Si ascolti la voce di tutti i continenti

Transcript

Si ascolti la voce di tutti i continenti
491-494:REGDOC 17-2008.qxd
31-08-2009
22:42
Pagina 491
B
enedetto XVI
Si ascolti la voce
di tutti i continenti
O
Lettera del papa al presidente
del Consiglio italiano
in occasione del G8
«La partecipazione di capi di stato o
di governo, non solo del G8, ma di
molte altre nazioni, farà sì che le
decisioni da adottare, per trovare
vie di soluzione condivise sui principali problemi che incidono su economia, pace e sicurezza internazionale, possano rispecchiare più fedelmente i punti di vista e le attese
delle popolazioni di tutti i continenti». È con tale augurio che Benedetto XVI saluta con una lettera il presidente del Consiglio S. Berlusconi
in vista del vertice dei capi di stato e
di governo del gruppo degli otto
paesi più industrializzati, svoltosi a
L’Aquila nei giorni 8-10 luglio sotto
la presidenza italiana. Il papa ribadisce con forza la sua preoccupazione per l’attuale crisi economica
mondiale che «comporta la minaccia della cancellazione o della drastica riduzione dei piani di aiuto inter nazionale, specialmente in favore
dell’Africa e degli altri paesi economicamente meno sviluppati», e definisce «quanto mai significativa» la
scelta del governo italiano di ospitare il G8 nella città de L’Aquila.
Stampa (24.8.2009) da sito Internet www.vatican.va. Sottotitoli redazionali.
IL REGNO -
DOCUMENTI
15/2009
norevole signor presidente,
in vista del prossimo G8 dei capi di stato
e di governo del gruppo dei paesi più
industrializzati, che si svolgerà a L’Aquila nei giorni
8-10 luglio sotto la presidenza italiana, mi è gradito
inviare un cordiale saluto a lei e a tutti i partecipanti.
Colgo poi volentieri l’occasione per offrire un contributo alla riflessione sulle tematiche dell’incontro,
come in passato ho già avuto modo di fare. Sono stato
informato dai miei collaboratori circa l’impegno con
cui il governo, che ella ha l’onore di presiedere, si sta
preparando a quest’importante appuntamento, e so
quale attenzione abbia riservato alle riflessioni, che,
sulle tematiche dell’imminente vertice, hanno formulato la Santa Sede, la Chiesa cattolica in Italia e il
mondo cattolico in generale, nonché rappresentanti
di altre religioni.
La partecipazione di capi di stato o di governo,
non solo del G8, ma di molte altre nazioni, farà sì
che le decisioni da adottare, per trovare vie di soluzione condivise sui principali problemi che incidono
su economia, pace e sicurezza internazionale, possano rispecchiare più fedelmente i punti di vista e le
attese delle popolazioni di tutti i continenti. Questa
partecipazione allargata alle discussioni del prossimo
vertice appare pertanto quanto mai opportuna,
tenendo conto delle molteplici problematiche dell’attuale mondo altamente interconnesso e interdipendente. Mi riferisco, in particolare, alle sfide della crisi
economico-finanziaria in corso, così come ai dati
preoccupanti del fenomeno dei cambiamenti climatici, che non possono non spingere a un saggio
discernimento e a nuove progettualità per «“convertire” il modello di sviluppo globale» (cf. BENEDETTO
XVI, Angelus, 12.11.2006), rendendolo capace di
promuovere, in maniera efficace, uno sviluppo
umano integrale, ispirato ai valori della solidarietà
umana e della carità nella verità. Alcune di queste
tematiche vengono affrontate anche nella mia terza
enciclica Caritas in veritate (cf. in questo numero a p.
457; cf. Regno-att. 14,2009,433s), che proprio nei
prossimi giorni verrà presentata alla stampa.
491
491-494:REGDOC 17-2008.qxd
31-08-2009
B
22:42
Pagina 492
enedetto XVI
A
I
ppello per un’agenda di speranza
n vista del G8 dell’8-10 luglio a L’Aquila una delegazione di
vescovi e rappresentanti di organizzazioni, associazioni e
movimenti cattolici del Sud e del Nord del mondo ha consegnato il 3 luglio scorso ai rappresentanti del governo italiano
l’«Appello» di cui qui riproduciamo i brani salienti (www.focsiv.org). Il giorno seguente i firmatari hanno partecipato nel
duomo di Milano all’eucaristia presieduta dal card. D.
Tettamanzi, e successivamente alla veglia «Per un’agenda di
speranza» guidata da mons. A. Miglio.
Noi, cardinali e vescovi, rappresentanti di organizzazioni,
associazioni e movimenti cattolici del Sud e del Nord del mondo,
siamo venuti a Roma per rivolgerci a voi, governi dei G8, in vista
del vertice che si terrà a L’Aquila nei giorni 8-10 luglio 2009. Non
è la prima volta che prima dei vertici del G8 ci attiviamo per
richiamare la vostra attenzione e ricordare le vostre responsabilità sul destino di miliardi di persone che ancora oggi vivono in
tutte le regioni del mondo in condizioni di estrema povertà.
Siamo stati a Colonia nel 1999, a Edimburgo nel 2005, a
Heilingendamm nel 2007. Oggi, a partire dagli impegni presi in
quei summit torniamo a chiedere misure efficaci per garantire
condizioni di vita dignitosa a tutti gli uomini e le donne del pianeta. (…)
Sbaglia chi pensa che i paesi poveri, sino a oggi ai margini dei
mercati finanziari globali, siano meno colpiti dalle crisi. Le minori rimesse, le più scarse risorse destinate all’aiuto pubblico allo
sviluppo e alla cooperazione internazionale, la battuta di arresto
degli investimenti diretti esteri e delle esportazioni, la svalutazione di molte monete, sono tutti indicatori di una crisi che principalmente colpisce le loro già fragili economie.
Oggi, un miliardo di persone soffre la fame; dagli anni
Ottanta il numero dei migranti a causa dei mutamenti climatici è
passato da una media di 121 milioni di persone a 243 milioni all’anno; nei prossimi cinquant’anni, come stimato da osservatori e
agenzie delle Nazioni Unite, da 250 milioni a un miliardo di persone potrebbero essere costrette a migrare a causa dei cambiamenti climatici. (…) Oggi è il tempo giusto per scelte forti: il
tempo di riconoscere la «mutua dipendenza» e trarne le conseguenze scegliendo il dialogo rispetto all’egemonia, la via della
condivisione rispetto a quella della concentrazione di risorse e
dei saperi. È possibile oggi chiedere ai responsabili delle nazioni
un cambiamento profondo e coraggioso. L’attuale crisi ci offre
una formidabile occasione per crescere insieme – paesi sviluppati e paesi in grave difficoltà – verso un mondo più giusto e fraterno.
Mancano forse le risorse per realizzare questi obiettivi? La
risposta è: no. C’è un problema di volontà politica di utilizzare le
risorse disponibili e orientarle agli obiettivi stabiliti. Indispensabile, perciò, guardare alla comunità internazionale come
a una famiglia di popoli che hanno in comune, pur in diverse
forme, la cosiddetta regola d’oro – «Fai agli altri ciò che vorresti
fosse fatto a te» –, intrinseca solidarietà che, oltre a legare i
492
IL REGNO -
DOCUMENTI
15/2009
popoli della terra, deve estendersi alle generazioni future, iniziando a porre al nostro modello di consumo delle risorse naturali una misura che tenga conto dei diritti delle generazioni di
domani.
La globalità della crisi richiede quindi una soluzione globale;
nessuno può pensare e programmare di uscirne da solo. Occorre
definire «un’agenda di speranza» che abbia come finalità lo sviluppo integrale della persona e di tutte le persone. (…) Per questo oggi vi chiediamo di adottare «un’agenda di speranza» che
consenta di:
– stanziare 50 miliardi di dollari per i paesi del Sud del mondo, dei quali 25 miliardi per l’Africa, come promesso a Gleneagles
e quale tappa verso il raggiungimento dello 0,7%;
– contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici con l’adozione, a Copenaghen, di un accordo Kyoto post-2012 che preveda la riduzione dell’emissione dei gas serra di almeno il 30-40%
entro il 2020 e almeno l’80-95% entro il 2050 rispetto ai valori del
1990 e lo stanziamento addizionale dello 0,2% del PIL per «l’adattamento» dei paesi poveri;
– completare la cancellazione del debito dei paesi poveri,
compreso il debito illegittimo, con l’adozione di nuove regole sui
prestiti definite sulla base del principio di corresponsabilità;
– investire sui meccanismi multilaterali esistenti nel sistema
delle Nazioni Unite affinché nelle dinamiche di governance globale sia ascoltata la voce di tutti i paesi del mondo e della società civile;
– individuare soluzioni alla crisi alimentare mondiale che mirino a sostenere i piccoli produttori del Sud e del Nord del mondo
e un modello produttivo sostenibile a partire dal sostegno alla
produzione a dimensione familiare; dall’equa ripartizione delle
risorse come terra, acqua ed energia; dal garantire accesso al credito e dagli incentivi agli investimenti sui mercati locali.
Roma, 3 luglio 2009.
DELEGAZIONE DEI CARDINALI, DEI VESCOVI
E DEI RAPPRESENTANTI DI ORGANIZZAZIONI,
ASSOCIAZIONI E MOVIMENTI CATTOLICI DEL SUD E NORD DEL MONDO*
* Sottoscrivono: mons. E. Badejo (Nigeria); M.P. Bertolucci
(CTS); mons. J. Bundgens (Germania); G.A. Cesena (CEI - Ufficio
nazionale per la cooperazione missionaria fra le Chiese); mons.
V.M. Concessao (India); V. Conso (ICRA e Retinopera); C.
Costalli (MCL); U. Dal Maso (Volontari nel mondo – FOCSIV);
A. Fantuzzo (AGESCI); M. Giordano (UNEBA); mons. N.R.
Herrera (Ecuador); mons. A. Ledesma (Filippine); P. Loriga
(Movimento dei focolari – Umanità nuova); S. Marelli (Volontari nel mondo – FOCSIV); S. Martinez (Rinnovamento nello
Spirito); F. Miano (Azione cattolica italiana); mons. A. Miglio
(Italia); mons. L. Monsengwo Pasinya (Repubblica democratica
del Congo); B. Nilles (Alleanza internazionale per lo sviluppo e
la solidarietà - CIDSE); card. K.P. O’Brien (Scozia); A. Olivero
(ACLI); F. Pasquali (Coldiretti e Retinopera); mons. A. Ramazzini
(Guatemala); mons. J. Sayer (Misereor); mons. C.M. Stenger
(Francia); P. Stroppiana (AGESCI).
491-494:REGDOC 17-2008.qxd
1-09-2009
10:25
Pagina 493
Gianfranco Ravasi
Le responsabilità solidali del G8
In preparazione al grande giubileo del 2000, su
impulso di Giovanni Paolo II, la Santa Sede ebbe a prestare grande attenzione ai lavori del G8. Il mio venerato
predecessore era infatti persuaso che la liberazione dei
paesi più poveri dal fardello del debito e, più in generale, lo sradicamento delle cause della povertà estrema nel
mondo dipendevano dalla piena assunzione delle
responsabilità solidali nei confronti di tutta l’umanità,
che hanno i governi e gli stati economicamente più
avanzati. Responsabilità che non sono venute meno,
anzi sono diventate oggi ancora più pressanti. Nel passato recente, in parte grazie alla spinta che il grande giubileo del 2000 ha dato alla ricerca di soluzioni adeguate
alle problematiche relative al debito e alla vulnerabilità
economica dell’Africa e di altri paesi poveri, in parte
grazie ai notevoli cambiamenti nello scenario economico e politico mondiale, la maggioranza dei paesi meno
sviluppati ha potuto godere di un periodo di straordinaria crescita, che ha consentito a molti di essi di sperare
nel conseguimento dell’obiettivo fissato dalla comunità
internazionale alla soglia del terzo millennio, quello cioè
di sconfiggere la povertà estrema entro il 2015.
Purtroppo, la crisi finanziaria ed economica, che investe
l’intero pianeta dall’inizio del 2008, ha mutato il panorama, cosicché è reale il rischio non solo che si spengano le speranze di uscire dalla povertà estrema, ma che
anzi cadano nella miseria pure popolazioni finora beneficiarie di un minimo benessere materiale.
Inoltre, l’attuale crisi economica mondiale comporta
la minaccia della cancellazione o della drastica riduzione dei piani di aiuto internazionale, specialmente in
favore dell’Africa e degli altri paesi economicamente
meno sviluppati. E pertanto, con la stessa forza con cui
Giovanni Paolo II chiese il condono del debito estero,
vorrei anch’io fare appello ai paesi membri del G8, agli
altri stati rappresentati e ai governi del mondo intero,
affinché l’aiuto allo sviluppo, soprattutto quello rivolto a
«valorizzare» la «risorsa umana», sia mantenuto e
potenziato, non solo nonostante la crisi, ma proprio perché di essa è una delle principali vie di soluzione. Non è
infatti investendo sull’uomo – su tutti gli uomini e le
donne della terra – che si potrà riuscire ad allontanare
in modo efficace le preoccupanti prospettive di recessione mondiale? Non è in verità questa la strada per ottenere, per quanto possibile, un andamento dell’economia
mondiale a beneficio degli abitanti di ogni paese, ricco e
povero, grande e piccolo?
Il tema dell’accesso all’educazione è intimamente
connesso all’efficacia della cooperazione internazionale.
Se allora è vero che occorre «investire» sugli uomini, l’obiettivo dell’educazione basica per tutti, senza esclusioni, entro il 2015, non solo va mantenuto, bensì rafforzato generosamente. L’educazione è condizione indispensabile per il funzionamento della democrazia, per la
lotta contro la corruzione, per l’esercizio dei diritti politici, economici e sociali e per la ripresa effettiva di tutti
gli stati, poveri e ricchi. E applicando rettamente il prin-
IL REGNO -
DOCUMENTI
15/2009
Il Cantico
dei Cantici
Quattro conferenze
tenute al Centro culturale S. Fedele di Milano
M
ons. Ravasi commenta il Cantico dei
Cantici: le quattro conferenze sono
proposte in un unico CD formato MP3. Uno
strumento adeguato al pubblico di oggi, che
si avvale della chiarezza espositiva e della
profondità del rinomato biblista.
«Lettura della Bibbia»
Cofanetto con CD/MP3 - € 16,20
Dello stesso autore:
Il libro della Genesi 1 e 2
Dieci conferenze
tenute al Centro culturale S. Fedele di Milano
Cofanetto con 2 CD/MP3 - € 32,40
493
EDB
Edizioni
Dehoniane
Bologna
Via Nosadella 6 - 40123 Bologna
Tel. 051 4290011 - Fax 051 4290099
www.dehoniane.it
491-494:REGDOC 17-2008.qxd
31-08-2009
22:42
Pagina 494
B
enedetto XVI
cipio della sussidiarietà, il sostegno allo sviluppo non
può non tener conto della capillare azione educatrice
che svolgono la Chiesa cattolica e altre confessioni religiose nelle regioni più povere e abbandonate del globo.
Bisogna riformare
l’architet tura finanziaria internazionale
Agli illustri partecipanti all’incontro del G8, mi
preme altresì ricordare che la misura dell’efficacia tecnica dei provvedimenti da adottare per uscire dalla crisi
coincide con la misura della sua valenza etica. Occorre
cioè tener presenti le concrete esigenze umane e familiari: mi riferisco, ad esempio, all’effettiva creazione di
posti di lavoro per tutti, che consentano ai lavoratori e
alle lavoratrici di provvedere in maniera degna ai bisogni della famiglia, e di assolvere alla primaria responsabilità che hanno nell’educare i figli e nell’essere protagonisti nelle comunità di cui sono parte. «Una società in
cui questo diritto sia sistematicamente negato, – ebbe a
scrivere Giovanni Paolo II – in cui le misure di politica
economica non consentano ai lavoratori di raggiungere
livelli soddisfacenti di occupazione, non può conseguire
né la sua legittimazione etica né la pace sociale»
(GIOVANNI PAOLO II, lett. enc. Centesimus annus per il
centenario dell’enciclica Rerum novarum, 10.5.1991, n.
43; EV 13/215; cf. ID., lett. enc. Laborem excercens sul
lavoro umano, 14.9.1981, n. 18; EV 7/1468ss). E pro-
Claude Dagens
Libera e presente
La Chiesa nella società secolarizzata
A cura di Francesco Strazzari
Postfazione e discussione di Giovanni Giudici
S
i sente spesso affermare che negli
ultimi decenni la Chiesa di Francia
è divenuta insignificante nella società.
A tale critica, l’autore risponde che la
sua Chiesa ha individuato una forma di
presenza adatta alla contemporaneità.
Un vescovo italiano interloquisce col
testo del vescovo francese, cercando
un possibile confronto tra le due
esperienze, pur nelle diverse specificità
dei percorsi ecclesiali.
«Fede e annuncio»
pp. 136 - € 12,20
EDB
Edizioni
Dehoniane
Bologna
prio a tale scopo, si impone l’urgenza di un equo sistema
commerciale internazionale, dando attuazione – e se
necessario persino andando oltre – alle decisioni prese a
Doha nel 2001, in favore dello sviluppo. Auspico che
ogni energia creativa venga impiegata per assolvere agli
impegni assunti al vertice ONU del millennio circa l’eliminazione della povertà estrema entro il 2015 (cf. Regnodoc. 3,2009,85). È doveroso riformare l’architettura finanziaria internazionale per assicurare il coordinamento efficace delle politiche nazionali, evitando la speculazione creditizia e garantendo un’ampia disponibilità
internazionale di credito pubblico e privato al servizio
della produzione e del lavoro, specialmente nei paesi e
nelle regioni più disagiati.
La legittimazione etica degli impegni politici del G8
esigerà naturalmente che essi siano confrontati con il
pensiero e le necessità di tutta la comunità internazionale. A tal fine, appare importante rafforzare il multilateralismo, non solo per le questioni economiche, ma per
l’intero spettro delle tematiche riguardanti la pace, la
sicurezza mondiale, il disarmo, la salute, la salvaguardia
dell’ambiente e delle risorse naturali per le generazioni
presenti e future. L’allargamento del G8 ad altre regioni
costituisce senz’altro un importante e significativo progresso; tuttavia nel momento dei negoziati e delle decisioni concrete e operative, bisogna tenere in attenta considerazione tutte le istanze, non solo quelle dei paesi più
importanti o con un più marcato successo economico.
Solo questo può infatti rendere tali decisioni realmente
applicabili e sostenibili nel tempo. Si ascolti pertanto la
voce dell’Africa e dei paesi meno sviluppati economicamente! Si ricerchino modi efficaci per collegare le decisioni dei vari raggruppamenti dei paesi, compreso il G8,
all’assemblea delle Nazioni Unite, dove ogni nazione,
quale che sia il suo peso politico ed economico, può
legittimamente esprimersi in una situazione di uguaglianza con le altre.
Vorrei infine aggiungere che è quanto mai significativa la scelta del governo italiano di ospitare il G8 nella
città de L’Aquila, scelta approvata e condivisa dagli altri
stati membri e invitati. Siamo stati tutti testimoni della
generosa solidarietà del popolo italiano e di altre nazioni, di organismi nazionali e internazionali verso le popolazioni abruzzesi colpite dal sisma. Questa mobilitazione solidale potrebbe costituire un invito per i membri del
G8 e per i governi e i popoli del mondo ad affrontare
uniti le attuali sfide che pongono improrogabilmente l’umanità di fronte a scelte decisive per il destino stesso dell’uomo, intimamente connesso con quello del creato.
Onorevole signor presidente, mentre imploro l’assistenza di Dio su tutti i presenti al prossimo G8 de
L’Aquila e sulle iniziative multilaterali intese a risolvere
la crisi economico-finanziaria e a garantire un futuro di
pace e di prosperità per tutti gli uomini e le donne senza
nessuna esclusione, colgo volentieri l’occasione per
esprimerle nuovamente la mia stima e, assicurando la
mia preghiera, le porgo un deferente e cordiale saluto.
Dal Vaticano, 1° luglio 2009.
BENEDETTO XVI
Via Nosadella 6 - 40123 Bologna
Tel. 051 4290011 - Fax 051 4290099
www.dehoniane.it
494
IL REGNO -
DOCUMENTI
15/2009