Berlusconi: rispettiamo la parola data, lʼImu va abolita
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Berlusconi: rispettiamo la parola data, lʼImu va abolita
CON IL PDL ANNO LXI N.103 Berlusconi: rispettiamo la parola data, lʼImu va abolita Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 I veri ossessionati (dallʼImu e dal Cav) sono Mario Monti e Rosy Bindi. Non è affatto un caso Francesco Signoretta Resistere, resistere, resistere. I novelli Santoro si chiamano Mario Monti e Rosy Bindi, i reduci del nostalgismo tecnico, che restano in trincea. Le truppe favorevoli alla tassa più odiata battono in ritirata, un soldato alla volta sta alzando bandiera bianca, persino la Camusso ha modificato la sua idea, travolta dalle critiche e dalle ironie del web. I due resistenti invece non mollano anche se hanno motivazioni diverse. Monti si sente il papà dellʼImu e come tale la protegge e lʼaccarezza. Se venisse cancellata, si sentirebbe completamente smentito. La Bindi, dal canto suo, è contraria a qualsiasi cosa che ricordi il Cavaliere, ancora scottata dal “più bella che intelligente”. Il suo è un antiberlusconismo vecchia maniera, alla Travaglio, per lei il Cav resta il male assoluto, il nemico da abbattere e ora digerisce male il governo di larghe intese. La coppia Rosy & Mario peggio della Cgil, che almeno ha ammesso che «sospendere la rata dellʼImu è ragionevole». Quanto sia ragionevole lo spiega Renato Brunetta: con lʼintroduzione dellʼimposta sugli immobili si sono persi lo scorso anno 150mila posti di lavoro certificati dallʼAnce. Cifre da lacrime e sangue. Per la Confesercenti il nuovo governo deve partire proprio dalle tasse e per la Confedilizia, oltre alle ricadute reali, lʼImu ha avuto anche un effetto psicologico che è stato «devastante» in termini di frenata della crescita e dei consumi. Non solo il settore delle costruzioni ha rallentato, ne ha fatto le spese tutto lʼindotto e il patrimonio immobiliare ha subito una svalutazione che in un anno ha raggiunto quasi il 5%. Le famiglie si sono impoverite perché hanno pagato più d’Italia WWW.SECOLODITALIA.IT ➼ ➼ ➼ venerdì 3/5/2013 Delirio Becchi, lʼideologo del M5S: la sparatoria di Palazzo Chigi “ha fatto comodo” a Letta FEDERICI PAG.2 ➼ REDAZIONE PAG.3 ➼ REDAZIONE PAG.4 ➼ Primo Maggio, denunciati a Napoli 15 ultrà. A Roma ci sono stati 52 arresti per droga Lʼappello di Papa Francesco allʼunità: recuperate lʼarmonia della Chiesa delle origini tasse, ma anche perché la loro ricchezza si è ridotta. Alla fine, dunque, la stangata del governo dei tecnici ha pesato sulle tasche degli italiani più di quanto non fosse lecito pen- sare in un primo momento. Si mettano lʼanima in pace, Monti e la Bindi, lʼImu non è unʼossessione del centrodestra, come vorrebbero far credere. I veri ossessionati sono loro e fanno bene a esserlo perché – come sosteneva Joan Fuster – «è utile avere unʼossessione: ci distrae». E Monti e la Bindi hanno davvero bisogno di distrarsi. Girolamo Fragalà Datemi una leva e solleverò il mondo. Anzi, datemi il Campidoglio e camminerò sulle acque. Il nuovo Archimede – stavolta in versione santità – è lui, Ignazio Marino, candidato a sindaco di Roma. Da quando ha vinto le primarie del centrosinistra (con annesse polemiche e il voto giunto direttamente dai campi nomadi) ogni giorno regala perle di saggezza ai cittadini della Capitale, senza nemmeno preoccuparsi di apparire come Alice nel paese delle meraviglie. Si occupa di tutto, parla di tutto, fa credere di avere la bacchetta magica e si esercita nel ruolo di illusionista. Dal mago Merlino al mago Marino. La sua visione politica è figlia di una sensazione: «Girando per Roma sono rimasto sbigottito». La causa dello sbigottimento – lascia intendere – è che Alemanno è stato come Attila, dovʼè passato non è cresciuta più lʼerba. Il bello è che il candidato sindaco ha fatto questa (falsa) scoperta proprio in campagna elettorale perché, evidentemente, negli ultimi anni non ha avuto il tempo neppure di dare unʼocchiata cento metri più in là dei Palazzi del potere. Mago Marino, però, racconta che, a causa della giunta di centrodestra, tanti romani hanno perso il lavoro, come se il calo dellʼoccupazione fosse determinato dalle delibere del Campidoglio e non dalla crisi economica internazionale, che sta “ammazzando” tutti gli Stati europei, compreso il colosso tedesco. Sempre lui racconta unʼaltra scoperta: a Roma i prezzi sono alle stelle (forse non si è reso conto che i prezzi alle stelle ci sono in ogni angolo del Paese). Poi fa il filosofo: «Il lavoro è vita» e promette una serie infinita di cose: metterà ovunque le rastrelliere delle bici, organizzerà meglio la Via Crucis, si occuperà di cultura, spettacolo e persino di archeologia, farà circolare i nuovi autobus in periferia (non gli hanno detto che molti sono già in funzione). A dirla in breve, farà di tutto e di più, un poʼ come la Rai. Qualcuno dovrebbe spiegargli che i romani non si fanno prendere per il naso tanto facilmente. Sanno bene che lui è espressione di una sinistra che ha distrutto Roma lasciano la bellezza di dodici miliardi di debiti. Mago Marino legga i dati e stia attento perche potrebbe – tanto per usare una sua espressione – rimanere sbigottito. Da Mago Merlino a Mago Marino, il candidato sindaco sbigottito e miracoloso (o meglio, “miracolato”) Delirio Becchi, l'ideologo del M5S: la sparatoria di Palazzo Chigi “ha fatto comodo” a Letta 2 Guglielmo Federici Sconcertante, pericoloso, delirante. L'ideologo del Movimento 5 Stelle, il professore genovese Paolo Becchi ha perso un buona occasione per tacere riguardo la sparatoria di Palazzo Chigi per la quale il brigadiere Giangrande si trova ancora in prognosi riservata. «Questo attentato è stato utile ad un certo tipo di azione politica: dare al governo Letta una maggioranza solida. E cercando di far passare per scontata anche la ricomposizione, almeno sulla carta, del Pd». Intervistato dal quotidiano online “IntelligoNews”, ha aggiunto a ruota libera Becchi. «Il dato di fatto - ha aggiunto - è che dopo quell'attentato non c'è stata alcuna opposizione all'interno del Pd nell'approvare la linea dell'emergente governo di Enrico Letta. Quei 101 parlamentari che avevano impallinato Romano Prodi ora dove sono? Dopo la spara- toria si sono ricompattati. E questo è un dato di fatto, è oggettivo. Può darsi anche che non ci sia alcuna correlazione tra le due cose, però...». Praticamente un delirio. Becchi, dopo questa dichiarazione folle ha poi il coraggio di escludere che il Movimento 5 Stelle abbia fomentato un clima di odio nel paese. «Il M5S non ha nulla a che fare con la violenza. Mira a cambiare e a rivoluzionare il Paese, questo è vero, ma me- diante gli strumenti che la democrazia mette a disposizione. C'è pregiudizio e tirannia della maggioranza». E poi “in cauda venenum”: «Anche perché la parola “sovversivo” ultimamente - conclude Becchi - è stata utilizzata solo dal premier Letta nel suo discorso alle Camere. Che sia lui il sovversivo?». Dire che queste parole siano gravi è dire poco: «Dopo aver letto le stupefacenti dissertazioni di Becchi, cresce la nostra convinzione che qualcuno parli a sproposito», commenta subito Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. «Sulla sparatoria di Palazzo Chigi, sociologismi e dietrologie rappresentano un'autentica provocazione. Le parole di Becchi, definito da molti ideologo del Movimento cinque stelle, sono gravi e sconcertanti. Non possono che rafforzare le nostre grandi perplessità». Per il Pd commenta Ettore Rosato, della presidenza del Gruppo Pd della Camera: «È sconcertante vedere a che punto può arrivare l'assurdità a cui si lascia andare quel professor Becchi che viene presentato addirittura come ideologo del Movimento 5 stelle: siamo oltre la strumentalità, siamo alla follia. Dicano qualcosa i dirigenti e il leader di quel movimento. Dimostrino almeno di rendersi conto della necessità di misurare le esternazioni e di non alimentare lo sconcerto dei cittadini». SullʼImu la partita è Pdl contro tutti. Monti parla di ossessione “morbosa” e cerca alleati nellʼOcse Gloria Sabatini Difficile che lʼ0ste critichi il proprio vino. Quando sa di tappo e risulta annacquato, se è intelligente, è costretto a minimizzare promettendo innesti fruttati per la stagione successiva. Non stupisce, quindi, che Mario Monti dica che il tema dellʼImu è sì rilevante ma non è «degno della discussione esclusiva e quasi morbosa del dibattito politico». Ma è lʼunico a pensarla così. Lʼimpegno solenne di Letta a eliminare lʼimpopolare tassazione sulla prima casa e gli strascichi di rettifiche e chiarimenti (per primo quello di Franceschini che ha parlato di proroga) continuano ad animare non tanto le tifoserie ma le aspettative dei cittadini che si domandano se questa volta il governo andrà fino in fondo. A spezzare i sogni del neopremier (e a mettere sullʼallarme il Pdl che dellʼeliminazione dellʼImu ha fatto una priorità a fino a minacciare lʼuscita dal governo in caso di retromarcia) arriva come una mannaia il rapporto dellʼOcse. «È impossibile per il momento ridurre in modo significativo il livello complessivo dellʼimposizione – si legge – è possibile invece lʼeliminazione delle agevolazioni fiscali per incrementare la base imponibile e quindi un ritocco delle aliquote marginali senza impatto sulle entrate». Ancora più esplicito il capo-economista dellʼOcse, Pier Carlo Padoan, per il quale «ridurre le tasse sul lavoro è più importante che ridurre lʼImu». Il centrodestra non la vede così. Il primo a scendere in campo è Renato Brunetta che non si fa pregare per strapazzare lʼex premier tecnico. «LʼImu non è una ossessione morbosa ma una tassa che ha depresso lʼeconomia. Nel 2012 – spiega il capogruppo pidiellino a Montecitorio – le compravendite immobiliari si sono ridotte del 23,7% (dati Istat); i mutui del 39.5% (dati Cgia di Mestre); la produzione nelle costruzioni è diminuita del 13,6% (dati Istat) e gli investimenti del 7,6% (dati Ance); le ore lavorate in edilizia son diminuite del 13,8% (dati Casse Edili) e i posti di lavoro nel settore edile del 5% (dati Ance)». Poi smonta la tesi del governo Monti, secondo cui la pressione fiscale italiana sugli immobili fino al 2011 rappresentava unʼanomalia rispetto alla media dei principali paesi europei. Qui non cʼè una gara a chi porta a casa per primo il taglio di questa o quella tassa – dice Maurizio Ga- sparri – «sullʼImu non si torna indietro rispetto a quanto ha detto lo stesso Presidente del Consiglio Letta». Anche Fratelli dʼItalia insiste nella battaglia contro lʼImu, fiore allʼocchiello della campagna elettorale. «La casa è un bene sacro, né tassabile né pignorabile. Lo abbiamo detto per primi e per primi siamo pronti a votare lʼabolizione dellʼImu sulla prima casa», ha dichiarato Giorgia Meloni, pronta a presentare provvedimenti «nellʼinteresse della nazione» dai banchi di unʼopposizione costruttiva. La ricetta è quella di restituire lʼImu pagata finora, attraverso lʼemissione di titoli di stato a dieci anni, per la somma corrispondente a quella versata dagli italiani. «La copertura economica – conclude lʼex ministro – è data dai soldi degli interessi che Monte dei Paschi di Siena verserà sul prestito di 4 miliardi di euro concesso dallo Stato italiano». Il ministro per le riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, sottolinea che si tratta di una misura che, oltre a un valore economico, ne ha anche uno simbolico e che «si sta operando per superare questa tassa». Il Pd è in seria difficoltà. «Cancellare lʼImu? Io ne faccio un discorso pratico: se improvvisamente abbiamo trovato 10-12 miliardi da spendere ben venga, ma non sarà così», dice Stefano Fassina. Per il più ottimista Pier Paolo Baretta «sullʼImu si può arrivare a un accordo con il Pdl. Credo che il problema vero sarà la restituzione, non tanto il 2013 e il futuro». Primo Maggio, denunciati a Napoli 15 ultrà. A Roma ci sono stati 52 arresti per droga Redazione Non solo canti e provocazioni, ma anche scontri e tanta droga. A Napoli il concerto del Primo Maggio è saltato e si è trasformato in una scorribanda dei centri sociali e dei gruppi di lavoratori di estrema sinistra: quindici i manifestanti denunciati ieri per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Sono tutti appartenenti ai centri sociali, ai Carc (Comitati di appoggio alla resistenza comunista), al Laboratorio politico Iskra, allo Slai-Cobas ed alla Irisbus di Valle Ufita. Chiaro il messaggio degli ultrà: «Non cʼè nulla da festeggiare. A causa dei sindacati, il lavoro è morto». E, per farlo capire bene a tutti, sono riusciti a entrare fino allʼarea del concerto dove cʼerano anche tantissime famiglie e bimbi. In pochi secondi è scoppiato il caos: transenne divelte, paura tra gli spettatori, urla contro i sindacati. Da quel momento è stato muro contro muro. Tra i sindacati e i manifestanti non si è riuscito a instaurare nessun dialogo. E così alla fine, per evitare il peggio, i sindacati hanno deciso di interrompere il concerto. Ieri le denunce. All'indomani del concerto anche a Roma si è fatto un bilancio. Cinquantadue persone sono state arrestate dai carabinieri per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti con il sequestro di circa due chili di droga suddivisa in dosi del tipo hashish, marjiuana, cocaina, eroina, chetamina e anfetamina. Centinaia di carabinieri delle stazioni e dei nuclei operativi del gruppo di Roma sono stati impiegati, in piazza San Giovanni e nelle vie limitrofe, e nei luoghi di transito dei frequentatori della manifestazione musicale. In azione anche pattuglie in borghese tra la folla per vigilare e reprimere eventuali forme di illegalità. Tra gli arrestati per droga ci sono cittadini stranieri e giovani e meno giovani provenienti da varie regioni italiane quali il Lazio, la Puglia, la Campania, la Calabria, l'Umbria, le Marche, l'Abruzzo e la Sicilia. Sempre in materia di droga sono state denunciate altre venticinque persone mentre ventisette sono stati, invece, i ragazzi segnalati al prefetto perché scoperti ad assumere droghe. Concertone al bivio: tra polemiche e un probabile addio Redazione Il concertone del Primo Maggio è a un bivio e fa i conti con se stesso: in forte difficoltà nel comunicare messaggi credibili, in un grande momento di difficoltà si limita solo alla sterile e facile polemica. Come nel caso del condom innalzato come un'ostia. E così dopo un quarto di secolo di storia il segretario della Cigl Susanna Camusso ha ammesso a denti stretti che il concerto del Primo Maggio è datato e che «la sua formula può essersi logorata». Anche se poi ha assicurato (dopo la sterile polemica con l'amministrazione capitolina) che il concertone non si muove da Roma e resterà in piazza San Giovanni. D'altronde anche quest'anno il campionario al concertone è stato quello di sempre: provocazioni di gruppetti musicali a caccia di qualche minuto di gloria, conduttrici a strappare risatine con facili battutine sui politici, appelli politicamente corretti che sanno di muffa e ipocrisia, applausi freddi e altrettanto ipocriti al carabinieri ferito a Roma, poi la musica ostentatamente orientata a sinistra, pugnetti, coretti partigiani, tatuaggi del Che, fino ai guasta- tori di Elio, che almeno hanno dato alla serata unʼimpronta satirica alla quale i ragazzi di piazza San Giovanni non sono proprio avvezzi. Atmosfera plumbea, anche nello spazio “provocazione stupida”, che questʼanno è stato affidato a al Management Dolore Post Operatorio, il cantante del gruppo prima di esibirsi 3 Partono le prove Invalsi per oltre due milioni di studenti Redazione Prove Invalsi ai blocchi di partenza. Dalla prossima settimana 2,2 milioni di studenti si cimenteranno con i test messi a punto dall'Istituto nazionale per la valutazione. I primi a cominciare saranno il 7 e il 10 maggio gli alunni della primaria (II e V elementare), seguiranno il 14 gli studenti della prima media e il 16 quelli della seconda classe delle superiori. Il 17 giugno, infine, toccherà ai circa 600mila studenti di terza media che dovranno affrontare la prova all'interno dell'esame di Stato (vale un sesto del voto d'esame complessivo). «Quest'anno – ha spiegato in una conferenza stampa, Roberto Ricci, dirigente di ricerca Invalsi – ci sono alcune novità. Intanto, sul piano organizzativo tutti i dati saranno raccolti elettronicamente; poi, è stato maggiore spazio a domande aperte, sia in matematica sia in italiano, insistendo su aspetti di competenza più che di conoscenza per capire il ragionamento compiuto dallo studente per dare le risposte». Le verifiche – assicura l'Istituto respingendo le accuse che arrivano dai detrattori di questo strumento di rilevazione, Cobas in testa – propongono stimoli cognitivi e non quiz nozionistici, «non possono e non vogliono essere il metro di giudizio sul singolo alunno» e anche nel caso della prova di terza media, «il suo peso è solo parziale». Le prove verranno restituite a tutte le scuole, a cui forniscono un punto di riferimento per confrontare le proprie classi col resto del sistema scolastico. nel pezzo Porno bisogno ha alzato verso il cielo un preservativo, come lʼostia durante la messa. «Questo è il modello che uso io, che toglie le malattie dal mondo, prendetene e usatene tutti, fate questo, sentite a me», ha detto. Poi si è abbassato pantaloni e mutande, ma fuori dalla diretta di Raitre. Gesto duramente condannato dal patron del concertone Marco Godano, che ha annunciato azioni legali. Momenti di tensione anche durante lʼesibizione di Max Gazzé, quando un giovane ha creato scompiglio nella folla brandendo con la mano una bottiglia di vetro. L'appello di Papa Francesco all'unità: recuperate l'armonia della Chiesa delle origini 4 Redazione Quando i cristiani non fanno lavorare lo Spirito Santo allora cominciano le divisioni. Il Pontefice durante la messa celebrata nella cappella della Casa Santa Marta ha lanciato un nuovo messaggio all'unità della Chiesa. Alla messa, concelebrata con il cardinale Albert Malcolm Ranjith Patabendige, ha preso parte un gruppo di dipendenti dei Musei Vaticani. Papa Francesco si è soffermato sui primi passi della Chiesa che, dopo Pentecoste, è uscita per andare nelle “periferie della fede” ad annunciare il Vangelo. Il Papa ha osservato che lo Spi- rito Santo fa due cose: “prima spinge” e crea anche dei “problemi” e poi “fa l'armonia della Chiesa”. A Gerusalemme dunque, tra i primi discepoli, “c'erano tante opinioni” sull'accoglienza dei pagani nella Chiesa. C'é chi diceva “no” a un accordo, e chi invece era aperto: «Lo Spirito Santo doveva fare il suo secondo lavoro – ha commentato Borgoglio – fare l'armonia di queste posizioni, l'armonia della Chiesa, fra loro a Gerusalemme e fra loro e i pagani. È un bel lavoro che fa sempre, lo Spirito Santo, nella storia. E quando noi non lo lasciamo lavorare, incominciano le divisioni nella Giovanni Trotta "Il mio primo fucile", recita lo slogan della Crickett la casa americana che produce armi giocattoli. Ma per la piccola Caterina Starkz è stato anche l'ultimo. La notizia è pazzesca: un bimbo di cinque anni uccide la sorellina di due per un tragico incidente. È successo a Burkesville, nel sud del Kentucky. I due bambini giocavano in soggiorno mentre la madre era in veranda, quando la donna ha sentito lo sparo e si è precipitata in casa non c'era più nulla da fare per Caterina. Il fratellino le aveva appena scaricato contro per gioco un fucile calibro 22, progettato per bambini, che aveva ricevuto in regalo lo scorso Natale. Un giocattolo mortale. Il fucile è un little Crickett capace di sparare a fortissima velocità piccoli pallini metallici. L'azienda, che produce anche armi per adulti, nel 2008 ha prodotto 60mila fucili dello stesso tipo. Una scelta commerciale a dir poco "discutibile" e non serve essere pacifisti "senza se e senza ma" per inorridire di fronte alla politica dell'azienda. Basta scorrere la sezione Kids corner del sito ufficiale della Crickett per sobbalzare: nella variopinta gallery compaiono bambini felici che imbracciano le armi, bambine vestite di tutto punto che stringono fucili di color rosa con tanto di strass e luccichìi; neonati in tuta mimetica che stringono armi più grandi di loro. E adulti, naturalmente, che insegnano ai piccoli il nuovo passatempo, che non ha niente a che vedere con l'arte della guerra, che è una cosa seria. «Sfogliare il sito dell'armeria Crickett.com – si legge su il Sole24Ore – «è come addentrarsi Chiesa, le sette, tutte queste cose perché siamo chiusi alla verità dello Spirito». Papa Francesco ha ricordato le parole ispirate di Giacomo, del vescovo di Gerusalemme, che sottolinea come non si debba imporre sul collo dei discepoli un giogo che gli stessi padri non sono stati in grado di portare: «Quando il servizio del Signore diventa un giogo così pesante, le porte delle comunità cristiane sono chiuse: nessuno vuole venire dal Signore. Noi invece crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati». Il Papa si è soffermato su cosa significhi oggi nella Chiesa portare un giogo. Gesù, ha ricordato, chiede a tutti noi di rimanere nel suo amore. Ecco allora che proprio da questo amore nasce l'osservanza dei suoi comandamenti. Questa, ha ribadito, é “la comunità cristiana del sì” che rimane nell'amore di Cristo e dice dei “no” “perché c'è quel sì”. È questo amore, ha affermato ancora il Papa, che «ci porta alla fedeltà al Signore”. Secondo il Pontefice, la Chiesa «é una comunità del “sì” e i “no” sono conseguenza di questo “sì”». Usa sotto choc. Con un fucile giocattolo uccide la sorellina di 2 anni in un mondo parallelo che non si vorrebbe mai vedere. Un simpatico "grillo verde" ci dà il benvenuto: già lui è però armato di tutto punto. In penombra il profilo di un ragazzino di una decina d'anni imbraccia un fucile. Non è ancora niente. Giubbottini, mirini, cappellini, tutto baby-size, fucili compresi. Ci sono anche le varianti di lunghi calibro 22». Lo stesso che ieri ha ucciso la piccola Caterina e che ha mandato in fumo la felicità di una giovane famiglia americana. Il portavoce della polizia ha spiegato che in quella zona degli Stati Uniti le armi giocattolo, Scuole paritarie, è polemica sul referendum di Bologna Redazione «Distruggere è molto facile, in un attimo si può distruggere un lavoro paziente di cucitura, di tessitura di rapporti che ha impegnato intere generazioni. In un attimo tutto può essere distrutto. E quando, per fare questo, si fa leva anche su un disagio sociale, su un'indignazione generale che oggi si ha verso le istituzioni è una pagina triste della vicenda collettiva del nostro vissuto sociale». Sono le parole del vicario generale della diocesi di Bologna monsignor Giovanni Silvagni, che esprime così la preoccupazione per il referendum consultivo comunale del 26 maggio, sui finanziamenti alle scuole paritarie. Per molte situazioni, ha proseguito, il tema «è questione di vita o di morte. Stare al mondo interessa a tutti, morire dispiace». Silvagni, a margine di una conferenza stampa ha quindi ribadito il proprio pensiero sul tema: «Addolora essere trascinati controvoglia in una polemica che inevitabilmente assume i contorni di un uno scontro ideologico, di massimi sistemi, tra buoni e cattivi. Quando invece la realtà è molto più semplice, più modesta». A rischio, per l'arcidiocesi c'è «uno spirito di collaborazione e di rispetto e riconoscimento reciproco tra valori differenti e una collaborazione organica tra diverse fasce della società costruita negli ultimi sessant'anni». capaci comunque di esplodere veri e propri colpi, sono molto diffuse. Una moda che sta facendo sempre più breccia, alimentata e foraggiata dalle lobby delle armi, colpevole, secondo l'opinione pubblica, del massacro della scuola di Newtown. Pochi giorni fa Barack Obama ha fatto sapere, tramite una conferenza stampa, tutta la sua amarezza per il respingimento della legge sul maggiore controllo nella vendita e distribuzione delle armi. Il Presidente americano a parole è ben consapevole che una delle piaghe da sanare è la facilità di acquisto di armi da fuoco e il poco controllo sugli acquirenti. Nordcorea, condannato a 15 anni un tour operator americano Antonio Pannullo Piove sul bagnato e aumenta la tensione tra Stati Uniti e Nordcorea: la Suprema corte nordcoreana ha condannato un cittadino statunitense di origine sudcoreana, Kenneth Bae, a 15 anni di lavori forzati per aver commesso crimini contro il Paese, secondo quanto riferito dall'agenzia Kcna. L'agenzia ha comunicato che il processo per l'uomo, il cui nome è stato tradotto in coreano come Pae Jun-ho, si è tenuto il 30 aprile. Kenneth Bae era stato arrestato il 3 novembre nella città portuale di Rason, nel nord-est del Paese. La Kcna non ha precisato le pesanti accuse contro di lui. Secondo la stampa, si tratta di un coreano naturalizzato americano di 44 anni responsabile di un tour-operator. Uno dei turisti da lui accompagnati sarebbe stato trovato in possesso di file di computer contenenti dati sensibili. L'agenzia nordcoreana aveva scritto sabato che l'uomo aveva «commesso il delitto di aver avuto un atteggiamento animoso contro la Repubblica popolare democratica della Corea e di aver tentato di rovesciare» il regime. Sempre secondo la Kcna «le accuse sono state tutte confermate da prove». Washington ha chiesto la liberazione immediata. Intanto l'ex presidente Usa, Jimmy Carter, è pronto a tornare in Corea del Nord per aiutare la ripresa del dialogo e la liberazione di di Kenneth Bae. Lo riporta l'agenzia sudcoreana Yonhap, secondo cui, citando una fonte anonima, Carter ha inviato recentemente una lettera al segretario di Stato, John Kerry, esprimendo la volontà di visitare ancora Pyongyang. «La Corea del Nord sembra lo abbia invitato di nuovo», ha detto la fonte. Carter, nel 2010, convinse le autorità di Pyongyang al rilascio di Aijalon Mahli Gomes, cittadino americano condannato a 8 anni di lavori forzati per "ingresso illegale" dopo aver attraversato il confine con la Cina. Presidente degli Stati Uniti dal 1977 al 1981, Carter è noto per le sue iniziative di promozione della pace nella penisola coreana e nel mondo. Intanto si apprende che il leader nordcoreano Kim Jong-un ha ordinato di «spazzare via e senza pietà» quanti collegati a «elementi indesiderabili e ostili», essendo una minaccia per il Partito dei Lavoratori e per l'intero sistema socialista. Lo riferisce l'agenzia ufficiale del regime, la Kcna, che ha dato conto della visita fatta ieri dal "giovane generale" al ministero della Sicurezza del Popolo, la potente struttura che ha sotto controllo il fronte interno, tenendolo al riparo da ogni inquinamento esterno. negozio. Al termine dell'affare finito bene, l'uomo ha offerto alla consulente immobiliare un tatuaggio gratis, in segno di riconoscenza. La donna ha accettato, decidendo di stamparsi sul braccio il logo della ditta per cui lavora. Il tatuaggio ha ispirato il capo a tal punto da chiedere a tutti i suoi dipendenti di fare lo stesso. In cambio di un incentivo monetario. Sino a quel giorno, appunto questo aumento del 15% era destinato a chi avesse fatto beneficienza a nome dell'azienda, avesse raggiunto nuovi clienti o avesse fatto il tirocinio a nuovi impiegati. Ma ora vale anche per chi si fa marchiare la pelle con il simbolo della ditta. La Abc ha parlato con Tyler Evenson, 25 anni, anche lei dipendente di Lolli, la seconda ragazza che si è fatta questo tatuaggio. «L'ho fatto l'anno scorso su un braccio. E già all'epoca ne avevo tanti. Ho deciso di farlo - aggiunge - perché sono molto orgogliosa di lavorare per questa compagnia. Penso di rimanerci ancora molti anni, perché mi trovo benissimo». A chi le chiede se una proposta del genere in un certo senso metta pressione ai suoi colleghi spingendoli a farsi un tatuaggio contro la loro volontà, Tyler risponde con un sorriso: «Non credo proprio. Si tratta di qualcosa che rimane per sempre. Se pensi di farlo vuol dire che lo vuoi in modo convinto, altrimenti lo eviti». Questo caso è solo l'ultimo del genere. In passato, in tanti hanno utilizzato il corpo come spazio pubblicitario, tanto che é nato un neologismo, lo skinvertising, come dire fare pubblicità sulla pelle. Nei primi anni 2000 fece epoca la storia di un casinò online, la GoldenPalace.com, che pagò un pugile, Bernard Hopkins, per farsi tatuare il suo logo sulla schiena. Sempre la GoldenPalace.com fu al centro di un mezzo scandalo quando una mamma single vendette per 10mila dollari uno spazio Aumento di stipendio per chi si tatua il nome della società per cui lavora Giovanni trotta Mica male l'idea, e poi il tatuaggio va di moda: quindici per cento di aumento di stipendio se ti fai un tatuaggio con il logo della ditta. È la proposta che Antony Lolli, fondatore e proprietario di una agenzia immobiliare di Brooklyn, ha fatto ai suoi circa 1100 dipendenti. Al momento sembra che solo 40 persone abbiano accettato l'idea di farsi un tatuaggio aziendalista, con tanto di scritta e sigla. Ma chissà che in tempi di crisi, pur di arrotondare lo stipendio altri dipendenti accettino la proposta. Tutto è iniziato circa un anno e mezzo fa quando una delle top agent, degli impiegati di spicco dell'agenzia, la Rapid Realty, ha lavorato con un "tatoo artist", un esperto dei tatuaggi per trovargli un Sparatoria tra ribelli siriani e guardie confinarie turche 5 Redazione Una sparatoria fra agenti di polizia turchi e un gruppo di "contrabbandieri" (verosimilmente ribelli siriani) al confine con la Siria ha provocato sette feriti, riferisce Zaman online. Secondo la ricostruzione del quotidiano di Ankara, il gruppo era fermo da tempo dalla parte siriana del valico di confine di Akcakale, vicino alla città turca di Sanliurfa, in attesa di poter passare in Turchia. Secondo il sindaco di Akcakale. Abdulhakim Ayhan, il gruppo era formato da contrabbandieri. La decisione delle autorità doganali turche di negare loro il passaggio ha scatenato una reazione violenta. Il gruppo ha attaccato, secondo la tv privata Ntv, il posto di polizia di frontiera, sparando contro gli agenti e cercando di dare fuoco all'edificio. Ayhan ha detto a Ntv che tre poliziotti, due soldati e due civili turchi sono stati feriti. Gli aggressori non sono stati catturati. Il posto di frontiera dalla parte siriana del confine a Akcakale, come buona parte della zona limitrofa in Siria, è da mesi sotto il controllo dei ribelli sunniti anti-Assad. sulla fronte, pur di aiutare i suoi figli. E anche allora il tatuaggio era quello di questa controversa casa da gioco online. Di recente un sito tra i più in vista, Buzzfeed, ha pubblicato un pezzo dal titolo "Marchiato a vita", raccontando la storia di un uomo, Billy, denominato "BillyThe HumanBillboard", cioé il cartello pubblicitario umano, che pur di ottenere soldi facili s'é riempito il corpo, a partire dalla pelle del volto, di pubblicità di siti online di tutti i generi. Un fenomeno che ha sfiorato persino la politica: un lottatore di wrestler, Eric Hartsburg, ultra-repubblicano, durante la campagna eletttorale si stampò sulla tempia una enorme R, il logo di Mitt Romney. Ma senza che l'ex candidato del Grand Old Party lo sapesse, tanto meno lo avesse pagato. Poi però, dopo il flop elettorale, Eric ha deciso di toglierlo. Ma quando ha scoperto che si trattava di un processo lungo,doloroso e molto costoso, ha cambiato idea. Tanto vale tenerlo per il 2016: «Chissà - ha raccontato divertito - che non torni utile con la candidatura di Marco Rubio»... Mugnai: bene l'esenzione dal ticket per i minori nelle comunità toscane, già chiesta due anni fa 6 Redazione «Soddisfazione per il provvedimento che introduce anche in Toscana lʼesenzione dal ticket per i minori in affido a comunità. È un atto di civiltà che noi stessi, due anni or sono, avevamo chiesto di adottare sul modello di quanto già avveniva in Emilia Romagna. Siamo stati ascoltati. Una volta tanto il buon senso ha prevalso sulle barricate». È così che il vicepresidente della commissione Sanità e presidente della commissione dʼinchiesta sullʼaffido dei minori in Toscana, Stefano Mugnai (Pdl), saluta il nuovo provvedimento varato dalla Giunta toscana di centrosinistra. Mugnai aveva sollevato il caso nel dicembre 2011. Era stato allora che – complice il caos che si registrava con lʼintroduzione a singhiozzo di nuove modalità di certificazione ed esenzione da ticket e superticket – le comunità residenziali ed educative, non sanitarie, con minori in affido dai servizi sociali comunali si erano rese conto di una cosa: i loro ospiti di età compresa tra i 7 e i 17 anni non avevano diritto ad alcuna esenzione. I più piccoli sì, perché rientrano nel codice di esenzione E01 per i ticket su prestazioni diagnostiche e specialistiche ambulatoriali. Per tutti gli altri, però, a sostenere per intero lʼonere della spesa doveva essere la comunità affidataria che, dai Comuni, riceve per i ragazzi nullʼaltro che una retta sociale, la quale non prevede di per sé il mantenimento sanitario. «La questione – spiegava allora Mugnai – ci è stata segnalata direttamente dagli operatori di alcune comunità educative che, rivolgendosi ai Cup, si vedono negare la possibilità di autocertificare il diritto allʼesenzione. E il problema risiede in una carenza della Regione Toscana che, nella sua normativa, non prevede tra gli aventi diritto allʼesenzione anche questi ragazzi. In altre Regioni funziona diversamente. Ad esempio la “rossa" Emilia Romagna – suggeriva Mugnai in quella circostanza – prevede questa categoria di ragazzi con una specifica codifica di esenzione. Si tratta della P99 (Prestazioni per la tutela della salute dei bambini in affidamento familiare o accolti in comunità residenziali) che attribuisce ai ragazzi l'«esenzione per tutte le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio, le altre prestazioni specialistiche e per tutti i farmaci». In Toscana, invece, per questi minori con evidente disagio sociale non sono previste alcuna facilitazione, e una delibera che modifichi le categorie di esenzione a favore di questa fascia debole della popolazione – auspicava Mugnai nel 2011 – sarebbe quanto mai opportuna». Beh, eccola. Il Pdl denuncia: l'ospedale di Castellaneta, abbandonato e depredato Redazione «Ho più volte invitato lʼassessore Gentile, che sta meritoriamente ispezionando gli ospedali pugliesi devastati da otto anni di vendolismo – ha dichiarato il consigliere regionale del Pdl Pietro Lospinuso – a visitare anche quello di Castellaneta. Un ospedale di frontiera, che copre da solo un vastissimo territorio cui sono stati sottratti - a Mottola ed a Massafra - gli altri due nosocomi preesistenti, ed è stato ridotto ad un rapporto tra popolazione e posti letto (0.79 per mille abitanti) da terzo mondo. Un ospedale, quello di Castellaneta, ancora fresco di costruzione, che avrebbe dovuto essere valorizzato e rafforzato e che non soltanto è stato di fatto abbandonato a se stesso, ad onta delle sue strutture modernissime e di professionalità di eccellenza di cui godeva ed ancora, nonostante tutto, continua a godere, ma che pure continua ad essere depredato di quel che aveva, a partire dalle attrezzature di una Rianimazione che, dopo i noti eventi, avrebbe dovuto essere rilanciata e non di fatto liquidata più o meno di soppiatto. Un ospedale – ha proseguito Lospinuso – che dispone di tre avanzatissime sale operatorie ma ne può utilizzare solo una per carenza di personale infermieristico che non dovrebbe essere difficile recuperare viste le chiusure in serie di questi ultimi anni. Un ospedale, continuando a punire il quale, si punisce unʼarea di Puglia che vive una Sicilia, il fallimento dell'Amia può provocare il tracollo dei creditori Redazione Salvino Caputo, parlamentare regionale del Pdl nonché vicepresidente della commissione Attività produttive, ha presentato un'interrogazione all'Assemblea Regionale Siciliana per chiedere un intervento urgente a sostegno delle aziende e della società creditrice di Amia, che rischiano il tracollo finanziario. La richiesta è finalizzata alla sospensione delle procedure di recupero avanzate da Serit Sicilia. Le imprese infatti non sono state pagate ma sono costrette a sostenere gli oneri fiscali inerenti le fatture. Inoltre alcune avevano già avuto riconosciuti crediti per migliaia di euro. «Ci sono conseguenze economiche disastrose - ha dichiarato Caputo - per le aziende che avanzano i crediti da Amia. Adesso queste società rischiano di licenziare i dipendenti e alcune di loro anche il fallimento. Credo che la Regione - ha concluso Caputo - deve intervenire soprattutto per evitare che le imprese involontariamente coinvolte in queste situazioni non rischino un tracollo con ricadute negative in termini occupazionali ed economici». Caputo ha chiesto all'assessore regionale al Lavoro e all'assessore regionale all'Energia di conoscere le determinazioni che il governo siciliano adotterà per evitare l'apertura di una emergenza occupazionale ed economica conseguente al falimento di Amia. desolante stagione di regresso e che è già fin troppo emarginata e dimenticata. Tornerò pertanto a chiedere allʼassessore Gentile di visitarlo e di prendere cognizione dei suoi problemi. Sperando che sia meno sorda e distratta dei suoi immediati predecessori». Tutti in posa: da Stanley Kubrik fotografo alla cronaca nera del maestro Weegee Antonella Ambrosioni Un fine settimana all'insegna della fotografia. A Genova negli spazi di Palazzo Ducale si apre ora una rassegna dedicata a un giovanissimo Stanley Kubrick fotografo. Il famoso regista, autore di capolavori del cinema come “Lolita”, “Full Metal Jacket” e “Shining” aveva infatti solo 17 anni quando, per la rivista americana Look, fece gli scatti allestiti, fotografie di vita quotidiana a New York con tutta l'energia della città, la frenesia del lavoro, la solitudine. E rigorosamente in bianco e nero. La passione per la fotografia, Kubrick la ereditò dal padre, ma si esaurì nel breve volgere di un quinquennio. Lo stile di Look, caratterizzato da una narrazione a episodi, non incontrava il gradimento dei più importanti fotogiornalisti, ma invece stregò l'adolescente Kubrick. Gran parte del senso estetico che contraddistingue i suoi film, secondo i critici, veniva già espresso dal suo lavoro di questi anni, dove l'aspetto psicologico dei soggetti ritratti riusciva sempre a trapelare. Altra grande mostra a Roma: c'é anche la foto vincitrice dello svedese Paul Hansen, fotoreporter del quotidiano 'Dagens Nyheter', che immortala in una luce livida e tragica il funerale di due fratellini, ri- masti uccisi in un bombardamento sulla striscia di Gaza, nella rassegna che porta nella capitale gli scatti premiati per il World Press Photo 2013. Dal 4 maggio al Museo di Roma in Trastevere sono infatti allestite tutte le immagini dei 54 fotografi vincitori che nel 2012, in tutto il mondo, hanno documentato guerre, disastri, meraviglie naturali, spaccati di società, record sportivi, eventi d'arte. Ancora fotografia a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, fino al 14 Luglio con la mostra “Weegee. Murder Is My Business” dedicata a uno dei maestri della fotografia americana del '900. Esposti oltre cento rari esemplari delle immagini più rappresentative del fotoreporter, famoso per aver raccon- Renato Zero rilancia con “Amo” e rispolvera i suoi cavalli di battaglia Redazione Un mese, quindici spettacoli, un programma record al Palalottomatica di Roma. Il protagonista è Renato Zero con il suo "Amo tour”,. L'orchestra sarà composta da trentaquattro elementi in total look white, un gruppo di ballo che accompagna i brani più ritmati, con le coreografie di Bill Goodson. Molta curiosità per i costumi. Molti e variopinti quelli indossati durante le oltre due ore di concerto, realizzati per l'occasione dalla maison Cavalli e da The One di Gabriele Mayer. L'effetto è amarcord per il pubblico che, di fatto, aspettava il ritorno in grande stile dell'artista a tre anni dall'ultimo album. Renato Zero indulge sui coat lunghi, sulle piume (con moderazione) e sulle paillettes. Non sono più le stravaganze sartoriali degli anni '70, peraltro in mostra nel palazzetto ma rivisitazioni pacate che danno un effetto in linea con la ormai consolidata sobrieta' del personaggio. Lo spettacolo non delude il pubblico di appassionati, anche se a farla da padrone sono sempre i successi come '“Baratto”, “Il Cielo”, “Triangolo” e “Il carrozzone”. Renato Zero propone anche tutti i 14 brani dell'ultimo album “Amo”, non lontano, per stile, dalla produzione precedente. Giocando con i rimandi Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi tato omicidi della malavita, incidenti stradali, incendi devastanti rigorosamente in bianco e nero. Weegee è stata forse la figura che ha dimostrato la maggiore inventiva nel panorama della fotografia americana, tanto da ispirare un regista (e fotografo) come Stanley Kubrick, che aveva ben presenti le immagini di Weegee quando girò “Il dottor Stranamore”. Sempre e solo foto nel nuovo spazio AuditoriumExpo dell'Auditorium Parco della Musica, dove è di scena la mostra “Life. I grandi Fotografi”, una grande retrospettiva sugli autori e le immagini che hanno fatto della celebre rivista un mito e un riferimento della fotografia internazionale. di una scenografia eccentrica a forma di un enorme specchio da camerino, Zero non ha perso l'occasione per restare sull'attualità con la clip girata da Alessandro D'Alatri nel carcere femminile di Latina che ha accompagnato il brano “Un'apertura d'ali”, composto da Gian Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale 7 Carlo Bigazzi. Altro momento ad alto tasso di emotività è stato il ricordo di Lucio Dalla, con la canzone 'Lu'. E poi l'ironia inedita rivolta al capo dello Stato: «Se Napolitano non ha fatto me cavaliere del lavoro, almeno dia un riconoscimento alle mie canzoni», ha detto. Direttore Politico Marcello De Angelis Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250