L`EFFICIENZA TERMICA DEI RECUPERATORI ARIA – ARIA

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L`EFFICIENZA TERMICA DEI RECUPERATORI ARIA – ARIA
L'EFFICIENZA TERMICA DEI RECUPERATORI ARIA – ARIA
Alla recente diffusione degli impianti per la ventilazione degli edifici residenziali (VMC) non si è
accompagnata, con la necessaria chiarezza ed esaustività, la divulgazione della valutazione
dell'efficienza energetica della macchina più importante del processo: il recuperatore di calore.
Esistono diverse tipologie differenti di recuperatori, ma in questa sede ci limiteremo alla trattazione
di una categoria tra le quattro previste dalla norma eurovent 10/1: gli scambiatori rotanti a scambio
diretto sia a recupero sensibile che quelli a recupero totale (detti anche recuperatori entalpici).
La differenza tra queste ultime due sottocategorie consiste nella capacità dei secondi di recuperare
oltre al calore sensibile anche quello latente incrementando di non poco rispetto ai primi l'efficienza
del recupero energetico, specie nei climi caldo-umidi, ed ottenendo anche ulteriori vantaggi come
una parziale regolazione igrometrica del flusso trattato.
Se tuttavia si analizza il dato di efficienza riportato nelle specifiche tecniche potremmo trovare un
recuperatore del solo calore sensibile che ottiene una valutazione numerica di rendimento superiore
a quella del recuperatore entalpico, quest'ultimo con un'indicazione sintetica di rendimento, in
quanto potrebbe venir omessa la dicitura Efficienza in Temperatura ed Efficienza in Umidità che
chiarirebbe i dubbi in proposito.
Il motivo di questa valutazione che è corretta ma poco indicativa quando non fuorviante è dovuta al
fatto che l'efficienza del recupero latente è sensibilmente diversa da quella del recupero sensibile.
Risulta
quindi
molto interessante
trovare un modo
alternativo per poter
valutare l'efficienza
termica di macchine
anche
tecnologicamente
diverse ma con la
medesima finalità e
cioè il recupero e
nergetico del flusso
d'aria.
Ad esempio si
potrebbe
definire
l'efficienza come il
rapporto tra potenza
recuperata e quella
recuperabile in un
dato flusso d'aria.
η=
W recuperato
W recuperabile
In questo modo le cose si semplificano e guadagnano in chiarezza , confrontabilità ed oggettività
come un esempio numerico chiarirà.
Si consideri un recuperatore che opera nella stagione invernale nelle seguenti condizioni:
aria esterna: 0° C 75% UR
aria ambiente : 22°C e 40% UR
la portata volumetrica è pari a 150 m³/h e la temperatura dell'aria dopo il recupero è T= 18,7° C
se si trattasse di un recuperatore a semplice scambio sensibile, l'efficienza in temperatura sarebbe:
ηintemperatura=
Δ Τ aria di rinnovo
18,7−0
=
=0,85 invece trattasi di un recuperatore entalpico
Δ Τ aria di espulsione 22−0
che ha una efficienza in umidità pari a η=0,62 .
Sapendo che le potenze recuperate sono rispettivamente 0,94 Kw sensibili e 0,31 Kw
latenti l'efficienza complessiva risulta pari a ηtot =
(0,85∗0,94+0,62∗0,31)
=0,79 .
1,25
Questo dato è approssimato per eccesso in modo accettabile perchè non contempla l'inefficienza
connessa alla regolazione dell'impianto che integra il recuperatore.
Se si calcolasse l'efficienza del recuperatore sensibile con quest'ultimo metodo otterremmo:
η=
0,85∗0,94
=0,64≠0,85
1,25
entalpico.
e non ci sarebbero dubbi sulla maggiore efficienza del recuperatore