LI_Giornalino Maggio-Giugno 2013

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LI_Giornalino Maggio-Giugno 2013
CLUB TRE EMME
Mogli degli ufficiali della Marina Militare
Sede di Livorno
DIARIO DI BORDO
Maggio –Giugno 2013
2013201 201322
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Calendario maggio/giugno........................................................................................... 2
Editoriale ................................................................................................................... 3
La ricerca dei ricordi ...................................................................................................................... 4
Nostalgia ........................................................................................................................................... 7
L’angolo della poesia...........................................................................................................................8
L’angolo del Cinema .......................................................................................................................9
Frasi belle ....................................................................................................................................... 11
La ricetta delle madeleines ..............................................................................................................12
Norma e Capriccio .........................................................................................................................13
Un tuffo nell’ arte......................................................................................................................... 16
Odore di Porto.......................................................................................................................................17
“Meriggiare pallido e assorto” .................................................................................................19
Annunci ........................................................................................................................................... 20
Convezioni ..............................................................................................................................................20
“ Buon Compleanno a…. ...........................................................................................................21
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Carissime socie ,
siamo quasi giunte ,come nelle scuole, alla fine dell’anno delle Tre Emme.
Il bilancio sia per la partecipazione, per il sostegno delle socie sia per il numero delle
attività svolte è abbastanza positivo. Nonostante la mancanza di adesione da parte
di socie più giovani e la difficoltà incontrata nel formare un Nuovo Direttivo. Non vi
nascondo i miei timori per le elezioni prossime!
Adesso pensiamo agli ultimi impegni e a prepararci per l’estate e le eventuali
vacanze. Tra poco ci rivedremo ai “Bagnetti” in Accademia!
I miei più sinceri saluti
Beatrice Del Nero Grazi
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Care socie
Tutto il Direttivo ringrazia tutte quelle socie che con la loro partecipazione
e contributo hanno permesso di raggiungere un buon bilancio economico
grazie alla vendita di oggettistica e marmellate.
A tal proposito si ringrazia in modo particolare Amalia Cottini e Natalia
Pollifrone per le ottime marmellate ,rigorosamente fatte in casa, e a
Bianca Mondini che tanto si è prodigata nel pubblicizzarle.
Si ringrazia, inoltre, l’Ammiraglio Giorni per aver organizzato il torneo di
burraco per beneficienza.
La somma ottenuta sarà devoluta in opere benefiche.
Inoltre, si auspica per il prossimo addivenire la presenza delle socie più
giovani sia per una maggiore integrazione nel sociale che sul territorio,
sia per un apporto al “Club 3 Emme” di idee nuove.
Prima di augurare a tutte Buone vacanze confidiamo per il prossimo anno
più proposte e suggerimenti e maggiore collaborazione da parte di tutte.
Si comunica che la prossima Assemblea delle socie è stata prevista per
l’8 Ottobre alle ore 16.30.
I nostri più cari saluti
Il Direttivo
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LA RICERCA DEI RICORDI
Il filo conduttore del giornalino è “La ricerca dei ricordi”. Profumi, odori di oggi ci
riportano indietro nel tempo.
I ricordi tornano vividi, ed ecco che quella teiera panciuta e un po’ “sberciata” che è lì
sulla credenza ne fa riaffiorare un’altra che era lì sul tavolino di fronte ai divani a
fiori ,nella vecchia casa di famiglia.
Chi di fronte ad un profumo familiare, non ha mai detto ”Questo mi ricorda
proprio…_”e così si viaggia nel tempo ,in una frazione di secondo si ritorna ad essere
lì in un luogo ben preciso ,in un momento ben preciso della propria vita ,ci si
immerge in un’atmosfera dimenticata tanto da sentire quasi le voci, i rumori, la
stoffa della tovaglietta sotto le dita, la superficie levigata del tavolo…
Odori di oggi si sovrappongono a quelli di ieri; ed è proprio quella teiera il mio filo
rosso con il mio tempo che fu, raggiunge il mio presente annullando gli anni passati;
per un momento il vissuto di ieri diviene il mio presente.
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E’ la forza dei nostri ricordi , patrimonio di ognuno di noi, che ci permette di essere le
donne che siamo oggi.
Proust era un esperto di viaggi nel tempo. La sua Recherche è partita da una
madeleine...Quando ai profumi dimenticati si collegano i ricordi sepolti, non si può
non pensare a Proust, alla zia Leonie , ai suoi tè delle cinque con madeleines….,cui il
piccolo Marcel prendeva parte senza sapere che tanti anni dopo, inzuppando una
madeleine nel tè sarebbe tornato indietro nel tempo, a quei giorni dolci della sua
infanzia.
Ognuno di noi ha la sua madeleine. Per me anche le rose rappresentano la mia
madeleine. Davanti alla finestra della mia camera crescevano dei cespugli di rose e
ancora adesso quando le vedo, ritorno a rivivere le estati della mia infanzia, alle mie
colazioni “odorose di rose “.
La vita interiore in una tazza.
Orwell affermava che il tè rende saggi, arditi e ottimisti. Avere una tazza in mano e
assumere la bevanda comporta una specie di autoanalisi. Qualunque bevitore di tè è
impegnato in qualcosa di utile per sé. Ha la capacità di dislocare la mente: Marcel
Proust dopo una tazza di tè si ritrova nel passato e in quella tazza di tè c’è un mondo
intero:la sua infanzia nel villaggio di Combray.
Per Alice nel Paese delle Meraviglie il momento del tè è dilatato nel tempo, è magico
e per i personaggi l’ora del tè è perenne.
Notizie e curiosità.
Oggi si parla di “Sindrome di Proust”, il collegamento, provato scientificamente, tra
gli odori ,i sapori e la memoria.
Da alcuni anni, presso l’Unità di Riabilitazione neurologica dell’ospedale Poincarè di
Garches, vicino Parigi, si utilizza l’olfattoterapia come coadiuvante nella cura nel
caso di perdita di memoria. Secondo il celebre neurologo francese,il dott. Bussel,
l’olfatto è il mezzo più adeguato per suscitare i ricordi perché più collegato alla sfera
emozionale.
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Anche in Italia, a Torino, all’ospedale San Giovanni Bosco, si sta sperimentando
questa terapia poiché le memorie olfattive non svaniscono mai e la loro forza
dipende dall’ importanza che ha avuto la situazione in cui l’ odore è stato percepito.
Gli odori parlano e nell’ospedale parigino si cerca di insegnare ai pazienti a
recuperare la memoria attraverso gli odori.
Proust dice: _Ed ecco macchinalmente oppresso dalla giornata grigia e dalla
previsione d’un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo
inzuppato un pezzetto di Madeleine. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a
briciole di biscotto toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di
straordinario. Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua
causa. Da dove era potuta giungermi una gioia così potente? Sentivo che era legata
al sapore del tè e del dolce…,Poi Proust recupera il tempo perduto della sua infanzia.
La grande intuizione dello scrittore fu capire che l’olfatto e il gusto hanno un ruolo
fondamentale per la memoria e per il recupero dei ricordi: Proust percepì questa
relazione tra sensi e cervello e sfruttò il sapore del dolce e il profumo del tè per
ritornare alla sua infanzia.
( a cura di G. Casale)
Quando di un antico passato non sussiste
niente, dopo la morte degli esseri, dopo la
distruzione delle cose, soli, più fragili ma più
intensi, più immateriali, più persistenti, più fedeli,
l’odore e il sapore restano ancora a lungo, come
anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sulla
rovina di tutto il resto, a reggere, senza piegarsi,
sulla loro gocciolina quasi impalpabile, l’ immenso
edificio del ricordo.
(Marcel Proust)
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Nostalgia di Maria Luisa Simeoni.
Approda nel mio mare ogni sera come un veliero nel suo porto, il pensiero di te, casa
mia lontana!
A te che hai ascoltato le mie prime risate, i pianti di bimba che hai incoraggiato e
protetto i sogni di fanciulla che si affaccia alla vita col tumulto nel cuore e la mente
stracarica di innocenti chimere. Erano gioiose le chiacchiere con le compagne di
studio, erano svelti, felici i loro passi nel loro andirivieni per le scale di antica grigia
pietra serena. Oh mura amate! Tendevate indulgenti l’orecchio ai miei primi approcci
col” piuno” messo vicino a quel grosso braciere d’inverno acceso tutto il giorno dove
la mamma con grazia infinita scavava con le molle i tizzi sopiti e li ravvivava perché
non voleva vederli morire.
A settembre, la pianta d’alloro spioveva le sue nere palline tutte eguali, era come
una pioggia allegra regalata al balcone, mentre anche il pino nello stesso periodo, si
liberava delle pigne gravide di pinoli scuri e grossi, che io raccoglievo per il ghiotto
castagnaccio invernale.
Al bel sole dell’Aprile, la lana veniva battuta e poi “scardazzata” a mano,
rinascevano guanciali e materassi, si incrociavano spensierati racconti, forti
scroscianti risate fra le mie conoscenti, felici di aiutarci a vicenda.
Quando mi trovo a passare davanti a te, casa mia bella, il solo struggente desiderio
che mi prende, è quello di inginocchiarmi di fronte al tuo ingresso, come a volte si fa,
dinanzi a un Santuario.
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L’angolo della poesia
I RICORDI
I ricordi, un inutile,
ma soli e uniti contro il mare, intatto
in mezzo a rantoli infiniti..
Il mare,
voce d’ una grandezza libera,
ma innocenza nemica nei ricordi,
rapido a cancellare le orme dolci
d’ un pensiero fedele…
Il mare, le sue blandizie accidiose
Quanto feroci e quanto,. Quanto attese,
e alla loro agonia,
presente sempre, rinnovata sempre,
nel vigile pensiero l’ agonia…
I ricordi,
il riversarsi vano
di sabbia che si muove
senza pesare sulla sabbia,
echi brevi protratti,
senza voce echi degli addii
a minuti che parvero felici.
(Giuseppe Ungaretti)
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L’angolo del Cinema.
IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE.
Questo film non è incentrato sicuramente sui ricordi ma senz’altro le scene si
sviluppano quando Amélie trova la scatola dei ricordi.
E’ un film scritto e diretto da Jean-Pierre Jeunet ed interpretato da Audrey Tautou e
Mathieu Kassovitz.
Il film venne distribuito nelle sale francesi il 25 giugno 2001.
La protagonista vive a Parigi, lavora come cameriera in un caffè di Montmartre e
trascorre una vita serena tra una visita al padre anziano e i suoi passatempi. La sua
quotidianità, scandita da gesti semplici e abituali come spezzare la crosta della
Crème brulée col cucchiaino, far rimbalzare i sassi sul Canal Saint-Martin immergere
le dita nei legumi…,finchè il giorno della morte della principessa D ritrova per caso
una scatoletta dietro una piastrella di un muro del suo appartamento.
Con grande stupore scopre all’ interno dei piccoli ricordi e giocattoli. Amélie intuisce
che quella scatola è stata nascosta decenni prima, da un bambino che è vissuto in
quello stesso appartamento. La sua vita si anima e inizia la ricerca del proprietario
del proprietario della scatola dei ricordi. Si svilupperanno e si intrecceranno nuovi
rapporti e Amélie troverà l’ amore.
Un altro film che vi voglio segnalare è intitolato “Gli Anni dei Ricordi, film del 1985
diretto da Jocelyn Moorhouse, tratto da un racconto di Whitney Otto.
In una casa tra gli aranceti della California sette donne cuciono insieme un “quilt”, la
classica trapunta americana a motivi patchwork, che sarà la coperta matrimoniale
della nipote della padrona di casa che ha creato per l’appunto il” Circolo della
trapunta”, ove ognuna sfoga le proprie angosce attraverso chiacchierate e tè freddo.
Il lavoro riflette le diverse sensibilità delle partecipanti alla creazione del quilt,
stimola la fantasia e il riaffiorare dei ricordi.
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AFORISMI
“ Ci sono legami di seta…che ti aspettano su incroci del destino che mai avresti
immaginato.
Il ricordo unisce ciò che la vita separa.
E ti sembra una strana, piacevole connessione notturna, come una carezza, senza
tempo.(Anton Vanligt, Pensieri avvolti da un filo rosso)
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“Non esiste separazione definitiva fino a quando c’è il ricordo.
(Isabel Allende, Paula)
Un luogo è molto più della somma delle sue parti fisiche; è un deposito di ricordi, un
archivio di tutto ciò che è successo entro i suoi confini.
(Kate Morton, da Una lontana follia)
I ricordi veramenti belli continuano a vivere e a splendere per sempre, pulsando
dolorosamente insieme al tempo che passa.
( Kitchen, Banana Yoshimoto)
Era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti
ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il
passato.
(Gabriel Garcia Mrquez, L’amore al tempo del colera)
Il mondo esteriore è come collegato da un misterioso filo conduttore alle fibre della
memoria e talvolta le risveglia, nostro malgrado.
(Alexandre Dumas, da “Vent’anni dopo”)
Tre cose deve l’uomo ricordare ogni giorno:il bene che non ha fatto, il male che ha
fatto, e il tempo che ha perduto.(proverbio)In onore di Proust, ecco la ricetta
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delle piccole e burrose “madeleine” proustiane. Potremmo, oggi, gustarle
lentamente, per festeggiare la meravigliosa intuizione dell’ autore della
“Recherche” sul potere dei sapori e degli odori sulla nostra percezione
della memoria e del tempo, che non sono immobili bensì dilatati
all’infinito: come i celebri “orologi molli ”di Salvador Dalì.
Ricetta delle Madeleine di Marcel Proust.
Ingredienti:
120 gr farina /100 gr burro/ 2 uova/ 120 gr zucchero a velo / aroma di
mandorla / scorza di limone grattugiata/ stampo conchiglia per
madeleines.
Sciogliere lentamente il burro a fuoco basso e aggiungere le gocce di
aroma, mescolare e lasciare intiepidire. Mescolare bene le uova fino ad
ottenere un composto liscio e spumoso. Aggiungere piano piano la farina
setacciata, il lievito e amalgamare l’impasto. Aggiungere il burro fuso e
mescolare. Quando il composto sarà liscio e morbido, aggiungere la
scorza di limone grattugiata.
Coprire con una pellicola e far raffreddare in frigorifero per un’ora.
Riempire gli stampini precedentemente imburrati e infornare a 220° per
circa 5 minuti. Quando le madeleines si gonfieranno, abbassare la
temperatura a 180° continuando la cottura finchè non saranno dorate.
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"Norma e Capriccio"
Uffizi 5marzo-26 maggio 2013
(a cura di M. Grazia De Palo)
L'edizione 2013 del programma espositivo di Firenze "Un anno ad Arte" inizia alla
galleria degli Uffizi con la mostra "Norma e Capriccio", dedicata all'attività di pittori e
scultori spagnoli arrivati in Italia all' inizio del Cinquecento e al loro rapporto con
quelli italiani del tardo Rinascimento.
Questi artisti, spinti dal fervido clima culturale che c'era a Firenze, a Roma e a
Napoli, vennero in Italia non per copiare, ma per formarsi e arricchire il loro
repertorio studiando Leonardo e Michelangelo.
Nel trattato "Dialoghi romani" di Francisco de Hollanda (1548) Michelangelo
afferma però che "nessuna nazione e nessun popolo (tranne forse uno o due
spagnoli) può assimilare né imitare la maniera di dipingere italiana, che è quella
della Grecia antica".
Ora quei "due spagnoli", Alonso Berruguete e Pedro Machuca, sono celebrati agli
Uffizi insieme a Bartolomé Ordoñez e Diego de Silòe; questi autori provengono da
centri diversi della penisola iberica e le loro opere sono sparse in musei italiani e
spagnoli.
Nelle sale di colore di giallo sono esposti circa 70 pezzi fra pitture e sculture di questi
artisti.
Per quanto riguarda i dettagli più tecnici della mostra, essa é divisa in quattro
sezioni e accosta le opere degli spagnoli ai capolavori dei grandi pittori italiani del
Quattrocento e del Cinquecento.
La prima sezione, dedicata a Firenze, è incentrata sull'attività italiana di Alonso
Berruguete.
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Egli fu tra i primi a scendere in Italia e, dopo essere passato per Roma, nel 1508
giunge a Firenze"per imparare a disegnare".
I suoi dipinti, conservati agli Uffizi, a Palazzo Vecchio e alla galleria Borghese di
Roma, sono messi a confronto con quelli di Andrea del Sarto1,Pontormo, Baccio
Bandinelli ecc.....
Tra le sue prime opere "alla fiorentina" è proposta "La Madonna con
Bambino"(Uffizi) collocata nella sala dove c'è il "Tondo Doni" di Michelangiolo.
Troviamo poi una "Salomè con la testa del Battista" Qui il tono è ancora
spagnoleggiante "nella genericità frondosa del paesaggio" ma al tempo stesso
ricorda Pontormo e Rosso Fiorentino, nel gusto per le forme allungate e sinuose,
accentuate dai panneggi e dal velo trasparente in testa della donna mosso dal
vento. L'espressività è caricata soprattutto nella gigantesca testa del Battista fino ad
effetti innaturali come in Salomé . La "comprimarietà" tra spagnoli e italiani diviene
lampante quando all'opera di Berruguete sono accostate quelle dei fiorentini
(Pontormo, Andrea del Sarto, Baccio Bandinelli, Rosso Fiorentino ecc...): essi come
gli spagnoli riproponevano i temi desunti dai maestri.
Nella seconda si trovano le tavole di Pedro Machuca: egli fu tra i fortunati
collaboratori che Raffaello portò con sé nell'impresa delle Logge vaticane e non
tardò ad acquisire il linguaggio classico del maestro.
Nella terza le sculture di Bartolomé Ordoñez e Diego de Silòe, eseguite durante la
loro residenza a Napoli, lasciarono importanti riflessi sulla cultura campana,
collaborando ad alcune importanti realizzazioni come l'altare dell'Epifania per la
cappella Caracciolo di Vico della chiesa San Giovanni in Carbonara.
Sono esposte anche due eccezionali sculture in marmo: una "Madonna col Bambino
e San Giovannino" di Ordoñez e un "San Sebastiano" del Silòe, vertici assoluti della
statuaria manierista.
L'ultima è tutta spagnola, perché riguarda le opere realizzate da questi artisti al loro
ritorno in patria. Questo ci permette di valutare l'influenza italiana sul loro stile e sul
loro linguaggio figurativo.
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Lo stesso Vasari nel suo"Vite de'più eccellenti pittori, scultori ed architetti"colloca Berruguete accanto a Pontormo.
Rosso Fiorentino, Baccio Bandinelli...
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Alonso Berruguete " Salomè con la testa del Battista"
Pedro Machuca "San Matteo"
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Pedro Machuca "Madonna col Bambino e San Giuseppe"
A
Alonso Berruguete “Madonna con Bambino e San Giovannino”
N.B. Si apporta una correzione alle didascalie delle ultime due immagini presenti
nell’ articolo “L’Alchimia e le arti”a pag. 12 del giornalino precedente;trattasi del
pesce palla e dell’ alambicco.
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UN TUFFO NELL’ARTE: visita alla Pinacoteca Comunale”Carlo
Servolini” a Collesalvetti,provincia di Livorno.
La mostra che ha come titolo “Emozioni verso l’impressionismo e il Divisionismo” si
è rivelata interessante, coinvolgente per il messaggio che vuole trasmettere e che
emerge dal percorso espositivo di quadri noti e inediti dell’artista Guglielmo
Micheli(1866-1926);la dottoressa Cangianelli che ha curato la mostra ,vede l’artista
come un precursore della modernità. Micheli nasce a Livorno nel 1866 e sarà
ricordato come allievo di Fattori e maestro di Modigliani.
La mostra cade quest’anno, nell’occasione del centenario di Giovanni Pascoli con la
riscoperta di un prezioso album per pianoforte edito da Ferrigni e Cremonini, con
versi di Giovanni Pascoli, musica di Carlo Carlini e illustrazioni di Micheli ideati per la
poesia pascoliana “Il Nido”. Ciò permette di ricostruire l’epoca aurea
dell’insegnamento pascoliano a Livorno e che coincide con l’insegnamento di
Micheli all’ Istituto “Amerigo Vespucci” oggi Vespucci-Colombo. Infatti,la Pinacoteca
Servolini oltre che con il Museo Fattori ha collaborato con l’Istituto VespucciColombo e con il contributo della Cassa di Risparmi di Livorno.
La mostra vuole ricostruire la dignità della memoria dell’artista che si stacca dall’
influenza fattoriana e dai clamori dell’ insegnamento a Modigliani, verso l’intuizione
della modernità e che incorona pertanto l’artista come precursore di tale modernità.
In un primo periodo Micheli risentì dell’insegnamento del suo maestro macchiaiolo
soprattutto nei suoi primi lavori, di ambito fattoriano (paesaggi con animali,
soprattutto buoi e cavalli), poi troverà una propria autonomia espressiva nella
maturità: si dedicherà alla realizzazione di paesaggi, in particolare ritrarrà marine
luminose.
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Siamo vicinissime alla stagione estiva e tutte noi sogniamo il bel tempo, il sole la
brezza leggera che ti accarezza il viso e l’ odore di salsedine e non potevo completare
il giornalino senza parlare del porto, dei suoi odori, dei suoi colori.
Vi presento una prima parte di “Odore di Porto “scritto dall’Ing. Enrico Mostardi nel
2007.
Odore di Porto.
La più chiara memoria del mio primo incontro con il Porto è certamente quella del
suo odore: in ogni caso della mia vita, infatti, gli odori hanno costituito supporto
fondamentale per il rifiorire di qualsiasi ricordo…Da quello, indefinibile della scatola
di celluloide destinata alla custodia delle saponette di Marsiglia che mia madre mi
concedeva per tenermi buono mentre mi lavava, piccolissimo, dentro una tinozzella
di rame smaltato (un odore dolciastro che accompagnava l’ eterno giuoco dei
travisini fra la scatola ed il suo coperchio, un giuoco che mi teneva occupato e
distratto, con sadico inganno, mentre venivi insaponato, sciacquato, asciugato con l’
odioso odore di borotalco) a quello del panierino che mi accompagnava al giardino
di infanzia ,un odore complesso, nel quale confluivano sentori di paglia di frittatine,
di frutta, un inconfondibile cocktail che ancora ricerco negli zainetti di plastica dei
miei nipoti; subito dopo, quello della prima Lei che mi accompagnava ,quattrenne,
da quello stesso giardino, mano nella mano, fino a casa. Tante, troppe tappe della
mia elica vitale sono legate alla misteriosa centrale dei ricordi da improvvise ondate
olfattive.
Orrendo l’odore della guarnizione di gomma che garantiva la perfetta tenuta del
tappo, a scatto, che chiudeva la bottiglia nella quale mia madre pretendeva di
portarmi, al mare, un odioso caffelatte zuccherato che fieramente rifiutavo quando
erano vicini ormai i due anni, età nella quale già preferivo accompagnarmi con un
giovane amico che, nascostamente, mi avviava alla gloria del pane e salame,
tagliati, entrambi, per formarne inverosimili panini, da una delle tante Algerina Neri,
laggiù, nel grande salone odoroso di cemento, di varechina, di vino, di estate...
Sento ancora l’odore, acre dell’ inchiostro versato da mostruosi fiaschi dal becco
ricurvo dentro i calamai fissate nei banchi della scuola elementare, quello,
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odiosissimo di certi lontani olii ricostituenti, ma anche quello, paradisiaco, delle
grandi tazze di cioccolata e panna, raramente raggiungibili in brevi soste alla
Baracchina Rossa…Ma è vicinissimo, chiaro, ineffabile quello della prima Lei vera,
attraente ed inquietante, celestiale e morboso, pieno di ombre e di luci improvvise.
In questa collezione di odori di tutti i generi una posizione di assoluto rilievo è
naturalmente occupata dal profumo di Porto, un profumo troppo complesso per non
essere percepito che al livello del puro istinto, affascinante come il canto di una
sirena…
C’era di tutto in quell’afflato che ti assaliva appena varcata l’ altra barriera che
proteggeva il mondo delle banchine: quello del chiccaio, per esempio, composto da
una sinfonia di sentori di croccante, di zucchero filato emanante da morbide matasse
multicolori. Ma subito dopo arrivava e si mescolava con questo, l’ acre odore delle
paranze, che emettevano memorie di acque tormentate ed insidiose affrontate con l’
aiuto dei catrami delle loro calafature, miscelato con quello di memorie di pesci e di
formaggi, formaggi acri della Sardegna, che a tarda sera venivano animatamente
contrattati sotto i loggiati del Palazzo Granducale, là, in fondo alla Piazza, allora
veramente Grande. E ovunque l’ odore di Porto aleggia e per chi s’ affacci oggi da
una delle banchine e sa ascoltare, sente ancora la musica di un ricordo sempre
nuovo, che si associa con l’ odore di terre lontane e di venti che gelosamente
accarezzano onde di tutti i Paesi della Terra.
Per questione di spazio non sono stata fedele al testo tratto dal libro ”Odore di
Porto” scritto dall’ing. Enrico Mostardi, Compagnia Portuale di Livorno, soprattutto
nell’ ultima parte.
Vorrei riportare l’ultima frase che per me è in tema con l’argomento di questo
giornalino: ”Ciao, vecchio Porto, amore mio: che gli uomini ti usino ma anche ti
apprezzino, non fosse altro per l’ incredibile serie di odori che hai sempre saputo
inventare…, sempre nuovi e sempre antichissimi…
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Termino con questa poesia dedicata all’Estate. Buone vacanze a tutte voi.
Meriggiare pallido e assorto.
Meriggiare pallido e assorto
Presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora si intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
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Eugenio Montale-tratto da Ossi di seppia
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Inostri migliori auguri vanno alla nostra socia Sonia Rosati per la
nascita dei suoi nipotini Francesco e Riccardo.
Auguri di Buon Compleanno a tutte le socie che hanno computo gli anni nei mesi di Maggio,
Giugno,Luglio Agosto, Settembre ,Ottobre.
MAGGIO
GIUGNO
G. Panella g. 3
G.Galiuto g.10
T. Vita
g. 22
M.G. Bruni g.23
LUGLIO
AGOSTO
P.Felicioni g. 16
G. Uva g.5
P. Favaro g.29
L. Scarpetta g.12
E. Esposito g. 16
A. Rossi g. 23
R. Baldini g. 23
OTTOBRE
M.Rosa Sorrentino g.1
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(comunicato da Carla Sciubba Caniglia)
Responsabile di redazione Giovanna Casale
Hanno Collaborato:
Natalia Pollifrone
Maria Luisa Simeone
Beatrice Del Nero
Maria Grazia De Palo
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