Lo stalker colpisce ancora IO E IL TEXAS Io sono Teresa e ho 14

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Lo stalker colpisce ancora IO E IL TEXAS Io sono Teresa e ho 14
Lo stalker colpisce ancora
IO E IL TEXAS
Io sono Teresa e ho 14 anni, abito in Texas. Oggi per me è l'ultimo giorno in Texas e ora devo dire
addio a tutti i miei amici. Mi trasferirò a New York con la mia mamma Stefania, mio papà Luciano
e mio fratello più piccolo, Luca.
NUOVA SCUOLA, NUOVE IDEE
Ora vi racconto la mia storia: Ho 14 anni e ho appena cominciato il Liceo. Sono da sola perché
cambiando città, ho cambiato anche vita e, naturalmente, ho lasciato i miei amici. La prima
conoscenza fu con un ragazzo di nome Jonatan; alto, biondo, con gli occhi azzurri e molto ma molto
gentile. Credo che fosse anche il ragazzo più carino della scuola, perchè era inseguito da un
gruppetto di ragazze assillanti.
La seconda mia conoscenza fu con una ragazza, Stefany, alta, bruna e con gli occhi verdi-azzurri e
anche lei molto gentile. Molto probabilmente non doveva essere molto popolare poiché nessuno le
rivolgeva la parola, tranne io che ero appena arrivata.
Per tutto il giorno io e Jonatan non ci siamo parlati.
Il giorno dopo Stefany mi è venuta a prendere a casa e siamo andate a scuola insieme. Prima di
entrare mi sono guardata intorno per vedere se Jonatan era presente a scuola.
Passarono giorni e settimane fino a quando, trascorso un mese, Jonatan tornò a scuola.
Quel giorno ero contentissima, e sono andata a salutarlo ma lui, dopo un iniziale sorriso, fece un
gesto come per scusarsi e, con un rapido dietro front, si allontanò all'improvviso, quasi scappando.
Rimasi perplessa e incuriosita dal suo comportamento.
Iniziai a cercare delle spiegazioni per capire cosa fosse successo. Siccome non riuscivo ad arrivarci
da sola chiesi aiuto a Stefany, ma senza successo. Da quel momento capii che, se volevo risultati per
la mia ricerca, dovevo cavarmela da sola.
CHI VA LA'
Io e Stefany tornammo a casa da scuola. La lasciai davanti a casa sua e mi avviai per la mia; mi
sentivo osservata e con la coda dell' occhio vidi un ragazzo vestito di nero che mi seguiva e ogni
volta che mi giravo lui si nascondeva. Iniziai a preoccuparmi ed ad aumentare il passo, cambiando
continuamente direzione, ma lui continuò a seguirmi. A un certo punto girai l'angolo e mi nascosi
dietro un albero; il ragazzo mi perse di vista e tornai indietro. Dopo questo avvenimento tornai a
casa, girandomi frequentemente indietro per vedere se il ragazzo fosse tornato o meno.
Quando arrivai a casa i miei genitori uscirono ed io rimasi a casa con quella peste di mio fratello
undicenne. Mentre gli preparavo da mangiare notai che c'era una finestra aperta e una lettera sul
tavolo.
LA LETTERA
Per sicurezza chiusi la finestra, salii nella mia camera per vedere se mio fratello stava bene.
Fortunamente era tutto a posto.
Aprii la busta color panna, feci un respiro profondo, tolsi la lettera dalla busta e inizia a leggere:
"Cara Teresa
sei bellissima. Posso dire, infatti, che tutte le stelle del cielo sono nei tuoi occhi e il tuo sorriso è più
luminoso del sole e che tu conti più di tutto l' universo. Oggi Teresa ti ho fatto seguire e sono
settimane che ti osservo anche quando dormi.
TESORO a domani!"
Dopo aver finito di leggere la lettera scesi da mio fratello che iniziò a urlare come una gallina: "HO
FAMEEE", e allora gli diedi da mangiare. Alle 22:00 arrivarono i miei genitori e misero me e mio
fratello a letto, ma io non riuscì a chiudere occhio al solo pensiero che mi stavano osservando.
Mentre dormivo mi venivano i brividi su per la schiena.
CHI E' STATO
Mi svegliai al mattino con la finestra aperta e una lettera rosa sul fondo del letto. Feci di nuovo un
respiro profondo e cominciai a leggerla:
"Cara Teresa
stanotte eri bella come un angelo anzi, bella come la luna...a dire il vero una bellezza indescrivibile.
TESORO non arrivare in ritardo. Ti aspetto a scuola."
Infilai tutte e due le lettere nello zaino, feci colazione e corsi a prendere Stefany.
Arrivata a casa di Stefany vidi il ragazzo che mi aveva seguito il giorno prima. Io mi nascosi e
iniziai a scattare delle fotografie al ragazzo fino a quando Stefany non uscì di casa e lui scappò;
riuscì a fare una foto mossa della sua faccia.
Quando Stefany uscì le raccontai tutto.
Chiesi più volte a Stefany se lo conosceva e lei mi rispose di no. Alla fine cedette e ammise che
quel ragazzo era uno che veniva nel suo corso di scienze, dicendomi che era una persona poco
affidabile poichè, a suo tempo, aveva avuto problemi mentali provocando strane reazioni quando
voleva esprimere qualcosa; per esempio quando prendeva un bel voto ed era felice cominciava a
saltare sui banchi, a cantare, a girare per i banchi, a baciare sulle guance gli alunni con il suo stesso
voto, continuare a stringere la mano al prof che lo aveva positivamente valutato.
UNA SERA MOLTO STRANA E......
Le lezioni si susseguirono lentamente, ed il pomeriggio sembrava non passare più, un po' per la
paura, e un po' per il brutto tempo che non facceva distinguere le varie ore del giorno. Per giunta io
era sola a casa,perchè mio fratello e mia mamma erano andati in un supermercato molto lontano.
Stava calando la sera e, dopo la partenza di mia madre, controllai il telefono...nessun messaggio e
nessuna chiamata persa, della mamma e di mio fratello nessuna traccia.
Arrivata l'ora di cena cominciai ad avere fame e mi lasciai scappare due squilli al telefono della
mamma, anche se lei mi aveva raccomandato di non telefonare a meno che non ci fosse un
emergenza tipo un incendio, o un terremoto. Subito dopo mi buttai sul divano, accesi la tv e, sempre
col cellulare in mano, mi rilassai un po' con il mio programma preferito, che era appena iniziato.
Alla fine dell'episodio mi sdraiai sul letto, era passata un altra mezz'ora, e decisi di riposarsi un po' e
di pensare su cosa avrei potuto fare se la mamma non fosse tornata. Cominciai a pensare, ma i
crampi della fame me lo impedivano, allora mi diressi in cucina per preparare qualcosa e, mentre
cucinavo della pasta mi spaventai, poichè ero immersa nei miei pensieri, a causa dello squillo del
telefono. Corsi in camera, risposi al fisso, e mi rispose la mamma che mi rassicurò che tutto stava
andando per il meglio, ma che non sarebbe tornata per la cena, e forse sarebbe tornata la mattina
seguente. Chiesi spiegazioni ma lei mi disse solamente: " Chiudi con la chiave la porta, serra le
finestre, attacca l'antifurto e chiudi il chiavistello della porta. Se stanotte rientrassi passerò la notte
dalla nonna. Ricorda: il cellulare tienilo sempre acceso e a portata di mano. Buona notte e sogni
d'oro Teresa. Un bacio anche da parte di Luca."
Feci come mi disse e, finita la cena, chiusi la porta col chiavistello, serrai le finestre, accesi
l'antifurto e mi coricai nel letto ponendo il cellulare sul comodino di fianco.
NOTTE IN BIANCO
Ad un certo punto sentìi scattare l'antifurto, mi affacciai alla finestra e vidi quel ragazzo vestito di
nero, ma stavolta non era solo, anzi, altre due persone erano con lui, una ragazza e un ragazzo. Io
iniziai ad urlare di andar via, altrimenti avrei chiamato la polizia. Mi sembrava di essere stata
piuttosto convincente, ma..... niente da fare.... erano sempre lì, inmobili, a guardarmi. Dalla finestra
arrivò un altro ragazzo ma era diverso, senza cappuccio, non era coperto, aveva solo una lunga
veste rossa. Probabilmente doveve essere il capo di quei ragazzi, e pensai che li stesse convincendo
a desistere...dopo tutto quel mio urlare e starnazzare.... Quel momento di speranza passò, poichè
vidi i ragazzi avvicinarsi a casa mia e...