APPROCCIO ODONTOIATRICO AL PAZIENTE EMOFILICO
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APPROCCIO ODONTOIATRICO AL PAZIENTE EMOFILICO
Acta Pediatrica Mediterranea, 2006, 22: 93 APPROCCIO ODONTOIATRICO AL PAZIENTE EMOFILICO *NICOLA MAUCERI - *VALENTINA GRUPPUSO - *ANNALISA FERLISI - *VERA ETTARI - *FILIPPO FAVUZZA - *FABIO GAGLIANO **GIUSEPPE GALLINA *Università degli Studi di Palermo - Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia - Scienze Stomatologiche “G. Messina” *Università degli Studi di Palermo - Ospedale G. Di Cristina - Divisione Clinicizzata di Pediatria - Centro Regionale di Riferimento Emostasi e Trombosi in Età Pediatrica **Università degli Studi di Palermo - Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia - Insegnamento di Malattie Odontostomatologiche. [Odontoiatric approach to the hemophiliac patient] RIASSUNTO SUMMARY Gli autori, dopo una breve trattazione del meccanismo “Emostasi - coagulazione” e delle patologie connesse alla sua alterazione, valutano la possibilità di applicare, in alcuni casi di emofilia lieve-moderata, un protocollo per l'esecuzione di limitati interventi di chirurgia odontoiatrica, anche alternativo al classico protocollo con emoderivati The Authors, after a concise treatment of “Haemostasiscoagulation” process and of pathologies linked to its altera tion, assess the possibility of administering, in a few cases of light-moderate haemophilia, limited operations of dental sur gery, that can be an alternative choise to the traditional regi ster with haemo- derived drugs. Parole chiave: Odontostomatologia, emofilia Key words: Odontostomatology, hemophilia Introduzione orale, la detartrasi, e le applicazioni topiche di acido tranexamico e di clorexidina allo 0,20%. La fase operatoria prevede dopo l’intervento chirurgico, previo curettage e irrigazione del sito con ac. tranexamico, il posizionamento in cavità di spugne di fibrina e la sutura. La fase post - operatoria si avvale della somministrazione di collutorio di ac. tranexamico e di clorexidina, di una dieta liquida o semiliquida, della terapia con antibiotici e antiinfiammatori. L’applicazione di questo protocollo operativo è in grado di: ➣ prevenire e trattare il sanguinamento postoperatorio. ➣ ridurre al minimo la necessità di trasfusione di fattore VIII, con riduzione dei costi sanitari. ➣ ridurre la possibilità di contrarre infezioni: epatiti ed HIV. ➣ ridurre la possibilità di sviluppare anticorpi anti-IgG (15% dei casi). ➣ migliorare la compliance dei pazienti. Per ottenere ciò, è indispensabile la collaborazione dei pazienti, che devono seguire con estremo scrupolo tutte le indicazioni loro fornite. Il paziente emofilico, è un paziente che necessita di un approccio pluridisciplinare per il raggiungimento del migliore risultato terapeutico. In questo ambito, si muove anche lo specialista odontoiatra che, in collaborazione con l’Ematologo e con il Pediatra, è punto di riferimento per il management del paziente emofilico. Materiali e metodi Il protocollo utilizza un farmaco antifibrinolitico: l’acido tranexamico. Esso blocca i recettori del plasminogeno e l’attivatore tissutale del plasminogeno, se utilizzato come collutorio raggiunge una concentrazione > a 200 microgr./ml e tale concentrazione si mantiene nel cavo orale per circa 2h. Il protocollo comprende tre fasi: • fase pre-operatoria • fase operatoria • fase post-operatoria La fase pre-operatoria, ha il compito di ottenere e mantenere un alto standard di salute parodontale, con la motivazione e l’istruzione all’igiene 94 Discussione Con il processo Emostasi-Coagulazione, il sangue vira dallo stato liquido allo stato di gel (coagulo), contribuendo all’ arresto dell’emorragia in condizioni fisiologiche, oppure ostruendo il lume del vaso in condizioni patologiche (trombosi). Tale meccanismo avviene attraverso tre fasi: • vascolare • piastrinica • plasmatica A questa segue la fibrinolisi, con la quale si ripristina la pervietà del vaso. In questo studio, concentreremo la nostra attenzione sulle coagulopatie congenite che comprendono: - L’emofilie: A, B, Von Willebrand - La carenza di fattore: II, V, VII, XI XII - La afibrinogenemia - La disfibrinogenemia. Tra queste l’Emofilia A è la più frequente (8090% dei casi). L’Emofilia A viene distinta in: • lieve: fattore VIII tra il 5-40% • moderata: fattore VIII tra l’1-5% • grave: fattore VIII < 1% • grave con antifattore VIII. Gli interventi odontoiatrici sul paziente emofilico, nei quali è possibile applicare il protocollo chirurgico, sono: • avulsioni di denti decidui, permanenti parodontopatici e residui radici • alveoliti post-estrattive • rimozione di spine ossee • apicectomie • biopsie escissionali e incisionali • scaling e root-planing • lembi parodontali. Protocollo pre-operatorio Nella gestione multidisciplinare del paziente con difetti congeniti della coagulazione, l’igiene orale riveste un ruolo importante per la salute del tessuto parodontale, in quanto previene l’iperemia gengivale, che determina sanguinamento spontaneo ed indotto, e la parodontite che è causa di mobilità dentale. E’ per questo motivo, che il paziente emofilico, sin da bambino deve essere inserito in un programma di prevenzione orale. N. Mauceri - V. Gruppuso et Al Il protocollo preoperatorio, infatti, mira ad ottenere gengive sane ed esenti da flogosi e ciò si ottiene sia con la motivazione e l’istruzione all’igiene orale, che con programmi di igiene orale domiciliare e professionale. L’igiene domiciliare si avvale per i primi 4 giorni, della rimozione della placca mediante garza imbibita di collutorio alla clorexidina 0,20%; per gli altri 3 giorni, dell’uso dello spazzolino con setole morbide, e di sciacqui con collutorio alla clorexidina: 2 volte/die. L’igiene professionale dello scaling sopragengivale, sottogengivale e del rootplaning. La seduta di igiene professionale deve essere preceduta da sciacqui con acido tranexamico: 2 fiale da 5 ml. non diluito 2 volte /die per almeno 4 giorni. Rivalutato il paziente si procede alla fase successiva. Protocollo operatorio Il protocollo operatorio prevede: • anestesia • intervento chirurgico • curettage • irrigazione del sito chirurgico con ac. tranexamico • spugne emostatiche di fibrina • sutura • sciacqui con ac.tranexamico (2 fiale da 5 ml non diluite) • tampone con garza di ac.tranexamico • borsa di ghiaccio. Protocollo post-operatorio Il paziente dopo l’intervento odontoiatrico non deve assumere cibi o bevande per almeno 2 ore, e per i 3 giorni successivi deve seguire una dieta liquida e fredda. Deve utilizzare collutorio di ac. tranexamico (2 fiale da 5 ml da tenere in bocca per 2 min. ogni 6h per i primi 3 giorni e ogni 8h per i rimanenti 4 giorni) e di clorexidina 0,12% per 1 min. 2 volte/ die dopo i pasti. La terapia antibiotica, analgesica, antiflogistica (da preferire il paracetamolo ai FANS) deve essere seguita per almeno quattro giorni. Approccio odontoiatrico al paziente emofilico Conclusioni La revisione della letteratura e la casistica personale, hanno dimostrato che il paziente affetto da emofilia lieve e moderata, se preparato adeguatamente sia dall’odontoiatra che dall’ematologo può essere sottoposto a chirurgia odontoiatrica, talvolta senza necessità di essere trasfuso. Bibliografia 1) 2) 3) 4) Webster W.P., Courtney R.M.: Diagnosis and treatment of periodontal disease in the hemophiliac . In: Proceedings, Dental Hemophilia Institute, 1968. The national Hemophilia Foundation, U.S.A. Federici A.B., Sacco R., Stabile F., Carpendo M., Zingaro E., Mannucci P.M.: Optimisining local therapy during oral surgery in patients with von Willebrand disease: effective results from a retrospective analysis of 63 cases. Hemophilia, 2000, 6(2): 71-77. Dunn C.J., Goa K.L.: Tranexamic acida review of its use in surgery and other indications. Drugs June 1999; 57 (6): 840-3. 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