Gli italiani scaricano in modo illegale i film DVD: LA MAGGIOR

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Gli italiani scaricano in modo illegale i film DVD: LA MAGGIOR
Gli italiani scaricano in modo illegale i film
DVD: LA MAGGIOR PARTE PIRATA
La maggior parte degli italiani utilizzano Internet per scaricare film
La maggior parte degli italiani utilizzano Internet soprattutto per scaricare film, il che è “illegale”.Questo
fenomeno si sta sviluppando sempre di più, ma la cosa grave è la vendita di questi “CD ILLEGALI”, la quale
è molto frequente e questo comporterà togliere il mestiere a chi lo fa ma con i “CD ORIGINALI”. Ciò avviene
soprattutto perché queste reti non prevedono blocchi di alcun genere. Negli altri paesi si sta provvedendo
per arginarlo o prevedere una norma che vieti questo uso. Un esempio è Parigi dove entrerà in vigore il
disegno di legge che mirerà a contrastare la pirateria con due sanzioni per chi commetterà questa illegalità.
La Francia, quindi, ha preso provvedimenti, l’Italia, ancora no.
Luca Altieri 28/03/12
Un ibrido di verità e di invenzione
L’ARTE DI TRASFIGURARE I FATTI, PER FARCI CONOSCERE UN’EPOCA
“I Promessi Sposi”sono un coacervo ibrido e inconciliabile di vero e d’inventato
“I Promessi Sposi”, come tutti i romanzi venuti di moda anche in Italia sulla scia del successo di Walter Scott
uniscono verità ed invenzione, perchè vuole far conoscere mediante un’azione inventata un’epoca storica è
ciò che la storia non può o non vuole fare. Nel romanzo, a differenza della tragedia o della poesia, tutto è
inventato.
Manzoni definisce il suo processo al romanzo storico crudo, affilato, autolesionista, dove nel pessimismo
sempre presente, non è risparmiata nemmeno la storia, ricca di verosimiglianze nel suo racconto, quando
non può arrivare al vero. Perfetto nel ragionamento e nelle conclusioni, a far concludere così il Manzoni è un
profondo principio morale: la sacralità della verità, su cui si fonda la sua stessa religione e che è incarnata
nel suo Fondatore e Dio.
Luca Altieri 04/04/2012
Recensione del film: SENZA FILTRO
l film è girato nella periferia milanese Barona, dove vivono i due ragazzi protagonisti Nico (J-Ax) e
Ray (Dj jad)
Un giorno, dall'incontro dei due e dalle reciproche conoscenze, nasce un folto gruppo di amici. I giovani si
trovano ad affrontare le piaghe che affliggono alcune zone cittadine ad esempio la droga, violenza ecc.., ma
anche convolti in storie d'amore, passioni e tradimenti fino ad entrare al contatto con la morte. I lieti e tragici
avvenimenti formano lo spirito di gruppo dei ragazzi, traghettandoli dalla fase adolescenziale a quella
adulta. Non si tratta di una romanzata, ma di una storia vera e diretta.
Tra gli attori professionisti abbiamo: “gli “Articolo 31” che realizzano il sogno di scrivere canzoni originali
comunicando le proprie idee.
Luca Altieri 18/04/2012
EL CHI EL TELU'N
“Tel chi el telùn” è uno spettacolo teatrale del trio Aldo, Giovanni e Giacomo del 1999 con la regia di Arturo
Brachetti. Questo spettacolo teatrale è stato fatto anche in DVD ed ha visto protagonisti oltre ai membri del
trio (Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo poretti) anche Marina Massironi, i Fichi d'India, Corrado
Guzzanti, Antonio Cornacchione e Raul Cremona. Il titolo di questo spettacolo è un gioco di parole e
significa “Ecco qui il Terrone”. In effetti, il trio è composto da due attori settentrionali e uno meridionale e
deve parte del suo successo alla forte contrapposizione linguistico-caratteriale dei propri membri che
utilizzano talvolta in modo scherzoso la parola “Terrone” nei propri sketch.
Inoltre, lo spettacolo “TEL CHI EL TELU'N” è stato trasmesso su canale 5 in diverse puntate.
Luca Altieri 18/04/2012
Cambiasso: Sneijder ritorno importante...
entro le ultime 6 gare ritorna Wesley
In queste ultime 6 gare del campionato italiano, l'inter ha un fondamentale ritorno, quello di Wesley Sneijder,
un ritorno molto importante per cercare di trovare il posto in Champions league. In queste gare, l'inter dovrà
giocare su 6 partite, quattro in trasferta. Quindi, il ritorno del centrocampista nero-azzurro è determinante. In
queste giornate ci sarà molto probabilmente un altro recupero, quello del numero "13" nero-azzurro: Douglas
Maicon e del numero "10" previsto per la gara di Firenze, il centrocampista Cambiasso.
Luca Altieri 18/04/2012
SOLO INTER
Milito schianta il Bayern, Mou le lacrime e addio
Dopo il gol partita contro il "Siena", il "Principe Milito" zittisce lo stadio "Bernabeu" di "Madrid con una
favolosa doppietta. Vittoria meritata dell'inter anche se il Bayern si è reso pericoloso solamente quando è
avanzato l'olandese "Robben". Sterpitosa partita da parte dell'inter, la quale ha concretizzato il "triplete" con
una squadra forte e con dei giocatori che hanno fatto la differenza. Per quanto riguarda il Bayern, buona
partita solo per "Robben", il quale voleva mettere in difficoltà l'inter senza riuscirci.
Luca Altieri 02/05/2012
Un sistema per aiutare operai e imprenditori in difficoltà
Lo stress uccide: un rimedio contro la crisi economica
Le conseguenze della crisi si avvertono su lavoratori e imprenditori. Il peso dello stress può
diventare insostenibile
I tre suicidi si sarebbero, forse, potuti evitare se anche in Puglia fosse stata attivata una rete che offrisse
supporto psicologico a imprenditori e lavoratori in difficoltà.
Proprio con Sanna, si è messo in contatto Delli Santi che, da presidente provinciale di Brindisi della onlus <
Sos per la vita>, attiverà un intervento sulla stessa linea dei colleghi di Terraferma. Infatti, afferma che,
creando un gruppo di psicologi e psicoterapeuti che esercitano nelle province di Brindisi,
Lecce e Taranto, in un momento di palese emergenza, si fornirà un servizio di supporto immediato in tutta
l'area ionico-salentina. E dice anche che la Puglia è una regione degna della massima attenzione, sebbene
non siano ancora giunte richieste di aiuto.
Bisogna accelerare il cambiamento culturale sulla tutela della salute emotiva e psicologica di chi lavora, dal
dipendente al dirigente, che troppo spesso sottovaluta i primi segnali di allarme dello stress.
Luca Altieri 02/05/2012
Lo stato dei beni culturali in Italia
I crolli di Pompei e la cultura italiana
Bisogna tutelare il nostro patrimonio artistico, perché è la nostra ricchezza più grande
I fatti di Pompei dicono in modo esemplare non solo lo stato dei beni culturali in Italia, ma con esso le idee
che hanno guidato negli ultimi anni l’auspicata tutela di quel patrimonio. Infatti, ci sono state molte proteste
contro i tagli ai finanziamenti per il restauro dei beni culturali che l’Italia possiede. Pensare che per gestire
arte e storia servono competenze amministrative e manageriali, significa svuotare i beni culturali del senso
più profondo, ovvero essere segni di civiltà, di società passate; vuol dire considerarli meri strumenti, oggetti.
La mentalità di oggi è miope, perché non si accorge che, ignorando il passato, ha finito per rubare ogni
speranza a chi vorrebbe costruirsi il proprio futuro.
Luca Altieri 14/05/2012
La ragazza mela di ITALO CALVINO
C'era una volta un re e una regina, disperati perchè non avevano figli. Poi alla regina non nacque un figlio
ma una mela. Il re la mise su di un vassoio d'oro sul terrazzo. Un re vicino di casa, un giorno, stava
affacciato alla finestra e vide una bella ragazza, ma questa come si accorse di essere guardata, entrò nella
mela e sparì. Il re se ne innamorò e andò a chiedere alla regina la mela che stava sul terrazzo, ma questa
disse che era sua figlia; il re insistette e la regina non gli poté dire di no. Il re portò la mela in camera sua e la
ragazza usciva ogni giorno solo per lavarsi e pettinarsi, senza mai mangiare e parlare. Questi abitava con
una matrigna, la quale voleva sapere il motivo per il quale stava sempre chiuso in camera. Il re dovette
partire per la guerra e affidò la mela al suo servitore più fedele, lasciandogli la chiave della sua camera.
Appena partì, la matrigna diede un sonnifero al servitore e gli rubò la chiave. Quando entrò nella stanza, vide
solo una mela e pensò che era quella la fissazione del figlio. Prese un pugnale e si mise a trafiggere la mela.
Vide che da ogni trafittura usciva del sangue, si spaventò, scappo e rimise la chiave in tasca al servitore
addormentato. Quando il servitore si svegliò, andò nella camera del re e la trovò allagata di sangue. Corse
da sua zia che era una fata e questa gli diede una polvere magica. Il servitore tornò dalla mela e mise un pò
di questa polvere magica su di essa. La mela si spaccò e ne uscì una ragazza. Tornò il re e trovò la ragazza
che gli disse di avere 18 anni,di essere uscita dall'incantesimo e che, se voleva, poteva sposarla Il re
accettò e si sposarono. Si fece festa e mancava solo la matrigna, che scappò e non se ne seppe più niente.
Matteo Bufo 19/03/2012
Il principe che sposò una rana
C'era una volta un Re che aveva tre figli in età da prendere moglie. Perchè non sorgessero rivalità tra di loro
sulla scelta delle spose, propose di tirare con la frombola una pietra e li dove fosse caduta, avrebbero preso
moglie. Il più grande tirò, la pietra arrivò sul tetto di un forno ed ebbe la fornaia. Il secondo tirò e la pietra
arrivò a casa di una tessitrice. Al più piccolo la pietra cascò in un fosso. Appena tirato, ognuno corse a
portare l'anello alla fidanzata. Il più grande trovò una ragazza bella e soffice come una focaccia; il mezzano
una pallidina e il più piccolo una rana. Tornarono dal Re, il quale disse che avrebbe ereditato il regno solo chi
avesse avuto la sposa migliore e, per questo propose di fare delle prove. Diede ad ognuno della canapa da
riportare alle proprie fidanzate per farla filare entro tre giorni. I figli la portarono e si raccomandarono di filarle
per bene. Il più piccolo andò dalla rana, che saltò fuori dal fosso su una foglia, e si raccomandò dicendo che
sarebbe ritornato tre giorni dopo. Trascorso il tempo necessario, i fratelli maggiori tornarono dalle fidanzate
che avevano fatto un bel lavoro. Anche il piccolo andò al fosso e chiamò la rana che gli consegnò una noce.
Il Re, che aveva già controllato il lavoro della fornaia e della tessitrice, quando aperse la noce, ne venne
fuori una tela cosi fina che non finiva mai. Ma il Re non si rassegnava all'idea che una rana diventasse
regina e decise di sottoporre le tre spose ad un'altra prova e cosi affidò ad ognuna uno dei tre cuccioli nati
dalla sua cagna da caccia preferita, dicendo di allevarli per un mese. Il mese successivo si vide che il cane
della fornaia era ben nutrito, quello della tessitrice era diventato un famelico mastino. Il più piccolo, invece,
portò una cassettina dalla quale uscì un barboncino. Allora il re decise che sarebbe divenuto re suo figlio
minore. Si stabilirono le nozze e i principi andarono a prendere le loro spose con carrozze infiorate, trainate
da quattro cavalli bianchi. La rana, invece, in una carrozza fatta da una foglia di fico, trainata da quattro
lumache. Ogni tanto, il principe l'aspettava con la sua carrozza, ma per la lentezza finì per addormentarsi. Al
risveglio, trovò una bellissima principessa che gli rivelò di essere stata per molto tempo vittima di un
incantesimo. Alla fine, i due diventarono re e regina con l'invidia dei fratelli maggiori.
Matteo Bufo 26/03/2012
PRIMO CARNERA
Vita, amori e soprattutto pugni di una leggenda del pugilato. Primo Carnera, la montagna che cammina,
come fu definito il boxeur all'epoca, non è stato solo un grande combattente del ring ma un idolo, inteso
anche come mezzo di riscatto, per tanta Italia emigrata negli Stati Uniti. Il regista di questo film è Renzo
Martinelli, che sceglie di raccontare la storia di un uomo, diventato un mito e lo fa in maniera equilibrata e
intelligente. Questo film è ambientato negli anni trenta; infatti Carnera fu campione dal 29 giugno 1933 al 14
giugno 1934. Fin da piccolo, ebbe uno sviluppo molto sostenuto e spiccò tra i suoi coetanei più bassi e
minuti. Nel 1915 il padre fu chiamato a combattere la Prima guerra mondiale e abbandonò il suo lavoro,
facendo gravare il carico familiare sulle spalle della moglie. Questa, per sopravvivere cercò allora lavoro, ma
fu presto costretta a vendere la fede nuziale. Il figlio fù così costretto ad abbandonare la scuola ed inizia a
mendicare insieme ai suoi fratelli. Nel frattempo, continuò la sua crescita poderosa, al punto che a dodici
anni, aveva già la statura di un adulto e gli era sempre più difficile trovare vestiti e scarpe della sua misura,
tanto da essere costretto ad usare le scarpe di un soldato austriaco morto in battaglia e uniformi militari
tedesche come vestiti.
Matteo Bufo 18/04/12
Le autorità italiane hanno versato 150 mila euro per ciascuna delle due vittime
MAXI RISARCIMENTO DA PARTE DELL’ITALIA AI FAMILIARI DEI PESCATORI INDIANI UCCISI
E’ stato un atto di generosità, dettato dal desiderio di risarcire le famiglie colpite dalla tragedia
L’Italia ha versato circa 300 mila euro come risarcimento alle famiglie dei due pescatori uccisi dal maresciallo
Massimiliano Latorre e dal sergente Salvatore Girone, che erano di scorta alla petroliera “Enrica Lexie” il 15
febbraio 2011 nelle acque del porto di Kochi. I due marò sono detenuti nel carcere di Trivandrum dal 5
marzo, con l’accusa di aver sparato e colpito a morte due pescatori, uno di 48 e l’altro di 20 anni e in attesa
di essere processati dal tribunale di Kollan, che dovrà decidere se rinviarli a giudizio sulla base dei dati forniti
dalla polizia del Kerala. Il governo italiano è convinto che l’incidente sia avvenuto in acque internazionali, ma
il governatore del Kerala ritiene di avere tutti i diritti di agire contro i due militari, perché la petroliera era già
nel porto di Kochi. I soldi versati contribuiranno ad avvicinare l’Italia all’India, con l’auspicio che venga fatta
giustizia al più presto.
Matteo Bufo 02-05-12
Parafrasi di Ugo Foscolo “In morte del fratello Giovanni”
Un giorno,se io non sarò costretto sempre a scappare
da una parte all'altra, mi vedrai seduto
sulla tua tomba, caro fratello mio,soffrendo
la giovinezza dei tuoi anni finita presto.
Ora soltanto nostra madre trascinando la sua tarda età
parla di me con le tue ceneri,
ma io vi tendo le mani
e solo da lontano saluto la mia città.
Sento i destini avversi, e le segrete
cure che quando eri ancora vivo creavano tempesta nel tuo cuore,
e spero anch'io che nella tua vita ci sia tranquillità.
Adesso mi resta solo la speranza di morire!
Persone sconosciute, almeno il corpo riportate
tra le braccia della madre infelice.
Esercizio n°1
a b a b a b a b c d e c d e,nelle quartine sono alternate,invece,nelle terzine sono incrociate.
Esercizio n°2
Riguardo ai sentimenti si parla di dolore,invece,per quanto riguarda i desideri è quello di ritornare a casa.
Esercizio n°3
Chiede alla gente del luogo di riportare il suo corpo alla madre.
Esercizio n°4
Si parla di metonimia.
Calvio Valeria 14/03/12
Parafrasi di Guido Guinizzelli “Io voglio del ver la mia donna laudare”
Io voglio lodare la mia amata in modo veritiero
e paragonarla ad una rosa e ad un giglio:
che sembra più splendente della stella Venere,
e la paragono a quello che c'è di più bello nel cielo.
La paragono alla verde campagna e all'aria,
a tutti i colori dei fiori, giallo e rosso,
oro e azzurro e grandi gioielli da regalare:
anche Amore per lei si ingentilisce.
Gira per la strada ornata ed è così gentile
che diminuisce l'orgoglio a chi ne riceve il saluto,
e a chi non crede lo converte alla nostra fede;
e non le si possono avvicinare le persone vili;
e vi dirò che ha un potere;
non si può pensare male di lei, fino a quando non la si guarda.
Esercizio n°2
a)E' un sonetto .Le rime sono alternate e incrociate.
b)Il tema dominante è la lode della donna amata e il suo aspetto interiore.
c)Complemento e soggetto. Nelle quartine è complemento oggetto e nelle terzine è soggetto.
d)Adorna vuol dire ornata e gentile vuol dire nobile d'animo. No.
e)Indica il fatto che la donna diminuisce l'orgoglio di chi ne riceve il saluto.
Esercizio n°3
Ad asemblarli la rosa e lo giglio,stella diana splende e pare,passa per via adorna,null'om può mal pensar fin
che la vede. Nelle quartine e nelle terzine.
Calvio Valeria 14/03/12
Riassunto: La ragazza mela di Italo Calvino
C'era una volta un Re e una Regina,disperati perchè non riuscivano ad avere figli .Un giorno successe che
alla Regina invece che nascerle una bambina le nacque una mela,molto bella e colorata e poi il Re la prese
e la mise in un vassoio d'oro e l'appoggiò sul terrazzo .Di fronte a questo Re ne abitava un altro, che un
giorno mentre stava affacciato alla finestra vide la ragazza mentre si lavava e si pettinava i capelli e ne
rimase impressionato,ma la ragazza appena si accorse di essere guardata tornò nella mela e sparì. Il Re poi
pensò di andare a casa della ragazza per parlare con i suoi genitori ed avere la bella mela che stava sul
terrazzo, ma i genitori della ragazza non erano d'accordo ma per evitare di fare litigi con i vicini accettarono e
così quel Re se la portò a casa sua. La ragazza non faceva altro che pettinarsi i capelli e lavarsi, non parlava
e non mangiava e poi dopo tornava nella mela. Quel Re abitava con una matrigna la quale cominciò ad
insospettirsi del fatto che il Re restava chiuso in camera per molto tempo. Quando poi arrivò il momento di
andare in guerra era dispiaciuto nel lasciare la sua mela e così diede l'ordine ad un suo servitore di accudirla
e di non trattarla male altrimenti lei glielo avrebbe riferito. Appena il Re partì la Regina fece di tutto per
entrare nella sua camera e per farlo mise dell'oppio nel vino del servitore e appena lui si addormentò ella gli
rubò la chiave ed entrò nella stanza. La Regina cominciò a frugare ma non trovava niente c'era solo una
mela su un vassoio d'oro e così prese il suo stiletto e iniziò a colpirla, e così facendo vide che ne usciva
sangue. La matrigna ebbe paura, scappò e rimise la chiave nella tasca del servitore che dormiva. Quando
poi egli si svegliò entrò nella camera del Re e la trovò allagata di sangue. Non sapendo cosa fare andò da
sua zia, che era una fata e che aveva tutte le polveri magiche ed ella gliene diede una per le mele incantate
e un'altra per le mele stregate e le mischiò insieme. Il servitore tornò dalla mela e le mise vicino della
polvere su tutti i graffi. La mela poi si spaccò e ne uscì fuori una ragazza bendata e piena di cerotti. Tornò il
Re e la ragazza gli parlò e gli disse che la matrigna l'aveva presa a stilettate e il servitore l'aveva curata e
che siccome adesso ha diciotto anni ed è uscita dall'incantesimo se lui voleva ella poteva diventare sua
sposa ed egli accettò entusiasta. Così si fece una festa e con grande gioia dei due palazzi vicini e alla festa
mancava solo la matrigna che scappò e non se ne seppe più niente.
Calvio Valeria 26/03/12
Riassunto: Il principe che sposò una rana di Italo Calvino
C'era una volta un Re che aveva tre figli che dovevano sposarsi. Per evitare liti fra i figli sulla scelta delle
spose, propose di tirare con la frombola una pietra e lì dove fosse caduta avrebbero preso moglie. Il più
grande dei figli tirò e la pietra arrivò sul tetto di un forno ed egli sposò una fornaia. Il secondo tirò e la pietra
arrivò alla casa di una tessitrice. Al più piccolo la pietra cadde in un fosso. Poi dopo aver tirato ognuno
correva a portare l'anello alla fidanzata. Il più grande trovò una giovinetta bella, l'altro una ragazza pallida e il
più piccolo guardando in un fosso trovò solo una rana. Il re poi diede ai figli della canapa perchè gliela
portassero alle loro fidanzate per filarla bene e loro così fecero. Dopo tre giorni andarono a ritirare la canapa
filata e tra i tre la rana diede al suo padrone una noce, ma il principe non aveva il coraggio di portarla al
padre ma poi si decise e gliela portò. Il padre dopo aver visto il lavoro delle due ragazze aprì la noce e ne
uscì una tela tanto sottile che pareva tela di ragno. Il re non riusciva a rassegnarsi nel vedere una rana
diventare regina. Così siccome alla sua cagna nacquero tre cuccioli, li diede ai suoi figli. Dopo un mese il
cane che sarebbe cresciuto meglio e che sarebbe divenuto il più forte, il suo padrone sarebbe diventato re e
la sua amata regina. E ancora una volta ad avere la meglio fu la rana e così il re si convinse di ciò e
finalmente fu deciso nel proclamare suo figlio re e la sua moglie regina. Vennero fissate le nozze e tutti i figli
parteciparono con le loro amate. Quando il figlio piccolo arrivò dalla sua rana essa lo aspettava in una
carrozza fatta di una foglia di fico tirata da due lumache. Siccome esse erano lente molte volte si fermavano
per riposarsi ma una volta il piccolo principe si addormentò e appena si svegliò vide che ad aspettarlo c'era
una carrozza trainata da cavalli. Lui domandò alla bella ragazza che si trovava dentro chi fosse ed ella gli
rispose che era la rana e che era preda di un incantesimo e solo il figlio di un re che non sapeva come ella
era realmente avrebbe spezzato l'incantesimo. Il re fu contento e così diventarono re suo figlio piccolo e la
ragazza regina.
Calvio Valeria 26/03/12
Calderara: Bologna. Un cane di nome Axel avvisa i vicini,abbaiando, che la sua padrona è morta e
poi stremato muore.
Axel, un cane fedele che muore stremato vicino alla sua padrona deceduta.
Un cane di nome Axel cerca di avvisare i vicini che la sua padrona è morta, ma poi stanco si accascia
a terra, sullo stesso pavimento dove si trova la donna.
Axel, un cane di sette anni mentre stava in casa con la sua padrona, si è accorto che ella accasciandosi per
terra era morta. Allora lui, usando l'unico modo possibile, ha cominciato ad abbaiare e a lamentarsi; attirando
così l'attenzione dei vicini, i quali, spaventati, hanno chiamato i carabinieri.
Axel ha visto la donna cadere a terra:ha capito che non era un gioco e si è messo ad abbaiare nel cuore
della notte con latrati strazianti. Il tempo passava e il cane non la smetteva di lamentarsi e così i vicini hanno
deciso di chiamare i carabinieri. I militari hanno contattato un parente dell'anziana, che aveva le chiavi, e
sono riusciti ad entrare. Nell'appartamento, a terra, c'era il corpo della donna. I soccorsi sono stati inutili: la
donna era già morta. Vicino a lei Axel, che non l'ha lasciata un minuto. Le è stato accanto fino a quando il
personale ha confermato la morte, cercandone la causa, un arresto cardiocircolatorio.
É stato solo quando quel mucchio di persone nel suo appartamento stava per andare via, che anche il cuore
del fedele bulldog ha ceduto, proprio accanto al corpo della sua padrona.
Calvio Valeria 28/03/12
Il senso del sacrificio è andato ormai perso in un mondo narcisista
TUTTO O NIENTE? NO! MEGLIO UN SACRIFICIO D'AMORE
Sopraggiunta la crisi economica prima sottovalutata poi tenuta nascosta, infine esplosa si scopre
essere anche una crisi etica e culturale
Il salmo 49, con la sua sapienza, sottolinea come l'uomo nel benessere non capisce, è come un animale.
Solo ora ci stiamo incamminando verso la presa di coscienza che non è più possibile proseguire sulla strada
percorsa dall'uomo nell'ultimo ventennio, che la mancanza di eguaglianza e di giustizia rende la nostra vita,
che resta sempre vita comune, più difficile e meno sicura, più conflittuale.
Nel dopoguerra, molti vivevano in condizioni di fame e miseria, e questa non era un'opzione, ma la
condizione che gli era toccata. Però da quella privazione forzata,è nata una reazione di rigetto:nessuno
voleva più sentir parlare di sacrifici soprattutto nell'era del boom economico. E' da li che è cominciato il non
trasmettere il valore del sacrificio. Abbiamo assistito cosi al rarefarsi di persone con la voglia di occuparsi
degli altri,per preparare un futuro migliore per i propri figli. Spendere le proprie energie, fino a sacrificare la
propria vita è giusto se, facendolo, si ottiene giustizia, pace, libertà. Riscoprire il significato del sacrificio
richiede un discernimento su azioni e comportamenti che da tempo abbiamo rinunciato ad esercitare,
assumendo senza alcuna criticità quello che il consumo,il mercato e la propaganda ci presentavano come
comportamento normale, imparando cosi a non saper più distinguere il necessario dal superfluo. Si è come
smarrita ogni scala di priorità, tutto pare sullo stesso piano. Credo che questo smarrimento culturale ed etico
abbia profondamente a che fare con l'affievolirsi del senso attribuibile ai sacrifici. Il sacrificio è il debito che si
assume verso l'altro, la speranza di contribuire ad un mondo migliore, la solidarietà con chi non può
accedere a beni essenziali, che noi non ci rendiamo nemmeno più conto di possedere. Questo può
spingerci non solo ad accettare il sacrificio ma ad affrontarli con consapevolezza e convinzione. Perché il
potere del sacrificio non è il poterne fare facilmente a meno,bensì l'affermare che con la propria vita
quotidiana l'uomo non è nemico dell'uomo e che vi sono principi di equità, giustizia, pace e solidarietà che
vale la pena vivere a qualunque prezzo.
In fondo, il valore di ogni nostro desiderio è il prezzo che siamo disposti a pagare per raggiungerlo.
Valeria Calvio 28/03/12
La grande scoperta di Galilei
Galilei e la legge di caduta dei corpi
I corpi possono essere in moto anche senza che ci siano forze in azione
Fin da giovane, Galilei cercò di capire il moto dei corpi, interessandosi in particolare al moto dei pendoli. La
capacità dei pendoli di risalire quasi alla stessa altezza dalla quale erano caduti era straordinaria. La velocità
acquisita dal peso durante la caduta ne permetteva la risalita. Ma qual’era la relazione fra l’altezza e velocità
di caduta fra corpi in quiete e corpi in moto? Galilei pensò di far scivolare dei pesi su dei piani inclinati: anche
qui fece l’ipotesi che l’altezza di caduta e non l’inclinazione del piano determinano la velocità con cui il peso
arriva a terra. Con studi ed esperimenti accurati, giunse ad una scoperta fondamentale: la legge di caduta
dei corpi. Se nello stesso istante lasciamo cadere due corpi di peso diverso, questi toccheranno terra
contemporaneamente. Propose il principio di inerzia: le forze non mantengono i corpi in moto, ma
modificano lo stato di quiete o di moto dei corpi; i corpi possono essere in moto, anche senza che ci siano
forze in azione. Ormai, lo stato dei corpi non è più la quiete ma il moto.
Valeria Calvio 04/04/2012
È boom di agriturismi in Puglia: 23 per cento in più del 2011
SPECIALE TERRA
La Puglia è entrata nel circuito del turismo di qualità dalla porta principale, avendo sviluppato un
turismo sostenibile
Si è molto sviluppato il turismo da quando è esploso il fenomeno della Taranta. Nel 2011, si è avuto un
incremento di presenze del 30 per cento in più rispetto a due anni fa. E, infatti, invece di lavorare a pieno
ritmo nel periodo estivo, luglio e agosto, si è avuta una coda di tre mesi con turisti del Nord Europa che
hanno prenotato fino a novembre.
La Puglia è vincente sul mercato nazionale anche grazie alle strutture storiche, come cantine e masserie,
mentre è ancora indietro rispetto ai mercati internazionali, dove il turismo enogastronomico è poco più del 3
per cento della domanda che viene dall'Europa.
Il merito è degli agricoltori ciceroni dell'ambiente che competono con le guide turistiche, raccontando le
bellezze del paesaggio, perchè Il turismo pugliese non è solo mare.
Quindi l'agriturismo ha la possibilità di diventare il promotore non solo della sua attività, ma di tutto il
territorio.
Valeria Calvio 04/04/12
”Il Mestiere delle armi” di E. Olmi
Il mestiere delle armi, regia, sceneggiatura e soggetto di Ermanno Olmi del 2001, è stato girato in buona
parte in Bulgaria, in grandi spazi aperti che rappresentano la pianura padana. La vicenda si svolge nel 1526
in un'epoca che per Olmi appartiene più al tardo Medio Evo che al Rinascimento e ha come protagonista
Hristo Jivkov, Sandra Ceccarelli, Dessy Tenekedjieva, Sergio Rammarico. I Ianzichecchi dell'imperatore
Carlo V discendono l'Italia verso Roma al comando del generale Zorzo Frundsberg (Nikolaus Moras).
Le truppe pontificie sono guidate da Giovanni de' Medici (Hristo Jivkov). Lo scontro tra le due armate è lungo
il Po, dove Giovanni viene ferito a una gamba da uno dei falconetti ceduti alle truppe di Frundsberg dal duca
di Ferrara che tradisce i patti stabiliti con il papa. Il capitano muore dopo sei giorni di agonia, per una
cancrena non bloccata, nonostante l'amputazione di una gamba, il 30 novembre. A Olmi più che la guerra
interessa la figura di Ioanni, verso il quale ha ammirazione, stima e perfino simpatia. Il condottiero è un
professionista, ma il mestiere delle armi diventa, nel corso della vicenda, il mestiere di vivere e anche quello
di morire, perchè Giovanni si confronta con la vita e con la morte, con l'avversario e con se stesso. Giovanni
ama la vita intensa, ha molti amori e cerca il pericolo. Olmi lo descrive come un protagonista che è costretto
al ruolo di eroe, ma che non rinuncia mai alle sue emozioni. Il racconto si focalizza soprattutto sull'ultima
settimana di vita, sul bilancio che il capitano fa della propria esistenza. C'è una concezione cattolica del
dolore, che non è solo una punizione o una premonizione di morte, ma che offre l'opportunità di pensare in
positivo al dono della vita. L'agonia diventa un viaggio nella coscienza, raccontato dalla voce fuori campo di
Pietro Aretino. Gli ultimi istanti sono ricostruiti attraverso una accelerazione nel montaggio che propone flash
di ricordi della moglie, del figlio, dell'amante, mescolati agli affreschi della stanza nella quale Giovanni sta
morendo, che diventano rappresentazioni del suo stato d'animo. Dal punto di vista formale, è impossibile
muovere delle critiche al film di Olmi. Recitazione, fotografia, musica sono ottime. Il messaggio che Olmi
vuole lanciare non è altrettanto univoco e condivisibile. Sostenere che le armi da fuoco hanno cambiato la
guerra sembrerebbe implicare che prima la guerra era “buona”, che la difesa della giustizia può essere
demandata anche allo scontro o alle operazioni di polizia. Il tema è comunque di scottante attualità e la
visione del film costituisce una buona occasione per riflessioni e verifiche personali.
Valeria Calvio 18/04/2012
La restaurazione di Pompei: prima le 5 domus poi gli affreschi e i mosaici.
La restaurazione della città di Pompei
Il Grande Progetto “Pompei, relativo alla “preservazione, mantenimento e miglioramento”, potrà contare su
un investimento di 105 milioni di euro. È l'intervento più grande degli ultimi decenni, che prevede il
coinvolgimento di istituzioni italiane, europee e 'Unesco.
Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro ha detto che per lui questo finanziamento
rappresenta un'ottima notizia. Questo progetto vede pronti ad intervenire anche l'Unione degli industriali di
Napoli, l'Associazione costruttori edili partenopea e la camera di Commercio di Napoli.
Tutto questo avviene dopo i crolli degli ultimi anni. La Commissione Europea ha dato il via libera agli
interventi. Verrà restaurata la città di Pompei e per questo sono scesi in campo anche investitori stranieri, per
esempio, da Parigi. È stato presentato un accordo per il salvataggio dell'area ed è arrivata la decisione di
avviare i programmi più urgenti di restauro e di manutenzione. Il restauro interesserà prima 5 domus per le
quali è prevista anche l'istallazione delle coperture di protezione. Poi partirà la gara d'appalto per la messa in
sicurezza e la riduzione del rischio idrogeologico delle “Regiones” ed, entro l'estate, saranno aperti i bandi
delle “Regiones” più a rischio.
L'obiettivo dell'investimento europeo è “conservare il sito archeologico in quanto attrazione turistica
sostenibile per la regione”.
Valeria Calvio 02-05-12
Il 23 ottobre 1942 alle 21 e 30, l'armata britannica comandata dal generale Bernard Law Montgomery
si mette in movimento: e inizia così la battaglia d'Africa e la sconfitta dell'Italia
EL ALAMEIN ALL’EPOCA DELLA GUERRA
Bernard Law Montgomery è un uomo molto insolito: ha cinquantacinque anni, magro, non beve, non
fuma, è vedovo e si basa su quello che dice la Bibbia. Dà prima ordine di attaccare poi si ritira nella
sua roulotte e dorme
Di fronte a questi c'è Erwin Rommel, comandante dell'Africa Korps, e anche se è ammalato, cinque giorni
dopo è già sul campo per la battaglia di El Alamein. Mille cannoni degli inglesi aprono il fuoco, 1.400 carri
armati accendono i motori: 225 mila inglesi contro 108 italo-tedeschi che hanno poco carburante e poche
armi. Tutto viene deciso in dodici giorni e così moltissimi uomini restano fermi nel deserto.
Valeria Calvio 02/05/12
La difficoltà di essere genitori oggi
“LA FAMIGLIA DI OGGI E’ IN CRISI?”
La famiglia, intesa come istituzione, traballa: le coppie sono in crisi, uno dei due è assente, il troppo
lavoro allontana dai valori veri
Oggi, è difficile fare i genitori; le coppie fanno sempre più fatica a trasmettere dentro le mura di casa il senso
delle cose che contano ai propri figli. I giovani fanno richieste economicamente esose, non c’è più il conflitto
fra genitori e figli, ma, piuttosto, l’estraneità. La televisione la fa da padrona, e i modelli che propone trovano
terreno fertile in famiglie che sono sempre più lasciate sole dalla società. La maggior parte delle mamme e
dei papà confidano ancora in quello che non sanno più essere: la forza della famiglia stessa, che punta più
che in passato, sul suo ruolo di soggetto economico. Il futuro dei giovani è un’incognita che però non azzera
le speranze. Per i genitori ci sono tanti rischi e pericoli, come gli incidenti, la droga, le cattive compagnie, le
malattie, la pedofilia, piuttosto che certezze per i figli. Bisogna, comunque, guardare avanti positivamente,
convinti che la famiglia saprà trovare una soluzione per uscire dalla crisi e garantire un domani sicuro ai
propri figli.
Valeria Calvio 14/05/12
Gli alberi abbattuti a Milano
Un giorno, un ragazzo, camminando per le vie di Milano vede degli alberi abbattuti segati alla base in modo
netto. Non ha potuto fare a meno di fotografare l'orribile gesto. Anche Adriano Celentano non riesce a
capire come avesse potuto quel sindaco aver ordinato di fare una cosa del genere. Per lui il sindaco
dovrebbe eliminare questi poveri alberi abbattuti e sostituire questo lungo e largo spazio con il verde, dove
né i pullman né le macchine potranno avere accesso con una pista ciclabile di colore arancione dai bordi
viola chiaro, che per la gioia dei passanti diventerebbe il “Giardino dorato” dei bambini. L'uomo moderno ha
smarrito la strada del senso della bellezza. Su questo progetto non è d'accordo solo Adriano ma anche
l'intero paese che da tempo aspetta che qualcuno da qualche parte dell'Italia abbia labeata sfrontatezza di
metterci la faccia su un gesto che potrebbe sigillare l'inizio del cambiamento. Quel cambiamento che ci
accomuna nella bellezza dei paesaggi, dove anche l'economia può rifiorire. Poi comincia a dire che,
secondo lui, Monti dovrebbe abbassare il costo delle tasse che invece ha aumentato, perché bloccano gli
investimenti delle piccole e medie imprese e impedisce al cittadino di spendere, di consumare.
Valeria Calvio 16/05/12
Sherlock Holmes
Nella Londra Vittoriana Sherlock Holmes e il dottor Watson stanno per separare le loro strade, difatti John
Watson sta per sposarsi e cambiare casa. A mantenerli uniti, almeno per ora ci pensa l'esecuzione di un loro
vecchio amico l'esoterista Lord Blackwood. Arrestato nel corso del loro ultimo caso e prossimo
all'impiccagione... Dimenticate Basil Rathbon, attore inglese che per una serie interminabile di pellicole, in
tutto 14, diede vita al personaggio ideato da Conan Doyle. Dicevamo dimenticatevi quell' Holmes e
immergetevi in questa pellicola di Guy Ritchie ,che richiama una Londra gotica, ricostruita con una
perfezione scenica che ha consentito al film di venire candidato per la notte degli Oscar, ma che ci
restituisce anche un protagonista ben differente da quello che tutti ricordiamo. Quello ideato da Lionel
Wigram, autore del personaggio a fumetti, è un Holmes tagliato con l'accetta e semmai più simile a Indiana
Jones o Batman, perchè come quest'ultimo si affida alla bravura di un Robin quanto mai sui generis, un
Watson che è non è la banale spalla e la semplice voce narrante dell'amico collega. Nella pellicola dell'ex
signor “Madonna”, al contrario, Watson è atletico ed affascinante quanto Holmes, che di atletico nelle
pellicole precedenti aveva ben poco, e potrebbe essere lui il vero protagonista di quest'esperimento riuscito
a metà, con un finale che introduce ben più di un cliffhanger verso una nuova serie di avversari. Un film
molto divertente che si lascia vedere, con continui colpi di scena e una sceneggiatura in perenne divenire,
ma che, a causa della propria confezione, presenta il proprio limite; cioè uno Sherlock Holmes immerso in
un blockbuster multimiliardario che predilige l'azione alla deduzione, non disdegnando anche il gentil sesso,
tanto osteggiato dal personaggio su carta a causa dell'impossibilità di conciliare ragionamento deduttivo e
affetti.
Valeria Calvio 16/05/12
Parafrasi
Guido Guinizzelli
Io voglio del ver la mia donna laudare
Io voglio lodare la mia donna veramente
e paragonarla a una rosa e a un giglio:
ella appare più splendente della stella del mattino ed io
paragono a lei ciò che nel cielo c'è di più bello.
A lei paragono la verde campagna e l'aria,
tutti i colori dei fiori, il giallo e il rosso
l'oro dei gioielli da offrire in dono:
Anche l’Amore attraverso lei si ingentilisce.
Passa per la strada adorna solo di umiltà; è così gentile
che abbassa l’ orgoglio di colui che la saluta,
e lo converte alla fede se non crede
e non le si può avvicinare chi è vile;
inoltre vi dico che ha un potere ancora più grande
nessun uomo può pensare male di lei quando la guarda.
Esercizi
a) Il componimento è un sonetto.
Le rime sono alternate e incatenata.
b) Il tema della poesia è la bellezza della donna amata.
c) Nelle quartine è complemento oggetto, mentre nelle terzine è soggetto.
d) “Adorna” significa ornata, mentre “Gentile” significa nobile. No, non possono essere considerati sinonimi.
e) Il significato del sostantivo “salute” è rivolto a chi riceve il suo saluto.
Veronica Casanova 14/03/12
La ragazza mela di Italo Calvino
C'era una volta un Re e una Regina,disperati perchè non riuscivano ad avere figli .Un giorno successe che
alla Regina invece che nascerle una bambina nacque una mela,molto bella e colorata .Il Re la prese e la
mise in un vassoio d'oro e l'appoggiò sul terrazzo .Di fronte a questo Re ne abitava un altro, che ,un giorno,
mentre stava affacciato alla finestra ,vide la ragazza mentre si lavava e si pettinava i capelli e ne rimase
impressionato,ma la ragazza appena si accorse di essere guardata tornò nella mela e sparì. Il Re pensò di
andare a casa della ragazza per parlare con i suoi genitori ed avere la bella mela che stava sul terrazzo, ma
i genitori della ragazza non erano d'accordo e, per evitare litigi con i vicini accettarono e così quel Re se la
portò a casa sua. La ragazza non faceva altro che pettinarsi i capelli e lavarsi, non parlava e non mangiava e
poi ri tornava nella mela. Quel Re abitava con una matrigna ,la quale cominciò ad insospettirsi del fatto che il
Re restava chiuso in camera per molto tempo. Quando poi arrivò il momento di andare in guerra era
dispiaciuto nel lasciare la sua mela e così diede l'ordine ad un suo servitore di accudirla e di non trattarla
male, altrimenti lei glielo avrebbe riferito. Appena il Re partì, la Regina fece di tutto per entrare nella sua
camera e ,per farlo, mise dell'oppio nel vino del servitore e, appena lui si addormentò, gli rubò la chiave ed
entrò nella stanza. La Regina cominciò a frugare ma non trovò niente; c'era solo una mela su un vassoio
d'oro e così prese il suo stiletto e iniziò a colpirla fino a farla sanguinare. La matrigna ebbe paura, scappò e
rimise la chiave nella tasca del servitore che dormiva. Quando poi questi si svegliò ,entrò nella camera del
Re e la trovò allagata di sangue. Non sapendo cosa far, andò da sua zia, che era una fata e che aveva tutte
le polveri magiche ed ella gliene diede una per le mele incantate e un'altra per le mele stregate e le mischiò
insieme. Il servitore tornò dalla mela e le mise della polvere su tutti i graffi. La mela poi si spaccò e ne uscì
fuori una ragazza bendata e piena di cerotti. Tornò il Re e la ragazza gli parlò e gli disse che la matrigna
l'aveva presa a stilettate e il servitore l'aveva curata e che poiché adesso aveva diciotto anni ed era uscita
dall'incantesimo, se lui voleva , poteva diventare sua sposa ed egli accettò entusiasta. Così si fece una festa
e con grande gioia dei due palazzi vicini e alla festa mancava solo la matrigna che scappò e non se ne
seppe più niente.
Veronica Casanova 19/03/12
Il principe che sposò una rana di Italo Calvino
C'era una volta un Re che aveva tre figli che dovevano sposarsi. Per evitare liti fra i figli sulla scelta delle
spose, propose di tirare con la frombola una pietra e lì dove fosse caduta avrebbero preso moglie. Il più
grande dei figli tirò e la pietra arrivò sul tetto di un forno ed egli sposò una fornaia. Il secondo tirò e la pietra
arrivò a casa di una tessitrice. Al più piccolo la pietra cadde in un fosso. Poi, dopo aver tirato, ognuno corse
a portare l'anello alla fidanzata. Il più grande trovò una giovinetta bella, l'altro una ragazza pallida e il più
piccolo, guardando in un fosso, trovò solo una rana. Il re poi diede ai figli della canapa perchè la portassero
alle loro fidanzate per filarla bene e loro così fecero. Dopo tre giorni, andarono a ritirare la canapa filata e tra
i tre la rana diede al suo padrone una noce. Il principe non aveva il coraggio di portarla al padre, ma poi si
decise e gliela portò. Il padre, dopo aver visto il lavoro delle due ragazze, aprì la noce e ne uscì una tela
tanto sottile che pareva tela di ragno. Il re non riusciva a rassegnarsi nel vedere una rana diventare regina.
Così, siccome alla sua cagna erano nati tre cuccioli, li diede ai suoi figli. Dopo un mese, il cane che fosse
cresciuto meglio e che divenuto il più forte, il suo padrone sarebbe diventato re e la sua amata regina. E
ancora una volta ad avere la meglio fu la rana e così il re si convinse di ciò e finalmente si decise a
proclamare suo figlio re e sua moglie regina. Vennero fissate le nozze e tutti i figli vi parteciparono con le loro
amate. Quando il figlio piccolo arrivò dalla sua rana ,essa lo aspettava in una carrozza fatta di una foglia di
fico tirata da due lumache. Siccome esse erano lente, molte volte si fermavano per riposarsi .Il piccolo
principe si addormentò e, appena si svegliò, vide che ad aspettarlo c'era una carrozza trainata da cavalli.
Domandò alla bella ragazza che si trovava dentro chi fosse ed ella gli rispose che era la rana e che era
preda di un incantesimo e, solo il figlio di un re che non sapeva come era realmente, avrebbe spezzato
l'incantesimo. Il re fu contento e così diventarono re suo figlio piccolo e la ragazza regina.
Veronica Casanova 19/03/12
Bologna.Una donna di 74 anni muore, e il suo cane dopo arrivati i soccorsi cede anche lui
UN CANE CEDE ACCANTO ALLA SUA PADRONA, CHE E' MORTA
Calderara. La donna di 74 anni muore, e il suo bulldog richiama l'attenzione dei vicini, ma dopo poco
arrivano i soccorsi
Una donna di 74 anni.
E’ successo il 23 Agosto 2011, nel suo appartamento a Calderara nel Bolognese, per un arresto
cardiocircolatorio.
Sono arrivati i soccorsi, ma sono stati inutili, Axel quando vede la sua padrona morta, cede anche lui.
Veronica Casanova 28/03/12
Comunicazione e cultura
LA COMUNICAZIONE DA GUTENBERG AD INTERNET
L’era multimediale ha portato ad una svolta nel mondo delle comunicazioni, nella diffusione e
nell’archiviazione dei dati
L’uomo è per definizione un animale sociale e ha sempre mostrato il bisogno di comunicare, di esprimere le
sue idee e trasmetterle sia ai contemporanei sia per lasciare dietro di sé un segno che durasse nel tempo.
Nell’antichità, la cultura era diffusa solo tra gli strati più alti della società, poi, con l’invenzione della stampa
da parte di Gutenberg, si sono sviluppati altri metodi che hanno dato la possibilità a tutti di informarsi.
Parallelamente alla diffusione della parola, nell’Ottocento ci fu la rappresentazione delle immagini con la
fotografia e nel Novecento il cinema creò la sintesi tra immagini e suoni. La televisione, infine, diventò un
mezzo di diffusione di cultura e di informazione immediato. Il culmine del processo di velocizzazione si è
avuto con le tecniche multimediali che collegano tutto il mondo e hanno banche dati inesauribili.
Veronica Casanova 04/04/12
” Romeo e Giulietta” di William Shakespeare
L'azione si svolge a Verona, dove da anni due grandi famiglie, i Montecchi e i Capuleti, si odiano,
ignorandone perfino le cause. Romeo, figlio ed erede della famiglia Montecchi, è innamorato della bella
Rosalina e non teme di affrontare a questo riguardo gli scherzi dei suoi amici Benvolio e Mercuzio. Capuleti,
il capo della famiglia rivale si prepara a dare una grande festa per permettere a sua figlia, Giulietta, di
incontrare il Conte di Parigi. Quest'ultimo, infatti, l'ha chiesta in sposa ed i genitori di Giulietta sono
favorevoli a quest'unione. Romeo - che crede di trovarvi Rosalina - si autoinvita con gli amici Benvolio e
Mercuzio a questo grande ballo mascherato. Scorge Giulietta e resta folgorato dalla sua bellezza,
innamorandosi follemente di lei; è il colpo di fulmine reciproco.Ma, una volta scoperta la loro identità, si
rendono conto di essersi innamorati ciascuno del proprio peggior nemico. Al cader della notte, Romeo si
nasconde nel giardino del Capuleti, poi si avvicina al balcone di Giulietta e le dichiara il suo amore.
Perdutamente innamorato, Romeo si confida il giorno dopo con fra Lorenzo, il suo confessore. Inizialmente
incredulo, fra Lorenzo promette tuttavia a Romeo di aiutarlo e di celebrare il suo matrimonio, nutrendo anche
la speranza di riconciliare Capuleti e Montecchi.In uno scontro a duello, Romeo vendica la morte del suo
amico, che si è battuto al posto suo con suo cugino Tebaldo, lo uccide e fugge in esilio, perché ricercato.
Giulietta è in preda al dolore. Suo padre, reso inquieto dallo stato d'animo della figlia, decide di accelerarne il
matrimonio con il Conte di Parigi. Il matrimonio avrà luogo il giorno dopo. Giulietta si rifiuta. Suo padre la
minaccia: o sposa il Conte o la disereda. Lei corre da fra Lorenzo che le propone di bere un filtro che può
darle l'aspetto della morta per quaranta ore: credendola morta la chiuderanno nella tomba del Capuleti. Fra
Lorenzo verrà allora con Romeo a liberarla. Il frate promette di informare Romeo dello stratagemma.
Giulietta accetta il piano. Rimasta sola nella sua camera, beve il filtro. La mattina del giorno dopo la
governante la scopre senza vita. Tutta la famiglia piange la morte di Giulietta. Fra Lorenzo fa sì che tutto si
svolga secondo i suoi piani. A Mantova, dove Romeo è in esilio, riceve la visita di Baldassarre, suo servo,
che gli annuncia la morte di Giulietta. Ha soltanto un rapido pensiero: procurarsi del veleno e ritornare a
Verona per morire accanto alla sua Giulietta. Durante questo lasso di tempo, fra Lorenzo apprende che un
intoppo ha impedito al suo messaggero di informare Romeo del suo stratagemma. Decide di recarsi alla
tomba del Capuleti per liberare Giulietta. Ma il dramma precipita. Romeo si reca sulla tomba di Giulietta e vi
incontra il Conte di Parigi, venuto a portare fiori alla fidanzata morta. Un duello ha luogo tra i due giovani e il
Conte, morente, chiede a Romeo che accetta, di adagiarlo vicino a Giulietta. Romeo contempla la bellezza
luminosa di Giulietta e l'abbraccia, prima di bere il veleno e morire a sua volta. Fra Lorenzo è sconvolto nello
scoprire i corpi di Romeo e del Conte di Parigi. Assiste al risveglio di Giulietta e tenta di convincerla a
seguirlo e andarsi a rifugiare in convento. Ma Giulietta, che scopre il corpo di Romeo mortogli vicino, si
pugnala con la spada del suo amante e muore al suo fianco. Il principe, Capuleti e il vecchio Montecchi si
recano al cimitero. Fra Lorenzo narra loro la storia triste degli amanti di Verona'. I due padri, sfiniti dal dolore,
deplorano quest'odio, causa delle loro disgrazie. Si riconciliano sul corpo dei loro figli e promettono di erigere
in loro memoria una statua d'oro puro. Dalla "morte viva" al drammatico scontro tra due generazioni - la lotta
tra le ragioni dell'odio e le ragioni dell'amore - il dramma si arricchisce di temi, la cui complessità va oltre la
vicenda d'amore. Tuttavia, è questa a fare di "Romeo e Giulietta" l'opera forse più celebre e più amata di
Shakespeare : nel contrasto tra la purezza, l'appassionata consapevolezza dell'amore e l'inesorabile
concatenarsi delle circostanze funeste.
Veronica Casanova 23/04/12
Gli effetti della crisi nazionale dell’ippica a Milano
I CAVALLI CORRONO NELL’IPPODROMO DI MILANO SENZA SPETTATORI
Non ci sono più scommesse da parte del pubblico e la società ha licenziato già ventinove dipendenti
ed altri ne seguiranno
A Milano, la casse dell’ippodromo sono chiuse e gli spettatori sono pochissimi; è questo il luogo perfetto per
rappresentare la crisi italiana. I proprietari della struttura hanno annunciato il licenziamento di parecchi
dipendenti, anche se le corse dei cavalli si svolgono regolarmente. Non ci sono ragazzi o giovani ad
assistere, ma solo anziani seduti sulle panchine, assistiti dalle badanti. Sono circa cinquantamila i lavoratori
del settore, che, a causa della crisi rischiano di perdere l’impiego e quindicimila cavalli che molto
probabilmente finiranno al macello o saranno destinati alle corse clandestine, gestite dalla criminalità
organizzata. La società proprietaria per fronteggiare la crisi ha pensato ad attività extra sportive, come feste
di matrimonio, cene aziendali e iniziative di intrattenimento.
Veronica Casanova 02/05/12
L’immigrazione clandestina in Italia
L’ITALIA DEL MEZZOGIORNO INVASA DAGLI IMMIGRATI
Sempre più spesso al meridione giungono clandestini, che lasciano il loro Paese per cercare nuove
opportunità di lavoro
L’Italia del Mezzogiorno presenta uno dei fenomeni più significativi del nostro tempo. Esso si è verificato già
dagli anni ’60 e ’70, ma dalla metà degli anni ’80 ha assunto una dimensione sociale pienamente visibile e
rilevante. Le cause che hanno portato all’esplosione del fenomeno immigrazione possono essere individuate
nel fatto che negli anni ’80 l’Italia aveva raggiunto una situazione di piena occupazione nelle aree
economicamente sviluppate, soprattutto al Nord. Ciò ha comportato un rifiuto dei lavori più faticosi da parte
degli operai, che, unito al blocco della crescita demografica e alla apertura delle frontiere per ragioni
turistiche, ha favorito l’ingresso e poi la permanenza illegale nel nostro Paese degli immigrati, che si sono
allontanati dal proprio luogo di origine, più arretrato e in crisi economicamente, per trovare rifugio e lavoro
soprattutto nel Meridione.
Veronica Casanova 02/05/12
Parafrasi di Ugo Foscolo “In morte del fratello Giovanni”
Un giorno,se io non sarò costretto sempre a scappare
da una parte all'altra, mi vedrai seduto
sulla tua tomba, caro fratello mio, soffrendo per
la giovinezza stroncata così presto.
Ora soltanto nostra madre, nonostante la sua età avanzata,
parla di me con le tue ceneri,
ma io vi tendo le mani
e solo da lontano saluto la mia città.
Sento i destini avversi, e le segrete
cure che quando eri ancora vivo creavano tempesta nel tuo animo,
e spero anch'io di giungere alla tua stessa tranquillità.
Adesso mi resta solo la speranza di morire!
Persone sconosciute, almeno il corpo riportate
tra le braccia di mia madre infelice.
Esercizio n°1
a b a b a b a b c d e c d e,nelle quartine sono alternate, invece, nelle terzine sono incrociate.
Esercizio n°2
Riguardo ai sentimenti si parla di dolore, invece, per quanto riguarda i desideri è quello di ritornare a casa.
Esercizio n°3
Chiede alla gente del luogo di riportare il suo corpo alla madre.
Esercizio n°4
E’ una metonimia.
Miriana Ciriello 14/03/12
Parafrasi di Guido Guinizzelli “Io voglio del ver la mia donna laudare”
Io voglio lodare la mia amata in modo veritiero
e paragonarla ad una rosa e ad un giglio:
che sembra più splendente della stella Venere,
e la paragono a quello che c'è di più bello nel cielo.
La paragono alla verde campagna e all'aria,
a tutti i colori dei fiori, giallo e rosso,
oro e azzurro e grandi gioie da regalare:
Amore per lei si ingentilisce meglio.
Gira per la strada ornata, è così gentile
che diminuisce l'orgoglio a chi ne riceve il saluto,
e chi non crede si converte alla nostra fede;
e non le si possono avvicinare persone vili;
e vi dirò che ha un potere;
non si può pensare male di lei, fino a quando non la si guarda.
Esercizio n°2
a) E' un sonetto .Le rime sono alternate e incrociate.
b) Il tema dominante è la lode della donna amata e il suo aspetto interiore.
c) Complemento e soggetto. Nelle quartine è complemento oggetto e nelle terzine è soggetto.
d) Adorna vuol dire ornata e gentile vuol dire nobile d'animo. No.
e) Indica il fatto che la donna diminuisce l'orgoglio a chi ne riceve il saluto.
Esercizio n°3
Ad assemblarli la rosa e lo giglio stella diana splende e pare, passa per via adorna, null'om può mal pensar
fin che la vede. Nelle quartine e nelle terzine.
Miriana Ciriello 14/03/12
La ragazza mela di Italo Calvino
C'era una volta un Re e una Regina, disperati perchè non riuscivano ad avere figli. Un giorno successe che
alla Regina invece che nascerle una bambina nacque una mela, molto bella e colorata. Il Re la prese e la
mise in un vassoio d'oro e l'appoggiò sul terrazzo. Di fronte a questo Re ne abitava un altro, che, un giorno,
mentre stava affacciato alla finestra, vide la ragazza mentre si lavava e si pettinava i capelli e ne rimase
impressionato, ma la ragazza, appena si accorse di essere guardata, tornò nella mela e sparì. Il Re poi
pensò di andare a casa della ragazza per parlare con i suoi genitori ed avere la bella mela che stava sul
terrazzo; i genitori della ragazza non furono d'accordo, ma per evitare di fare litigi con i vicini accettarono e
così quel Re se la portò a casa sua.
La ragazza non faceva altro che pettinarsi i capelli e lavarsi, non parlava e non mangiava e poi tornava nella
mela. Quel Re abitava con una matrigna, la quale cominciò ad insospettirsi del fatto che il Re restava chiuso
in camera per molto tempo. Quando poi arrivò il momento di andare in guerra, era dispiaciuto di lasciare la
sua mela e così diede l'ordine ad un suo servitore di accudirla e di non trattarla male, altrimenti lei glielo
avrebbe riferito. Appena il Re partì, la Regina fece di tutto per entrare nella sua camera e per farlo mise
dell'oppio nel vino del servitore e, appena lui si addormentò, gli rubò la chiave ed entrò nella stanza. La
Regina cominciò a frugare, ma non trovò niente; c'era solo una mela su un vassoio d'oro e così prese il suo
stiletto e iniziò a colpirla, facendole uscire del sangue dalle ferite. La matrigna ebbe paura, scappò e rimise
la chiave nella tasca del servitore che dormiva. Quando poi egli si svegliò, entrò nella camera del Re e la
trovò allagata di sangue. Non sapendo cosa fare, andò da sua zia, che era una fata e che aveva tutte le
polveri magiche. Questa gliene diede una per le mele incantate e un'altra per le mele stregate e le mischiò
insieme. Il servitore tornò dalla mela e le mise la polvere su tutti i graffi. La mela si spaccò e ne uscì fuori
una ragazza bendata e piena di cerotti. Tornò il Re e la ragazza gli parlò e gli disse che la matrigna l'aveva
presa a stilettate e il servitore l'aveva curata e che, siccome adesso aveva diciotto anni ed era uscita
dall'incantesimo, se lui voleva, poteva diventare sua sposa ed egli accettò entusiasta. Così si fece una festa
con grande gioia dei due palazzi vicini. Alla festa mancava solo la matrigna che scappò e non se ne seppe
più niente.
Miriana Ciriello 19/03/12
Il principe che sposò una rana di Italo Calvino
C'era una volta un Re che aveva tre figli che dovevano sposarsi. Per evitare liti fra i figli sulla scelta delle
spose, propose di tirare con la frombola una pietra e lì dove fosse caduta avrebbero preso moglie. Il più
grande dei figli tirò e la pietra arrivò sul tetto di un forno ed egli sposò una fornaia. Il secondo tirò e la pietra
arrivò a casa di una tessitrice. Al più piccolo la pietra cadde in un fosso. Poi dopo aver tirato ognuno corse a
portare l'anello alla fidanzata. Il più grande trovò una giovinetta bella, l'altro una ragazza pallida e il più
piccolo, guardando in un fosso trovò solo una rana. Il re poi diede ai figli della canapa perchè gliela
portassero alle fidanzate per filarla bene. Dopo tre giorni, andarono a ritirare la canapa filata e tra i tre la rana
diede al suo padrone una noce, ma il principe non aveva il coraggio di portarla al padre, ma poi si decise e
gliela portò. Il padre, dopo aver visto il lavoro delle due ragazze, aprì la noce e ne uscì una tela tanto sottile
che pareva tela di ragno. Il re non riusciva a rassegnarsi nel vedere una rana diventare regina. Così,
siccome alla sua cagna nacquero tre cuccioli, li diede ai suoi figli. Dopo un mese, il cane che fosse cresciuto
meglio e divenuto il più forte, il suo padrone sarebbe diventato re e la sua amata regina. E ancora una volta
ad avere la meglio fu la rana e così il re si convinse di ciò e finalmente fu deciso nel proclamare suo figlio re
e sua moglie regina. Vennero fissate le nozze e tutti i figli parteciparono con le loro amate. Quando il figlio
piccolo arrivò dalla sua rana, essa lo aspettava in una carrozza fatta di una foglia di fico tirata da due
lumache. Siccome esse erano lente e molte volte si fermavano per riposarsi, il piccolo principe si
addormentò e, appena si svegliò, vide che ad aspettarlo c'era una carrozza trainata da cavalli. Domandò alla
bella ragazza che si trovava dentro chi fosse ed ella gli rispose che era la rana e che era preda di un
incantesimo e solo il figlio di un re, che non sapeva come ella era realmente, avrebbe spezzato
l'incantesimo. Il re fu contento e così diventarono re suo figlio piccolo e la ragazza regina.
Miriana Ciriello 19/03/12
BOLOGNA. La padrona muore, lui muore accanto a lei.
AXEL, CANE FEDELE
LA PADRONA MUORE, LUI CEDE
Calderara. Una donna di 74 anni muore nel suo appartamento. Il suo bulldog richiama l'attenzione dei
vicini, ma, poco dopo, muore anche lui
Una donna di 74 anni.
La vicenda è successa il 23 Agosto 2011, in un appartamento, a Calderara, alle porte di Bologna. La donna è
morta, durante la notte, a causa di un arresto cardiocircolatorio.
I soccorsi sono stati inutili perchè la donna era già morta.
Axel, le è stato accanto, mentre il personale medico confermava la morte e ne cercava la causa. E' stato
solo quando quel turbinio di persone nel suo appartamento stava per cessare che anche il cuore
dell'affezionato bulldog ha ceduto, proprio accanto al corpo della sua padrona.
Miriana Ciriello 28/03/12
Di Shakespeare: “Sogno di una notte di mezza estate”
Il sogno di una notte di mezza estate, diretto da Luca Roncon, perde tutti i suoi legami con la magia e la
fiaba. Ciò che resta è un mondo misterioso e simbolico che crea un'atmosfera tutta nuova per il celebre testo
shakespeariano. La scenografia è costituita solo da grandi lettere luminose che formano le parole “foresta”,
“luna”, “Atene”. I diciotto binari sul palco dello Strehler permettono alle lettere di scorrere creando un gioco di
movimenti fluidi ed incantatori. Le scene nel bosco prevedono poca luce: il buio preannuncia un destino
infelice per i sentimenti dei quattro giovani protagonisti. Nonostante il finale mostri tre coppie che coronano il
loro “sogno “ d'amore, non bisogna dimenticare che il percorso che li ha portati fin lì è costituito da gelosie,
tradimenti e litigi. La messinscena di Ronconi è un omaggio a quel teatro, in cui bastava un cartello con
scritto il nome di una città per costruirla nella mente degli spettatori. Meravigliosa la scena in cui un solo
attore, Fausto Russo Alesi, recita in proscenio con il vuoto alle spalle: non è presente nessun elemento
scenografico e perfino le pareti di fondo sono spoglie. Un attore solo e non si sente il bisogno di nient'altro.
Gli attori sono quasi tutti molto giovani e c'è da ammirare il risultato a cui sono arrivati. Tra tutti ricordiamo
Raffaele Esposito, nel doppio ruolo di Teseo/Oberon e Riccardo Bini, un simpatico Puck, che regala anche
un finale poetico, quando, con una canna da pesca, porta in cielo la luna.
Miriana Ciriello 18/03/12
Montezemolo e “Italo” alla stazione Tiburtina di Roma
A BORDO DI “ITALO”
Il nuovo treno presentato a Roma da Montezemolo rappresenta un’opportunità a favore dei
consumatori
Montezemolo, circondato dal suo staff, si è imbarcato su “Italo” il 28 aprile 2012 per percorrere il primo
viaggio inaugurale in meno di un’ora da Roma Tiburtina a Napoli Centrale. Il treno è molto bello, con poltrone
di pelle “Frau” anche in seconda-Smart, è silenzioso e attaccato al terreno grazie all’originale trazione sui
carrelli “Alstom”. In esso ci sono tre classi: la prima, più costosa chiamata “Club”; la seconda, intermedia,
chiamata “Prima”; e la terza più economica chiamata “Smart”. Ci sono vetrate panoramiche, una carrozza
cinema e wi-fi gratis a disposizione dei passeggeri, antifurto per i bagagli e offerte scontate. Secondo il
manager, questa è la vera crescita del Paese, di chi investe e rischia.
Miriana Ciriello 02/05/12
Gli effetti della crisi nazionale dell’ippica a Milano
I CAVALLI CORRONO NELL’IPPODROMO DI MILANO SENZA SPETTATORI
Non ci sono più scommesse da parte del pubblico e la società ha licenziato già ventinove dipendenti
ed altri ne seguiranno
A Milano, la casse dell’ippodromo sono chiuse e gli spettatori sono pochissimi; è questo il luogo perfetto per
rappresentare la crisi italiana. I proprietari della struttura hanno annunciato il licenziamento di parecchi
dipendenti, anche se le corse dei cavalli si svolgono regolarmente. Non ci sono ragazzi o giovani ad
assistere, ma solo anziani seduti sulle panchine, assistiti dalle badanti. Sono circa cinquantamila i lavoratori
del settore, che, a causa della crisi rischiano di perdere l’impiego e quindicimila cavalli che molto
probabilmente finiranno al macello o saranno destinati alle corse clandestine, gestite dalla criminalità
organizzata. La società proprietaria per fronteggiare la crisi ha pensato ad attività extra sportive, come feste
di matrimonio, cene aziendali e iniziative di intrattenimento.
Miriana Ciriello 02-05-12
PARAFRASI
Ugo Foscolo
In morte del fratello Giovanni
Un giorno, se io non sarò sempre costretto a fuggire
da una parte all'altra, mi vedrai seduto
sulla tua tomba , o fratello mio, soffrendo
la giovinezza dei tuoi anni finiti.
La madre ora sola, trascinando la sua tarda età,
parla di me con le tue ceneri,
ma io vi tendo le mani
e solo da lontano saluto la mia città.
Sento i destini avversi, e le segrete
cure che quando eri ancora vivo creavano tempesta nel tuo cuore
e spero anch'io che nella tua vita ci sia quiete.
Adesso mi resta solo il desiderio di morire
Che avverrà lontano dalla mia città,
vorrei solo che le persone portino le mie ossa a mia madre.
Lavoriamo sul testo
1ab ab ab ab = ALTERNATA
cdc dcd = INCROCIATA
2 Riguardo i sentimenti il dolore invece riguardo il desiderio
la voglia di tornare a casa
3 Il poeta chiede di riportare il suo corpo alla madre
4 Foscolo usa la forma retorica metonimia
Roberta Clemente 14/03/12
PARAFRASI
Guido Guinizzelli
Io voglio del ver la mia donna laudare
Io voglio lodare la mia amata veramente
Paragonarla alla rosa e al giglio, ella brilla e
risplende più della stella del mattino ed io
paragono a lei ciò che nel cielo c'è di più bello
A lei paragono la verde campagna e l'aria
tutti i colori dei fiori, il giallo e il rosso
l'oro dei gioielli da offrire in dono:
Amore per lei ingentilisce meglio il mio cuore.
Passa per la strada ornata di umiltà, è cosi gentile
che abbassa l’orgoglio di colui che saluta,
e lo converte nella nostra fede se non crede già;
e non le si può avvicinare chi è vile;
inoltre vi dirò che ha un potere ancora più grande
nessun uomo può pensare male di lei quando la guarda.
Lavoriamo sul testo
2 a E' un sonetto alternato e incrociato
b La bellezza della donna amata
c Complemento oggetto e soggetto nelle quartine e nelle terzine
è soggetto
d Ornata e educata
e La donna abbassa l'orgoglio di chi riceve il suo saluto
3 Ad assemblarli la rosa e il giglio stella diana splende e passa per via adorna.
Roberta Clemente 14/03/12
Il principe che sposò una rana di Italo Calvino
C'era una volta un Re che aveva tre figli che dovevano sposarsi. Per evitare liti fra i figli sulla scelta delle
spose, propose di tirare con la frombola una pietra e lì dove fosse caduta avrebbero preso moglie. Il più
grande dei figli tirò e la pietra arrivò sul tetto di un forno ed egli sposò una fornaia. Il secondo tirò e la pietra
arrivò alla casa di una tessitrice. Al più piccolo la pietra cadde in un fosso. Poi dopo aver tirato ognuno
correva a portare l'anello alla fidanzata. Il più grande trovò una giovinetta bella, l'altro una ragazza pallida e il
più piccolo guardando in un fosso trovò solo una rana. Il re poi diede ai figli della canapa perchè gliela
portassero alle loro fidanzate per filarla bene e loro così fecero. Dopo tre giorni andarono a ritirare la canapa
filata e tra i tre la rana diede al suo padrone una noce, ma il principe non aveva il coraggio di portarla al
padre ma poi si decise e gliela portò. Il padre dopo aver visto il lavoro delle due ragazze aprì la noce e ne
uscì una tela tanto sottile che pareva tela di ragno. Il re non riusciva a rassegnarsi nel vedere una rana
diventare regina. Così siccome alla sua cagna nacquero tre cuccioli, li diede ai suoi figli. Dopo un mese il
cane che sarebbe cresciuto meglio e che sarebbe divenuto il più forte, il suo padrone sarebbe diventato re e
la sua amata regina. E ancora una volta ad avere la meglio fu la rana e così il re si convinse di ciò e
finalmente fu deciso nel proclamare suo figlio re e la sua moglie regina. Vennero fissate le nozze e tutti i figli
parteciparono con le loro amate. Quando il figlio piccolo arrivò dalla sua rana essa lo aspettava in una
carrozza fatta di una foglia di fico tirata da due lumache. Siccome esse erano lente molte volte si fermavano
per riposarsi ma una volta il piccolo principe si addormentò e appena si svegliò vide che ad aspettarlo c'era
una carrozza trainata da cavalli. Lui domandò alla bella ragazza che si trovava dentro chi fosse ed ella gli
rispose che era la rana e che era preda di un incantesimo e solo il figlio di un re che non sapeva come ella
era realmente avrebbe spezzato l'incantesimo. Il re fu contento e così diventarono re suo figlio piccolo e la
ragazza regina.
Roberta Clemente 19/03/12
La ragazza mela di Italo Calvino
C'era una volta un Re e una Regina,disperati perchè non riuscivano ad avere figli .Un giorno successe che
alla Regina invece che nascerle una bambina le nacque una mela,molto bella e colorata e poi il Re la prese
e la mise in un vassoio d'oro e l'appoggiò sul terrazzo .Di fronte a questo Re ne abitava un altro, che un
giorno mentre stava affacciato alla finestra vide la ragazza mentre si lavava e si pettinava i capelli e ne
rimase impressionato,ma la ragazza appena si accorse di essere guardata tornò nella mela e sparì. Il Re poi
pensò di andare a casa della ragazza per parlare con i suoi genitori ed avere la bella mela che stava sul
terrazzo, ma i genitori della ragazza non erano d'accordo ma per evitare di fare litigi con i vicini accettarono e
così quel Re se la portò a casa sua. La ragazza non faceva altro che pettinarsi i capelli e lavarsi, non parlava
e non mangiava e poi dopo tornava nella mela. Quel Re abitava con una matrigna la quale cominciò ad
insospettirsi del fatto che il Re restava chiuso in camera per molto tempo. Quando poi arrivò il momento di
andare in guerra era dispiaciuto nel lasciare la sua mela e così diede l'ordine ad un suo servitore di accudirla
e di non trattarla male altrimenti lei glielo avrebbe riferito. Appena il Re partì la Regina fece di tutto per
entrare nella sua camera e per farlo mise dell'oppio nel vino del servitore e appena lui si addormentò ella gli
rubò la chiave ed entrò nella stanza. La Regina cominciò a frugare ma non trovava niente c'era solo una
mela su un vassoio d'oro e così prese il suo stiletto e iniziò a colpirla, e così facendo vide che ne usciva
sangue. La matrigna ebbe paura, scappò e rimise la chiave nella tasca del servitore che dormiva. Quando
poi egli si svegliò entrò nella camera del Re e la trovò allagata di sangue. Non sapendo cosa fare andò da
sua zia, che era una fata e che aveva tutte le polveri magiche ed ella gliene diede una per le mele incantate
e un'altra per le mele stregate e le mischiò insieme. Il servitore tornò dalla mela e le mise vicino della
polvere su tutti i graffi. La mela poi si spaccò e ne uscì fuori una ragazza bendata e piena di cerotti. Tornò il
Re e la ragazza gli parlò e gli disse che la matrigna l'aveva presa a stilettate e il servitore l'aveva curata e
che siccome adesso ha diciotto anni ed è uscita dall'incantesimo se lui voleva ella poteva diventare sua
sposa ed egli accettò entusiasta. Così si fece una festa e con grande gioia dei due palazzi vicini e alla festa
mancava solo la matrigna che scappò e non se ne seppe più niente.
Roberta Clemente 19/03/12
Calderara. Una donna di 74 anni trovata senza vita nel suo appartamento
il suo bulldog richiama l'attenzione dei vicini abbaiando
AXEL; CANE FEDELE CHE MUORE ACCANTO ALLA SUA PADRONA
I soccorsi sono arrivati, ma per la donna non c'è più nulla da fare. E a quel punto anche il suo bulldog si è
arreso: si è accasciato a terra ed è morto sullo stesso pavimento.
Axel, un cane di sette anni che si è messo ad abbaiare nel cuore della notte a oltranza e i vicini spaventati
hanno allora deciso di chiamare i carabinieri. I militari hanno contattato un parente dell'anziana, che aveva le
chiavi, e sono riusciti a entrare.
Axel, ha visto la donna cadere a terra e ha capito che non era affatto un gioco. I soccorsi sono arrivati, ma
per la donna non c'è stato nulla da fare. E a quel punto anche il suo bulldog si è arreso: si accasciato a terra
ed è morto sullo stesso pavimento, sotto quel tetto che aveva condiviso con l'anziana. Nell'appartamento, a
terra, c'era il corpo della donna. I soccorsi sono stati inutili: era gia spirata. Accanto a lei Axel; che non l'ha
lasciata un minuto. Le è stato accanto mentre il personale medico confermava la morte e ne cercava la
causa, un arresto cardiocircolatorio: voleva forse proteggerla da quell'invasione di sconosciuti.
E' stato solo quando quel turbinio di persone nel suo appartamento stava per cessare che anche il cuore
dell'affezionato bulldog ha ceduto, proprio accanto al corpo della sua padrona.
Roberta Clemente 28/03/12
L'UOMO NEL BENESSERE NON CAPISCE, E' COME UN ANIMALE...
Ora ci stiamo rendendo conto che il vivere con il mito idolatrico del tutto e subito, del tutto ciò che è
tecnicamente possibile va fatto non ci garantisce un futuro buono, che il pensare solo all'oggi, ci rende
incapaci di lasciare alle nuove generazioni una eredita nel vero e nobile senso del termine.
La nuova generazione non sa più distinguere tra neccessario e superfluo, e noi riusciamo a mettere in ordine
il nostro universo mentale e comportamentale tra bisogni, desideri, voglie,sognie capricci. Si è come smarrita
ogni scala di priorità:tutto pare sullo stesso piano,perche noi atteniamo sia in positivo che in negativo sul
l'impatto delle nostre sensazioni immediate.
Roberta Clemente 28/03/12
PARI OPPORTUNITA’
Le iniziative di alcune aziende per i talenti rosa. Le politiche di Danone, Siemens, Ikea, McDonald's,
Nestlé e Novartis
Le imprese dove i ruoli di responsabilità sono equamente divisi
Con quartier generale a Basilea, in Svizzera, Novartis è presente in 140 Paesi circa, Italia Inclusa
Parlare se ne parla (e di sicuro fa bene all’immagine). Le aziende che premono (con più o meno intensità)
l’acceleratore sulla carriera al femminile non sono più una rarità. C’è chi «stimola» il talento rosa con
iniziative ad hoc. Per sostenere le sue manager proprio quest’anno Danone ha, per esempio, attivato un
corso sulla leadership al femminile con la Sda Bocconi. Mentre Siemens prevede sessioni di coaching,
interventi di formazione e pranzi tra signore per favorire lo scambio di best practice. E Ikea punta su skill
building e role model. Ma si fa leva sulle competenze rosa a tutti i livelli: Telecom, di recente, ha messo in
moto un progetto che permetterà a 6o sue dipendenti di conseguire il diploma di perito in elettronica e
telecomunicazioni per agevolarne la crescita.
Altra strada battuta è la rete dedicata. Come lo European women leadership network di McDonald’s, o il Citi
Women, network di Citibank (già attivo in oltre 45 Paesi) lanciato poco più di un mese fa anche in Italia, che
aiuta le dipendenti a individuare opportunità di carriera all’interno del gruppo e a sviluppare la leadership
femminile a tutti i livelli di se-niority, attraverso iniziative di vario genere. Con tanto di monitoraggio sui
risultati ottenuti: «Faremo un tracking, per vedere i progressi delle donne coinvolte: quante sono state
promosse o hanno aumentato il grado di responsabilità, per esempio; quante rimangono all’mtemo
dell’organizzazione quante hanno accettato un nuovo lavoro».
Di sicuro il punto di partenza per ogni azienda sensibile al tema è il work-life balance. Nestlé è
particolarmente attiva su questo fronte: va dall’asilo nido aziendale all’orario flessibile, dalla concessione del
part-time alle neomamme (e non solo) al servizio di «cura» dei figli durante le vacanze estive fino
all’opportunità di telelavoro.
Quello che funziona probabilmente di più, e lo stiamo sperimentando negli ultimi anni, è creare un ambiente
supportivo, che sia inclusivo e si arricchisca grazie al valore delle persone indipendentemente dalle
differenze di genere, anagrafiche e di esperienza. Il risultato è che c’è una buona percentuale femminile tra
quadri, dirigenti ed espatriate e, soprattutto, mamme in posizione chiave.
Roberta Clemente 11/04/12
” IL NOME DELLEA ROSA”
DI UMBERTO ECO
Trama:
Guglielmo da Baskerville e Adso da Melk sono i protagonisti di una vicenda misteriosa ed avvincente.
Guglielmo, inquisitore francescano assieme ad Adso, novizio benedettino, intraprendono un lungo viaggio
verso l’abbazia situata tra i monti dell’Italia settentrionale per indagare sulla morte di un confratello avvenuta
in maniera assai strana.
Durante le loro indagini si susseguono morti misteriose, e sembra che tutto ruoti attorno alla famosa
biblioteca ed a uno strano manoscritto.
La biblioteca è un labirinto la cui entrata è vietata a tutti.
L’accesso, infatti, è ufficialmente consentito soltanto a Malachia, il bibliotecario e a Berengario, suo aiutante.
I protagonisti possono però accedere allo “ scriptorium ”, luogo addetto alla trascrizione degli antichi testi
classici. Qui scoprono, attraverso la lettura di libri vietati, l’esistenza di un passaggio segreto chiamato “ Finis
Africae ” .
Dopo alcune esitazioni, decidono infine di infrangere la regola e, di nascosto dai monaci, entrano nella
biblioteca dove si accorgono di non essere soli [
Bernardo Gui, altro inquisitore chiamato all’abbazia da Abbone l’abate, dopo un lungo processo costringe
Remigio a confessare.
Il giorno dopo, tuttavia, si verifica un’altra morte violenta che scagiona Remigio.
Intanto Guglielmo trova il codice segreto per entrare nel Finis Africae dove Jorge, l’anziano monaco cieco, lo
attende.
Guglielmo ha finalmente scoperto il grande segreto ossia l’unica copia rimasta di un antico testo di Aristotele
sull’umorismo e sul riso celata agli occhi di tutti perché ritenuta contraria alla fede cattolica.
All’incontro dei due, però, Jorge fugge e ,per conservare il segreto del libro, lo mangia pagina per pagina.
La biblioteca, nel frattempo, comincia a bruciare e, tra le fiamme, scompaiono molti degli antichi libri, insieme
al loro bibliotecario.
Il romanzo si conclude con le seguenti parole: “stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus “.
Molteplici sono le interpretazioni sul significato di questa espressione latina. L’autore non da alcuna
indicazione in merito e lascia al lettore la ricerca del suo significato.
La rosa è, infatti, una figura simbolica densa di significati che deve evocare immagini e concetti più che
darne spiegazione.
La bellezza del libro sta nel mistero che abilmente si dipana ad opera dei protagonisti i quali, in un crescendo
di complicità e rispetto diventano i veri eroi del romanzo.
Essi infatti sono disposti a perdere la vita per la “verità”, a contrastare l’inquisizione ed i suoi omicidi, ad
abbattere le barriere del pregiudizio e dell’errore con il semplice buon senso ed un più sano approccio alla
vita.
Roberta Clemente 23/04/12
È boom di agriturismi in Puglia:23 per cento in più del 2011
SPECIALE TERRA
La Puglia è entrata nel circuito del turismo di qualità dalla porta principale, avendo sviluppato un
turismo sostenibile
Si è molto sviluppato il turismo da quando è esploso il fenomeno della Taranta. Nel 2011, si è avuto un
incremento di presenze del 30 per cento in più rispetto a due anni fa. E, infatti, invece di lavorare a pieno
ritmo nel periodo estivo, luglio e agosto, si è avuta una coda di tre mesi con turisti del Nord Europa che
hanno prenotato fino a novembre.
La Puglia è vincente sul mercato nazionale anche grazie alle strutture storiche, come cantine e masserie,
mentre è ancora indietro rispetto ai mercati internazionali, dove il turismo enogastronomico è poco più del 3
per cento della domanda che viene dall'Europa.
Il merito è degli agricoltori ciceroni dell'ambiente che competono con le guide turistiche, raccontando le
bellezze del paesaggio, perchè Il turismo pugliese non è solo mare.
Quindi l'agriturismo ha la possibilità di diventare il promotore non solo della sua attività, ma di tutto il
territorio.
Roberta Clemente 02/05/12
I rapporti interpersonali diventano sempre più difficili nella società civile in cui viviamo
SOCIETA’ SEMPRE PIU’ VIOLENTA
Bisogna riscoprire la coscienza dell’individuo e i valori di un tempo
La società in cui viviamo è sempre più violenta, sia negli stadi, sia quando si scontrano bande di teppisti, sia
nella guerriglia organizzata dei no-global, sia fra gli automobilisti alla guida, sia nelle imprese, dove è
enormemente aumentata la competizione. E’ un fenomeno che, un tempo, avveniva solo ai vertici della
società, ma che ora è sceso a tutti i livelli. Contano sempre meno la lealtà, la fedeltà, il merito acquisito nel
corso degli anni. Vengono ammessi tradimenti e inganni che, un tempo, avrebbero suscitato condanna ed
indignazione, mentre vengono ammirati solo gli egoismi, l’arricchimento e le sopraffazioni. Come fare allora
per risolvere o arginare questo problema? Si deve ridare importanza alle capacità morali dell’individuo, alla
giustizia, alla sincerità, alla obiettività e a tutti quei valori che sono scomparsi.
Roberta Clemente 14/05/12
Emergenza: Il problema sociale di maggior rilievo dei nostri tempi
Violenza sulle donne
In Italia più di 6 milioni e mezzo di donne ha subito nella vita una forma di violenza
Vorrei porre la vostra attenzione riguardo un problema sociale di notevole rilievo: LA VIOLENZA SULLE
DONNE, e riflettere insieme sull’importanza di quella che, per l’Italia, sta diventando una vera e propria
emergenza. In Italia, negli ultimi anni, un milione di donne ha subito violenza, fisica o sessuale. Solo nei
primi sei mesi del 2007 ne sono state uccise 62; 141 sono state oggetto di tentato omicidio; 1805 sono state
abusate; 10.383 sono state vittime di pugni, botte, bruciature, ossa rotte. Si legge che le donne subiscono
violenza nei luoghi di guerra, nei paesi dove c’è odio razziale, dove c’è povertà, ignoranza, non da noi.
Eccola la realtà: in Italia più di 6 milioni e mezzo di donne ha subito una volta nella vita una forma di violenza
fisica o sessuale, ci dicono i dati Istat e del Viminale che riportano un altro dato avvilente. Le vittime –
soprattutto tra i 25 e i 40 anni – sono in numero maggiore donne laureate e diplomate, dirigenti e
imprenditrici, donne che hanno pagato con un sopruso la loro emancipazione culturale, economica, la loro
autonomia e libertà. Da noi la violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14
e i 50 anni, più del cancro, più degli incidenti stradali. E, se la conseguenza della violenza non dovesse
essere la morte o un trauma fisico, rimarrà perenne nella sua memoria il ricordo di quel giorno in cui ha
perso la propria dignità. Non ci sarà uomo che le farà dimenticare il dolore provocato da mani sconosciute
che si impadronivano del suo corpo. Per sempre rimarrà segnata da un trauma psicologico che comporterà
paura, terrore e che le impedirà di VIVERE libera e serena la sua vita di donna. L’epicentro in cui si
verificano sempre più frequentemente simili oscenità è la capitale, tanto che ormai nessuna donna si sente
più sicura di poter camminare tranquilla, senza sentirsi “minacciata” da occhi indiscreti o sentirsi seguita da
individui, che si divertono a sfogare le loro frustrazioni sul corpo di una donna. Il pericolo per le donne,
ormai, è la notte, la strada, il buio, ma la cosa più sconvolgente è che la donna ha paura della normalità. Si,
la normalità, perché è ormai normale per una donna essere inseguita, rapita per poi essere stuprata.
Riportiamo le parole di una ragazza di Guidonia di soli 21 anni stuprata solo poche settimane fa da ben 5
uomini: “Si sono avventati su me e il mio ragazzo con una furia disumana, ho provato ad urlare, a resistere,
a cacciarli ma ero terrorizzata e poi improvvisamente mi è mancata la forza”. Ecco il reso conto dei fatti: “i
cinque si sono avvicinati all’auto dei due fidanzati armati di un cacciavite e di un coltello: dopo aver sfondato
il lunotto anteriore dell’auto hanno afferrato il ragazzo di soli 24 anni malmenandolo e legandolo, per poi
rinchiuderlo nel portabagagli. Sono quindi saliti a bordo dell’auto, hanno proseguito per via della Selciatella
per 300 metri, hanno raggiunto un posto ancor più isolato e hanno abusato della ragazza a turno fuggendo
poi a piedi. In base a quanto riferiscono fonti investigative, le vittime avrebbero riferito dettagli sull’unico
aggressore a volto scoperto. Secondo quanto affermato, inoltre, i cinque parlavano con accento dell’Est.
Purtroppo, al problema della violenza sulle donne ne dobbiamo aggiungere un altro, che sta umiliando e
distruggendo la nostra nazione: i RUMENI. Dobbiamo purtroppo ammettere che la causa maggiore delle
nostre preoccupazioni sono proprio gli uomini dell’Est. “La popolazione Rumena ha paura ad uscire fuori
casa”, queste le parole del “Consigliere per i Rapporti con la Comunità Rumena” Ramona Badescu in una
trasmissione televisiva subito dopo lo stupro di Guidonia. Ora vorremmo chiedervi, chi secondo voi deve
avere più paura? E per quanto tempo ancora dobbiamo sentirci stranieri in casa nostra?
Roberta Clemente 16/05/12
CALDERARA(BO).Il cane abbaia per chiedere aiuto ai vicini e muore
ABBAIA PER SALVARE LA PADRONA, MA MUORE
Finisce in tragedia la storia di un cagnolino di nome Axel che, non avendo altro modo per salvare la vita alla
sua padrona, abbaia ad oltranza e muore. Inutili i soccorsi; per l'anziana donna non c è più nulla da fare, e a
quel punto anche il suo cane si è arreso
Un legame molto stretto quello tra la padrona e il suo cagnolino che, vedendo la sua padrona a terra, dà
l’allarme, cosi i vicini chiamano i carabinieri che contattano un parente dell'anziana, si fanno dare le chiavi di
casa e riescono ad entrare. Nell'appartamento c'è il corpo della anziana donna. Inutili i soccorsi. Vicino al
corpo della anziana donna c'è Axel.
Pasquale Dalessandro 28/03/12
”La vita è bella” di Roberto Benigni
Regia di Roberto Benigni
Titolo: La vita è bella. Regista: Roberto Benigni. Genere: drammatico. Attori principali: Roberto Benigni,
Nicoletta Braschi, Giorgio Cantarini Altri interpreti: H. Buchholz, G. Durano, G. Lojodice, M. Paredes, S.
Bustric Casa di produzione: Cecchi Gori Distribuzione. Anno di produzione: 1997.
«Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla: come in una favola c'è dolore e, come in
una favola, è piena di allegria e di felicità». E’ con questa frase pronunciata fuori campo che ha inizio lo
spettacolare film “La vita è bella” diretta dall’attore-regista e soprattutto artista del nostro cinema
contemporaneo, Roberto Benigni. Il film è ambientato verso la fine degli anni Trenta in Toscana e si può
dividere in due parti distinte: la prima impostata sui canoni della commedia tipica di Benigni, ambientata in
una tranquilla cittadina della Toscana, ad Arezzo, negli anni '30; la seconda, di stampo drammatico, si svolge
interamente all'interno di un lager nazista. Non sono state poche le critiche negative riguardanti questo
aspetto, ma è proprio questo totale cambiamento di scene, colori, toni di voce, comicità, musiche che fanno
del film un vero capolavoro. Benigni, regista del film, ha voluto dar voce al dolore di milioni di ebrei, la cui vita
è stata sconvolta e distrutta dal razzismo e dalle sue assurde e malate leggi razziali, e lo fa portando la vita e
l’ironia anche laddove altro non c’era che corpi privati dell’ anima e della loro dignità. Prima la felicità, il
sorriso, l’allegria, poi la fatica, il disincanto, la ricerca utopica di un significato a quell’orrore, a quella
crudeltà, fatto tutto col fine della vittoria dell’innocenza. Anche la musica, che è del maestro Nicola Piovani,
rispecchia l’alternarsi di emozioni e sentimenti dei protagonisti prima e dopo la deportazione. Basterebbe
ascoltare le musiche e la canzone di Noa, per capire il tema principale del film, ovvero la vittoria
dell’innocenza sul male, l’amore e il sacrificio di un padre per il proprio figlio. Anche la musica cambia con
l’evolversi della storia. Il vero intento di Benigni, quindi, non è quello di mettere in scena un documentario,
ma quello di portare il sorriso, anche se paradossalmente carico di preoccupazione e paura, laddove
regnavano la crudeltà e il male, ma, alla fine, è il bene, l’innocenza e, al contempo, la ragione ad avere la
meglio; l’importante è sperare, sorridere, amare e credere.
Pasquale Dalessandro 18/04/12
La rottura del Perito Moreno, il più famoso ghiacciaio del sud dell'America
Si frantuma in pieno inverno australe il fronte del Perito Moreno
IL RISCALDAMENTO DELLA TERRA
Anche nell'emisfero sud un bis di disastri che si stanno verificando dalle Alpi all'Himalaya, fino al Polo Nord
Sin dagli anni 70 c’è stata la frantumazione del ghiaccio a Perito Moreno nei pressi del Sud America. E’ un
evento atteso da scienziati e turisti a caccia di emozioni in Patagonia, perchè il Perito Moreno è un ghiaccio
irrequieto, che avanza a folle velocità, per quanto riguarda l'acqua allo stato solido
di 2 metri al giorno, 700 all'anno. Per quest'anno i geologici si aspettavano a fine estate un Polo Nord senza
pack. Se dovesse sparire anche il Perito Moreno, forse sarebbe meno grave il destino dell'umanità, ma per
certi versi ancora più triste.
Pasquale Dalessandro 02/05/12
Parafrasi: Guido Guinizzelli
Io voglio del ver la mia donna laudare
Voglio lodare la mia donna,così come è veramente, e paragonare a lei la rosa e il giglio : ella appare più
splendente della stella del mattino e sembra ciò che c'è di più bello lassù. Paragono a lei il verde della
campagna e l'aria, tutti i colori dei fiori, giallo e rosso, oro e azzurro e tutti i gioielli che si possono donare :
l'Amore per lei si ingentilisce. Ella adorna ogni via per cui passa, è così gentile che abbassa lo sguardo colui
che la saluta, e lo converte alla fede anche se non è credente; e nessun uomo che sia vile le si può
avvicinare; vi dico ancora che ha molte virtù: nessun uomo può pensare male di lei quando la vede.
Rossella Larogna 14/3/2012
Parafrasi: Di Ugo Foscolo: In morte del fratello Giovanni
Un giorno, se io non sarò sempre esule da un luogo all'altro, mi vedrai seduto sulla tua tomba, fratello mio,
soffrendo per la tua morte. La madre ora sola, trascinando la sua tarda età, parla con la tua lapide, ma io
tendo le mie voi e rimango deluso e da lontano saluto i miei tetti. Sento il destino avverso , e le segrete cure
che al tuo vivere furono tempesta, e prego anch'io di raggiungere la tua stessa quiete. Di tanta speranza mi
resta questo. Gente straniera, date almeno il mio corpo a mia madre infelice.
1.AB AB AB AB CDC DCD, rima alternata e incrociata.
2.La lontananza dalla patria a causa dell'esilio, le inquietudini del suo animo, il problema della sepoltura.
3.Si rivolge alla gente che non conosce perchè lui è esule e vuole che il suo corpo venga riportato in italia.
4.E' una metonimia.
a)E' un sonetto,ci sono due quartine e due terzine con versi endecasillabi, rima alternata e incrociata.
b)La bellezza della donna.
c)Soggetto e complemento oggetto. E' complemento oggetto nelle prime due quartine,soggetto nelle
due terzine.
d)La bellezza ed è gentile di animo.
e)Significa saluta.
3. Ed esemblarli la rosa e lo giglio:più che stella diana splende e pare; passa per via adorna e sì gentile;e
nolle po' apressare om che sia vile.
Rossella Larogna 14/3/12
La ragazza mela - Italo Calvino
C'era una volta un re e una regina, disperati perché non avevano figli. Poi alla regina non nacque un figlio
ma una mela. Il re la mise in un vassoio d'oro sul terrazzo. Un re, vicino di casa, un giorno, dalla finestra
vide una bella ragazza, ma questa, come si accorse di essere guardata, entrò nella mela e sparì. Il re se ne
innamorò e allora andò a chiedere alla regina la mela che stava sul terrazzo, ma la regina non volle e disse
che era sua figlia.Il re insistette e la regina non gli poté dire di no. Il re si portò la mela in camera sua e la
ragazza usciva ogni giorno solo per lavarsi e pettinarsi, senza mai mangiare e parlare. Il re abitava con una
matrigna, la quale voleva sapere il motivo per il quale il figlio stava sempre chiuso in camera. Il re dovette
partire per la guerra e affidò la mela al suo servitore più fedele, lasciandogli la chiave della sua camera.
Appena il re partì, la matrigna diede un sonnifero al servitore e gli rubò la chiave. Quando entrò nella stanza,
vide solo una mela e pensò che era quella la sua fissazione. Prese un pugnale e si mise a trafiggere la mela.
Vide che da ogni trafittura usciva il sangue, si spaventò, scappò e rimise la chiave in tasca al servitore
addormentato. Quando il servitore si svegliò, andò nella camera del re e la trovò allagata di sangue. Corse
da sua zia che era una fata e questa gli diede una polvere magica. Il servitore tornò dalla mela e le posò un
po' di polvere magica sulle trafitture. La mela si spaccò e ne uscì fuori una ragazza. Tornò il re e trovò la
ragazza che gli disse di avere diciotto anni, di essere uscita dall'incantesimo e che, se voleva, poteva
sposarla. Il re accettò e si sposarono. Si fece festa e mancava solo la matrigna, che scappò e non se ne
seppe più niente.
Rossella Larogna 19/3/12
Il principe che sposò una rana – Italo Calvino
C'era una volta un re, che aveva tre figli in età da prendere moglie. Disse di tirare con la fionda: dove fosse
caduta la pietra, avrebbero preso moglie. Il più grande tirò e la pietra arrivò sul tetto di un forno, quindi ebbe
la fornaia. Il secondo tirò e la pietra arrivò sulla casa di una tessitrice. Al più piccolo la pietra andò in una
buca. Ognuno correva a portare l'anello alla fidanzata. Il più grande trovò una ragazza soffice come una
focaccia, il secondo una ragazza pallida e sottile come un filo e il più piccolo trovò una rana. Il re disse che
chi avesse avuto la sposa migliore, avrebbe ereditato il regno. Diede a ognuno della canapa perché gliela
riportassero tre giorni dopo filata dalle fidanzate, per vedere chi filava meglio. Dopo tre giorni, i fratelli
maggiori corsero dalle fidanzate: la fornaia aveva fatto un bel lavoro, la tessitrice l'aveva filata che sembrava
seta; il più piccolo invece portò una noce, il re aprì e uscì una tela così sottile che sembrava tela di ragno. Il
re diede ai figli tre cuccioli, disse di portarli alle loro fidanzate e che, dopo un mese, sarebbero andati a
riprenderli e chi lo avesse allevato meglio, sarebbe diventata regina. Dopo un mese, il cane che era stato
cresciuto meglio era quello della rana. Furono stabilite le nozze; tutti e tre i fratelli andarono a prendere le
spose con carrozze infiorate, mentre il più piccolo andò alla buca e la rana l'aspettava in una carrozza fatta
d' una foglia e tirata da quattro lumache. Ogni tanto si fermava ad aspettarle, e una volta si addormentò.
Quando si svegliò, gli si era fermata davanti una carrozza d'oro e dentro c'era una ragazza bella come il
sole. Questa disse di essere la rana e spiegò che era una principessa trasformata in rana, e solo se il figlio di
un re l'avesse sposata, avrebbe ripreso la forma umana. Diventarono re e regina il più piccolo e la sua
sposa.
Rossella Larogna 19/3/12
CANE FEDELE MUORE POCO DOPO LA SUA PADRONA
E' stata trovata una donna senza vita nel suo appartamento a Calderara.. Il suo cane, abbaiando ha
attirato l'attenzione dei vicini che hanno chiamato i soccorsi e subito dopo il bulldog muore.
Il cane,abbaiando, ha voluto comunicare che la sua padrona, una donna di 74 anni, era senza vita. I
soccorsi sono arrivati troppo tardi per la donna, e il suo bulldog è morto sotto lo stesso tetto che aveva
condiviso con lei, a Calderara, nel Bolognese.
Il cane, di nome Axel, ha visto la donna cadere sul pavimento e con il suo abbaiare continuo ha richiamato
l'attenzione dei vicini, che hanno chiamato i carabinieri. I militari si sono messi in contatto con un parente
dell'anziana che aveva le chiavi, e sono riusciti a entrare nell'appartamento.
I soccorsi sono stati inutili, la donna era già senza vita e vicino a lei c'era Axel che non l'aveva lasciata un
minuto. Mentre i medici confermavano la morte, a causa di un arresto cardiocircolatorio, il cane le stava
sempre a fianco. Quando tutte quelle persone se ne stavano andando, il bulldog ha ceduto accanto al corpo
della sua padrona.
Rossella Larogna 28/3/12
OGGI NESSUN SACRIFICIO
La crisi economica è stata sottovalutata, poi tenuta nascosta e infine esplosa, ma si è scoperta
essere anche crisi culturale
Ora ci stiamo rendendo conto che non si può più vivere come nell'ultimo ventennio con il mito del “tutto e
subito”. Questo non ci garantisce un buon futuro, il pensare solo a noi stessi e all'oggi impoverisce la terra e
ci rende incapaci di lasciare una ”eredità”alle nuove generazioni. Negli anni dell'immediato dopoguerra, molti
vivevano in condizione di fame e miseria e “fare sacrifici” era una condizione toccata loro in sorte. Ma l'invito
ossessionante alla privazione creò una reazione di rigetto: non si volle più sentir parlare di sacrifici. Oggi ci
ritroviamo tutti in una cultura impossibilitata a intravedere un orizzonte di bene comune e di speranza. Il
sacrificio è una cosa seria: significa privarsi di un bene, astenersi da una possibilità in vista di un bene più
grande che, se è tale, riguarda tutti e non il solo interesse personale. Non sappiamo più distinguere tra
necessario e superfluo, né riusciamo a mettere ordine nella nostra mente tra bisogni, desideri, sogni e
capricci, Noi abbiamo smarrito il senso della communitas tra contemporanei come di quella che ci lega con
responsabilità alle generazioni future: vogliamo leggere, definire e vivere il nostro orizzonte limitandolo a in
“io” narcisistico e prepotente o a un “noi” ristretto e fissato dal nostro vantaggio. Questo smarrimento
culturale ed etico è strettamente legato all'affievolirsi del “senso” attribuibile ai “sacrifici”: se non ci sono
principi condivisi, se non c'è un fine superiore alla momentanea soddisfazione personale, sarà difficile
rinunciare spontaneamente a qualcosa. Nella communitas il sacrificio è il debito che io liberamente assumo
verso l'altro, altrimenti la communitas stessa cessa di esistere. La speranza di contribuire a un mondo
migliore di quello che abbiamo conosciuto, la preoccupazione per il benessere di chi verrà dopo, ci può fare
accettare i sacrifici e affrontarli con consapevolezza e convinzione.
Rossella Larogna 28/3/12
Un grande poeta dell’Estetismo
Il mito e le pinete della Versilia di D'Annunzio.
Le composizioni di D’Annunzio in Versilia e la mostra a lui dedicata
D'Annunzio si trovava in Versilia quando compose i versi più celebri dell'”Alcione” e la” Francesca da
Rimini”. Giungeva in Versilia a ogni inizio d'estate, prima con Eleonora Duse, poi con Alessandra di Rudinì,
accompagnato da mobili e arredi sontuosi, molti libri traslocati dalla Capponcina e scortato dai suoi splendidi
purosangue, dai levrieri e da 26 domestici. La Versilia, che era allora una striscia di arenile bordato dalla
macchia e dalla pineta, l'avevano scoperta prima di lui i membri della colonia tedesca di Firenze, ma fu lui a
ricrearla nell'immaginario del suo tempo, a “inventarla” come località turistica di grido, divulgandone l'incanto
con i versi dell'”Alcyone”, facendo nascere un mito. D'Annunzio è l'oggetto della mostra ordinata da Anna
Maria Andreoli e da Carlo Cresti. La mostra ricrea il mondo estetizzante delle estati versiliane di D'Annunzio,
con una parata di oggetti dell'Immaginifico. Sono arredi su cui il poeta componeva le sue opere: coppe di
Murano, ceramiche di Melandri, calchi in gesso di sculture. Ci sono dipinti degli artisti del tempo, che
condivisero il suo stesso simbolismo mitteleuropeo, la sua passione per satiri e ninfe dei boschi. Ma,
soprattutto, nelle bacheche ci sono gli autografi dell'Alcyone e le tante carte, inedite, che provano come
queste rime, a suo dire, spontanee, fossero, in realtà, il distillato di un sofisticato lavoro della consultazione
di fonti antiche, che si procurava da medievalisti o latinisti o dal suo segretario, che faceva la spola fra la
Versilia e la Capponcina per portargli i libri dimenticati. Ecco allora i vocabolari, i manuali di botanica, i testi
d'astronomia, da cui prendeva il lessico copioso e antico con cui componeva queste impeccabili rime in
forma di laudi.
Rossella Larogna 04/04/12
” Gomorra” di Roberto Saviano
“Gomorra” di Roberto Saviano è un libro interessante. E' uno studio personale della camorra: studio, perché
molto attento e documentato; personale, perché l'autore ha seguito da vicino la guerra di Secondigliano,
andando ai funerali delle persone uccise, visitando i luoghi in cui la guerra ha imperversato, addirittura
procurandosi una radio con cui entrare nelle frequenze della polizia per essere informato in tempo reale
degli avvenimenti.” Gomorra” ha avuto grande successo in Italia ma, , purtroppo, il successo è stato tale che
l'autore è stato messo sotto la protezione dal Ministero degli Interni. L'immagine della camorra che il libro
presenta è chiara e sorprendente. E' un libro ben scritto, di piacevole lettura, a parte i dettagli truci. La cosa
più interessante è la descrizione della strategia manageriale della camorra moderna. Ci sono famiglie che
controllano il territorio, ma delegano gli affari ad una struttura tipo franchising. Le famiglie fanno gli affari
grossi, come l'importazione della coca dall'America Latina e curano la struttura militare, ma poi la
distribuzione viene lasciata alla “piccola imprenditoria”, creando un enorme “indotto”.Le famiglie controllano
anche gli appalti, pubblici come l'alta velocità Napoli- Roma, ma anche gli appalti privati, dal contrabbando
con la Cina alle commesse delle industrie tessili del Nord. Anche gli appalti però vengono distribuiti in
subappalto in piccole tranches, cedute all'asta ad imprenditori locali. E, naturalmente, le famiglie
garantiscono il credito finanziario a tutta questa rete di imprenditori. L'autore ha una tesi: la camorra come
manifestazione estrema dell'economia di mercato liberale. La tesi ha una implicazione in forma di metafora:
Secondigliano e Scampia sono quello che diventerebbe l'Italia qualora venisse lasciata all'economia di
mercato. Il libro si legge bene e anche il lettore, che trovasse la tesi e la sua implicazione ridicole e un po'
infantili, non ne è affatto infastidito.
Rossella Larogna 23/04/12
Le autorità italiane hanno versato 150 mila euro per ciascuna delle due vittime
MAXI RISARCIMENTO DA PARTE DELL’ITALIA AI FAMILIARI DEI PESCATORI INDIANI UCCISI
E’ stato un atto di generosità, dettato dal desiderio di risarcire le famiglie colpite dalla tragedia
Caso marò
Venti milioni di rupie, circa 300 mila euro, il risarcimento ai familiari dei pescatori uccisi: una donazione per il
ministro della Difesa Di Paola, un risarcimento, secondo gli avvocati indiani che assistono le famiglie dei
pescatori uccisi il 15 febbraio nel Sud dell'India. Di Paola si preoccupa che la mossa del governo non appaia
un'indiretta ammissione di colpevolezza : i due marò sono detenuti nel carcere di Trivandrum dal 5 marzo,
con l'accusa di aver ucciso Valentine Jalestine e Ajeesh Binki. I 10 milioni di rupie a favore della vedova di
Valentine e dei suoi due figli, sommati ad altri dieci milioni da versare alle due sorelle di Ajeesh, segnano una
svolta nella strategia giuridico- diplomatica dell'Italia. I giornali indiani hanno scritto che ” l'accordo” è stato
raggiunto fra il 12 e il 13 aprile dal capo del ministero della Difesa Pasquale Preziosa. La parola “accordo”
segnala che c'è stata una trattativa tra governo italiano e legali indiani. La “questione marò” si sta lentamente
spostando dallo Stato del Kerala a New Delhi. Nella Corte suprema della capitale si sta discutendo il ricorso
presentato dall'armatore della petroliera Enrica Lexie. Il rappresentante del governo centrale ha sconfessato
la condotta della polizia del Kerala, sostenendo che Enrica Lexie non aveva l'autorità per fermare la nave
italiana, né per indagare sul caso perché l'incidente è avvenuto in acque internazionali. Roma ha fatto un
passo avanti verso la richiesta delle famiglie. Delhi, rivedendo la posizione iniziale, ammette per la prima
volta che gli inquirenti del Kerala non hanno giurisdizione “sull'incidente”. Il processo di merito (marò
colpevoli o innocenti?) va avanti. La polizia del Kerala dovrebbe chiudere le indagini verso metà maggio e a
quel punto il tribunale di Kollam dovrà decidere se rinviarli a giudizio. Qualunque sarà l'esito, la strada è
ancora lunga.
Rossella Larogna 02/05/12
Look e follie
LE REGOLE DELLE MODE GIOCANO CON LA PSICHE SEMPRE PIU’ FRAGILE
Il “vestire” non è solo oggetto d’interesse da parte dei creatori di moda, ma anche delle scienze
psicologiche
Nel corso della storia dell’umanità, l’abbigliamento è passato da una necessità ad una rappresentazione, per
cui l’uomo, vestendosi, manifesta se stesso, ciò che pensa, l’appartenenza ad un gruppo o a un ruolo
sociale. L’abbigliamento è diventato comunicazione, l’abito un messaggio che trasmette chi siamo. Le
persone schiave della tendenza del momento hanno una personalità influenzabile, e indossano abiti che non
hanno un rapporto con quello che sono. Chi invece è psicologicamente maturo, sa scegliere, integrando la
sua creatività con quella degli stilisti e dimostrando di avere una sua personalità. Una persona si qualifica,
oltre che dalle scelte nel vestire, anche dal modo di indossare, perché l’abito non fa “eleganti”, ma bisogna
saperlo portare.
Rossella Larogna 14/05/12
L'Italia dimentica Mazzini
Gli italiani non amano davvero Mazzini,se si pensa allo scarso rilievo del bicentenario della sua nascita . Non
è poi un caso che il primo e maggiore promotore dell'unità morisse clandestino nella patria finalmente unita.
Che poi anche quell'Italia unita avesse in sé problemi e riuscisse così poco a smaltirli, che ancor oggi se ne
porta dietro parecchi, è pure vero. Anzi, molti italiani hanno finito col pensare che l'unità non era una buona
idea o, almeno, avrebbe dovuto attuarsi (Mazzini stesso lo pensava) in tutt'altro modo. Ma questi sono
pensieri dei giorni grigi, che nulla tolgono al bilancio di ormai un secolo e mezzo di unità e nulla dovrebbero
togliere al sentimento nazionale verso Mazzini. L'uomo era scomodo: parlava di doveri prima che di diritti,
esigeva unità di pensiero e di azione, riteneva il sacrificio un'evenienza normale del vivere, richiedeva una
fratellanza fra i singoli e i popoli più vissuta che proclamata. In fondo, non ci voleva molto a passare, così,
per uno scocciatore. Eppure, l'uomo ebbe rilievo ben al di là dell'Italia. Fu un grande del pensiero nazionale
e democratico in Europa, ma anche uomo d'azione. Giuseppe Mazzini, figura di spicco del Risorgimento
italiano, organizzò il movimento politico denominato “Giovine Italia”. L'organizzazione fu fondata a Marsiglia,
dove Mazzini era stato esiliato. Gli obiettivi dell'associazione politica mazziniana erano quelli di trasformare
la frammentaria Italia in uno stato unitario, democratico e repubblicano. La liberazione dagli invasori stranieri
sarebbe dovuta avvenire tramite un'insurrezione popolare, ma non avvenne. Mazzini in esilio in Svizzera
fonda la “Giovine Europa”, per l'indipendenza nazionale degli Stati oppressi. Con la presa di Roma, l'unità
d'Italia è ormai realizzata, ma la forma di governo proclamata è quella della monarchia costituzionale, che
Mazzini, convinto sostenitore della Repubblica, non accettò e continuò a lottare per gli ideali repubblicani. La
modernità degli ideali mazziniani, la sua perseveranza e larghezza di vedute ne fanno un precursore dei
tempi: le sue idee hanno portato all'attuale Repubblica italiana e all'Unione europea. Mazzini era della
famiglia dei profeti, senza i quali la storia sarebbe certo più povera. L'Italia, si dice, ha avuto molti profeti e
pochi buoni amministratori della cosa pubblica. Ma può darsi che non sia così. Che, cioè, l'Italia abbia
purtroppo avuto pochi di quegli amministratori, ma abbia soprattutto avuto un solo Mazzini.
Rossella Larogna 14-05-12
Il razzismo
Alcuni anni fa, nel 2008, in occasione del settantesimo anniversario della promulgazione in Italia delle leggi
razziali, la Regione Toscana promuoveva, nel corso del meeting di San Rossore, la pubblicazione di un
“Manifesto degli scienziati antirazzisti”, con l’obiettivo di dimostrare, punto per punto, l’infondatezza
scientifica dei dieci articoli del cosiddetto “Manifesto degli scienziati razzisti” o “Manifesto del razzismo
italiano” del luglio 1938. Molte le firme illustri del documento: da Rita Levi Montalcini a Massimo Livi Bacci;
da Alberto Piazza a Francesco Remotti. Il valore etico e la correttezza scientifica delle affermazioni
contenute nel “Manifesto degli scienziati antirazzisti” del 2008 non sono ovviamente in questione. È tuttavia
sull’efficacia intellettuale e politica del documento che ci sembra opportuno riflettere criticamente, per
indagare un problema più ampio e meno contingente: quello dei fondamenti teorici dell’antirazzismo
contemporaneo. Il primo punto da sottolineare ha inevitabilmente una dimensione storiografica. Costruito in
chiave polemica, come rispecchiamento al negativo, l'antimanifesto del 2008 finisce involontariamente per
destoricizzare la svolta del 1938. Teso a dimostrare l’ascientificità del “Manifesto del razzismo italiano”,il
documento di San Rossore spinge il razzismo italiano nella no man’s land dell’assurdo, dell’inspiegabile,
relegando alla dimensione dell’indicibile il largo coinvolgimento degli scienziati italiani nell’elaborazione
dell’ideologia razzista del fascismo o assolvendo paradossalmente la società e la cultura italiane dalla
tentazione razzista. Il quarto punto dell’antimanifesto è in questa prospettiva indicativo: «Si deve all’alleato
nazista l’identificazione anche degli italiani con gli “ariani”».Il consistente sforzo ideologico-politico compiuto
proprio da Mussolini e dal razzismo biologico fascista per legittimare l’“arianità” della razza italiana e
smantellare quella “ipotesi camitica” (sull’origine africana dei popoli mediterranei, e degli italiani) che aveva
avuto nell’antropologo Giuseppe Sergi il suo più noto sostenitore rischia così di essere rapidamente rimosso.
Il “mito ariano”, la cui rilevanza nella cultura italiana può essere colta semplicemente leggendo le opere di
Giosue Carducci, appare un dato esterno, imposto dalla Germania nazista a un alleato sostanzialmente
passivo. Anche l’immagine della scienza – e dei suoi rapporti con il concetto di “razza” – assume una
dimensione piuttosto naïve nei dieci articoli dell’antimanifesto. Il documento di San Rossore poteva contare
su alcuni illustri precedenti di rilevanza storica internazionale: gli “Statements on Race” dell’UNESCO. Ben
quattro ne furono emanati, dal luglio 1950 al settembre 1967, e i primi due a distanza di meno di un anno
l’uno dall’altro. Per quale motivo? Perché anche sul fronte antirazzista la comunità scientifica internazionale
ha conosciuto intensi dibattiti e aspre divisioni prima di rinunciare definitivamente alla categoria di “razza”.
Senza contare poi, sul fronte opposto, il perdurare, dagli anni Cinquanta fino ad oggi, di una lobby politica,
economica e accademica che, a partire da alcuni ambienti statunitensi, ha alimentato le offensive del
razzismo scientifico sullo scenario internazionale. In sostanza: non basta affermare che il concetto di “razza”
è antiscientifico, occorre immergersi nella storia della scienza e ricostruire il suo complesso rapporto tanto
con il razzismo quanto con l’antirazzismo. Ma anche su un altro versante, meno storico e più
contemporaneo, l’antimanifesto di San Rossore costituisce un esempio emblematico di alcune aporie
dell’antirazzismo italiano. Nel “gioco di specchi” innescato con il “Manifesto” del 1938, il documento si rivolge
infatti a un nemico che in realtà ha già cambiato volto. Il razzismo attuale – non a caso definito a partire dagli
anni Settanta con il termine new racism – è strutturato in modo profondamente diverso rispetto al razzismo
degli anni Trenta. Due sono gli elementi che lo caratterizzano: da un lato, il rovesciamento dei valori propri
del relativismo culturale, e la conseguente sostituzione del concetto di “razza” con quello di “cultura”;
dall’altro, l’abbandono del tema dell’inegualitarismo e della gerarchia tra le “razze”, a cui subentrano invece
l’assolutizzazione della differenza culturale, la condanna della mescolanza e l’affermazione della reciproca
inassimilabilità tra le “culture”. Sincretico per definizione, il razzismo si modifica rispetto ai propri oggetti e ai
propri bersagli, rispetto agli interessi e alle passioni che lo animano; occorre seguirlo nelle tortuose modalità
del suo riciclarsi e nelle sue molteplici ricontestualizzazioni. A parti re dagli anni Settanta, il nuovo razzismo
ideologico ha assunto i contorni mimetici del culturali smo e del differenzialismo, abbandonando i riferimenti
al biologismo e all’inegualitarismo e utilizzando a proprio vantaggio le argomentazioni antirazziste del
relativismo culturale e del diritto alla differenza. Di conseguenza, l’antirazzismo classico, come quello
espresso dal “Manifesto” di San Rossore, proprio perché imperniato esso stesso sul culturalismo e sul
differenzialismo, non può più agire come un dispositivo critico efficace. Soffermandosi sull’anatema
commemorativo, esso rischia di ridursi inconsapevolmente a mero anacronismo, denunciando giustamente i
lati oscuri della memoria storica, ma non riuscendo a cogliere il vero volto del nemico, oggi. Il nostro
razzismo quotidiano non ha i tratti ben riconoscibili di un Hitler o di un Gobineau. E, quel che è peggio, ha
assimilato la lezione di Claude Lévi-Strauss, stravolgendo a proprio uso e consumo le categorie del
relativismo culturale.
Rossella Larogna 16-5-12
L’Asia Orientale consolida il suo ruolo di punta nello sviluppo economico mondiale
I CINESI NEL MONDO
La comunità cinese più numerosa si trova in Sudamerica, dove controlla un numero considerevole di
attività economiche, ma sono numerose anche quelle stabilitesi in altre grandi città
Molti cinesi sono espatriati e sono andati a vivere e lavorare sia negli Stati vicini sia nelle lontane Americhe
L’Asia Orientale è stata culla di civiltà antichissime ed estremamente raffinate, come l’impero cinese. Dopo il
lungo periodo del dominio coloniale, oggi, l’Estremo Oriente ha consolidato il suo importante ruolo nello
sviluppo economico mondiale.
La Cina, fino a poco tempo fa, era chiusa ai mercati degli altri Paesi del mondo. Oggi, invece, con l’apertura
delle frontiere e dei commerci, il governo cinese, per invogliare imprenditori, manager, tecnici specializzati
ad inserire e concludere affari nel Paese, ha istituito la Green Card, ispirata all’omonimo modello americano,
che dà il permesso di residenza a lungo termine e che garantisce agli stranieri gli stessi diritti dei cittadini
cinesi. Viene concessa, però, solo a coloro che partecipano allo sviluppo economico, scientifico e
tecnologico del paese.
Negli ultimi anni, in Cina è stato attuato un processo di modernizzazione dell’economia e di apertura verso i
mercati mondiali che ha innescato uno straordinario sviluppo economico, anche se la crescita produttiva
riguarda soprattutto le grandi città e le province cinesi della costa.
Ha progressivamente abbandonato l’isolamento commerciale e la sua economia, paradossalmente basata
sull’agricoltura e sulle risorse minerarie e si è, gradualmente, avvicinata ai modelli occidentali.
Gli investimenti stranieri aumentano sempre di più per la manodopera a basso costo e per le grandi
agevolazioni offerte dal governo cinese alle imprese straniere, che importano centri di ricerca e macchinari
innovativi.
Rossella Larogna 16-05-12
GUIDO GUINIZZELLI, “IO VOGLIO DEL VER LA MIA DONNA LAUDARE”
Io voglio veramente lodare la mia donna
e paragonare a lei la rosa e il giglio
che splende come Venere
e ciò che c'è di bello in cielo a lei somiglia.
La paragono all' aria delle verdi campagne,
a tutti i colori dei fiori gialli e rossi,
all'oro e all’azzurro e a tutti i gioielli che si possono regalare
e l'Amore attraverso lei si ingentilisce.
Passa per le strade e abbassa l'orgoglio a chi la saluta
e converte alla fede cristiana chi non lo è
e a lei non si può avvicinare uomo vile
e ha ancora una maggiore virtù:
nessuno può pensare male di lei quando la vede.
Michele Losurdo 14/03/12
LA RAGAZZA MELA
In questa favola si racconta che un re e una regina erano molto disperati perchè non avevano figli, e la
regina disse al re: “perché non avere figli come il melo fa le mele?”
la regina, un giorno, invece di concepire un figlio, concepì una mela, bella e colorata. Il re la mise sul suo
terrazzo in un vassoio. Un giorno, un altro re vide sul terrazzo una bella ragazza bianca e rossa che si
lavava sotto il sole, ma appena questa si accorse che il re la guardava, ritornò nel vaso. Un giorno, il re che
l'aveva vista ne rimase innamorato. Andò a bussare al palazzo di fronte e si rivolse alla regina chiedendole di
fargli un favore. Il favore era quello di avere la mela che stava sul terrazzo. La regina gli rispose che quella
mela era sua figlia. Il re insistette e, alla fine, ebbe ciò che voleva. Il re dava alla mela il necessario per
adornarsi e ogni mattina la mela si alzava e si preparava, però non mangiava niente. Il re viveva insieme a
una matrigna, essa cominciò a preoccuparsi perché rimaneva sempre chiuso nella sua stanza. Il re dovette
partire per la guerra e affidò la mela al suo servitore e gli disse che gli avrebbe lasciato le chiavi della sua
stanza e gli ordinò di non farle mancare niente e che, se non avesse fatto, il suo dovere, gli avrebbe riferito
tutto. Non appena il re partì, la matrigna cercò di prendersi le chiavi, mettendogli dell'oppio nel vino. Quando
ritornò il re, la ragazza mela gli parlò per la prima volta e gli disse che la matrigna l'aveva stilettata, ma il suo
servitore l'aveva trattata bene. Appena compiuto 18 anni, la principessa usci dall'incantesimo e si sposò con
il re.
Michele Losurdo 19/03/12
Un cane di razza bulldog muore insieme alla padrona
IL CANE MUORE INSIEME ALLA PADRONA DI 74 ANNI
Il cane, per aiutare la sua padrona, chiede aiuto abbaiando ma nessuno lo sente e muore con lei
lead: non riesce a salvare la sua padrona perciò cede assieme a lei
dove : Muore donna di 74 anni a Calderara nel Bolognese
quando: 23 agosto 2011
perché: a causa di un infarto
come: per lo spavento
chi: una donna e il suo cane.
Michele Losurdo 28/03/12
Europei di calcio 2012
Al sorteggio per i gironi del Campionato europeo 2012 che si disputerà in Polonia e Ucraina, l'Italia di
Prandelli becca la Spagna, campione del mondo e d'Europa in carica, insieme all'Irlanda di Trapattoni e alla
Croazia. L'Italia giocherà la prima partita di Euro 2012 contro la Spagna, il 10 giugno a Danzica. Secondo
incontro contro la Croazia a Poznan, il 14 giugno; chiusura contro l'Irlanda di Trapattoni, il 18 giugno a
Poznan.
Il ct, Cesare Prandelli, dopo il sorteggio di Euro 2012, ha commentato che la Spagna è fortissima e che alla
la prima la squadra dovrà arrivare preparata mentalmente,che spera di avere Cassano e Rossi e
ufficializza che il ritiro sarà a Cracovia.
Michele Losurdo 04/04/12
Gli italiani scaricano in modo illegale i film
DVD: LA MAGGIOR PARTE PIRATA
La maggior parte degli italiani utilizzano Internet per scaricare film
La maggior parte degli italiani utilizzano Internet soprattutto per scaricare film, il che è “illegale”.Questo
fenomeno si sta sviluppando sempre di più, ma la cosa grave è la vendita di questi “CD” “ILLEGALI”, la
quale è molto frequente e questo comporterà togliere il mestiere a chi lo fa ma con i “CD” “ORIGINALI”. Ciò
avviene soprattutto perché queste reti non prevedono blocchi di alcun genere. Negli altri paesi si sta
provvedendo per arginarlo o prevedere una norma che vieti questo uso. Un esempio è Parigi dove entrerà
in vigore il disegno di legge che mirerà a contrastare la pirateria con due sanzioni per chi commetterà questa
illegalità. La Francia, quindi, ha preso provvedimenti, l’Italia, ancora no.
Michele Losurdo 11/04/12
“L’ultima Alba”
Il tenente A.K. Waters (Willis) viene spedito con i suoi uomini nella giungla per salvare la dottoressa
Kendricks (Bellucci) dalla furia di un gruppo di ribelli. Missione facile, in apparenza. Peccato che la
dottoressa si rifiuti di partire da sola e di lasciare indietro i suoi pazienti. Waters dovrà scegliere se
abbandonare quella gente al suo destino o scortarli fino al confine con il Camerun. Quaranta miglia nella
giungla con donne, bambini e feriti non sono uno scherzo, tanto più se si è tallonati da un intero reggimento
di soldati. Il film è, in sostanza, un lungo spot a favore dell'intervento armato degli Stati Uniti, finalizzato a
suscitare indignazione nei confronti di un regime dittatoriale nigeriano che, dopo un colpo di stato, dà inizio a
una pulizia etnica di matrice religiosa.
Nonostante i lodevoli intenti di denuncia e un cast tutto sommato prestigioso, il film risente di una trama
eccessivamente semplicistica, mentre i personaggi sono solo stereotipi che non hanno nessuna evoluzione
neI nel corso della storia. I dialoghi, inoltre, appaiono piuttosto banali, anche perché non sempre sostenuti da
una recitazione all’altezza della situazione. Tra i pregi, va annoverata certamente l’ambientazione africana,
che Fuqua sottolinea con vedute da cartolina.
A chiudere il film, una citazione del filosofo anglo-irlandese Edmund Burke: "L'unico modo per cui il male
trionfi è che i buoni rinuncino all'azione". La distinzione fra il male e il bene, almeno in questo caso, appare
fin troppo chiara: vorremmo fosse così anche nella realtà.
Attori: Bruce Willis,Monica Bellucci,Cole Hauser,Tom Skerritt
Anno produzione: 2003
Genere: azione
Michele Losurdo 23/04/12
”I Parenti Terribili”
Regia: Annig Raimondi
Claustrofobico ritratto di famiglia in un interno, dove Male e Bene, Amore e Libertà si contrappongono in un
crogiuolo di sentimenti mal intesi,ma fedelmente interpretati da un’ottima compagnia.
Autore della pièce, il poliedrico Jean Cocteau, poeta, saggista, drammaturgo, sceneggiatore, disegnatore,
scrittore, librettista nonché attore che ho avuto il piacere di apprezzare prima della rappresentazione in una
meravigliosa edizione del ’48 rinvenuta su ebay di Rosa e Ballo editori. Un personaggio davvero notevole,
amico delle migliori espressioni artistiche del tempo, da Guillaume Apollinaire a Max Jacob, da Pablo
Picasso ad Amedeo Modigliani, L’allestimento scenico è scarno, ma essenziale nel rendere il claustrofobico
piccolo mondo (modernissimo) in cui si consuma l’intensa e movimentata tragicommedia. Il colore degli
arredi è rosso fuoco, come quello della passione che consuma ed acceca, più spesso in famiglia che altrove.
La luce è un altro importante strumento nello svelare e nascondere vizi privati e virtù di una famiglia così
incasinata da autodefinirsi il “carrozzone”, che finge di bastare a se stessa ma anela, almeno nelle figure
maschili, ad altro da sé, ad aria più fresca e più pura di quella mefitica e soffocante della “casa delle porte
che sbattono”.La recitazione è veloce e l’ora e quarantacinque senza intervallo scorre piacevolmente,
complice l’aggrovigliato succedersi di vicende di questa storia, moderna, come lo possono essere le storie
che parlano dell’essenza difettosa dell’uomo, del suo essere vittima di se stesso e delle sue paure,
soprattutto quando si toccano i sentimenti più profondi, quali l’Amore, la Gelosia e la Sensualità.Solo le
persone più impermeabili potrebbero non riconoscere alcuni dettagli di sé e della propria vita e storia.
Trama: La signora Yvonne ama morbosamente il figlio d iMichel e vorrebbe essere ricambiata: per questo
motivo lo frequenta, fingendos Sophie. Michel si innamora di Madeleine, che ha un maturo protettore, che
poi si rivelerà essere Georges, il padre di Michel. Questi obbliga Madeleine a confessare a Michel di avere
un terzo amante, inesistente per far desistere Michel dal proposito di sposarla. Verrà a galla la verità e allora
i due giovani si potranno sposare, ma, subito dopo le nozze, Yvonne si suicida.
Michele Losurdo 23/04/12
CALDERARA. Muore anziana, con lei il suo amato cane
ANZIANA SIGNORA MUORE, IL SUO FEDELE CANE NON REGGE
Un legame, quello fra Axel e la sua padrona che in un certo senso non si è mai spezzato
Un'anziana bolognese è morta dopo un arresto cardiocircolatorio a Calderara, aveva 74 anni.
É successo nella notte del 28 marzo 2012 in un appartamento a Calderara. É morta per un arresto
cardiocircolatorio che l'ha sorpresa in piena notte; non si sa la causa di quell'arresto perchè è stato
improvviso. Il cane ha abbaiato per farsi soccorrere, ma i vicini lo hanno sentito in ritardo e,pur avendo
chiamato l'ambulanza, non c è stato niente da fare. Poi, dopo che l'anziana è morta, il suo cane, Axel, per il
dolore , è morto sullo stesso pavimento dove è morta l'anziana signora.
Gianmarco Pagnotti 28/03/12
L'imbarbarimento e la crisi economica hanno portato a una società abbastanza povera
La nostra società si è impoverita per colpa della crisi economica, etica e culturale. Successivamente, c’è
stato l'imbarbarimento con molta gente poverissima costretta a vivere per strada senza neanche un
centesimo e a chiedere l'elemosina. Per portare il denaro alle nostre case dobbiamo fare dei sacrifici,
lavorando sempre. Noi siamo incapaci di comunicare la valenza umanizzante dello sforzo e della rinuncia.
Non sappiamo più distinguere tra necessario e superfluo, tutto ci pare sullo stesso piano. Non si percepisce
alcun legame tra generazioni né responsabilità verso il futuro della collettività.
Gianmarco Pagnotti 28/03/12
Fantantonio ritorna dopo il malore
Cassano convocato per gli Europei
L'attaccante della nazionale azzurra può tornare ad allenarsi con il Milan dopo l'operazione al cuore di
novembre; è infatti arrivata l'idoneità a riprendere l'attività agonistica. Antonio Cassano può tornare ad
allenarsi regolarmente con l'AC Milan dopo l'operazione. Questi si era sentito male al ritorno dalla trasferta a
Roma e gli era stato diagnosticato un forame ovale pervio cardiaco interatriale, che aveva provocato una
lieve ischemia celebrale “senza deficit neurologici persistenti”. Si era quindi sottoposto a un intervento
chirurgico.
Una commissione della Federazione medico sportiva italiana composta da dieci professori ha espresso
parere favorevole sulle condizioni di salute del 29enne attaccante barese , che ha ricevuto anche l'ok
definitivo. Cassano ha segnato sei gol in dieci partite nelle qualificazioni per gli Azzurri, che in Polonia e
Ucraina se la vedranno con Spagna, Croazia e Repubblica d' Irlanda nel Gruppo C.
Gianmarco Pagnotti 11/04/12
”Il cacciatore di aquiloni”di Hosseini
In questo romanzo del 2003 (pubblicato in italia nel 2004) Khaled Hosseini ci conduce, attraverso la vita
narrata in prima persona da Amir, nel paese natio, l’Afghanistan
La storia ha un incipit bellissimo che funge da fulcro a tutto il romanzo, partendo dalla figura di quest’uomo
cresciuto fino all’adolescenza in Afghanistan e poi rifugiatosi negli Stati Uniti con un terribile segreto, che
alimenta costantemente la sua coscienza con il rimorso.
Veniamo riportati nel 1975 a Kabul, città d’origine di Amir e alla sua vita in comunione con l’amico/servo
Hassan. Amir è infatti di etnia Pashtun e figlio di un ricco uomo d’affari (Baba) mentre Hassan, di etnia
Hazara è il figlio del servo di Baba, Ali.
Pur essendo chiaramente delineate le differenze sociali dei due nuclei famigliari , tra di essi vige un forte
attaccamento affettivo, in parte legato al passato di Baba e Ali (entrambi rimasti senza moglie) e all’amicizia
spontanea dei due ragazzi.
Sullo sfondo degli avvenimenti terribili dello stato Afghano, l’infanzia dei protagonisti è imperniata ogni
inverno sulla “guerra” degli aquiloni: una battaglia a colpi di filo smerigliato, in cui vince chi resta col proprio
aquilone in cielo e, soprattutto, rende orgogliosi i genitori di chi riesce a recuperare l’ultimo aquilone
abbattuto. Ed è proprio qui che scaturisce l’evento che influenza pesantemente la vita di tutti i personaggi del
libro negli anni a venire.
Lo stile di Hosseini è sempre altamente descrittivo ed efficace; la sintesi perfetta e la capacità di
emozionare innata.
Un libro davvero molto ben scritto che lascia l’amaro in bocca per la trama.
Gianmarco Pagnotti 18/04/12
Istruzioni agli arbitri di UEFA EURO 2012
La UEFA ha comunicato agli arbitri di UEFA EURO 2012 alcune importanti linee guida e gli ha rinnovato la
fiducia in vista del torneo in Polonia e Ucraina. Il capodesignatore UEFA Pierluigi Collina ha riassunto gli
oneri e le aspettative che interesseranno i direttori di gara dall'8 giugno in avanti. Le 31 partite in Polonia e
Ucraina verranno dirette da un arbitro, due assistenti di linea, un quarto uomo e due assistenti d'area, più un
arbitro di riserva. Collina ha spiegato che sono stati scelti per le prestazioni nelle competizioni UEFA negli
ultimi due anni, oltre che per la loro esperienza. In totale sono stati selezionati 12 quintetti provenienti da
altrettanti Paesi. La preparazione invernale ad Antalya verrà seguita da un programma dedicato. Durante la
primavera, inoltre, i membri e gli osservatori del Comitato arbitrale hanno controllato i progressi dei direttori
di gara nelle competizioni UEFA per club. Tutti sono convinti che gli arbitri saranno in grado di gestire la
pressione del pubblico e dei media. "Sono abituati ad arbitrare partite importanti nei loro Paesi - ha concluso
Collina -, e sanno reggere qualsiasi pressione. Ci sono arbitri che hanno diretto in UEFA Champions League,
UEFA Europa League e Coppa del Mondo FIFA, e sono qui perché lo meritano".
Gianmarco Pagnotti 02/05/12
Le poste italiane si sono ridimensionate
MODERNITA’ PER LE POSTE
Da <Leva> dell'unificazione a Spa, dalla corrispondenza alla finanza e alla logistica, un secolo e
mezzo all'insegna dell'innovazione di processo e di prodotto
Il governo Rattazzi, che istituì nel maggio 1862 il servizio postale, intendeva farne, stabilendo un modello
organizzativo omogeneo e una tariffa uniforme per tutto il territorio nazionale, una delle leve che
agevolassero il processo di unificazione. Sette anni dopo, l'amministrazione delle poste e quella dei telegrafi
passò sotto le insegne del ministero dei Lavori pubblici. Dopo che il governo Crispi istituì nel marzo 1889 un
apposito ministero delle Poste e telegrafi, il servizio telegrafico non venne più gestito dalla Direzione
generale della ferrovie e la rete telegrafica si estese al di là del suo tracciato originario che ricalcava le due
direttrici parallele, adriatica e tirrenica, del sistema ferroviario. Ma, il fatto che la rete telefonica fosse
separata da quella telegrafica, in quanto affidata alla società private, impedì il coordinamento dei due sistemi
di comunicazione, a differenza di quanto avvenne nei principali Paesi europei. Di fatto, ci sarebbe voluta una
riforma strutturale, ma vi si opponevano tanto le alte sfere della burocrazia, per innato conservatorismo,
quanto i sindacati per non perdere il loro forte potere contrattuale. Solo nel 1975, di fronte a un bilancio che
continuava a far acqua da tutte le parti, si pose mano a un piano quinquennale per il contenimento dei costi
mediante la meccanizzazione del maggior numero possibile di operazioni, il progressivo allineamento delle
tariffe a nuovi parametri, il ridimensionamento degli organici e l'espansione dei servizi attinenti al risparmio
postale. Né mancarono, dopo di allora, alcuni sintomi di miglioramento in fatto di produttività.
Gianmarco Pagnotti 16/05/12
Parafrasi di Ugo Foscolo “In morte del fratello Giovanni”
Un giorno se ionon sarò sempre costretto a fuggire
di paese in paese, mi vedrai seduto
sulla tua tomba,o fratello mio,soffrendo
la giovinezza dei tuoi anni finiti.
Ora solo nostra madre
parlerà di me con le tue ceneri,
ma io vi tendo le mani
solo da lontano e saluto la mia città.
Sento i destini avversi,e le segrete
cure che quando eri ancora vivo creavano tempesta nel tuo cuore,
e spero anch'io che nella tua vita ci sia quiete.
Adesso mi resta solo il desiderio di morire!
Dopo la mia morte, vorrei solo che le persone straniere
portino a mia madre le mie ossa.
a b a b-a b a b-c d c-d c d e le rime sono nelle prime due quartine alternate, mentre nelle ultime due terzine
incrociate.
Il desiderio di tornare a casa e l'angoscia per la morte del fratello.
Chiede di riportare il suo corpo alla madre e si riferisce alla patria.
Metonomia.
Rosaria Raffaeli 14/03/12
Parafrasi di Guido Guinizzelli “Io voglio del ver la mia donna laudare”
Io voglio lodare la mia amata in modo veritiero e
paragonarle la rosa e il giglio; ella brilla e
risplende più della stella del mattino ed io
paragono a lei ciò che nel cielo c'è di più bello.
A lei paragono la verde campagna e l'aria,
tutti i colori dei fiori, il giallo e il rosso,
l'oro dei gioielli da offrire in dono:
Amore per lei si ingentilisce.
Passa per la strada ornata di umiltà; è così gentile
che abbassa l’ orgoglio di colui che saluta,
e lo converte nella nostra fede se non crede già;
e non le si può avvicinare chi è vile; inoltre vi dirò
che ha un potere ancora più grande:
nessun uomo può pensare male di lei quando la guarda.
a)Il tipo di componimento: è un sonetto, mentre le rime sono alternate e incrociate.
b) Il tema dominante è la bellezza della donna amata.
la donna svolge la funzione di complemento oggetto e di soggetto nelle quartine, mentre nelle terzine è
soggetto.
d)Adorna vuol dire ornata, mentre gentile vuol dire educata.
e)A chi riceve il suo saluto.
Rosaria Raffaeli 14/03/12
”La ragazza mela” di Italo Calvino
C'era una volta un Re e una Regina, disperati perchè non potevano avere figli. Un giorno, alla regina, invece
di nascerle un figlio, nacque una mela. Era una mela così colorata che il Re la mise su un vassoio d'oro sul
suo terrazzo. Di fronte al palazzo di questo Re ce ne stava un altro, che ,un giorno, vide sul terrazzo del Re
di fronte una bella ragazza bianca e rossa come una mela che si lavava e pettinava al sole. Rimase a
guardare a bocca aperta, ma questa non appena s'accorse d'essere guardata, corse nel vassoio, entrò nella
mela e sparì. Il Re si era innamorato della ragazza e decise di andare a bussare al palazzo di fronte per
chiedere alla regina se poteva avere quella mela che stava sul terrazzo. Ma la regina gli rispose che la mela
era sua figlia. Il Re insistette tanto che non gli si poté dire di no. Così la portò in camera sua. Le preparava
tutto per lavarsi e pettinarsi, e la ragazza ogni mattina usciva, si lavava, pettinava e lui stava a guardare. Ma
il Re viveva con una matrigna, la quale cominciò a insospettirsi. Venne l'ordine di guerra e il Re dovette
partire e affidò la mela a un servitore a lui fedele. Appena fu partito, la Regina matrigna si diede da fare per
entrare nella sua stanza. Fece mettere dell'oppio nel vino del servitore e, quando questi s'addormentò, gli
rubò la chiave. Apri’e frugò in tutta la stanza, e più frugava meno trovava. Allora pensò che non poteva
essere altro che la mela la sua fissazione! Prese un pugnale e si mise a trafiggerla. Da ogni trafittura usciva
un rivolo di sangue. La Regina si impauri’ e scappò, mettendo la chiave in tasca al servitore. Quando questi
si svegliò, non ricordava nulla di cosa era successo. Corse nella camera del Re e la trovò allagata di sangue
e scappò. Andò da sua zia, che era una fata, che gli diede una polverina magica. Il servitore tornò dalla mela
e le posò un po' dii polverina su tutte le trafitture. La mela si spaccò e ne uscì la ragazza tutta bendata e
incerottata. Tornò il Re e la ragazza gli parlò e gli disse che la matrigna l’aveva presa a stilettate e il servitore
l'aveva curata e che poichè adesso aveva diciotto anni ed era uscita dall'incantesimo, se lui voleva, poteva
diventare sua sposa ed egli accettò entusiasta. Fu fatta una festa con gran gioia dei due palazzi vicini.
Mancava solo la matrigna che scappò e nessuno ne seppe più niente.
Rosaria Raffaeli 19/03/12
“ Il principe che sposò una rana” di Italo Calvino
C'era una volta un Re che aveva tre figli in età da prender moglie. Perchè non sorgessero rivalità sulla
scelta delle tre spose, disse di tirare la fronbola più lontano che potevano e dove fosse caduta là avrebbero
preso moglie. Il più grande tirò e la pietra arrivò sul tetto d'un forno, ed egli ebbe la fornaia. Il secondo tirò e
la pietra arrivò a casa di una tessitrice. Al più piccolo la pietra cascò in un fosso dove c'era una rana.
Tornarono dal re a dire delle loro fidanzate e il Re gli disse che, chi avesse avuto la sposa migliore avrebbe
ereditato il regno. Il re diede a ognuno della canapa perchè gliela riportassero di lì a tre giorni filata dalle
fidanzate, per vedere chi filava meglio. I figli andarono dalle loro fidanzate mentre il più piccolo, tutto
mortificato, se ne andò sul ciglio del fosso e chiamò la rana. Quando la rana uscì, le diede la canapa e disse
che sarebbe ripassato a prenderla filata dopo tre giorni. Dopo tre giorni i fratelli andarono dalle loro fidanzate
a ritirare la canapa e il più piccolo andò dalla rana che aveva in bocca una noce. Si vergognava un po' di
andare dal padre con una noce, ma si fece coraggio e andò. Il Re che aveva già guardato la canapa filata,
aprì la noce e ne venne fuori una tela così fina che pareva tela di ragno. Il padre, a quest'idea che una rana
diventasse regina, non voleva rassegnarsi. Erano nati tre cuccioli alla sua cagna da caccia preferita, li diede
ai tre figli e gli disse di portare i cuccioli alle loro fidanzate per farli allevare e di andare a riprenderseli tra un
mese e chi l'avesse allevato meglio,sarebbe diventava regina. Dopo un mese, si vide che il cane della
fornaia era diventato grande e grosso, quello della tessitrice era uno stecchetto, mentre il più piccolo arrivò
con una cassettina; Il Re aprì la cassettina e ne uscì un barboncino infiocchettato, pettinato e profumato.
Allora il Re disse che non c'era dubbio e che la rana sarebbe diventata regina. Furono stabilite le nozze, tutti
e tre i fratelli andarono a prendere le spose con carrozze infiorate tirate da quattro cavalli, e le spose salirono
tutte cariche di piume e di gioielli. I l più piccino andò al fosso e la rana l'aspettava in una carrozza fatata:
era'una foglia di fico tirata da quattro lumache. Lui andava avanti e le lumache lo seguivano tirando la foglia
con la rana. Ogni tanto si fermava ad aspettarle e una volta si addormentò. Quando si svegliò, vide una
carrozza d'oro con due cavalli bianchi e dentro c'era una ragazza bella come il sole con un abito verde
smeraldo. Era una principessa trasformata in rana, e solo un figlio del Re poteva sposarla. Il Re fu contento
e re e regina diventarono il più figlio piccolo e la sua sposa.
Rosaria Raffaeli 26/03/12
Un legame indissolubile da cui bisognerebbe imparare
ABBAIA PER SALVARE LA SUA PADRONA POI, STREMATO, MUORE ACCANTO A LEI
Axel muore dopo aver cercato di salvare la sua padrona
Un legame indissolubile da cui bisognerebbe imparare. E' questa la storia di Axel che, a Calderara, in
provincia di Bologna, vedendo la sua padrona cadere a terra, capisce che non è un gioco e comincia ad
abbaiare nel gioco e comincia ad abbaiare nel cuore della notte con latrati strazianti. Il tempo passa ma
nessuno arriva; il cane continua ad abbaiare e allora i vicini chiamano i carabinieri, che contattano un
parente dell'anziana, che, avendo le chiavi di casa, riesce a farli entrare. I soccorsi però sono inutili. Non c'è
niente da fare per l'anziana donna,ormai deceduta per un arresto cardiocircolatorio. Axel ,il bulldog di sette
anni, le sta vicino per tutto il tempo, cercando quasi di proteggerla da quegli sconosciuti accanto a lei.
Poi,solo quando tutto quel turbinio di persone sta per terminare, il suo cuore cessa di battere e si ricongiunge
cosi con l'amata padrona.
Rosaria Raffaeli 28|03|12
Carlo Rubbia spiega cos'è la radioattività i suoi danni e vantaggi in un'opera “nucleare”
LA RADIOATTIVITA: FONTE DI VITA MA ANCHE DI DANNI
Carlo Rubbia,nella sua opera “Il dilemma nucleare” racconta la sua vita a contatto con la radioattività, i suoi
misteri e di come ,oltre a danni, grazie alla sua presenza nel sole, renda possibile la vita.
Carlo Rubbia, noto fisico italiano vincitore del premio Nobel nel 1984, nella sua opera “Il dilemma nucleare”,
scritta con il giornalista Nino Crescenti, descrive con precisione e chiarezza l'incidente che nell'aprile del
1986 investì la centrale nucleare di Cernobyl. L'incidente mise in dubbio la sicurezza delle centrali e
l'opinione pubblica divenne fortemente contraria ad ogni suo impiego anche pacifico.
Nel 1958, laureato da qualche anno, il fisico Carlo Rubbia faceva parte degli sperimentatori attorno al
ciclotrone della Columbia University, situato in aperta campagna, non lontano da New York.
Quell'acceleratore era diventato rifugio per diversi tipi di bestiole, che, a causa delle radiazioni, si erano
trasformate in cavie di un programma non organizzato. Allora i rischi biologici delle radiazioni erano noti, ma
il concetto di soglia era più vago di oggi. La scienza è arrivata in ritardo a scoprire la verità sugli effetti
deleteri delle particelle ionizzanti. Madame Curie morì di leucemia, Fermi di cancro allo stomaco ed
Oppenheimer di cancro alla gola. Sebbene la causalità diretta non si possa evidentemente provare, non può
trattarsi di pure coincidenze. La scarsa conoscenza del fenomeno radioattivo ha causato più di un danno.
Basta pensare alla radiologia, introdotta all'inizio del secolo: gli apparecchi radioscopici,che troneggiavano
negli studi medici hanno causato molti danni ai pazienti, e, persino causato la cosiddetta lebbra dei radiologi,
ovvero cancro cutaneo. E' chiaro che la radioattività ci domina da ogni parte con il fondo naturale, costituito
principalmente da raggi cosmici e dalle emissioni delle rocce con radiazioni di 200 rem provenienti dallo
spazio. La radioattività nucleare non è benefica, ma è tollerabile nel senso che i danni biologici e i casi di
mortalità da essa apportati sono di difficile associazione, quindi devono essere accettati come una delle
conseguenze inevitabili del vivere sulla Terra.
E' stato già dimostrato però, dopo lunghi studi, la pericolosità di alcune rocce usate nell'edilizia abitativa, alle
quali è stata associata l'incidenza di tumori in alcune località. Con l'inizio dell'era nucleare, alle radioattività si
sono aggiunte anche quelle prodotte dall'uomo, ancora più potenti. Un fenomeno più subdolo, la radioattività
indotta ovvero quella ritardata, fu scoperta dal fisico francese Fréderic Joliot e da sua moglie Irene (figlia di
Madame Curie) nel 1934. Entrambi, l'anno dopo per questi studi vinsero il premio Nobel. Ciò che
impressiona di questo fenomeno è la durata, il fatto che i radionuclidi, ,una volta creati dall'uomo, caduti al
suolo o penetrati nel nostro corpo attraverso il cibo, continuino a vivere e a rappresentare un pericolo per
settimane, mesi, anni e anche decine e migliaia di anni. Ci può stupire la lentezza del processo di
radioattività , essendo quasi una contraddizione rispetto alla velocità dei fenomeni nucleari. Oggi, sappiamo
che la causa di questa lentezza risiede nella natura delle particelle W , di cui si postulava l'esistenza da una
cinquantina di anni e che noi abbiamo scoperto e prodotto per la prima volta nei laboratori del CERN a
Ginevra. Sono esse che fungono da elemento di trasmissione alla reazione di disintegrazione radioattiva e,
grazie a loro, abbiamo capito il meccanismo della radioattività. Non conosciamo agente esterno, né campo
magnetico, né campo elettrico, né altro, che ci permetta di bloccare questi vettori della radioattività. Non è
possibile dominare gli effetti delle W. Vale la pena di ricordare che nell'Universo ci sono altre funzioni
estremamente importanti. Per esempio, generano una delle quattro forze fondamentali della Natura:
l'interazione debole. E' proprio la lentezza dei processi ad esse associati a garantire che il Sole bruci per
miliardi di anni invece di esplodere come una bomba termonucleare.
E' dunque un medesimo, lentissimo meccanismo fondamentale a determinare il torpore del processo di
combustione solare, il miracolo che permette la vita, e la lentezza del fenomeno nucleare, che ci inquieta
per la durata insopportabile dei radionuclidi.
Rosaria Raffaeli 04/04/12
L'uomo nel benessere non capisce, è come un animale
Ci stiamo rendendo conto che il vivere con il mito idolatrico del tutto e subito, del tutto ciò che è
tecnicamente possibile va fatto, non ci garantisce un futuro buono, che il pensare solo all'oggi, solo a noi
stessi come individui impoverisce la terra e fa aumentare il deserto, ci rende incapaci di lasciare alle nuove
generazioni una eredità nel vero e nobile senso del termine.
Rosaria Raffaeli 04|04|2012
Un sistema per aiutare operai e imprenditori in difficoltà
Lo stress uccide: un rimedio contro la crisi economica
Le conseguenze della crisi si avvertono su lavoratori e imprenditori
Il peso dello stress può diventare insostenibile
I tre suicidi si sarebbero, forse, potuti evitare se anche in Puglia fosse stata attivata una rete che offrisse
supporto psicologico a imprenditori e lavoratori in difficoltà.
Proprio con Sanna, si è messo in contatto Delli Santi che, da presidente provinciale di Brindisi della onlus <
Sos per la vita>, attiverà un intervento sulla stessa linea dei colleghi di Terraferma. Infatti, afferma che,
creando un gruppo di psicologi e psicoterapeuti che esercitano nelle province di Brindisi,
Lecce e Taranto, in un momento di palese emergenza, si fornirà un servizio di supporto immediato in tutta
l'area ionico-salentina. E dice anche che la Puglia è una regione degna della massima attenzione, sebbene
non siano ancora giunte richieste di aiuto.
Bisogna accelerare il cambiamento culturale sulla tutela della salute emotiva e psicologica di chi lavora, dal
dipendente al dirigente, che troppo spesso sottovaluta i primi segnali di allarme dello stress.
Raffaeli Rosaria 02/05/12
Un ibrido di verità e di invenzione
L’ARTE DI TRASFIGURARE I FATTI, PER FARCI CONOSCERE UN’EPOCA
“I Promessi Sposi”sono un coacervo ibrido e inconciliabile di vero e d’inventato
“I Promessi Sposi”, come tutti i romanzi venuti di moda anche in Italia sulla scia del successo di Walter Scott
uniscono verità ed invenzione, perchè vuole far conoscere mediante un’azione inventata un’epoca storica è
ciò che la storia non può o non vuole fare. Nel romanzo, a differenza della tragedia o della poesia, tutto è
inventato.
Manzoni definisce il suo processo al romanzo storico crudo, affilato, autolesionista, dove nel pessimismo
sempre presente, non è risparmiata nemmeno la storia, ricca di verosimiglianze nel suo racconto, quando
non può arrivare al vero. Perfetto nel ragionamento e nelle conclusioni, a far concludere così il Manzoni è un
profondo principio morale: la sacralità della verità, su cui si fonda la sua stessa religione e che è incarnata
nel suo Fondatore e Dio.
Rosaria Raffaeli 02/05/12
Comunicazione e cultura
LA COMUNICAZIONE DA GUTENBERG AD INTERNET
L’era multimediale ha portato ad una svolta nel mondo delle comunicazioni, nella diffusione e
nell’archiviazione dei dati
L'uomo ha sempre sentito il bisogno di comunicare, di interagire, di esprimere idee e trasmetterle, sia in
senso orizzontale (cioè nella propria epoca), sia in verticale (lasciando dietro di sé un segno che duri nel
tempo).
Il mondo delle comunicazioni ha poi compiuto ulteriori passi avanti con mezzi come il telegrafo, il telefono e
poi la radio, che possiedono il carattere fondamentale dell'immediatezza. Tra '800 e '900 fa la sua comparsa
il cinema, che cattura non più singole immagini, ma intere porzioni di vita. Nel '900 la televisione diventa un
mezzo di diffusione di cultura e di informazioni pienamente immediato. Con l'era multimediale si ha però una
nuova svolta nel mondo non solo delle comunicazioni, ma anche nella diffusione. Nella grande comunità
telematica, le relazioni interpersonali e l'attività di studio e ricerca subiscono accelerazioni incredibili. Ma il
vero progresso attuato dalle tecniche multimediali è quello di fornire informazioni globali che presentano
documenti sia testuali che audiovisivi, realizzando la sintesi tra parola immagine, e suono.
L'utilizzo dei mezzi multimediali non è ancora diffuso capillarmente, e le loro potenzialità non sono sfruttate a
pieno. La tendenza che si profila è quella di una compresenza di mezzi tradizionali e di innovazioni, che si
supportano e si integrano reciprocamente. Quindi, il giorno in cui dovremo dire addio alle biblioteche appare
ancora lontano.
Rosaria Raffaeli 2|05|12
La grande scoperta di Galilei
GALILEI E LA LEGGE DI CADUTA DEI CORPI
I corpi possono essere in moto anche senza che ci siano forze in azione
Fin da giovane, Galilei cercò di capire il moto dei corpi, interessandosi in particolare al moto dei pendoli. La
capacità dei pendoli di risalire quasi alla stessa altezza dalla quale erano caduti era straordinaria. La velocità
acquisita dal peso durante la caduta ne permetteva la risalita. Ma qual’era la relazione fra l’altezza e velocità
di caduta fra corpi in quiete e corpi in moto? Galilei pensò di far scivolare dei pesi su dei piani inclinati: anche
qui fece l’ipotesi che l’altezza di caduta e non l’inclinazione del piano determinano la velocità con cui il peso
arriva a terra. Con studi ed esperimenti accurati, giunse ad una scoperta fondamentale: la legge di caduta
dei corpi. Se nello stesso istante lasciamo cadere due corpi di peso diverso, questi toccheranno terra
contemporaneamente. Propose il principio di inerzia: le forze non mantengono i corpi in moto, ma
modificano lo stato di quiete o di moto dei corpi; i corpi possono essere in moto, anche senza che ci siano
forze in azione. Ormai, lo stato dei corpi non è più la quiete ma il moto.
Raffaeli Rosaria 14/05/12
Il Giappone; 2ª potenza coloniale del mondo
IL SISTEMA ECONOMICO GIAPPONESE
Malgrado la mancanza di risorse minerarie ed energetiche, la crescita economica è in rapida
espansione
Partendo da una situazione di grave difficoltà in seguito alla sconfitta nella 2ª Guerra Mondiale e da una
situazione di disagio per la carenza di risorse minerarie ed energetiche, con grande capacità di recepire le
innovazioni tecnologiche provenienti dall’estero e di rielaborarle, il Giappone ha sostenuto ingenti costi per
gli investimenti nella ricerca e il suo sistema economico è in rapida espansione. I costi della manodopera
sono rimasti molto bassi ed è forte la propensione al risparmio. Ciò è dovuto all’assenza di un’assistenza
sociale pubblica e di uno stretto legame fra apparato statale e sistema delle imprese. Per cui, il Paese è
governato da una struttura triangolare ai cui vertici si trovano lo Stato, l’impresa e la burocrazia. La spesa
nella ricerca scientifica, ad eccezione di quella militare, supera quella degli USA .Hanno avuto una forte
crescita i servizi commerciali e finanziari e quelli legati alla comunicazione. Anche il mercato finanziaro,
protetto con leggi dalla concorrenza straniera, ha sostenuto l’economia nazionale, concedendo prestiti con
grande facilità alle imprese e le operazioni di Borsa non vengono effettuate dalle banche ma da società di
intermediazione. Le autorità governative stanno mettendo in atto misure, per rendere più trasparente il
sistema finanziario e competere così con le banche straniere più efficienti e, soprattutto, più innovative.
Rosaria Raffaeli 16/05/12
In morte del fratello Giovanni di Ugo Foscolo
Un giorno, se io non andrò sempre fuggendo
di paese in paese, mi vedrai seduto
sulla tua tomba, o fratello mio, soffrendo
per la tua morte prematura.
La madre ora sola, trascinando la sua tarda età,
parla di me con le tue ceneri,
ma io vi tendo le mani
e solo da lontano saluto la mia città.
Sento i destini avversi e le segrete
cure che quando eri ancora vivo creavano tempesta nel tuo cuore,
e spero anch'io che nella tua vita ci sia quiete.
Adesso mi resta solo il desiderio di morire!
Ciò avverrà lontano dalla mia città
vorrei solo che le persone portino le mie ossa a mia madre.
Es n 1 a b a b a b a b = alternata,c d cd c d = incatenata
Es n 2 il desiderio di tornare a casa e il dolore per la morte del fratello.
Es n 3 chiede di riportare il suo corpo alla madre
Es n 4 metonimia
Stefania Raffaeli 14/03/12
Io voglio del ver la mia donna laudare di Guido Guinizzelli
Io voglio lodare la mia amata in modo veritiero
Paragonarla alla rosa e al giglio; ella brilla e
risplende più della stella del mattino ed io
paragono a lei ciò che nel cielo c'è di più bello.
A lei paragono la verde campagna e l'aria,
tutti i colori dei fiori, il giallo e il rosso
l'oro dei gioielli da offrire in dono:
Amore per lei affina meglio il mio cuore.
Passa per la strada ornata, è così gentile
che abbassa l’orgoglio di colui che saluta,
e lo converte alla nostra fede se non crede già;
e non le si può avvicinare chi è vile;
inoltre vi dico che ha un potere ancora più grande
nessun uomo può pensare male di lei quando la guarda.
Es 2
a) sonetto alternate nelle prime due e incrociata nelle ultime quartine.
b) la bellezza della donna amata
c) complemento oggetto e soggetto: nelle quartine è complemento oggetto; nelle ultime due terzine è
soggetto
d) ornata e gentile, no
e) la donna diminuisce l'orgoglio di chi riceve il suo saluto.
3) ad assemblarli la rosa e il giglio stella diana splende e passa per via adorna.
Stefania Raffaeli 14/03/12
“La ragazza mela” di Italo Calvino
C'era una volta un Re ed una Regina,disperati per il fatto di non riuscire ad avere figli e la regina continuava
a ripetere e a chiedersi il perché,come il melo fa le mele. Cosi successe che alla regina invece di nascerle
un figlio,le nacque una mela bellissima tanto da metterla in un vassoio d'oro sul terrazzo. Di fronte al palazzo
di questo re ce n'era un altro,e questi, affacciandosi alla finestra, vide una ragazza bianca e rossa come una
mela, che si lavava e pettinava al sole e se ne innamorò. La ragazza appena s'accorse che il re la
guardava,sparì e tornò nella mela. Cosi il Re andò a bussare al palazzo di fronte e chiese alla Regina di
cedergli la mela che avevano sul terrazzo. La Regina ribatté che quella era sua figlia,ma il Re tanto disse
che riuscì a convincerla. Successivamente, la portò in camera sua e preparandole tutto,ogni mattina la
ragazza usciva e si pettinava e lui la stava a guardare. Il Re però abitava con una matrigna,la quale a
vederlo sempre chiuso nella sua stanza,s'insospettì. Venne l'ordine di guerra e il Re dovette partire e
incaricò il suo servitore di occuparsi della mela. Appena il re fu partito,la matrigna si diede da fare per
scoprire cosa nascondesse nella sua stanza. Fece mettere dell'oppio nel vino del servitore e, quando
s'addormentò gli rubò la chiave. Aprì la stanza e cominciò a frugare,ma non trovò nulla. Allora pensò che
dovesse essere la mela la sua fissazione e prendendo lo stiletto che aveva nella cintola cominciò a
trafiggerla,facendo uscire del sangue. La regina matrigna,spaventata, scappò,rimettendo la chiave in tasca
al servitore. Il servitore,una volta svegliatosi,non ricordava cosa fosse successo,andò nella stanza e la trovò
allagata di sangue. Temendo la reazione del Re, scappò dalla zia che era una fata e prese delle polverine e
le mescolò. Ritornato dalla mela,le posò le polverine su tutte le trafitture e dalla mela uscì una ragazza tutta
incerottata. Al ritornò del Re la ragazza gli raccontò che la matrigna l'aveva stilettata mentre il servitore
l'aveva curata e che adesso poteva diventare sua sposa ed il Re accettò. In quanto alla matrigna non se ne
seppe più niente.
Stefania Raffaeli 19|03|12
“Il principe che sposò una rana” di Italo Calvino
C'era una volta un Re che aveva tre figli in età da prendere moglie. Perché non sorgessero rivalità tra i figli
sulla scelta delle tre spose,propose di tirare con la frombola una pietra e lì dove fosse caduta,avrebbero
preso moglie. Il più grande tirò,e la pietra arrivò sul tetto di un forno ed ebbe la fornaia. Il secondo tirò e la
pietra arrivò sulla casa di una tessitrice. Al più piccolo la pietra cascò in un fosso. Appena tirato,ognuno
corse a portare l'anello alla fidanzata. Il più grande trovò una ragazza bella soffice come una focaccia,il
mezzano una pallidina e il più piccolo una rana. Tornarono dal Re,il quale disse che avrebbe ereditato il
regno solo chi avesse avuto la sposa migliore e per questo propose di fare delle prove. Diede ad ognuno
della canapa da riportare alle proprie fidanzate per farla filare entro tre giorni. I figli la portarono alle fidanzate
e si raccomandarono di filarle per bene. Il più piccolo andò dalla rana,che saltò fuori dal fosso su una foglia,e
si raccomandò dicendo che sarebbe ritornato tre giorni dopo. Trascorso il tempo necessario, i fratelli
maggiori tornarono dalle fidanzate che avevano fatto un bel lavoro. Anche il piccolo andò al fosso e chiamò
la rana che gli consegnò una noce. Il Re che aveva già controllato il lavoro della fornaia e della
tessitrice,quando aperse la noce ne venne fuori una tela cosi fina che non finiva mai. Ma il Re non si
rassegnava all'idea che una rana diventasse regina e decise di sottoporre le tre spose ad un'altra prova e
cosi affidò ad ognuna uno dei tre cuccioli nati dalla sua cagna da caccia preferita,dicendo di allevarli per un
mese. Il mese successivo si vide che il cane della fornaia era ben nutrito,quello della tessitrice era diventato
un famelico mastino. Il più piccolo,invece,portò una cassettina dalla quale uscì un barboncino. Allora il re
decise che sarebbe divenuto re suo figlio minore e la rana. Si stabilirono le nozze e i principi andarono a
prendere le loro spose con carrozze infiorate trainate da quattro cavalli bianchi. La rana,invece,in una
carrozza fatta da una foglia di fico, trainata da quattro lumache. Ogni tanto il principe l'aspettava con la sua
carrozza,per la lentezza e finì per addormentarsi. Al risveglio trovò una bellissima principessa che gli rivelò
di essere stata per molto tempo vittima di un incantesimo. Alla fine i due diventarono re e regina con l'invidia
dei fratelli maggiori.
Stefania Raffaeli 26|03|12
Calderara. Una donna di 74 anni trovata senza vita nel suo appartamento
Il suo bulldog richiama l'attenzione dei vicini abbaiando
AXEL,CANE FEDELE MUORE ACCANTO ALLA SUA PADRONA
I soccorsi sono arrivati,ma per la donna non c’è stato più nulla da fare. E a quel punto anche il suo bulldog si
è arreso: si è accasciato a terra ed è morto sullo stesso pavimento.
Axel, un cane di sette anni che si è messo ad abbaiare nel cuore della notte a oltranza e i vicini, spaventati,
hanno allora deciso di chiamare i carabinieri. I militari hanno contattato un parente dell'anziana, che aveva le
chiavi, e sono riusciti a entrare.
Axel ha visto la donna cadere a terra:e ha capito che non era affatto un gioco. I soccorsi sono arrivati, ma
per la donna non c'è stato nulla da fare. E a quel punto anche il suo bulldog si è arreso:si è accasciato a
terra ed è morto sullo stesso pavimento della donna. I soccorsi sono stati inutili:era già spirata. Accanto a lei
Axel, che non l'ha lasciata un minuto. Le è stato accanto mentre il personale medico confermava la morte e
ne cercava la causa, un arresto cardiocircolatorio:voleva forse proteggerla da quell'invasione di sconosciuti.
È stato solo quando quel turbinio di persone nel suo appartamento stava per cessare, che anche il cuore
dell'affezionato bulldog ha ceduto, proprio accanto al corpo della sua padrona.
Stefania Raffaeli 28/03/12
”Il Mestiere delle armi” di E. Olmi
Il mestiere delle armi, regia, sceneggiatura e soggetto di Ermanno Olmi del 2001, è stato girato in buona
parte in Bulgaria, in grandi spazi aperti che rappresentano la pianura padana. La vicenda si svolge nel 1526
in un'epoca che per Olmi appartiene più al tardo Medio Evo che al Rinascimento e ha come protagonista
Hristo Jivkov, Sandra Ceccarelli, Dessy Tenekedjieva, Sergio Rammarico. I Ianzichenecchi dell'imperatore
Carlo V discendono l'Italia verso Roma al comando del generale Zorzo Frundsberg (Nikolaus Moras).
Le truppe pontificie sono guidate da Giovanni de' Medici (Hristo Jivkov). Lo scontro tra le due armate è lungo
il Po, dove Giovanni viene ferito a una gamba da uno dei falconetti ceduti alle truppe di Frundsberg dal duca
di Ferrara che tradisce i patti stabiliti con il papa. Il capitano muore dopo sei giorni di agonia, per una
cancrena non bloccata, nonostante l'amputazione di una gamba, il 30 novembre. A Olmi più che la guerra
interessa la figura di Ioanni, verso il quale ha ammirazione, stima e perfino simpatia. Il condottiero è un
professionista, ma il mestiere delle armi diventa, nel corso della vicenda, il mestiere di vivere e anche quello
di morire, perchè Giovanni si confronta con la vita e con la morte, con l'avversario e con se stesso. Giovanni
ama la vita intensa, ha molti amori e cerca il pericolo. Olmi lo descrive come un protagonista che è costretto
al ruolo di eroe, ma che non rinuncia mai alle sue emozioni. Il racconto si focalizza soprattutto sull'ultima
settimana di vita, sul bilancio che il capitano fa della propria esistenza. C'è una concezione cattolica del
dolore, che non è solo una punizione o una premonizione di morte, ma che offre l'opportunità di pensare in
positivo al dono della vita. L'agonia diventa un viaggio nella coscienza, raccontato dalla voce fuori campo di
Pietro Aretino. Gli ultimi istanti sono ricostruiti attraverso una accelerazione nel montaggio che propone flash
di ricordi della moglie, del figlio, dell'amante, mescolati agli affreschi della stanza nella quale Giovanni sta
morendo, che diventano rappresentazioni del suo stato d'animo. Dal punto di vista formale, è impossibile
muovere delle critiche al film di Olmi. Recitazione, fotografia, musica sono ottime. Il messaggio che Olmi
vuole lanciare non è altrettanto univoco e condivisibile. Sostenere che le armi da fuoco hanno cambiato la
guerra sembrerebbe implicare che prima la guerra era “buona”, che la difesa della giustizia può essere
demandata anche allo scontro o alle operazioni di polizia. Il tema è comunque di scottante attualità e la
visione del film costituisce una buona occasione per riflessioni e verifiche personali.
Stefania Raffaeli 23/04/12
Un ibrido di verità e di invenzione
L’ARTE DI TRASFIGURARE I FATTI, PER FARCI CONOSCERE UN’EPOCA
“I Promessi Sposi”sono un coacervo ibrido e inconciliabile di vero e d’inventato
L'arte di trasfigurare i fatti, per farci conoscere un'epoca.
Il tema non è nuovo nell'estetica dell'opera letteraria. Alessandro Manzoni si accorge che, quando si mette a
discutere di vero e di verosimile in letteratura, bisogna cominciare da Omero, dai prischi latini e da Virgilio.
Nelle poco meno di cento pagine del suo romanzo la mente critica del pensatore ha come un soprassalto e
impone all'artista un'analisi dei problemi, che la sua opera tragica e ormai anche romanzesca, implica.
Quelle pagine vennero pubblicate vent'anni dopo, nel '28. In verità, che altro erano I Promessi Sposi se non
un insieme di vero e di inventato con risultati buoni, pessimi o mediocri sulla scia di Walter Scott? Egli ci
vuole fare conoscere mediante un'azione inventata un'epoca storica e ciò che la storia non può o non vuole
fare. Manzoni stesso definisce questo suo un “processo al romanzo storico”, dove nel pessimismo
pervadente non è risparmiata nemmeno la storia,anch'essa non avara di verosimiglianze. Perfetto nel
ragionamento il Manzoni ha un profondo principio morale:la sacralità della verità, su cui si fonda la sua
stessa religione e che è incarnata nel suo Fondatore e Dio. Anche verso gli antichi, con tutta la sua
venerazione per i classici, Manzoni arrivò ad un disdegno sprezzante per quella stessa ragione, il falso.
Stefania Raffaeli 02/05/12
Dante e l’America
LA “DIVINA COMMEDIA” DI DANTE IN AMERICA
Gli Stati Uniti rilanciano il poeta sia su Internet che sulla scena in un teatro di Brodway
Gli Stati Uniti hanno rivisitato Dante con l’”Inferno” che viaggia su Internet. A New York,a Brodway, a Miami, a
Seattle, a Kansas City, a Los Angeles, in Alabama, a Boston è stato rappresentato nei migliori teatri, perché
diventi un poeta anche per le masse, come lo sono già la Bibbia e Shakespeare. Infatti, si pensa che,
insieme alle nuove tecnologie, potrebbe provocare un grande risveglio della poesia,della lettura, perché,
ormai si legge più. Questa è l’era dei non lettori, dell’analfabetismo di ritorno, dei ragazzini che vanno a
scuola solo con il cellulare sempre acceso e si disinteressano di tutto; sono sempre insoddisfatti e sembra
che nulla gli interessi. Il divino poeta è stato sponsorizzato sulla rivista “The Atlantic Monthly” e sulla” World
Wide Web”ed ha riscosso molto successo.
Stefania Raffaeli 14/05/12
Un grande evento florovivaistico a Salerno
MOSTRA DELLA MINERVA
Settantotto espositori provenienti da ogni parte d’Italia hanno esposto alla mostra della Minerva nei
propri stand piante e fiori di ogni genere
La Mostra della Minerva è l’evento florovivaistico che si è aperto a Salerno
lungo i viali alberati della villa
comunale. Facendo leva su un antico proverbio cinese che dice: “Chi pianta un giardino, semina la felicità”,
l’associazione Hortus Magnus organizza da 12 anni nel mese di aprile una vera e propria collettiva d’arte
floreale, che affonda le sue radici nel ricordo dell’Orto Botanico più antico d’Europa, sede della Scuola
Medica Salernitana. Hanno aderito 78 espositori, provenienti da ogni parte d’Italia ed ognuno ha pagato una
quota di iscrizione pari a 150 euro. La fanno da padrone piante e fiori, un trionfo di camelie, azalee,
rododendri, rose, orchidee, narcisi, tulipani, piante ornamentali, acquatiche ed aromatiche. La professionalità
nell’allestimento del proprio stand per qualità, e sistemazione è il criterio che guida il concorso, bandito per il
secondo anno fra gli espositori della Mostra, ed una Commissione di esperti ha premiato 2 vivaisti ed 1
espositore.
Stefania Raffaeli 14/05/12
Bullismo, va a scuola scortata dalla polizia
Un’adolescente protetta dagli agenti dopo le minacce di una compagna e una rissa in classe. Le due giovani
sono innamorate dello stesso ragazzo. Le due studentesse erano già state protagoniste di una rissa nelle
aule del Bertarelli in Porta Romana. La più prepotente è legata alla banda giovanile dei Latin King.
Un caso di bullismo al femminile. Una ragazza, che frequenta l’Istituto professionale Bertarelli di corso di
Porta Romana 110, da alcuni giorni va a scuola scortata dalla polizia per difendersi da una compagna, una
ragazza legata a un gruppo di teppisti che frequenta la zona e che la sostiene. Motivo di contrasto: la
simpatia nei confronti di uno stesso maschietto. «Una forma di pseudogelosia – spiega Nicola Iannaccone, lo
psicologo dell’Asl esperto di bullismo che già in passato era intervenuto in questa scuola per un analogo
episodio -. Due ragazze a cui piace uno stesso ragazzo, una delle quali non è disposta a dividere la
simpatia. Da qui lo scontro. Basta un pretesto: “Non guardarlo quello”, dice la più prepotente. Uno scambio
di battute, e l’invito a vedersi in classe dove avviene la rissa. E non finisce qui, perché poi, fuori dalla scuola
c’è la banda in agguato per continuare lo scontro». Ma la notizia dell’episodio corre, e a questo punto
interviene la professoressa Teresa Capra, dirigente scolastica del Bertarelli che chiama la polizia. La ragazza
vittima dell’aggressione, sedici anni, è di origine straniera, come quasi la metà degli alunni che frequentano
questa scuola, come stranieri sono i componenti della banda che imperversa nella zona. «Sono ragazzi che
si danno appuntamento alla Crocetta – dice la preside –. Sono i cosiddetti Latin king, una banda di piazzale
Corvetto che arriva fin qui. Lì è il problema. Non potevamo fare altro che chiamare in causa gli agenti del
commissariato, per tutelare la ragazza, per consentirle di frequentare regolarmente le lezioni senza rischiare
di essere aggredita. Siamo accerchiati e dobbiamo a tutti i costi garantire a ogni nostro iscritto almeno la
libertà di sedersi sui banchi di scuola». «Ormai – aggiunge lo psicologo Iannaccone – la scuola deve
fronteggiare anche queste situazioni, perché certe forme di prevaricazione non si sa bene dove comincino e
dove finiscano. In ogni modo la scuola non può tirarsi fuori, anche perché i bulli della scuola hanno
certamente rapporto con le bande esterne. Più che mai, dunque, la lotta al bullismo, che alle superiori
assume sempre più spesso aspetti penali veri e propri, esige l’impegno di tutti». Il fenomeno è sempre più
sotto l’attenzione della direzione scolastica regionale che ha istituito un osservatorio che sta lavorando per
dare sostegno alle scuole. «Abbiamo chiamato gli esperti più qualificati per studiare il problema e le sue
soluzioni – dice il direttore scolastico regionale Anna Maria Dominici –. Il fenomeno non è certo nuovo, ma
emerge sempre di più perché c’è più sensibilità ad avvertire il problema e a fronteggiarlo. Credo che ormai ci
sia la consapevolezza che nessun gesto di bullismo debba essere tollerato».
Stefania Raffaeli 16/05/12
IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI
Un giorno, quando io smetterò di essere in esilio, mi vedrai seduto sulla tua tomba, fratello mio, a piangere
per il fiore della tua giovinezza, stroncata anzitempo. La madre ora sola, nonostante la sua tarda età, parla di
me sulla tua tomba, e io le mie deluse mani tendo verso di voi e da lontano saluto la mia patria. Sento le
avversità del destino e le preoccupazioni che tormentarono la tua vita e desidero anche io la tua stessa
quiete. Mi resta solo questo desiderio oggi! Stranieri, riportate a mia madre il mio cadavere.
1. AB AB AB AB CDC DCD, rima alternata e incrociata.
2. La lontananza dalla patria a causa dell'esilio, le inquietudini del suo animo, il problema della sepoltura.
3. Si rivolge alla gente che non conosce perchè è esule.
4. E' una metonimia.
Antonio Soranno 14/03/12
GUIDO GUINIZZELLI: IO VOGLIO DEL VER LA MIA DONNA LAUDARE
Voglio lodare la mia donna, così come è veramente, e paragonare a lei la rosa e il giglio: ella appare più
splendente della stella del mattino e paragono a lei quanto c’è di bello nel cielo. Paragono a lei una verde
campagna, l’aria e tutti i colori dei fiori, giallo, rosso, oro e azzurri lapislazzuli e gioielli degni di essere donati:
Amore stesso per opera sua diviene più perfetto.
Ella passa lungo la via adorna ed è così nobile che piega l’orgoglio a colui al quale porge il saluto e se questi
non è credente lo rende cristiano, convertendolo alla nostra fede; e non le si può avvicinare chi non sia
nobile; anzi dirò che ella ha un potere ancora più grande: nessuno può avere cattivi pensieri quando la vede.
2.
a. sonetto e rime alternate e incatenate.
b. la bellezza della patria.
c. soggetto e complemento oggetto, nelle quartine è complemento oggetto e nelle terzine soggetto.
d. ornata ed educata. no.
e. a chi riceve il suo saluto.
Antonio Soranno 14/03/12
IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI
Un giorno, quando io smetterò di essere in esilio, mi vedrai seduto sulla tua tomba, fratello mio, a piangere
per il fiore della tua giovinezza, stroncata anzitempo. La madre ora sola, nonostante la sua tarda età, parla di
me sulla tua tomba, e io le mie deluse mani tendo verso di voi e da lontano saluto la mia patria. Sento le
avversità del destino e le preoccupazioni che tormentarono la tua vita e desidero anche io la tua stessa
quiete. Mi resta solo questo desiderio oggi! Stranieri, riportate a mia madre il mio cadavere.
1. AB AB AB AB CDC DCD, rima alternata e incrociata.
2. La lontananza dalla patria a causa dell'esilio, le inquietudini del suo animo, il problema della sepoltura.
3. Si rivolge alla gente che non conosce perchè è esule.
4. E' una metonimia.
Rocco Soranno 14/03/12
GUIDO GUINIZZELLI: IO VOGLIO DEL VER LA MIA DONNA LAUDARE
Voglio lodare la mia donna, così come è veramente, e paragonare a lei la rosa e il giglio: ella appare più
splendente della stella del mattino e paragono a lei quanto c’è di bello nel cielo. Paragono a lei una verde
campagna, l’aria e tutti i colori dei fiori, giallo, rosso, oro e azzurri lapislazzuli e gioielli degni di essere donati:
Amore stesso per opera sua diviene più perfetto.
Ella passa lungo la via adorna ed è così nobile che piega l’orgoglio a colui al quale porge il saluto e se questi
non è credente lo rende cristiano, convertendolo alla nostra fede; e non le si può avvicinare chi non sia
nobile; anzi dirò che ella ha un potere ancora più grande: nessuno può avere cattivi pensieri quando la vede.
2.
a. sonetto e rime alternate e incatenate.
b. la bellezza della patria.
c. soggetto e complemento oggetto, nelle quartine è complemento oggetto e nelle terzine soggetto.
d. ornata ed educata. no.
e. a chi riceve il suo saluto.
Rocco Soranno 14/03/12
“La ragazza mela” di Italo Calvino
Questa fiaba parla di un Re e una Regina che erano disperati perchè non avevano figli. La Regina si
domandò perchè lei non poteva fare i figli così come il melo faceva le mele. Poi successe che alla Regina
nacque una mela al posto di un figlio e il Re la mise in un vassoio d'oro sul terrazzo. Di fronte a questo Re ce
n'era un altro che vide sul terrazzo del primo Re una bella ragazza bianca e rossa come una mela. La
ragazza appena si accorse che la stavano guardando, corse nel vassoio ed entrò nella mela. Il Re ne rimase
innamorato. Il Re andò a bussare al palazzo di fronte e chiese alla Regina che voleva la mela che aveva sul
terrazzo, la Regina disse di si per non spezzare l'amicizia che c'era tra i vicini. La ragazza ogni mattino
usciva, si lavava e si pettinava e lui la stava a guardare. Dopo che si lavava e si pettinava tornava
nuovamente nella mela. Quel Re abitava con la sua matrigna e la matrigna si domandava perchè il Re stava
sempre chiuso in camera sua. Arrivò l'ordine di guerra e il Re doveva partire e lasciò la chiave della camera
sua dicendogli di preparare ogni giorno l'acqua e il pettine e di non fargli mancare niente se no il Re lo
uccideva. Appena il Re partì la matrigna si diede da fare per entrare nella camera del Re e fece
addormentare il servitore e entrò nella stanza e incominciò a frugare e trovò la mela. La matrigna prese lo
stiletto e si mise a trafiggere la mela e a ogni trafittura usciva sangue. La Regina mise la chiave di nuovo
nella tasca del servitore. Quando il servitore si svegliò andò nella camera del Re e trovò la stanza allagata di
sangue. Il servitore se ne scappò e andò da sua zia che era una fata e aveva tutte le polverine magiche e la
zia gli diede una polverina che andava bene per le mele incantate e una polverina che andava bene per le
ragazze stregate, e le mescolò. Il servitore mise la polvere sulla mela e la mela si spaccò e uscì la ragazza
tutta bendata e incerottata. Tornò il Re e la ragazza parlò per la prima volta e disse che la sua matrigna la
aveva presa a stilettate e il servitore l'ha curata. La ragazza voleva essere presa in sposa dal Re e si
sposarono. Si fece una festa con gran gioia dei due palazzi vicini, la matrigna scappò e non si ebbero più
notizie di lei.
Giovanni Toscanelli 19/03/12
“Il principe che sposò una rana” di Italo Calvino
C'era una volta un Re che aveva tre figli in età da prender moglie.Perché non sorgessero rivalità sulla scelta
delle tre spose, disse di tirare con la fionda le pietre e dove cadeva la pietra dovevano prendere moglie. I tre
figli presero le fionde e tirarono. Il più grande tirò e la pietra arrivo sul tetto di un Forno ed egli ebbe la
fornaia. Il secondo tirò e la pietra arrivò alla casa di una tessitrice.
Al più piccino la pietra cascò in un fosso. Appena tirato ognuno correva a portare l'anello alla fidanzata. Il più
grande trovò una giovinotta bella soffice come una focaccia, il mezzano una pallidina, fina come un filo, e il
più piccino, guarda guarda in quel fosso, non ci trovò che una rana.
Tornarono dal Re a dire delle loro fidanzate. Disse il Re che chi aveva la sposa migliore ereditava il regno e
fecero le prove.Diede a ognuno della canapa perché gliela riportassero di lì a tre giorni filata dalle fidanzate,
per vedere chi filava meglio. I figli andarono delle fidanzate e si raccomandarono che filassero a puntino; e il
più piccolo tutto mortificato, con quella canapa in mano, se ne andò sul ciglio del fosso e si mise a chiamare
la rana.La rana salto fuori dall'acqua su una foglia.
Il figlio del Re le diede la canapa e disse che sarebbe ripassato a prenderla filata dopo tre giorni.
Dopo tre giorni i fratelli maggiori corsero tutti ansiosi dalla fornaia e dalla tessitrice a ritirare la canapa. La
fornaia aveva fatto un bel lavoro, ma la tessitrice l'aveva filata che pareva seta.
Il più piccolo andò al fosso e chiamò la rana.Saltò su una foglia e aveva in bocca una noce.
Lui si vergognava un po' di andare dal padre con una noce mentre i fratelli avevano portato la canapa filata;
ma si fecero coraggio e andò. Il Re che aveva già guardato il lavoro della fornaia e della tessitrice, aprì la
noce del più piccino. Aperta la noce ne venne fuori una tela così fina che sembrava tela di ragno e non finiva
mai e tutta la sala del trono ne era invasa.Il Re disse che la tela non finiva mai e appena dette queste parole
la tela finì. Il padre, a quest'idea che una rana diventasse regina, non voleva rassegnarsi. Erano nati tre
cuccioli alla sua cagna da caccia preferita, e li diede ai tre figli e disse di portargli alle fidanzate e di tornare a
prenderli fra un mese e chi lo allevava meglio sarà regina.Dopo un mese si vide che il cane della fornaia era
diventato un molosso grande e grosso, perché il pane non gli era mancato; quella della tessitrice era venuto
un famelico mastino.Il più piccino arrivò con una cassettina, il Re aprì la cassettina e ne uscì un barboncino
infiocchettato, pettinato, profumato, che stava ritto sulle zampe di dietro e sapeva fare gli esercizi militari e
far di conto. Il Re disse che il Re sarà suo figlio minore e la rana sarà regina.Furono stabilite le nozze, tutti e
tre i fratelli lo stesso giorno. I fratelli maggiori andarono a prendere le spose con carrozze infiorate tirate da
quattro cavalli, e le spose salirono tutte cariche di piume e di gioielli.Il più piccino andò al fosso, e la rana
l'aspettava in una carrozza fatta d'una foglia di fico tirata da quattro lumache. Lui andava avanti, e le
lumache lo seguivano tirando la foglia con la rana.Ogni tanto si fermava ad aspettare, e una volta si
addormentò. Quando si svegliò, gli s'era fermata davanti una carrozza d'oro, imbottita di velluto, con due
cavalli bianchi e dentro c'era una ragazza bella come il sole con un abito verde smeraldo, era la rana. La
ragazza aprì uno scrigno dove c'era la foglia di fico, la pelle della rana e quattro gusci di lumaca e disse che
era una principessa trasformata in rana e se uno la sposava riprendeva la forma umana. Il Re era contento e
ai figli maggiori che si rodevano d'invidia disse che chi non era neanche capace di scegliere la moglie non
meritava la Corona. Il più piccino e la sua sposa diventarono re e regina.
Giovanni Toscanelli 19/03/12
CALDERARA. Muore anziana in casa, con lei il suo amato cane
ANZIANA SIGNORA MUORE, IL SUO FEDELE CANE NON REGGE
Un legame, quello fra Axel e la sua padrona che in un certo senso non si è mai spezzato
Un'anziana bolognese è morta dopo un arresto cardiocircolatorio a Calderara; aveva 74 anni
É successo nella notte del 28 marzo 2012 in un appartamento a Calderara. É morta per un arresto
cardiocircolatorio che l'ha sorpresa in piena notte ma non si sa la causa di quell'arresto, perchè è stato
improvviso. Il cane abbaiava per chiedere aiuto, ma i vicini lo hanno sentito in ritardo e quindi, quando hanno
chiamato l'ambulanza, non c è stato niente da fare.Dopo che l'anziana signora è morta, il suo amato cane
Axel,per il dolore della perdita della sua padrona, è morto sullo stesso pavimento.
Purtroppo non si è potuto fare niente, oltre ad aver cessato di battere il cuore della signora, è cessato anche
quello del fedelissimo e amatissimo cane Axel.
Giovanni Toscanelli 28/03/12
L'imbarbarimento e la crisi economica hanno portato a una società più povera
L'IMBARBARIMENTO E LA CRISI
La nostra società si è impoverita per colpa della crisi economica, etica e culturale. Successivamente ci è
stato l'imbarbarimento con molta gente poverissima costretta a vivere per strada senza neanche un
centesimo e a chiedere l'elemosina. Per portare del denaro a casa, dobbiamo fare dei sacrifici, lavorando
sempre. Noi siamo incapaci di comunicare la valenza umanizzante dello sforzo e della rinuncia, perchè non
sappiamo più distinguere tra necessario e superfluo,ma tutto ci pare sullo stesso piano. Non si percepisce
alcun legame tra generazioni né responsabilità verso il futuro della collettività.
Giovanni Toscanelli 28/03/12
Fantantonio ritorna dopo il malore
Cassano convocato per gli Europei
L'attaccante della nazionale azzurra può tornare ad allenarsi con il Milan dopo l’operazione al cuore di
novembre; infatti, è arrivata l’idoneità a riprendere l’attività agonistica. Antonio Cassano può tornare ad
allenarsi regolarmente con l'AC Milan. Il giocatore si era sentito male al ritorno da una trasferta a Roma e gli
era stato diagnosticato un forame ovale pervio cardiaco interatriale, che aveva provocato una lieve ischemia
cerebrale “senza deficit neurologici persistenti”. Si era, quindi, sottoposto a un intervento chirurgico. Una
commissione della Federazione medico sportiva italiana, composta da dieci professori ha però espresso
parere favorevole sulle condizioni di salute del 29enne attaccante barese, che ha anche avuto da pochi
giorni l’ok definitivo. Cassano ha segnato sei gol in dieci partite nelle qualificazioni per gli Azzurri, che in
Polonia e Ucraina se la vedranno con Spagna, Croazia e Repubblica d’Irlanda nel Gruppo C.
Giovanni Toscanelli 04/04/12
Ibrahimovic:”Il Milan è il mio futuro”
Ibra resta al Milan
Zlatan Ibrahimovic parla. Come sempre, esprime concetti chiari e mai banali. Lui sta bene al Milan e non ha
altri pensieri, vuole finire la stagione con la maglia rossonera e con quella della Nazionale. L'anno prossimo
rimarrà al Milan. Ibra dice di fare tutto per vincere le 6 partite rimanenti e ricevere il 19° scudetto. Berlusconi
e Galliani danno molta fiducia nell’attaccante svedese. Ibra vuole lo scudetto e cercherà di dare il meglio per
la squadra.
Giovanni Toscanelli 11/04/12
Balo capisce gli errori fatti ma i compagni lo rifiutano
Balotelli si scusa ma i compagni lo scaricano
Mario Balotelli ha chiesto scusa a Roberto Mancini per tutti i guai che gli ha combinato rivelando che il suo
modello è Carlos Tevez da cui ha imparato di dare sempre il massimo. I suoi compagni di squadra vogliono
farlo fuori dal derby di Manchester del 30 aprile. A supporto della presa di posizione dello spogliatoio contro
Balotelli ci sono i numeri, che dicono due vittorie su due del City senza il talentuoso centravanti italiano.
Complice il malcontento di buona parte della squadra, che vuole la cessione del giocatore a fine stagione, il
Milan sarebbe pronto a offrire una scappatoia a SuperMario, anche se per la metà dei 24 milioni di sterline
spesi dal City per prenderlo dall'Inter nel giugno del 2010.
Toscanelli Giovanni 11/04/12
Quando lo sport diventa pericoloso
MUORE IL CENTROCAMPISTA PIERMARIO MOROSINI PER ARRESTO CARDIACO SUL CAMPO DI
CALCIO DI PESCARA
La notizia della morte del giocatore italiano che ha un collasso in campo fa fermare l’Italia
Il giocatore del Livorno, Piermario Morosini, muore in campo dopo un arresto cardiaco e l’Italia si ferma. La
tragica morte è avvenuta a Pescara allo stadio Adriatico, durante un match di serie B e, in poche ore, la
notizia ha fatto il giro del mondo. Una nuova tragedia ha colpito il mondo del calcio. La BBC ricorda che in
Italia si è ridotto del 90% negli ultimi 30 anni il numero di decessi per arresto cardiaco dei giovani atleti, da
quando è stato introdotto l’esame obbligatorio cardio-circolatorio per chi pratica attività agonistica. I giocatori
del Livono hanno ricordato il centrocampista Morosini, indossando la maglia con il numero 25 durante la
partita e proponendo un vitalizio per la sorella disabile del giocatore.
Giovanni Toscanelli 02-05-12
L'Ora della Terra sabato 31 marzo
In Puglia riflettori su molti monumenti
É un'occasione davvero speciale per spostarsi – anche solo per pochi chilometri- ed assistere ad Hearth
Hour, !l'Ora della terra”, l'evento globale WWF che, partito da Sydney nel 2007 in pochi anni si è trasformato
nella più spettacolare iniziativa mai vista. L'obiettivo, prendendo spunto dal gesto simbolico di spegnere le
luci di monumenti e luoghi simbolo, è quello di coinvolgere cittadini, istituzioni e imprese in azioni concrete
per dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico. Per chi ha voluto
passare un weekend “fuori porta” ha avuto modo di assistere a concerti e spettacoli in cui l'energia elettrica
che illumina la scena viene interamente generata dalle biciclette di 128 “donatori di energia” reclutati su
internet. Anche in Puglia l'elenco delle manifestazioni è piuttosto articolato. Si è iniziato da Castel del Monte
poi a Barletta-Andria-Trani, Taranto, Bari, Bitetto, Lecce, Maglie, Otranto, Santeramo in Colle, Monopoli.
Giovanni Toscanelli 16/05/12
“In morte del fratello Giovanni” di Ugo Foscolo
Un giorno, se non andrò esule di paese in paese
mi vedrai seduto
sulla tua tomba,fratello mio,soffrendo
per la tua giovinezza finita cosi presto.
Ora solo nostra madre
parla di me con le tue ceneri,
e posso solo porgere le mie braccia
e solo da lontano saluto la mia città
Sento il destino avverso e le angosce
che ti hanno creato sofferenza
e prego anch'io di giungere presto alla tua stessa tranquillità.
Adesso mi resta solo la speranza di morire!
Dopo la mia morte,che avverrà lontano dalla mia città
persone sconosciute portino le mie ossa a mia madre..
Es n 1 a b a b,a b a b,c d c,d c d, alternata incrociata;due quartine due terzine,versi endecasillabi,
Es n 2 il desiderio di tornare a casa,e l'angoscia per la morte del fratello.
Es n 3 chiede che la gente del luogo in cui vive,riporti alla sua morte,almeno le sue ossa alla madre;si
riferisce alla gente
Es n 4 metonimia
Giada Turi 14/03/12
“Io voglio del ver la mia donna laudare” di Guido Guinizzelli
Voglio lodare la mia donna,così come è veramente,
e paragonare a lei la rosa e il giglio:
ella appare più splendente di Venere.
A lei paragono la verde campagna e l'aria
tutti i colori dei fiori,giallo e rosso,
oro e azzurro e gemme da donare
perfino l'amore attraverso lei,ingentilisce il cuore.
Passa per le vie,adornata e gentile
e riduce l'orgoglio di chi ne riceve il saluto,
e se non si crede,l'avvicina alla fede,
e non le si possono avvicinare le persone vili,
e vi dirò che ha un potere:
non si può pensare male di lei, finché non la si guarda.
Es n 2 a) sonetto; a b a b, a b a b,c d e,c d e, alternate,incrociata,due quartine due terzine,versi
endecasillabi
b) la lode della donna nelle quartine,e l'aspetto interiore nelle terzine.
c) nelle quartine è complemento oggetto (diretto nella prima e indiretto nella seconda), soggetto nelle
terzine;
d) adorna sta a significare l'aspetto di decoro della donna,gentile invece la nobiltà d'animo;no
e) si riferisce a chi riceve il suo saluto;
Es n 3 topoi della tradizione trobadorica nelle quartine (ed assemblarli la rosa e lo giglio,stella diane splende
e pare,passa per via adorna,e si gentile,no elle po appressare om che sia vile)della poesia stilnovistica ( tutti
color di fior, giano e vermiglio,oro ed azzurro e ricche gioi per dare,null'om po' mal pensare fin che la
vede)nelle terzine.
Giada Turi 14/03/12
“La ragazza mela” di Italo Calvino
C'era una volta un Re ed una Regina,disperati per il fatto di non riuscire ad avere figli e la regina continuava
a ripetere e a chiedersi il perché,come il melo fa le mele. Cosi successe che alla regina invece di nascerle
un figlio,le nacque una mela bellissima tanto da metterla in un vassoio d'oro sul terrazzo. Di fronte al palazzo
di questo re ce n'era un altro,e questi, affacciandosi alla finestra, vide una ragazza bianca e rossa come una
mela, che si lavava e pettinava al sole e se ne innamorò. La ragazza appena s'accorse che il re la
guardava,sparì e tornò nella mela. Cosi il Re andò a bussare al palazzo di fronte e chiese alla Regina di
cedergli la mela che avevano sul terrazzo. La Regina ribatté che quella era sua figlia,ma il Re tanto disse
che riuscì a convincerla. Successivamente, la portò in camera sua e preparandole tutto,ogni mattina la
ragazza usciva e si pettinava e lui la stava a guardare. Il Re però abitava con una matrigna,la quale a
vederlo sempre chiuso nella sua stanza,s'insospettì. Venne l'ordine di guerra e il Re dovette partire e
incaricò il suo servitore di occuparsi della mela. Appena il re fu partito,la matrigna si diede da fare per
scoprire cosa nascondesse nella sua stanza. Fece mettere dell'oppio nel vino del servitore e, quando
s'addormentò gli rubò la chiave. Aprì la stanza e cominciò a frugare,ma non trovò nulla. Allora pensò che
dovesse essere la mela la sua fissazione e prendendo lo stiletto che aveva nella cintola cominciò a
trafiggerla,facendo uscire del sangue. La regina matrigna,spaventata, scappò,rimettendo la chiave in tasca
al servitore. Il servitore,una volta svegliatosi,non ricordava cosa fosse successo,andò nella stanza e la trovò
allagata di sangue. Temendo la reazione del Re, scappò dalla zia che era una fata e prese delle polverine e
le mescolò. Ritornato dalla mela,le posò le polverine su tutte le trafitture e dalla mela uscì una ragazza tutta
incerottata. Al ritornò del Re la ragazza gli raccontò che la matrigna l'aveva stilettata mentre il servitore
l'aveva curata e che adesso poteva diventare sua sposa ed il Re accettò. In quanto alla matrigna non se ne
seppe più niente.
Giada Turi 19/03/12
“Il principe che sposò una rana” di Italo Calvino
C'era una volta un Re che aveva tre figli in età da prendere moglie. Perché non sorgessero rivalità tra i figli
sulla scelta delle tre spose,propose di tirare con la frombola una pietra e lì dove fosse caduta,avrebbero
preso moglie. Il più grande tirò,e la pietra arrivò sul tetto di un forno ed ebbe la fornaia. Il secondo tirò e la
pietra arrivò sulla casa di una tessitrice. Al più piccolo la pietra cascò in un fosso. Appena tirato,ognuno
corse a portare l'anello alla fidanzata. Il più grande trovò una ragazza bella soffice come una focaccia,il
mezzano una pallidina e il più piccolo una rana. Tornarono dal Re,il quale disse che avrebbe ereditato il
regno solo chi avesse avuto la sposa migliore e per questo propose di fare delle prove. Diede ad ognuno
della canapa da riportare alle proprie fidanzate per farla filare entro tre giorni. I figli la portarono alle fidanzate
e si raccomandarono di filarle per bene. Il più piccolo andò dalla rana,che saltò fuori dal fosso su una foglia,e
si raccomandò dicendo che sarebbe ritornato tre giorni dopo. Trascorso il tempo necessario, i fratelli
maggiori tornarono dalle fidanzate che avevano fatto un bel lavoro. Anche il piccolo andò al fosso e chiamò
la rana che gli consegnò una noce. Il Re che aveva già controllato il lavoro della fornaia e della
tessitrice,quando aperse la noce ne venne fuori una tela cosi fina che non finiva mai. Ma il Re non si
rassegnava all'idea che una rana diventasse regina e decise di sottoporre le tre spose ad un'altra prova e
cosi affidò ad ognuna uno dei tre cuccioli nati dalla sua cagna da caccia preferita,dicendo di allevarli per un
mese. Il mese successivo si vide che il cane della fornaia era ben nutrito,quello della tessitrice era diventato
un famelico mastino. Il più piccolo,invece,portò una cassettina dalla quale uscì un barboncino. Allora il re
decise che sarebbe divenuto re suo figlio minore e la rana. Si stabilirono le nozze e i principi andarono a
prendere le loro spose con carrozze infiorate trainate da quattro cavalli bianchi. La rana,invece,in una
carrozza fatta da una foglia di fico, trainata da quattro lumache. Ogni tanto il principe l'aspettava con la sua
carrozza,per la lentezza e finì per addormentarsi. Al risveglio trovò una bellissima principessa che gli rivelò
di essere stata per molto tempo vittima di un incantesimo. Alla fine i due diventarono re e regina con l'invidia
dei fratelli maggiori.
Giada Turi 26/03/12
Calderara (BO). Abbaia per chiedere aiuto
Muore stremato
ABBAIA PER SALVARE LA SUA PADRONA POI, STREMATO, MUORE ACCANTO A LEI
Axel muore dopo aver cercato di salvare la sua padrona
Un legame indissolubile da cui bisognerebbe imparare. E' questa la storia di Axel che, a Calderara, in
provincia di Bologna, vedendo la sua padrona cadere a terra, capisce che non è un gioco e comincia ad
abbaiare nel cuore della notte con latrati strazianti. Il tempo passa ma nessuno arriva; il cane continua ad
abbaiare e allora i vicini chiamano i carabinieri, che contattano un parente dell'anziana, che, avendo le chiavi
di casa, riesce a farli entrare. I soccorsi però sono inutili. Non c'è niente da fare per l'anziana donna,ormai
deceduta per un arresto cardiocircolatorio. Axel ,il bulldog di sette anni, le sta vicino per tutto il tempo,
cercando quasi di proteggerla da quegli sconosciuti accanto a lei.
Poi,solo quando tutto quel turbinio di persone sta per terminare,il suo cuore cessa di battere e si ricongiunge
cosi con l'amata padrona.
Un legame indissolubile da cui bisognerebbe imparare.
Giada Turi 28-03-12
Il senso del sacrificio è andato ormai perso in un mondo narcisista
TUTTO O NIENTE? NO! MEGLIO UN SACRIFICIO D'AMORE
Sopraggiunta la crisi economica prima sottovalutata poi tenuta nascosta, infine esplosa si scopre
essere anche una crisi etica e culturale
Il salmo 49,con la sua sapienza sottolinea come l'uomo nel benessere non capisce,è come un animale. Solo
ora ci stiamo incamminando verso la presa di coscienza che non è più possibile proseguire sulla strada
percorsa dall'uomo nell'ultimo ventennio, che la mancanza di eguaglianza e di giustizia rende la nostra
vita,che resta sempre vita comune,più difficile e meno sicura, più conflittuale.
Nel dopoguerra,molti vivevano in condizioni di fame e miseria, e questa non era un'opzione, ma la
condizione che gli era toccata. Però da quella privazione forzata,è nata una reazione di rigetto:nessuno
voleva più sentir parlare di sacrifici soprattutto nell'era del boom economico. E' da li che è cominciato il non
trasmettere il valore del sacrificio. Abbiamo assistito cosi al rarefarsi di persone con la voglia di occuparsi
degli altri,per preparare un futuro migliore per i propri figli. Spendere le proprie energie,fino a sacrificare la
propria vita è giusto se, facendolo, si ottiene giustizia, pace, libertà. Riscoprire il significato del sacrificio
richiede un discernimento su azioni e comportamenti che da tempo abbiamo rinunciato ad esercitare,
assumendo senza alcuna criticità quello che il consumo,il mercato e la propaganda ci presentavano come
comportamento normale,imparando cosi a non saper più distinguere il necessario dal superfluo. Si è come
smarrita ogni scala di priorità, tutto pare sullo stesso piano. Credo che questo smarrimento culturale ed etico
abbia profondamente a che fare con l'affievolirsi del senso attribuibile ai sacrifici. Il sacrificio è il debito che
si assume verso l'altro, la speranza di contribuire ad un mondo migliore, la solidarietà con chi non può
accedere a beni essenziali, che noi non ci rendiamo nemmeno più conto di possedere. Questo può
spingerci non solo ad accettare il sacrificio ma ad affrontarli con consapevolezza e convinzione. Perché il
potere del sacrificio non è il poterne fare facilmente a meno,bensì l'affermare che con la propria vita
quotidiana l'uomo non è nemico dell'uomo e che vi sono principi di equità, giustizia, pace e solidarietà che
vale la pena vivere a qualunque prezzo.
In fondo il valore di ogni nostro desiderio è il prezzo che siamo disposti a pagare per raggiungerlo.
Giada Turi 28/03/12
Carlo Rubbia spiega cos'è la radioattività i suoi danni e vantaggi in un'opera “nucleare”
LA RADIOATTIVITA',FONTE DI VITA MA ANCHE DI DANNI
Carlo Rubbia,nella sua opera “il dilemma nucleare” racconta la sua vita a contatto con la
radioattività,i suoi misteri e di come oltre a danni,grazie alla sua presenza nel sole, renda possibile la
vita
Carlo Rubbia,noto fisico italiano,vincitore del premio nobel nel 1984,nella sua opera “Il dilemma nucleare”
scritta con il giornalista Nino Crescenti,descrive con precisione e chiarezza l'incidente che nell'aprile del
1986 investì la centrale nucleare di Cernobyl. L'incidente mise in dubbio la sicurezza delle centrali e
l'opinione pubblica divenne fortemente contraria ad ogni suo impiego anche pacifico.
Nel 1958,laureato da qualche anno,il fisico Carlo Rubbia faceva parte degli sperimentatori attorno al
ciclotrone della Columbia University,situato in aperta campagna,non lontano da New York. Quell'acceleratore
era diventato rifugio per diversi tipi di bestiole che a causa delle radiazioni si erano trasformate in cavie di
un programma non organizzato. Allora i rischi biologici delle radiazioni erano noti,ma il concetto di soglia era
più vago di oggi. La scienza è arrivata in ritardo a scoprire la verità sugli effetti deleteri delle particelle
ionizzanti. Madame Curie morì di leucemia,Fermi di cancro allo stomaco ed Oppenheimer di cancro alla
gola. Sebbene la causalità diretta non si possa evidentemente provare,non può trattarsi di pure coincidenze.
La scarsa conoscenza del fenomeno radioattivo ha causato più di un danno. Basta pensare alla
radiologia,introdotta all'inizio del secolo:gli apparecchi radioscopici,che troneggiavano negli studi medici
hanno causato molti danni ai pazienti,e persino causato la cosiddetta lebbra dei radiologi ovvero cancro
cutaneo. E' chiaro che la radioattività ci domina da ogni parte con il fondo naturale,costituito principalmente
da raggi cosmici e dalle emissioni delle rocce con radiazioni di 200 rem provenienti dallo spazio.La
radioattività nucleare non è benefica ma è tollerabile,nel senso che i danni biologici e i casi di mortalità da
essa apportati sono di difficile associazione,quindi devono essere accettati come una delle conseguenze
inevitabili del vivere sulla Terra.
E' stato già dimostrato però,dopo lunghi studi,la pericolosità di alcune rocce usate nell'edilizia abitativa,alle
quali è stata associata l'incidenza di tumori in alcune località. Con l'inizio dell'era nucleare alle radioattività si
sono aggiunte anche quelle prodotte dall'uomo,ancora più potenti. Un fenomeno più subdolo,la radioattività
indotta ovvero quella ritardata,che fu scoperto dal fisico francese Fréderic Joliot e da sua moglie Irene (figlia
di Madame Curie) nel 1934 e l'anno dopo per questi studi vinsero il premio Nobel. Ciò che impressiona di
questo fenomeno è la durata,il fatto che i radionuclidi,una volta creati dall'uomo,caduti al suolo o penetrati
nel nostro corpo attraverso il cibo,continuino a vivere e a rappresentare un pericolo per settimane,mesi,anni
e anche decine e migliaia di anni. Ci può stupire la lentezza del processo di radioattività essendo quasi una
contraddizione rispetto alla velocità dei fenomeni nucleari. Oggi sappiamo che la causa di questa lentezza
risiede nelle nella natura delle particelle W di cui si postulava l'esistenza da una cinquantina di anni e che noi
abbiamo scoperto e prodotto per la prima volta nei laboratori del CERN a Ginevra. Sono esse che fungono
da elemento di trasmissione alla reazione di disintegrazione radioattiva e grazie a loro abbiamo capito il
meccanismo della radioattività. Non conosciamo agente esterno,né campo magnetico né campo elettrico né
altro,che ci permetta di bloccare questi vettori della radioattività. Non è possibile dominare gli effetti delle W.
Vale la pena di ricordare che nell'Universo ci sno altre funzioni estremamente importanti. Per esempio
generano una delle quattro forze fondamentali della Natura: l'interazione debole. E' proprio la lentezza dei
processi ad esse associati a garantire che il Sole bruci per miliardi di anni invece di esplodere come una
bomba termonucleare.
FINALE- E' dunque un medesimo,lentissimo meccanismo fondamentale a determinare il torpore del
processo di combustione solare,il miracolo che permette la vita,e la lentezza del fenomeno nucleare,che ci
inquieta per la durata insopportabile dei radionuclidi.
Giada Turi 04/04/12
La scelta verde con 0 emissioni di CO2
L'AGRICOLTURA FOTOVOLTAICA
Soluzione per la produzione di energia elettrica: il fotovoltaico
La soluzione dell'impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica viene presa in considerazione da
molte imprese agricole sia per la necessità di sostituire la copertura dei tetti, ma anche per tentare un nuovo
filone produttivo che garantisca un certa redditività. Secondo il terzo comma dell'articolo 2135 del codice
civile, tutto ciò è possibile, perché la produzione di energia da fonte fotovoltaica è agricola se rispetta
almeno uno dei seguenti requisiti: 1)- i panelli fotovoltaici sono integrati architettonicamente su strutture
aziendali esistenti. 2) il volume di affari dell'attività della produzione agricola sia maggiore di quello
dell'attività di produzione di energia fotovoltaica. 3) il titolare dell'impresa deve dimostrare di avere almeno un
Ha di terreno per ogni 100KW di potenza nominale installata, eccedente i primi 200KW e fino ad un massimo
di potenza nominale di 1MW. Il fotovoltaico è una delle soluzioni più rapide ed ecocompatibili per affrontare
la nuova sfida del futuro ovvero ”l'agricoltura sostenibile” ed è il mercato stesso a richiederla, perché il
consumatore nell'acquisto è diventato sempre più attento alle norme sanitarie. Il fotovoltaico per l'azienda
agricola italiana significa produzione energetica a copertura dei fabbisogni, ma, soprattutto, produzione di
energia alternativa. I vantaggi sono il guadagno attraverso gli incentivi in conto energia sull'energia prodotta
dall'impianto fotovoltaico, risparmio sui costi dell'energia elettrica, benefici fiscali, in quanto il reddito
derivante dall'impianto fotovoltaico è considerato reddito agrario, no Ires ed Irap. L'installazione di questi
impianti costituisce anche un cambiamento che ricade sull'immagine, ad esempio l'inserimento nel bilancio
sociale che concretizza il comportamento ecosostenibile dell'azienda stessa. Il fotovoltaico è un'energia
rinnovabile e pulita. E' quindi una scelta “verde” con zero emissioni di CO2.
Giada Turi 04/04/12
INTERVISTA Al ministro Profumo sull'intensificazione dei corsi linguistici
Ministro Profumo:CORSI IN INGLESE? SI PER DIVENTARE UN PAESE NORMALE!
Non sarà una pratica da estendere a tutto il sistema universitario. Piuttosto, deve diventare un’abitudine. E'
questo il punto di vista del Ministro dell’Università Francesco Profumo il quale è convinto che la decisione del
Politecnico di Milano, in cui dal 2014 ci saranno solo corsi in inglese per il biennio specialistico,segni una
svolta: «Poco alla volta diventeremo un Paese normale».
Perché normale?
«Perché finora il fattore linguistico ha rappresentato solo una barriera per i nostri studenti, in difficoltà nel
competere con i loro coetanei stranieri e per gli stranieri».
Per quale motivo?
«L’italiano penalizza la nostra capacità di attrarre studenti dall’estero. Chi viene a studiare in Italia deve
imparare la nostra lingua, perché dovrà essere un nostro ambasciatore nel paese d’origine. Però non credo
debba farlo necessariamente in aula».
Altri atenei seguiranno il Politecnico di Milano?
«Sarebbe auspicabile. Però deve essere un processo guidato. E andare di pari passo con un’opera di
promozione internazionale del sistema Italia, che coinvolga anche il sistema delle imprese. E’ con un portale
che raggruppi tutte le università,mostrando la qualità dei corsi offerti e in che lingua, quante borse di studio e
possibilità di tirocinio ci sono. Introdurremo i test d’ingresso in inglese per ingegneria, medicina, economia e
architettura. E abbiamo firmato un accordo con le questure per il rilascio dei documenti necessari. Tutto per
attrarre più stranieri».
Gli italiani, invece, scontano davvero un gap di competitività dovuto alla lingua?
«Sì. Un background linguistico di alto livello è un’opportunità per avere maggiori possibilità di trovare lavoro
sia all’estero sia nelle multinazionali che hanno sedi in Italia. Senza contare che così le nostre università
potranno competere ancor di più con quelle europee».
Qualcuno potrebbe essere scoraggiato da un’esperienza di studio all’estero?
«Non credo. E non sottovaluterei il valore di ricreare un ambiente simile a quello che si potrebbe trovare in
una grande università straniera. In tempi di crisi non conta poco, soprattutto per chi non ha certe possibilità
economiche».
Sbaglia chi teme una sorta di discriminazione alla rovescia per gli italiani?
«Sì. In alcune discipline tecniche e scientifiche, l’inglese è la lingua di riferimento. E questa novità non dovrà
essere introdotta in tutte le università. Più che un ostacolo, a me sembra un’opportunità per il nostro sistema
scolastico di migliorare,costruendo nuovi rapporti tra studenti, e tra studenti e professori».
Verrà intensificato lo studio delle lingue straniere anche a scuola?
«Chi si iscrive ad alcune facoltà deve già possedere solide proprietà linguistiche. Non può essere l’università
a farsene carico, se non in fase transitoria. Bisogna cominciare prima».
Giada Turi 11/04/12
“Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare (spettacolo teatrale)
Per la sua produzione, Luca Ronconi sceglie uno dei testi più famosi di Shakespeare e lo presenta in
maniera molto personale. Il pubblico,che con ogni possibilità conosce già il testo e l'atmosfera fiabesca del
Sogno shakespeariano,non trova in scena il bosco incantato che si aspetta,il regista elimina la magia e
lascia solo un mondo onirico,e quindi oscuro e simbolico. La scenografia è costituita solo da lettere
luminose che formano le parole “foresta”,”luna”, “Atene”, e sono questi elementi a delimitare i luoghi. Le
scene del bosco prevedono poca luce: il buio suggerisce la pericolosità degli intrighi amorosi e preannuncia
un destino infelice per i sentimenti dei quattro giovani protagonisti. Anche se, alla fine, le coppie riescono a
coronare il loro sogno d'amore,non si dimentichi che il percorso che li ha portati li è fatto di gelosie,tradimenti
e litigi. Ronconi non lascia spazio all'ottimismo,l'amore è avvolto nella notte. Nella realtà si può essere
felici,ma questa è solo una parte,ben diversa da quella onirica,che al risveglio cerchiamo di dimenticare,ma
che resta dentro di noi. Il tema del sogno è fondamentale ed il teatro è proprio una macchina creatrice di
sogni. Ai tempi di Shakespeare gli spettacoli erano realizzati con un accenno di scenografia,costumi
contemporanei, pochi oggetti; per il resto si lavorava di fantasia. La messinscena di Ronconi è un omaggio
al teatro,e l'uso di poche cose rappresenta un ritorno alle origini,alla semplicità. Meravigliosa la scena in cui
un solo attore Fausto Russo Alesi,circondato da niente recita in un proscenio. Gli attori sono quasi tutti molto
giovani e c'è da ammirare il risultato a cui sono arrivati. Tra tutti ricordiamo Raffaele Esposito, nel doppio
ruolo di Teseo/Oberon e Riccardo Bini, un simpaticissimo Puck, che ci regala anche un finale meravigliso,
molto poetico, quando con una canna da pesca porta in cielo la luna.
Giada Turi 18/04/12
La vita è bella di Roberto Benigni
Recensione del film: La vita è bella Titolo: La vita è bella Regista: Roberto Benigni Genere: drammatico Attori
principali: Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Giorgio Cantarini Altri interpreti: H. Buchholz, G. Durano, G.
Lojodice, M. Paredes, S. Bustric Casa produzione: Cecchi Gori Distribuzione Luogo e anno di produzione:
Italia, 1997.
«Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla, come in una favola c'è dolore, e come in una
favola, è piena di allegria e di felicità» : è con questa frase pronunciata fuori campo che ha inizio lo
spettacolare film “La vita è bella” diretta dall’attore-regista e soprattutto artista del nostro cinema
contemporaneo, Roberto Benigni. Il film è ambientato verso la fine degli anni Trenta in Toscana, dove due
giovani lasciano la campagna per trasferirsi in città, ad Arezzo. Guido, interpretato da Benigni, il più vivace,
vuole aprire una libreria nel centro storico, l'altro Ferruccio, Sergio Bustric, fa il tappezziere ma si diletta a
scrivere versi comici e irriverenti. In attesa di realizzare le loro speranze, il primo trova lavoro come
cameriere al Grand Hotel dello zio Eliseo, interpretato da Giustino Durano e il secondo si arrangia come
commesso in un negozio di stoffe. Appena arriva ad Arezzo, in una campagna, Guido incontra casualmente
una giovane maestra, Dora, il cui volto è quello di una bellissima Nicoletta Braschi, del cui sguardo si
innamora immediatamente e, per conquistarla, inventa l'impossibile, le appare continuamente davanti, si
traveste da ispettore di scuola, la rapisce con la Balilla, ma Dora si deve sposare con un vecchio compagno
di scuola, e tuttavia non è soddisfatta perché vede molto cambiato il carattere dell'uomo con l’avvento delle
leggi razziali. Quando al Grand Hotel viene annunciato il matrimonio, Guido irrompe nella sala in groppa al
cavallo dello zio e porta via Dora. Si sposano ed hanno un bambino, Giosuè, il cui volto innocente è quello di
un bravissimo Giorgio Cantarini. Imposte le leggi razziali, arriva la guerra. Guido, di religione ebraica, viene
deportato insieme al figlioletto e allo zio. Dora decide volontariamente di seguire la propria famiglia nel lager,
pur sapendo a cosa va incontro. Nel campo di concentramento, per tenere il figlio al riparo dai crimini che
vengono perpetrati, Guido fa credere al bambino che quel “viaggio” è il regalo per il suo compleanno, gli fa
credere inoltre che si tratta di un gioco a punti, in cui bisogna superare delle prove per vincere un
carroarmato vero . Così va avanti, fino al giorno in cui Guido viene allontanato ed eliminato. Ma la guerra nel
frattempo è finita, Giosuè esce dal lager su di un carro armato americano, come un vero vincitore. Ciò che gli
aveva promesso il padre si era realizzato; incontra la madre, le va incontro contento, gridando «Abbiamo
vinto!». Il film si può dividere in due parte distinte: la prima impostata sui canoni della commedia tipica di
Benigni, ambientata in una tranquilla cittadina della Toscana, ad Arezzo, negli anni '30; la seconda, di
stampo drammatico, si svolge interamente all'interno di un lager nazista. Non sono state poche le critiche
negative riguardanti questo aspetto, ma è proprio questo totale cambiamento di scene, colori, toni di voce,
comicità, musiche che fanno del film un vero capolavoro. Benigni, regista del film, ha voluto dar voce al
dolore di milioni di ebrei, la cui vita è stata sconvolta e distrutta dal razzismo e dalle sue assurde e malate
leggi razziali, e lo fa portando la vita e l’ironia anche laddove altro non c’era che corpi privati dell’ anima e
della loro dignità. Prima la felicità, il sorriso, l’allegria, poi la fatica, il disincanto, la ricerca utopica di un
significato a quell’orrore, a quella crudeltà, fatto tutto col fine della vittoria dell’innocenza. Anche la musica,
che è del maestro Nicola Piovani, rispecchia l’alternarsi di emozioni e sentimenti dei protagonisti prima e
dopo la deportazione. Basterebbe ascoltare le musiche e la canzone di Noa, per capire il tema principale del
film, ovvero la vittoria dell’innocenza sul male, l’amore e il sacrificio di un padre per il proprio figlio. Anche la
musica cambia con l’evolversi della storia narrata: prima è una musica colorata, allegra, poi diventa
malinconica, triste, ma che, nello stesso tempo, si fa portatrice di speranza. Guardando il film
superficialmente, lo si potrebbe criticare negativamente in quanto, sotto alcuni aspetti, è in contrasto con la
storia, ma il vero intento di Benigni non è quello di mettere in scena un documentario, ma quello di portare il
sorriso, anche se paradossalmente carico di preoccupazione e paura, laddove regnavano la crudeltà e il
male . È questo uno degli aspetti caratteristici del film. Il regista toscano ha evitato un film piatto, troppo
legato alla realtà, creando invece un film dove è perfetto l’intreccio comicità-drammaticità, utopia-disincanto.
Si nota, infatti,come le scene comiche siano le più drammatiche, le più commoventi, in cui un uomo,
consapevole della propria sorte, lotta per far credere e far convincere il proprio figlio che la vita è bella e che
il suo ingrediente principale è l’allegria, il sorriso come canta Noa nella sua canzone che fa da colonna
sonora al film Beatiful that way. Guido anche mentre viene scortato per essere ucciso, non rinuncia a
regalare l’ultimo sorriso al figlio, i cui occhi intravede dietro la grata di un vecchio nascondiglio in cui aveva
trovato riparo il piccolo Giosuè. Guido sa di andare incontro alla morte, eppure non esita di strizzare l’occhio
al figlio, in segno di complicità per un “gioco” nel quale bisognava escogitarle tutte pur di riuscire a
sopravvivere e uscirne vittoriosi. Non era un gioco qualunque, era “il gioco della vita”, in cui spesso si rimane
sconfitti dal male ma che, alla fine, è il bene, l’innocenza e, al contempo, la ragione ad avere la meglio;
l’importante è sperare, sorridere, amare e credere.
Giada Turi 18/04/12
Diritti per un mondo migliore
La Dichiarazione dei diritti dell'uomo è stata approvata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Essa è stata
concepita ed approvata con in mente lo sdegno per i crimini nazi-fascisti della Seconda guerra mondiale,
con l'orrore per i campi di sterminio, con l'esperienza del processo di Norimberga. Tante volte è stata
calpestata la dignità di uomini, donne e bambini. Ad esempio la pulizia etnica della ex Jugoslavia, la
condizione delle donne nell'Afghanistan dei talebani, lo sfruttamento dei bambini dei Paesi sottosviluppati da
parte delle ricche multinazionali, la tragedia dei popoli senza terra come i Curdi. Il destino dell'uomo è quello
di convivere sempre con il Male, essendoci sempre la voglia di qualcuno di prevalere sugli altri, senza
riguardo per la dignità degli uomini e per la loro vita. Ad esempio la situazione arabo-israeliana come tante
altre, diventano impossibile da risolvere senza l'impegno di entrambi le parti. Solo le grandi tragedie a livello
mondiale riescono a smuovere la coscienza degli uomini; dopo la dichiarazione del '48 fu istituito ad esempio
il Tribunale Internazionale dei crimini contro l'umanità e nel 1998 con la conferenza di Roma, è stato istituito
un Tribunale Internazionale, l'International Criminal Court, per perseguire e punire crimini di guerra, genocidi
e crimini contro l'umanità.
Giada Turi 02/05/12
“Romeo e Giulietta” di William Shakespeare
L'azione si svolge a Verona dove da anni due grandi famiglie, i Montecchi e i Capuleti, sono consegnati ad
un odio inestinguibile (di cui si ignorano peraltro le cause). Romeo, figlio ed erede della famiglia Montecchi, è
innamorato della bella Rosalina e non teme di affrontare a questo riguardo gli scherzi dei suoi amici Benvolio
e Mercuzio. Capuleti, il capo della famiglia rivale si prepara a dare una grande festa per permettere a sua
figlia, Giulietta, di incontrare il Conte di Parigi. Quest'ultimo, infatti l'ha chiesta in sposa ed i genitori di
Giulietta sono favorevoli a quest'unione. Romeo - che crede di trovarvi Rosalina - si autoinvita con gli amici
Benvolio e Mercuzio a questo grande ballo mascherato. Scorge Giulietta e resta folgorato dalla sua bellezza,
innamorandosi follemente di lei; è il colpo di fulmine reciproco. Le si avvicina e l'abbraccia due volte, quindi
si ritira. Romeo e Giulietta scoprono adesso la loro identità reciproca. Disperati, si rendono conto di essersi
innamorati ciascuno del proprio peggior nemico. Al cader della notte, Romeo si nasconde nel giardino del
Capuleti, poi si avvicina al balcone di Giulietta e le dichiara il suo amore. Tutti e due fanno a gara nel
pronunciare dichiarazioni d'amore appassionate. Perdutamente innamorato, Romeo si confida il giorno dopo
con fra Lorenzo, il suo confessore. Inizialmente incredulo, fra Lorenzo promette tuttavia a Romeo di aiutarlo
e di celebrare il suo matrimonio, nutrendo anche la speranza di riconciliare Capuleti e Montecchi.
Tebaldo cugino di Giulietta, sfida Romeo a duello. Ma il giovane - al colmo della felicità e pieno di una
simpatia 'fraterna' per l'aggressore - rifiuta di battersi. Mercuzio, il confidente ed amico di Romeo, giovane
coraggioso e brillante, si affretta a sostituirlo battendosi contro Tebaldo, che lo ferisce a morte. Romeo
vendica la morte del suo amico ed uccide Tebaldo. Romeo ormai ricercato deve fuggire in esilio.
Giulietta è in preda al dolore. Suo padre, reso inquieto dallo stato d'animo della figlia, decide di accelerarne il
matrimonio con il Conte di Parigi. Il matrimonio avrà luogo il giorno dopo. Giulietta si rifiuta. Suo padre la
minaccia: o sposa il Conte o la disereda. Lei corre da fra Lorenzo che le propone di bere un filtro che può
darle l'aspetto della morta per quaranta ore: credendola morta la chiuderanno nella tomba del Capuleti. Fra
Lorenzo verrà allora con Romeo a liberarla. Il frate promette di informare Romeo dello stratagemma.
Giulietta accetta il piano. Rimasta sola nella sua camera, beve il filtro. La mattina del giorno dopo la
governante la scopre senza vita. Tutta la famiglia piange la morte di Giulietta. Fra Lorenzo fa sì che tutto si
svolga secondo i suoi piani. A Mantova, dove Romeo è in esilio, riceve la visita di Baldassarre, suo servo,
che gli annuncia la morte di Giulietta. Ha soltanto un rapido pensiero: procurarsi del veleno e ritornare a
Verona per morire accanto alla sua Giulietta. Durante questo lasso di tempo, fra Lorenzo apprende che un
intoppo ha impedito al suo messaggero di informare Romeo del suo stratagemma. Decide di recarsi alla
tomba del Capuleti per liberare Giulietta. Ma il dramma precipita. Romeo si reca sulla tomba di Giulietta e vi
incontra il Conte di Parigi venuto a portare fiori alla fidanzata morta. Un duello ha luogo tra i due giovani e il
Conte, morente, chiede a Romeo che accetta, di adagiarlo vicino a Giulietta. Romeo contempla la bellezza
luminosa di Giulietta e l'abbraccia prima di bere il veleno e morire a sua volta. Fra Lorenzo è sconvolto nello
scoprire i corpi di Romeo e del Conte di Parigi. Assiste al risveglio di Giulietta e tenta di convincerla a
seguirlo e andarsi a rifugiare in convento. Ma Giulietta, che scopre il corpo di Romeo mortogli vicino, si
pugnala con la spada del suo amante e muore al suo fianco. Il principe, Capuleti e il vecchio Montecchi si
recano al cimitero. Fra Lorenzo narra loro la storia triste degli amanti di Verona'. I due padri, sfiniti dal dolore,
deplorano quest'odio, causa delle loro disgrazie. Si riconciliano sul corpo dei loro figli e promettono di erigere
in loro memoria una statua d'oro puro."Romeo e Giulietta" intreccia numerosi elementi nella vicenda dei due
innamorati "nati sotto contraria stella". Dalla "morte viva" al drammatico scontro tra due generazioni - la lotta
tra le ragioni dell'odio e le ragioni dell'amore - il dramma si arricchisce di temi la cui complessità va oltre la
vicenda d'amore. Tuttavia è questa a fare di "Romeo e Giulietta" l'opera forse più celebre e più amata di
Shakespeare e nel contrasto tra la purezza, l'appassionata consapevolezza dell'amore e l'inesorabile
concatenarsi delle circostanze funeste va cercata la grandezza del dramma, la chiave della sua autentica
dimensione tragica, annunciata nel Prologo grazie alla contrapposizione dei due termini amore e contraria
stella.
Giada Turi 14/05/12
La legge del 5 ed 8xmille
Giulio Tremonti,ministro dell'economia,ha annunciato nella finanziaria del 2005 una misura provvisoria e
sperimentale che prevedeva per i contribuenti la possibilità di destinare il 5 per mille dell'Irpef ad onlus,alla
ricerca scientifica o ai Comuni o all'Università. Il meccanismo ha introdotto una specie di democrazia fiscale
fondata sulla libertà di scelta dei contribuenti. Due modi: il primo è scegliere solo un settore,firmare e
consegnare il modulo al proprio datore di lavoro o all'intermediario per la trasmissione telematica. Oltre alla
firma, si può riportare anche il codice fiscale dell'ente nel settore di elezione,tranne il caso di scelta delle
attività sociali dei Comuni. Nel primo caso viene ripartito fra tutte le organizzazioni del settore, nel secondo
viene destinato proprio all'utente prescelto. Del 5 per mille beneficiano enti di natura privata e pubblica che
promuovono attività solidaristiche. L'8 per mille invece è destinato a sei confessioni religiose e allo stato. Le
prime destinano parte delle somme al sostentamento del clero e parte alle attività sociali da esse promosse.
Lo Stato invece le destina al finanziamento di attività particolari,che servono alla popolazione. Una
differenza tra il 5 per mille e l'8 per mille è che nel primo, se il contribuente non firma alcun riquadro, la parte
non optata viene trattenuta dallo Stato per la spesa corrente; nel secondo, l parte inoptata viene distribuita
tra i partecipanti proporzionatamente alle scelte ricevute. Nel primo anno il 5 per mille ha fatto più presa nella
fascia medio bassa. Di circa il 78% ha espresso una preferenza mentre il 22 % no. Ad un anno dall'incasso,
gli enti devono fare un rendiconto sull'utilizzo delle somme. Poi gli enti non commerciali non pagano imposte
su questi fondi, le cooperative sociali invece si. Fino ad oggi il 5 per mille è stato introdotto di anno in anno
nella legge finanziaria ed ha riscosso un successo rispetto al 3 per mille dei partiti che è stato un fallimento,
ed è un sostegno per il no profit,anche se con qualche intoppo burocratio-amministrativo. Da qui il disegno di
legge del 2009, sostenuto dal cosiddetto “terzo settore”,decisivo per la tenuta del nostro modello
sociale,soprattutto in questo periodo di crisi.
Giada Turi 16/05/12
Il 1° maggio, giorno di confronto fra sindacati e governo
Italia: “Dalle stelle alle stalle!”
Preoccupazione per i dati forniti dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro durante la festa del 1°
maggio
Festa del lavoro all’insegna della crisi e della disoccupazione, che in Italia - secondo gli ultimi dati dell’Ilo arriva ad un tasso del 9,7% e diventa ancora più ampia considerando anche cassintegrati e scoraggiati. Il
Primo Maggio è un giorno di confronto tra sindacati e governo, alla vigilia del voto sul nuovo ddl lavoro. Il
primo non si rassegna alla crisi e rilancia su crescita e lavoro. L’’Ilo (l’organizzazione internazionale del
lavoro) ci dice che il nostro Paese ha raggiunto nel quarto trimestre del 2011 il 9,7% di disoccupazione, il
peggiore dal 2001 mentre il tasso di occupazione nella fascia 15-64 anni è sceso al 56,9%. Il tasso «reale»
di disoccupazione, secondo l’Ilo, «potrebbe risultare superiore» poichè ai quasi 2,1 milioni di disoccupati si
aggiungono 250.000 lavoratori in cassa integrazione (quando si è in cig non si lavora, ma si resta dipendenti
dell’azienda e, quindi, formalmente occupati, ndr). In particolare l’Ilo definisce «allarmante» il livello dei Neet,
ovvero i giovani che non studiano, non lavorano e non frequentano corsi di formazione, che ha raggiunto
quota 1,5 milioni. Preoccupa inoltre la percentuale di coloro che, pur essendo in età da lavoro, decide di non
cercarlo più (il 5% della forza lavoro secondo l’Ilo), la disoccupazione giovanile (al 32,6% nel quarto
trimestre) e la disoccupazione di lunga durata (oltre la metà dei senza lavoro complessivi). La priorità
secondo l’organizzazione è trovare un equilibrio sostenibile tra risanamento fiscale e ripresa
dell’occupazione. Le misure di austerità - scrive l’Ilo a proposito dell’aumento della pressione fiscale per
ridurre il deficit - rischiano di alimentare ulteriormente il ciclo della recessione e di rinviare ancora l’inizio della
ripresa economica e il risanamento fiscale. La Camuso, segretaria della CGIL, parla di un Paese,
attraversato da una crisi lunga con una condizione generale delle persone che è sempre più preoccupata
della disoccupazione, della difficoltà di reggere con il reddito a disposizione. Nello stesso tempo, però, è un
primo maggio in cui non bisogna rinunciare al cambiamento, all’idea che c’è un declino ineluttabile del
Paese, ma si può contrastarlo, a partire dal lavoro e dalla creazione di lavoro. E il messaggio è proprio
questo: non bisogna rassegnarsi, non bisogna rinunciare al cambiamento. La gente è stanca di fare sacrifici,
senza un segnale altrettanto chiaro da parte delle istituzioni e della politica. Il Governo dei professori non
basta. Ecco perché, di fronte a questa situazione, noi dobbiamo continuare a sollecitare un patto per la
crescita in cui tutti facciano la propria parte per favorire il rilancio degli investimenti. Bisogna ridurre le tasse
sulle buste paga perché, non solo è giusto ma è lo strumento più importante che abbiamo per evitare
l’acuirsi della recessione e ,quindi, della perdita di posti di lavoro. Bisogna riaumentare i consumi nel nostro
Paese, altrimenti lavoro e crescita restano solo parole.
Giada Turi 16/05/12
Una donna di 74 anni trovata senza vita nel suo appartamento a Calderara, nel Bolognese
AXEL, CANE FEDELE FINO ALLA FINE
LA PADRONA MUORE, LUI NON REGGE
Anziana di 74 anni: muore e il suo cane ( bulldog) richiama l'attenzione dei vicini abbaiando a
oltranza, ma, poco dopo l'arrivo dei soccorsi, crolla esamine
Una donna di 74 anni muore il 28 marzo 2012 nella città di Calderara trovata senza vita nel suo
appartamento accasciata a terra e il suo bulldog comincia ad abbaiare nel tentativo di salvare la sua
padrona.
Infine anche il cuore dell'affezionato bulldog cede, proprio accanto al corpo della sua padrona.
Valentino Massimiliano 04/04/12
Lo svedese ha un solo pensiero: vincere il campionato
MILAN CORSA SCUDETTO
Zatlan Ibrahimovic tende a tutti i costi di vincere lo scudetto, è concentrato sul campionato ed è
convinto di vincerlo
Ibrahimovic decide di restare al Milan. Non ha altri pensieri ed è determinato di finire la stagione con la
maglia del Milan e ha dichiarato che non penserà alle sconfitte che ha subito la sua squadra, ma a fagli
vincere lo scudetto. E’ molto sicuro di sé ,sa di potercela fare per far vincere il 18esimo scudetto alla
squadra rossonera. D'ora in avanti il Milan cercherà di impegnarsi sempre di più e non perdere più,altrimenti
molto tardi.
Valentino Massimiliano 04/4/12
L'imbarbarimento e la crisi economica hanno portato ad una società molto povera
L'IMBARBARIMENTO E LA CRISI ECONOMICA, ETICA E CULTURALE
Da anni la nostra società si è imbarbarita e per questo c’è la crisi economica
La nostra società si è imbarbarita e per questo è subentrata la crisi economica perchè la nostra popolazione
era già senza lavoro e la gente tentava di fare sacrifici accontentandosi di quello che aveva.
Massimiliano Massimiliano 11/4/12
La rottura del Perito Moreno, il più famoso ghiacciaio del sud dell'America.
IL RISCALDAMENTO DELLA TERRA
Anche nell'emisfero sud un bis di disastri che si stanno verificando dalle Alpi all'Himalaya, fino al
Polo Nord
Sin dagli anni 70 c’è stata la frantumazione del ghiaccio a Perito Moreno nei pressi del Sud America. E’ un
evento atteso da scienziati e turisti a caccia di emozioni in Patagonia, perchè il Perito Moreno è un ghiaccio
irrequieto, che avanza a folle velocità, per quanto riguarda l'acqua allo stato solido
di 2 metri al giorno, 700 all'anno. Per quest'anno i geologi si aspettavano a fine estate un Polo Nord senza
pack. Se dovesse sparire anche il Perito Moreno, forse sarebbe meno grave il destino dell'umanità, ma per
certi versi ancora più triste.
Massimiliano Valentino 11/04/12
XIV Edizione del torneo di calcio continentale per squadre nazionali
CAMPIONATO EUROPEO DI CALCIO UEFA
É un torneo che si svolge con cadenza quadriennale e che mette a confronto le migliori squadre
nazionali di calcio a livello europeo
Il campionato europeo di calcio nacque nel 1960. Fu organizzato dalla UEFA che scelse di disputare
tale torneo in Francia. Il primo campionato europeo di calcio nacque per sostituire la Coppa Internazionale.
Esso fu formato grazie all'idea di Henry Delaunay, che fu il promotore della prima edizione della
manifestazione.
La finalissima si tenne allo stadio dei Principi di Parigi il 10 luglio 1960. La Jugoslavia passò in vantaggio al
termine del primo tempo, andando a segno con Galic. I sovietici pareggiarono ad inizio ripresa con Metreveli
, ma il punteggio non si schiodò dall'1-1 fino al 90°. L'equilibrio fu interrotto al 114º minuto dal gol di
Poledelnik, che regalò il primo trofeo continentale ai sovietici.
Il gol più veloce fu messo a segno da Milan Galic, nella partita Jugoslavia-Francia, dopo 11 minuti. Il
campionato del 1980 fu il primo torneo, in cui la nazione che voleva ospitare gli europei poteva presentare
la propria candidatura e la propria nazionale aveva diritto a partecipare alla competizione senza dover
disputare le qualificazioni. Per questa edizione l'Italia fu scelta come paese ospitante.
Il campionato europeo di calcio 2012 è la 14esima edizione di questo torneo di calcio continentale per
squadre nazionali organizzati dall'UEFA, la cui fase finale si svolgerà in Polonia e Ucraina dall'8 giugno al 1
luglio 2012.
Questa sarà l'ultima volta che verranno ammesse 16 squadre alla fase finale, in quanto l'UEFA ha stabilito
l'allargamento a 24 nazionali a partire dal 2016 con l'edizione in Francia.
Massimiliano Valentino 18/04/12
Mario Balotelli chiede scusa a Mancini e iI suoi compagni di squadra lo escludono dal derby che ci
sarà il 30 aprile 2012
BALOTELLI SI SCUSA E I SUOI COMPAGNI LO SCARICANO
Balotelli vuole giocare il derby ma i suoi compagni di squadra non lo vogliono, perchè temono che
potrà fare qualche altra stupidaggine in campo ed essere poi espulso dall’arbitro
Mario Balotelli giura di aver capito gli errori fatti e di aver chiesto scusa al suo allenatore Roberto Mancini per
tutti i guai che gli ha combinato nel suo primo anno e mezzo nel Manchester City ed iI suoi compagni di
squadra non vogliono che rientri in campo perché ha fatto un danno ad un giocatore dell'Arsenal
prendendsi l’espulsione.In una intervista ribadisce di voler restare nel Manchester City.
Massimiliano Valentino 18/4/12
Montezemolo e “Italo” alla stazione Tiburtina di Roma
A BORDO DI “ITALO”
Il nuovo treno presentato a Roma da Montezemolo rappresenta un’opportunità a favore dei
consumatori
Montezemolo, circondato dal suo staff, si è imbarcato su “Italo” il 28 aprile 2012 per percorrere il primo
viaggio inaugurale in meno di un’ora da Roma Tiburtina a Napoli Centrale. Il treno è molto bello, con poltrone
di pelle “Frau” anche in seconda-Smart, è silenzioso e attaccato al terreno grazie all’originale trazione sui
carrelli “Alstom”. In esso ci sono tre classi: la prima, più costosa chiamata “Club”; la seconda, intermedia,
chiamata “Prima”; e la terza più economica chiamata “Smart”. Ci sono vetrate panoramiche, una carrozza
cinema e wi-fi gratis a disposizione dei passeggeri, antifurto per i bagagli e offerte scontate. Secondo il
manager, questa è la vera crescita del Paese, di chi investe e rischia.
Massimiliano Valentino 02/05/12
Mostra della Minerva nella città di Salerno
OPERA D'ARTE: UNA COMPOSIZIONE FLOREALE
Hortus Magnus organizza da dodici anni una vera e propria collettiva d'arte floreale che affonda le sue radici
nel ricordo dell'Orto Botanico più antico d'Europa, sede della scuola medica salernitana, di cui fu insigne
rappresentante e medico, Matteo Silvatico che qui operava fin dal 1300
All'edizione 2012 hanno aderito settantotto espositori provenienti da ogni parte d'Italia; la maggior parte
rappresenta aziende florivivaistiche. Ognuno ha pagato una quota d'iscrizione pari a 150 euro. Di anno in
anno sta aumentando sempre di più il numero di quanti propongono stand sull'alimentazione naturale e su
complementi d'arredo per giardino. Tra gli stand, partendo proprio da quello dell'Hortus Magnus, spicca il
girasole scelto come logo della manifestazione in un'interpretazione pittorica. La parte del leone la fanno
naturalmente piante e fiori: un trionfo di camelie, azalee,rododendri, rose, orchidee, tulipani ecc.
Massimiliano Valentino 16/05/12
Atti di bullismo nelle aule del Bertarelli in Porta Romana
BULLISMO
Adolescente va a scuola scortata dalla polizia
Un'adolescente viene protetta dagli agenti dopo le minacce di una compagna e una rissa in classe. Le due
giovani sono innamorate dello stesso ragazzo, e sono state già protagoniste di una rissa nelle aule del
Bertarelli in Porta Romana. La più prepotente è legata alla banda giovanile dei cosiddetti “Latin King”.
Una ragazza, che frequenta l’Istituto professionale Bertarelli in Porta Romana 110, da alcuni giorni, va a
scuola scortata dalla polizia, per difendersi da una compagna, legata a un gruppo di teppisti che frequenta la
zona e che la sostiene.
Due ragazze a cui piace uno stesso ragazzo, una delle quali non è disposta a dividere con l’altra la simpatia.
Da qui lo scontro. Basta un pretesto: “Non guardarlo quello”, dice la più prepotente. Uno scambio di battute e
l’invito a vedersi in classe dove avviene la rissa. E non finisce qui, perché poi, fuori dalla scuola, c’è la banda
in agguato per continuare lo scontro. E a questo punto interviene la dirigente scolastica del Bertarelli che
chiama la polizia. La ragazza, vittima dell’aggressione, sedici anni, è di origine straniera, come quasi la metà
degli alunni che frequentano questa scuola. Anche stranieri sono i componenti della banda che imperversa
nella zona. Sono stati chiamati gli esperti più qualificati per studiare il problema e le sue possibili soluzioni. Il
fenomeno non è certo nuovo, ma emerge sempre di più, perché c’è più sensibilità ad avvertire il problema e
a fronteggiarlo e soprattutto la consapevolezza che nessun gesto di bullismo debba essere tollerato.
Massimiliano Valentino 16/05/12
Ugo Foscolo: “In morte del fratello Giovanni”
Un giorno se io sarò costretto sempre a fuggire di paese in paese mi
vedrai disteso sulla tua tomba a piangere la tua morte.
Ora solo nostra madre ormai vecchia, parlerà di me
e io non posso fare altro che porgere le mie braccia e salutare la mia città.
Sento anche io l'ostilità degli dei e le angosce che nel tempo hanno
turbato la mia vita.
E adesso non mi resta che aspettare lamorte.
Dopo la mia morte che avverrà lontano dalla mia città,
voglio che portino le mie ossa a mia madre.
1) La rima usata in questa poesia e quella baciata
2) Malinconia e tristezza
3) Vuol dire che il suo ultimo desiderio è quello di venire sepolto a casa sua
4) Questa figura retorica si chiama “ANTONOMATIA”.
Savino Pio Virgilio 14/03/12
Guido Guinizzelli:“Io voglio del ver la mia donna laudare”
Io voglio veramente lodare la mia signora
e paragonare a lei la rosa e il giglio
che risplende come il pianeta
Venere che è in cielo
e che a lei assomiglia.
Alla mia donna paragono il verde delle
campagne e i colori giallo e rosso dei fiori, l'oro e
l’azzurro e tutti i gioielli che si possono regalare
e lo stesso Amore attraverso lei si ingentilisce.
Passa per le strade e abbassa l'orgoglio di chi la saluta,
e converte alla fede cristiana chi non lo è.
E non le si può avvicinare un uomo che sia vile;
e ancora vi dirò che ha una maggior virtù
nessun uomo può pensare male di lei se non la vede.
1) Questo sonetto e formato da due quartine
2) La donna del poeta
3) Terzine, completamente oggetto e quartine soggetto
4) Orna ed educata.
Savino Pio Virgilio 14/03/12
Il principe che sposò una rana di Italo Calvino
C'era una volta un Re che aveva tre figli in età da prendere moglie. Perchè non sorgessero rivalità tra i figli
sulla scelta delle tre spose,propose di tirare con la frombola una pietra e li dove fosse caduta,avrebbero
preso moglie. Il più grande tirò,e la pietra arrivò sul tetto di un forno ed ebbe la fornaia. Il secondo tirò e la
pietra arrivò a casa di una tessitrice. Al più piccolo la pietra cascò in un fosso. Appena tirato,ognuno correva
a portare l'anello alla fidanzata. Il più grande trovò una ragazza bella soffice come una focaccia,il mezzano
una pallidina e il più piccolo una rana. Tornarono dal Re,il quale disse che avrebbe ereditato il regno solo chi
avesse avuto la sposa migliore e per questo propose di fare delle prove. Diede ad ognuno della canapa da
riportare alle proprie fidanzate per farla filare entro tre giorni. I figli la portarono alle fidanzate e si
raccomandarono di filarle per bene. Il più piccolo andò dalla rana,che saltò fuori dal fosso su una foglia,e si
raccomandò dicendo che sarebbe ritornato tre giorni dopo. Trascorso il tempo necessario, i fratelli maggiori
tornarono dalle fidanzate che avevano fatto un bel lavoro. Anche il piccolo andò al fosso e chiamò la rana
che gli consegnò una noce. Il Re che aveva già controllato il lavoro della fornaia e della tessitrice,quando
aperse la noce venne fuori una tela cosi fina che non finiva mai. Ma il Re non si rassegnava all'idea che
una rana diventasse regina e decise di sottoporre le tre spose ad un'altra prova e cosi affidò ad ognuna uno
dei tre cuccioli, nati dalla sua cagna da caccia preferita,dicendo di allevarli per un mese. Il mese successivo
si vide che il cane della fornaia era ben nutrito,quello della tessitrice era diventato un famelico mastino. Il più
piccolo,invece,portò una cassettina dalla quale uscì un barboncino. Allora il re decise che sarebbe divenuto
re suo figlio minore e la rana. Si stabilirono le nozze e i principi andarono a prendere le loro spose con
carrozze infiorate trainate da quattro cavalli bianchi. La rana,invece,in una carrozza fatta da una foglia di fico,
trainata da quattro lumache. Ogni tanto il principe l'aspettava con la sua carrozza,per la lentezza e finì per
addormentarsi. Al risveglio trovò una bellissima principessa che gli rivelò di essere stata per molto tempo
vittima di un incantesimo. Alla fine, i due diventarono re e regina con l'invidia dei fratelli maggiori.
Savino Pio Virgilio 19/03/12
La ragazza mela di italo Calvino
In questa favola si racconta che un re e una regina erano molto disperati perché non avevano figlioli, e la
regina disse al re: “perché non posso avere figli come il melo fa le mele?”
Alla regina un giorno invece di nascere un figlio nacque una mela, bella e colorata e
il Re la mise sul suo terrazzo in un vassoio.
Un giorno un altro Re che stava affacciato alla sua finestre, vide una bella ragazza bianca e rossa come una
mela che si lavava e pettinava sotto il sole, ma, appena la ragazza si accorse che il Re la stava guardando,
corse subito nel vaso e sparì.
Un giorno, il Re che l'aveva vista ne rimase innamorato. Andò a bussare al palazzo di fronte e si rivolse alla
regina in maniera educata dicendo di doverle chiedere un favore.
La regina lo fece parlare e questi gli chiesela mela che era sul terrazzo;
ma la regina gli confessò che era sua figlia.
Per mantenere un rapporto tra vicin, siccome il Re insistette, la regina gli diede la mela
il Re la mise sul comodino e gli preparava le cose per lavarsi e pettinarsi, e ogni
mattina la ragazza usciva si lavava e si pettinava e lui stava li a guardare. La ragazza non faceva altro che
lavarsi e pettinarsi, non parlava e nè mangiava. Il Re viveva con una matrigna la quale iniziò a preoccuparsi
perché
rimaneva sempre chiuso nella sua stanza.
Arrivò l'ordine di guerra e il re dovette partire; affidò la mela al suo servitore più fedele, gli lasciò le chiavi
della sua camera raccomandandogli di non farle mancare nulla. Appena il Re parti, la matrigna si diede da
fare per prendere le chiavi, fece mettere dell'oppio nel vino del servitore e, appena il servitore si
addormentò, la matrigna prese le chiavi della camera del Re.
Appena il Re ritornò la ragazza mela le parlò per la prima volta
dicendogli che la sua matrigna l'aveva stilettata ma il suo servitore l'aveva trattata con cura come lui aveva
detto. Una volta compiuto 18 anni, la ragazza mela usci dall'incantesimo e disse al Re che poteva sposarlo.
Fu fatta una festa tra i due palazzi vicini con grande gioia di tutti e non si seppe più nulla della matrigna del
Re.
Savino Pio Virgilio 19/03/12
Una cane di razza bulldog muore insieme alla sua padrona
Il cane muore insieme alla sua padrona che aveva 74 anni
Il cane per aiutare la sua vicina chiedeva aiuto con il suo abbaiare ma nessuno lo sentiva e morì
insieme alla sua padrona
Lead: Non riesce a salvare la sua padrona con il suo abbaiare; perciò cede insieme a lei
Dove: Muore una donna di 74 anni a Calderara nel Bolognese
Quando: 23 Agosto 2011
Perché: sono morti a causa di un infarto al cuore
Come: di arresto cardiocircolatorio
Chi: Una donna di 74 anni e il suo cane.
Savino Pio Virgilio 28/03/12
Da anni la nostra società ha fatto grandi e piccoli passi quando si è accorta che andava incontro alla
crisi
L'amore dà segnali di sacrifici
Da anni mi è sembrato doveroso denunciare l'imbarbarimento e la crisi verso la quale la nostra
società andava incontro a piccoli e poi grandi passi
Lead: denuncia l'imbarbarimento e la crisi verso la quale la nostra società andava.
Dove:11 dicembre 2011
Quando:nel periodo in cui c'è stata la crisi alla quale la nostra società andava incontro
Perché:la crisi ha portato ad un rivoluzione e al licenziamento di molte persone
Come:la crisi si è fatta sentire di più quando è diventata crisi economica; allora alla gente è sembrato
opportuno denunciare il fenomeno, perché tutto ciò non le stava bene.
Chi:la crisi e la nostra società.
Savino Pio Virgilio 28/03/12
La rottura del Perito Moreno, il più famoso ghiacciaio del sud dell'America
I ghiacciai più belli del mondo non esistono più
Lead: si frantuma in pieno freddo australe il Perito Moreno.
Anche nell'emisfero sud un bis di disastri che stanno portando alcuni danni all' Himalaya e questo
fenomeno si sta verificando anche al nord
Dove: Fin dagli anni 70 c’è stata la frammentazione del ghiacciaio Perito Moreno sull’Himalaya
Quando: fin dagli anni 70
Perché: Il Perito Moreno è un ghiacciaio irrequieto
Come:il fenomeno è visto con molta emozione da turisti e scienziati
Chi:i ghiacciai più belli del mondo.
Savino Pio Virgilio 04/04/12
Una specie su quattro mammiferi sono a rischio di estinzione
ESTINZIONE DEI MAMMIFERI
La metà della specie mammifera è ormai in declino e, molto probabilmente, un terzo è a rischio di
estinzione
La lince iberica, che è il diavolo della Tasmania, la foca del Caspio e il cervo cinese sono dei mammiferi, che
scompariranno per sempre dalla faccia della terra. L'associazione di Barcellona della Uinc ha dedicato
uno studio completo e approfondito sui mammiferi. Dallo studio è emerso che ,fin dal 1550, nei pressi della
Tasmania, 76 specie di mammiferi si sono estinte ed il fenomeno continua a verificarsi ancora oggi.
Savino Pio Virgilio 04/04/12
Intervista: a Giancarlo Abete
sulla scomparsa di Piermario Morosini
Domanda: Presidente Abete, non è consigliabile che, dopo la morte di Piermario Morosini, avere in campo
ambulanze che abbiano a disposizione i defibrillatori?
Risposta: Aspettavo al 100% questa domanda da lei e io le rispondo che sarà molto probabile che
applicheremo dei defibrillatori nelle ambulanze che saranno impegnate nei campi da gioco.
Domanda: Presidente Abete, si era pensato di sospendere anche la 34 giornata di campionato dopo la 33,
ma alcuni tifosi h anno reclamato, perché con grande orgoglio tifano la loro squadra nel bene o nel male e
poi h anno parlato dell’ acquisto dei biglietti e che se la partita fosse stata sospesa, il rimborso dei prezzi
non sarebbe avvenuto.
Risposta: I tifosi h anno fatto bene a reclamare, perché la giornata di campionato da sospendere era solo la
33. “Morosini sarà l'angelo del calcio e, secondo me, se si ferma pure la 34 lui non starà bene anche las sù,
perché credo che a lui non piacerebbe.
Domanda: Il giocatore Antonio Di natale in una intervista ha detto che i rischi stanno aumentando, perché
loro giocano molto e faticosamente. Lei cosa gli risponde?
Risposta: Da un giocatore come Di natale non mi aspettavo questa risposta, perché lui è un giocatore molto
intelligente e gli rispondo che la vera fatica si sente attraverso il lavoro e non giocando a pallone o
allenandosi con i compagni.
Domanda: Presidente h a saputo che la società dell'Udinese calcio economicamente ha adottato la sorella di
Morosini che è disabile e a loro spese la cureranno?
Risposta: Il gesto della società è stato molto apprezzabile ed educativo per chi ne prenderà esempio e non
dimentichiamo che il nostro adorato Morosini è stato anche giocatore dell’ Udinese.
Savino Pio Virgilio 11/04/12
Recensione su un’opera teatrale
A teatro con FPU: “I Parenti Terribili”
Claustrofobico, quasi incestuoso, ritratto di famiglia in un interno, dove Male e Bene, Amore e
Libertà si contrappongono in un crogiuolo di sentimenti mal intesi, ma fedelmente interpretati da
un’ottima compagnia
Autore della pièce il poliedrico Jean Cocteau, poeta, saggista, drammaturgo, sceneggiatore, disegnatore,
scrittore, librettista nonché attore. Un personaggio davvero notevole, amico delle migliori espressioni
artistiche del tempo, da Guillaume Apollinaire a Max Jacob, da Pablo Picasso ad Amedeo Modiglioni.
La serata è quella della prima, ma lo si avverte più dalla presenza in sala di fedelissimi del teatro Oscar che
dall’emozione che traspare sul palco.
L’allestimento scenico è scarno, ma essenziale nel rendere il claustrofobico piccolo mondo in cui si consuma
l’intensa e movimentata tragicommedia. Il colore degli arredi è rosso fuoco, come quello della passione che
consuma ed acceca, più spesso in famiglia che altrove. La luce è un altro importante strumento nello svelare
e nascondere vizi privati e virtù (poche ahimè) di una famiglia così incasinata da autodefinirsi il “carrozzone”,
che finge di bastare a se stessa ma anela, almeno nelle figure maschili, ad altro da sé, ad aria più fresca e
più pura di quella e soffocante della “casa delle porte che sbattono”.
La recitazione è veloce e l’ora e quarantacinque senza intervallo scorre piacevolmente, complice
l’aggrovigliato succedersi di vicende di questa storia, moderna come lo possono essere le storie che parlano
dell’essenza difettosa dell’uomo, del suo essere vittima di se stesso e delle sue paure, soprattutto quando si
toccano i sentimenti più profondi, quali l’Amore, la Gelosia e la Sensualità.
Di: Jean Cocteau
Regia: Annig Raimondi
Savino Pio Virgilio 18/04/12
Recensione del film L'Ultima alba
Regia: Antoine Fuqua
Il tenente A.K. Waters (Willis) viene spedito con i suoi uomini nella giungla per salvare la dottoressa
Kendricks (Bellucci) dalla furia di un gruppo di ribelli. Missione facile, in apparenza. Peccato che la
dottoressa si rifiuti di partire da sola e di lasciare indietro i suoi pazienti. Waters dovrà scegliere se
abbandonare quella gente al suo destino o scortarli fino al confine con il Camerun. Quaranta miglia nella
giungla con donne, bambini e feriti non sono uno scherzo, tanto più se si è tallonati da un intero reggimento
di soldati. Il film è, in sostanza, un lungo spot a favore dell'intervento armato degli Stati Uniti, finalizzato a
suscitare indignazione nei confronti di un regime dittatoriale nigeriano che, dopo un colpo di stato, dà inizio a
una pulizia etnica di matrice religiosa.
Nonostante i lodevoli intenti di denuncia e un cast tutto sommato prestigioso, il film risente di una trama
eccessivamente semplicistica, mentre i personaggi sono solo stereotipi che non hanno nessuna evoluzione
neI nel corso della storia. I dialoghi, inoltre, appaiono piuttosto banali, anche perché non sempre sostenuti da
una recitazione all’altezza della situazione. Tra i pregi, va annoverata certamente l’ambientazione africana,
che Fuqua sottolinea con vedute da cartolina.
A chiudere il film, una citazione del filosofo anglo-irlandese Edmund Burke: "L'unico modo per cui il male
trionfi è che i buoni rinuncino all'azione". La distinzione fra il male e il bene, almeno in questo caso, appare
fin troppo chiara: vorremmo fosse così anche nella realtà.
Attori: Bruce Willis,Monica Bellucci,Cole Hauser,Tom Skerritt
Anno produzione: 2003
Genere: azione
Savino Pio Virgilio 18/04/12
”Il cacciatore di aquiloni”di Hosseini
In questo romanzo del 2003 (pubblicato in italia nel 2004) Khaled Hosseini ci conduce, attraverso la vita
narrata in prima persona da Amir, nel suo paese natio, l’Afghanistan.
La storia ha un incipit bellissimo che funge da fulcro a tutto il romanzo, partendo dalla figura di quest’uomo
cresciuto fino all’adolescenza in Afghanistan e poi rifugiatosi negli Stati Uniti con un terribile segreto, che
alimenta costantemente la sua coscienza con il rimorso.
Veniamo riportati nel 1975 a Kabul, città d’origine di Amir e alla sua vita in comunione con l’amico/servo
Hassan. Amir è infatti di etnia Pashtun e figlio di un ricco uomo d’affari (Baba) mentre Hassan, di etnia
Hazara è il figlio del servo di Baba, Ali.
Pur essendo chiaramente delineate le differenze sociali dei due nuclei famigliari , tra di essi vige un forte
attaccamento affettivo, in parte legato al passato di Baba e Ali (entrambi rimasti senza moglie) e all’amicizia
spontanea dei due ragazzi.
Sullo sfondo degli avvenimenti terribili dello stato Afghano, l’infanzia dei protagonisti è imperniata ogni
inverno sulla “guerra” degli aquiloni: una battaglia a colpi di filo smerigliato, in cui vince chi resta col proprio
aquilone in cielo e, soprattutto, rende orgogliosi i genitori di chi riesce a recuperare l’ultimo aquilone
abbattuto. Ed è proprio qui che scaturisce l’evento che influenza pesantemente la vita di tutti i personaggi del
libro negli anni a venire.
Lo stile di Hosseini è sempre altamente descrittivo ed efficace; la sintesi perfetta e la capacità di
emozionare innata.
Un libro davvero molto ben scritto che lascia l’amaro in bocca per la trama.
Savino Pio Virgilio 23/04/12
Juventus alla conquista del suo 30 esimo scudetto grazie ad Arturo Vidal e ai suoi compagni
Arturo Erasmo Vidal Pardo, in mezzo al campo corre per quattro. Il nome può ingannare: sembra quello di
un filosofo del '500, ma in realtà è un guerriero. O meglio "El Guerrero", come lo chiamano affettuosamente
dalle sue parti. In Cile è una stella, e ci ha messo meno di una stagione per diventarlo anche in Italia.
Insieme a Pirlo è l'acquisto più azzeccato dell'estate juventina, l'uomo di cui Conte non può fare a meno in
mezzo al campo.
Breve storia della sua vita nella Juventus. Subito gol — Stupisce dai primi giorni di ritiro, sembra conoscere
compagni e schemi da sempre. Va in rete al debutto, nella prima giornata di campionato contro il Parma, e
diventa fondamentale per il centrocampo bianconero. Tanto da convincere Conte a cambiare credo tattico.
Impossibile vedere in campo contemporaneamente Pirlo, Vidal e Marchisio con il 4-2-4, e allora si cambia: la
Juve punta sul 4-3-3 (poi 3-5-2) e non perde più. Il centrocampo bianconero è stato definito uno dei più forti
di Europa, Vidal ha un bottino di 29 presenze e 4 gol. E' il jolly per definizione: nasce "volante" ma si adatta a
qualsiasi ruolo: dal centrocampista centrale alla mezz'ala, dal trequartista al difensore centrale (contro il
Genoa, in emergenza). Una piccola diga instancabile, sradica palloni dai piedi degli avversari, distrugge il
gioco e sa fare ripartire l'azione.
Savino Pio Virgilio 02/05/12
Una nuova droga sta rovinando gli adolescenti di oggi tra cui il telefonino e i social network come
facebook e messanger
I DISTURBI MENTALI E LE NEGATIVITA’ DEI VOTI A SCUOLA SONO PROVOCATI DA CELLULARI E
DA SMS
Una droga che disturba i nostri adolescenti sono i telefonini e gli sms
Questa notizia ci arriva da alcuni ragazzi provenienti dalla Spagna di età fra i 12-13 anni, che sono stati
ricoverati in un centro specifico per curare la dipendenza dal cellulare.
Al giorno d'oggi, secondo alcuni dati, il ben 67 per cento di ragazzi e ragazze non possono restare senza il
loro cellulare in mano.
L'anno scorso un rapporto del tribunale dei Minori di Madrid rilevava che il 30 per cento della gioventù tra i
13-17anni ammetteva di essere estremamente a disagio senza il proprio gadget preferito.
Savino Pio Virgilio 02/05/12
BOEING: SI SPERA IN 200 ASSUNZIONI NELLA NUOVA COMPAGNIA AEREA
ARRIVA DA OSLO DOPO ESSERE STATO A LONDRA
Il Boeing, l'aereo del futuro, atterra a Grottaglie il 14 maggio e c’è a presentarlo Giuseppe Orsi,
presidente della Finmeccanica
E’ la prima volta che Foggia ospita questo grande veicolo e questo grande evento, perchè trasporterà anche
i civili.
Con questo evento si spera, da più di 24 mesi, in nuove assunzioni dalle 100 alle 200 unità; l'occupazione
negli stabilimenti Alenia di Foggia conta già 850 dipendenti.
Questo è un traguardo che simboleggia il successo e la longevità del programma.
Tale perfomance incoraggia in un momento di crisi la crescita di business su questo settore.
E’ la prima volta che la Puglia riceve una visita tanto attesa; è un prodotto nato grazie agli stabilimenti Alenia
di Grottaglie e Foggia, due siti industriali che risultano fra i più avanzati d'Europa nella lavorazione delle fibre
di carbonio.
Savino Pio Virgilio 16/05/12