leggi il test su FOTOCULT di Luglio 2013

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leggi il test su FOTOCULT di Luglio 2013
FOTO Cult, Anno X, Numero 102 – Luglio 2013, Mensile. Poste Italiane S.p.A. – Sped. Abb. Post. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. C/RM/57/2012
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AREA TECNICA / MINITEST
Sereno variabile
di Simone Moda
Ereditato dalla fotografia analogica, il filtro ND sopravvive ancora oggi perché la sua funzione non può
essere emulata con la sola postproduzione digitale. Se poi è di tipo a densità variabile, il divertimento
è assicurato. Ecco in prova il Reporter Vario ND 2÷2000, composto da due polarizzatori e capace
di assorbire da 1 a 11EV.
Il filtro ND, che sta per Neutral Density,
ossia grigio, senza caratterizzazione cromatica, è ancora oggi uno degli accessori più
apprezzati dai fotografi paesaggisti. Anteposto
alla lente frontale dell’obiettivo consente di
attenuare la luce diretta al sensore e, dunque,
di utilizzare tempi di scatto molto più lunghi di
quelli ottenibili chiudendo al massimo il diaframma e riducendo al minimo la sensibilità
ISO (o diaframmi più aperti di quanto concesso dal tempo più rapido a disposizione).
Ma perché affannarsi tanto ad aumentare i tempi di scatto con conseguente necessità del treppiedi quando tutti i fabbricanti di fotocamere
combattono senza esclusione di colpi sul terreno delle alte sensibilità e quindi della fotografia d’azione a mano libera? Perché in molti
frangenti ridurre la quantità di luce in entrata
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permette effetti tipicamente fotografici non
riproducibili con i vari software di fotoritocco
in circolazione. Un tipico esempio è quello di
una piazza gremita che magicamente appare
deserta se fotografata con tempi particolarmente lunghi. Vediamo come sono fatti e come
funzionano questi filtri.
SINGOLO O…
I filtri a densità neutra (ND) sono disponibili
con diversi gradi di densità in funzione della
quantità di luce che riescono a trattenere (generalmente compresa tra 1EV e 13EV) e possono
essere combinati tra loro fino ad arrivare a oscurare quasi completamente l’obiettivo davanti
al quale sono avvitati.
Esistono poi, come alternativa a un nutrito kit
di ND da montare in sandwich, alcuni filtri a
densità variabile capaci di modulare gradualmente l’assorbimento della luce diretta al sensore. Rispetto ai classici ND costituiti da un unico vetro fumé, questi filtri sono composti da
due polarizzatori sovrapposti i quali, ruotando
l’uno sull’altro, riducono gradualmente la quantità di luce trasmessa fino a oscurare quasi com-
SCHEDA TECNICA
Distributore per l’Italia Reporter, via G. di Vittorio, 18
40013 Castel Maggiore (BO); tel. 051 6328711; Fax 051
6325380 internet www.reporter-fiab.it
Densità variabile
2÷2000 (-1/-11EV)
Passi disponibili
52mm, 58mm, 67mm, 72mm, 77mm
Materiali
struttura in metallo con lenti in materiale plastico
Reporter Vario ND 2÷2000
No filtro
Effetto seta
L’effetto “seta” è uno dei più apprezzati dagli amanti della fotografia paesaggistica. Il tempio di Esculapio a Villa Borghese (RM) è stato il nostro campo di prova: in pieno giorno,
alla focale effettiva di circa 55mm, con diaframma f/11 e 100 ISO, utilizzando il filtro al massimo dell’assorbimento siamo riusciti ad allungare il tempo di scatto fino a 30sec,
mentre senza filtro, a parità di diaframma, siamo stati obbligati a scattare con 1/60sec. Il difetto dell’immagine realizzata con il filtro sta nella dominante, da correggere in postproduzione. Impercettibile, invece, la perdita di qualità.
Piazza piena
Piazza vuota
Aumentare il tempo d’esposizione durante le riprese d’architettura è un buon metodo per rendere invisibili i passanti. Si noti come in questa piazza affollata, fotografata in pieno giorno allungando (grazie al filtro ND) i tempi di scatto da 1/125sec a 15sec, sia “scomparsa” più della metà delle persone, ossia quelle in movimento.
Chiaro
Medio-chiaro
Medio-scuro
Scuro
In questa sequenza di quattro
immagini è possibile osservare
la risposta dei due filtri polarizzatori che compongono il Neutral Density della Reporter in base alla rotazione della ghiera. Si
noti come, al massimo dell’assorbimento dichiarato (11EV) il
passaggio di luce diretta al sensore sia praticamente nullo.
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70mm
50mm
35mm
17mm
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– 3EV
Per provare il filtro Reporter Vario ND 2÷2000 lo abbiamo montato su uno zoom standard, il Sigma 17-70mm f/2,8-4 DC Macro OS HSM (testato in questo stesso
fascicolo), installato su una reflex APS-C. Particolare attenzione è stata prestata a uno dei difetti tipici dei filtri ND a densità variabile, ossia la scarsa uniformità
d’illuminazione con obiettivi ad ampio angolo di campo: infatti, dalla focale minima fino a 30mm sono evidenti le difformità di assorbimento (che sconfinano nell’effetto cross-bow utilizzando il filtro al massimo della sua efficacia) fra diverse aree dell’immagine. Solo spingendosi oltre con la focale il comportamento migliora, scomparendo quasi del tutto proprio a 70mm.
Panning
Utilizzato a valori intermedi per non rendere “cieco” (e di conseguenza inefficace) l’autofocus della fotocamera, il filtro Reporter Vario ND 2÷2000 ci ha permesso di effettuare anche questo scatto in panning; il tutto lavorando con diaframma ottimale e con bassa sensibilità ISO.
pletamente la lente frontale.
Il Reporter Vario ND 2÷2000 (denominazione
che indica il range di assorbimento compreso tra 1 e 11EV) appartiene a quest’ultima
categoria, ed è disponibile nei diametri
52mm/58mm/67mm/72mm/77mm a prezzi
compresi tra 67 e 105 euro; è un compagno
di viaggio ideale per quanti vogliano rispar96
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miare sia sul costo degli accessori, sia sui pezzi da portare al seguito. Sebbene le prestazioni ottiche non siano paragonabili a quelle offerte da un tradizionale filtro ND a elemento singolo, con pochi accorgimenti e qualche piccolo intervento di postproduzione è comunque
possibile garantirsi immagini “d’effetto” e al
tempo stesso di buona qualità.
ALL’OPERA
Appena estratto il filtro dalla confezione –
sprovvista purtroppo di istruzioni dettagliate,
ma soprattutto di un custodia per il trasporto
– se ne percepisce immediatamente, al tatto,
la buona qualità. La lavorazione della struttura circolare in metallo è ben eseguita, con la
ghiera più esterna leggermente zigrinata per
facilitarne la presa durante la rotazione (fluida, ma appena troppo dura). Anche le serigrafie, seppur non in rilievo, sono ben dimensionate e di facile lettura, ma di primo acchito lasciano qualche dubbio “d’interpretazione”: le 16 tacche che intercorrono tra le diciture “MIN” e “MAX” infatti, non rappresentano alcun riferimento diretto (né tantomeno
graduale) con l’indice di assorbimento luminoso che, al contrario, è concentrato per buona parte nelle ultime 3 “caselle”: per questo
più avanti vi daremo noi delle indicazioni in
proposito.
Le lenti sono in materiale plastico, un classico
per prodotti non spiccatamente specialistici
come il filtro in questione. Quindi, attenzione
ai graffi. Proprio per la sua vocazione tuttofare, e come tutti gli altri filtri a densità variabile, il Vario ND 2÷2000 non è esente da difetti legati principalmente alla “caduta di luce ai
bordi” quando abbinato a ottiche grandangolari, purtroppo proprio le più utilizzate nella
ripresa paesaggistica. Questo fenomeno, che
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Reporter Vario ND 2÷2000
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– 6EV
a tutti gli effetti è una mancanza di uniformità
di assorbimento legata all’incrocio delle trame
dei due polarizzatori, costringe a non esagerare con l’oscuramento (consigliamo di non
superare la quattordicesima tacca, per un assorbimento di circa 6EV) quando utilizzato con
ottiche di focale inferiore ai 30mm sul formato APS-C (abbiamo testato il filtro su uno zoom
Sigma 17-70mm f/2,8-4 DC Macro OS HSM
combinato a una Canon Eos 650D). Oltre questa soglia, ossia ruotando il filtro fino al riferimento circolare rosso, la disomogeneità di illuminazione degenera nel cosiddetto effetto
cross-bow (facilmente riconoscibile osservando l’ultima colonna della tabella in alto). La
mancanza di uniformità tende ad attenuarsi
all’aumentare della focale: già a 50mm infatti, anche lavorando al massimo della densità,
la luce inizia a essere filtrata in maniera pressoché uniforme. Anche a livello cromatico, il
Vario ND 2÷2000 non risparmia le immagini
dall’introduzione di particolari dominanti tendenti al magenta, ma in questo caso con pochi
passaggi di postproduzione si riesce a ovviare
facilmente al problema. Quanto alla nitidezza,
non possiamo che spendere qualche buona
parola nei confronti del filtro Reporter. Abbiamo confrontato alcune immagini scattate utilizzando diaframmi molto chiusi (afflitte dunque dal fenomeno della diffrazione) senza filtro con altre realizzate con diaframmi più aperti e filtro ND sull’obiettivo, riscontrando una
migliore resa dei dettagli proprio negli scatti
eseguiti con questa seconda configurazione.
In sintesi, è meglio ottenere tempi lunghi con
un filtro ND anziché chiudere molto il diaframma.
Sovraesposizione
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– 11 E V
Controllo Sovraesposizione
Per utilizzare diaframmi aperti senza incappare nella sovraesposizione, un filtro ND ad alto indice di densità è
un valido alleato da utilizzare qualora si sia già impostato il tempo di scatto più veloce consentito dalla fotocamera (un limite che si raggiunge piuttosto precocemente soprattutto con quelle dotate di otturatore centrale, come le compatte).
PER CONCLUDERE
Nella ripresa di paesaggi l’utilizzo di un filtro
ND può fare la differenza tra un’immagine ben
riuscita e una eccellente. Per questo molti,
appassionati e professionisti, ancora oggi non
rinunciano a un accessorio tanto semplice
quanto concettualmente stimolante. Sebbene non possa essere considerato a tutti gli
effetti un prodotto “professionale”, Il filtro
Reporter Vario ND 2÷2000 è un buon compromesso tra prezzo, trasportabilità e qualità
d’immagine. Un valido punto di partenza per
chi, avvicinatosi alla fotografia nell’era digitale voglia sperimentare senza troppe pretese
una tecnica di ripresa tradizionale ancora molto diffusa. ■
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