Il Chiacchierone - Giugno 2010 - Istituto Comprensivo Tricase Via

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Il Chiacchierone - Giugno 2010 - Istituto Comprensivo Tricase Via
GIUGNO 2010 - ANNO XII - N° 35
GIORNALE SCOLASTICO
•www.apuliascuola.it • e-mail: [email protected]
ISTITUTO COMPRENSIVO 1° - VIA APULIA - TRICASE
Madre Terra scrive...
Editoriale
L
’anno scolastico sta per concludersi! E’ stato un anno
intenso, che ci ha dato varie
emozioni…
Sono state realizzate tante attività, alcune delle quali hanno avuto una risonanza nazionale e internazionale, ma abbiamo avuto anche il periodo più lungo di sospensione delle attività didattiche.
In Redazione è arrivata una valanga di materiale molto interessante, da creare, come al solito,
una certa difficoltà nella selezione
degli articoli: profonde riflessioni
su alcuni periodi bui della storia,
sulle atrocità che migliaia di perso-
ne hanno subito, presenti, purtroppo, ancora oggi in molte parti della
terra; poesie sull’olocausto, sui caduti di Nassiriya…; interessanti ricerche per leggere, capire e promuovere il nostro territorio; studi
sulla salvaguardia del pianeta Terra e poi tanti laboratori.
Dalla lettura dei vari articoli
traspare che tutti gli alunni, a vari
livelli, hanno acquisito consapevolezza delle varie tematiche e problematiche trattate.
Di tutto questo dobbiamo dire
grazie ai Docenti che con tanto
amore e dedizione hanno seguito
Segue a pag. 22
Problemi dell’età adolescenziale
Quattro amici e un viaggio
I mutamenti del corpo, il desiderio di affermarsi e di venire riconosciuti,
le prime inquiete domande sulla propria identità. Questa fase viene definita
ADOLESCENZA, fase in cui noi ragazzi non ci sentiamo sempre a nostro
agio, ci allontaniamo dalla famiglia per avvicinarci sempre di più, a un’altra
famiglia: gli AMICI.
È il momento in cui noi ragazzi e ragazze cominciamo a trasformarci sia
sul piano fisico che psicologico, tanto che molti psicologi e studiosi paragoPag. 2
Sommario
SOMMARIO
PAG. 2
ATTUALITÀ
PAG. 3 - 11
VITA SCOLASTICA
PAG. 12 - 18
CREATIVITÀ
PAG. 21 - 24
CULTURA
PAG. 25 - 26
SPORT
Cari bambini
della Terra, vi
scrivo questa
lettera per chiedere il vostro
aiuto. Sapete
chi sono? Sono il vostro pianeta, la Terra. Ma sono
molto più di un semplice pianeta. Io sono la vostra
Dimora. Sono vostra Madre Terra e, proprio come
voi, sono unica e quindi sono molto speciale. Ho
bisogno di amore e di cure, proprio come voi….
Ora lasciate che vi chieda una cosa: quando vi
guardate allo specchio che cosa vedete? Naturalmente vedete i vostri occhi.
Vedete i vostri capelli, il vostro naso e la vostra
bocca e, se sorridete, vedete i vostri denti. Sapete
che cosa vedo io quando mi guardo allo specchio?
Vedo tutti gli animali che camminano sulla mia
terra. Vedo tutti gli uccelli che volano nel mio
cielo. Vedo tutti i pesci, le balene e i delfini che
nuotano nei miei oceani. E tutti questi animali che
io vedo sono i miei figli. Ma c’è qualcos’altro che
vedo allo specchio. Vedo tutti voi! Vi vedo perché
anche voi siete miei figli. Siamo tutti una grande
famiglia… ma molte persone ancora non sanno di
essere miei figli e che tutti gli animali sono i loro
fratelli e le loro sorelle… Gli animali mi hanno
detto: “Siamo preoccupati, Madre Terra. Abbiamo
paura, perché le nostre dimore vengono distrutte da
persone prive di buon senso alle quali non importa
nulla dei danni che provocano. Non sanno che noi
siamo i loro fratelli e le loro sorelle…”. Di che cosa
pensate che io abbia bisogno?… Ho bisogno che
mi amiate. Questo è tutto…
Vi amo con tutto il cuore
Madre Terra
... i bambini rispondono
Cara Madre Terra,
ho ricevuto la tua letterina che mi ha molto commosso. Ogni volta che uso dei fogli penso a quei
poveri alberi tagliati senza aver fatto nulla di male!
Penso anche alle povere bestioline che si ritrovano senza casa come gli scoiattoli e gli uccelli…
Penso a quelle navi che rilasciano nei mari
petrolio facendo morire i pesci, le alghe, tutte le
forme di vita presenti nell’acqua. Gli uomini
privi di buon senso abbattono boschi per costruire fabbriche e uccidono gli animali per fare pellicce, causando l’estinsione di tante specie!
È vero, ci sono persone che non pensano
all’ambiente ma solamente a sé stessi distruggendo i paesaggi naturali. Ad esempio,in montagna
l’habitat sarebbe stato stupendo senza baite, perché un ambiente naturale non deve essere modificato dall’uomo. Confesso che sarebbe bello
scalare e poter vivere in montagna senza abbattere alberi!!!! Io vorrei salvare questo mondo a tutti
i costi, per questo un giorno proporrò una legge
contro l’inquinamento della terra. Ora ti devo
lasciare…
V C - Primaria
2
Attualità
Giugno 2010
Essere diversi: tra fantasia e realtà
Da piccolo Rocky
aveva ricevuto come
regalo di compleanno
un gatto e un cane. Il
gatto aveva il pelo
morbido e folto; sembrava un incrocio tra
un siamese e un gatto
mediterraneo;il cane
era un tenero volpino di razza pura. Entrambi avevano
solo pochi mesi, ma si muovevano con molta facilità e
rapidità e suscitavano tra gli amici di Rocky tanta tenerezza. Rocky li sottoponeva ad estenuanti allenamenti
facendo seguire un nastro al gatto e una pallina di
gomma al cane. Quei due animali avevano qualcosa di
strano! Certe volte sembrava che il gatto cercasse di
conoscere meglio il cane, di avvicinarsi per diventare
ottimi amici, come facciamo tutti noi; il cane lo scacciava :” Sparisci, tu non sei di razza come me, sei solo un
bastardino”.Il gatto sembrava deluso dal comportamento
del suo coinquilino, ma ci riprovava lo stesso, perché era
forte d’animo e non voleva mollare, credeva che tutti gli
animali fossero uguali… dopo un po’ di tempo, si arrese.
Durante la sera, infatti, i due si guardavano con uno
sguardo intenso. Forse, era odio oppure… Spesso litigavano: “Ehi cagnaccio. Sono pronto a batterti in ogni
momento”.
“Non affermare ciò che non è vero. Te lo ripeto, sei
solo un bastardino, un gattaccio tutto pelo e ossa”.
“Si, come no… Tu sei lurido pulcioso e presuntuoso come tutti quelli di razza, non sei come me!”.
“Invece, tu sei piccolo e insignificante”.
“Taci, scricciolo di cane!!”.
Continua da Pag.1
“Hai iniziato ad offendere miciaccio?”.
“E come potrei? Ci ha già pensato madre natura!!”.
E la storia continuava…
I genitori di Rocky non riuscivano a capire il perché di tale odio. Questa storia andò avanti per tre mesi,
fino a quello straordinario colpo di scena.
A Chicago, città natale di Rocky, si svolgevano le
gare olimpioniche per cani e gatti,in coppia. Il ragazzo
decise di partecipare iscrivendo Jerry - il gatto- e Rex -il
cane- per confrontarsi con i suoi amici di scuola, che partecipavano assieme ai loro genitori. Ma era una scommessa perché quei due erano proprio diversi e litigiosi.
La prima gara andò malissimo. L’arbitro diede il
via alla staffetta, tutti erano partiti, tranne Jerry e Rex,
che erano impegnati, come al solito, a litigare, non si
accorsero dell’inizio della gara e partirono con dieci
minuti di ritardo, arrivando ultimi. Videro l’arbitro che
premiava due altri animali, così Jerry disse:
“Lo sapevo. Litigando non facciamo altro che peggiorare le cose. Ci insultiamo perché siamo leggermente diversi, ma in realtà la diversità serve; è importante per distinguerci l’uno dall’altro. Se non ci fosse
la diversità la vita sarebbe monotona, noiosa, senza
senso. Essere diversi ci permette di confrontarci con
gli altri, ci rende UNICI. Tu non sei superiore a me,
noi siamo solo D-I-V-E-R-S-I. Ricorda, nessuno può e
deve credersi superiore agli altri. La diversità non può
essere un problema”.
“Hai ragione… mi vuoi scusare?”.
“Sì, amici?”.
“Puoi dirlo forte fratello, andiamo a batterli!”.
“Whaoo. E VAI! Così si fa!”.
Fine della storia? No, inizio della realtà.
Io conosco molte
persone di nazionalità diverse, con il
colore della pelle diversa, con un carattere diverso, con comportamenti diversi.
Una mia amica, di
origine rumena, vive
nel mio paese con sua madre e suo padre adottivo. Ora
siamo amiche, ma all’inizio lei era antipatica, non si
avvicinava a noi, anzi, ci faceva gesti di cattivo gusto e
ci attribuiva dei curiosi nomignoli. Un dubbio: forse,
non riusciva ad integrarsi, aveva paura di essere diversa da noi? Appena è arrivata tutti volevano conoscerla,
per imparare cose nuove; noi, infatti, impariamo molto
dagli stranieri. Ciò che ci divideva, che non ci permetteva di relazionarci con lei , era il suo carattere. Con il
passare del tempo e con la conoscenza reciproca, conquistata a piccoli passi, siamo diventate amiche.
La televisione spesso dipinge tutti gli immigrati negativamente, senza pensare alla grande popolazione silenziosa di immigrati onesti e instancabili lavoratori che
per mantenere la propria famiglia fanno tutti i lavori che
gli italiani disprezzano, considerandoli umili. Sono tante
le badanti, i muratori, gli spazzini, gli imbianchini che
fanno parte della nostra società. Ma come facciamo ad
accettare persone che per cultura e modo di vivere sono
diversi da noi, se non sappiamo accettare il nostro compagno di classe che ha carattere, comportamenti, gusti,
situazione familiare diversa dalla nostra? Per noi la
diversità è ancora un PROBLEMA e non una RISORSA.
II B - Secondaria
Problemi dell’età adolescenziale
nano l’adolescenza a una seconda nascita, ad un viaggio
che ci porterà a diventare adulti, tra avventure, cambiamenti e ostacoli. Ciò che succede ai quattro amici del
film, Stand by me – Ricordi di un’estate, che la prof.ssa
ci ha proposto per riflettere sulla nostra età. Ognuno di
loro può rappresentare una parte di noi che stiamo
lasciando una terra conosciuta e sicura per avventurarci
verso una meta sconosciuta e incerta. Chris, considerato da tutti un delinquente, in realtà è un ragazzo saggio
e sensibile che cerca sempre di proteggere gli amici; un
ragazzo la cui cattiva fama, nella piccola cittadina di
Castel Rock, lo porta a ricevere brutti insulti da parte
degli abitanti e violenze da parte del padre alcolizzato e
del fratello maggiore. Gordie non si sente per niente
considerato dalla sua famiglia, nella quale si sente invisibile perché poco considerato dai suoi genitori, ancora
sconvolti dalla morte del loro primogenito. Ha una passione sfrenata per la scrittura; infatti, è lui che racconta
quest’ avventura. Teddy è il più determinato e alcune
volte reagisce in modo molto violento, soprattutto quando viene deriso suo padre. Di Vern si capisce poco dal
film; è molto insicuro e spesso agitato.
E’ stato lui a portare i suoi amici a questa avventura,
poiché aveva sentito parlare il fratello maggiore con un
suo amico del ritrovamento di un corpo, mentre guidavano un auto rubata.
I quattro ragazzi si mettono in viaggio alla ricerca
del corpo di un loro coetaneo scomparso, spinti dalla
voglia di diventare “FAMOSI” e dall’ottima occasione
di finire in prima pagina per la loro impresa eroica,
come spesso succede a noi giovani di oggi.
Partono, durante l’estate del ’86,dalla loro cittadina,
Castle Rock, un nome immaginario dato a una piccola
città americana nello Stato dell’ Oregon, e attraversano,
seguendo la ferrovia, il bosco pieno di insidie.
Significativa è la scena del ponte al di sotto del quale
c’è un burrone. Dopo tante storie da parte di Vern, i
quattro decidono di attraversarlo con tutta calma. Chris
e Teddy davanti, mentre Vern, che gattona per la paura
e Gordie, ansioso di attraversare il ponte, restano indietro; dopo un po’ arriva un treno e fanno appena in tempo
a salvarsi. Le emozioni che suscita la corsa sul ponte
sono le stesse provocate dal nostro desiderio di avventura quando non si fanno i conti con le nostre reali possibilità. Si incamminano in cerca di un posto dove passare la notte; si fermano e accendono il fuoco e mentre
si raccontano storie sentono strani rumori. E’ il momento della paura per i “rumori” del mondo per noi spesso
così attraenti; la stessa che provano i quattro amici
all’uscita dalla palude quando si ritrovano ricoperti
dalle sanguisughe. Per superare la paura, durante la
notte decidono di fare dei turni di guardia con la pistola
di Chris. Durante il suo turno, Chris nota che Gordie ha
degli incubi. I due passano la nottata a consolarsi come
facciamo noi quando abbiamo bisogno dell’amico per
essere ascoltati o consolati. Si dividono, ritrovando così
il corpo del ragazzo ricoperto di terra e foglie, battendo
sul tempo altri ragazzi più grandi guidati dal bulletto
cittadino. Ma Gordie coraggiosamente riesce ad affrontarli e a mandarli via. I quattro amici si ritrovano così ad
essere vittime delle prepotenze dei più grandi, che si
manifestano con insulti e gesti violenti per ottenere il
silenzio o la menzogna. E’ il fenomeno, sempre più frequente, del bullismo che molti dei ragazzi della nostra
età vivono, anche negli ambienti come la scuola dove si
dovrebbe vivere in serenità.
Tutti e quattro i ragazzi vivono una difficile situazione familiare. Gordie non riesce a farsi accettare in
famiglia, Chirs ha una difficile situazione e il suo comportamento dipende da ciò che gli succede in famiglia;
Teddy sente la mancanza di suo padre poiché per una
brutta malattia sta in ospedale; si può dedurre che Vern
abbia gravi problemi che pensa di risolvere con il cibo.
In questo film la nostalgia del passato e degli amici
d’infanzia si manifesta solo alla fine quando il narratore, Gordie, ormai diventato adulto, scrive questo RICORDO DI UN’ESTATE descrivendo sentimenti, stati
d’animo, emozioni e debolezze di un periodo particola-
re della sua esistenza .
“Stand by me” è
un po’ la storia di
tutti noi ragazzi, è il
viaggio che ognuno
di noi vive: il passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza.
Anch’io sento di
aver iniziato questo
lungo e, spero, entusiasmante viaggio. Il mio comportamento è molto,
anzi troppo, cambiato, non solo in famiglia ma anche
con gli amici, con i professori e con tutti coloro che mi
stanno accanto. Il mio corpo è cambiato, il mio carattere è cambiato. TUTTO in me è cambiato. Nei racconti di chi mi conosce fin da piccola e anche nei video e
nelle fotografie non mi ritrovo più. Forse gli altri non si
sono accorti dei miei cambiamenti, una ragazza alta,
intelligente, carina, ma che si sente fuori posto, fuori
tempo e fuori da ogni situazione. Come se stessi lì senza
permesso, senza ragione, senza libertà: come se non mi
sentissi a mio agio.
Per me il VIAGGIO è un’opportunità di stare al mondo, di mostrare la propria personalità. E’ un viaggio in
crociera quando si ha la possibilità di far vedere agli
altri un’altra meraviglia del mondo: noi stessi. Noi che
alcune volte inciampiamo, ma che riprovandoci e rialzandoci possiamo farcela, perché una difficoltà non va
oltrepassata, non va evitata, ma superata con le proprie
forze, sapendo di non essere mai soli. Ci deve spingere
il desiderio di volare più in alto possibile, come il Gabbiano Jonathan, la volontà di raggiungere un grande
obiettivo: CRESCERE.
II B - Secondaria
Alla corte di Re Sole
Il progetto è stato articolato nel modo seguente:
le attività didattiche hanno mirato, in un primo
momento, allo sviluppo della capacità di lettura
espressiva del testo scritto dal professore Vitale
Boccadamo dal titolo “Alla corte del Re Sole”, alla
memorizzazione delle battute, alla corretta dizione,
alla modulazione della voce quindi alla tonalità
della stessa frase. Successivamente si è lavorato
sullo sviluppo delle abilità di percezione ritmica,
sulla memorizzazione dei passi specifici di minuetto, inserito nella drammatizzazione, per realizzare
delle configurazioni tipiche di schemi di danza.
Gli alunni hanno dimostrato di aver bene acquisito le capacità di comunicare, le emozioni attraverso le varie performances espressive.
A tale proposito hanno partecipato spontaneamente 14 alunni delle classi prima, seconda e terza
delle sezioni A e B per un numero di 10 ore.
Sono stati utilizzati i locali dell’Istituto Comprensivo. Precisamente l’atrio del primo piano sia
per le prove che per la presentazione finale, col supporto di mezzi come lettore CD, microfono gestito
dal collaboratore scolastico Adolfo Capece, pianoforte e luci magistralmente manovrate da A.
Musarò.
I costumi sono stati realizzati e/o acquistati dai
NOI POMODORI ALLA SFILATA DI CARNEVALE
Ieri, 11 febbraio abbiamo partecipato alla sfilata di carnevale organizzata dalla nostra scuola. Già la settimana prima le nostre maestre ci avevano avvisati che ci saremmo vestiti da pomodori. Era stato scelto questo vestito perché abbiamo aderito al progetto salute. Era di stoffa rossa
con attaccati gli occhi e la bocca. In testa c’era un cappellino verde che
voleva rappresentare il peduncolo del pomodoro. Qualche giorno prima
della sfilata abbiamo incominciato ad imparare sia la canzone sia il balletto. Poi arriva in gran giorno. La mattina stessa avevamo comprato i
coriandoli a scuola. Arrivato a casa mi sono infilato il vestito e davanti
allo specchio ho cominciato a ridere. Verso le 15.15 ci siamo messi in
cammino e a guidare il gruppo c’erano Gabriele Marino e Gabriele
Nuccio che tenevano il cartellone su cui c’era scritto il nostro slogan
“Noi siamo i pomodori, buoni dentro e belli fuori, se un regime saluta-
genitori degli alunni/e interessati e la scenografia è
stata realizzata dagli stessi ragazzi coadiuvati e guidati dalle insegnanti responsabili (prof. Scupola e
M;archetti).
L’entusiasmo dei ragazzi è stato sorretto dall’impegno e dalla partecipazione attiva per tutta la durata dell’attività, gli stessi hanno mantenuto un comportamento serio creando un clima sereno e rendendo agevole lo svolgimento della drammatizzazione.
Sull’onda dell’entusiasmo giovanile i ragazzi si sono divertiti lavorando, hanno migliorato le proprie
abilità e le conoscenze espressive della propria voce
e del proprio corpo.
Tutto ciò è stato dimostrato dal successo ottenuto in occasione del saggio finale presentato l’11 febbraio 2010, dai numerosi complimenti ricevuti
durante la sfilata di carnevale, nonché dall’acclamazione e premiazione avvenuta nella sfilata di carnevale a Specchia il 14 febbraio 2010, aggiudicandosi
il secondo premio per l’organizzazione e l’originalità delle maschere. L’esperienza dell’attività teatrale
è stata alquanto positiva per i ragazzi poiché li ha
arricchiti dal punto di vista non solo cognitivo, ma
anche relazionale.
Docente di musica, Gabriella Marchetti
Docente di arte, Addolorata Scupola
Prepariamoci a... sfilare
Cara Lilly,
come andiamo? Voglio raccontarti dei preparativi per la sfilata che si farà oggi pomeriggio alle 15.15.
Noi abbiamo deciso il genere fantascientifico e ci chiamiamo “creature spaziali”.
I ragazzi si vestono da astronauti: hanno
una tuta color argento, con il casco ricoperto di carta alluminio, una cintura argentata ed un’arma costruita con oggetti riciclati. Le ragazze hanno un vestito argenta-
3
Vita Scolastica / Carnevale
Giugno 2010
La sfilata: che divertimento
to che termina a metà ginocchio con orlo
rigido.
Gli stivali sono di stoffa come il cappello a
papalina. Abbiamo anche una fascetta a
retina sopra gli occhi. La nostra coreografia è ambientata sul pianeta Argentario, territorio delle Argentarine.
La navicella degli astronauti ha avuto un
guasto e quindi siamo sbarcati su questo
pianeta sconosciuto e inesplorato.
Prendiamo le armi, scendiamo e cerchiamo
di difendere il nostro territorio scacciando
gli astronauti.
Ma all’improvviso nasce questa grande
amicizia: balliamo il twist insieme, loro ci
offrono un lecca-lecca e molte altre cose.
Noi saremo il gruppo migliore, saremo i
più belli e daremo uno spettacolo divertente.
Sarà una sfilata meravigliosa e spettacolare!
CARI FILO E SOFIA
Ti racconto coro amico mio, la sfilata di carnevale organizzata a scuola
Cari Filo e Sofia,
oggi è il grande giorno: è CARNEVALE!
Appena abbiamo finito di mangiare, io, mamma, papà e
Margherita (si è vestita da grillo) ci siamo mascherati.
Quando siamo arrivati a scuola c’erano delle mamme che
re vuoi seguire nella tua dieta devi farci comparire”! Siamo stati fermi
per dieci minuti sulle scale e intanto lanciavamo dei coriandoli a più non
posso. Davanti a tutti c’erano le classi prime travestite da frutta, le
seconde e le terze e infine noi: si vedeva una macchia rossa in mezzo a
tante stoffe colorate! Intanto davanti a noi c’era una macchina che faceva sentire la nostra canzone. Ero molto felice perché sapevo che sarebbe stata una bella sfilata e molto più perché avevo un pacco di coriandoli in mano…! La prima tappa è stata piazza Cappuccini, a seguire
piazza Pisanelli dove abbiamo eseguito il nostro balletto. Mentre ballavo ero molto felice ma mi vergognavo a stare vicino a tutta quella gente.
Dopo il balletto mi sono divertito a buttare coriandoli alla maestra, tanto
che ha dovuto ficcarmeli in bocca mentre parlavo…! E tra scherzi e
risate e finita la giornata. Verso le 18.00 sono tornato a casa. E’ stata una
bella sfilata e mi sono divertito molto con i miei amici!
IV C - Primaria
V A - Primaria
Caro Albi,
come promesso ti racconterò della sfilata.
Ieri mattina, con la maestra abbiamo provato per tutto il tempo, senza mai smettere, la
coreografia. Nel pomeriggio si è svolta la
sfilata: c’erano tanti vestiti diversi; nel gruppo noi ragazzi eravamo vestiti da astronauti
e le ragazze da creature lunari. Le altre classi avevano vestiti diversi dai nostri: erano
mostri, fantasmi e personaggi fantastici;
però Albi, te lo dico in confidenza: secondo
me eravamo i più belli!
Alle tre in punto partiamo: c’è tanta gente
che segue la sfilata. I genitori si inserivano
tra le maschere rovinando un po’ il corteo
ma pazienza, diciamo che ci siamo divertiti
ugualmente. Scherzando e giocando, arriviamo già in piazza Pisanelli: c’era una gran
confusione! Tutti aspettavano la sfilata: davanti ci sono i musicisti della banda della
scuola, travestiti da banda bassotti, poi a
seguire tutte le classi, dalla prima elementare alla terza media.
si mettevano il cerone nero sulle guance.
Indossavano, come Mery Poppins, l’ombrello e il cappellino: sembravano delle signorine, allora anche io mi
sono messo la fuliggine nera come gli spazzacamini.
Siamo usciti e c’era un oceano di gente, la banda della
scuola ha cominciato a suonare e tutti abbiamo cominciato
a sfilare per le vie del paese. A metà strada ero agitato e mi
vergognavo un po’! Abbiamo lanciato coriandoli in aria e
per terra, e abbiamo cominciato a cantare e a ballare,
seguendo la mamma di Roberto che stava davanti a me e
Piano piano ci esibiamo tutti noi eravamo
gli ultimi. Purtroppo l’attesa stanca e quando arriva il nostro turno, eccitatissimi e
spaventati, saliamo sul palco e iniziamo a
ballare, tutti dicono che siamo stati bravissimi, ma io che i segreti non li so mantenere, li confiderò a te: abbiamo sbagliato un
tempo ma per fortuna nessuno se n’è accorto!
E’ stato bellissimo, ma stancante!
V A - Primaria
che ci indicava i movimenti da seguire. Eravamo quasi arrivati in piazza Pisanelli ed io avevo i piedi a pezzi. Arrivato
il nostro turno d’esibizione mi sentivo battere forte il cuore.
La piazza era affollata di gente e battevo i denti perché
avevo paura di fare brutta figura. Ci siamo disposti ai piedi
del palco e abbiamo cominciato a ballare. È andato tutto
bene, poi è arrivato il turno dei grilli anche a loro è andata
bene. Ci siamo fatti una foto ricordo e penso che questa sfilata la ricorderemo anche in terza media
Tanti Saluti.
III A - Primaria
4
Vita Scolastica
Giugno 2010
CARNEVALE
Percorso didattico:
il CARNEVALE
Le classi terze C e D della scuola Primaria hanno sviluppato, quest’anno, un percorso trasversale avente come
tema la fiaba “Le avventure di Pinocchio”.
Il percorso si è sviluppato in tre fasi:
• Prima fase: lettura in classe della fiaba di Pinocchio,
completamento di schede per la comprensione e rappresentazione grafica delle varie scene.
• Seconda fase: per Carnevale è stato attivato un laboratorio che ha visto impegnati i genitori nella realizzazione di
maschere rappresentanti i personaggi principali della
fiaba letta (Pinocchio, il Grillo Parlante, il
Gatto e la Volpe, la Balena, la Fatina…)
• Terza fase: messa in scena della fiaba “Pinocchio e la voce della coscienza”. Gli alunni, organizzati in gruppi di classi aperte,
hanno ricostruito la fiaba, inventato i dialoghi in modo da far emergere il messaggio
più ampio del vivere civile, secondo le regole convenute di una comunità.
Nella rappresentazione sono coinvolti i
genitori che le docenti ringraziano per l’interesse e la viva partecipazione nelle suddette fasi rendendo possibile la realizzazione di
tale laboratorio.
III C- III D - Primaria
La tradizione popolare: la “Pizzica”
V C - Primaria
V C - Primaria
V C - Primaria
SCUOLA IN VIAGGIO
Tutti in gita a
“Casale Sombrino”
Ieri siamo andati a visitare l’azienda agricola “Casale Sombrino” che si
trova a Supersano in provincia di
Lecce. Il casale è una costruzione
molto antica, ben curato e si trova in
mezzo a campi di cereali, frutta, ortaggi, vigneti e uliveti.
È un posto molto tranquillo.
Vivono… tanti animali che mangiano fieno, paglia, erba e bevono
acqua che esce dal rubinetto.
I cavalli, le caprette e i maiali stanno chiusi nei recenti; i piccioni, le galline, i pavoni, le oche e i conigli stanno chiusi nelle gabbie.
Nella fattoria ci sono persone che
si prendono cura degli animali, che
lavorano nei campi, che puliscono e
che preparano da mangiare ai visitatori.
Questa esperienza è stata molto
bella. Andate, vi divertite un sacco tutti insieme!
Gli alunni della classe
I B - Primaria
Che bello, si parte
Mercoledì scorso è stato un giorno speciale.
Per la prima volta siamo partiti con il pullman
con le maestre e senza genitori.
Abbiamo visitato la fattoria, osservato tanti animali e impastato il pane.
Che emozione dare la paglia al cavallo! Che
gioia impastare e preparare i nostri panini!
Poi ….. tutti a mangiare!
Infine, per lasciare il segno della nostra visita,
un signore ha piantato un albero ed ha appeso
su un ramo una targhetta con il nome della
nostra scuola.
E’ stata un’esperienza divertente ed interessante.
I A - Primaria
IN FATTORIA
Il 19 maggio scorso, noi classi prime, abbiamo
visitato la fattoria “Casale Sombrino”.
Quanti animali abbiamo visto! In un grande
recinto c'erano un pony, un cavallo e tante capre.
Una capretta era uscita dal recinto: era spaventata, belava forte, voleva la sua mamma!
Noi cercavamo di calmarla ma non ci siamo
riusciti, così ci siamo allontanati e lei, di corsa,
è rientrata nel recinto.
Nel pollaio c'erano le galline, i pulcini e il gallo che ogni tanto faceva chicchirichì!
In un’altra gabbia c'erano le galline faraone e
un pavone con le sue lunghissime penne colorate. Ad un certo punto il pavone ha aperto la
coda a ventaglio ma solo qualcuno di noi l'ha
visto peccato!
Però ci siamo molto divertiti a dar da mangiare e ad accarezzare i cavalli e le capre, senza
avere nessuna paura.
E non finisce qui! Nella fattoria c'erano anche
colombi, conigli, maiali e oche che starnazzavano impaurite dalla nostra presenza.
Insomma, siamo proprio molto contenti della
nuova esperienza!
Speriamo di trascorrere al più presto un'altra
bellissima giornata all'aria aperta, insieme ai
compagni e alle maestre.
I C - Primaria
Giugno 2010
5
Vita Scolastica
Visita alla città messapica di Vaste
Oggi, 13 maggio 2010 , siamo andati a visitare la città
messapica di Vaste.
Partiamo alle 8.30, tutti agitati, una foto di gruppo e poi
tutti sul pullman.
Dopo un po’ di viaggio arriviamo in una piazza da cui
si accedeva al museo.
Entrati lì, ci troviamo vicino a un proiettore dove la
nostra guida, Rino Greco, ci racconta dei Messapi: dove
vivevano, i luoghi di culto, che mura avevano e dove si
riparavano quando c’era la guerra.
Poi entriamo nel museo: incominciamo osservando i
vasi, alcune chiamate trozzelle, che deriva da trozze, cioè
delle rotelle che servono per tirare l’acqua dal pozzo,
infatti erano usate per prendere l’acqua, altri dove mettevano il vino, (precisamente il mosto perché non avevano
ancora scoperto la fermentazione) chiamati crateri.
C’erano esposti anche i piatti e le ciotole in cui mangiavano e dei contenitori in cui si mettevano profumi e oli
profumati.
Su alcune stele c’era incisa la scrittura messapica ancora indecifrata. Sopra i cippi, c’erano dei doni di stoffa in
onore degli dei.
C’erano anche degli scheletri, uno di un guerriero e
uno di un atleta con il cranio spaccato. La tomba del principe era decorata con crateri e uno sperone per i cavalli;
quella dell’atleta era ricca di piatti per mangiare e strigide, strumenti che servivano per togliere l’olio dal corpo.
Prima di entrare in questa stanza, quattro cariatidi sorreggevano un architrave e un carro in legno. Queste un
tempo si trovavano all’ingresso della tomba del principe,
ora tre sono conservate nel museo di Taranto e una nel
museo di Lecce.
Passiamo in un’altra stanza dove ci sono
due ricostruzioni di mura in legno e una in pietra, ritrovate negli scavi. Sia in una che nell’altra erano ben visibili i dettagli del decoro.
Poi c’era una grande bacheca per vedere le
iscrizioni messapiche, incise su cippi di pietra.
Andando verso il sito archeologico troviamo
il parco dei guerrieri, un campo, con una grande torre e due soldati in ferro situati uno accanto
e uno a pochi metri di distanza dalla stessa.
Arrivati al sito archeologico vediamo una
capanna ricostruita, solo dall’esterno, perché
l’interno lo visiteremo dopo.
Dopo un po’ di cammino arriviamo ad una
necropoli: è grandissima e grazie alle descrizioni della nostra guida riusciamo a indentificare un semicerchio e un rettangolo che costituivano le fondamenta di una basilica che poi è
crollata; guardando le tombe, invece, vediamo
che erano scavate nella roccia, prima c’era
anche una copertura, solo che col tempo e con
gli scavi è crollata.
Per ricoprire le tombe si usavano delle grandi lastre,
alcune piatte, altre piramidali.
Rino, la guida, ci ha detto che nei campi c’erano anche
delle sepolture più umili, dei poveri, che venivano sepolti
sotto terra, cioè senza tomba.
Finalmente visitiamo all’interno la capanna messapica, con il tetto fatto di canne, le quali, quando cadevano,
venivano messe in una buca, circondata da pietre, per fare
il fuoco.
Per finire andiamo a visitare la chiesa Santi Stefani,
chiamata così perché ci sono tre affreschi di Santo Stefano.
A questo punto ci riposiamo e facciamo merenda in
uno spiazzo aperto.
La nostra visita alla città messapica di Vaste si conclude qui risalendo sul pullman e ritornando a casa passando
un’altra volta dal parco dei guerrieri.
E’ stata una giornata molto interessante che ci ha fatto
conoscere un posto meraviglioso a due passi da casa, ma
siamo veramente sfiniti!
SPECCHIA: UNO DEI CENTO BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA
Ieri 3 maggio 2010, noi alunni delle classi prime della secondaria, abbiamo effettuato una visita guidata a Specchia, uno dei
cento borghi più belli d'Italia, accompagnati dalle Docenti Giovanna Calora, Addolorata Scupola, Fiorangela Cassiano e Gabriella Marchetti le quali hanno accolto la proposta fatta dall’Accademia delle “Arti e dei Mestieri” di Terra d’Amendolia in
collaborazione con il Comune di Specchia.
All’arrivo siamo stati accolti dallo studioso di arte locale
Professore Antonio Penna, un signore dall'aspetto simpatico,con
delle ciocche di capelli bianche che sventolavano al vento sottolineando il suo parlare saggio, di vita e di storia, dall'Assessore alla cultura del comune di Specchia Dottor Gian Piero
Pizza, dal Presidente dell’Accademia Signor Mario Branca,
dall’Architetto Dottoressa Stefania Branca, dal poeta Signor
Rocco Orlandini e dai musicisti della “pizzica” che ci hanno
allietati con una musica a noi molto familiare.
Abbiamo seguito, nella sala consiliare del castello Protonobilissimo-Risolo, dopo il saluto dell' assessore, una breve relazione tenuta dal Prof. Penna sulla storia di Specchia.
Mentre il Professore parlava noi siamo rimasti sempre attenti ed interessati perché l'argomento non era noioso e anche per
il suo modo di parlare. Abbiamo acquisito così notizie preziosissime sul territorio.
Prima di uscire ci ha portati sulla terrazza da dove si potevano vedere le montagne
dell'Albania. Alle ore 10, è iniziata la visita dei vari monumenti nel centro storico: la
Chiesa Madre che fu edificata tra il Cinquecento e il Seicento, il cui portone d'ingresso
è sormontato da una statua lapidea di San Nicola, protettore del paese; la Chiesa di San
Domenico, iniziata nel 1600 e completata nel 1700 che ospita la confraternita di
V A - Primaria
Sant'Antonio; la chiesa di San Nicola piccolo tempio di natura
medioevale a navata unica in stile romanico; i palazzi Orsini del
1500, Pedone del 1700, Pisanelli del 1600. Infine abbiamo visitato i frantoi ipogei che risalgono ad un periodo compreso fra il
1500 e il 1800 edificati sottoterra, come ci diceva 1'Architetto
Stefania Branca,per due motivi: la semplicità di escavazione
rispetto alla edificazione e la facilità di mantenere la temperatura ideale per la separazione della sansa dall'olio che deve essere
di 20°.
Percorrendo un breve tratto di strada con il pulmino comunale abbiamo raggiunto la periferia e ammirato la chiesa di
Santa Eufemia, un frammento di medioevo; viene collocata
dagli studiosi tra il IX e il X secolo riportata alla sua naturale
bellezza da recenti restauri. Alle ore 13.00 siamo giunti alla
tenuta della famiglia Mario Branca un artista estroso, pieno di
inventiva e amore per la natura, dove ci aspettava una pausa
pranzo all'insegna della genuinità in un luogo gradevole con sottofondo musicale accompagnato da canti e danze che ci ha coinvolto in prima persona.
Abbiamo poi percorso la via Traiana, proprietà del demanio
comunale, che alcuni componenti dell'Accademia guidati da
Mario Branca hanno per buona parte ripulito, riportando alla luce il basolato originario
risalente al I secolo d.C.
Alla fine della stessa strada ci è stata dedicata una poesia realizzata apposta per noi
dal poeta Rocco Orlandini; dopodiché è stata fissata, con un impasto di breccia e malta
a cura di Vincenzo Corvaglia (un artigiano della pietra sulla roccia viva), la stele sulla
quale è stata incisa questa epigrafe: "In memoria della visita degli alunni dell'Istituto
Comprensivo I Polo di Tricase" che
rimarrà a testimonianza del nostro passaggio in quel luogo.
Dopo una breve perlustrazione della
zona, durante la quale noi giocavamo a
buttarci addosso "l'avena sativa" ai
bordi della strada, rispolverando un
gioco antico quanto il mondo quello, del
"vediamo chi ha più fidanzati", siamo
rientrati alla tenuta e abbiamo gustato
un buon gelato offerto dall'Associazione
promotrice dell'iniziativa, che ringraziamo, oltre che per il pranzo anche per
tutto ciò che ha reso possibile questa
interessantissima esperienza.
I C - Secondaria
6
Vita scolastica
Giugno 2010
Lecce “città d’arte”
Quest’anno noi ragazzi delle classi terze
dell’Istituto Comprensivo I Polo, abbiamo
effettuato una visita guidata a Lecce, per
conoscere ciò che ha dato vita all’incantevole patrimonio artistico che identifica Lecce
come “Città d’arte”.
Alle 8.45 siamo saliti sul pullman a due
piani e, muniti di block-notes e macchine fotografiche, ci siamo diretti a Lecce, dove al
parcheggio ci attendeva Simone, la nostra
guida. Con lui ci siamo diretti verso il centro storico, che è uno dei più grandi e più
belli d’Italia. Cammin facendo, Simone ci
ha indicato le mura della città antica fatte
costruire per volere di Carlo V, imperatore
del Sacro Romano Impero Germanico. Egli,
che aveva ereditato dalla madre il Regno
delle Due Sicilie, di cui faceva parte la Puglia, era anche il sovrano delle colonie spagnole in America Latina. I suoi possedimenti erano così vasti che egli era solito dire che
nei suoi domini non tramontava mai il sole.
Anche se una buona parte delle mura di
difesa sono ancora intere, un tempo esse cingevano completamente il centro di Lecce
culminando con l’imponente castello di
Carlo V, costruito sul luogo occupato dall’antico maniero normanno. Le mura sono
state realizzate con una pietra locale, chiamata appunto “pietra leccese”, che nasce
come sedimento di sabbia. E’ un calcare
compatto e omogeneo ma molto tenero,
facilmente lavorabile, che a contatto con l’aria indurisce e assume con il tempo un colore dorato molto caldo. Subito dopo, ci siamo
diretti verso Porta Napoli, che è l’ingresso
del centro storico. Porta Napoli, così chiamata perché situata sulla strada che conduce
all’ex capitale del Regno delle Due Sicilie,
cioè Napoli, è un arco di trionfo fatto
costruire per la venuta di Carlo V a Lecce,
visita mai effettuata a causa dell’abdicazio-
ne del sovrano. Lo stile architettonico è il
barocco, mentre il materiale da costruzione
è la pietra leccese. Sul timpano è presente lo
stemma imperiale asburgico di Carlo V e
nella decorazione sono inoltre presenti le
raffigurazioni di alcuni cannoni e di due
armature. Porta Napoli sostituisce una porta
preesistente denominata di San Giusto, patrono di Lecce insieme a Sant’Oronzo e San
Fortunato. Una leggenda narra che i resti di
San Giusto siano ancora presenti sotto Porta
Napoli a tutela della città.
Ci siamo poi recati in Piazza Duomo,
passando per il centro storico. Le strade
lastricate, abbinate agli edifici barocchi,
davano alle stradine del centro un effetto
stupendo. In giro si vedevano altre scolaresche che, come noi, rimanevano affascinate
dalle bellezze della città. Poco dopo abbiamo raggiunto Piazza Duomo, dove in passato era collocato il Foro della città. Esso si
presenta come una sorta di ambiente unitario, chiuso come un grande cortile interno;
tutti gli edifici che lo circondano, in stile
barocco, sono messi in relazione tra loro, in
modo da creare un insieme armonioso, solenne ed elegante. I più importanti sono il
Palazzo del Seminario, il Palazzo Vescovile
e, con l’alto campanile a fianco, il Duomo.
Verso la fine degli anni Cinquanta, per restituire alla piazza la sua bellezza originaria, fu
rimossa la fontana con la coppia di cavalli
alati.
Il Duomo, tra i più belli d’Italia, costruito una prima volta nel 1144, poi nel 1230, su
richiesta del vescovo di Lecce, Luigi Pappacoda, fu ristrutturato negli anni tra il 165970 da Giuseppe Zimbalo secondo lo stile
barocco. La cattedrale presenta una facciata
principale, piuttosto semplice sotto il profilo
decorativo, mentre l’ingresso laterale che si
apre sulla navata sinistra appare decisamente più importante. L’interno, a croce latina,
presenta tre navate. La centrale è ricoperta
da un soffitto di legno a lacunari intagliati,
con tele raffiguranti la predicazione di
Sant’Oronzo, la Protezione dalla Peste, il
suo martirio e l’Ultima Cena. Il Duomo
accoglie al suo interno 12 altari, più quello
maggiore: i più importanti sono quelli di
Sant’Oronzo, dell’Immacolata ricoperto di
foglie d’oro e l’altare maggiore. Il campanile del Duomo, eretto da Giuseppe Zimbalo
in sostituzione di quello normanno, è formato da cinque piani, l’ultimo dei quali è sormontato da un cupola sulla quale è posta una
statua in ferro raffigurante Sant’Oronzo.
Complessivamente è alto 72 metri. La guida
ci ha informati che risulta essere il 17° campanile in Europa per altezza, tanto che dalla
sua sommità si scorge l’Adriatico e, in giornate particolarmente limpide, anche le montagne dell’Albania. Successivamente, ci
siamo recati in piazza Sigismondo, la piazza
antistante la Basilica di Santa Croce. Qui,
attraverso una spessa lastra di vetro, abbiamo potuto ammirare un frantoio ipogeo, utilizzato in passato per
la produzione di olio
lampante. Ci siamo
poi diretti verso la
basilica di Santa
Croce, monumento
simbolo del barocco
leccese, costruita a
cavallo di due secoli,
dal 1549 al 1695, su
disegni di Gabriele
Riccardi e da architetti del calibro di
Cesare Penna e
Giuseppe Zimbalo
per celebrare la sconfitta dei turchi.
Arrivati a destinazione siamo rimasti affascinati dalla sontuosità della sua facciata, che
è un tripudio di decori in pietra. La parte superiore, la più ricca di decori, è divisa da quella
intermedia da una balconata, retta da tredici
cariatidi che ritraggono figure grottesche ed
animali fantastici e allegorici quali telamoni,
draghi, leoni e grifoni. Appena sopra fa bella
mostra di sé il grande rosone centrale, di ispirazione romanica, che è diventato ormai uno
dei simboli della città. Il rosone è ricco di
angeli, festoni e contiene i profili degli artisti
costruttori. L’interno della basilica, a croce
latina, è diviso in tre navate. La navata maggiore è ad archi che poggiano su sedici colonne ornate di capitelli di tipo corinzio. La navata centrale è sovrastata da un soffitto a cassettoni in legno di noce dorato; le due laterali si
aprono su sette cappelle, tutte dotate di altari,
ai quali vanno aggiunti i due del presbiterio,
nonché il maggiore del XVIII secolo. Gli altari, in pietra leccese, sono molto decorati, in
particolare quello dedicato a San Francesco
da Paola. A tal proposito la guida ha sottoli-
neato che è l’unico ad avere non solo decorazioni barocche, ma anche riquadri scolpiti con
scene che raffigurano la vita del santo e la
presa di Otranto. L’altare di Sant’Oronzo,
costruito nel 1743, contiene una tela che rappresenta il santo che veglia sulla città di
Lecce, dopo il terremoto. Notevole anche la
decorazione dell’altare Santa Croce, che dà il
nome alla basilica. Quest’ultimo contiene un
reliquario che conserva una scheggia della
croce su cui è stato crocifisso Gesù.
Successivamente, ci siamo recati in
Piazza Sant’Oronzo chiamata così in onore
di S. Oronzo, proclamato patrono della città,
per aver salvato Lecce da una tremenda epidemia di peste scoppiata nel 1656.
In un lato della piazza si erge la Colonna
di Sant’Oronzo, alta circa 29 metri, innalzata alla fine del XVII secolo dall’architetto
leccese Zimbalo, utilizzando il fusto di una
delle due colonne che concludevano la via
Appia a Brindisi. La piazza è in parte occupata dagli interessanti scavi dell’Anfiteatro
romano del I-II secolo d.C, riportato alla luce
all’inizio del Novecento durante i lavori di
costruzione del palazzo della Banca d’Italia.
Un tempo misurava circa 102 m x 83 m e
riusciva a contenere oltre 25.000 spettatori.
Attualmente è possibile ammirare solo un
tratto dell’intera struttura, in quanto il resto
rimane ancora nascosto nel sottosuolo di
piazza Sant’Oronzo dove si ergono alcuni
edifici e la Chiesa di Santa Maria delle
Grazie. L’anfiteatro, un tempo luogo di spet-
tacolo e di divertimento delle guarnigioni
stanziate nei pressi della città, ospita nel
periodo natalizio un presepe con personaggi
di cartapesta, mentre d’estate viene sfruttato
per la rappresentazione di commedie in dialetto leccese. Ovviamente non sono mancati
momenti “dolci”: alle ore 12.00 circa, abbiamo fatto una piccola sosta al Caffè Alvino
“Dolci Fantasie” per gustare alcuni pasticcini e scattare delle foto di gruppo. Purtroppo,
il tempo rimasto a nostra disposizione non ci
ha consentito di visitare, come da programma, una bottega di cartapesta e i presepi nel
Palazzo dei Celestini, ex monastero.
Durante il viaggio di ritorno e nei giorni
successivi alla visita, con i nostri professori
abbiamo fatto alcune considerazioni sul
viaggio e sulle conoscenze acquisite. Siamo
rimasti veramente soddisfatti perché non
immaginavamo che la nostra provincia fosse
così ricca di storia e racchiudesse monumenti di grande valore artistico.
Quest’esperienza ci ha permesso di arricchire il nostro bagaglio culturale ed è
stata particolarmente istruttiva e interessante perché ci ha dato l’opportunità di verificare in loco quanto appreso dallo studio effettuato sui libri.
È per questo motivo che consigliamo a
tutti di visitare questa splendida città che per
la bellezza dei suoi monumenti è definita,
non a torto, la “Firenze del Sud” e “Atene
delle Puglie”.
III A - Secondaria
USCITA DIDATTICA A LEQUILE
Oggi 25 Maggio 2010, siamo andati a
Lecce e a Lequile, dopo che ci siamo preparati e siamo saliti sul pullman.
Una volta scesi ci siamo recati su una
piazzetta e abbiamo pranzato.
Dopo siamo andati a veder il museo
archeologico dei ragazzi.
Caterina, una lavoratrice del museo ci
ha spiegato alcune cose sull’uomo primitivo. Ci ha spiegato che l’Homo Abilis costruì attrezzi con cui poteva difendersi dai
predatori. L’Homo Erectus, invece, scoprì
il fuoco e scoprì anche che poteva cucinare la carne cruda che poi diventava cotta;
poteva anche avere la luce e allontanare
gli animali feroci. L’Homo Sapiens Sapiens inventò le lance però si accorse che
erano molto pesanti allora costruì l’arpione che si poteva lanciare più lontano.
Costruì anche due sfere legate a una fune
e così poteva fare il lancio come i cowboy
e catturare le prede più facilmente.
Successivamente Caterina ci fa vedere
l’Homo di Neandertal che faceva i vasi
con l’argilla ed infine come si faceva il
telaio nel Neolitico.
Poi siamo andati a Lequile, abbiamo
pranzato e dopo ancora siamo andati al
parco giochi dove ci siamo divertiti molto
salendo sull’altalena. Dopo un po’ è venuta l’archeologa che ci ha spiegato come si
trovano i resti. Abbiamo scavato dentro
dei quadrati divisi con corde e picchetti.
Abbiamo trovato pezzi di argilla e di ceramica. E’ stato bellissimo. Infine ci hanno
fatto fare una specie di misurazione nel
nostro quadrato per segnare il punto del
ritrovamento. Dopo siamo saliti sul pullman e siamo ritornati a casa. Non dimenticherò mai questa esperienza che è stata
unica e bellissima.
Classe terza - Scuola Primaria
7
Vita scolastica
Giugno 2010
SCUOLA IN VIAGGIO
Gita scolastica: dal grano al... pane Suoniamo nella città
di Matino
Ieri, 20 Maggio siamo andati a visitare tre luoghi; il campo di grano, il Mulino "Scarcia" di
Specchia ed infine il Forno Casciaro di Tiggiano.
Siamo andati al campo di grano per vedere il grado
di maturazione delle spighe, abbiamo visto che le
spighe erano gialle e i chicchi si stavano riempiendo, ma la maturazione non era ancora completa.
Poi siamo andati al Mulino "Scarcia" di Specchia, prima loro avevano un mulino antico ma ora si
sono trasferiti al nuovo. 11 Mulino "Scarcia" è il più
importante della provincia di Lecce perché la loro
farina si vende in tutta la Puglia.
E' un mulino modernissimo, il proprietario ci ha
fatto vedere addirittura la differenza tra il modo antico
di "macinare" e pulire il grano, e quello dei tempi
moderni. Nei tempi antichi si prendeva un setaccio e
si girava, oggi invece abbiamo buttato il grano in una
specie di fossa dove veniva pulito dalle macchine. Le
tappe per la trasformazione sono dodici e loro avevano una macchina per ogni tappa, le macchine faceva-
no molto rumore e alla fine c’era un buco dove si mettevano i sacchi che li riempivano di farina.
Poi siamo andati al forno "Casciaro" di Tiggiano
dove abbiamo visto un’impastatrice che direttamente impasta.
Gli ingredienti sono farina, acqua, lievito di birra
e un po' di sale. La vite dell'impastatrice gira pianino poi dall'impasto una macchina produce un salamino e le operaie li attoreigliano a forma di frisa e le
mettono una sopra l'altra. Poi le mettono in forno
per trentacinque minuti e quando vengono sfornate
sono morbide, poi le tagliano in due con una macchina che taglia con una stecca di ferro. Sono ancora morbide e vengono biscottate. Il proprietario ci ha
offerto delle friselline e ci ha fatto vedere come vengono confezionate nelle buste. Loro producono
biscotti, tarallini, frise ecc... e anche questo panificio vende le sue produzioni in tutta la provincia.
II A - Primaria
La nostra scuola offre numerosi corsi e opzioni scolastiche
tra cui anche quella di imparare a
suonare uno strumento musicale
tramite delle lezioni impartite
nel pomeriggio, da diversi professori di chitarra, pianoforte,
sassofono e clarinetto.
Proprio le classi terze di questi ultimi due strumenti sono
state spinte dai professori di
musica Luca Mangione e Alessandro Trianni insegnanti rispettivamente di clarinetto e sassofono alla rassegna musicale che si
terrà a Matino il 6 Maggio di
quest’anno.
Per esercitarci nell’esecuzione dei brani assegnatici è stato
necessario recarsi a scuola in
orario extrascolastico per fare
prove d’insieme. I giorni delle
prove sono stati mercoledì e
venerdì, ma il nostro “allenamento” si è ripetuto per diverse
settimane. L’aiuto dei nostri professori è stato indispensabile per
migliorare ulteriormente l’esecuzione del brano. Speriamo che i
nostri sforzi vengano premiati.
Emanuele Panico
GIOCANDO, IMPANDO
La mia bilancia
SUPERCLASS MARKET
Oggi abbiamo imparato le misure
di peso. La nostra maestra ci ha dato
un compito: costruire una bilancia. La
difficoltà che ho incontrato è stata
quella di bilanciare i due piatti. Mi ha
aiutato molto mio zio. Fare il disegno
della bilancia è stato molto facile ma
costruirla per niente. E’ fatta tutta di
legno e al di sotto c’è una base tonda,
alla quale è attaccato un pezzo di legno
verticale lavorato a mano, lungo 23 cm
molto appuntito. Per sostenere i due piatti su cui saranno posti gli
oggetti per essere pesati c’è un altro pezzo di legno in orizzontale
lungo 34 cm. Per tenere appesi i piatti ci sono delle catene che rendono originale la bilancia. Infine ci sono i piattini che sono piccoli e
tondi, il legno che ho usato è di noce chiaro. Con la mia bilancia io ho
In questi giorni la maestra
Marilena ci ha spiegato il guadagno, il ricavo e la spesa in
un mondo divertentissimo
aprendo un piccolo “mercatino” dove lei portava la merce
e noi dovevamo fare i lavoratori e i clienti .
Questo mercatino lo abbiamo
chiamato “Superclass Market
“un nome inventato da noi.
Ci siamo divertiti tantissimo
ma soprattutto abbiamo appreso e imparato divertendoci.
IV B - Primaria
fatto una foto che forse andrà sul giornale della mia scuola. Secondo
me questa bilancia è la più bella di tutte perché l’ho costruita insieme
a mio zio Archimede che mi vuole tanto bene e al quale ne voglio tanto,
e passare del tempo insieme è stato molto divertente.
IV D - Primaria
Una vittoria inaspettata
UNA PROVA FONDAMENTALE
Oggi è venuto in classe il
professore Giuseppe de Matteis
e ci ha spiegato come comportarci in caso d’incendio o terremoto all’interno dell’edificio
scolastico. Ci ha illustrato prima
l’atteggiamento da avere in caso
di terremoti e ha detto di rifugiarsi sotto il banco. Successivamente abbiamo simulato un’evacuazione in caso d’incendio.
Gli aprifila (che in classe mia
sono Alberto e Roberta) devono
aprire la porta dell’aula e in
maniera ordinata uscire; poi ci
sono i serrafila (che nella mia
classe sono Federica e Manuele)
che escono per ultimi assicurandosi che tutti siano usciti dall’aula, mentre la maestra prende il
registro e, una volta usciti da
scuola, deve fare l’appello. Dopo la prova siamo rientrati in
classe per continuare la lezione.
Io penso che questa simulazione oltre ad essere stata molto
divertente sia stata anche molto
istruttiva dal momento che nessuno di noi sapeva come comportarsi in situazioni così delicate.
IV A - Primaria
Caro diario,
oggi ti do’ una notizia che aspettavi da tanto tempo:
la classifica dei giochi matematici!
Ti voglio raccontare di quella fredda mattina di
novembre giorno in cui si sono effettuati i giochi
matematici. Ero in classe con i miei compagni, per
l’emozione mi ero quasi dimenticata che in quel
giorno dovevo partecipare alla gara e la maestra me
lo ricordò.
Poi arrivò il momento tanto atteso. Una maestra e
altri ragazzi sono venuti nella nostra classe e sono
usciti gli altri che non partecipavano alla prova …
Che paura tremenda !
Subito ci furono consegnate le fotocopie e partì il
tempo per lo svolgimento di quell’attività.
Ero molto nervosa e non riuscivo quasi à scrivere…
IL FAVOLOSO MONDO DELLA LETTURA
Oggi ti voglio parlare di una bellissima esperienza che abbiamo vissuto con la signorina
Ada, la bibliotecaria della nostra scuola.
La nostra insegnante di italiano ci ha proposto di scrivere alcuni slogan in altrettanti
segnali stradali seguendo così il tragitto da percorrere per arrivare in biblioteca. Protagonista è stato il simpaticissimo Snoopy che insieme ai suoi boy-scout andava alla
ricerca di bimbi nuovi in modo da rendere sempre più stimolante la sua lettura.
Ci siamo divertiti un sacco, sembravamo quasi dei disegnatori di fumetti, attenti ad ogni
piccola sfumatura in modo da rendere tutto più affascinante, per poter avvicinarci sempre di più al favoloso mondo della lettura. Oggi finalmente abbiamo potuto esporre soddisfatti le nostre opere!
V C - Primaria
Ma poi con tanto coraggio e volontà ho eseguito con
attenzione e impegno tutti i quesiti… con un sospiro di
sollievo, infine, ho consegnato. E poi... giorni fa... in
un venerdì qualunque ecco il meraviglioso annuncio!
E’ entrata una maestra con in mano un foglio con su
scritto la classifica attesa da tanto tempo...
Ha annunciato con voce squillante la prima classificata e poi anche gli altri dicendo: - Buona notizia
per questa classe, c’è stata una ragazza che ha raggiunto il primo posto nella classifica dei giochi
matematici! E’... Laura Sparascio
Non riuscivo a credere alle mie orecchie!
Proprio io! Chi l’ avrebbe mai pensato.
Ora caro diario, devo andare via, ti saluto.
Ciao, ciao.
V B - Primaria
8
Vita scolastica
Il nostro primo concorso
musicale “Bernstein”
La nostra scuola offre moltissime opportunità, tra cui lo studio di
uno strumento musicale. E’ un’esperienza meravigliosa che richiede impegno costante, forza di
volontà e passione. La musica è
un’arte come la pittura, la scultura
e la danza, ma a differenza delle
altre è capace di trasmettere sentimenti più profondi. E’ qualcosa che
non si può toccare con le dita, non
si vede ma si sente. E’ come una
freccia di Cupido, quando ti trafigge ti innamori e non puoi smettere
di amarla… L’arte dei suoni è qualcosa che nemmeno le parole possono descrivere,è difficile da definire.
Quanto un musicista suona o canta
comincia a “Volare” in una dimensione ultraterrena,in un altro
mondo. In questo piccolo universo
immaginario il cielo è lambito da
mille arcobaleni,e ci sono mari
immensi e infiniti di note musicali.
L’uomo da ascoltatore passivo
diventa parte viva della melodia.
La bellezza della musica comincia
a vibrare sulla sua pelle,sulla schiena sente solo i brividi dell’emozione,che come un tamburo risuona
nello stomaco. E’ quello che accade a noi. Quest’anno purtroppo
sarà l’ultimo per noi ragazzi di
terza media,nonostante ciò è stato
un anno ricco di sorprese e successi. Un’iniziativa molto eccitante è
stata quella della banda scolastica
che ha debuttato in occasione del 4
Novembre. Da quel giorno la banda è diventata l’orgoglio della
nostra scuola,ma non è tutto perché
ha anche bandito un concorso il
premio “Bernstein”. Noi ragazzi
della classe di clarinetto e sax abbiamo deciso di parteciparvi con
un brano “Over the Raimbow”. Per
prima cosa ognuno di noi, con
l’aiuto del proprio prof., lo ha analizzato e successivamente suonato.
Dopo è venuto il difficile: suonare
insieme. Non è facile perché bisogna “dosare” la quantità giusta di
suono, e si deve creare una sorta di
melodia continua, infatti non si deve sentire lo stacco tra una frase
musicale e l’altra. I nostri prof. ci
hanno guidato, sostenuti e aiutati in
quello che sembrava solo un brano
jazz. Invece si è rivelato sognante,
romantico, sublime, sentimentale e
LA SCUOLA VA A FUOCO
Quando è accaduto l’incendio pensavo che tutta la scuola
fosse crollata e che i cartelloni,
il museo, e i libri si fossero bruciati, ma la cosa che mi preoccupava di più era la salute delle
tartarughe. E poi ho pensato ai
libri della signorina Ada e ho
immaginato che essa piangesse
per questo. In famiglia siamo
tutti dispiaciuti e meravigliati
che sia successo questo brutto
episodio. Appena ho saputo che
avevano messo fuoco alla scuo-
profondo. E’ stata una grande soddisfazione quando i primi risultati
hanno cominciato a farsi vedere (o
meglio sentire). Adesso la nostra
ambizione è quella di vincere il
concorso. Noi ci stiamo mettendo il
cuore e l’anima… e speriamo di
riuscire nel nostro intento.
III B - Secondaria
cantato alcune
sigle di cartoni
animati. Erano
molto
bravi
anche
perché
erano gli autori
delle canzoni.
Meraviglia delle
meraviglie! Successivamente dalle Scuderie di
Palazzo Gallone siamo saliti al secondo piano per
visitare la mostra allestita con tantissimi personaggi
dei fumetti.
È stata un’esperienza indimenticabile. Peccato
che i nostri compagni non abbiano potuto essere
con noi!
Classi III e IV Scuola Primaria
Visita in banca
Imparare sul campo
Oggi, 28 aprile 2010, siamo un po’ elettrici; non vediamo l’ora che
finisca la lezione di matematica, perché alle ore 9,30 dobbiamo recarci in banca. Giorni prima, abbiamo avuto una lezione in classe da parte
del direttore di banca e di un suo collaboratore. Abbiamo posto loro
tante domande sul risparmio e sulle modalità di alcune operazioni bancarie. Siamo stati soddisfatti delle risposte che abbiamo ricevuto,anche
se qualche spiegazione ci è stata difficile da capire. L’intervista, rispetto a quello che stiamo vivendo oggi, è stata meno sbalorditiva. Entriamo in banca dopo un breve percorso da scuola con le maestre e
alcuni genitori. Ci accolgono il direttore e un suo collaboratore con
molta cordialità. Dal salone entriamo in direzione. Qui rimaniamo affascinati dal monitor della telecamera che registra per questione di sicurezza, chi entra ed esce dalla banca. Dopo la foto ricordo ci rechiamo
dietro agli sportelli per assistere alle operazioni che gli impiegati svol-
la mi sono messa un po’ a ridere pensando che fosse solo uno
scherzo, ma dopo che ne ho
sentito parlare dappertutto sono
diventata subito seria. Voglio
dire l’ultima cosa… la famiglia
è la prima, ma la scuola è come
un’altra famiglia dove ci conosciamo meglio e impariamo
tante cose nuove e mi è dispiaciuto tanto che sia successo
questo inconveniente.
III A - Primaria
Intervista alla
dirigente scolastica
Tricase comix: i nostri
compagni raccontano
Il 13 Maggio 2010, c’è stato a Tricase, un evento
straordinario che è durato tre giorni: Tricase Comix.
La nostra scuola ha partecipato ad uno work shop
durante il quale 40 alunni (venti di classe 3° e venti
di classe 4°primaria), hanno imparato a disegnare
alcuni visi di personaggi della Walt Disney:
Topolino, Minnie, Paperino, Pippo e Nemo.
Con pochi e semplici segni di matita abbiamo visto
apparire sul foglio bianco dei capolavori ci sentivamo dei veri disegnatori come il maestro, Emilio
Urlano che ci insegnava. Dopo, tre ragazzi hanno
Giugno 2010
La professoressa Antonia Preite è
la Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo 1°Polo di via
Apulia.
In occasione della festa della donna noi alunni delle classi 5°, le
abbiamo chiesto un’intervista,in
quanto donna che riveste un ruolo
di prima importanza all’interno
del nostro Istituto che lei ci ha
gentilmente concesso. Entrati nel
suo ufficio dopo un primo momento di generale emozione, abbiamo iniziato a rivolgerle le
nostre domande,cui le ha risposto
in maniera dettagliata.
- Lei ha mai fatto l’insegnante?
-Si, dopo la laurea in pedagogia e
filosofia ha insegnato lettere per
quindici anni nella scuola media,
poi storia e filosofia al liceo classico di Tricase. In seguito ho
avuto l’incarico di preside e,dopo
aver vinto il concorso sono diventata di ruolo e da allora faccio
il dirigente scolastico.
- E’ più difficile fare l’insegnante o la dirigente scolastica?
-Sono due lavori completamente
diversi. Il primo è bellissimo per
il rapporto costante che si instaura con gli alunni. Il secondo,invece, è un lavoro di responsabilità,
impegnativo che richiede competenza e dedizione.
- Cosa le piace di più del suo
lavoro?
-Il mio lavoro mi piace perché dó
un contributo maggiore all’organizzazione della scuola in quanto
gono per i clienti. Che magia! I soldi inseriti in una macchina vengono
mangiati ed anche escono dalla stessa.Tutti a bocca aperta e con gli
occhi spalancati rimaniamo immobili. L’impiegato ci spiega che se la
macchina si inceppa,c’ è un tecnico che la ripara e che se si prova a
prendere anche una sola monetina per sé si può essere licenziati. A
gruppi scendiamo nello scantinato dove si trovano le casseforti e le
cassette di sicurezza per il deposito di soldi e preziosi. Tante sono le
sensazioni che proviamo in questo ambiente insolito per noi curiosità,
meraviglia, fascino per la sicurezza che offre la banca. Capiamo che se
lasciamo i nostri risparmi in banca sono al sicuro dagli incendi e dai
ladri e ci guadagniamo. Dopo aver osservato il meccanismo del bancomat usciamo, a turno, dalle porte scorrevoli. Per fortuna che non abbiamo oggetti metallici in tasca, altrimenti non possiamo né entrare né
uscire dalla banca! Perciò ogni cliente deve depositare gli oggetti nelle
cassettine all’ingresso. L’esperienza vissuta, oltre ad essere stata divertente ed interessante,è stata utile per farci diventare dei buoni risparmiatori non solo di oggi ma soprattutto di domani.
IIIA - Primaria
ho a che fare con insegnanti,
alunni, genitori, collaboratori di
segreteria, istituzioni esterne …
- Quante ore lavora a scuola? E
di sera sta a scuola?
-Il mio lavoro non ha orario, trascorro molte ore a scuola soprattutto quando iniziano i corsi Pon.
- Come si comportano gli alunni di questa scuola? Le è mai
capitato di punire insegnanti o
studenti?
- Punire è una parola grossa, ma
qualche volta ci sono state delle
divergenze di pensiero con le insegnanti, e spesso con gli alunni
occorrono maniere forti, ma solitamente preferisco dialogare con
loro.
- Lei è disordinata nel suo ufficio?
- Mi piace essere ordinata ma
spesso si accumulano sulla mia
scrivania, molti documenti, che
comunque cerco sempre di riordinare.
- Quando è a casa si occupa
delle faccende domestiche come
le nostre mamme?
- Si, io e mio marito ci suddividiamo i compiti. Durante la settimana le pulizie domestiche spettano a me, ma la domenica mi
faccio aiutare.
- E’ stata intervistata altre volte?
-Un’intervista così dettagliata
proprio no, ho solo ricevuto gruppetti di pochi alunni negli altri
anni.
V C - Primaria
Piccoli risparmi
per grandi progetti
Risparmiare?
Tutti lo possiamo fare, è un
gioco da ragazzi!!!
Ed eccoci, tutti in banca per
vedere, “toccare” e capire come i nostri piccoli risparmi
siano custoditi e gestiti.
Abbiamo capito che anche
noi piccoli risparmiatori possiamo entrare a far parte del
“CLUBINO” ed avere un nostro libretto di risparmio intestato a noi proprio come gli
adulti.
III B - Primaria
I vigili dell’aria
Vi raccontiamo un’avventura che
abbiamo vissuto all’inizio del I
quadrimestre a scuola, di come
abbiamo trasformato la nostra aula
in uno studio di registrazione. Ma
andiamo per ordine. Un giorno, la
prof.ssa Calora è arrivata in classe
con una scatola colorata con su
scritto “Fra terra e cielo”, che conteneva tanti volumetti e che ha
suscitato la nostra curiosità. Ci ha
proposto di partecipare al progetto
“Natural…mente Scuola” e al
video concorso “Facciamo volare le
idee”. Proprio così… dovevamo
produrre un video su tematiche
ambientali, sul rispetto dell’ambiente attraverso piccoli gesti di
9
Vita scolastica
Giugno 2010
vita quotidiana. A questo
proposito, ci ha mostrato
un cartellone su cui
erano riportate 10 regole
che abbiamo letto e commentato. Abbiamo riflettuto sul nostro contributo, su cosa ognuno di noi
può fare e come tanti piccoli gesti
moltiplicati per tutti gli abitanti
della Terra possono salvare il nostro pianeta. Nella scatola c’erano i
volumetti che ci hanno aiutato a
capire, anche attraverso i quiz,
quanto sia importante utilizzare
bene le nuove tecnologie. Pensate
che Boeing Italia e Alenia Aeronautica hanno costruito il Boeing
787 che è molto moderno, ma è
soprattutto, ecologico perché consuma il 20% di carburante in meno
e quindi un’emissione minore di
gas inquinanti.
Dopo tante riflessioni, ci siamo
messi al lavoro disegnando fumetti
e realizzando lo storyboard del
nostro video con le battute per le
“buone azioni” che possiamo fare
Premio del concorso
“Facciamo volare le idee”
Noi alunni delle classi IA e IB, dell’Istituto
Comprensivo 1° Polo di Tricase, giovedì 27 maggio
2010, abbiamo ritirato il premio del videoconcorso FACCIAMO VOLARE LE IDEE, abbinato al progetto
sull’Educazione Ambientale “Naturalmente Scuola” a.s.
2009/2010, promosso da Alenia Areonautica e Boeing,
con il Patrocinio del Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca –Ufficio Scolastico
Regionale per la Puglia, dell’Assessorato allo Sviluppo
Economico, dell’Assessorato alla Qualità dell’Ambiente, dell’Assessorato Diritto allo Studio-Formazione
Professionale-Beni Culturali e inserito nelle attività
dell’Unesco. Sono state premiate cinque classi e tra i 107
elaborati sono stati scelti i nostri video “I vigili dell’aria”
della classe IA e “Fra terra e cielo: TG PETS” della classe IB, aggiudicandoci il privilegio di effettuare una visita guidata, veramente interessante, nella maggiore industria aeronautica italiana, presso lo stabilimento di
Grottaglie dove abbiamo potuto vedere le fasi della
costruzione della fusoliera del Boeing 787 Dreamliner,
un aereo modernissimo, ma soprattutto ecologico.
Al nostro arrivo c’era un ingegnere per classe ad
attenderci e guidarci all’interno dell’hangar dove si
costruisce l’aereo. Ci ha fatto subito osservare che
intorno allo stabilimento e all’interno di tutta l’area, vi
erano alberi di ulivo che sono stati tutti conservati o
reimpiantati facendoci capire che anche il mondo industriale deve essere attento all’ambiente. Sapere che lo
stabilimento è grande quanto 15 campi di calcio ha
suscitato ancor di più il nostro interesse, ma appena
siamo entrati abbiamo tutti espresso con il nostro volto
la meraviglia per la lucentezza e l’immensità di quell’edificio. L’ingegnere ci ha fatto notare subito come
quell’ambiente fosse pulito, spiegandoci che la polvere può essere un pericolo per il funzionamento dell’aereo e per i passeggeri. E’ stato molto bravo perché ci
ha spiegato gli aspetti tecnici paragonando la fusoliera
e la sua costruzione alla preparazione di un cannolo
siciliano. Come il cannolo è un unico pezzo, anche la
costruzione della fusoliera del Boeing è basata sulla
tecnologia “One Piece Barrel”, cioè un pezzo unico a
differenza dei 40000 mila pezzi necessari per la costruzione tradizionale. Prima , infatti, le fusoliere erano
formate da tante “strisce” o “doghe” che erano tenute
insieme da “cuciture” e rendevano l’aereo più pesante.
Ora è possibile fare il pezzo unico perché usano un
nuovo materiale, la fibra di carbonio, una specie di
nastro adesivo che viene steso sulla superficie come la
farina della mamma sul cannolo prima di essere cotto,
che è leggero e resistente. L’ingegnere ha portato dei
rotoli di carbonio e ci ha fatto toccare con mano perché è resistente e, nello stesso tempo, elastico e deve
essere conservato in una specie di frigorifero alla temperatura massima di 25° con un’umidità di 45*. La
fibra di carbonio viene lavorata in una stanza grandissima, che abbiamo potuto vedere da una vetrata, chiamata Clean room, perché purificata dalle polveri; c’è
un sistema che permette all’aria di quella stanza di
uscire e mai di entrare mediante due porte che si aprono una per volta. In questa stanza,dove gli addetti
hanno camici e guanti, il carbonio avvolge in più strati un mandrino, dal quale verrà sfilato come un cannolo, che viene fatto girare da un tornio. Poi questi strati
vengono inseriti in un enorme forno per essere “cotto”,
cioè viene tolta l’aria, in particolare l’azoto, ed è l’unico scarico, non inquinante, che c’è in questa industria
dove non viene sprecata nemmeno dell’acqua come
avviene nelle altre industrie o utilizzate sostanze abra-
sive nocive per l’ambiente. In questo forno, alla temperatura per cuocere una torta di 180°, i vari strati
diventato un unico pezzo sul quale si tracciano i contorni dei finestrini e delle porte dell’aereo che vengono fabbricate in Israele. “Il cannolo-fusoliera” viene
ripulito dall’eccesso di resina e sottoposto a tutti i controlli prima della spedizione negli Stati Uniti. Peccato
che non c’era l’aereo che fa da spola tra Giappone,
Israele, Germania e altri Paesi come gli USA dove
avviene l’assemblaggio delle varie parti. Alla nostra
domanda “Come vengono trasportati i vari pezzi che
sono molto pesanti?”, l’ingegnere ci ha fatto notare
che la base di appoggio del mandrino e della fusoliera, sono rialzate perché una specie di materasso mobile viene inserito sotto per il trasporto di carichi fino a
800/1000 tonnellate. E’ stato veramente bello vedere
l’AGV, così si chiama il “materasso”, muoversi, guidato solo da comandi provenienti da cellette sparse sul
pavimento, insieme a grandissimi ponti sul soffitto che
si muovevano lentamente.
Le persone addette sono tutte molto giovani , l’età
media di ingegneri e personale specializzato è di 23 anni
che ogni mattina, prima di iniziare il lavoro, fanno una
riunione dove tutti parlano in inglese come ha fatto
anche una nostra compagna di scuola, quando al
momento della premiazione, ha rivolto un ringraziamento al Vice President of Iternational Corporate
Communications, The Boeing Company, Mr. Charlie
Miller, che ha consegnato alla nostra prof. Giovanna
Calora le due targhe e il modellino del Boeing 787 e a
noi l’attestato di partecipazione, nominandoci ufficialmente “Scuola Amica dell’Ambiente” e di una Libreria
scientifica di 20 volumi, che ci saranno inviati a scuola.
Gli Alunni della I B - Secondaria
per migliorare la salute del nostro
ambiente, per salvare la natura e il
mondo. Ognuno di noi aveva un
ruolo: vigili dell’aria, mamme che
corrono a prendere i figli, marito e
moglie che litigano, ragazzi con
bombolette spray, ragazzi in bici o
con i pattini… Provate a immaginare il nostro divertimento. Ma nel
corso della recitazione, capivamo
sempre più l’importanza di un
ambiente pulito, delle azioni sbagliate che ogni giorno compiamo e
del futuro che è nelle nostre mani.
Anche le nostre famiglie sono state
coinvolte mediante una cartolinaquestionario per analizzare i comportamenti delle famiglie italiane
sul tema della tutela dell’ambiente.
Per la scelta dello slogan abbiamo
fatto un concorso interno inventandone tanti molto belli e significativi,
ma alla fine abbiamo scelto quello
di Benedetta: “Se l’aria non si
inquina, il pianeta non va in rovina”. Bello, vero? Durante le riprese
il nostro divertimento è aumentato,
in particolare, quando qualcuno
sbagliava le battute e giù tutti a ridere. Questa attività ci ha permesso
anche di conoscerci meglio e, per
alcuni, di superare la propria timidezza. Non potete immaginare
quanto sia stato bello il momento in
cui abbiamo rivisto montato il nostro video al computer. E’ stata davvero un’esperienza bellissima e
adesso tutti aspettiamo con impazienza qualche comunicazione da
Roma. E’ stato proprio un bel lavoro e se non vinciamo, non fa niente,
l’importante è partecipare!
Alunni della I A - Secondaria
22 MAGGIO... GIORNATA DELL’ARTE
Oggi, 22 maggio 2010 abbiamo trascorso una giornata scolastica diversa dalle solite. Oggi
infatti era la giornata dell’arte,
quest’anno predisposta dal collegio dei docenti per le classi prime.
Giovedì la professoressa di
arte e immagine si è occupata di
darci l’elenco del materiale necessario al lavoro per questa fantastica giornata:
1.UN BICCHIERE
2.UN PIATTO
3.UN PENNELLO
4.UNO STRACCIO
5.DEI FOGLI DI GIORNALE
6.UNA MAGLIETTA BIANCA
SENZA DISEGNI O SCRITTE
Ma con questi materiali che
cosa avremo mai potuto fare? La
prof ha avuto una magnifica idea:
farci dipingere sulla maglietta il
nostro slogan più bello e significativo prodotto sul laboratorio linguistico svolto con la professoressa di lettere.
I temi erano: l’ ambiente, gli
animali, il risparmio di risorse
naturali, ecc…
Alle 9.30 eravamo nel cortile
della nostra scuola a sistemare sui
banchi il nostro materiale.
Poi, abbiamo messo i giornali
nelle magliette per evitare che si
sporcassero nella parte posteriore
e abbiamo messo nei bicchieri
l’acqua per pulire il pennello.
Dopo aver preso posto eravamo in attesa dei colori per dipingere i nostri capolavori che poi
sono stati valutati e classificati
da alcuni docenti della scuola
primaria e secondaria e da alcuni
ragazzi di seconda e terza media
del nostro Istituto. Appena distribuiti i colori abbiamo iniziato il
nostro lavoro. Tutti avevano
paura di sbagliare o di sbavare
dato che dovevamo dipingere
direttamente sulla maglietta senza usare la matita, facendo riferimento solo al disegno fatto sul
quaderno e considerato, inoltre,
che non avevamo mai provato a
fare un lavoro del genere. Mentre
lavoravamo e ci divertivamo alcuni docenti di turno passavano
per i banchi insieme alla preside a
vedere come proseguiva il lavoro.
Si vedevano ragazzi che correvano da una parte all’altra che cercavano la professoressa di arte
dalla quale volevano i colori e
alcuni consigli.
Si sentivano delle urla che
dicevano: “Un po’ di marroncino! Un po’ di bianco! Un po’ di
rosso! Un po’ di giallo!”.
Dopo 2 ore di lavoro alcune
magliette erano già complete di
slogan e disegno e la professoressa ha provveduto a farle
esporre aiutata dai prof di turno
alla rete di pallavolo in modo che
i giudici esprimessero un voto
sul nostro lavoro.
Ogni maglietta aveva il suo
numero che la professoressa di
lettere aveva assegnato durante il
lavoro. Tutti i disegni erano belli
ma adesso spettava ai giudici
esprimere liberamente il loro
voto. Intorno ai giudici dei ragazzi si accerchiavano perché erano
impazienti di sapere il loro voto.
Alcuni ragazzi sono rimasti
abbastanza soddisfatti del voto,
mentre altri si sono abbattuti perché si aspettavano di più.
Ma in tutti e due i casi, ognuno era consapevole di essersi impegnato al massimo.
Insomma è stata una giornata
all’insegna dell’arte e del divertimento!!! Ora aspettiamo con
ansia i tre vincitori di questa bellissima giornata.
IA, IB e IC - Secondaria
10
Vita scolastica
Giugno 2010
Il teatro racconta
La sapienza e l’infinito. L’albero della vita nel mosaico di Otranto. Viaggio
degli alunni della classi prime(secondaria) nello splendore del mosaico pavimentale più grande e ammirato d’Europa in una giornata di pioggia.
Sabato 19 Dicembre 2009, noi alunni delle classi prime ,accompagnati
dalle nostre professoresse di Italiano,
Francese e Arte, ci siamo recati ad
Otranto per una visita guidata, organizzata dalla scuola per far vivere a noi
ragazzi un’esperienza formativa attraverso la conoscenza di un aspetto del
nostro territorio, un tempo importante
centro culturale in tutta Europa.
Siamo partiti da scuola alle ore 8.30
con un pullman a due piani; durante il
tragitto le ragazze si sono divertite a
chiacchierare,sfogliare delle riviste, in
particolare, quelle de “Il mondo di
Patty”, mentre i ragazzi giocavano e
facevano battute. Giunti a destinazione,
ci siamo recati all’ingresso del Castello
Aragonese dove ci attendevano le guide
per la rappresentazione teatrale e la
mostra sul mosaico. Il cielo era grigio e
non prometteva nulla di buono, cominciava a piovere. Siamo stati divisi in due
gruppi; il primo gruppo ha assistito ad
uno spettacolo teatrale che mirava a
farci conoscere il mosaico attraverso
l’uso dei cinque sensi e il linguaggio
teatrale. Ad accoglierci c’era Ippolito
Chiarello che interpretava, tutto vestito
di bianco, Pantaleone, un monaco del monastero di San Nicola di Casole, centro
culturale di tutta l’Europa medievale,
che ha progettato e costruito il mosaico
dal 1163 al 1167. Pantaleone ci ha dato
il suo “biglietto da visita”: è la parte del
mosaico in cui ha fatto il suo autoritratto, in ginocchio, davanti all’unicorno e
sul retro scritto “Entrate nel mosaico
della cattedrale di Otranto da protagonisti. Utilizzate i vostri piccoli sensi.
Ogni passo è una storia, un suono, un
odore, un sapore antico,… Pantaleone”.
Durante la rappresentazione abbiamo
utilizzato i nostri cinque sensi per
cominciare ad apprezzare il valore di
questo mosaico; toccare con le mani
pietre simili a quelle utilizzate per
costruire il mosaico, sentire il profumo
dell’incenso, vedere le immagini e
ascoltare il verso delle balene e degli
animali presenti nel mosaico; ma,
soprattutto, farsi trasportare dal suono
delle onde del mare Mediterraneo, da
sempre luogo di incontro tra culture e di
scambi. Alla fine, ci hanno consegnato
un mandarino come simbolo dei sapori
della nostra terra.
Successivamente siamo passati alla
seconda tappa. La guida ci ha illustrato
gli innumerevoli aspetti del mosaico
attraverso la spiegazione delle immagini
di alcuni tasselli ingranditi. Ci ha spiegato che il mosaico è formato da piccolissime pietre colorate, prese dalle cave
dei paesi vicini ad Otranto e che rappresenta l’albero della vita e della salvezza; infatti, secondo la Bibbia, la
sapienza è un albero, cioè un percorso
dell’uomo verso Dio. Un particolare
molto evidente è che l’albero non ha
radici, ma alla sua base vi sono due elefanti a loro volta sostenuti da un elefante più piccolo, che simboleggia Cristo
che risolleva l’umanità. I due animali
grandi, invece, sono i progenitori Adamo ed Eva. Secondo la leggenda , mentre due elefanti stavano riposando cadde
un albero e furono salvati da un elefante
più piccolo.
Ma le immagini che abbiamo potuto
ammirare nel mosaico sono davvero
tante: i segni zodiacali, i mesi dell’anno,
l’Inferno e il Paradiso, Alessandro
Magno, La Torre di Babele, i 12 cerchi
di re Salomone, i mestieri dell’uomo,
Caronte, animali e creature mostruose,
l’Arca di Noè,…Ognuna di queste
immagini nasconde un aspetto negativo
e positivo, a seconda della rappresentazione, ad esempio il volo di Alessandro
con i grifoni simbolo della superbia; o
l’agnello salvato dai leoni; le ramificazioni simboleggiano invece, i diversi
momenti della vita dell’uomo le varie
scelte che l’uomo fare nella sua vita;
mentre gli animali che rosicchiano i
rami sono il simbolo della malvagità. Al
contrario, l’uomo sull’albero è simbolo
della saggezza e della salvezza. Alla
sommità dell’albero vicino all’altare
troviamo rappresentata la
morte di Abramo; alla sua
morte gli vengono messi tre
semi in bocca. Da questi
crescono tre alberi dai quali
viene ricavato il legno per
fare la croce di Cristo.
Siamo usciti dal castello
per dirigerci alla Cattedrale
e vedere dal vivo il mosaico,
ma… la pioggia continuava
a cadere. Armati di ombrelli
e con tante risate siamo
giunti nella Cattedrale dove
un’altra guida ci ha permesso di capire meglio quanto
era rappresentato sul pavimento e come era stata
costruita: La cattedrale di
Otranto è a croce latina e con tre navate
e su quella a destra abbiamo potuto
vedere la cappella dedicata agli 800
martiri di Otranto. Qui vi sono 8 teche
come armadi dove sono conservate le
ossa dei martiri, uomini dai quindici
anni in su, decapitati dai Turchi perché
non volevano convertirsi all’Islam. E’
stato davvero impressionante! Sotto
l’altare c’era un grande masso su cui
furono uccisi e proviene dal Colle della
Minerva. Il primo ad essere decapitato
fu il sindaco di allora, Antonio Primaldo
che rimase in piedi fino a quando l’ultimo uomo non fu ucciso. Il boia visto
questo prodigio, si convertì al Cristianesimo.
Siamo scesi nella cripta, una delle
più grandi in tutta Europa, che sorse è
stata costruita in epoca romana. All’interno vi sono 62 colonne e 23 semicolonne, cioè addossate alla parte. La loro
caratteristica è di essere TUTTE differenti per forma,materiali e capitelli.
Tutte diverse forse perché ognuno potesse ritrovare qualcosa che gli ricordasse il suo Paese e sentirsi a casa.Gli affreschi che un tempo adornavano la cripta,
sono stati tutti distrutti dai Turchi, tranne una Madonna con il bambino sul
braccio destro come veniva rappresentata nel culto orientale.
La cripta fu costruita perché Otranto
è la località più orientale d’Italia e
chiunque poteva arrivarci in mare e fare
guerra. Così i nemici non trovavano i
monaci perché nascosti nella cripta e
non potevano così essere uccisi.
In seguito, ci siamo diretti sotto la
Porta Alfonsina che un tempo era l’ingresso della città.
La prof. di Italiano è riuscita a trasformare questa piccola disavventura in
un’esperienza culturale, raccontandoci
la storia di questa Porta e facendoci
notare le aperture sul soffitto da dove
gli otrantini buttavano olio e altri liquidi
bollenti addosso agli avversari che cercavano di entrare nella città per saccheggiarla. Intanto, sotto la porta mentre
la pioggia continuava a cadere abbiamo
consumato la merenda.
Alla fine, sotto una pioggia ormai fittissima, siamo tornati a scuola , stanchi
e bagnati fradici, ma con i suoni e le immagini mai visti del nostro territorio.
Nonostante il disagio causato da una
giornata piovosa, la gita ad Otranto è
stata veramente interessante contribuendo ad arricchire il nostro bagaglio di conoscenze e, soprattutto, divertente ma
tanto tanto…bagnata!
Gli alunni I A e I B- Secondaria
Giugno 2010
Una lezione interessante
Oggi 21 gennaio, alle ore 9:30, il prof G.
Ingletti è venuto nel nostro Istituto per parlarci della Costituzione Italiana.
La Costituzione è l’insieme delle norme
giuridiche che regolano il rapporto tra i cittadini. La storia della nostra Costituzione ha
inizio con la fine della dittatura fascista quando il popolo italiano per la prima volta fu
chiamato alle urne per votare. Entrò in vigore
il primo gennaio 1948.
La nuova Costituzione, dopo cento anni,
sostituiva lo Statuto Albertino, concesso da
Carlo Alberto.
La Costituzione della Repubblica Italiana,
costituita da 139 articoli è: scritta, rigida,
votata e convenzionale.
E’ scritta, perché le norme sono sancite in
un documento scritto; è rigida, perché ogni
modifica può essere effettuata solo con un
procedimento diverso da quello adatto per le
leggi normali: votata
perché a differenza
dello Statuto Albertino concesso dal re,
fu redatta e approvata
da un’ assemblea eletta dal popolo; infine
convenzionale, perché
diverse forze politiche per sancirla dovettero
giungere a reciproci accordi.
La nostra Costituzione è costituita dai
primi dodici articoli che riguardano i PRINCIPI FONDAMENTALI e da due parti: la
prima riguarda DIRITTI E DOVERI degli
Italiani. la seconda l’ORDINAMENTO della
REPUBBLICA.
A mio avviso è stata proprio una lezione
interessante.
V C - Primaria
Il CCR al lavoro
Lunedì 24 maggio noi ragazzi del C.C.R della
nostra scuola siamo andati al Comune precisamente nella sala Consiliare per la riunione conclusiva di questo progetto.
La riunione è tardata a iniziare ma alle 18:30
eravamo tutti presenti per cominciare.
Per prima cosa c'è stato il saluto del baby sindaco e dopo io ho fatto l'appello, annotando i presenti, gli assenti e le eventuali sostituzioni.
Dopo di ciò il prof Marsano ha proiettato un
video riassuntivo di tutto il percorso del C.C.R di
quest'anno: i vari tg ragazzi svolti dai nostri compagni, i nostri comizi,e le nostre elezioni.
La parola è passata poi di nuovo al baby sindaco del 1° Polo che ha fatto un discorso di presentazione del nostro lavoro, a ogni rappresentante di ogni lista è toccato esporre i risultati raggiunti dalla propria o anche gli insuccessi.
Ha parlato il baby-sindaco del 2° Polo e del 4°
che ha passato poi la parola a una delle sue consigliere per presentare due problematiche presenti
11
Vita scolastica
nella loro scuola, sottolineando la necessità delle
piste ciclabili a Tricase.
II nostro baby-sindaco in conclusione ha consegnato i CD con tutto il nostro percorso.
Naturalmente dopo tutto il lavoro di noi ragazzi, la parola per esprimere un proprio parere spettava a un "grande".
Primo a parlare è stato l'assessore Cazzato che
ci ha fatto i complimenti per il nostro impegno e
ha ringraziato noi e i docenti che ci hanno seguito nel percorso, lo stesso è stato fatto dall'assessore alla cultura Nunzio dell'Abate, che ha anche
giustificato l'assenza del sindaco a causa di un
impegno inderogabile.
A chiudere la seduta è stata la nostra preside,
Antonia Preite, che ci ha rinnovato i suoi complimenti e ha voluto ringraziare anche la dott.
Antonia Ciardo che più volte era venuta a scuola
per il progetto del C.C.R.
La segretaria del CCR 1° Polo
Serena Esposito
ALLA SCOPERTA DELLA COSTITUZIONE
Caro diario,
beh ti ho scritto l’altro ieri,
quindi non posso certo dirti
“da quanto tempo che non ti
scrivo”. Oggi è stata una
giornata speciale perché, già
come dice il titolo, sono andata alla scoperta della Costituzione.
Proprio alla scoperta no,
perché qualcosa la sapevo e
qualcos’altro l’ha spiegato
la maestra, più che altro un
grande approfondimento. Basta, ora ti racconto.
Appena tornati dalla
palestra, abbiamo notato che
le nostre sedie erano state
disposte in fila nel piccolo
spazio antistante la classe e i
ragazzi delle altre aule già
seduti.
Dopo un po’, mi sono
ricordata il perché di tutto
questo: stava arrivando un
professore che ci avrebbe
parlato della Costituzione!
“Eccolo, sta arrivando!!!” qualcuno ha esclamato e dopo un po’ ci siamo
trovati davanti il professore
G. Ingletti ins. di diritto alle
scuole superiori: che emozione!
Due alunni della VA
hanno fatto delle domande
all’ospite: “cos’è la Costituzione? E lo Stato? Le leggi
racchiuse nella Costituzione
si possono cambiare? La
Costituzione è come una
carta d’identità di tutto lo
Stato? Ce l’hanno tutti? Ci
sono leggi più importanti di
altre?...” e il professore con
calma ha iniziato a spiegare
tutto: “la Costituzione io la
paragono a una signora, una
bella, bellissima signora di
62 anni. Lei è nata nel 1948.
Beh è meglio cominciare a
raccontare dall’inizio. Verso
la metà dell’ottocento il re
Carlo Alberto fondò lo
Statuto Albertino, che era
molto corto e flessibile, cioè
quelle leggi potevano assere
modificate dal re.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 2
giugno del 1946, si svolse
un referendum: se il popolo
italiano preferiva la monarchia o la repubblica.
Molti scelsero la repubblica anche perché il re,
durante la guerra era scappato lasciando gli italiani nelle
mani dei nemici.
Questo grandissimo avvenimento portò anche una
conquista per le donne perché per la prima volta votarono e quindi acquistarono
importanza nella vita politica. Ecco perché il 2 giugno
si ricorda la festa della
Repubblica. Così il 27
dicembre del 1947 fu firmata la Costituzione. Essa è
formata da 139articoli, infatti è lunga e rigida, cioè le
leggi non si possono cambiare da un giorno all’altro,
al contrario dello Statuto
Albertino. È divisa in tre
parti: la prima parte va dall’articolo 1 all’articolo 12 e
si chiama ”principi fondamentali” la Costituzione
rappresenta simbolicamente
le fondamenta dello Stato.
Ogni articolo si collega all’altro e anticipa ciò che
vuole dire il successivo. .
La parte che va dall’articolo 13 all’articolo 54 si
chiama “Diritti e doveri dei
cittadini”, infatti vi sono
scritti tutti i diritti dei cittadini.
L’ultimo pezzo, dell’articolo 55 all’articolo 139, si
chiama “ordinamento della
repubblica” e tratta dei
doveri che devono avere i
presidenti, i ministri…
L’articolo 139 conferma
“la forma repubblicana non
può essere oggetto di revisione costituzionale” cioè
che la forma repubblicana
non può essere cambiata.
Un altro afferma che il
presidente della Repubblica
deve essere fedele sempre
allo Stato, deve sciogliere il
Parlamento se non opera
correttamente e non deve
vendere lo Stato ad altri.
Quindi gli articoli sono
tutti importanti, tutti sulla
stessa linea. Credo di aver
finito. Purtroppo devo andare e se volete chiarimenti ve
li posso dare tranquillamente. Arrivederci!!! E abbiamo
visto il professore allontanarsi, camminare lungo il
corridoio.
Ti è piaciuta la giornata?
A me tantissimo, lo sai, quel
professore mi sembrava una
macchina che sfornava sempre notizie nuove e che man
mano ci incuriosiva di più.
Ora vado, devo cenare.
Bye bye
Caro diario Ti voglio un
mondo di bene
VB - Primaria
12
Creatività
PENSANDO
AD ANNA FRANK
Anna, ricordi quei momenti nel rifugio?
Se non ci fosse stata quella soffiata …
saresti ancora qua.
Ricordi , quando sei stata separata
da tua madre e da tuo padre ?
Silenziosamente versavi le tue lacrime!
Ricordi nei campi di concentramento?
Non perdevi mai la speranza
perché della vita eri innamorata.
Ricordi, quando hai contratto il tifo,
quell’ orribile malattia che ti ha portato alla morte?
Per il tuo coraggio, per la tua speranza,
sei per me
una stella che illumina il cielo buio di gennaio.
Clemente Negro - VB
UN PENSIERO PER ANNA
A tutto il mondo mi rivolgo
ed è una domanda pongo:
lo sapete che giorno è?
Il più importante che c’è
oggi è il giorno della memoria
e si ricorda qualcosa accaduta nella storia.
Tanto tempo fa,
per chi ancora non lo sa
della povera gente
che non aveva niente
nei campi di concentramento fu portata
e anche maltrattata
una ragazza però è da ammirare
e la sua storia voglio raccontare
Anna è il suo nome
e Frank il suo cognome.
Questa poesia a lei voglio dedicare
e la sua buona volontà apprezzare.
Sei stata molto coraggiosa e forte
prima che arrivasse la tua morte
le tue parole affidavi ad un diario
per te era un amico raro.
Scrivevi paure, gioie, dolori
anche i tuoi piccoli amori.
La speranza era sempre viva nel tuo cuore
che un giorno il mondo sarebbe diventato
di un solo colore
il colore della PACE.
Nel tuo mondo un segreto nascondevi
e non potevi avere amici veri
solo una persona ti amava tanto
e ti stava sempre accanto
era Margot tua sorella
che per te brillava come una stella
Anche tu Anna sei una stellina
che nel cielo brilli di una luce divina
tutti ricordano la tua umiltà
e non scorderanno mai la tua semplicità
da grande volevi fare la scrittrice
e dei tuoi libri essere l’autrice.
Per questo il tuo papà ha realizzato il sogno
pubblicando il tuo diario prezioso come uno scrigno.
Anche se pieno di tristezza
per noi è fonte di saggezza.
Zaminga Sara, VB - Primaria
ANNA
Non conoscevo questa storia
ma ora mi rimane nella memoria.
È difficile la vita di Anna
rinchiusa in una fredda capanna;
senza cibo e senza niente ha sofferto insieme a tanta gente.
Con pazienza e fedeltà
immaginava momenti di felicità.
E con il cuore triste e la vita che si appanna
rimane il ricordo della piccola ANNA
Chiara Nicolardi, V B - Primaria
Giugno 2010
PER NON DIMENTICARE
Oggi giornata della memoria
di un periodo tragico della storia
Shoah è il termine ufficiale adottato
per indicare lo sterminio che i tedeschi
sugli ebrei hanno provocato.
Prigionieri, ai lavori forzati costretti
tutti ammassati in camere strette e senza letti.
Ad Aushwich scomparvero nei forni crematori milioni e milioni di donne e bambini,
che fine brutale hanno fatto quei poverini!
Hithler di questo sterminio fu l’autore,
un uomo freddo, cattivo e senza cuore.
Cattolico, seguiva una religione
eppure ha ucciso così tante persone .
Degno di non vivere e governare
solo la Germania poteva comandare.
Anna Frank con dolore
in un diario ha raccontato di questo
popolo lo stridore
Per due anni nascosta in un segreto
appartamento,
ma dopo anche lei ha subito
il campo di concentramento.
A questo Popolo la dignità è stata calpestata
Ma la loro anima no, non è stata imprigionata
Cavalieri Alessandra, De Giuseppe Sara, Monteduro Maria Letizia - III A - Secondaria
BUIO E VITA
Chiuso in una stanza buia
Senza nessuna via d’uscita
Consapevole che presto
Porranno fine alla mia vita
Non ho più una dignità,
un nome,un sorriso
Perché sul mio braccio un
marchio è stato inciso
Un marchio che mi priva
di ogni identità
E tutto questo solo
per pura crudeltà.
Il buio ora si fa sempre
più intenso
Ormai sono un oggetto,
la mia vita non ha senso
Di ogni libertà
sono stato privato,
mi sento un cane in gabbia,
solo,abbandonato.
Mi basterebbe poco per essere contento
E ritornare libero ,come foglie al vento.
Tutto questo non mi renderà fragile,
inizierò a sorridere
Perché finalmente ho deciso di vivere!
Angela Errico, Ester Cosi, Gioele Zito
Alessandro Toma, Davide Morciano
IIIA - Secondaria
UN SILENZIO COLPEVOLE
UNA MORTE INGIUSTA
Il silenzio, l’arma più potente,
il peso, per non essere riusciti a fare niente.
Parole dette senza umiltà,senza cuore,
cosi, solo per fare del rumore.
Eppure miliardi di occhi vedevano,
miliardi di orecchie costrette a sentire,
ma le bocche continuavano a tacere,
“andate nelle docce”, queste le loro parole
Ad un certo punto tutto era buio, non c’era più il sole.
Nessun confine, nessun limite al male
Niente che la loro cattiveria riuscisse a fermare.
E piano piano il campo si liberava,
i corpi ridotti in fumo si alzavano nell’aria.
Forse alla ricerca della libertà
Quella che il nemico gli aveva tolto con avidità,
lì non era permesso nulla, nemmeno parlare.
Parlare, bisognava parlare,
perché finora è stato il silenzio che ci ha traditi
il silenzio è stata l’arma che li ha uccisi.
Chiara Zocco - III A - Secondaria
Quasi riesco a sentirle,le urla nel campo,
e poi… all’improvviso Silenzio.
Quasi riesco ad immaginarli mentre stringevano i
pugni
Riesco a sentire il silenzio che forse…
Tanto silenzio non era.
Riesco ad immaginare la rabbia, l’ostinazione
Ma che pian piano divenne rassegnazione.
Ma ci sono cose che proprio non mi so spiegare:
un uomo dove trova il coraggio di ammazzare?
Come si può guardare negli occhi smarriti
di un bambino
E aver il coraggio di sparare?
Come si può chiamare “uomo”
chi un cuore non ha?
Trattati come bestie alcuni,senza nessuna dignità.
Un bambino ucciso tra le braccia della madre inerte,
un bambino strappato alla vita tra un pianto innocente.
Questo non mi so spiegare. Una morte ingiusta la sua!
Dó solo un nome a tutto questo:
PAZZIA!
Chiara Zocco - III A - Secondaria
Giugno 2010
CHISSÀ
Chissà se le persone
si guardano mai intorno,
se riescono mai a pensare
quante cose l’uomo è riuscito a fare
senza sapere niente.
Chissà se le persone
riescono mai a guardare dalla finestra ,
se si rendono conto
della malvagità , della criminalità,
oggi già da ragazzini.
Chissà se le persone
guardano nei propri sogni,
se riescono a guardare tutte le cose possibili,
belle o brutte,
e che tutti sperano che si avverino
minuto dopo minuto.
L’ARCOBALENO
Era un tiepido pomeriggio primaverile e
dopo un incessante pioggia e un burrascoso
temporale, apparve in cielo un enorme arcobaleno.
Uscii fuori per fotografarlo e notai i suoi nitidi colori e la sua immensa grandezza, tale da
formare, da un punto all’altro
del cielo, un enorme arco.
Era bellissimo!
Era la prima volta che vedevo un simile spettacolo, tanto che feci delle fotografie che
conservai nel mio prezioso album dei ricordi.
Non me lo scorderò mai!
È stata un’emozione da non dimenticare.
Scarascia Francesca VD - Primaria
Chissà – e ciò è più importantese le persone si guardano nel cuore ,
riescono a guardarsi nel profondo
fino a trovare la giusta persona da amare,
il giusto sentimento.
Lorenzo Ventura, I A - Secondaria
CHISSÀ
Chissà se l’uomo del futuro
ricorderà qual cosa del nostro passato.
Chissà se i nostri studi e i nostri lavori
serviranno negli anni che verranno.
Chissà se le lotte per la pace e per la difesa
della nostra terrà saranno
d’insegnamento ai nostri figli.
Chissà se il risparmio d’oggi
sarà la ricchezza del domani.
De Iaco Francesco, IB - Secondaria
13
Creatività
LE MASCHERE
IL PAVONE
- Questo animale è un pavone, è bellissimo e molto colorato perché è un uccello maschio e si trova nel giardino della nonna.
- Il suo corpo è imponente di colore blu e verde elettrico.
Le zampe sono sottili e lunghe.
La coda è lunga e quando la apre è a forma di ventaglio.
Le piume sono morbide e colorate.
Ha il becco a punta e allungato.
Gli occhi sono neri e piccoli.
Le narici stanno sul becco e sono piccole e le orecchie sono
nascoste sotto le piume.
- Questo animale ha un carattere timoroso , e un temperamento
irrequieto.
Ama mostrare a tutti la sua bellissima coda e corteggiare le galline della nonna.
II B - Primaria
TUTTI IN BICICLETTA
LA CREAZIONE
Quando il dio Baabab e la moglie Duder decisero di creare l’Universo, ci misero molto
impegno ma si stancarono talmente tanto che
quando fu il turno della Terra decisero di affidare questo compito ai loro due figli; ma da
subito i due fratelli non si trovavano d’accordo, perché una la voleva di forma rotonda e
l’altro quadrata; così cominciarono a tirarsi
addosso fulmini e saette che crearono i vulcani; con la pioggia si crearono i mari e i fiumi
e si formarono foreste. Quando si fermarono
per prendere fiato si guardarono intorno e
videro le belle cose che avevano creato. Infine
decisero di far pace e crearono gli esseri
viventi.
Piccinni Francesca - III C - Primaria
LA TERRA
Oh!Terra mia!
Sei la più bella che
ci sia.
Candida, tonda,
la tua meraviglia
mi circonda.
Dagli uomini sei amata
Ma qualche volta anche
non rispettata!
In futuro ti rispetteremo
e mai più ti deluderemo!
Musio Federica VC - Primaria
Arlecchino monellino
È un vero birichino
Colombina bella bella
È per lui una vera damigella.
Farinella è la nostra maschera sorridente
Ed è un pagliaccio divertente.
Balanzone è un dottore brontolone
ma anche un vero sapientone.
Di Milano è Meneghino
Vi faccio un inchino
E mi tolgo il cappellino.
E’ di Napoli Pulcinella
E indossa una bianca camicella.
Maria Giovanna Chiuri IV C - Primaria
Se l’ambiente non vogliamo danneggiare
le biciclette al posto delle auto dobbiamo utilizzare,
perché le auto non fanno bene all’ambiente
invece le biciclette non inquinano niente!
Esse non sono un peso per i bambini
che sulle loro selle diventano davvero carini
cosa cambia per gli adulti andare su una sella!
Passeranno sicuramente un'esperienza molto bella!
LA CORONA D’ORO
Tutto ebbe inizio con lo smarrimento della Corona d’oro.
Molto tempo dopo, un uomo di nome Estir decise di ritrovarla. Formò un piccolo esercito e si mise in viaggio insieme a sua moglie.
Siccome il suo paese si trovava sulla sponda del lago
Enteres, lo dovette attraversare. Il lago, però, era abitato
dal mostro Afanc che attaccò Estir. Sua moglie accarezzò
il mostro e gli chiese di andare via. Il mostro ubbidì ed
Estir non lo uccise.
I pericoli non erano finiti per Estir.
Il mostro Cariddi risucchiava l’acqua del lago che era
pronta ad ingoiarli.
Estir si salvò, insieme ai suoi valorosi. Così continuarono
la loro ricerca verso le miniere. Lì i Doccioni, dei mostri
spaventosi, proteggevano la Corona d’oro. Anche qui,
Estir fu costretto ad attraversare un fiume in piena, dove
c’era Idra, un mostro dalle tante teste. Estir fu coraggioso
e tagliò le teste e finalmente, potè proseguire in pace.
Riccardo STEFANELLI
Alessandra TOSCANO
Mattia MUSIO
Maria Giovanna CHIURI
Lorenzo VERARDO - IV C Primaria
Prese per la foresta e sorprese un gruppo di demoni. Nella
lotta una strega ferì Estir, ma lui con un pugnale che aveva
nascosto la uccise. Subito si aprì un passaggio nel sottosuolo. Estir e i suoi discesero. Qui incontrarono Echidna,
un mostro simile ad un serpente che cercò di ingoiarlo, ma
il suo arcere lo colpì con una freccia avvelenata. Subito si
aprì un altro passaggio. Così da galleria in galleria, dopo
lotte impensate ritornarono in superficie e i Fuochi Fatui
che brillavano sulle colline gli indicarono la strada.
Finalmente arrivarono alle miniere. Era mattina. Estir si
trovò all’ingresso di una grotta. C’era una alta sfinge che
ne ostruiva il passaggio. La sfinge pose a Estir questo
indovinello: “chi è l’animale che di mattina cammina a
quattro zampe, di pomeriggio con due e di sera con tre?”.
Estir dopo essersi consultato con i suoi e la moglie, rispose:”l’uomo”. La sfinge si polverizzò. Apparvero i
Doccioni che si scagliarono su Estir e sopra i suoi. Estir
portò la corona d’oro alla sua Regina.
Vincenzo Frisullo V C - Primaria
14
Creatività
LA NOSTRA CLASSE … IN RIMA
C’è Panico Alice
“Mi piace la scuola, sempre dice”.
C’è Grazia Peluso
Che delle sue cose fa buon uso.
C’è Davide Antonazzo
Che è proprio un bel ragazzo..
C’è Crisostomo Pietro
Che non vuole rimanere mai indietro.
C’è Di Maglie Emiliano
Che quando corre non va piano.
C’è Aniceto Daniele
Che sembra dolce come il miele.
C’è Turco Debora
Che è garbata ad ogni ora.
C’è Nicolardi Vito
Che il lavoro ha già finito
C’è Nicolardi Lucia
Che usa sempre la cortesia.
C’è Giuseppe Mastria
Sempre allegro, mamma mia !
C’è Nicolardi Alessia
Che attenta sempre sia.
C’è Antonaci Ilaria
Che le piace stare all’aria.
C’è Frisullo Renato
Che è carino da quando è nato.
C’è Martella Alberto
Che ama tanto stare all’aperto.
C’è Sharon Perrone
Che si legge un gran librone.
C’è Sakar Stefanazzi
Che fa amicizia con tutti i ragazzi!
C’è Rosafia Tania Maria Antonietta
Che è carina come una rosetta.
C’è Mastria Gioele
Che va a mare con le vele.
IID - Primaria
LA NOSTRA CLASSE…IN RIMA
C’è Morciano Nicolò
che è monello appena un po’!
C’è Fabrizio Aniceto
che mangia l’insalata con l’aceto.
C’è Luca Giudice
che “Mi sento stanco, sempre dice”
C’è Gianmarco De Santis
che per scrivere bene si affida
a tutti i “Santis”.
C’è Mattia Peluso
che delle sue cose fa buon uso!
C’è Michela Caloro
che vale quanto l’oro.
C’è Cesario De Roma
con la faccia che sembra buona.
C’è Marco Silvestrini
che gli piace giocare con tutti i bambini.
C’è Minerva Simona
che è sempre tanto buona.
C’è Chiuri Serena
con il viso di sirena.
C’è Ruberto Aurora
che è ordinata ad ogni ora.
C’è De Iaco Anna
che le piace la torta con la panna.
C’è Federica Nicolì
che si muove sempre qui e lì.
C’è Grimaldi Anastasia
che garbata sempre sia.
C’è Nicolò Carbone
che si impegna a cena e acolazione.
C’è Nuccio Luca
che assomiglia proprio a un duca.
C’è Matteo Morciano
che sa tutto di tutti, da Tricase, fino a
Milano.
C’è Daniele Mastria
che legge e scrive bene… e così sia.
IIC - Primaria
Giugno 2010
LA GRANDE TEMPESTA
Nella notte diluviò moltissimo e la mattina dopo,quando
Luca si alzò,aprì la finestra e vide un bellissimo arcobaleno sul colle,sovrastava la zona dove sorgeva la sua casa.
Senza pensarci si sbrigò a vestirsi e uscì fuori a fare una
passeggiata in bicicletta con la sua famiglia. Percorsero
quasi tutto il paese e mentre stavano tornando a casa ricominciò a piovere forte.
La pioggia si trasformò in un temporale violento in poco
tempo. I fulmini coprivano la terra con la loro luce e il
rombo dei tuoni si perdeva cupo dietro la collina. Pioveva
a cotinelle. Spaventata,la famiglia di Luca si rifugiò sotto
un ponte e aspettò che il temporale si calmasse. Il tempo
passava,ma la tempesta non si calmava. Solo verso il tramonto il temporale cessò e la famiglia di Luca ritornò a
casa sana e salva. Intorno c’era tanta tranquillità dopo la
grande tempesta.
Riccardo De Francesco, V D - Primaria
NELLA CAMERA DA LETTO DI VAN GOGH
Ahi, che botta alla testa…Ma
dove sono? Non è la mia stanzetta.
Come posso esserci finita?
Vediamo:stavo facendo un compito
in camera mia,dovevo descrivere la
“Camera da letto”, un quadro di
Van Gogh,poi son…Oh, certo! La
stanza è uguale,sono finita nel
dipinto! Un momento ora come
esco? Meglio guardare un po’ in
giro. –E’ una stanza un tantino piccola,le pareti sono di un bianco più
scuro del solito, un colore perrbaceo che sono abituata a vedere
–mormorai tra me e me – invece il
pavimento è un parquet dal colore
assai sbiadito,il letto è disfatto,le
coperte marroncino acceso sono
stropicciate
e
il
cuscino
sgualcito,anche se poco,mentre la
spalliera è di legno scolpito – penso
sempre io.
-I quadri appesi sono bellissimi,chissà chi gli ha dipinti,sono
sei,tutti fantastici – sospiro,poi osservo i mobili – Che carino quel tavolino, è di legno ed è molto semplice. Cosa conterrà quel minuscolo cassetto? Comunque sono meravigliosi anche i soprammobili,quei due bianchi sono i miei preferiti! Per non parlare di quelle due sedie,semplici,ma che
incantano,sono giallo ocra e il loro cuscino è di paglia
intrecciata – sussurro.
-Ci sono due attaccapanni,a uno sono attaccati degli
indumenti,mentre all’altro è appeso un pezzo di stoffa giallino con il bordo rosso.
Quella finestra è verde smeraldo e il vetro appena giallo. Infine la porta è bianca,chiusa come anche la finestra…
- esclamo poi – Wow,anche se è piccola,questa, è una stanza arredata davvero bene!!! – poi però mi ricordo del mio
scopo fondamentale:uscire da qui e quindi spingo la porta;
essa si apre e appare una luce bianca…Mi risveglio in
camera mia,ero solo addormenta e penso: “Ora so cosa scrivere!” e inizio a descrivere il quadro di Van Gogh,quel dipino dal quale ero appena uscita!
Laura Sparascio - V B - Primaria
LE MALDIVE SALENTINE
Buongiorno sono Sara e
lavoro in un’agenzia di viaggi e, come dice la parola stessa mi occupo dell’organizzazione di fantastici viaggi.
In realtà il mio compito è
quello di far conoscere alla
gente luoghi spettacolari
dove poter passare le vacanze estive. Oggi vi parlerò delle…“Maldive”. Niente faccie
strane però. Le “Maldive” è
un luogo non impossibile da
raggiungere, si trova nelle
vicinanze di Torre Vado
(naturalmente è l’identica
fotocopia
delle
“vere
Maldive”).
Ora vi porterò ad esplorare con la mente questo luogo
eccezionale per avere un’idea più chiara. Il mare delle
Maldive . che si trova in
Puglia, avendo sempre delle
acque limpide e pulite, attrae
molti pescatori per il buon
pesce che c’è.
Si possono trovare pesci
azzurri,pesci palla, ricci spinosi marini e piccoli polipi.
Ma il mare non è solo pesca:è
immenso divertimento,dà la
possibilità di praticare sport
come acquagym aerobica,
immersione subacquee. Il
profumo delle acquee è
intenso e attira molti turisti
con la voglia di nuotare. Le
Maldive sono un vero paradiso per gli amanti delle spiagge sabbiose perché sono
attrezzate con servizi di
ombrelloni, sdraio e pedalò.
Tutti hanno la sensazione di
essere veramente alle Maldive sia per il calore bianco
della sabbia, per le dune e per
l’acqua limpida. Per gli
amanti delle lunghe notti
sotto le stelle alcuni punti
divertimento locali dove la
musica si ascolta fino all’alba, e dopo un cornetto caldo
si torna a casa.
In particolare si organizzano serate di “pizzica salentina” e sagre paesane del
“PESCE FRITTO” in onore
della cucina ottima del
Salento.
Deliziosi sono i pomodori
coltivati da queste parti insieme all’olio che rendono
gustoso il sugo. Tipici sono i
“maccarruni” fatti in casa, la
“frisa”, la “parmigiana con le
melanzane” e gli “spaghetti
conditi con i frutti di mare”
che si possono assaggiare nei
migliori ristoranti e trattorie
come “Il Paradiso” aperto
tutto l’anno. Per andare in
questo bellissimo posto si
procede da Alessano e dopo
Morciano per circa 10 km in
macchina o in autobus e si
arriva subito. Si può alloggiare in tanti alberghi o pensioni che offrono relax e
benessere come l’Hotel
Albatros, immerso nel cuore
del Salento! Allora vi ho convinto? Prenotiamo dunque la
vacanza nel meraviglioso
mondo delle Maldive Salentine…
V B - Primaria
15
Creatività
Giugno 2010
FILASTROCCA PER UN SORRISO A PASQUA
UN SORRISO IN PIÙ
L’AMICIZIA DA’
Se un bambino
Non fa un sorriso,
perché soffre di una malattia…
Basta un sorriso e il malumore va via.
Nei giorni festivi i bimbi sono più tristi
Perché dagli altri non son visitati e visti.
Se nel periodo pasquale, tutti son più buoni
A quei bambini possono pensare, dando loro piccoli doni:
basta una visita e una speranza nel cuore
per far tornare il buonumore.
Loro da tanti son dimenticati mentre sognano di essere
amati.
Sognano anche senza fermarsi mai,
di uscire dalle malattie e dai guai,
di poter giocare nei verdi prati felici
insieme a tanti tanti amici.
Aiutali a sperare con loro di certo non guasta,
dai, forza, aiutali almeno a Pasqua.
Laura Sparascio, Manuele Piscopiello
Vanessa De Papa, V B- Primaria
Aiutiamo i bambini
Aiutiamoli a giocare,
a poter correre felici
come me…
io sto bene e vi voglio aiutare!
Voglio donarvi
tutto l’amore...
lo so,sono piccola,
ma quando crescerò
vi darò tutto il mio aiuto!
Chiara, III B - Primaria
L’ associazione Agop
Un consiglio di amicizia ci dà:
invitare un nostro amico ammalato
a giocare e a divertirsi con noi
tanta felicità gli può dar.
E la cura per far guarirlo presto è
Aprir l’ uovo tutti insiem
Con gran felicità.
Diventar amici, tanto lo può aiutar.
Ilaria De Vincenzis. IVB - Primaria
SE IO FOSSI UN AEREO E TU LA MIA SCIA
Se io fossi un aereo e tu la mia scia,
voleremo in alto
nel cielo blu cobalto …
Se io fossi un aereo e tu la mia scia
voleremo tutti i giorni
qui nei dintorni …
se io fossi un aereo e tu la mia scia
mi staresti sempre dietro
a distanza di un solo metro
se io fossi un aereo e tu la mia scia,
staremo sempre attaccati
come due innamorati …
Serena Nuccio, IB - Secondaria
OCCHI DIVERSI
Dolce amico:sul tuo viso
spesso manca il tuo sorriso
ma tu questo mondo senza colore
riesci a dipingerlo d’ amore
con i tuoi occhi diversi
guardi gli oceani immensi
speri sempre in un futuro rosa
e sai cogliere ogni cosa
sai che tutti i ragazzi del mondo
amano stringersi in girotondo,
per raccogliere il seme della vita
e costruire l’ albero della gioia infinita
è bello vivere e gioire
e mai più soffrire
non scoraggiarti
perché c’è chi non smette mai di amarti
HO INVITATO
UN BAMBINO
Oggi a casa mia un bambino
malato ho invitato,
egli era molto malato.
prima che venisse
tutto ho preparato
perché volevo che trovasse
tutto aggiustato.
Appena arrivato,
con gioia l’ho abbracciato.
insieme abbiamo giocato
e scherzato,
finchè non si è stancato.
Ma quando l’uovo A.G.O.P.
gli ho dato,
il sorriso gli è tornato.
Un bel gioco lui ha trovato
e mi ha tanto ringraziato.
Un sorriso in più
gli ho donato
e una grande amicizia
abbiamo creato.
Morciano Gabriele IVB
non lo puoi vedere
e nemmeno sentire
io ti dico però che ti sta vicino
lungo il tuo cammino.
non ti lascia mai
ti segue ovunque vai
quindi asciuga
quelle lacrime di dolore
e prova ad ascoltare il tuo cuore
credi alla luce
di un nuovo giorno
affinchè i pensieri cattivi
non facciano più ritorno
quindi non sentirti abbandonato
tu sei un angelo dorato
perché sei speciale e buono
e per tutti sei un grande dono!
Sara Zaminga, V B - Primaria
PICCOLI BIMBI
PER UN SORRISO IN PIÙ
I sorrisi stampati sulle loro facce,
la stanchezza pitturata sulle loro vesti,
a loro dobbiamo pensare,
a quei piccoli bimbi.
Un piccolo gesto d’amore,
basterebbe per farli sognare …
sono i più forti,
quei piccoli bimbi.
Impegniamoci tutti ad aiutare,
questi piccoli bimbi ammalati gravemente
che giacciono tristi sui loro lettini,
in attesa di un grande gesto di solidarietà.
Gian Mauro Roselli IV B - Primaria
Vorrei che tutti i bambini malati
per sempre fossero liberati
dal male che soffrire li fa,
per poter giocare in libertà.
Per farli guarire comprare dobbiamo
le uova AGOP che poi mangiamo,
contenti di aver dato un sorriso
a chi triste spesso ha il suo viso.
Adelaide Pepe - III B Primaria
UN AIUTO PER CRESCERE
Dare un aiuto a un bambino
Fa nascere un sorriso sul suo visino!
C’è solo una cosa che li rende felici
L’amicizia, con tanti amici.
A un bambino malato
Un aiuto abbiamo donato,
Con questa poesia
Che scatena l’armonia
Di dare un aiuto a che ha bisogno
E nel mondo si avvererà questo sogno!
Asia Nocerino, Federica Musio V C - Primaria
IO E TE
Se io fossi un sole
Ti direi un milione di parole e ti parlerei con il cuore
Per dirti “amore”.
Ti dedicherei una canzone con su scritto il tuo nome.
Con il tuo sorriso, mi rassicuri e con le tue labbra mi dici
“aspetto un bambino”.A quel punto ti dico
“Amami con il cuore, nel segno dell’amore”.
Se io fossi un sole
Ti riscalderei con i miei raggi
Per scacciare le tante preoccupazioni.
Nella nascita del bambino e nella sua crescita
Io ti starò vicino.
Giocherò con lui tutta la vita
E non la farò mai finita.
Per stare con te e con il tuo fratellino
Andrei in capo al mondo
E tra noi ci sarà sempre amicizia profonda.
Alessandra Toscano, IVC- Primaria
16
Creatività
Giugno 2010
LA PRIMAVERA
UN SOGNO IN UNA FILASTROCCA
PRIMAVERA
La primavera è una bellissima stagione che fa risvegliare tutta la
natura. Il sole è splendente nel cielo limpido, nei prati verdi vediamo gli alberi fioriti, i fiori colorati e variopinti, la gente fuori e i
bambini felici che giocano all’ aperto. il colore del sole rende l’
acqua meno fredda e i petali morbidi dei fiori rallegrano la freschezza dell’ erba. L’ aria fresca e pulita si riempie di delicati aromi:
il profumo di fiori, il profumo dei frutti, l’ odore di terra e di erba e
il profumo di bucato steso al sole. In casa troviamo le bevande fresche in frigo e il nostro palato assapora il gusto dei nuovi frutti, il
gusto del gelato e di cibi più freschi. Il fruscio del venticello accompagna il canto degli uccelli, il garrito delle rondini e le voci di bambini in festa.
Chiara Panico - III C - Primaria
In una notte di primavera
Quando non c’era la bufera,
io dormivo tranquillamente
mentre il cielo era clemente,
quella notte ho sognato,
tutto il tempo ho immaginato
cosa da grande avrei fatto
tutta acquattata col mio gatto.
Ho sognato tanti mestieri:
belli, brutti, di oggi e di ieri,
oltre a tanti ne ho visto uno luccicare
proprio il mestiere che potrei amare;
la cantante è il mio mestiere
tutto il giorno a girare le fiere.
Il giorno dopo ho ricordato
Il bel mestiere la sera sognato
Allora le maniche ho rimboccato
E già mi sembra di averlo realizzato .
Ancora adesso mi sto esercitando
Tante canzoni sto cantando;
spero tanto che il mio sogno si avveri
intanto accarezzo quest’idea
nei miei pensieri.
Lucia De Paola,
V B - Primaria
Primavera multicolore,
fa sbocciare ogni fiore.
Tulipani,gelsomini,
sono tutti quanti carini;
margherite e rose
sono entrambe curiose.
PER IL MIO PAPÀ
Papà, per la tua festa,
ti voglio regalare una cesta di baci,
un cuore pieno di affetto
che per te batte forte nel petto.
Sei un papà gentile ed
anche molto giovanile.
Sei il mio migliore amico
e ti voglio un bene che non ti dico.
La tua Adelaide, IIIB - Primaria
PRATO FIORITO
Un prato fiorito,vicino una collina
In mezzo una capannina.
Sul ciglio del prato
Fioriva un vento molto rilassato.
Il prato osservandolo mostrava l’allegria
Come il mondo più grande che ci sia.
La primavera è arrivata
E la natura si è risvegliata.
Nelle grandi foreste
Vi sono tanti animali:
i cervi, i cerbiatti,
sono veloci come i ratti,
scoiattoli e conigli,
danno dei buoni consigli;
farfalline e uccellini,
sono amici molto carini.
Caterina Morciano IV C - Primaria
IL MIO PAPÀ
L’orsone che mi abbraccia
Con le sue grandi braccia
Il dolce miele
Che addolcisce anche le mele
Il mio pagliaccio
Che fa sempre il giocherellone
Il mio eroe
Che non è mai fifone.
Questo sei tu papà
E oggi per te nel cielo
Una grande stella brillerà.
Martina Sodero, VA - Primaria
AL MIO PAPÀ
AL MIO PAPÀ
IL PAPÀ
IL PAPÀ
Papà sogno un abbraccio
che da tempo non mi dai
desidero le carezze che non mi hai dato mai
forse per via dei miei capricci
delle mie promesse mai mantenute
e per tutte le cose che dentro mi son tenute,
giuste o sbagliate che siano state
tante coccole mi sono mancate.
Ti prego mio dolce e caro papà
stringiamoci forte in un grande abbraccio
fino a che i nostri cuori cosi’
battino a ritmo di musica
e creino una dolce melodia
che tutte le lacrime mandano via.
Leone Ilaria, V C - Primaria
Nel giorno a te dedicato
caro papà
una sola parola
voglio dirti,
grazie!
Grazie per l’ amore che mi dai
Grazie per la pazienza che hai
Grazie per tutto quello che fai.
Grazie papà mio
Dal tuo figlio amato,
che ogni giorno sempre più
ti amerà.
Longo Giuseppe
V C - Primaria
Filastrocca del papà
che prima viene e poi va,
è buono e divertente
ma quando si arrabbia
è impertinente,
tanti hobby pratica
seriamente
ma qual è il suo preferito
veramente?
Il papà è come un amico
perché al cuore fa venire
il sorriso!
Matteo Peluso
VA - Primaria
Sapete com’è un papà perfetto?
È un papà senza difetto.
Sempre serio e un po’ noioso
A volte troppo silenzioso.
Il mio invece è un bambinone
Troppo spesso è un gran burlone.
Altre volte combina guai
E la mamma si arrabbia assai!
Ma sapete cosa c’è?
C’è un mondo di bene tra lui e me.
Non sarò mai grande per i tuoi baci,
resta il papà che sei, perché mi piaci!
Serena Fracasso
IV D - Primaria
AL MIO PAPÀ
IN VIAGGIO CON IL MIO PAPÀ
Il mio cuoricino
batte vicino
a te papino.
Dal mio cuoricino esce
un bacino
che è diretto al tuo visino
come un aeroplanino.
Per la tua festa ti regalo
un cuore
ma sono io il regalo migliore.
Veronica Minerva
IIIB - Primaria
Una delle mie esperienze con mio papà è stato quando sono andato in viaggio con
lui. Anche se ero ancora piccolo e non ricordo tutti i dettagli,alcune cose mi sono
rimaste impresse. Era il periodo prima di Pasqua, mio padre lavorando come autotrasportatore ed effettuando viaggi all’estero, decise di portarmi con sé, ed io ero
molto contento. Siamo partiti da Bari, ed eravamo diretti a Monaco. Durante il
tragitto io un po’ dormivo e un po’ guardavo il panorama:era molto bello! Mi ricordo che, verso Rimini, da un lato si vedevano le montagne e dall’ altro si scorgeva il mare. Prima di arrivare a Verona, siamo passati sopra il fiume Po. C erano
molte cicogne. Prima di Bolzano ho visto delle montagne altissime e ricoperte di
neve. Arrivati a Monaco non ricordo molto e non capivo niente perché tutti parlavano tedesco. Al ritorno il tragitto è stato uguale, ma sono rimasto contento di questa interessante esperienza vissuta con papà.
III D - Primaria
17
Creatività
Giugno 2010
UN PAPÀ D’AMARE
PAPÀ
PAPÀ
Caro papà in questo giorno particolare
Ti voglio ringraziare
Per tutto quello che mi continui a dare
Fin da piccolina
Quando ero la tua tittina
Ti chiamavo orsettino
Ed ero felice di te papino
Oggi anche se siamo lontani
E non posso stringerti fra le mani,
lo stesso ti mando un bacino
con un biglietto ed un cuoricino.
Anticamente saresti stato un personaggio
Grande e molto saggio
Un valoroso faraone
Forte e potente come un leone.
Anche se il tempo è passato
Tu per me non sei cambiato.
Sei un re speciale, e soprattutto un papà eccezionale
so che non mi abbandonerai
e di amarmi non smetterai. Prima di andare
voglio dirti qualcosa di speciale:
“Allunga le mani un po’
È difficile lo so, ma io le afferrerò
e mai più le lascerò”.
Auguri papino sei il mio dolce budino! Ciao ciao
La tua Sara, VB- Primaria
Il mio papà ha un grande cuore
Sempre pieno per me di tanto amore
La sua immensa pazienza
È una vera potenza.
Mi dà tanta sicurezza
E non perde l’ occasione per farmi una carezza,
se sto con lui il mio cuore si riempie di allegria
perché so che mi porta sulla retta via
io sono il suo figlioletto
che coccola come un orsetto.
Allontana da me le disgrazie
Non mi resta che dirgli: mille volte grazie!
Massafra Alessandro, III C - Primaria
A papà che porta tanto amore
Vorrei regalare un bel fiore
Mi trasmette sicurezza
E della sua protezione ho certezza
Con me ha sempre tanta pazienza
E mi insegna tante cose con la sua intelligenza
Quando mi trasmette allegria
Sono contenta che ci sia
Io sono il suo caro figlioletto
E mi dà sempre tanto affetto.
Panico F. Gabriele, III C - Primaria
LA MIA MAMMA
LE DUE MAMME
UNA GITA
Oggi caro papà, festa per te si fa.
Il regalo è una gita:sul prato quanta vita!
Dammi la mano, papà,
più lieto il cammino sarà.
Vorrei farti felice:
è il cuore che me lo dice.
Vorrei farti contento
baciandoti sul mento.
Perciò non hai più scampo
Sul viso te lo stampo!
Serafino Valentina, IVD - Primaria
QUANDO SARÒ DONNA
La mia mamma ha una strana abitudine: la sera prima di
Mamma, io ti ho
andare a letto, invece di indossare il suo pigiamino rosa, La mia mamma quando fa le faccende di casa ha Sempre voluto bene
mette l pigiamone di papà. Sembra un grosso spaventa- i capelli un po’ arruffati, indossa una maglietta E tu, questo lo sai!
passeri con il pigiamone blu e le pantofole rosa; per non che sembra il pigiamone di papà ed ha un’ aria Prima o poi anch’io
parlare dei suoi capelli crespi che vanno dappertutto e stanca e annoiata.
Sarò donna e poi…
Poi
quando
si
deve
mettere
davanti
ai
fornelli,
si
sembrano paglia, gli occhi rossi che si stanno quasi per
Madre…moglie…
chiudere. Così conciata comincia a girare per casa gri- vede dalla faccia che non le piace proprio cuci- Dovrò interpretare una
dando come una pazza: -Vai a letto! Sbrigati è tardi!- nare. Invece quando comincia un’ importante Mia vita!Ma, non si
spettacolo di danza ed è il momento delle pre- Finisce mai di imparare,
mentre urla sistema le cose.
La mattina la mamma mentre sta preparando la colazio- sentazioni, spunta sul palco con i capelli lisci e perciò sarò sempre
ne e mi chiama: -Michele dai, la colazione è pronta … - come la seta, indossa abiti eleganti e brillanti.
la tua bambina,che
-Vengo!- Mi alzo e mentre entro in cucina vedo la mamma Ha l’ aria simpatica, felice e sembra proprio sod- col tuo sudore, hai cresciuto!
bella come una principessa, già cambiata e vestita con una disfatta del suo lavoro!
Sara Palumbo IV B - Primaria
Cafiero Antonio, III D
maglietta colorata e gli stivali sportivi.
Il suo viso è rilassato, sorridente e con gli occhi truccati.
PENSIERI PER... LA MAMMA
I suoi capelli ordinati, lucidi e le unghie sempre colorate:sono solo le 7:00 ma lei è già pronta per cominciare
Cara mamma ti voglio bene perché tu sei la mia La mia mamma è bella come una stella e non ce
un’altra lunga giornata.
luce splendente come una stella nel mio cuore.
ne sono altre che brillano più di lei.
Michele D’Aversa, IIID - Primaria
GIORGIA SABATO 3^C
LUCA COSI 3^C
MAMMA SEI
Mamma ti voglio bene,
Tu mamma sei per me la più bella di tutte le
- la farfalla che balbetta sui fiori
come tu vuoi bene a me.
mamme ed io non vorrei cambiarti con nessuna
- la mano tranquilla
Il tuo cuore è pieno d’amore ed
perché sei proprio come io ti voglio.
- il cuscino morbido quando mi sento sola
io sono contento quando mi stringi a te.
ALESSANDRO MASSAFRA 3^C
- l’usignolo che canta e vola libero nel cielo
Mamma sei bella come una rosa
- il cartellone di sorrisi
che sorride al sole e tu sorridi a me.
Mamma ti voglio tanto bene
- la lucciola gialla che illumina nel buio
ALESSANDRO SANAPO 3^C
e non ti dimenticherò.
- la pianta rigogliosa di frutti
STEFANO RIZZO 3^C
- la fata che porta amore e dolcezza
Tu sei una mamma bella e io sono la tua stella.
- la stella luminosa che mi guida sempre
Il tuo amore è sempre nel mio cuore.
La mia mamma è la migliore del mondo e io le
- la luce che mi aiuta a non dimenticare
voglio molto bene.
MADDALENA CHIUMARULO 3^C
- il fiore più profumato della primavera
PAOLO URSO 3^C
- un salvadanaio che si riempie d’amore
Sei la luce del mattino, la carezza della buona
- il dolce delizioso alla fragola
notte. Sei il mio pensiero felice:da quando apro La tua allegria scatena la mia fantasia nel tuo
- la gomma che cancella i miei pensieri brutti
gli occhi per vedere il sole … Fin quando i raggi cuore c’è tanto amore.
- l’albero che mi protegge
di luna accompagnano il mio sonno.
ELEONORA DE MASI 3^C
- la matita che scrive i miei pensieri
Sei solo tu … la mia mamma.
- la nuvola leggera che mi accarezza
GIORDANA MASTRIA 3^C
La mia mamma è bella
- la prima piuma di un passerotto
come una stella,
- l’orsacchiotto che mi tiene sempre con sé
Mamma io ti voglio tantissimo bene, perché sei ed ha un grande cuore
- la primavera che mi sorride
pieno d’amore.
un angelo che mi guidi in ogni momento.
MAMMA,ti voglio bene!
LUCA PALUMBO 3^C
CHIARA PANICO 3^C
III A - Primaria
18
Creatività / PON
Giugno 2010
Sin dai tempi più remoti poeti,scrittori,scultori,artisti…, si sono ispirati alla MAMMA, realizzando opere meravigliose che suscitano emozioni, interesse, riflessioni nel “lettore”.
Anche gli alunni della nostra scuola in occasione della Festa della MAMMA hanno espresso
i loro sentimenti per la propria mamma in tanti modi: manufatti con decorazioni su tema,
biglietti augurali, filastrocche, racconti, poesie….
Ecco alcuni pensieri dedicati alla mamma.
MAMMA
Mamma sei generosa,
premurosa,gentile,
bella,paziente e
laboriosa.
Mamma non ti stanchi
mai di lavorare.
Pensi sempre a me
e anche a Eugenio.
Quando sto male
mi curi e non
mi lasci mai da solo.
Ti voglio bene mamma.
Luca 1^B primaria
MAMMA
Mamma vorrei stare tutto il giorno con te.
Mamma mi piaci quando
sei affettuosa con me.
Mamma mi piaci quando
mi coccoli e mi accarezzi,
mammina sei bella
come una rosa.
Auguri mamma.
Alessio 1^B primaria
LA MIA MAMMA
La mia mamma è bella.
Per me è un dono speciale.
È come la luce del sole
che splende di giorno.
È come una stella
che brilla nella notte.
La mia mamma è … grande.
Marta 1^B primaria
MAMMA
Mamma sei bellissima.
Quando sorridi
il tuo viso
splende come il sole.
Sei tanto dolce
quando mi accarezzi
ti voglio bene mamma.
Antonio 1^B primaria
MAMMA
Mamma sai quanto bene ti voglio?
Per me tu sei la mamma migliore
del mondo.
Mi piaci quando
mi accarezzi
mi fai le coccole
mi racconti le storie …
grazie mamma!
Asia 1^B primaria
PER TE MAMMA
Mamma ti voglio tutta per me.
Mi piaci quando ti fai bella
perché è festa.
e quando metti gli
occhiali da sole.
Mi piaci quando
mi abbracci perché
ho preso un bel
voto a scuola.
Auguri mamma.
Martina 1^B primaria
LA MIA MAMMA
La mia mamma è onesta, gentile, comprensiva,affettuosa quando combino qualche
marachella, lei
si arrabbia,poi io mi scuso, lei mi abbraccia e mi perdona.
quando sta con me,lei è tanto felice.
quando sono solo e mi sento triste
lei mi coccola e io mi rallegro,
poi gioca con me e ride con me.
Lei è una mamma stupenda.
Matteo 1^B primaria
PON - MONDI DA ESPLORARE
Pon 2010
Siamo cinque allieve del corso PON "DI TESTO IN
TESTO": Maria Corciulo, Silvia Forte, Chiara Rizzo,
Chiara Ruberto e Benedetta Negro.
Prima di iniziare a svolgere questo corso, avevamo
diverse aspettative: approfondire gli argomenti svolti al
mattino con metodi differenti; rafforzare i rapporti interni
alla classe. In realtà, il PON frequentato ha superato ogni
aspettativa.
Dopo aver iniziato il progetto, abbiamo notato fin da
subito di partecipare a lezioni differenti rispetto a quelle curriculari. Ricordiamo ancora il primo giorno, quando la
Prof.ssa Miriam Carofalo, dopo averci disposti a staffa di
cavallo, ci ha chiesto di osservare un pendente a forma di
cuore con l'aiuto di una lente di ingrandimento. Attraverso
l'esperimento abbiamo notato come ognuno di noi, pur
osservando io stesso oggetto, lo guardava da punti di vista
diversi. Abbiamo "interrogato" il ciondolo ponendoci vari
perché (motivazione sul materiale usato; motivazione sulla
forma; motivazione sulle pietre usate) e ciò ha consentito di
comprendere che cosa significa possedere spirito critico.
Fin dalle prime lezioni è apparso anche chiaro
che tali attività avrebbero potuto portare dei reali
vantaggi nel profitto scolastico; infatti, sono stati
svolti svariati laboratori su nuovi metodi di studio: la
schematizzazione, le mnemotecniche delle immagini, la memoria logica, saper sottolineare, saper prendere appunti "all'americana".
In particolare, a Silvia Forte ha destato interesse
il lavoro svolto sul libro di scienze perché, grazie a
questo, ha potuto memorizzare meglio la lezione
attraverso il metodo delle mnemotecniche delle
immagini; sostiene ancora oggi di ricordare la lezione proprio perché ha prestato molta attenzione, ma
soprattutto per il metodo di studio che è stato utilizzato; rendendosi conto che è molto efficace su di lei.
È molto contenta di aver partecipato a questo PON anche
per la presenza dell'esperta Prof.ssa Miriam Carofalo e
della tutor Prof.ssa Ada Scupola.
In particolare, Benedetta Negro ha ritenuto efficace il
lavoro svolto sul libro di storia perché, grazie a questo, ha
potuto imparare a sottolineare meglio e a distinguere con
più sicurezza e velocità le informazioni principali e secondarie. Di quella lezione, in modo specifico, le è rimasto
impresso il momento in cui la Prof.ssa Carofalo ha posto
sul pavimento al centro della classe, in modo schematico,
dei foglietti in cui c'erano scritte le parole chiave di ogni
periodo. Da quel giorno Benedetta utilizza di frequente
questi due metodi: schematizzazione e tecnica dei loci.
Il lavoro svolto sul testo di scienze, secondo Chiara
Ruberto, è stato il migliore, perché grazie al metodo delle
immagini, ricorda ancora che le vene dal cuore portano il
sangue alla periferia, e i capillari portano il sangue dalla
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PON
Giugno 2010
PON 2010
periferia al cuore. Un altro metodo che, secondo lei, è
efficace è stato il metodo della schematizzazione. Ci
sono diversi tipi di schemi: ad insiemi, a ruota, a albero, a scaletta e numerico; tra essi, il più efficace è lo
schema ad albero. Ritiene, inoltre, di aver vissuto
serenamente questo periodo (anche divertendosi) grazie all'esperta Miriam Carofalo con cui ha instaurato
un buon rapporto.
Secondo Maria Corciulo, il metodo di studio più
efficace e comprensibile è stato quello del saper sottolineare perché, anche se già precedentemente usava
questo tipo di metodo, grazie alla tanta pazienza e
costanza della prof. Miriam Carofalo, ha saputo rendere lo studio comprensibile e efficace, ha
potuto imparare ancor di più come, pur impiegando un lasso di tempo minore, si può lo stesso
capire la materia da studiare, facilitandosi il lavoro
con l'ausilio di in valido metodo!
Secondo Chiara Rizzo, il lavoro più utile è stato
quello svolto sul testo di scienze perché ha memorizzato con maggiore facilità l'argomento riguardante le
arterie, le vene e i capillari. Grazie al metodo delle
immagini ha esposto meglio la lezione, rendendosi
IL PON: UNA GRANDE OPPORTUNITÀ
conto della sua efficacia. Tutto ciò è avvenuto attraverso la prof.ssa Miriam Carofalo che con la sua
pazienza e i suoi metodi ci ha fatto trascorrere più
velocemente le ore del PON, aiutando ognuno di noi
a scoprire il metodo più efficace.
Tutte noi concordiamo nel sostenere che una
lezione che abbiamo molto apprezzato è stata anche
quella relativa al saper sottolineare; durante il laboratorio, la Prof. Scupola ha spiegato dei dipinti di
Caravaggio, mentre noi, disposti a staffa di cavallo,
prendevamo appunti insieme alla Prof.ssa
Carofalo... L'esperta sembrava davvero una di noi!
E' stata lei a guidarci durante l'attività e noi, grazie
al nostro silenzio, abbiamo apprezzato moltissimo
la lezione della Prof... Per questo, cogliamo l'occasione per chiederle scusa se durante le ore curriculari non sempre le consentiamo di svolgere serenamente la lezione. Il corso PON "Di testo in testo" è
servito anche a questo: capire quanto sia importante lo spirito di gruppo e quanto una classe possa crescere insieme, pur avendo dei profitti scolastici differenti.
II C- Secondaria
Pon ... un’avventura tra i numeri
Il nostro corso PON di matematica di classe quinta si chiama ”GIOCANDO E RAGIONANDO” ed è
molto interessante e istruttivo. Lo
svolgiamo insieme ai nostri compagni di classe, abbiamo un’esperta
esterna molto in gamba, si chiama
Stefania Dragone, è laureata in matematica e scienze e ci spiega gli
argomenti molto chiaramente.
Il primo giorno eravamo emozionatissimi ed anche un po’ spaventati
perché dovevamo affrontare le prove
d’ingresso che secondo noi erano
molto difficili.
Durante le prove il tempo passava e noi pensavamo e ripensavamo,ma la soluzione non veniva mai a mente, come se fosse stato
impossibile.
Ogni giorno le schede sono sempre più complicate,ma ad ogni incontro miglioriamo a vista
d’occhio.
Alla fine delle schede la professoressa spiega
il procedimento del quesito e chiarisce dove
abbiamo sbagliato e ci dà dei consigli per non
cadere più nell’errore.
Questo corso è molto apprezzato da noi perché
ci aiuta a ragionare non solo in quella occasione
ma anche fuori.
Ogni volta l’esperta ci fa fare delle attività
molto belle e appassionanti,in particolare quesiti
di logica e quando non riusciamo a farli, ragioniamo con la professoressa. Gli esercizi che ci piacciono di più sono quelli fatti manualmente, però
bisogna sempre pensare!
Ogni giorno miglioriamo sempre di più,e a
volte ci facciamo aiutare dalla maestra Tina,che è
la nostra tutor.
Ci dispiace molto che quest’avventura della
matematica finirà, ma noi siamo sicuri che sarà
un’esperienza positiva per il nostro futuro di scolari e poi sicuramente questo PON ci servirà per
migliorare il nostro apprendimento matematico.
PON: MATEMATICA IN ALLEGRIA
Mi sono iscritto al PON di matematica” giocando e ragionando”, per approfondire la mia conoscenza in questa
materia.
All’inizio non sapevo cosa mi aspettasse, ero un tantino preoccupato. Pensavo che avrei dovuto studiare ancora di
più, ma frequentando ho scoperto, con
grande felicità, che il corso PON tratta
la materia con allegria, sottoponendoci
a numerosi enigmi a me particolarmente graditi.
È come realizzare le avventure di
Geronimo Stilton o del professor
Layton.
Davanti ai quesiti che le maestre ci
danno, è come dover risolvere un “caso
importante”.
Al ritorno del PON sottopongo anche ai miei cari i quesiti e tutto finisce in
un gioco divertente, molto entusiasmante, perché gli altri si sforzano di indovinare. Non rispondono subito ed esattamente, poiché mi accorgo solo ora che è
difficile allenare la mente a risolvere dei
problemi di logica. Tutti pensano e si
mangiano la testa con soluzioni complicate, quando la risposta ce l’hanno
davanti. Questa esperienza mi ha insegnato ad esercitare il mio cervello e ho
compreso che tutti noi abbiamo tante
potenzialità che non sfruttiamo.
I quesiti, gli enigmi, gli indovinelli
sono un modo simpatico di accostare
noi alunni alla matematica.
Secondo me il PON serve per far
V A- Primaria
Il Pon che stiamo frequentando ci permette di acquisire un metodo di
studio più efficace; potenziare le competenze lessicali, la capacità di
lettura e comprensione dei testi; migliorare la concentrazione.
I risultati raggiunti potranno incidere sul profitto scolastico attraverso l’ ampliamento delle conoscenze e lo sviluppo di abilità e competenze.
Secondo noi è una grande opportunità di apprendimento, anche se
non tutti dimostriamo di essere consapevoli di questo.
L’intesa tra i docenti della classe e l’esperta esterna crea una certa
continuità tra il lavoro scolastico curriculare e le attività svolte
durante il PON.
II A - Secondaria
PON: matematica in gioco
Salve a tutti, amici e amiche,
questa volta vi vogliamo raccontare del corso PON di matematica: “Giocando e ragionando”.
A noi piace tantissimo!!! Durante le tre ore che passiamo a
scuola di pomeriggio impariamo
tante cose nuove: un giorno una
tecnica per calcolare velocemente, l’altro un trucco per arrivare
lare velocemente gli sconti e i
prezzi a mente senza aver bisogno del fogliettino a portata di
mano, il mercatino, esercizi per
sviluppare la logica ecc … Altre
volte, invece, andiamo nel laboratorio di informatica: lì navighiamo sui siti dove ci sono giochi di logica e di matematica.
Oppure altre volte ancora andia-
subito alla soluzione. Il tempo
vola tra calcoli, soluzioni, rompicapi e strategie.
Le maestre sono davvero
brave, sono divertenti e ci mettono alla prova con dei giochi e, se
si accorgono che non riusciamo a
capire la risposta ci aiutano con
qualche indizio, ma non svelano
mai tutto. Ci fanno risolvere
anche situazioni di tutti i giorni :
la compravendita, per farci calco-
mo in palestra per fare altre attività, restando però, sempre sul
tema “MATEMATICA”. Beh,
spero vi siate fatti un’ idea chiara
a proposito di questo splendido
PON.
Purtroppo vi dobbiamo salutare. Al prossimo anno .... forse ci
sarà un altro fantastico PON da
raccontare!
Ciao.Ciao
V B - Primaria
comprendere a noi ragazzi attitudini e
potenzialità di ciascuno e prendere corag-
gio per decidere cosa fare da grandi.
V C - Primaria
20
PON
PON: di testo in testo
Riflessioni…
E’ pesante pensare di dover
studiare nel pomeriggio dopo
essere stato a scuola per 5 ore…
ma il nostro PON “Di testo in
testo B” è davvero fenomenale
tanto che, di pomeriggio, il nostro
gruppo classe, è più tranquillo
che nel mattino e si riesce a lavo-
rare meglio .
Stiamo imparando a studiare
attraverso varie strategie e metodi che ci permettono di capire
quanto “studiare possa essere un
gioco da ragazzi”.
L’obiettivo del corso è quello
di farci acquisire un metodo di
studio che contribuisca a ridurre
il tempo impiegato aumentandone il profitto, a spendere meno
energia e ottenere migliori risultati; a ciò sono finalizzate immagini video, giochi di squadra,
lavori di gruppo e l’uso della
lavagna interattiva.
Pensiamo che, quest’anno, il
PON sia una cosa unica nel suo
genere anche se, ogni tanto, qualcuno cede alla stanchezza.
Fare il PON come gruppo
classe poi, è stata “un’ideona”,
meglio di quella di Archimede.
E’ più bello, infatti, perché si
conoscono già le persone con le
quali si lavora e poi… gli amici ,
se non è possibile vederli di
pomeriggio, si possono incontrare al corso.
Speriamo che, alla fine , il
miglioramento nello studio sia
valorizzato dai giudizi dei nostri
professori; per ora c’è già chi ha
cominciato ad applicare il nuovo
metodo e le nuove strategie , a
studiare meglio e con più volontà, magari spegnendo la TV
(,,,per il cellulare sarà più difficile!)
II B - Secondaria
PON: FLASH DI CONSIDERAZIONI
Anche quest’anno nella nostra scuola è stato approvato il Piano
Integrato che mira a migliorare la qualità del servizio scolastico attraverso due obiettivi strategici: elevare il livello di competenza degli
studenti in lingua madre e matematica e ridurre gli abbandoni scolastici.
Per le tre classi prime di scuola secondaria di 1° grado è stato
programmato il modulo C1 “Matematica e Problemi” a cui hanno
partecipato tutti gli alunni come gruppo classe e che si è rivelato
nel complesso positivo come si evince dai seguenti
“FLASH” DI CONSIDERAZIONI degli alunni di classe I A
• A me piace frequentare questo corso perché approfondisco le
mie conoscenze con l’aiuto del tutor e dell’esperto. La scuola è
stata proprio brava a voler dare a tutti noi studenti la possibilità di ampliare le nostre conoscenze e mi piacerebbe tanto partecipare anche il prossimo anno.
• Questo PON all’inizio non mi piaceva perché la matematica per
me è un nemico, ma quando il professore ha incominciato a fare
piccoli esperimenti con l’acqua per farci capire la corrispondenza tra volume e peso, mi sono entusiasmato. Il corso per me
è bellissimo non solo perché impariamo cose nuove, ma anche
perché, stando insieme ai compagni anche il pomeriggio possiamo diventare un bel gruppo classe.
• Questo corso PON, offertoci dalla scuola, è un’occasione d’oro
per chi vuole imparare ogni giorno cose nuove e per chi vuole
migliorarsi per affrontare al meglio le prove invalsi e anche i
giochi matematici.
• Il corso mi ha aiutato a capire quello che prima non mi era
entrato “in testa”.
• Il PON è un’opportunità offerta a tutti per migliorare nello studio ed ottenere risultati migliori nelle prove di verifica. Mi
Pag. 21
Giugno 2010
Pon... la matematica? un problema...
E’ questo quanto emerso dalle prove INVALSI e così hanno pensato
molti degli alunni quando hanno saputo di dover frequentare il corso PON
della su citata disciplina.
Da un’indagine fatta tra gli alunni nel
corso dei primi incontri, molti si son detti
contrariati dalla scelta (Brizio ha simulato una faccetta “disperata” comune a
molti), altri più rassegnati, in pochi contenti e desiderosi di apprendere qualcosa
di nuovo.
Il 23 febbraio, alle 15.30 …
“Ci siamo presentati, prima noi
alunni e poi l’esperta e la tutor. Per
capire se siamo bravi in matematica l’esperta ci ha
dato una prova d’ingresso, l’abbiamo eseguita in
modo individuale e corretta insieme, ognuno di
noi diceva le proprie risposte” così ricorda la sempre sorridente Maria.
Dal secondo incontro una nuova organizzazione: “giocando e ragionando, alcune volte da soli,
altre in gruppo” (Giusy)
“Nei rientri abbiamo approfondito quello fatto
a scuola. Gli incontri sono stati molto istruttivi per
noi ragazzi” (Melania)
“La nostra tutor ha inserito nei computer scolastici dei giochini matematici e di logica, quindi
successivamente scendevamo anche nel laboratorio di informatica…” (Maria)
Il momento altamente formativo è stato senz’altro quello della discussione sulle scelte risolutive, individuali o di gruppo: gli alunni hanno
motivato, discusso, ragionato, trovato nuovi percorsi risolutivi, … le loro facce non erano più
“disperate, contrariate”, ma attente, partecipi, sorridenti se avevano raggiunto la risoluzione al que-
sito, dispiaciute, ma pronte a riscattarsi se avevano trovato qualche intoppo.
“Mi ha aiutata ad essere più brava in matematica” (Silvia)
“È stato molto bello perché giocando insieme
si ragiona” (Elisabetta)
“È stato un modo per apprendere meglio la
matematica” (Daniela)
“Il PON di quest’anno è servito a tutti noi per
potenziare le nostre capacità nel campo della
matematica e per imparare nuove regole e trucchi
da usare in classe” (Alessandro, Simone P.,
Stefano D.I., Brizio)
“Il PON ci ha fatto capire che la matematica è
una materia quotidiana” (Antonio)
Vorrei concludere con quanto scritto da Caterina
“Il PON ci ha aiutato a scaricare le nostre
paure ed essere più sicuri sulle risposte che possiamo dare”.
E allora la matematica? UN PROBLEMA
CHE SI PUÒ RISOLVERE!
V D - Primaria
Progetto PON C1 “ Un mondo da esplorare”
Noi ragazzi e ragazze
delle classi terze abbiamo frequentato il Corso
PON C1: “Un mondo da
esplorare”.
Abbiamo
partecipato con tanto
interesse; questo progetto ci ha permesso di
esprimere le nostre emozioni, riflessioni sull’importanza delle strategie
da sviluppare per acquisire un metodo di studio
efficace e vincente. Il
corso ci ha permesso di
valutare le nostre capacità e le nostre abilità personali e scolastiche,
favorendo un miglioramento delle strategie di
apprendimento.
L’esperta, la prof.ssa
Emanuela Ingusci, ha
illustrato in un primo
momento, attraverso alcune esercitazioni individuali e di gruppo, il percorso formativo finalizzato all'acquisizione ed allo sviluppo di strategie per apprendere e migliorare il nostro
metodo di studio. Abbiamo imparato a riconoscere le tecniche di memorizzazione attraverso
lo studio dei magazzini della memoria, distinguendo tra memoria a breve termine e memoria
a lungo termine, abbiamo imparato l'arte di
saper ascoltare e di saper comunicare, siamo
riusciti a riconoscere ognuno il proprio stile di
apprendimento delle diverse materie studiate.
Il progetto ci ha arricchito culturalmente e
ci ha permesso di crescere nell’ascolto, nell’attenzione e nell’impegno, nel metodo di
studio e nell’apprendimento e ci ha consentito di valorizzare il rapporto con i compagni e
con i docenti. Complessivamente, ci riteniamo soddisfatti del percorso realizzato sia dal
punto di vista dell’apprendimento sia dal
punto di vista della socializzazione con le
altre classi.
Classi III - Secondaria
Continua da Pag. 20
21
PON / Cultura
Giugno 2010
Flash di considerazioni
piace frequentare il corso perché c’è la tutor che quando non sappiamo qualcosa ce la spiega e tutto diventa più facile.
• Per me il corso PON è solo una perdita di tempo perché non mi
ha insegnato niente di nuovo.
• All’inizio non volevo frequentarlo perché avevo già partecipato
ad un corso PON l’anno scorso e non mi era piaciuto. Quest’anno
però il corso era di matematica e i miei genitori si sono “fissati“
con la storia che DOVEVO frequentarlo, così ho dovuto aderire
FORZATAMENTE, ma… via, via che il tempo passava, è iniziato a piacermi sempre più, soprattutto perché ogni venerdì potevo
trascorrere più tempo con i miei compagni di classe.
• A me il corso PON non è piaciuto molto perché credo che la scuola abbia scelto l’insegnante sbagliato in quanto usa un linguaggio
un po’ troppo difficile da comprendere.
I A - Secondaria
Gli insegnanti continuano a formarsi
Anche quest’anno alcuni docenti sono stati impegnati in un corso di
formazione su un percorso già avviato nell’a.s. 2008-2009 e mirato a rivedere il “ modo di fare scuola” .
Il gruppo si è rivelato eterogeneo per età, percorsi formativi ed è stato
coinvolto in percorsi di ricerca educativa e didattica attraverso l’utilizzo di
pratiche narrative ed eco sistemiche al fine di acquisire metodi, tecniche e
strategie di approccio all’alunno e alla classe. Si è partiti dal racconto di
storie dei propri vissuti e si è passati all’analisi di studi di casi di alunni
della nostra realtà scolastica. Alle attività si è partecipato con interesse e
criticità.
La tutor
“It’s time to chat 2”
Quest’anno, come lo scorso anno, molti di noi
hanno avuto l’opportunità di frequentare il PON d’inglese “It’s time to chat 2”.
Grazie a questa opportunità abbiamo potuto potenziare le nostre capacità di apprendere e comunicare in
inglese; non solo… ma abbiamo utilizzato le nuove
tecnologie per imparare la lingua in modo facile e
divertente.
Il corso è iniziato con una prova di verifica, che ci
è stata somministrata dall’esperto, per capire i nostri
punti deboli e per valutare il nostro livello di partenza.
Subito dopo abbiamo utilizzato, come lo scorso anno,
“Apulia Scuola Social Network”, a piattaforma di elearning creata dal Prof. Antonio Marsano, che ci ha
permesso di chattare in inglese, aggiornare i nostri
blog e utilizzare materiali particolarmente interessanti.
Quest’anno c’è stata una novità. Per stimolare la
nostra produzione scritta, l’esperto (il professore
Marsano), ci ha presentato delle schede operative
appositamente progettate per stimolare e potenziare le
nostre capacità comunicative. È da precisare che molte
di queste schede erano le stesse utilizzate in varie scuole australiane, americane e inglesi. Erano interessanti,
perché contenevano domande soggettive in cui bisognava parlare di noi stessi, dei nostri interessi e dei
nostri modi di fare. I temi principali riguardavano: la
scuola, la musica, la moda, il passato, il futuro, internet e la tv. Oltre a questa novità, abbiamo potuto utilizzare la lavagna interattiva, una vera innovazione per
tutti noi, abbiamo potuto, infatti, guardare video in
inglese, commentarli ed interagire in vari modi.
Tra i vari siti che abbiamo visitato, quello preferito
da molti di noi è stato English Central
La cosa che ci ha più interessati è stata “Famous
People” che consiste nel parlare in inglese di celebrità
come Will Smith, Shakira, Michael Jackson, Rowan
Atkinson (meglio conosciuto come Mr. Bean) e personaggi della storia come Che Guevara, Marie Curie,
Gandi, Lady Diana ecc. ecc.
È stato un corso veramente interessante e siamo
stati molto motivati e assidui nella frequenza.
Vorremmo fare un ringraziamento al nostro esperto
professore Antonio Marsano, e al nostro tutor Paolo De
Donno per la loro pazienza, il loro entusiasmo e per la
loro professionalità.
Classi terze - Secondarie
CULTURA
Senza volto: testimonianza a due voci
Oggi, 23 Aprile 2010, è stata per noi una giornata
molto particolare che di sicuro rimarrà nel nostro
cuore e nella nostra mente,grazie all’invito dell’IISS
Polo Professionale “Don Tonino Bello” a partecipare
ad un momento di riflessione,presso la Sala del Trono
di Palazzo Gallone, dal titolo Dialoghi per il ricordo
e alla presentazione del libro Senza Volto. Abbiamo
così incontrato due persone degne di grande rispetto
che sono venute a Tricase per raccontarci la loro fantastica ma dura vita. All’inizio Gertrude e Samuel
Goetz sembravano una coppia solo felice e serena
come tante altre, ma attraverso il loro racconto ci
hanno spiegato quanto è stato duro vivere scappando
e sopravvivere nei campi di concentramento. E’ stata
un’esperienza profonda per noi che ci ha fatto comprendere la difficoltà di quegli anni segnati dalla
durezza della povertà e della guerra. Noi, come tutti
gli adolescenti di oggi, viviamo una vita più facile e,
a volte superficiale, rispetto a quella di un tempo ,
quella vissuta dai coniugi Goetz. Tanti sono stati gli
episodi narrati che ci hanno fatto riflettere. Samuel ha
soli undici anni quando inizia la sua terribile adolescenza. Anche se la sua famiglia cerca di proteggerlo,
lui vede la brutalità per le strade del ghetto e capisce
il motivo della scomparsa di vicini e parenti. Gertrude
all’età di sette anni quando il padre fu fatto prigioniero, si rifugia in un villaggio sperduto dell’Abruzzo e
insieme a sua madre e ad altre persone, ha dovuto
vivere in un boschetto per la paura di essere scoperti
dai tedeschi e portati nei campi di concentramento;
rimasero in quell’ambiente per quattro mesi, senza
cibo,cercando qua e là qualcosa per poter sopravvivere. Erano aiutati dagli italiani come le suore francescane che pur non avendo molto denaro, decisero di
accogliere la bambina e di darle un’educazione cattolica; un insegnante , che pur essendo un fascista, aiutò
Gertrude a ricevere un’istruzione. Dopo molti anni
Gertrude ha deciso di scrivere un libro per far sapere
ai suoi cari l’altruismo e la gentilezza che hanno
avuto gli italiani nei suoi confronti . Un altro episodio
molto tenero è quello raccontato da Samuel quando
stava nel campo di concentramento e lì un ragazzo
italiano rom, canticchiava sempre una canzone che è
rimasta dopo tanti anni ancora nel suo cuore:
“Mamma son tanto felice!”. Tutto il libro è una testimonianza diretta delle atrocità vissute da un ragazzo
per tre anni della sua adolescenza durante i quali non
ha potuto vedere il suo volto, da qui il titolo del libro
“Senza volto”. I due si sono dichiarati molto legati
all’Italia perché il loro primo incontro è stato lungo la
spiaggia di Santa Maria al Bagno. Questa esperienza
ha arricchito il nostro bagaglio culturale, ma soprattutto quello delle emozioni per come hanno saputo
affrontare pienamente la vita, nonostante le sofferenze e saputo guardare ogni giorno alla sua bellezza
senza scoraggiarsi mai.
Un gruppo di alunni delle classi seconde
della scuola sec. di I grado
La liberazione
tra cui l’Etiopia (1936) e invase l’Albania ( 1939) e strinse una forte alleanza con la Germania; promulgò le leggi
razziali per seguire Hitler in ogni campo. In base a tali
leggi, espulse e uccise migliaia di ebrei. Inoltre entrando
nella seconda guerra mondiale, insieme alla Germania e
al Giappone, fu sconfitto, in una disastrosa guerra durata
5 anni. Secondo me festeggiare la liberazione dell’Italia
dalla dominazione fascista è molto importante per non
dimenticare tutti coloro che si sacrificarono per la libertà
dell’Italia e per far si che in futuro non ci siano più dittature che calpestinola dignità dell’uomo.
Il 25 aprile è la festa della liberazione dell’Italia dalla
dominazione fascista. Il fondatore del partito fascista fu
Benito Mussolini che governò l’Italia dal 1922 al 1943.
Insieme a i suoi uomini chiamati Camicie Nere e organizzati in squadre d’azione, crearono un clima di violenza e paura, in modo da far tacere chi aveva idee diverse.
Mussolini si faceva chiamare Duce e trasformò l’Italia in
uno stato autoritario, dove ogni cosa era sotto il controllo
del Partito Fascista. Cercò di conquistare anche altri Stati
V D - Primaria
LA DIGNITÀ DELL’UOMO È STATA CALPESTATA
Non diventerò mai grande – disse Anna Frank nel suo Diario,quando
ormai poche erano le speranze di sfuggire ai nazisti. E io immagino che
cominciò ad avere paura. Lei aveva la mia età,ma anche la mia allegria,la mia voglia di vivere,i miei sogni,simili progetti per il futuro,la
mia curiosità,la mia felicità. Aveva perso tutto,conservava solo la sua
penna e la voglia di descrivere con grande abilità tutto ciò che la circondava. Noi di seconda non abbiamo ancora studiato la Shoa, ma
abbiamo letto alcune pagine del diario di questa ragazza ebrea,che
dopo le leggi razziali emanate da Hitler nel 1933,emigra in Olanda
con la sua famiglia. Le sue testimonianze hanno scosso tutte le
coscienze e soprattutto hanno distrutto l’indifferenza di tanti nei confronti di questa ingiustizia. Il suo diario adesso è come un Vangelo
che insegna a tutti il vero valore della vita,attraverso pagine di speranza e di riflessione. Dalle parole di una ragazzina ebrea siamo passati alla testimonianza di Primo Levi,dalle parole tratte dal suo libro
“Se questo è un uomo”. Abbiamo fermato l’attenzione su alcuni
passi,cercando di tradurre le sue parole con un elemento,un simbolo
del dolore provato: LE SCARPE.
Né si creda che le scarpe,nella vita del Lager,costituiscono
Un fattore di importanza secondaria,
La morte comincia dalle scarpe:
esse si sono rivelate,per la maggior parte di noi,
veri arnesi di tortura,che dopo poche ore di marcia
davano luogo a piaghe dolorose che fatalmente si infettavano.
Chi ne è colpito,è costretto a camminare come se avesse una
Palla al piede (ecco il perché della strana andatura
Dell’esercito di larve che ogni sera rientra in parata);
arriva ultimo dappertutto, e dappertutto riceve botte;
non può scappare se lo inseguono;
i suoi piedi si gonfiano,e più si gonfiano
più l’attrito con il legno e la tela delle scarpe
diventa insopportabile
Allora non resta che l’ospedale:ma entrare in ospedale
Con la diagnosi “dicke fuse” (piedi gonfi) è
Estremamente pericoloso,perché è ben noto
A tutti,ed alle SS in ispecie,che di questo male,qui,
non si può guarire. (da Se questo è un uomo)
Ma Primo Levi ci fa capire con le sue parole che il male più grande
è la perdita della dignità di uomo in un campo di concentramento,rimanere senza abiti,rasati,chiamati solo con i numeri,non sentire
più il proprio corpo tanto che “quando non ci vediamo per tre o quattro giorni,stentiamo a riconoscerci l’un l’altro”.
II°B - Secondaria
22
Cultura
Percorso didattico:
“In memoria dei caduti di Nassiriya
In occasione della commemorazione
per i caduti di Nassiriya, la nostra classe ha deciso di partecipare, componendo delle poesie sullo stile del sonetto.
Il nostro percorso è iniziato il 24
ottobre; prima di produrle, abbiamo avviato un lavoro di conoscenza e approfondimento dell’argomento.
L’imput iniziale è partito dal professore Coluccia; infatti, ci ha raccontato
che il 12 novembre 2003 un camion
cisterna esplose davanti alla base italiana dei Carabinieri, provocando la morte
di 19 militari italiani.
Questo attentato terroristico è una
ferita che non si rimarginerà mai nel
cuore degli Italiani, quindi è importante
che nelle scuole si parli del sacrificio e
della nobiltà d’animo di questi uomini
coraggiosi.
Ci siamo suddivisi in gruppi e, nella
prima fase, abbiamo ricercato notizie
storiche sull’attentato. L’obiettivo del
nostro lavoro era quello di comporre
delle poesie per commemorare i caduti
di Nassiriya e di leggerle durante la funzione religiosa per giovedì 12 Novembre 2009, alle ore 18,00, presso la Chiesa di S. Eufemia.
Tramite quest’esperienza, ognuno di
noi ha mostrato maggiore sensibilità agli
avvenimenti sociali; abbiamo discusso su
questa pagina di storia molto tragica e il
professore ha socializzato le nostre ricerche. Nel marzo del 2003 inizia l’operazione” Iraqi Freedom”, o seconda guerra
del golfo; la coalizione è composta dagli
eserciti della Gran Bretagna, USA e altri
Stati.
- Il 1° maggio 2003 cessa la guerra,
ma l’Iraq deve ”risollevarsi” dal conflitto; quindi, vengono inviati soldati dai
vari paesi per favorire la sicurezza del
popolo iracheno e contribuire allo sviluppo della nazione.
- L’Italia partecipa attraverso la missione ”Antica Babilonia”, fornendo
forze armate dislocate nel sud del Paese,
con base principale a Nassiriya.
- La missione italiana è iniziata il 15
luglio 2003 ed era un’operazione militare
con finalità di mantenimento della pace.
L’attentato del 12 novembre 2003 è
stato compiuto dai militanti di Al
Qaeda. Questo triste avvenimento ha
suscitato in noi una profonda meditazione. Abbiamo riflettuto sul gesto dei giovani italiani e sulla loro grandezza d’animo; questi uomini si sono sacrificati
per il bene comune. Ognuno di noi ha
provato tanto dispiacere nei confronti
dei familiari: non dobbiamo lasciar cadere nell’oblio avvenimenti simili.
Ora siamo alla seconda fase del
nostro progetto. Tutte le nostre sensazioni nei confronti della tragedia dovevano essere trasformate in poesia.
Abbiamo utilizzato il sonetto, formato
da due quartine e due terzine. Sono state
scelte, in classe, le poesie più belle e più
significative e il professore ci ha guidati
nell’intonazione e nell’espressività. Il 12
novembre, dopo la Messa, che ha suscitato in noi tanta commozione, i nostri versi
sono stati recitati; io ero lì… e abbiamo
guardato con occhi diversi una vicenda
così triste.
III B - Secondaria
Segue da Pag. 1
Editoriale
gli allievi nella loro crescita culturale e nella formazione sociale.
Grazie anche a tutto il Personale non docente, al Consiglio d’Istituto, al
Comitato Genitori sempre disponibili a venire incontro alle esigenze della
scuola.
Un grazie sentito va a tutti i Genitori per la loro collaborazione, senza la
quale alcune iniziative non si sarebbero potute realizzare.
Un grazie sincero va a tutta l’Amministrazione Comunale per aver ripristinato in poco tempo le aule danneggiate e permesso di concludere regolarmente l’anno scolastico.
Un augurio particolare va agli alunni delle classi terze, che ci lasceranno
per continuare gli studi nella secondaria di secondo grado e al personale
docente e non che andrà a godersi il meritato riposo, dopo aver contribuito per
anni alla crescita di tanti ragazzi e allo sviluppo del nostro Istituto.
A tutti Buone Vacanze e tanta serenità!
Antonia Preite
Dirigente Scolastico
Giugno 2010
UNA DATA IMPORTANTE: IL 25 APRILE
Il 25 aprile è l’anniversario della liberazione d’Italia.
In questa data nel 1945, i cittadini italiani combatterono contro i fascisti e i nazisti.
Erano persone comuni chiamati partigiani che si organizzarono contemporaneamente
in tutta Italia per affermare i principi di libertà e di uguaglianza.
Secondo me, quelle persone che si sono sacrificate sono da considerare delle persone
eroiche perché non hanno pensato che potevano perdere la vita ed essere catturate e mandate nei campi di concentramento. Hanno pensato solo a liberare l’Italia per renderla
democratica e quindi non più sotto il dominio di un dittatore.
Grazie al sacrificio di queste persone è nata la Costituzione che afferma i principi di
libertà, uguaglianza e democrazia.
La costituzione è quindi importante perché è nata dal sacrificio dei cittadini italiani.
Per questo motivo penso che nessuno deve modificarla per cambiare le leggi italiane.
VD - Primaria
POESIE
LA VITA PERDUTA
Una cattiveria senza fine
colpì l’umanità,
che fu condotta senza rime
a patire in un luogo senza moralità.
I camini ardenti
e il gas di quella doccia letale
ci fanno ricordare i momenti salienti
di questa storia mondiale.
Che colpa avevano
uomini,donne e bambini,
che semplicemente vivevano
ignari del futuro e dei progetti clandestini
di un uomo ariano,
che avrebbe per sempre distrutto
i loro destini.
Sara Peluso
(Classe III B – Scuola secondaria)
OLOCAUSTO
Questa è una tragedia da ricordare,
da cui tutte le persone di questa terra
dovrebbero imparare a non scatenare più la
guerra.
Mi rimangono scolpiti nella mente
quei volti segnati dalla fame e dal dolore.
Come può un uomo restare indifferente?
Sarebbe bastata solo un po’ di bontà e amore.
Provo per un istante ad immaginare
come potevano sopravvivere in quello stato,
senza la possibilità di scappare.
Dal sacrificio di questa povera gente abbiamo imparato,
che tutti su questa terra,senza distinzione di
razza,dobbiamo amare,
perché è Dio che ci ha creato.
Lara Panarese
(Classe III B – Scuola secondaria)
PER NON DIMENTICARE …
Sei milioni sono le vittime coinvolte
in questo tragico sterminio,
sol perché le razze ebraiche per Hitler andavano tolte, per fare della Germania un grande dominio.
Intere famiglie furono deportate nei campi
di concentramento,
zingari,malati di mente e omosessuali,
dove Hitler preparava il tradimento
e vennero soppresse tutte le libertà civili e
personali.
Hitler era una persona pazza,
non meritava la vita,
ha sterminato un’intera razza.
Ha compiuto un genocidio,
forse ha trovato la pace,
solo nel suicidio.
Alessandro Piccinni
(Classe III B – Scuola secondaria)
FUMMO …
Prede dell’ignoto,
vittime senza colpa,
testimoni di un atroce destino.
Fummo piccoli uccelli nelle
spire di un serpente.
Colpevoli di vivere.
Sterminati da un uomo,
che uomo non era.
Vaghiamo come polvere in un gelido vento.
Jacopo De Giorgi
(Classe III B – Scuola secondaria)
ALLE VITTIME DELLA SHOAH
Il fuoco dei forni crematori saliva alto nel
cielo e sangue innocente, carne umana,
indifesa, bruciava lentamente …
popolo dell’alleanza di Mosè,
vite umane senza colpa
uomini,donne,bambini,
spogliati della dignità,
senza più nome,senza più speranza,
condannati a una sorte infame,crudele,
perfida,orribile.
Come si può uccidere un bambino?
Animo puro e indifeso!
Un fiore della vita appena sbocciato.
Destinato a patire la fame,destinato
a soffrire in silenzio,destinato
a piangere i suoi affetti.
Destinato a morire in una camera a gas,
destinato a bruciare tra le fiamme di un
camino.
E dopo la morte, sepolti nel fuoco,
bruciati nel vento.
La cenere fluttua leggera
sulla terra rossa di Auschwitz.
Ancora nelle fabbriche della morte
ancora si sentono le loro voci
che cantano lo Shema Israel, nelle camere a
gas ancora si sentono le loro urla strazianti,
intrise di dolore e disperazione,
quando il fucile trafiggeva senza pietà i loro
corpi.
L’uomo brancola nelle tenebre
dell’odio,della cattiveria …
Come può uccidere suo fratello?
Non si vive di odio,di guerra,di potere.
No,non è questa la vita.
Ma noi dobbiamo scolpire queste dolorose
vicende nel cuore,
perché non vengano mai più scritte pagine
di storia, come questa.
Francesca Longo
(Classe III B – Scuola secondaria)
Giugno 2010
23
Cultura - Vita scolastica
Tricase...un paese... tutto da assaporare
S
tanchi di dover passare le vacanze
estive sempre nello stesso luogo?
Bene, state leggendo l’articolo giusto! Ci troviamo in una penisola bellissima… la Puglia, precisamente… a Tricase!
Direte sicuramente: ma non è una grande città come Roma, Milano… è qui che vi
sbagliate, perché può essere anche piccola,
anche un paesello… però ha tanti luoghi
meravigliosi e interessanti da presentarvi.
Alcuni cenni storici. Sulle origini di
Tricase si hanno diverse versioni: alcune di
esse motivano la sua fondazione, riferiscono sul periodo storico della sua nascita e
spiegano il suo toponimo. Tra le più conosciute ci sono quelle di Antonio Micetti di
Tricase e del Padre Cappuccino Luigi
Tasselli di Castrano.
Si racconta che anticamente ( tra il X e
l’XI secolo) esistessero solo tre Casali e
dall’unione di essi, sembra sia sorto il
primo nucleo di abitanti che poi diede il
nome a Tricase.
Probabilmente l’etimologia è sbagliata
e più che tre Casali la parola Tricase deve
tradursi originariamente in “inter casas”,
che significa paese formato in mezzo a
diversi Casali. Così si formò il primo centro abitato. È opinione ormai consolidata
che l’unione dei tre Casali fu agli abitanti
di Tricase consigliato dal bisogno della
forza; perché essendo piccoli, deboli ed
inermi, erano spesso attaccati, invasi e
derubati dai barbari. Tutto ciò accadde, o
almeno si dice, intorno all’anno 1030.
Anticamente la denominazione di
Tricase è stata anche “Treccase”, poi “Trecase”, dopo ancora “Tricasi”o “Tricasium”
fino ad arrivare al nome attuale.
La costa tricasina si estende a semicerchio per circa 8 chilometri e comprende
due località marine: Tricase Porto e Marina
Serra. Tricase Porto è una piccola baia, una
piccola insenatura marina larga al centro e
stretta all’imboccatura, che è protetta a
Nord da Pizzo Cannone. Questa zona risulta essere una perfetta meta per chi è alla
ricerca di un bagno tranquillo,propizia alla
vera distensione del corpo e dello spirito,
con la civiltà di una terra antica, saggia,
ospitale e cortese: il tutto a misura d’uomo.
Il porto di Tricase, noto sin dal 1400, è
un’insenatura naturale con una profondità
variabile da due a sette metri. Questa marina è una riviera ideale per una vacanza
all’eccellenza, solare e serena. Ultimamente è stato aggiunto un nuovo porticciolo per permettere il ricovero delle barche
da diporto e per sviluppare maggiormente
il turismo. Fra i monumenti religiosi è da
ricordare la chiesetta di San Nicola, protettore di Tricase Porto. Invece, fra i monumenti storici, c’è la torre del Sasso, perché
situata su una grande e maestosa roccia.
Essa è a 116 metri sul livello del mare e fu
costruita per difendere Tricase e le contrade vicine dagli attacchi dei Turchi e dei
Saraceni nel XVI secolo, come tutte le
altre presenti sulla litoranea.
Tra Tricase Porto e Marina Serra troviamo un’altra insenatura naturale: il
Canale del Rio o in dialetto tricasino “lu
Riu”. Questa insenatura ha dato origine a
leggende popolari. Secondo la leggenda il
canale del Rio fu scavato dal diavolo in
una sola notte. Questo specchio d’acqua, di
una bellezza unica, è meta continua di presenze di turisti italiani e stranieri. Alla
distanza di un miglio c’è un piccolo tempio
dedicato all’Assunzione della Vergine,
comunemente chiamata Santa Maria della
Serra. La chiesa, che è del XVI secolo è
stata elevata a santuario il primo novembre
del 1950. Si può notare anche il promontorio del Calino che domina il paesaggio,
dove la vegetazione è ricca e fiorente; dopo
il Calino lungo il litorale si trova il
“Belvedere”, balcone naturale che si affaccia sul mare e permette una visuale della
costa fino alle marine di Andrano e Castro.
Marina Serra è caratterizzata da una costa
rocciosa e frastagliata, ricca di vegetazione
e piena di ville. Essa garantisce una vacanza balneare e soprattutto pacifica.
Anche Marina Serra, come Tricase
Porto è caratterizzata dalla presenza di una
torre ben conservata, Torre Palane. Dietro
alla torre sorge un grazioso centro abitato
della marina.
Tra i monumenti più importanti ricordiamo la chiesa della Natività della beata
Maria Vergine che è la prima chiesa parrocchiale di Tricase. L’interno della chiesa
è di dimensioni maestose e a forma di
croce latina. Oltre all’altare maggiore,
costruito nel 1876, che è dedicato alla
Natività di Maria Vergine, ha 12 altari laterali. Il pulpito, intagliato a fogliame, è
opera dell’artista Raffaele Monteanni di
Lequile. C’è anche la chiesa di San
Domenico, di stile barocco, con la facciata
rivolta su piazza Pisanelli, fu costruita su
un’altra più antica. La chiesa è servita da
due porte: una centrale, che dà direttamente sulla piazza con un’enorme scalinata,
l’altra laterale, di fronte alla torre piccola e
servita da una piccola scalinata. Da ricordare anche la chiesa di San Michele
Arcangelo, detta Sant’Angelo, che è ritenuta una delle “sette perle” dell’architettura leccese. All’interno della chiesa sono da
notare un antichissimo organo e alcune tele
di valore. La chiesa di Santa Lucia è una
bella e semplice chiesetta, situata al centro
dell’omonima piazza, ha un altare dedicato
a santa Lucia, protettrice della vista. Noto
il palazzo Principesco dei Gallone, ora proprietà e sede del municipio. Questo grandioso palazzo principesco è formato da tre
elementi principali: la torre, il torrione e il
corpo vero e proprio dell’edificio. La tradizione vuole che Stefano II Gallone abbia
voluto fare tante stanze quanto i giorni del-
l’anno e una sala detta del trono, tanto
grande da contenere più di mille persone.
Piazza Cappuccini è una delle piazze più
antiche di Tricase, perché esisteva già all’inizio dell’attuale secolo un convento di
frati cappuccini, un piccolo ospedale e la
chiesa di sant’Antonio. L’altare maggiore
di questa chiesa è di legno scolpito, gli
altari laterali sono dedicati all’Addolorata
e a Sant’Antonio.
Sulla collinetta della Madonna di
Fatima sorge il santuario, appunto, della
Madonna di Fatima. La chiesetta venne
elevata a Santuario nel 1957 in occasione
del quarantesimo anniversario delle apparizioni della Madonna a Fatima.
La chiesetta è circondata da una vegetazione naturale, è da sempre meta di turisti
e curiosi per la sua posizione che permette
una visuale suggestiva che dal centro abitato spazia fino al Mare Adriatico.
Nel centro storico di sant’Eufemia c’è
la chiesa parrocchiale del XVI secolo.
Caratteristiche sono anche le abitazioni a
corte, composte da uno o più vani e raccolte attorno a un cortile condominiale.
Molto suggestiva è anche la collina di
Monte Orco. È una zona panoramica e di
indescrivibile bellezza e per questo motivo, in una superficie di ben 5 ettari, dal
1976, viene rappresentata la Natività di
Gesù Cristo. In uno scenario davvero
incantevole, con la presenza di macchia
mediterranea, di “paiare”, di “muretti a
secco”, si svolge da tanto tempo il Presepe
Vivente di Tricase, divenuta una manifestazione di interesse nazionale, tanto che
ha preso il nome di Betlemme d’Italia.
Questo ha favorito l’inizio di scambi culturali con l’oriente, culminati nei gemellaggi
portati a compimento tra le parrocchie e le
città di Tricase e Betlemme.
Andando verso la marina di Tricase
Porto per la vecchia strada si incontra la
chiesa della Madonna di Costantinopoli, di
forma ottagonale, sorta nel 1484 denominata anche chiesa “dei diavoli” o chiesa
“nova”. Secondo una leggenda venne
costruita dai diavoli in una sola notte.
A poca distanza dalla Chiesa, nel tipico
e suggestivo paesaggio campestre incontriamo una grande “Quercia Vallonea”,
denominata la Quercia dei “Cento
Cavalieri”. Questo albero esemplare è un
vero monumento della natura; ha più di
700 anni di vita ed è un’altra meta di turisti. È certamente un dolmen vivente e il più
bello e maestoso monumento arboreo della
Puglia, con la circonferenza del tronco di
4,25 m e una splendida chioma che copre
una superficie di circa 700 metri quadrati.
Più avanti nella campagna, vicino alle
marine c’è un boschetto di Vallonee o
Falanide. Caratteristiche sono anche le
Paiare, simili ai trulli e ai nuraghi. Nascono
come costruzioni dei contadini per il loro
riposo durante la giornata lavorativa, come
rifugio nelle cattive giornate autunnali e
invernali o come dimora estiva per tutta la
famiglia. Le paiare sono costruitecon la
tecnica del muro a secco.
Perché non parlare delle fiere? Nel
rione di Tutino si svolge la fiera delle
Madonna delle Grazie, a Tricase la fiera di
san Pietro e San Paolo, quella di San Vito
martire, della Madonna del Rosario e di
santa Lucia, a Caprarica del capo al fiera di
sant’Andrea, nella frazione di Depressa la
fiera dei Santi Medici, a Lucugnano la
fiera della Madonna Addolorata e per finire nel rione di
Sant’Eufemia la fiera del Gonfalone.
È giusto parlare anche dei piatti tipici.
• Sagne torte con ricotta scanta (tagliatelle
con ricotta forte)
• Massa e ciciri (pasta fatta in casa con
ceci)
• Pasta e pasuli (pasta e fagioli)
• Pittule o pittele ( palline di pastella fritta
nell’olio bollente)
• Panzarotti de risu (arancini di riso con
uova e formaggio)
• taieddha (pizza di patate)
• purceddhuzzi e carteddhate (dolci con
miele)
Beh, contenti dell’esposizione? Ora ci
credete che Tricase è davvero un paese…
tutto da scoprire?
Laura Sparascio V B
La mia città
L
a mia città porta gioia a tutti,
sia a piccini sia ad adulti, perché è ricca di piazze ed edifici,
ma anche di alberi, boschi e animali e
si sa che la natura, piace molto a tutti.
Per i bambini ci sono alcuni parchi, in
cui ci si trovano diversi giochi, come:
altalene, scivoli, piccole giostre.
Nella mia città, c'è anche uno splendido e umido mare, dove io e gli altri
cittadini, andiamo a fare il bagno.
Lungo la strada per il mare, c'è un'
antichissima quercia Vallonea, pianta
storica del XII secolo, dove ci si può
sdraiare all’ombra della sua grande
chioma. Ci sono, inoltre, tante antiche
chiese frequentate soprattutto la
Domenica. Tricase è tutta in pianura,
tranne una collina chiamata Monte
Orco dove vi è la mia casetta. Quando
arriva la calda Estate si sente il cinguettio degli uccelli e in alcuni giorni
si vedono le montagne dell' Albania.
Si vedono, irroltre, tutta la città di
Tricase e i paesi vicini. E' così bella
Tricase che quando parto sento la sua
nostalgia.
CLASSE 5 D
24
Cultura / Tradizioni
LA PASQUA IN BIELORUSSIA
La Trozzula
Legata alla tradizione Pasquale salentina e
quindi ai riti della settimana Santa, la TROZZULA è l’espressione di quell’antica liturgia
cristiana che è stata in parte dimenticata.
La trozzula doveva sostituire il suono delle
campane dal Giovedì Santo al mezzogiorno
del Sabato Santo, così i bambini ed i ragazzini del paese giravano per le strade con questi
arnesi che producevano un caratteristico
rumore soprattutto durante l’Angelus.
La trozzula costruita tutta in legno dolce dagli
artigiani del luogo, girando su se stessa
mediante una ruota dentata produce quel tipico rumore sordo caratteristico dello strumento stesso.
V C - Primaria
Le tavole di San Giuseppe
Le tavole di San Giuseppe
sono grandi tavolate che le famiglie di alcuni paesi del Salento
imbandiscono il 19 Marzo di ogni
anno in onore di san Giuseppe.
Queste tavole sono realizzate con
diverse pietanze che vanno dai
lampascioni alle rape, dai vermiceddi al pesce fritto, dalle pittule
alle zeppole, dal pane a forma di
grossa ciambella ai finocchi e alle
arance. Il tutto viene consumato a
mezzogiorno del 19 Marzo dai
cosiddetti “Santi” impersonati da
amici a parenti delle famiglie che
vanno da un numero minimo di
tre (san Giuseppe, Gesù Bambino
e la Madonna) a un numero massimo di tredici, sempre comunque
di numero dispari. Tutto inizia tra
la fine di febbraio e la prima metà
Giugno 2010
di marzo,quando alcune famiglie
devote,preparano del pane o una
pasta tradizionale “la massa e
ciciri” per distribuirle a coloro
che si presentano a casa. Quello
della massa è un rito antico, molti
anni fa avveniva al ritmo della
preghiera (si lasciava cuocere al
tempo di un Pater Noster, si
lasciava riposare nei limmi (recipienti tradizionali) il tempo di 10
ave Maria), la distribuzione seguiva la recita del rosario. I commensali anticamente erano scelti
tra i poveri del paese, oggi si scelgono parenti e amici, preferibilmente tra coloro che hanno maggior bisogno o hanno una famiglia numerosa. La “taula” può
essere cotta cioè formata da 13
pietanza per ciascun santo,tra cui
la massa e ciciri la verdura
lessa,il pesce fritto e le fave nette.
Il giorno della festa, dopo la
messa,i Santi si recano nelle case
dove sono attesi, poi passerà il
sacerdote per la benedizione,
dopo la quale gli invitati inizieranno a mangiare. Tuttavia sarà
sempre san Giuseppe a decidere
quando si smetterà di mangiare
ogni pietanza battendo tre volte la
forchetta sul bordo del suo piatto.
Alla fine del piatto,dopo un
momento di preghiera, i Santi
portano via tutto ciò che è rimasto. IL senso di questo rituale è il
senso della condivisione, ricordandosi che ciò che si ha va diviso,avendo in mente la preghiera.
I riti della Settimana Santa
Venerdì Santo:la figura del
“Trozzulante”. Con l’ arrivo delle festività Pasquali, nel Salento, in molti
paesi, si svolgono durante la settimana Santa, riti purificatori che coinvolgono i partecipanti in modo unico.
Uno dei momenti più importanti
delle celebrazioni religiose è la processione del Venerdì Santo. Il confratello “Trozzulante”, munito del
bastone del pellegrinaggio in una
mano e di una “Trozzula” nell’ altra,
dà il via alla processione. La farà agitando l’ antico strumento definito la
“Trozzula”, una tavola di legno sulla
quale sono state montate maniglie e
borchie metalliche che agitato produce un rumore caratteristico. Con l’uscita del Trozzulante seguiranno poi
le statue dei Sacri Misteri, trasportate
da confratelli in abito elegante che
nell’ ordine esibiranno: Gesù nell’
orto, Gesù alla colonna. Ecce Homo
(Gesù carico della croce), il crocefisso, e Gesù morto nella sua urna luminosa. Il Trozzulante con il suono
della Trozzula scandisce i movimenti
della processione e ne annuncia l’
arrivo.
Lavoro collettivo V C
V C - Primaria
In Bielorussia la Pasqua è la festa più importante,che si trascorre in
famiglia e con gli amici, mentre durante l’intera settimana santa si
fanno celebrazioni speciali. Il Sabato Santo si tiene la processione,
poi la messa di mezzanotte, durante la quale il sacerdote (Papa)
toglie simbolicamente il sudario del sepolcro per poi uscire dalla
chiesa con il corteo sacerdotale alla ricerca del corpo di Cristo. Al
suo ritorno annuncia ai fedeli il miracolo della resurrezione con la
tradizionale esclamazione: “Christas voskrès” (Cristo è Risorto). I
fedeli,ognuno dei quali tiene in mano un cero,si scambiano tre baci
e poi cantano inni di gioia,accompagnati dallo scampanio delle campane. In Bielorussia è usanza mangiare le uova colorate con la buccia di cipolla rossa dopo averle battute con l’uovo del vicino e aver
pronunciato delle frasi rituali senza che l’uovo si rompa. I dolci,chiamati pashki (a base di ricotta)e Kulici (il panettone pasquale), fatti in
casa, fanno parte dei cesti che si portano in chiesa per la consacrazione. Questi dolci vengono portati in chiesa il pomeriggio del
Sabato Santo, quando si svolgono le celebrazioni religiose solenni
che durano tutta la notte. Alla fine della cerimonia il prete benedice
i dolci di tutti partecipanti.
Il pane benedetto durante la notte di Pasqua è offerto ai parenti e agli
amici in segno di pace. Il simbolo dei colori è molto importante:il
rosso (sole, amore, resurrezione), il nero (eternità, costanza della
materia), il giallo (gioventù, felicità, abbondanza, carità),l’arancione
(forza), l’ocra scuro (la purezza); a volte si aggiunge un po’ di
verde(salute). La tavola pasquale è molto ricca:come piatto principale c’è la Kutia,a base di pesci al forno, bolliti, fritti, in gelatina,
polpette di pesce, aringhe marinate e così via…
V A - Primaria
La cucina de nna fiata
Questo piatto nel Salento si
prepara il 19 Marzo in occasione
della festa di San Giuseppe. Le
taiatelle fritte si chiamano “frizzuli”. La “iacana” o “lavana” è il
nome dato alla sfoglia ed è molto
antico,infatti, viene usato da
Catone e Orazio il quale nelle sue
“satire” parla della minestra di
“ceci-iagano-cipolla”.
Nel
Salento la parola “lacana” è stata
da sempre abbinata alla parola
“tria” che in Arabo significa pasta
secca. Nell’ estremo sud Salento
nel giorno di San Giuseppe si
prepara la”massa”, un piatto
ancora più ricco ed energetico in
quanto alla”massa e ciceri” si
aggiungono i “mugnuli”(i broccoli) soffritti nell’olio e negll’aglio.
“San Giuseppe nun ci passa
senza ciceri cu la massa “
V C - Primaria
LA STORIA DELLA FRISELLA
Tanto tempo fa, i nostri nonni e bisnonni hanno avuto modo di
vedere come si fanno le frise, che sono come una specie di pane
duro. Le frise le hanno scoperte dai marinai e le hanno copiate
perché sembravano buone.
I marinai quando viaggiavano le mettevano dentro le stive delle
navi. Quando le frise le mettevi dentro l’acqua si facevano un po’
“molli” poi quando le toglievi le condivi sopra con pomodoro, un
po’ di olio e un po’ di sale, ed avevano un ottimo sapore.
I nonni le frise mettevano in un vaso di terracotta, lì le frise non
consumavano spazio e ne andavano moltissime, in più si mantenevano per moltissimi mesi.
Ai nonni le frise piacevano molto.
II A
25
Sport
Giugno 2010
Lo sport tutto al femminile
Il prof. Varratta, all’inizio dell’anno scolastico, ha
offerto a noi ragazze delle classi terze dell’Istituto
Comprensivo I Polo, l’opportunità di partecipare a
incontri pomeridiani finalizzati alla pratica dello sport
della pallamano.
L’ avventura è cominciata davvero per gioco e tra
mille difficoltà, dovendo conciliare gli incontri sportivi
con gli impegni scolastici, ma la nostra forza di volontà
ci ha permesso di andare avanti e di farlo nel migliore
dei modi.
Grande è stato perciò l’entusiasmo quando, nel mese
di febbraio, il prof. Varratta ci ha comunicato che era
giunto il momento di mettere a frutto ciò che avevamo
imparato durante gli allenamenti.
Inizialmente siamo state prese dall’ansia poiché le
nostre avversarie erano ben allenate, tuttavia la nostra
preparazione e determinazione ci ha permesso di avere
la meglio sulle ragazze delle scuole secondarie di
Torneo di tiro con l’arco
In vista del Torneo di “Tiro con l’arco” organizzato dal nostro Comitato dei
genitori in collaborazione con ASD Disabili Salento, i ragazzi del nostro
Istituto si preparano alla manifestazione tenutasi il 9 maggio in Piazza
Cappuccini.
È stata un’esperienza nuova che speriamo di poter ripetere.
Lucugnano, del III e IV Polo di
Tricase.
Ciò che ci preme evidenziare
non è tanto la vittoria in sé per
sé, quanto il fatto che per ottenere questo risultato abbiamo puntato, insieme al nostro
professore, alla valorizzazione dell’autodisciplina, della
stima di sé e del rispetto degli altri. Questo è stato fondamentale perché, per vincere, occorre fare un lavoro di
squadra, superando l’individualismo e sostenendosi a
vicenda per un obiettivo comune.
Determinante, poi, è stato il sostegno avuto dai
nostri compagni, che non ci hanno mai fatto sentire sole
e tutti i nostri insegnanti che, pur tra rimproveri per uno
studio non sempre preciso e puntuale, sono stati orgogliosi delle loro piccole campionesse e delle loro performances sportive.
La nostra avventura è proseguita con la pallatambu-
INTER CAMPIONE D’ITALIA
Dopo la vittoria di Siena per
uno a zero con goal di Milita
l’Inter festeggia il 5° scudetto consecutivo,il quarto
vinto sul campo. E’ il diciottesimo per i neroazzurri che
alla fine di una stagione
straordinaria conquistano il
meritato titolo.
È stato una vittoria di gruppo
molto sofferto anche perché
la Roma era in agguato,
pronta a festeggiare.
Un anno vincente anche per
il tecnico Jose Mourinho che è riuscito a “trasformare” l’Inter che ha disputato un campionato
eccellente.
È stata anche la stagione di Milito822 goal) arrivato secondo nelle classifiche cannonieri distanziato di sette goal da Antonio di Natale. E adesso l’Inter punta alla tripletta di trofei perché dopo
la coppa Italia e lo scudetto il 22 maggio affronterà il Bayern Monaco nella finale di Uefa
Champions LEAGUE.
Comunque andrà questa resterà per l’Inter e per i tifosi, un’annata da ricordare!
IV C - Primaria
rello, uno sport innovativo che ci ha molto entusiasmato ed ha richiesto, come sempre, massima concentrazione, dispendio di energie, rispetto delle regole e dell’avversario.
Su due partite disputate, una l’abbiamo vinta, l’altra
ha visto primeggiare la squadra delle ragazze
dell’Istituto Comprensivo di Miggiano.
Lo sforzo finale riguarderà l’incontro con la squadra
della scuola media “G. Pascoli” di Tricase.
Riusciremo a classificarci al terzo posto? Comunque
vadano le cose, facciamo nostro il motto del barone De
Coubertin “L’importante non è vincere, ma partecipare”
III A - Secondaria
Una squadra nella storia
Per la prima volta nella sua
storia il Lecce vince il campionato di serie B.
Avrebbe potuto centrare lo
storico obiettivo con maggiore
anticipo ma infine al terzo
match-point il primato è arrivato. Lo 0 a 0 casalingo con il
Sassuolo e la contemporanea
sconfitta del Brescia a Padova
colmo di tifosi.
L’artefice principale della
cavalcata giallorossa è il tecnico
materano Gigi de Canio che centra la sua prima promozione in A.
Inoltre il presidente Giovanni
Semeraro ha centrato il quinto
salto in A da quando è proprietario della squadra, alla seconda da
presidente. Al triplice fischio,
hanno dato avvio alla festa giallorossa. ---- ininterrottamente
per oltre 6 mesi, il Lecce di Gigi
de Canio non ha mai dato la
sensazione di perdere la bussola. Neppure dopo la batosta di 3
settimane fa quando il Cesena
espugnò un “Via del Mare” stra-
dopo il rituale giro di campo e gli
“olè” dei giocatori che portavano
in trionfo il tecnico, lo speaker ha
richiamato i giocatori in campo
uno alla volta. Tra i più acclamati Angelo, Munari e Corvia
(capocannoniere con 17 reti).
La Redazione
UN GOAL SPECIALE
A volte la mia fantasia mi porta a immaginare di vivere esperienze particolari. Come quella volta…
Primo quadrimestre. Giovedì. Quarta ora, Italiano. La prof.ssa ci ha consegnato le verifiche di riflessione linguistica ;ho cominciato a dare uno sguardo , ma ho quasi timore di andare subito al voto e…immagino di giocare una partita di fine campionato. Sono sulla linea di centro campo e devo arrivare alla porta
avversaria per segnare. Guardo la prima frase di analisi logica. Tutto bene. Ho smarcato il primo giocatore
al fischio d’inizio. Seconda frase, ancora tutto bene, secondo giocatore dribblato. I tifosi mi incitano. La
terza…la quarta…la quinta. Ho smarcato quasi mezza squadra. Attenzione, solo due frasi alla fine della partita. Penultima frase : tutto ok! Ultima frase, sono sulla linea dell’area di rigore vedo la frase…tiro al volo
TRAVERSA! NOOO! Un piccolo errore, prendo la palla… un palleggio, una stoppata di petto, una rovesciata …guardo il voto NOVE GOAL! GOAL!. I tifosi si alzano sugli spalti a soli trenta secondi dal fischio
d’inizio e ho fatto GOAL .Questa volta non solo immaginario!
II B - Secondaria
26
Giochi / Umorismo
Giugno 2010
BARZELLETTE
SPORT
Un bravo nuotatore dice a un
principiante: - Io preferisco
nuotare a rana e tu?
Il principiante: - A cozza
- Come "a cozza"?
- Attaccato agli scogli!
Ultima partita di campionato:
giocano Angeli-Diavoletti.
Gli angeli agli avversari: Non penserete di vincere: i
migliori giocatori sono tutti
in cielo!
E il capitano Diavoletto
risponde alla provocazione: Avete ragione, ma noi qui di
sotto abbiamo tutti i... diavoli!
Allo stadio si stà giocando
una partita di calcio.
Un tizio ignorante che non
conosce il gioco entra e chiede a un tifoso: - In che cosa
consiste questo gioco?
- Ogni giocatore deve cercare
di far entrare la palla nella
rete avversaria.
- Che ci vuole? Basta darle
un calcio!
Un alpinista si vanta: - La
virtù degli uomini di montagna è il coraggio! E questa
dote non è mai mancata nella
mia famiglia. Mio nonno
ebbe il coraggio di salire da
solo sul monte Everest, a 40
gradi sotto zero...
- Chissà che trionfo quando è
tornato a casa!
- E chi ha detto che sia mai
tornato?
Luca vede il Colosseo e dice
al suo papà: - Se i tifosi
hanno lasciato così lo stadio,
chissà come hanno ridotto
l'arbitro!!!
Gara di tuffi. Il primo tuffatore si esibisce: tuffo eccellente. Riemerge. Esce dalla
vasca. Il secondo tuffatore si
butta. Splendido tuffo.
Ma... non riemerge.
Dopo cinque minuti sale a
galla il corpo diviso in due.
Sospesa la gara. Si cerca la
causa dell'incidente: un cronometro che spacca il secondo!
Il colmo per un calciatore?
Sentirsi nel... pallone!
Una rana domanda a un'altra
rana di passaggio:
- Dove vai di corsa?
E quella risponde: - Vado a
vedere il Giro d'Italia.
- Perchè mai?
- Perchè corrono... i miei
girini
Due pescatori si incontrano
lungo un fiume.
Uno si accorge che l'altro
non ha il filo attaccato alla
canna e incuriosito domanda:
- Come mai peschi senza
filo?
- Sei rimasto indietro! Oggi
si pesca coì, il filo non serve
più. Sono tante ormai le cose
che funzionano senza filo,
pensa al telefono...
Il primo esita un istante e poi
chiede: - E quanti pesci hanno
abboccato finora?
L'altro ride: - Tu sei il quarto!
Che cosa ci fa in un campo
una palla da un etto?
Un... pallonetto!
La legge del taglione applicata all'Inter: Occhio per
occhio Inter per-denteUn ladro tifoso milanista
incontra un altro ladro milanista e gli dice:
"Ieri sera sono entrato a casa
Maldini e ho rubato tutto,
coppe, trofei, medaglie..."
L'altro: "ma sei matto ... a
casa
Maldini???????!!!!!!!!!!!"
E Lui: "A casa Materazzi non
c'era quasi niente!!!"
LABORATORIO
www.apuliascuola.it
e-mail: [email protected]
“LETTURA E GIORNALE”
REFERENTE DEL PROGETTO: LECCI ANNA MARIA
GRUPPI REDAZIONALI
ATTUALITÀ
DE GIUSEPPE SARA ,MONTEDURO MARIA LETIZIA ,
MARRA DAVIDE, PANICO DONATO
VITA SCOLASTICA
ZOCCO CHIARA, PANICO SANDRA, CARBONE MATTIA,CALORO PAOLA,
RIZZO ANTONELLA, SIGNORILE ANNA, MAGLIE FATIMA, SCARASCIA
FRANCESCA,CHIARELLO MARIKA
AMBIENTE
ESPOSITO SERENA ERRICO GIORGIO COPPOLA LORENZO
GIOCHI UMORISMO E SPORT
COLUCCIA ENRICO, PRONTERA ANTONIO, TURCO ROCCO, DESIDERATO
PIERPAOLO, PANICO ROCCO, NUCCIO ANDREA, STEFANELLI RICCARDO
CREATIVITA’
PELUSO LUCIA, MARTELLA VANESSA, CHIURI MARIA GIOVANNA,
PELUSO CHIARA, MARRA NOEMI, ZAMINGA CHIARA, MUSIO FEDERICA
PELUSO FEDERICA, ZOCCO CHIARA, GRAZIADEI MARCO
ISTITUTO COMPRENSIVO 1° POLO TRICASE
DOCENTI CHE HANNO COLLABORATO
DE DONNO PAOLO,FERRARESE ANNAMARIA,
LECCI ANNA MARIA, MARTIRE ANNARITA
PUBBLICAZIONE ON LINE a cura di Antonio Marsano
GRAFICA E STAMPA: SERAFINO ARTI GRAFICHE
Tricase - Tel. 0833 541866
La Redazione
del giornale
augura a tutti
voi un
meritato
riposo dopo
un anno
“carico”
d’impegni
e varie
vicessitudini...
Buone
vacanze!
P.s.: Il Chiacchierone
vi dà appuntamento
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