Berlusconi: rispettiamo la parola data, lʼImu va abolita

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Berlusconi: rispettiamo la parola data, lʼImu va abolita
CON IL PDL
ANNO LXI N.103
Berlusconi: rispettiamo
la parola data,
lʼImu va abolita
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
I veri ossessionati
(dallʼImu e dal Cav) sono
Mario Monti e Rosy Bindi.
Non è affatto un caso
Francesco Signoretta
Resistere, resistere, resistere. I novelli Santoro si
chiamano Mario Monti e Rosy
Bindi, i reduci del nostalgismo
tecnico, che restano in trincea. Le truppe favorevoli alla
tassa più odiata battono in ritirata, un soldato alla volta sta
alzando bandiera bianca, persino la Camusso ha modificato la sua idea, travolta dalle
critiche e dalle ironie del web.
I due resistenti invece non
mollano anche se hanno motivazioni diverse. Monti si
sente il papà dellʼImu e come
tale la protegge e lʼaccarezza. Se venisse cancellata,
si sentirebbe completamente
smentito. La Bindi, dal canto
suo, è contraria a qualsiasi
cosa che ricordi il Cavaliere,
ancora scottata dal “più bella
che intelligente”. Il suo è un
antiberlusconismo vecchia
maniera, alla Travaglio, per
lei il Cav resta il male assoluto, il nemico da abbattere e
ora digerisce male il governo
di larghe intese. La coppia
Rosy & Mario peggio della
Cgil, che almeno ha ammesso che «sospendere la
rata dellʼImu è ragionevole».
Quanto sia ragionevole lo
spiega Renato Brunetta: con
lʼintroduzione dellʼimposta
sugli immobili si sono persi lo
scorso anno 150mila posti di
lavoro certificati dallʼAnce.
Cifre da lacrime e sangue.
Per la Confesercenti il nuovo
governo deve partire proprio
dalle tasse e per la Confedilizia, oltre alle ricadute reali,
lʼImu ha avuto anche un effetto psicologico che è stato
«devastante» in termini di frenata della crescita e dei consumi. Non solo il settore delle
costruzioni ha rallentato, ne
ha fatto le spese tutto lʼindotto e il patrimonio immobiliare ha subito una
svalutazione che in un anno
ha raggiunto quasi il 5%. Le
famiglie si sono impoverite
perché hanno pagato più
d’Italia
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venerdì 3/5/2013
Delirio Becchi, lʼideologo
del M5S: la sparatoria
di Palazzo Chigi
“ha fatto comodo” a Letta
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Primo Maggio, denunciati
a Napoli 15 ultrà.
A Roma ci sono stati
52 arresti per droga
Lʼappello di Papa Francesco
allʼunità: recuperate
lʼarmonia della Chiesa
delle origini
tasse, ma anche perché la loro
ricchezza si è ridotta. Alla fine,
dunque, la stangata del governo dei tecnici ha pesato
sulle tasche degli italiani più di
quanto non fosse lecito pen-
sare in un primo momento. Si
mettano lʼanima in pace, Monti
e la Bindi, lʼImu non è unʼossessione del centrodestra,
come vorrebbero far credere. I
veri ossessionati sono loro e
fanno bene a esserlo perché –
come sosteneva Joan Fuster –
«è utile avere unʼossessione:
ci distrae». E Monti e la Bindi
hanno davvero bisogno di distrarsi.
Girolamo Fragalà
Datemi una leva e solleverò il
mondo. Anzi, datemi il Campidoglio e camminerò sulle acque. Il
nuovo Archimede – stavolta in
versione santità – è lui, Ignazio
Marino, candidato a sindaco di
Roma. Da quando ha vinto le
primarie del centrosinistra (con
annesse polemiche e il voto
giunto direttamente dai campi
nomadi) ogni giorno regala perle
di saggezza ai cittadini della Capitale, senza nemmeno preoccuparsi di apparire come Alice
nel paese delle meraviglie. Si
occupa di tutto, parla di tutto, fa
credere di avere la bacchetta
magica e si esercita nel ruolo di
illusionista. Dal mago Merlino al
mago Marino. La sua visione politica è figlia di una sensazione:
«Girando per Roma sono rimasto sbigottito». La causa dello
sbigottimento – lascia intendere
– è che Alemanno è stato come
Attila, dovʼè passato non è cresciuta più lʼerba. Il bello è che il
candidato sindaco ha fatto questa (falsa) scoperta proprio in
campagna elettorale perché,
evidentemente, negli ultimi anni
non ha avuto il tempo neppure di
dare unʼocchiata cento metri più
in là dei Palazzi del potere.
Mago Marino, però, racconta
che, a causa della giunta di centrodestra, tanti romani hanno
perso il lavoro, come se il calo
dellʼoccupazione fosse determinato dalle delibere del Campidoglio e non dalla crisi economica
internazionale, che sta “ammazzando” tutti gli Stati europei,
compreso il colosso tedesco.
Sempre lui racconta unʼaltra
scoperta: a Roma i prezzi sono
alle stelle (forse non si è reso
conto che i prezzi alle stelle ci
sono in ogni angolo del Paese).
Poi fa il filosofo: «Il lavoro è vita»
e promette una serie infinita di
cose: metterà ovunque le rastrelliere delle bici, organizzerà
meglio la Via Crucis, si occuperà
di cultura, spettacolo e persino di
archeologia, farà circolare i
nuovi autobus in periferia (non
gli hanno detto che molti sono
già in funzione). A dirla in breve,
farà di tutto e di più, un poʼ come
la Rai. Qualcuno dovrebbe spiegargli che i romani non si fanno
prendere per il naso tanto facilmente. Sanno bene che lui è
espressione di una sinistra che
ha distrutto Roma lasciano la
bellezza di dodici miliardi di debiti. Mago Marino legga i dati e
stia attento perche potrebbe –
tanto per usare una sua espressione – rimanere sbigottito.
Da Mago Merlino a Mago Marino, il candidato sindaco
sbigottito e miracoloso (o meglio, “miracolato”)
Delirio Becchi, l'ideologo del M5S: la sparatoria
di Palazzo Chigi “ha fatto comodo” a Letta
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Guglielmo Federici
Sconcertante, pericoloso, delirante. L'ideologo del Movimento
5 Stelle, il professore genovese
Paolo Becchi ha perso un
buona occasione per tacere riguardo la sparatoria di Palazzo
Chigi per la quale il brigadiere
Giangrande si trova ancora in
prognosi riservata. «Questo attentato è stato utile ad un certo
tipo di azione politica: dare al
governo Letta una maggioranza
solida. E cercando di far passare per scontata anche la ricomposizione, almeno sulla
carta, del Pd». Intervistato dal
quotidiano online “IntelligoNews”, ha aggiunto a ruota libera Becchi. «Il dato di fatto - ha
aggiunto - è che dopo quell'attentato non c'è stata alcuna opposizione all'interno del Pd
nell'approvare la linea dell'emergente governo di Enrico Letta.
Quei 101 parlamentari che avevano impallinato Romano Prodi
ora dove sono? Dopo la spara-
toria si sono ricompattati. E questo è un dato di fatto, è oggettivo.
Può darsi anche che non ci sia
alcuna correlazione tra le due
cose, però...». Praticamente un
delirio. Becchi, dopo questa dichiarazione folle ha poi il coraggio di escludere che il
Movimento 5 Stelle abbia fomentato un clima di odio nel
paese. «Il M5S non ha nulla a
che fare con la violenza. Mira a
cambiare e a rivoluzionare il
Paese, questo è vero, ma me-
diante gli strumenti che la democrazia mette a disposizione. C'è
pregiudizio e tirannia della maggioranza». E poi “in cauda venenum”: «Anche perché la parola
“sovversivo” ultimamente - conclude Becchi - è stata utilizzata
solo dal premier Letta nel suo discorso alle Camere. Che sia lui
il sovversivo?». Dire che queste
parole siano gravi è dire poco:
«Dopo aver letto le stupefacenti
dissertazioni di Becchi, cresce la
nostra convinzione che qualcuno
parli a sproposito», commenta
subito Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. «Sulla
sparatoria di Palazzo Chigi, sociologismi e dietrologie rappresentano
un'autentica
provocazione. Le parole di Becchi, definito da molti ideologo del
Movimento cinque stelle, sono
gravi e sconcertanti. Non possono che rafforzare le nostre
grandi perplessità». Per il Pd
commenta Ettore Rosato, della
presidenza del Gruppo Pd della
Camera: «È sconcertante vedere a che punto può arrivare
l'assurdità a cui si lascia andare
quel professor Becchi che viene
presentato addirittura come
ideologo del Movimento 5 stelle:
siamo oltre la strumentalità,
siamo alla follia. Dicano qualcosa i dirigenti e il leader di quel
movimento. Dimostrino almeno
di rendersi conto della necessità
di misurare le esternazioni e di
non alimentare lo sconcerto dei
cittadini».
SullʼImu la partita è Pdl contro tutti. Monti parla
di ossessione “morbosa” e cerca alleati nellʼOcse
Gloria Sabatini
Difficile che lʼ0ste critichi il proprio vino. Quando
sa di tappo e risulta annacquato, se è intelligente,
è costretto a minimizzare promettendo innesti fruttati per la stagione successiva. Non stupisce,
quindi, che Mario Monti dica che il tema dellʼImu è
sì rilevante ma non è «degno della discussione
esclusiva e quasi morbosa del dibattito politico».
Ma è lʼunico a pensarla così. Lʼimpegno solenne di
Letta a eliminare lʼimpopolare tassazione sulla
prima casa e gli strascichi di rettifiche e chiarimenti
(per primo quello di Franceschini che ha parlato
di proroga) continuano ad animare non tanto le tifoserie ma le aspettative dei cittadini che si domandano se questa volta il governo andrà fino in
fondo. A spezzare i sogni del neopremier (e a mettere sullʼallarme il Pdl che dellʼeliminazione dellʼImu ha fatto una priorità a fino a minacciare
lʼuscita dal governo in caso di retromarcia) arriva
come una mannaia il rapporto dellʼOcse. «È impossibile per il momento ridurre in modo significativo il livello complessivo dellʼimposizione – si
legge – è possibile invece lʼeliminazione delle agevolazioni fiscali per incrementare la base imponibile e quindi un ritocco delle aliquote marginali
senza impatto sulle entrate». Ancora più esplicito
il capo-economista dellʼOcse, Pier Carlo Padoan,
per il quale «ridurre le tasse sul lavoro è più importante che ridurre lʼImu». Il centrodestra non la
vede così. Il primo a scendere in campo è Renato
Brunetta che non si fa pregare per strapazzare
lʼex premier tecnico. «LʼImu non è una ossessione
morbosa ma una tassa che ha depresso lʼeconomia. Nel 2012 – spiega il capogruppo pidiellino a
Montecitorio – le compravendite immobiliari si
sono ridotte del 23,7% (dati Istat); i mutui del
39.5% (dati Cgia di Mestre); la produzione nelle
costruzioni è diminuita del 13,6% (dati Istat) e gli
investimenti del 7,6% (dati Ance); le ore lavorate
in edilizia son diminuite del 13,8% (dati Casse
Edili) e i posti di lavoro nel settore edile del 5%
(dati Ance)». Poi smonta la tesi del governo Monti,
secondo cui la pressione fiscale italiana sugli immobili fino al 2011 rappresentava unʼanomalia rispetto alla media dei principali paesi europei. Qui
non cʼè una gara a chi porta a casa per primo il
taglio di questa o quella tassa – dice Maurizio Ga-
sparri – «sullʼImu non si torna indietro rispetto a
quanto ha detto lo stesso Presidente del Consiglio Letta». Anche Fratelli dʼItalia insiste nella battaglia contro lʼImu, fiore allʼocchiello della
campagna elettorale. «La casa è un bene sacro,
né tassabile né pignorabile. Lo abbiamo detto per
primi e per primi siamo pronti a votare lʼabolizione
dellʼImu sulla prima casa», ha dichiarato Giorgia
Meloni, pronta a presentare provvedimenti «nellʼinteresse della nazione» dai banchi di unʼopposizione costruttiva. La ricetta è quella di restituire
lʼImu pagata finora, attraverso lʼemissione di titoli
di stato a dieci anni, per la somma corrispondente
a quella versata dagli italiani. «La copertura economica – conclude lʼex ministro – è data dai soldi
degli interessi che Monte dei Paschi di Siena verserà sul prestito di 4 miliardi di euro concesso
dallo Stato italiano». Il ministro per le riforme costituzionali, Gaetano Quagliariello, sottolinea che
si tratta di una misura che, oltre a un valore economico, ne ha anche uno simbolico e che «si sta
operando per superare questa tassa». Il Pd è in
seria difficoltà. «Cancellare lʼImu? Io ne faccio un
discorso pratico: se improvvisamente abbiamo
trovato 10-12 miliardi da spendere ben venga, ma
non sarà così», dice Stefano Fassina. Per il più
ottimista Pier Paolo Baretta «sullʼImu si può arrivare a un accordo con il Pdl. Credo che il problema vero sarà la restituzione, non tanto il 2013
e il futuro».
Primo Maggio, denunciati a Napoli 15 ultrà.
A Roma ci sono stati 52 arresti per droga
Redazione
Non solo canti e provocazioni,
ma anche scontri e tanta
droga. A Napoli il concerto del
Primo Maggio è saltato e si è
trasformato in una scorribanda dei centri sociali e dei
gruppi di lavoratori di estrema
sinistra: quindici i manifestanti
denunciati ieri per resistenza,
violenza e lesioni a pubblico
ufficiale. Sono tutti appartenenti ai centri sociali, ai Carc
(Comitati di appoggio alla resistenza comunista), al Laboratorio politico Iskra, allo
Slai-Cobas ed alla Irisbus di
Valle Ufita. Chiaro il messaggio degli ultrà: «Non cʼè nulla
da festeggiare. A causa dei
sindacati, il lavoro è morto».
E, per farlo capire bene a tutti,
sono riusciti a entrare fino allʼarea del concerto dove
cʼerano anche tantissime famiglie e bimbi. In pochi secondi è scoppiato il caos:
transenne divelte, paura tra gli
spettatori, urla contro i sindacati. Da quel momento è stato
muro contro muro. Tra i sindacati e i manifestanti non si è
riuscito a instaurare nessun
dialogo. E così alla fine, per
evitare il peggio, i sindacati
hanno deciso di interrompere
il concerto. Ieri le denunce. All'indomani del concerto anche
a Roma si è fatto un bilancio.
Cinquantadue persone sono
state arrestate dai carabinieri
per detenzione e spaccio di
sostanze stupefacenti con il
sequestro di circa due chili di
droga suddivisa in dosi del
tipo hashish, marjiuana, cocaina, eroina, chetamina e anfetamina.
Centinaia
di
carabinieri delle stazioni e dei
nuclei operativi del gruppo di
Roma sono stati impiegati, in
piazza San Giovanni e nelle
vie limitrofe, e nei luoghi di
transito dei frequentatori della
manifestazione musicale. In
azione anche pattuglie in borghese tra la folla per vigilare e
reprimere eventuali forme di illegalità. Tra gli arrestati per
droga ci sono cittadini stranieri
e giovani e meno giovani provenienti da varie regioni italiane quali il Lazio, la Puglia, la
Campania, la Calabria, l'Umbria, le Marche, l'Abruzzo e la
Sicilia. Sempre in materia di
droga sono state denunciate
altre venticinque persone
mentre ventisette sono stati,
invece, i ragazzi segnalati al
prefetto perché scoperti ad assumere droghe.
Concertone al bivio: tra polemiche e un probabile addio
Redazione
Il concertone del Primo Maggio
è a un bivio e fa i conti con se
stesso: in forte difficoltà nel comunicare messaggi credibili, in
un grande momento di difficoltà
si limita solo alla sterile e facile
polemica. Come nel caso del
condom
innalzato
come
un'ostia. E così dopo un quarto
di secolo di storia il segretario
della Cigl Susanna Camusso ha
ammesso a denti stretti che il
concerto del Primo Maggio è datato e che «la sua formula può
essersi logorata». Anche se poi
ha assicurato (dopo la sterile polemica con l'amministrazione capitolina) che il concertone non si
muove da Roma e resterà in
piazza San Giovanni. D'altronde
anche quest'anno il campionario
al concertone è stato quello di
sempre: provocazioni di gruppetti musicali a caccia di qualche
minuto di gloria, conduttrici a
strappare risatine con facili battutine sui politici, appelli politicamente corretti che sanno di
muffa e ipocrisia, applausi freddi
e altrettanto ipocriti al carabinieri
ferito a Roma, poi la musica
ostentatamente orientata a sinistra, pugnetti, coretti partigiani,
tatuaggi del Che, fino ai guasta-
tori di Elio, che almeno hanno
dato alla serata unʼimpronta satirica alla quale i ragazzi di piazza
San Giovanni non sono proprio
avvezzi. Atmosfera plumbea,
anche nello spazio “provocazione stupida”, che questʼanno è
stato affidato a al Management
Dolore Post Operatorio, il cantante del gruppo prima di esibirsi
3
Partono le prove Invalsi
per oltre due milioni
di studenti
Redazione
Prove Invalsi ai blocchi di partenza. Dalla prossima settimana
2,2 milioni di studenti si cimenteranno con i test messi a punto dall'Istituto nazionale per la
valutazione. I primi a cominciare
saranno il 7 e il 10 maggio gli
alunni della primaria (II e V elementare), seguiranno il 14 gli studenti della prima media e il 16
quelli della seconda classe delle
superiori. Il 17 giugno, infine, toccherà ai circa 600mila studenti di
terza media che dovranno affrontare la prova all'interno dell'esame
di Stato (vale un sesto del voto
d'esame complessivo). «Quest'anno – ha spiegato in una conferenza stampa, Roberto Ricci,
dirigente di ricerca Invalsi – ci sono
alcune novità. Intanto, sul piano organizzativo tutti i dati saranno raccolti elettronicamente; poi, è stato
maggiore spazio a domande
aperte, sia in matematica sia in italiano, insistendo su aspetti di competenza più che di conoscenza per
capire il ragionamento compiuto
dallo studente per dare le risposte». Le verifiche – assicura l'Istituto respingendo le accuse che
arrivano dai detrattori di questo
strumento di rilevazione, Cobas in
testa – propongono stimoli cognitivi e non quiz nozionistici, «non
possono e non vogliono essere il
metro di giudizio sul singolo
alunno» e anche nel caso della
prova di terza media, «il suo peso
è solo parziale». Le prove verranno restituite a tutte le scuole, a
cui forniscono un punto di riferimento per confrontare le proprie
classi col resto del sistema scolastico.
nel pezzo Porno bisogno ha alzato verso il cielo un preservativo, come lʼostia durante la
messa. «Questo è il modello che
uso io, che toglie le malattie dal
mondo, prendetene e usatene
tutti, fate questo, sentite a me»,
ha detto. Poi si è abbassato pantaloni e mutande, ma fuori dalla
diretta di Raitre. Gesto duramente condannato dal patron del
concertone Marco Godano, che
ha annunciato azioni legali. Momenti di tensione anche durante
lʼesibizione di Max Gazzé,
quando un giovane ha creato
scompiglio nella folla brandendo
con la mano una bottiglia di
vetro.
L'appello di Papa Francesco all'unità:
recuperate l'armonia della Chiesa delle origini
4
Redazione
Quando i cristiani non fanno lavorare lo Spirito Santo allora
cominciano le divisioni. Il Pontefice durante la messa celebrata nella cappella della Casa
Santa Marta ha lanciato un
nuovo messaggio all'unità
della Chiesa. Alla messa, concelebrata con il cardinale Albert
Malcolm
Ranjith
Patabendige, ha preso parte
un gruppo di dipendenti dei
Musei Vaticani. Papa Francesco si è soffermato sui primi
passi della Chiesa che, dopo
Pentecoste, è uscita per andare nelle “periferie della fede”
ad annunciare il Vangelo. Il
Papa ha osservato che lo Spi-
rito Santo fa due cose: “prima
spinge” e crea anche dei “problemi” e poi “fa l'armonia della
Chiesa”. A Gerusalemme dunque, tra i primi discepoli,
“c'erano tante opinioni” sull'accoglienza dei pagani nella
Chiesa. C'é chi diceva “no” a
un accordo, e chi invece era
aperto: «Lo Spirito Santo doveva fare il suo secondo lavoro
– ha commentato Borgoglio –
fare l'armonia di queste posizioni, l'armonia della Chiesa,
fra loro a Gerusalemme e fra
loro e i pagani. È un bel lavoro
che fa sempre, lo Spirito
Santo, nella storia. E quando
noi non lo lasciamo lavorare,
incominciano le divisioni nella
Giovanni Trotta
"Il mio primo fucile", recita lo slogan della Crickett la casa americana che produce armi giocattoli.
Ma per la piccola Caterina Starkz
è stato anche l'ultimo. La notizia
è pazzesca: un bimbo di cinque
anni uccide la sorellina di due per
un tragico incidente. È successo
a Burkesville, nel sud del Kentucky. I due bambini giocavano in
soggiorno mentre la madre era in
veranda, quando la donna ha
sentito lo sparo e si è precipitata
in casa non c'era più nulla da fare
per Caterina. Il fratellino le aveva
appena scaricato contro per gioco
un fucile calibro 22, progettato
per bambini, che aveva ricevuto
in regalo lo scorso Natale. Un giocattolo mortale. Il fucile è un little
Crickett capace di sparare a fortissima velocità piccoli pallini metallici. L'azienda, che produce
anche armi per adulti, nel 2008 ha
prodotto 60mila fucili dello stesso
tipo. Una scelta commerciale a dir
poco "discutibile" e non serve essere pacifisti "senza se e senza
ma" per inorridire di fronte alla politica dell'azienda. Basta scorrere
la sezione Kids corner del sito ufficiale della Crickett per sobbalzare: nella variopinta gallery
compaiono bambini felici che imbracciano le armi, bambine vestite di tutto punto che stringono
fucili di color rosa con tanto di
strass e luccichìi; neonati in tuta
mimetica che stringono armi più
grandi di loro. E adulti, naturalmente, che insegnano ai piccoli il
nuovo passatempo, che non ha
niente a che vedere con l'arte
della guerra, che è una cosa
seria. «Sfogliare il sito dell'armeria Crickett.com – si legge su il
Sole24Ore – «è come addentrarsi
Chiesa, le sette, tutte queste
cose perché siamo chiusi alla
verità dello Spirito». Papa
Francesco ha ricordato le parole ispirate di Giacomo, del
vescovo di Gerusalemme, che
sottolinea come non si debba
imporre sul collo dei discepoli
un giogo che gli stessi padri
non sono stati in grado di portare: «Quando il servizio del Signore diventa un giogo così
pesante, le porte delle comunità cristiane sono chiuse: nessuno vuole venire dal Signore.
Noi invece crediamo che per la
grazia del Signore Gesù siamo
salvati». Il Papa si è soffermato
su cosa significhi oggi nella
Chiesa portare un giogo. Gesù,
ha ricordato, chiede a tutti noi
di rimanere nel suo amore.
Ecco allora che proprio da questo amore nasce l'osservanza
dei suoi comandamenti. Questa, ha ribadito, é “la comunità
cristiana del sì” che rimane nell'amore di Cristo e dice dei “no”
“perché c'è quel sì”. È questo
amore, ha affermato ancora il
Papa, che «ci porta alla fedeltà
al Signore”. Secondo il Pontefice, la Chiesa «é una comunità del “sì” e i “no” sono
conseguenza di questo “sì”».
Usa sotto choc. Con un fucile giocattolo
uccide la sorellina di 2 anni
in un mondo parallelo che non si
vorrebbe mai vedere. Un simpatico "grillo verde" ci dà il benvenuto: già lui è però armato di tutto
punto. In penombra il profilo di un
ragazzino di una decina d'anni
imbraccia un fucile. Non è ancora
niente. Giubbottini, mirini, cappellini, tutto baby-size, fucili compresi. Ci sono anche le varianti di
lunghi calibro 22». Lo stesso che
ieri ha ucciso la piccola Caterina
e che ha mandato in fumo la felicità di una giovane famiglia americana. Il portavoce della polizia
ha spiegato che in quella zona
degli Stati Uniti le armi giocattolo,
Scuole paritarie,
è polemica
sul referendum di Bologna
Redazione
«Distruggere è molto facile, in un
attimo si può distruggere un lavoro
paziente di cucitura, di tessitura di
rapporti che ha impegnato intere
generazioni. In un attimo tutto può
essere distrutto. E quando, per
fare questo, si fa leva anche su un
disagio sociale, su un'indignazione generale che oggi si ha
verso le istituzioni è una pagina triste della vicenda collettiva del nostro vissuto sociale». Sono le
parole del vicario generale della
diocesi di Bologna monsignor Giovanni Silvagni, che esprime così la
preoccupazione per il referendum
consultivo comunale del 26 maggio, sui finanziamenti alle scuole
paritarie. Per molte situazioni, ha
proseguito, il tema «è questione di
vita o di morte. Stare al mondo interessa a tutti, morire dispiace».
Silvagni, a margine di una conferenza stampa ha quindi ribadito il
proprio pensiero sul tema: «Addolora essere trascinati controvoglia
in una polemica che inevitabilmente assume i contorni di un uno
scontro ideologico, di massimi sistemi, tra buoni e cattivi. Quando
invece la realtà è molto più semplice, più modesta». A rischio, per
l'arcidiocesi c'è «uno spirito di collaborazione e di rispetto e riconoscimento reciproco tra valori
differenti e una collaborazione organica tra diverse fasce della società costruita negli ultimi
sessant'anni».
capaci comunque di esplodere
veri e propri colpi, sono molto diffuse. Una moda che sta facendo
sempre più breccia, alimentata e
foraggiata dalle lobby delle armi,
colpevole, secondo l'opinione
pubblica, del massacro della
scuola di Newtown. Pochi giorni
fa Barack Obama ha fatto sapere,
tramite una conferenza stampa,
tutta la sua amarezza per il respingimento della legge sul maggiore controllo nella vendita e
distribuzione delle armi. Il Presidente americano a parole è ben
consapevole che una delle piaghe da sanare è la facilità di acquisto di armi da fuoco e il poco
controllo sugli acquirenti.
Nordcorea, condannato a 15 anni
un tour operator americano
Antonio Pannullo
Piove sul bagnato e aumenta la
tensione tra Stati Uniti e Nordcorea: la Suprema corte nordcoreana ha condannato un cittadino
statunitense di origine sudcoreana, Kenneth Bae, a 15 anni di
lavori forzati per aver commesso
crimini contro il Paese, secondo
quanto riferito dall'agenzia Kcna.
L'agenzia ha comunicato che il
processo per l'uomo, il cui nome
è stato tradotto in coreano come
Pae Jun-ho, si è tenuto il 30
aprile. Kenneth Bae era stato arrestato il 3 novembre nella città
portuale di Rason, nel nord-est
del Paese. La Kcna non ha precisato le pesanti accuse contro di
lui. Secondo la stampa, si tratta di
un coreano naturalizzato americano di 44 anni responsabile di un
tour-operator. Uno dei turisti da lui
accompagnati sarebbe stato trovato in possesso di file di computer contenenti dati sensibili.
L'agenzia nordcoreana aveva
scritto sabato che l'uomo aveva
«commesso il delitto di aver avuto
un atteggiamento animoso contro
la Repubblica popolare democratica della Corea e di aver tentato
di rovesciare» il regime. Sempre
secondo la Kcna «le accuse sono
state tutte confermate da prove».
Washington ha chiesto la liberazione immediata. Intanto l'ex presidente Usa, Jimmy Carter, è
pronto a tornare in Corea del Nord
per aiutare la ripresa del dialogo e
la liberazione di di Kenneth Bae.
Lo riporta l'agenzia sudcoreana
Yonhap, secondo cui, citando una
fonte anonima, Carter ha inviato
recentemente una lettera al segretario di Stato, John Kerry,
esprimendo la volontà di visitare
ancora Pyongyang. «La Corea
del Nord sembra lo abbia invitato
di nuovo», ha detto la fonte. Carter, nel 2010, convinse le autorità
di Pyongyang al rilascio di Aijalon
Mahli Gomes, cittadino americano
condannato a 8 anni di lavori forzati per "ingresso illegale" dopo
aver attraversato il confine con la
Cina. Presidente degli Stati Uniti
dal 1977 al 1981, Carter è noto
per le sue iniziative di promozione
della pace nella penisola coreana
e nel mondo. Intanto si apprende
che il leader nordcoreano Kim
Jong-un ha ordinato di «spazzare
via e senza pietà» quanti collegati
a «elementi indesiderabili e ostili»,
essendo una minaccia per il Partito dei Lavoratori e per l'intero sistema socialista. Lo riferisce
l'agenzia ufficiale del regime, la
Kcna, che ha dato conto della visita fatta ieri dal "giovane generale" al ministero della Sicurezza
del Popolo, la potente struttura
che ha sotto controllo il fronte interno, tenendolo al riparo da ogni
inquinamento esterno.
negozio. Al termine dell'affare finito
bene, l'uomo ha offerto alla consulente immobiliare un tatuaggio gratis,
in segno di riconoscenza. La donna
ha accettato, decidendo di stamparsi
sul braccio il logo della ditta per cui lavora. Il tatuaggio ha ispirato il capo a
tal punto da chiedere a tutti i suoi dipendenti di fare lo stesso. In cambio
di un incentivo monetario. Sino a quel
giorno, appunto questo aumento del
15% era destinato a chi avesse fatto
beneficienza a nome dell'azienda,
avesse raggiunto nuovi clienti o
avesse fatto il tirocinio a nuovi impiegati. Ma ora vale anche per chi si fa
marchiare la pelle con il simbolo della
ditta. La Abc ha parlato con Tyler
Evenson, 25 anni, anche lei dipendente di Lolli, la seconda ragazza che
si è fatta questo tatuaggio. «L'ho fatto
l'anno scorso su un braccio. E già all'epoca ne avevo tanti. Ho deciso di
farlo - aggiunge - perché sono molto
orgogliosa di lavorare per questa compagnia. Penso di rimanerci ancora
molti anni, perché mi trovo benissimo». A chi le chiede se una proposta del genere in un certo senso metta
pressione ai suoi colleghi spingendoli
a farsi un tatuaggio contro la loro volontà, Tyler risponde con un sorriso:
«Non credo proprio. Si tratta di qualcosa che rimane per sempre. Se pensi
di farlo vuol dire che lo vuoi in modo
convinto, altrimenti lo eviti». Questo
caso è solo l'ultimo del genere. In passato, in tanti hanno utilizzato il corpo
come spazio pubblicitario, tanto che é
nato un neologismo, lo skinvertising,
come dire fare pubblicità sulla pelle.
Nei primi anni 2000 fece epoca la storia di un casinò online, la GoldenPalace.com, che pagò un pugile, Bernard
Hopkins, per farsi tatuare il suo logo
sulla schiena. Sempre la GoldenPalace.com fu al centro di un mezzo
scandalo quando una mamma single
vendette per 10mila dollari uno spazio
Aumento di stipendio
per chi si tatua il nome
della società per cui lavora
Giovanni trotta
Mica male l'idea, e poi il tatuaggio va
di moda: quindici per cento di aumento di stipendio se ti fai un tatuaggio con il logo della ditta. È la
proposta che Antony Lolli, fondatore
e proprietario di una agenzia immobiliare di Brooklyn, ha fatto ai suoi circa
1100 dipendenti. Al momento sembra
che solo 40 persone abbiano accettato l'idea di farsi un tatuaggio aziendalista, con tanto di scritta e sigla. Ma
chissà che in tempi di crisi, pur di arrotondare lo stipendio altri dipendenti
accettino la proposta. Tutto è iniziato
circa un anno e mezzo fa quando una
delle top agent, degli impiegati di
spicco dell'agenzia, la Rapid Realty,
ha lavorato con un "tatoo artist", un
esperto dei tatuaggi per trovargli un
Sparatoria
tra ribelli siriani
e guardie
confinarie turche
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Redazione
Una sparatoria fra agenti di polizia turchi e un gruppo di "contrabbandieri" (verosimilmente
ribelli siriani) al confine con la
Siria ha provocato sette feriti,
riferisce Zaman online. Secondo la ricostruzione del quotidiano di Ankara, il gruppo era
fermo da tempo dalla parte siriana del valico di confine di Akcakale, vicino alla città turca di
Sanliurfa, in attesa di poter passare in Turchia. Secondo il sindaco di Akcakale. Abdulhakim
Ayhan, il gruppo era formato da
contrabbandieri. La decisione
delle autorità doganali turche di
negare loro il passaggio ha
scatenato una reazione violenta. Il gruppo ha attaccato,
secondo la tv privata Ntv, il
posto di polizia di frontiera, sparando contro gli agenti e cercando di dare fuoco all'edificio.
Ayhan ha detto a Ntv che tre
poliziotti, due soldati e due civili
turchi sono stati feriti. Gli aggressori non sono stati catturati. Il posto di frontiera dalla
parte siriana del confine a Akcakale, come buona parte della
zona limitrofa in Siria, è da mesi
sotto il controllo dei ribelli sunniti anti-Assad.
sulla fronte, pur di aiutare i suoi figli. E
anche allora il tatuaggio era quello di
questa controversa casa da gioco online. Di recente un sito tra i più in
vista, Buzzfeed, ha pubblicato un
pezzo dal titolo "Marchiato a vita",
raccontando la storia di un uomo,
Billy, denominato "BillyThe HumanBillboard", cioé il cartello pubblicitario
umano, che pur di ottenere soldi facili
s'é riempito il corpo, a partire dalla
pelle del volto, di pubblicità di siti online di tutti i generi. Un fenomeno che
ha sfiorato persino la politica: un lottatore di wrestler, Eric Hartsburg,
ultra-repubblicano, durante la campagna eletttorale si stampò sulla tempia
una enorme R, il logo di Mitt Romney.
Ma senza che l'ex candidato del
Grand Old Party lo sapesse, tanto
meno lo avesse pagato. Poi però,
dopo il flop elettorale, Eric ha deciso
di toglierlo. Ma quando ha scoperto
che si trattava di un processo
lungo,doloroso e molto costoso, ha
cambiato idea. Tanto vale tenerlo per
il 2016: «Chissà - ha raccontato divertito - che non torni utile con la candidatura di Marco Rubio»...
Mugnai: bene l'esenzione dal ticket per i minori
nelle comunità toscane, già chiesta due anni fa
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Redazione
«Soddisfazione per il provvedimento che introduce anche in Toscana lʼesenzione dal ticket
per i minori in affido a comunità. È un atto di civiltà che noi stessi, due anni or sono, avevamo
chiesto di adottare sul modello di quanto già avveniva in Emilia Romagna. Siamo stati ascoltati. Una volta tanto il buon senso ha prevalso
sulle barricate». È così che il vicepresidente
della commissione Sanità e presidente della
commissione dʼinchiesta sullʼaffido dei minori in
Toscana, Stefano Mugnai (Pdl), saluta il nuovo
provvedimento varato dalla Giunta toscana di
centrosinistra. Mugnai aveva sollevato il caso
nel dicembre 2011. Era stato allora che – complice il caos che si registrava con lʼintroduzione
a singhiozzo di nuove modalità di certificazione
ed esenzione da ticket e superticket – le comunità residenziali ed educative, non sanitarie, con
minori in affido dai servizi sociali comunali si
erano rese conto di una cosa: i loro ospiti di età
compresa tra i 7 e i 17 anni non avevano diritto
ad alcuna esenzione. I più piccoli sì, perché
rientrano nel codice di esenzione E01 per i ticket su prestazioni diagnostiche e specialistiche
ambulatoriali. Per tutti gli altri, però, a sostenere
per intero lʼonere della spesa doveva essere la
comunità affidataria che, dai Comuni, riceve per
i ragazzi nullʼaltro che una retta sociale, la quale
non prevede di per sé il mantenimento sanitario.
«La questione – spiegava allora Mugnai – ci è
stata segnalata direttamente dagli operatori di
alcune comunità educative che, rivolgendosi ai
Cup, si vedono negare la possibilità di autocertificare il diritto allʼesenzione. E il problema risiede in una carenza della Regione Toscana
che, nella sua normativa, non prevede tra gli
aventi diritto allʼesenzione anche questi ragazzi.
In altre Regioni funziona diversamente. Ad
esempio la “rossa" Emilia Romagna – suggeriva Mugnai in quella circostanza – prevede
questa categoria di ragazzi con una specifica
codifica di esenzione. Si tratta della P99 (Prestazioni per la tutela della salute dei bambini in
affidamento familiare o accolti in comunità residenziali) che attribuisce ai ragazzi l'«esenzione
per tutte le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio, le altre prestazioni specialistiche e per tutti i farmaci». In Toscana, invece,
per questi minori con evidente disagio sociale
non sono previste alcuna facilitazione, e una
delibera che modifichi le categorie di esenzione
a favore di questa fascia debole della popolazione – auspicava Mugnai nel 2011 – sarebbe
quanto mai opportuna». Beh, eccola.
Il Pdl denuncia: l'ospedale di Castellaneta,
abbandonato e depredato
Redazione
«Ho più volte invitato lʼassessore Gentile, che sta meritoriamente ispezionando gli
ospedali pugliesi devastati da
otto anni di vendolismo – ha
dichiarato il consigliere regionale del Pdl Pietro Lospinuso
– a visitare anche quello di
Castellaneta. Un ospedale di
frontiera, che copre da solo
un vastissimo territorio cui
sono stati sottratti - a Mottola
ed a Massafra - gli altri due
nosocomi preesistenti, ed è
stato ridotto ad un rapporto
tra popolazione e posti letto
(0.79 per mille abitanti) da
terzo mondo. Un ospedale,
quello di Castellaneta, ancora
fresco di costruzione, che
avrebbe dovuto essere valorizzato e rafforzato e che non
soltanto è stato di fatto abbandonato a se stesso, ad
onta delle sue strutture modernissime e di professionalità di eccellenza di cui
godeva ed ancora, nonostante tutto, continua a godere, ma che pure continua
ad essere depredato di quel
che aveva, a partire dalle attrezzature di una Rianimazione che, dopo i noti eventi,
avrebbe dovuto essere rilanciata e non di fatto liquidata
più o meno di soppiatto.
Un ospedale – ha proseguito
Lospinuso – che dispone di
tre avanzatissime sale operatorie ma ne può utilizzare solo
una per carenza di personale
infermieristico che non dovrebbe essere difficile recuperare viste le chiusure in
serie di questi ultimi anni. Un
ospedale, continuando a punire il quale, si punisce
unʼarea di Puglia che vive una
Sicilia, il fallimento
dell'Amia può
provocare il tracollo
dei creditori
Redazione
Salvino Caputo, parlamentare
regionale del Pdl nonché vicepresidente della commissione Attività produttive, ha presentato
un'interrogazione all'Assemblea
Regionale Siciliana per chiedere
un intervento urgente a sostegno
delle aziende e della società creditrice di Amia, che rischiano il
tracollo finanziario. La richiesta è
finalizzata alla sospensione delle
procedure di recupero avanzate
da Serit Sicilia. Le imprese infatti
non sono state pagate ma sono
costrette a sostenere gli oneri fiscali inerenti le fatture. Inoltre alcune avevano già avuto
riconosciuti crediti per migliaia di
euro. «Ci sono conseguenze
economiche disastrose - ha dichiarato Caputo - per le aziende
che avanzano i crediti da Amia.
Adesso queste società rischiano
di licenziare i dipendenti e alcune
di loro anche il fallimento. Credo
che la Regione - ha concluso Caputo - deve intervenire soprattutto per evitare che le imprese
involontariamente coinvolte in
queste situazioni non rischino un
tracollo con ricadute negative in
termini occupazionali ed economici». Caputo ha chiesto all'assessore regionale al Lavoro e
all'assessore regionale all'Energia di conoscere le determinazioni che il governo siciliano
adotterà per evitare l'apertura di
una emergenza occupazionale
ed economica conseguente al
falimento di Amia.
desolante stagione di regresso e che è già fin troppo
emarginata e dimenticata.
Tornerò pertanto a chiedere
allʼassessore Gentile di visitarlo e di prendere cognizione
dei suoi problemi. Sperando
che sia meno sorda e distratta dei suoi immediati predecessori».
Tutti in posa: da Stanley Kubrik fotografo
alla cronaca nera del maestro Weegee
Antonella Ambrosioni
Un fine settimana all'insegna della fotografia.
A Genova negli spazi di Palazzo Ducale si
apre ora una rassegna dedicata a un giovanissimo Stanley Kubrick fotografo. Il famoso
regista, autore di capolavori del cinema come
“Lolita”, “Full Metal Jacket” e “Shining” aveva
infatti solo 17 anni quando, per la rivista americana Look, fece gli scatti allestiti, fotografie
di vita quotidiana a New York con tutta l'energia della città, la frenesia del lavoro, la solitudine. E rigorosamente in bianco e nero. La
passione per la fotografia, Kubrick la ereditò
dal padre, ma si esaurì nel breve volgere di un
quinquennio. Lo stile di Look, caratterizzato da
una narrazione a episodi, non incontrava il
gradimento dei più importanti fotogiornalisti,
ma invece stregò l'adolescente Kubrick. Gran
parte del senso estetico che contraddistingue
i suoi film, secondo i critici, veniva già
espresso dal suo lavoro di questi anni, dove
l'aspetto psicologico dei soggetti ritratti riusciva
sempre a trapelare. Altra grande mostra a
Roma: c'é anche la foto vincitrice dello svedese Paul Hansen, fotoreporter del quotidiano
'Dagens Nyheter', che immortala in una luce
livida e tragica il funerale di due fratellini, ri-
masti uccisi in un bombardamento sulla striscia di Gaza, nella rassegna che porta nella
capitale gli scatti premiati per il World Press
Photo 2013. Dal 4 maggio al Museo di Roma
in Trastevere sono infatti allestite tutte le immagini dei 54 fotografi vincitori che nel 2012, in
tutto il mondo, hanno documentato guerre, disastri, meraviglie naturali, spaccati di società,
record sportivi, eventi d'arte. Ancora fotografia
a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, fino al 14
Luglio con la mostra “Weegee. Murder Is My
Business” dedicata a uno dei maestri della fotografia americana del '900. Esposti oltre cento
rari esemplari delle immagini più rappresentative del fotoreporter, famoso per aver raccon-
Renato Zero rilancia con “Amo”
e rispolvera i suoi cavalli di battaglia
Redazione
Un mese, quindici spettacoli,
un programma record al Palalottomatica di Roma. Il protagonista è Renato Zero con il suo
"Amo tour”,. L'orchestra sarà
composta da trentaquattro elementi in total look white, un
gruppo di ballo che accompagna i brani più ritmati, con le coreografie di Bill Goodson. Molta
curiosità per i costumi. Molti e
variopinti quelli indossati durante le oltre due ore di concerto, realizzati per l'occasione
dalla maison Cavalli e da The
One di Gabriele Mayer. L'effetto è amarcord per il pubblico
che, di fatto, aspettava il ritorno
in grande stile dell'artista a tre
anni dall'ultimo album. Renato
Zero indulge sui coat lunghi,
sulle piume (con moderazione)
e sulle paillettes. Non sono più
le stravaganze sartoriali degli
anni '70, peraltro in mostra nel
palazzetto ma rivisitazioni pacate che danno un effetto in
linea con la ormai consolidata
sobrieta' del personaggio. Lo
spettacolo non delude il pubblico di appassionati, anche se
a farla da padrone sono sempre i successi come '“Baratto”,
“Il Cielo”, “Triangolo” e “Il carrozzone”. Renato Zero propone
anche tutti i 14 brani dell'ultimo
album “Amo”, non lontano, per
stile, dalla produzione precedente. Giocando con i rimandi
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
Alessio Butti
Antonio Giordano
Mario Landolfi
Ugo Lisi
tato omicidi della malavita, incidenti stradali, incendi devastanti rigorosamente in bianco e
nero. Weegee è stata forse la figura che ha
dimostrato la maggiore inventiva nel panorama
della fotografia americana, tanto da ispirare un
regista (e fotografo) come Stanley Kubrick, che
aveva ben presenti le immagini di Weegee
quando girò “Il dottor Stranamore”. Sempre e
solo foto nel nuovo spazio AuditoriumExpo dell'Auditorium Parco della Musica, dove è di
scena la mostra “Life. I grandi Fotografi”, una
grande retrospettiva sugli autori e le immagini
che hanno fatto della celebre rivista un mito e
un riferimento della fotografia internazionale.
di una scenografia eccentrica a
forma di un enorme specchio
da camerino, Zero non ha
perso l'occasione per restare
sull'attualità con la clip girata da
Alessandro D'Alatri nel carcere
femminile di Latina che ha accompagnato il brano “Un'apertura d'ali”, composto da Gian
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
7
Carlo Bigazzi. Altro momento
ad alto tasso di emotività è stato
il ricordo di Lucio Dalla, con la
canzone 'Lu'. E poi l'ironia inedita rivolta al capo dello Stato:
«Se Napolitano non ha fatto me
cavaliere del lavoro, almeno dia
un riconoscimento alle mie canzoni», ha detto.
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7 agosto 1990 n. 250