analisi sperimentale dei flussi di fosforo dai sedimenti di un
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VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental IV-028 - ANALISI SPERIMENTALE DEI FLUSSI DI FOSFORO DAI SEDIMENTI DI UN LAGO: IL CASO DEL LAGO TRASIMENO (ITALIA) Paolo Viotti(1) Professore Associato di Ingegneria Sanitaria-Ambientale presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; i campi di ricerca sono, in particolare, rivolti al trasporto di inquinanti nel suolo, sottosuolo ed atmosfera ed alla simulazione numerica di sistemi ecologici. Luigi Galeotti Tecnico laureato - Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Silvia Sbaffoni Dottoranda in Ingegneria Ambientale – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Giuseppe Sappa Ricercatore - Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Michele Leccese Collaboratore presso DITS – Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Nicoletta Stracqualursi Dottoranda in Ingegneria Ambientale – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Indirizzo(1): Via Eudossiana, 18 – 00184 Roma – Italia – Tel: 0644585512 – fax: 0644585512 – e-mail: [email protected] PAROLE CHIAVE: Eutrofizzazione, fosforo, sedimenti RIASSUNTO I sedimenti di un lago possono assolvere la funzione sia di sorgente, sia di pozzo per il fosforo disciolto nelle diverse forme nel sistema considerato; i meccanismi che possono influire sul rilascio o sull’assorbimento di fosforo da parte dei sedimenti sono molteplici; è importante quindi valutare quale sia il loro ruolo nel caso considerato, in quanto il carico interno può andare a sommarsi al carico esterno di fosforo, contribuendo così al processo di eutrofizzazione. L’attività sperimentale presentata in questo lavoro ha l’obiettivo di caratterizzare, sotto vari punti di vista, il sistema lago Trasimeno e di cercare di capire quali siano i processi che regolano gli scambi di fosforo tra i sedimenti e la colonna d’acqua e quali siano i parametri più influenti. Si è dunque effettuata una campagna di prelievi da diversi punti del lago, campionando la fase liquida al fine di caratterizzare l’acqua del lago determinando la concentrazione di alcuni elementi importanti nel ciclo del fosforo (ferro, calcio, manganese) ed il contenuto di fosforo nelle sue varie forme. Sono stati prelevati inoltre sedimenti, su cui si sono determinati alcuni parametri caratteristici (contenuto di umidità, contenuto di sostanza organica, contenuto di fosforo) e sono state svolte estrazioni sequenziali per verificare i meccanismi con cui il fosforo tende a legarsi alla fase solida; si è poi analizzato il fenomeno del rilascio e dell’assorbimento di fosforo da parte dei sedimenti cercando di determinare i quantitativi e di evidenziare quali siano i parametri che maggiormente lo influenzano e in che modo. INTRODUZIONE L’eutrofizzazione è un processo che si realizza soprattutto nei laghi ed è dovuto all’accumulo di varie sostanze nutrienti, fra le quali particolarmente azoto e fosforo.; questo graduale accumulo, che si sviluppa anche senza la presenza antropica, in modo naturale, è stato esasperato dall’uomo con l’immissione in modo massiccio e concentrato nel tempo di grandi quantità di sostanze contenute nelle acque di rifiuto, oltre che nei fertilizzanti utilizzati in agricoltura. Nell’analizzare il processo di eutrofizzazione di un lago bisogna anche prendere in considerazione, oltre al carico esterno di nutrienti, anche un carico interno, rappresentato dal flusso rilasciato dai sedimenti del lago stesso. I sedimenti giocano un ruolo fondamentale nel metabolismo di un lago, agendo in parte, ed in determinate condizioni, come pozzo o come sorgente di fosforo. Lo studio ha preso in considerazione il caso del lago Trasimeno, che è un lago laminare chiuso i cui unici apporti idrici naturali derivano dalle piogge e dalla falda freatica; il lago rappresenta una fonte di VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental approvvigionamento per le attività che si collocano all’interno del bacino; negli ultimi anni tale sfruttamento non è stato adeguatamente coperto da un sufficiente afflusso meteorico, cosa che ha comportato elevate oscillazioni del livello del lago. Il lago Trasimeno, quarto lago d’Italia per estensione dello specchio liquido e principale corpo idrico dell’Umbria è situato in una conca intramontana parzialmente alluvionata, interamente compresa nel bacino del Fiume Tevere, con un perimetro complessivo pari a circa 53km. In tabella 1 sono riassunte alcune caratteristiche del lago. Quota Piovosità Tempo Indice Profondit Superfici Perimetr Profondit Volum Bacino media media di ricambi à e o totale à media e (ms.l.m (mm/ann sinuosit o massima 2 3 2 (km ) (km) (km ) (m) (m ) .) o) à (anni) (m) 586⋅10 383.4 791 24.4 257 124 53.1 1.34 4.75 6.30 6 Tabella 1 – Caratteristiche del lago Trasimeno MATERIALI E METODI Lo studio del rilascio di nutrienti da parte dei sedimenti prevede il prelievo dello strato più superficiale del fondale (10-15 cm), dove il sedimento è meno compatto e stabilizzato, quindi più disponibile al rilascio dei nutrienti (S.I.G.L.A., 1992). Il campionamento può tuttavia estendersi anche a profondità maggiore per la valutazione della distribuzione verticale delle varie forme di fosforo presenti I campioni raccolti sono stati sottoposti ad una serie di test di laboratorio, al fine di caratterizzare i sedimenti e le acque del lago Trasimeno, e di valutare la tendenza dei sedimenti stessi al rilascio di fosforo in diverse condizioni. Nel primo campionamento, effettuato l’11 gennaio 2001, sono stati prelevati campioni di sedimenti e di acqua da due spiagge, una nei pressi di Albaia ( indicata nel seguito come spiaggia A) e una a Torricella (indicata nel seguito come spiaggia B). Nel secondo campionamento, avvenuto il 6 febbraio 2001, sono stati prelevati campioni da due spiagge, entrambe in località Torricella (indicate nel seguito rispettivamente come spiaggia B e spiaggia C). Entrambi i campionamenti sono stati effettuati a circa 7-10 m dalla riva e con le medesime modalità. Una parte dei sedimenti è stata campionata utilizzando un carotiere. Le carote, della lunghezza di 9-12 cm, sono state analizzate per determinare la variazione con la profondità di umidità, contenuto organico e contenuto di fosforo. L’altra aliquota di sedimenti (sedimenti superficiali fino a 10 cm di profondità) è stata prelevata mediante un altro tipo di campionatore; di questi campioni sono state analizzate le caratteristiche peculiari (umidità, contenuto organico, contenuto di fosforo) e la tendenza al rilascio di fosforo in condizioni diverse (test di cessione in condizioni aerobiche statiche ed anossiche statiche, prova batch in condizioni aerobiche mescolate). La fase di laboratorio si è articolata nel modo seguente: caratterizzazione dell’acqua del lago con la determinazione, attraverso assorbimento ionico, della concentrazione di alcuni elementi importanti nel ciclo del fosforo (ferro, calcio, manganese) e del contenuto di fosforo nelle sue varie forme; caratterizzazione dei sedimenti del lago, attraverso la determinazione del contenuto di umidità, del contenuto di sostanza organica e del contenuto di fosforo; dai campioni prelevati con il carotiere si è cercato di ricostruire l’andamento con la profondità di questi tre parametri nei primi 9 cm di sedimenti; sui sedimenti prelevati con campionatore sono state effettuate le estrazioni sequenziali secondo lo schema di Psenner (Psenner et al., 1985) per caratterizzare ulteriormente i sedimenti e cercare di capire in che modo, nel lago Trasimeno, il fosforo tenda a legarsi alla fase solida. Il fosforo è stato separato in: o NH4Cl-P: consiste in “loosely sorbed-P” per l’acqua interstiziale e in fosforo associato al CaCO3 per l’acqua di lago; o BD-P: comprende le varie forme di fosforo sensibile a bassi potenziali redox (fosforo adsorbito su ferro e manganese e forme organiche di fosforo); o NaOH-P: comprende quelle forme di fosforo che possono essere scambiate con ioni OH¯ (fosforo legato all’alluminio, ma anche fosforo organico e incorporato nei batteri); VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental HCl-P: comprende le forme di fosforo sensibili a bassi pH (apatite) e le forme organiche di fosforo solubili con HCl; o Res-P: è costituito essenzialmente da fosforo refrattario organico e dalla frazione inerte di fosforo inorganico analisi del fenomeno del rilascio o dell’assorbimento di fosforo da parte dei sedimenti, cercando di quantificarlo e di evidenziare quali siano i parametri che maggiormente lo influenzano e in che modo attraverso prove di lunga durata. Il rilascio di nutrienti è un fenomeno estremamente complesso, che coinvolge aspetti di natura fisica, chimica e biologica e che ha come motore il contenuto di sostanza organica che, se elevato, può determinare l’instaurarsi di condizioni di anossia; i sedimenti, dando luogo ad un flusso di nutrienti verso la colonna d’acqua, aumentano il carico interno del corpo idrico; in virtù di ciò sono stati effettuati test di cessione in condizioni anossiche ed aerobiche, che consentono di quantificare tale fenomeno e di verificare le condizioni che possono favorirlo. In entrambi i casi i sedimenti sono stati messi a contatto con acqua distillata e sono stati effettuati prelievi di acqua dopo 7, 14 e 21 giorni dall’inizio della prova. Al termine dei 21 giorni sono state effettuate le estrazioni sequenziali sui sedimenti per verificare quali forme di fosforo contribuiscano maggiormente al rilascio. Il rilascio di fosforo in condizioni riducenti fornisce delle informazioni circa i metalli a cui è principalmente legato il fosforo contenuto nei sedimenti. La frazione di fosforo legata al ferro è fortemente soggetta al potenziale redox: in condizioni riducenti il ferro trivalente tende a ridursi a ferro bivalente liberando i fosfati ad esso legati (B. Boström et al., 1988); i fosfati legati all’alluminio risentono meno di eventuali modifiche del potenziale redox (F.A. DiGiano et el., 1978). Dati i frequenti intorbidimenti causati dall’azione del vento che caratterizzano questo lago poco profondo, si è cercato di valutare l’eventuale tendenza all’adsorbimento o al desorbimento del fosforo da parte della frazione risospesa attraverso la realizzazione di prove batch, realizzate matenendo il fango in sospensione per mezzo di agitatori meccanici. Un’azione in profondità del vento, che si traduce in una risospensione del sedimento, impedisce il consolidamento della parte superficiale dei sedimenti, incrementando ulteriormente la velocità di risospensione (P. Kristensen et al., 1992). In particolare nel caso del lago Trasimeno è stato osservato (S.I.G.L.A., 1992) che la risposta del sistema al vento è immediata, a causa della scarsa profondità, ed in corrispondenza di questi eventi si verificano i valori massimi di concentrazione di fosforo totale, nonostante la ridistribuzione dell’ossigeno. E’ infatti da sottolineare che, a causa della limitata profondità, il lago Trasimeno non è soggetto a stratificazioni a che presenta durante tutto l’anno condizioni di omogeneità sulla verticale. Il test di adsorbimento prevede la sospensione dei sedimenti nell’acqua del lago o in acqua distillata arricchita in fosforo per simulare le condizioni che si verificano nel corpo lacustre; si assume raggiunto l’equilibrio quando non si registrano più variazioni nella concentrazione di fosforo nella fase liquida: la velocità di adsorbimento è molto elevata nella fase iniziale e tende a ridursi man mano che si raggiunge l’equilibrio (figura 10). Accanto a questo test si può pensare di realizzare test di deadsorbimento, volti a valutare il rilascio del nutriente da parte della frazione risospesa, ponendo il campione in contatto con acqua distillata non arricchita in fosforo o con l’acqua stessa del lago (M. Søndergaard et al., 1992). Per le prove di adsorbimento si sono utilizzate soluzioni a concentrazione nota (0.1 e 0.5 mg/l di fosforo), scelta sulla base della massima concentrazione di fosforo riscontrata nell’acqua del lago e nell’acqua interstiziale Il fango è stato mantenuto in sospensione per mezzo di agitatori meccanici per 21 giorni e sono stati effettuati prelievi a 7, 14 e 21 giorni dall’inizio; al termine dei 21 giorni i sedimenti sono stati sottoposti ad estrazioni sequenziali. o RISULTATI Nella prima campagna di analisi (11/01/01) sono stati prelevati dei campioni in due spiagge (A e B): per tre si è utilizzato il carotiere e per altri tre il campionatore; sono stati inoltre prelevati due campioni di acqua del lago per ciascuna spiaggia. Sui campioni di acqua si sono determinate le varie forme di fosforo presente: il contenuto di fosforo totale (TP), di fosforo reattivo solubile (SRP, è la forma di fosforo determinabile con il metodo colorimetrico ed è quella maggiormente disponibile, costituita in gran parte da ortofosfati) e di fosforo totale disciolto (TDP). Dal grafico di figura 1 si nota come le concentrazioni di fosforo caratteristiche dell’acqua della spiaggia B siano VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental mediamente maggiori di quelle della spiaggia A; non vi sono grandi differenze riguardo l’SRP, quanto piuttosto al TP e al TDP, il che significa che la spiaggia B presenta una maggiore quantità di fosforo non direttamente disponibile rispetto alla spiaggia A. Contenuto di fosforo (mg/l) 0.2 0.15 0.1 0.05 TP TDP SRP frazione 0 A1 A2 B1 B2 campione Figura 1 – Rappresentazione delle varie frazioni di fosforo presenti nei campioni di acqua del lago Sui sedimenti prelevati con il carotiere si è ricostruito l’andamento con la profondità del contenuto di sostanza organica (figura 2a) e di fosforo totale (figura 2b). I campioni presentavano anche delle differenze visive: il sedimento della spiaggia B appariva di colore marrone omogeneo, mentre quello della spiaggia A era caratterizzato da un colore marrone-grigio, tendente sempre più al verde con l’aumentare della profondità. Dalla figura 2a si può notare come il contenuto organico della spiaggia B sia molto maggiore di quello riscontrato nella spiaggia A; ha un andamento piuttosto irregolare nelle prime due sezioni e diminuisce poi nella terza; tale comportamento è dovuto probabilmente al fatto che il lago Trasimeno è poco profondo e soggetto a frequenti rimescolamenti e i primi 6 cm sono quelli maggiormente interessati da questo fenomeno Contenuto organico (%) 0 1 2 3 4 5 contenuto di fosforo (mgP/kgsed.secco) 6 0 0 50 100 150 200 250 300 0 1 1 2 profondità (cm) 2 3 4 5 6 3 4 5 6 7 7 8 8 A1 A2 B1 B2 A1 A2 B1 B2 Figura 2 – Andamento del contenuto di sostanza organica (a) e del contenuto di fosforo (b) Per quanto riguarda il contenuto di fosforo (figura 2b), questo risulta maggiore nella spiaggia B confermando la stretta dipendenza tra presenza di sostanza organica e fosforo. Andamenti in tutto simili ai precedenti sono stati ottenuti dall’analisi delle carote prelevate durante la seconda campagna nelle spiagge B e C. Sui sedimenti prelevati con il campionatore sono stati determinati contenuto di umidità, di sostanza organica e di fosforo totale, trovando valori del tutto in linea con quelli ottenuti precedentemente. L’analisi delle acque contenute nei campioni superficiali ha permesso di valutare la concentrazione di fosforo; nel caso del campione proveniente dalla spiaggia A, non c’è stato motivo di utilizzare la centrifugazione per l’estrazione dell’acqua, proprio in virtù delle sue caratteristiche; per il campione proveniente dalla spiaggia B, invece, l’estrazione è avvenuta con il metodo della centrifugazione. L’acqua separata per centrifugazione sarà VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental costituita in parte da acqua gravifica e in parte da acqua capillare, mentre l’acqua surnatante della spiaggia A sarà quasi totalmente costituita da acqua gravifica. Le concentrazioni di fosforo totale disciolto rilevati nei due casi precedenti sono riportati in figura 3. Il surnatante presenta un contenuto TDP dello stesso ordine di grandezza di quello caratteristico dell’acqua del lago (figura 1), mentre la concentrazione nell’acqua interstiziale è di un ordine di grandezza maggiore. Questo dato è coerente con i dati di letteratura (M. Enell et al., 1982; B. Boström et al., 1982); è proprio il gradiente di concentrazione tra acqua interstiziale e acqua del lago che provoca un flusso diffusivo di fosforo dai sedimenti alla colonna d’acqua. 0.05 0.04 0.03 0.02 0.01 0 A 1 (a) 0.6 contenuto di fosforo (mg/l) Contenuto di P (mg/l) 0.06 2 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 (b) campione 1 B 2 3 campione Figura 3 – Concentrazione di TDP presente nell’acqua surnatante (spiaggia A) e nell’acqua interstiziale (spiaggia B) 1.0 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0.0 120 100 80 60 40 A1 NH4Cl-P BD-P A2 B1 campione B2 NaOH-P Res-P HCl-P B1 B2 A1 A2 20 Concentrazione di fosforo (mgP/kgsed.secco) frazione di fosforo estratto Due campioni per ogni spiaggia sono stati sottoposti ad estrazione sequenziale. Dall’esame dei risultati ottenuti (figura 4 a e b) si nota come la differenza sostanziale tra i campioni della spiaggia A e quelli della spiaggia B risieda in un maggiore contenuto di fosforo residuo nei primi: la spiaggia A sabbiosa, per la sua natura, possiede una quantità superiore di fosforo refrattario o inerte; per quanto riguarda le altre frazioni di fosforo estratte, queste sono presenti in percentuali quantomeno vicine tra loro, a conferma del fatto che il fosforo si distribuisce nei sedimenti secondo proporzioni che sono sempre le stesse; questo comportamento è risultato ancora più evidente dai dati relativi alla seconda campagna, in cui sono state analizzate due spiagge con caratteristiche simili tra loro. I dati ottenuti trovano riscontro anche in letteratura, soprattutto con i dati sul lago Balaton (Istvanovics, 1988; Istvanovics et al. 1989), anch’esso di natura calcarea. La frazione di fosforo facilmente scambiabile è presente in misura minore rispetto alle altre frazioni, in tutti e quattro i campioni; nella spiaggia A il fosforo è soprattutto presente nella frazione residua, quella inerte, mentre nella spiaggia B è soprattutto legato al calcio; il fosforo legato al ferro è in quantità maggiori nella spiaggia B, mentre differenze minori di comportamento sono rilevabili in relazione al fosforo legato all’NaOH. 0 Res-P B1 HCl-P NaOH-P B2 BD-P A1 NH4Cl-P A2 (a) (b) Figura 4 – Frazioni delle varie forme di fosforo presenti nei campioni (a) e concentrazione di fosforo presente nelle varie soluzioni estratte (b) In entrambi i casi il fosforo tende a legarsi ai sedimenti principalmente mediante componenti di origine inorganica, ma, mentre nella spiaggia sabbiosa lo ritroviamo soprattutto sotto forma inerte o refrattaria, nella spiaggia argillosa tende in gran parte ad adsorbirsi ai metalli e al calcio. VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental Sui campioni prelevati con il campionatore è stato poi effettuato il test di cessione. Dalla figura 5, riassuntiva dei risultati del test di cessione in condizioni aerobiche per le spiagge A e B, si nota come il rilascio risulti maggiore per i sedimenti appartenenti alla spiaggia B; questo può essere dovuto sia alla maggiore concentrazione di fosforo presente inizialmente, ma anche e soprattutto al maggiore contenuto di sostanza organica, che comporta un maggiore consumo di ossigeno disciolto e l’abbassamento del potenziale redox che influenza il deadsorbimento di fosforo. Un’altra differenza di comportamento tra le due spiagge risiede nel fatto che mentre per la spiaggia A avviene un rilascio effettivo per tutta la durata dell’esperimento, nella spiaggia B si osserva un aumento della concentrazione di fosforo nelle prime due settimane e poi una diminuzione; questo farebbe pensare ad un successivo adsorbimento di fosforo da parte dei sedimenti: dopo la prima fase di deadsorbimento il gradiente tende a diminuire in quanto la concentrazione di fosforo nella colonna d’acqua si avvicina sempre di più alla concentrazione nell’acqua interstiziale; a questo punto il fosforo, che nella spiaggia B è principalmente legato a metalli e al calcio, può essere nuovamente adsorbito su di essi (il comportamento diverso della spiaggia A è dovuto alla natura diversa del terreno ed al fatto che il fosforo è legato ai sedimenti in maniera diversa). Si ha comunque una modesta tendenza al rilascio da parte dei sedimenti del lago Trasimeno, anche in confronto ad alcuni dati di letteratura riferiti a studi su diversi laghi (Holdren et al., 1980; Boström e Petterson, 1982). 0.6 0.14 0.12 A1 B1 A2 B2 A3 B3 concentrazione di fosforo (mg/l) concentrazione di fosforo (mg/l) 0.16 0.1 0.08 0.06 0.04 0.02 0 0.5 0.4 A1 B1 A2 B2 A3 B3 0.3 0.2 0.1 0 0 giorni 7 14 21 Figura 5 – Test di cessione: rilascio di fosforo in condizioni statiche aerobiche 0 7 giorni 14 21 Figura 6 – Rilascio di fosforo in condizioni statiche anossiche Su un campione per ogni spiaggia sono state quindi effettuate le estrazioni sequenziali per valutare quali frazioni di fosforo siano maggiormente interessate dagli scambi con la colonna d’acqua sovrastante (figura 7a, b). Per quanto riguarda il campione A1, il fosforo passato in soluzione è costituito da fosforo facilmente scambiabile, fosforo refrattario e fosforo legato al ferro, o comunque sensibile a bassi potenziali redox; il fosforo presente nelle altre forme è presente in concentrazione maggiore alla fine della prova che in quelle relative ai sedimenti iniziali. 0.9 0.8 160 0.7 140 0.6 120 0.5 100 0.4 80 0.3 60 0.2 40 0.1 20 0.0 Iniz. A1 NH4Cl-P BD-P A1 Iniz. B1 campione NaOH-P HCl-P 0 B1 Res-P concentrazione di fosforo (mgP/kgsed.secco) frazione di fosforo estratto 1.0 Res-P HCl-P NaOH-P BD-P Iniz. A1 NH4Cl-P A1 Iniz. B1 B1 Figura 7 - Frazioni delle (a) varie forme di fosforo presenti nei campioni (a) (b) e concentrazione di fosforo presente nelle varie soluzioni estratte (b) prima e dopo il test di cessione VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental Risultati vicini a quelli ottenuti per il lago Trasimeno si sono avuti a seguito degli studi effettuati da Istvanovics (1988) sul lago Balaton. Il campione B1 presenta delle differenze rispetto al campione A1, soprattutto nel comportamento del fosforo legato all’alluminio (la diminuzione è probabilmente dovuta al maggiore contenuto di sostanza organica della spiaggia B ed alla natura dei sedimenti); anche in questo caso si ha una leggera diminuzione del fosforo residuo, una diminuzione sostanziosa del fosforo legato al ferro ed un aumento non trascurabile del fosforo legato al calcio. Anche la prova anossica è stata effettuata su sedimenti prelevati con il campionatore e su tre campioni per ciascuna spiaggia. I risultati sono rappresentati in figura 6; si può notare come il rilascio aumenti progressivamente nel tempo, a meno del dato anomalo del campione A1. Il rilascio di fosforo in questo caso è determinato, oltre che dall’esistenza di un gradiente di concentrazione (come nel test di cessione), anche e soprattutto dalle condizioni riducenti che si instaurano nel sistema. Anche in questa prova i sedimenti della spiaggia B mostrano una maggiore tendenza al rilascio rispetto a quelli della spiaggia A, ma la differenza tra i due è meno marcata: ciò probabilmente per il fatto che in condizioni aerobiche il rilascio tende ad avvenire in microzone in cui si verifica una diminuzione di potenziale redox e risulta fortemente correlato all’attività batterica e al contenuto di sostanza organica, che è quattro volte maggiore nella spiaggia B; in condizioni anossiche invece si parte già da condizioni riducenti per entrambe le spiagge e la differenza di contenuto organico risulta meno influente. Il rilascio di fosforo in condizioni anossiche risulta, come atteso, di un ordine di grandezza maggiore rispetto a quello in condizioni aerobiche (confronto con figura 5): essendo i sedimenti del lago Trasimeno ricchi di ferro (S.I.G.L.A.) il potenziale redox è un parametro di grande influenza Anche nel caso del test in condizioni anossiche, al termine dei 21 giorni, sono state effettuate le estrazioni sequenziali su un campione per ogni spiaggia (figura 8a, b). Per il campione A1 il fosforo che tende a passare in soluzione è ancora una volta costituito da fosforo residuo e fosforo sensibile alle variazioni di potenziale redox, ma, a differenza di quanto avviene nel caso aerobico, non si ha un aumento della frazione di fosforo legata all’NaOH, che tende per lo più a rimanere costante; ciò può essere dovuto alle condizioni riducenti instauratesi nel sistema, che contribuiscono al rilascio di questa frazione, o comunque ne inibiscono un aumento. Anche il fosforo facilmente scambiabile tende a diminuire, seppure in maniera minima; è da osservare che l’HCl-P tende ad aumentare, sempre probabilmente a causa di un adsorbimento di fosforo liberatosi sulla calcite. Per quanto riguarda il campione B1, si ha una diminuzione della frazione di fosforo in tutte le forme sensibili a variazioni del potenziale redox; il fosforo legato all’NH4Cl tende a diminuire, seppur di poco, mentre il fosforo residuo aumenta leggermente. 1.0 frazione di fosforo estratto 0.8 120 0.7 100 0.6 0.5 80 0.4 60 0.3 40 0.2 20 0.1 0.0 concentrazione di fosforo (mgP/kgsed.secco) 140 0.9 0 Iniz. A1 NH4Cl-P A1 BD-P Iniz. B1 campione NaOH-P (a) HCl-P B1 Res-P NH4Cl-P BD-P NaOH-P HCl-P Iniz. A1 Res-P A1 Iniz. B1 B1 (b) Figura 8 – Prova anossica. Distribuzione delle varie frazioni di fosforo (a) e concentrazione di fosforo presente nelle varie soluzioni estratte (b) all’inizio e al termine della prova Confrontando i risultati ottenuti con il test di cessione (figura 7) e quelli ottenuti nella prova anossica (figura 8), si ha in quest’ultimo caso un maggiore rilascio di fosforo, evidenziato da una minore concentrazione di fosforo totale presente nei sedimenti al termine delle prove. Il comportamento del fosforo facilmente VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental scambiabile risulta pressoché lo stesso nelle due tipologie di prove, mentre, coerentemente alle aspettative, nel caso delle prove anossiche si ha una maggiore diminuzione della frazione BD-P. Per quanto riguarda l’NaOH, nel campione A1 si ha una diminuzione di questa frazione a seguito della prova anossica e un aumento a seguito del test di cessione; nel campione B1, invece, si ha una diminuzione in conseguenza di entrambe le prove effettuate, segno che questa frazione è influenzata, oltre che dal potenziale redox, anche dal contenuto di sostanza organica nel sedimento, maggiore nella spiaggia B. La frazione di fosforo legata al calcio tende in entrambi i campioni ad aumentare. Il fosforo che viene mobilizzato in condizioni varie sarà, in generale, in parte rilasciato ed in parte riadsorbito sotto forme diverse in funzione della capacità di adsorbimento dei sedimenti determinata dalla loro stessa composizione e dalle condizioni ambientali predominanti. Le prove di adsorbimento-deadsorbimento sono state effettuate prendendo in considerazione un campione per ogni spiaggia. I risultati relativi alle prove di deadsorbimento sono rappresentati in figura 9, in cui sono state riportate, per confronto, anche i risultati ottenuti tramite il test di cessione. Interpolando i dati sperimentali con una regressione di tipo lineare si ottiene una funzione che descrive il rilascio di fosforo da parte dei sedimenti in funzione del tempo. Dai risultati ottenuti e mostrati in figura si osserva che il campione B1 presenta, in condizioni aerate mescolate, una maggiore tendenza al deadsorbimento rispetto al campione A1: ciò probabilmente è dovuto al maggior contenuto di sostanza organica presente nel primo. Il contenuto di sostanza organica influenza il rilascio nel processo di deadsorbimento perché nei laghi calcarei, come il lago Trasimeno, uno dei principali meccanismi di rilascio di fosforo dai sedimenti è legato alla dissoluzione di CaCO3 in conseguenza dell’aumento di CO2 come prodotto di mineralizzazione della sostanza organica. (Boström et al., 1988). Meno influente sarà il fatto che la degradazione della sostanza organica può portare ad una riduzione anche locale del potenziale redox, e quindi ad una maggiore rilascio di fosforo da parte delle frazioni mineralogiche sensibili a queste variazioni, in quanto le condizioni aerate ed il mescolamento continuo contribuiranno a mantenere sempre ben ossigenato il sistema, accelerando inoltre i processi di mineralizzazione della sostanza organica; si ha quindi una maggiore liberazione di anidride carbonica ed un maggiore rilascio di fosforo, secondo il meccanismo sopra menzionato. Confrontando gli andamenti ottenuti per la prova di deadsorbimento con quelli relativi al test di cessione (condizioni statiche aerate), si può avere un’idea di quale sia l’influenza del mescolamento sui processi di deadsorbimento.; sia per il campione A1 che per il campione B1, il coefficiente angolare delle linee di tendenza, che rappresenta la velocità di variazione della concentrazione, ha un valore, nel caso mescolato, doppio rispetto a quello caratteristico del test di cessione: il rilascio in condizioni mescolate risulta maggiore rispetto a quello in condizioni statiche. In genere il rilascio di fosforo disciolto tende ad aumentare all’aumentare del mescolamento fino al punto in cui avviene la sospensione dei sedimenti; da questo momento in poi tende a diminuire fino a valori minori di quelli trovati in condizioni statiche; il fosforo totale invece continua ad aumentare, indicando che, quando avviene la risospensione, la maggior parte del fosforo rilasciato risulta associato alla materia particolata (Holdren et al., 1980). 0.6 A1 B1 0.25 A1 cessione B1 cessione 0.2 y = 0.0089x Lineare (A1) Lineare (B1 ) 0.15 Lineare (A1 cessione) Lineare (B1 cessione) 0.1 y = 0.0048x y = 0.0043x 0.05 concentrazione di fosforo in fase liquida concentrazione di fosforo nella fase liquida (mg/l) 0.3 0.5 A1 C0=0.1mg/l A1 C0=0.5mg/l B1 C0=0.1mg/l B1 C0=0.5mg/l 0.4 0.3 0.2 0.1 y = 0.0023x 0 0 0 7 giorni 14 21 Figura 9 – Confronto tra il rilascio di fosforo avvenuto in condizioni statiche durante il test di cessione e quello avvenuto in condizioni mescolate per i campioni A1 e B1 0 7 giorni 14 21 Figura 10 – Adsorbimento in condizioni aerate mescolate da parte dei campioni A1 e B1 a contatto con una soluzione con concentrazione di fosforo pari a 0.1 e 0.5 mg/l VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental Anche in questo caso, la fase di deadsorbimento è seguita da una successiva fase di adsorbimento: il materiale sospeso può costituire un facile supporto sul quale il fosforo può nuovamente adsorbire; nel caso di prove mescolate è più elevato il tasso di rilascio di fosforo, come pure è più elevata la quantità dello stesso che tende in un secondo momento a riadsorbirsi, quindi l’azione del vento ha un doppio aspetto, da una parte facilita la distribuzione del fosforo sulla colonna d’acqua, ma allo stesso tempo, per le particolari caratteristiche mineralogiche dei sedimenti del lago Trasimeno, favorisce il riadsorbimento. Mettendo a contatto i sedimenti, sempre in condizioni mescolate, con una soluzione a concentrazione nota di fosforo (figura 10), si nota come l’adsorbimento di fosforo da parte dei sedimenti sia influenzato dalla concentrazione del nutriente nella colonna d’acqua sovrastante e, in particolare, un maggiore contenuto di fosforo in soluzione porta ad un maggiore adsorbimento. L’adsorbimento è seguito poi da una fase di rilascio e ancora di adsorbimento. La fase di rilascio successiva all’adsorbimento iniziale risulta maggiore quando la concentrazione di fosforo in fase liquida è pari a 0.5 mg/l, a causa proprio della maggiore abbondanza del nutriente nel sistema, ed è più evidente nel caso del campione B1, probabilmente in quanto il materiale argilloso è caratterizzato da una maggiore capacità di adsorbimento, sia in relazione alla sua natura, sia in relazione alla sua superficie specifica.; infatti i parametri che influenzano maggiormente l’adsorbimento dei fosfati sono il pH, il contenuto di CaCO3, la distribuzione granulometrica, il contenuto di ferro e alluminio e di carbonio organico. La frazione di argilla mediamente fine riveste un ruolo importante nei processi di adsorbimento (Gunatilaka, 1982); dal momento che la sedimentazione di questa frazione avviene ad una velocità realmente molto bassa, essa contribuisce in modo importante alla persistenza della torbidità del lago. Inoltre alcuni tipi di argille fini hanno un’elevata capacità di adsorbimento nei confronti dei fosfati (Golterman, 1984; anche il relativamente alto contenuto di calcite dei sedimenti di un lago può influenzare l’adsorbimento dei fosfati (Gunatilaka, 1978). Al termine dei 21 giorni sono state effettuate le estrazioni sequenziali (figura 11a, b) per verificare quali frazioni di fosforo abbiano contribuito al rilascio o all’adsorbimento di fosforo. Per quanto riguarda il deadsorbimento, sia per il campione A1 che per il campione B1, si nota una diminuzione della concentrazione di fosforo totale nei sedimenti; nel campione A1 le frazioni che sembrano aver rilasciato fosforo sono quelle estraibili con l’NH4Cl, il BD e l’NaOH; si riscontra anche una diminuzione del fosforo residuo, mentre l’HClP ha subito un aumento; nel campione B1 invece le frazioni di fosforo che hanno subito una diminuzione sono quelle estraibili con l’NaOH, l’HCl ed il fosforo residuo, mentre l’NH4Cl-P ed il BD-P sono aumentate nel corso della prova. 250 200 0.6 150 0.4 100 50 0.2 concentrazione di fosforo (mg/kgsed.secco) 300 0.8 NH4Cl-P BD-P NaOH-P (a) HCl-P Res-P NH4Cl-P BD-P NaOH-P 0.5 A1 0.1 A1 0.5 B1 Des. B1 Iniz. Des. 0.1 B1 B1 B1 0.5 A1 0.5 A1 Iniz. B1 Iniz. Des. 0.1 A1 A1 A1 0.1 A1 0.0 Des. A1 0 Iniz. A1 frazione di fosforo estratto 1.0 HCl-P Res-P Ptot (b) Figura 11 – Prova di adsorbimento-deadsorbimento: distribuzione delle varie frazioni di fosforo nei campioni A1 e B1 La diminuzione della frazione BD-P è minore sia rispetto al caso del test di cessione, sia della prova anossica; probabilmente a causa del mescolamento l’intero sistema è sempre ben ossigenato, non si creano zone anossiche, non si ha una significativa variazione del potenziale redox e la frazione suddetta riveste un ruolo di minore importanza nel processo di rilascio del fosforo. L’NaOH tende a diminuire in entrambi i campioni, ma, vista la scarsa importanza del potenziale redox in questi casi, tale effetto è probabilmente dovuto alla frazione organica. E’ inoltre da notare il comportamento della frazione HCl-P: essa tende ad aumentare nel caso del campione A1 e a diminuire nel caso del campione B1; nel caso del deadsorbimento dal campione B1 sembra VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental quasi che una parte del fosforo rilasciata sia stata nuovamente adsorbita ed immagazzinata nella frazione di BD-P. Relativamente alle prove di adsorbimento, i sedimenti corrispondenti al campione A1 hanno immagazzinato fosforo prevalentemente sotto forma di HCl-P, mentre è stato rilasciato soprattutto dalla frazione di fosforo residuo; le altre frazioni sono rimaste per lo più costanti. Per quanto riguarda il campione B1, il fosforo è stato immagazzinato principalmente sotto forma di fosforo residuo; le altre frazioni sono rimaste costanti o sono addirittura diminuite. I risultati ottenuti confermano anche i risultati ottenuti sulla distribuzione del fosforo a seguito di processi di adsorbimento sul lago Balaton (Istvanovics et al., 1989). La medesima procedura di analisi sui sedimenti è stata utilizzata per i campioni relativi alla seconda campagna, prelevati a qualche centinaio di metri l’uno dall’altro; le due spiagge si sono presentate più simili tra loro, sia visivamente, sia nel comportamento che hanno manifestato durante lo svolgimento delle analisi. I risultati ottenuti dalle due campagne sono raffrontabili, eccetto per i risultati della prova di deadsorbimento, come mostrato in figura 12 a e 12 b, rispettivamente per i campioni B1 e C1 prelevati nelle due spiagge in località Torricella. B1 deadsorbimento B1 cessione 0.25 y = 0.008x 0.16 B1 anossica 0.14 Lineare (B1 deadsorbimento) Lineare (B1 anossica) 0.12 Lineare (B1 cessione) 0.1 y = 0.0048x 0.08 0.06 y = 0.0014x 0.04 0.02 0 concentrazione di fosforo nella fase liquida (mgP/l) concentrazione di fosforo in fase liquida (mg/l) 0.2 0.18 C1 desadorbimento C1 cessione 0.2 C1 anossica Lineare (C1 desadorbimento) Lineare (C1 cessione) 0.15 Lineare (C1 anossica) y = 0.0089x 0.1 y = 0.0027x 0.05 y = 0.0019x 0 0 7 giorni (a) 14 21 0 7 giorni 14 21 (b) Figura 12 - Confronto tra il rilascio di fosforo avvenuto in condizioni statiche e quello avvenuto in condizioni mescolate per i campioni B1 (a) e C1 (b) Il deadsorbimento in condizioni aerobiche mescolate è di entità maggiore, seguito dal rilascio in condizioni anossiche e, in ultimo, dal rilascio in condizioni aerobiche statiche. Facendo lo stesso confronto tra gli andamenti ottenuti nella prima campagna, i risultati sono differenti: il desorbimento di entità maggiore si ha in seguito alla prova anossica, seguito da quello ottenuto nella prova aerobica mescolata e, in ultimo da quello rilevato in relazione al test di cessione. Confrontando i vari dati, la differenza tra quanto avviene nelle due campagne risiede nei valori del rilascio in condizioni anossiche che si sono ottenuti nei due casi, diversità dovuta probabilmente al fatto che, nei campioni analizzati in un primo tempo, vi era una diversa distribuzione del fosforo nei sedimenti e, in particolare, una maggiore quantità di fosforo legato al ferro rispetto agli altri. Questa frazione di fosforo è quella coinvolta in maniera preponderante qualora ci si trovi in condizioni di scarsità di ossigeno disciolto, in quanto si ha un abbassamento del potenziale redox, una riduzione del ferro (III) a ferro(II) e un conseguente rilascio del fosforo ad esso legato. CONCLUSIONI Confrontando i risultati ottenuti mediante le prove effettuate con quelli relativi ad altri laghi si è potuto verificare che i sedimenti del lago Trasimeno sono caratterizzati da una scarsa tendenza al rilascio in ogni condizione creata. Essi presentano inoltre una non trascurabile capacità di adsorbimento, influenzata in particolar modo dalla concentrazione di fosforo presente nella fase liquida a contatto con il campione. Tutti i campioni analizzati hanno mostrato, infatti, una tendenza all'adsorbimento molto più elevata quando posti a contatto con la soluzione a concentrazione di fosforo superiore e, in particolare, dopo 7 giorni sono stati tutti in grado di adsorbire più dell'80 % del fosforo presente in fase liquida. Dopo la fase iniziale di adsorbimento veloce, i VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental campioni sono andati tutti incontro ad una fase di rilascio, seguita da un nuovo adsorbimento. Dopo 21 giorni in soluzione troviamo una concentrazione di fosforo disciolto pari a circa il 30 % di quella inizialmente presente e la situazione tende a stabilizzarsi. Per quanto riguarda il processo di deadsorbimento di fosforo da parte dei sedimenti questo si è presentato di entità non rilevante. Il rilascio in condizioni mescolate è molto più alto rispetto a quello che si osserva in condizioni statiche. Questo dipende dal fatto che il processo di diffusione aumenta dal momento che il fosforo viene disperso rapidamente dai sedimenti nella colonna d'acqua, se viene mantenuto il gradiente di concentrazione. Inoltre il disturbo apportato ai sedimenti causa un mescolamento meccanico dell'acqua interstiziale e dell'acqua del lago. L'effetto immediato della risospensione delle particelle di sedimenti, poi, è un aumento del fosforo legato al particolato nell'acqua del lago, e questo va a costituire una sorgente di fosforo e un probabile sito di adsorbimento dello stesso. Confrontando gli andamenti del rilascio di fosforo ottenuti, nel caso della prima campagna, relativamente al campione della spiaggia ‘B’, argillosa, con quelli del campione prelevato dalla spiaggia ‘A’, sabbiosa, si può notare come nel primo caso si abbia una maggiore tendenza al deadsorbimento. Ciò può essere dovuto sia ad una diversa distribuzione del fosforo nei sedimenti, sia al maggiore contenuto di sostanza organica presente nella prima. Il contenuto di sostanza organica è un fattore molto rilevante nel processo di deadsorbimento del fosforo. Infatti nei laghi calcarei come il lago Trasimeno, uno dei principali meccanismi di rilascio di fosforo da parte dei sedimenti è legato alla dissoluzione del CaCO3, che avviene come conseguenza dell'aumento di anidride carbonica determinato dal processo di mineralizzazione della sostanza organica. Il fosforo organico presente nei sedimenti liberato sotto forma di PO4 solubile durante i processi di decomposizione ad opera dei batteri può essere adsorbito su superfici inorganiche o rimanere in soluzione per essere riciclato nell'acqua lacustre. Le estrazioni sequenziali, effettuate sul sedimento appena prelevato e su quello ottenuto al termine delle prove a lunga durata, hanno permesso di caratterizzare in maniera più approfondita i campioni, determinando la distribuzione del fosforo fra le varie componenti mineralogiche del terreno, e di comprendere meglio quali fossero i meccanismi fisici e chimici coinvolti nei processi di rilascio e di adsorbimento. I risultati ottenuti sui campioni del lago Trasimeno sono stati confrontati con quelli, presenti in letteratura, relativi ad altri laghi, in particolare, la distribuzione del fosforo nei sedimenti del lago Trasimeno è risultata simile a quella determinata in relazione al lago Balaton, anch'esso calcareo e con caratteristiche vicine a quelle del lago italiano. La maggior parte del fosforo risulta legato al calcio o si trova sotto forma di fosforo residuo. La percentuale del nutriente associato a ferro, manganese, alluminio, e quindi quella sensibile alle variazioni di potenziale redox, risulta sempre minore del 50 %. Il fosforo facilmente scambiabile, o fosforo labile, è sempre presente in percentuali piuttosto basse, dell'ordine del 2 - 3 %. Nella maggior parte dei casi analizzati il fosforo che viene rilasciato nelle varie condizioni è quello legato al ferro e al manganese, il BD-P, e il fosforo residuo. La frazione di fosforo che influenza in modo più rilevante il processo di desorbimento, tuttavia, è proprio quella legata a ferro e manganese, il BD-P. Infatti, confrontando i risultati delle estrazioni sequenziali ottenuti durante la prima campagna per i campioni della spiaggia ‘A' e della spiaggia ‘B’ si nota come la prima, rispetto alla seconda, presenti una maggiore percentuale di fosforo residuo e una minore percentuale di fosforo legato ai metalli suddetti. Se si osservano gli andamenti del rilascio trovati per le due tipologie di campioni nelle varie condizioni, è evidente come i campioni della spiaggia ‘B’ siano caratterizzati da una maggiore tendenza al desorbimento. Il fosforo rilasciato sembra poi essere in parte adsorbito nuovamente sotto forma di calcite. BIBLIOGRAFIA B. BOSTRÖM, G. PERSSON, B. BROBERG – Biovailability of different phosphorus forms in freshwater systems – Hydrobiologia 170, pp. 133-155, 1988 B. BOSTRÖM, J.M. ANDERSEN, S. FLEUSHER, M. 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