il postmoderno

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il postmoderno
IL POSTMODERNO
PROF. IVANA MATTEUCCI
TRA MODERNITÁ E POSTMODERNITÁ
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In generale i filosofi della postmodernità rifiutano alcune idee-guida della modernità a
favore di altre idee-guida affermate dalla postmodernità. Nella modernità hanno
prevalso:
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a) una ragione ‘forte’ e ‘fondazionista’ e una tendenza a credere in legittimazioni
assolute del conoscere e dell’agire, ipotizzando convergenze tra sapere e potere,
teoria e prassi;
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b) una tendenza a concepire il tempo in termini di linearità e superamento,
affermando il primato del ‘nuovo’ e del ‘presente’ che assume valore primario;
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c) la propensione a pensare l’umanità e la conoscenza in relazione a salvezza e
progresso;
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d) la inclinazione a pensare in termini di ‘unità’ e di ‘totalità’, subordinando a queste
categorie le varietà degli eventi e del sapere, favorendo le visioni ‘forti’ che puntano
sulla centralità e sulla globalità di senso, e sulla vocazione alla razionalità del dominio
e del controllo di cui sarebbe portatore l’Occidente.
TRA MODERNITÁ E POSTMODERNITÁ
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Nella postmodernità prevalgono:
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a) l’abbandono delle visioni totalizzanti, delle legittimazioni forti e assolute, dei
fondamenti ultimi a favore di visioni molteplici, deboli e relative;
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b) l’affermazione dell’esperienza della fine della storia, cioè il tramonto del modo
storicistico di pensare la realtà, il rifiuto di concepire la temporalità in termini di
superamento;
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c) rifiuto dell’idea di emancipazione attraverso la ragione e di compimento attraverso
la storia e la filosofia, con prevalenza di visioni legate all’incertezza e alla
provvisorietà;
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d) il passaggio dal paradigma dell’unità al paradigma della molteplicità con
consapevolezza della pluralità e della polimorfia. Da qui le pratiche culturali della
rottura, frammentazione, regionalizzazione, dissociazione, ibridazione. Nella
postmodernità, tutto ciò non viene praticato con un senso di nostalgia o rimpianto per
il passato ma viene valutato come un fatto positivo, segno della avvenuta
maturazione dell’uomo. Qui sta una delle maggiori novità del postmoderno rispetto
alle epoche precedenti.
IL POSTMODERNO-PRINCIPI
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Nonostante la pluralità dei discorsi sul postmoderno, è possibile condensare il clima
che lo avvolge in alcuni punti fondamentali:
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1 – Indeterminazione. La società postmoderna è ricca di ambiguità, di controsensi e
di rotture che si sperimentano nella conoscenza, nei linguaggi, e che tutte alimentano
la nostra incertezza e la nostra indecisione. Ne sono un esempio le scritture di
Barthes, i fraintendimenti di Bloom, la realtà dialogica di Bachtin, le allegorie di De
Man e tutte le altre espressioni letterarie ed artistiche che operano una
“decomposizione” del testo.
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2 – Frammentazione. Il postmoderno sconnette, scollega, valorizzando il frammento,
la citazione, il rimando. Rifugge da qualsiasi forma di sintesi di tipo sociale,
epistemica o culturale, da qualsiasi pensiero totalizzante e inglobante. Di qui la
propensione per il bricolage, il collage, l’ibridazione, il paradosso, la paralogia.
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3 – Delegittimazione. Questo processo investe tutti i codici dominanti, le autorità, le
istituzioni, le convenzioni, le norme e le regole. L’imperativo è quello di decostruire,
sovvertire, decontestualizzare, spaesare, demistificare qualsiasi ordine egocentrico,
etnocentrico, soggettocentrico.
IL POSTMODERNO-PRINCIPI
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4 – Condizione di difetto del Sé. Nel postmoderno il senso del sé è
mancante. I suoi confini diventano fluidi, la sua unità si converte in una
pluralità di sfaccettature. Non ci sono noccioli duri né caratteri duraturi né
aspetti in profondità, la sostanza cede il posto alla superficialità, il contenuto
alla forma. La forma è tutto, è tutto lì, in superficie. In conseguenza di ciò
non vi sono nemmeno interpretazioni, ma solo il gioco del linguaggio che
dissemina il senso nello stesso modo in cui disperde l’io.
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5 – Impresentabilità dell’arte. L’arte postmoderna rifiuta l’icona e il suo
effetto di realtà, contesta la mimesi e la rappresentabilità del reale. Alla
rappresentazione o presentazione della realtà preferisce un rapporto con
ciò che non è rappresentabile e non è dicibile, l’ineffabile, il mistero, il
segreto, il silenzio, l’innominabile, tutti stati che rischiano la impossibilità di
una qualsivoglia articolazione e codificazione.
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6 – Ironia. L’ironia rappresenta lo strumento con il quale il postmoderno si
presenta in grado di oltrepassare il silenzio e la morte, attraverso il dialogo,
nell’allegoria, nel dramma, senza con questo rinunciare alla contingenza e
alla indeterminazione.
IL POSTMODERNO-PRINCIPI
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7 – Ibridazione. Ibridazione è trasmutazione dei generi nella parodia, nel burlesco. Si
possono osservare forme promiscue ed equivoche, nell’arte, nella letteratura, nel
sociale. I modi della rappresentazione si mescolano, perdendo i propri confini. In tutta
la cultura si assiste ad una confusione di stili.
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8 – Performance. Il testo postmoderno, sociale o verbale invita alla performance. La
cultura postmoderna vive nel teatro; tutti gli eventi, perfino quelli drammatici,
esibiscono una dimensione di teatralità.
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9 – Costruzionismo. Il postmoderno afferma la costruzione della realtà ad opera dei
soggetti nella loro interazione oppure nella loro libera espressione. Tale costruzione
avviene nella forma di finzioni sia di tipo euristico che ad effetto, ed implica un
sempre crescente intervento della mente nella natura e nella cultura. Infatti il
costruzionismo informa tanto l’arte quanto la scienza.
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10 – Immanenza. L’uomo estende se stesso diffondendo i propri sensi percettivi nei
linguaggi, nei media, nelle nuove tecnologie. Già McLuhan descrisse gli strumenti
della comunicazione di massa come estensioni dei nostri sensi; siamo ormai parte di
un sistema semiotico, comunicativo immanente, e il nuovo linguaggio è ciò che detta
le coordinate della nostra esistenza.
I FILOSOFI DEL POSTMODERNO
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Friedrich Nietzsche (1844-1900)
Martin Heidegger (1889-1976)
Nietzsche con l’accento sul nichilismo
Heidegger con la dichiarazione della fine della metafisica,
tracciano un’inversione di rotta rispetto alla tesi moderna
di una coscienza progressiva, ottimistica, cumulativa
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Nietzsche.
Il nichilismo è fine della metafisica e caduta degli ideali, perdita di centro e frantumazione di
antiche identità, esperienza del negativo e impraticabilità di ogni sintesi dialettica o scientifica
La pretesa scientista che guarda alla storia come a una serie di fatti è infondata
poiché un tale atteggiamento obiettivante è un’illusione
Nel postmoderno il principio di realtà cede il posto al principio di fabulazione;
non ci sono più fatti ma solo interpretazioni
Il passaggio dalla modernità alla postmodernità avviene nel momento in cui si riconosce
che non esiste la Storia, ma solo le storie;
Il postmoderno non vive nella storia ma nel presente astorico;
il tempo sta tutto nella fruizione ludica ed istantanea della società presente
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NIETZSCHE
Secondo Nietzsche il postmoderno è legato all’avvento del NICHILISMO
Il nichilismo è caratterizzato dall’assenza dei valori o dalla presenza
di valori rinunciatari, quali l’umiltà, la sottomissione, l’obbedienza
al posto di quelli positivi che tendono all’affermazione della vita.
Responsabile di questa situazione sarebbe la metafisica,
che ha svalutato tutto ciò che è legato alla vita terrena a favore di un mondo ultraterreno fondante
con la sua idea dell’essere stabile, sostanziale, presente ed eterno.
La metafisica è però destinata a scomparire perché il mondo ultraterreno è difficile da attingere
L’uomo postmoderno è un uomo che sa vivere in un mondo senza centro, senza alto né basso.
Di fronte alla perdita dei punti di riferimento garantiti dalla metafisica
si possono comunque assumere due atteggiamenti:
il “nichilismo reattivo” e il “nichilismo compiuto”.
Il primo consiste in un atteggiamento nostalgico che cerca di colmare il vuoto
causato dalla perdita dei valori, cercando nuovi valori;
il secondo è caratterizzato dall’accettazione del nichilismo accettando e affermando la vita
così com’è, senza sovrapposizioni metafisiche.
Il postmoderno è l’epoca del nichilismo compiuto caratterizzato
dalla consapevolezza dell’assenza di fondamenti e dal carattere fittizio di qualsiasi interpretazione
Nel postmoderno c’è posto solo per il gioco e l’erranza.
HEIDEGGER
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Heidegger manifesta l’esigenza di compiere una de-costruzione della metafisica
e dei suoi concetti fondamentali quali quello di sostanza e di presenza.
Se la metafisica ha finora cercato di dare delle risposte alla domanda ‘che cos’è l’essere’
facendo riferimento ad un unico principio stabile e sostanziale,
la comprensione dell’essere è ciò che caratterizza l’uomo delineando una sua condizione esistenziale.
Il comprendere è il modo di essere che consiste nella capacità dell’Esistere,
che è un proiettare le proprie possibilità all’interno della situazione fondamentale di ‘Essere nel mondo’
Per l’uomo è dunque fondamentale riappropriarsi del proprio essere in quanto mortale e finito,
per una comprensione autentica di sé.
La comprensione dell’essere come sostanza che si produce nella metafisica,
maschera una volontà di dominio che si ottiene con la tecnica,
mentre il tentativo di riproporre un senso autentico dell’essere, si realizza nel linguaggio,
Tutto infatti accade nel medium linguistico fatto di concetti ereditati, trasmessi, storici,
in cui si produce la nostra comprensione del mondo e si sviluppa la nostra stessa capacità di pensare
Pensare è interpretare, cioè riarticolare contenuti trasmessi, per cui ha un carattere storico ed ermeneutico.
Per Heidegger il linguaggio è ciò che ci fa essere; esso non è uno strumento a disposizione
ma quell’evento che rende possibile l’essere dell’uomo. “Il linguaggio è la sede dell’evento dell’essere”
Questa impostazione identifica la fine della metafisica con la posizione del linguaggio al centro dell’attenzione,
non più, come nella metafisica, quale strumento per comunicare e per manipolare l’essere già aperto nella
semplice presenza,
ma riconoscendo che è il linguaggio che procura l’essere alle cose:
è la parola che nomina le cose originariamente e le rende accessibili anche nella presenza spazio-temporale
Il linguaggio diventa la forma eminente dell’esperienza della realtà stessa.
HEIDEGGER
In L’epoca dell’immagine del mondo Heidegger espone cinque manifestazioni del mondo moderno:
•  - la scienza moderna - la tecnica meccanica,
•  - l’arte come estetica (per cui l’opera d’arte si trasforma in oggetto dell’esperienza vissuta, e l’arte
viene interpretata come forma dell’espressione della vita dell’uomo),
•  - l’agire umano come cultura - la sdivinizzazione o disincantamento
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L’essenza della scienza moderna è la ricerca, e la ricerca consiste in una investigazione
attraverso un progetto rigoroso
che si produce in un dominio dell’ente, della natura e della storia;
si persegue la determinazione attraverso l’esattezza della misurazione con il numero e il calcolo;
si riconducono infine i fatti isolati alle leggi e alle regole.
Nelle scienze storiche il procedimento tende a cogliere ciò che è costante riconducendo la storia
ad oggetto. La storiografia in quanto ricerca, oggettiva il passato con un complesso di effetti
spiegabile e scopribile.
“Natura e storia divengono oggetti di una rappresentazione esplicativa” (Ibidem, p. 83).
In Cartesio l’ente è determinato come oggettività del rappresentare e la verità si è trasformata in
certezza del rappresentare.
Questo processo culmina con l’assunzione del mondo ad immagine,
dove l’essere dell’ente è rintracciato nell’essere rappresentato dell’ente,
per cui immagine del mondo essenzialmente non significa una raffigurazione del mondo,
ma “il mondo concepito come immagine”.
Il mondo così è posto dinnanzi all’uomo come qualcosa di oggettivo che può rientrare nel suo
dominio.
Rappresentare diventa porre innanzi a sé e ricondurre a sé, al soggetto, ciò che viene
rappresentato, cioè l’oggetto.
HEIDEGGER
La modernità conduce una guerra al mistero e alla magia in nome della ragione;
in questo gioco il mondo viene privato di un’autonoma volontà e capacità di resistenza;
per vincere esso doveva essere de-spiritualizzato, disanimato,
espropriato della sua funzione di soggetto.
Il “disincantamento” del mondo è stata l’ideologia della sua subordinazione per renderlo
docile e legittimare un modello di dominio e di proprietà (Bauman, 2005, p. 220)
L’uomo acquisisce il diritto all’iniziativa, alla paternità dell’azione prodotta in nome della
cultura, il diritto a pronunciarsi sui significati, a costruire racconti.
Abbandonato a se stesso il mondo non ha alcun senso, soltanto il progetto umano può
iniettargli un significato e uno scopo.
La postmodernità può essere pensata come quella che restituisce al mondo ciò che la
modernità gli ha tolto, e può essere pensata come un “re-incantamento” del mondo.
Ciò avviene in primo luogo smantellando l’artifizio moderno della ragione,
prendendo coscienza del fatto che il disincantamento del mondo nasce dall’incontro tra
l’atteggiamento di chi progetta e la strategia di una razionalità strumentale,
da cui un mondo spaccato tra soggetto dotato di volontà e oggetto che ne è privo.
VATTIMO
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La crisi di un senso unico e assoluto a favore di sensi molteplici e relativi
fa tutt’uno con l’abbandono delle categorie forti della metafisica tradizionale
e con l’imporsi di una visione debole dell’essere che si ispira a Nietzsche e ad
Heidegger
Da Nietzsche, Vattimo deriva l’annuncio della “morte di Dio” cioè la consapevolezza
che le evidenze prime dei tempi passati non erano altro che forme di rassicurazione
del pensiero in un orizzonte garantito
Da Heidegger egli assume la concezione epocale dell’essere, secondo cui l’essere
non è,
ma accade nel linguaggio, per cui il senso dell’essere si risolve nella trasmissione di
messaggi linguistici tra le varie generazioni
Questa concezione dell’essere comporta una sua temporalizzazione,
ovvero un suo indebolimento strutturale.
In Heidegger all’idea di essere come eternità, stabilità, forza viene sostituita l’idea di
essere
come vita, maturazione, nascita e morte
Al metafisico essere forte subentra un postmetafisico essere debole.
Il processo di indebolimento dell’essere, la fine della metafisica sono connessi
all’avvento del nichilismo che, per Vattimo, è un nichilismo “debole”
in cui né si vive di rimpianti né si ricerca il nuovo,
ma ci si abitua a convivere con il niente ricercando nella nostra condizione delle
positività da esperire.
VATTIMO
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L’individuo postmoderno è colui che, dopo essere passato attraverso la fine delle
grandi sintesi unificanti e rassicuranti, e dopo aver assunto fino in fondo la condizione
debole dell’essere e dell’esistenza,
ha imparato a convivere con se stesso e con la propria finitudine e infondatezza
Solo un soggetto di questo tipo può assumere la pratica attiva della non-violenza,
della tolleranza, del dialogo, ossia di vivere in un mondo fluido e diversificato
Infatti, la pretesa di possedere la verità assoluta ha coinciso nella storia con la
prevaricazione e l’esercizio della violenza
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Nasce da qui la componente etica che si trova nel pensiero debole postmoderno di
Vattimo, laddove l’indebolimento dell’essere viene a configurarsi non solo come
destino ma anche come compito.
LA SOCIETA’ TRASPARENTE
La concezione unitaria e progressiva della storia è stata minata anche dalla diffusione dei
mezzi di comunicazione di massa che hanno moltiplicato i centri di raccolta e di
interpretazione degli avvenimenti.
Nella società postmoderna, secondo Vattimo, un ruolo determinante è esercitato dai
mass media, che caratterizzano questa società, non nel senso di una società
“trasparente” e più consapevole di sé o più illuminata,
ma come una società più complessa e persino più caotica:
proprio in questo relativo “caos” risiedono le nostre speranza di emancipazione
I mass media hanno prodotto una dissoluzione dei punti di vista centrali, favorendo una
esplosione e moltiplicazioni di visioni del mondo, facendo sì che tutto, in qualche
modo, diventi oggetto di comunicazione.
L’effetto più immediato è quello di una realtà che è il risultato dell’incrociarsi di molteplici
immagini e interpretazioni fornite dai media
La società postmoderna è anzitutto una società della comunicazione generalizzata
dell’affermazione dei mass media
Essi riproducono e enfatizzano la mobilità dell’esperienza e la sua inesauribile ambiguità,
l’effetto di spaesamento e la consumazione dei simboli, la seduzione del
consumatore
LA SOCIETA’ TRASPARENTE
Le culture locali, comunicando grazie ai nuovi mezzi, rivelano anzitutto se stesse, con
sviluppi alternativi rispetto all’omologazione dominante.
Le immagine plurime del mondo e della società prodotte dalle scienze umane e divulgate
dai media
contribuiscono all’autotrasparenza di questa società, alla fabulazione e al recupero
del mito.
La comunicazione è dunque sia fattore tecnico sia categoria interpretativa della società:
la trasparenza è il suo valore positivo.
Nella situazione di spaesamento provocato dall’oscillazione e la pluralità, che è anche
liberazione delle differenze favorite dai media, può nascere un nuovo modo di essere
per l’uomo
La società della comunicazione mediatizzata infatti è una società in cui prevale una
logica ermeneutica che cerca la verità come corrispondenza, dialogo tra i testi, e non
come conformità dell’enunciato ad uno stato di cose riconosciuto come dato
definitivamente.
Per Vattimo il postmoderno si caratterizza per una disillusione di fondo nei confronti del
moderno basato sulla fede nella ragione e nella scienza, sulla superstizione del
nuovo, sulla credenza nel progresso lineare e indefinito, sulla predilezione per le
visioni totalizzanti della storia, ma questo non significa che si debba sposare una
forma di decisionismo irrazionalistico o di minimalismo estetizzante.
Decisione, responsabilità, impegno possono trovare posto in una ragione di tipo
ermeneutica non fondazionalista ma basata sulle istanze di finitudine, sfondamento e
storicità.
I CRITICI DEL POSTMODERNO
•  FREDRIC JAMESON
Postmoderno come massima espressione della logica del tardo capitalismo
rinforzata dal prevalere della “concezione del simulacro”,
della “trasformazione del reale in pseudo-eventi”,
della “trasposizione della realtà in immagini televisive”
della “dominanza della dimensione spettacolare”
Carattere principale del postmoderno è la mancanza di profondità
Sono stati messi in crisi 5 fondamentali modelli di profondità:
Il modello ermeneutico interno/esterno
Il modello dialettico di essenza ed apparenza
Il modello freudiano di latente e manifesto
Il modello esistenzialista di autenticità ed inautenticità
La grande distinzione semiotica tra significato e significante
La profondità è sostituita da superfici, pratiche, discorsi e giochi testuali con conseguenti:
Schizofrenia e psicosi, disorientamento percettivo, disarticolazione nei testi e nei soggetti
I CRITICI DEL POSTMODERNO
•  JURGEN HABERMAS
Il moderno ha fallito nel suo progetto di emancipazione e di miglioramento
in quanto si è fatto portatore di una razionalità formale di tipo tecnico-strumentale
che produce disagio sociale, alienazione e spersonalizzazione
Il postmoderno abbandona l’ideale emancipativo della modernità
e si qualifica perciò come neo-conservatorismo
Il postmoderno pratica il ritorno al pre-moderno
con la rivalutazione degli aspetti più irrazionali del pensiero, irrazionalistici e regressivi
come l’immaginazione, il desiderio, la vitalità, la poesia
La cultura postmoderna è caratterizzata da una propensione per la spettacolarizzazione
che investe tutte le attività dalla politica al mercato guidate dalla moda e il culto del nuovo
Le varie forme di spettacolo assumono autoreferenzialità, mancando di referente esterno
Occorre una diversa forma della razionalità adatta alla società della comunicazione
la razionalità dell’agire comunicativo
I CRITICI DEL POSTMODERNO
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GUY DEBORD
Lo spettacolo rappresenta la struttura portante della società dei consumi
e il consumo diventa sempre più immateriale: consumo di spettacolo
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La contemplazione dello spettacolo si va sempre più sostituendo al lavoro
e il tempo di lavoro è il tempo di consumo delle immagini
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Lo spettacolo pervade anche la comunicazione didattica e scientifica
L’immagine e la didascalia prevalgono nei testi
L’impiego di tecnologie multimediali rendono i testi più coinvolgenti
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Le implicazioni sui soggetti sono
sovraccarico simbolico e perdita di centro
Un soggetto decostruito dalla comunicazione, parlato anziché parlante
LE SOCIOLOGIE DELLA
POSTMODERNITÁ
ZYGMUNT BAUMAN
Postmoderno:
Contingenza ambivalenza vulnerabilità caos
Moderno:
Ordine sistema struttura progetto equilibrio
L’ordine sociale è lo spazio controllato contro la devianza
attraverso posizioni di status e ruoli codificati
La pianificazione urbana realizza luoghi simmetrici, funzionali
geometrici
Dall’ossessione del controllo nascono il Panopticon di Bentham e Il
grande fratello di Orwell
che pensano la società come un “occhio vigile” che controlla le mosse
degli abitanti e produce omologazione
Progetto Panopticon di Jeremy Bentham, 1791
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Il Panopticon è un tipo di carcere
edificio progettato dal filosofo inglese e
teorico sociale Bentham
L’idea che guida il progetto è quella di
consentire a un osservatore di
osservare i detenuti senza essere
osservato
In modo da trasmettere il sentimento di
una invisibile onniscienza
Foucault (Sorvegliare e punire) lo vede
come metafora della società moderna
disciplinare volta a sorvegliare e a
normalizzare
GRANDE FRATELLO – BIG BROTHER
•  Il Grande Fratello (Big Brother
in inglese è un personaggio
immaginario creato da George
Orwell presente nel romanzo
del 1984
•  È il dittatore dello stato
totalitario chiamato Oceania.
Nella società che Orwell
descrive, ciascun individuo è
tenuto constantemente sotto
controllo dalle autorità.
•  Lo slogan "Il Grande Fratello vi
guarda" ricorda continuamente
agli abitanti che il Grande
Fratello è al vertice della
piramide gerarchica
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LE SOCIOLOGIE DELLA
POSTMODERNITÁ
DALLA MODERNITÁ ALLA POSTMODERNITÁ NELLA TEORIA SOCIOLOGICA SI PASSA:
•  Da società (sistema)a habitat (campo)
•  Da gruppo normativo (classe) a socialità
•  Da socializzazione a auto-assemblaggio
movimento di smontaggio e ri-assemblaggio
•  Da controllo a auto-costituzione
attraverso i simboli della comunicazione
DISAGIO DELLA POSTMODERNITÁ:
più libertà e più piacere =
meno sicurezza o più incertezza
•  INSICUREZZA riconducibile a:
Il nuovo disordine mondiale
(fine della suddivisione del mondo in blocchi)
Indebolimento delle relazioni interpersonali
(improntate al consumismo)
Deregulation universale dell’economia
(capitale e finanza)
LE SOCIOLOGIE DELLA
POSTMODERNITÁ
•  Identità moderna:
Il pellegrino - vivere verso il progetto - immerso in un tempo lineare – dotato di
passato e futuro
•  Identità postmoderna – non solida, non cumulabile –
identità a palinsesto: una successione di eventi senza memoria senza
consequenzialitàcombinazione degli elementi tipici di queste figure
Il flaneur – bighellonare senza meta - sempre estraneo e fuori posto
Il vagabondo – per costrizione - sloggiati di casa, dal loro paese e costretti a
subire le decisioni dei nativi
Il turista – per piacere – alla ricerca di sensazioni nuove e gratificanti, avendo
una casa che è un postulato
Il giocatore – il mondo come gioco con partite slegate dove dominano il rischio,
l’intuizione
Scopo del gioco è vincere, non sono ammessi scrupoli morali
LE SOCIOLOGIE DELLA
POSTMODERNITÁ
Pre-modernità:
Spazio come luogo antropologico identitario e comunitario
Tempo naturale scandito dai ritmi delle stagioni e dai cicli della vita
Coordinamento e collegamento di spazio tempo
(Molto tempo per percorrere grandi spazi)
Modernità
Fortificazione, addomesticamento e colonizzazione dello spazio
Standardizzazione, irrigidimento e uniformizzazione del tempo
Mutato rapporto spazio tempo e loro scollamento
Emancipazione del tempo dallo spazio
(percorrere un grande spazio non richiede molto tempo)
Postmodernità:
Simultaneità e istantaneità annullano il tempo e svalutano lo spazio
La logica del potere è basata sulla fuga, l’evasione e il distacco
La sedentarietà è superata dal nomadismo e dalla liquidità
Snellezza, leggerezza ed effimero sono i valori anche del capitale leggero
LE SOCIOLOGIE DELLA POSTMODERNITÁ
GLI SPAZI PUBBLICI DELLE CITTÁ POSTMODERNE:
Luoghi etnici: modalità antropoemica per fronteggiare la diversità (vomitare l’alterità) divieto di qualsiasi contatto fisico, non entrare in
contatto – ghetto – segregazione e selezione
Luoghi fisici -modalità antropofagica (fagocitare l’alterità), riduzione
all’ego dell’alterità: l’alter è un alter-ego
indifferenza alla differenza - centro commerciale – condividere lo
spazio senza interagire
Non-luoghi – (assenza di ogni simbolo di identità, relazione, storia)
aereoporti, autogrill, autostrade
Spazi vuoti – spazi privi di significato, esclusi dalle mappe perché la
vista dell’altro ci fa sentire a disagio, vulnerabili e spaventati
MARC AUGÉ E IL NONLUOGO
Luogo antropologico come luogo dell’identità, della relazione, della memoria:
luogo fisico fatto di cose funzionali ai bisogni degli individui ma anche, di esperienze di
vita, di crescita interiore, di familiarità, di significati
La sua fisicità si esprime nella geometricità di tre semplici forme spaziali: la linea,
l’intersezione, il centro
corrispondenti a il passare, l’incontrarsi, il sostare
creando identità individuali, relazioni simboliche, patrimoni comuni
Non-luogo come luogo come spazio non-identitario, non-relazionale non-storico
Uno spazio caratterizzato dalla spettacolarità, fatto di immagini, per essere visto,
fotografato, filmato e proiettato su uno schermo
Si tratta prevalentemente di luoghi in cui l’identità è quella delle nostre tessere di
riconoscimento magnetico, delle nostre carte di credito
Gli ipermercati, aeroporti, agenzie di viaggio, banche, parchi di divertimento, catene di
alberghi, stazioni di servizio delle autostrade, ristoranti, centri commerciali
si assomigliano tutti e sono gli stessi dovunque
MARC AUGÉ E IL NONLUOGO
•  Il luogo antropologico ha tre caratteristiche:
•  Identitario (contrassegna la identità di chi vi abita)
•  Relazionale (individua i rapporti reciproci tra soggetti in funzione
della appartenenza comune)
•  Storico (rammenta all’individuo le proprie radici)
•  Non luoghi come spazi adibiti al trasporto, al transito, al
commercio, al tempo libero, privi di storia e pensati per l’uomo
generico che è vissuto da essi passivamente
•  Luoghi di incontri senza relazione e senza identificazione né
partecipazione - prodotti da:
•  Accelerazione della storia fino all’istantaneità
•  Restringimento dello spazio fino alla simultaneità
•  Individualizzazione dei destini fino alla prossimità senza interattività
LE SOCIOLOGIE DELLA
POSTMODERNITÁ
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MAFFESOLI E IL NOMADISMO
La condizione di nomade come stile di vita postmoderno
Il nomade sceglie la sua condizione errante, tende alla de-costruzione di ogni senso di
identità fissa e di assimilazione o omologazione
Essenza del sociale: fluidità, circolarità,mescolanza, provvisorietà, caducità, erranza,
frammentazione, eterno divenire
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La condizione del nomadismo produce trasformazioni importanti
nei legami sociali:
L’io si esprime nella sua molteplicità: dei luoghi che abita, delle esperienze che
compie, dei rapporti che instaura
La solitudine è la diversità che ognuno di noi rappresenta e che è alla base della
comunicazione
Il viandante non segue una strada definita, la traccia nella sua deambulazione
Egli si mette volontariamente nelle mani del prossimo, uno sconosciuto
LE SOCIOLOGIE DELLA
POSTMODERNITÁ
Il nomade postmoderno vive la condizione dello straniero nella società :
si trova infatti in un continuo collegarsi-scollegarsi con la società
come il ponte e la porta che separano e collegano allo stesso tempo
Il viandante entra in contatto con la comunità attraverso il ponte:
svolto il suo compito dietro di lui si chiudono le porte della città
perché la sua condizione lo esclude dalla sovranità territoriale
Metafore della condizione postmoderna
sono PONTE e PORTA (Simmel) che uniscono e dividono insieme
Le metafore del PONTE e la PORTA
rappresentano – per Simmel – l’ambivalenza della natura urbana
In quanto soglie che consentono allo stesso tempo di aprire e chiudere,
di collegare e di separare in un doppio movimento o doppia distensione caratterizzante
Riguardo la chiusura, noi notiamo un divenire gruppo, o meglio tribù, un fare comunione
Le tribù urbane sono soprattutto contraddistinte da una forte chiusura in se stesse
La comunicazione si fa comunione
LE SOCIOLOGIE DELLA
POSTMODERNITÁ
MAFFESOLI E GLI ALTI LUOGHI
Gli Alti luoghi sono gli spazi urbani, spazi di socialità plasmati da affetti ed emozioni
comuni che favoriscono l’espressione delle comunità che li abitano
ove vengono celebrati diversi culti dal forte coefficiente etico estetico
A Parigi: la politica a Versaille, l’accademia a La Sorbonne, la religione a Notre-dame
Ma il radicamento è dinamico: i luoghi sono continuamente attraversati dalle tribù
Apparteniamo a un dato luogo, ma mai in maniera definitiva
Gli Alti luoghi sono i luoghi dove l’apparente essere insieme senza scopo
ha un importante peso emotivo e sociale
La megalopoli postmoderna è un immenso alto luogo
mossa da una sotterranea agitazione multiforme:
il continuo transito delle tribù
LE SOCIOLOGIE DELLA
POSTMODERNITÁ
MAFFESOLI E IL TRIBALISMO
Tribalismo postmoderno o di ritorno
•  re-incantamento del mondo
•  comunità emozionale e sentimentale
•  sociale a dominanza empatica
•  etica ed estetica
•  religiosità e spiritualità
•  Tribalismo postmoderno – peculiarità:
contrapposizione sociale/socialità
(da strutture ordinate e verticistiche a forme di comunicazione orizzontale, la rete)
socialità elettiva
(dalla logica dell’identità stabile nei ruoli alla identità che si costituisce nelle relazioni)
legge del segreto
( le tribù creano meccanismi di protezione verso l’esterno)
LE SOCIOLOGIE DELLA
POSTMODERNITÁ
Maffesoli
Crisi dell’individualismo moderno
La vita è fatta di socialità ed è scandita dalle aggregazioni in folle
Negli eventi, negli ambiti, nei templi contemporanei
In tali situazioni l’individuo è assente , si perde nell’altro in una sorta di trance
L’epoca postmoderna non è plasmata dalla ragione ma dagli affetti, sentimenti eccessi – ci dirige “la
pancia” più che “il cervello”
In tali eventi l’individuo si perde nella tribù caratterizzata da grande intensità ed eccitazione
Il nuovo legame sociale è fondato sull’emozione comune che pervade la tribù
Bauman
Crisi dell’individualismo moderno
L’indebolimento e la liquefazione delle strutture solide rende impossibile qualsiasi ricostruzione
dell’identità da parte dell’individuo libero
Di qui un nuovo senso di incertezza non certo un sentimento di comunione
Gli spazi pubblici non sono luoghi di rituali collettivi dove l’individuo si perde nella tribù
ma luoghi privatizzati e rispondenti alla logica del consumo
L’altro è solo una fonte di esperienza piacevole:
La relazione con l’altro non va oltre la soddisfazione immediata e non comporta l’assunzione di diritti e
doveri durevoli reciproci
L’individualità si acquista attraverso il consumo e si preserva attraverso lo shopping
LE SOCIOLOGIE DELLA
POSTMODERNITÁ
Maffesoli
Spazio e tempo
Il rapporto spazio tempo gioca ora a favore dello spazio
Il tempo viene spazializzato nell’eterno presente
Il legame è il luogo, la comunanza di valori radicati, di cose concrete e quotidiane
Come la lingua e i simboli, i costumi e gli usi, il flusso di immagini
Lo spazio crea la relazione in quanto funziona come condizione della possibilità dell’esistenza umana
Vischiosità come una esperienza di contatto di collante nella tribù –comunità estetica ed etica
Bauman
Spazio e tempo
Con l’avvento della modernità leggera e del capitale software si passa
dall’accumulazione e il controllo dello spazio del tempo alla extraterritorialità del capitale e
all’istantaneità della fuga e dell’adattamento del management
Alcuni luoghi, piuttosto che garantire un’esperienza comunitaria, permettono una falsa esperienza
collettiva
Infatti la folla-comunità rappresenta un’idealizzazione e una scorciatoia per l’aggregazione:
una indifferenza nei confronti delle differenze interne che risultano addomesticate e igenizzate
Vischiosità come una esperienza che ci avvolge e ci risucchia, ci travolge e ci rende impotenti
DERRIDA E LA DECOSTRUZIONE
Sia il modernismo che il postmodernismo partono dal presupposto
che il romanzo realistico non sia in grado di rappresentare la realtà
Se il romanzo ottocentesco era realista (nel senso che rappresentava una realtà sociale
elementare)
tratto saliente della narrativa novecentesca sembra diventare dunque l’antirealismo
il modernismo sostituisce le rappresentazioni realistiche con il rigore formalista e il flusso
di coscienza,
il postmodernismo, dopo Derrida e Barthes, frammenta e decostruisce la
rappresentazione, la coscienza e la forma
Ma l’innovazione non esclude il realismo.
In realtà nel romanzo contemporaneo realismo e innovazione sono diventati due
imperativi congiunti:
Emerge l’impossibilità di rappresentare in modo unico la realtà
DERRIDA E LA DECOSTRUZIONE
- La decostruzione è una strategia di lettura dei testi che tende a coincidere
con un evento interpretativo che de-costruisce per ri-configurare,
ovvero per rilanciare sempre di nuovo il senso del testo, la genesi del senso
- La decostruzione è un evento di senso, la venuta dell’altro, come l’irruzione dell’evento
che destruttura e ristruttura il contesto e genera nuovamente il senso
- La decostruzione è un movimento filosofico che contesta il movimento ontologico dell’essere come
fondamento e come sostanza, la metafisica della presenza e del proprio
I riferimenti della decostruzione sono: la fenomenologia husserliana, la filosofia heideggeriana e
nietzschiana, il contesto post-strutturalista.
Derrida si iscrive dentro le filosofie o pensieri della differenze che hanno come cardine del loro
progetto il recupero della differenza.
Per Derrida è attraverso la scrittura che la differenza, pur non iscrivendosi come essere,
cancellandosi lascia traccia
La differenza si sottrae alla presenza ma lascia traccia nei suoi effetti,
traccia che si impone come struttura
La scrittura non è trascrizione del logos, la traccia non è copia del modello.
La genesi del senso si dà a condizione della illeggibilità, invisibilità, impossibilità del senso,
sempre solo ricostruito
e della struttura supplementare di ripetizione e alterazione della traccia
DERRIDA E LA DECOSTRUZIONE
Derrida attacca lo strutturalismo per la sua progettualità scientifica e sistemica
Per il suo tentativo di individuare gli elementi semplici che compongono il
sistema
Il testo genera senso solo a condizione della scomparsa dell’autore, del
referente, del contesto
L’assenza è condizione del funzionamento della scrittura
•  Contro il fonologocentrismo occidentale
quale affermazione di un logos universale di cui il linguaggio è trascrizione
a garanzia del mantenimento della differenza modello/copia, natura/cultura
Derrida afferma il primato della scrittura che è la traccia della differenza
luogo in cui essa può essere rintracciata senza dominio, senza possesso
senza riduzione all’ego ma nella distanza e nella separazione
L’altro è infatti eccedenza, evento, dono, segreto
IL POSTMODERNISMO LETTERARIO
Si possono enucleare cinque proposizioni relative al postmoderno che cercano di delinearlo
senza pretendere di essere esaustive:
Il postmodernismo dipende dalla violenta “transumanizzazione” della terra,
dove si mescolano e si richiamano le parti e l’intero, frazioni e insieme, povertà e potere
verso un cataclisma e/o una nuova era
Il postmodernismo deriva dall’“estensione tecnologica della coscienza”, cui contribuiscono
computer e nuovi media. Il risultato è una visione della coscienza come informazione e
della storia come happening
Il postmodernismo si rivela, allo stesso tempo, nella “dispersione dell’umano”
cioè del linguaggio, nell’immanenza del discorso e della mente
Il postmodernismo, quale modalità di cambiamento letterario, potrebbe distinguersi dalle
avanguardie più vecchie (cubismo, futurismo, dadaismo, surrealismo) come pure dal
modernismo: né indisciplinato, né distaccato, il postmodernismo ispira un diverso tipo di
adeguamento tra arte e società”.
Il postmodernismo, in quanto fenomeno artistico e filosofico, edonistico e sociale si rivolge
verso forme giocose, desiderative, disgiuntive, dislocate o indeterminate, verso un
discorso di frammenti ed un’ideologia della frattura, una volontà di disfacimento e
un’invocazione di silenzi,
va verso tutto ciò ma implica anche il contrario e l’antitesi.
• 
I. Hassan, Cultura, indeterminazione e immanenza: margini dell’età (postmoderna), in C. Aldegheri e M.
Sabini (a cura di), Immagini del postmoderno, Cluva, Venezia, 1983, pp. 131-167.
IL POSTMODERNISMO LETTERARIO
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Il postmoderno letterario presenta i temi tipici della perdita di centro,
del disorientamento e dell’indebolimento della soggettività
è dimessa qualsiasi armonia e composizione a favore della dissonanza e della molteplicità
• 
La letteratura postmoderna è intrisa di equivocità e di doppiezza, i cui correlati sono
l’ironia e la parodia.
Questi i temi centrali e ricorrenti:
Indebolimento del pensiero, cioè crisi delle filosofie cosiddette ‘forti’ che vogliono capire e
cambiare il mondo.
Riscoperta di Nietzsche e di Heidegger;
Fine della distinzione tra arte sperimentale e arte di massa;
Scomparsa del ‘soggetto’ e scoperta dei ‘media’: si cominciano ad usare metodi narrativi
che riprendono le modalità espressive della televisione, degli audiovisivi, della pubblicità,
etc.;
Gusto per il pastiche, il rifacimento e la contaminazione di testi altrui, la commistione non
contraddittoria di stili e linguaggi diversi;
Ricorso continuo alla citazione, alla riscrittura di altri testi;
Rivisitazione della storia passata come affresco decorativo;
Concezione della letteratura come gioco combinatorio ed esperienza di ‘mondi possibili’
(Le città invisibili, Se una notte di inverno in viaggiatore, Il castello dei destini incrociati di
Italo Calvino).
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Modernismo Postmodernismo
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Romanticismo/simbolismo
Forma (congiunta, chiusa)
Scopo
Disegno
Gerarchia
Maestria/logos
Oggetto d’arte/opera finita
Distanza
Creazione/Totalizzazione
Sintesi
Presenza
Accentramento
Genere/confine
Paradigma/sistema
Metafora
Selezione
Radice/profondità
Interpretazione/leggere
Origine/causa
Metafisica
Narrativo
Significato
Sintomo
Trascendenza
Patafisica/dadaismo
Antiforma (disgiunta, aperta)
Gioco
Caso
Anarchia
Esaurimento/silenzio
Processo/performance/happening
Partecipazione
Decreazione/decostruzione
Antitesi
Assenza
Dispersione
Testo/Intertesto
Sintagma/processo
Metonimia
Combinazione
Rizoma/superficie
Disinterpretazione
Differenza/traccia
Ironia
Antinarrativo
Significante
Desiderio
Immanenza
IL POSTMODERNISMO LETTERARIO
• 
In generale, nell’immaginario letterario, il sentimento di instabilità tipico del
postmoderno si manifesta in una serie di luoghi comuni a più autori:
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Il Labirinto: immagine della complessità e del disorientamento
(Jorge Luis Borges, Umberto Eco, Italo Calvino)
La Biblioteca: immagine del sapere, del mondo ridotto a linguaggio
(Il nome della Rosa di Umberto Eco)
Il Complotto: il potere con le sue trame oscure che l’uomo non sa decifrare
(Il pendolo di Foucault di Umberto Eco)
Il Già visto, il Già detto, il Già letto: la consapevolezza che tutto è già stato fatto per
cui si può arrivare solo al rifacimento manieristico accompagnato da quel senso di
saturazione e malinconia che danno le situazioni quando si ripetono
Il Viaggio nel tempo e l’alterazione sistematica dei rapporti fra il tempo della storia e il
tempo del racconto
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ITALO CALVINO
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Nella scrittura di Italo Calvino
i temi della postmodernità sono rintracciabili in questi aspetti:
• 
L’utilizzo ‘forte’ della metafora, dell’immagine, della suggestione evocativa
che segna il crollo dei confini ontologici,
per cui la fantasia e la metafora stessa divengono realtà
La metafora della duplicità tra immagine e realtà, in cui non è possibile
distinguere quale sia l’immagine e quale la realtà
La perdita, nella spazialità, di punti di riferimento orientanti,
e quindi il concetto dello spazio come labirinto
Il tema del caos e dell’impossibilità di organizzarlo,
reso attraverso l’uso della figura retorica dell’elencazione ‘disorganizzata’, in
cui cioè vengono assemblati elementi disomogenei e privi di condiviso
senso logico
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ITALO CALVINO
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Aspetti di carattere postmoderno possono essere riconosciuti in:
• 
L’abilità di scrittura che tende a effetti di sorpresa, quasi virtuosismi letterari,
attraverso un gioco combinatorio
(da qui la definizione di ‘postmoderno neoclassico’ per Calvino)
• 
Il tema del labirinto, della realtà complessa e caotica, poliforme e inafferrabile
razionalmente, davanti alla quale la leggerezza e l’ironia del gioco si propongono
come l’unico possibile atteggiamento intellettuale e conoscitivo;
• 
• 
Il concetto dell’impossibilità di orientarsi nella complessità del reale:
all’uomo sfugge la totalità, e nel migliore dei casi riesce a possederne un’immagine
parziale, frammentata, monca;
• 
Il tema ricorrente della biblioteca, della libreria, dell’ammasso di volumi, di carta, di
parole che esprime in modo molto efficace il disorientamento dell’uomo postmoderno
nel labirinto segnico della società massmediatica.
ELEMENTI CHIAVE PER UNA
INTERPRETAZIONE DEL CINEMA
POSTMODERNO
• 
Si possono tracciare alcuni elementi chiave che permettono di riconoscere e distinguere l’azione della
postmodernità e il suo influsso nel cinema
• 
Rifiuto della gerarchia. Si tratta del rifiuto sistematico, a volte parodiato, a volte più serio di qualsiasi tipo di
autorità precostituita. Tutto è messo in discussione, dall’unità del linguaggio, al concetto di tempo, alla stessa
unità della struttura narrativa. Anche il ruolo canonico dell’autore è oggetto di revisione..
• 
Sollecitazione di ‘sensazioni forti’ nello spettatore. Ciò avviene attraverso l’adozione del ‘film-concerto’,
caratterizzato dalla presenza decisiva della musica come principio fondamentale della sua costruzione e
contraddistinto da un insieme di figure stilistiche tendenti a provocare nello spettatore un “bagno di sensazioni”
che dà “l’impressione di galleggiare al centro di un magma i cui suoni, soprattutto i suoni gravi dalla grande
dinamica, toccano direttamente, come l'acqua del bagno - e anche in un modo molto più intrusivo di essa - il suo
corpo intero” . Di qui l'importanza, per il cinema postmoderno, di proiezioni ad alto livello tecnico: schermo grande,
immagine perfettamente definita, sistema acustico perfetto.
• 
Mancanza di un punto di vista. Un’immagine senza punto di vista non può generare un giudizio sul mondo. La
parola d’ordine è ‘dove sono?’ I luoghi hanno un’aria di déjà-vu, come nei sogni.
Difficile per lo spettatore immedesimarsi in uno dei protagonisti ed ancora più difficile riuscire a dare un giudizio su
di essi, assumendo un punto di vista particolare. Le scene sono presentate allo spettatore attraverso gli occhi di
tutti i personaggi ed attraverso quelli dello stesso regista che, dietro la macchina da presa, segue i suoi attori, li
squadra da tutte le angolature, quasi li coglie di sorpresa durante il compiersi delle azioni.
ELEMENTI CHIAVE PER UNA
INTERPRETAZIONE DEL CINEMA
POSTMODERNO
• 
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Assenza di dieresi Le figure stilistiche e le tecniche più recenti (per esempio, l'insistenza dello
zoom e del carrello in avanti) hanno lo scopo di svincolare il rapporto tra spettatore e film,
passando dalla proiezione spettatoriale ad un universo di finzione, che era propria del cinema
classico
Lo spettatore non viene proiettato nella finzione della vicenda: si sente coinvolto, sopraffatto dalle
immagini, ma non si sente parte di esse. È consapevole del suo ruolo di spettatore, pur essendo
sollecitato da emozioni continue. L’assenza di una linearità nel racconto contribuisce a mantenere
desta la sua attenzione e, quindi, ad allontanare la sua presenza all’interno della scena
• 
Forte componente di oralità I dialoghi contribuiscono a dare linearità ad una narrazione che,
invece, sembra non voler procedere in modo coerente. Inoltre, forniscono un apporto alla
rappresentazione realistica della vita dei personaggi, dei killer in particolare
• 
Utilizzazione delle immagini di sintesi La realtà virtuale è in ogni senso improntata
all’immersione, in quanto, grazie anche all’eliminazione del fuori campo e del montaggio, rende
pressoché esclusivo l’ambiente presentato dal medium rispetto a quello reale che circonda colui
che percepisce l’immagine
• 
Ricorso sistematico alla citazione, alla intertestualità, alla contaminazione, all’ironia, alla
riscrittura di altri testi e rivisitazione dei generi
ELEMENTI CHIAVE PER UNA
INTERPRETAZIONE DEL CINEMA
POSTMODERNO
• 
Tema del labirinto, complotto, torre di Babele, assurdità dei valori ‘forti’ ed insignificanza
della vita
Le storie si intersecano tra di loro, costruendo un vero e proprio labirinto
• 
Deresponsabilizzazione dell’autore e responsabilizzazione del lettore/spettatore
rispetto alla mancanza di significato ultimo dell’opera che, viceversa, esprime ancora la vacuità
ovvero il nulla (nulla di nuovo si può dire, tutto è già stato detto)
Lo spettatore è sottoposto ad una ginnastica, gioiosa, irreligiosa e crudele, per tentare di
comprendere i testi del discorso e la trama del film. Si tratta di testi e di storie, perciò, non solo
difficilmente accessibili e comprensibili, ma anche difficilmente riassumibili
• 
Ironia In assenza di un principio cardinale dominante o di un paradigma al quale rifarsi non
rimane che rivolgersi al gioco, al dialogo, all’allegoria, alla self reflection. In una sola parola
all’ironia e all’autoironia
• 
Perdita della teleologia Si assiste ad una quasi totale mancanza di scopi e obiettivi precisi della
narrazione. Non esiste più un finale catartico e risolutore, addirittura a volte non esiste più
neppure ‘un’ finale. Molto spesso ci si trova di fronte a un finale aperto, un finale che in maniera
sempre più frequente non coincide più con il termine del momento della fruizione.
ELEMENTI CHIAVE PER UNA
INTERPRETAZIONE DEL CINEMA
POSTMODERNO
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Circolarità Tende a scomparire la progressione temporale, a favore della ripetizione. La
narrazione non è più protratta verso un finale teleologico ma si chiude circolarmente su se stessa.
Il concetto stesso di tempo viene sezionato e analizzato nei suoi minimi termini: passato, presente
e futuro sono considerate come categorie precostituite e fortemente gerarchizzate e pertanto
rifiutate in toto
• 
Frammentazione Ogni segmento narrativo del testo è da considerarsi allo stesso livello di
importanza rispetto a tutti gli altri. Non esiste più una gerarchia narrativa; il postmoderno crede
solo nei frammenti e pertanto il suo intento è quello di creare delle narrazioni il più possibile
frammentarie e disconnesse. In questo modo aumenta in maniera esponenziale e autocosciente il
grado di difficoltà della comprensione dell’opera
• 
Molteplicità Può essere raggiunta sovrapponendo o giustapponendo in diversi modi immagini o
materiali provenienti da ambiti distinti, cercando di omogeneizzare ciò che per definizione
tradizionalmente non può esserlo.
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Nothingness Caos e nulla diventano valori positivi in quanto in grado di dare spazio
all’immaginazione, alla creatività, alle diverse soggettività
Partecipazione azione L’indeterminatezza chiama in causa direttamente la partecipazione dello
spettatore/lettore. I vuoti appositamente lasciati ‘devono’ essere colmati. Il testo postmoderno,
verbale, cinematografico o figurativo, invita alla partecipazione. Si presenta come un testo che
esige di essere riscritto, rivisitato, analizzato dal fruitore, a sua volta non più spettatore passivo
ma personaggio attivo all’interno del processo di comunicazione.
LO STILE DEL CINEMA MODERNO E
POSTMODERNO
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DUE SONO I FATTORI FONDAMENTALI:
Il modo di costruire l’inquadratura e il movimento della macchina
MODERNO:
Oggettiva – ripresa attuata frontalmente in modo neutro senza angolazione
spettatore come testimone esterno dei fatti, lo sguardo è di nessuno
Soggettiva – lo spettatore è protagonista e non osservatore esterno
spettatore che vede con gli occhi del protagonista, lo sguardo è del personaggio
Oggettiva irreale – l’occhio è dell’autore, vola sopra la storia e a volta vi entra
movimento virtuosistico della macchina da presa il cui occhio è implicito
Inquadratura interpellazione - il personaggio guarda direttamente in macchina,
Ci chiama in causa, lo sguardo è dell’autore che usa il personaggio
POSTMODERNO:
L’oggettiva densa o raddoppiata – una immagine che contiene all’interno altre immagini,
contenute in maniera diversa con un proliferare di immagini e i personaggi che guardano dentro
le immagini interne e anche dentro la telecamera
La soggettiva vuota – la macchina da presa segnala la presenza di qualcuno che in realtà non
appare, la macchina viene collocata in posizioni che trascendono la realtà e alterano la nostra
percezione della stessa, esagerando.
La realtà viene frammentata (attenzione ai dettagli) ma non ricomposta.
LA SCRITTURA DEL CINEMA POSTMODERNO
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SCRITTURA CLASSICA:
Stile trasparente-neutro, funzionale al racconto, fedele alla sceneggiatura
Inserimento di marcatori della storia, virtuosismi per un maggiore coinvolgimento
emotivo, centralità dell’oggetto guardato
SCRITTURA MODERNA:
Scrittura come discorso personale, scrittura opaca, metalinguistica
Parzialità dei punti di vista, interruzioni, ripetizioni, didascalie, anticipazioni
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centralità dell’io che guarda, attenzione dello spettatore spostata sul “come”
:
SCRITTURA POSTMODERNA
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Centralità dell’atto del guardare, contaminazione tra trasparenza e opacità, neutralità
ed accensione, per sedurre lo spettatore attraverso abili giochi di scrittura
Il racconto torna al centro ma con la consapevolezza della modernità, funzionale al
contatto con uno spettatore quale partner attivo del gioco.
Il cinema è sogno, l’illusione è consapevole, è messa inscena ed accettata
LA NARRAZIONE DEL CINEMA
POSTOMODERNO
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Ritorno alla narrazione:
piacere desiderio di raccontare storie
senza preoccupazioni ideologiche
dalla sperimentazione e della ossessione per il nuovo
La narrazione postmoderna è caratterizzata da leggerezza,
commistione, dispersione, frammentazione
•  Il narratore stesso assume i connotati della debolezza
•  (depotenziato, defunzionalizzato)
La debolezza del narrare si esprime nella molteplicità dei punti di vista,
nella frammentazione della visione.
LO SPETTATORE DEL CINEMA
POSTMODERNO
•  Dalla Identificazione passiva nella scrittura classica
•  Alla Partecipazione attiva nella scrittura opaca
•  L’identificazione dello spettatore postmoderno non è né attiva né
passiva ma dissimulata
•  Lo spettatore postmoderno passa ad una situazione di sottile
seduzione e immersione nel film
grazie alle caratteristiche dell’immagine postmoderna:
•  densità, sovraeccitazione, assenza di significati, di progetti estetici,
la seduzione, la finzione.
•  Giochi di simulazioni e interventi stranianti come interpellazioni
simulate, cinema nel cinema, contaminazione dei generi
•  conducono nel campo della pura emozionalità e in assenza di
razionalità, ella partecipazione dello spettatore alla scrittura del testo
LE NUOVE REGOLE DEL CINEMA
POSTMODERNO
•  Esibizionismo iconico Estremismo sensitivo
•  Reificazione degli sguardi Frammentazione dei soggetti
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Primato del sentire sul sapere e sul credere
Primato del sensibile sul sensato
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Principio della contingenza:
Le storie deboli della postmodernità dove domina il caso, il simultaneo, le
strutture itineranti e casuali
Principio della contaminazione:
Ibridismo, oscillazione, cambio di ruoli, confusione di identità
Principio dell’accumulo e del collezionismo:
Collezione come accumulo casuale di storie, personaggi senza profondità e
soprattutto di sensazioni estreme e e nel campo della pura emozionalità e in
assenza di razionalità mozioni al limite.
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La società del controllo informatico
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La sorveglianza postmoderna è una manifestazione di potere i cui segni sono sempre meno
visibili e non manifesti, o per lo meno celati e mimetizzati.
L’occhio stesso, senso del controllo per eccellenza, cede il passo e viene affiancato da nuovi
sensi.
La sorveglianza infatti sfrutta e analizza ogni senso.
Le conversazioni si sentono e si analizzano, le modulazioni della voce vengono registrate per
diventare chiavi di accesso, il tatto diventa un’impronta, un segno
Il corpo stesso si trasforma in un insieme di dati con caratteristiche biometriche uniche per ogni
individuo, diventando così non solo l’oggetto del discorso del controllo, ma anche uno strumento
con il quale si entra nella società del controllo
Il corpo diventa la password d’accesso ai vari settori che regolamentano la nostra esistenza
Le tecnologie utilizzate sono talmente diversificate che si possono raccoglierle in quattro gruppi:
videosorveglianza (CCTV): le cosiddette TV a circuito chiuso, che registrano i nostri
movimenti ogniqualvolta ci troviamo in un luogo pubblico come un bar, un aeroporto o una
discoteca
tecnologie comunicazionali: veri e propri strumenti di intercettazione delle nostre
comunicazioni, sono spesso usate per raccogliere dati sui nostri gusti o preferenze quando
navighiamo su Internet;
tecnologie biometriche, che usano i dati estratti dal nostro corpo, come la scansione
dell’iride o la mappatura del nostro volto
tecnologie di identificazione, che raccolgono dati quando usiamo la carta di credito,
facciamo la spesa con i punti-sconto, telefoniamo col cellulare