TRATTAMENTO ECONOMICO DI MALATTIA

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TRATTAMENTO ECONOMICO DI MALATTIA
TRATTAMENTO ECONOMICO DI MALATTIA
Durante i periodi di malattia, l’ onere della retribuzione rimane ad esclusivo
carico del datore di lavoro:
•
per i primi tre giorni di malattia (come previsto dal CCNL);
•
per tutte le festività del periodo di malattia.
Anche quando la malattia è indennizzata dall’ INPS, il CCNL stabilisce a carico del
datore di lavoro un’ integrazione dell’ indennità, durante il periodo di
conservazione del posto di lavoro, fino ad un ammontare determinato dai CCNL
(100% - 50%). Il CCNL prevede l’ anticipazione da parte del datore di lavoro dell’
intero importo, comprensivo della quota dovuta dall’ INPS (l’ anticipazione dell’
intero trattamento è stata estesa dal CCNL anche alla retribuzione durante il
periodo di infortunio sul lavoro).
Determinazione dell’ integrazione. Le quote della retribuzione a carico dell’
INPS sono il 50% nei primi venti giorni di malattia (esclusi i primi tre, vedi sopra),
ed il 66,66% dal 21° giorno in poi. Tali percentuali sono calcolate su quella che
viene chiamata RMG (retribuzione media giornaliera) che viene determinata
considerando utili al fine del calcolo non solo la vera e propria retribuzione
collegata all’ effettiva prestazione lavorativa (minimo tabellare, straordinari, turni,
cottimo, ecc.), ma dell’ incidenza di tutti gli altri elementi accessori quali ferie,
festività non godute, premio di produzione, 13^ mensilità., ecc. Se il datore di
lavoro erogasse l’ intera differenza percentuale tra la normale retribuzione lorda
collegata all’ effettiva prestazione lavorativa (o la quota prevista dal CCNL) e l’
indennità a carico dell’INPS, il totale sarebbe superiore al 100% della retribuzione
di un lavoratore in servizio, ed il lavoratore in malattia avrebbe un vantaggio
retributivo. Vantaggio ulteriormente incrementato poiché l’ indennità corrisposta
dall’ INPS non è soggetta a contribuzione sociale, sarebbe una retribuzione netta,
ed il suo importo sarebbe superiore a quella della retribuzione normale
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assoggettata a contribuzione previdenziale (il 9,19%). Per ovviare a questo
inconveniente si utilizza il cosiddetto sistema della lordizzazione: in sostanza,
l’ indennità dell’ INPS viene aumentata figurativamente, considerando l’ incidenza
della contribuzione; l’ integrazione da parte del datore di lavoro è determinata per
differenza tra la normale retribuzione lorda e l’ indennità INPS così lordizzata. Il
coefficiente di lordizzazione è la maggiorazione che il datore di lavoro effettua
dell’ indennità a carico dell’ istituto di previdenza, provvedendo poi ad integrare
non la percentuale a suo carico per intero, ma solo fino a concorrenza del 100%
della retribuzione collegata all’ effettiva prestazione lavorativa (che avrebbe
ricevuto si avesse lavorato).
ESEMPIO
Calcolo della retribuzione netta in caso di malattia,
con integrazione al 100% della retribuzione netta.
Prendiamo in considerazione un lavoratore del 4° livello, con 5 scatti di anzianità,
ed un salario mensile lordo di 1364,88947 euro, e retribuzione oraria (divisore
173) di 7, 89 euro. Nell’ esempio il lavoratore ha un periodo di malattia di 10
giorni di calendario continuativi.
a) Carenza. E’ a carico dell’ azienda al 100% per i primi tre giorni. Nell’ esempio
considerato uno dei tre giorni è un sabato, che non è giornata festiva, ma
lavorativa, non lavorata nel caso di orario su cinque giorni a 40 ore. Quindi:
1364,88 : 173 x 16 h = 126,23
b) Indennità a carico dell’ INPS (solo anticipata dall’ azienda).
L’ INPS non considera la retribuzione oraria del periodo corrente di malattia, ma
quella giornaliera riferita all’ ultimo periodo di paga retribuito. Consideriamo nel
caso i due periodi di paga identici, e quindi ricaricabili della sola incidenza della
13^ mensilità. Inoltre il divisore INPS è su 22 giorni mensili, che vanno però
incrementati con l’ aggiunta della sesta giornata (l’ INPS paga su sei giorni, a 6 h
e 40 min. = 8 h. x 6,66). Quindi: 22 x 1,2 (il ricarico) = 26,4. Per le mensilità
aggiuntive, ed eventuali altre voci, il divisore dell’ importo mensile è invece 25.
Ora abbiamo tutti gli elementi per determinare la RMG (retribuzione media
giornaliera) che è quella usata dall’ INPS nel calcolo della malattia a suo carico.
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Retribuzione mensile 1364,88 : 26,4 = 51,7
Rateo 13^ (un dodicesimo) 113,74 : 25 = 4,55
RMG = 56,25.
Giornate indennizzate dall’ INPS: 6 al 50% (tutto il resto è a carico dell’ azienda)
RMG x 50% x 6 = 168,75.
Non essendo questa cifra assoggettata a trattenute previdenziali, è necessario
calcolare l’ importo lordizzato, cioè ricaricato dell’ incidenza dei contributi. Il
coefficiente di lordizzazione si ricava dalla formula 100 / 100 - 9,19 (importo
percentuale dei contributi sociali) = 1,1012003 x 168,75 = 185,83.
Se il lavoratore avesse lavorato nel periodo considerato, avrebbe percepito dall’
azienda 378,24 euro. L’ integrazione a carico del datore di lavoro è quindi di
192,41 euro. Il conguaglio relativo alle differenti modalità di conteggio, avviene tra
azienda ed INPS, in conto ai contributi da versare.
Senza lordizzazione il lavoratore avrebbe percepito una somma globale (azienda
+ INPS) di 421,25 euro, ma con conguaglio a suo carico, sia per l’ importo, sia per
l’ imponibile IRPEF così alterato. Con la lordizzazione, invece, si può procedere al
calcolo dell’ IRPEF del tutto normalmente.
Se si può considerare “normale” l’ attuale calcolo dell’ IRPEF.
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