Piccoli Passi - Triestescuolaonline
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ASILO NIDO PICCOLI PASSI Progetto educativo anno scolastico 2015-16 AUTONOMIE IN GIOCO Dopo anni in cui sono susseguiti cambiamenti di personale, quest’anno scolastico dell’asilo Piccoli Passi si è avviato vedendo al lavoro un nuovo staff di ruolo. Da qui la necessità di porre le basi per la costruzione di uno stile educativo condiviso attraverso un linguaggio comune. Ecco che l’esigenza di “affondare le mani” direttamente nella struttura che costituisce tale servizio, ci ha condotte a ripensare le attività curricolari classiche nel loro significato più profondo. Lo scopo del nostro lavoro consiste nell’offrire esperienze significative e continuative quotidianamente, in un contesto in cui i bambini possano il più possibile “stare bene”. Tale contesto è per sua natura comunitario. Grazie al vivere in comunità il bambino può realizzare una propria identità. L’identità infatti si costruisce insieme, mai singolarmente. La relazione diventa il luogo attraverso il quale è possibile una crescita che sia conoscenza di sé e del mondo. Il bambino impara nella relazione tra adulti, come in quella tra pari. La differenza tra le due sta nello sguardo che l’adulto pone su di lui: il bambino è competente quando l’occhio dell’adulto lo sa riconoscere competente. Nel suo fare il bambino riempie di senso il proprio agire, compito dell’adulto è rendere visibile la sua ricerca di significato. Ecco dunque che la realizzazione delle autonomie si lega e mescola attraverso ciò che il bambino manifesta ed esprime attraverso il suo “essere in gioco”. “La chiave di comprensione del processo verso l’autonomia non è tanto che cosa l’adulto dice o fa, quanto piuttosto come lui “è” nei confronti del bambino in termini di consistenza della sua presenza. La vera presenza che l’adulto deve governare non è quella che obiettivamente lui ha o decide di avere, ma quella che il bambino gli proietta adesso in base ai suoi bisogni. Si deve ricercare una prassi educativa che miri al rinforzo dell’Io del bambino attraverso una relazione con lui forte, piena e significativa su un terreno molto fertile e che per i bambini ha sempre avuto e sempre avrà un fascino del tutto particolare: il gioco.”(Giuseppe Nicolodi) Osservazione In quest’ottica diventa fondamentale il saper osservare. L’osservazione necessita di rigore, deve essere sistematica, non improvvisata; comunicabile e ripetibile e deve sempre avere in sé una prefigurazione di ciò che potrebbe accadere. Libertà Non avere un progetto troppo scandito permette di mantenere una maggiore flessibilità e disponibilità nel cogliere le proposte e desideri che possono venire suggeriti direttamente dai bambini. Ci proponiamo comunque di lavorare secondo una scansione bimestrale di attività alle quali cercheremo di dedicare maggiore respiro. novembre dicembre: EURISTICO E MANIPOLAZIONE EURISTICO obiettivi: sollecitare scoperte, connessioni, motricità e verbalizzazioni attraverso la concentrazione su materiali molto diversi tra di loro. metodologia: vengono utilizzati oggetti che non possono essere considerati come dei veri e propri giocattoli, ma piuttosto una ricca varietà di cose comuni, proposte per stimolare percezioni ed esperienze diverse. materiale: oggetti naturali, materiali naturali, oggetti in legno (attrezzi da cucina), oggetti in metallo (chiavi, catene), oggetti in pelle, tessuto, pelo, carta e cartone. MANIPOLAZIONE obiettivi: sviluppo della coordinazione oculo-manuale, motricità fine, conoscenza delle proprietà fisiche dei materiali utilizzati, stimolo della creatività. Liberare dalla paura di sporcarsi che può a volte inibire la voglia di esplorare. metodologia: con la pasta di sale, il didò, la colla, i bambini provano il piacere di sporcarsi, di lavorare diversi materiali per l’appunto “sporchevoli” creando liberamente e rimanendo soddisfatti di aver creato qualcosa di sé e tutto da soli. materiale: acqua, sabbia, farina, didò, terra. gennaio febbraio: COLORE E SCATOLA AZZURRA COLORE obiettivi: attraverso l’attività grafico-pittorica e la scelta del colore i bambini esprimono sé stessi, le proprie emozioni e la propria creatività. Questa attività viene anche definita espressiva, poiché consente al bambino di esprimere-rivivere e quindi superare esperienze, emozioni e paure quotidiane. Questo tipo di esperienza permette al bambino di sviluppare la motricità fine, la coordinazione oculo-manuale, la conoscenza spaziale-topologica, la capacità di manipolazione e la conoscenza di vari materiali e tecniche. metodologia e materiali: questa attività permette ai bambini di usare una o più tecniche diverse di pittura ad es. con i pennelli, le spugnette, i rulli ecc., disegnando individualmente su fogli o tutti insieme su un cartellone, posizionato in senso verticale o orizzontale, stando in piedi o seduti, seduti per terra o su una seggiola. La diversità nella tecnica viene data anche dalla diversità del materiale: pennarelli, matite, cerette, colori a dita, pennelli, rulli, tappi, spazzolini, spugne, utilizzando anche le proprie mani e i propri piedi; anche il colore può subire delle variazioni, si possono dare tutti i colori, solo uno, quelli fondamentali o crearli con gli alimenti naturali (cacao, spinaci ecc.) SCATOLAAZZURRA obiettivi: proporre all’interno del nido un’attività che richiama il diretto contatto con gli elementi della natura anche quando non si può uscire all’aperto; prendere confidenza con tali elementi che possono aiutare nell’espressione della creatività, delle emozioni, ma anche del linguaggio (invenzione-narrazione di storie). metodologia e materiali: la scatola azzurra consiste in una grande scatola con il fondo azzurro nella quale mettere sabbia, terra, riso, farina gialla. Le vengono posti accanto dei contenitori più piccoli con dentro i materiali da scegliere e usare dentro la scatola: sassi, rametti, conchiglie, animali… marzo aprile: GIOCO SIMBOLICO E PSICOMOTRICITÀ GIOCO SIMBOLICO obiettivi: sviluppare, esercitare, consolidare e affinare capacità essenziali dal punto di vista evolutivo. metodologia: nel gioco di finzione i bambini assumono un atteggiamento “divergente” nei confronti della realtà. Quando fanno finta più che imitare interpretano, commentano, esagerano, evidenziano. La realtà e l’esperienza possono essere rappresentate, messe in scena, e soprattutto modificate. Per esempio nel gioco dei ruoli può identificarsi con figure diverse dalle sue. Il gioco del “far finta” coinvolge le emozioni dei bambini ed è proprio con i sentimenti che i bambini provano a cambiare le situazioni, più che con la realtà oggettiva. Il gioco del “far finta” favorisce anche la socializzazione tra pari, in quanto si deve raggiungere un accordo sui significati attribuiti agli oggetti e ai ruoli. Lo sviluppo del gioco del far finta e delle abilità connesse, dipende da fattori di maturazione ma soprattutto da condizioni favorevoli (condizioni interne di sicurezza emotiva e condizioni esterne quali: occasioni di gioco, spazi, tempi, materiali adatti, possibilità di svolgere il gioco con bambini più grandi competenti, apprezzamento da parte dell’adulto). materiale: casetta, dottore, fruttivendolo, mestieri, travestimenti. PSICOMOTRICITÀ obiettivi: sperimentare liberamente attraverso il movimento lo stare nello spazio del proprio corpo, esplorare l’ambiente e relazionarsi con i propri pari. Elaborazione e trasformazione della realtà. metodologia: i bambini cercano il confronto con il corpo dell’altro, che spesso porta ad una situazione di benessere, di partecipazione emotiva comune ad un momento di gioia ed intimità. Queste conquiste gli infondono fiducia, dandogli sempre di più un senso di autonomia e permettendogli di dar sfogo alle sue energie e alle sue emozioni oltre a sviluppare vari concetti (sopra/sotto, dentro/fuori, vicino/lontano,davanti / dietro). L’adulto ha la funzione di aiutare il bambino ad ascoltare il suo corpo e a guidarlo nello sviluppo di tutti i suoi sensi; in questo modo il bambino riconoscendo sé stesso, potrà riconoscere ed ascoltare l’altro e l’ambiente che lo circonda. materiale: compito dell’adulto è di organizzare gli spazi interni ed esterni rendendoli ricchi di stimoli e materiali quali: drappi di stoffa, toulle, veli, palle, cerchi, carta, scatole in cartone, blocchi motori. Tutte le esperienze con il corpo favoriscono un armonico sviluppo psicofisico del bambino. maggio e giugno: TEATRO E MUSICA TEATRO obiettivi: cercare l’intenzionalità teatrale nella gestualità espressa dai bambini, avvicinare i bambini al linguaggio teatrale. metodologia: il laboratorio viene svolto da due educatori: uno con un ruolo attivo e l’altro con un ruolo contenitivo; inizia sempre con uno stesso rituale: ci si toglie le scarpe e le calze e si entra a piedi nudi nella stanza, in silenzio. I primi due incontri saranno fruitivi. Ai bambini verrà proposta una storia. Negli incontri successivi si proporranno degli esercizi teatrali, considerando la loro disponibilità a collaborare. materiali: stereo, cd musicali, veli, eventualmente materiali della natura. verifica: durante ogni incontro verrà fatta una registrazione video. I filmati verranno visionati dalle educatrici responsabili del progetto, per una valutazione sull’andamento dell’incontro, in particolare alla ricerca dell’intenzionalità teatrale nella gestualità dei bambini. Il materiale audiovisivo verrà portato all’interno del gruppo di studio teatrale dell’ERT per un confronto allargato con altre colleghe che parallelamente svolgono lo stesso tipo di ricerca. MUSICA obiettivi: dare al bambino la possibilità di sperimentare strumenti e ritmi nel totale rispetto dei suoi tempi. metodologia: Sperimentazione della musica e degli strumenti attraverso il metodo del maestro Stefano Bertolo: Musica Attiva. Attiva nel senso che consente a tutti, anche a coloro che di note non hanno mai sentito parlare, come i bambini appunto, di suonare e/o di fare “ il direttore d’orchestra”. Per l’attuazione del progetto si utilizza uno spazio completamente liberato da cuscini e tappeti, delimitato sui lati liberi da arredi affinché si crei una zona “ chiusa “ all’interno della quale i bambini possano vivere un’esperienza speciale. La stanza viene preparata con l’aiuto dei bambini. Poi si segue il medesimo rituale tutte le volte, ovvero: i bambini escono dalla stanza, li si invita a togliere le scarpe. Li si fa sedere e si ripetono le tre regole fondamentali: c’è un solo maestro e quando questo si siede bisogna sedersi e fare silenzio. Se il maestro è in piedi si può fare quello che si vuole ma non uscire dall’area di musica attiva. Gli strumenti vanno svegliati tutti, solo dopo si possono toccare. Quando il maestro passa lo strumento al primo della fila gli altri devono ascoltare e attendere che lo strumento arrivi fino a loro. Chi non lo vuole suonare deve comunque prenderlo in mano e passarlo al compagno. Ripetute le regole il maestro porta dentro la scatola degli strumenti e solo dopo invita i bambini ad entrare nella stanza. Tutti i bambini hanno la possibilità di prendere in mano lo strumento, suonarlo, guardarlo e utilizzarlo senza romperlo. Deve venir rispettato il tempo di ciascuno. Da questa fase iniziale si passa poi ad altri giochi che portano i bambini alla conoscenza del ritmo. materiali: la valigia degli strumenti è la base per poter operare e deve essere esteticamente semplice poiché i bambini devono essere attratti dal suo contenuto e non dal suo aspetto. Deve contenere strumenti numericamente pari almeno al numero dei bambini che partecipano all’attività e deve trattarsi di strumenti veri e vari come ad esempio: tamburi, maracas, ghiro, cimbali, sonagli, legnetti. verifica: data la tipologia del progetto e l’obiettivo principale consistente unicamente nel dare ai bambini la possibilità di sperimentare un modo di fare musica e di usare gli strumenti, la verifica consisterà nell’osservazione del percorso stesso.