trieste prima - FontanaMIXensemble

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trieste prima - FontanaMIXensemble
TRIESTE PRIMA 2012
Incontri internazionali
con la musica contemporanea
24 ottobre – 19 novembre
musica
òfluida
26ma edizione
programma
Mercoledì 24 ottobre
Castello di Miramare, ore 17.00
EX NOVO ENSEMBLE
Prolusione di Renzo Cresti sulla figura di G. Coral
Giampaolo Coral (1944-2011) Raps XII (2001) per violino, violoncello e
pianoforte
Gérard Grisey (1946-1998) Talea (1984) per flauto, clarinetto, pianoforte,
violino, violoncello
Hanns Eisler (1898-1962) Vierzehn Arten, den Regen zu beschreiben op.70
(1940) per flauto, clarinetto, pianoforte, violino (viola) e violoncello
Arnold Schönberg (1874-1951) Kammersymphonie op.9 in der Bearbeitung von
A. Webern (1921) per flauto, clarinetto, pianoforte, violino e violoncello
Programma 2012
Sabato 27 ottobre
Castello di Miramare, ore 17.00
QUARTETTO PROMETEO
Ivan Fedele (1953) Palimpsest – Quarto quartetto per archi (2006/2007)
Claude Debussy (1862-1918) Quatuor op. 10 (1893)
Lunedì 29 ottobre
Auditorium Revoltella, ore 20.30
FONTANAMIXENSEMBLE
Sofia Gubajdulina (1931) Dancer on a tightrope (1993) per violino e pianoforte
Wolfgang Rihm (1952) Fremde Szene III (1983/1984) per violino, violoncello
e pianoforte
José Manuel López López (1956) In Memoriam Joaquín Homs (2005) per
pianoforte
Salvatore Sciarrino (1947) Melencolia I (1980/1982) per violoncello e pianoforte
Maurice Ravel (1875-1937) Trio in la minore (1914)
Lunedì 5 novembre
Auditorium Revoltella, ore 20.30
GMCL – GRUPO DE MUSICA CONTEMPORANEA DE LISBOA
Adriano Martinolli D’Arcy direttore
Clotilde Rosa (1930) O Caminho de Orfeu
Jorge Peixinho (1940-1995) O canto da Sibila
João Madureira (1971) Ce funeste language
Carlos Caires (1968) Crossfade
Jorge Peixinho (1940-1995) Llanto por Mariana
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Venerdì 9 novembre
Auditorium Revoltella, ore 20.30
Letizia Michielon pianoforte
Toru Takemitsu (1930-1996) Romance (1949)
Sofia Gubajdulina (1931) Musical Toys (1969), Toccata-Troncata (1971)
Invention (1974),Chaconne (1963)
Olivier Messiaen (1908-1992) dai Préludes (1928/1929): n°1 La colombe,
n°3 Le nombre léger
Letizia Michielon (1969) Klanglicht, Studio n°7, Hommage à S. Gubajdulina
(2012, prima esecuzione)
Sofia Gubajdulina (1931) Sonata (1965)
Venerdì 16 novembre
Auditorium Revoltella, ore 20.30
NEW MADE ENSEMBLE
Alessandro Calcagnile direttore
Sonia Bo (1960) Intermezzo per violoncello solo
Rocco Abate (1950) ele-GG-ia (in memoria di G. Coral e G. Luzzi) per clarinetto
e trio d’archi (2012, prima esecuzione)
John Cage (1912-1992) Ophelia per pianoforte solo
Giuseppe Colardo (1953) Cenere per pianoforte solo
Alessandra Ravera (1977) Sansens per violino e ensemble (2012, prima esecuzione)
John Cage (1912-1992) In a landscape per pianoforte solo
Marco Bertona (1967) L’eco del tempo per clarinetto solo
Fabrizio Festa (1960) Cinque capricci per violino
John Cage (1912-1992) Dream per pianoforte solo
Umberto Bombardelli (1954) Gran duo per clarinetto e pianoforte
Rossella Spinosa (1971) Schlicht per ensemble
Lunedì 19 novembre
Auditorium Revoltella, ore 20.30
MD7 ENSEMBLE
ˇ ˇ direttore
Simon Krecic
Katja Krajnik viola
Franci Krevh percussioni
Fabián Pérez Tedesco (1963) Synapsis IX per ensemble
Nenad Firšt (1964) Violab per viola ed ensemble
ˇ ˇ (1934)Timber-line per ensemble
Pavel Mihelcic
Doina Rotaru (1951) Centrifuga per ensemble
Tadeja Vulc (1978) Tlesk vode per percussioni ed ensemble
Mihael Paš (1970) Nutcase per ensemble
Julia Gomelskaja (1964) Three Ascents to the Identity per ensemble
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XXVI Festival “Trieste Prima”
Musica fluida
Introduzione
L’eterna clessidra dell’esistenza
viene sempre di nuovo capovolta.
Friedrich Nietzsche, La gaia scienza
Dopo venticinque anni il Festival
“Trieste Prima” capovolge la sua
clessidra. Gesto inevitabile, nel
vuoto dell’assenza del suo ideatore
Giampaolo Coral, scomparso nel
2011. Gesto che ci vede concentrati
sulla responsabilità delle nostre
scelte. Scelte che, come nel passato,
devono imporre il festival quale lucida
testimonianza del pensiero musicale
contemporaneo. Siamo sicuri che,
nell’impegno del definire la presente
stagione, oggi come nel 1987, anno
della prima edizione, si è riusciti ad
offrire alla città quella preziosa cultura
dell’ascolto tanto cara a Giampaolo
Coral. “L’ascolto di una musica che si
arrischia nel suono”1.
Music”, con la quale è in atto una
proficua collaborazione. Grazie alla
personalità di Fedra Florit, direttore
artistico dell’Associazione “Chamber
Music”, che ha preso a cuore
l’iniziativa ed è riuscita nella creazione
del “Premio di composizione
Giampaolo Coral”, Trieste quest’anno
inaugura il suo nuovo concorso
compositivo. Esso coincide con la
stagione Trieste Prima, e i primi due
concerti di quest’ultima si situano
nella splendida cornice del Castello di
Miramare, dove avrà luogo il concorso
stesso.
E’ doveroso iniziare il festival con
un brano di Giampaolo Coral.
Il suo Raps XII (2001), apre il
festival di quest’anno e sarà
proposto dall’Ensemble Ex Novo
di Venezia il 24 ottobre. La cornice
al concerto sarà completata dalla
Kammersymphonie di Schönberg,
nella celebre trascrizione di
Webern (1921), brano che rivela
come la musica possa fluidamente
riecheggiare se stessa nella sensibilità
di autori diversi e lontani nel tempo
– ricordo l’ammirazione di Coral
per lo Schönberg espressionista,
Un gesto da interpretare con slancio,
e rilanciare, assieme alla stagione,
anche la questione del concorso
di composizione che Trieste aveva
avuto e che ha perso, con grande
rammarico di Giampaolo. Ridare alla
città un concorso di composizione
che la proietti nel fulcro del pensiero
musicale contemporaneo è stata
una prerogativa che l’associazione
“Chromas” è riuscita a perseguire
grazie all’associazione “Chamber
Massimo Cacciari, Verso Prometeo, tragedia dell’ascolto, in AAVV, Verso Prometeo, La Biennale-Ricordi,
Venezia 1984.
1.
6
e in quel Schönberg ritrovo una
delle matrici del suo pensiero,
presente anche in Raps XII. Tra i due
brani altri due tesori della musica
contemporanea, Talea di Grisey
(1984), che rappresenta un mondo
diverso in cui la narratività musicale si
trasferisce all’interno del suono: è la
poetica della musica spettrale. Il terzo
brano del programma si riavvicina a
Schönberg e Coral con la singolare,
fluida reinterpretazione della
dodecafonia schönberghiana di Hans
Eisler – il suo Vierzehn Arten den
Regen zu beschreiben (1940), che
riecheggia però, curiosamente, titoli
cari agli spettralisti, quali 13 couleurs
du soleil couchant, di Tristan Murail.
in quanto vi s’intravvedono quei
procedimenti compositivi di cui lo
stesso Debussy dirà: “Rassicuratevi,
l’opera è proprio costruita; ma
cercherete invano le colonne”.
Curiosamente, anzi, fluidamente,
anche la poetica compositiva di
Grisey rivela delle assonanze con
alcune istanze debussiane, quando nel
suo saggio Per una genesi del suono,
dice: “Il materiale… (…) …è sublimato
attraverso il puro divenire del suono”3.
Infatti, “dagli storici troppo a lungo
l’importanza dell’Impressionismo è
stata accantonata”, avverte Mario
Bortolotto4: il punto di partenza del
suono francese?
Aprendo una parentesi, il secondo
concerto saluta la splendida Sala
del Trono del Castello di Miramare e,
con il terzo concerto, Trieste Prima si
sposta nel suggestivo Auditorium del
Museo Revoltella, che ospiterà il resto
della stagione.
La fluidità di cui scorre Trieste
Prima 2012 rivela il Novecento quale
“secolo lunghissimo”2: nel concerto
di chiusura dei lavori della giuria
abbiamo l’opportunità di continuare
a seguire lo sviluppo del pensiero
spettralista, poiché i materiali che
Ivan Fedele introduce nel suo Quarto
quartetto per archi (2006/2007)
traggono linfa proprio dalla corrente
francese sviluppatasi dalle ricerche
di Grisey (e altri) citata poc’anzi. Il
Quartetto Prometeo, protagonista
della serata, lo accosta al Quatuor
op. 10 (1893) di Debussy, un’opera
giovanile del grande maestro
francese, ma che già sbigottisce
all’epoca gli amatori del genere
quartettistico per la libertà formale,
Il suono francese ci accompagnerà
anche il 29 ottobre nel terzo
concerto della stagione: l’ensemble
Fontanamix di Bologna eseguirà
infatti il Trio in la minore di Maurice
Ravel. In quest’opera della maturità
(1915) il maestro francese ricerca un
nuovo rapporto con le forme della
tradizione: prima, infatti, “v’era… (…) …
in Ravel, sottaciuta o palese, un’idea
extramusicale, letteraria talvolta, il più
sovente pittorica, o semplicemente
Opere Documenti Orientamenti del Novecento Musicale, note di copertina a Béatrice Ramaut-Chevassus, Musica e
Postmodernità, Ricordi, Milano 2003.
3.
I Quaderni della Civica Scuola di Musica, Milano, n° 27, Giugno 2000, p.25.
4.
Fase seconda, Adelphi, Milano 2008, p.19.
2.
7
visiva”5, idee probabilmente evocate
dalla predilezione di autori quali
Borodin, Mussorgskij, e RimskijKorsakov. Un altro gesto e la clessidra
è nuovamente capovolta. Negli altri
brani in programma il 29 ottobre
infatti la sabbia del tempo fluisce
rifluendo altrettanto inesorabilmente.
Se l’ambiente musicale russo della
seconda metà dell’Ottocento caro a
Ravel era ricco di spunti extramusicali,
spesso fiabeschi, non è forse un caso
se, un secolo dopo, la compositrice
russa Sofia Gubajdulina concepirà
un proprio mondo poetico anch’esso
ricco di istanze espressive legate ad
altri ambiti. Spetta a lei capovolgere
la clessidra, e scrivere Dancer on a
Tightrope: brano che evade la realtà,
all’inseguimento di una leggerezza
altra, di un mondo diverso. La stessa
premessa vale per José Manuel
López López: nei quattro minuti di
In memoriam Joaquìn Homs (2005)
cerca la stessa, eterea propositività.
Sebbene il milieu musicale da cui
nasce Fremde Szene III (1983-84) di
Wolfgang Rihm sia del tutto diverso
da quello di Sofia Gubajdulina, il
brano del compositore tedesco
condivide con Dancer on a Tightrope
la stessa urgenza espressiva. In
Melencolia I (1980) Salvatore Sciarrino
percorre “lontananze spirituali”
simili a quelle di Rihm, giungendo
però a esiti opposti, costringendo le
proprie immagini sonore in una sorta
di “spoliazione” ai limiti del silenzio,
ben diversa dai parossismi sonori
del compositore di Karlsruhe. Se nel
5.
6.
lacerante neo-espressionismo di Rihm
la lontananza di un mondo perduto
trova un riferimento in Schumann,
in Sciarrino il suo caratteristico
“mortificarsi” nasce dall’enigmatica
incisione di Albrecht Dürer ricordata
nel titolo stesso dell’opera.
“Le rovine della città romana di
Miróbriga” sono “l’ultimo luogo dove
l’immaginazione può far passeggiare
i Romani in toga, chiacchierando
dei raccolti e della Roma lontana”6.
Capovolgere la clessidra, quindi,
crediamo significhi anche far
riemergere l’esplorazione di mondi
compositivi poco frequentati,
tenacemente perseguiti da Giampaolo
Coral: il 5 novembre sarà il Grupo de
Musica Contemporanea de Lisboa a
presentarci il meglio della produzione
musicale portoghese, dove le opere di
Clotilde Rosa (1930), Jorge Peixinho
(1940-1995), João Madureira (1971) e
Carlos Caires (1968) rappresentano il
percorso dal Secondo Novecento ad
oggi dal punto di vista di una delle
più particolari periferie d’Europa. Pure
suggestioni letterarie?
A quattro giorni di distanza soltanto,
la periferia d’Europa che percorriamo
è quella opposta al Portogallo:
l’estremo lembo orientale, la Russia.
Il 9 novembre viene proposto un
recital pianistico, con in programma
l’integrale dell’opera pianistica di
Sofia Gubajdulina, la compositrice
già sfiorata dal Fontanamix in
precedenza. Protagonista della
Mario Bortolotto, Fase seconda, Adelphi, Milano 2008, p.38.
José Saramago, Viaggio in Portogallo, Einaudi, Torino 1999, p.504.
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serata, la pianista Letizia Michielon,
che descrive l’operato di Sofia
Gubajdulina nella “vocazione
bifrontale” del rielaborare “in modo
personale la tradizione occidentale e
quella orientale”. L’opera pianistica di
Sofia Gubajdulina verrà esaltata nella
propria ambivalenza dalla presenza
in programma dell’ “orientale” Toru
Takemitsu e dell’ “occidentale” Olivier
Messiaen, autori di polarità diverse,
ma di comuni intenti spirituali.
La commissione di una prima
esecuzione, costante nelle varie
edizioni del festival succedutesi negli
anni, fluisce quest’anno su Klanglicht,
della stessa Letizia Michielon.
a comprendere, almeno in parte,
la situazione italiana. E ancora: la
presenza di John Cage, doverosa
nell’anniversario di quest’anno,
può aiutarci a capire? Può essere
messa in relazione con il problema
e, cageanamente, “insegnarci ad
evitarlo”?
L’eterno fluire dei granelli di sabbia
nell’ampolla ci riporta a quell’apertura
verso l’Est europeo che orientò il
festival nell’operato di Coral e sulle cui
tracce ci incamminiamo riproponendo
l’ensemble MD7 di Lubiana, più
volte proposto dallo stesso Coral
nelle passate edizioni. Il programma
presentato, che concluderà la
stagione di quest’anno il 19 novembre,
spazia da Violab di Nenad Firšt a
Timber-line di Pavel Mihelcic,
ˇ ˇ sino a
Tlesk vode (Lo scroscio dell’acqua)
di Tadeja Vulc e Nutcase di Mihael
Paš, riunendo in quattro pezzi tre
generazioni di compositori sloveni, e
tracciando i fluenti contorni evolutivi
del pensiero musicale contemporaneo
d’oltreconfine; accanto ad essi,
qualche passo più in là, la Romania,
con Centrifuga di Doina Rotaru, e
l’Ucraina, con Three Ascents to the
Identity di Julia Gomelskaja.
Corrado Rojac
Anche il concerto seguente propone
delle prime esecuzioni, commissionate
a Rocco Abate e Alessandra Ravera:
la musica contemporanea italiana
ha infatti sempre occupato un posto
importante nella programmazione
del festival. Il 16 novembre il New
Made Ensemble di Milano ne presenta
alcuni recenti protagonisti, tra cui
il già citato Rocco Abate, Sonia Bo,
Giuseppe Colardo. La fluidità a cui
s’accennava all’inizio può essere
letta anche sincronicamente, entro
la musica stessa: la domanda posta
dalla postmodernità – ‘perché non far
coesistere mondi musicali eterogenei’
– ha ancora senso? In due parole,
un autore, oggi, deve continuare a
scegliere – per citare Jean-Jacques
Nattiez – tra musica poieticocentrica e musica estesico-centrica
o si dà quest’ultima per acquisita?
Le risposte che ci giungeranno dal
presente concerto ci aiuteranno
9
con
cer
t
i
Mercoledì 24 ottobre
Castello di Miramare, ore 17.00
EX NOVO ENSEMBLE
Ex Novo Esemble
Daniele Ruggieri flauto
Davide Teodoro clarinetto
Roberto Giaccaglia fagotto
Carlo Lazari violino e viola
Carlo Teodoro violoncello
Aldo Orvieto pianoforte
Giampaolo Coral (1944-2011) Raps XII (2001), per violino, violoncello
e pianoforte
Gérard Grisey (1946-1998) Talea (1984) per flauto, clarinetto, pianoforte,
violino, violoncello
Hanns Eisler (1898-1962) Vierzehn Arten, den Regen zu beschreiben op.70
(1940) per flauto, clarinetto, pianoforte, violino (viola) e violoncello
Arnold Schönberg (1874-1951) Kammersymphonie op.9 in der Bearbeitung
von A. Webern (1921) per flauto, clarinetto, pianoforte, violino e violoncello
Ex Novo Ensemble
Nato nel 1979 a Venezia dalla collaborazione tra un gruppo di musicisti ed il compositore Claudio
Ambrosini, l’Ex Novo Ensemble rappresenta ormai una realtà di riferimento nel panorama
internazionale della musica nuova. La continuità del lavoro comune, la coerenza artistica
e professionale hanno consentito al gruppo di acquisire un carattere, un “suono” che gli
sono riconosciuti dal pubblico e dalla critica dei principali festival e rassegne europei. L’impegno
portato nell’approfondimento del linguaggio musicale contemporaneo è in seguito divenuto punto
di partenza per la rilettura del repertorio classico e particolarmente d’alcune pagine affascinanti,
destinate ad organici rari e tuttora poco note. Da mettere in rilievo le molte prime esecuzioni
assolute di lavori dedicati all’Ex Novo Ensemble, presentati al pubblico anche attraverso
la registrazione di produzioni e concerti per le maggiori radio europee. Significativo infine il
contributo alla diffusione della musica da camera del Novecento storico italiano testimoniato dalla
prolungata collaborazione con importanti case discografiche.
Giampaolo Coral (1944-2011)
Diplomatosi in pianoforte al Conservatorio di Venezia, ha collaborato con il Teatro “Giuseppe
Verdi” di Trieste e con i Teatri Stabili del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, ha insegnato al
Conservatorio di Trieste ed è stato direttore artistico del Concorso internazionale di composizione
“Premio Musicale Città di Trieste”. Nel 1987 ha fondato l’associazione per la promozione della
musica contemporanea “Chromas” e ha creato il festival “Trieste Prima – Incontri Internazionali
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con la Musica Contemporanea” che quest’anno giunge alla propria 26ma edizione. Il suo percorso
compositivo, essenzialmente da autodidatta, è stato costellato da importanti affermazioni, quali
i premi internazionali al Concorso Internazionale “Premio Musicale Città di Trieste”, il “Prix
de Composition Musicale Prince Pierre de Monaco”, il “Concours Européen de Composition
de Leuven” (Belgio), l’ “International Edvard Grieg Memorial Competition for Composers”,
e molti altri. Tra le sue opere sinfoniche, ricordiamo il Requiem per Jan Palach e altri (1969)
per orchestra, Tout à coup e comme par jeu (1983) per flauto e orchestra; Amras per violino ed
orchestra (1992), nel repertorio lirico, Favola (1977), Mr. Hyde (1980) e Demoni e fantasmi
notturni della città di Perla (1997). Vasta la produzione di musica corale, di musiche di scena,
e nell’ambito della musica da camera; quest’ultima vive di una luce particolare soprattutto
nelle opere vocali, ispirate da Goethe, Trakl, Hölderlin, e altri. La sua musica è stata eseguita in
numerosi festival internazionali da interpreti ed ensembles famosi (Ensemble Intercontemporain,
Klangforum Wien, Wiener Collage, ecc.).
Gérard Grisey (1946-1998)
Compositore francese tra i più importanti del Secondo Novecento, studiò al Conservatorio
di Trossingen, in Germania, all’École Normale de Musique di Parigi con H. Dutilleux,
e al Conservatorio di Parigi con O. Messiaen. Perfezionatosi all’Accademia Chigiana e a
Darmstadt con K. Stockhausen, G. Ligeti e I. Xenakis, si dedicò allo studio dell’acustica e
dell’elettroacustica, studio che fu la base per le sue ricerche compositive, sfociate in ciò che oggi
definiamo spettralismo.
La definizione ufficiale è del 1979, quando Hugues Dufourt indica con essa un “lavoro di
composizione musicale” che si esercita direttamente sulle “dimensioni interne della sonorità”,
ossia sul timbro o spettro del suono. Tra le sue opere citiamo il ciclo Les espaces acoustiques
(1974-1985) per vari organici strumentali, Tempus ex machina (1979) per 6 percussioni, Anubis
et Nout (1990) per sassofono, Vortex temporum (1994/1995) per ensemble, e Quatre Chants pour
franchir le Seuil (1996/1998) per soprano e 15 strumentisti.
Hanns Eisler (1898-1962)
Compositore tedesco, studiò a Vienna con A. Schönberg (1919-1923); centrale nella sua
produzione fu il trasferimento a Berlino (1924) e l’adesione agli ideali marxisti, da cui l’impegno
per una concezione sociale della musica, in conflitto con l’utilizzo della dodecafonia comunque
spesso presente nella sua tecnica compositiva (emblematica l’aspirazione a “uno stile che al più
alto livello artistico riesca a raggiungere le masse”, come disse egli stesso). Emigrato negli Stati
Uniti (1936-1948), compose molta musica per film (collaborò con Charlie Chaplin), tra cui il
brano in programma, scritto per un documentario; nel dopoguerra si stabilì a Berlino Est, dove
insegnò alla Deutsche Hochschule für Musik. Collaborò con Bertolt Brecht, scrivendo molte
musiche di scena e opere teatrali (Die Mutter, 1932); vasta la produzione di canzoni politiche,
Lieder (Vier Wiegenlieder für Arbeitermütter, 1932/1933), musica da camera (Streichquartett
op.75, 1938), ancor oggi purtroppo di rara esecuzione.
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Arnold Schönberg (1874-1951)
Una delle più importanti personalità tra i musicisti del Primo Novecento, il compositore austriaco
Arnold Schönberg studiò principalmente da autodidatta; gli inizi d’impronta postromantica
(Verklärte Nacht, 1899, Gurrelieder, 1901) sono già spinti verso quell’espressionismo che
s’imporrà nelle opere successive (Kammersymphonie op.9, 1906, Tre pezzi per pianoforte
op.11, 1908/1909, Pierrot lunaire op.21, 1912), fondamentali nella storia della musica per la
“dissoluzione” della tonalità e il nuovo rapporto con la parola, rivelato nel Pierrot, “nell’ebbrezza
della sonorità iniziale delle prime parole”, come disse egli stesso. La collaborazione con Vasilij
Kandinskij lo porta a concepire un teatro dove suono, parola e colore si muovono sullo stesso
piano (Die glückliche Hand, 1909). Ma viene a porsi l’esigenza di una riorganizzazione della
costruzione musicale, che sfocia nella dodecafonia, “metodo per comporre mediante 12 suoni
che non stanno in relazione che fra loro”, realizzata nella Suite op.25 per pianoforte (1925).
Sono gli anni in cui, con gli allievi Alban Berg ed Anton Webern, prende forma quella “Seconda
scuola di Vienna” che alcuni importanti compositori del Secondo Novecento considereranno
quale punto di partenza per gli sviluppi futuri dell’arte musicale; sono gli anni in cui, a Berlino,
Wilhelm Furtwängler dirige l’opera dodecafonica schönberghiana più complessa, le Variazioni
per orchestra op.31 (1926/1928). Dopo l’avvento di Hitler al potere fu costretto ad emigrare negli
Stati Uniti (1933), dove rimase fino alla morte; qui continuò a lavorare al gigantesco Moses und
Aron, opera-sintesi della sua arte, che riuscì a completare nel testo ma non nella musica. Tra le
ultime opere, citiamo A Survivor from Warshaw per recitante e orchestra (1947), ove il pensiero
musicale schönberghiano sembra indicare percorsi meno ermetici.
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Ex Novo Ensemble
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Sabato 27 ottobre
Castello di Miramare, ore 17.00
QUARTETTO PROMETEO
Quartetto Prometeo
Giulio Rovighi e Aldo Campagnari violini
Massimo Piva viola
Francesco Dillon violoncello
Ivan Fedele (1953) Palimpsest – Quarto quartetto per archi (2006/2007)
Claude Debussy (1862-1918) Quatuor op. 10 (1893)
Quartetto Prometeo
Numerosi i riconoscimenti destinati al Quartetto Prometeo sin dagli esordi, tra i quali la borsa di
studio e il Diploma d’Onore conferiti dall’Accademia Chigiana (1995); seguono il primo premio
alla “Prague Spring International Music competition” (1998), la nomina a gruppo in residence
della Britten Pears Academy di Aldeburgh (1998), e ben due “Premi Speciali Bärenreiter”
(1998 e 2000). L’attività concertistica tocca le istituzioni internazionali più prestigiose, quali
Concertgebouw (Amsterdam), Musikverein (Vienna), Wigmore Hall (Londra), e molte altre.
Ospite delle stagioni concertistiche italiane più importanti (Settimana Musicale Senese, GOG
di Genova, IUC Roma), ha presentato in prima esecuzione numerose opere, quali gli Esercizi di
tre stili di Salvatore Sciarrino all’Accademia di Santa Cecilia di Roma, o Târ di Ivan Fedele alla
Società del Quartetto di Milano. Di prossima uscita per la casa discografica Limen alcuni dei
quartetti di J.Brahms, L. van Beethoven e G. Verdi. Il Quartetto Prometeo ha registrato inoltre per
importanti emittenti, tra le quali la ARD, il Bayerische Rundfunk, la BBC, Radio France, l’ORF,
e RAI Radio3. Recentemente il Quartetto Prometeo è stato insignito del “Leone d’argento” alla
Biennale di Venezia.
Ivan Fedele (1953)
Dopo gli studi pianistici con B. Canino e V. Vitale, e quelli di composizione con R. Dionisi, A.
Corghi e F. Donatoni, intraprende un proprio percorso compositivo che deve molto alla passione
per la matematica, trasmessagli dal padre. L’approfondimento di concetti quali “spazializzazione”
(presente in Ali di cantor, per esempio), o la realizzazione di un prototipo di “sintetizzatore
granulare” (usato in Richiamo, 1993, per esempio) sarebbero stati impensabili senza una simile
influenza intellettiva.
L’attività compositiva di Ivan Fedele è prolifica; tra le opere per il teatro, citiamo Antigone, 2007,
vincitrice del “Premio Abbiati” dell’Associazione Critici Italiani; la produzione sinfonico-vocale
vede, tra i lavori più recenti, En archè, e 33 noms, commissionata dal Teatro La Scala di Milano.
La sua musica è stata diretta da nomi prestigiosi, quali P. Boulez, E. P. Salonen, R. Muti, ed
eseguita da orchestre ed ensembles quali BBC Orchestra, Orchestra Sinfonica di Chicago, SWR di
Stoccarda, National de France, OSN della RAI, Ensemble Intercontemporain, KlangforumWien,
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e molti altri. Numerose le incisioni importanti, tra cui Animus Anima (Stradivarius), che
ha ricevuto da “Le Monde de la Musique” lo “Choc de la Musique 2003”. Svolge intensa
attività didattica presso istituzioni quali l’Università di Harvard (Boston), la Sorbona (Parigi),
l’Accademia Sibelius (Helsinki), il Conservatorio di Milano; è docente di composizione ai Corsi
di Perfezionamento in Studi Musicali all’Accademia di Santa Cecilia di Roma.
Claude Debussy(1862-1918)
Uno dei più importanti musicisti attivi tra Ottocento e Novecento, Claude Debussy, studiò al
Conservatorio di Parigi pianoforte e composizione, rispettivamente con A.-F. Marmontel ed E.
Giraud. Interessato a Wagner (fu più volte a Bayreuth) e Mussorgskij, frequentò gli ambienti
parigini legati al simbolismo ed all’impressionismo; il Prélude a l’après-midi d’un faune (1894),
fu la sua prima opera che riscosse grande successo.
Altri capolavori, quali il dramma musicale Pelléas et Melisande, all’epoca non furono compresi
(1902). Nelle altre opere che potremmo citare, quali Iberia, per orchestra (1908), o le Études,
per pianoforte (1915), ma anche la tarda Sonata per violino e pianoforte (1917), le istanze
debussiane sono costanti e tracciano un percorso significativo: il discorso musicale segue una sua
propria libertà, che Debussy deve a Wagner, ma riesce a sottrarre alla narratività del compositore
tedesco; la libertà è infatti strettamente correlata all’assaporare il momento, e Debussy vi riesce
neutralizzando i nessi sintattici propri della musica tonale; da ciò anche la particolare attenzione
al timbro e alle sonorità nuove. Debussy sviluppa quindi una nuova percezione del tempo, nelle
sue opere, che influirà profondamente sullo sviluppo del Novecento musicale, come dimostrano
alcune tendenze recenti, tra cui il già citato spettralismo.
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Quartetto Prometeo
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Lunedì 29 ottobre
Auditorium Revoltella, ore 20.30
FONTANAMIXENSEMBLE
FontanaMIXensemble
Valentino Corvino violino
Eva Zahn violoncello
Franco Venturini pianoforte
Sofia Gubajdulina (1931) Dancer on a tightrope (1993) per violino e pianoforte
Wolfgang Rihm (1952) FremdeSzene III (1983/1984) per violino, violoncello
e pianoforte
José Manuel López López (1956) In Memoriam Joaquín Homs (2005)
per pianoforte
Salvatore Sciarrino (1947) Melencolia I (1980/1982) per violoncello e pianoforte
Maurice Ravel (1875-1937) Trio in la minore (1914)
FontanaMIXensemble
Il FontanaMIXensemble nasce nel 2002, debuttando al Bologna Festival; dal 2004 al 2009
è il gruppo in residence del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna
e inizia una brillante attività concertistica che tocca istituzioni musicali di prestigio, quali il
teatro Comunale di Bologna, Milano Musica, Nuova Consonanza (Roma), Biennale di Venezia,
collaborando con i compositori più in vista del panorama internazionale (Kaija Saariaho, Fausto
Romitelli, Tristan Murail, Sylvano Bussotti, e altri).
L’ensemble, di organico variabile, diretto dalla fondazione da Francesco La Licata, collabora anche
con importanti musicisti, quali il basso Nicholas Isherwood, il violoncellista Frances-Marie Uitti, il
contrabbassista Stefano Scodanibbio, e altri.
Dal 2004 promuove EXITIME, una rassegna di concerti, seminari e incontri dedicata alla
musica contemporanea, realizzando ritratti di compositori importanti quali Wolfgang Rihm,
Georg Crumb, Ivan Fedele, ma favorendo anche la crescita artistica di giovani compositori,
commissionando loro prime esecuzioni, e coinvolgendo in questo spazio aperto anche il pubblico
interessato al nuovo.
Sofia Gubajdulina (1931)
La compositrice russa di origini tartare Sofia Gubajdulina si forma al Conservatorio di Kazan,
dove studia con A. Leman (1949-1954) e al Conservatorio di Mosca, dove frequenta le lezioni di
composizione di N. Peiko e V. Šebalin (1954-1963).
Dal 1992 vive ad Amburgo, in Germania.
Sviluppa ben presto un proprio mondo poetico legato a istanze mistico-religiose; riesce ad
acquisire notorietà nell’Europa Occidentale negli anni Ottanta grazie all’esecuzione del suo
concerto per violino Offertorium, tenacemente perseguita dal violinista Gidon Kremer. Da
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allora miete numerosi successi, vincendo il “Prix de Monaco” (1987), il premio “Sonning” in
Danimarca (1999), e altri. La sua prolifica attività compositiva conta numerosi brani sinfonici
e da camera, nonché vari pezzi solistici per strumenti poco consueti, tra cui la fisarmonica, a
cui Gubajdulina apre le porte, grazie al suo De profundis (1978), delle più importanti sale da
concerto. Tra i successi più recenti, la prima esecuzione del Quarto quartetto per archi (New York,
1994), da parte del Kronos quartet, la prima esecuzione del Concerto per viola (1997), da parte di
Jurij Bašmet e dell’Orchestra Sinfonica di Chicago condotta da Kent Nagano, e il monumentale
ciclo della Passione e Resurrezione di Cristo secondo San Giovanni (2002), commissionato dalla
Bachakademie di Stoccarda e dal NDR di Amburgo.
Incisioni di sue musiche le sono valse ben due premi “Koussevitzky”.
Wolfgang Rihm (1952)
Il compositore tedesco, fresco di studi (teoria della musica con Hans H. Eggebrecht, composizione
con K. Stockhausen), coglie il suo primo successo già nel 1974 con Morphonie al festival di
Donaueschingen, opera in cui convivono echi mahleriani e schönberghiani, e che si pone in
antitesi con le istanze compositive contemporanee di matrice bouleziana o stockhauseniana. Da
ciò l’accostamento del suo nome al termine “nuova semplicità”; l’evoluzione successiva però lo
vede su posizioni vicine a L. Nono, H. Lachenmann, e, tra gli altri, M.Feldman.
Spesso le sue opere sono riutilizzate in altre, così Ins Offene… per orchestra (1990) diventa la
base per il concerto pianistico Sphäre (1994) e per il brano per pianoforte solo Nachstudie, dello
stesso anno, che a sua volta viene rielaborato in Sphäre nach Studie, per ensemble. Wolfgang
Rihm è compositore prolifico, citiamo i 12 quartetti per archi, o l’opera Die Hamletmaschine
(1983/1986), nonché l’oratorio Deus Passus (1999/2000), commissionato dalla Bachakademie
di Stoccarda. Considerato tra i compositori più importanti degli ultimi anni, nel marzo 2010
l’orchestra della BBC gli dedica uno dei suoi “Barbican Centre Week-end”, che sarà poi ripreso
dal programma “Hear and Now” della stessa BBC.
José Manuel López López (1956)
Madrileno, si forma al conservatorio della sua città, studiando pianoforte, composizione e
direzione d’orchestra. Si perfeziona con L. De Pablo, O. Messiaen, L. Nono, P. Boulez e F.
Donatoni; attualmente dirige l’Atelier de composition dell’Università di Parigi (VIII).
Ha ricevuto commissioni da prestigiose istituzioni e realtà musicali, quali il Ministero della
cultura spagnolo, il Ministero della cultura francese, il Quartetto Arditti, e altri. Nel 2000 vince il
“Premio Nacional de Musica” spagnolo. Nel 2011 è compositore in residence all’Internationale
Sommerakademie del Mozarteum di Salisburgo. Tra le sue opere, citiamo Chronos (1986)
per orchestra, e, tra i numerosi brani da camera, Hybris (2002), dedicato a Iannis Xenakis;
menzioniamo, infine, l’opera multimediale La noche y la palabra (2004), e le installazioni sonore
Insolación (2009) e Infierno doméstico (2011).
Salvatore Sciarrino (1947)
Il compositore palermitano Salvatore Sciarrino si forma da autodidatta; nella sua poetica,
l’induzione ad un ascolto diverso, per la presa di coscienza, da parte dell’ascoltatore, di una realtà
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nuova. Trasferitosi a Roma nel 1969, è a Milano nel 1977. Insegna al Conservatorio di Milano dal
1974 al 1983; attualmente risiede in Umbria, a Città di Castello.
E’ stato direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna dal 1978 al 1980. Ha ricevuto
numerosi riconoscimenti, fra cui il “Premio Prince Pierre di Monaco” (2003) e il “Premio
Internazionale Feltrinelli” (2003). Il suo vasto catalogo è rappresentato anche dall’imponente
e pluripremiata discografia. Tra le sue composizioni, citiamo la nuova opera Da gelo a gelo,
rappresentata nel 2006 e coprodotta dall’Opéra National de Paris, Grand Théatre de Genève e
Schwetzinger Festspiele; citiamo inoltre i 4 adagi, eseguiti nel 2008 dalla Filarmonica della Scala,
e i 12 madrigali, eseguiti nello stesso anno al Festival di Salisburgo.
Maurice Ravel (1875-1937)
Maurice Ravel si forma al Conservatorio di Parigi con G. Fauré e A. Gédalge, terminando gli
studi nel 1905. Già da studente rivela un raffinato gusto armonico e la tendenza alla costruzione
simmetrica vicina ai modelli classici dei clavicembalisti francesi del Seicento e Settecento: titoli
quali Menuet antique (1895) e Pavane (1899) sono di per sé eloquenti.
Il Ravel sinfonico ammira piuttosto autori quali Borodin e Mussorgskij, e una parte delle sue
composizioni trae ispirazione da istanze narrative e descrittive, vedi Gaspard de la nuit per
pianoforte (1908). Tra esse, i Trois poèmes de Mallarmé (1913), per voce ed ensemble, sono stati
scritti dopo l’ascolto del Pierrot lunaire di Schönberg, ma nulla hanno in comune con quest’ultimo
se non qualche riecheggiamento formale.
L’unica opera teatrale di Ravel, L’enfant et les sortilèges, ha una gestazione piuttosto lunga e
verrà rappresentata a Montecarlo nel 1925. Negli anni Venti Ravel è all’apice della celebrità;
tra le sue ultime opere, i due concerti per pianoforte e orchestra Concerto pour la main gauche e
Concerto in sol, entrambi scritti nel 1931.
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Salvatore Sciarrino - foto di Luca carrà © Rai Trade
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Lunedì 5 novembre
Auditorium Revoltella, ore 20.30
GMCL – Grupo de Musica Contemporanea de Lisboa
GMCL – GRUPO DE MUSICA CONTEMPORANEA DE LISBOA
Adriano Martinolli D’Arcy direttore
José Sá Machado violino
Ana Castanhito arpa
Fátima Juvandes percussioni
Francisco Monteiro pianoforte
João Pereira Coutinho flauto
Jorge Sá Machado violoncello
Luìs Gomes clarinetto
Ricardo Mateus viola
Suzana Teixeira mezzosoprano
Clotilde Rosa (1930) O Caminho de Orfeu
Jorge Peixinho (1940-1995) O canto da Sibila
João Madureira (1971) Ce funeste language
Carlos Caires (1968) Crossfade
Jorge Peixinho (1940-1995) Llanto por Mariana
GMCL – Grupo de Musica Contemporanea de Lisboa
In più di quarant’anni di attività, l’ensemble ha svolto un’importante diffusione della musica
contemporanea portoghese, spesso commissionata dall’ensemble stesso. Tra gli obiettivi del
gruppo anche l’incisione e la pubblicazione delle opere eseguite, nonché l’organizzazione di
masterclasses, seminari e conferenze relativi all’interpretazione della musica contemporanea.
Tra i fondatori del gruppo, vi fu il suo animatore principale, Jorge Peixinho, prematuramente
scomparso; l’ensemble gli ha dedicato una parte cospicua della propria discografia. Tra
le collaborazioni più importanti, citiamo quella con gli Encontros Gulbenkian de Música
Contemporanea; tra i premi vinti, il riconoscimento più ambito è forse la “Medalha de Mérito
Cultural”, attribuita dalla Secretaria de Estado da Cultura. L’ensemble svolge un’intensa attività
concertistica internazionale; ha suonato in importanti festivals, stagioni e rassegne musicali,
toccando città quali Amsterdam, Bamberg, Bruxelles, Londra, Siena, Torino, Varsavia e Zagabria.
Adriano Martinolli D’Arcy
Dopo gli studi in direzione di coro e composizione ai conservatori di Trieste e Milano, completa
la propria formazione alla Musikhochschule di Vienna nel 1991.Alla guida di diverse formazioni
tra le quali l’Orchestra Sinfonica della RAI di Milano, la Philharmonia Orchestra di Londra,
la Niederösterreichisches Tonkünstler Orchester di Vienna, l’Orchestra Metropolitana di
Lisbona, l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, e l’Orchestra del Teatro lirico G. Verdi
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di Trieste, tiene concerti in Italia ed all’estero per importanti Istituzioni ed in sedi prestigiose,
dirigendo oltre al repertorio tradizionale numerose prime esecuzioni assolute. Direttore stabile
del Chromas Ensemble, ha tenuto concerti per alcuni tra i maggiori Festival internazionali di
musica contemporanea in Europa quali Aspekte Salzburg, Biennale Musica di Zagabria, Praga
Europa Festival, The New Music Week di Bucarest; con lo stesso gruppo ha effettuato numerose
registrazioni per la RAI e per altre emittenti europee.
Clotilde Rosa (1930)
Clotilde Rosa ha studiato pianoforte ed arpa al Conservatorio Nazionale di Lisbona,
perfezionandosi ad Amsterdam con Phia Berghout e a Parigi con Jaqueline Borot. Scopre la
musica contemporanea collaborando con Jorge Peixinho all’esecuzione di un suo pezzo per due
arpe nel 1962, da cui i soggiorni ai Ferienkurse di Darmstadt e le lezioni con P. Boulez, M. Kagel,
K. Stockhausen, e la fondazione, nel 1970, del Grupo de Musica Contemporanea de Lisboa.
Clotilde Rosa vince numerosi premi, tra cui il Premio Nazionale di Composizione “Oficina
Musical do Porto”. Tra le sue opere ama citare Espiral, eseguito nel 2012, che descrive alcuni stati
alterati della psiche umana. La compositrice portoghese si definisce postserialista, ma sente una
profonda appartenenza, anche musicale, alla sua terra; negli anni, le sue composizioni (Sonhava
de um marinheiro, 1980) hanno visto emergere con sempre maggior insistenza una particolare
linearità melodica.
Jorge Peixinho (1940-1995)
Personalità poliedrica, Jorge Peixinho fu compositore, insegnante, pianista, critico, presidente di
diverse associazioni, organizzatore di concerti, e direttore del Grupo de Musica Contemporanea
de Lisboa. Il suo impegno nella divulgazione della musica contemporanea portoghese fu di
vitale importanza. Studiò composizione e pianoforte al Conservatorio Nazionale di Lisbona,
perfezionandosi poi all’Accademia di S. Cecilia a Roma con Goffredo Petrassi e Boris Porena
(1961). Tra il 1960 e il 1970 fu ad ulteriori corsi di perfezionamento con L. Nono, P. Boulez e K.
Stockhausen. Nel 1974 fu insignito del Premio per la composizione della Calouste Gulbenkian
Foundation. Tra le sue composizioni, citiamo le Sucessöes Simétricas (1960), O jardin de Belisa
(1984) e il Concerto per arpa (1995).
João Madureira (1971)
Ha studiato composizione alla Escola Superior de Música di Lisbona, perfezionandosi poi con
Franco Donatoni all’Accademia Chigiana di Siena (1995), con York Höller alla Musikhochschule
di Colonia (1997/2000) e con Ivan Fedele al Conservatoire National de Région Strasbourg
(2000/2003). Nel 1998 vince il premio “ACARTE/Maria Madalena Azeredo Perdigão” della
fondazione Gulbenkian. La musica di João Madureira è stata eseguita in Germania, Inghilterra,
Francia, Italia, Spagna, Croazia e Portogallo. Citiamo, tra le sue opere, Par (1995) per ensemble,
Diptico (2002) per pianoforte e recitante, e Fulgor (2004) per orchestra d’archi.
Carlos Caires (1968)
Ha studiato composizione alla Escola Superior de Música di Lisbona, perfezionandosi poi
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all’Università di Parigi VIII con Horacio Vaggione.
La sua musica è eseguita in importanti festivals, quali l’inglese Atlantic Waves Festival (2004), i
Berliner Festspiele (2005), e il cinese Shanghai International Electroacoustic Week (2009).
Tra le sue composizioni, Al niente gli è valsa il “Premio di Composizione Joly Braga Santos” nel
1995, e Wordpainting, nel 1996, il “Premio Claudio Carneyro”. Nel campo delle scienze e
tecnologie applicate alla musica, Carlos Caires sta sviluppando il software di micromontaggio
IRIN, progetto iniziato all’Università di Parigi e che sta ultimando presso il centro di ricerca
CITAR, a Porto.
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João Madureira
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Venerdì 9 novembre
Auditorium Revoltella, ore 20.30
Letizia Michielon pianoforte
Letizia Michielon
Toru Takemitsu (1930-1996) Romance (1949)
Sofia Gubajdulina (1931) Musical Toys (1969), Toccata-Troncata (1971),
Invention (1974), Chaconne (1963)
Olivier Messiaen (1908-1992) dai Préludes (1928/1929): n°1 La colombe,
n°3 Le nombre léger
Letizia Michielon (1969) Klanglicht, Studio n°7, Hommage à S. Gubajdulina
(2012, prima esecuzione)
Sofia Gubajdulina (1931) Sonata (1965)
Letizia Michielon (1969)
Veneziana, ha curato la propria formazione artistica con il M° E. Bagnoli, sotto la cui guida si è
diplomata nel 1986 presso il Conservatorio di Venezia. Si è successivamente perfezionata con M.
Tipo, K. Bogino, A. Jasinski, P. Masi e M. Mika. Nel 1984 ha esordito con un recital alla Wiener
Saal del Mozarteum di Salisburgo, intraprendendo giovanissima la carriera concertistica. Vincitrice
di numerosi concorsi internazionali (tra cui “C. Zecchi” di Roma), ha suonato in sale prestigiose, tra
cui Mozarteum di Salisburgo, Centro Schönberg di Vienna, Liszt Saal dell’Università della Musica
di Vienna, Sala Mozart di Bologna. Ha inciso per Aliamusica (2004, 2007) e Ars Publica (2008). E’
docente di Pianoforte principale presso il Conservatorio di Trieste. Parallelamente all’attività pianistica
ha coltivato la formazione compositiva con Massimo Priori, Daniele Zanettovich e Riccardo Vaglini,
sotto la cui guida si è diplomata nel 2008 presso il Conservatorio di Venezia. Alcuni dei suoi lavori,
editi da Ars Publica, sono stati eseguiti dal Quartetto Ex Novo e dall’Ensemble L’Arsenale nell’ambito
di prestigiosi festival di musica contemporanea (tra cui Biennale Musica di Venezia 2009 e 2010).
Laureata in Filosofia a Ca’ Foscari, ha conseguito il Dottorato di Ricerca presso l’Università di Padova.
Ha pubblicato per la casa editrice Il Poligrafo. Collabora come critico musicale per Il Giornale della
Musica, Il Gazzettino e la rivista Venezia Musica.
Toru Takemitsu (1930-1996)
Compositore giapponese, ha studiato composizione con Yasuyi Kiyose. Nel 1959 ha insegnato
all’Institute of XXth. Century Music di Tokyo. Nel 1965 ha vinto il premio internazionale
“Gesellschaft für Neue Musik”.
I suoi primissimi lavori risentono dell’influenza dell’espressionismo viennese e della musica francese,
da Debussy a Messiaen. Ha poi sperimentato l’improvvisazione, la notazione grafica, la musica
concreta e, dagli anni Sessanta, gli strumenti della tradizione giapponese. Tra le sue opere citiamo
Concerto da camera (1955), Orizzonte dorico per 17 archi (1966), Distance per sho e oboe (1972), e I
hear the Water dreaming per flauto e orchestra (1987).
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Sofia Gubajdulina (1931)
La compositrice di origini tartare Sofia Gubajdulina si forma al Conservatorio di Kazan, dove studia
con A. Leman (1949-1954) e al Conservatorio di Mosca, dove frequenta le lezioni di composizione
di N. Peiko e V. Šebalin (1954-1963). Dal 1992 vive ad Amburgo, in Germania. Sviluppa ben presto
un proprio mondo poetico legato a istanze mistico-religiose, che riesce a penetrare nell’Europa
Occidentale negli anni Ottanta grazie all’esecuzione del suo concerto per violino Offertorium,
tenacemente perseguita dal violinista Gidon Kremer. Da allora miete numerosi successi, vincendo il
“Prix de Monaco” (1987), il premio “Sonning” in Danimarca (1999), e altri. La sua prolifica attività
compositiva conta numerosi brani sinfonici e da camera, nonché vari pezzi solistici per strumenti poco
consueti, tra cui la fisarmonica, a cui Gubajdulina apre le porte, grazie al suo De profundis (1978),
delle più importanti sale da concerto.
Tra i successi più recenti, la prima esecuzione del Quarto quartetto per archi (New York, 1994), da
parte del Kronos quartet, la prima esecuzione del Concerto per viola (1997), da parte di Jurij Bašmet e
dell’Orchestra Sinfonica di Chicago condotta da Kent Nagano, e il monumentale ciclo della Passione e
Resurrezione di Cristo secondo San Giovanni (2002), commissionato dalla Bachakademie di Stoccarda
e dal NDR di Amburgo. Incisioni di sue musiche le sono valse ben due premi “Koussevitzky”.
Olivier Messiaen (1908-1992)
Studiò al Conservatorio di Parigi con M. Dupré e P. Dukas. Dal 1931 fu organista alla chiesa della
Trinità di Parigi, dal 1942 insegnò al Conservatorio della stessa città. Nella sua vasta produzione il
compositore francese si caratterizza per l’impiego di una modalità libera, attinta da varie scale, anche
orientali, e fusa in un linguaggio molto personale. L’altro aspetto caratteristico è il ritmo, anch’esso
elaborato da diversi moduli ritmici, anche extraeuropei.
Tra le composizioni di questo periodo Les offrandes oubliées per orchestra (1930), La Nativité du
Seigneur per organo (1935), e il Quatuor pour la fin du temps per ensemble (1941). La ricerca lo porta
a sperimentare la “serializzazione integrale” in Mode de valeurs et d’intensités, secondo studio delle
Quatre études de rythme (1949/1950) per pianoforte, aspetto compositivo che rimarrà emblematico
nella storia del Secondo Novecento musicale e che rivelerà Messiaen quale anello di congiunzione
tra le avanguardie storiche e la “nuova musica”. Nella sua produzione ha inciso anche la passione
per l’ornitologia: emblema dei suoi interessi in questa direzione sono Le merle noir per flauto e
pianoforte (1950) e Catalogue d’oiseaux per pianoforte (1956/1958).
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Letizia Michielon
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Venerdì 16 novembre
Auditorium Revoltella, ore 20.30
NEW MADE ENSEMBLE
Alessandro Calcagnile direttore
New Made Ensemble
Rossella Spinosa pianoforte
Gaetano Nenna clarinetto
Raffaello Negri violino
Raffaella Stirpe viola
Luca Colardo violoncello
Sonia Bo (1960) Intermezzo per violoncello solo
Rocco Abate (1950) ele-GG-ia (in memoria di G. Coral e G. Luzzi)
per clarinetto e trio d’archi (2012, prima es.)
John Cage (1912-1992) Ophelia per pianoforte solo
Giuseppe Colardo (1953) Cenere per pianoforte solo
Alessandra Ravera (1977)Sansens per violino e ensemble
(2012, prima esecuzione)
John Cage (1912-1992) In a landscape per pianoforte solo
Marco Bertona (1967) L’eco del tempo per clarinetto solo
Fabrizio Festa (1960) Cinque capricci per violino
John Cage (1912-1992) Dream per pianoforte solo
Umberto Bombardelli (1954) Gran duo per clarinetto e pianoforte
Rossella Spinosa (1971) Schlicht per ensemble
New Made Ensemble
Il New Made Ensemble è una formazione specializzata nell’allestimento di spettacoli
contemporanei, sia di natura strumentale sia di teatro musicale. Nato nel 2009, si è esibito in varie
città italiane, quali Milano, Roma, Torino e Venezia; i concerti dell’ensemble propongono spesso
composizioni in prima esecuzione. Il gruppo ha collaborato con autori importanti, quali Luis
Bacalov, Giuseppe Giuliano, Riccardo Panfili, e Riccardo Piacentini, e con importanti artisti di
teatro, tra cui Ottavia Piccolo.
E’ ensemble in residence presso il Centro Musica Contemporanea di Milano.
Alessandro Calcagnile
Pianista e direttore d’orchestra, si esibisce presso importanti teatri italiani (Sala S. Cecilia
del Parco della Musica, Roma; Teatro Arcimboldi, Milano; Teatro Ponchielli, Cremona). Ha
lavorato molto nel campo della musica contemporanea, sia da solista che dirigendo il New Made
Ensemble, con numerosi compositori italiani, dirigendo varie prime esecuzioni. Come solista
e direttore ha collaborato con artisti quali Moni Ovadia e Paolo Rossi, e con orchestre quali
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l’Orchestra de I Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra da Camera di Lugano, e l’Orchestra
Accademica di Stato di San Pietroburgo. Ha inciso per Rai Trade; è tra i fondatori del Centro
Musica Contemporanea di Milano e direttore artistico del Festival cinque giornate di Milano.
John Cage (1912-1992)
John Cage inizia a studiare composizione con Henry Cowell nel 1931. Dal 1933 segue anche le
lezioni di Adolf Weiss, il primo allievo americano di Schönberg, e dal 1935, per due anni, studia
con Schönberg stesso.
Dal 1939 lavora a New York con la Martha Graham Dance Company. Nel suo primo periodo si
dedica a ricerche timbriche e ritmiche, da cui l’invenzione del pianoforte preparato, e di brani
dalle soluzioni strumentali stupefacenti, quali First Construction (in Metal), del 1939, zeppo di
percussioni improprie (tazzine, latte di benzina, e altro). La scoperta dello “zen” rivoluziona il suo
concetto di musica, che ridiscute nell’ottica di aspetti nuovi, tra cui non intenzionalità e silenzio:
nascono brani emblematici, quali Music of Changes (1951), 4’33” (1952), e Winter Music (1957).
E’ anche il periodo in cui Cage tiene numerose conferenze in Europa, e le avanguardie del tempo
avvertono in lui “una presenza inquietante e destabilizzante, ma anche una fonte di ispirazione, di
stimoli e riflessione” (G. Coral).
Negli anni successivi riconsidera lo spazio esecutivo quale dimensione teatrale, e nascono le sue
composizioni audio-visual (Musicircus, 1967). In ogni caso, il desiderio di libertà è sempre in
primo piano, e riaprire discorsi che sembravano chiusi per lui è sempre possibile, vedi il ritorno
agli strumenti della tradizione (Freeman Etudes per violino, 1978).
Sonia Bo (1960)
Sonia Bo si è diplomata in pianoforte (1981) e musica corale e direzione di coro (1983). Studia
anche composizione, con Renato Dionisi e Azio Corghi, diplomandosi al Conservatorio di Milano
nel 1985. Si è perfezionata all’Accademia di Santa Cecilia, a Roma, con Franco Donatoni,
diplomandosi nel 1988. Vincitrice di numerosi premi, sue musiche sono state eseguite in
importanti istituzioni musicali, quali La Biennale di Venezia, l’Europhonia di Zagabria, il Maggio
Musicale Fiorentino.
Dal 1997 insegna al Conservatorio di Milano. Pubblica per Ricordi, Curci, Edipan. Tra le sue
composizioni, citiamo Tre canti da Saffo per violino (1994), Un guardo ed una voce per orchestra
(1997), e Villaggio dei mulini per ensemble (2001).
Rocco Abate (1950)
Si forma al Conservatorio di Milano con D. Ciliberti e B. Martinotti, e con A. Turriani, A.
Soresina e B. Bettinelli, diplomandosi in flauto nel 1972, in strumentazione per banda nel 1974
e in composizione nel 1979. Si perfeziona all’Accademia Chigiana di Siena con F. Donatoni nel
1982. Segue corsi e seminari con S. Sciarrino, B. Ferneyhough, E. Carter, H. Dufourt, H. Henze,
G. Grisey, T. Murail e K. Stockhausen.
Nelle vesti di flautista lavora con numerose orchestre, tra cui l’Orchestra del teatro alla Scala di
Milano, ma anche in importanti ensembles, quali I dieci fiati italiani e il Gruppo musica insieme
di Cremona. Tra le sue composizioni, citiamo le Sei bagatelle, commissione di Musica nel nostro
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tempo, eseguite dal Quartetto Arditti; citiamo inoltre Progetto Sincretico, e Danze per Veronica,
organizzate nell’ambito di Musica presente del Teatro alla Scala, ed eseguite dal Divertimento
ensemble di Sandro Gorli e dal Tactus ensemble di Renato Rivolta.
Pubblica per Ricordi, Rugginenti ed Edipan.
Giuseppe Colardo (1953)
Ha studiato al Conservatorio di Milano diplomandosi in pianoforte con P. Rattalino nel 1975
e in composizione con R. Dionisi e A. Corghi nel 1980. Nel 1982 si perfeziona all’Accademia
Chigiana con F. Donatoni. Vince numerosi premi di composizione, tra cui l’ “Okanagan
Music Festival for Composers” (Canada, 1983) e “ALEA III” (Boston, 1985). La sua musica
è stata eseguita in importanti stagioni, rassegne e festivals, quali il Gaudeamus Music Week
(Amsterdam), Milano Classica, Nuova Consonanza (Roma), Antidogma (Torino). Tra le sue
composizioni, citiamo FogWaves per ensemble (1978), Musica da scena per piccola orchestra
(1990), e Mi cinge un vel (da Giuseppe Verdi, 2001) per voce ed ensemble.
Alessandra Ravera (1977)
Si diploma in composizione al Conservatorio di Roma con F. Telli; si perfeziona all’Accademia
di S. Cecilia con A. Corghi e I. Fedele. Partecipa a masterclasses con P. Dusapin e S. Sciarrino.
Vince numerosi premi, tra cui il “Valentino Bucchi”.La sua musica è stata eseguita in importanti
istituzioni musicali, festival e stagioni concertistiche, quali il Teatro Dal Verme (Milano), i
Brinkhall Summer Concerts Turku (Finlandia), e l’Auditorium Parco della Musica (Roma).
Ha collaborato con importanti musicisti, quali l’Orchestra de I Piccoli Pomeriggi Musicali
(Milano), l’Ensemble Musica d’Oggi, e i solisti Margit Kern e Ciro Longobardi. Pubblica per
Sconfinarte e Rugginenti. Tra le sue composizioni, citiamo Jinni per 6 percussionisti (2003), La
scatola del tempo per clarinetto basso (2006), e Folle-mente per orchestra (2011).
Marco Bertona (1967)
Si forma al Conservatorio di Milano con L. Ferrero, A. Belisario e A. Solbiati. Segue anche il
Laboratorio di Ricerca Musicale della Scuola Civica di Milano con M. Bonifacio. Si perfeziona
in composizione all’Accademia Chigiana di Siena con A. Corghi e, presso la stessa istituzione, in
musica da film con L. Bacalov. E’ stato premiato in numerosi concorsi di composizione, tra i
quali il “Città di Udine” (2002) e l’“Icoms” (Torino, 2004).
Sue musiche sono state eseguite da importanti orchestre ed ensembles, tra cui l’Orchestra de I
Pomeriggi Musicali di Milano, l’ensemble Antidogma (Torino) e il Dedalo ensemble di Brescia.
Tra le sue opere citiamo L’eco del tempo per clarinetto (2001), Angelus per tromba, trombone e
orchestra (2005), e GRYB per quartetto d’archi (2006).
Fabrizio Festa (1960)
Inizia i suoi studi dedicandosi al pianoforte ed al jazz (con E. Pierannunzi e F. D’Andrea). E’ in
ambito jazzistico che comincia ad interessarsi alla composizione ed all’arrangiamento. Frequenta
così i corsi di composizione e di musica d’uso e riprodotta (nei quali studia orchestrazione)
presso il Conservatorio di Bologna (con Ettore Ballotta), e si specializza poi con Mal Waldron in
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arrangiamento per orchestra jazz. Tra i più recenti impegni jazzistici segnaliamo la partecipazione
alla realizzazione dell’ultimo CD del chitarrista e compositore americano Al Di Meola (The
Grande Passion), edito nel 2000 dalla Telarc. L’attività di compositore lo ha visto impegnato
in diversi settori: da quello classico al jazz ed alla musica leggera, dalle colonne sonore per
il teatro, il cinema e la televisione, alle produzioni radiofoniche. Nel 1995, su commissione
del Teatro dell’Opera di Roma, ha composto Ad immagine e somiglianza, lavoro per soprano,
coro e orchestra (su testo proprio), che ha debuttato sotto la direzione di Franco Mannino. Nel
1996, oltre al debutto di alcuni suoi lavori cameristici, RAI Radio3 ha messo in onda cinque
radiodrammi (due su testo proprio, tre su testo di Marcello Fois) dedicati al mondo della favola.
Nel Gennaio del 2000 ha debuttato il Ricercare della luce e delle tenebre a Palermo, brano per
archi commissionato dall’Orchestra di Musica Contemporanea. E’ direttore artistico del Concorso
Internazionale di Composizione “2 Agosto”, che ha sede a Bologna. E’ docente di arrangiamento
e orchestrazione presso il Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna nell’ambito del dipartimento
di Musica ad indirizzo multimediale.
Umberto Bombardelli (1954)
Si è diplomato in Organo e Composizione organistica presso il Conservatorio di Milano con
L. Benedetti. Ha studiato Composizione con Pippo Molino e Niccolò Castiglioni. Premiato
in numerosi concorsi nazionali ed internazionali, le sue composizioni sono state eseguite in
importanti istituzioni, festival e rassegne in Italia e all’estero, e trasmesse da importanti emittenti,
tra le quali la RAI.
Tra le sue composizioni, citiamo le musiche per il cortometraggio Compianto, di Gianluca
Camerino, e i suoi 7 studi per chitarra, a cui ha dedicato uno studio analitico Luciano Chillemi.
Alcune composizioni da camera sono state raccolte nel cd monografico Seven colours (2011).
Pubblica per Rugginenti, Ricordi, Edipan, Carisch, Sconfinarte.
Rossella Spinosa (1971)
Si diploma giovanissima in pianoforte, clavicembalo e composizione; si perfeziona in pianoforte
con B. Petrushansky e P. N. Masi all’Accademia di Imola. Segue corsi di perfezionamento in
composizione con A. Corghi, G. Manzoni e L. Bacalov.
Vince numerosi concorsi pianistici; si esibisce in istituzioni prestigiose, quali la Sala S. Cecilia del
Parco della Musica (Roma), Teatro Arcimboldi (Milano), Cohen Studio Theater dell’Università
di Cincinnati. Collabora con numerosi compositori, quali L. De Pablo, I. Fedele, G. Manzoni,
presentando varie prime esecuzioni. Suona da solista con orchestre di spicco, quali l’Orchestra
de I pomeriggi Musicali (Milano), l’Orchestra di Lugano, e l’Orchestra Accademica di Stato di
S. Pietroburgo. Sue musiche sono state commissionate da importanti gruppi strumentali, quali
l’Orchestra da Camera Fiorentina, il Dedalo Ensemble, e l’ensemble Risognanze. Suoi lavori sono
stati editi da Sconfinarte e ArsPublica, e trasmessi da RAI Radio3.
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John Cage
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Lunedì 19 novembre
Auditorium Revoltella, ore 20.30
MD7 ENSEMBLE
ˇ ˇ direttore
Simon Krecic
MD7 Ensemble
Matej Zupan flauti
Jože Kotar clarinetti
Mihael Šuler trombone
Franci Krevh percussioni
Luca Ferrini pianoforte
Katja Krajnik viola
ˇ violoncello
Igor Mitrovic
Fabián Pérez Tedesco (1963) Synapsis IX per ensemble
Nenad Firšt (1964) Violab per viola ed ensemble
ˇ ˇ (1934) Timber-line per ensemble
Pavel Mihelcic
Doina Rotaru (1951) Centrifuga per ensemble
Tadeja Vulc (1978) Tlesk vode per percussioni ed ensemble
Mihael Paš (1970) Nutcase per ensemble
Julia Gomelskaja (1964) Three Ascents to the Identity per ensemble
Ensemble MD7
L’ensemble sloveno MD7 dedica la propria attività esclusivamente alla musica contemporanea
e alla divulgazione di brani scritti appositamente per esso. Le prime esecuzioni sono
numerosissime, sia di compositori sloveni che di altre nazionalità, e vedono il gruppo ospite di
importanti realtà musicali di tutto il mondo (Meridian Festival Bucarest, Dimension Festival
Seoul, e Trieste Prima, per citarne alcune). Il primo cd dell’ensemble, Musica del nostro tempo,
esce nel 2006, e molte altre incisioni seguono questa prima esperienza, dedicate sia al panorama
musicale contemporaneo sloveno che a quello internazionale. Il gruppo vanta collaborazioni con
importanti compositori, quali Zygmunt Krauze, Giampaolo Coral, Lojze Lebič, Harue Kunieda,
Jean Luc Darbelley, e molti altri. Il direttore artistico dell’ensemble è Pavel Mihelčič, personalità
di spicco dell’ambiente musicale contemporaneo sloveno; già presidente della sezione slovena
della ISMC, attualmente è direttore artistico del festival di musica contemporanea Unicum di
Lubiana.
ˇˇ
Simon Krecic
Si è diplomato in pianoforte nel 2002 all’Accademia di Lubiana con Aci Bertoncelj; si perfeziona
alla Musikhochschule di Berna con Aleksandar Madžar, diplomandosi nel 2005, dove inizia anche
gli studi e l’attività di direttore d’orchestra. Nelle vesti pianistiche suona da solista con l’Orchestra
della Radiotelevisione Slovena, ed è attivo anche in formazioni cameristiche, collaborando con
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i musicisti sloveni più importanti. Nelle vesti di direttore debutta con l’Orchestra filarmonica
Slovena nel 2009 al festival Giornate della musica slovena.
Fabián Pérez Tedesco (1963)
Di origini argentine, vive a Trieste dal 1987. Personalità poliedrica (percussionista, docente,
direttore d’orchestra), coltiva la composizione da autodidatta sin dalla tenera età. Definisce la
sua poetica compositiva quale “sintesi di elementi di origine sudamericana e della tradizione
europea”. Ha vinto numerosi premi di composizione, tra cui il premio Fundación Proscenio
(Buenos Aires 1997). Pubblica per Pizzicato, Rugginenti, Taukay; ha inciso per EMI e
Rugginenti. Sue musiche sono state eseguite in importanti festivals e rassegne musicali, quali
Encuentros internacionales de Música Contemporánea (Buenos Aires), Milano Classica, Trieste
Prima, Mittelfest di Cividale, Teatro Regio di Torino, e altri. Nel 2005 ha eseguito il proprio
Concerto per marimba e orchestra a Buenos Aires con l’Orchestra Sinfonica Nazionale Argentina
diretta da Bernhard Wulff.
Nenad Firšt (1964)
Nato a Zagabria, si è diplomato in composizione all’Accademia di Lubiana con Dane Škerl.
Perfezionatosi in Francia e Ungheria, ha vinto diversi premi, tra cui il “Prešeren” dell’Accademia
di Lubiana (Quartetto III). Ha studiato anche violino con Rok Klopčič, ed è stato membro del
quartetto di Zagabria Sebastian, con il quale ha intrapreso una vasta attività dal 1982 al 1992.
Autore di una cospicua produzione per orchestra (Lovci sanj, 1999), da camera (il suo Ateh per
flauto e contrabbasso, del 1993, è stato eseguito a Trieste Prima nel 2000), e solistica (Včasih…
per corno, 2007), ha al suo attivo numerose incisioni, tra cui il cd monografico Nenad Firšt,
pubblicato nel 1997 dalle Edizioni dei Compositori Sloveni. Presidente della Gioventù musicale
slovena dal 1993 al 1998, attualmente è direttore artistico dell’Orchestra d’archi di Celje.
ˇ ˇ (1937)
Pavel Mihelcic
Personalità poliedrica e infaticabile, Pavel Mihelčič è compositore, critico musicale, docente,
e organizzatore di diverse manifestazioni culturali e musicali. Ha studiato composizione
all’Accademia di Lubiana, diplomandosi nel 1963 con Marjan Kozina e perfezionandosi poi con
Matija Bravničar, concludendo gli studi nel 1967. Presidente della sezione slovena dell’ISCM,
è anche direttore artistico del festival di musica contemporanea Unicum di Lubiana nonché
dell’ensemble MD7, e attivo in numerose altre realtà musicali slovene. Ha vinto numerosi premi,
tra i quali il “Prešeren” nel 1979; nel 1984 gli è stato conferito il premio “Župančič” per il brano
Slike, ki izginjajo per orchestra, scritto nel 1982; nel 2007 ha vinto il premio “Kozina” per il
ciclo sinfonico su Bela Krajina. Nei suoi brani vi sono spesso elementi del folklore sloveno e
intenti programmatici. Sue musiche sono state eseguite da importanti orchestre, quali l’Orchestra
Filarmonica di Kiev, l’Orchestra Filarmonica di Dresda e l’Orchestra della Radio di Berlino, e da
ensembles di prestigio, quali il Quintetto di fiati del Teatro Boljšoj. Tra i suoi brani cameristici
citiamo Strunam, eseguito a Trieste Prima nel 2006, e, della produzione solistica, Limita per
pianoforte (1971). Nel 1997 le Edizioni del Compositori Sloveni pubblicano il cd monografico
Pavel Mihelčič, a lui dedicato.
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Doina Rotaru (1951)
Ha studiato all’Università nazionale della Musica di Bucarest (1970/1975); tra i suoi docenti ama
ricordare Tiberiu Olah. Dal 1996 insegna presso lo stesso ateneo. Nel 1991 si è perfezionata ad
Amsterdam con Theo Loevendie. La sua vasta produzione comprende brani orchestrali, corali,
da camera, solistici, commissionati da importanti realtà musicali, quali Radio France, Suntory
Hall Tokyo, e altre. La sua Seconda sinfonia è premiata al “Gedok-Mannheim International
Competition” 1994. E’ invitata al Gaudeamus International Composers Workshop nel 1990 e
1992, ai Ferienkurse di Darmstadt nel 1992 e 1994, e, quale membro di giuria, a numerosi premi
di composizione. Nel 1998 è direttore artistico del festival Contemporary Music Week Bucarest.
Pubblica per Editura Muzicala Bucarest e per Leduc & H. Lemoine Parigi. Tra i suoi brani,
citiamo Dor, per flauto (1989), e Métabole, per clarinetto e orchestra (2001).
Tadeja Vulc (1978)
Ha studiato all’Accademia di Lubiana con Uroš Rojko; si è perfezionata alla Musikhochschule
di Vienna con Michael Jarrell (2005/2007); vincitrice di numerosi premi, nel 2003, con il
Requiem, è premiata dal Ministero della Cultura della Slovenia. Sue musiche sono state eseguite
da importanti gruppi internazionali, quali il Quartetto Arditti (Puls, 2007, Kasseler Musiktage,
Germania); nel 2011 l’Orchestra della Radiotelevisione Slovena le commissiona Pisani svet
orkestra, opera sinfonica didattica per l’infanzia. Interessante anche la sua produzione corale:
recentemente è stata eseguita, al festival Giornate della musica slovena, la sua cantata Stara
Ljubljana, poi replicata a Wroclaw (Wratislawia Cantan – progetto Music Masters on Air).
Mihael Paš (1970)
Ha studiato all’Accademia di Lubiana, diplomandosi nel 1999 con Uroš Rojko. Appassionato
di musica elettronica, si occupa di progetti inerenti le nuove tecnologie. Al festival Mednarodna
skladateljska tribuna presenta Dies irae per ensemble, live electronics, computer tape e battito
cardiaco (2001); nel 2006 è la volta di S, per computer tape e lampada. Il coro Tone Tomšič gli
comissiona Missa brevis, per coro femminile e live electronics (2007). E’ comunque attivo anche
nel campo della tradizione: recentemente il festival Koncertni atelje ha visto la prima esecuzione
dei suoi Tre pezzi per violoncello e pianoforte.
Julia Gomelskaja (1964)
Compositrice ucraina, si è diplomata in pianoforte al Simpheropol Tchaikovsky Music College
(1983) e in composizione alla A. V. Nezhdanova Music Academy di Odessa (1990), dove oggi
insegna. Si è perfezionata all’International composers’ workshop della fondazione Gaudeamus
nel 1994, e alla Guildhall School di Londra con R. Saxton nel 1995. E’ stata premiata a numerosi
concorsi, tra i quali il concorso nazionale per compositori ucraini “S. Prokof’ev” del 1993 e il
premio “Lutoslavski” (Chester Music Publishers) nel 1995. La sua produzione è molto vasta
(citiamo l’opera da camera The Divine Sarah, 2002, incisa per la BBC; il balletto Jane Eyre,
1997, commissionato dal London Children’s Ballet, in prima esecuzione al Wimbledon Theatre
di Londra nel maggio dello stesso anno, e il brano da camera Zig-Net-Zag, eseguito a Berna e
Zurigo dall’ensemble Klangheimlich).
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Ensemble MD7
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13° Concorso Internazionale “PREMIO TRIO di TRIESTE”
dedicato alla COMPOSIZIONE cameristica
“Giampaolo Coral Award”
In concomitanza con la 26° edizione di “Trieste Prima” prende avvio il Premio di Composizione
“Giampaolo Coral Award”, inserito all’interno del Concorso Internazionale “Premio Trio di
Trieste” e fortemente voluto dall’Associazione CHROMAS e dall’Associazione CHAMBER
MUSIC per celebrare degnamente la memoria del compositore Giampaolo Coral, prematuramente
scomparso lo scorso anno. E’ la prima volta che il “Premio Trio di Trieste” si rivolge alla
composizione, tornando così alla cadenza annuale, per mantenere vivo lo spirito, le scelte etiche
e l’attività già rivolta per anni da Giampaolo Coral ai giovani compositori, con commissioni
ed esecuzioni di gran pregio, oltreché con la direzione artistica del “Premio Musicale Città di
Trieste”. La Giuria di altissimo profilo artistico, presieduta dal M° Ivan Fedele, sarà composta da
sette membri dei quali tre italiani e quattro provenienti da Francia, Germania, Polonia e Croazia:
Ivan Fedele (Italia) Presidente
Rocco Abate (Italia)
Alberto Colla (Italia)
Zygmunt Krauze (Polonia)
Luca Pfaff (Francia)
Charlotte Seither (Germania)
Berislav Šipuš (Croazia)
Tra il 25 ed il 27 ottobre presso il Castello di Miramare, gentilmente messo a disposizione
dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Friuli Venezia
Giulia, si riunirà la Giuria internazionale per valutare gli elaborati giunti e proclamare i
vincitori, uno per categoria. I Premi previsti dal bando consistono in € 5.000,00 quale primo
premio per ciascuna delle due categorie (Trio con pianoforte e Quartetto con pianoforte), cui
si aggiungono una serie di esecuzioni già definite in Italia e all’estero e la pubblicazione delle
partiture da parte dell’editore Rugginenti di Milano; al secondo classificato di ciascuna categoria
verranno corrisposti € 1.000,00. L’importante particolarità del Concorso è data dal fatto che
le composizioni che si aggiudicheranno il primo premio diverranno i brani d’obbligo del 14°
Concorso Internazionale “PREMIO TRIO di TRIESTE” che si svolgerà nel 2013, dando così un
grande risalto alle nuove composizioni ed innescando un processo virtuoso tendente a collegare la
creazione con l’esecuzione. Per questa iniziativa 2012 l’Associazione Chamber Music ha ottenuto
l’Adesione e la Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica.
Apre i lavori della giuria il concerto dell’Ex-Novo ensemble con un brano di Giampaolo Coral
(24 ottobre), mentre la chiusura è affidata al concerto del Quartetto Prometeo (27 ottobre).
Entrambi i concerti che si terranno nella bella cornice della sala del trono del Castello di
Miramare sono realizzati grazie alla stretta collaborazione fra le due associazioni.
Fedra Florit, Direttore Artistico Associazione Chamber Music
Adriano Martinolli, Presidente Associazione Chromas
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Organizzato da
Chromas – Associazione musica contemporanea Trieste
Info
www.chromas.it
Con il contributo di
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Assessorato alla Cultura
Provincia di Trieste
Ambasciata del Portogallo di Roma
Istituto Camoes
Credito Cooperativo del Carso – Zadružna Kraška Banka
In collaborazione con
Associazione Chamber Music Trieste
Comune di Trieste
Museo Revoltella Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia Museo storico del Castello di Miramare