Quali sono i vantaggi delle forme di lavoro flessibile? 01
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Quali sono i vantaggi delle forme di lavoro flessibile? 01
Business Fit Info2|2015 Quali sono i vantaggi delle forme di lavoro flessibile? Domanda 01 Forme di lavoro flessibile: cosa significa precisamente? Le due caratteristiche fondamentali delle forme di lavoro flessibile sono l’indipendenza da un orario e da una determinata località. Il lavoro non ha dunque più inizio in un momento determinato e non finisce a un’ora fissa e non deve neanche essere svolto forzatamente in ufficio. Che ci si trovi in treno durante un viaggio oppure a casa entro le proprie quattro mura, le nuove tecnologie rendono possibile lavorare in qualunque posto ci si trovi. Le forme di lavoro flessibile trovano un’applicazione più frequente nel settore dei servizi che non nell’edilizia o nell’industria, dove la presenza fisica sul posto è imprescindibile. Secondo una ricerca eseguita nelle aziende di Swisscom attive nel settore dei servizi e del lavoro intellettivo, al giorno d’oggi circa il 54 per cento degli Svizzeri che lavorano ha la possibilità di farlo in forma mobile. Secondo la RIFOS (Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera) del 2014, il numero delle persone che lavorano con orari flessibili, che si tratti di orari settimanali, mensili o annuali, oppure addirittura senza prescrizioni fisse, corrisponde pur sempre al 44,6 per cento. Dieci anni fa era il 41,7 per cento. Un’iniziativa portata avanti da sette aziende intende adesso dare la spinta finale all’affermazione delle forme di lavoro mobile-flessibile: oltre a Swisscom, si tratta di Microsoft Svizzera, la Mobiliare, la Posta, le FFS, la SRG, la SSR e The Office Company Witzig. Nel mese di giugno hanno sottoscritto la dichiarazione comune d’intenti «Work Smart». Con essa non solo vogliono promuovere il lavoro mobile-flessibile nelle proprie aziende, intendono bensì anche sostenere altre aziende nell’introduzione delle forme di lavoro flessibile. In questo contesto la grande sfida non è tanto di natura tecnologica, quanto culturale: le forme di lavoro flessibile richiedono un cambio di mentalità nella concezione di gestione (vedi la domanda 7). 60 min. Domanda 02 Quali vantaggi comportano le forme di lavoro flessibile per le aziende? Le forme di lavoro flessibile richiedono una grande responsabilità personale e autonomia. Le condizioni di lavoro di questo genere hanno effetti motivanti per i collaboratori e accrescono la produttività. Da una parte perché la flessibilità consente di conciliare meglio gli impegni professionali e le questioni private, dall’altra perché l’ambiente di lavoro può essere adeguato alle esigenze dell’essenza del lavoro stesso. Chi, per esempio, si può ritirare nel suo ufficio casalingo per svolgere i lavori che richiedono una grande concentrazione è più efficiente di chi, in ufficio, è esposto a continue interruzioni. Le aziende che consentono il lavoro flessibile aumentano inoltre, a seconda del settore, le loro probabilità di buone assunzioni nel mercato del lavoro. In particolare la giovane generazione dei cosiddetti di risparmio di tempo medio per ogni giorno di home office Fonte: Swisscom «nativi digitali», come pure le persone altamente qualificate, considerano importanti questi criteri. Oltre al salario e alla sicurezza del posto di lavoro, per molti di questi collaboratori l’autonomia e la pianificazione del tempo fanno parte dei criteri più importanti nella scelta di un posto di lavoro. E infine le aziende risparmiano considerevolmente sui costi di ufficio. Gli iniziatori di «Work Smart» (vedi la domanda 1) considerano anche che in questo modo si sgravano i mezzi pubblici di trasporto, perché i pendolari non sono più tutti in viaggio durante gli orari di punta tipici (vedi la domanda 3). Domanda 03 In che misura ne beneficiano i pendolari? I tragitti per recarsi al lavoro possono essere lunghi e faticosi e non soltanto a causa delle distanze: dato che quasi tutti i pendolari sono in viaggio negli stessi orari, nel traffico mattutino e serale c’è spesso bisogno di molto sangue freddo e pazienza, sia sulla strada che sulle rotaie. Come si rileva da una ricerca eseguita nel 2013 dalle FFS e Swisscom in collaborazione con la Scuola universitaria professionale della Svizzera nord-occidentale, le forme di lavoro flessibile consentono di ridurre i flussi di pendolari negli orari di punta. I ricercatori stimano che negli orari di punta i treni possono essere sgravati nella misura del 7 per cento, se tutti i pendolari che hanno la possibilità del lavoro flessibile spostano una trasferta su cinque al di fuori degli orari di punta oppure lavorano direttamente da casa. Oltre il 40 per cento delle 260 persone che hanno partecipato alla ricerca ha indicato che con queste condizioni e nello stesso lasso di tempo ha addirittura potuto lavorare più del normale. Nel contempo, la soddisfazione generale di questi collaboratori per quanto concerne il loro lavoro è aumentata di oltre la metà. Domanda 04 Quali sono i pericoli per i collaboratori? Tuttavia, le forme di lavoro flessibile presentano anche un’altra faccia della medaglia. Richiedono una considerevole dose di organizzazione autodeterminata (vedi la domanda 8). Di ciò fa parte, oltre a un elevato senso del dovere, anche la capacità di smettere alla fine della giornata e di non essere costantemente al servizio dell’azienda. Questo può essere un problema anche a prescindere dagli orari di lavoro flessibili. Secondo una ricerca eseguita nel 2014 su incarico di Promozione Salute Svizzera, il 6 per cento di tutti i lavoratori dipendenti indicano di essere a rischio di burnout. Una valutazione commissionata nel 2012 dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) in merito agli orari di lavoro flessibili in Svizzera indica che i dipendenti che lavorano in modo flessibile e non devono registrare il loro tempo di lavoro sovente lavorano più a lungo di quanto convenuto per contratto. Il pericolo di burnout aumenta quando una persona non sa gestire correttamente le libertà del posto di lavoro, non sa mai dire «no» e anche nel tempo libero pensa al lavoro e controlla continuamente le e-mail che riceve. Per questo motivo, un serio management sanitario aziendale assume un’importanza fondamentale per individuare in tempo utile i rischi psicosociali come lo stress o il burnout. Le forme di lavoro flessibile premettono una buona dose di responsabilità personale anche per il proprio sviluppo professionale. In particolare i collaboratori dipendenti che lavorano spesso in forma mobile e non in ufficio dovrebbero richiedere attivamente le opportunità di perfezionamento professionale. Domanda 05 Le forme di lavoro flessibile vanno bene per tutti? Il fatto che l’essenza del lavoro ne consenta lo svolgimento in modo autonomo a prescindere dall’orario e dal luogo non significa ancora che ogni persona e ogni attività siano idonee. I modelli convenzionali di lavoro restano la scelta migliore per chi, per esempio, attribuisce una grande importanza allo scambio di idee permanente e personale con altri collaboratori, lavora meglio sotto una guida rigorosa oppure lavorando in viaggio o in casa propria si lascia distrarre facilmente. E questa è proprio la scelta che le aziende dovrebbero consentire ai propri dipendenti. «Non è certo una vergogna ammettere di non essere idonei, affatto o solo in parte, per questo modo di lavorare», si legge in un documento redatto congiuntamente da Microsoft Germania e dall’Istituto di ricerche di mercato Gallup, che definisce le regole principali sia per i collaboratori che per i datori di lavoro. Il 54 % delle persone possono fruire del lavoro mobile in base alla loro attività. Fonte: Swisscom Domanda 06 Quali sono i presupposti tecnici? Hardware mobile, collegamenti stabili senza fili e accesso illimitato alle piattaforme e sistemi necessari: queste sono le premesse di base per consentire ai collaboratori di lavorare in forma mobile-flessibile. C’è bisogno anche di strumenti di comunicazione idonei per la collaborazione virtuale, ad esempio per la videotelefonia o per piattaforme sulle quali si possono elaborare documenti congiuntamente. Un’attenzione particolare va riservata alle questioni relative alla protezione dei dati. c00347i-1250-08.15-eng Domanda 07 Quale ruolo assume la cultura dirigenziale? Affinché le forme di lavoro flessibile possano affermarsi in modo efficace, i superiori devono sostenerle pienamente e sviluppare il relativo senso gestionale. I controlli di presenza non hanno senso. Non è richiesta una cultura dirigenziale orientata alla presenza dei collaboratori, bensì e unicamente al prodotto e ai risultati. Le esistenti strutture di potere sono il motivo principale per il quale le forme di lavoro flessibile si affermano lentamente, anche quando le attività da svolgere le consentono. Molti dirigenti, in particolare della fascia media e superiore, le interpretano come una minaccia alla loro posizione. Inoltre non è raro che i superiori si lascino impressionare dai lunghi tempi di presenza in ufficio, anche se questo non è forzatamente un segno di diligenza, ma può anche testimoniare un modo di lavorare inefficiente. È richiesto uno stile di gestione partecipativo, basato sulla fiducia e non sul controllo. Proprio quando si tratta di mettere a frutto l’intelletto, questo stile gestionale corrisponde maggiormente all’essenza del lavoro. Si intende qui il cosiddetto lavoro intellettivo che sembra essere predestinato per le forme di lavoro flessibile, perché non è vincolato all’ufficio. Oppure, come disse una volta l’esperto di management Peter Drucker: «Nell’organizzazione tradizionale della produzione di massa, il collaboratore è al servizio del sistema. Nell’organizzazione basata sulle conoscenze, il sistema è al servizio del collaboratore». Applicare le forme di lavoro flessibile non significa però rinunciare alle regolamentazioni, al contrario: a vantaggio della trasparenza si dovrebbero stipulare convenzioni chiare, per esempio quando c’è l’obbligo di presenza, oppure quando si deve essere disponibili (vedi la domanda 8). Domanda 08 L’ufficio in casa: da cosa dipende? Il lavoro di gruppo non deve subire pregiudizi per il fatto che i collaboratori lavorano a casa propria. Sono utili, in tal senso, gli orari fissi definiti nei quali tutti devono essere fisicamente presenti, perché neanche le migliori tecnologie possono sostituire lo scambio personale di idee. Nel caso del lavoro esterno si dovrebbe anche definire quando e come siano raggiungibili le persone in questione. L’ufficio in casa premette, tra l’altro, un’autogestione ben pronunciata. Chi si lascia distrarre o ha la tendenza a procrastinare, dunque al rinvio cronico, si trova meglio in ufficio, in virtù del controllo sociale. L’ufficio in casa non è consigliabile neanche quando a casa si devono accudire i bambini. Questo compito è difficilmente conciliabile con le necessità aziendali. Se si lavora a casa si dovrebbe comunque avere una netta separazione fra il locale (o i locali) adibito al lavoro e quelli della famiglia. Dove sono date le premesse per il lavoro a domicilio si nota che i collaboratori rendono addirittura di più, poiché possono adeguare meglio il lavoro al proprio ritmo. Da un rilevamento esteso sulla durata di nove mesi eseguito dall’Università di Stanford su 255 collaboratori di call-center, risulta infatti che quelli che lavoravano in casa conseguivano una prestazione superiore del 13 per cento e si ammalavano meno rispetto ai loro colleghi che lavoravano in ufficio. IMPRESSUM Redazione: CSS Assicurazione, Manuela Specker, Tribschenstrasse 21, Casella postale 2568, 6002 Lucerna, www.css.ch / aziende | Layout: Tamara Blättler Chi può fornirmi una consulenza? 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