Serbia - Cc-Ti

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Serbia - Cc-Ti
Eventi
Serbia: una realtà economica divisa tra
passato e presente, ma che guarda al futuro
Ha riscontrato un buon interesse l’ultimo degli eventi Paese organizzato nel corso del 2012,
lo scorso 6 novembre. La Serbia, Stato relativamente vicino alla Svizzera in termini geografici,
è una realtà economica stimolante per le PMI svizzere. La situazione economica in Serbia
provata dalle guerre e condizionata dalla crisi nell’Unione Europea non è facile, ma il Paese
resta tra i meno indebitati in Europa. Pur non disponendo di un accesso diretto al mare e
continuando ad avere un tasso di disoccupazione molto elevato (quasi il 20%), questo Paese
ha saputo crescere e svilupparsi raggiungendo un prodotto interno lordo di 46,11 miliardi di
dollari (2011) che a livello pro capite nello stesso anno si attestava a 10’700 dollari. Negli ultimi anni si è assistito a massicci investimenti stranieri, in particolare dall’Austria e dall’Italia,
soprattutto nel settore finanziario, ma anche nell’industria alimentare e delle bibite nonché
nei settori dell’agricoltura e delle telecomunicazioni. Buona lettura!
Perché commercializzare ed investire in Serbia?
Intervista a Jelena Akovic, Senior Legal Advisor, Serbia Investment and Export Promotion
Agency
Jelena Akovic
Come si posiziona la Serbia nel contesto economico globale?
“Negli ultimi anni, l’economia ha registrato una crescita
grazie ai numerosi investimenti stranieri e al miglioramento
continuo del proprio contesto imprenditoriale. La Serbia ha
ottenuto lo status di Paese candidato all’adesione all’Unione Europea nel marzo del 2012, e vanta una buona
collaborazione con la Banca Mondiale e il Fondo Monetario
Internazionale, che nel settembre 2011 ha approvato per un
periodo di 18 mesi uno stand-by arrangement del valore di
circa 1.1 miliardi di euro, al fine di aiutare a mantenere la
stabilità macroeconomica e finanziaria del Paese. Questo
programma è anche volto a migliorare le condizioni per gli
investimenti e a salvaguardare l’economia serba contro i
rischi conseguenti alla crisi in Europa. Per accelerare il processo d’integrazione economica e commerciale con l’UE,
la Serbia ha iniziato ad applicare unilateralmente l’Interim
Trade Agreement nel gennaio 2009. Inoltre la nostra Nazione sta progressivamente eliminando i dazi doganali per
l’importazione di prodotti agricoli e industriali provenienti
dall’UE, e prevede anche l’abolizione di tutti i dazi entro
il 2014. La Serbia ha registrato uno dei migliori risultati
nell’attrarre gli investimenti esteri diretti nel 2011, superando tutti i suoi concorrenti regionali. Anche le esportazioni sono aumentate rispetto all’anno precedente, quasi
del 15%”.
Qual è l’immagine della Svizzera nel suo Paese e come sono
visti i prodotti elvetici?
“La Svizzera vanta un’ottima nomea in Serbia ed è spesso
sinonimo di prosperità e stabilità. I prodotti provenienti dalla Svizzera hanno un’immagine di prodotti affidabili, precisi
e generalmente di alta qualità. Siccome parte della diaspora
serba risiede in Svizzera, esistono sentimenti molto positivi
nei confronti della Svizzera da parte dei cittadini serbi”.
Parliamo dapprima di export e poi di investimenti: in quali settori i prodotti svizzeri possono trovare un mercato di
sbocco in Serbia? E in quali ambiti si registra invece un incremento degli investimenti esteri? Infine, quali fattori incentivano tali investimenti?
“I prodotti svizzeri possono trovare sbocchi soprattutto nel
settore chimico, farmaceutico ed elettronico. Negli ultimi
anni le esportazioni svizzere verso la Serbia riguardavano
soprattutto prodotti chimico-farmaceutici, apparecchiature
mediche, macchinari e apparecchiature elettroniche, orologi e gioielleria, dispositivi utilizzati nell’industria tessile.
La Repubblica serba ha una fitta rete di accordi di libero
scambio, tra cui uno con gli Stati membri dell’AELS: i prodotti industriali esportati dalla Serbia in Svizzera, Islanda,
Liechtenstein e Norvegia sono esentati dal pagamento dei
dazi doganali, ad eccezione di un numero molto limitato di
beni. Il commercio dei prodotti agricoli è disciplinato con
accordi specifici stipulati con ogni Paese membro dell’AELS. Grazie all’accordo con l’UE, le esportazioni verso questo mercato beneficiano di un regime di libertà doganale.
Infine, la Serbia è parte dell’Accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA) ed ha concluso accordi anche con la
Turchia, la Russia, la Bielorussia e il Kazakistan. Gli ambiti
negli quali si registra un incremento degli investimenti esteri sono soprattutto il settore automobilistico, tessile ed agroalimentare. Il regime fiscale serbo è molto favorevole agli
affari: l’imposta sugli utili aziendali è del 10%, il secondo
più basso in Europa, l’IVA al 18% è tra le più competitive
in Europa centrale e orientale, mentre la ritenuta alla fonte
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è del 20%. La manodopera serba offre una combinazione
unica di alta qualità, ampia disponibilità e basso costo. Grazie alla collaborazione con le aziende straniere, i lavoratori
serbi hanno acquisito un know-how specifico, adottato tecnologie avanzate e applicato un elevato standard di controllo
della qualità. Le università contano circa 43 mila laureati
all’anno, un terzo dei quali proviene dalle facoltà tecniche.
Il mercato del lavoro è attivo, con un numero crescente di
investitori esteri che delocalizzano le loro attività nel Paese.
Infine, il Governo offre un sostegno finanziario per progetti
greenfield e brownfield in settori produttivi, nei servizi connessi all’esportazione e nel settore turistico. I fondi statali
non rimborsabili sono offerti attraverso l’Agenzia serba per
gli investimenti e per la promozione delle esportazioni (SIEPA). Per ogni nuovo posto di lavoro creato sono disponibili
tra i 4’000 e i 10’000 euro di incentivi a fondo perduto.
Per ulteriori dettagli invito a consultare il sito di SIEPA www.
siepa.gov.rs”.
Entrare nel mercato serbo
Intervista con Katalin Dreher, Consultant Eastern Europe, Osec
Katalin Dreher
Parliamo dell’entrata sul mercato: è facile fare business in
Serbia? Come si presenta il clima d’affari?
“La facilità di fare business in Serbia è paragonabile a quella di altri Paesi dell’Europa medio-orientale. La Svizzera ha
stipulato già anni fa un accordo di libero scambio e una convenzione volta a evitare la doppia imposizione con la Serbia, quindi le condizioni quadro sono favorevoli agli scambi
bilaterali. Le aziende rossocrociate incontrano una grande
apertura nonché un approccio orientato agli affari e al servizio quando trattano con le controparti serbe. L’agenzia di
promozione degli investimenti SIEPA è un partner eccellente
che agisce in loco con la massima professionalità. I settori in
cui le imprese svizzere si sono attivate finora sono l’edilizia,
i generi alimentari, la farmaceutica, la metalmeccanica e i
macchinari. Le aziende tedesche considerano la Serbia più
attrattiva rispetto alla Croazia o alla Bulgaria”.
Quali sono i fattori chiave che rendono il mercato serbo interessante per le imprese svizzere? O meglio: perché un’azienda rossocrociata dovrebbe prendere in considerazione
la Serbia quale mercato d’importazione/di destinazione?
“La Serbia attraversa una fase di trasformazione che la
maggior parte delle nazioni dell’Europa occidentale hanno
affrontato anni fa. Gli investimenti nei trasporti pubblici,
nell’energia, nella gestione dei rifiuti e nell’infrastruttura
incentivano l’economia. Lo statuto di candidato all’UE porta
fondi che consentono di armonizzare/incrementare l’economia rispetto agli altri Stati membri. Questi capitali permetteranno di acquistare prodotti e di acquisire progetti che
richiedono tecnologie di punta. L’afflusso di investimenti
diretti esteri aumenterà i fondi destinati alle apparecchiature e ai macchinari. Il clima positivo si ripercuoterà sugli
stipendi: già ora, a Belgrado un ingegnere elettronico con
una solida esperienza professionale guadagna circa 3’500
euro. Il mercato serbo, con i suoi 7,5 milioni di abitanti
e la sua popolazione giovane e dinamica, rappresenta un
grande potenziale per le imprese rossocrociate. Le relazioni
strette a causa della diaspora dei serbi e l’ottima nomea dei
prodotti svizzeri spianano la strada a un’entrata sul mercato
coronata dal successo”.
Aspetti doganali, di spedizione e trasporto
verso la Serbia
di Angelo Betto, Direttore operativo, Cippà Trasporti SA
Angelo Betto
La spedizione di merce in Serbia risulta essere di semplice esecuzione, bisogna tuttavia tenere presente alcune particolarità che possono aiutare nel rendere la cosa
molto più agevole e snella.
Per quanto riguarda la documentazione, è opportuno che
questa sia fornita sempre in anticipo, sia al proprio spedizioniere che all’importatore in modo tale che, al momento
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della partenza della spedizione dal suolo svizzero, anche
a destino tutto sia già stato predisposto per le operazioni
doganali d’importazione. La documentazione richiesta
prevede la fattura di vendita (dove siano indicati numero
colli – peso lordo e peso netto – descrizione merce – origine – valore), un packing-list dettagliato dei colli (non
indispensabile ma “caldamente” consigliato), una delega
allo spedizioniere per l’emissione del certificato di origine
EUR.1 (l’accordo bilaterale tra Svizzera e Serbia prevede
che la merce prodotta in Svizzera a destino non paghi
dazio) ed infine il consueto Lieferschein - bollettino di
consegna - o CMR indicante tutti gli estremi per la consegna del materiale.
A livello burocratico non sono stati ancora raggiunti i tempi snelli di sdoganamento già acquisiti da alcune Nazioni
dell’Europa occidentale, tuttavia seguendo questi pochi
consigli i tempi saranno ragionevolmente ridotti.
La Serbia è sicuramente una nazione che offre grosse opportunità di business, anche in virtù del fatto che grazie
ad una grossa serie di agevolazioni messe in atto dalle
autorità, molti gruppi europei hanno o stanno installando sul territorio grosse unità produttive. In prossimità di
queste grosse aree industriali sono nati anche i principali
terminal doganali Kragujeva, Belgrado, Novisad, Nis.
Abitualmente la resa Incoterms più in uso è DAP (delivery at place) che prevede siano a carico e cura del
cliente serbo le operazioni doganali import. Meno diffusa
la resa DAT (delivery at terminal) che prevede lo scarico
del materiale presso il terminal doganale dove verranno
effettuale le operazioni d’importazione.
I trasporti via terra, sia di piccole partite che di grosse forniture sino ai trasporti eccezionali, transitano abitualmente dal Canton Ticino sul suolo italiano per poi
raggiungere la Serbia tramite il passaggio in Slovenia e
Croazia. La rete autostradale non ancora ad ottimi livelli,
rende comunque possibile il transito con tempi solo leggermente più lunghi rispetto alla media europea.
È altresì possibile effettuare trasporti via aerea con collegamenti diretti dall’aeroporto di Zurigo o Ginevra su
quello di Belgrado.
La forma di pagamento ad oggi più largamente diffusa
è sicuramente quella del pagamento anticipato, anche
se stanno iniziando timidamente ad apparire forma di
pagamento dilazionato da 15 ad un massimo di 30 giorni
data fattura.
Noi di Cippà Trasporti possiamo fornire ai nostri clienti
tutta l’assistenza e la consulenza necessarie al fine di
garantire la buona riuscita di ogni spedizione verso e
dalla Serbia nei tempi e nelle modalità concordate. Per
qualsiasi esigenza contattateci, saremo lieti di mettere
le nostre conoscenze a vostra disposizione.
Una testimonianza: l’azienda All Me Cosmetics &
Pharmaceuticals di Belgrado, Serbia
di Slobodanka Vlajcic, Luda Commodities Ltd e All Me Cosmetics & Pharmaceuticals
Slobodanka Vlajcic
La nostra storia aziendale inizia, come la maggior parte
delle storie davvero importanti della mia vita, nella nostra
famiglia. La prima società cosmetica e farmaceutica è stata fondata da Jovan Vlajcic, il bisnonno di mio marito nel
1872, e quest’anno celebra il giubileo del 140°. Eppure,
né mio marito né io abbiamo mai avuto alcuna esperienza
in ambito farmaceutico (ad eccezione di creme, tonici e
numerosi sieri sui tavoli da toeletta delle donne della mia
famiglia – ho due sorelle e tre figlie -).
Non eravamo sicuri dall’inizio che l’attività in prodotti cosmetici e di cura della persona sarebbe stata la scelta più
idonea.
Le grandi aziende di cosmesi attive sul mercato hanno
solitamente vantaggi notevoli sulle piccole imprese e startup. Innanzitutto dispongono di più possibilità finanziarie
che riescono ad impiegare in diversi modi: dalla ricerca
alla sperimentazione, dalla sicurezza, alla pubblicità e al
marketing. Possono utilizzare le risorse finanziarie per allocare i loro prodotti nei negozi e ottenere riduzioni dei
prezzi sugli imballaggi e sulle materie prime, creando prodotti meno costosi. Anche se copiassimo una formula di
un prodotto in maniera identica rispetto ad una grande
azienda, non saremmo in grado di produrre merce ad un
costo tanto basso quanto il loro.
I marchi più noti sul mercato possono permettersi più
scienziati, più mezzi di comunicazione e, infine, i mezzi
supplementari e le dimensioni più ampie consentono loro
di distribuire e piazzare i loro prodotti capillarmente e in
più luoghi rispetto a quanto possiamo fare noi.
A un certo punto sembrò davvero che i “grandi” concorrenti presenti sul mercato fossero imbattibili e non rimanesse
posto per noi.
Poi abbiamo deciso di smettere di essere intimoriti ed
effettuare un’analisi SWOT. Le nostre ridotte dimensioni
aziendali hanno comunque alcuni vantaggi notevoli: possiamo permetterci di non essere avidi. Le grandi aziende
vogliono fare un sacco di soldi. Se un marchio non vende
milioni, la grande azienda cosmetica non indagherà nemmeno sul motivo. Siamo in grado di prendere una grossa
quota di un mercato più piccolo, perché i concorrenti più
grandi non saranno in competizione con noi. E una piccola
azienda può avere un reddito soddisfacente all’interno di
un mercato di dimensioni ridotte/in una nicchia di mercato.
Essendo una piccola azienda cosmetica, siamo in una
posizione ideale per provare prodotti nuovi, innovativi e
insoliti, che è un grande vantaggio. Ad una grande impresa
cosmetica serve circa un anno e mezzo per sviluppare un’idea in un prodotto e immetterlo sul mercato. Noi possiamo
farlo molto più rapidamente. In realtà siamo in grado di
avere un prodotto finito, disponibile per la vendita in 6 mesi o meno. Una grande azienda cosmetica non lo può fare.
A questo punto abbiamo deciso di iniziare a produrre la
nostra linea di cosmetici, e di farlo professionalmente. La
nostra priorità è stata quella di creare prodotti che funzionassero altrettanto bene come quelli creati dalle multinazionali, e di sviluppare il nostro marchio alfine di coprire i
costi e permetterci di avere un reddito “decente”.
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Il passo successivo è stato decidere dove ubicare la nostra produzione – e naturalmente abbiamo pensato alla
Serbia, perché abbiamo origine serbe, ma avendo vissuto
in Germania e in Svizzera la maggior parte della nostra
vita adulta, abbiamo svolto un’approfondita ricerca. Questi
sono i fatti che ci hanno aiutato a decidere di basare il
nostro business in Serbia:
- la Serbia è uno Stato membro dell’Accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA), che comprende una
zona di libero scambio con 29 milioni di persone. Questa
regione è anche quella con il più alto tasso di crescita
in Europa;
- la Serbia è l’unico Paese al di fuori della Comunità degli
Stati Indipendenti (CSI) che gode di un accordo di libero
scambio con la Russia;
- PricewaterhouseCoopers ha classificato la Serbia al 3°
posto quale Nazione con un’attrattività nella produzione
e al 7° posto per l’attrattività dei servizi IDE (Investimenti
Diretti Esteri) tra le economie emergenti;
- infine, con una popolazione di 7.5 milioni di persone, il
mercato serbo è tra i più grandi della regione.
Oltre ai benefici esistenti, come la sua posizione geografica strategica, esportazioni senza dazi verso i Paesi del
Sud-Est Europa e la Russia, una manodopera esperta ed
istruita, a disposizione ad un costo competitivo, la Serbia
ha il più basso tasso di imposta sulle società in Europa,
che ammonta al 10%.
Abbiamo poi contattato la Facoltà di Farmacia dell’Università di Belgrado per fare ricerche e definire gli ingredienti
dei nostri prodotti. Ingredienti di qualità sono essenziali
per garantire l’integrità del nostro marchio di cosmetici,
per ovvie ragioni.
Infine sono state svolte delle ricerche sul campo con focus
group per testare il naming, il packaging e il profumo dei
prodotti.
Si può avere una linea cosmetica perfettamente confezionata con una vasta gamma di articoli a prezzo ragionevole,
ma se manca la capacità di attrarre il mercato di riferimento, l’azienda è condannata in partenza.
Attualmente stiamo iniziando la produzione della nostra
prima collezione esclusiva per hotel, e pianificando la
messa a punto della nostra strategia di marketing.
Quindi, presto potrete constatarlo voi stessi....
Raffinati, sofisticati, squisiti, i nostri cosmetici vi piaceranno.
lugicons pub_Layout 1 14.03.12 16.48 Pagina 1
Vicolo Concordia 1
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