguito la descrizione dei singoli casi. Paziente nr. 1: maschio, 49 anni, in esiti di trapianto bipolmonare per fibrosi polmonare da polmonite interstiziale desquamativa. Post-operatorio Settembre-Dicembre 2015 • Numero 3 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 15 Tabella 1 Caratteristiche dei pazienti trattati. Pz. Età Genere Tipo di chirurgia Approccio chirurgico Acetaminofene/ FANS Analgesici oppiacei Steroidi Mese postintervento Numero applicazioni TN Conclusione 1 49 M B TXL Clamshell Acetaminofene No Si 2 4 Senza dolore 2 43 M B TXL Clamshell Acetaminofene No Si 1 3 Revisione chirurgica 3 26 4 62 F B TXL Clamshell Acetaminofene Codeina Si 10 3 Senza dolore M M TXL T1 Acetaminofene Codeina Si 3 6 Dolore lieve 5 71 M Lobectomia T1 Acetaminofene Oxicodone + Naloxone No 2 1 Senza dolore 6 57 M Lobectomia T1 Acetaminofene + Ketorolac No No 1 1 Recidiva di tumore 7 68 F Lobectomia T1 + T2 Acetaminofene Tramadol No 2 8 Recidiva di tumore Legenda FANS = Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei; B/M TXL = trapianto polmonare bilaterale/monolaterale; T1 = toracotomia, T2 = toracectomia. 9 Intensità del dolore (BORG CR10) 8 7 6 5 4 3 2 1 0 Valutazione iniziale 1 2 3 4 5 6 7 8 Nr di sedute di applicazione del TN Paz. 1 Paz. 3 Paz. 5 Paz. 2 Paz. 4 Paz. 6 Paz. 7 Figura 3 Andamento del dolore nei sette pazienti trattati. caratterizzato da prolungato svezzamento dalla ventilazione meccanica per disfunzione diaframmatica bilaterale e rigetto acuto, con necessità di eseguire tracheostomia al ventesimo giorno post-intervento. Presentava inoltre diastasi sternale e paralisi da compressione del nervo sciatico popliteo esterno. Nel post-operatorio ha mantenuto analgesia mediante catetere peridurale T6-T7 e acetaminofene per via endovenosa. Ha assunto inoltre acetaminofene per os al bisogno. Non ha assunto analgesici oppioidi. Presentava dolore 16 diffuso nella zona della ferita, con intensità pari a 8 (molto, molto severo) su scala Borg CR10. Il trattamento con TN è stato iniziato a due mesi dall’intervento e sono state effettuate quattro applicazioni. Il dolore si è progressivamente ridotto, fino a scomparire (Borg 0). Tutti i farmaci antidolorifici sono stati sospesi. Paziente nr. 2: maschio, 43 anni, in esiti di trapianto bipolmonare per fibrosi polmonare da polmonite interstiziale non specifica. Nel post-operatorio è stato evidenziato innalzamento dell’emidiaframma destro e Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria Settembre-Dicembre 2015 • Numero 3 versamento pleurico mediante tomografia computerizzata, per cui è stata eseguita toracentesi eco-guidata con aspirazione di liquido sieroematico. La terapia farmacologica ha compreso acetaminofene per via endovenosa 2-3 volte/die e al bisogno. Un mese dopo l’intervento si è verificato rigetto acuto ed è stata somministrata terapia corticosteroidea ad alte dosi per tre giorni. Successivamente è stato iniziato il trattamento con TN. Il dolore sternale e nelle zone dell’incisione chirurgica è progressivamente diminuito, da una Borg iniziale pari a 6 (molto severo) fino ad una Borg di 1 (molto lieve) dopo tre applicazioni di TN, con risoluzione del dolore in sede dell’incisione chirurgica toracica ma permanenza di dolore sternale. Il paziente ha manifestato una lieve reazione cutanea al cerotto, scomparsa dopo 2 giorni di sospensione del TN. A causa di diastasi sternale e disallineamento dei monconi, il paziente è stato sottoposto ad intervento di sintesi sternale ed il trattamento è stato sospeso. Paziente nr. 3: femmina, 26 anni. Si tratta di un soggetto più giovane della media degli altri pazienti, in esiti di trapianto polmonare bilaterale per fibrosi cistica. Presentava dolore pari a Borg 4 (a volte severo), persistente a dieci mesi dall’intervento chirurgico. Dopo tre applicazioni di TN, il do- lore è sceso a zero sulla scala di Borg e tutti i farmaci (codeina ed acetaminofene) sono stati rimossi, ad eccezione dello steroide assunto come profilassi antirigetto. Il trattamento è stato quindi concluso in tre settimane. Paziente nr. 4: maschio, 62 anni, in esiti di trapianto polmonare singolo sinistro per fibrosi polmonare. Dopo due mesi è stato sottoposto a re-intervento per completa deiscenza del piano costale per cedimento dei punti di sutura pericostali. Presentava densità minerale ossea inferiore alla norma. Durante l’intervento non è stata eseguita analgesia mediante catetere epidurale. Nel post-operatorio, la terapia antidolorifica consisteva in un analgesico morfinico, analgesici oppiacei (codeina) ed acetaminofene per tre volte/die. Il trattamento con TN è stato iniziato a tre mesi dall’intervento. Il paziente presentava tumefazione in zona ascellare sinistra con limitazione funzionale dell’arto superiore sinistro. L’intensità del dolore iniziale era pari a Borg 4 (a volte severo); dopo sei applicazioni di TN il dolore si è ridotto progressivamente ridotto fino a una Borg di 1 (molto lieve). Alla quinta applicazione di TN è stata sospesa anche la terapia antidolorifica. Paziente nr. 5: maschio, 71 anni, in esiti di resezione lobo inferiore e superiore destro per carcinoma polmonare (adenocarcinoma). Non ha eseguito né radioterapia né chemioterapia. L’intensità del dolore era pari a 3 (medio), soprattutto notturno. Assumeva cospicua terapia antidolorifica, con acetaminofene e due analgesici oppioidi. Il trattamento con TN è stato iniziato dopo due mesi dall’intervento. Con una sola applicazione di TN, il dolore è scomparso (Borg 0) e tutti i farmaci sono stati rimossi. Paziente nr. 6: maschio, 57 anni, in esiti di resezione polmonare lobo inferiore destro per carcinoma bronchiale (carcinoma squamoso), infiltrazione della pleura parietale e invasione dei capillari ematici. Il paziente non ha effettuato né radioterapia né chemioterapia. La terapia analgesica prevedeva solo utilizzo di acetaminofene al bisogno. Il trattamento è stato iniziato ad un mese dall’intervento, in presenza di dolore pari a 5 (severo), presente soprattutto in posizione seduta. È stata effettuata una sola applicazione di TN ed il dolore non si è modificato. Il trattamento è stato sospeso per necessità di iniziare chemioterapia. Paziente nr. 7: femmina, 68 anni, fumatrice, in esiti di lobectomia inferiore destra e resezione sub-lobare superiore omolaterale per adenocarcinoma polmonare. La paziente è stata sottoposta a tre cicli di chemioterapia prima dell’intervento. La terapia antidolorifica comprendeva acetaminofene ed analgesico oppiaceo ogni 8 ore. Il trattamento con TN è iniziato a due mesi dall’intervento, per dolore oppressivo e trafittivo distribuito a tutto l’emitorace destro con un’intensità pari a Borg 6 (molto severo). Sono state eseguite otto applicazioni di TN, ottenendo una riduzione di due punti dell’intensità del dolore, che si è stabilizzato intorno a Borg 4 (a volte severo). Dopo la quarta applicazione di TN, la paziente ha ripreso nuovi cicli di chemioterapia. Ha mantenuto la terapia analgesica per os senza variazioni. Durante l’ultima applicazione del TN sono stati notati noduli sottocutanei. La paziente è stata rivista dal chirurgo e si è optato per cure palliative. Discussione La serie di casi presentata suggerisce che il TN possa essere applicato in soggetti che presentano dolore prolungato o cronico da oltre un mese dopo toracotomia per patologie polmonari oncologiche o trapianto polmonare, con un impatto sull’intensità del dolore percepito e sul numero di farmaci analgesici utilizzati. In alcuni casi, il dolore si è ridotto durante le sessioni di applicazione del TN. In particolare, in tre pazienti si è verificata una completa risoluzione del dolore dopo relativamente poche applicazioni di TN, anche in caso di dolore che persisteva in modo pressoché costante da mesi. Ciò potrebbe supportare l’efficacia del TN nella gestione del dolore. In un caso (paziente 7) il dolore si è ridotto ma è rimasto comunque moderato-severo. Permaneva però una condizione oncologica grave. In un solo caso (paziente 6) il dolore non si è modificato, ma è stata eseguita una sola applicazione di TN e poi è stato necessario sospendere il trattamento per problematiche intercorrenti. Si potrebbe supporre che il TN agisca sul dolore legato alla ferita chirurgica, ma che non abbia effetti sul dolore causato da processi patologici severi di natura oncologica. La natura osservazionale del nostro lavoro non permette comunque di trarre conclusioni sull’efficacia del TN. Gli effetti del TN sulla percezione del dolore sono tuttora da chiarire. In alcuni studi su soggetti con lesioni muscolo-scheletriche, l’applicazione di TN ha prodotto un’immediata riduzione del dolore su scala VAS, superiore a quella ottenuta mediante placebo (TN applicato senza seguire alcun criterio anatomo-fisiologico) [25] o rispetto a controlli non trattati [26,27]. Altri studi hanno invece mostrato una relativa equivalenza fra la riduzione del dolore ottenuta mediante trattamento con TN e quella ottenuta con esercizi terapeutici [28,29] o con placebo [30]. Infine, due studi non hanno mostrato alcuna riduzione dell’intensità del dolore dopo trattamento con taping [31,32]. Nessun esperimento ad oggi è stato condotto per chiarire se la riduzione del dolore persista anche dopo la rimozione del TN [22]. Di conseguenza, l’utilizzo del TN come unica terapia del dolore non è raccomandato [20] e ad oggi non esiste evidenza della superiorità del TN rispetto a terapie convenzionali in soggetti con dolore cronico di natura muscoloscheletrica [33]. Alcuni pazienti hanno ridotto il numero di farmaci analgesici assunti, verosimilmente a causa della riduzione dell’intensità del dolore. A nostra conoscenza, nessuno studio ha mai messo in relazione l’applicazione del TN con l’assunzione di analgesici e antinfiammatori. Futuri studi randomizzati controllati sono necessari per definire se il TN sia efficace sul dolore post-chirurgico e se possa essere utilizzato in combinazione con la terapia analgesica, al fine di limitare l’abuso di farmaci assunti al bisogno. È necessario Settembre-Dicembre 2015 • Numero 3 Rivista Italiana di Fisioterapia e Riabilitazione Respiratoria 17 inoltre chiarire le modalità di azione del TN, per definire su quali aspetti della percezione del dolore agisca e in quali pazienti. Il TN potrebbe effettivamente ridurre la stimolazione dei nocicettori e favorire il drenaggio linfatico e vascolare. Tuttavia, per quanto riguarda gli effetti sul drenaggio linfatico, il TN è stato studiato in soggetti con linfedema da chirurgia oncologica mammaria, ma non ha mostrato alcun valore aggiunto se applicato come coadiuvante della terapia standard [34]. Data la scarsità di dati disponibili, non esiste evidenza a supporto o contro l’utilizzo del TN [22] in tal senso. Il TN potrebbe altresì agire sulla percezione corticale del dolore. Futuri studi sono necessari per confrontare gli effetti del TN con un placebo. Interessante è anche mettere in relazione gli effetti del TN con questionari che indaghino gli aspetti psicosociali e/o legati ad ansia/depressione. Nel nostro lavoro, la Borg CR10 è stata scelta come scala per la valutazione dell’intensità del dolore per la sua relativa semplicità di utilizzo. Futuri studi dovrebbero però valutare il dolore post-toracotomia in maniera più approfondita mediante scale dedicate, al fine di garantire una precisa definizione del tipo di analgesia ottenuta [9]. Futuri studi dovrebbero inoltre verificare la fattibilità del trattamento con TN in soggetti sottoposti a chirurgia toracica. Nel nostro lavoro, un caso su sette ha presentato blandi effetti collaterali. È necessario chiarire quanti soggetti presentino intolleranza al cerotto. È inoltre necessario definire quanti pazienti rifiutino o non tollerino la procedura. Conclusioni L’applicazione di TN in pazienti che presentano dolore cronico persistente oltre un mese dopo chirurgia toracica sembra influenzare positivamente l’andamento della sintomatologia dolorosa e l’assunzione di farmaci antidolorifici. Futuri studi sono necessari per definire la reale efficacia sul dolore ed i meccanismi d’azione del TN. 18 Bibliografia [1] Turk DC. Clinical effectiveness and cost-effectiveness of treatments for patients with chronic pain. Clin J Pain 2002;18:355-365. [2] Dajczman E, Gordon A, Kreisman H, Wolkove N. Long-term postthoracotomy pain. Chest 1991 Feb;99(2):270-274. [3] Reddi D, et al. Chronic pain after surgery: pathophysiology, risk factors and prevention. Postgrad Med J 2014;90:222-227. [4] Carroll I, Barelka P et al. A Pilot Cohort Study of the Determinants of Longitudinal Opioid Use After Surgery. Anesth Analg 2012;115: 694-702. 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