Milano: No degli scienziati alla medicina alternativa. Le medicine

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Milano: No degli scienziati alla medicina alternativa. Le medicine
Milano: No degli scienziati alla medicina alternativa. Le medicine alternative, in cui rientrano l'
agopuntura e l'omeopatia, non devono essere equiparate alla medicina ufficiale.
MILANO - Bocciatura senza appello per agopuntura, omeopatia, chiropratica e fitoterapia (uso terapeutico
delle piante). Un team di scienziati - capitanato dagli oncologi Umberto Tirelli e Umberto Veronesi, dal
farmacologo Silvio Garattini, dall' immunologo Alberto Mantovani e dall' internista Pier Mannuccio Mannucci ieri ha emesso un duro documento contro la medicina alternativa. In particolare, il pool di fama
internazionale si è espresso contro l' offerta di medicine non convenzionali da parte del servizio sanitario
pubblico (Snn). «Il rischio è di creare confusione e false aspettative - dichiarano i medici -. Il Ssn ha il dovere
di offrire solo interventi di provata efficacia e sicurezza». È una presa di posizione destinata a suscitare
polemiche. In Italia si rivolgono alle cure non tradizionali dieci milioni di cittadini. «Ma mancano prove
scientifiche sulla loro utilità - dice Renato Angelo Ricci, presidente dell' associazione Galileo 2001,
promotrice insieme con il Gruppo 2003 del documento firmato ieri -. E c' è anche il rischio di sperperare
risorse pubbliche». Parole pesanti che, neanche a farlo apposta, arrivano a pochi giorni dalla partenza per l'
India della Commissione Igiene e Sanità del Senato. Il viaggio per Nuova Delhi, in calendario per la
prossima settimana, ha l' obiettivo di raccogliere informazioni sull' efficacia delle terapie complementari.
Osserva il presidente della commissione, Ignazio Marino: «È utile valutare anche risorse terapeutiche che
appartengono ad altre culture». Occhi puntati, dunque, sulla medicina alternativa e soprattutto sulla nuova
stroncatura degli scienziati. Una linea condivisa anche dalla Società italiana di medicina interna, che
sentenzia: «Le pratiche diagnostico-terapeutiche in discussione ignorano le conoscenze più consolidate dell'
anatomia e della fisiopatologia (disciplina che studia le alterazioni del corpo durante una malattia, ndr)». Il
dibattito è acceso anche perché attualmente sono al vaglio della Commissione Sanità otto disegni di legge
sull' argomento. Avverte Silvio Garattini, fondatore dell' Istituto farmacologico Mario Negri: «Il Parlamento
deve decidere rispettando il diritto alla salute stabilito dalla Costituzione senza cedere alla lobby della
medicina alternativa». Nel frattempo alcune Regioni si sono già mosse per riconoscere ai cittadini cure
alternative a carico delle Asl. Capofila, la Toscana che garantisce la copertura delle prestazioni di
agopuntura e moxibustione (pratica tipica della medicina cinese). In prima linea anche l' Emilia-Romagna
dove agopuntura, omeopatia e fitoterapia vengono erogate direttamente dal Ssn all' interno di progetti
specifici, mentre il Piemonte ha inserito nel Piano socio-sanitario 2006-2010 una sezione dedicata alle
medicine non convenzionali per promuoverne la sperimentazione. Da settembre, invece, in Lombardia l'
agopuntura non è più compresa nei livelli essenziali d' assistenza (Lea), in linea con la maggior parte delle
regioni italiane. All' ospedale San Raffaele, però, è stato condotto uno dei più importanti studi a livello
italiano sull' efficacia dell' agopuntura, «utile nel togliere il dolore», spiega Ferruccio Fazio, direttore di
Radioterapia e di Medicina Nucleare. Non solo: un' équipe di anestesisti e rianimatori dell' istituto ha seguito
corsi specifici per utilizzare gli aghi contro mal di schiena, cefalee e dolori neurologici. Omeopatia *** Si basa
sull' uso di medicinali fortemente diluiti, in base al principio secondo cui «il simile cura il simile»: ad esempio,
per curare l' emicrania si usa un farmaco che la provoca *** Agopuntura *** È una branca della medicina
tradizionale cinese che consiste nell' inserimento di aghi in alcuni punti del corpo per bilanciare le «forze
vitali» *** Fitoterapia *** Si basa sull' uso di farmaci derivati da piante o di estratti di erbe impiegati con
finalità mediche (ad esempio l' iperico è usato per la depressione) *** Osteopatia *** È una terapia manuale
basata sulla mobilizzazione vertebrale, indicata per problemi muscolo-scheletrici come il mal di schiena
curati anche con la chiropratica
Ravizza Simona
RISPOSTA DELL’A.P.O. al documento congiunto di scienziati aderenti all'associazione 'Galileo 2001',
al 'Gruppo 2003' e alla Societa' italiana di medicina interna, discusso in un Convegno a Milano, 20
aprile 2007.
L’Associazione Pazienti Omeopatici – A.P.O. Italia, nata a Napoli nel 1991 per tutelare gli interessi di coloro
che dal trattamento omeopatico ricevono beneficio, non può fare a meno di contestare nettamente quanto
dichiarato nel documento congiunto degli scienziati aderenti all'associazione 'Galileo 2001', al 'Gruppo 2003'
e alla Societa' italiana di medicina interna, discusso in un Convegno a Milano, secondo i quali: “Le medicine
alternative, in cui rientrano l'agopuntura e l'omeopatia, non devono essere equiparate alla medicina ufficiale”.
Tale affermazione (maturata non si sa come, vista l’assenza di specifiche competenze nel campo delle
MnC), parte dalla apodittica quanto indimostrata premessa che esista un unico protocollo terapeutico
scientificamente valido, costituito dalla cosiddetta Medicina Convenzionale, donde le altre terapie (peraltro
affastellate sotto la generica dizione di medicine “alternative” obliterandone le profonde diversità di storia e di
valenza scientifico-culturale), costituirebbero una sorta di medicina di dubbia efficacia.
Atteggiamento che si rivela frutto di ingiustificata presunzione specie a fronte di un metodo di cura, quale
quello omeopatico, che affonda le sue radici nella cultura occidentale per essere stato fondato, a fine
settecento, da un celebre professore di medicina tedesco, giunto ad essa dopo aver brillantemente praticato
la medicina tradizionale. Metodo al quale fanno ricorso, per patologie anche gravi, talvolta incurabili con la
medicina tradizionale, oltre undici milioni di italiani, certo non ignari dell’esistenza della medicina
convenzionale ma al contrario avendone constatata, per esperienza, l’inefficienza nel loro caso.
Riprendiamo la dichiarazione fatta dal “gruppo di scienziati” dove si aggiunge che: … nonostante sia
''irrinunciabile la necessita' di una loro dimostrata efficacia'', ''non hanno invece alla base alcuna evidenza
scientifica''.
Non potendo negare la realtà del fatto che milioni di pazienti trovano beneficio nel ricorso alle medicine non
convenzionali lo si degrada ad un effetto soggettivo, laddove è evidente che il superamento dello stato di
malattia o c’è o non c’è; e, pur essendo a conoscenza del fatto che il meccanismo di funzionamento non è
stato ancora dimostrato, come associazione di pazienti che hanno vissuto questa esperienza di cura sulla
propria pelle, possiamo testimoniare la scientificità della medicina omeopatica basandoci sulla riproducibilità
del fenomeno, nel tempo. Se ogni rimedio omeopatico fosse composto solo da glucosio o da lattosio, oppure
da alcool, qualsiasi medicamento potrebbe farci guarire, secondo il cosiddetto “effetto placebo”. Invece,
proprio in virtù della nostra esperienza, possiamo affermare che la medicina omeopatica funziona, e
funziona davvero, soltanto se il malato è stato compreso nella sua interezza di mente e di corpo, nel rispetto
pieno della sua storia umana e biologica, nell’esatta valutazione della sua energia vitale e se gli è stato
somministrato quel rimedio - unico per quella persona in quel dato momento della sua vita.
Ecco, questa è per noi “la dimostrata efficacia”!
Ma, si può credere che se la Medicina Omeopatica non avesse funzionato, i pazienti sarebbero rimasti ad
essa fedeli per oltre duecento anni, visto che pagano di tasca propria sia in termini di salute che di spesa?
Quale convenienza avrebbero essi avuto nel continuare a difenderla se non avessero ottenuto risultati
positivi?
Ritornando al documento di Milano, viene aggiunto:
“non devono entrare nel Sistema sanitario nazionale, nella pratica clinica e nemmeno nelle Facolta'
scientifiche universitarie.”
Lasciando ai medici cultori di medicina omeopatica di contestare la pretesa assenza di fondamento
scientifico di tale terapia, ci limitiamo a richiamare l’attenzione su alcune macroscopiche incongruità e
contraddizioni.
Da una parte, l’articolo 32 della nostra Costituzione stabilisce che: “La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”, e la
FNOMC&O (Federazione Nazionale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri) ha riconosciuto a Terni, nel 2002,
come “atto medico” la pratica del medico omeopata che adotta, secondo scienza e coscienza, il principio
della libertà di scelta terapeutica; dall'altra, si pretende che questi debba proporre al paziente di curarsi
soltanto con la medicina convenzionale, essendo il protocollo terapeutico più appropriato!
Inoltre, se si ritiene diritto del paziente (adeguatamente informato), di curarsi con terapie adeguate, non si
capisce perché debba sopportarne l’onere economico pur contribuendo a finanziare il S.S.N. col pagamento
delle tasse in generale e di quella sulla “salute” in particolare, se poi non possono nè i medici curare, nè i
pazienti curarsi con la Medicina Omeopatica.
Questo significa, in realtà, negare nei fatti la libertà di cura, pur riconosciuta a parole.
Il tutto in controtendenza rispetto ai Paesi Europei, più avanzati come (Francia, Germania, Inghilterra,
Belgio, Olanda, ecc.) dove le cure omeopatiche vengono regolarmente praticate negli ospedali statali e
rimborsate dal S.S.N.
Inoltre, nonostante che nel 2001 i Lea - Livelli essenziali di assistenza, abbiano escluso l’Omeopatia dal
rimborso delle prestazioni sanitarie, il 10% delle strutture sanitarie pubbliche, tra Asl e ospedali, erogano ai
cittadini visite e trattamenti a costi contenuti: esistono, infatti, ambulatori omeopatici accessibili col ticket, o
privati a tariffa fissata dalla struttura pubblica. In testa, vi è la regione Toscana con 70 ambulatori di MNC, la
Campania con 12 strutture, seguite da Lombardia (8) e Lazio (6).
Tanto premesso, ricordiamo che sono state depositate in Parlamento dodici proposte di legge per la
regolamentazione ed il riconoscimento della Medicina omeopatica, presentate dalle Regioni: Toscana,
Emilia Romagna e Lazio. Tali proposte sono attualmente all’esame della Senatrice Emanuela Baio-Dossi.
A questo proposito, una delegazione dell’A.P.O. Italia Associazione Pazienti Omeopatici ha chiesto all’on.
Livia Turco, nell’incontro tenuto il 14 febbraio 2007 a Roma con il Capo della Segreteria Tecnica del Ministro,
Senatrice Monica Bettoni Brandani, ed al Presidente della Federazione Nazionale dell’Ordine dei MediciChirurghi e Odontoiatri (FNOMC&O), dr. Amedeo Bianco, nell’incontro avuto a Roma il 07 dicembre 2006,
che:
a) sia istituita una Commissione Permanente di esperti in questa Medicina presso il Ministero della Salute;
b) siano istituiti Albi di Medici-Chirurghi, Medici Odontoiatri e Medici Veterinari omeopatici presso la
FNOMC&O;
c) siano istituiti corsi universitari di Medicina omeopatica per Medici-Chirurghi, Medici Odontoiatri, Medici
Veterinari e Farmacisti, con docenti scelti tra i rappresentanti delle Federazioni e delle Associazioni di
Omeopati italiani;
d) siano inseriti i Medici omeopatici nelle varie Commissioni inerenti alle problematiche della Salute,
organizzati dal Ministero della Sanità;
e) siano stanziati finanziamenti destinati alla ricerca scientifica.
L’Italia, con decreto del Ministro delle Politiche Agricole e Forestali del 4 agosto 2000, recepisce il
regolamento dell’UE del ’99 dove si fa obbligo al veterinario di curare animali ammalati o feriti dando la
preferenza a prodotti omeopatici, anche per le agricolture biologiche. L’OMS, l’Organizzazione Mondiale
della Sanità, raccomanda l’uso delle Medicine non Convenzionali, con un Dipartimento apposito.
In sintesi, il cittadino italiano ha minori diritti degli animali!
La dichiarazione degli “scienziati”, nel Convegno tenutosi a Milano, serve solo a spargere tendenziosi
allarmismi sui rischi delle cure non convenzionali, o meglio dette, “Complementari” (e cioè alla “pari” della
medicina “Accademica”). Ci sembra completamente contraddetta, però, dalla realtà dei fatti testè enunciati, a
conferma dalla massima galileiana secondo cui:
“Un’esperienza vera basta a rendere false mille ragioni”.
A.P.O. Italia
Associazione Pazienti Omeopatici
Riviera di Chiaia n. 207, 80121 – Napoli
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