Il Chiacchierone - Giugno 2010 - Istituto Comprensivo Tricase Via
Transcript
Il Chiacchierone - Giugno 2010 - Istituto Comprensivo Tricase Via
GIUGNO 2010 - ANNO XII - N° 35 GIORNALE SCOLASTICO •www.apuliascuola.it • e-mail: [email protected] ISTITUTO COMPRENSIVO 1° - VIA APULIA - TRICASE Madre Terra scrive... Editoriale L ’anno scolastico sta per concludersi! E’ stato un anno intenso, che ci ha dato varie emozioni… Sono state realizzate tante attività, alcune delle quali hanno avuto una risonanza nazionale e internazionale, ma abbiamo avuto anche il periodo più lungo di sospensione delle attività didattiche. In Redazione è arrivata una valanga di materiale molto interessante, da creare, come al solito, una certa difficoltà nella selezione degli articoli: profonde riflessioni su alcuni periodi bui della storia, sulle atrocità che migliaia di perso- ne hanno subito, presenti, purtroppo, ancora oggi in molte parti della terra; poesie sull’olocausto, sui caduti di Nassiriya…; interessanti ricerche per leggere, capire e promuovere il nostro territorio; studi sulla salvaguardia del pianeta Terra e poi tanti laboratori. Dalla lettura dei vari articoli traspare che tutti gli alunni, a vari livelli, hanno acquisito consapevolezza delle varie tematiche e problematiche trattate. Di tutto questo dobbiamo dire grazie ai Docenti che con tanto amore e dedizione hanno seguito Segue a pag. 22 Problemi dell’età adolescenziale Quattro amici e un viaggio I mutamenti del corpo, il desiderio di affermarsi e di venire riconosciuti, le prime inquiete domande sulla propria identità. Questa fase viene definita ADOLESCENZA, fase in cui noi ragazzi non ci sentiamo sempre a nostro agio, ci allontaniamo dalla famiglia per avvicinarci sempre di più, a un’altra famiglia: gli AMICI. È il momento in cui noi ragazzi e ragazze cominciamo a trasformarci sia sul piano fisico che psicologico, tanto che molti psicologi e studiosi paragoPag. 2 Sommario SOMMARIO PAG. 2 ATTUALITÀ PAG. 3 - 11 VITA SCOLASTICA PAG. 12 - 18 CREATIVITÀ PAG. 21 - 24 CULTURA PAG. 25 - 26 SPORT Cari bambini della Terra, vi scrivo questa lettera per chiedere il vostro aiuto. Sapete chi sono? Sono il vostro pianeta, la Terra. Ma sono molto più di un semplice pianeta. Io sono la vostra Dimora. Sono vostra Madre Terra e, proprio come voi, sono unica e quindi sono molto speciale. Ho bisogno di amore e di cure, proprio come voi…. Ora lasciate che vi chieda una cosa: quando vi guardate allo specchio che cosa vedete? Naturalmente vedete i vostri occhi. Vedete i vostri capelli, il vostro naso e la vostra bocca e, se sorridete, vedete i vostri denti. Sapete che cosa vedo io quando mi guardo allo specchio? Vedo tutti gli animali che camminano sulla mia terra. Vedo tutti gli uccelli che volano nel mio cielo. Vedo tutti i pesci, le balene e i delfini che nuotano nei miei oceani. E tutti questi animali che io vedo sono i miei figli. Ma c’è qualcos’altro che vedo allo specchio. Vedo tutti voi! Vi vedo perché anche voi siete miei figli. Siamo tutti una grande famiglia… ma molte persone ancora non sanno di essere miei figli e che tutti gli animali sono i loro fratelli e le loro sorelle… Gli animali mi hanno detto: “Siamo preoccupati, Madre Terra. Abbiamo paura, perché le nostre dimore vengono distrutte da persone prive di buon senso alle quali non importa nulla dei danni che provocano. Non sanno che noi siamo i loro fratelli e le loro sorelle…”. Di che cosa pensate che io abbia bisogno?… Ho bisogno che mi amiate. Questo è tutto… Vi amo con tutto il cuore Madre Terra ... i bambini rispondono Cara Madre Terra, ho ricevuto la tua letterina che mi ha molto commosso. Ogni volta che uso dei fogli penso a quei poveri alberi tagliati senza aver fatto nulla di male! Penso anche alle povere bestioline che si ritrovano senza casa come gli scoiattoli e gli uccelli… Penso a quelle navi che rilasciano nei mari petrolio facendo morire i pesci, le alghe, tutte le forme di vita presenti nell’acqua. Gli uomini privi di buon senso abbattono boschi per costruire fabbriche e uccidono gli animali per fare pellicce, causando l’estinsione di tante specie! È vero, ci sono persone che non pensano all’ambiente ma solamente a sé stessi distruggendo i paesaggi naturali. Ad esempio,in montagna l’habitat sarebbe stato stupendo senza baite, perché un ambiente naturale non deve essere modificato dall’uomo. Confesso che sarebbe bello scalare e poter vivere in montagna senza abbattere alberi!!!! Io vorrei salvare questo mondo a tutti i costi, per questo un giorno proporrò una legge contro l’inquinamento della terra. Ora ti devo lasciare… V C - Primaria 2 Attualità Giugno 2010 Essere diversi: tra fantasia e realtà Da piccolo Rocky aveva ricevuto come regalo di compleanno un gatto e un cane. Il gatto aveva il pelo morbido e folto; sembrava un incrocio tra un siamese e un gatto mediterraneo;il cane era un tenero volpino di razza pura. Entrambi avevano solo pochi mesi, ma si muovevano con molta facilità e rapidità e suscitavano tra gli amici di Rocky tanta tenerezza. Rocky li sottoponeva ad estenuanti allenamenti facendo seguire un nastro al gatto e una pallina di gomma al cane. Quei due animali avevano qualcosa di strano! Certe volte sembrava che il gatto cercasse di conoscere meglio il cane, di avvicinarsi per diventare ottimi amici, come facciamo tutti noi; il cane lo scacciava :” Sparisci, tu non sei di razza come me, sei solo un bastardino”.Il gatto sembrava deluso dal comportamento del suo coinquilino, ma ci riprovava lo stesso, perché era forte d’animo e non voleva mollare, credeva che tutti gli animali fossero uguali… dopo un po’ di tempo, si arrese. Durante la sera, infatti, i due si guardavano con uno sguardo intenso. Forse, era odio oppure… Spesso litigavano: “Ehi cagnaccio. Sono pronto a batterti in ogni momento”. “Non affermare ciò che non è vero. Te lo ripeto, sei solo un bastardino, un gattaccio tutto pelo e ossa”. “Si, come no… Tu sei lurido pulcioso e presuntuoso come tutti quelli di razza, non sei come me!”. “Invece, tu sei piccolo e insignificante”. “Taci, scricciolo di cane!!”. Continua da Pag.1 “Hai iniziato ad offendere miciaccio?”. “E come potrei? Ci ha già pensato madre natura!!”. E la storia continuava… I genitori di Rocky non riuscivano a capire il perché di tale odio. Questa storia andò avanti per tre mesi, fino a quello straordinario colpo di scena. A Chicago, città natale di Rocky, si svolgevano le gare olimpioniche per cani e gatti,in coppia. Il ragazzo decise di partecipare iscrivendo Jerry - il gatto- e Rex -il cane- per confrontarsi con i suoi amici di scuola, che partecipavano assieme ai loro genitori. Ma era una scommessa perché quei due erano proprio diversi e litigiosi. La prima gara andò malissimo. L’arbitro diede il via alla staffetta, tutti erano partiti, tranne Jerry e Rex, che erano impegnati, come al solito, a litigare, non si accorsero dell’inizio della gara e partirono con dieci minuti di ritardo, arrivando ultimi. Videro l’arbitro che premiava due altri animali, così Jerry disse: “Lo sapevo. Litigando non facciamo altro che peggiorare le cose. Ci insultiamo perché siamo leggermente diversi, ma in realtà la diversità serve; è importante per distinguerci l’uno dall’altro. Se non ci fosse la diversità la vita sarebbe monotona, noiosa, senza senso. Essere diversi ci permette di confrontarci con gli altri, ci rende UNICI. Tu non sei superiore a me, noi siamo solo D-I-V-E-R-S-I. Ricorda, nessuno può e deve credersi superiore agli altri. La diversità non può essere un problema”. “Hai ragione… mi vuoi scusare?”. “Sì, amici?”. “Puoi dirlo forte fratello, andiamo a batterli!”. “Whaoo. E VAI! Così si fa!”. Fine della storia? No, inizio della realtà. Io conosco molte persone di nazionalità diverse, con il colore della pelle diversa, con un carattere diverso, con comportamenti diversi. Una mia amica, di origine rumena, vive nel mio paese con sua madre e suo padre adottivo. Ora siamo amiche, ma all’inizio lei era antipatica, non si avvicinava a noi, anzi, ci faceva gesti di cattivo gusto e ci attribuiva dei curiosi nomignoli. Un dubbio: forse, non riusciva ad integrarsi, aveva paura di essere diversa da noi? Appena è arrivata tutti volevano conoscerla, per imparare cose nuove; noi, infatti, impariamo molto dagli stranieri. Ciò che ci divideva, che non ci permetteva di relazionarci con lei , era il suo carattere. Con il passare del tempo e con la conoscenza reciproca, conquistata a piccoli passi, siamo diventate amiche. La televisione spesso dipinge tutti gli immigrati negativamente, senza pensare alla grande popolazione silenziosa di immigrati onesti e instancabili lavoratori che per mantenere la propria famiglia fanno tutti i lavori che gli italiani disprezzano, considerandoli umili. Sono tante le badanti, i muratori, gli spazzini, gli imbianchini che fanno parte della nostra società. Ma come facciamo ad accettare persone che per cultura e modo di vivere sono diversi da noi, se non sappiamo accettare il nostro compagno di classe che ha carattere, comportamenti, gusti, situazione familiare diversa dalla nostra? Per noi la diversità è ancora un PROBLEMA e non una RISORSA. II B - Secondaria Problemi dell’età adolescenziale nano l’adolescenza a una seconda nascita, ad un viaggio che ci porterà a diventare adulti, tra avventure, cambiamenti e ostacoli. Ciò che succede ai quattro amici del film, Stand by me – Ricordi di un’estate, che la prof.ssa ci ha proposto per riflettere sulla nostra età. Ognuno di loro può rappresentare una parte di noi che stiamo lasciando una terra conosciuta e sicura per avventurarci verso una meta sconosciuta e incerta. Chris, considerato da tutti un delinquente, in realtà è un ragazzo saggio e sensibile che cerca sempre di proteggere gli amici; un ragazzo la cui cattiva fama, nella piccola cittadina di Castel Rock, lo porta a ricevere brutti insulti da parte degli abitanti e violenze da parte del padre alcolizzato e del fratello maggiore. Gordie non si sente per niente considerato dalla sua famiglia, nella quale si sente invisibile perché poco considerato dai suoi genitori, ancora sconvolti dalla morte del loro primogenito. Ha una passione sfrenata per la scrittura; infatti, è lui che racconta quest’ avventura. Teddy è il più determinato e alcune volte reagisce in modo molto violento, soprattutto quando viene deriso suo padre. Di Vern si capisce poco dal film; è molto insicuro e spesso agitato. E’ stato lui a portare i suoi amici a questa avventura, poiché aveva sentito parlare il fratello maggiore con un suo amico del ritrovamento di un corpo, mentre guidavano un auto rubata. I quattro ragazzi si mettono in viaggio alla ricerca del corpo di un loro coetaneo scomparso, spinti dalla voglia di diventare “FAMOSI” e dall’ottima occasione di finire in prima pagina per la loro impresa eroica, come spesso succede a noi giovani di oggi. Partono, durante l’estate del ’86,dalla loro cittadina, Castle Rock, un nome immaginario dato a una piccola città americana nello Stato dell’ Oregon, e attraversano, seguendo la ferrovia, il bosco pieno di insidie. Significativa è la scena del ponte al di sotto del quale c’è un burrone. Dopo tante storie da parte di Vern, i quattro decidono di attraversarlo con tutta calma. Chris e Teddy davanti, mentre Vern, che gattona per la paura e Gordie, ansioso di attraversare il ponte, restano indietro; dopo un po’ arriva un treno e fanno appena in tempo a salvarsi. Le emozioni che suscita la corsa sul ponte sono le stesse provocate dal nostro desiderio di avventura quando non si fanno i conti con le nostre reali possibilità. Si incamminano in cerca di un posto dove passare la notte; si fermano e accendono il fuoco e mentre si raccontano storie sentono strani rumori. E’ il momento della paura per i “rumori” del mondo per noi spesso così attraenti; la stessa che provano i quattro amici all’uscita dalla palude quando si ritrovano ricoperti dalle sanguisughe. Per superare la paura, durante la notte decidono di fare dei turni di guardia con la pistola di Chris. Durante il suo turno, Chris nota che Gordie ha degli incubi. I due passano la nottata a consolarsi come facciamo noi quando abbiamo bisogno dell’amico per essere ascoltati o consolati. Si dividono, ritrovando così il corpo del ragazzo ricoperto di terra e foglie, battendo sul tempo altri ragazzi più grandi guidati dal bulletto cittadino. Ma Gordie coraggiosamente riesce ad affrontarli e a mandarli via. I quattro amici si ritrovano così ad essere vittime delle prepotenze dei più grandi, che si manifestano con insulti e gesti violenti per ottenere il silenzio o la menzogna. E’ il fenomeno, sempre più frequente, del bullismo che molti dei ragazzi della nostra età vivono, anche negli ambienti come la scuola dove si dovrebbe vivere in serenità. Tutti e quattro i ragazzi vivono una difficile situazione familiare. Gordie non riesce a farsi accettare in famiglia, Chirs ha una difficile situazione e il suo comportamento dipende da ciò che gli succede in famiglia; Teddy sente la mancanza di suo padre poiché per una brutta malattia sta in ospedale; si può dedurre che Vern abbia gravi problemi che pensa di risolvere con il cibo. In questo film la nostalgia del passato e degli amici d’infanzia si manifesta solo alla fine quando il narratore, Gordie, ormai diventato adulto, scrive questo RICORDO DI UN’ESTATE descrivendo sentimenti, stati d’animo, emozioni e debolezze di un periodo particola- re della sua esistenza . “Stand by me” è un po’ la storia di tutti noi ragazzi, è il viaggio che ognuno di noi vive: il passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza. Anch’io sento di aver iniziato questo lungo e, spero, entusiasmante viaggio. Il mio comportamento è molto, anzi troppo, cambiato, non solo in famiglia ma anche con gli amici, con i professori e con tutti coloro che mi stanno accanto. Il mio corpo è cambiato, il mio carattere è cambiato. TUTTO in me è cambiato. Nei racconti di chi mi conosce fin da piccola e anche nei video e nelle fotografie non mi ritrovo più. Forse gli altri non si sono accorti dei miei cambiamenti, una ragazza alta, intelligente, carina, ma che si sente fuori posto, fuori tempo e fuori da ogni situazione. Come se stessi lì senza permesso, senza ragione, senza libertà: come se non mi sentissi a mio agio. Per me il VIAGGIO è un’opportunità di stare al mondo, di mostrare la propria personalità. E’ un viaggio in crociera quando si ha la possibilità di far vedere agli altri un’altra meraviglia del mondo: noi stessi. Noi che alcune volte inciampiamo, ma che riprovandoci e rialzandoci possiamo farcela, perché una difficoltà non va oltrepassata, non va evitata, ma superata con le proprie forze, sapendo di non essere mai soli. Ci deve spingere il desiderio di volare più in alto possibile, come il Gabbiano Jonathan, la volontà di raggiungere un grande obiettivo: CRESCERE. II B - Secondaria Alla corte di Re Sole Il progetto è stato articolato nel modo seguente: le attività didattiche hanno mirato, in un primo momento, allo sviluppo della capacità di lettura espressiva del testo scritto dal professore Vitale Boccadamo dal titolo “Alla corte del Re Sole”, alla memorizzazione delle battute, alla corretta dizione, alla modulazione della voce quindi alla tonalità della stessa frase. Successivamente si è lavorato sullo sviluppo delle abilità di percezione ritmica, sulla memorizzazione dei passi specifici di minuetto, inserito nella drammatizzazione, per realizzare delle configurazioni tipiche di schemi di danza. Gli alunni hanno dimostrato di aver bene acquisito le capacità di comunicare, le emozioni attraverso le varie performances espressive. A tale proposito hanno partecipato spontaneamente 14 alunni delle classi prima, seconda e terza delle sezioni A e B per un numero di 10 ore. Sono stati utilizzati i locali dell’Istituto Comprensivo. Precisamente l’atrio del primo piano sia per le prove che per la presentazione finale, col supporto di mezzi come lettore CD, microfono gestito dal collaboratore scolastico Adolfo Capece, pianoforte e luci magistralmente manovrate da A. Musarò. I costumi sono stati realizzati e/o acquistati dai NOI POMODORI ALLA SFILATA DI CARNEVALE Ieri, 11 febbraio abbiamo partecipato alla sfilata di carnevale organizzata dalla nostra scuola. Già la settimana prima le nostre maestre ci avevano avvisati che ci saremmo vestiti da pomodori. Era stato scelto questo vestito perché abbiamo aderito al progetto salute. Era di stoffa rossa con attaccati gli occhi e la bocca. In testa c’era un cappellino verde che voleva rappresentare il peduncolo del pomodoro. Qualche giorno prima della sfilata abbiamo incominciato ad imparare sia la canzone sia il balletto. Poi arriva in gran giorno. La mattina stessa avevamo comprato i coriandoli a scuola. Arrivato a casa mi sono infilato il vestito e davanti allo specchio ho cominciato a ridere. Verso le 15.15 ci siamo messi in cammino e a guidare il gruppo c’erano Gabriele Marino e Gabriele Nuccio che tenevano il cartellone su cui c’era scritto il nostro slogan “Noi siamo i pomodori, buoni dentro e belli fuori, se un regime saluta- genitori degli alunni/e interessati e la scenografia è stata realizzata dagli stessi ragazzi coadiuvati e guidati dalle insegnanti responsabili (prof. Scupola e M;archetti). L’entusiasmo dei ragazzi è stato sorretto dall’impegno e dalla partecipazione attiva per tutta la durata dell’attività, gli stessi hanno mantenuto un comportamento serio creando un clima sereno e rendendo agevole lo svolgimento della drammatizzazione. Sull’onda dell’entusiasmo giovanile i ragazzi si sono divertiti lavorando, hanno migliorato le proprie abilità e le conoscenze espressive della propria voce e del proprio corpo. Tutto ciò è stato dimostrato dal successo ottenuto in occasione del saggio finale presentato l’11 febbraio 2010, dai numerosi complimenti ricevuti durante la sfilata di carnevale, nonché dall’acclamazione e premiazione avvenuta nella sfilata di carnevale a Specchia il 14 febbraio 2010, aggiudicandosi il secondo premio per l’organizzazione e l’originalità delle maschere. L’esperienza dell’attività teatrale è stata alquanto positiva per i ragazzi poiché li ha arricchiti dal punto di vista non solo cognitivo, ma anche relazionale. Docente di musica, Gabriella Marchetti Docente di arte, Addolorata Scupola Prepariamoci a... sfilare Cara Lilly, come andiamo? Voglio raccontarti dei preparativi per la sfilata che si farà oggi pomeriggio alle 15.15. Noi abbiamo deciso il genere fantascientifico e ci chiamiamo “creature spaziali”. I ragazzi si vestono da astronauti: hanno una tuta color argento, con il casco ricoperto di carta alluminio, una cintura argentata ed un’arma costruita con oggetti riciclati. Le ragazze hanno un vestito argenta- 3 Vita Scolastica / Carnevale Giugno 2010 La sfilata: che divertimento to che termina a metà ginocchio con orlo rigido. Gli stivali sono di stoffa come il cappello a papalina. Abbiamo anche una fascetta a retina sopra gli occhi. La nostra coreografia è ambientata sul pianeta Argentario, territorio delle Argentarine. La navicella degli astronauti ha avuto un guasto e quindi siamo sbarcati su questo pianeta sconosciuto e inesplorato. Prendiamo le armi, scendiamo e cerchiamo di difendere il nostro territorio scacciando gli astronauti. Ma all’improvviso nasce questa grande amicizia: balliamo il twist insieme, loro ci offrono un lecca-lecca e molte altre cose. Noi saremo il gruppo migliore, saremo i più belli e daremo uno spettacolo divertente. Sarà una sfilata meravigliosa e spettacolare! CARI FILO E SOFIA Ti racconto coro amico mio, la sfilata di carnevale organizzata a scuola Cari Filo e Sofia, oggi è il grande giorno: è CARNEVALE! Appena abbiamo finito di mangiare, io, mamma, papà e Margherita (si è vestita da grillo) ci siamo mascherati. Quando siamo arrivati a scuola c’erano delle mamme che re vuoi seguire nella tua dieta devi farci comparire”! Siamo stati fermi per dieci minuti sulle scale e intanto lanciavamo dei coriandoli a più non posso. Davanti a tutti c’erano le classi prime travestite da frutta, le seconde e le terze e infine noi: si vedeva una macchia rossa in mezzo a tante stoffe colorate! Intanto davanti a noi c’era una macchina che faceva sentire la nostra canzone. Ero molto felice perché sapevo che sarebbe stata una bella sfilata e molto più perché avevo un pacco di coriandoli in mano…! La prima tappa è stata piazza Cappuccini, a seguire piazza Pisanelli dove abbiamo eseguito il nostro balletto. Mentre ballavo ero molto felice ma mi vergognavo a stare vicino a tutta quella gente. Dopo il balletto mi sono divertito a buttare coriandoli alla maestra, tanto che ha dovuto ficcarmeli in bocca mentre parlavo…! E tra scherzi e risate e finita la giornata. Verso le 18.00 sono tornato a casa. E’ stata una bella sfilata e mi sono divertito molto con i miei amici! IV C - Primaria V A - Primaria Caro Albi, come promesso ti racconterò della sfilata. Ieri mattina, con la maestra abbiamo provato per tutto il tempo, senza mai smettere, la coreografia. Nel pomeriggio si è svolta la sfilata: c’erano tanti vestiti diversi; nel gruppo noi ragazzi eravamo vestiti da astronauti e le ragazze da creature lunari. Le altre classi avevano vestiti diversi dai nostri: erano mostri, fantasmi e personaggi fantastici; però Albi, te lo dico in confidenza: secondo me eravamo i più belli! Alle tre in punto partiamo: c’è tanta gente che segue la sfilata. I genitori si inserivano tra le maschere rovinando un po’ il corteo ma pazienza, diciamo che ci siamo divertiti ugualmente. Scherzando e giocando, arriviamo già in piazza Pisanelli: c’era una gran confusione! Tutti aspettavano la sfilata: davanti ci sono i musicisti della banda della scuola, travestiti da banda bassotti, poi a seguire tutte le classi, dalla prima elementare alla terza media. si mettevano il cerone nero sulle guance. Indossavano, come Mery Poppins, l’ombrello e il cappellino: sembravano delle signorine, allora anche io mi sono messo la fuliggine nera come gli spazzacamini. Siamo usciti e c’era un oceano di gente, la banda della scuola ha cominciato a suonare e tutti abbiamo cominciato a sfilare per le vie del paese. A metà strada ero agitato e mi vergognavo un po’! Abbiamo lanciato coriandoli in aria e per terra, e abbiamo cominciato a cantare e a ballare, seguendo la mamma di Roberto che stava davanti a me e Piano piano ci esibiamo tutti noi eravamo gli ultimi. Purtroppo l’attesa stanca e quando arriva il nostro turno, eccitatissimi e spaventati, saliamo sul palco e iniziamo a ballare, tutti dicono che siamo stati bravissimi, ma io che i segreti non li so mantenere, li confiderò a te: abbiamo sbagliato un tempo ma per fortuna nessuno se n’è accorto! E’ stato bellissimo, ma stancante! V A - Primaria che ci indicava i movimenti da seguire. Eravamo quasi arrivati in piazza Pisanelli ed io avevo i piedi a pezzi. Arrivato il nostro turno d’esibizione mi sentivo battere forte il cuore. La piazza era affollata di gente e battevo i denti perché avevo paura di fare brutta figura. Ci siamo disposti ai piedi del palco e abbiamo cominciato a ballare. È andato tutto bene, poi è arrivato il turno dei grilli anche a loro è andata bene. Ci siamo fatti una foto ricordo e penso che questa sfilata la ricorderemo anche in terza media Tanti Saluti. III A - Primaria 4 Vita Scolastica Giugno 2010 CARNEVALE Percorso didattico: il CARNEVALE Le classi terze C e D della scuola Primaria hanno sviluppato, quest’anno, un percorso trasversale avente come tema la fiaba “Le avventure di Pinocchio”. Il percorso si è sviluppato in tre fasi: • Prima fase: lettura in classe della fiaba di Pinocchio, completamento di schede per la comprensione e rappresentazione grafica delle varie scene. • Seconda fase: per Carnevale è stato attivato un laboratorio che ha visto impegnati i genitori nella realizzazione di maschere rappresentanti i personaggi principali della fiaba letta (Pinocchio, il Grillo Parlante, il Gatto e la Volpe, la Balena, la Fatina…) • Terza fase: messa in scena della fiaba “Pinocchio e la voce della coscienza”. Gli alunni, organizzati in gruppi di classi aperte, hanno ricostruito la fiaba, inventato i dialoghi in modo da far emergere il messaggio più ampio del vivere civile, secondo le regole convenute di una comunità. Nella rappresentazione sono coinvolti i genitori che le docenti ringraziano per l’interesse e la viva partecipazione nelle suddette fasi rendendo possibile la realizzazione di tale laboratorio. III C- III D - Primaria La tradizione popolare: la “Pizzica” V C - Primaria V C - Primaria V C - Primaria SCUOLA IN VIAGGIO Tutti in gita a “Casale Sombrino” Ieri siamo andati a visitare l’azienda agricola “Casale Sombrino” che si trova a Supersano in provincia di Lecce. Il casale è una costruzione molto antica, ben curato e si trova in mezzo a campi di cereali, frutta, ortaggi, vigneti e uliveti. È un posto molto tranquillo. Vivono… tanti animali che mangiano fieno, paglia, erba e bevono acqua che esce dal rubinetto. I cavalli, le caprette e i maiali stanno chiusi nei recenti; i piccioni, le galline, i pavoni, le oche e i conigli stanno chiusi nelle gabbie. Nella fattoria ci sono persone che si prendono cura degli animali, che lavorano nei campi, che puliscono e che preparano da mangiare ai visitatori. Questa esperienza è stata molto bella. Andate, vi divertite un sacco tutti insieme! Gli alunni della classe I B - Primaria Che bello, si parte Mercoledì scorso è stato un giorno speciale. Per la prima volta siamo partiti con il pullman con le maestre e senza genitori. Abbiamo visitato la fattoria, osservato tanti animali e impastato il pane. Che emozione dare la paglia al cavallo! Che gioia impastare e preparare i nostri panini! Poi ….. tutti a mangiare! Infine, per lasciare il segno della nostra visita, un signore ha piantato un albero ed ha appeso su un ramo una targhetta con il nome della nostra scuola. E’ stata un’esperienza divertente ed interessante. I A - Primaria IN FATTORIA Il 19 maggio scorso, noi classi prime, abbiamo visitato la fattoria “Casale Sombrino”. Quanti animali abbiamo visto! In un grande recinto c'erano un pony, un cavallo e tante capre. Una capretta era uscita dal recinto: era spaventata, belava forte, voleva la sua mamma! Noi cercavamo di calmarla ma non ci siamo riusciti, così ci siamo allontanati e lei, di corsa, è rientrata nel recinto. Nel pollaio c'erano le galline, i pulcini e il gallo che ogni tanto faceva chicchirichì! In un’altra gabbia c'erano le galline faraone e un pavone con le sue lunghissime penne colorate. Ad un certo punto il pavone ha aperto la coda a ventaglio ma solo qualcuno di noi l'ha visto peccato! Però ci siamo molto divertiti a dar da mangiare e ad accarezzare i cavalli e le capre, senza avere nessuna paura. E non finisce qui! Nella fattoria c'erano anche colombi, conigli, maiali e oche che starnazzavano impaurite dalla nostra presenza. Insomma, siamo proprio molto contenti della nuova esperienza! Speriamo di trascorrere al più presto un'altra bellissima giornata all'aria aperta, insieme ai compagni e alle maestre. I C - Primaria Giugno 2010 5 Vita Scolastica Visita alla città messapica di Vaste Oggi, 13 maggio 2010 , siamo andati a visitare la città messapica di Vaste. Partiamo alle 8.30, tutti agitati, una foto di gruppo e poi tutti sul pullman. Dopo un po’ di viaggio arriviamo in una piazza da cui si accedeva al museo. Entrati lì, ci troviamo vicino a un proiettore dove la nostra guida, Rino Greco, ci racconta dei Messapi: dove vivevano, i luoghi di culto, che mura avevano e dove si riparavano quando c’era la guerra. Poi entriamo nel museo: incominciamo osservando i vasi, alcune chiamate trozzelle, che deriva da trozze, cioè delle rotelle che servono per tirare l’acqua dal pozzo, infatti erano usate per prendere l’acqua, altri dove mettevano il vino, (precisamente il mosto perché non avevano ancora scoperto la fermentazione) chiamati crateri. C’erano esposti anche i piatti e le ciotole in cui mangiavano e dei contenitori in cui si mettevano profumi e oli profumati. Su alcune stele c’era incisa la scrittura messapica ancora indecifrata. Sopra i cippi, c’erano dei doni di stoffa in onore degli dei. C’erano anche degli scheletri, uno di un guerriero e uno di un atleta con il cranio spaccato. La tomba del principe era decorata con crateri e uno sperone per i cavalli; quella dell’atleta era ricca di piatti per mangiare e strigide, strumenti che servivano per togliere l’olio dal corpo. Prima di entrare in questa stanza, quattro cariatidi sorreggevano un architrave e un carro in legno. Queste un tempo si trovavano all’ingresso della tomba del principe, ora tre sono conservate nel museo di Taranto e una nel museo di Lecce. Passiamo in un’altra stanza dove ci sono due ricostruzioni di mura in legno e una in pietra, ritrovate negli scavi. Sia in una che nell’altra erano ben visibili i dettagli del decoro. Poi c’era una grande bacheca per vedere le iscrizioni messapiche, incise su cippi di pietra. Andando verso il sito archeologico troviamo il parco dei guerrieri, un campo, con una grande torre e due soldati in ferro situati uno accanto e uno a pochi metri di distanza dalla stessa. Arrivati al sito archeologico vediamo una capanna ricostruita, solo dall’esterno, perché l’interno lo visiteremo dopo. Dopo un po’ di cammino arriviamo ad una necropoli: è grandissima e grazie alle descrizioni della nostra guida riusciamo a indentificare un semicerchio e un rettangolo che costituivano le fondamenta di una basilica che poi è crollata; guardando le tombe, invece, vediamo che erano scavate nella roccia, prima c’era anche una copertura, solo che col tempo e con gli scavi è crollata. Per ricoprire le tombe si usavano delle grandi lastre, alcune piatte, altre piramidali. Rino, la guida, ci ha detto che nei campi c’erano anche delle sepolture più umili, dei poveri, che venivano sepolti sotto terra, cioè senza tomba. Finalmente visitiamo all’interno la capanna messapica, con il tetto fatto di canne, le quali, quando cadevano, venivano messe in una buca, circondata da pietre, per fare il fuoco. Per finire andiamo a visitare la chiesa Santi Stefani, chiamata così perché ci sono tre affreschi di Santo Stefano. A questo punto ci riposiamo e facciamo merenda in uno spiazzo aperto. La nostra visita alla città messapica di Vaste si conclude qui risalendo sul pullman e ritornando a casa passando un’altra volta dal parco dei guerrieri. E’ stata una giornata molto interessante che ci ha fatto conoscere un posto meraviglioso a due passi da casa, ma siamo veramente sfiniti! SPECCHIA: UNO DEI CENTO BORGHI PIÙ BELLI D’ITALIA Ieri 3 maggio 2010, noi alunni delle classi prime della secondaria, abbiamo effettuato una visita guidata a Specchia, uno dei cento borghi più belli d'Italia, accompagnati dalle Docenti Giovanna Calora, Addolorata Scupola, Fiorangela Cassiano e Gabriella Marchetti le quali hanno accolto la proposta fatta dall’Accademia delle “Arti e dei Mestieri” di Terra d’Amendolia in collaborazione con il Comune di Specchia. All’arrivo siamo stati accolti dallo studioso di arte locale Professore Antonio Penna, un signore dall'aspetto simpatico,con delle ciocche di capelli bianche che sventolavano al vento sottolineando il suo parlare saggio, di vita e di storia, dall'Assessore alla cultura del comune di Specchia Dottor Gian Piero Pizza, dal Presidente dell’Accademia Signor Mario Branca, dall’Architetto Dottoressa Stefania Branca, dal poeta Signor Rocco Orlandini e dai musicisti della “pizzica” che ci hanno allietati con una musica a noi molto familiare. Abbiamo seguito, nella sala consiliare del castello Protonobilissimo-Risolo, dopo il saluto dell' assessore, una breve relazione tenuta dal Prof. Penna sulla storia di Specchia. Mentre il Professore parlava noi siamo rimasti sempre attenti ed interessati perché l'argomento non era noioso e anche per il suo modo di parlare. Abbiamo acquisito così notizie preziosissime sul territorio. Prima di uscire ci ha portati sulla terrazza da dove si potevano vedere le montagne dell'Albania. Alle ore 10, è iniziata la visita dei vari monumenti nel centro storico: la Chiesa Madre che fu edificata tra il Cinquecento e il Seicento, il cui portone d'ingresso è sormontato da una statua lapidea di San Nicola, protettore del paese; la Chiesa di San Domenico, iniziata nel 1600 e completata nel 1700 che ospita la confraternita di V A - Primaria Sant'Antonio; la chiesa di San Nicola piccolo tempio di natura medioevale a navata unica in stile romanico; i palazzi Orsini del 1500, Pedone del 1700, Pisanelli del 1600. Infine abbiamo visitato i frantoi ipogei che risalgono ad un periodo compreso fra il 1500 e il 1800 edificati sottoterra, come ci diceva 1'Architetto Stefania Branca,per due motivi: la semplicità di escavazione rispetto alla edificazione e la facilità di mantenere la temperatura ideale per la separazione della sansa dall'olio che deve essere di 20°. Percorrendo un breve tratto di strada con il pulmino comunale abbiamo raggiunto la periferia e ammirato la chiesa di Santa Eufemia, un frammento di medioevo; viene collocata dagli studiosi tra il IX e il X secolo riportata alla sua naturale bellezza da recenti restauri. Alle ore 13.00 siamo giunti alla tenuta della famiglia Mario Branca un artista estroso, pieno di inventiva e amore per la natura, dove ci aspettava una pausa pranzo all'insegna della genuinità in un luogo gradevole con sottofondo musicale accompagnato da canti e danze che ci ha coinvolto in prima persona. Abbiamo poi percorso la via Traiana, proprietà del demanio comunale, che alcuni componenti dell'Accademia guidati da Mario Branca hanno per buona parte ripulito, riportando alla luce il basolato originario risalente al I secolo d.C. Alla fine della stessa strada ci è stata dedicata una poesia realizzata apposta per noi dal poeta Rocco Orlandini; dopodiché è stata fissata, con un impasto di breccia e malta a cura di Vincenzo Corvaglia (un artigiano della pietra sulla roccia viva), la stele sulla quale è stata incisa questa epigrafe: "In memoria della visita degli alunni dell'Istituto Comprensivo I Polo di Tricase" che rimarrà a testimonianza del nostro passaggio in quel luogo. Dopo una breve perlustrazione della zona, durante la quale noi giocavamo a buttarci addosso "l'avena sativa" ai bordi della strada, rispolverando un gioco antico quanto il mondo quello, del "vediamo chi ha più fidanzati", siamo rientrati alla tenuta e abbiamo gustato un buon gelato offerto dall'Associazione promotrice dell'iniziativa, che ringraziamo, oltre che per il pranzo anche per tutto ciò che ha reso possibile questa interessantissima esperienza. I C - Secondaria 6 Vita scolastica Giugno 2010 Lecce “città d’arte” Quest’anno noi ragazzi delle classi terze dell’Istituto Comprensivo I Polo, abbiamo effettuato una visita guidata a Lecce, per conoscere ciò che ha dato vita all’incantevole patrimonio artistico che identifica Lecce come “Città d’arte”. Alle 8.45 siamo saliti sul pullman a due piani e, muniti di block-notes e macchine fotografiche, ci siamo diretti a Lecce, dove al parcheggio ci attendeva Simone, la nostra guida. Con lui ci siamo diretti verso il centro storico, che è uno dei più grandi e più belli d’Italia. Cammin facendo, Simone ci ha indicato le mura della città antica fatte costruire per volere di Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero Germanico. Egli, che aveva ereditato dalla madre il Regno delle Due Sicilie, di cui faceva parte la Puglia, era anche il sovrano delle colonie spagnole in America Latina. I suoi possedimenti erano così vasti che egli era solito dire che nei suoi domini non tramontava mai il sole. Anche se una buona parte delle mura di difesa sono ancora intere, un tempo esse cingevano completamente il centro di Lecce culminando con l’imponente castello di Carlo V, costruito sul luogo occupato dall’antico maniero normanno. Le mura sono state realizzate con una pietra locale, chiamata appunto “pietra leccese”, che nasce come sedimento di sabbia. E’ un calcare compatto e omogeneo ma molto tenero, facilmente lavorabile, che a contatto con l’aria indurisce e assume con il tempo un colore dorato molto caldo. Subito dopo, ci siamo diretti verso Porta Napoli, che è l’ingresso del centro storico. Porta Napoli, così chiamata perché situata sulla strada che conduce all’ex capitale del Regno delle Due Sicilie, cioè Napoli, è un arco di trionfo fatto costruire per la venuta di Carlo V a Lecce, visita mai effettuata a causa dell’abdicazio- ne del sovrano. Lo stile architettonico è il barocco, mentre il materiale da costruzione è la pietra leccese. Sul timpano è presente lo stemma imperiale asburgico di Carlo V e nella decorazione sono inoltre presenti le raffigurazioni di alcuni cannoni e di due armature. Porta Napoli sostituisce una porta preesistente denominata di San Giusto, patrono di Lecce insieme a Sant’Oronzo e San Fortunato. Una leggenda narra che i resti di San Giusto siano ancora presenti sotto Porta Napoli a tutela della città. Ci siamo poi recati in Piazza Duomo, passando per il centro storico. Le strade lastricate, abbinate agli edifici barocchi, davano alle stradine del centro un effetto stupendo. In giro si vedevano altre scolaresche che, come noi, rimanevano affascinate dalle bellezze della città. Poco dopo abbiamo raggiunto Piazza Duomo, dove in passato era collocato il Foro della città. Esso si presenta come una sorta di ambiente unitario, chiuso come un grande cortile interno; tutti gli edifici che lo circondano, in stile barocco, sono messi in relazione tra loro, in modo da creare un insieme armonioso, solenne ed elegante. I più importanti sono il Palazzo del Seminario, il Palazzo Vescovile e, con l’alto campanile a fianco, il Duomo. Verso la fine degli anni Cinquanta, per restituire alla piazza la sua bellezza originaria, fu rimossa la fontana con la coppia di cavalli alati. Il Duomo, tra i più belli d’Italia, costruito una prima volta nel 1144, poi nel 1230, su richiesta del vescovo di Lecce, Luigi Pappacoda, fu ristrutturato negli anni tra il 165970 da Giuseppe Zimbalo secondo lo stile barocco. La cattedrale presenta una facciata principale, piuttosto semplice sotto il profilo decorativo, mentre l’ingresso laterale che si apre sulla navata sinistra appare decisamente più importante. L’interno, a croce latina, presenta tre navate. La centrale è ricoperta da un soffitto di legno a lacunari intagliati, con tele raffiguranti la predicazione di Sant’Oronzo, la Protezione dalla Peste, il suo martirio e l’Ultima Cena. Il Duomo accoglie al suo interno 12 altari, più quello maggiore: i più importanti sono quelli di Sant’Oronzo, dell’Immacolata ricoperto di foglie d’oro e l’altare maggiore. Il campanile del Duomo, eretto da Giuseppe Zimbalo in sostituzione di quello normanno, è formato da cinque piani, l’ultimo dei quali è sormontato da un cupola sulla quale è posta una statua in ferro raffigurante Sant’Oronzo. Complessivamente è alto 72 metri. La guida ci ha informati che risulta essere il 17° campanile in Europa per altezza, tanto che dalla sua sommità si scorge l’Adriatico e, in giornate particolarmente limpide, anche le montagne dell’Albania. Successivamente, ci siamo recati in piazza Sigismondo, la piazza antistante la Basilica di Santa Croce. Qui, attraverso una spessa lastra di vetro, abbiamo potuto ammirare un frantoio ipogeo, utilizzato in passato per la produzione di olio lampante. Ci siamo poi diretti verso la basilica di Santa Croce, monumento simbolo del barocco leccese, costruita a cavallo di due secoli, dal 1549 al 1695, su disegni di Gabriele Riccardi e da architetti del calibro di Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo per celebrare la sconfitta dei turchi. Arrivati a destinazione siamo rimasti affascinati dalla sontuosità della sua facciata, che è un tripudio di decori in pietra. La parte superiore, la più ricca di decori, è divisa da quella intermedia da una balconata, retta da tredici cariatidi che ritraggono figure grottesche ed animali fantastici e allegorici quali telamoni, draghi, leoni e grifoni. Appena sopra fa bella mostra di sé il grande rosone centrale, di ispirazione romanica, che è diventato ormai uno dei simboli della città. Il rosone è ricco di angeli, festoni e contiene i profili degli artisti costruttori. L’interno della basilica, a croce latina, è diviso in tre navate. La navata maggiore è ad archi che poggiano su sedici colonne ornate di capitelli di tipo corinzio. La navata centrale è sovrastata da un soffitto a cassettoni in legno di noce dorato; le due laterali si aprono su sette cappelle, tutte dotate di altari, ai quali vanno aggiunti i due del presbiterio, nonché il maggiore del XVIII secolo. Gli altari, in pietra leccese, sono molto decorati, in particolare quello dedicato a San Francesco da Paola. A tal proposito la guida ha sottoli- neato che è l’unico ad avere non solo decorazioni barocche, ma anche riquadri scolpiti con scene che raffigurano la vita del santo e la presa di Otranto. L’altare di Sant’Oronzo, costruito nel 1743, contiene una tela che rappresenta il santo che veglia sulla città di Lecce, dopo il terremoto. Notevole anche la decorazione dell’altare Santa Croce, che dà il nome alla basilica. Quest’ultimo contiene un reliquario che conserva una scheggia della croce su cui è stato crocifisso Gesù. Successivamente, ci siamo recati in Piazza Sant’Oronzo chiamata così in onore di S. Oronzo, proclamato patrono della città, per aver salvato Lecce da una tremenda epidemia di peste scoppiata nel 1656. In un lato della piazza si erge la Colonna di Sant’Oronzo, alta circa 29 metri, innalzata alla fine del XVII secolo dall’architetto leccese Zimbalo, utilizzando il fusto di una delle due colonne che concludevano la via Appia a Brindisi. La piazza è in parte occupata dagli interessanti scavi dell’Anfiteatro romano del I-II secolo d.C, riportato alla luce all’inizio del Novecento durante i lavori di costruzione del palazzo della Banca d’Italia. Un tempo misurava circa 102 m x 83 m e riusciva a contenere oltre 25.000 spettatori. Attualmente è possibile ammirare solo un tratto dell’intera struttura, in quanto il resto rimane ancora nascosto nel sottosuolo di piazza Sant’Oronzo dove si ergono alcuni edifici e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. L’anfiteatro, un tempo luogo di spet- tacolo e di divertimento delle guarnigioni stanziate nei pressi della città, ospita nel periodo natalizio un presepe con personaggi di cartapesta, mentre d’estate viene sfruttato per la rappresentazione di commedie in dialetto leccese. Ovviamente non sono mancati momenti “dolci”: alle ore 12.00 circa, abbiamo fatto una piccola sosta al Caffè Alvino “Dolci Fantasie” per gustare alcuni pasticcini e scattare delle foto di gruppo. Purtroppo, il tempo rimasto a nostra disposizione non ci ha consentito di visitare, come da programma, una bottega di cartapesta e i presepi nel Palazzo dei Celestini, ex monastero. Durante il viaggio di ritorno e nei giorni successivi alla visita, con i nostri professori abbiamo fatto alcune considerazioni sul viaggio e sulle conoscenze acquisite. Siamo rimasti veramente soddisfatti perché non immaginavamo che la nostra provincia fosse così ricca di storia e racchiudesse monumenti di grande valore artistico. Quest’esperienza ci ha permesso di arricchire il nostro bagaglio culturale ed è stata particolarmente istruttiva e interessante perché ci ha dato l’opportunità di verificare in loco quanto appreso dallo studio effettuato sui libri. È per questo motivo che consigliamo a tutti di visitare questa splendida città che per la bellezza dei suoi monumenti è definita, non a torto, la “Firenze del Sud” e “Atene delle Puglie”. III A - Secondaria USCITA DIDATTICA A LEQUILE Oggi 25 Maggio 2010, siamo andati a Lecce e a Lequile, dopo che ci siamo preparati e siamo saliti sul pullman. Una volta scesi ci siamo recati su una piazzetta e abbiamo pranzato. Dopo siamo andati a veder il museo archeologico dei ragazzi. Caterina, una lavoratrice del museo ci ha spiegato alcune cose sull’uomo primitivo. Ci ha spiegato che l’Homo Abilis costruì attrezzi con cui poteva difendersi dai predatori. L’Homo Erectus, invece, scoprì il fuoco e scoprì anche che poteva cucinare la carne cruda che poi diventava cotta; poteva anche avere la luce e allontanare gli animali feroci. L’Homo Sapiens Sapiens inventò le lance però si accorse che erano molto pesanti allora costruì l’arpione che si poteva lanciare più lontano. Costruì anche due sfere legate a una fune e così poteva fare il lancio come i cowboy e catturare le prede più facilmente. Successivamente Caterina ci fa vedere l’Homo di Neandertal che faceva i vasi con l’argilla ed infine come si faceva il telaio nel Neolitico. Poi siamo andati a Lequile, abbiamo pranzato e dopo ancora siamo andati al parco giochi dove ci siamo divertiti molto salendo sull’altalena. Dopo un po’ è venuta l’archeologa che ci ha spiegato come si trovano i resti. Abbiamo scavato dentro dei quadrati divisi con corde e picchetti. Abbiamo trovato pezzi di argilla e di ceramica. E’ stato bellissimo. Infine ci hanno fatto fare una specie di misurazione nel nostro quadrato per segnare il punto del ritrovamento. Dopo siamo saliti sul pullman e siamo ritornati a casa. Non dimenticherò mai questa esperienza che è stata unica e bellissima. Classe terza - Scuola Primaria 7 Vita scolastica Giugno 2010 SCUOLA IN VIAGGIO Gita scolastica: dal grano al... pane Suoniamo nella città di Matino Ieri, 20 Maggio siamo andati a visitare tre luoghi; il campo di grano, il Mulino "Scarcia" di Specchia ed infine il Forno Casciaro di Tiggiano. Siamo andati al campo di grano per vedere il grado di maturazione delle spighe, abbiamo visto che le spighe erano gialle e i chicchi si stavano riempiendo, ma la maturazione non era ancora completa. Poi siamo andati al Mulino "Scarcia" di Specchia, prima loro avevano un mulino antico ma ora si sono trasferiti al nuovo. 11 Mulino "Scarcia" è il più importante della provincia di Lecce perché la loro farina si vende in tutta la Puglia. E' un mulino modernissimo, il proprietario ci ha fatto vedere addirittura la differenza tra il modo antico di "macinare" e pulire il grano, e quello dei tempi moderni. Nei tempi antichi si prendeva un setaccio e si girava, oggi invece abbiamo buttato il grano in una specie di fossa dove veniva pulito dalle macchine. Le tappe per la trasformazione sono dodici e loro avevano una macchina per ogni tappa, le macchine faceva- no molto rumore e alla fine c’era un buco dove si mettevano i sacchi che li riempivano di farina. Poi siamo andati al forno "Casciaro" di Tiggiano dove abbiamo visto un’impastatrice che direttamente impasta. Gli ingredienti sono farina, acqua, lievito di birra e un po' di sale. La vite dell'impastatrice gira pianino poi dall'impasto una macchina produce un salamino e le operaie li attoreigliano a forma di frisa e le mettono una sopra l'altra. Poi le mettono in forno per trentacinque minuti e quando vengono sfornate sono morbide, poi le tagliano in due con una macchina che taglia con una stecca di ferro. Sono ancora morbide e vengono biscottate. Il proprietario ci ha offerto delle friselline e ci ha fatto vedere come vengono confezionate nelle buste. Loro producono biscotti, tarallini, frise ecc... e anche questo panificio vende le sue produzioni in tutta la provincia. II A - Primaria La nostra scuola offre numerosi corsi e opzioni scolastiche tra cui anche quella di imparare a suonare uno strumento musicale tramite delle lezioni impartite nel pomeriggio, da diversi professori di chitarra, pianoforte, sassofono e clarinetto. Proprio le classi terze di questi ultimi due strumenti sono state spinte dai professori di musica Luca Mangione e Alessandro Trianni insegnanti rispettivamente di clarinetto e sassofono alla rassegna musicale che si terrà a Matino il 6 Maggio di quest’anno. Per esercitarci nell’esecuzione dei brani assegnatici è stato necessario recarsi a scuola in orario extrascolastico per fare prove d’insieme. I giorni delle prove sono stati mercoledì e venerdì, ma il nostro “allenamento” si è ripetuto per diverse settimane. L’aiuto dei nostri professori è stato indispensabile per migliorare ulteriormente l’esecuzione del brano. Speriamo che i nostri sforzi vengano premiati. Emanuele Panico GIOCANDO, IMPANDO La mia bilancia SUPERCLASS MARKET Oggi abbiamo imparato le misure di peso. La nostra maestra ci ha dato un compito: costruire una bilancia. La difficoltà che ho incontrato è stata quella di bilanciare i due piatti. Mi ha aiutato molto mio zio. Fare il disegno della bilancia è stato molto facile ma costruirla per niente. E’ fatta tutta di legno e al di sotto c’è una base tonda, alla quale è attaccato un pezzo di legno verticale lavorato a mano, lungo 23 cm molto appuntito. Per sostenere i due piatti su cui saranno posti gli oggetti per essere pesati c’è un altro pezzo di legno in orizzontale lungo 34 cm. Per tenere appesi i piatti ci sono delle catene che rendono originale la bilancia. Infine ci sono i piattini che sono piccoli e tondi, il legno che ho usato è di noce chiaro. Con la mia bilancia io ho In questi giorni la maestra Marilena ci ha spiegato il guadagno, il ricavo e la spesa in un mondo divertentissimo aprendo un piccolo “mercatino” dove lei portava la merce e noi dovevamo fare i lavoratori e i clienti . Questo mercatino lo abbiamo chiamato “Superclass Market “un nome inventato da noi. Ci siamo divertiti tantissimo ma soprattutto abbiamo appreso e imparato divertendoci. IV B - Primaria fatto una foto che forse andrà sul giornale della mia scuola. Secondo me questa bilancia è la più bella di tutte perché l’ho costruita insieme a mio zio Archimede che mi vuole tanto bene e al quale ne voglio tanto, e passare del tempo insieme è stato molto divertente. IV D - Primaria Una vittoria inaspettata UNA PROVA FONDAMENTALE Oggi è venuto in classe il professore Giuseppe de Matteis e ci ha spiegato come comportarci in caso d’incendio o terremoto all’interno dell’edificio scolastico. Ci ha illustrato prima l’atteggiamento da avere in caso di terremoti e ha detto di rifugiarsi sotto il banco. Successivamente abbiamo simulato un’evacuazione in caso d’incendio. Gli aprifila (che in classe mia sono Alberto e Roberta) devono aprire la porta dell’aula e in maniera ordinata uscire; poi ci sono i serrafila (che nella mia classe sono Federica e Manuele) che escono per ultimi assicurandosi che tutti siano usciti dall’aula, mentre la maestra prende il registro e, una volta usciti da scuola, deve fare l’appello. Dopo la prova siamo rientrati in classe per continuare la lezione. Io penso che questa simulazione oltre ad essere stata molto divertente sia stata anche molto istruttiva dal momento che nessuno di noi sapeva come comportarsi in situazioni così delicate. IV A - Primaria Caro diario, oggi ti do’ una notizia che aspettavi da tanto tempo: la classifica dei giochi matematici! Ti voglio raccontare di quella fredda mattina di novembre giorno in cui si sono effettuati i giochi matematici. Ero in classe con i miei compagni, per l’emozione mi ero quasi dimenticata che in quel giorno dovevo partecipare alla gara e la maestra me lo ricordò. Poi arrivò il momento tanto atteso. Una maestra e altri ragazzi sono venuti nella nostra classe e sono usciti gli altri che non partecipavano alla prova … Che paura tremenda ! Subito ci furono consegnate le fotocopie e partì il tempo per lo svolgimento di quell’attività. Ero molto nervosa e non riuscivo quasi à scrivere… IL FAVOLOSO MONDO DELLA LETTURA Oggi ti voglio parlare di una bellissima esperienza che abbiamo vissuto con la signorina Ada, la bibliotecaria della nostra scuola. La nostra insegnante di italiano ci ha proposto di scrivere alcuni slogan in altrettanti segnali stradali seguendo così il tragitto da percorrere per arrivare in biblioteca. Protagonista è stato il simpaticissimo Snoopy che insieme ai suoi boy-scout andava alla ricerca di bimbi nuovi in modo da rendere sempre più stimolante la sua lettura. Ci siamo divertiti un sacco, sembravamo quasi dei disegnatori di fumetti, attenti ad ogni piccola sfumatura in modo da rendere tutto più affascinante, per poter avvicinarci sempre di più al favoloso mondo della lettura. Oggi finalmente abbiamo potuto esporre soddisfatti le nostre opere! V C - Primaria Ma poi con tanto coraggio e volontà ho eseguito con attenzione e impegno tutti i quesiti… con un sospiro di sollievo, infine, ho consegnato. E poi... giorni fa... in un venerdì qualunque ecco il meraviglioso annuncio! E’ entrata una maestra con in mano un foglio con su scritto la classifica attesa da tanto tempo... Ha annunciato con voce squillante la prima classificata e poi anche gli altri dicendo: - Buona notizia per questa classe, c’è stata una ragazza che ha raggiunto il primo posto nella classifica dei giochi matematici! E’... Laura Sparascio Non riuscivo a credere alle mie orecchie! Proprio io! Chi l’ avrebbe mai pensato. Ora caro diario, devo andare via, ti saluto. Ciao, ciao. V B - Primaria 8 Vita scolastica Il nostro primo concorso musicale “Bernstein” La nostra scuola offre moltissime opportunità, tra cui lo studio di uno strumento musicale. E’ un’esperienza meravigliosa che richiede impegno costante, forza di volontà e passione. La musica è un’arte come la pittura, la scultura e la danza, ma a differenza delle altre è capace di trasmettere sentimenti più profondi. E’ qualcosa che non si può toccare con le dita, non si vede ma si sente. E’ come una freccia di Cupido, quando ti trafigge ti innamori e non puoi smettere di amarla… L’arte dei suoni è qualcosa che nemmeno le parole possono descrivere,è difficile da definire. Quanto un musicista suona o canta comincia a “Volare” in una dimensione ultraterrena,in un altro mondo. In questo piccolo universo immaginario il cielo è lambito da mille arcobaleni,e ci sono mari immensi e infiniti di note musicali. L’uomo da ascoltatore passivo diventa parte viva della melodia. La bellezza della musica comincia a vibrare sulla sua pelle,sulla schiena sente solo i brividi dell’emozione,che come un tamburo risuona nello stomaco. E’ quello che accade a noi. Quest’anno purtroppo sarà l’ultimo per noi ragazzi di terza media,nonostante ciò è stato un anno ricco di sorprese e successi. Un’iniziativa molto eccitante è stata quella della banda scolastica che ha debuttato in occasione del 4 Novembre. Da quel giorno la banda è diventata l’orgoglio della nostra scuola,ma non è tutto perché ha anche bandito un concorso il premio “Bernstein”. Noi ragazzi della classe di clarinetto e sax abbiamo deciso di parteciparvi con un brano “Over the Raimbow”. Per prima cosa ognuno di noi, con l’aiuto del proprio prof., lo ha analizzato e successivamente suonato. Dopo è venuto il difficile: suonare insieme. Non è facile perché bisogna “dosare” la quantità giusta di suono, e si deve creare una sorta di melodia continua, infatti non si deve sentire lo stacco tra una frase musicale e l’altra. I nostri prof. ci hanno guidato, sostenuti e aiutati in quello che sembrava solo un brano jazz. Invece si è rivelato sognante, romantico, sublime, sentimentale e LA SCUOLA VA A FUOCO Quando è accaduto l’incendio pensavo che tutta la scuola fosse crollata e che i cartelloni, il museo, e i libri si fossero bruciati, ma la cosa che mi preoccupava di più era la salute delle tartarughe. E poi ho pensato ai libri della signorina Ada e ho immaginato che essa piangesse per questo. In famiglia siamo tutti dispiaciuti e meravigliati che sia successo questo brutto episodio. Appena ho saputo che avevano messo fuoco alla scuo- profondo. E’ stata una grande soddisfazione quando i primi risultati hanno cominciato a farsi vedere (o meglio sentire). Adesso la nostra ambizione è quella di vincere il concorso. Noi ci stiamo mettendo il cuore e l’anima… e speriamo di riuscire nel nostro intento. III B - Secondaria cantato alcune sigle di cartoni animati. Erano molto bravi anche perché erano gli autori delle canzoni. Meraviglia delle meraviglie! Successivamente dalle Scuderie di Palazzo Gallone siamo saliti al secondo piano per visitare la mostra allestita con tantissimi personaggi dei fumetti. È stata un’esperienza indimenticabile. Peccato che i nostri compagni non abbiano potuto essere con noi! Classi III e IV Scuola Primaria Visita in banca Imparare sul campo Oggi, 28 aprile 2010, siamo un po’ elettrici; non vediamo l’ora che finisca la lezione di matematica, perché alle ore 9,30 dobbiamo recarci in banca. Giorni prima, abbiamo avuto una lezione in classe da parte del direttore di banca e di un suo collaboratore. Abbiamo posto loro tante domande sul risparmio e sulle modalità di alcune operazioni bancarie. Siamo stati soddisfatti delle risposte che abbiamo ricevuto,anche se qualche spiegazione ci è stata difficile da capire. L’intervista, rispetto a quello che stiamo vivendo oggi, è stata meno sbalorditiva. Entriamo in banca dopo un breve percorso da scuola con le maestre e alcuni genitori. Ci accolgono il direttore e un suo collaboratore con molta cordialità. Dal salone entriamo in direzione. Qui rimaniamo affascinati dal monitor della telecamera che registra per questione di sicurezza, chi entra ed esce dalla banca. Dopo la foto ricordo ci rechiamo dietro agli sportelli per assistere alle operazioni che gli impiegati svol- la mi sono messa un po’ a ridere pensando che fosse solo uno scherzo, ma dopo che ne ho sentito parlare dappertutto sono diventata subito seria. Voglio dire l’ultima cosa… la famiglia è la prima, ma la scuola è come un’altra famiglia dove ci conosciamo meglio e impariamo tante cose nuove e mi è dispiaciuto tanto che sia successo questo inconveniente. III A - Primaria Intervista alla dirigente scolastica Tricase comix: i nostri compagni raccontano Il 13 Maggio 2010, c’è stato a Tricase, un evento straordinario che è durato tre giorni: Tricase Comix. La nostra scuola ha partecipato ad uno work shop durante il quale 40 alunni (venti di classe 3° e venti di classe 4°primaria), hanno imparato a disegnare alcuni visi di personaggi della Walt Disney: Topolino, Minnie, Paperino, Pippo e Nemo. Con pochi e semplici segni di matita abbiamo visto apparire sul foglio bianco dei capolavori ci sentivamo dei veri disegnatori come il maestro, Emilio Urlano che ci insegnava. Dopo, tre ragazzi hanno Giugno 2010 La professoressa Antonia Preite è la Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo 1°Polo di via Apulia. In occasione della festa della donna noi alunni delle classi 5°, le abbiamo chiesto un’intervista,in quanto donna che riveste un ruolo di prima importanza all’interno del nostro Istituto che lei ci ha gentilmente concesso. Entrati nel suo ufficio dopo un primo momento di generale emozione, abbiamo iniziato a rivolgerle le nostre domande,cui le ha risposto in maniera dettagliata. - Lei ha mai fatto l’insegnante? -Si, dopo la laurea in pedagogia e filosofia ha insegnato lettere per quindici anni nella scuola media, poi storia e filosofia al liceo classico di Tricase. In seguito ho avuto l’incarico di preside e,dopo aver vinto il concorso sono diventata di ruolo e da allora faccio il dirigente scolastico. - E’ più difficile fare l’insegnante o la dirigente scolastica? -Sono due lavori completamente diversi. Il primo è bellissimo per il rapporto costante che si instaura con gli alunni. Il secondo,invece, è un lavoro di responsabilità, impegnativo che richiede competenza e dedizione. - Cosa le piace di più del suo lavoro? -Il mio lavoro mi piace perché dó un contributo maggiore all’organizzazione della scuola in quanto gono per i clienti. Che magia! I soldi inseriti in una macchina vengono mangiati ed anche escono dalla stessa.Tutti a bocca aperta e con gli occhi spalancati rimaniamo immobili. L’impiegato ci spiega che se la macchina si inceppa,c’ è un tecnico che la ripara e che se si prova a prendere anche una sola monetina per sé si può essere licenziati. A gruppi scendiamo nello scantinato dove si trovano le casseforti e le cassette di sicurezza per il deposito di soldi e preziosi. Tante sono le sensazioni che proviamo in questo ambiente insolito per noi curiosità, meraviglia, fascino per la sicurezza che offre la banca. Capiamo che se lasciamo i nostri risparmi in banca sono al sicuro dagli incendi e dai ladri e ci guadagniamo. Dopo aver osservato il meccanismo del bancomat usciamo, a turno, dalle porte scorrevoli. Per fortuna che non abbiamo oggetti metallici in tasca, altrimenti non possiamo né entrare né uscire dalla banca! Perciò ogni cliente deve depositare gli oggetti nelle cassettine all’ingresso. L’esperienza vissuta, oltre ad essere stata divertente ed interessante,è stata utile per farci diventare dei buoni risparmiatori non solo di oggi ma soprattutto di domani. IIIA - Primaria ho a che fare con insegnanti, alunni, genitori, collaboratori di segreteria, istituzioni esterne … - Quante ore lavora a scuola? E di sera sta a scuola? -Il mio lavoro non ha orario, trascorro molte ore a scuola soprattutto quando iniziano i corsi Pon. - Come si comportano gli alunni di questa scuola? Le è mai capitato di punire insegnanti o studenti? - Punire è una parola grossa, ma qualche volta ci sono state delle divergenze di pensiero con le insegnanti, e spesso con gli alunni occorrono maniere forti, ma solitamente preferisco dialogare con loro. - Lei è disordinata nel suo ufficio? - Mi piace essere ordinata ma spesso si accumulano sulla mia scrivania, molti documenti, che comunque cerco sempre di riordinare. - Quando è a casa si occupa delle faccende domestiche come le nostre mamme? - Si, io e mio marito ci suddividiamo i compiti. Durante la settimana le pulizie domestiche spettano a me, ma la domenica mi faccio aiutare. - E’ stata intervistata altre volte? -Un’intervista così dettagliata proprio no, ho solo ricevuto gruppetti di pochi alunni negli altri anni. V C - Primaria Piccoli risparmi per grandi progetti Risparmiare? Tutti lo possiamo fare, è un gioco da ragazzi!!! Ed eccoci, tutti in banca per vedere, “toccare” e capire come i nostri piccoli risparmi siano custoditi e gestiti. Abbiamo capito che anche noi piccoli risparmiatori possiamo entrare a far parte del “CLUBINO” ed avere un nostro libretto di risparmio intestato a noi proprio come gli adulti. III B - Primaria I vigili dell’aria Vi raccontiamo un’avventura che abbiamo vissuto all’inizio del I quadrimestre a scuola, di come abbiamo trasformato la nostra aula in uno studio di registrazione. Ma andiamo per ordine. Un giorno, la prof.ssa Calora è arrivata in classe con una scatola colorata con su scritto “Fra terra e cielo”, che conteneva tanti volumetti e che ha suscitato la nostra curiosità. Ci ha proposto di partecipare al progetto “Natural…mente Scuola” e al video concorso “Facciamo volare le idee”. Proprio così… dovevamo produrre un video su tematiche ambientali, sul rispetto dell’ambiente attraverso piccoli gesti di 9 Vita scolastica Giugno 2010 vita quotidiana. A questo proposito, ci ha mostrato un cartellone su cui erano riportate 10 regole che abbiamo letto e commentato. Abbiamo riflettuto sul nostro contributo, su cosa ognuno di noi può fare e come tanti piccoli gesti moltiplicati per tutti gli abitanti della Terra possono salvare il nostro pianeta. Nella scatola c’erano i volumetti che ci hanno aiutato a capire, anche attraverso i quiz, quanto sia importante utilizzare bene le nuove tecnologie. Pensate che Boeing Italia e Alenia Aeronautica hanno costruito il Boeing 787 che è molto moderno, ma è soprattutto, ecologico perché consuma il 20% di carburante in meno e quindi un’emissione minore di gas inquinanti. Dopo tante riflessioni, ci siamo messi al lavoro disegnando fumetti e realizzando lo storyboard del nostro video con le battute per le “buone azioni” che possiamo fare Premio del concorso “Facciamo volare le idee” Noi alunni delle classi IA e IB, dell’Istituto Comprensivo 1° Polo di Tricase, giovedì 27 maggio 2010, abbiamo ritirato il premio del videoconcorso FACCIAMO VOLARE LE IDEE, abbinato al progetto sull’Educazione Ambientale “Naturalmente Scuola” a.s. 2009/2010, promosso da Alenia Areonautica e Boeing, con il Patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca –Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, dell’Assessorato allo Sviluppo Economico, dell’Assessorato alla Qualità dell’Ambiente, dell’Assessorato Diritto allo Studio-Formazione Professionale-Beni Culturali e inserito nelle attività dell’Unesco. Sono state premiate cinque classi e tra i 107 elaborati sono stati scelti i nostri video “I vigili dell’aria” della classe IA e “Fra terra e cielo: TG PETS” della classe IB, aggiudicandoci il privilegio di effettuare una visita guidata, veramente interessante, nella maggiore industria aeronautica italiana, presso lo stabilimento di Grottaglie dove abbiamo potuto vedere le fasi della costruzione della fusoliera del Boeing 787 Dreamliner, un aereo modernissimo, ma soprattutto ecologico. Al nostro arrivo c’era un ingegnere per classe ad attenderci e guidarci all’interno dell’hangar dove si costruisce l’aereo. Ci ha fatto subito osservare che intorno allo stabilimento e all’interno di tutta l’area, vi erano alberi di ulivo che sono stati tutti conservati o reimpiantati facendoci capire che anche il mondo industriale deve essere attento all’ambiente. Sapere che lo stabilimento è grande quanto 15 campi di calcio ha suscitato ancor di più il nostro interesse, ma appena siamo entrati abbiamo tutti espresso con il nostro volto la meraviglia per la lucentezza e l’immensità di quell’edificio. L’ingegnere ci ha fatto notare subito come quell’ambiente fosse pulito, spiegandoci che la polvere può essere un pericolo per il funzionamento dell’aereo e per i passeggeri. E’ stato molto bravo perché ci ha spiegato gli aspetti tecnici paragonando la fusoliera e la sua costruzione alla preparazione di un cannolo siciliano. Come il cannolo è un unico pezzo, anche la costruzione della fusoliera del Boeing è basata sulla tecnologia “One Piece Barrel”, cioè un pezzo unico a differenza dei 40000 mila pezzi necessari per la costruzione tradizionale. Prima , infatti, le fusoliere erano formate da tante “strisce” o “doghe” che erano tenute insieme da “cuciture” e rendevano l’aereo più pesante. Ora è possibile fare il pezzo unico perché usano un nuovo materiale, la fibra di carbonio, una specie di nastro adesivo che viene steso sulla superficie come la farina della mamma sul cannolo prima di essere cotto, che è leggero e resistente. L’ingegnere ha portato dei rotoli di carbonio e ci ha fatto toccare con mano perché è resistente e, nello stesso tempo, elastico e deve essere conservato in una specie di frigorifero alla temperatura massima di 25° con un’umidità di 45*. La fibra di carbonio viene lavorata in una stanza grandissima, che abbiamo potuto vedere da una vetrata, chiamata Clean room, perché purificata dalle polveri; c’è un sistema che permette all’aria di quella stanza di uscire e mai di entrare mediante due porte che si aprono una per volta. In questa stanza,dove gli addetti hanno camici e guanti, il carbonio avvolge in più strati un mandrino, dal quale verrà sfilato come un cannolo, che viene fatto girare da un tornio. Poi questi strati vengono inseriti in un enorme forno per essere “cotto”, cioè viene tolta l’aria, in particolare l’azoto, ed è l’unico scarico, non inquinante, che c’è in questa industria dove non viene sprecata nemmeno dell’acqua come avviene nelle altre industrie o utilizzate sostanze abra- sive nocive per l’ambiente. In questo forno, alla temperatura per cuocere una torta di 180°, i vari strati diventato un unico pezzo sul quale si tracciano i contorni dei finestrini e delle porte dell’aereo che vengono fabbricate in Israele. “Il cannolo-fusoliera” viene ripulito dall’eccesso di resina e sottoposto a tutti i controlli prima della spedizione negli Stati Uniti. Peccato che non c’era l’aereo che fa da spola tra Giappone, Israele, Germania e altri Paesi come gli USA dove avviene l’assemblaggio delle varie parti. Alla nostra domanda “Come vengono trasportati i vari pezzi che sono molto pesanti?”, l’ingegnere ci ha fatto notare che la base di appoggio del mandrino e della fusoliera, sono rialzate perché una specie di materasso mobile viene inserito sotto per il trasporto di carichi fino a 800/1000 tonnellate. E’ stato veramente bello vedere l’AGV, così si chiama il “materasso”, muoversi, guidato solo da comandi provenienti da cellette sparse sul pavimento, insieme a grandissimi ponti sul soffitto che si muovevano lentamente. Le persone addette sono tutte molto giovani , l’età media di ingegneri e personale specializzato è di 23 anni che ogni mattina, prima di iniziare il lavoro, fanno una riunione dove tutti parlano in inglese come ha fatto anche una nostra compagna di scuola, quando al momento della premiazione, ha rivolto un ringraziamento al Vice President of Iternational Corporate Communications, The Boeing Company, Mr. Charlie Miller, che ha consegnato alla nostra prof. Giovanna Calora le due targhe e il modellino del Boeing 787 e a noi l’attestato di partecipazione, nominandoci ufficialmente “Scuola Amica dell’Ambiente” e di una Libreria scientifica di 20 volumi, che ci saranno inviati a scuola. Gli Alunni della I B - Secondaria per migliorare la salute del nostro ambiente, per salvare la natura e il mondo. Ognuno di noi aveva un ruolo: vigili dell’aria, mamme che corrono a prendere i figli, marito e moglie che litigano, ragazzi con bombolette spray, ragazzi in bici o con i pattini… Provate a immaginare il nostro divertimento. Ma nel corso della recitazione, capivamo sempre più l’importanza di un ambiente pulito, delle azioni sbagliate che ogni giorno compiamo e del futuro che è nelle nostre mani. Anche le nostre famiglie sono state coinvolte mediante una cartolinaquestionario per analizzare i comportamenti delle famiglie italiane sul tema della tutela dell’ambiente. Per la scelta dello slogan abbiamo fatto un concorso interno inventandone tanti molto belli e significativi, ma alla fine abbiamo scelto quello di Benedetta: “Se l’aria non si inquina, il pianeta non va in rovina”. Bello, vero? Durante le riprese il nostro divertimento è aumentato, in particolare, quando qualcuno sbagliava le battute e giù tutti a ridere. Questa attività ci ha permesso anche di conoscerci meglio e, per alcuni, di superare la propria timidezza. Non potete immaginare quanto sia stato bello il momento in cui abbiamo rivisto montato il nostro video al computer. E’ stata davvero un’esperienza bellissima e adesso tutti aspettiamo con impazienza qualche comunicazione da Roma. E’ stato proprio un bel lavoro e se non vinciamo, non fa niente, l’importante è partecipare! Alunni della I A - Secondaria 22 MAGGIO... GIORNATA DELL’ARTE Oggi, 22 maggio 2010 abbiamo trascorso una giornata scolastica diversa dalle solite. Oggi infatti era la giornata dell’arte, quest’anno predisposta dal collegio dei docenti per le classi prime. Giovedì la professoressa di arte e immagine si è occupata di darci l’elenco del materiale necessario al lavoro per questa fantastica giornata: 1.UN BICCHIERE 2.UN PIATTO 3.UN PENNELLO 4.UNO STRACCIO 5.DEI FOGLI DI GIORNALE 6.UNA MAGLIETTA BIANCA SENZA DISEGNI O SCRITTE Ma con questi materiali che cosa avremo mai potuto fare? La prof ha avuto una magnifica idea: farci dipingere sulla maglietta il nostro slogan più bello e significativo prodotto sul laboratorio linguistico svolto con la professoressa di lettere. I temi erano: l’ ambiente, gli animali, il risparmio di risorse naturali, ecc… Alle 9.30 eravamo nel cortile della nostra scuola a sistemare sui banchi il nostro materiale. Poi, abbiamo messo i giornali nelle magliette per evitare che si sporcassero nella parte posteriore e abbiamo messo nei bicchieri l’acqua per pulire il pennello. Dopo aver preso posto eravamo in attesa dei colori per dipingere i nostri capolavori che poi sono stati valutati e classificati da alcuni docenti della scuola primaria e secondaria e da alcuni ragazzi di seconda e terza media del nostro Istituto. Appena distribuiti i colori abbiamo iniziato il nostro lavoro. Tutti avevano paura di sbagliare o di sbavare dato che dovevamo dipingere direttamente sulla maglietta senza usare la matita, facendo riferimento solo al disegno fatto sul quaderno e considerato, inoltre, che non avevamo mai provato a fare un lavoro del genere. Mentre lavoravamo e ci divertivamo alcuni docenti di turno passavano per i banchi insieme alla preside a vedere come proseguiva il lavoro. Si vedevano ragazzi che correvano da una parte all’altra che cercavano la professoressa di arte dalla quale volevano i colori e alcuni consigli. Si sentivano delle urla che dicevano: “Un po’ di marroncino! Un po’ di bianco! Un po’ di rosso! Un po’ di giallo!”. Dopo 2 ore di lavoro alcune magliette erano già complete di slogan e disegno e la professoressa ha provveduto a farle esporre aiutata dai prof di turno alla rete di pallavolo in modo che i giudici esprimessero un voto sul nostro lavoro. Ogni maglietta aveva il suo numero che la professoressa di lettere aveva assegnato durante il lavoro. Tutti i disegni erano belli ma adesso spettava ai giudici esprimere liberamente il loro voto. Intorno ai giudici dei ragazzi si accerchiavano perché erano impazienti di sapere il loro voto. Alcuni ragazzi sono rimasti abbastanza soddisfatti del voto, mentre altri si sono abbattuti perché si aspettavano di più. Ma in tutti e due i casi, ognuno era consapevole di essersi impegnato al massimo. Insomma è stata una giornata all’insegna dell’arte e del divertimento!!! Ora aspettiamo con ansia i tre vincitori di questa bellissima giornata. IA, IB e IC - Secondaria 10 Vita scolastica Giugno 2010 Il teatro racconta La sapienza e l’infinito. L’albero della vita nel mosaico di Otranto. Viaggio degli alunni della classi prime(secondaria) nello splendore del mosaico pavimentale più grande e ammirato d’Europa in una giornata di pioggia. Sabato 19 Dicembre 2009, noi alunni delle classi prime ,accompagnati dalle nostre professoresse di Italiano, Francese e Arte, ci siamo recati ad Otranto per una visita guidata, organizzata dalla scuola per far vivere a noi ragazzi un’esperienza formativa attraverso la conoscenza di un aspetto del nostro territorio, un tempo importante centro culturale in tutta Europa. Siamo partiti da scuola alle ore 8.30 con un pullman a due piani; durante il tragitto le ragazze si sono divertite a chiacchierare,sfogliare delle riviste, in particolare, quelle de “Il mondo di Patty”, mentre i ragazzi giocavano e facevano battute. Giunti a destinazione, ci siamo recati all’ingresso del Castello Aragonese dove ci attendevano le guide per la rappresentazione teatrale e la mostra sul mosaico. Il cielo era grigio e non prometteva nulla di buono, cominciava a piovere. Siamo stati divisi in due gruppi; il primo gruppo ha assistito ad uno spettacolo teatrale che mirava a farci conoscere il mosaico attraverso l’uso dei cinque sensi e il linguaggio teatrale. Ad accoglierci c’era Ippolito Chiarello che interpretava, tutto vestito di bianco, Pantaleone, un monaco del monastero di San Nicola di Casole, centro culturale di tutta l’Europa medievale, che ha progettato e costruito il mosaico dal 1163 al 1167. Pantaleone ci ha dato il suo “biglietto da visita”: è la parte del mosaico in cui ha fatto il suo autoritratto, in ginocchio, davanti all’unicorno e sul retro scritto “Entrate nel mosaico della cattedrale di Otranto da protagonisti. Utilizzate i vostri piccoli sensi. Ogni passo è una storia, un suono, un odore, un sapore antico,… Pantaleone”. Durante la rappresentazione abbiamo utilizzato i nostri cinque sensi per cominciare ad apprezzare il valore di questo mosaico; toccare con le mani pietre simili a quelle utilizzate per costruire il mosaico, sentire il profumo dell’incenso, vedere le immagini e ascoltare il verso delle balene e degli animali presenti nel mosaico; ma, soprattutto, farsi trasportare dal suono delle onde del mare Mediterraneo, da sempre luogo di incontro tra culture e di scambi. Alla fine, ci hanno consegnato un mandarino come simbolo dei sapori della nostra terra. Successivamente siamo passati alla seconda tappa. La guida ci ha illustrato gli innumerevoli aspetti del mosaico attraverso la spiegazione delle immagini di alcuni tasselli ingranditi. Ci ha spiegato che il mosaico è formato da piccolissime pietre colorate, prese dalle cave dei paesi vicini ad Otranto e che rappresenta l’albero della vita e della salvezza; infatti, secondo la Bibbia, la sapienza è un albero, cioè un percorso dell’uomo verso Dio. Un particolare molto evidente è che l’albero non ha radici, ma alla sua base vi sono due elefanti a loro volta sostenuti da un elefante più piccolo, che simboleggia Cristo che risolleva l’umanità. I due animali grandi, invece, sono i progenitori Adamo ed Eva. Secondo la leggenda , mentre due elefanti stavano riposando cadde un albero e furono salvati da un elefante più piccolo. Ma le immagini che abbiamo potuto ammirare nel mosaico sono davvero tante: i segni zodiacali, i mesi dell’anno, l’Inferno e il Paradiso, Alessandro Magno, La Torre di Babele, i 12 cerchi di re Salomone, i mestieri dell’uomo, Caronte, animali e creature mostruose, l’Arca di Noè,…Ognuna di queste immagini nasconde un aspetto negativo e positivo, a seconda della rappresentazione, ad esempio il volo di Alessandro con i grifoni simbolo della superbia; o l’agnello salvato dai leoni; le ramificazioni simboleggiano invece, i diversi momenti della vita dell’uomo le varie scelte che l’uomo fare nella sua vita; mentre gli animali che rosicchiano i rami sono il simbolo della malvagità. Al contrario, l’uomo sull’albero è simbolo della saggezza e della salvezza. Alla sommità dell’albero vicino all’altare troviamo rappresentata la morte di Abramo; alla sua morte gli vengono messi tre semi in bocca. Da questi crescono tre alberi dai quali viene ricavato il legno per fare la croce di Cristo. Siamo usciti dal castello per dirigerci alla Cattedrale e vedere dal vivo il mosaico, ma… la pioggia continuava a cadere. Armati di ombrelli e con tante risate siamo giunti nella Cattedrale dove un’altra guida ci ha permesso di capire meglio quanto era rappresentato sul pavimento e come era stata costruita: La cattedrale di Otranto è a croce latina e con tre navate e su quella a destra abbiamo potuto vedere la cappella dedicata agli 800 martiri di Otranto. Qui vi sono 8 teche come armadi dove sono conservate le ossa dei martiri, uomini dai quindici anni in su, decapitati dai Turchi perché non volevano convertirsi all’Islam. E’ stato davvero impressionante! Sotto l’altare c’era un grande masso su cui furono uccisi e proviene dal Colle della Minerva. Il primo ad essere decapitato fu il sindaco di allora, Antonio Primaldo che rimase in piedi fino a quando l’ultimo uomo non fu ucciso. Il boia visto questo prodigio, si convertì al Cristianesimo. Siamo scesi nella cripta, una delle più grandi in tutta Europa, che sorse è stata costruita in epoca romana. All’interno vi sono 62 colonne e 23 semicolonne, cioè addossate alla parte. La loro caratteristica è di essere TUTTE differenti per forma,materiali e capitelli. Tutte diverse forse perché ognuno potesse ritrovare qualcosa che gli ricordasse il suo Paese e sentirsi a casa.Gli affreschi che un tempo adornavano la cripta, sono stati tutti distrutti dai Turchi, tranne una Madonna con il bambino sul braccio destro come veniva rappresentata nel culto orientale. La cripta fu costruita perché Otranto è la località più orientale d’Italia e chiunque poteva arrivarci in mare e fare guerra. Così i nemici non trovavano i monaci perché nascosti nella cripta e non potevano così essere uccisi. In seguito, ci siamo diretti sotto la Porta Alfonsina che un tempo era l’ingresso della città. La prof. di Italiano è riuscita a trasformare questa piccola disavventura in un’esperienza culturale, raccontandoci la storia di questa Porta e facendoci notare le aperture sul soffitto da dove gli otrantini buttavano olio e altri liquidi bollenti addosso agli avversari che cercavano di entrare nella città per saccheggiarla. Intanto, sotto la porta mentre la pioggia continuava a cadere abbiamo consumato la merenda. Alla fine, sotto una pioggia ormai fittissima, siamo tornati a scuola , stanchi e bagnati fradici, ma con i suoni e le immagini mai visti del nostro territorio. Nonostante il disagio causato da una giornata piovosa, la gita ad Otranto è stata veramente interessante contribuendo ad arricchire il nostro bagaglio di conoscenze e, soprattutto, divertente ma tanto tanto…bagnata! Gli alunni I A e I B- Secondaria Giugno 2010 Una lezione interessante Oggi 21 gennaio, alle ore 9:30, il prof G. Ingletti è venuto nel nostro Istituto per parlarci della Costituzione Italiana. La Costituzione è l’insieme delle norme giuridiche che regolano il rapporto tra i cittadini. La storia della nostra Costituzione ha inizio con la fine della dittatura fascista quando il popolo italiano per la prima volta fu chiamato alle urne per votare. Entrò in vigore il primo gennaio 1948. La nuova Costituzione, dopo cento anni, sostituiva lo Statuto Albertino, concesso da Carlo Alberto. La Costituzione della Repubblica Italiana, costituita da 139 articoli è: scritta, rigida, votata e convenzionale. E’ scritta, perché le norme sono sancite in un documento scritto; è rigida, perché ogni modifica può essere effettuata solo con un procedimento diverso da quello adatto per le leggi normali: votata perché a differenza dello Statuto Albertino concesso dal re, fu redatta e approvata da un’ assemblea eletta dal popolo; infine convenzionale, perché diverse forze politiche per sancirla dovettero giungere a reciproci accordi. La nostra Costituzione è costituita dai primi dodici articoli che riguardano i PRINCIPI FONDAMENTALI e da due parti: la prima riguarda DIRITTI E DOVERI degli Italiani. la seconda l’ORDINAMENTO della REPUBBLICA. A mio avviso è stata proprio una lezione interessante. V C - Primaria Il CCR al lavoro Lunedì 24 maggio noi ragazzi del C.C.R della nostra scuola siamo andati al Comune precisamente nella sala Consiliare per la riunione conclusiva di questo progetto. La riunione è tardata a iniziare ma alle 18:30 eravamo tutti presenti per cominciare. Per prima cosa c'è stato il saluto del baby sindaco e dopo io ho fatto l'appello, annotando i presenti, gli assenti e le eventuali sostituzioni. Dopo di ciò il prof Marsano ha proiettato un video riassuntivo di tutto il percorso del C.C.R di quest'anno: i vari tg ragazzi svolti dai nostri compagni, i nostri comizi,e le nostre elezioni. La parola è passata poi di nuovo al baby sindaco del 1° Polo che ha fatto un discorso di presentazione del nostro lavoro, a ogni rappresentante di ogni lista è toccato esporre i risultati raggiunti dalla propria o anche gli insuccessi. Ha parlato il baby-sindaco del 2° Polo e del 4° che ha passato poi la parola a una delle sue consigliere per presentare due problematiche presenti 11 Vita scolastica nella loro scuola, sottolineando la necessità delle piste ciclabili a Tricase. II nostro baby-sindaco in conclusione ha consegnato i CD con tutto il nostro percorso. Naturalmente dopo tutto il lavoro di noi ragazzi, la parola per esprimere un proprio parere spettava a un "grande". Primo a parlare è stato l'assessore Cazzato che ci ha fatto i complimenti per il nostro impegno e ha ringraziato noi e i docenti che ci hanno seguito nel percorso, lo stesso è stato fatto dall'assessore alla cultura Nunzio dell'Abate, che ha anche giustificato l'assenza del sindaco a causa di un impegno inderogabile. A chiudere la seduta è stata la nostra preside, Antonia Preite, che ci ha rinnovato i suoi complimenti e ha voluto ringraziare anche la dott. Antonia Ciardo che più volte era venuta a scuola per il progetto del C.C.R. La segretaria del CCR 1° Polo Serena Esposito ALLA SCOPERTA DELLA COSTITUZIONE Caro diario, beh ti ho scritto l’altro ieri, quindi non posso certo dirti “da quanto tempo che non ti scrivo”. Oggi è stata una giornata speciale perché, già come dice il titolo, sono andata alla scoperta della Costituzione. Proprio alla scoperta no, perché qualcosa la sapevo e qualcos’altro l’ha spiegato la maestra, più che altro un grande approfondimento. Basta, ora ti racconto. Appena tornati dalla palestra, abbiamo notato che le nostre sedie erano state disposte in fila nel piccolo spazio antistante la classe e i ragazzi delle altre aule già seduti. Dopo un po’, mi sono ricordata il perché di tutto questo: stava arrivando un professore che ci avrebbe parlato della Costituzione! “Eccolo, sta arrivando!!!” qualcuno ha esclamato e dopo un po’ ci siamo trovati davanti il professore G. Ingletti ins. di diritto alle scuole superiori: che emozione! Due alunni della VA hanno fatto delle domande all’ospite: “cos’è la Costituzione? E lo Stato? Le leggi racchiuse nella Costituzione si possono cambiare? La Costituzione è come una carta d’identità di tutto lo Stato? Ce l’hanno tutti? Ci sono leggi più importanti di altre?...” e il professore con calma ha iniziato a spiegare tutto: “la Costituzione io la paragono a una signora, una bella, bellissima signora di 62 anni. Lei è nata nel 1948. Beh è meglio cominciare a raccontare dall’inizio. Verso la metà dell’ottocento il re Carlo Alberto fondò lo Statuto Albertino, che era molto corto e flessibile, cioè quelle leggi potevano assere modificate dal re. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 2 giugno del 1946, si svolse un referendum: se il popolo italiano preferiva la monarchia o la repubblica. Molti scelsero la repubblica anche perché il re, durante la guerra era scappato lasciando gli italiani nelle mani dei nemici. Questo grandissimo avvenimento portò anche una conquista per le donne perché per la prima volta votarono e quindi acquistarono importanza nella vita politica. Ecco perché il 2 giugno si ricorda la festa della Repubblica. Così il 27 dicembre del 1947 fu firmata la Costituzione. Essa è formata da 139articoli, infatti è lunga e rigida, cioè le leggi non si possono cambiare da un giorno all’altro, al contrario dello Statuto Albertino. È divisa in tre parti: la prima parte va dall’articolo 1 all’articolo 12 e si chiama ”principi fondamentali” la Costituzione rappresenta simbolicamente le fondamenta dello Stato. Ogni articolo si collega all’altro e anticipa ciò che vuole dire il successivo. . La parte che va dall’articolo 13 all’articolo 54 si chiama “Diritti e doveri dei cittadini”, infatti vi sono scritti tutti i diritti dei cittadini. L’ultimo pezzo, dell’articolo 55 all’articolo 139, si chiama “ordinamento della repubblica” e tratta dei doveri che devono avere i presidenti, i ministri… L’articolo 139 conferma “la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale” cioè che la forma repubblicana non può essere cambiata. Un altro afferma che il presidente della Repubblica deve essere fedele sempre allo Stato, deve sciogliere il Parlamento se non opera correttamente e non deve vendere lo Stato ad altri. Quindi gli articoli sono tutti importanti, tutti sulla stessa linea. Credo di aver finito. Purtroppo devo andare e se volete chiarimenti ve li posso dare tranquillamente. Arrivederci!!! E abbiamo visto il professore allontanarsi, camminare lungo il corridoio. Ti è piaciuta la giornata? A me tantissimo, lo sai, quel professore mi sembrava una macchina che sfornava sempre notizie nuove e che man mano ci incuriosiva di più. Ora vado, devo cenare. Bye bye Caro diario Ti voglio un mondo di bene VB - Primaria 12 Creatività PENSANDO AD ANNA FRANK Anna, ricordi quei momenti nel rifugio? Se non ci fosse stata quella soffiata … saresti ancora qua. Ricordi , quando sei stata separata da tua madre e da tuo padre ? Silenziosamente versavi le tue lacrime! Ricordi nei campi di concentramento? Non perdevi mai la speranza perché della vita eri innamorata. Ricordi, quando hai contratto il tifo, quell’ orribile malattia che ti ha portato alla morte? Per il tuo coraggio, per la tua speranza, sei per me una stella che illumina il cielo buio di gennaio. Clemente Negro - VB UN PENSIERO PER ANNA A tutto il mondo mi rivolgo ed è una domanda pongo: lo sapete che giorno è? Il più importante che c’è oggi è il giorno della memoria e si ricorda qualcosa accaduta nella storia. Tanto tempo fa, per chi ancora non lo sa della povera gente che non aveva niente nei campi di concentramento fu portata e anche maltrattata una ragazza però è da ammirare e la sua storia voglio raccontare Anna è il suo nome e Frank il suo cognome. Questa poesia a lei voglio dedicare e la sua buona volontà apprezzare. Sei stata molto coraggiosa e forte prima che arrivasse la tua morte le tue parole affidavi ad un diario per te era un amico raro. Scrivevi paure, gioie, dolori anche i tuoi piccoli amori. La speranza era sempre viva nel tuo cuore che un giorno il mondo sarebbe diventato di un solo colore il colore della PACE. Nel tuo mondo un segreto nascondevi e non potevi avere amici veri solo una persona ti amava tanto e ti stava sempre accanto era Margot tua sorella che per te brillava come una stella Anche tu Anna sei una stellina che nel cielo brilli di una luce divina tutti ricordano la tua umiltà e non scorderanno mai la tua semplicità da grande volevi fare la scrittrice e dei tuoi libri essere l’autrice. Per questo il tuo papà ha realizzato il sogno pubblicando il tuo diario prezioso come uno scrigno. Anche se pieno di tristezza per noi è fonte di saggezza. Zaminga Sara, VB - Primaria ANNA Non conoscevo questa storia ma ora mi rimane nella memoria. È difficile la vita di Anna rinchiusa in una fredda capanna; senza cibo e senza niente ha sofferto insieme a tanta gente. Con pazienza e fedeltà immaginava momenti di felicità. E con il cuore triste e la vita che si appanna rimane il ricordo della piccola ANNA Chiara Nicolardi, V B - Primaria Giugno 2010 PER NON DIMENTICARE Oggi giornata della memoria di un periodo tragico della storia Shoah è il termine ufficiale adottato per indicare lo sterminio che i tedeschi sugli ebrei hanno provocato. Prigionieri, ai lavori forzati costretti tutti ammassati in camere strette e senza letti. Ad Aushwich scomparvero nei forni crematori milioni e milioni di donne e bambini, che fine brutale hanno fatto quei poverini! Hithler di questo sterminio fu l’autore, un uomo freddo, cattivo e senza cuore. Cattolico, seguiva una religione eppure ha ucciso così tante persone . Degno di non vivere e governare solo la Germania poteva comandare. Anna Frank con dolore in un diario ha raccontato di questo popolo lo stridore Per due anni nascosta in un segreto appartamento, ma dopo anche lei ha subito il campo di concentramento. A questo Popolo la dignità è stata calpestata Ma la loro anima no, non è stata imprigionata Cavalieri Alessandra, De Giuseppe Sara, Monteduro Maria Letizia - III A - Secondaria BUIO E VITA Chiuso in una stanza buia Senza nessuna via d’uscita Consapevole che presto Porranno fine alla mia vita Non ho più una dignità, un nome,un sorriso Perché sul mio braccio un marchio è stato inciso Un marchio che mi priva di ogni identità E tutto questo solo per pura crudeltà. Il buio ora si fa sempre più intenso Ormai sono un oggetto, la mia vita non ha senso Di ogni libertà sono stato privato, mi sento un cane in gabbia, solo,abbandonato. Mi basterebbe poco per essere contento E ritornare libero ,come foglie al vento. Tutto questo non mi renderà fragile, inizierò a sorridere Perché finalmente ho deciso di vivere! Angela Errico, Ester Cosi, Gioele Zito Alessandro Toma, Davide Morciano IIIA - Secondaria UN SILENZIO COLPEVOLE UNA MORTE INGIUSTA Il silenzio, l’arma più potente, il peso, per non essere riusciti a fare niente. Parole dette senza umiltà,senza cuore, cosi, solo per fare del rumore. Eppure miliardi di occhi vedevano, miliardi di orecchie costrette a sentire, ma le bocche continuavano a tacere, “andate nelle docce”, queste le loro parole Ad un certo punto tutto era buio, non c’era più il sole. Nessun confine, nessun limite al male Niente che la loro cattiveria riuscisse a fermare. E piano piano il campo si liberava, i corpi ridotti in fumo si alzavano nell’aria. Forse alla ricerca della libertà Quella che il nemico gli aveva tolto con avidità, lì non era permesso nulla, nemmeno parlare. Parlare, bisognava parlare, perché finora è stato il silenzio che ci ha traditi il silenzio è stata l’arma che li ha uccisi. Chiara Zocco - III A - Secondaria Quasi riesco a sentirle,le urla nel campo, e poi… all’improvviso Silenzio. Quasi riesco ad immaginarli mentre stringevano i pugni Riesco a sentire il silenzio che forse… Tanto silenzio non era. Riesco ad immaginare la rabbia, l’ostinazione Ma che pian piano divenne rassegnazione. Ma ci sono cose che proprio non mi so spiegare: un uomo dove trova il coraggio di ammazzare? Come si può guardare negli occhi smarriti di un bambino E aver il coraggio di sparare? Come si può chiamare “uomo” chi un cuore non ha? Trattati come bestie alcuni,senza nessuna dignità. Un bambino ucciso tra le braccia della madre inerte, un bambino strappato alla vita tra un pianto innocente. Questo non mi so spiegare. Una morte ingiusta la sua! Dó solo un nome a tutto questo: PAZZIA! Chiara Zocco - III A - Secondaria Giugno 2010 CHISSÀ Chissà se le persone si guardano mai intorno, se riescono mai a pensare quante cose l’uomo è riuscito a fare senza sapere niente. Chissà se le persone riescono mai a guardare dalla finestra , se si rendono conto della malvagità , della criminalità, oggi già da ragazzini. Chissà se le persone guardano nei propri sogni, se riescono a guardare tutte le cose possibili, belle o brutte, e che tutti sperano che si avverino minuto dopo minuto. L’ARCOBALENO Era un tiepido pomeriggio primaverile e dopo un incessante pioggia e un burrascoso temporale, apparve in cielo un enorme arcobaleno. Uscii fuori per fotografarlo e notai i suoi nitidi colori e la sua immensa grandezza, tale da formare, da un punto all’altro del cielo, un enorme arco. Era bellissimo! Era la prima volta che vedevo un simile spettacolo, tanto che feci delle fotografie che conservai nel mio prezioso album dei ricordi. Non me lo scorderò mai! È stata un’emozione da non dimenticare. Scarascia Francesca VD - Primaria Chissà – e ciò è più importantese le persone si guardano nel cuore , riescono a guardarsi nel profondo fino a trovare la giusta persona da amare, il giusto sentimento. Lorenzo Ventura, I A - Secondaria CHISSÀ Chissà se l’uomo del futuro ricorderà qual cosa del nostro passato. Chissà se i nostri studi e i nostri lavori serviranno negli anni che verranno. Chissà se le lotte per la pace e per la difesa della nostra terrà saranno d’insegnamento ai nostri figli. Chissà se il risparmio d’oggi sarà la ricchezza del domani. De Iaco Francesco, IB - Secondaria 13 Creatività LE MASCHERE IL PAVONE - Questo animale è un pavone, è bellissimo e molto colorato perché è un uccello maschio e si trova nel giardino della nonna. - Il suo corpo è imponente di colore blu e verde elettrico. Le zampe sono sottili e lunghe. La coda è lunga e quando la apre è a forma di ventaglio. Le piume sono morbide e colorate. Ha il becco a punta e allungato. Gli occhi sono neri e piccoli. Le narici stanno sul becco e sono piccole e le orecchie sono nascoste sotto le piume. - Questo animale ha un carattere timoroso , e un temperamento irrequieto. Ama mostrare a tutti la sua bellissima coda e corteggiare le galline della nonna. II B - Primaria TUTTI IN BICICLETTA LA CREAZIONE Quando il dio Baabab e la moglie Duder decisero di creare l’Universo, ci misero molto impegno ma si stancarono talmente tanto che quando fu il turno della Terra decisero di affidare questo compito ai loro due figli; ma da subito i due fratelli non si trovavano d’accordo, perché una la voleva di forma rotonda e l’altro quadrata; così cominciarono a tirarsi addosso fulmini e saette che crearono i vulcani; con la pioggia si crearono i mari e i fiumi e si formarono foreste. Quando si fermarono per prendere fiato si guardarono intorno e videro le belle cose che avevano creato. Infine decisero di far pace e crearono gli esseri viventi. Piccinni Francesca - III C - Primaria LA TERRA Oh!Terra mia! Sei la più bella che ci sia. Candida, tonda, la tua meraviglia mi circonda. Dagli uomini sei amata Ma qualche volta anche non rispettata! In futuro ti rispetteremo e mai più ti deluderemo! Musio Federica VC - Primaria Arlecchino monellino È un vero birichino Colombina bella bella È per lui una vera damigella. Farinella è la nostra maschera sorridente Ed è un pagliaccio divertente. Balanzone è un dottore brontolone ma anche un vero sapientone. Di Milano è Meneghino Vi faccio un inchino E mi tolgo il cappellino. E’ di Napoli Pulcinella E indossa una bianca camicella. Maria Giovanna Chiuri IV C - Primaria Se l’ambiente non vogliamo danneggiare le biciclette al posto delle auto dobbiamo utilizzare, perché le auto non fanno bene all’ambiente invece le biciclette non inquinano niente! Esse non sono un peso per i bambini che sulle loro selle diventano davvero carini cosa cambia per gli adulti andare su una sella! Passeranno sicuramente un'esperienza molto bella! LA CORONA D’ORO Tutto ebbe inizio con lo smarrimento della Corona d’oro. Molto tempo dopo, un uomo di nome Estir decise di ritrovarla. Formò un piccolo esercito e si mise in viaggio insieme a sua moglie. Siccome il suo paese si trovava sulla sponda del lago Enteres, lo dovette attraversare. Il lago, però, era abitato dal mostro Afanc che attaccò Estir. Sua moglie accarezzò il mostro e gli chiese di andare via. Il mostro ubbidì ed Estir non lo uccise. I pericoli non erano finiti per Estir. Il mostro Cariddi risucchiava l’acqua del lago che era pronta ad ingoiarli. Estir si salvò, insieme ai suoi valorosi. Così continuarono la loro ricerca verso le miniere. Lì i Doccioni, dei mostri spaventosi, proteggevano la Corona d’oro. Anche qui, Estir fu costretto ad attraversare un fiume in piena, dove c’era Idra, un mostro dalle tante teste. Estir fu coraggioso e tagliò le teste e finalmente, potè proseguire in pace. Riccardo STEFANELLI Alessandra TOSCANO Mattia MUSIO Maria Giovanna CHIURI Lorenzo VERARDO - IV C Primaria Prese per la foresta e sorprese un gruppo di demoni. Nella lotta una strega ferì Estir, ma lui con un pugnale che aveva nascosto la uccise. Subito si aprì un passaggio nel sottosuolo. Estir e i suoi discesero. Qui incontrarono Echidna, un mostro simile ad un serpente che cercò di ingoiarlo, ma il suo arcere lo colpì con una freccia avvelenata. Subito si aprì un altro passaggio. Così da galleria in galleria, dopo lotte impensate ritornarono in superficie e i Fuochi Fatui che brillavano sulle colline gli indicarono la strada. Finalmente arrivarono alle miniere. Era mattina. Estir si trovò all’ingresso di una grotta. C’era una alta sfinge che ne ostruiva il passaggio. La sfinge pose a Estir questo indovinello: “chi è l’animale che di mattina cammina a quattro zampe, di pomeriggio con due e di sera con tre?”. Estir dopo essersi consultato con i suoi e la moglie, rispose:”l’uomo”. La sfinge si polverizzò. Apparvero i Doccioni che si scagliarono su Estir e sopra i suoi. Estir portò la corona d’oro alla sua Regina. Vincenzo Frisullo V C - Primaria 14 Creatività LA NOSTRA CLASSE … IN RIMA C’è Panico Alice “Mi piace la scuola, sempre dice”. C’è Grazia Peluso Che delle sue cose fa buon uso. C’è Davide Antonazzo Che è proprio un bel ragazzo.. C’è Crisostomo Pietro Che non vuole rimanere mai indietro. C’è Di Maglie Emiliano Che quando corre non va piano. C’è Aniceto Daniele Che sembra dolce come il miele. C’è Turco Debora Che è garbata ad ogni ora. C’è Nicolardi Vito Che il lavoro ha già finito C’è Nicolardi Lucia Che usa sempre la cortesia. C’è Giuseppe Mastria Sempre allegro, mamma mia ! C’è Nicolardi Alessia Che attenta sempre sia. C’è Antonaci Ilaria Che le piace stare all’aria. C’è Frisullo Renato Che è carino da quando è nato. C’è Martella Alberto Che ama tanto stare all’aperto. C’è Sharon Perrone Che si legge un gran librone. C’è Sakar Stefanazzi Che fa amicizia con tutti i ragazzi! C’è Rosafia Tania Maria Antonietta Che è carina come una rosetta. C’è Mastria Gioele Che va a mare con le vele. IID - Primaria LA NOSTRA CLASSE…IN RIMA C’è Morciano Nicolò che è monello appena un po’! C’è Fabrizio Aniceto che mangia l’insalata con l’aceto. C’è Luca Giudice che “Mi sento stanco, sempre dice” C’è Gianmarco De Santis che per scrivere bene si affida a tutti i “Santis”. C’è Mattia Peluso che delle sue cose fa buon uso! C’è Michela Caloro che vale quanto l’oro. C’è Cesario De Roma con la faccia che sembra buona. C’è Marco Silvestrini che gli piace giocare con tutti i bambini. C’è Minerva Simona che è sempre tanto buona. C’è Chiuri Serena con il viso di sirena. C’è Ruberto Aurora che è ordinata ad ogni ora. C’è De Iaco Anna che le piace la torta con la panna. C’è Federica Nicolì che si muove sempre qui e lì. C’è Grimaldi Anastasia che garbata sempre sia. C’è Nicolò Carbone che si impegna a cena e acolazione. C’è Nuccio Luca che assomiglia proprio a un duca. C’è Matteo Morciano che sa tutto di tutti, da Tricase, fino a Milano. C’è Daniele Mastria che legge e scrive bene… e così sia. IIC - Primaria Giugno 2010 LA GRANDE TEMPESTA Nella notte diluviò moltissimo e la mattina dopo,quando Luca si alzò,aprì la finestra e vide un bellissimo arcobaleno sul colle,sovrastava la zona dove sorgeva la sua casa. Senza pensarci si sbrigò a vestirsi e uscì fuori a fare una passeggiata in bicicletta con la sua famiglia. Percorsero quasi tutto il paese e mentre stavano tornando a casa ricominciò a piovere forte. La pioggia si trasformò in un temporale violento in poco tempo. I fulmini coprivano la terra con la loro luce e il rombo dei tuoni si perdeva cupo dietro la collina. Pioveva a cotinelle. Spaventata,la famiglia di Luca si rifugiò sotto un ponte e aspettò che il temporale si calmasse. Il tempo passava,ma la tempesta non si calmava. Solo verso il tramonto il temporale cessò e la famiglia di Luca ritornò a casa sana e salva. Intorno c’era tanta tranquillità dopo la grande tempesta. Riccardo De Francesco, V D - Primaria NELLA CAMERA DA LETTO DI VAN GOGH Ahi, che botta alla testa…Ma dove sono? Non è la mia stanzetta. Come posso esserci finita? Vediamo:stavo facendo un compito in camera mia,dovevo descrivere la “Camera da letto”, un quadro di Van Gogh,poi son…Oh, certo! La stanza è uguale,sono finita nel dipinto! Un momento ora come esco? Meglio guardare un po’ in giro. –E’ una stanza un tantino piccola,le pareti sono di un bianco più scuro del solito, un colore perrbaceo che sono abituata a vedere –mormorai tra me e me – invece il pavimento è un parquet dal colore assai sbiadito,il letto è disfatto,le coperte marroncino acceso sono stropicciate e il cuscino sgualcito,anche se poco,mentre la spalliera è di legno scolpito – penso sempre io. -I quadri appesi sono bellissimi,chissà chi gli ha dipinti,sono sei,tutti fantastici – sospiro,poi osservo i mobili – Che carino quel tavolino, è di legno ed è molto semplice. Cosa conterrà quel minuscolo cassetto? Comunque sono meravigliosi anche i soprammobili,quei due bianchi sono i miei preferiti! Per non parlare di quelle due sedie,semplici,ma che incantano,sono giallo ocra e il loro cuscino è di paglia intrecciata – sussurro. -Ci sono due attaccapanni,a uno sono attaccati degli indumenti,mentre all’altro è appeso un pezzo di stoffa giallino con il bordo rosso. Quella finestra è verde smeraldo e il vetro appena giallo. Infine la porta è bianca,chiusa come anche la finestra… - esclamo poi – Wow,anche se è piccola,questa, è una stanza arredata davvero bene!!! – poi però mi ricordo del mio scopo fondamentale:uscire da qui e quindi spingo la porta; essa si apre e appare una luce bianca…Mi risveglio in camera mia,ero solo addormenta e penso: “Ora so cosa scrivere!” e inizio a descrivere il quadro di Van Gogh,quel dipino dal quale ero appena uscita! Laura Sparascio - V B - Primaria LE MALDIVE SALENTINE Buongiorno sono Sara e lavoro in un’agenzia di viaggi e, come dice la parola stessa mi occupo dell’organizzazione di fantastici viaggi. In realtà il mio compito è quello di far conoscere alla gente luoghi spettacolari dove poter passare le vacanze estive. Oggi vi parlerò delle…“Maldive”. Niente faccie strane però. Le “Maldive” è un luogo non impossibile da raggiungere, si trova nelle vicinanze di Torre Vado (naturalmente è l’identica fotocopia delle “vere Maldive”). Ora vi porterò ad esplorare con la mente questo luogo eccezionale per avere un’idea più chiara. Il mare delle Maldive . che si trova in Puglia, avendo sempre delle acque limpide e pulite, attrae molti pescatori per il buon pesce che c’è. Si possono trovare pesci azzurri,pesci palla, ricci spinosi marini e piccoli polipi. Ma il mare non è solo pesca:è immenso divertimento,dà la possibilità di praticare sport come acquagym aerobica, immersione subacquee. Il profumo delle acquee è intenso e attira molti turisti con la voglia di nuotare. Le Maldive sono un vero paradiso per gli amanti delle spiagge sabbiose perché sono attrezzate con servizi di ombrelloni, sdraio e pedalò. Tutti hanno la sensazione di essere veramente alle Maldive sia per il calore bianco della sabbia, per le dune e per l’acqua limpida. Per gli amanti delle lunghe notti sotto le stelle alcuni punti divertimento locali dove la musica si ascolta fino all’alba, e dopo un cornetto caldo si torna a casa. In particolare si organizzano serate di “pizzica salentina” e sagre paesane del “PESCE FRITTO” in onore della cucina ottima del Salento. Deliziosi sono i pomodori coltivati da queste parti insieme all’olio che rendono gustoso il sugo. Tipici sono i “maccarruni” fatti in casa, la “frisa”, la “parmigiana con le melanzane” e gli “spaghetti conditi con i frutti di mare” che si possono assaggiare nei migliori ristoranti e trattorie come “Il Paradiso” aperto tutto l’anno. Per andare in questo bellissimo posto si procede da Alessano e dopo Morciano per circa 10 km in macchina o in autobus e si arriva subito. Si può alloggiare in tanti alberghi o pensioni che offrono relax e benessere come l’Hotel Albatros, immerso nel cuore del Salento! Allora vi ho convinto? Prenotiamo dunque la vacanza nel meraviglioso mondo delle Maldive Salentine… V B - Primaria 15 Creatività Giugno 2010 FILASTROCCA PER UN SORRISO A PASQUA UN SORRISO IN PIÙ L’AMICIZIA DA’ Se un bambino Non fa un sorriso, perché soffre di una malattia… Basta un sorriso e il malumore va via. Nei giorni festivi i bimbi sono più tristi Perché dagli altri non son visitati e visti. Se nel periodo pasquale, tutti son più buoni A quei bambini possono pensare, dando loro piccoli doni: basta una visita e una speranza nel cuore per far tornare il buonumore. Loro da tanti son dimenticati mentre sognano di essere amati. Sognano anche senza fermarsi mai, di uscire dalle malattie e dai guai, di poter giocare nei verdi prati felici insieme a tanti tanti amici. Aiutali a sperare con loro di certo non guasta, dai, forza, aiutali almeno a Pasqua. Laura Sparascio, Manuele Piscopiello Vanessa De Papa, V B- Primaria Aiutiamo i bambini Aiutiamoli a giocare, a poter correre felici come me… io sto bene e vi voglio aiutare! Voglio donarvi tutto l’amore... lo so,sono piccola, ma quando crescerò vi darò tutto il mio aiuto! Chiara, III B - Primaria L’ associazione Agop Un consiglio di amicizia ci dà: invitare un nostro amico ammalato a giocare e a divertirsi con noi tanta felicità gli può dar. E la cura per far guarirlo presto è Aprir l’ uovo tutti insiem Con gran felicità. Diventar amici, tanto lo può aiutar. Ilaria De Vincenzis. IVB - Primaria SE IO FOSSI UN AEREO E TU LA MIA SCIA Se io fossi un aereo e tu la mia scia, voleremo in alto nel cielo blu cobalto … Se io fossi un aereo e tu la mia scia voleremo tutti i giorni qui nei dintorni … se io fossi un aereo e tu la mia scia mi staresti sempre dietro a distanza di un solo metro se io fossi un aereo e tu la mia scia, staremo sempre attaccati come due innamorati … Serena Nuccio, IB - Secondaria OCCHI DIVERSI Dolce amico:sul tuo viso spesso manca il tuo sorriso ma tu questo mondo senza colore riesci a dipingerlo d’ amore con i tuoi occhi diversi guardi gli oceani immensi speri sempre in un futuro rosa e sai cogliere ogni cosa sai che tutti i ragazzi del mondo amano stringersi in girotondo, per raccogliere il seme della vita e costruire l’ albero della gioia infinita è bello vivere e gioire e mai più soffrire non scoraggiarti perché c’è chi non smette mai di amarti HO INVITATO UN BAMBINO Oggi a casa mia un bambino malato ho invitato, egli era molto malato. prima che venisse tutto ho preparato perché volevo che trovasse tutto aggiustato. Appena arrivato, con gioia l’ho abbracciato. insieme abbiamo giocato e scherzato, finchè non si è stancato. Ma quando l’uovo A.G.O.P. gli ho dato, il sorriso gli è tornato. Un bel gioco lui ha trovato e mi ha tanto ringraziato. Un sorriso in più gli ho donato e una grande amicizia abbiamo creato. Morciano Gabriele IVB non lo puoi vedere e nemmeno sentire io ti dico però che ti sta vicino lungo il tuo cammino. non ti lascia mai ti segue ovunque vai quindi asciuga quelle lacrime di dolore e prova ad ascoltare il tuo cuore credi alla luce di un nuovo giorno affinchè i pensieri cattivi non facciano più ritorno quindi non sentirti abbandonato tu sei un angelo dorato perché sei speciale e buono e per tutti sei un grande dono! Sara Zaminga, V B - Primaria PICCOLI BIMBI PER UN SORRISO IN PIÙ I sorrisi stampati sulle loro facce, la stanchezza pitturata sulle loro vesti, a loro dobbiamo pensare, a quei piccoli bimbi. Un piccolo gesto d’amore, basterebbe per farli sognare … sono i più forti, quei piccoli bimbi. Impegniamoci tutti ad aiutare, questi piccoli bimbi ammalati gravemente che giacciono tristi sui loro lettini, in attesa di un grande gesto di solidarietà. Gian Mauro Roselli IV B - Primaria Vorrei che tutti i bambini malati per sempre fossero liberati dal male che soffrire li fa, per poter giocare in libertà. Per farli guarire comprare dobbiamo le uova AGOP che poi mangiamo, contenti di aver dato un sorriso a chi triste spesso ha il suo viso. Adelaide Pepe - III B Primaria UN AIUTO PER CRESCERE Dare un aiuto a un bambino Fa nascere un sorriso sul suo visino! C’è solo una cosa che li rende felici L’amicizia, con tanti amici. A un bambino malato Un aiuto abbiamo donato, Con questa poesia Che scatena l’armonia Di dare un aiuto a che ha bisogno E nel mondo si avvererà questo sogno! Asia Nocerino, Federica Musio V C - Primaria IO E TE Se io fossi un sole Ti direi un milione di parole e ti parlerei con il cuore Per dirti “amore”. Ti dedicherei una canzone con su scritto il tuo nome. Con il tuo sorriso, mi rassicuri e con le tue labbra mi dici “aspetto un bambino”.A quel punto ti dico “Amami con il cuore, nel segno dell’amore”. Se io fossi un sole Ti riscalderei con i miei raggi Per scacciare le tante preoccupazioni. Nella nascita del bambino e nella sua crescita Io ti starò vicino. Giocherò con lui tutta la vita E non la farò mai finita. Per stare con te e con il tuo fratellino Andrei in capo al mondo E tra noi ci sarà sempre amicizia profonda. Alessandra Toscano, IVC- Primaria 16 Creatività Giugno 2010 LA PRIMAVERA UN SOGNO IN UNA FILASTROCCA PRIMAVERA La primavera è una bellissima stagione che fa risvegliare tutta la natura. Il sole è splendente nel cielo limpido, nei prati verdi vediamo gli alberi fioriti, i fiori colorati e variopinti, la gente fuori e i bambini felici che giocano all’ aperto. il colore del sole rende l’ acqua meno fredda e i petali morbidi dei fiori rallegrano la freschezza dell’ erba. L’ aria fresca e pulita si riempie di delicati aromi: il profumo di fiori, il profumo dei frutti, l’ odore di terra e di erba e il profumo di bucato steso al sole. In casa troviamo le bevande fresche in frigo e il nostro palato assapora il gusto dei nuovi frutti, il gusto del gelato e di cibi più freschi. Il fruscio del venticello accompagna il canto degli uccelli, il garrito delle rondini e le voci di bambini in festa. Chiara Panico - III C - Primaria In una notte di primavera Quando non c’era la bufera, io dormivo tranquillamente mentre il cielo era clemente, quella notte ho sognato, tutto il tempo ho immaginato cosa da grande avrei fatto tutta acquattata col mio gatto. Ho sognato tanti mestieri: belli, brutti, di oggi e di ieri, oltre a tanti ne ho visto uno luccicare proprio il mestiere che potrei amare; la cantante è il mio mestiere tutto il giorno a girare le fiere. Il giorno dopo ho ricordato Il bel mestiere la sera sognato Allora le maniche ho rimboccato E già mi sembra di averlo realizzato . Ancora adesso mi sto esercitando Tante canzoni sto cantando; spero tanto che il mio sogno si avveri intanto accarezzo quest’idea nei miei pensieri. Lucia De Paola, V B - Primaria Primavera multicolore, fa sbocciare ogni fiore. Tulipani,gelsomini, sono tutti quanti carini; margherite e rose sono entrambe curiose. PER IL MIO PAPÀ Papà, per la tua festa, ti voglio regalare una cesta di baci, un cuore pieno di affetto che per te batte forte nel petto. Sei un papà gentile ed anche molto giovanile. Sei il mio migliore amico e ti voglio un bene che non ti dico. La tua Adelaide, IIIB - Primaria PRATO FIORITO Un prato fiorito,vicino una collina In mezzo una capannina. Sul ciglio del prato Fioriva un vento molto rilassato. Il prato osservandolo mostrava l’allegria Come il mondo più grande che ci sia. La primavera è arrivata E la natura si è risvegliata. Nelle grandi foreste Vi sono tanti animali: i cervi, i cerbiatti, sono veloci come i ratti, scoiattoli e conigli, danno dei buoni consigli; farfalline e uccellini, sono amici molto carini. Caterina Morciano IV C - Primaria IL MIO PAPÀ L’orsone che mi abbraccia Con le sue grandi braccia Il dolce miele Che addolcisce anche le mele Il mio pagliaccio Che fa sempre il giocherellone Il mio eroe Che non è mai fifone. Questo sei tu papà E oggi per te nel cielo Una grande stella brillerà. Martina Sodero, VA - Primaria AL MIO PAPÀ AL MIO PAPÀ IL PAPÀ IL PAPÀ Papà sogno un abbraccio che da tempo non mi dai desidero le carezze che non mi hai dato mai forse per via dei miei capricci delle mie promesse mai mantenute e per tutte le cose che dentro mi son tenute, giuste o sbagliate che siano state tante coccole mi sono mancate. Ti prego mio dolce e caro papà stringiamoci forte in un grande abbraccio fino a che i nostri cuori cosi’ battino a ritmo di musica e creino una dolce melodia che tutte le lacrime mandano via. Leone Ilaria, V C - Primaria Nel giorno a te dedicato caro papà una sola parola voglio dirti, grazie! Grazie per l’ amore che mi dai Grazie per la pazienza che hai Grazie per tutto quello che fai. Grazie papà mio Dal tuo figlio amato, che ogni giorno sempre più ti amerà. Longo Giuseppe V C - Primaria Filastrocca del papà che prima viene e poi va, è buono e divertente ma quando si arrabbia è impertinente, tanti hobby pratica seriamente ma qual è il suo preferito veramente? Il papà è come un amico perché al cuore fa venire il sorriso! Matteo Peluso VA - Primaria Sapete com’è un papà perfetto? È un papà senza difetto. Sempre serio e un po’ noioso A volte troppo silenzioso. Il mio invece è un bambinone Troppo spesso è un gran burlone. Altre volte combina guai E la mamma si arrabbia assai! Ma sapete cosa c’è? C’è un mondo di bene tra lui e me. Non sarò mai grande per i tuoi baci, resta il papà che sei, perché mi piaci! Serena Fracasso IV D - Primaria AL MIO PAPÀ IN VIAGGIO CON IL MIO PAPÀ Il mio cuoricino batte vicino a te papino. Dal mio cuoricino esce un bacino che è diretto al tuo visino come un aeroplanino. Per la tua festa ti regalo un cuore ma sono io il regalo migliore. Veronica Minerva IIIB - Primaria Una delle mie esperienze con mio papà è stato quando sono andato in viaggio con lui. Anche se ero ancora piccolo e non ricordo tutti i dettagli,alcune cose mi sono rimaste impresse. Era il periodo prima di Pasqua, mio padre lavorando come autotrasportatore ed effettuando viaggi all’estero, decise di portarmi con sé, ed io ero molto contento. Siamo partiti da Bari, ed eravamo diretti a Monaco. Durante il tragitto io un po’ dormivo e un po’ guardavo il panorama:era molto bello! Mi ricordo che, verso Rimini, da un lato si vedevano le montagne e dall’ altro si scorgeva il mare. Prima di arrivare a Verona, siamo passati sopra il fiume Po. C erano molte cicogne. Prima di Bolzano ho visto delle montagne altissime e ricoperte di neve. Arrivati a Monaco non ricordo molto e non capivo niente perché tutti parlavano tedesco. Al ritorno il tragitto è stato uguale, ma sono rimasto contento di questa interessante esperienza vissuta con papà. III D - Primaria 17 Creatività Giugno 2010 UN PAPÀ D’AMARE PAPÀ PAPÀ Caro papà in questo giorno particolare Ti voglio ringraziare Per tutto quello che mi continui a dare Fin da piccolina Quando ero la tua tittina Ti chiamavo orsettino Ed ero felice di te papino Oggi anche se siamo lontani E non posso stringerti fra le mani, lo stesso ti mando un bacino con un biglietto ed un cuoricino. Anticamente saresti stato un personaggio Grande e molto saggio Un valoroso faraone Forte e potente come un leone. Anche se il tempo è passato Tu per me non sei cambiato. Sei un re speciale, e soprattutto un papà eccezionale so che non mi abbandonerai e di amarmi non smetterai. Prima di andare voglio dirti qualcosa di speciale: “Allunga le mani un po’ È difficile lo so, ma io le afferrerò e mai più le lascerò”. Auguri papino sei il mio dolce budino! Ciao ciao La tua Sara, VB- Primaria Il mio papà ha un grande cuore Sempre pieno per me di tanto amore La sua immensa pazienza È una vera potenza. Mi dà tanta sicurezza E non perde l’ occasione per farmi una carezza, se sto con lui il mio cuore si riempie di allegria perché so che mi porta sulla retta via io sono il suo figlioletto che coccola come un orsetto. Allontana da me le disgrazie Non mi resta che dirgli: mille volte grazie! Massafra Alessandro, III C - Primaria A papà che porta tanto amore Vorrei regalare un bel fiore Mi trasmette sicurezza E della sua protezione ho certezza Con me ha sempre tanta pazienza E mi insegna tante cose con la sua intelligenza Quando mi trasmette allegria Sono contenta che ci sia Io sono il suo caro figlioletto E mi dà sempre tanto affetto. Panico F. Gabriele, III C - Primaria LA MIA MAMMA LE DUE MAMME UNA GITA Oggi caro papà, festa per te si fa. Il regalo è una gita:sul prato quanta vita! Dammi la mano, papà, più lieto il cammino sarà. Vorrei farti felice: è il cuore che me lo dice. Vorrei farti contento baciandoti sul mento. Perciò non hai più scampo Sul viso te lo stampo! Serafino Valentina, IVD - Primaria QUANDO SARÒ DONNA La mia mamma ha una strana abitudine: la sera prima di Mamma, io ti ho andare a letto, invece di indossare il suo pigiamino rosa, La mia mamma quando fa le faccende di casa ha Sempre voluto bene mette l pigiamone di papà. Sembra un grosso spaventa- i capelli un po’ arruffati, indossa una maglietta E tu, questo lo sai! passeri con il pigiamone blu e le pantofole rosa; per non che sembra il pigiamone di papà ed ha un’ aria Prima o poi anch’io parlare dei suoi capelli crespi che vanno dappertutto e stanca e annoiata. Sarò donna e poi… Poi quando si deve mettere davanti ai fornelli, si sembrano paglia, gli occhi rossi che si stanno quasi per Madre…moglie… chiudere. Così conciata comincia a girare per casa gri- vede dalla faccia che non le piace proprio cuci- Dovrò interpretare una dando come una pazza: -Vai a letto! Sbrigati è tardi!- nare. Invece quando comincia un’ importante Mia vita!Ma, non si spettacolo di danza ed è il momento delle pre- Finisce mai di imparare, mentre urla sistema le cose. La mattina la mamma mentre sta preparando la colazio- sentazioni, spunta sul palco con i capelli lisci e perciò sarò sempre ne e mi chiama: -Michele dai, la colazione è pronta … - come la seta, indossa abiti eleganti e brillanti. la tua bambina,che -Vengo!- Mi alzo e mentre entro in cucina vedo la mamma Ha l’ aria simpatica, felice e sembra proprio sod- col tuo sudore, hai cresciuto! bella come una principessa, già cambiata e vestita con una disfatta del suo lavoro! Sara Palumbo IV B - Primaria Cafiero Antonio, III D maglietta colorata e gli stivali sportivi. Il suo viso è rilassato, sorridente e con gli occhi truccati. PENSIERI PER... LA MAMMA I suoi capelli ordinati, lucidi e le unghie sempre colorate:sono solo le 7:00 ma lei è già pronta per cominciare Cara mamma ti voglio bene perché tu sei la mia La mia mamma è bella come una stella e non ce un’altra lunga giornata. luce splendente come una stella nel mio cuore. ne sono altre che brillano più di lei. Michele D’Aversa, IIID - Primaria GIORGIA SABATO 3^C LUCA COSI 3^C MAMMA SEI Mamma ti voglio bene, Tu mamma sei per me la più bella di tutte le - la farfalla che balbetta sui fiori come tu vuoi bene a me. mamme ed io non vorrei cambiarti con nessuna - la mano tranquilla Il tuo cuore è pieno d’amore ed perché sei proprio come io ti voglio. - il cuscino morbido quando mi sento sola io sono contento quando mi stringi a te. ALESSANDRO MASSAFRA 3^C - l’usignolo che canta e vola libero nel cielo Mamma sei bella come una rosa - il cartellone di sorrisi che sorride al sole e tu sorridi a me. Mamma ti voglio tanto bene - la lucciola gialla che illumina nel buio ALESSANDRO SANAPO 3^C e non ti dimenticherò. - la pianta rigogliosa di frutti STEFANO RIZZO 3^C - la fata che porta amore e dolcezza Tu sei una mamma bella e io sono la tua stella. - la stella luminosa che mi guida sempre Il tuo amore è sempre nel mio cuore. La mia mamma è la migliore del mondo e io le - la luce che mi aiuta a non dimenticare voglio molto bene. MADDALENA CHIUMARULO 3^C - il fiore più profumato della primavera PAOLO URSO 3^C - un salvadanaio che si riempie d’amore Sei la luce del mattino, la carezza della buona - il dolce delizioso alla fragola notte. Sei il mio pensiero felice:da quando apro La tua allegria scatena la mia fantasia nel tuo - la gomma che cancella i miei pensieri brutti gli occhi per vedere il sole … Fin quando i raggi cuore c’è tanto amore. - l’albero che mi protegge di luna accompagnano il mio sonno. ELEONORA DE MASI 3^C - la matita che scrive i miei pensieri Sei solo tu … la mia mamma. - la nuvola leggera che mi accarezza GIORDANA MASTRIA 3^C La mia mamma è bella - la prima piuma di un passerotto come una stella, - l’orsacchiotto che mi tiene sempre con sé Mamma io ti voglio tantissimo bene, perché sei ed ha un grande cuore - la primavera che mi sorride pieno d’amore. un angelo che mi guidi in ogni momento. MAMMA,ti voglio bene! LUCA PALUMBO 3^C CHIARA PANICO 3^C III A - Primaria 18 Creatività / PON Giugno 2010 Sin dai tempi più remoti poeti,scrittori,scultori,artisti…, si sono ispirati alla MAMMA, realizzando opere meravigliose che suscitano emozioni, interesse, riflessioni nel “lettore”. Anche gli alunni della nostra scuola in occasione della Festa della MAMMA hanno espresso i loro sentimenti per la propria mamma in tanti modi: manufatti con decorazioni su tema, biglietti augurali, filastrocche, racconti, poesie…. Ecco alcuni pensieri dedicati alla mamma. MAMMA Mamma sei generosa, premurosa,gentile, bella,paziente e laboriosa. Mamma non ti stanchi mai di lavorare. Pensi sempre a me e anche a Eugenio. Quando sto male mi curi e non mi lasci mai da solo. Ti voglio bene mamma. Luca 1^B primaria MAMMA Mamma vorrei stare tutto il giorno con te. Mamma mi piaci quando sei affettuosa con me. Mamma mi piaci quando mi coccoli e mi accarezzi, mammina sei bella come una rosa. Auguri mamma. Alessio 1^B primaria LA MIA MAMMA La mia mamma è bella. Per me è un dono speciale. È come la luce del sole che splende di giorno. È come una stella che brilla nella notte. La mia mamma è … grande. Marta 1^B primaria MAMMA Mamma sei bellissima. Quando sorridi il tuo viso splende come il sole. Sei tanto dolce quando mi accarezzi ti voglio bene mamma. Antonio 1^B primaria MAMMA Mamma sai quanto bene ti voglio? Per me tu sei la mamma migliore del mondo. Mi piaci quando mi accarezzi mi fai le coccole mi racconti le storie … grazie mamma! Asia 1^B primaria PER TE MAMMA Mamma ti voglio tutta per me. Mi piaci quando ti fai bella perché è festa. e quando metti gli occhiali da sole. Mi piaci quando mi abbracci perché ho preso un bel voto a scuola. Auguri mamma. Martina 1^B primaria LA MIA MAMMA La mia mamma è onesta, gentile, comprensiva,affettuosa quando combino qualche marachella, lei si arrabbia,poi io mi scuso, lei mi abbraccia e mi perdona. quando sta con me,lei è tanto felice. quando sono solo e mi sento triste lei mi coccola e io mi rallegro, poi gioca con me e ride con me. Lei è una mamma stupenda. Matteo 1^B primaria PON - MONDI DA ESPLORARE Pon 2010 Siamo cinque allieve del corso PON "DI TESTO IN TESTO": Maria Corciulo, Silvia Forte, Chiara Rizzo, Chiara Ruberto e Benedetta Negro. Prima di iniziare a svolgere questo corso, avevamo diverse aspettative: approfondire gli argomenti svolti al mattino con metodi differenti; rafforzare i rapporti interni alla classe. In realtà, il PON frequentato ha superato ogni aspettativa. Dopo aver iniziato il progetto, abbiamo notato fin da subito di partecipare a lezioni differenti rispetto a quelle curriculari. Ricordiamo ancora il primo giorno, quando la Prof.ssa Miriam Carofalo, dopo averci disposti a staffa di cavallo, ci ha chiesto di osservare un pendente a forma di cuore con l'aiuto di una lente di ingrandimento. Attraverso l'esperimento abbiamo notato come ognuno di noi, pur osservando io stesso oggetto, lo guardava da punti di vista diversi. Abbiamo "interrogato" il ciondolo ponendoci vari perché (motivazione sul materiale usato; motivazione sulla forma; motivazione sulle pietre usate) e ciò ha consentito di comprendere che cosa significa possedere spirito critico. Fin dalle prime lezioni è apparso anche chiaro che tali attività avrebbero potuto portare dei reali vantaggi nel profitto scolastico; infatti, sono stati svolti svariati laboratori su nuovi metodi di studio: la schematizzazione, le mnemotecniche delle immagini, la memoria logica, saper sottolineare, saper prendere appunti "all'americana". In particolare, a Silvia Forte ha destato interesse il lavoro svolto sul libro di scienze perché, grazie a questo, ha potuto memorizzare meglio la lezione attraverso il metodo delle mnemotecniche delle immagini; sostiene ancora oggi di ricordare la lezione proprio perché ha prestato molta attenzione, ma soprattutto per il metodo di studio che è stato utilizzato; rendendosi conto che è molto efficace su di lei. È molto contenta di aver partecipato a questo PON anche per la presenza dell'esperta Prof.ssa Miriam Carofalo e della tutor Prof.ssa Ada Scupola. In particolare, Benedetta Negro ha ritenuto efficace il lavoro svolto sul libro di storia perché, grazie a questo, ha potuto imparare a sottolineare meglio e a distinguere con più sicurezza e velocità le informazioni principali e secondarie. Di quella lezione, in modo specifico, le è rimasto impresso il momento in cui la Prof.ssa Carofalo ha posto sul pavimento al centro della classe, in modo schematico, dei foglietti in cui c'erano scritte le parole chiave di ogni periodo. Da quel giorno Benedetta utilizza di frequente questi due metodi: schematizzazione e tecnica dei loci. Il lavoro svolto sul testo di scienze, secondo Chiara Ruberto, è stato il migliore, perché grazie al metodo delle immagini, ricorda ancora che le vene dal cuore portano il sangue alla periferia, e i capillari portano il sangue dalla Pag. 19 Continua da Pag.18 19 PON Giugno 2010 PON 2010 periferia al cuore. Un altro metodo che, secondo lei, è efficace è stato il metodo della schematizzazione. Ci sono diversi tipi di schemi: ad insiemi, a ruota, a albero, a scaletta e numerico; tra essi, il più efficace è lo schema ad albero. Ritiene, inoltre, di aver vissuto serenamente questo periodo (anche divertendosi) grazie all'esperta Miriam Carofalo con cui ha instaurato un buon rapporto. Secondo Maria Corciulo, il metodo di studio più efficace e comprensibile è stato quello del saper sottolineare perché, anche se già precedentemente usava questo tipo di metodo, grazie alla tanta pazienza e costanza della prof. Miriam Carofalo, ha saputo rendere lo studio comprensibile e efficace, ha potuto imparare ancor di più come, pur impiegando un lasso di tempo minore, si può lo stesso capire la materia da studiare, facilitandosi il lavoro con l'ausilio di in valido metodo! Secondo Chiara Rizzo, il lavoro più utile è stato quello svolto sul testo di scienze perché ha memorizzato con maggiore facilità l'argomento riguardante le arterie, le vene e i capillari. Grazie al metodo delle immagini ha esposto meglio la lezione, rendendosi IL PON: UNA GRANDE OPPORTUNITÀ conto della sua efficacia. Tutto ciò è avvenuto attraverso la prof.ssa Miriam Carofalo che con la sua pazienza e i suoi metodi ci ha fatto trascorrere più velocemente le ore del PON, aiutando ognuno di noi a scoprire il metodo più efficace. Tutte noi concordiamo nel sostenere che una lezione che abbiamo molto apprezzato è stata anche quella relativa al saper sottolineare; durante il laboratorio, la Prof. Scupola ha spiegato dei dipinti di Caravaggio, mentre noi, disposti a staffa di cavallo, prendevamo appunti insieme alla Prof.ssa Carofalo... L'esperta sembrava davvero una di noi! E' stata lei a guidarci durante l'attività e noi, grazie al nostro silenzio, abbiamo apprezzato moltissimo la lezione della Prof... Per questo, cogliamo l'occasione per chiederle scusa se durante le ore curriculari non sempre le consentiamo di svolgere serenamente la lezione. Il corso PON "Di testo in testo" è servito anche a questo: capire quanto sia importante lo spirito di gruppo e quanto una classe possa crescere insieme, pur avendo dei profitti scolastici differenti. II C- Secondaria Pon ... un’avventura tra i numeri Il nostro corso PON di matematica di classe quinta si chiama ”GIOCANDO E RAGIONANDO” ed è molto interessante e istruttivo. Lo svolgiamo insieme ai nostri compagni di classe, abbiamo un’esperta esterna molto in gamba, si chiama Stefania Dragone, è laureata in matematica e scienze e ci spiega gli argomenti molto chiaramente. Il primo giorno eravamo emozionatissimi ed anche un po’ spaventati perché dovevamo affrontare le prove d’ingresso che secondo noi erano molto difficili. Durante le prove il tempo passava e noi pensavamo e ripensavamo,ma la soluzione non veniva mai a mente, come se fosse stato impossibile. Ogni giorno le schede sono sempre più complicate,ma ad ogni incontro miglioriamo a vista d’occhio. Alla fine delle schede la professoressa spiega il procedimento del quesito e chiarisce dove abbiamo sbagliato e ci dà dei consigli per non cadere più nell’errore. Questo corso è molto apprezzato da noi perché ci aiuta a ragionare non solo in quella occasione ma anche fuori. Ogni volta l’esperta ci fa fare delle attività molto belle e appassionanti,in particolare quesiti di logica e quando non riusciamo a farli, ragioniamo con la professoressa. Gli esercizi che ci piacciono di più sono quelli fatti manualmente, però bisogna sempre pensare! Ogni giorno miglioriamo sempre di più,e a volte ci facciamo aiutare dalla maestra Tina,che è la nostra tutor. Ci dispiace molto che quest’avventura della matematica finirà, ma noi siamo sicuri che sarà un’esperienza positiva per il nostro futuro di scolari e poi sicuramente questo PON ci servirà per migliorare il nostro apprendimento matematico. PON: MATEMATICA IN ALLEGRIA Mi sono iscritto al PON di matematica” giocando e ragionando”, per approfondire la mia conoscenza in questa materia. All’inizio non sapevo cosa mi aspettasse, ero un tantino preoccupato. Pensavo che avrei dovuto studiare ancora di più, ma frequentando ho scoperto, con grande felicità, che il corso PON tratta la materia con allegria, sottoponendoci a numerosi enigmi a me particolarmente graditi. È come realizzare le avventure di Geronimo Stilton o del professor Layton. Davanti ai quesiti che le maestre ci danno, è come dover risolvere un “caso importante”. Al ritorno del PON sottopongo anche ai miei cari i quesiti e tutto finisce in un gioco divertente, molto entusiasmante, perché gli altri si sforzano di indovinare. Non rispondono subito ed esattamente, poiché mi accorgo solo ora che è difficile allenare la mente a risolvere dei problemi di logica. Tutti pensano e si mangiano la testa con soluzioni complicate, quando la risposta ce l’hanno davanti. Questa esperienza mi ha insegnato ad esercitare il mio cervello e ho compreso che tutti noi abbiamo tante potenzialità che non sfruttiamo. I quesiti, gli enigmi, gli indovinelli sono un modo simpatico di accostare noi alunni alla matematica. Secondo me il PON serve per far V A- Primaria Il Pon che stiamo frequentando ci permette di acquisire un metodo di studio più efficace; potenziare le competenze lessicali, la capacità di lettura e comprensione dei testi; migliorare la concentrazione. I risultati raggiunti potranno incidere sul profitto scolastico attraverso l’ ampliamento delle conoscenze e lo sviluppo di abilità e competenze. Secondo noi è una grande opportunità di apprendimento, anche se non tutti dimostriamo di essere consapevoli di questo. L’intesa tra i docenti della classe e l’esperta esterna crea una certa continuità tra il lavoro scolastico curriculare e le attività svolte durante il PON. II A - Secondaria PON: matematica in gioco Salve a tutti, amici e amiche, questa volta vi vogliamo raccontare del corso PON di matematica: “Giocando e ragionando”. A noi piace tantissimo!!! Durante le tre ore che passiamo a scuola di pomeriggio impariamo tante cose nuove: un giorno una tecnica per calcolare velocemente, l’altro un trucco per arrivare lare velocemente gli sconti e i prezzi a mente senza aver bisogno del fogliettino a portata di mano, il mercatino, esercizi per sviluppare la logica ecc … Altre volte, invece, andiamo nel laboratorio di informatica: lì navighiamo sui siti dove ci sono giochi di logica e di matematica. Oppure altre volte ancora andia- subito alla soluzione. Il tempo vola tra calcoli, soluzioni, rompicapi e strategie. Le maestre sono davvero brave, sono divertenti e ci mettono alla prova con dei giochi e, se si accorgono che non riusciamo a capire la risposta ci aiutano con qualche indizio, ma non svelano mai tutto. Ci fanno risolvere anche situazioni di tutti i giorni : la compravendita, per farci calco- mo in palestra per fare altre attività, restando però, sempre sul tema “MATEMATICA”. Beh, spero vi siate fatti un’ idea chiara a proposito di questo splendido PON. Purtroppo vi dobbiamo salutare. Al prossimo anno .... forse ci sarà un altro fantastico PON da raccontare! Ciao.Ciao V B - Primaria comprendere a noi ragazzi attitudini e potenzialità di ciascuno e prendere corag- gio per decidere cosa fare da grandi. V C - Primaria 20 PON PON: di testo in testo Riflessioni… E’ pesante pensare di dover studiare nel pomeriggio dopo essere stato a scuola per 5 ore… ma il nostro PON “Di testo in testo B” è davvero fenomenale tanto che, di pomeriggio, il nostro gruppo classe, è più tranquillo che nel mattino e si riesce a lavo- rare meglio . Stiamo imparando a studiare attraverso varie strategie e metodi che ci permettono di capire quanto “studiare possa essere un gioco da ragazzi”. L’obiettivo del corso è quello di farci acquisire un metodo di studio che contribuisca a ridurre il tempo impiegato aumentandone il profitto, a spendere meno energia e ottenere migliori risultati; a ciò sono finalizzate immagini video, giochi di squadra, lavori di gruppo e l’uso della lavagna interattiva. Pensiamo che, quest’anno, il PON sia una cosa unica nel suo genere anche se, ogni tanto, qualcuno cede alla stanchezza. Fare il PON come gruppo classe poi, è stata “un’ideona”, meglio di quella di Archimede. E’ più bello, infatti, perché si conoscono già le persone con le quali si lavora e poi… gli amici , se non è possibile vederli di pomeriggio, si possono incontrare al corso. Speriamo che, alla fine , il miglioramento nello studio sia valorizzato dai giudizi dei nostri professori; per ora c’è già chi ha cominciato ad applicare il nuovo metodo e le nuove strategie , a studiare meglio e con più volontà, magari spegnendo la TV (,,,per il cellulare sarà più difficile!) II B - Secondaria PON: FLASH DI CONSIDERAZIONI Anche quest’anno nella nostra scuola è stato approvato il Piano Integrato che mira a migliorare la qualità del servizio scolastico attraverso due obiettivi strategici: elevare il livello di competenza degli studenti in lingua madre e matematica e ridurre gli abbandoni scolastici. Per le tre classi prime di scuola secondaria di 1° grado è stato programmato il modulo C1 “Matematica e Problemi” a cui hanno partecipato tutti gli alunni come gruppo classe e che si è rivelato nel complesso positivo come si evince dai seguenti “FLASH” DI CONSIDERAZIONI degli alunni di classe I A • A me piace frequentare questo corso perché approfondisco le mie conoscenze con l’aiuto del tutor e dell’esperto. La scuola è stata proprio brava a voler dare a tutti noi studenti la possibilità di ampliare le nostre conoscenze e mi piacerebbe tanto partecipare anche il prossimo anno. • Questo PON all’inizio non mi piaceva perché la matematica per me è un nemico, ma quando il professore ha incominciato a fare piccoli esperimenti con l’acqua per farci capire la corrispondenza tra volume e peso, mi sono entusiasmato. Il corso per me è bellissimo non solo perché impariamo cose nuove, ma anche perché, stando insieme ai compagni anche il pomeriggio possiamo diventare un bel gruppo classe. • Questo corso PON, offertoci dalla scuola, è un’occasione d’oro per chi vuole imparare ogni giorno cose nuove e per chi vuole migliorarsi per affrontare al meglio le prove invalsi e anche i giochi matematici. • Il corso mi ha aiutato a capire quello che prima non mi era entrato “in testa”. • Il PON è un’opportunità offerta a tutti per migliorare nello studio ed ottenere risultati migliori nelle prove di verifica. Mi Pag. 21 Giugno 2010 Pon... la matematica? un problema... E’ questo quanto emerso dalle prove INVALSI e così hanno pensato molti degli alunni quando hanno saputo di dover frequentare il corso PON della su citata disciplina. Da un’indagine fatta tra gli alunni nel corso dei primi incontri, molti si son detti contrariati dalla scelta (Brizio ha simulato una faccetta “disperata” comune a molti), altri più rassegnati, in pochi contenti e desiderosi di apprendere qualcosa di nuovo. Il 23 febbraio, alle 15.30 … “Ci siamo presentati, prima noi alunni e poi l’esperta e la tutor. Per capire se siamo bravi in matematica l’esperta ci ha dato una prova d’ingresso, l’abbiamo eseguita in modo individuale e corretta insieme, ognuno di noi diceva le proprie risposte” così ricorda la sempre sorridente Maria. Dal secondo incontro una nuova organizzazione: “giocando e ragionando, alcune volte da soli, altre in gruppo” (Giusy) “Nei rientri abbiamo approfondito quello fatto a scuola. Gli incontri sono stati molto istruttivi per noi ragazzi” (Melania) “La nostra tutor ha inserito nei computer scolastici dei giochini matematici e di logica, quindi successivamente scendevamo anche nel laboratorio di informatica…” (Maria) Il momento altamente formativo è stato senz’altro quello della discussione sulle scelte risolutive, individuali o di gruppo: gli alunni hanno motivato, discusso, ragionato, trovato nuovi percorsi risolutivi, … le loro facce non erano più “disperate, contrariate”, ma attente, partecipi, sorridenti se avevano raggiunto la risoluzione al que- sito, dispiaciute, ma pronte a riscattarsi se avevano trovato qualche intoppo. “Mi ha aiutata ad essere più brava in matematica” (Silvia) “È stato molto bello perché giocando insieme si ragiona” (Elisabetta) “È stato un modo per apprendere meglio la matematica” (Daniela) “Il PON di quest’anno è servito a tutti noi per potenziare le nostre capacità nel campo della matematica e per imparare nuove regole e trucchi da usare in classe” (Alessandro, Simone P., Stefano D.I., Brizio) “Il PON ci ha fatto capire che la matematica è una materia quotidiana” (Antonio) Vorrei concludere con quanto scritto da Caterina “Il PON ci ha aiutato a scaricare le nostre paure ed essere più sicuri sulle risposte che possiamo dare”. E allora la matematica? UN PROBLEMA CHE SI PUÒ RISOLVERE! V D - Primaria Progetto PON C1 “ Un mondo da esplorare” Noi ragazzi e ragazze delle classi terze abbiamo frequentato il Corso PON C1: “Un mondo da esplorare”. Abbiamo partecipato con tanto interesse; questo progetto ci ha permesso di esprimere le nostre emozioni, riflessioni sull’importanza delle strategie da sviluppare per acquisire un metodo di studio efficace e vincente. Il corso ci ha permesso di valutare le nostre capacità e le nostre abilità personali e scolastiche, favorendo un miglioramento delle strategie di apprendimento. L’esperta, la prof.ssa Emanuela Ingusci, ha illustrato in un primo momento, attraverso alcune esercitazioni individuali e di gruppo, il percorso formativo finalizzato all'acquisizione ed allo sviluppo di strategie per apprendere e migliorare il nostro metodo di studio. Abbiamo imparato a riconoscere le tecniche di memorizzazione attraverso lo studio dei magazzini della memoria, distinguendo tra memoria a breve termine e memoria a lungo termine, abbiamo imparato l'arte di saper ascoltare e di saper comunicare, siamo riusciti a riconoscere ognuno il proprio stile di apprendimento delle diverse materie studiate. Il progetto ci ha arricchito culturalmente e ci ha permesso di crescere nell’ascolto, nell’attenzione e nell’impegno, nel metodo di studio e nell’apprendimento e ci ha consentito di valorizzare il rapporto con i compagni e con i docenti. Complessivamente, ci riteniamo soddisfatti del percorso realizzato sia dal punto di vista dell’apprendimento sia dal punto di vista della socializzazione con le altre classi. Classi III - Secondaria Continua da Pag. 20 21 PON / Cultura Giugno 2010 Flash di considerazioni piace frequentare il corso perché c’è la tutor che quando non sappiamo qualcosa ce la spiega e tutto diventa più facile. • Per me il corso PON è solo una perdita di tempo perché non mi ha insegnato niente di nuovo. • All’inizio non volevo frequentarlo perché avevo già partecipato ad un corso PON l’anno scorso e non mi era piaciuto. Quest’anno però il corso era di matematica e i miei genitori si sono “fissati“ con la storia che DOVEVO frequentarlo, così ho dovuto aderire FORZATAMENTE, ma… via, via che il tempo passava, è iniziato a piacermi sempre più, soprattutto perché ogni venerdì potevo trascorrere più tempo con i miei compagni di classe. • A me il corso PON non è piaciuto molto perché credo che la scuola abbia scelto l’insegnante sbagliato in quanto usa un linguaggio un po’ troppo difficile da comprendere. I A - Secondaria Gli insegnanti continuano a formarsi Anche quest’anno alcuni docenti sono stati impegnati in un corso di formazione su un percorso già avviato nell’a.s. 2008-2009 e mirato a rivedere il “ modo di fare scuola” . Il gruppo si è rivelato eterogeneo per età, percorsi formativi ed è stato coinvolto in percorsi di ricerca educativa e didattica attraverso l’utilizzo di pratiche narrative ed eco sistemiche al fine di acquisire metodi, tecniche e strategie di approccio all’alunno e alla classe. Si è partiti dal racconto di storie dei propri vissuti e si è passati all’analisi di studi di casi di alunni della nostra realtà scolastica. Alle attività si è partecipato con interesse e criticità. La tutor “It’s time to chat 2” Quest’anno, come lo scorso anno, molti di noi hanno avuto l’opportunità di frequentare il PON d’inglese “It’s time to chat 2”. Grazie a questa opportunità abbiamo potuto potenziare le nostre capacità di apprendere e comunicare in inglese; non solo… ma abbiamo utilizzato le nuove tecnologie per imparare la lingua in modo facile e divertente. Il corso è iniziato con una prova di verifica, che ci è stata somministrata dall’esperto, per capire i nostri punti deboli e per valutare il nostro livello di partenza. Subito dopo abbiamo utilizzato, come lo scorso anno, “Apulia Scuola Social Network”, a piattaforma di elearning creata dal Prof. Antonio Marsano, che ci ha permesso di chattare in inglese, aggiornare i nostri blog e utilizzare materiali particolarmente interessanti. Quest’anno c’è stata una novità. Per stimolare la nostra produzione scritta, l’esperto (il professore Marsano), ci ha presentato delle schede operative appositamente progettate per stimolare e potenziare le nostre capacità comunicative. È da precisare che molte di queste schede erano le stesse utilizzate in varie scuole australiane, americane e inglesi. Erano interessanti, perché contenevano domande soggettive in cui bisognava parlare di noi stessi, dei nostri interessi e dei nostri modi di fare. I temi principali riguardavano: la scuola, la musica, la moda, il passato, il futuro, internet e la tv. Oltre a questa novità, abbiamo potuto utilizzare la lavagna interattiva, una vera innovazione per tutti noi, abbiamo potuto, infatti, guardare video in inglese, commentarli ed interagire in vari modi. Tra i vari siti che abbiamo visitato, quello preferito da molti di noi è stato English Central La cosa che ci ha più interessati è stata “Famous People” che consiste nel parlare in inglese di celebrità come Will Smith, Shakira, Michael Jackson, Rowan Atkinson (meglio conosciuto come Mr. Bean) e personaggi della storia come Che Guevara, Marie Curie, Gandi, Lady Diana ecc. ecc. È stato un corso veramente interessante e siamo stati molto motivati e assidui nella frequenza. Vorremmo fare un ringraziamento al nostro esperto professore Antonio Marsano, e al nostro tutor Paolo De Donno per la loro pazienza, il loro entusiasmo e per la loro professionalità. Classi terze - Secondarie CULTURA Senza volto: testimonianza a due voci Oggi, 23 Aprile 2010, è stata per noi una giornata molto particolare che di sicuro rimarrà nel nostro cuore e nella nostra mente,grazie all’invito dell’IISS Polo Professionale “Don Tonino Bello” a partecipare ad un momento di riflessione,presso la Sala del Trono di Palazzo Gallone, dal titolo Dialoghi per il ricordo e alla presentazione del libro Senza Volto. Abbiamo così incontrato due persone degne di grande rispetto che sono venute a Tricase per raccontarci la loro fantastica ma dura vita. All’inizio Gertrude e Samuel Goetz sembravano una coppia solo felice e serena come tante altre, ma attraverso il loro racconto ci hanno spiegato quanto è stato duro vivere scappando e sopravvivere nei campi di concentramento. E’ stata un’esperienza profonda per noi che ci ha fatto comprendere la difficoltà di quegli anni segnati dalla durezza della povertà e della guerra. Noi, come tutti gli adolescenti di oggi, viviamo una vita più facile e, a volte superficiale, rispetto a quella di un tempo , quella vissuta dai coniugi Goetz. Tanti sono stati gli episodi narrati che ci hanno fatto riflettere. Samuel ha soli undici anni quando inizia la sua terribile adolescenza. Anche se la sua famiglia cerca di proteggerlo, lui vede la brutalità per le strade del ghetto e capisce il motivo della scomparsa di vicini e parenti. Gertrude all’età di sette anni quando il padre fu fatto prigioniero, si rifugia in un villaggio sperduto dell’Abruzzo e insieme a sua madre e ad altre persone, ha dovuto vivere in un boschetto per la paura di essere scoperti dai tedeschi e portati nei campi di concentramento; rimasero in quell’ambiente per quattro mesi, senza cibo,cercando qua e là qualcosa per poter sopravvivere. Erano aiutati dagli italiani come le suore francescane che pur non avendo molto denaro, decisero di accogliere la bambina e di darle un’educazione cattolica; un insegnante , che pur essendo un fascista, aiutò Gertrude a ricevere un’istruzione. Dopo molti anni Gertrude ha deciso di scrivere un libro per far sapere ai suoi cari l’altruismo e la gentilezza che hanno avuto gli italiani nei suoi confronti . Un altro episodio molto tenero è quello raccontato da Samuel quando stava nel campo di concentramento e lì un ragazzo italiano rom, canticchiava sempre una canzone che è rimasta dopo tanti anni ancora nel suo cuore: “Mamma son tanto felice!”. Tutto il libro è una testimonianza diretta delle atrocità vissute da un ragazzo per tre anni della sua adolescenza durante i quali non ha potuto vedere il suo volto, da qui il titolo del libro “Senza volto”. I due si sono dichiarati molto legati all’Italia perché il loro primo incontro è stato lungo la spiaggia di Santa Maria al Bagno. Questa esperienza ha arricchito il nostro bagaglio culturale, ma soprattutto quello delle emozioni per come hanno saputo affrontare pienamente la vita, nonostante le sofferenze e saputo guardare ogni giorno alla sua bellezza senza scoraggiarsi mai. Un gruppo di alunni delle classi seconde della scuola sec. di I grado La liberazione tra cui l’Etiopia (1936) e invase l’Albania ( 1939) e strinse una forte alleanza con la Germania; promulgò le leggi razziali per seguire Hitler in ogni campo. In base a tali leggi, espulse e uccise migliaia di ebrei. Inoltre entrando nella seconda guerra mondiale, insieme alla Germania e al Giappone, fu sconfitto, in una disastrosa guerra durata 5 anni. Secondo me festeggiare la liberazione dell’Italia dalla dominazione fascista è molto importante per non dimenticare tutti coloro che si sacrificarono per la libertà dell’Italia e per far si che in futuro non ci siano più dittature che calpestinola dignità dell’uomo. Il 25 aprile è la festa della liberazione dell’Italia dalla dominazione fascista. Il fondatore del partito fascista fu Benito Mussolini che governò l’Italia dal 1922 al 1943. Insieme a i suoi uomini chiamati Camicie Nere e organizzati in squadre d’azione, crearono un clima di violenza e paura, in modo da far tacere chi aveva idee diverse. Mussolini si faceva chiamare Duce e trasformò l’Italia in uno stato autoritario, dove ogni cosa era sotto il controllo del Partito Fascista. Cercò di conquistare anche altri Stati V D - Primaria LA DIGNITÀ DELL’UOMO È STATA CALPESTATA Non diventerò mai grande – disse Anna Frank nel suo Diario,quando ormai poche erano le speranze di sfuggire ai nazisti. E io immagino che cominciò ad avere paura. Lei aveva la mia età,ma anche la mia allegria,la mia voglia di vivere,i miei sogni,simili progetti per il futuro,la mia curiosità,la mia felicità. Aveva perso tutto,conservava solo la sua penna e la voglia di descrivere con grande abilità tutto ciò che la circondava. Noi di seconda non abbiamo ancora studiato la Shoa, ma abbiamo letto alcune pagine del diario di questa ragazza ebrea,che dopo le leggi razziali emanate da Hitler nel 1933,emigra in Olanda con la sua famiglia. Le sue testimonianze hanno scosso tutte le coscienze e soprattutto hanno distrutto l’indifferenza di tanti nei confronti di questa ingiustizia. Il suo diario adesso è come un Vangelo che insegna a tutti il vero valore della vita,attraverso pagine di speranza e di riflessione. Dalle parole di una ragazzina ebrea siamo passati alla testimonianza di Primo Levi,dalle parole tratte dal suo libro “Se questo è un uomo”. Abbiamo fermato l’attenzione su alcuni passi,cercando di tradurre le sue parole con un elemento,un simbolo del dolore provato: LE SCARPE. Né si creda che le scarpe,nella vita del Lager,costituiscono Un fattore di importanza secondaria, La morte comincia dalle scarpe: esse si sono rivelate,per la maggior parte di noi, veri arnesi di tortura,che dopo poche ore di marcia davano luogo a piaghe dolorose che fatalmente si infettavano. Chi ne è colpito,è costretto a camminare come se avesse una Palla al piede (ecco il perché della strana andatura Dell’esercito di larve che ogni sera rientra in parata); arriva ultimo dappertutto, e dappertutto riceve botte; non può scappare se lo inseguono; i suoi piedi si gonfiano,e più si gonfiano più l’attrito con il legno e la tela delle scarpe diventa insopportabile Allora non resta che l’ospedale:ma entrare in ospedale Con la diagnosi “dicke fuse” (piedi gonfi) è Estremamente pericoloso,perché è ben noto A tutti,ed alle SS in ispecie,che di questo male,qui, non si può guarire. (da Se questo è un uomo) Ma Primo Levi ci fa capire con le sue parole che il male più grande è la perdita della dignità di uomo in un campo di concentramento,rimanere senza abiti,rasati,chiamati solo con i numeri,non sentire più il proprio corpo tanto che “quando non ci vediamo per tre o quattro giorni,stentiamo a riconoscerci l’un l’altro”. II°B - Secondaria 22 Cultura Percorso didattico: “In memoria dei caduti di Nassiriya In occasione della commemorazione per i caduti di Nassiriya, la nostra classe ha deciso di partecipare, componendo delle poesie sullo stile del sonetto. Il nostro percorso è iniziato il 24 ottobre; prima di produrle, abbiamo avviato un lavoro di conoscenza e approfondimento dell’argomento. L’imput iniziale è partito dal professore Coluccia; infatti, ci ha raccontato che il 12 novembre 2003 un camion cisterna esplose davanti alla base italiana dei Carabinieri, provocando la morte di 19 militari italiani. Questo attentato terroristico è una ferita che non si rimarginerà mai nel cuore degli Italiani, quindi è importante che nelle scuole si parli del sacrificio e della nobiltà d’animo di questi uomini coraggiosi. Ci siamo suddivisi in gruppi e, nella prima fase, abbiamo ricercato notizie storiche sull’attentato. L’obiettivo del nostro lavoro era quello di comporre delle poesie per commemorare i caduti di Nassiriya e di leggerle durante la funzione religiosa per giovedì 12 Novembre 2009, alle ore 18,00, presso la Chiesa di S. Eufemia. Tramite quest’esperienza, ognuno di noi ha mostrato maggiore sensibilità agli avvenimenti sociali; abbiamo discusso su questa pagina di storia molto tragica e il professore ha socializzato le nostre ricerche. Nel marzo del 2003 inizia l’operazione” Iraqi Freedom”, o seconda guerra del golfo; la coalizione è composta dagli eserciti della Gran Bretagna, USA e altri Stati. - Il 1° maggio 2003 cessa la guerra, ma l’Iraq deve ”risollevarsi” dal conflitto; quindi, vengono inviati soldati dai vari paesi per favorire la sicurezza del popolo iracheno e contribuire allo sviluppo della nazione. - L’Italia partecipa attraverso la missione ”Antica Babilonia”, fornendo forze armate dislocate nel sud del Paese, con base principale a Nassiriya. - La missione italiana è iniziata il 15 luglio 2003 ed era un’operazione militare con finalità di mantenimento della pace. L’attentato del 12 novembre 2003 è stato compiuto dai militanti di Al Qaeda. Questo triste avvenimento ha suscitato in noi una profonda meditazione. Abbiamo riflettuto sul gesto dei giovani italiani e sulla loro grandezza d’animo; questi uomini si sono sacrificati per il bene comune. Ognuno di noi ha provato tanto dispiacere nei confronti dei familiari: non dobbiamo lasciar cadere nell’oblio avvenimenti simili. Ora siamo alla seconda fase del nostro progetto. Tutte le nostre sensazioni nei confronti della tragedia dovevano essere trasformate in poesia. Abbiamo utilizzato il sonetto, formato da due quartine e due terzine. Sono state scelte, in classe, le poesie più belle e più significative e il professore ci ha guidati nell’intonazione e nell’espressività. Il 12 novembre, dopo la Messa, che ha suscitato in noi tanta commozione, i nostri versi sono stati recitati; io ero lì… e abbiamo guardato con occhi diversi una vicenda così triste. III B - Secondaria Segue da Pag. 1 Editoriale gli allievi nella loro crescita culturale e nella formazione sociale. Grazie anche a tutto il Personale non docente, al Consiglio d’Istituto, al Comitato Genitori sempre disponibili a venire incontro alle esigenze della scuola. Un grazie sentito va a tutti i Genitori per la loro collaborazione, senza la quale alcune iniziative non si sarebbero potute realizzare. Un grazie sincero va a tutta l’Amministrazione Comunale per aver ripristinato in poco tempo le aule danneggiate e permesso di concludere regolarmente l’anno scolastico. Un augurio particolare va agli alunni delle classi terze, che ci lasceranno per continuare gli studi nella secondaria di secondo grado e al personale docente e non che andrà a godersi il meritato riposo, dopo aver contribuito per anni alla crescita di tanti ragazzi e allo sviluppo del nostro Istituto. A tutti Buone Vacanze e tanta serenità! Antonia Preite Dirigente Scolastico Giugno 2010 UNA DATA IMPORTANTE: IL 25 APRILE Il 25 aprile è l’anniversario della liberazione d’Italia. In questa data nel 1945, i cittadini italiani combatterono contro i fascisti e i nazisti. Erano persone comuni chiamati partigiani che si organizzarono contemporaneamente in tutta Italia per affermare i principi di libertà e di uguaglianza. Secondo me, quelle persone che si sono sacrificate sono da considerare delle persone eroiche perché non hanno pensato che potevano perdere la vita ed essere catturate e mandate nei campi di concentramento. Hanno pensato solo a liberare l’Italia per renderla democratica e quindi non più sotto il dominio di un dittatore. Grazie al sacrificio di queste persone è nata la Costituzione che afferma i principi di libertà, uguaglianza e democrazia. La costituzione è quindi importante perché è nata dal sacrificio dei cittadini italiani. Per questo motivo penso che nessuno deve modificarla per cambiare le leggi italiane. VD - Primaria POESIE LA VITA PERDUTA Una cattiveria senza fine colpì l’umanità, che fu condotta senza rime a patire in un luogo senza moralità. I camini ardenti e il gas di quella doccia letale ci fanno ricordare i momenti salienti di questa storia mondiale. Che colpa avevano uomini,donne e bambini, che semplicemente vivevano ignari del futuro e dei progetti clandestini di un uomo ariano, che avrebbe per sempre distrutto i loro destini. Sara Peluso (Classe III B – Scuola secondaria) OLOCAUSTO Questa è una tragedia da ricordare, da cui tutte le persone di questa terra dovrebbero imparare a non scatenare più la guerra. Mi rimangono scolpiti nella mente quei volti segnati dalla fame e dal dolore. Come può un uomo restare indifferente? Sarebbe bastata solo un po’ di bontà e amore. Provo per un istante ad immaginare come potevano sopravvivere in quello stato, senza la possibilità di scappare. Dal sacrificio di questa povera gente abbiamo imparato, che tutti su questa terra,senza distinzione di razza,dobbiamo amare, perché è Dio che ci ha creato. Lara Panarese (Classe III B – Scuola secondaria) PER NON DIMENTICARE … Sei milioni sono le vittime coinvolte in questo tragico sterminio, sol perché le razze ebraiche per Hitler andavano tolte, per fare della Germania un grande dominio. Intere famiglie furono deportate nei campi di concentramento, zingari,malati di mente e omosessuali, dove Hitler preparava il tradimento e vennero soppresse tutte le libertà civili e personali. Hitler era una persona pazza, non meritava la vita, ha sterminato un’intera razza. Ha compiuto un genocidio, forse ha trovato la pace, solo nel suicidio. Alessandro Piccinni (Classe III B – Scuola secondaria) FUMMO … Prede dell’ignoto, vittime senza colpa, testimoni di un atroce destino. Fummo piccoli uccelli nelle spire di un serpente. Colpevoli di vivere. Sterminati da un uomo, che uomo non era. Vaghiamo come polvere in un gelido vento. Jacopo De Giorgi (Classe III B – Scuola secondaria) ALLE VITTIME DELLA SHOAH Il fuoco dei forni crematori saliva alto nel cielo e sangue innocente, carne umana, indifesa, bruciava lentamente … popolo dell’alleanza di Mosè, vite umane senza colpa uomini,donne,bambini, spogliati della dignità, senza più nome,senza più speranza, condannati a una sorte infame,crudele, perfida,orribile. Come si può uccidere un bambino? Animo puro e indifeso! Un fiore della vita appena sbocciato. Destinato a patire la fame,destinato a soffrire in silenzio,destinato a piangere i suoi affetti. Destinato a morire in una camera a gas, destinato a bruciare tra le fiamme di un camino. E dopo la morte, sepolti nel fuoco, bruciati nel vento. La cenere fluttua leggera sulla terra rossa di Auschwitz. Ancora nelle fabbriche della morte ancora si sentono le loro voci che cantano lo Shema Israel, nelle camere a gas ancora si sentono le loro urla strazianti, intrise di dolore e disperazione, quando il fucile trafiggeva senza pietà i loro corpi. L’uomo brancola nelle tenebre dell’odio,della cattiveria … Come può uccidere suo fratello? Non si vive di odio,di guerra,di potere. No,non è questa la vita. Ma noi dobbiamo scolpire queste dolorose vicende nel cuore, perché non vengano mai più scritte pagine di storia, come questa. Francesca Longo (Classe III B – Scuola secondaria) Giugno 2010 23 Cultura - Vita scolastica Tricase...un paese... tutto da assaporare S tanchi di dover passare le vacanze estive sempre nello stesso luogo? Bene, state leggendo l’articolo giusto! Ci troviamo in una penisola bellissima… la Puglia, precisamente… a Tricase! Direte sicuramente: ma non è una grande città come Roma, Milano… è qui che vi sbagliate, perché può essere anche piccola, anche un paesello… però ha tanti luoghi meravigliosi e interessanti da presentarvi. Alcuni cenni storici. Sulle origini di Tricase si hanno diverse versioni: alcune di esse motivano la sua fondazione, riferiscono sul periodo storico della sua nascita e spiegano il suo toponimo. Tra le più conosciute ci sono quelle di Antonio Micetti di Tricase e del Padre Cappuccino Luigi Tasselli di Castrano. Si racconta che anticamente ( tra il X e l’XI secolo) esistessero solo tre Casali e dall’unione di essi, sembra sia sorto il primo nucleo di abitanti che poi diede il nome a Tricase. Probabilmente l’etimologia è sbagliata e più che tre Casali la parola Tricase deve tradursi originariamente in “inter casas”, che significa paese formato in mezzo a diversi Casali. Così si formò il primo centro abitato. È opinione ormai consolidata che l’unione dei tre Casali fu agli abitanti di Tricase consigliato dal bisogno della forza; perché essendo piccoli, deboli ed inermi, erano spesso attaccati, invasi e derubati dai barbari. Tutto ciò accadde, o almeno si dice, intorno all’anno 1030. Anticamente la denominazione di Tricase è stata anche “Treccase”, poi “Trecase”, dopo ancora “Tricasi”o “Tricasium” fino ad arrivare al nome attuale. La costa tricasina si estende a semicerchio per circa 8 chilometri e comprende due località marine: Tricase Porto e Marina Serra. Tricase Porto è una piccola baia, una piccola insenatura marina larga al centro e stretta all’imboccatura, che è protetta a Nord da Pizzo Cannone. Questa zona risulta essere una perfetta meta per chi è alla ricerca di un bagno tranquillo,propizia alla vera distensione del corpo e dello spirito, con la civiltà di una terra antica, saggia, ospitale e cortese: il tutto a misura d’uomo. Il porto di Tricase, noto sin dal 1400, è un’insenatura naturale con una profondità variabile da due a sette metri. Questa marina è una riviera ideale per una vacanza all’eccellenza, solare e serena. Ultimamente è stato aggiunto un nuovo porticciolo per permettere il ricovero delle barche da diporto e per sviluppare maggiormente il turismo. Fra i monumenti religiosi è da ricordare la chiesetta di San Nicola, protettore di Tricase Porto. Invece, fra i monumenti storici, c’è la torre del Sasso, perché situata su una grande e maestosa roccia. Essa è a 116 metri sul livello del mare e fu costruita per difendere Tricase e le contrade vicine dagli attacchi dei Turchi e dei Saraceni nel XVI secolo, come tutte le altre presenti sulla litoranea. Tra Tricase Porto e Marina Serra troviamo un’altra insenatura naturale: il Canale del Rio o in dialetto tricasino “lu Riu”. Questa insenatura ha dato origine a leggende popolari. Secondo la leggenda il canale del Rio fu scavato dal diavolo in una sola notte. Questo specchio d’acqua, di una bellezza unica, è meta continua di presenze di turisti italiani e stranieri. Alla distanza di un miglio c’è un piccolo tempio dedicato all’Assunzione della Vergine, comunemente chiamata Santa Maria della Serra. La chiesa, che è del XVI secolo è stata elevata a santuario il primo novembre del 1950. Si può notare anche il promontorio del Calino che domina il paesaggio, dove la vegetazione è ricca e fiorente; dopo il Calino lungo il litorale si trova il “Belvedere”, balcone naturale che si affaccia sul mare e permette una visuale della costa fino alle marine di Andrano e Castro. Marina Serra è caratterizzata da una costa rocciosa e frastagliata, ricca di vegetazione e piena di ville. Essa garantisce una vacanza balneare e soprattutto pacifica. Anche Marina Serra, come Tricase Porto è caratterizzata dalla presenza di una torre ben conservata, Torre Palane. Dietro alla torre sorge un grazioso centro abitato della marina. Tra i monumenti più importanti ricordiamo la chiesa della Natività della beata Maria Vergine che è la prima chiesa parrocchiale di Tricase. L’interno della chiesa è di dimensioni maestose e a forma di croce latina. Oltre all’altare maggiore, costruito nel 1876, che è dedicato alla Natività di Maria Vergine, ha 12 altari laterali. Il pulpito, intagliato a fogliame, è opera dell’artista Raffaele Monteanni di Lequile. C’è anche la chiesa di San Domenico, di stile barocco, con la facciata rivolta su piazza Pisanelli, fu costruita su un’altra più antica. La chiesa è servita da due porte: una centrale, che dà direttamente sulla piazza con un’enorme scalinata, l’altra laterale, di fronte alla torre piccola e servita da una piccola scalinata. Da ricordare anche la chiesa di San Michele Arcangelo, detta Sant’Angelo, che è ritenuta una delle “sette perle” dell’architettura leccese. All’interno della chiesa sono da notare un antichissimo organo e alcune tele di valore. La chiesa di Santa Lucia è una bella e semplice chiesetta, situata al centro dell’omonima piazza, ha un altare dedicato a santa Lucia, protettrice della vista. Noto il palazzo Principesco dei Gallone, ora proprietà e sede del municipio. Questo grandioso palazzo principesco è formato da tre elementi principali: la torre, il torrione e il corpo vero e proprio dell’edificio. La tradizione vuole che Stefano II Gallone abbia voluto fare tante stanze quanto i giorni del- l’anno e una sala detta del trono, tanto grande da contenere più di mille persone. Piazza Cappuccini è una delle piazze più antiche di Tricase, perché esisteva già all’inizio dell’attuale secolo un convento di frati cappuccini, un piccolo ospedale e la chiesa di sant’Antonio. L’altare maggiore di questa chiesa è di legno scolpito, gli altari laterali sono dedicati all’Addolorata e a Sant’Antonio. Sulla collinetta della Madonna di Fatima sorge il santuario, appunto, della Madonna di Fatima. La chiesetta venne elevata a Santuario nel 1957 in occasione del quarantesimo anniversario delle apparizioni della Madonna a Fatima. La chiesetta è circondata da una vegetazione naturale, è da sempre meta di turisti e curiosi per la sua posizione che permette una visuale suggestiva che dal centro abitato spazia fino al Mare Adriatico. Nel centro storico di sant’Eufemia c’è la chiesa parrocchiale del XVI secolo. Caratteristiche sono anche le abitazioni a corte, composte da uno o più vani e raccolte attorno a un cortile condominiale. Molto suggestiva è anche la collina di Monte Orco. È una zona panoramica e di indescrivibile bellezza e per questo motivo, in una superficie di ben 5 ettari, dal 1976, viene rappresentata la Natività di Gesù Cristo. In uno scenario davvero incantevole, con la presenza di macchia mediterranea, di “paiare”, di “muretti a secco”, si svolge da tanto tempo il Presepe Vivente di Tricase, divenuta una manifestazione di interesse nazionale, tanto che ha preso il nome di Betlemme d’Italia. Questo ha favorito l’inizio di scambi culturali con l’oriente, culminati nei gemellaggi portati a compimento tra le parrocchie e le città di Tricase e Betlemme. Andando verso la marina di Tricase Porto per la vecchia strada si incontra la chiesa della Madonna di Costantinopoli, di forma ottagonale, sorta nel 1484 denominata anche chiesa “dei diavoli” o chiesa “nova”. Secondo una leggenda venne costruita dai diavoli in una sola notte. A poca distanza dalla Chiesa, nel tipico e suggestivo paesaggio campestre incontriamo una grande “Quercia Vallonea”, denominata la Quercia dei “Cento Cavalieri”. Questo albero esemplare è un vero monumento della natura; ha più di 700 anni di vita ed è un’altra meta di turisti. È certamente un dolmen vivente e il più bello e maestoso monumento arboreo della Puglia, con la circonferenza del tronco di 4,25 m e una splendida chioma che copre una superficie di circa 700 metri quadrati. Più avanti nella campagna, vicino alle marine c’è un boschetto di Vallonee o Falanide. Caratteristiche sono anche le Paiare, simili ai trulli e ai nuraghi. Nascono come costruzioni dei contadini per il loro riposo durante la giornata lavorativa, come rifugio nelle cattive giornate autunnali e invernali o come dimora estiva per tutta la famiglia. Le paiare sono costruitecon la tecnica del muro a secco. Perché non parlare delle fiere? Nel rione di Tutino si svolge la fiera delle Madonna delle Grazie, a Tricase la fiera di san Pietro e San Paolo, quella di San Vito martire, della Madonna del Rosario e di santa Lucia, a Caprarica del capo al fiera di sant’Andrea, nella frazione di Depressa la fiera dei Santi Medici, a Lucugnano la fiera della Madonna Addolorata e per finire nel rione di Sant’Eufemia la fiera del Gonfalone. È giusto parlare anche dei piatti tipici. • Sagne torte con ricotta scanta (tagliatelle con ricotta forte) • Massa e ciciri (pasta fatta in casa con ceci) • Pasta e pasuli (pasta e fagioli) • Pittule o pittele ( palline di pastella fritta nell’olio bollente) • Panzarotti de risu (arancini di riso con uova e formaggio) • taieddha (pizza di patate) • purceddhuzzi e carteddhate (dolci con miele) Beh, contenti dell’esposizione? Ora ci credete che Tricase è davvero un paese… tutto da scoprire? Laura Sparascio V B La mia città L a mia città porta gioia a tutti, sia a piccini sia ad adulti, perché è ricca di piazze ed edifici, ma anche di alberi, boschi e animali e si sa che la natura, piace molto a tutti. Per i bambini ci sono alcuni parchi, in cui ci si trovano diversi giochi, come: altalene, scivoli, piccole giostre. Nella mia città, c'è anche uno splendido e umido mare, dove io e gli altri cittadini, andiamo a fare il bagno. Lungo la strada per il mare, c'è un' antichissima quercia Vallonea, pianta storica del XII secolo, dove ci si può sdraiare all’ombra della sua grande chioma. Ci sono, inoltre, tante antiche chiese frequentate soprattutto la Domenica. Tricase è tutta in pianura, tranne una collina chiamata Monte Orco dove vi è la mia casetta. Quando arriva la calda Estate si sente il cinguettio degli uccelli e in alcuni giorni si vedono le montagne dell' Albania. Si vedono, irroltre, tutta la città di Tricase e i paesi vicini. E' così bella Tricase che quando parto sento la sua nostalgia. CLASSE 5 D 24 Cultura / Tradizioni LA PASQUA IN BIELORUSSIA La Trozzula Legata alla tradizione Pasquale salentina e quindi ai riti della settimana Santa, la TROZZULA è l’espressione di quell’antica liturgia cristiana che è stata in parte dimenticata. La trozzula doveva sostituire il suono delle campane dal Giovedì Santo al mezzogiorno del Sabato Santo, così i bambini ed i ragazzini del paese giravano per le strade con questi arnesi che producevano un caratteristico rumore soprattutto durante l’Angelus. La trozzula costruita tutta in legno dolce dagli artigiani del luogo, girando su se stessa mediante una ruota dentata produce quel tipico rumore sordo caratteristico dello strumento stesso. V C - Primaria Le tavole di San Giuseppe Le tavole di San Giuseppe sono grandi tavolate che le famiglie di alcuni paesi del Salento imbandiscono il 19 Marzo di ogni anno in onore di san Giuseppe. Queste tavole sono realizzate con diverse pietanze che vanno dai lampascioni alle rape, dai vermiceddi al pesce fritto, dalle pittule alle zeppole, dal pane a forma di grossa ciambella ai finocchi e alle arance. Il tutto viene consumato a mezzogiorno del 19 Marzo dai cosiddetti “Santi” impersonati da amici a parenti delle famiglie che vanno da un numero minimo di tre (san Giuseppe, Gesù Bambino e la Madonna) a un numero massimo di tredici, sempre comunque di numero dispari. Tutto inizia tra la fine di febbraio e la prima metà Giugno 2010 di marzo,quando alcune famiglie devote,preparano del pane o una pasta tradizionale “la massa e ciciri” per distribuirle a coloro che si presentano a casa. Quello della massa è un rito antico, molti anni fa avveniva al ritmo della preghiera (si lasciava cuocere al tempo di un Pater Noster, si lasciava riposare nei limmi (recipienti tradizionali) il tempo di 10 ave Maria), la distribuzione seguiva la recita del rosario. I commensali anticamente erano scelti tra i poveri del paese, oggi si scelgono parenti e amici, preferibilmente tra coloro che hanno maggior bisogno o hanno una famiglia numerosa. La “taula” può essere cotta cioè formata da 13 pietanza per ciascun santo,tra cui la massa e ciciri la verdura lessa,il pesce fritto e le fave nette. Il giorno della festa, dopo la messa,i Santi si recano nelle case dove sono attesi, poi passerà il sacerdote per la benedizione, dopo la quale gli invitati inizieranno a mangiare. Tuttavia sarà sempre san Giuseppe a decidere quando si smetterà di mangiare ogni pietanza battendo tre volte la forchetta sul bordo del suo piatto. Alla fine del piatto,dopo un momento di preghiera, i Santi portano via tutto ciò che è rimasto. IL senso di questo rituale è il senso della condivisione, ricordandosi che ciò che si ha va diviso,avendo in mente la preghiera. I riti della Settimana Santa Venerdì Santo:la figura del “Trozzulante”. Con l’ arrivo delle festività Pasquali, nel Salento, in molti paesi, si svolgono durante la settimana Santa, riti purificatori che coinvolgono i partecipanti in modo unico. Uno dei momenti più importanti delle celebrazioni religiose è la processione del Venerdì Santo. Il confratello “Trozzulante”, munito del bastone del pellegrinaggio in una mano e di una “Trozzula” nell’ altra, dà il via alla processione. La farà agitando l’ antico strumento definito la “Trozzula”, una tavola di legno sulla quale sono state montate maniglie e borchie metalliche che agitato produce un rumore caratteristico. Con l’uscita del Trozzulante seguiranno poi le statue dei Sacri Misteri, trasportate da confratelli in abito elegante che nell’ ordine esibiranno: Gesù nell’ orto, Gesù alla colonna. Ecce Homo (Gesù carico della croce), il crocefisso, e Gesù morto nella sua urna luminosa. Il Trozzulante con il suono della Trozzula scandisce i movimenti della processione e ne annuncia l’ arrivo. Lavoro collettivo V C V C - Primaria In Bielorussia la Pasqua è la festa più importante,che si trascorre in famiglia e con gli amici, mentre durante l’intera settimana santa si fanno celebrazioni speciali. Il Sabato Santo si tiene la processione, poi la messa di mezzanotte, durante la quale il sacerdote (Papa) toglie simbolicamente il sudario del sepolcro per poi uscire dalla chiesa con il corteo sacerdotale alla ricerca del corpo di Cristo. Al suo ritorno annuncia ai fedeli il miracolo della resurrezione con la tradizionale esclamazione: “Christas voskrès” (Cristo è Risorto). I fedeli,ognuno dei quali tiene in mano un cero,si scambiano tre baci e poi cantano inni di gioia,accompagnati dallo scampanio delle campane. In Bielorussia è usanza mangiare le uova colorate con la buccia di cipolla rossa dopo averle battute con l’uovo del vicino e aver pronunciato delle frasi rituali senza che l’uovo si rompa. I dolci,chiamati pashki (a base di ricotta)e Kulici (il panettone pasquale), fatti in casa, fanno parte dei cesti che si portano in chiesa per la consacrazione. Questi dolci vengono portati in chiesa il pomeriggio del Sabato Santo, quando si svolgono le celebrazioni religiose solenni che durano tutta la notte. Alla fine della cerimonia il prete benedice i dolci di tutti partecipanti. Il pane benedetto durante la notte di Pasqua è offerto ai parenti e agli amici in segno di pace. Il simbolo dei colori è molto importante:il rosso (sole, amore, resurrezione), il nero (eternità, costanza della materia), il giallo (gioventù, felicità, abbondanza, carità),l’arancione (forza), l’ocra scuro (la purezza); a volte si aggiunge un po’ di verde(salute). La tavola pasquale è molto ricca:come piatto principale c’è la Kutia,a base di pesci al forno, bolliti, fritti, in gelatina, polpette di pesce, aringhe marinate e così via… V A - Primaria La cucina de nna fiata Questo piatto nel Salento si prepara il 19 Marzo in occasione della festa di San Giuseppe. Le taiatelle fritte si chiamano “frizzuli”. La “iacana” o “lavana” è il nome dato alla sfoglia ed è molto antico,infatti, viene usato da Catone e Orazio il quale nelle sue “satire” parla della minestra di “ceci-iagano-cipolla”. Nel Salento la parola “lacana” è stata da sempre abbinata alla parola “tria” che in Arabo significa pasta secca. Nell’ estremo sud Salento nel giorno di San Giuseppe si prepara la”massa”, un piatto ancora più ricco ed energetico in quanto alla”massa e ciceri” si aggiungono i “mugnuli”(i broccoli) soffritti nell’olio e negll’aglio. “San Giuseppe nun ci passa senza ciceri cu la massa “ V C - Primaria LA STORIA DELLA FRISELLA Tanto tempo fa, i nostri nonni e bisnonni hanno avuto modo di vedere come si fanno le frise, che sono come una specie di pane duro. Le frise le hanno scoperte dai marinai e le hanno copiate perché sembravano buone. I marinai quando viaggiavano le mettevano dentro le stive delle navi. Quando le frise le mettevi dentro l’acqua si facevano un po’ “molli” poi quando le toglievi le condivi sopra con pomodoro, un po’ di olio e un po’ di sale, ed avevano un ottimo sapore. I nonni le frise mettevano in un vaso di terracotta, lì le frise non consumavano spazio e ne andavano moltissime, in più si mantenevano per moltissimi mesi. Ai nonni le frise piacevano molto. II A 25 Sport Giugno 2010 Lo sport tutto al femminile Il prof. Varratta, all’inizio dell’anno scolastico, ha offerto a noi ragazze delle classi terze dell’Istituto Comprensivo I Polo, l’opportunità di partecipare a incontri pomeridiani finalizzati alla pratica dello sport della pallamano. L’ avventura è cominciata davvero per gioco e tra mille difficoltà, dovendo conciliare gli incontri sportivi con gli impegni scolastici, ma la nostra forza di volontà ci ha permesso di andare avanti e di farlo nel migliore dei modi. Grande è stato perciò l’entusiasmo quando, nel mese di febbraio, il prof. Varratta ci ha comunicato che era giunto il momento di mettere a frutto ciò che avevamo imparato durante gli allenamenti. Inizialmente siamo state prese dall’ansia poiché le nostre avversarie erano ben allenate, tuttavia la nostra preparazione e determinazione ci ha permesso di avere la meglio sulle ragazze delle scuole secondarie di Torneo di tiro con l’arco In vista del Torneo di “Tiro con l’arco” organizzato dal nostro Comitato dei genitori in collaborazione con ASD Disabili Salento, i ragazzi del nostro Istituto si preparano alla manifestazione tenutasi il 9 maggio in Piazza Cappuccini. È stata un’esperienza nuova che speriamo di poter ripetere. Lucugnano, del III e IV Polo di Tricase. Ciò che ci preme evidenziare non è tanto la vittoria in sé per sé, quanto il fatto che per ottenere questo risultato abbiamo puntato, insieme al nostro professore, alla valorizzazione dell’autodisciplina, della stima di sé e del rispetto degli altri. Questo è stato fondamentale perché, per vincere, occorre fare un lavoro di squadra, superando l’individualismo e sostenendosi a vicenda per un obiettivo comune. Determinante, poi, è stato il sostegno avuto dai nostri compagni, che non ci hanno mai fatto sentire sole e tutti i nostri insegnanti che, pur tra rimproveri per uno studio non sempre preciso e puntuale, sono stati orgogliosi delle loro piccole campionesse e delle loro performances sportive. La nostra avventura è proseguita con la pallatambu- INTER CAMPIONE D’ITALIA Dopo la vittoria di Siena per uno a zero con goal di Milita l’Inter festeggia il 5° scudetto consecutivo,il quarto vinto sul campo. E’ il diciottesimo per i neroazzurri che alla fine di una stagione straordinaria conquistano il meritato titolo. È stato una vittoria di gruppo molto sofferto anche perché la Roma era in agguato, pronta a festeggiare. Un anno vincente anche per il tecnico Jose Mourinho che è riuscito a “trasformare” l’Inter che ha disputato un campionato eccellente. È stata anche la stagione di Milito822 goal) arrivato secondo nelle classifiche cannonieri distanziato di sette goal da Antonio di Natale. E adesso l’Inter punta alla tripletta di trofei perché dopo la coppa Italia e lo scudetto il 22 maggio affronterà il Bayern Monaco nella finale di Uefa Champions LEAGUE. Comunque andrà questa resterà per l’Inter e per i tifosi, un’annata da ricordare! IV C - Primaria rello, uno sport innovativo che ci ha molto entusiasmato ed ha richiesto, come sempre, massima concentrazione, dispendio di energie, rispetto delle regole e dell’avversario. Su due partite disputate, una l’abbiamo vinta, l’altra ha visto primeggiare la squadra delle ragazze dell’Istituto Comprensivo di Miggiano. Lo sforzo finale riguarderà l’incontro con la squadra della scuola media “G. Pascoli” di Tricase. Riusciremo a classificarci al terzo posto? Comunque vadano le cose, facciamo nostro il motto del barone De Coubertin “L’importante non è vincere, ma partecipare” III A - Secondaria Una squadra nella storia Per la prima volta nella sua storia il Lecce vince il campionato di serie B. Avrebbe potuto centrare lo storico obiettivo con maggiore anticipo ma infine al terzo match-point il primato è arrivato. Lo 0 a 0 casalingo con il Sassuolo e la contemporanea sconfitta del Brescia a Padova colmo di tifosi. L’artefice principale della cavalcata giallorossa è il tecnico materano Gigi de Canio che centra la sua prima promozione in A. Inoltre il presidente Giovanni Semeraro ha centrato il quinto salto in A da quando è proprietario della squadra, alla seconda da presidente. Al triplice fischio, hanno dato avvio alla festa giallorossa. ---- ininterrottamente per oltre 6 mesi, il Lecce di Gigi de Canio non ha mai dato la sensazione di perdere la bussola. Neppure dopo la batosta di 3 settimane fa quando il Cesena espugnò un “Via del Mare” stra- dopo il rituale giro di campo e gli “olè” dei giocatori che portavano in trionfo il tecnico, lo speaker ha richiamato i giocatori in campo uno alla volta. Tra i più acclamati Angelo, Munari e Corvia (capocannoniere con 17 reti). La Redazione UN GOAL SPECIALE A volte la mia fantasia mi porta a immaginare di vivere esperienze particolari. Come quella volta… Primo quadrimestre. Giovedì. Quarta ora, Italiano. La prof.ssa ci ha consegnato le verifiche di riflessione linguistica ;ho cominciato a dare uno sguardo , ma ho quasi timore di andare subito al voto e…immagino di giocare una partita di fine campionato. Sono sulla linea di centro campo e devo arrivare alla porta avversaria per segnare. Guardo la prima frase di analisi logica. Tutto bene. Ho smarcato il primo giocatore al fischio d’inizio. Seconda frase, ancora tutto bene, secondo giocatore dribblato. I tifosi mi incitano. La terza…la quarta…la quinta. Ho smarcato quasi mezza squadra. Attenzione, solo due frasi alla fine della partita. Penultima frase : tutto ok! Ultima frase, sono sulla linea dell’area di rigore vedo la frase…tiro al volo TRAVERSA! NOOO! Un piccolo errore, prendo la palla… un palleggio, una stoppata di petto, una rovesciata …guardo il voto NOVE GOAL! GOAL!. I tifosi si alzano sugli spalti a soli trenta secondi dal fischio d’inizio e ho fatto GOAL .Questa volta non solo immaginario! II B - Secondaria 26 Giochi / Umorismo Giugno 2010 BARZELLETTE SPORT Un bravo nuotatore dice a un principiante: - Io preferisco nuotare a rana e tu? Il principiante: - A cozza - Come "a cozza"? - Attaccato agli scogli! Ultima partita di campionato: giocano Angeli-Diavoletti. Gli angeli agli avversari: Non penserete di vincere: i migliori giocatori sono tutti in cielo! E il capitano Diavoletto risponde alla provocazione: Avete ragione, ma noi qui di sotto abbiamo tutti i... diavoli! Allo stadio si stà giocando una partita di calcio. Un tizio ignorante che non conosce il gioco entra e chiede a un tifoso: - In che cosa consiste questo gioco? - Ogni giocatore deve cercare di far entrare la palla nella rete avversaria. - Che ci vuole? Basta darle un calcio! Un alpinista si vanta: - La virtù degli uomini di montagna è il coraggio! E questa dote non è mai mancata nella mia famiglia. Mio nonno ebbe il coraggio di salire da solo sul monte Everest, a 40 gradi sotto zero... - Chissà che trionfo quando è tornato a casa! - E chi ha detto che sia mai tornato? Luca vede il Colosseo e dice al suo papà: - Se i tifosi hanno lasciato così lo stadio, chissà come hanno ridotto l'arbitro!!! Gara di tuffi. Il primo tuffatore si esibisce: tuffo eccellente. Riemerge. Esce dalla vasca. Il secondo tuffatore si butta. Splendido tuffo. Ma... non riemerge. Dopo cinque minuti sale a galla il corpo diviso in due. Sospesa la gara. Si cerca la causa dell'incidente: un cronometro che spacca il secondo! Il colmo per un calciatore? Sentirsi nel... pallone! Una rana domanda a un'altra rana di passaggio: - Dove vai di corsa? E quella risponde: - Vado a vedere il Giro d'Italia. - Perchè mai? - Perchè corrono... i miei girini Due pescatori si incontrano lungo un fiume. Uno si accorge che l'altro non ha il filo attaccato alla canna e incuriosito domanda: - Come mai peschi senza filo? - Sei rimasto indietro! Oggi si pesca coì, il filo non serve più. Sono tante ormai le cose che funzionano senza filo, pensa al telefono... Il primo esita un istante e poi chiede: - E quanti pesci hanno abboccato finora? L'altro ride: - Tu sei il quarto! Che cosa ci fa in un campo una palla da un etto? Un... pallonetto! La legge del taglione applicata all'Inter: Occhio per occhio Inter per-denteUn ladro tifoso milanista incontra un altro ladro milanista e gli dice: "Ieri sera sono entrato a casa Maldini e ho rubato tutto, coppe, trofei, medaglie..." L'altro: "ma sei matto ... a casa Maldini???????!!!!!!!!!!!" E Lui: "A casa Materazzi non c'era quasi niente!!!" LABORATORIO www.apuliascuola.it e-mail: [email protected] “LETTURA E GIORNALE” REFERENTE DEL PROGETTO: LECCI ANNA MARIA GRUPPI REDAZIONALI ATTUALITÀ DE GIUSEPPE SARA ,MONTEDURO MARIA LETIZIA , MARRA DAVIDE, PANICO DONATO VITA SCOLASTICA ZOCCO CHIARA, PANICO SANDRA, CARBONE MATTIA,CALORO PAOLA, RIZZO ANTONELLA, SIGNORILE ANNA, MAGLIE FATIMA, SCARASCIA FRANCESCA,CHIARELLO MARIKA AMBIENTE ESPOSITO SERENA ERRICO GIORGIO COPPOLA LORENZO GIOCHI UMORISMO E SPORT COLUCCIA ENRICO, PRONTERA ANTONIO, TURCO ROCCO, DESIDERATO PIERPAOLO, PANICO ROCCO, NUCCIO ANDREA, STEFANELLI RICCARDO CREATIVITA’ PELUSO LUCIA, MARTELLA VANESSA, CHIURI MARIA GIOVANNA, PELUSO CHIARA, MARRA NOEMI, ZAMINGA CHIARA, MUSIO FEDERICA PELUSO FEDERICA, ZOCCO CHIARA, GRAZIADEI MARCO ISTITUTO COMPRENSIVO 1° POLO TRICASE DOCENTI CHE HANNO COLLABORATO DE DONNO PAOLO,FERRARESE ANNAMARIA, LECCI ANNA MARIA, MARTIRE ANNARITA PUBBLICAZIONE ON LINE a cura di Antonio Marsano GRAFICA E STAMPA: SERAFINO ARTI GRAFICHE Tricase - Tel. 0833 541866 La Redazione del giornale augura a tutti voi un meritato riposo dopo un anno “carico” d’impegni e varie vicessitudini... Buone vacanze! P.s.: Il Chiacchierone vi dà appuntamento al prossimo numero